Ti sfido ad amarmi

di Sallivergron
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** La lezione di atletica ***
Capitolo 3: *** L'appuntamento segreto ***
Capitolo 4: *** La rottura ***
Capitolo 5: *** Confusione ***
Capitolo 6: *** Scuse e chiarimenti ***
Capitolo 7: *** Attenzione Rachel ***
Capitolo 8: *** Game Over Rachel ***
Capitolo 9: *** Finalmente Febrevans ***
Capitolo 10: *** Troppo bello per essere vero ***
Capitolo 11: *** Appuntamento col mio amore...e non solo ***
Capitolo 12: *** Fermati Santana! ***
Capitolo 13: *** Una mamma ficcanaso ***
Capitolo 14: *** Ti ho mai detto che ti amo? ***
Capitolo 15: *** Che combini Britt? ***
Capitolo 16: *** Mamma? ***
Capitolo 17: *** Nashville, Tennessee, Stati Uniti! ***
Capitolo 18: *** Ciao Santana ***
Capitolo 19: *** Benvenuta al mondo Charlotte Grace ***
Capitolo 20: *** Notizia scioccante ***
Capitolo 21: *** Non chiamarla Charlie ***
Capitolo 22: *** Promettimi che non smetterai mai di amarmi ***
Capitolo 23: *** Un idea per la proposta ***
Capitolo 24: *** La proposta ***
Capitolo 25: *** Il ballo ***
Capitolo 26: *** The end ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Santana
Eccomi a scuola, con indosso già la divisa dei Cheerios, mi dirigo nei corridoi e osservo tutti e tutto. Vedo Rachel, quella ragazza mi fa pena, non ha proprio gusto nel vestire, cosa sono quelle calze o criptonite per i miei occhi? Vuole forse uccidermi? Mi avvicino a lei!
-Lo sai che mi stai uccidendo?
-Non capisco cosa vuoi dire Santana!
-Le tue calze! Sono orribili, mi stanno uccidendo!
La vedo sbuffare
-Santana perché non la smetti di dare insulti gratuiti alla gente?
-Ok Rachel, ti prometto che non dirò più cattiverie, mi hai fatto aprire gli occhi, grazie!
-Davvero? 
Mi chiede felice, io penso che questa ragazza sia proprio stupida, o sono troppo brava come attrice.
-Certo che...No Rachel!
Sorrido e continuo a camminare, oddio non indovinerete mai chi ho davanti, Noah Puckerman, è un idiota, lo odio, sicuramente adesso mi fermerà e come suo solito e mi farà innervosire, mi conviene cambiare strada, giro l'angolo e trovo davanti Sam, il mio obiettivo preferito.
-Ehi bocca da trota!
Gli sorrido malvagiamente.
-Ciao Santana!
-Sam ho voglia, di cetriolini, ma non c'è nessuno con la bocca enorme che mi succhia via il coperchio, tranne te ovviamente!
-Santana oggi non sono disposto a sentire le tue cattiverie, non è giornata!
-Che ti succede boccuccia da trota? Dormito male?
-So che non ti interessa, quindi non te lo dirò!
-Già hai ragione, non mi interessa!
Rido e vado via, raggiungo l'aula di storia dove c'è la mia migliore amica ad aspettarmi, Quinn, lei è l'unica che ha pazienza con me, è l'unica che mi capisce davvero. Mi siedo al mio banco.
-Oh bene, manca solo Brittany e il terzetto è completo! 
-Già, a proposito sai dov'è? 
Mi chiede Quinn
-No!
-Buon giorno classe!
-Eccola è arrivata!
-Oddio no, il terzetto è al completo!
Dopo questa affermazione la prof. si mette una mano in fronte. Siamo sempre state le peggiori, durante la sua ora Brittany fa delle domande stupide e le fa perdere tempo, Quinn si mette lo smalto mentre parla con me che contemporaneamente mi limo le unghie e faccio i palloncini con la gomma. Finalmente è finita l'ora, non sarei sopravvissuta se fossi rimasta in quella classe, troppi sfigati. Apro il mio armadietto mentre parlo con le ragazze (Quinn e Brittany).
-Che si fa stasera?- chiedo io.
-Andiamo al Bel grissino?- propone Quinn.
-Io non posso, ho un appuntamento con un tipo stasera, ci vediamo domani devo andare nello stanzino del bidello, mi aspetta lì!- disse normalmente Brittany.
Chiusi il mio armadietto e mi trovai Puck dietro l'antina.
-Allora, stasera vai al Bel grissino eh...-dice lui.
-Non sono affari tuoi Puckerman!- aggiungo io.
-Tanto lo so che sei pazza di me!- dice sicuro lui. Io mi avvicino con fare sensuale.
-Sono così trasparente? Ti voglio, ti desidero, bla bla bla...-
-Lo so che mi vuoi, è inutile nasconderlo!- continua lui.
-Perché ti interessa tanto Puckerman?- chiede Quinn con aria di sfida.
-Non è vero, non mi interessa!- ribatte lui
-Ok per oggi basta, Noah sparisci!- dice Quinn molto lentamente, scandendo l'ultima parola in modo tale che lui capisse.
Piano piano si allontana e noi continuiamo la nostra noiosissima giornata scolastica.
Fine 1° episodio

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Capitolo 2
*** La lezione di atletica ***


Puck
Era arrivata l'ultima ora, atletica, adoravo quell'ora, non solo perché mi piace fare sport, ma anche perché si possono vedere le ragazze che ballano con la mini gonna. Sono stato beccato a sbirciare nello spogliatoio delle ragazze almeno 24 o 25 volte. Non mi avrebbero mai scoperto se non fosse stato per quella guastafeste di Santana, mi fiutava, sentiva la mia presenza, non so come faceva, ma ci riusciva, entrava nello spogliatoio, si guardava intorno, si avvicinava al posto in cui ero, si voltava verso le sue compagne, sorrideva in modo maligno e mi faceva uscire, inutile chiederle di non chiamare la coach Sue, è perfida. Mi stavo mettendo la maglia, dovevamo giocare a calcio, mi passarono accanto Quinn e le sue "scagnozze", le Cheerios, stranamente il suo braccio destro, Santana non c'era, quella strega maligna notò che la stavo guardando, mi si avvicinò e mi disse -Chi cerchi Puckerman?- poi rise insieme al resto del gruppo, mi davano fastidio quelle oche che ridevano, volevo risponderle ma lei mi anticipò -Santana non c'è, è nello sgabuzzino del bidello a baciarsi con un tipo- rise ancora e proseguì, mi incuriosì, andai  allo spogliatoio del bidello, aprì e ci trovai dentro Brittany e il ragazzo sulla sedia a rotelle che si baciavano! -Scusate, ho sbagliato, credevo ci fosse qualcun'altro!- richiusi la porta e andai in giro per la scuola, ad un tratto la vidi, si stava mettendo la divisa dei Cheerios nel bagno delle ragazze, entrai in silenzio nel bagno accanto al suo e dopo essere salito sul gabinetto la spiai, questa volta non si accorse di me, uscì dal bagno e se ne andò, io tornai alla mia lezione di atletica, e dopo un po' la rividi, stava ridendo con le sue amiche, mi incantai a guardarla, non mi ero mai reso conto di quanto fosse bella, cominciai a fantasticare, poi ad un certo punto sentì un forte dolore sul viso e svenni. 
Quinn
Ero seduta, mi stavo riposando, avevo notato che Puck non la smetteva di guardare Santana, ad un certo punto però il mio ragazzo, Finn, calciò la palla che andò a finire dritta in faccia a Puck, intento a consumare con lo sguardo Santana, non potè fare a meno di ridere a crepapelle, fu una scena divertentissima, sopratutto perché lui dopo cadde svenuto. Se ci ripenso mi viene da ridere, vidi il mio ragazzo con una mano sulla bocca cercava di non ridere, Sam, il nuovo ragazzo invece rideva di gusto. Tutte le cheerios ridevano, solo Santana non sembrava essere divertita, mi cominciai a preoccupare, se si fossero fidanzati sicuramente poi lui le avrebbe spezzato il cuore, lei era la mia migliore amica, non potevo permetterglielo, era un idiota, non si meritava una ragazza del genere, sicuramente penserete che sono matta, ma non conoscete la vera Santana, quella dolce, molto insicura e divertente. Non potevo permetterlo, la vidi che preoccupata si avvicinava a lui.
Santana
Noah aveva avuto una pallonata in pieno volto, preoccupata mi avvicinai a lui, era svenuto. -Bocca da trota portami un bicchiere d'acqua ghiacciata!- Sam fece come gli dissi, presi il bicchiere e glielo versai in pieno volto, lui si svegliò di colpo e disse -Sono morto? Sono in paradiso? Sei un angelo, e allora perché hai la faccia di Satana? Volevo dire di Santana- e poi rise, semplicemente rise, come un idiota insieme ai suoi amici. Si alzò, lo guardai, sorrisi, mi avvicinai, gli misi le mani sulle spalle e gli diedi un calcio nei "gioielli" -Questo te lo manda Satana!- detto questo mi girai e tornai alla mia lezione di atletica.

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Capitolo 3
*** L'appuntamento segreto ***


Quinn
Il mio ragazzo mi annoiava, era diventato sempre più distaccato e stupido, quando eravamo a casa sua non faceva altro che giocare alla Play Station, quando era a casa mia mi faceva vedere dei film stupidi sulle macchine. Volevo lasciarlo, non potevo, lui era il ragazzo più popolare, anche se io ero la "regina" della scuola lui mi rendeva più popolare, dovevo trovare una soluzione, così mi recai da Santana e le chiesi aiuto. -San che posso fare?- lei non ci pensò un attimo -tradiscilo, se non sei felice, ma vuoi restare super popolare, tradiscilo, è l'unica soluzione" Feci come mi disse, mi recai al campo da football e cominciai a guardare tutti i giocatori, dopo un po' lo trovai, Sam Evans o come lo chiamava Santana "Bocca da trota". Lui era bello, con gli occhi chiari, biondo, il tipo dei miei sogni. Mi avvicinai al suo armadietto e gli chiesi di raggiungermi sotto le grandinate del campo da football. Lui si presentò all'appuntamento. -Come mai mi hai fatto venire qui?- mi chiese ed io risposi -Sai Sam tu mi piaci- mi avvicinai -Tu stai con Finn- mi ricordò. -Lo so, ma non lo voglio più, ci sto insieme solo per la popolarità, a me piaci Sam!- lui mi sorrise -Anche tu mi piaci- Mi afferrò dai fianchi e mi baciò. Dopo un po' mi staccai -Sai che non dovrai dire a nessuno di noi vero?- lui annuì -Non preoccuparti!-
Puck
Mi ero comportato da stronzo con Santana durante la lezione di atletica. Mi dispiaceva. La vidi, stava camminando per i corridoi, ogni tanto si fermava, insultava qualcuno e continuava a camminare. La afferrai da dietro circondandole il bacino con il braccio e mettendole una mano sulla bocca per non farla gridare, la girai verso di me e tolsi la mano. -Noah sei impazzito? Mi hai fatto spaventare!- fece per andarsene. -Dove vai?- chiesi io. -Via!- la bloccai -Ti ho trascinato qui perché devo parlarti!- lei alzò un sopracciglio -Noah ti ho già detto che non farò sesso occasionale con te!- lui mi guardò -Non è per questo che ti ho chiamato, comunque se ti interessa...- lei mi ammonì subito -Noah!- alzai le mani in segno di arresa -Va bene va bene, comunque ascolta bene quello che devo dirti perché non lo ripeterò una seconda volta!- lei incrociò le braccia al petto -Sentiamo!- sospirai -Santana i-io ti chiedo scusa per come ti ho trattata- dissi velocemente e tutto d'un fiato. Lei era sorpresa e sorrise soddisfatta -Dio mi sarei dovuta portare un registratore, che momento memorabile, Noah Puckerman mi ha chiesto scusa!- la guardai -Non lo dirai a nessuno vero?- lei rise -No certo che no!- io le dissi -Ma lo sai che sei una stronza!- mi rispose a tono -Lo so, me lo dicono tutti!- Cominciai ad innervosirmi -Sei solo una presuntuosa!- si innervosì anche lei -E tu solo un idiota!- io continuai -Credi che tutto il mondo giri intorno a te, sei egocentrica!- diventò rossa in viso -Tu sei un cretino senza cervello- io ribattè -sei cattiva e spregevole!- Si avvicinò a me -Sei stupido e ignorante!- Mi avvicinai, le circondai i fianchi con un braccio -Sei bellissima!- sempre con lo stesso tono e lei mi rispose allo stesso modo -Sei bellissimo anche tu!- la baciai immediatamente e fui sorpreso perché lei ricambiò.
Santana
Ci stavamo insultando e due minuti dopo eravamo appiccicati, ci stavamo baciando, non me lo aspettavo, è stato bellissimo. Mi disse che ero bellissima, anche lui lo era era tremendamente irresistibile con quella sua aria da duro e quelle braccia forti che mi tenevano ben stretta a lui. E le sue labbra, quelle bellissime labbra che sapevano di hamburger, tipico nei ragazzi, ma avevano qualcosa di irresistibile, non riuscivo a staccarmi, eravamo come due calamite, c'era una forza d'attrazione pazzesca, avete presente quando nei film le stupide protagoniste dicono di sentire le "farfalle nello stomaco"? Beh io in quel momento le sentivo, ma più che farfalle mi sembravano api impazzite. Avrei voluto che quel momento non finisse mai. Ero cosciente del fatto che Puck fosse uno stronzo, ma in quel momento non mi interessava, lo desideravo, lo sentivo mio, in quel momento non ero cosciente, credevo di sognare. Voi penserete "Può mai un ragazzo provocare una cosa del genere?" Beh Noah Puckerman ci riusciva. Ci staccammo dopo un bel po. Ci guardammo, nessuno dei due disse niente. C'era imbarazzo. -Ehm...io-io dovrei- indicai la porta. Lui disse -Oh si certo, anche io...- ci fiondammo tutti e due sulla maniglia e le nostre mani si sovrapposero. -Prima tu- dissi io togliendo la mano -no prima tu- mi sorrise, lo guardai, mi guardò e mi ribaciò. Sentimmo dei passi, qualcuno stava venendo verso di noi, lui mi afferrò e mi trascinò dietro un attaccapanni pieno di giubbotti, eravamo solo io, lui e una montagna di giubbotti, cosa potevamo fare? Riprendemmo a baciarci. Sentimmo delle risate, mi affacciai e sbarrai gli occhi, c'era Quinn e stava baciando un ragazzo, non era Finn, era Sam bocca da trota. Puck sbirciò dall'altro lato, Finn era il suo migliore amico, sicuramente glielo avrebbe detto. -Non lo dirai a Finn vero?- lui non sapeva che dire, allora presi in mano la situazione, tornai la stronza di sempre -Se dici di loro dico delle tue scuse e dico anche dei nostri baci, così tutte le tue spasimanti si "volatilizzeranno"!- lui mi guardò -Credi davvero che non mi vorranno più per via di un paio di baci?- lo guardai alzando un sopracciglio -Sai chi sono io?- lui mi sorride -Una ragazza molto sexy?- mi guardò -Oltre a questo, io sono Santana Lopez, tutte hanno paura di me e se sanno che mi interessi non ti si avvicineranno neanche!- ci pensò -ok non dico niente a nessuno- io soddisfatta aggiunsi -bravo, così si fa!- Noi stavamo "flirtando" e non ci eravamo accorti di essere stati scoperti fino a quando Quinn tossì, alzai lo sguardo e mi ritrovai lei e Sam davanti che ci guardavano. -Che diavolo ci fai qui con lui Santana?- mi chiese la mia amica -Ehm...noi-noi...- guardai Puck in cerca di aiuto, ma Quinn non era una stupida -Noi stavamo cercando...il ciondolo di Santana- io annuì -si il mio ciondolo- dicemmo insieme -che è caduto qui- ci guardammo e sorridemmo, poi ci ricordammo che c'erano gli altri e ci ricomponemmo. -Voi pensate di fregarmi?- disse Quinn. -No!- dissi io spaventata, non so come ma lei mi incuteva terrore quando mi faceva quello sguardo, il sopracciglio alzato e le labbra rivolte leggermente verso il basso. -Vi dico io cosa stavate facendo, voi vi stavate baciando, poi ci avete sentiti arrivare e vi siete nascosti- non sono mai riuscita a capire come facesse ad indovinare. -Ma tu chi sei? Una strega?- disse Puck. -San, lo dico per te, non metterti con lui, non parlargli, se puoi non guardarlo, ti farà solo del male!- Puck si innervosì -Io non le farò del male, anche perché non stiamo insieme e poi stai parlando tu che te la fai con questo di nascosto, pensa al tuo ragazzo, vatti a imboscare con lui!- Quinn si innervosì -Non sono affari tuoi!- Puck ribatté -E questi non sono i tuoi, ciò che c'è o ci sarà tra me e lei non ti riguarda!- Non ci capivo più niente. -E invece mi riguarda, lei è la mia migliore amica!- sorrisi sentendo quelle parole -Io sono il miglior amico del tuo ragazzo, credi che non mi riguardi ora?- Quinn rimase in silenzio -Non lo dirò solo perché me lo ha chiesto lei!- Puck mi indicò. -Ti dico un ultima cosa, non voglio vederti con la mia amica, non voglio neanche che la guardi! Intesi?- Puck sorrise -Tu non hai capito niente, io faccio quello che voglio!- mi prese e mi baciò, io mi staccai subito anche se controvoglia, lui mi guardò confuso, scosse la testa -Sei solo una stronza Santana, ed io che...non importa!- dopo aver detto questo uscì dalla stanza.

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Capitolo 4
*** La rottura ***


Sam
Ero nello stanzino del bidello e stavo aspettando Quinn, avevo bisogno di parlare con lei, non volevo più continuare ad essere il suo "amante", nel corso dei due mesi in cui ci eravamo frequentati di nascosto io mi ero affezionato a lei e vederla con Finn mi faceva male. La vidi arrivare, mi sorrise, non ricambiai. -Dobbiamo parlare- le dissi e il suo meraviglioso sorriso scomparve. -Di cosa?- mi chiese, ma sapeva benissimo di cosa volevo parlarle. -Quinn, io ci tengo tanto a te, non ce la faccio a vederti baciare quel coso, io non voglio che baci qualcuno che non sia io, sono stanco di dover nascondere i miei sentimenti per te. Non voglio più continuare questa storia, scegli o me o Finn!- le si crearono le lacrime agli occhi, abbassò lo sguardo e non rispose. -Bene, come pensavo!- dopo aver detto questo me ne andai lasciandola lì in lacrime.
Quinn
Non ci potevo credere, mi aveva mollato lì, cominciai a sentirmi poco bene, mi aveva lasciato, ci tenevo a lui, vidi tutto nero e poi non vidi più niente. Mi risvegliai in infermeria, con me c'erano Santana, Brittany e Finn, sorrisi, non avevo nulla di cui sorridere, c'era la mia migliore amica, Santana, la ragazza più simpatica e ingenua del mondo, Brittany e il mio ragazzo, non volevo lui, volevo che al suo posto ci fosse Sam. Nelle settimane successive provavo a non pensare al mio ex "amante", ma ogni volta che lo vedevo avevo voglia di baciarlo. Un giorno non ce la feci più, andai da Finn e lo lasciai, non poteva continuare la cosa fra noi, mi recai immediatamente da Sam, ma lui era impegnato, stava baciando una ragazza nel laboratorio di scienze. Andai via in lacrime. 
Santana
L'ora di spagnolo era stata terribile, Schuester non si poteva guardare, sembrava che l'avesse vestito la costumista di un circo, solo a pensarci mi vengono i brividi. Vado al mio armadietto, lo apro, mi guardo intorno, da due mesi Puck non mi calcola minimamente, prima lo trovavo dappertutto e devo essere sincera mi manca essere infastidita da lui. Ma che dico mi mancano le sue labbra! Da quel giorno lo avevo visto con ragazze diverse ogni giorno. Lo vidi passare, mi fulminò con lo sguardo, mi sentì morire ma non potevo farlo vedere agli altri così dissi -Nervosetto stamattina Puckerman?- lui si fermò, tornò indietro, mi guardò -Capito bene Lopez, sono nervoso, tieni i tuoi schifosi commenti e insulti per te, vipera!- quello che disse mi ferì profondamente, ero abituata a sentirmi chiamare così, ma sentirlo da lui mi lacerò profondamente, fu come se una macchina mi avesse travolto e mi fosse passata e ripassata sopra un miliardo di volte. -Che ti è successo? Per caso ieri la tua amichetta non te l'ha data?- Si era innervosito -Non ti stanchi mai tu? Sai cosa sei? Sei solo una stronzetta presuntuosa,  ti sei fatta mezza scuola e sei ancora single, ti sei chiesta perché? Beh te lo dico io, non ti vuole nessuno, ti usano soltanto, non concluderai mai niente nella vita, al massimo finirai a lavorare in uno strip club!- Dopo quella cosa sentì le lacrime bagnarmi il viso, aveva esagerato, corsi in bagno e mi sfogai piangendo, poi mi accorsi che oltre a me c'era qualcun'altro che piangeva, uscì dal bagno, bussai alla porta accanto e mi aprì Quinn, l'abbracciai e continuammo a piangere insieme.

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Capitolo 5
*** Confusione ***


Puck
Ero davvero incazzato con Santana, non volevo offenderla in quel modo, di solito dopo aver insultato qualcuno non mi sentivo male, ma dopo aver offeso lei mi sentì un vero schifo, non volevo ammetterlo ma lei mi piaceva e forse non era solo una semplice cotta, non mi era mai successo ed ero spaventato, ecco perché ebbi quella reazione, ma vederla in lacrime mi spezzò il cuore, solo in quel momento capì, quella ragazza perfida, malefica e bellissima mi aveva fatto innamorare. Fino a quel momento non volevo ammetterlo, andavo con una ragazza di versa quasi ogni sera perché volevo auto convincermi di non essere innamorato di lei, ma ogni ragazza era un ulteriore conferma di ciò che provavo per Santana, era lei, la ragazza per me era lei, non volevo nessun'altra, non vedevo nessun'altra per me c'era solo lei e l'avevo ferita, dovevo rimediare, così corsi fuori da scuola, presi di nascosto le chiavi della macchina di Finn, andai ad un fioraio e le presi un mazzo di fiori, tornai a scuola, aprì il suo armadietto e ci misi dentro i fiori con un biglietto, aspettai che andasse a prenderli, ma lei non arrivò, tornai a casa e il giorno dopo tornai al suo armadietto, li aveva gettati, poi la vidi, era a braccetto con un ragazzo, era Finn, il mio migliore amico Finn. Me ne andai in classe e aspettai con ansia gli allenamenti di football per poter parlare con lui. Entrai nello spogliatoio. Erano tutti radunati intorno a Finn. -Che succede ragazzi?- chiesi curioso. -Finn sta con Santana!- mi rispose Mike. -Puck, quella ragazza è una bomba!- disse Finn con un sorriso. Io gli sorrisi, era un sorriso forzato, volevo spaccargli la faccia. -Siete già stati a letto insieme?- chiese Sam e fece un sorriso malizioso. Finn ricambiò con lo stesso sorriso. Volevo andare via ma non potevo. -Si!- rispose il mio migliore amico. -E come è stato?- chiese Mike. Mi scaldai. -Ma che te ne frega scusa?!- Tutti mi guardarono male. -C'è, lui è fidanzato, dovrebbe pensare a com'è la sua di ragazza!- cercai di giustificarmi io. -Comunque- continuò Finn -è stato fantastico, lei è così sexy...- non ce la feci più, andai via, Finn mi seguì preoccupato. -Ehi amico che ti succede?- evidentemente preoccupato. -Ti da fastidio che io stia con Santana?- io annuì e lui continuò. -Perché non mi hai detto che te la volevi fare? Te l'avrei lasciata!- 
Santana
Mi trovavo nello spogliatoio delle ragazze, difronte a quello dei ragazzi e sentì Puck e Finn parlare, Finn disse -Perché non mi hai detto che te la volevi fare? Te l'avrei lasciata!- cominciai ad innervosirmi ma poi sentì la risposta di Noah e ne rimasi stupita. -Finn non capisci, non me la voglio fare!- disse lui. -E allora cosa vuoi?- continuò Finn. -Io, io credo di amarla!- rispose Noah. Io rimasi scioccata, lui era innamorato di me, ma allora perché aveva detto quelle cose? -Sei innamorato di lei, di Santana?- Finn lo guardò a bocca aperta e continuò -Dimmi che scherzi, è una stronza!- Noah lo prese dalla maglia -No invece! Non permetterti mai più!- mi commossi. -Puck l'hai detto tu, lei potrà al massimo finire a lavorare in uno strip club!- Giurai che avrei ucciso Finn -Non mi interessa! E poi se la disprezzi così tanto perché ci stai insieme?- chiese Noah, ero curiosa della risposta, ma un po' la immaginavo. -Perché ero vergine e sapevo che con lei sicuramente avrei perso la mia verginità!- Noah gli lasciò la maglia e andò via. Io uscì dallo spogliatoio, diedi un calcio negli "usignoli" a Finn, gli sputai in faccia e andai a cercare Puck. 
Quinn
Ero appena entrata nell'aula di canto e aspettavo che si riempisse, la prima ad entrare fu come al solito Rachel, ma quel giorno era felice, troppo felice. Subito dopo entrò Sam, mi guardò e distolsi lo sguardo. Per fortuna entrarono Brittany e il suo nuovo ragazzo Artie, passai i minuti che precedevano l'inizio della lezione ridendo e scherzando con loro due. Vidi Puckerman entrare, era strano, turbato, arrabbiato subito dopo entrò Finn e gli parlò, non ascoltavo quel che si dicevano, non ci riuscivo. Poi entrò Santana di corsa e dopo averci salutati (me Artie e Brittany) andò anche lei da Puck.

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Capitolo 6
*** Scuse e chiarimenti ***


Santana
Mi diressi da Puck dopo aver salutato i miei amici. C'era Finn vicino a lui. Lo guardai e gli dissi -Finn ti conviene sparire se vuoi avere figli quando sarai più grande!- lui si toccò le parti intime e andò via. -Io e te dobbiamo parlare!- gli presi le mani, lui mi guardò -Si, hai ragione, andiamo da qualche altra parte!- Io annuì, mentre uscivo notai che Rachel aveva la sua faccia da troietta e Sam aveva lo stesso atteggiamento di quando si vedeva di nascosto con Quinn, la cosa mi puzzava, ma al momento non era la mia priorità. Mentre uscivamo incrociammo il prof. Schuester che ci chiese -Ragazzi dove andate?- ma noi lo ignorammo e andammo sugli spalti del campo da football. -Santana io ti devo delle scuse, sono stato un idiota, ero arrabbiato e confuso, per questo ti ho detto quelle cose, non le penso davvero, credimi!- gli presi le mani -Ti devo chiedere una cosa- lo guardai negli occhi, e che occhi! -Dimmi- disse lui un po' preoccupato. -Davvero mi ami?- lui si alzò di scatto -Chi te lo ha detto?- cominciò ad innervosirsi -Giuro che io Finn lo uccido!- diceva mentre stringeva i pugni. Mi alzai anche io, gli presi il viso fra le mani -Finn non centra niente, io ero nello spogliatoio delle ragazze e ho sentito tutto, allora è vero?- lui annuì e abbassò lo sguardo, in quel momento ero la ragazza più felice del mondo, solo in quel momento mi resi conto di quanto lo amassi. Non persi tempo, gli alzai il viso e lo baciai con tutta la dolcezza che avevo, lui mi strinse a se abbracciandomi e intensificò il bacio. C'eravamo solo io, lui, il nostro amore e...e la Sylvester. -Che diavolo succede quì?- ci staccammo, era arrabbiata -Lopez e Puckerman nel mio ufficio, adesso!- ci guardammo e sorridemmo, poi lui mi prese la mano e disse alla coach Sue -Andiamo!- guardai le nostre mani intrecciate e non poté far a meno di sorridere, entrammo nell'ufficio del preside, c'era anche il prof. Schuester. -Allora ricapitoliamo avete saltato l'ora di canto per andare a sbaciucchiarvi sugli spalti del campo da football?- la Sylvester subito disse -Proprio così signor preside!- il preside ci guardò -Se lo fate un'altra volta prenderò provvedimenti! Potete andare!- sinceramente pesavo ci mettesse almeno in punizione, invece non lo fece, meglio così. Uscimmo dalla presidenza con Schuester e andammo in classe, mano nella mano con un sorriso da deficienti stampato sulla faccia, ma che ci volete fare, eravamo innamorati. 
Quinn 
Schuester tornò con Puck e Santana che si tenevano per mano e sorridevano, sembravano degli ebeti. Gli osservai, si sedettero vicini e si scambiavano timidi sorrisini. Aspettai la fine dell'ora e chiamai le Cheerios per una riunione straordinaria. Brittany era seduta alla mia sinistra, era il mio braccio sinistro, Santana, il mio braccio destro non c'era, non era, era in ritardo, entrò dopo dieci minuti, l'accompagnò Puck, si baciarono, lei venne verso di noi, poi si girò, vide che era ancora lì, gli diede un altro bacio e solo allora se ne andò. -Ragazze scoprite con chi se la fa Sam Evans!- dissi alle mie discepole che subito si mobilitarono. -Io lo so con chi è fidanzato Sam!- disse Brittany -Con chi?- chiesi io. -Con una tipa che si chiama "Grace sorella", chi darebbe mai un nome così a una ragazza?- Santana si mise una mano in fronte -Brittany che stai dicendo?!- disse Sant. -è vero ragazze, ho visto il nome sul display del cellulare, lui ha risposto e alla fine ha detto "mi manchi anche tu, ti voglio bene" e poi ha attaccato!- Santana le diede degli orsetti gommosi e Brittany smise di blaterare. -Quinn forse so con chi se la fa Sam!- La guardai in attesa di una risposta -Secondo me se la fa con la nasona, oggi aveva il suo sorriso da troietta e Sam si comportava proprio come quando stavate insieme di nascosto!- ci pensai -Santana hai ragione, oggi Rachel era fin troppo felice...beh...è arrivata l'ora che la nasona si faccia da parte!- conclusi.

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Capitolo 7
*** Attenzione Rachel ***


Santana
Puck non mi aveva ancora chiesto ufficialmente di essere la sua ragazza, aspettavo con ansia la sua proposta. Stavo camminando per il corridoio e lo vidi, stava parlando con quella schifosa di Rachel, mi innervosì e mi avvicinai. 

-Ciao!- sorrisi a Puck, mi girai verso di lei. -Nasona!- la guardai per un po'. -Oddio di chi è quel maglione, di tua nonna? Aggiornati siamo nel ventunesimo secolo!- le sbuffò. -Ne riparliamo dopo Noah!- disse la nasona prima di andarsene. Mi voltai verso il mio amore con il sopracciglio inarcato. -Cosa vuole da te la nasona?- lui mi sorrise -Non sarai mica gelosa!- sorrisi istericamente. -Gelosa? Io?- mi indicai, lui sorrise. -Amore lo sai che ti amo!- dopo aver sentito quelle parole mi sciolsi come un ghiacciolo al sole. -Come mi hai chiamata?- mi guardò negli occhi. -Ti ho chiamata amore!- sorrisi e lo baciai. -Oh non te l'ho chiesto formalmente, credevo fosse scontato ma...Santana, vuoi essere la mia ragazza?- non ci pensai una volta. -Si!- lo baciai. -Si!- lo ribaciai. -E ancora si!-
Quinn
Cercavo un modo per farla pagare alla nasona, avevo appena avuto la conferma che era lei la ragazza che se la faceva con Sam, il mio Sam. Chiamai Santana per una consultazione veloce. -Che facciamo?- le chiesi. -Quello che facciamo sempre!- mi rispose -E cioè?- sorrise malvagiamente -Mettiamole paura, intimoriamola, oggi quella stronza stava parlando con il mio ragazzo!- la guardai -Santana Puck non è affidabile come ragazzo lo sai vero?- lei annuì -Lo so ma lo amo, e lui ha detto di amarmi!- l'abbracciai -Andiamo adesso!- mi staccai e ci recammo da Rachel. 
 

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Capitolo 8
*** Game Over Rachel ***


Quinn
Io e Santana ci recammo da Rachel. -Dove stai andando?- le chiesi io con un sorriso malvagio. -In aula canto!- mi rispose lei impaurita. -Risposta sbagliata!- aggiunse Santana scuotendo la tasta. -Vi prego ragazze, non ho fatto niente di male- disse lei spaventata. -Rispondi alle mie domande e te ne andrai presto!- la trascinammo nel bagno dove continuai. -Te la fai con Sam Evans!- mi guardò -Io...no!- alzai un sopracciglio. -Credi di saper mentire? E soprattutto credi di saper mentire a me?- la nasona indietreggiò facendo di no con la testa e andando a finire con le spalle al muro. -Ma guardala, mi fa pena!- aggiunse Santana. -Basta con i giochetti! Dimmi la verità!- misi un braccio sul muro in modo che lei non potesse scappare. -Ok, ok è vero, mi vedo con Sam, ma ti prego lasciami andare!- urlò spaventata. -Bene, quando uscirai di qui, andrai da lui e gli dirai che è finita!- le comandai io. -Ora posso andare?- mi chiese. -No, non ancora!- disse Santana. -Di cosa stavi parlando con il mio ragazzo nel corridoio?- lei le sorrise. -Mi aveva chiesto un consiglio!- Santana le si avvicinò -Per cosa?- la ragazza sembrò avere di nuovo paura. -Per un regalo!- la mia migliore amica s'innervosì -Per chi un regalo?- chiese evidentemente nervosa. -Per te, per te!- dopo aver sentito quella risposta sorrise e fece cenno a Rachel di andarsene, quest'ultima colse il segno e andò via subito. 

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Capitolo 9
*** Finalmente Febrevans ***


Quinn
Rachel era fuori gioco, ormai niente poteva distrarmi dal mio obiettivo, Sam, mi recai al campo da football dove ero sicurissima di trovarlo, ma non fu così, c'erano tutti ma lui no, così chiami Noah per chiedergli aiuto. -Noah vieni qui un attimo!- il ragazzo mi si avvicinò. -Se sei venuta qui per dirmi di lasciare stare Santana, è tempo perso, lei mi ha rubato il cuore, la amo!- sorrisi. -No, non sono qui per questo, ma sta pur certo che se la ferisci, io sarò costretta ad ucciderti!- il ragazzo deglutì e mi guardò. -Cosa vuoi allora da me?- sorrisi. -Dov'è Sam Evans?- ci pensò un po' -Mi pare che sia nell'aula di scienze, ma non ne sono sicuro!- gli porsi la mano. -Grazie per il tuo aiuto!- mi strinse la mano incerto, mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai. -Posso ucciderti a mani nude in sette modi diversi, fa attenzione a ciò che fai!- detto questo mi voltai e mi recai nell'aula di scienze, lui era li, bello come non mai, era di spalle, aveva tra le mani qualcosa, mi avvicinai a lui e lo guardai, lui mi guardò, non una parola uscì dalla nostra bocca, avevamo già capito, lui mi sorrise, non vedevo quel sorriso da tempo ormai, gli sorrisi, mi baciò, mi erano mancati i suoi baci, le sue enormi labbra che adoravo, mi era mancato lui. Lo abbracciai e respirai il suo odore,le sue mani sulla mia schiena mi davano un senso di sicurezza. Dopo un po' lui mi prese una mano e guardandomi negli occhi mi chiese. -Quinn vuoi essere ufficialmente la mia ragazza?- io sorrisi e dissi. -Mh...non lo so, ci devo pensare...ma che dico, certo che voglio!- lo abbracciai. 
Santana
Io e Noah stavamo insieme già da un po', ogni giorno eravamo sempre più innamorati, lui era il mio principe, non ero mai stata con un ragazzo così tanto, lui era diverso dagli altri, mi faceva stare bene, mi faceva sentire unica, soprattutto mi amava, gli altri mi usavano, lui invece no, mi aveva detto che sarebbe andato contro tutti e tutto per me, mi avrebbe difesa da chiunque, quando le ragazze a scuola gli si avvicinavano, il mio istinto omicida cominciava a farsi sentire, di solito andavo lì e dopo avermi visto la ragazza scappava impaurita, ma quel giorno quella stronza non ne voleva sapere. Stavo andando da Puck dopo l'allenamento, avevamo un appuntamento al suo armadietto. La vidi dall'inizio del corridoio, era appoggiata all'armadietto accanto e faceva la stupida, lui non la calcolava più di tanto, mi innervosì. Andai lì e la squadrai da testa a piedi. -Se non l'hai capito devi sparire!- dissi. Quella mi guardò. -E tu chi sei per darmi ordini? Se voglio flirtare con questo ragazzo lo faccio! Chiaro?- Sentì la rabbia crescermi dentro, quella stronza ci stava provando con il mio ragazzo. -Ascoltami bene, lurida, mal vestita, bruttissima, poveraccia che non sei altro, non ti conosco, non so chi sei, ma so che ora te ne andrai di qui molto in fretta e ti avverto che se ti avvicini un'altra volta al mio ragazzo ti picchio!- ma quella non si spostò minimamente, anzi baciò il mio ragazzo, che subito se la staccò di dosso e le disse -Ma sei impazzita?- non ci capì più niente, lei quella cosa aveva osato sfidarmi e baciare il mio ragazzo, ci rendiamo conto, non il ragazzo di qualcun'altra, il mio, la presi dalla maglia e la scaraventai contro l'armadietto, lei mi spinse, le tirai i capelli, lei li tirò a me. Le diedi un pugno in pieno volto, e tenendola dai capelli la scaraventai a terra. Una cheerios che aveva assistito alla scena disse subito dopo la mia mossa. -Non si tocca il ragazzo di Santana Lopez!- un'altra aggiunse -Mai sfidare Santana Lopez!- io sorrisi a tutte e due, poi mi chinai verso la ragazza che ancora per terra si tamponava il naso sanguinante con la mano e le dissi. -è così che facciamo le cose a Lima Heights!- mi sistemai la coda e tornai dal mio ragazzo che mi guardava a bocca aperta. -Amore mio quanto ti amo!- mi disse con un sorriso enorme. Lo baciai -Ti amo anche io!-

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Capitolo 10
*** Troppo bello per essere vero ***


Santana
Era passato quasi un anno, le cose sembravano andare bene, a parte qualche lite, ma si sa, nelle coppie è normale. Un giorno mentre ero a pranzo in mensa lo vidi, stava sbavando dietro alla nuova ragazza. Mi alzai, gli andai incontro. -Che diavolo stai facendo?- lui mi guardò. -Niente!- sospirai, promettendomi di mantenere la calma. -Stai calma Santana, calma!- lo guardai. -Ti ho visto, le stavi guardando il culo, l'unico culo che devi guardare è il mio ok?- lui mi guardava con la faccia da ebete, non riuscì più a trattenermi, cominciai a dirgli una marea di cose, mentre lui continuava a fissarmi con l'espressione di chi non capisce e la bocca aperta. -Ma almeno hai capito una parola di quello che ti ho detto?- lui annuì. Mi misi una mano in fronte e me ne andai, sperando che lui mi seguisse, ma non lo fece.
Puck
Dopo aver litigato di nuovo con Santana mi recai nello spogliatoio dei ragazzi, avevo una partita d'allenamento subito dopo pranzo, per questo non avevo toccato cibo. Mi stavo cambiando quando sentì i miei amici organizzare di andare in discoteca tutti insieme, non mi dissero niente, per l'ennesima volta non fui invitato, chiesi spiegazioni a Finn il quale si giustificò dicendomi -Sei fidanzato, sappiamo che non puoi, Santana è una ragazza molto gelosa, non te lo permetterà mai, e poi da quando stai con lei passi molto meno tempo con noi!- in quel momento mi resi conto che Finn aveva ragione, da quando ero fidanzato non avevo più tempo per i miei amici e per me stesso. Quella notte non riuscì a dormire, dovevo prendere una decisione, AMORE o AMICIZIA? Altro che essere o non essere, amore o amicizia, è questo il dilemma! Passarono i giorni, la gelosia di Santana stava diventando sempre più fastidiosa, non ce la facevo più. Presi una decisione, una decisione che mi avrebbe fatto male, ma che in quel momento sentivo di dover prendere. L'indomani a scuola la presi in disparte e le dissi che le dovevo parlare. -Santana io ti amo questo lo sai vero?- lei mi sorrise. -Si, lo so, anche se ultimamente non me lo dimostri!- io la guardai serio. -Che succede Noah?- mi chiese. -Santana, ti voglio lasciare!- i suoi occhi in un primo momento diventarono lucidi, successivamente si riempirono di lacrime, le cominciarono a scendere le lacrime, e ogni volta che una scivolava sul suo viso era come se una spada mi trafiggesse il petto, mi sarei aspettato un mega ceffone, invece, si limitò a dire -Mi hai preso in giro, ed io stupida che credevo che mi amassi davvero. Sei solo un provinciale perdente, resterai per sempre un inutile fallito, ma mi avevano avvertito, era troppo bello per essere vero!- detto questo andò via, lasciandomi lì come un idiota. Andai al mio armadietto e la vidi, era con Quinn e questi era parecchio arrabbiata, mi guardò e mimò con le labbra -Tu sei un uomo morto!- dopo di che andò al centro del corridoio e disse -Ragazzi, Santana Lopez è di nuovo sul mercato, per questo dovete ringraziare il vostro generoso amico Noah Puckerman!- vidi una marea di ragazzi piombarle intorno e una marea di ragazze intorno a me. In quel momento avrei potuto avere chiunque, ma chiunque non era lei, ormai avevo fatto la mia scelta, avevo scelto gli amici.

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Capitolo 11
*** Appuntamento col mio amore...e non solo ***


Sam
Avevo appuntamento con Quinn, ma era in ritardo, mi cominciai ad insospettire, lei è così bella, pensai che sicuramente aveva trovato qualcuno più bello di me, l'attesa stava diventando estenuante, ma poi lei arrivò. -Scusami per il ritardo, dovevo consolare Santana!- le sorrisi, ormai era una settimana che si erano lasciati e Santana ci stava ancora male, a scuola non lo faceva vedere, ma in realtà sta malissimo. -Amore non preoccuparti e poi sai come la penso, lei ha bisogno di distrarsi, la potevi portare con noi, fai ancora in tempo, chiamala, dovrebbe aver finito anche lei!- lei mi guardò un po' insicura. -Ne sei certo?- io annuì sorridente. -Avrei voluto passare del tempo sola con te...ora vado a chiamarla!- detto questo ci baciammo e poi lei andò via.

La aspettai fuori scuola, appoggiato alla mia macchina. La vidi uscire con Santana sotto braccio, cercava di tirarle su il morale, ma la ragazza ogni volta forzava i minuscoli sorrisi che le regalava, con lei non ero mai andato d'accordo anzi mi usava come cavia per i suoi insulti, adesso non ne era in vena e sinceramente questo mi faceva rimanere un po' più tranquillo. -Ehi Santana!- la salutai io con un sorriso enorme. -Ciao!- si limitò a dire, il sospirai e baciai Quinn. -Amore dove ci porti?- mi disse lei. -Io pensavo di portarvi al Luna Park, per divertirci un po'!- non l'avessi mai detto! Santana scoppiò a piangere, quando le chiedemmo che cosa le fosse successo lei disse -Niente, niente, sto bene, e solo che Noah mi ha portato lì al nostro primo appuntamento!- io e Quinn ci guardammo. -Sapete cosa vi dico, vi porto in discoteca!- la mia ragazza mi guardò male. -Sai quante ragazze ci sono in discoteca?- sorrisi -Gelosa?- mi guardò. -Secondo te?- mi disse. -Non devi esserlo, io ho occhi solo per te, ti amo, al massimo io devo preoccuparmi...- conclusi, lei mi diede un tenero bacio. -Allora non hai capito che ti amo? Anche io ho occhi solo per te!- Santana tossì di proposito. -Oddio cuore scusa!- Quinn l'abbracciò. -Allora andiamo?- le ragazze annuirono.
Puck
Ero appena uscito da scuola e quella sera sarei andato in discoteca con i ragazzi, aspettai che arrivassero le undici di sera e poi uscì, entrai in macchina di Finn salutai i ragazzi e partimmo. 
Quinn
Io e Sam andammo a prendere Santana, la vidi uscire, aveva indosso un pantalone e una felpa. -Dove credi di andare vestita in quel modo?- le chiesi. -In discoteca?- mi chiese incerta. -Non se ne parla proprio!- continuai. -Vieni con me- mi voltai verso Sam. -Non ti dispiace aspettare un secondo vero?- fece di no con la testa. Andai con lei e la feci vestire in modo sexy costringendola a mantenere il sorriso fino alla fine della serata. Arrivammo in discoteca. La serata cominciò, io e Sam andammo in pista a scatenarci, mentre Santana rimase al tavolo a messaggiare con Brittany.
Santana
Non avevo voglia di ballare, così inviai un messaggio a Brittany, per passare il tempo. Ogni tanto alzavo gli occhi dal display e guardando Quinn e Sam mi rattristavo. Dopo un po' mi alzai e andai al bar, avevo bisogno di bere. -Cosa prendi bellezza?- mi chiese il cameriere. -Una vodka lemon!- risposi, il ragazzo accanto a me disse -Due grazie- poi mi guardò e mi disse -Offro io!- gli sorrisi. -Piacere, Blaine, Blaine Anderson!- gli strinsi la mano. -Santana Lopez!- lui mi guardò intorno -Sei sola?- io feci di no con il capo. -Sono con la mia amica e il suo ragazzo!- gli indicai Quinn e Sam. -Come mai te ne stai sola soletta, non è prudente!- lo guardai, era serio, pensavo stesse scherzando. -Senti non mi va di parlarne, neanche ti conosco. Il cameriere ci portò l'ordinazione, ed io bevvi il mio drink tutto d'un fiato. Il ragazzo accanto a me sorrise. Ricambiai il sorriso, poi vidi entrare in sala Noah, era con tutti i suoi amici del football e il mio sorriso sparì, ordinai un altro drink, un altro ancora e poi un altro ancora. Blaine, mi chiese -Non credi di esagerare?- quella è l'ultima cosa che ricordai, dopo ero troppo ubriaca.
Puck
Ero appena arrivato con i miei amici e vidi Quinn e Sam ballare in pista, mi avvicinai a loro conoscendo gli eventuali rischi che avrei corso. -Ehi Sam, Quinn!- dissi. -Ehi Puck!- mi rispose Sam. -Schifoso!- disse Quinn -Aspetta, schifoso?- guardò Sam preoccupata. -Oddio dobbiamo trovarla!- disse il mio compagno di football. -Trovare chi?- chiesi io, ma nessuno rispose. Poi capì, vidi una ragazza che ballava sul cubo, evidentemente ubriaca, era di spalle, ma la riconobbi lo stesso, la conoscevo in ogni minimo dettaglio, era Santana. -Che diavolo fai, scendi!- le disse Quinn, ma lei fece di no con la testa, Sam se la caricò in spalla e la fece scendere. -Lasciami stare! Lasciami stare!- ripeteva lei, vidi un ragazzo avvicinarsi a loro. -Tutto ok?- chiese. -Ti sembra tutto ok?- chiese Quinn. -Santana, tesoro, guardami!- le alzò la testa l'amica, lei rise. -Ciao Blaine, sai che sei davvero attraente?- il ragazzo sorrise e io mi innervosì, lo conosceva. Sam la mise a terra e lei disse -Era ora, guarda che anche se sono ubriaca mi reggo in piedi!- traballò un po' poi riprese la stabilità e sembrò più lucida. -Quinn, mi sento meglio, voglio ballare con lui, sta tranquilla sto bene!- si staccò dal gruppo e si buttò tra la mischia con quel ragazzo che a me sembrava anche un po' finocchio, infatti quando lei tentò di baciarlo lui si scansò. -L'avevo capito, sei gay!- detto questo si allontanò da lui e un ragazzo le si avvicinò e cominciò a ballare molto vicina a lui, troppo vicina per i miei gusti, è vero, non stavamo più insieme, ma io l'amavo ancora e sopratutto ero geloso. Quel cretino si stava avvicinando, voleva baciarla, le mise una mano sul sedere. Non so che mi prese, andai lì, li staccai. -Che diavolo fai?- mi disse il ragazzo. -Che diavolo fai tu!- dissi io. -No, che diavolo fai tu!- disse lei. -Ti voleva baciare e aveva una mano sul tuo sedere!- contestai io. -E allora? Non sei più il mio ragazzo!- si indicò il sedere. -Questo non ti appartiene più!- poi si indicò le labbra. -E nemmeno queste, quindi io mi faccio baciare da chi voglio e mi faccio palpare da chi voglio!- mi innervosì, la bloccai per i polsi e la sbattei contro il muro. Mi guardò impaurita. -Smettila di fare così!- le dissi. -Io faccio come mi pare, non sei il mio ragazzo, ne mio fratello, ne mio padre, tanto meno mio amico, ciò che faccio non ti riguarda!- le lasciai i polsi e le misi le mani sulle spalle. -Lo so che non mi riguarda ma ti amo, tutto quello che faccio lo faccio per te, ti amo!- fece di no con la testa. -E quando mi hai lasciato? Di certo non l'hai fatto per me!- dopo aver detto questo se ne andò.
 

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Capitolo 12
*** Fermati Santana! ***


Quinn
Santana mi preoccupava, ogni sabato andava in discoteca e puntualmente venivo chiamata dal barista che mi avvisava che era sbronza. Ormai la conoscevano tutti, stava diventando alcol-dipendente, ne parlai con Brittany, ma non mi fu utile. Così chiesi a Sam e lui disse che dovevo parlarle, seguì il suo consiglio, trovai un momento in cui era sobria, e fidatevi non fu facile dato che era sbronza anche a scuola, per questo la Sylvester l'aveva cacciata dai Cheerios. -Santana devo parlarti!- dissi. -Dimmi!- mi disse. -Cosa ti sta succedendo?- chiesi. Lei fece finta di non capire. -Santana sai di che parlo, sei sempre ubriaca e quando non lo sei offendi e picchi tutti,ti sei fatta cacciare dai Cheerios, ti sei fatta sospendere tre volte già! che ti succede?- mi sorrise, era un finto sorriso, lo sapevo, la conoscevo. -Quinn mi fa piacere che ti preoccupi per me, ma davvero non ho niente!- mi rispose lei. -Faccio finta di crederci!- L'indomani andai a casa sua. -Signora Lopez c'è Santana?- la donna mi guardò stranita. -Santana? Io credevo fosse da te, mi aveva detto che sarebbe venuta a casa tua!- io feci finta di ricordare. -Che stupida, me ne sono dimenticata, Brittany la chiamata per un consiglio, sa deve uscire con un ragazzo stasera!- cercai di mentire, e la donna mi credette. -Ora devo proprio andare!- appena entrata in macchina la chiamai al telefono. -Pronto?- mi rispose una voce maschile, in sottofondo sentì una voce, era la sua. -Chi sei?- chiesi. -Tu chi sei?- mi chiese la voce. -Dai Matt dammi il telefono!- disse lei ridendo. -Pronto? Quinn sei tu?- mi chiese. -Certo che sono io, non dirmi che quello era Matt Rutheford!-
lei gemette. -Fermo, sono al telefono! Si, è lui, Quinn, amica mia, sono piuttosto impegnata al momento, possiamo sentirci dopo?- mi chiese Santana. -Amica sto arrivando a casa di Matt, ti conviene vestirti!- le dissi. Dopo dieci minuti ero lì, lei uscì mettendosi le scarpe, e traballando. Entrò in macchina sorridente. -Sei ubriaca!- le dissi. -No, non lo sono!- mi disse. -Sono le quattro del pomeriggio e sei ubriaca!- le sbuffò -Sei pallosa lo sai?- e aprì il tettuccio della macchina. Si alzò in piedi e cominciò a gridare. La tirai dal vestito e la feci sedere. -Santana smettila!- lei fece il saluto militare. -Agli ordini capitano!- rideva. Quella notte dormì a casa mia, volevo tenerla sotto controllo. Il giorno dopo era Sabato, quindi non dovevamo neanche andare a scuola. Si svegliò. -Mi fa male la testa!- mi disse massaggiandosela. -Ci credo, eri ubriaca fradicia, ha vomitato tutta la notte!- le dissi. -Grazie per avermi portato qui, sei un'amica!- mi abbracciò. -Santana ti prego smettila, rischi tanto!- lei si staccò dall'abbraccio e fece di no con il capo. -Non posso, mi dispiace, detto questo si chiuse in bagno e si cambiò. Uscì, mi diede un bacio sulla guancia e andò via. 
Puck
Ero in discoteca con i miei amici. Stavo ballando con una ragazza, eravamo molto vicini, poi lei fece la sua entrata. -Facciamo un'applauso a miss Lopez che ogni sabato è sempre più bella- disse il dj -Anche tu- mimò con le labbra la ragazza. -Troppo buona, questa è per te Santana!- e mise un pezzo bellissimo, lei si scatenò. -Guadate gente come si muove!- continuò il dj. Sorrisi guardandola. Poi ritornai a ballare con quella ragazza. A fine serata, prima di tornare a casa andai in bagno e sentì dei rumori provenire da quello delle ragazze, entrai e mi resi conto che qualcuno stava vomitando anche l'anima. Bussai alla porta. Nessuno rispose. Aprì con forza la porta e c'era Santana, stava vomitando, ricordo tutto di quel momento. Ricordo il suo vestito, era di pillettes. Ricordo i suoi capelli, che teneva con una mano, mi misi dietro di lei, le tenni la fronte alta con una mano e con l'altra le tenevo i capelli. non appena finì di vomitare, si girò, mi guardò. -Oh...sei tu!- mi disse. La presi in braccio stile sposa e tornai di là, dopo aver preso le sue cose mi recai all'uscita, il barista mi fermò. -Dove te la porti?- mi chiese. -La riporto a casa!- risposi. -Con lei non te ne vai da nessuna parte!- lo guardai male -Sono il suo ex ragazzo, non un maniaco!- dissi. -Non mi interessa, chiamo Quinn e viene lei a prenderla, non mi fido di te, non ti conosco!- sbuffai, chiedilo a lei allora. Il barista si avvicinò a lei, le accarezzò la guancia. -Santana, tesoro, conosci questo ragazzo?- le chiese il tipo. Lei annuì ridendo -Questo stronzo è la causa dei miei problemi!- rise, si avvicinò all'orecchio del barista e gli disse, troppo ad alta voce. -Io lo amo, però shh non dirglielo!- sorrisi. -Ti amo anche io cucciola!- le diedi un bacio fra i capelli e lei si appisolò sul mio petto, il barista mi lasciò andare solo dopo avermi chiesto nome e cognome. La portai a casa mia. Mia madre mi vide entrare con lei. -Noah che fai, ti porti a casa una ragazza con me e tua sorella dentro? E sopratutto ubriaca e svenuta?- la guadai. -Mamma, era ubriaca, non ho voluto portarla a casa sua!- mia madre annuì. -Ok, mettila in camera tua, dormirai in salotto, mi occuperò io di lei!- mi disse, io annuì e la portai in camera mia, la poggiai sul mio letto e dopo averla coperta e aver preso un cuscino e una coperta per me, andai di sotto e mi addormentai.

Santana
Mi svegliai, non ero a casa mia, neanche a casa di Quinn, ero in un'altra stanza. Uscì dalla camera, e una bambina mi si avvicinò. -Ciao!- mi disse, la guardai. -Ciao!- le sorrisi. -Quanto sei bella!- mi disse. -Grazie, tu invece sei bellissima!- le dissi, mi sorrise. -Vieni con me, andiamo a fare colazione!- senza sapere dov'ero scesi di sotto, una donna mi venne incontro. -Ciao, tu devi essere Santana!- mi sorrise. -Vieni, ho preparato la colazione!- mi fece accomodare. Ad un tratto la porta si aprì ed entrò lui, Noah, il mio amore. -Buongiorno!- sorrise. -Giorno!- dissi seria, poi mi alzai -Grazie per l'ospitalità signora Puckerman, devo andare!- mi alzai, andai verso la porta, l'aprì, lui mi bloccò il braccio. -Non te ne andare, rimani a fare colazione, ti prego!- mi disse. Feci di no con la testa, mi stava venendo da piangere. Sua sorella mi si avvicinò. -Santana perché stai andando via? Lo so che mio fratello è un idiota, lo sanno tutti, se lui ti è antipatico, lo facciamo mangiare nella sua stanza!- sorrisi, lo guardai, mi guardò. -Allora, resti?- la presa si allentò e la sua mano scivolò fino alla mia e me la strinse. Sorrisi e tornai a tavola.

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Capitolo 13
*** Una mamma ficcanaso ***


Puck Santana aveva deciso di rimanere per colazione. -Allora Santana, come mai ieri sera eri in quelle condizioni?- chiese mia madre. -Mamma sai come siamo noi giovani!- dissi io. -No, ti sbagli Noah, le ragazze si ubriacano solo se c'è un motivo preciso, lo so per esperienza, tesoro di me puoi fidarti!- continuò mia madre. -Allora, perché eri ubriaca ieri sera?- le chiese. -Cercavo di non pensare!- disse lei. -Se posso essere indiscreta, a chi cercavi di non pensare? Forse ad un ragazzo? Hai litigato con i tuoi?- continuò mia madre ficcanaso. -Per un ragazzo!- rispose lei abbassando la testa, lo stesso feci io. -Tesoro non ne vale la pena, sei una bellissima ragazza, quel ragazzo non ti merita, quanto vorrei che mio figlio trovasse una ragazza come te, bella, dolce, intelligente...- aggiunse mia madre, quel demonio di mia sorella aveva capito tutto, mi guardava e sorrideva. -Puoi venire un secondo con me?- dissi a mia sorella, lei sorrise e mi seguì. -Perché ridi?- le chiesi. -Sono piccola, non stupida!- rispose. -Ho capito ma perché ridi?- le richiesi. -Semplicemente perché sei un'idiota, ti sei fatto scappare una ragazza del genere!- mi rispose. -Lo so!- tornammo di là. -Oh è una cosa così bella!- disse mia madre. -Cos'è bello?- chiesi io. -Santana mi stava raccontando della prima volta che ha baciato il suo ex ragazzo, è stato mentre litigavano!- Sorrisi. -Che bella quella collana!- disse mia sorella indicando la collana a forma di cuore che avevo regalato alla mia amata subito dopo esserci fidanzati. -Già è molto bella!- disse lei. -è un suo regalo?- chiese mia madre. -Si, come lo sa?- le chiese Sant. -Perché hai una strana luce negli occhi, ne sei ancora innamorata, si capisce!- continuò mamma. -Perché vi siete lasciati?- chiese mia sorella. -Mi ha lasciato lui, il motivo non me lo ha detto.- rispose la mia ex. Mia madre la guardò con compassione. -Non ricambiava i miei sentimenti!- disse Santana alzando le spalle e sorridendo. -Non è vero!- dissi io arrabbiato. -Ah no? E allora perché?- chiese lei nervosa. -Perché sono un idiota!- risposi ormai rosso in viso. -Ok? Sono un idiota!- detto questo salì in camera. Lei mi seguì. -Noah posso almeno sapere perché mi hai lasciato?- mi chiese. -Già Noah perché l'hai lasciata?- disse mia madre sbucando da non so dove. -Mamma!- chiusi la porta. -Vuoi sapere perché?- le chiesi. Lei annuì. -La tua gelosia era diventata fastidiosa, i ragazzi della squadra non mi invitavano ad andare con loro in discoteca, non avevo più tempo per me!- cercai di giustificarmi. Le scese una lacrima, se l'asciugò in fretta. -Soltanto dopo mi sono reso conto dell'errore che ho fatto!- continuai, mi avvicinai a lei, le presi le mani. -Mi manchi!- le dissi. -Anche tu!- tolse le mani. -Ti prego perdonami!- dissi. -Ti prego perdonalo!- disse mia madre aprendo la porta. -Non lo so Noah, non lo so!- mi rispose. Mi misi in ginocchio -Ti amo Santana, ti amo tanto, ti prego torna con me!- lei mi fece alzare. -Ti prego torna con lui, tanto a noi non serve!- disse mia sorella. L'ospite sorrise. -Ok!- aggiunse. -Davvero?- chiesi incredulo e felice allo stesso tempo. Lei annuì, mi avvicinai e la baciai, tra gli applausi di mia madre e mia sorella. *** Salve a tutti, volevo chiedervi di recensire la storia, se avete qualche consiglio, qualche critica, io sono disponibile. Mi piacerebbe molto sapere cosa pensate di questa Fan Fiction. Xo Xo SuperF1997

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Capitolo 14
*** Ti ho mai detto che ti amo? ***


Quinn
Era lunedì, mi aspettavo di vedere Santana ubriaca, invece, non fu così. Lei arrivò, non era sola, era mano nella mano con Puck. Stavano di nuovo insieme? Aspettai che mi venissero incontro. -Buongiorno Quinn!- disse lei. -Buongiorno Sant!- guardai Puck. -Ciao!- mi disse. -Schifoso!- risposi, lui roteò gli occhi. -Tesoro non dirmi che ci sei ricascata!- dissi guardando le loro mani incrociate. -Ascolta Quinn, sono stato un idiota ma rimedierò, per lei cercherò di diventare tuo amico!- mi disse lui. -Non voglio essere tua amica!- continuai. -Quinn, cercate di andare d'accordo ti prego!- disse Santana. -Ok, ma se l'altra volta non ti ho fatto niente, la prossima ti prenderò a calci, che sia chiaro!- La mia amica sorrise. -Grazie!- mi diede un bacio sulla fronte. In quel momento arrivò Sam. -Ehi Bocca da Trota!- disse Sant. -Santana!- la rimproverai. -Scusa, scusa, è l'abitudine!- aggiunse. -Ehi amore!- lo bacia. -Ma che bel saluto!- disse il mio amore. -Ciao ragazzi!- salutò gli altri. 
Santana
Andammo in classe, al cambio dell'ora Noah venne da me. -Amore che ne dici scappare da scuola?- mi propose. -Ma amore se ci dovessero scoprire passeremo dei guai seri!- gli feci notare io. -Paura?- mi chiese con aria di sfida. -Mi stai sfidando?- gli chiesi. -Forse!- disse lui alzando le spalle e sorridendo. -Allora accetti?- mi chiese. -Accetto!- risposi, mi perse la mano e correndo uscimmo da scuola.
Sam
Finalmente le ore di scuola erano finite, adesso che Santana e Puck stavano di nuovo insieme, io potevo stare da solo con la mia Quinn. L'aspettai fuori scuola e la portai dal Bel Grissino. -è da tanto che non usciamo da soli!- le dissi. -Già, mi mancava passare del tempo con te!- mi sorrise lei. -Quinn stiamo insieme da un bel po', per questo voglio che tu abbia questo!- le dissi e le porsi una scatolina azzurra abbellita con un fiocco bianco. Lei mi guardò. Gli occhi le iniziarono a brillare appena lesse sulla scatola Tiffany & Co. Aprì la scatola e vide il ciondolo, era a forma di cuore e dietro ci avevo fatto incidere una frase. "Ti Amo: in queste due parole è racchiusa la mia vita!" -Amore è stupendo, ti amo!- mi disse con le lacrime agli occhi. Si alzò mi abbracciò, la feci sedere sulle mie gambe, la baciai. Dopo essersi staccata, lei mi porse il gioiello. -Me lo metti?- mi chiese. -Con piacere!- risposi. Lo sganciai, lei si prese i capelli fra le mani, dolcemente glielo misi intorno al collo e lo riagganciai. Le diedi un piccolo bacio sul collo. Lei mi guardò. Io la guardai. Pagammo, uscimmo dal ristorante e potete immaginare cosa successe dopo. 
Puck
Ero seduto per terra sulla spiaggia con Santana tra le braccia. Stavamo guardando le stelle. -Adoro il cielo stellato, stanotte è particolarmente bello. Non esiste cosa più bella!- disse lei. -Fidati, esiste!- dissi guardandola negli occhi. -Oh si hai ragione, il tramonto!- continuò. -No, tu, sei tu la cosa più bella che esista!- dissi io stringendola ancora di più fra le mie braccia. -Amore mi stai stritolando!- rise. -Scusa, ma adoro stringerti!- le dissi. -E io adoro quando lo fai, mi sento protetta tra le tue enormi braccia!- mi toccò i muscoli. -Mi attraggono tantissimo i tuoi muscoli!- mi disse. -A me di te attrae molto un'altra cosa!- le guardai il sedere. -Noah!- mi rimproverò. Risi. -Dai, lo sai che sto scherzando!- continuai io. -Cosa ti piace di me? Potresti avere tutte le ragazze della scuola ma hai scelto me, perché?- mi chiese. -Non si sceglie chi amare, ci si innamora e basta, poi tu sei bellissima, adoro i tuoi occhi e il modo in cui mi parli, ma sopratutto amo il tuo fantastico sorriso!- le risposi. Mi abbracciò. -E invece a te, oltre ai miei muscoli, cosa ti piace di me? Anche tu potresti avere chiunque!- le chiesi. -Chiunque non saresti tu! Di te mi piacciono le tue labbra, il modo in cui mi fai sentire quando siamo insieme, i tuoi capelli, il tuo sorriso, i tuoi occhi, mi piace tutto di te!- mi rispose. -Ti ho mai detto che ti amo?- le dissi sdraiandomi sulla coperta su cui eravamo seduti e facendola stendere su di me, il resto, potete immaginarlo.

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Capitolo 15
*** Che combini Britt? ***


Santana
Le cose con Puck andavano alla grande, finalmente lui e Quinn riuscivano a stare nella stessa stanza senza insultarsi. La storia fra  Sam "bocca da trota" e la mia migliore amica andava a gonfie vele, l'unica cosa che mi preoccupava era Brittany, tenevo molto alla dolce, sensibile e ingenua Brittany, non volevo che si facesse del male. Da un po' di giorni era strana, me lo aveva detto il suo ragazzo, Artie. -Santana non so a chi rivolgermi, per favore puoi parlare? Ogni volta che le chiedo qualcosa cambia argomento!- mi disse. -Ok, lo farò, ma io e te non ci conosciamo ok?- gli dissi. -Agli ordini!- rispose e andò via. Cominciai a pensare, dopo un po' capì quello che dovevo fare. -Quinn, chiama le cheerios a rapporto, tranne Brittany!- le dissi. -Perché?- mi chiese. -Dobbiamo capire che sta combinando!- le risposi. Lei mi guardò, con un sopracciglio alzato. -Sant, è Brittany!- la chiamò. -Britt, vieni qui un secondo!- le ordinò. La ragazza si catapultò da noi. -Che combini Britt?- le chiese. -Sto tradendo Artie!- io e Quinn scoppiammo a ridere per il modo in cui lo disse, era sorridente e calma come se tradire una persona fosse la cosa più stupida del mondo. -E con chi?- le chiesi io curiosa. -Eh non te lo posso dire, Mike mi ha detto che è un segreto!- In quel momento pensai: "quant'è stupida, ma le voglio bene per questo". -Ok, se lo dice lui!- continuai. La salutammo e ce ne andammo. Incontrammo Tina per i corridoi con Mercedes -Saluta il cervo Quinn!- dissi e entrambe scoppiamo a ridere. -Devi sempre sfottere i miei occhi?- sbuffò Tina. -Si si certo i tuoi occhi!- sussurrò Quinn. Io risi e poi continuammo a camminare. -Però cornuta e contenta!- disse la mia amica. -Beh... non lo sa ancora, ma farò in modo che lo scopra, stanne pur certa!- dissi io. -Ma Sant pensa a Britt!- aggiunse. -Oh hai ragione, non ci avevo pensato!- continuai. -Lopez, Ferbray nel mio ufficio, adesso!- ci chiamò la coach Sue. -Ci dica coach!- disse Quinn dopo essersi seduta. -Siete arrivate in ritardo agli allenamenti per cinque giorni di fila, sapete che significa?- ci chiese e noi facemmo di no con il capo. -Significa che non potrete abbronzarvi per un intero semestre!- io adoro abbronzarmi, anche se sono scura, quella notizia mi aveva distrutto la giornata. -Mi scusi coach, mi scusi!- uscì dall'aula piangendo. -Amore che ti è successo? Ti hanno fatto qualcosa? Dimmelo che gli spacco la faccia!- mi disse Puck. -Non c'è bisogno, è solo che la coach Sue mi ha tolto il permesso di abbronzarmi per l'intero semestre!- gli risposi. -Amore mi hai fatto agitare!- si mise una mano sul petto. -Scusa!- lo baciai. -Dovrei agitarmi più spesso se poi è questo il calmante!- mi disse e io sorrisi, mi abbracciò e finalmente tornai ad essere felice. Che belle braccia che aveva, sorrido solo al ricordo. -Amore starai con me per sempre?- gli chiesi. -Per sempre!- rispose. Sentimmo dei rumori, aprimmo l'aula di danza e trovammo Mike e Brittany che si baciavano dietro una colonna. Io e Puck ci scambiammo un occhiata complice ed entrammo in sala. -Ehm scusate!- disse Noah. Subito si divisero. -Non è come credete, gli stavo togliendo il rossetto!- disse Britt, Mike la guardò male. -Che stai dicendo?- chiesi io guardandola con compassione. -Comunque non lo diremo a nessuno ma vi conviene chiarire con i vostri e le vostre fidanzate!- suggerì io. -Grazie!- disse Mike, mentre ci recavamo verso l'uscita dell'aula Noah si girò e disse -Ragazzi, un consiglio, l'aula di danza non è un buon posto per nascondersi, è piena di specchi, andate nello stanzino del bidello, lì non vi infastidirà nessuno!- detto questo uscimmo dalla stanza.

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Capitolo 16
*** Mamma? ***


Quinn
Ero in palestra, mi stavo allenando, ricordo di aver eseguito due capriole, una spaccata, di essere salita in cima alla piramide e poi i ricordi nella mia mente sono offuscati, cosa mi successe non lo so, ero in cima e poi niente, tutto nero.
Santana 
Essendo il co-capitano delle cheerios, stavo in cima alla seconda piramide, ricordo di aver visto Quinn salire in cima e all'improvviso cadere giù, fortunatamente fra le braccia della Sylvester. Era svenuta, priva di sensi, la poggiammo a terra, ricordo di aver visto che le alzavano le gambe, qualcuno le buttò anche dell'acqua, dopo credo di essere svenuta anche io.
Sam
Uscì dalla classe e cominciai a camminare, dovevo andare a prendere Quinn. -Ehi hai visto Quinn?- chiesi a Mercedes. -Si, è in infermeria, a quanto pare prima è svenuta!- mi rispose. -Grazie per avermelo detto!- corsi in infermeria agitato. Una volta arrivato. -Amore come stai?- le chiesi. -Adesso meglio!- mi rispose. -Mi hai fatto agitare!- mi misi una mano sul petto. -Mi dispiace!- mi disse. -Non fa niente, l'importante è che stai bene!- le baciai la testa. -Amore adesso ci devono portare in ospedale per ulteriori controlli, sai com'è la Sylvester quando si tratta di noi due!- mi disse indicando Santana sdraiata sulla brandina accanto. -Oh ciao Santana, non ti avevo visto!- la salutai, mi sorrise. 
Puck
Corsi verso l'infermeria. -Dove credi di andare correndo Puckerman?- mi fermò la Sylvester. -In infermeria!- le risposi. -Stai forse morendo?- mi chiese. -No, ma la mia ra...- mi interruppe. -Non mi interessa, torna in classe!- mi ordinò. -Ma coach la mia ragazza è in infermeria, se le è successo qualcosa di grave?- le dissi preoccupato. -Chi è la tua ragazza?- mi chiese. -Santana Lopez!- risposi. -Oh...Santana, allora puoi andare!- dopo aver sentito le sue parole, corsi verso l'infermeria. -Non correre!- mi urlò dietro la coach. Arrivato in infermeria fui fermato dall'infermiera. -Dove credi di andare Puckerman? Ti ho detto un migliaio di volte che non puoi nasconderti qui per saltare le lezioni!- mi disse. -Non sono qui per questo, di là c'è la mia ragazza!- le dissi. -Ok, sbrigati, le stanno venendo a prendere per portare in ospedale per ulteriori controlli!- mi informò. Annuì ed entrai nella stanza. Mi fiondai su di lei. -Come stai?- le chiesi. -Bene, sono solo svenuta, ma la coach vuole per forza sottoporci a dei controlli, dice che siamo troppo magre e che quindi abbiamo avuto un calo di zuccheri o di pressione!- mi rassicurò lei. -Sei troppo magra? In questi giorni ti vedo più grossa!- le dissi. -Mi stai dando della grassa?- mi chiese arrabbiata. -No?- le risposi. -Bene, perché non sono affatto grossa!- continuò.
Quinn
Eravamo in stanza quando entrarono dei medici che ci portarono in ospedale, la coach Sue era molto rigida su questo argomento. Arrivate in camera ci fecero fare degli accertamenti e ci dissero che ci avrebbero dimesse in giornata. Aspettammo interminabili ore. Finalmente dopo quasi quattro ore arrivò il medico. -Allora signorine, ho due belle notizie, chi è Queen Febray?- chiese. -Sono io!- risposi. -Bene signorina, lei non ha niente che non va, sta benissimo, ha solo bisogno di mangiare più zuccheri, ha avuto un calo di pressione, ma niente di grave!- mi sorrise. Sorrisi. 
Santana
Il medico aveva detto a Quinn che era stato un calo di zuccheri, adesso aspettavo di sapere cosa avevo avuto io. -Lei è Santana Lopez vero?- mi chiese ed io annuì. Mi sorrise. Lo guardai male, che aveva da sorridere? Boh... -Signorina Lopez, congratulazioni, lei è incinta!- mi disse. Sbarrai gli occhi, mi ricomposi e gli dissi -Sta scherzando vero?- lui fece di no con la testa sorridendo. Ma cosa si rideva? Era una tragedia, i miei genitori mi avrebbero uccisa. Guardai Quinn. Mi guardò pietrificata. Il dottore uscì dalla stanza. -Quinn è un casino!- mi misi le mani faccia. -Tesoro non preoccuparti troveremo una soluzione!- mi rassicurò. Capì che quella notizia mi aveva stravolto, così scese dal suo letto, si sedette sul mio e mi abbracciò, in quel momento scoppiai a piangere.

Noah avrebbe voluto questo bambino? I miei genitori come avrebbero reagito? Arrivata a casa non dissi nulla del bambino. Volevo aspettare di sapere cosa avesse detto Puck, in base alla sua risposta avrei preso una decisione. L'indomani a scuola decisi di non fare le prove con i cheerios per il bambino. Noah mi vide e mi venne incontro, mi diede un bacio a stampo e notò la mia espressione. -Amore che succede?- mi chiese. -Stai bene?- continuò. Feci di no con il capo. Lui si preoccupò. -Cos'hai?- mi chiese. -Devo parlarti!- gli dissi e lo portai nell'aula canto dove a quell'ora non c'era nessuno. -Puoi dirmi che sta succedendo?- mi chiese. -Sono incinta!- gli dissi con le lacrime agli occhi. Lui sbarrò gli occhi. -C-cosa?- e mi guardò. -Hai capito, sono incinta!- gli ripetei. -Sono di 4 settimane!- gli dissi. Mi prese le mani. -Sai che ti amo, ma siamo troppo piccoli per avere un figlio!- mi disse. -Ok, ho capito, abortirò!- dopo avergli detto questo uscì dall'aula lasciandolo lì.
 
Per favore recensite, cosa ne pensate? Vi piace la piega che sta prendendo la storia?

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Capitolo 17
*** Nashville, Tennessee, Stati Uniti! ***


Santana
Una volta finita la giornata scolastica andai da Quinn. -Cosa hai deciso?- mi chiese. -Ho deciso di abortire, lui dice che siamo troppo piccoli!- le risposi. -Tesoro ne sei sicura?- mi spostò una ciocca di capelli dalla faccia. -Si, ne sono sicura!- annuì parlando. -Hai già chiamato l'ospedale?- mi domandò. -No non ancora, lo chiamo adesso!- detto questo presi dalla borsa il cellulare e composi il numero, mio padre era un medico, avevo in memoria il numero. -Pronto? Vorrei che mi passaste il reparto di ginecologia!- dissi. Aspettai di parlare con un medico. -Salve, vorrei chiedervi se praticate l'aborto...- chiesi. -Si signorina, ma prima dovremmo incontrarla, per capire se i suoi sono motivi validi!- detto questo presi appuntamento per il giorno dopo e chiesi a Quinn di accompagnarmi, ovviamente lei accettò. 
Quinn 
Il giorno successivo andammo all'ora prestabilita in ospedale. -Prego accomodatevi!- disse il medico indicandoci le due sedie disposte oltre la scrivania. -Chi di voi è la signorina Lopez?- chiese. Santana rispose. -Io!- Il medico la guardò. -Signorina ha dei buoni motivi per abortire?- le chiese. -Si, sono troppo piccola, il mio ragazzo non vuole tenerlo per questo e se i miei lo scoprono mi diseredano!- rispose la mia amica. Io la guardavo, al posto suo non l'avrei mai fatto, un bambino è una cosa stupenda, i miei genitore avrebbero potuto dire o fare qualunque cosa e lo stesso il mio ragazzo, non avrei mai rinunciato a mio figlio. -Posso chiederle quanti anni ha?- le chiese il dottore. -Diciassette!- rispose la ragazza. -Ok, è una sua decisione!- il dottore sfogliò l'agenda. -L'aspetto dopodomani alle 18.30!- dopo aver detto questo io e la mia amica uscimmo dall'ospedale e l'accompagnai a casa. -Sant, io non avrei abortito!- le dissi. Lei scoppiò a piangere. -Quinn non posso crescere un bambino da sola, non posso!- detto questo uscì dalla macchina. Capì che non voleva abortire, voleva quel bambino, ma era spaventata, una volta tornata a casa chiamai Sam al telefono e ne parlai con lui, Ormai era il mio ragazzo, il mio migliore amico, il mio analista. -Sam dobbiamo aiutarla!- dissi io -Non vuole abortire, lo so, ma ha paura di rimanere sola!- continuai. -Tesoro potresti rassicurarla dicendole che noi le staremo sempre accanto e l'aiuteremo sempre!- mi disse. -Hai ragione, le dirò così, però voglio che tu sia con me quando le parlerò!- gli dissi. -Va bene!- mi rispose.
Santana
Tornai a casa, salì in camera. Mia madre mi venne a chiamare per cenare, avevo la nausea, le dissi di aver già cenato. Corsi in bagno, vomitai, andai di sotto, quando mamma mi chiese cosa fossero quei rumori le risposi che parlavo con gli uccelli. Non dormì fino al giorno in cui avrei abortito. Ricordo tutto di quel giorno. Andai in ospedale, all'entrata trovai Quinn e Sam. -Che ci fate qui?- gli chiesi. -Vogliamo impedirti di farlo!- mi disse la mia amica con le braccia incrociate al petto. -Quinn ne abbiamo già parlato!- cercai di superarla ma Sam mi fermò. -Non ti ci mettere anche tu bocca da trota!- continuai. -Santana  ti aiuteremo noi con il bambino, ti staremo vicino sempre, se avrà bisogno di qualunque cosa noi ci saremo, avrà bisogno di una figura paterna? Ci sarà lo zio Sam, avrà bisogno di qualcuno che lo aiuti a rialzarsi quando cade? Ci saremo noi tre. Io tu e Sam, ti prego Sant, non lo fare!- mi disse Quinn, io ero in lacrime, gli abbracciai entrambi. -Grazie, ma ormai ho preso la mia decisione!- detto questo entrai e mi diressi al 3° piano, ginecologia. Camminai per i corridoi, passai davanti al vetro dove mettono i bambini appena nati, c'era un signora che guardava il suo bambino, mi avvicinai a guardarli, erano una cosa magnifica. -Non pensi che siano una meraviglia?- mi chiese la donna. Io sorrisi. -Sei incinta?- mi chiese, annuì. -Di quanto?- continuò. -Di quattro settimane e mezzo!- risposi. La donna sorrise. -Tra nove mesi avrai anche tu un bambino, guarda la mia piccola!- mi indicò sua figlia. -è bellissima!- dissi. -Lo so, assomiglia a quello stronzo del padre!- sorrise la donna. -è una mamma single?- domandai. -Si, il mio ragazzo mi ha lasciata dopo averlo saputo!- mi rispose. -E perché non ha abortito?- le domandai curiosa. -Beh, lei è mia figlia, insomma guardala come avrei potuto farle del male!- mi rispose, io abbassai lo sguardo. Notò il borsone. -Stai andando ad abortire?- mi chiese. Annuì. -Tesoro, te ne pentirai, il tuo ragazzo sarà anche uno stronzo, ma insomma, è il tuo bambino!- mi disse. -Devo andare!- dissi e mi affrettai a raggiungere l'ambulatorio. Fuori c'erano tutte le donne incinte. Il medico mi chiamò, mi fece accomodare e mi disse di aspettarlo. Non appena fu uscito, presi le mie cose e me ne andai. Non ebbi il coraggio di uccidere il mio bambino. Uscì dall'ospedale e vidi Sam e Quinn che mi aspettavano seduti sulla macchina. -Allora l'hai fatto!- disse Quinn. Io feci di no con il capo. -Non ci sono riuscita!- risposi. Loro mi abbracciarono. -Per qualunque cosa ti aiuteremo noi!- mi sentì sollevata. Arrivata a casa chiesi ai miei genitori di sedersi. Loro fecero come gli dissi. -Mamma, papà devo dirvi una cosa importante!- cominciai io. -Sono, sono...sono incinta!- dissi. I miei sbarrarono gli occhi e dissero incazzati qualcosa in spagnolo. Poi mia madre si girò verso di me e disse. -Tu te ne andrai da tua zia a Nashville!- non capì più nulla. -Mi manderai in Tennessee?- le chiesi. -Si, ritornerai solo quando io lo riterrò giusto!- continuò mio padre. Scoppiai a piangere e chiamai Quinn.
Quinn
Santana mi chiamò. Era in lacrime, mi diceva che i suoi l'avrebbero mandata a Nashville, Tennessee. Non ci potevo credere, come avrei fatto ad andare a trovarla? Io in Ohio e lei in Tennessee. Feci un po' di calcoli, con la macchina ci avremmo impiegato 6h e 40m. -Sant non mi importa quanta strada faremo o quanto tempo impiegheremo, io ti verrò a trovare il più possibile, lo dirò anche a Noah!- le dissi. -No, ti prego non dirgli nulla!- mi implorò. -Gli hai detto che hai tenuto il bambino?- le chiesi. -No! Non deve saperlo!- rispose. -Quando partirai?- domandai. -Domani, dopo scuola!- mi rispose. -Ma è troppo presto!- esclamai. -Lo so, ma i miei hanno già fatto tutto, chiamato mia zia, prenotato il volo, domani sarò a Nashville e nessuno può fare niente per evitare che questo accada!-  mi disse. -E con Puck come farai?- le chiesi. -Lo lascerò domani! Ora devo andare buonanotte e grazie per tutto quello che hai fatto per me!- detto questo riattaccò. La mia migliore amica stava partendo e io non potevo fare nulla per impedirglielo.

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Capitolo 18
*** Ciao Santana ***


Puck
Era l'ultima ora di lezione, Santana mi aveva evitato in tutti i modi possibili da quando mi aveva detto di essere incinta. ero preoccupato per lei. Stavo prendendo i libri dall'armadietto. -Puck devo parlarti!- mi girai e la vidi, Puck? da quando in qua mi chiamava Puck? -Amore!- la bacia. -dimmi!- le dissi abbracciandola. -Noah, è finita!- disse. Mi sentì il mondo cadere addosso. Poi un morso allo stomaco, come se mi avessero preso a pugni. Ci si sente così quando ti lasciano? Mi staccai. -Che cosa?- dissi incredulo. Una lacrima le scese lungo le guancia e poi un'altra e un'altra ancora. -Hai capito bene!- le presi le braccia. -Io ti amo, perché mi stai facendo questo?- le chiesi. -Ti prego non complicare di più le cose!- mi rispose. -è per il bambino vero? Per quello cheti ho detto l'altra volta!- le chiesi. Lei mi diede un bacio in fronte tra le lacrime. -Ti amo, ricordatelo sempre!- detto questo uscì da scuola. Ero nel parcheggio, stavo andando alla mia macchina. -Avete sentito, i genitori di Santana Lopez la spediscono in Tennessee!- disse una ragazza. -Era ora, quella ragazza è un mostro, è la cattiveria fatte persona!- continuò un ragazzo. Mi avvicinai a lui minaccioso. Lo presi dalla maglietta e cominciai a picchiarlo -Lei non è un mostro, non è cattiva!-
Sam
Ero al parcheggio, ad un certo punto una ragazza mi venne a chiamare. -Sam corri il tuo amico sta picchiando il mio ragazzo, è inferocito, ti prego vieni!- mi disse la ragazza. La seguì, vidi il ragazzo che sputava sangue e lui che piangeva con le mani sporche. Mi avvicinai al ragazzo e lo aiutai ad alzarsi, poi dissi alla fidanzata. -Portalo in infermeria!- la ragazza fece come gli dissi. Andai da Puck. -Che diavolo combini?!- gli dissi arrabbiato. -Mi ha lasciato, è andata via, non mi ha detto niente!- mi disse. -Calmati!- continuai. -Come faccio a calmarmi?!- continuò lui. -Devo andare da lei, devo convincerla a restare!- disse. -Non puoi, i suoi hanno deciso che deve andare in Tennessee e ci andrà!- gli dissi. Abbassò la testa. -Vieni, sto andando a casa sua, Quinn è lì!- gli dissi, annuì ed entrò in macchina.
Quinn
Santana stava per partire, come avrei fatto senza di lei? Ci sarebbe stato Sam, ma ci sono cose che puoi fare solo con la mia migliore amica, come parlare degli attori più belli e farci pensieri poco casti, passare interi pomeriggi e intere serate al centro commerciale, criticare le altre ragazze. -Sant promettimi che mi chiamerai sempre, tutte le sere!- le dissi. -Te lo prometto!- mi rispose. -Santana, andiamo!- le ordinò il padre. Lei salì in macchina, arrivarono Sam e Puck. Sam mi si avvicinò, mi abbracciò mentre piangevo. Puck corse verso la macchina, aprì la portiera. -Santana non andartene, ti prego!- le disse. -Santana chiudi lo sportello!- le ordinò il padre. -Devo andare Noah!- disse lei abbassando la testa. -Ti prego! Ti prego!- lui stava piangendo. Santana non te lo ripeterò chiudi la portiera!- disse il padre incazzato. Lei la chiuse e la macchina partì. -Ciao Santana!- sussurrai.

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Capitolo 19
*** Benvenuta al mondo Charlotte Grace ***


Santana
Erano passati sei mesi da quando ero arrivata a Nashville la pancia era ormai visibile. Non uscivo mai di casa, tranne per andare dal ginecologo. -Santana sbrigati o faremo tardi, oggi devi andiamo a piedi, la macchina e dal meccanico!- mi dissi mia zia. -C'è un meccanico in questo posto sperduto?- dissi sarcastica. Uscimmo e ci incamminammo per le strade della città. La gente mi guardava e parlava. Ad un certo punto sentì una ragazza sussurrare alla mamma -Ma è incinta?!- la mamma disse. -Oddio tesoro hai ragione!- la figlia continuò -Mamma ma è piccola, quanti anni avrà secondo te?- le chiese. -Al massimo sedici! Che vergogna!- disse la mamma. Mi innervosì, mi girai. -Diciassette! Ho diciassette anni e si, sono incinta e non me ne vergogno affatto! Hai capito vecchia pettegola?- le dissi. -Santana!- mi rimproverò mia zia. -Andiamo!- mi trascinò. Arrivai all'ospedale, il medico mi chiese. -Signorina Lopez vuole sapere il sesso del piccolo?- io feci di si con la testa, avrei voluto che ci fosse la mia migliore amica. -Per la sua gioia signorina è una femminuccia!- io sorrisi. Avrei avuto una bambina. -Davvero?- chiesi con le lacrime agli occhi. -Si- disse il medico sorridente. Appena fui fuori dallo studio, chiamai Quinn. -Quinn sono io!- dissi felice. -Sant, dimmi!- mi rispose. -è una femminuccia, è una femminuccia!- strillai al telefono. Lei ricambiò il gridando a sua volta. -Oddio è grandioso, sono lì fra sei ore!- mi disse. 
Sei ore dopo era lì. Era entusiasta quasi quanto me se non di più. -Come la chiamiamo?- mi chiese. -Dianna? Marylin? Woophy? Tina? Megan come Megan Fox? Britney? Rihanna?- era euforica. -Io dico di chiamarla Charlotte Grace!- disse Sam. -Si Charlotte Grace è perfetto!- dicemmo insieme io e Quinn. -Allora è deciso!- dissi mettendomi una mano sulla pancia. Erano passati tre mesi. Da un momento all'altro avrei partorito. Quinn e Sam erano ospiti di mia zia, volevano esserci quando avrei partorito. Eravamo sul divano, quando mi si ruppero le acque. Avrei voluto che accanto a me ci fosse Puck, ma lui non voleva questa bambina. Dovevo cavarmela da sola, con l'aiuto di Quinn e Sam. Ricordo ogni singolo momento, in sala parto con me c'era Sam che mi teneva la mano e Quinn che riprendeva. Vedevo il dottore che mi incitava a spingere, dopo estenuanti spinte, sentì un pianto e il dottore diede all'ostetrica la mia bambina che era ricoperta di sangue. Sam svenne, e Quinn lo aiutò a rimettersi in piedi. Dopo averla lavata l'ostetrica me la diede fra le braccia, in quel momento fui la ragazza più felice del mondo. Vedere quell'esserino stupendo che mi guardava con i suoi occhioni color nocciola mi fece sciogliere come in cubetto di ghiaccio al sole. Era la mia bambina, giurai che non l'avrei mai abbandonata e che le sarei stata per sempre vicina. L'avrei sostenuta e sopratutto appoggiata. -Benvenuta al mondo Charlotte Grace!-

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Capitolo 20
*** Notizia scioccante ***


Santana
Io, Quinn e Sam eravamo in ospedale, con noi c'erano mia zia, mio zio e i miei due cugini. Ero felice, anche se i miei genitori e il ragazzo che amavo non c'erano. -Oddio Santana sono emozionatissima, sono diventata zia!- disse Quinn. -Lo sono anche io!- continuò Sam. -Santana, torno subito.- mi informò mia zia. Passò all'incirca mezz'ora, quando tornò con lei c'erano anche i miei genitori. Piansi di felicità, loro erano lì per me, mia madre mi si avvicinò, aveva gli occhi lucidi. Accarezzò la testa di Charlotte. -Amore, è una bambina bellissima, ti somiglia tantissimo, gli stessi occhi vispi!- mi disse sorridendo, anche mio padre mi si avvicinò, mi diede un bacio in fronte. Guardò mia madre. -Amore stiamo diventando vecchi, siamo diventati nonni!- disse a mia madre sorridendo. -Eh già!- continuò lei. -Posso tenerla?- mi chiese mio padre. Annuì e gli porsi la piccola. -Oh vieni quì dal nonno!- la prese tra le braccia e cominciò a giocarci. -Come si chiama?- mi chiese mamma. -Charlotte Grace!- le risposi. -è un nome bellissimo!- commentò. -Grazie!- risposi. -Tu sei il padre?- disse il mio indicando Sam. -No papà, lui è il ragazzo di Quinn!- dissi io. Lui capì la situazione e non continuò. -Tesoro quando vuoi puoi tornare a casa!- mi disse la mia vecchia sorridendo. Quinn l'abbracciò. -Grazie!- mamma sorrise. 
Dopo otto mesi tornai a Lima con Charlotte ormai grandicella. Decisi di tornare anche a frequentare la scuola pubblica. Ovviamente la piccola rimaneva con i miei. Ricordo che entrai a scuola, era tutto come l'avevo lasciato, o quasi. Brittany e Mike camminavano per i corridoi mano nella mano e lo stesso faceva Kurt con Blaine, il ragazzo che conobbi in discoteca, a quanto pare non mi ero sbagliata su di lui. Tina guidava Artie e ogni tanto si fermava e si davano qualche bacio. Anche Rachel la nasona si era fidanzata, con Finn. Quinn e Sam mi vennero incontro felici. -Oddio è bellissimo che tu sia di nuovo qui!- disse la mia migliore amica. Vidi le ragazze che parlavano tra di loro, tutte dicevano -Santana è tornata! è tornata.- così mi girai, verso di loro e dissi -Si, sono tornata!- mi girai, andai al mio armadietto e rimisi le mie cose al loro posto. Andai verso l'ufficio della Sylvester per essere riammessa tra le Cheerios, ma mentre camminavo vidi Noah, stava baciando una ragazza appoggiato all'armadietto. Pensai che era destino, noi non eravamo fatti per stare insieme. Entrai nell'ufficio e riebbi il mio posto, tutto era tornato alla normalità, o quasi. Stavo andando in classe quando mi scontrai con qualcuno e caddi a terra con la testa dolorante. -Ahi, sta attento a dove vai, idiota!- alzai lo sguardo e mi ritrovai Puck che mi guardava. -Sei tornata!- disse. -A quanto pare...si!- risposi. -Perché sei andata via? Voglio la verità!- mi disse. -Ragazzi entrate?- disse Schuester. Io entrai. -E...bentornata Santana!- aggiunse. -Grazie!- risposi e andai al mio vecchio posto ora occupato da una tipa. -Alzati, era il mio posto!- le dissi. Questi si alzò e cambiò posto. -La stronza è tornata!- commentò una, non diedi molto peso a quello che disse, anche perché non mi interessava particolarmente. Dopo le lezioni ero con Sam e Quinn, stavamo ridendo, arrivò Brittany con Mike. -Santana!- disse e mi abbracciò. -Mi sei mancata Britt!- le dissi. -Ciao Mike- aggiunsi. Lui mi salutò con la mano. -Adesso state insieme?- chiesi. Loro annuirono e si diedero un timido bacio. Io sorrisi. -Sant possiamo passare a vedere Charlotte oggi pomeriggio?- mi chiesero. -Certo che potete, ma ricordatevi di non dire niente a nessuno ok?- gli informai. -Ok!- risposero. Eravamo a casa, suonarono alla porta, andai ad aprire con la mia bambina in braccio. -Ciao Britt!- la salutai, entrò -Dov'è Mike?- le chiesi. -Sta parcheggiando!- mi disse. Dopo un po' la porta suonò di nuovo. -Ehi Mik- rimasi a bocca aperta, non era Mike, era Noah, che ci faceva a casa mia? Guardò mia figlia. La misi a terra e gattonò sino a Quinn. Per fortuna Noah era stupido. -è bellissima, chi è?- mi chiese. Lo guardai come per dire ma sei stupido? Guardai Quinn. -Lei è sua cugina!- mi aiutò la mia amica. -Infatti ti assomiglia tantissimo, ma è più bella di te!- rise. Lo guardai seria. -Ehi!- disse Mike alle spalle di Puck. -Entra Mike!- gli diedi un bacio sulla guancia. Noah mi guardò male. -Ti ho fatto una domanda!- gli feci notare. -Oh si, posso entrare?- mi chiese. Annuì. -Ciao!- salutò tutti che ricambiarono. -Vieni in cucina, ragazzi fate attenzione a Charlotte!- mi raccomandai. Andammo in cucina. -Ti volevo chiedere perché sei andata via e sei tornata solo adesso!- mi disse. -Mi hanno mandato i miei dopo che gli ho detto di essere incinta!- risposi. -Oh! Santana ciò pensato tanto, ho sbagliato quella volta, non avrei dovuto farti abortire, mi dispiace!- mi disse e tentò di abbracciarmi, io mi allontanai. Charlotte era sgattaiolata in cucina, vidi Noah guardare in basso e prendere mia figlia, nostra figlia in braccio. -Ciao piccola!- le disse, lei scoppiò a piangere, risi. La presi in braccio. Si calmò. -è molto affezionata a te!- mi disse. -Si, molto!- andava tutto bene, ma la mia piccola mi tradì. -M-mamma!- disse. La guardai sorpresa, no aveva mai parlato prima d'ora, e proprio in quel momento disse la sua prima parola. -Tesoro cosa hai detto?- le chiesi felice, quasi piangendo. -Mamma!- ripeté sorridendo. -Oddio!- la abbracciai e corsi in salotto. -Ragazzi, ha detto Mamma, ha detto Mamma!- dissi. Loro mi guardarono seri. Mi girai e vidi Noah che mi fissava con gli occhi sbarrati. -M-mamma? P-perché tua cugina ti chiama mamma? Quanti mesi ha tua cugina?- mi chiese. -Non è mia cugina!- gli dissi. -Dio Santana, hai avuto una figlia da un'altro!- mi disse incazzato. -Ma allora sei cretino!- dissi. -Non ho avuto una figlia con qualcun'altro, è mia figlia, tua figlia, nostra figlia!- gli dissi arrabbiata. Lui mi guardò a bocca aperta e poi svenne.

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Capitolo 21
*** Non chiamarla Charlie ***


Santana
Dopo avergli detto che Charlotte era sua figlia, Noah svenne. -Aiutatelo!- dissi, i ragazzi lo fecero riprendere. -Sono padre!- disse lui. -Si, non voglio che ti prenda l'impegno di essere suo padre. Lei è mia figlia e a lei provvedo io, tu non centri niente, sei solo suo padre biologico, non ha bisogno di te, c'è Sam a fargli da padre. So che non volevi tenerla per questo non devi riconoscerla!- gli dissi per mettere in chiaro le cose. -Stai scherzando vero?- mi disse. -No, affatto!- continuai. -Lei è mia figlia e mi vuoi tener praticamente fuori dalla sua vita rimpiazzandomi con il ragazzo della tua migliore amica?- mi chiese. -Si, so che non la volevi, è stata una mia decisione tenerla, è una mia responsabilità!- risposi. -Santana è mia figlia non puoi dirmi di stare lontano da lei!- continuò lui. -Tu non la vuoi!- gli ripetei. -E invece si, voglio esserci quando andrà all'asilo, voglio esserci quando farà il suo primo saggio di danza, voglio esserci quando avrà il suo primo fidanzato, quando avrà la prima delusione, voglio accompagnarla all'altare quando si sposerà, voglio che questa bambina sia parte della mia vita, è il frutto del nostro amore, sarà la dimostrazione del nostro amore!- mi disse. Mi commossi. -So che questo non ci farà tornare insieme, ma è l'unica cosa che mi tiene legato a te, e giuro che la amerò più di quanto amo te!- continuò. -Basta Noah!- gli dissi.Si avvicinò a me, mi prese il viso fra le mani. -Permetti di farmi essere parte della sua vita, ti prego!- mi chiese. -Ok, va bene!- dissi. Mi sorrise, andò  da Quinn e prese la bambina. -Ciao Tesoro!- le disse, la piccola sorrise. -Come si chiama?- mi chiese. -Charlotte, Charlotte Grace!- risposi. -Sai che sei bellissima Charlie?- le disse. -Frena, frena, frena, come l'hai chiamata? Charlie, non è mica un cane!- commentai. -Decido io come soprannominare mia figlia, vero piccola di papà?- disse, sorrisi sentendo quelle parole. -Domani posso venire a trovarla?- mi chiese. -è tua figlia!- risposi fredda. Gli squillò il telefono. Rispose. -Pronto? Sono a casa di Santana! Si mamma è tornata, ok, sto arrivando, ah mamma appena arrivo a casa devo dirti una cosa importante, ok a dopo!- riattaccò. -Devo tornare a casa, è pronta la cena. Vorrei che veniste con me, voglio presentare Charlie a mia madre!- mi disse. -Smetti di chiamarla Charlie e vengo con te!- gli risposi. -Noi allora andiamo!- disse Quinn che uscendo mi mise una mano sulla spalla e mi augurò buona fortuna. Arrivammo a casa Puckerman. -Mamma sono a casa!- disse Puck. La mamma uscì dalla cucina e si avvicinò. -Santana, tesoro, da quanto tempo!- mi diede un bacio sulla guancia. -Chi è questa piccolina?- continuò la signora giocando con mia figlia. -Appunto di questo volevo parlarti!- continuò Noah. -Vieni siediti!- la fece sedere e le raccontò tutta la storia. -Quindi sono nonna?- chiese felice. Annuimmo. Pensavo che la prendesse peggio. -Charlotte vieni dalla nonna!- le diedi la bimba in braccio. -Allora quando vi sposate?- ci chiese sua madre.

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Capitolo 22
*** Promettimi che non smetterai mai di amarmi ***


Puck
Sposare? Mia madre chiese a me e a Santana quando ci saremmo sposati, non eravamo neanche fidanzati, era troppo per quella sera. -Mamma io e Santana non ci sposeremo, non stiamo neanche insieme!- le dissi. -Sciocchezze, certo che lo farete, ma non lo sapete ancora, vi amate, si vede!- ci disse, la guardai stranito. -Oh non mi guardare con quella faccia da ebete, tu sei innamorato di lei, lo sappiamo, anche lei lo è!- continuò. -Come fai ad esserne sicura?- le chiesi. -Già!- disse Sant. -Tesoro non porteresti la collana che ti ha regalato! E poi si vede da come vi guardate, se ne accorge anche vostra figlia!- sorrisi sentendo quelle parole. Guardai la madre di mia figlia. Era rossa in viso e dopo aver incontrato il mio sguardo abbassò il suo. -Noi dobbiamo proprio andare, ci vediamo domani!- disse Santana e poi uscì con la piccola. L'indomani a scuola avevo intenzione di riconquistarla, ma prima dovevo lasciare la mia ragazza del momento. -Ehi volevo dirti che fra noi è finita!- dissi a quella ragazza. -Ma perché?- mi chiese. -Non ti amo, io amo solo una persona, non sei tu!- detto questo me ne andai. Mi nascosi e non appena Santana passò ed io la afferrai da dietro. 
Santana
Stavo camminando, ad un certo punto qualcuno, sapevo chi era solo a lui piaceva fare così, mi afferrò da dietro, mi ritornarono in mente tanti ricordi. Sorrisi. Mi fece girare. -Ciao!- mi disse. -Ciao!- risposi. -Come sta la mammina più sexy di tutte?- mi chiese. -Che vuoi Noah, ti ho detto che puoi venire a trovare Charlotte ogni volta che vuoi!- gli dissi. -Questo lo so!- mi disse. -E allora che vuoi?- gli chiesi. -Te!- mi rispose semplicemente. Risi. -Ah ah vuoi me! Si, si!- dissi sarcastica. -Perché no? Tu mi ami io ti amo. Che c'è che non va?- mi chiese. -Ci abbiamo provato troppe volte ma è sempre andata male!- gli risposi. -Si ma alla fine torniamo sempre insieme, un motivo ci sarà!- mi disse. Non lo guardai. -Ehi, guardami!- mi girò la testa verso di lui in modo che potessi guardarlo. -Tesoro, non sarà sempre facile, anzi sarà più difficile di quanto credi, ma saremo insieme, supereremo tutto, come una famiglia!- mi disse. Lo abbracciai, quanto mi erano mancate quelle grandi e forti braccia, mi circondò la schiena, respirai il suo odore, poggiai la mia testa sulla sua spalla. Chiusi gli occhi, per godermi a pieno quel momento. Aveva una mano che si muoveva sulla mia schiena e l'altra mi accarezzava i capelli. -Ti amo!- mi disse. -Anche io ti amo!- risposi. -Torni con me?- mi chiese. -Promettimi che non smetterai mai di amarmi!- gli dissi. -Te lo prometto!- mi disse. -Sono tutta tua!- risposi. Ancora abbracciati ci baciammo, un bacio lungo, intenso, passionale ma allo stesso tempo dolce. Eravamo un'altra volta insieme.

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Capitolo 23
*** Un idea per la proposta ***


Quinn
Santana aveva risolto le sue questioni amorose e finalmente io potevo passare del tempo con il mio ragazzo. Stavamo camminando nei corridoi quando vidi Rachel che attaccava manifesti dappertutto. Mi avvicinai ad uno e lo lessi, a breve ci sarebbe stato il ballo di fine anno, stavamo crescendo, quello sarebbe stato l'ultimo ballo di fine anno. -Ci vuoi andare?- mi chiese Sam. -Certo che voglio!- gli risposi. -Vuoi venirci con me?- mi domandò. Risi. -Credi di cavartela con una proposta del genere? Non hai capito niente amoruccio, voglio una proposta vera, sorprendente!- lo guardai con le braccia incrociate sorridendo. -Come vuoi!- mi baciò. -Quanto mi fai impazzire, sto pensando di prendermene un'altra!- mi disse. Lo guardai. -Un'altra cosa?- gli chiesi curiosa. -Un'altra fidanzata!- mi disse sorridendo. -Ah un'altra fidanzata!- feci l'offesa. Mi girai dal lato opposto. Mi abbracciò da dietro. -Lo sai che esisti solo tu per me!- mi disse. -Lo spero!- gli risposi a tono. Rise. -Oggi pomeriggio sei libera?- mi domandò. Feci finta di pensare. -Oh, no, mi dispiace, oggi pomeriggio devo vedere il mio altro fidanzato!- lo guardai seria, prima rise, poi mi guardò serio. -Stai scherzando vero?- mi chiese con la sua solita aria da bimbo sperduto. -Certo che scherzo stupido!- gli dissi, si mise una mano sul cuore. -Non farlo mai più, mi hai fatto prendere un colpo!- mi disse circondandomi le spalle con il suo braccio. -Su, andiamo in classe!- lo trascinai dalla maglietta.
Sam
Dopo le lezioni andai nello spogliatoio, avevo una partita da giocare. Ero pensieroso, come avrei potuto chiedere a Quinn di venire al ballo con me in modo sorprendente? Finn mi vide turbato e mi si avvicinò. -Che ti prende amico?- mi chiese. -Quinn vuole una proposta sorprendente!- gli dissi. -Per il ballo?- mi domandò. -Si- risposi. -Allora mi dispiace!- mi dette una pacca sulla spalla e andò a giocare. -Ehi Sam, hai il deodorante per ascelle? A Santana non piace questa puzza!- disse Puck alzando le braccia. Mi tappai il naso. -E ci credo che non le piace! Tieni!- gli diedi il deodorante. -Che hai?- mi chiese. -Non so come chiedere a Quinn di venire al ballo con me, tu come hai fatto con Santana?- gli domandai. -C'è il ballo? Ecco perché stamattina mi faceva tutte quelle domande su che vestito avrei messo, sugli abiti coordinati!- si grattò la testa. Lo guardai scossi la testa. -Allora, mi consigli qualcosa?- gli chiesi. -Io sono proprio l'ultimo al quale dovresti chiedere consiglio, l'ultima volta che ho fatto l'amore con la mia ragazza l'ho messa incinta!- mi rispose. -Era una bella serata, eravamo seduti in spiaggia e guardavamo le stelle, poi, è successo quello che è successo!- continuò. -Sei un genio!- gli diedi una pacca sulla spalla, ora sapevo come fare. Lui mi guardò in faccia. -Perché?- mi chiese. -Mi hai appena dato un'idea! Ti ringrazio!- detto questo uscì dallo spogliatoio.

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Capitolo 24
*** La proposta ***


Sam
Preparai la cena e il cestino da picnic. Scesi di sotto presi le chiavi della macchina e andai a casa di Quinn. Mi misi sotto la ginestra e cominciai a tirare dei piccoli sassolini sulla sua finestra, lei si affacciò. -Che ci fai qui?- mi chiese. -è una sorpresa, scendi!- le risposi, dopo un po scese e sorridendo mi chiese dove la stessi portando. -Mi dispiace, non te lo dirò!- le dissi io. Arrivammo sulla spiaggia. Lei scese, mi guardò interrogativa. -Perché siamo qui?- mi domandò. Presi il cestino e una coperta. Quinn mi guardò con gli occhi che le brillavano. Le presi la mano, la guardai, mi guardò, camminammo, mi fermai e stesi la coperta, accesi una candela e presi il cibo. -Amore, è stupendo!- disse guardando il mare. -Non è niente confronto a te!- le risposi. Mi raggiunse e mangiammo, dopo aver finito ci coccolammo per qualche ora, poi mi alzai, mi diressi verso la riva, mi tolsi la maglia, poi i pantaloni, rimasi in mutande. -Che vuoi fare?- mi chiese. -Il bagno, vieni?- cominciai ad entrare in acqua. -Non credo proprio!- rispose. -Ah no?- continuai io sorridendo. -No!- rispose. Cominciai a rincorrerla. La afferrai, cademmo uno sopra l'altro. Ci guardammo, ci baciammo, mi alzai, la presi in braccio e la portai con me in acqua. -Questa me la paghi Sam Evans!- mi disse. La baciai. Mi circondò la vita con le gambe e il collo con le braccia, ci guardavamo intensamente. -Vuoi venire al ballo con me?- le chiesi. Sorrise. -Certo, sarà un vero onore!- rispose. Ci baciammo. 
Puck
Andai a casa di Santana, suonai, mi aprì un uomo. -Ehm salve signor Lopez, c'è Santana?- chiesi. Mi guardò. -Papà fallo entrare!- disse la mia ragazza. Lui si spostò e mi fece passare. -Ciao tesoro!- diedi un bacio alla mia bambina. -Vuoi venire in braccio al tuo papà?- tesi le braccia verso di lei. -Mamma mamma!- continuava a ripetere la piccola. Santana rideva. Diedi un bacio anche a lei. -Ma perché questa piccoletta non dice papà?- chiesi dopo averla presa in braccio. -Non ne ho idea!- rispose. -Amore tra un po' ci sarà il ballo di fine anno, ci andiamo insieme?- le chiesi. -Era ora!- mi rispose. -Scusa, non sapevo che ci fosse!- sorrisi. -Mi vestirò di rosso, prendi uno smoking nero classico con la camicia rossa!- mi ordinò. -Agli ordini capitano!- risposi. Sorrise, sorrisi, ci baciammo sotto lo sguardo infastidito del padre.

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Capitolo 25
*** Il ballo ***


Quinn
Io e Sam, Santana e Puck, Rachel e Finn, Brittany e Mike i candidati alla carica di re e reginetta del ballo. Erano le 19.30 stavo aspettando Sam anche se l'appuntamento era alle 20, ero troppo nervosa e agitata, volevo vincere, dovevo vincere. Ricordo che non smisi di guardare l'orologio fino a quando mia madre mi venne ad avvertire che Sam era arrivato, scesi le scale e lo vidi che mi guardava sorridente, mentre mio padre lo scrutava dalla testa ai piedi. Mi porse il braccio. -Sei bellissima stasera!- mi disse mentre uscimmo. -Particolarmente bellissima!- continuò. -Grazie!- risposi rossa in viso, nonostante stessimo insieme da molto, i suoi complimenti mi facevano ancora arrossire. Mi aprì lo sportello della macchina da galantuomo e  me lo richiuse non appena fui salita. Mise in moto l'auto e partimmo, destinazione: BALLO DI FINE ANNO. 
Santana
Stavo aspettano Puck, avevo Charlotte in braccio che piangeva, i miei non c'erano, dovevo ancora truccarmi e la piccola mi aveva nascosto le scarpe. -Charlotte ti prego smetti di piangere!- ma lei continuava, sentì la porta suonare, sospirai. Aprì. -Finalmente sei arrivato!- gli diedi la bambina. -Che succede qui, la terza guerra mondiale?- mi disse, aveva ragione, la casa era un casino sembrava ci fosse appena passata una mandria di cavalli selvaggi ubriachi. -Ti prego cerca di farla smettere, devo ancora truccarmi, la baby-sitter non è ancora arrivata e sono in crisi!- dissi non appena finì di parlare mi squillò il telefono. -Pronto? Come non puoi! Ti do un aumento ma ti prego vieni! Grazie mille troia!- detto questo riattaccai. -Chi era?- mi chiese. -La baby-sitter, dice che non può venire!- mi sedetti sul divano esausta, mi misi le mani tra i capelli. Noah si sedette affianco a me, mi circondò le spalle con un braccio. -Amore, calmati, adesso chiamo mia madre e le chiedo se può tenere Charlie ok?- detto questo mi diede un bacio in fronte e la piccola smise di piangere. -Grazie, non so cosa avrei fatto se non ci fossi stato tu!- gli dissi e ci baciammo. Prese il telefono, chiamò sua madre. -Tesoro mamma ha detto che ce la può tenere lei, truccati e trova le scarpe, io rimango con la bambina!- mi disse. Feci tutto quello che dovevo fare e dopo aver trovato le scarpe uscimmo, mise la piccola nel seggiolino e partimmo. -Da quando hai un seggiolino?- gli chiesi. -Da quando ho scoperto che ai bambini serve il seggiolino, è per la loro sicurezza, io non voglio che capiti qualcosa alla mia cucciola!- rispose. Sorrisi. -Ti amo!- gli dissi. -Anche io- rispose. -Non ho avuto un attimo per dirtelo, ma sei bellissima stasera!- mi disse sorridendo. -Grazie, anche tu!- risposi. Fermò la macchina, scendemmo, suonammo. -Ciao ragazzi!- disse sua madre, dopo di che prese la piccola le diede un bacio sulla guancia e ci disse, -Andate a divertirvi ragazzi, è in buone mani!- Arrivammo a scuola, appena entrammo vedemmo Mike e Britt che si scatenavano in pista, erano formidabili, più in là Rachel e Finn convincevano Mercedes e il resto del glee club a votare per loro, mentre camminavamo per la sala vedemmo Quinn che assomigliava a Cenerentola e Sam che cercavano tutti i modi per far perdere Rachel. -Ehi ragazzi, dove eravate finiti?- mi chiese la mia amica avvicinandosi. -Charlotte piangeva, mi aveva nascosto le scarpe e..- mi interruppe -Non importa, adesso siete qui, Sant dobbiamo sconfiggere Rachel, non mi importa chi vinca tra me te o Britt, ma Rachel non deve vincere, per nessuna ragione al mondo!- mi disse. -Calmati, non vincerà!- risposi. -Come fai ad esserne sicura?- mi chiese. -Ma l'hai vista? Ci hai viste? Lei è orribile, noi siamo fantastiche, come può sconfiggerci?- risposi. -Hai ragione!- La serata trascorse tranquillamente, ogni tanto chiamavo casa Puckerman per chiedere di Charlotte. Ballammo, cantammo, arrivò il momento tanto atteso, l'incoronazione. Il professor Schuester salì sul palco accanto alla professoressa Pillsbury.-Il momento tanto atteso è arrivato, adesso incoroneremo il re e la reginetta del liceo McKinley! Prego i candidati di salire sul palco!- disse. Noi salimmo e non appena fummo tutti lì la Pillsbury continuò. -E il re del McKinley è!- aspettò un po' e poi disse. -Sam Evans!- Sam si avvicinò a lei che lo incoronò. -La reginetta è Quinn Fabray!- proclamò Schuester la guardai, sorrisi.
Quinn
Il professor Schuester mi aveva appena proclamata reginetta, non ci potevo credere, io, reginetta del McKinley, ero felicissima, notai Santana che mi sorrideva, ricambiai il sorriso, poi mi avvicinai al prof. e mi incoronò, ero ufficialmente la regina della mia scuola. Arrivò il momento più bello di quella sera. Sam mi porse la mano e mi portò al centro della pista, le luci si spensero e un occhio di bue ci illuminò. La musica partì e noi ballammo un lento, fu come se tutto intorno a noi fosse sparito, c'eravamo solo noi che come un principe e una principessa, in questo caso un re e una regina delle favole ballavamo innamorati. 

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Capitolo 26
*** The end ***


Santana
Il mio ultimo anno al liceo fu davvero memorabile, rimasi incinta, finalmente tornai con l'amore della mia vita, la mia migliore amica vinse il titolo di reginetta del ballo, avevamo vinto le nazionali di canto coreografato con il glee, lo vivemmo a pieno quell'anno, nessuno ci rovinò quei momenti, momenti indimenticabili, momenti che purtroppo non ritorneranno più. Molte cose sono cambiate da quando il liceo è finito. La mia amica Brittany è diventata una famosa ballerina, è ancora fidanzata con Mike, sono perfetti insieme, si completano a vicenda, non sono sposati, credo non abbiano neanche in mente di farlo, almeno non ancora. Mercedes è diventata una cantante famosa, non come Beyoncé, della sua vita privata non so molto, so che è rimasta in contatto con Rachel e Kurt, impegnati a Broadway, alla fine sono riusciti a diventare attori, Tina e Artie non so precisamente che fine abbiano fatto, dopo il college sono partiti per girare il mondo e secondo voci sono rimasti in Inghilterra. Finn ha preso in gestione l'officina del padre di Kurt nella quale lavora con Blaine. Quinn e Sam sono ancora fidanzati, lui le ha chiesto di sposarla e lei ha accettato, tra qualche mese si sposeranno. Quinn mi ha raccontato che erano a cena, in un ristorante sulla spiaggia, lui le ha detto -Ti sfido ad inseguirmi, accetti?- lei gli ha risposto. -Accetto!- hanno cominciato a correre sulla sabbia, quando poi lui è caduto, lei gli si è messa sopra. -Ti ho preso!- gli disse, lui le ha spostato una ciocca di capelli dal viso e guardandola intensamente le ha detto -Ti sfido ad amarmi? Ci stai?- lei ha annuito. Lui ha uscito un anello dalla tasca e ha aggiunto. -è per sempre!- Lei felice lo ha baciato. -Per sempre amore!-. è stata una proposta molto commovente. Per quanto riguarda me, sono felicemente sposata con l'amore della mia vita, Noah, sua madre aveva ragione, abbiamo due bambini adorabili, Charlotte Grace di sei anni e Nicholas di appena uno. Sono mamma a tempo pieno, mentre Noah è un avvocato, si lo so, è difficile da credere, lui dice che dopo esser diventato padre ha messo la testa a posto. 
Nessuno avrebbe scommesso su di noi, sulla nostra storia, eppure siamo ancora qui, insieme, più uniti che mai, siamo una famiglia.

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