CAPITOLO
05: Il ritorno di Squall
Infilò le
mani in tasca ed al contatto con la carta gli tornò in mente la lettera di
Edea, aprì la busta, ne estrasse il contenuto, se la rimise in tasca ed iniziò
a leggere il breve testo.
Non
sono potuta venire di persona perché, con l’arrivo dei nuovi studenti, sono
completamente sommersa dal lavoro.
Ti
ho scritto per avvertirti di fare attenzione con Rinoa!
Non
ho avuto occasione di dirti che è una strega. Non so come, ma durante
l’ultimo scontro contro il mio corpo, visto che ero controllata da
Artemisia, ho trasferito su di lei quasi tutti i miei poteri.
Poco
fa è venuta da me allarmata, mi ha detto di averti toccato ed aver avvertito
qualcosa. Le ho detto che era per via della sincronizzazione con il tuo
spirito, e le ho spiegato a grandi linee come fare.
Non
credo abbia capito la verità.
Mi
dispiace mentirle ma non voglio coinvolgerla in faccende così delicate.
In
quanto a te, cerca di trattenere il tuo spirito, altrimenti se dovesse
avvertirlo nuovamente si insospettirebbe.
Cerca
di non fare in pubblico delle scenate come quella con Irvine, stai dando
nell’occhio più di quanto non fai normalmente.
Edea
Volkov si rimise la lettera
in tasca e, trovandosi di fronte alla sua stanza, inserì il codice stando
attento di non essere visto ed entrò chiudendo la porta dall’interno.
Si tolse il giubbotto e lo
poggiò sulla sedia della scrivania, si sbottonò la camicia e si sfilò i
pantaloni.
“Vedremmo cosa accadrà con
il ritorno di Squall.” disse togliendosi anche la camicia ed infilandosi nel
letto.
Si voltò verso la sveglia
sopra al comodino di fianco al letto, erano solo le nove e mezza, ma era
abituato ad andare a dormire presto quando non aveva niente da fare, e questo
accadeva piuttosto frequentemente.
Qualcuno continuava a bussare
freneticamente alla porta. Seifer chiuse il libro che stava leggendo e si alzò
sbuffando.
“Arrivo! Arrivo!” urlò
seccato, aprì la posta e tornò verso il letto sedendocisi sopra “Non
potevi aspettare domani? Ho da studiare!”
“Scusa, vorrà dire che
aspetterò domani.” disse Fujin voltandosi e tornando verso la porta. Seifer
si alzò di corsa e la prese per un braccio, fermandola.
“Riesci a parlare di
nuovo?” esclamò il ragazzo evidentemente sorpreso.
“Potresti lasciarmi il
braccio?”
“S-si, scusa.” disse
lui lasciandola andare e guardandola seriamente “Cos’è successo?”
Lei sorrise, Seifer si
accorse di non averla mai vista sorridere così prima d’ora, sebbene la
conoscesse da parecchi anni.
“E’ stato lo stesso
ragazzo che ti ha tirato un pugno in mensa!”
Seifer restò in silenzio.
“Non mi ha voluto dire come
ha fatto, ma solo che lo avrei saputo a tempo debito.”
“Questo che significa?”
chiese il ragazzo aggrottando la fronte.
“Non lo so. Ma ho un favore
da chiederti.”
“Spara!”
“Credo che Volkov sappia
qualcosa sul mio conto che nessun altro possa dirmi!” disse Fujin abbassando
lo sguardo.
Seifer incrociò le braccia
con un’espressione riflessiva “In effetti vi somigliate in modo
impressionante!”
Lei annuì “Ma per poter
scoprire qualcosa, dovrò passere più tempo con lui. Trascurando un po’ voi
due.”
“Se per te è
importante…”disse Seifer con approvazione.
Fujin lo abbracciò “Sapevo
che avresti capito!” esclamò allontanandosi e salutandolo mentre usciva
dalla stanza.
“Spero che non rimanga
delusa.” pensò lui chiudendo la porta e ritornando studiare.
Era ora di pranzo, ed il sole
brillava alto nel cielo. Volkov continuava a dormire.
In tutte le altre stanze le
tapparelle erano automatiche, si alzavano alle sei di mattina e si abbassavano
alle nove di sera, ma quelle della sua stanza erano azionate da un pulsante a
destra della finestra.
Qualcuno bussò alla porta e
lo chiamò più volte, era una voce femminile. Prima di rispondere il ragazzo
guardò l’orologio, erano passate da poco le undici e mezza.
“Sto dormendo troppo
ultimamente!” pensò alzandosi ed infilandosi il primo paio di
pantaloni che gli capitò a portata di mano.
“Chi è?” chiese aprendo
la porta con aria assonnata.
Si trovò di fronte Fujin, lo
osservo e sorrise, “Se non ti sbrighi non troveremo niente in mensa!”
“Troveremo?” chiese lui
uscendo dalla stanza e chiudendo la porta. La ragazza si stupì di quel gesto,
ma non vi fece molto caso.
“Non possiamo pranzare
insieme?”
“Se vuoi…” disse
sbadigliando “Ma dammi un paio di minuti.”
“Fai in fretta!” esclamò
lei sorridendo.
Volkov digitò il codice
senza farlo leggere a Fujin ed entrò chiudendosi la porta alle spalle,
avviandosi verso il bagno per farsi una doccia.
“Non hai visto Volkov
questa mattina?” chiese Quistis prima di addentare il suo panino.
“No. Perché?” rispose
Irvine scuotendo la testa.
“Ho parlato ad Edea di
ieri.”
“Ieri? Cos’è successo
ieri?” esclamò Selphie tornando saltellando con la sua bibita in mano.
Irvine e Zell si guardarono
in volto, non volevano dire di essere stati immobilizzati tutti e due da un
nuovo arrivato, anche se ormai almeno un quarto del Garden ne era al corrente.
“Niente!” disse Zell
riprendendo ad ingozzarsi. La ragazza si voltò verso Rinoa, la quale scosse
la testa facendole capire che non aveva idea di che cosa stessero parlando.
Selphie si voltò verso
Irvine con un’espressione esageratamente seria “Hai trattato di nuovo male
Volkov?”
“Assolutamente no!”
rispose lui facendo cenno di no con le mani.
“Non ti credo!”
Rinoa si rivolse all’amica
poggiandole una mano sul braccio “Se non ti fidi di Irvine potrai chiederlo
a lui, sta arrivando!”
Tutti quanti si voltarono
verso la ragazza senza capire.
“E tu come fai a
saperlo?” le chiese Shu.
Rinoa sorrise indicando verso
la porta “Diciamo sesto senso!”
Volkov stava entrando in
mensa con Fujin a fianco, dirigendosi verso il solito tavolo a cui si sedeva.
“Per Hyne! Non avevo fatto
caso a quanto si somigliassero!” esclamò Shu seguendo i due con lo sguardo.
“Sembrano quasi gemelli!”
“Credo che tu possa anche
togliere il quasi Zell!” esclamò Rinoa.
“Prendo un paio di panini,
ok?” chiese Volkov mentre la ragazza si sedeva, lei annuì.
Il ragazzo si diresse verso
il bancone, a cui vi era una fila di persone piuttosto corta rispetto al
solito. Volse lo sguardo in direzione del tavolo di Selphie e gli altri, notò
che tutti lo stavano osservando, quando se ne accorsero salutarono tutti con
un cenno della mano e sorrisero. Lui rispose al saluto complessivo senza
capire, ma pensò che forse era per il fatto che fosse con Fujin.
Improvvisamente il sistema di
comunicazione interno gracchiò, e ne uscì la voce del preside Cid.
<“E’ il preside che vi
parla! La squadra di SeeD capitanata dal comandante è arrivata a Balamb e
saranno qui al Garden tra non molto. Preparatevi a dargli il benvenuto!”>
A quelle parole la mensa si
svuotò rapidamente, lasciando Volkov libero di prendere i suoi panini e
ritornare con calma al tavolo, ma Fujin lo raggiunse a metà strada.
“Non vai anche tu?”
chiese la ragazza prendendo il panino che lui le porgeva.
“E’ così interessante il
comandante?”
“Più che altro è una
persona insolita! E’ coraggioso, carismatico…”
Volkov la osservò, sembrava
che provasse molta stima per Squall.
La ragazza iniziò a
camminare verso l’uscita.
“Cosa ha fatto per meritare
tutto questo rispetto?” chiese dando un morso al suo panino.
Fujin sorrise “Dobbiamo a
lui se Seifer è tornato quello di un tempo!”
Sentendola parlare così, si
rese conto che dare a lui tutta la colpa di ciò che era successo a Trabia era
un errore.
Fujin lo vide irrigidirsi e
lo guardò in viso alcuni secondi, il suo sguardo si fissò sulla ciocca rossa
in mezzo a tutti quei capelli di quel grigio familiare.
“Perché ti sei tinto
quella ciocca?”
“Cosa?” chiese il
ragazzo, svegliandosi dai suoi pensieri. Lei indicò i suoi capelli.
“Questa? Ti sembrerà
strano, ma è naturale.” disse passandosi una mano sulla testa. La ragazza
lo guardò stupita, tornando poi al suo panino.
“Naturale…” pensò
Volkov mentre si avvicinavano alla folla presente davanti all’entrata del
Garden.
Un gruppo di SeeD in uniforme
stava entrando, accolta da grida ed applausi. Alla testa vi era un ragazzo con
un’espressione estremamente seria, Volkov accennò un sorriso.
“Squall…” disse a bassa
voce.
“Che hai detto?” chiese
Fujin non avendo capito.
Lui fece cenno di no con la
testa, tornando a guardare il comandante dei SeeD del Garden di Balamb.
Lo vide arrivare di fronte al
preside e fare il saluto mettendosi sull’attenti, Cid sorrise e rispose al
saluto, ad un tratto Rinoa sbucò dalla folla e lo abbracciò baciandolo. Si
accorse che forse il ragazzo avrebbe preferito non ricevere quel bacio di
fronte a tutti gli studenti, ma nonostante ciò sorrise e mise un braccio
intorno alla vita della ragazza mentre gli si avvicinarono tutti gli altri.
“Non è più il ragazzo
freddo e solitario di un tempo. Aveva trovato dei veri amici!” pensò Volkov
tra se, provando un po’ d’invidia.
“Fujin.”
“Si?” chiese la ragazza
voltandosi verso di lui.
“Volevo che facessi sapere
a Seifer che mi dispiace per il pugno di ieri. Mi sono lasciato trasportare
dalla rabbia.”
“Non preoccuparti! L’ha
capito benissimo, e non prova rancore nei tuoi confronti.”
Volkov tornò a guardare il
gruppo di Squall, pensando a come sarebbe la sua vita se avesse degli amici
come quelli, sempre con lui...
Scosse la testa come per
scacciare quei pensieri, lui non voleva e non poteva avere degli amici!
Ma allora perché sentiva
quella strana sensazione quando vedeva il gruppo di Squall scherzare insieme?
Era quasi sicuro che quel
sentimento fosse invidia, o si trattava di autocommiserazione?
“Hey!” esclamò Selphie
avvicinandosi ai due “Vieni! Ti presento Squall!”
Non riuscì a dire niente che
la ragazza lo prese per un braccio e lo trascinò dal resto del gruppo, che
nel frattempo si era spostato verso l’infermeria e stava parlando con Edea e
Cid.
Squall fu sorpreso dal veder
arrivare Selphie trascinando un ragazzo, lo osservò attentamente ma non gli
sembrava di averlo mai visto prima.
“Lui è Volkov!” esclamò
la ragazza spingendolo verso il comandante.
“Io sono Squall.” disse
porgendogli la mano, ma lui non l’accolse.
Zell si mise a ridere “Era
ora che qualcuno lo facesse a te!” disse provocando una risata generale.
Squall sorrise e si rivolse
al nuovo arrivato “Ho già sentito il tuo nome…” disse aggrottando la
fronte.
“Non credo, sono qui da
ieri.”
“Ora ricordo!” esclamò
Squall annuendo “La tua stanza è l’unica del Garden con un codice per
aprire la porta!”
“Come fai a saperlo?”
chiese Rinoa stringendosi nuovamente al suo ragazzo.
“Quelle stanza è lì da
prima che diventassi comandante!”
Tutto il gruppo si voltò
verso Volkov, compresa Fujin, che l’aveva seguito sino a li.
Il ragazzo con la benda aveva
il cuore in gola, non osava aprire bocca per paura di tradirsi, ma allo stesso
tempo quel silenzio poteva essere fatale. Cercò Edea con lo sguardo.
Vedendolo in difficoltà, la donna si intromise.
“Quella stanza è lì da
quando il Garden è stato costruito.”
Volkov si fece avanti
riacquistando la sua espressione seria e indifferente “Ho fatto domanda per
avere quella stanza per potermene stare tranquillo senza che qualcuno entri in
continuazione.”
Gli sguardi del gruppo si
spostarono su di Squall, come se tutti ebbero la stessa impressione: Volkov
somigliava a lui, prima di incontrare Rinoa. Ma il comandante non sembrò
capire, e si guardò intorno con aria interrogativa.
Volkov lanciò un’occhiata
di ringraziamento ad Edea.
“Abbiamo organizzato una
festa per voi questa sera!” esclamò Selphie saltellando intorno a Squall.
Volkov fece per andarsene
quando Irvine lo prese per un braccio facendolo fermare.
“Verrai anche tu stasera
vero?”
“Non lo so. Non mi
piacciono questo genere di cose.” rispose sentendo addosso lo sguardo di
Edea.
“Possiamo andare
insieme!” esclamò Fujin avvicinandosi, lui non rispose “Per favore!”
insistette lei.
Tutti si guardarono in volto
stupiti, stava parlando normalmente…
“Ok! Ok! Verrò
anch’io.” disse salutando tutti con un cenno della mano ed allontanandosi.
Fujin lo raggiunse e lo seguì.
Volkov si voltò verso di lei “Cosa c’è?”
“Volevo solo ringraziarti
per quello che hai fatto per me!”
Lui alzò le spalle “Non ho
fatto poi granché.”
Fujin lo prese per un braccio
e gli si parò davanti “Hai fatto moltissimo per me! Non hai idea da quando
io desideri tornare ad esprimermi come faccio ora!” esclamò ad alta voce
“Io chiedo solo di starti un po’ vicino, non so perché ma sento in te
qualcosa di familiare! Come se noi due fossimo simili! Inoltre ho
l’impressione che tu sappia qualcosa su di me che io non so!”
Volkov era impassibile, come
sempre “Non è ne il luogo ne il momento.”
“E quando sarà il
momento?” chiese lei come se fosse arrabbiata.
“Fidati di me.” disse il
ragazzo senza cambiare espressione.
Fujin lo fissò
silenziosamente alcuni secondi, poi tirò un respiro profondo e tornò a
sorridergli “Mi fido di te!” esclamò riprendendo a camminare a fianco a
lui.