Lone Wolf

di Dark_Squall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Arrivo al Garden ***
Capitolo 3: *** Incontri ***
Capitolo 4: *** Scontro ***
Capitolo 5: *** Parlare ***
Capitolo 6: *** Il ritorno di Squall ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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PROLOGO

 

Sono passati alcuni mesi dalla sconfitta della strega Artemisia.

Il mondo sta lentamente ritrovando il giusto equilibrio dopo l’ultima guerra della strega. Con la morte del presidente Delig la nazione più potente del continente ad ovest è ora nelle mani dell’ex-colonnello Caraway, il cui governo ha riconosciuto l’indipendenza a Timber e ritirato ogni presenza armata da Dollet.

Il Garden di Galbadia non è stato più ritrovato dopo la battaglia dei Garden.

Il Garden di Trabia è fase di ricostruzione e gli studenti vengono trasferiti in quello di Balamb, posizionato nuovamente nell’isola originaria.

Cid ed Edea si occupano dell’amministrazione, mentre Squall ricopre il proprio ruolo di comandante con il sostegno dei suoi amici. Il trio di Seifer è stato riammesso al Garden per completare il suo corso di studi.

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Capitolo 2
*** Arrivo al Garden ***


Nuova pagina 1

CAPITOLO 01: Arrivo al Garden

 

Una fresca mattina di fine estate, il sole splendeva nell’azzurro cielo sereno privo di nuvole.

Nel giardino erano riuniti gli studenti appena iscritti arrivati da ogni parte del mondo, intenti ad ascoltare il discorso di benvenuto del preside. Con essi era giunto anche un giovane SeeD.

Un ragazzo con l’uniforme SeeD del Garden di Trabia se ne stava poco lontano dai nuovi iscritti, fumando una sigaretta tranquillamente appoggiato ad un albero.

“Ciao!” esclamò una ragazza avvicinandosi a lui “Sei il SeeD trasferito da Trabia vero? Volkov, giusto?”.

Il ragazzo aspirò dalla sua sigaretta senza risponderle,  era piuttosto bassa e portava dei capelli castani con una strana acconciatura, il suo viso era illuminato da un caloroso sorriso e da due grandi occhi verde smeraldo.

“Io sono Selphie! Anch’io mi sono trasferita da Trabia qualche tempo fa, ma non ricordo di averti mai visto quando ero la. E credo che ti avrei notato!” disse la ragazza appena arrivata osservando il ragazzo che era di fronte a lei: sembrava che avesse più o meno la sua età, aveva degli insoliti capelli grigi con una ciocca rosso fuoco. La cosa che colpì maggiormente la ragazza furono i suoi occhi grigi con delle venature verdi o meglio, il suo occhio destro visto che l’altro era coperto da una benda nera.

“Non so cosa dirti, comunque non credo tu ti ricorda di tutte le persone del Garden di Trabia.”

“Che strana voce, non lascia trasparire alcuna emozione…” pensò la ragazza osservandolo.

“Com’è successo?” chiese Selphie riferendosi alla benda, lui la guardò freddamente e lei non osò insistere.

“Senti, visto che sei nuovo di qui posso farti da guida!” disse con un sorriso amichevole.

“Non c’è ne bisogno.” rispose Volkov distogliendo lo sguardo. La ragazza restò alcuni secondi ad osservarlo in silenzio, percependo l’aura gelida emanata dal ragazzo, incredibilmente somigliante a quella del suo comandante prima che lei e gli altri riuscissero a cambiarlo un po’.

“Beh, se hai bisogno di qualcosa puoi venire da me ok?”

“…d’accordo.”

La ragazza gli sorrise di nuovo e si allontanò velocemente in direzione del palco dove il preside Cid stava parlando alle matricole, ad un tratto l’uomo si voltò verso di lui “Ma oltre ai nuovi studenti si è aggiunto a noi un SeeD trasferitosi qui dal Garden di Trabia: Volkov Borodin!” e così dicendo fece cenno al ragazzo di avvicinarsi.

Volkov scosse la testa, sputò fuori una nuvola di fumo e lasciò cadere a terra ciò che restava della sua sigaretta pestandola con uno stivale. Pensando a quanto inutile fosse questa presentazione si avviò verso il palco.

“Vuoi dire qualcosa alle matricole?”

“Non è un compito del comandante?” chiese con uno sguardo indifferente.

“Tornerà domani da una missione.”

Volkov volse lo sguardo verso gli studenti in attesa e poi si rivolse al Preside “Devo proprio?”

“Se non te la senti…”

Il ragazzo osservò Cid e percepì che il preside lo stava sfidando, si avvicinò al microfono seguito dallo sguardo dei nuovi iscritti e da quello dei SeeD seduti alle sue spalle, che si chiedevano il perché della proposta del preside ad un nuovo arrivato.

“Salve. Mi è stato chiesto di parlare a voi matricole, ma non sono bravo a fare discorsi, quindi…” disse lanciando un’occhiata al preside “…sappiate che vi aspettano anni di fatiche, combattimenti e studio intenso, ed i pochi di voi che riusciranno a diventare SeeD rischieranno ripetutamente la vita durante le missioni che gli verranno affidate.”

Gli studenti erano tutti in silenzio ad osservare il loro oratore, una ragazza alzò il braccio ed al cenno di Volkov si alzò “Sono vere le voci secondo le quali l’uso dei GF provochi delle perdite di memoria?”

Il ragazzo non si aspettava di rispondere ad una domanda del genere “La stragrande maggioranza dei GF ha questo effetto collaterale, ma ne esistono anche molti altri con differenti conseguenze.”

“Ad esempio?” insistette la ragazza.

“Questo non è un dibattito sui GF.”

La ragazza si sedette, ma un altro studente si alzò per fare un’altra domanda.

“Si potrà contare sul supporto dei professori e dei SeeD?”

Volkov lo osservò alcuni secondi in silenzio, e gli rispose incrociando le braccia “Questo credo sia scontato. Ma per quel che mi riguarda, preferisco non avere matricole tra i piedi! Statemi alla larga, sarà meglio sia per che per voi.”

Tutte le persone presenti restarono colpite da quelle parole e nessuno aprì bocca.

“Preciso e conciso come sempre!” gli disse a bassa voce Cid avvicinandosi al microfono per spiegare il programma di studio.

Volkov si allontanò, lanciando uno sguardo ai SeeD seduti vicino al preside tra cui vi era anche Selphie “Così quella è la squadra del comandante…”

 

“Quel tipo ha uno strano modo di fare! Inoltre percepisco qualcosa di insolito in lui…” disse Rinoa guardandolo allontanarsi dal palco.

“Ha un che di familiare… non fosse per la benda.” osservò Quistis. Rinoa e Zell annuirono divertiti.

“Io lo trovo un ragazzo interessante!” esclamò Selphie facendo voltare tutto il gruppo verso di lei.

“Interessante?” chiese Rinoa con un sorriso malizioso.

“Io non lo trovo per niente interessante, anzi!” disse ad alta voce Irvine.

Zell gli mise una mano sulla spalla ridacchiando “Qualcuno qui è geloso!”

Irvine incrociò le braccia arrabbiato, mentre gli altri lo prendevano in giro e ridevano.

“Ragazzi! La volete smettere?” esclamò Shu trattenendo un sorriso.

 

Volkov stava passeggiando per la hall guardandosi intorno, doveva essere ora di lezione visto che non vi era quasi nessuno in giro. I tiepidi raggi del sole mattutino attraversavano l’enorme vetrata che formava il tetto della hall.

“Erano diversi anni che non venivo qui, ma non è cambiato niente…” pensò mentre si avvicinava lentamente alla mensa.

“Volkov?” esclamò una voce dietro di lui.

“Kadowaki!” disse il ragazzo voltandosi dalla direzione da dove proveniva la voce.

“E’ da molto che non vieni a trovarci! Dove sei stato?” chiese la donna avvicinandosi.

“Un po’ dappertutto, ma negli ultimi tempi ero a Trabia.”

“Cosa intendi per ultimi tempi? Mesi? Anni?” chiese l’anziana dottoressa ridacchiando, ma lui rimase impassibile.

“Vedo che non sei cambiato per niente!” esclamò divertita la donna osservando la sua espressione, ma ad un tratto il suo sguardo si fece serio “Eri al Garden al momento dell’attacco missilistico?”

Il ragazzo annuì senza dire una parola, non lasciando trasparire alcuna emozione.

“Dottoressa! Dottoressa!” urlò una ragazza che stava correndo verso i due “Uno studente è rimasto ferito al centro addestramento!”

“Scusami, ma devo andare!” disse seguendo la ragazza “Perché non passi in infermeria uno di questi giorni?”

“Ci proverò.” rispose lui con un cenno di saluto mentre percorreva il tratto che lo separava dall’edificio della mensa.

La vasta sala era quasi deserta, escluso qualche SeeD intento a fare colazione. Prese un caffè al bancone e si andò a sedere ad un tavolo un po’ isolato.

Una volta finito di bere si mise una mano nella tasca dell’uniforme e ne tirò fuori un pacchetto di sigarette, se ne mise una in bocca e con l’altra mano prese il suo zippo argentato.

“E’ vietato fumare nel Garden.” esclamò una voce femminile, Volkov alzò lo sguardo: era un SeeD, una ragazza dai capelli castani lunghi sino alle spalle, con un’aria estremamente severa.

“Mi scusi vicecomandante.” disse lui posando accendino e sigaretta sul tavolo e guardandola negli occhi, lei restò come catturata da quello sguardo così freddo.

“Io…” cercò di dire, lui continuò ad osservarla “…ti ho già visto…qui al Garden…”

“Lo escludo. E’ la prima volta che vengo a Balamb.”

“Forse mi sono sbagliata! Scusa!” disse sorridendo “Comunque ero venuta a cercarti perché il preside mi ha detto di darti questo!” così dicendo gli porse un borsone nero con un’etichetta con su scritto il suo nome.

“La ringrazio.”

“Non darmi del lei! Mi fai sentire vecchia!” esclamò la ragazza sorridendogli.

“Come preferisci Shu.” disse lui alzandosi raccogliendo accendino e sigarette, ed allontanandosi a passo deciso verso l’uscita della mensa con il borsone in spalla.

Shu lo seguì con lo sguardo finché non sparì oltre la porta.

“Mi ricorda una persona che vidi alcuni anni fa!” pensò chiedendosi chi potesse essere il nuovo arrivato e perché fosse stato trasferito a Balamb.

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Capitolo 3
*** Incontri ***


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CAPITOLO 02: Incontri

 

Volkov stava camminando per il dormitorio, sapeva dove si trovava la sua stanza sebbene non vi mettesse piede da molto tempo.

Si fermò di fronte ad una porta che, a differenza di tutte le altre, si apriva tramite un tastierino numerico la cui combinazione era conosciuta solo da Cid, Edea, Kadowaki e lui. Digitò il codice e la porta si aprì automaticamente.

Entrando nella stanza accese le luci e si guardò attorno: era tutto come l’aveva lasciato, nulla era fuori posto.

Posò il borsone sul letto e lo aprì, conoscendone già il contenuto: vi erano diverse chiavi, schede e codici che gli permettevano di accedere a qualunque zona del Garden; la sua nuova divisa SeeD, visto che l’ultima era stata fatta a pezzi durante un combattimento; alcuni oggetti di cura; un anticipo sul suo stipendio ed una lettera di Edea.

Si tolse la giacca dell’uniforme restando con una maglietta nera, aprì la busta che conteneva la lettera e si sdraiò sul letto iniziando a leggerla.

 

Caro Volkov, è da molto che non ti fai vedere.

Mi ero molto preoccupata non ricevendo tue notizie dopo la sconfitta di Artemisia, credevo ti fosse successo qualcosa durante il bombardamento di Trabia.

Cid mi ha detto che saresti tornato, e credo che avremmo molto di cui parlare. Sempre che tu abbia il tempo di farlo.

I miei ragazzi si sono mostrati all’altezza della situazione e spero che riuscirai a diventare loro amico, specialmente per te! Non ho mai sopportato il fatto che ovunque andassi fossi perennemente solo.

Forse non li riconoscerai nemmeno, sono talmente cresciuti! Credi che si ricordino di te?

La tua stanza è rimasta inviolata, e nessuno a parte noi quattro conosce il codice di accesso, nemmeno Squall.

Al momento sono molto occupata, il compito di vicepreside è molto più impegnativo di quanto ricordassi!

Devo ammettere che la tua puntualità ha dell’incredibile! Domani pomeriggio Squall e parecchi altri SeeD ritorneranno da una missione ad Esthar. Sai, i mostri del pianto lunare stanno creando non pochi problemi.

Non penso che abbia ancora trovato il coraggio di parlare a Laguna, almeno in questo si somigliano!

Comunque per il loro ritorno Selphie ha voluto organizzare una festa, spero che parteciperai anche tu questa volta, così avremmo modo di parlare un po’.

P.S. Come mai ti sei deciso solo ora a tornare?

P.P.S. Cerca di parlare alla piccola Fujin.

Edea

 

Il ragazzo posò la lettera e si mise a fissare il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto.

“Cosa mi ha spinto a ritornare qui?” si chiese posandosi una mano sulla fronte, ma non riuscendo a darsi una risposta si addormentò.

 

Un continuo bussare e chiamare svegliò il ragazzo dal sonno, era Selphie.

“Hey! Volkoooov! Mi apri o no?” urlava la ragazza continuando a bussare alla porta chiusa.

Lui si alzo, spense la luce ed aprì la porta.

“Cosa vuoi?” chiese lui con aria assonnata, la ragazza lo osservò per alcuni secondi.

“E’ davvero un bel ragazzo!” pensò sorridendo.

“Allora?” chiese Volkov appoggiandosi alla porta.

“Ah si! Ero venuta per accompagnarti in mensa!”

Lui la guardò stupito ed alzò il braccio per guardare il suo orologio, rendendosi conto che aveva dormito per tutta la mattinata.

“Mi dispiace, ma non era necessario. Vai pure, i tuoi amici ti staranno aspettando.”

“Avanti vieni con me! Ti presenterò il mio gruppo.” insistette la ragazza saltellando allegramente, ma lui la guardò facendole capire che l’idea non lo interessava minimamente.

Selphie incrociò la braccia e lo guardò seriamente sporgendosi verso di lui “Non mi muoverò di qui finché non verrai con me!”

“Fai pure.” così dicendo tornò dentro e chiuse la porta in faccia alla ragazza.

“Continuerò a bussare e chiamarti fino a quando non ti verrà un esaurimento nervoso!” esclamò lei cominciando a picchiare sulla porta chiusa. Volkov si rassegnò e riaprì la porta con l’espressione di chi è costretto a fare qualcosa che non ha la minima intenzione di fare.

“…dammi cinque minuti per cambiarmi.” disse richiudendo la porta in faccia a Selphie.

Qualche minuto più tardi era uscito dalla sua stanza con indosso l’uniforme SeeD di Balamb, Selphie fece qualche apprezzamento ma lui non vi fece caso. A quell’ora tutti gli studenti erano in mensa o vi erano diretti, e Volkov pensò che se nulla era cambiato molto difficilmente avrebbe trovato ancora uno degli ottimi panini di cui tutti gli studenti andavano ghiotti.

Selphie continuava a parlargli di quanto gli sarebbero piaciuti i suoi amici, ma lui non la stava nemmeno ad ascoltare, si stava guardando intorno per vedere se riusciva a riconoscere qualcuno.

Arrivati in mensa, la prima cosa che il ragazzo notò fu la lunga fila di fronte al bancone. Accorgendosi che non sarebbe mai riuscito a mangiare qualcosa prima che la maggior parte degli studenti avesse lasciato la mensa, si rassegnò a cercare almeno un posto a sedere.

La ragazza che aveva accanto iniziò a strattonarlo e lui la seguì per la sala, si udì una voce femminile chiamare Selphie e subito dopo una ragazza vestita di azzurro si avvicinò ai due.

“Come mai ci hai messo tanto?” chiese la nuova arrivata, poi notò Volkov “Tu sei quel ragazzo trasferito da Trabia! Volkov giusto?”

Lui annuì e  la guardò attentamente “…Rinoa Heartilly?”

“Si, come fai a saperlo?” chiese lei sorridendo.

“Ho… s-sentito molto parlare di te”

Le due ragazze si guardarono non capendo l’agitazione improvvisa del ragazzo. Dopo alcuni secondi di silenzio i tre si avvicinarono ad un tavolo che Volkov non aveva mai visto, al quale era seduto il gruppo di Selphie e Rinoa.

“Sono tutti qui!” penso tra se il ragazzo.

Selphie si diede da fare con le presentazioni “Allora! Lui è Zell, lei Quistis, lui Irvine e lei…”

“Ci siamo già incontrati stamattina!” disse Shu guardando il ragazzo “Ti dona di più l’uniforme di Balamb!”

“Però manca il mio tesoro! E’ ancora in missione.” disse Rinoa sedendosi vicino alla ragazza bionda.

“Ti riferisci al comandante Leonhart?” a quelle parole tutti si misero a ridere, lui non capì il perché.

“Ho sentito chiamarlo comandante, caposquadra… ma mai con tutta questa autorità!” esclamò Quistis ridendo.

Volkov osservava le persone sedute a quel tavolo, ed il suo sguardo incrociò quello di Irvine: lo stava fissando in un modo strano, come se la sua presenza lo infastidisse enormemente.

Rimase un po’ ad osservare il gruppo: non facevano altro che scherzare e prendersi in giro, il ragazzo pensò che dovevano essere molto affiatati, tanto da essere riusciti a sopravvivere alla compressione temporale.

“Cosa fai lì in piedi? Avanti siediti con noi!” esclamò Selphie indicando un posto libero vicino a Rinoa.

“Quello è il posto di Squall!” intervenne Irvine, sembrava arrabbiato e ciò convinse ancora di più Volkov che non doveva andare molto a genio al ragazzo con il cappello da cowboy.

“Non importa, preferisco rimanere da solo.” disse il ragazzo allontanandosi con un cenno di saluto, pensando al perché dello strano comportamento di Irvine.

 

“Che ti prende? Perché l’hai trattato così?” chiese Selphie piuttosto alterata, lui non rispose.

“Anche se non ti sta simpatico avresti potuto trattarlo meglio!”

“Se volete me ne posso andare per far posto a lui!” esclamò il ragazzo facendo per alzarsi.

Zell lo fermò “Hey! Che cos’hai?”

“Cosa ti ha fatto di male?” chiese Selphie sporgendosi verso di lui.

“Se preferisci lui a me nessuno ti vieta di seguirlo!” a quelle parole tutti capirono: era geloso.

Tutti quanti sapevano che Irvine era innamorato di Selphie e lei lo ricambiava, ma i due continuavano ad aspettare che l’altro facesse il primo passo, cosa che non accadeva mai.

“Sei geloso?” chiese Selphie cercando di farsi dire ciò che aspettava da tempo.

“Geloso?” chiese lui distogliendo lo sguardo “E perché dovrei? Per quel che mi riguarda puoi anche mettertici insieme!”

“Forse è quello che farò!” disse lei incrociando le braccia e guardando altrove.

Gli altri rimanevano in silenzio ad osservare la scena, “Avanti, adesso smettetela.” disse con calma Shu, cercando di far calmare i due.

 

Nel frattempo Volkov stava cercando un posto dove potersi sedere e star tranquillo, ma non ne trovava.

“Non lo ricordavo così affollato il Garden!” pensò guardandosi intorno, non vedendo la ragazza che gli stava venendo incontro, anche lei soprappensiero.

Volkov scosse la testa per il colpo e si avvicinò alla ragazza che era finita a terra e le porse la mano.

“Scusami. Non ti ho vista. Stai bene?”

“AFFERMATIVO!” disse la ragazza con uno strano tono di voce, prendendo la mano che il ragazzo le offriva ed alzandosi.

I loro sguardi si incrociarono ed i due restarono immobili a guardarsi per un tempo che sembrò infinito.

La ragazza lo esaminò dall’alto in basso, sentendo qualcosa di familiare in lui che non seppe però descrivere.

Le sembrava di conoscerlo ma non l’aveva mai visto prima d’ora.

Notò per prima cosa i suoi capelli dal colore identico al suo, a parte quella ciocca rossa, e successivamente si accorse della benda sull’occhio sinistro, come la sua.

“NOME?” chiese la ragazza come se si fosse ripresa da quello sguardo.

“Mi chiamo Volkov. E tu?”

“FUJIN.” rispose guardandolo dritto in volto.

I due si esaminarono ancora alcuni secondi, come due avversari che si stessero studiando, ma non avevano la benché minima intenzione di affrontarsi, anzi…

“Hey Fujin! Quanto ci metti?” esclamò un ragazzo avvicinandosi, aveva dei capelli biondi pettinati all’indietro ed indossava un lungo giubbotto grigio piuttosto logoro, si voltò verso Volkov “Ci conosciamo?”

“No, sono nuovo del Garden.”

“Io sono Seifer.” disse il ragazzo porgendogli la mano.

Volkov lo guardò in volto e guardò la mano che il ragazzo gli stava porgendo. Lo colpì al volto con un pugno facendolo cadere a terra.

Quasi tutti i presenti nella sala si voltarono a guardare cosa stesse accadendo, pochi avrebbero avuto il coraggio di tirare un pugno a Seifer. Per evitare che finisse a botte Shu e Quistis si alzarono dal loro tavolo e corsero verso i due.

“Che cazzo fai?” esclamò Seifer toccandosi la mandibola dolorante.

Il ragazzo lo guardò con il suo sguardo di ghiaccio ma non gli rispose e si allontanò in direzione di un tavolo libero piuttosto isolato. Seifer si rialzò e fece per saltare addosso a Volkov, ma Quistis lo bloccò prendendolo alle spalle.

“Lascialo andare!” esclamò la ragazza trattenendolo a stento.

“Mi ha colpito lui! Non dovreste trattenere me!”

“Sai perché ti ha colpito?” gli chiese Shu incrociando le braccia, Seifer fece cenno di no e si liberò dalla presa di Quistis “Si è trasferito qui da Trabia.” a quelle parole il ragazzo abbassò la testa.

“Non credo ti darà fastidio in futuro, ma lascialo stare ok?” si raccomandò la ragazza mettendogli una mano sulla spalla, lui fece cenno di si con il capo.

“Dai Fujin, adesso andiamo!” disse infine ritornando sui suoi passi, la ragazza si voltò a guardare Volkov seduto al suo tavolo con il capo abbassato.

 

Dopo più di mezz’ora Volkov non era ancora riuscito a mangiare niente, sebbene molti studenti avessero lasciato la mensa la fila davanti al bancone era pressoché invariata e così decise di alzarsi ed andare a fare un giro per il Garden.

Aveva voglia di allenarsi ma preferì rimandare a più tardi, nel primo pomeriggio le matricole riempivano il centro addestramento mentre la sera preferivano restare in mensa o comunque fare altro.

Decise di fare un salto in infermeria per fare due chiacchiere con la dottoressa Kadowaki.

Una volta arrivato alla porta di ingresso dell’edificio sentì due voci provenire dall’interno.

“Ecco fatto! Ma dovrai fare attenzione la prossima volta!” si raccomandò la dottoressa.

“Non si ripeterà, la prossima volta mi guarderò bene le spalle!” esclamò una voce femminile.

“Hai un metabolismo decisamente forte, il taglio è già rimarginato.”

Volkov entrò in infermeria e vide che la seconda voce apparteneva a Rinoa.

“Ciao!” lo salutò la ragazza sorridendo.

Il ragazzo notò che Rinoa aveva una fasciatura sull’avambraccio destro.

“Mi ha colpita un Archeosaurus alle spalle!” disse vedendo che la stava osservando “Ero un po’ distratta!”

“Sei ferito anche tu?” chiese la donna posando delle fasce sterili.

“Sono venuto per parlare con lei.”

“Allora vi lascio soli!” esclamò Rinoa salutando i due mentre usciva dalla stanza.

La donna si voltò verso il ragazzo con uno sguardo interrogativo “Da quando mi dai del lei?”

“Davanti alla ragazza…”

“Si è vero, non ci pensavo! Sai, non ti aspettavo così presto.” disse la dottoressa andando a sedersi dietro alla sua scrivania.

“Non avevo niente di meglio da fare…”

“Allora, di cosa vuoi parlare?”

“Volevo solo chiederti una cosa.” disse il ragazzo sedendosi sulla scrivania “Cosa avete detto a Fujin? E cosa ne pensa?”

“Non sa assolutamente niente. Edea, Cid ed io abbiamo preferito che fossi tu a dirgli come stanno le cose.”

“Avete fatto bene.”

“Non avevamo altra scelta! Non credo ci avrebbe creduto.” così dicendo scosse la testa.

L’interfono dell’infermeria suonò e la donna rispose “Si?”, il ragazzo si guardò intorno: l’infermeria si era ingrandita ed

ammodernata rispetto a come la ricordava lui.

“Va bene, arrivo subito!”

“Cos’è successo?”

Kadowaki sospirò “Uno studente si è ferito utilizzando una magia durante una lezione!”

“Hyne ci scampi dalle nuove generazioni!”

La dottoressa si mise a ridere ed insieme uscirono dall’infermeria, e mentre una si dirigeva verso l’ascensore l’altro s’incamminava verso il dormitorio.


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Capitolo 4
*** Scontro ***


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CAPITOLO 03: Scontro

 

Il ragazzo era appena entrato nel dormitorio. Camminava con la testa impegnata a rielaborare tutto ciò che era successo dal suo arrivo: l’incontro con Selphie; il discorso alle matricole; la lettera di Edea ed il fatto che Irvine non lo sopportasse. Non che gli importasse più di tanto, ma non riusciva a capirne il motivo.

Ma più importante di tutti fu l’incontro con Fujin, che a dire il vero lo lasciò un po’ spiazzato, non se lo sarebbe aspettato così presto. Inoltre sembrava che lei provasse un certo interesse per lui. Se non fosse arrivato Seifer avrebbe cercando di aprire un dialogo per rendere più facili le cose.

Riflettendoci si rese conto che non avrebbe dovuto tirare quel pugno al ragazzo, principalmente per due motivi: in primo luogo Fujin era la sua migliore amica, ed in secondo luogo Seifer aveva dimostrato di provare un forte rimorso per ciò che aveva fatto, anche se era stato plagiato ed in fondo non era completamente conscio di ciò che fceva. Forse non lo avrebbe mai perdonato per Trabia, ma gli avrebbe comunque fatto le sue scuse per quel comportamento deplorevole.

“Hey! Ciao!”

Volkov alzò lo sguardo distogliendo la mente da quei pensieri. Erano Rinoa e Selphie, si stavano avvicinando a lui a passo spedito, la ragazza mora aveva in mano alcuni libri.

“Dove stai andando?” chiese Selphie saltellando.

“Nella mia stanza, perché?”

“A cosa fare?” insistette lei. Il ragazzo si voltò in direzione di Rinoa in cerca di aiuto per uscire da quella conversazione, ma la ragazza si limitò a sorridergli.

“Vado a cambiarmi.”

“Perché?”

“Volevo andare ad allenarmi, e non mi sembrava il caso di andarci con l’uniforme. Non credi?” esclamò leggermente seccato.

I tre rimasero in silenzio a guardarsi in volto, poi Rinoa prese in mano la situazione “Io devo studiare per il prossimo esame. Non avendo i libri di testo sto cercando qualcuno che me li presti! Non è che ne avresti qualcuno?”

“Si, dovrei averli nella mia camera.” rispose Volkov facendo cenno alle due ragazze di seguirlo.

Quando furono di fronte alla stanza del ragazzo, Selphie e Rinoa notarono il tastierino numerico e lo osservarono perplesse.

“Potreste voltarvi?” chiese lui gentilmente . Le ragazze ubbidirono e Volkov inserì il codice, la porta si aprì di scatto.

“Aspettatemi qui per favore.” così dicendo entrò nella stanza.

Prima che la porta si richiuse le due diedero una sbirciata dentro, ma la luce non era accesa e le tapparelle erano abbassate, e quindi l’oscurità avvolgeva la camera.

Una volta dentro chiuse la porta, non voleva che qualcuno entrasse, tantomeno loro due. Velocemente si tolse l’uniforme ed indossò i suoi vestiti abituali: un paio di anfibi, dei pantaloni militari, una maglietta aderente, una camicia militare, dei guanti di pelle ed il suo lungo giubbotto; tutti i suoi capi erano rigorosamente neri. Prese tutte le sue armi, il suo accendino e le sue sigarette.

Dopodiché si mise a cercare i libri per Rinoa nella sua grande libreria a fianco della porta. Senza volerlo sentì le voci delle ragazze e mentre cercava si mise ad ascoltare cosa stessero dicendo.

 

“Io lo trovo simpatico! Tu no?” chiese Selphie.

“Simpatico… a dire il vero mi ricorda il vecchio e freddo Squall! Ma oltre a questo provo ancora quella strana sensazione, come se ci fosse qualcosa di strano in lui!” disse Rinoa riflettendo “Ma devo ammettere che è una persona interessante, non mi dispiacerebbe se entrasse nel gruppo!”

“Squall si arrabbierebbe!”

“Perché?” chiese la ragazza mora non capendo.

“Gli ruberebbe la parte del lupo solitario!” esclamò ridendo “Senza contare che nemmeno Irvine lo vede di buon occhio!”

L’espressione di Rinoa si fece seria “Vorrei parlarti di questo.” disse mettendosi le mani sui fianchi “Volkov ti piace?”

“R-Rinoa!” esclamò la ragazza sorridendo.

“Rispondimi!”

“Beh… è un bel ragazzo! Ma sai benissimo chi mi piace veramente!” disse Selphie arrossendo.

“Appunto per quello! Comportandoti così, lo farai odiare ad Irvine! Non è giusto che tu ti faccia vedere con Volkov per farlo ingelosire!”

“Non è vero!” rispose lei alzando la voce “Io non uso Volkov! Se mi trovo bene con lui non trovo perché non possa farci quattro chiacchiere! E poi se davvero piaccio così tanto ad Irvine, perché non me l’ha ancora detto?”

Rinoa sospirò e parlò con più calma “Lo sai che nonostante quel comportamento da donnaiolo è timido ed impacciato se la ragazza in questione sei tu! Dovresti farti avanti tu per prima, altrimenti diventerai vecchia aspettandolo!”

 

La porta si aprì di scatto e le ragazze sobbalzarono per lo spavento, si erano completamente dimenticate di lui. Lo guardarono dall’alto in basso, quell’abbigliamento le sorprese, nel Garden era solo Squall a vestirsi tutto di nero e secondo loro ora il nuovo arrivato assomigliava ancora di più al loro amico.

“Non ti sembrano eccessive?” chiese Rinoa riferendosi alle sue armi: aveva una lionheart sulla schiena, degli strani coltelli da lancio sulla gamba destra, un coltello da sopravvivenza poco sopra l’anfibio sinistro, e teneva in mano una lunga custodia nera.

“Non ho mai perso un combattimento con queste.”

“Comè luuunga! Cos’è?” chiese Selphie indicando la custodia.

“Questa…” disse estraendone una lunga spada dalla forma sinuosa “…era di mio padre.”

“Era? Te l’ha regalata?” chiese Selphie ammirando l’arma.

“No, è morto quando io avevo quattro anni.”

“M-mi dispiace… non lo sapevo!”

“Non importa, è successo molto tempo fa.” disse rimettendo la spada nella sua custodia.

“Scusa, ma quanti anni hai?” chiese Rinoa curiosa “E dove vivevi quando eri piccolo?”

“Perché queste domande?” chiese con un tono che alle due ragazze parve nervoso.

“Così, tanto per conoscerci!”

“Ecco, ho… diciassette anni. E vivevo a nord di Trabia, non molto lontano dal villaggio degli Shumi.”

“Anche noi abbiamo la tua età, a parte Quistis, Shu e Seifer che sono più vecchi di un anno.” disse Rinoa sorridendo, ma non capendo perché aveva impiegato tutto quel tempo a rispondere.

Volkov premette un tasto sul pannello di fianco alla porta, la quale emise un  segnale sonoro. I tre iniziarono ad avviarsi verso l’uscita del dormitorio, uno diretto al centro addestramento, una in biblioteca e l’altra al giardino.

Arrivati nella hall si apprestarono a dividersi.

“Tieni. Credo possano esserti utili.” disse porgendogli  alcuni libri.

La ragazza li osservò per un po’ ed alzò lo sguardo verso il ragazzo “Hanno l’aria di essere decisamente vecchi! Sono tuoi?”

“Si… cioè, erano di mio padre!”

Nuovamente le ragazze notarono la tensione nel tono di voce di Volkov. Senza badarci Rinoa allungò la mano libera per prendere i libri, la sua mano tocco quella del ragazzo.

La ragazza lanciò un grido fortissimo, tirandosi indietro facendo cadere tutti i libri; tutte le persone presenti nella hall si voltarono a vedere da dove provenisse l’urlo cercando di capirne la causa.

“Cos’hai Rinoa?” urlò Selphie preoccupata per l’amica.

Rinoa restò in silenzio alcuni secondi, poi sembrò riprendersi “Non è niente stai tranquilla!” disse con tono poco convincente.

“Non ti ho mai vista così spaventata!”

“Stai bene?” chiese Volkov chinandosi per raccogliere i libri.

“S-si.” rispose la ragazza chinandosi a sua volta “Ogni tanto i miei poteri mi fanno dei brutti scherzi!”

“Allora è vero… è una strega!” pensò Volkov porgendo alla ragazza i libri che aveva raccolto.

Rinoa sembrò esitare di fronte al ragazzo, dopo alcuni secondi si decise e afferrò velocemente i libri “Grazie!” disse cercando di sorridergli “Ora è meglio che vada a studiare!” e si allontanò a grandi passi.

Selphie era sconvolta, non aveva capito assolutamente nulla di ciò che era successo, si voltò verso Volkov ma la stava guardando a sua volta con un’espressione interrogativa.

I ragazzi che si erano avvicinati si erano avvicinati per vedere cosa stesse succedendo avevano lasciato perdere ed erano tornati alle loro occupazioni. La ragazza castana si diresse con Volkov verso il centro addestramento.

“Non dovevi andare in giardino?”

“Sei qui da poco e già conosci bene il Garden? Io ho impiegato un bel po’ per abituarmici!” disse con un ampio sorriso “Comunque volevo solo accompagnarti per un pezzo.”

Volkov iniziò a domandarsi perché la ragazza aveva tutto quell’interesse per lui.

“Tilmitt!” chiamò una voce alle loro spalle, si voltarono e videro Irvine con uno sguardo a dir poco serio “Shu ti sta cercando, deve dirti qualcosa di importante per il festival.”

La ragazza se ne andò salutando con un cenno Volkov, trascurando Irvine. Il ragazzo si chiese perché l’avesse chiamata per cognome, era veramente geloso del fatto che Selphie parlasse con lui?

“Salve Irvine.” disse il ragazzo vestito di nero voltandosi per raggiungere il centro addestramento, aveva perso fin troppo tempo.

“Stai lontano da Selphie!” esclamò il ragazzo dai capelli lunghi.

“Di cosa stai parlando?” chiese lui senza fermarsi ne voltarsi.

“Ti ho detto di lasciarla stare!” così dicendo si avvicinò a Volkov con l’intenzione di afferrarlo per un braccio, ma lui fu più veloce: lasciò cadere la custodia con la spada, si mise una mano dietro la schiena all’altezza della cintura, impugnò la sua pistola e la puntò alla testa del ragazzo vestito da cowboy.

Irvine restò pietrificato, come se gli avessero lanciato un incantesimo.

“C-che vuoi fare?” chiese restando immobile.

“Si può sapere che diavolo vuoi da me?” chiese Volkov con un’espressione impassibile. Nel frattempo si stavano radunando sempre più studenti intorno ai due, tra i quali anche Zell che si fece largo tra le matricole.

“Che sta succeden…” chiese bloccandosi nel vedere la scena “Che stai facendo?” urlò correndo verso il ragazzo con la benda, ma dovette fermarsi per via della lionheart puntata alla gola.

Nel frattempo sopraggiunsero anche la dottoressa Kadowaki e Quistis, incuriosite da tutta la folla riunita lì attorno, si avvicinarono e spalancarono la bocca per lo stupore.

La scena era impressionante: Volkov puntava una pistola sulla fronte di Irvine, il quale non ne capiva il motivo ed era piuttosto impaurito, e contemporaneamente minacciava di tagliare la gola a Zell se si fosse mosso anche di un millimetro; nessun altro osò avvicinarsi.

“Volkov, non fare cose di cui potresti pentirti!” gli disse con calma la dottoressa, non capendo da cosa fosse partito tutto.

“Per favore, nessuno si intrometta.” disse il ragazzo rivolgendosi poi ad Irvine “Ti riformulo la domanda: cosa vuoi da me?”

“Che lasci stare Selphie!” disse tutto d’un fiato, anche se un po’ meno convinto di prima.

“Io non ho alcun interesse nei suoi confronti.”

“Ma se siete sempre attaccati!”

“Sempre? Sono qui da stamattina. Ma dimmi, la cosa ti da così fastidio?” chiese con una voce neutra, senza alcun sentimento.

“Si.” fu l’unica risposta di Irvine.

“E perché?”

Il ragazzo non rispose ed abbasso lo sguardo.

“Ti ho chiesto perché.” disse Volkov abbassando il cane della pistola, sempre puntata sulla fronte del ragazzo.

“Perché la amo! Da sempre! E non sarai tu a portarmela via!” urlò infuriato Irvine tirando un colpo al braccio del ragazzo facendo cadere la pistola.

Il cowboy cercò di tirargli un pugno ma lui lo schivò; lasciando cadere la lionheart che bloccava Zell, tirandogli un calcio ad una gamba facendolo cadere, gli fu sopra estraendo il suo coltello e puntandoglielo alla gola.

Per la seconda volta Irvine fu sconcertato dalla rapidità dei movimenti di Volkov, come del resto tutti i presenti.

Zell cercò di intervenire, ma la dottoressa lo fermò e gli fece cenno di no con il capo. Conosceva il ragazzo e sapeva che non avrebbe mai fatto del male ad Irvine.

“E perché non glielo dici?” chiese Volkov non cambiando espressione.

“…il tuo obbiettivo sin dall’inizio era di dirmi questo?”

“Già.” rispose lui alzandosi e raccogliendo le sue armi sparse a terra.

Irvine si alzò a sua volta, si sentiva un vero idiota. Aveva dovuto dirglielo un nuovo arrivato che se fosse andato avanti così l’avrebbe persa sul serio la sua Selphie!

“Io ti ho trattato male, mentre tu mi hai aperto gli occhi! Puoi scusarmi?” chiese il ragazzo imbarazzato per la figuraccia fatta di fronte a tutte quelle persone.

“Non c’è problema. Anzi sono lusingato…”

“Lusingato? E per cosa?” chiese Irvine non comprendendo il senso di quell’affermazione.

“Si è gelosi di una persona soltanto quando se ne invidia il fascino.” disse Volkov avviandosi verso il centro addestramento; al suo avvicinarsi gli studenti si scansavano, come se ne avessero paura. Cosa che in fondo poteva essere veritiera.

La dottoressa scosse la testa sorridendo “Non è cambiato per niente!” pensò avvicinandosi a Zell per vedere se la lama l’avesse ferito, ma fu un controllo inutile, conosceva l’abilità del ragazzo e sapeva che non avrebbe torto un capello ai due.

“Devo fare rapporto al preside?” chiese Quistis incrociando le braccia.

“Non è necessario, in fondo non ha fatto del male a nessuno, anzi…” disse la donna pensando che, anche se avesse fatto rapporto, il preside non avrebbe preso provvedimenti di alcun genere.


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Capitolo 5
*** Parlare ***


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CAPITOLO 04: Parlare

 

Il gruppo che si occupava della preparazione della festa per il ritorno di Squall e gli altri SeeD era in una fase di lavoro intensivo, tutto doveva essere pronto per la sera seguente, ed il tempo non sembrava bastare.

Selphie e Shu urlavano ordini agli altri studenti e SeeD, come se fossero due comandati che dirigono un’azione di guerra.

Irvine entrò cautamente nella sala da ballo guardandosi intorno e vide solo un gran disordine. Lentamente si avvicinò alle due ragazze, le quali non si accorsero di lui sino a quando non le fu praticamente davanti.

“Siamo occupate Kinneas!” esclamò Selphie senza degnarlo di uno sguardo.

“Volevo parlarti.” disse il ragazzo passandosi una mano tra i capelli.

“Sul serio? Poco fa non mi sembrava tu ne avessi molta voglia!” ribadì la ragazza arrabbiata per via del comportamento che lui aveva da quando aveva visto Volkov.

“Puoi seguirmi per favore?”

“Vai pure. Qui ci penso io!” disse Shu intuendo la situazione.

I due si allontanarono lentamente ed uscirono dalla stanza ritrovandosi nel corridoio del secondo piano, stranamente vuoto per quell’ora del pomeriggio.

Irvine si fermò e si voltò verso Selphie. Era un ragazzo molto espansivo e faceva il filo ad ogni ragazza carina del Garden e non. Nonostante questo quando aveva a che fare con la ragazza che aveva di fronte in quel momento non si comportava da donnaiolo ma in modo serio, ed a volte si rivelava piuttosto impacciato.

“Cosa vuoi dirmi?” chiese la ragazza puntando i piedi.

“Beh…volevo chiederti se…” cercò di dire con un certo imbarazzo, il cuore gli batteva ad un ritmo altissimo, cosa che non gli era mai capitata prima con una ragazza.

“Allora?”

“Ti andrebbe di uscire una volta insieme, tu ed io?” le chiese raccogliendo tutto il suo coraggio.

Selphie lo guardò come se aspettasse quella frase da mesi, cosa che corrispondeva al vero. La ragazza però voleva lasciarlo un po’ sulle spine.

“Non saprei, Volkov mi ha chiesto la stessa cosa…”

Irvine sbarrò gli occhi sorpreso, ma poi ripensò a ciò che era accaduto nella hall poco prima.

“Sta a te decidere.” rispose freddamente per vedere la reazione della ragazza.

Selphie rimase piuttosto sorpresa da quelle parole ma continuò la sua recita “Diciamo che potrei anche pensarci. Ma solo se tu smetterai di trattare male ogni persona con cui parlo amichevolmente!”

“Te lo prometto.” disse lui annuendo.

“Allora ne riparleremo alla festa. Ora devo tornare al lavoro! Ciaooo!” esclamò sorridendo e correndo verso il salone, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.

Irvine tirò un sospiro di sollievo e sorrise “Devo un favore a Volkov!” pensò avviandosi fischiettando verso l’ascensore.

 

Rinoa aveva lasciato i suoi libri in biblioteca e si stava dirigendo in direzione dell’ascensore decisa a raggiungere la presidenza. Premette il pulsante di chiamata e dopo alcuni secondi dall’ascensore ne uscì Irvine con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, nel vederla si tolse il cappello e si inchinò.

“Salve, sei più bella che mai!”

La ragazza lo guardò in modo strano “Siamo di buon umore vedo!”

“Lo puoi ben dire!” esclamò il ragazzo con l’impermeabile, mettendosi le mani in tasca ed allontanandosi fischiettando.

“Avrà avuto un appuntamento dall’ennesima ragazza!” pensò Rinoa scuotendo la testa mentre entrava nell’ascensore e premeva il tasto del terzo piano  “Tanto tra un paio di giorni lo mollerà per via del suo comportamento da playboy!”

L’ascensore impiegò una quindicina di secondi ad arrivare al terzo piano. La ragazza uscì e percorse il corridoio, oltrepassando gli uffici di Squall e Shu, fermandosi infine di fronte alla presidenza.

“Spero che non ci sia Cid!” pensò mentre bussava.

Una voce gli disse di entrare, lei lo fece e richiuse la porta dietro di se. Si guardò intorno, nella stanza vi era solo Edea, occupatissima su di un considerevole mucchio di scartoffie. Rinoa pensò che dovevano essere dei documenti riguardanti le nuove matricole.

“Rinoa!” esclamò la vicepreside alzando lo sguardo “Come stai?”

“Bene grazie! E lei?”

“Benissimo se non fosse per tutta queste stupide carte!” esclamò con un’aria estremamente annoiata “Devi scusarmi ma sono molto occupata! Se non ti dispiace parleremo un’altra volta.” disse con un tono di voce molto dolce, ritornando con la testa immersa tra le carte.

Rinoa la osservò in silenzio per un po’ ed infine si decise a parlare “Non volevo farle perdere tempo. Ma dovevo assolutamente parlarle di Volkov Borodin.”

“Volkov?” chiese la donna alzando lo sguardo di colpo.

“Lo conosce?”

“E’ quel SeeD appena trasferitosi da Trabia giusto?”

La ragazza annuì “Mi è capitata una cosa che non mi era mai capitata prima: senza pensarci gli ho toccato la mano e…”

“E cosa?” chiese Edea interessata a ciò che la ragazza stava dicendo.

“Non so come dirlo… mi è capitato altre volte di sentire lo spirito emanato da una persona ma… questa volta ho avvertito qualcosa che non so descrivere! Come se fosse un potere troppo grande per me, tanto da farmi venire una fortissima fitta alla testa! Credo di aver urlato…”

“E poi?”

“A poco a poco quella sensazione è passata. Ho detto a Volkov e Selphie che era per via del fatto che non riesco a controllare a pieno i miei poteri. Sa dirmi cos’è successo realmente?”

Edea tirò un sospiro e si alzò, avvicinarsi a Rinoa e posandole la mano sulla testa. La ragazza rimase immobile senza dire niente sino a quando la donna ritirò la mano.

“Allora?”

“Non preoccuparti ragazza mia! Probabilmente lo spirito di quel ragazzo è più facile da avvertire di quello delle altre persone, non credo che la cosa si ripeterà.”

“Come fa a dirlo?” chiese incuriosita la giovane strega.

“Toccandolo ti sei sintonizzata con il suo spirito, cosa che puoi fare con chiunque facendo un po’ di pratica. Questo ti consente di sapere dove lui si trovi.”

“Posso farlo davvero?” chiese la ragazza enormemente stupita da ciò che la donna le stava dicendo.

“Certo, ma richiede molta concentrazione.” disse infine Edea tornando alla sua scrivania “Ora sei più tranquilla?”

Rinoa annuì e le sorrise, sapeva di poter contare su di lei, specialmente per ciò che riguardava i suoi poteri. L’unica cosa che le aveva dato da pensare era la sensazione iniziale che la donna conoscesse Volkov, ma era sicura se lo avesse conosciuto glielo avrebbe detto. Pensandoci bene non poteva conoscere il ragazzo: era al Garden da quella mattina, e diceva di non essere stato lì prima d’ora.

Ma era la verità?

Questo dubbio continuava a passere per la testa della ragazza.

“Scusa, ma adesso devo tornare al lavoro.”

Rinoa si inchinò e ringraziandola uscì dalla presidenza. Una volta che la ragazza fu fuori, Edea si mise a scrivere qualcosa su di un foglio.

Proprio in quel momento sentì bussare alla porta, disse di entrare e la porta si aprì.

“Shu! Cara!” disse rivolgendosi alla ragazza appena entrata.

“Salve! C’è il preside Cid?” chiese avvicinandosi alla scrivania guardandosi intorno senza trovare traccia dell’uomo.

“E’ sul ponte di comando. Sai quanto gli piace osservare il cielo dall’alto!” esclamò ridacchiando mentre inseriva il foglio in una busta e la sigillava con della ceralacca.

“Grazie.”

“Aspetta!” disse Edea “Potresti portare questa a quel SeeD che si è trasferito da Trabia?”

“Volkov?” chiese la ragazza prendendo la lettera.

“Si lui. Puoi fargliela avere prima possibile?”

“Certamente! Cosa contiene?” chiese la ragazza incuriosita dal simbolo inciso sulla cera lacca, le sembrava una specie di mostro alato, forse un drago.

“Una lettera del preside del Garden di Trabia ed il suo stipendio.” rispose la donna mentre Shu saliva sull’ascensore che portava al ponte di comando.

 

Il sole stava calando, le prime stelle cominciavano a far capolino e nel Garden le luci iniziavano ad accendersi.

Volkov stava uscendo dal centro addestramento. Aveva passato il pomeriggio ad allenarsi, anche se a dire il vero era solo un modo per passare il tempo, visto il bassissimo livello dei mostri.

Decise di andare in mensa, pensando che se arrivava prima poteva ancora sperare di trovare qualche panino, non avendo mangiato a pranzo era completamente a stomaco vuoto e decisamente affamato.

Prima di andare in mensa passò dalla sua stanza per posare le sue armi esclusi i coltelli da lancio e la custodia che conteneva la lunga spada.

Arrivato in mensa si stupì di trovarla già un po’ affollata, e si stupì maggiormente di trovare ancora dei panini, ne prese tre e si andò a sedere al solito tavolo appartato nell’angolo opposto all’entrata.

Si guardò intorno, il suo sguardo si posò su un ragazzo che si stava avvicinando a lui, era Seifer. Volkov gli lanciò un’occhiata a dir poco raggelante.

“Non ho intenzioni ostili!” esclamò Seifer alzando le mani, vedendo che il ragazzo teneva la custodia contenente l’arma appoggiata al braccio sinistro con la mano abbandonata su di essa.

Il ragazzo biondo si sedette al tavolo, mettendosi proprio di fronte a lui.

“Molto probabilmente non te ne importerà niente ma… mi dispiace per Trabia.”

“Non c’è bisogno che ti scusi. Eri manipolato da Artemisia, e se qui qualcuno deve porgere la sue scuse all’altro, questo sono io. Ho sbagliato a tirarti quel pugno.” si scusò sinceramente Volkov.

“Lascia stare. Ogni tanto ci vuole!” esclamò sorridendo.

“Ottimo a sapersi!” disse Shu giungendo alle spalle di Seifer.

“Salve signor vicecomandante!”

“Non dovresti essere in giardino ad aiutare a smontare il palco?” chiese la ragazza sporgendosi verso di lui.

“Ne sei sicura?” chiese lui con un’espressione stupita, naturalmente falsa.

Shu lo fissò alcuni secondi, lui si alzò sbuffando e si allontanò in direzione dell’uscita con le mani in tasca.

“Dov’eri? Ti stavo cercando!” disse la ragazza avvicinandosi e porgendogli la busta.

“Che cos’è?” chiese lui prendendola, poi riconobbe il timbro sulla ceralacca.

“Edea mi ha detto che contiene una lettera ed il tuo stipendio.”

Volkov si mise la busta in tasca e prese in mano uno dei panini che aveva davanti. Stava per tirate un morso quando Shu gli si rivolse osservandolo in volto.

“Non hai mai incontrato Edea?”

Il ragazzo alzò lo sguardo, sorpreso da quella domanda improvvisa “La vicepreside? Come ti ho già detto è la prima volta che vengo qui.”

“Questo non significa che tu non la conosca!”

“No, non l’ho mai incontrata.”

La ragazza guardò l’orologio e si alzò velocemente “Scusa ma devo andare! Gli altri mi stanno aspettando per andare a cenare in città.” disse allontanandosi in fretta.

Volkov tornò a concentrarsi sui suoi panini, aveva troppa fame per pensare ad altro.

Mentre il ragazzo terminava il secondo notò un persona che tornava a mani vuote dal bancone, i panini dovevano essere terminati, la ragazza si stava dirigendo verso l’uscita, quando Volkov la chiamò.

“Hey! Fujin!” esclamò facendo cenno alla ragazza di raggiungerlo al suo tavolo, lei esitò un poco ma poi si avvicinò a lui e si sedette.

“Tieni, prendi questo.” disse Volkov porgendole il piatto con l’ultimo panino rimastogli.

“NEGATIVO!” esclamò scuotendo la testa arrossendo.

“Avanti! Prendilo, io non ho più fame.”

Fujin prese il panino, “GRAZIE!” disse sorridendogli.

Il ragazzo rimase ad osservarla mangiare, pensò che ormai doveva avere diciassette anni. Poggiò la testa sul braccio destro continuando a guardarla. Fujin alzò lo sguardo e incrociò quello di Volkov, lo distolse immediatamente.

“Ti metto così in imbarazzo?” le chiese senza distogliere lo sguardo. Lei lo guardò ma non disse nulla.

“Avrei alcune cose da dirti. Non appena hai finito, verresti con me nella zona segreta?”

La ragazza rimase sorpresa, arrossendo e non riuscendo a rispondergli. Volkov si accorse che Fujin aveva frainteso tutto, credendo che lui le stesse chiedendo un appuntamento.

“Voglio solo parlarti.” disse cercando di essere il più convincente possibile. Lei annuì alzandosi con il panino in mano, lui la imitò raccogliendo la lunga custodia nera.

Durante il tragitto per la zona segreta, Fujin pensò a cosa avrebbe potuto volergli dire. Non lo conosceva, ma si fidava ciecamente di lui, come se si trattasse di una persona a lei affine o qualcosa del genere, anche se non sapeva spiegarselo.

Si sorprese enormemente del fatto che nessun mostro osò avvicinarsi a loro, riuscendo a raggiungere la loro destinazione senza dover combattere.

“Avrei una domanda da farti.” disse il ragazzo avvicinandosi ed appoggiandosi al muretto con lo sguardo fisso su di lei “Come hai perso l’occhio?”

Fujin sobbalzò, come se avesse toccato un argomento proibito. In effetti la ragazza cercava di non parlarne con nessuno, e solo Seifer sapeva la verità, gli altri credevano che fosse per colpa di un Archeosaurus.

“Mi vuoi rispondere?”

Lei scosse la testa ed abbassò lo sguardo. Volkov le si avvicinò e l’abbracciò, Fujin lo accolse lasciandosi andare, si sentiva bene stando così vicina al suo corpo.

“Capisco cosa provi. Ci sono passato anch’io come vedi.” disse con calma e passandole una mano tra i capelli.

Il ragazzo si staccò un poco guardandola in volto, lei fece lo stesso, osservandolo con il suo profondo occhio rosso.

Improvvisamente Volkov le si avvicinò e la baciò, la ragazza sembrava rispondergli, ma ad un tratto sgranò il suo unico occhio e si divincolò dal ragazzo spingendolo via.

“Che stai facendo?” esclamò la ragazza “Credevo che volessi solo confortarmi, non saltarmi addosso!”

Così dicendo si fermò mettendosi le mani davanti alla bocca, e per poco non si mise a piangere. Da quando aveva perso l’occhio non era più riuscita a parlare normalmente, la dottoressa le spiegò che era dovuto allo shock e che comunque tutto sarebbe tornato normale. Ma nulla era cambiato, era riuscita a parlare solo nella Lunatic Pandora, durante l’ultimo scontro tra Seifer e Squall.

Guardò Volkov con l’intenzione di abbracciarlo per la contentezza, ma lui si diresse silenziosamente verso l’uscita della zona segreta.

“Come hai fatto?” chiese Fujin voltandosi verso di lui.

“Quando sarà il momento lo saprai.” le rispose allontanandosi.


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Capitolo 6
*** Il ritorno di Squall ***


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CAPITOLO 05: Il ritorno di Squall

 

Infilò le mani in tasca ed al contatto con la carta gli tornò in mente la lettera di Edea, aprì la busta, ne estrasse il contenuto, se la rimise in tasca ed iniziò a leggere il breve testo.

 

Non sono potuta venire di persona perché, con l’arrivo dei nuovi studenti, sono completamente sommersa dal lavoro.

Ti ho scritto per avvertirti di fare attenzione con Rinoa!

Non ho avuto occasione di dirti che è una strega. Non so come, ma durante l’ultimo scontro contro il mio corpo, visto che ero controllata da Artemisia, ho trasferito su di lei quasi tutti i miei poteri.

Poco fa è venuta da me allarmata, mi ha detto di averti toccato ed aver avvertito qualcosa. Le ho detto che era per via della sincronizzazione con il tuo spirito, e le ho spiegato a grandi linee come fare.

Non credo abbia capito la verità.

Mi dispiace mentirle ma non voglio coinvolgerla in faccende così delicate.

In quanto a te, cerca di trattenere il tuo spirito, altrimenti se dovesse avvertirlo nuovamente si insospettirebbe.

Cerca di non fare in pubblico delle scenate come quella con Irvine, stai dando nell’occhio più di quanto non fai normalmente.

Edea

 

Volkov si rimise la lettera in tasca e, trovandosi di fronte alla sua stanza, inserì il codice stando attento di non essere visto ed entrò chiudendo la porta dall’interno.

Si tolse il giubbotto e lo poggiò sulla sedia della scrivania, si sbottonò la camicia e si sfilò i pantaloni.

“Vedremmo cosa accadrà con il ritorno di Squall.” disse togliendosi anche la camicia ed infilandosi nel letto.

Si voltò verso la sveglia sopra al comodino di fianco al letto, erano solo le nove e mezza, ma era abituato ad andare a dormire presto quando non aveva niente da fare, e questo accadeva piuttosto frequentemente.

 

Qualcuno continuava a bussare freneticamente alla porta. Seifer chiuse il libro che stava leggendo e si alzò sbuffando.

“Arrivo! Arrivo!” urlò seccato, aprì la posta e tornò verso il letto sedendocisi sopra “Non potevi aspettare domani? Ho da studiare!”

“Scusa, vorrà dire che aspetterò domani.” disse Fujin voltandosi e tornando verso la porta. Seifer si alzò di corsa e la prese per un braccio, fermandola.

“Riesci a parlare di nuovo?” esclamò il ragazzo evidentemente sorpreso.

“Potresti lasciarmi il braccio?”

“S-si, scusa.” disse  lui lasciandola andare e guardandola seriamente “Cos’è successo?”

Lei sorrise, Seifer si accorse di non averla mai vista sorridere così prima d’ora, sebbene la conoscesse da parecchi anni.

“E’ stato lo stesso ragazzo che ti ha tirato un pugno in mensa!”

Seifer restò in silenzio.

“Non mi ha voluto dire come ha fatto, ma solo che lo avrei saputo a tempo debito.”

“Questo che significa?” chiese il ragazzo aggrottando la fronte.

“Non lo so. Ma ho un favore da chiederti.”

“Spara!”

“Credo che Volkov sappia qualcosa sul mio conto che nessun altro possa dirmi!” disse Fujin abbassando lo sguardo.

Seifer incrociò le braccia con un’espressione riflessiva “In effetti vi somigliate in modo impressionante!”

Lei annuì “Ma per poter scoprire qualcosa, dovrò passere più tempo con lui. Trascurando un po’ voi due.”

“Se per te è importante…”disse Seifer con approvazione.

Fujin lo abbracciò “Sapevo che avresti capito!” esclamò allontanandosi e salutandolo mentre usciva dalla stanza.

“Spero che non rimanga delusa.” pensò lui chiudendo la porta e ritornando studiare.

 

Era ora di pranzo, ed il sole brillava alto nel cielo. Volkov continuava a dormire.

In tutte le altre stanze le tapparelle erano automatiche, si alzavano alle sei di mattina e si abbassavano alle nove di sera, ma quelle della sua stanza erano azionate da un pulsante a destra della finestra.

Qualcuno bussò alla porta e lo chiamò più volte, era una voce femminile. Prima di rispondere il ragazzo guardò l’orologio, erano passate da poco le undici e mezza.

“Sto dormendo troppo ultimamente!” pensò alzandosi ed  infilandosi il primo paio di pantaloni che gli capitò a portata di mano.

“Chi è?” chiese aprendo la porta con aria assonnata.

Si trovò di fronte Fujin, lo osservo e sorrise, “Se non ti sbrighi non troveremo niente in mensa!”

“Troveremo?” chiese lui uscendo dalla stanza e chiudendo la porta. La ragazza si stupì di quel gesto, ma non vi fece molto caso.

“Non possiamo pranzare insieme?”

“Se vuoi…” disse sbadigliando “Ma dammi un paio di minuti.”

“Fai in fretta!” esclamò lei sorridendo.

Volkov digitò il codice senza farlo leggere a Fujin ed entrò chiudendosi la porta alle spalle, avviandosi verso il bagno per farsi una doccia.

 

“Non hai visto Volkov questa mattina?” chiese Quistis prima di addentare il suo panino.

“No. Perché?” rispose Irvine scuotendo la testa.

“Ho parlato ad Edea di ieri.”

“Ieri? Cos’è successo ieri?” esclamò Selphie tornando saltellando con la sua bibita in mano.

Irvine e Zell si guardarono in volto, non volevano dire di essere stati immobilizzati tutti e due da un nuovo arrivato, anche se ormai almeno un quarto del Garden ne era al corrente.

“Niente!” disse Zell riprendendo ad ingozzarsi. La ragazza si voltò verso Rinoa, la quale scosse la testa facendole capire che non aveva idea di che cosa stessero parlando.

Selphie si voltò verso Irvine con un’espressione esageratamente seria “Hai trattato di nuovo male Volkov?”

“Assolutamente no!” rispose lui facendo cenno di no con le mani.

“Non ti credo!”

Rinoa si rivolse all’amica poggiandole una mano sul braccio “Se non ti fidi di Irvine potrai chiederlo a lui, sta arrivando!”

Tutti quanti si voltarono verso la ragazza senza capire.

“E tu come fai a saperlo?” le chiese Shu.

Rinoa sorrise indicando verso la porta “Diciamo sesto senso!”

Volkov stava entrando in mensa con Fujin a fianco, dirigendosi verso il solito tavolo a cui si sedeva.

“Per Hyne! Non avevo fatto caso a quanto si somigliassero!” esclamò Shu seguendo i due con lo sguardo.

“Sembrano quasi gemelli!”

“Credo che tu possa anche togliere il quasi Zell!” esclamò Rinoa.

 

“Prendo un paio di panini, ok?” chiese Volkov mentre la ragazza si sedeva, lei annuì.

Il ragazzo si diresse verso il bancone, a cui vi era una fila di persone piuttosto corta rispetto al solito. Volse lo sguardo in direzione del tavolo di Selphie e gli altri, notò che tutti lo stavano osservando, quando se ne accorsero salutarono tutti con un cenno della mano e sorrisero. Lui rispose al saluto complessivo senza capire, ma pensò che forse era per il fatto che fosse con Fujin.

Improvvisamente il sistema di comunicazione interno gracchiò, e ne uscì la voce del preside Cid.

<“E’ il preside che vi parla! La squadra di SeeD capitanata dal comandante è arrivata a Balamb e saranno qui al Garden tra non molto. Preparatevi a dargli il benvenuto!”>

A quelle parole la mensa si svuotò rapidamente, lasciando Volkov libero di prendere i suoi panini e ritornare con calma al tavolo, ma Fujin lo raggiunse a metà strada.

“Non vai anche tu?” chiese la ragazza prendendo il panino che lui le porgeva.

“E’ così interessante il comandante?”

“Più che altro è una persona insolita! E’ coraggioso, carismatico…”

Volkov la osservò, sembrava che provasse molta stima per Squall.

La ragazza iniziò a camminare verso l’uscita.

“Cosa ha fatto per meritare tutto questo rispetto?” chiese dando un morso al suo panino.

Fujin sorrise “Dobbiamo a lui se Seifer è tornato quello di un tempo!”

Sentendola parlare così, si rese conto che dare a lui tutta la colpa di ciò che era successo a Trabia era un errore.

Fujin lo vide irrigidirsi e lo guardò in viso alcuni secondi, il suo sguardo si fissò sulla ciocca rossa in mezzo a tutti quei capelli di quel grigio familiare.

“Perché ti sei tinto quella ciocca?”

“Cosa?” chiese il ragazzo, svegliandosi dai suoi pensieri. Lei indicò i suoi capelli.

“Questa? Ti sembrerà strano, ma è naturale.” disse passandosi una mano sulla testa. La ragazza lo guardò stupita, tornando poi al suo panino.

“Naturale…” pensò Volkov mentre si avvicinavano alla folla presente davanti all’entrata del Garden.

 

Un gruppo di SeeD in uniforme stava entrando, accolta da grida ed applausi. Alla testa vi era un ragazzo con un’espressione estremamente seria, Volkov accennò un sorriso.

“Squall…” disse a bassa voce.

“Che hai detto?” chiese Fujin non avendo capito.

Lui fece cenno di no con la testa, tornando a guardare il comandante dei SeeD del Garden di Balamb.

Lo vide arrivare di fronte al preside e fare il saluto mettendosi sull’attenti, Cid sorrise e rispose al saluto, ad un tratto Rinoa sbucò dalla folla e lo abbracciò baciandolo. Si accorse che forse il ragazzo avrebbe preferito non ricevere quel bacio di fronte a tutti gli studenti, ma nonostante ciò sorrise e mise un braccio intorno alla vita della ragazza mentre gli si avvicinarono tutti gli altri.

“Non è più il ragazzo freddo e solitario di un tempo. Aveva trovato dei veri amici!” pensò Volkov tra se, provando un po’ d’invidia.

“Fujin.”

“Si?” chiese la ragazza voltandosi verso di lui.

“Volevo che facessi sapere a Seifer che mi dispiace per il pugno di ieri. Mi sono lasciato trasportare dalla rabbia.”

“Non preoccuparti! L’ha capito benissimo, e non prova rancore nei tuoi confronti.”

Volkov tornò a guardare il gruppo di Squall, pensando a come sarebbe la sua vita se avesse degli amici come quelli, sempre con lui...

Scosse la testa come per scacciare quei pensieri, lui non voleva e non poteva avere degli amici!

Ma allora perché sentiva quella strana sensazione quando vedeva il gruppo di Squall scherzare insieme?

Era quasi sicuro che quel sentimento fosse invidia, o si trattava di autocommiserazione?

“Hey!” esclamò Selphie avvicinandosi ai due “Vieni! Ti presento Squall!”

Non riuscì a dire niente che la ragazza lo prese per un braccio e lo trascinò dal resto del gruppo, che nel frattempo si era spostato verso l’infermeria e stava parlando con Edea e Cid.

Squall fu sorpreso dal veder arrivare Selphie trascinando un ragazzo, lo osservò attentamente ma non gli sembrava di averlo mai visto prima.

“Lui è Volkov!” esclamò la ragazza spingendolo verso il comandante.

“Io sono Squall.” disse porgendogli la mano, ma lui non l’accolse.

Zell si mise a ridere “Era ora che qualcuno lo facesse a te!” disse provocando una risata generale.

Squall sorrise e si rivolse al nuovo arrivato “Ho già sentito il tuo nome…” disse aggrottando la fronte.

“Non credo, sono qui da ieri.”

“Ora ricordo!” esclamò Squall annuendo “La tua stanza è l’unica del Garden con un codice per aprire la porta!”

“Come fai a saperlo?” chiese Rinoa stringendosi nuovamente al suo ragazzo.

“Quelle stanza è lì da prima che diventassi comandante!”

Tutto il gruppo si voltò verso Volkov, compresa Fujin, che l’aveva seguito sino a li.

Il ragazzo con la benda aveva il cuore in gola, non osava aprire bocca per paura di tradirsi, ma allo stesso tempo quel silenzio poteva essere fatale. Cercò Edea con lo sguardo. Vedendolo in difficoltà, la donna si intromise.

“Quella stanza è lì da quando il Garden è stato costruito.”

Volkov si fece avanti riacquistando la sua espressione seria e indifferente “Ho fatto domanda per avere quella stanza per potermene stare tranquillo senza che qualcuno entri in continuazione.”

Gli sguardi del gruppo si spostarono su di Squall, come se tutti ebbero la stessa impressione: Volkov somigliava a lui, prima di incontrare Rinoa. Ma il comandante non sembrò capire, e si guardò intorno con aria interrogativa.

Volkov lanciò un’occhiata di ringraziamento ad Edea.

“Abbiamo organizzato una festa per voi questa sera!” esclamò Selphie saltellando intorno a Squall.

Volkov fece per andarsene quando Irvine lo prese per un braccio facendolo fermare.

“Verrai anche tu stasera vero?”

“Non lo so. Non mi piacciono questo genere di cose.” rispose sentendo addosso lo sguardo di Edea.

“Possiamo andare insieme!” esclamò Fujin avvicinandosi, lui non rispose “Per favore!” insistette lei.

Tutti si guardarono in volto stupiti, stava parlando normalmente…

“Ok! Ok! Verrò anch’io.” disse salutando tutti con un cenno della mano ed allontanandosi.

Fujin lo raggiunse e lo seguì. Volkov si voltò verso di lei “Cosa c’è?”

“Volevo solo ringraziarti per quello che hai fatto per me!”

Lui alzò le spalle “Non ho fatto poi granché.”

Fujin lo prese per un braccio e gli si parò davanti “Hai fatto moltissimo per me! Non hai idea da quando io desideri tornare ad esprimermi come faccio ora!” esclamò ad alta voce “Io chiedo solo di starti un po’ vicino, non so perché ma sento in te qualcosa di familiare! Come se noi due fossimo simili! Inoltre ho l’impressione che tu sappia qualcosa su di me che io non so!”

Volkov era impassibile, come sempre “Non è ne il luogo ne il momento.”

“E quando sarà il momento?” chiese lei come se fosse arrabbiata.

“Fidati di me.” disse il ragazzo senza cambiare espressione.

Fujin lo fissò silenziosamente alcuni secondi, poi tirò un respiro profondo e tornò a sorridergli “Mi fido di te!” esclamò riprendendo a camminare a fianco a lui.

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