Siamo solo amici.

di Letizia_L
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quella maledetta sensazione. ***
Capitolo 2: *** Ho troppa paura. ***
Capitolo 3: *** Voglio solo chiarire. ***
Capitolo 4: *** Sentimento da cancellare. ***
Capitolo 5: *** Devo darvi una notizia. ***
Capitolo 6: *** Ecco la notizia. ***
Capitolo 7: *** Prenditene cura. ***
Capitolo 8: *** Solo tu e la chitarra. ***
Capitolo 9: *** La terapia. ***
Capitolo 10: *** Al cinema. ***
Capitolo 11: *** La risposta. ***



Capitolo 1
*** Quella maledetta sensazione. ***


Mattia e Lea erano amici. Si conoscevano da quando erano piccoli, condividevano ogni cosa, tra loro non c'era nessun segreto. Molto spesso lui andava a dormire da lei o lei da lui, ma i genitori non si facevano nessun problema, perchè sapevano che si consideravano come fratelli e che quindi non sarebbe mai nato nulla. 
Una sera lei andò a dormire da Mattia e gli confessò che le piaceva un ragazzo che andava in classe con lui e Mattia le chiese chi fosse e lei rispose: è Michele! è stupendo!
Mattia: no dai! michele no! è brutto e antipatico!
Lea: non è per niente brutto! tu sei un ragazzo e non capisci e non è antipatico.
Mattia: no credimi, non è molto simpatico e secondo me non è per te, ma se proprio lo vuoi conoscere ok, va bene.
Lea: grazie Tia. lo sai che ti voglio bene scemo!?
Si abbracciarono e lui le sussurrò: tu sei la mia scema, ti voglio bene.
dormirono tutta la notte abbracciati, quando stavano insieme non potevano che essere felici. Non si staccavano mai, si completavano l'un l'altro. La mattina seguente, la mamma di Mattia li svegliò e appena furono pronti uscirono e si incontrarono con Michele. Passarono tutta la mattina assieme. Lea e Michele parlarono tutto il tempo e a volte capitava che lasciavano da solo Mattia, che dentro di sé sentiva una sensazione strana, come se gli dava fastidio. Non poteva essere così, lui non provava niente per Lea, eppure era geloso. 
Lea parlando con Michele finì per farselo piacere davvero tanto. La faceva ridere ed era tenerissimo, poi a un certo punto Michele si fermò, la prese e le diede un bacio a stampo. Mattia, che vide tutta la scena, sentì dentro si sé una sensazione strana, aveva paura di perderla. 
Lea era felice: il ragazzo che le piaceva l'aveva appena baciata. Subito dopo Michele disse: adesso devo andare, questo è il mio numero, fatti sentire ogni tanto tesoro.
Le scrisse il numero sul cellulare e lo salvò con il nome "tesoro M." poi si voltò e si avviò verso casa. 
Lea mise il cellulare in tasca e corse verso Mattia e gli saltò in braccio e disse che era felice e lui sottovoce le disse che era contento per lei, ma la sua voce era rauca, si capiva che non era davvero entusiasta della situazione e quindi lei disse: ma sei geloso?
Lui: ma va! cosa cavolo stai dicendo!
Lei: e ma hai una voce stranissima, quasi fossi triste.
Lui: ma va scema! sono contento per te!
Lei: quello era il mio secondo bacio.
Lui: secondo?
Lei: si! il mio prima bacio l'ho dato a un ragazzo fantastico all'elementari. 
Lui ridendo rispose: anche io il mio primo bacio l'ho dato ha una ragazza fantastica all'elementari.
Loro due si baciarono una volta a stampo in quarta elementare, perchè volevano che il loro primo bacio fosse con qualcuno con cui sarebbe durata per sempre.
Lei: ti voglio bene scemo.
Lui: anche io sfigata.
Tornarono a casa di Mattia e, dopo mangiato, invitarono degli amici che proposero il gioco della bottiglia e naturalmente tutti accettarono. 
Ecco che accadde ciò che tutti aspettavano: i due migliori amici si dovevano baciare, Lea e Mattia. 
Entrambi si alzarono e quando le loro labbra si incontrarono sentirono entrambi una sensazione strana, come se per tutto questo tempo avessero cercato solo quel bacio. Quando si separarono si guardarono negli occhi e a lei uscì una lacrima, così corse in bagno e si chiuse dentro. Mattia le corse dietro e dall'altro lato della porta si sentiva lei piangere e poi disse: cos'era quella sensazione?
Lui: non me lo chiedere, perchè io non lo so!
Lei: non può essere Tia, noi siamo amici, non possiamo provare nulla l'un l'altro a parte il bene.
Lui: lo so, ma quella sensazione come la spieghi?
Lei: è come se per tutto questo tempo...
Insieme: NON AVESSI CERCATO ALTRO.
Lei aprì la porta del bagno e lo abbracciò e sottovoce disse: cerchiamo di dimenticare, ti voglio bene e non voglio rovinare la nostra amicizia.
Lui: ok sfigata. ti voglio bene!
Insieme tornarono dagli altri che nel frattempo avevano continuato a giocare.

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Capitolo 2
*** Ho troppa paura. ***


Gli altri, che intanto avevano continuato a giocare, chiesero cosa era successo e Mattia rispose con un semplice niente. Ora però, era tardi e tutti tornarono a casa, anche Lea, ma prima di andare disse a Mattia che domani mattina dovevano uscire da soli, per parlare.
Il giorno dopo Entrambi arrivarono puntuali e si sedettero su una panchina in un parchetto e iniziarono a parlare.
Lei: hei
Lui: heilà! come va?
Lei: diciamo bene tu?
Lui: stessa cosa, continuo a pensare a ciò che è successo ieri.
Lei: anche io..e non so proprio come spiegarmelo.
Lui: forse sarebbe la cosa giusta.
Lei: no, non lo sarebbe, perchè finirebbe male e avremmo solo rovinato l'amicizia.
Lui: ma non è detto.
Lei: non voglio rischiare, tengo troppo a te e se ti perdo io non saprei come fare.
Lui: ti voglio bene e anche io non voglio perderti.
Lei: anche io ti vogl...
Non fece in tempo a finire la frase che al parco incontrarono Michele. Lea gli corse in contro e Michele l'abbracciò e poi la baciò. Lea non se lo aspettava proprio, ma era felice. Michele poi la prese in braccio e disse:
Lui: non voglio più aspettare sto troppo bene con te, vuoi diventare mia?
Lei: si si! è tutto ciò che voglio!
Si baciarono e andarono da Mattia mano nella mano e gli dissero la notizia. Quando Mattia e Lea si guardarono e lui aveva uno sguardo quasi deluso e disse solo un semplice "ok" e se ne andò. 
Il pomeriggio Mattia si rifiutò di uscire, così Lea andò da lui e parlarono:
Lei: ma mi spieghi cos'hai!?
Lui: ma niente, lasciami stare!
Lei: no! la devi finire! Mattia! non è normale come ti stai comportando, lo sai benissimo che non possiamo far nascere nulla tra noi!
Lui: ma perchè!!!! me lo spieghi!? hai paura di rovinare l'amicizia!? beh non è un motivo valido! perchè tu sai benissimo cosa significa la sensazione che abbiamo provato quando ci siamo baciati! solo che ti rifiuti di ammetterlo!
Lei: non voglio ammetterlo perchè non c'è nulla da ammettere!
Lui: ma lo fai apposta!? allora perchè hai pianto? per far scena!? non credo proprio! sei ridicola!
Lei: ridicola cosa! devo ammettere che mi piaci? che sei un bellissimo ragazzo? tenero? perfetto per me? e che provo qualcosa per te? ok l'ho detto, contento?
Lui: se lo dici così non ha senso!
Lei allora si avvicinò e sottovoce disse: mi piaci, sei un ragazzo fantastico, sei perfetto per me e io provo davvero qualcosa per te, ma ho paura di ciò che provo.
Lui: non devi avere paura. anche io provo qualcosa per te.
Lei: no Mattia, mi dispiace, ma io non posso farcela.
Lea scappò via e Mattia cercò di fermarla, ma non ci riuscì. 
Lea non voleva, non ce la faceva, aveva troppo paura.
Mattia sapeva benissimo ciò che provava e non voleva rinunciarci.

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Capitolo 3
*** Voglio solo chiarire. ***


Passarono i giorni, le settimane, i mesi e nessuno dei due si fece sentire. Il giorno in cui Lea e Michele fecero tre mesi Mattia la chiamò:
Lui: ciao!
Lei: ciao...
Lui: volevo darti gli auguri.
Lei: ok grazie.
Lui: mi manchi.
Lei: io non ne sono molto sicura.
Lui: di cosa?
Lei: di tutto. sto insieme a Mic da tre mesi e continuo a pensare a ciò che ho ammesso davanti a te quel giorno.
Lui: non so cosa dirti sinceramente. tu hai detto che hai troppa paura.
Lei: si ho paura. pensa che in questi mesi che non ci siamo sentiti sono stata malissimo. chiedilo a Mic. io a volte piangevo, perchè mi manchi.
Lui: possiamo vederci domani?
Lei: perchè oggi non puoi?
Lui: ma oggi fai tre mesi con Michele, non vuoi stare con lui?
Lei: Mic oggi non c'è. ti spiego quando ci vediamo oggi. vieni da me alle tre e mezza.
Lui: ok, a dopo. ciao Lea.
Lei: ciao Mattia.
Mattia non vedeva l'ora di vederla da una parte, ma dall'altra no, perchè sapeva ciò che provava per lei e sapeva anche che era ricambiato, ma non poteva fare nulla. Lea invece aveva paura a vederlo. Aveva paura della reazione che avrebbe avuto nel guardarlo di nuovo negli occhi. L'ultima volta che si erano visti lei aveva ammesso la verità, ma stavolta non doveva e non poteva farlo.
Erano le tre e mezza e sentì suonare alla porta, ma andò ad aprire sua mamma. 
Mamma: hei mattia! è da un po' che non ti vedo! che fine avevi fatto? avete litigato?
Mattia: ciao! eh si abbiamo litigato e oggi vorremmo cercare di fare pace.
mamma: ah bene! allora forza corri corri! non mi va che litighiate. 
Mattia va direttamente in cameretta e appena apre la porta si trova Lea davanti con le braccia conserte. Lea appena lo vede abbassa lo sguardo. Lui le mette la mano sotto il mento e le alza la testa, ma lei volta lo sguardo. Lui le dice di guardarlo, che avrebbe impedito che fosse successo qualcosa e che voleva solo chiarire per far tornare tutto come prima.
Lea gli chiede perchè avrebbe impedito che succedesse qualcosa e lui rispose che se fosse successo qualcosa doveva partire da lei e che lui non avrebbe fatto più nulla.
Parlarono tutto il pomeriggio e alla fine lei disse:
lei: ascolta Tia, io adesso voglio tornare ad essere tua amica. non voglio niente di più. non rischio la nostra splendida amicizia per quella che può essere una semplice cotta.
lui: si lo so. per me va bene. adesso devo andare. ti voglio bene sfigata.
lei: anche io scemo.
Lui se ne andò con il cuore in pezzi: la voleva, ma lei non voleva lui e tutto per una paura.

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Capitolo 4
*** Sentimento da cancellare. ***


Il giorno dopo iniziava la scuola. Mattia vide Michele che gli andò incontro e disse:
Mic: grazie per avermi fatto conoscere Lea, sono davvero preso da lei.
Tia: non devi ringraziarmi, fosse stato per me non l'avresti mai conosciuta.
Mic: perchè?
Tia: perchè so come ti comporti con le ragazze.
Mic: ma lei è diversa, stavolta è quella giusta.
Tia: hai detto le stesse identiche parole quando stavi con quella, come si chiama? Paola?
Mic: si, ma dimmi la verità, a te piace Lea? ho visto la faccia che hai fatto quando ti ho detto che stavamo insieme.
Tia: Mic, questi non sono affari tuoi, ma sappi che se la fai star male te la dovrai vedere con me.
Mic: si ok, ciao.
Tia: ciao.
Mattia non lo sopportava, era geloso e lui intanto faceva come al solito il coglione con le altre. A fine lezione, quando era ora di tornare a casa, vide Michele che abbracciava un'altra, gli andò incontro e gli tirò un pugno.
Michele si alzò e disse:
Mic: cazzo vuoi!? ma la finisci di rompermi i coglioni!?
Tia: menomale che hai detto che era diverso stavolta, che eri davvero preso!
Mic: lei è la mia migliore amica, coglione!
Tia: e l'abbracci in quel modo!?
Mic: parla lui! che insieme a Lea ci dorme anche! a proposito, è stato davvero bello dormire con lei!
Tia: come?
Mic: non te l'ha detto? quest'estate abbiamo dormito assieme, sempre se quello si può chiamare dormire.
Lo disse con un'aria da sbruffone, ma a quel punto Mattia rimase spiazzato e se ne andò. 
Nel pomeriggio andò da Lea senza preavviso e la portò subito in camera sua e le tirò uno schiaffo e lei disse:
lei: ma che cazzo fai!?
lui: hai dormito assieme a Michele?
lei: cosa? chi te l'ha detto?
lui: non importa, dimmi se è vero o no.
lei: Mattia, lascia stare...
lui (alzando il tono della voce): dimmi se è vero!
lei: Mattia calmati! è il mio ragazzo e non ci vedo nulla di male se dormo con lui.
lui: hai solo dormito?
lei: si...
lui: non mi sembri molto convinta. Lea ti conviene dirmi la verità!
lei: non credo che questi siano affari tuoi!
lui: sei una puttana!
lei: perchè scusa!? perchè sono andata a letto con il mio ragazzo? perchè ho fatto l'amore con il mio ragazzo? allora si, sono una puttana.
lui: mi fai schifo! sei andata a letto con quel consuma donne!
lei: noi ci amiamo! lo vuoi capire o no!?
lui: no Lea! io e te ci amiamo!
lei: ancora con questa storia? Mattia senti mi dispiace, ma per me non è così! ci ho pensato credimi, ma io amo Michele, altrimenti non ci sarei mai andata a letto.
lui: allora è così? hai deciso?
lei: si Mattia, mi dispiace.
lui: ok va bene, ma non farti più sentire.
lei: no ti prego Mattia! non voglio perderti!
lui: mi hai già perso nel momento in cui mi hai detto che stavi con quello! basta! sono stanco di stare male! addio!
Lea tentò di fermarlo, ma non ci riuscì. Stavolta era deciso a voltarsi Lea alle spalle e a dimenticarla. Lea si sentì come se parte di lei morisse. 
La sera si vide con Mic e gli raccontò tutto l'accaduto. Lui le stette vicino tutto il tempo. Lei pianse, non riusciva a smetterla. Aveva appena perso la persona che aveva simboleggiato il suo punto di riferimento per tutto questo tempo. Michele le chiese se voleva venire da lui stanotte e lei accettò, ma non fecero nulla. Lei aveva solo bisogno di qualcuno da abbracciare, infatti dormirono abbracciati per tutta la notte.
La mattina dopo a scuola Mic andò da Tia e disse:
Mic: sei tu che la stai facendo soffrire.
Tia: ormai non è più affar mio. pensaci tu a lei adesso, a scelto te.
Mic: lei ha scelto me come fidanzato, ma vuole te come amico.
Tia: ti toccherà fargli anche da amico allora, perchè io non la voglio più vedere.
Mic: ma non ha fatto nulla di grave!
Tia: invece si! perchè ci baciamo e ci rendiamo conto di qualcosa. lo ammette e poi si mette insieme a te, ritorna da me e dice che è confusa, ma solo dopo che vengo a sapere che è andata a letto con te mi dice che ha deciso. lei mi ha fatto star male fin ora e non se ne è fregata, non vedo perchè adesso dovrei fregarmene io!
Mic: perchè tu la ami.
Tia: è un sentimento che vorrei cancellare. voglio solo dimenticarla, quindi per favore, la prossima volta che mi vuoi parlare, trova un altro argomento.
Mic: io davvero non ti capisco.
Tia: non mi importa. ciao Michele.
Mic: ciao.

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Capitolo 5
*** Devo darvi una notizia. ***


Ogni giorno Lea tentava di contattare Mattia, ma lui non rispondeva, non la voleva nemmeno sentire, la voleva solo cancellare e, anche se sapeva che non sarebbe stato facile, era deciso a farlo, perchè non voleva più soffrire.
Un giorno Lea non andò a scuola, stava male e la mamma, siccome vedeva che non le passava, anche dopo una settimana, decise di portarla in ospedale, dove decisero di ricoverarla per una settimana. Tre giorni dopo dal ricovero, Michele parlò con Mattia:
Mic: hai saputo?
Tia: cosa?
Mic: di lea.
Tia: ti ho già detto che non devi più parlarmi di lei!
Mic: è una cosa seria!
Tia: non mi importa! basta! lei per me non esiste più!
Mic: mattia, cazzo! l'hanno ricoverata, da tre giorni ormai!
Tia: ok! se avrò voglia andrò a trovarla!
Mic: sei uno stronzo!
Tia: ho imparato da lei! adesso vado, ciao!
Michele non aveva parole. Non pensava avesse fatto lo stronzo anche adesso che Lea era in ospedale. Si chiedeva se davvero l'amasse tanto come diceva.
Mattia, invece, si comportava così per paura di soffrire (di nuovo), ma dentro di sé stava male e avrebbe solo voluto starle accanto.
Lea, in ospedale piangeva, aveva la febbre altissima e mentre dormiva continuava a ripetere il nome "Mattia", e Michele a volte la sentiva e ci stava male, perchè capiva che lei non voleva lui, ma Tia.
Era il penultimo giorno di ricovero, la febbre si era un po' abbassata, ma stava ancora male e così chiese alla madre di chiamare Mattia e così, prese il cellulare e lo chiamò:
lei: tia, ciao!
lui: cosa c'è?
lei: ma lo sai che sono in ospedale?
lui: si e mi dispiace.
lei: perchè non sei venuto a trovarmi?
lui: veramente il perchè non lo so, ma so solo che non voglio vederti!
lei: ma tia! io sto male! voglio che tu sia qui a consolarmi e a dirmi che tutto passerà, come facevi un tempo!
lui: quei tempi ora sono finiti, adesso hai michele.
lei: no mattia! non puoi farmi questo! ti prego!
lui: mi dispiace, ma sono stanco di star male!
lei: e a me? non ci pensi?
lui: quando hai deciso di andare a letto con lui, a me ci hai pensato? quando hai scelto michele tu non hai pensato a me, quindi non vedo perchè adesso dovrei pensare io al fatto che tu stai male! ora, scusa, ma devo andare, ciao lea!
lei: no ti pre...
Non fece in tempo a finire la frase, che lui le chiuse il telefono in faccia. Lei scoppiò in lacrime, perchè sapeva che quella era davvero la fine dell'amicizia più bella della sua vita.
In quel momento entrarono contemporaneamente la madre, Michele e la dottoressa.
Michele la vide piangere e le chiese il perchè ma lei gli disse di non farci caso, era il dolore. 
La dottoressa, per rassicurarla, le disse che oggi avrebbero fatto gli ultimi esami di sicurezza e domani sarebbe tornata a casa.
Il giorno dopo entrò in camera la stessa dottoressa, ma stavolta aveva una faccia triste, quasi sconvolta e con difficoltà, come se non trovasse le parole, disse:
"Devo darvi una notizia, ma non è bella e, siccome non so come potreste reagire, è meglio che vi sediate".

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Capitolo 6
*** Ecco la notizia. ***


Lea si chiedeva il perchè di quelle parole della dottoressa.
La dottoressa, però, decise di parlare prima con i genitori e chiese quindi dov'era il padre, e la madre rispose:
"Mio marito è morto dopo sei anni dalla nascita di Lea".
La dottoresse era imbarazzata e si scusò e la madre le disse che non faceva niente. 
A questo punto entrambe uscirono fuori a parlare, ma Michele rimase lì con lei e parlarono:
lui: cosa pensi che le dirà?
lei: non lo so, ma voglio scoprirlo al più presto e andarmene a casa! non ce la faccio più!
lui: lea..devo dirti una cosa, che nonostante stiamo insieme da quattro mesi, non l'ho mai detto.
lei: dimmi.
lui: ti amo!
Lea in quel momento andò in panico. Non sapeva cosa rispondere, perchè ultimamente si era accorta che non provava più nulla. Michele le chiese perchè non rispondeva, ma Lea non fece in tempo a rispondere che entrarono la dottoressa con la madre dietro, in lacrime.
Lea iniziò seriamente a preoccuparsi. Iniziò a fare domande a raffica, del tipo: "Perchè piange? cos'è successo? ditemi qualcosa! sto impazzando! vi prego, ditemi cos'ho!".
La dottoressa cercò di calmarla e poi disse che stava cercando il modo giusto per dirlo e Lea disse: 
"No la prego! tutti piangono e io ancora non so il perché!".
La dottoressa a quel punto si sedette sul letto accanto a lei e iniziò a parlare:
dottoressa: abbiamo scoperto la causa dei dolori, della febbre, della debolezza...
Lea: lo so che cos'ho, ma voglio sapere il perchè!
dottoressa: ieri abbiamo fatto gli ultimi esami e il dottore si è accorto, con le radiografie, di una macchia e, studiandola e facendo i vari controlli, ha scoperto che è...
Lea: cos'era?!?!?!?!
dottoressa: mi dispiace molto, ma hai un tumore in stato avanzato, dobbiamo subito partire con la chemioterapia già da domani.
Lea scoppiò a piangere e Michele cercò di avvicinarsi per abbracciarla e consolarla, ma lei lo spinse via.
Lei e la madre si abbracciarono e rimasero li per molto tempo. Michele, invece, uscì e con le lacrime agli occhi chiamò Mattia:
mic: Mattia! oddio...!!!
tia: hei mic! calmati! cosa è successo?
mic: lea...!
tia: cosa è successo?
mic: oddio...!!!
tia: cazzo michele parla! cosa è successo!?
mic: ha un cancro!
tia: cosa!?
mic: gliel'ha appena detto la dottoressa!
tia: oh cazzo! arrivo subito!
Pochi minuti dopo, Mattia arrivò in ospedale e Michele lo accompagnò alla porta della stanza e poi andò via.
Tia: tu non entri?
Mic: lei non vuole me, ma te mattia!
Dopo aver detto questa frase Mattia disse solo una cosa prima di entrare:
"Lo so che la ami, ma ti assicuro che la amo anche io e mi prenderò cura di lei".
Michele lo sapeva di già, per questo l'aveva chiamato, perchè sapeva che Lea voleva lui e che averlo vicino a lei l'avrebbe resa felice e a Michele bastava solo quello: vederla felice.
Mattia subito dopo entrò nella stanza.
Lea, piangendo: tia!!!
Tia: amore!!!
Si abbracciarono e sottovoce parlarono.
Lea: amore scusa! io voglio te! scusa! mi dispiace davvero di averti trattato così! scusa! ti amo!!!
Tia: tranquilla amore! è tutto passato! tranquilla! ora ci sono io qui con te e andrà tutto bene! ti amo!!!
Finalmente avevano avuto il coraggio di dirsi ciò che provavano l'un per l'altra.
Entrambi piangevano e restarono abbracciati tutto il tempo, ma si abbracciarono taltmente forte da togliersi il fiato.
La dottoressa disse che se non voleva restare in ospedale, poteva diventare una paziente esterna, cioè che veniva solo per fare la terapia, e così decisero di fare.

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Capitolo 7
*** Prenditene cura. ***


Il pomeriggio Lea tornò a casa. Non riusciva a crederci. Piangeva di continuo. Non voleva uscire o vedere qualcuno, voleva solo stare a casa da sola.
Mattia cercò in tutti di farla distrarre.
Erano in cucina e la madre continuava a piangere, ma cercava in tutti i modi di non farsi vedere, ma Mattina se ne rese conto e l'abbracciò. Lea capì e corse in camera e si chiuse dentro. Mattia la rincorse e, vicino alla porta ormai chiusa a chiave, disse:
Tia: amore mio! dai non fare così! lo so che è una situazione scomoda e difficile da affrontare, ma insieme ce la faremo!
Lea: no amore! sono sola, non ho nessuno e so che non ce la farò!
Tia: non dirlo nemmeno per scherzo! non sei sola amore mio! ci sono io con te e ti amo! riusciremo a vincere anche su questo!
Lea: ma ti stancherai e te ne andrai! la terapia mi porterà via tempo ed energie e tu ti stuferai!
Tia: no! non mi stancherò mai di te! tu sei la mia sfigata preferita!
Lea: davvero?
Tia: si amore te lo giuro!
Lea uscì dalla camera e lo abbracciò talmente forte da non permettergli di respirare e con quel poco di fiato che aveva, Mattia disse:"ti amo!"; Lei rispose, guardandolo negli occhi:"grazie! anche io ti amo".
A ora di pranzo Mattia andò via, perchè voleva organizzare una serata magnifica da passare con Lea.
Nel pomeriggio molto amici e amiche l'andarono a trovare. Andò anche Michele e le parlò:
Mic: hei..!
Lea: Mic! hei!
Lea voleva abbracciarlo, ma lui si tolse.
Mic: scusa, ma non ce la faccio!sono venuto solo per vedere come stavi.
Lea: mi dispiace davvero!
Mic: non è vero...non ti dispiace, ma non preoccuparti fa niente...! allora come stai?
Lea: bene...grazie...!
Mic: bene...!adesso vado, salutami Mattia! ciao!
Lea: aspetta! 
Mic: cosa?
Lea: grazie!
Mic: per cosa?
Lea: è grazie a te se Mattia è tornato, ma l'ha detto!
Mic: ah ok...! prego! ciao!
Lea: ciao...!
Michele andò via e, appena aprì la porta per uscire, si trovò Mattia davanti.
Tia: hei...!
Mic: ciao!
Michele fece per andarsene, ma poi si voltò e disse:
Mic: Mattia!
Tia: dimmi!
Mic: prenditene cura per favore!
Tia: l'ho sempre fatto e lo continuerò a fare!
Mic: lo so e so anche che la ami, ma se la fai soffrire mi incazzo! sta già soffrendo abbastanza!
Tia: tranquillo!
Entrambi si voltarono e ognuno andò per la proprio strada. 
Lea sentì tutto. Aveva le lacrime agli occhi. In parte era triste, per Michele; Dall'altra era felice, perchè finalemente si sentiva davvero amata.

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Capitolo 8
*** Solo tu e la chitarra. ***


Mattia entrò e cacciò via tutti. Lea si arrabbiò, perchè non  capiva il motivo.
Quando tutti furono usciti Mattia disse a Lea di calmarsi e le disse che c'era un motivo. Lea allora si calmò e chiese il perchè, ma Mattia non rispose, solo che era una sorpresa e che adesso doveva andarsi a cambiare e che sarebbe passato prenderla tra un'ora.
Lea andò in camera sua e si provò diecimila vestiti, ma nessuno le sembrava adatto, anche perchè non sapeva nemmeno dove sarebbero andati. 
A un certo punto si voltò verso il letto e trovò un pacco regalo, sopra c'era un biglietto: " indossalo per me, ti amo".
Lo aprì e ci trovò un vestito e lo indossò.
Era rosso corallo, lungo, con una scollatura a cuore, senza maniche. Era talmente lungo che toccava terra. Dietro aveva delle leggere arricciature che le mettevano in risalto la linea. Insieme al vestito c'erano delle scarpe col tacco, rosso corallo anche loro.
Quando uscì dalla camera e la vide la madre si abbracciarono. Poco dopo suonò il campanello: era Mattia.
Aveva affittato una macchina (la nuova 500), blu scuro, lucida e con autista. La bendò e la fece salire in auto. Per tutto il tempo Lea chiese dove stavano andando, ma Mattia non rispondeva.
Quando furono arrivati, Mattia la guidò e la porto in una camera d'albergo: il più prestigioso del quartiere. Le tolse la benda e, quando vide la camera, Lea rimase a bocca aperta. 
Al centro c'era un tavolo, apparecchiato e circondato da petali di rosa. Pronto a servirli c'era un cameriere. La camera era bellissima: a luce di candela, ultimo piano, vista mozzafiato sulla città. Praticamente perfetta!
Si sedettero, mangiarono e parlarono. Lea non ci credeva. Mattia le vedeva stampato in viso la felicità e lo stupore.
Quando si guardavano negli occhi a entrambi batteva il cuore a mille. Il loro amore stava superando ogni confine.
Molte persone dicevano così avrebbero solo rovinato una splendida amicizia, ma loro non la pensavano così. Ormai si amavano e niente e nessuno poteva impedirlo.
Lea: mi dispiace solo di non essermene resa conto prima.
Tia: di cosa?
Lea: che eri tu il ragazzo perfetto per me!
Tia: tu lo sapevi, ma per la paura di rovinare tutto hai bloccato i tuoi sentimenti.
Lea: per delle stupide paure! e adesso che potrebbe finire tutto, l'ho ammesso e accettato.
Tia: finire tutto?
Lea: si Tia, ho un cancro!
Tia: lo so! ma non osare dirlo mai più! tu ce la farai! noi ce la faremo!
Lea: non lo so Tia, ma so solo che adesso voglio viverti! non mi importa come, non mi importa per quanto...ma voglio farlo!
Tia: io e te per sempre!
Lea: ti amo!
Tia: ti amo amore mio!
Finito di cenare Mattia tirò fuori una chitarra e disse: "Ti va di suonare per me come facevi una volta?"
Lea: certo!
Iniziò a suonare (Someone like you) e cantare. 
La chitarra era la sua passione e Mattia sapeva benissimo che quando suonava dimenticava per quell'istante tutti i problemi e si sentiva felice.
Quando finì di suonare, Lea disse:
"Solo tu e la chitarra mi fate questo effetto e mi fate stare davvero bene, ti amo!"

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Capitolo 9
*** La terapia. ***


Lei suonava e lui ascoltava e la vedeva felice, lontana dai problemi. Gli piaceva quando lei sorrideva, perchè lo faceva star bene. Dentro di sé si chiedeva come potesse essere possibile che quella ragazza con cui ha passato tutta la vita adesso era diventata la sua vita. Si chiedeva perchè non se ne fosse accorto prima, perchè adesso che era tutto perfetto, doveva esserci quella maledetta malattia a rovinare tutto!
Infine entrambi si alzarono e andarono sul terrazzo e, sotto il chiarore delle stelle, si diedero un bacio. 
Mattia la strinse a se e disse:
"Niente e nessuno ti porterà via da me! Ti amo e adesso che sei mia non ti lascerò scappare! Ti proteggerò ad ogni costo! Ti amo Lea! Davvero!"
Lei non disse niente e lo baciò, poi con un filo di voce disse: 
"Ti amo anche io! E voglio godermi il resto della mia vita con te!"
Mattia a questo punto la prese per mano e, siccome era tardi, la fece sdraiare e stettero tutta la notte abbracciati, come facevano un tempo. Si tenettero per mano. Lea tra le sue braccia si sentiva al sicuro. 
La mattina dopo, Mattia ordinò il servizio in camera e fece portare la colazione a letto a Lea.
Stettero insieme tutta la mattinata e quando, dopo pranzo, tornarono a casa, Lea doveva prepararsi per andare in ospedale per la terapia.
Quando arrivarono al reparto, la dottoressa disse a Lea che se voleva poteva entrare qualcuno con lei. Mattia disse che sarebbe entrato lui, ma Lea disse di no, che non voleva nessuno, che era una cosa che doveva affrontare da sola, ma Mattia disse che non era sola e che non lo sarebbe mai stata, così entrò con lei. Per tutto il tempo della terapia, Mattia si sentì morire: la chemioterapia era aggressiva e Lea stava male, ma non poteva fare nulla, si sentiva impotente. Quando tornarono a casa Lea, stravolta, andò in camera sua e si sdraiò. Mattia si mise accanto a lei, ma non fece in tempo a parlare che Lea si addormentò. 
Durante la notte Lea si svegliò e trovò accanto a sé Mattia. Senza svegliarlo gli diede un bacio, quasi come ringraziarlo.
La mattina dopo Lea gli preparò la colazione e gliela portò a letto. Lui le chiese quando sarebbe dovuta andare in ospedale e lei rispose questo pomeriggio.
Quando si andò a vestire, Si pettinò i capelli e vide che iniziavano a caderle le ciocche. Si mise a piangere e la madre la rassicurò e l'abbracciò. Mattia si unì al'abbraccio. Lea era già stanca, sentiva che non ce l'avrebbe fatta: la terapia era aggressiva e lei troppo debole.
Passò un mese. Lea si era tagliata i capelli, indossava sempre una bandana ed era dimagrita parecchio a causa della terapia. Un giorno decise di realizzare il suo sogno; entrare in conservatorio. Mattia e la madre l'appoggiarono fin da subito. Lea iniziò a suonare sempre più spesso, doveva tenersi preparata per gli esami di ammissione. 
Lei amava suonare, più della sua stessa vita.

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Capitolo 10
*** Al cinema. ***


In Lea cresceva sempre più la voglia di realizzare il proprio sogno, ma la terapia le portava via troppo tempo. Mattia si sentiva messo da parte. Stavano troppo poco assieme: tra la musica e la malattia, c'era sempre troppo poco tempo.
Lea se ne rendeva conto, ma era decisa a superare l'esame di ammissione. La sua passione, ciò che lei ha sempre adorato fare stava diventando davvero tutta la sua vita e non poteva lasciarsi scappare questa occasione.
Mattia un giorno andò da lei e le chiese se voleva passare una serata insieme a lei, ma rispose di no, che doveva allenarsi. Mattia ci rimase male, così si voltò e se ne andò molto deluso. Mentre si stava avviando verso la porta di casa, Lea si accorse di essersi allontanata da lui e che stava sbagliando, così gli corse in contro, lo fermò, lo fece voltare e lo abbracciò. Sottovoce disse:
Lea: scusa, scusa, scusa, scusa amore mio! scusa! ti amo!
Tia: tranquilla amore mio! ti amo anche io!
Lea: va bene!
Tia: che cosa?
Lea: la serata da passare insieme!
Tia: sicura, ma non devi allen...
Non fece in tempo a finire che Lea gli stampò un bacio per farlo stare zitto e poi disse:
Lea: ti ho detto di si!
Tia, ridendo: ok, allora! andiamo al cinema?
Lea: benissimo!
La sera, dopo mangiato andarono al cinema. Presero i posti in fondo e stettero per tutto il tempo del film abbracciati e si baciavano di continuo, poi Mattia disse:
Tia: ti voglio!
Lea: anche io!
Tia: ti voglio e ho paura!
Lea: di cosa?
Tia, mentre una lacrima gli scendeva in viso: della malattia, ho paura che ti porti via da me!
Lea: amore, non succederà! e anche se accadesse io resterei per sempre nel tuo cuore!
Tia: e se non bastasse!?
Lea: amore, io ti amo! e voglio viverti, ora, adesso che stiamo insieme, non voglio pensare a cosa potrebbe succedere! ci amiamo e a me basta questo!
Quando tornarono a casa la madre non c'era, erano soli. Lea andò in camera sua e Mattia la seguì.
Lea: non voglio perdermi niente!
Tia: nemmeno io! non con te!
Lea: ti voglio Mattia! 
Tia: anche io!
Si baciarono, si sdraiarono, si abbracciarono e si strinsero.
Tia, sottovoce: sei la mia prima volta.
Lea: davvero?
Tia: si, volevo aspettare la ragazza giusta e l'ho trovata!
Lea: amore ti amo!
Tia: grazie!
Lea: di cosa?
Tia: di tutte le emozioni che mi stai facendo vivere! 
Lea: come ho fatto a non accorgermene prima! ti amo!
Tia: anche io!
Lea: ti fidi di me?
Tia: si! 
Lea: ok, allora tranquillo e viviti il momento!
Lea tentò di metterlo a suo agio, lo accarezzò, lo baciò, lo strinse. Poi iniziarono a spogliarsi. Erano talmente vicini da sentire il calore dei propri corpi, da sentire i cuori che battevano. Era il loro momento, solo loro.

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Capitolo 11
*** La risposta. ***


Passarono i mesi, Giugno era quasi vicino e tra poco ci sarebbe stato l'esame di ammissione. Lea era al limite delle sue forze ormai. La terapia la stava indebolendo sempre di più. I suoi capelli, ormai corti, cadevano sempre di più ed erano sempre coperti da una bandana. Anche sul suo viso l'allegria stava pian piano svanendo. Era troppo stanca, non ce la faceva più. 
Lea: amore, sono stanchissima, non ce la faccio più!
Tia: lo so amore, ma devi resistere e vedrai che tutto finirà!
Lea: ma sono mesi ormai che andiamo avanti così! mi sembra inevitabile ormai, non lo sconfiggerò mai!
Tia: non dirlo nemmeno!
Lea: Mattia! devi accettare la realtà! io un giorno me ne andrò e non voglio morire con il rimpianto di non aver vissuto abbastanza i miei ultimi momenti di vita!
Tia: tu non te ne andrai! resterai sempre qui con me e quando tutto sarà finito, tu potrai vivere a 360°.
Lea: no Mattia! io non posso andare avanti così! non posso e non voglio! cerca di capirmi! non sembro neanche più una ragazza! ho 17 anni e guarda come sono!
Tia: sei bellissima!
Lea: Tia, non mentire! lo sappiamo tutte e due che non è così! io non so nemmeno come fai a far ancora l'amore con me!
Tia: tu per me sarai sempre la più bella e non mi stancherò mai di fare l'amore con te! 
Lea: e se un giorno io non ci fossi più? cosa faresti? dovrai pur andare avanti! io non voglio che smetti di vivere per me!
Tia: io voglio solo te! e se un giorno non ci sarai più non credo di riuscire a stare con un'altra! non ci riuscirei, perchè ti amo!
Lea: si ma io non ci sarò mai più Mattia, mai più!
Tia: smettila di ripeterlo! finiscila! non ci devi nemmeno pensare!
Lea: e invece si Mattia! è la realtà e come tale va affrontata, bella o brutta che sia!
Tia: ma amore...!
Lea: ma amore niente! finiscila di negarlo! è così e ormai non ci possiamo fare nulla!
Tia: si ma tutto questo per dirmi cosa?
Lea: sto pensando seriamente di smettere con la terapia..!
Tia: no! no! no! e ancora no!
Lea: ma Mattia! io sono stanca! mi sta portando via tutta me stessa e non voglio!
Tia: tu non smetterai di curarti, perchè un giorno lo sconfiggerai e saremo per sempre felici!
Lea: Mattia! è una mia scelta!
Tia: è una nostra scelta!
Lea: no Mattia! mia!
Tia: e a me non pensi?
Lea: tu ti dimenticherai di me un giorno e continuerai a vivere portandomi per sempre con te, nel tuo cuore!
Tia: e tutto il tempo che c'è tra la tua morte e io che ti dimentico? dove lo metti!?
Lea: lo so che non sarà facile, ma io adesso voglio vivere, quel poco che mi rimane! sono stanca! non ce la faccio più!
Tia: ti prego non farmi questo amore! no! ti prego!
Lea: amore se solo potessi, se solo sentissi di potercela fare lo farei, ma dentro di me sento che non è così e che non ha senso andare avanti!
Mattia scoppiò in lacrime. Lea lo abbracciò. Ormai aveva deciso, era troppo stanca per continuare. Sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta e voleva vivere quel poco tempo che le restava con felicità ed energia.
La sera Lea comunicò la decisione anche alla madre che cercò in tutti i modi di farle cambiare idea, ma sia Mattia che la madre sapevano che Lea era testarda e che quando decideva una cosa niente e nessuno poteva farle cambiare idea. Quella sera fu la serata più triste. Si misero a guardare foto, a raccontare vecchi episodi, a rivivere i momenti più belli. In un certo senso si divertirono, ma dentro ognuno di loro c'era un cuore che piangeva e sapeva che quella ferita sarebbe durata in eterno. 
Il giorno dell'esame di ammissione, Lea si presentò in anticipo e incominciò a suonare. Dentro di lei si sentiva felice, ma sapeva che qualcosa non andava. Si sentiva più debole del solito e affaticata, ma continuò lo stesso a suonare. I Professori rimasero a bocca aperta nel sentirla suonare e la lasciarono andare con un sorriso enorme e con mille complimenti.
Tornata a casa Lea e Mattia passarono la notte più bella della loro vita. Non era come tutte le altre, perchè stavolta entrambi sentirono qualcosa di diverso dal solito. Non sapevano spiegarsi bene cosa, ma era una sensazione strana. 
La mattina dopo, era il 22 Giugno, Lea lo svegliò e gli disse che lo avrebbe portato in un posto bellissimo.
Quando furono arrivati Lea gli disse di chiudere gli occhi e di fidarsi. 
Lea: adesso aprili.
Tia: amore!
Lea: ti ricordi?
Tia: si, dove ci siamo conosciuti!
Rimasero li, lui davanti e lei che lo abbracciava da dietro.
Lea: quando non ci sarò più e ti mancherò, vieni qui e pensami e vedrai che parte di quel vuoto si colmerà!
Tia: non ce la farò mai senza di te!
Lea: si che ce la farai amore, eccome se ce la farai! e ricorda che io ci sarà sempre, anche se non di persona, ma dentro di te resterà vivo il mio ricordo.
Tia: ma non mi basta solo il ricordo, io voglio te!
Lea: lo so amore! anche tu mi mancherai e sarò sempre lassù a controllarti e a dirti, come facevo una volta: "ti voglio bene scemo" e tu come al solito mi risponderai "anche io sfigata".
Tia: oh amore! mi mancherai e so che senza di te non sarò mai più lo stesso! mi hai aiutato moltissimo a crescere e a diventare il ragazza che sono oggi.
Lea: tu non sei un ragazzo. hai affrontato talmente tante situazioni dove un ragazzo sarebbe semplicemente fuggito, che ora ti puoi considerare un uomo!
Tia: questo solo grazie a te!
Lea: sei e sarai per sempre il mio uomo!
Tia: solo tuo! per sempre!
Lea: ma prima o poi ti condividerò con un'altra.
Tia: ma lei non varrà mai quanto te! mai!
Lea: ti amo scemo!
Tia: anche io sfigata.
Rimasero li, abbracciati come prima. Una lacrima scese e accarezzò le guance di Lea e bagnò la camicia di Mattia, invece un'altra accarezzò quella di Mattia e cadde sulla mano di lei. Mattia si voltò e la baciò. Fu il bacio più bello della sua vita. Uno di quei baci che non ti scordi, nemmeno dopo altri mille.
Era inizio Settembre. A casa di Lea arrivò una lettere: era da parte del conservatorio, la risposta all'esame.
La madre incaricò Mattia di rispondere:
"Cari professori, 
E' con molto dispiacere che vi comunico che Lea non potrà mai entrare a far parte del vostro istituto, perchè lei è morta. Il 23 Giugno. Vi possiamo solo ringraziare di averla ammessa, perchè avete realizzato un suo sogno. Per lei la musica era tutto e sappiamo che nell'ultimo periodo era diventata la sua unica fonte di felicità. 
Cordiali saluti, la famiglia."

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