un incontro speciale

di SteTok
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo ***


Era il primo giorno di vacanza quando fui svegliata bruscamente da qualcuno che gridava, era mia sorella Sara, i miei genitori le avevano appena dato una pessima notizia, ci saremmo dovuti trasferire in Germania. A me lo avevano detto due giorni fa e avevo già preparato tutto quello che mi sarei portata. scesi a fare colazione e mia sorella mi disse:" Ginny! Perchè sei così tranquilla! Lo sai che ci dobbiamo trasferire non è vero?" Quasi mi divorava. Con tutta la tranquillità che potevo avere le dissi:"Sara, la smetti di urlare?" In quel momento mi arrivò un messaggio, era Manuel il mio migliore amico che mi ricordò che mi sarei dovuta vedere con lui ed Erika al parco tra un'ora. Sapevo che non volevano che me ne andassi ma non ero io a decidere, mio padre aveva avuto quest'offerta lavorativa e non poteva rifiutarla.
Mi lavai, mi truccai e mi vestii. Dopodichè scesi e mi ancamminai verso il parco che si trovava a dieci minuti da casa mia. Li vidi, erano sulle altalene, un pò depressi ma erano lì. manuel teneva una scatolina tra le mani, mentre Erika stava lì piangente. Quando li fui vicina, abbracciai Manuel da dietro e riconobbe il mio abbraccio perchè mi strinse come a non volermi più lasciare. li gurdai e dissi:"Vi voglio bene mi mancherete." Li abbracciai e Manuel disse:" Anch'io ti voglio bene Ginny, questo è per te. Però aprilo quando arriverai nella tua nuova stanza, mi raccomando." Lo abbracciai e lo rintgraziai. Dopodichè mi girai verso Erika e gli dissi:"Kikka dai non piangere." Mi abbracciò e mi misi a piangere anch'io, era una brutta sensazione doverli abbandonare.
Tornata a casa misi lo scatolino dentro una valigia e andai a cenare. Era la mia ultima notte come ragazza Italiana e mi addormentai mentre leggevo qualcosa sulla Germania. L'unica cosa che mi aveva detto mio padre era che il paese dove ci saremmo trasferiti si chiamava Loichte.
Era molto presto, quando ricevetti un messaggio da Erika, diceva:"Ehi Ginny, fai buon viaggio! Ti verrò a trovare presto. Ti voglio bene!"
Scesi le valigie e mio padre le mise dentro il portabagagli della macchina e noi ci sedemmo in attesa di dirigerci verso l'aereoporto. L'aereo decollò intorno alle 9:00 ed atterrò intorno alle 12:00 a Berlino. La Germania da quello che avevo visto dal finestrino, era bellissima e non vedevo l'ora di visitarla. Arrivammo a Loichte intorno alle 13:30, era un paese molto piccolo e non fu difficile trovare la nostra nuova casa. Era grande, bianca e ricordava le villette inglesi.
Entrammo in casa e io andai a scegliere la mia nuova stanza, era molto grande e con un letto a baldacchino che faceva molto in stile principessa. mi affacciai dalla finestra e vidi nella casa affianco, un ragazzo con i capelli castani scuri, non aveva la maglietta addosso e pensai che si stesse cambiando, rimasi lì finchè lui non si accorse di me e mi salutò facendomi un sorriso e l'occhiolino. Per l'imbarazzo indietreggiai e mi buttai sul letto, pensando per tutto il pomeriggio a quel ragazzo e cercai di capire chi fosse.

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo ***


Erano le 17:30 circa quando mi ricordai del pacchetto chemi aveva dato Manuel, così andai alla valigia e la cercai, la presi e mi sedetti sul mio letto, contai mentalmente fino a tre e poi la cominciai ad aprire. Era un carillon con all'esterno inciso il mio nome, Ginevra. Era bellissimo già dall'esterno e aprendolo sentii una dolce melodia e nel fondo trovai una nostra foto, quella che ci eravamo scattati la prima volta che ci eravamo conosciuti, all'età di 10 anni. Decisi che avrei appeso la foto al muro, proprio accanto al mio letto.
Dopo aver ascoltato per un pò la musica del carillon, mi alzai e disfacetti le valigie. Avevo portato molte cose e non sapevo come avevo fatto a farle entrare dentro quella valigia.
Dopo aver cenato, andai a lavarmi e mi misi il pigiama, prima di coricarmi decisi di dare un'altra occhiata fuori dalla finestra ma lui non c'era.
Passò la notte ed era ufficialmente il mio primo giorno come "ragazza nuova", Sapevo che se fossi andata in giro se ne sarebbero accorti, non avevo il loro stesso colorito ma ero più scura, più bassa e forse l'unica cosa che avevamo in comune era il colore degli occhi. Risi all'idea e scesi a fare colazione. L'atmosfera era piuttosto tagliente, mio padre e mia madre che facevano finta di niente e Sara che piangeva bevendo il latte. Così mi decisi e dissi:"Buongiorno famiglia!" Ok, lo ammetto ero molto contenta, non solo per il regalo di Manuel ma per il bel vicino che mi era capitato... Mia madre notando questo mio buon umore molto raro, mi disse: " Buongiorno Ginny, dormito bene?" La guardai e risposi:" Si, splendidamente!" E sorrisi a 32 denti. Mia sorella in quel momento mi guardò e mi disse:" Perchè di così nuon umore' Io voglio tornare a casa!" E in quel momento si era rivolta ai mie genitori urlando e alzandosi, si diresse a grandi passi verso la sua stanza. Decisi che l'avrei ignorata, presi dei biscotti ed il latte, consumai tutto velocemente e mi diressi verso il bagno, mi preparai e mi vestii per andare a fare una passeggiata, volevo vedere un pò il posto che mi circondava...
Uscita di casa, notai che proprio di fronte si trovava un parco, così attraversai e feci un giretto per vedere che giostrine ci fossero, notai delle altalene e calcolando che a quell'ora fosse deserto, mi sedetti un pò a pensare.
dopo qualche minuto notai qualcuno camminare con passo felpato, quasi si nascondesse da qualcosa o meglio, qualcuno. lo seguii per un pò con lo sguardo finchè lo perdetti, ad un tratto mi sentì dondolare, mi girai di scatto e caddi in avanti. Afferrandomi per il braccio mi disse:"Scusa se ti ho spaventata." lo guardai e non riuscivo a capire bene chi fosse, così dissi." Chi sei?" mi guardò e mi disse....

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Capitolo 3
*** 3° Capitolo ***


Mi voltai e vidi che era il ragazzo di prima e notai che fosse il mio vicino di casa. Così gli chiesi:" Come ti chiami?" Lui mi guardò e poi si guardò in giro. Dopodichè mi disse a voce molto bassa:" Piacere io sono Tom" aveva un sorriso mozzafiato e quel piercing al labbro gli stava divinamente. Lo guardai e gli dissi:" Piacere mio, io sono Ginevra" gli sorrisi e gli porsi la mano che afferrò molto volentieri e con un sorrisetto.
Decisi di fargli un paio di domande per conoscerlo meglio così gli dissi:" Tom... Quanti anni hai?"
Era un pò stranizzato da quella domanda ma fece finta di niente e mi rispose:"Ventiquattro, e tu?"
Sorrisi e dissi:" Diciotto..."
Ad un tratto notai che si guardava intorno e ad un certo punti mi disse:"Appena ti dico io, seguimi." Mi prese una mano e...."Via!"
Non capivo il perchè dovessimo correre via e, ad un tratto me ne resi conto. C'erano degli uomini con delle fotocamere che ci seguivano urlando." Tom! Tom! E' la tua ragazza?"
Ad un tratto pensai che forse doveva essere qualcuno di famoso, ma non sapevo proprio chi fosse. Continuammo a correre finchè non entrammo nella casa accanto alla mia che, scoprì essere il loro studio di registrazione. Ero nello studio di registrazione dei TOKIO HOTEL! Se lo avesse saputo mia sorella sarebbe impazzita, essendo loro grande fan. Io conoscevo solo qualche loro canzone. Lo guardai e lui mi disse:"Scusa per quello che è successo...." Sembrava veramente in imbarazzo per l'accaduto ma feci finta di niente.
Mi portò a fare un giro per lo studio finchè arrivammo davanti una porta, la aprì e mi disse:"Affacciati dalla finestra, che vedi?"
Riconobbi la mia stanza e mi resi conto di essere proprio con il ragazzo che avevo visto alla finestra.
Mi girai verso di lui e notai che si era tolto il giubotto, i guanti, il cappello e la sciarpa. Era bellissimo, ed io non sapevo che fare. Così mi ci avvicinai e dissi:" Come mai mi hai fatta venire qui? Come mai non mi hai lasciata al parco?"
Mi guardò un pò stupito per la domanda e disse:" Mi sei sembrata simpatica..." Mi fece l'occhiolino e io arrossì.
In quel momento sentimmo aprire la porta e tom mi disse:" Vieni con me? Ti presento gli altri" Non aspettò la mia risposta e mi prese per una mano.
Arrivammo in cucina e vidimo il resto dei Tokio Hotel e non sapevo cosa dire.

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Capitolo 4
*** 4° Capitolo ***


Mi ci avvicinai spinta leggermente da Tom e un ragazzo con i capelli biondi e il septum al naso mi salutò dicendo: 'Ciao, piacere io sono Bill'
Aveva un sorriso da mozzare il fiato, simile a quello di Tom. Dopo qualche secondo dissi:'Ciao, piacere mio. Sono Ginevra.'
A man a mano conobbi anche gli altri due ragazzi che scoprì che si chiamassero Georg e Gustav. Il primo aveva i capelli molto lunghi e il secondo era molto riservato e se ne stava sempre per i fatti suoi, non parlava quasi mai. Ad un tratto Tom mi si avvicinò e all'orecchio mi disse:' Vieni con me, ti faccio vedere il resto dello studio.'
lo guardai e dissi:' Ok. Ma perchè questo è uno studio di cosa?' Ero un pò perplessa da chi fossero e cosa facessero così lui mi disse:' Ginny, che strano che non ci conosci, noi siamo i Tokio Hotel, mai sentito parlare di noi? Comunque, siamo un gruppo musicale che fa rock...'
Rise vedendo la mia faccia da ebete, credo fosse sia per l'averlo vicino che per il fatto che stessi pensando dove avevo già visto Bill. Ad un tratto mi venne in mente e senza rendermene conto, urlai:' Sara! Mia sorella Sara vi ascolta! E' pazza di voi, ecco dove avevo visto Bill!'
Mi guardò e disse:'Cioè, tu hai riconosciuto solo Bill? Che strano...'
'Non che non vi ho riconosciuti ma mia sorella è innamorata persa di Bill e quindi ha i suoi poster dappertutto.'
Mi fece l'occchiolino e disse:' Ah lei ha i suoi poster ed è innamorata di lui,  tu hai niente di mio?'
Arrossì in una maniera che non so e cominciai a borbottare:'Io..Ehm...Io... Che vuoi...Ehm... Che vuoi dire?'
Rise e mi si avvicinò, era così vicino che mi avrebbe potuta baciare, ed infatti è così che fece. Mi diede un bacio appassionato che risultò un pò congelato a causa del piecing al labbro. Lo abbracciai e lui abbracciò me. Gli misi le braccia attorno al collo e lui mi abbracciò più fortealla vita, era una sensazione bellissima e strana al tempo stesso.
Ad un tratto, non so quanto tempo fosse passato ma entrò Bill e ci guardò alzando un sopracciglio, ad un tratto lo vidimo sorridere e richiuse la porta, Tom mi guardò, mi sorrise e ricominciammo a baciarci. Finchè non vidi che erano le 13:20 ed ero in ritardo per il pranzo.
Mi staccai dalle sue labbra e gli dissi:'Tom, io dovrei andare... E' tardi.'
Mi guardò e disse:' Ok tesoro, andiamo.'
Scesimo al piano di sotto e vidi che Bill e gli altri stavano parlando, così abbassai lo sguardo e Tom disse:' Ragazzi, Ginevra se va, la salutate?' Poi mi guardò e continuò dicendo:' Tanto torni più tardi vero?' Mi sorrise e mi diede un bacio davanti a tutti.

Tornai a casa e mio padre mi guardò con aria sospettosa...

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