Tu

di Botan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jabi ***
Capitolo 2: *** Rei ***
Capitolo 3: *** Kaoru ***
Capitolo 4: *** Rin ***
Capitolo 5: *** Kouga ***



Capitolo 1
*** Jabi ***


Quando lo vedi ti nascondi dietro ad un sorriso, Jabi

Tu - Jabi

 

 

 

 

 

Quando lo vedi ti nascondi dietro ad un sorriso, Jabi.

Quando ti guarda abbassi gli occhi e fai la risentita perché in realtà vuoi solo che lui non ti rivolga l’attenzione.

E sei sempre dura nei suoi confronti, pungente e spesso anche irritante. Fai l’orgogliosa, la donna che non ha bisogno di avere nessun uomo al proprio fianco perché domini ogni situazione con destrezza e decisione.

Nulla ti può spaventare, nulla può scalfirti, ferirti, tu sei uno spirito indomito.

Eppure, quando lo guardi la luce nei tuoi occhi mostra impietosa ciò che tu sei in realtà.

Abbassi il capo o te ne vai per non mostrare quella fragilità che tu stessa non riesci ad accettare. Ma tu sai che c’è, e allora tenti di combatterla, affrontarla con le tue sole forze, però non c’è magia o incantesimo che riesca ad annientarla.

Provi a darti una risposta a quel perché, ma come sempre non sei in grado di trovarla.

Dovresti scavare più a fondo in quel tuo cuore che neppure ti sforzi di comprendere. E più scavi, più insorgono domande che quasi mai trovano risposta.

Tu sai che per te è difficile accettare la realtà, e proprio per questo non riesci a capire o a capirti.

Non vuoi farlo.

Combatti questo tuo malessere mostrandoti distante, fredda e indisponente.

Anche nei riguardi di colei che, inconsapevolmente, te l’ha portato via ti comporti da donna presuntuosa ed arrogante. Mentre in realtà con quel tuo comportamento dimostri di essere solo una bambina smarrita che ha paura del futuro. Ma tu credi perfino di non avercelo un futuro.

Certo, tu vuoi vivere, ma l’idea di morire non sembra smuoverti.

Infondo pensi che per te è uguale.

Vivresti per adempiere al tuo dovere di sacerdotessa del Makai, e moriresti per volere del fato, o per semplice vecchiaia, o… No, non vuoi dirlo.

Non vuoi dire per chi tu moriresti. Ma lo sai benissimo. Ti riesce solo difficile accettarlo.   

Eppure tu hai già conosciuto la morte, ma hai scelto di non andare con lei, e sei rimasta ad aspettare che qualcuno venisse a portarti via da quel limbo che ti teneva prigioniera. Finché all’improvviso hai riaperto gli occhi, e hai visto il suo volto. Era venuto lì per salvarti. Gli hai sorriso, eri debole, ma viva. Consapevole del fatto che sei rimasta lì a lungo, in attesa. Sospesa tra la vita e la morte. Quasi non sapevi cosa fare, dove andare, che direzione scegliere. Ma hai deciso di aspettare, o meglio, di aspettarlo. Tu hai scelto di restare per lui. Lo hai fatto per non lasciarlo solo, perché tu saresti capace di mettere ancora una volta a repentaglio la tua vita, ma non per uno scopo qualsiasi. Lo faresti per il suo bene, regaleresti il dono più prezioso che hai pur di non vederlo spirare.     

E allora cominci a pensare se quella persona a cui tieni molto morirebbe per te. E quando ti dai una risposta, senti uno strano dolore in petto che ti lacera anche l’animo.  

Abbassi gli occhi stanchi, fuori è notte.

Ha già rischiato una volta la vita, ma non per te, Jabi. E provi rabbia. Sei frustrata, irritata a tal punto che preferisci startene da sola.

Passeggi per quei boschi che tanto ami, e pensi, rifletti. Guardi le fronde degli alberi, sfiori con le mani un tronco di una robusta quercia, al tatto ti sembra forte, stabile. Pensi che nessuno potrà mai sradicarla da lì. E vorresti essere come lei. Solo una forte raffica di vento riuscirebbe a buttarla giù. Paragoni quella brezza impetuosa a colui che tu ami. E ti senti crollare al suolo.  

Tu che non ammetti la sconfitta, sei quasi costretta ad accettare una disfatta che non ti piace. Ma il paradosso è che quando provi ad immaginare il suo volto, tutta la rabbia che hai dentro scema. La tempesta che si scatena nel tuo cuore si placa, al suo posto c’è solo una lieve pioggerellina che inizia a solcare le tue guance. Quelle sono le lacrime di una donna innamorata.

E per te rappresentano la disfatta che non ti piace.

Se piangi, allora significa che stai male. Tu non vuoi, sei fatta così. Un ricordo non può indebolirti. Il suo, poi.

Devi lasciarlo andare via, ci provi tante volte, ma quando lo rivedi capisci che si trova ancora dentro di te.   

E allora fai l’indifferente, ti nascondi dietro ad una risata per fargli vedere che sei sempre la stessa. Lo provochi, spesso ingiustamente, sei l’unica che riesce a tenergli testa, e con le mani poggiate sui fianchi ti diverti a chiamarlo “moccioso”, perché sai che gli darà fastidio.

Ma il tuo cuore piange. In silenzio, solo tu odi quel gemito che si nasconde dietro quell’aria sfrontata che tanto ti piace ostentare. Non fai nulla per fermarlo. Che senso avrebbe?

Un forte sentimento non si può cancellare, e infondo, cara Jabi, tu non vuoi dimenticare.

E continui a farlo gemere, non cerchi di cambiarlo.

Perché con il tempo hai imparato che un cuore innamorato non può smettere di piangere. 

 

 

 

 

___________________________                                 

 

 

 

 

 

Inizialmente questa doveva essere una oneshot dedicata a Jabi, successivamente l’idea di scriverne altre ispirate ad alcuni dei personaggi più importanti di Garo, quelli che avevano più cose da raccontare, mi ha convinta a proseguire.

Si tratta più che altro di brevi racconti introspettivi che descrivono le emozioni ed i sentimenti di personaggi che a mio parere hanno veramente tanto da dire.

La cosa più difficile è stata la scelta del titolo. Siccome quello che avevo stabilito per la oneshot incentrata su Jabi non poteva più combaciare anche con le altre storie, ho dovuto cambiarlo, ma inizialmente non è stato facile trovare diciamo un compromesso.

Finché non mi son detta “Si tratta di storie che raccontano in breve il personaggio, che descrivono una parte di lui, o che raccontano di lui, di quello che pensa o che vorrebbe, della sua vita, insomma” e così è nato questo “tu”, come per dire, “tu sei…” o “questo sei tu”, semplicemente tu!

 

Spero vivamente di aver fatto un lavoro non dico perfetto, ma almeno presentabile!

Ci risentiamo a fine storia! ^__^

E buona lettura!

 

Botan

 

 

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Capitolo 2
*** Rei ***


Chiudendo gli occhi la rivedi

Tu – Rei

 

 

 



Chiudendo gli occhi la rivedi.

Chiudendo gli occhi rivedi il suo amabile sorriso.

E sorridi. Ti senti più sereno.

Vorresti fermare il tempo o, come spesso dici pensando ad alta voce, vorresti tornare indietro.

Allora sì che riusciresti a cambiare il corso ineluttabile del destino che ti è stato assegnato.

Sarebbe un miracolo se ciò accadesse, queste sono le tue parole. Ed è l’unica cosa che forse vorresti avere di più al mondo. Ma la realtà è ben diversa. Nella vita non si può tornare indietro, nella vita che ci viene offerta bisogna andare avanti ed accettare ciò che il futuro ci riserba. Qualunque esso sia. Ma tu sei testardo, ostinato, sagace. Questa regola non ti si addice, non ti piace. E ti arrabbi, ti agiti, ma alla fine t’intristisci. Non lo fai spesso. Solo quando nessuno può vederti, quando da solo ti stendi sul lettino e chiudi gli occhi. Il tuo dolore si espande in una stanza chiusa. E’ lì che deve rimanere, fra quelle quattro mura. Vuoi che nessuno veda quanto tu stia soffrendo per qualcosa che ormai non c’è più, per qualcuno che indietro non può più tornare. Forse è per questo che non riesci ancora a fartene una ragione, a rassegnarti. Non capisci perché un sorriso così bello non debba più esistere. Non dovrebbero le cose belle non morire mai? E allora perché ciò che più è speciale spesso scompare? Di questo passo, nel mondo in cui vivi non resterà più nulla da vedere. Tu ne sei convinto.    

 

Riapri gli occhi e lei non c’è.

Fissi il soffitto che bianco più non è, e non parli. Al contrario, pensi. E tanto.

Lo fai spesso, quando non c’è nulla da fare, nulla da cacciare. In realtà, non hai molti passatempi.

Fortuna che il lavoro ti tiene compagnia, prende gran parte del tuo tempo.  

Ora il tuo sguardo si è spostato.

Osservi la luce del sole che filtra attraverso i vetri di una finestra. Quel bagliore ti sfiora la pelle, la scalda, ti abbraccia. E’ rincuorante. In un certo senso, non ti fa sentire solo. Stare tra le braccia di qualcuno che ti vuole bene ti fa sentire protetto, amato. E le persone che ti amavano, non ci sono più. Ti è rimasta solo una piccola e preziosa amica, la tua guida, lei ti aiuta a non sentirti solo. E’ quel piccolo ma tanto prezioso pezzo di una famiglia che sempre hai sognato.

E ora che farai?

Il tuo futuro è incerto. Non sai cosa accadrà, ti senti disorientato, l’amavi troppo. E la rivorresti indietro, ma sai che non si può. Ti aggrappi al suo ricordo che nella vita ti accompagna, e così camminando a denti stretti vai avanti.

Sai che sarà con te, anche se non puoi sentire il suono delicato della sua voce, anche se non puoi vedere i suoi occhi che ti osservano con dolcezza, ed il suo gentile sorriso farti battere il cuore.  

Fai finta che lei sia lì, in quel raggio di sole, a tenerti stretto. Ne percepisci il calore, la presenza. Ora non ti resta che vedere anche il suo viso. E così, abbassi le palpebre. E mentre lo fai sorridi.

Perché sai che solo chiudendo gli occhi il miracolo si compie.

 

 

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Capitolo 3
*** Kaoru ***


Guardi il cielo, e lo dipingi

Tu – Kaoru

 

 

 



Guardi il cielo, e lo dipingi.

Guardi le nuvole, e le fai vaporose.

Guardi quel sole che si scorge appena, ma tu ricrei esattamente la sua luce.
Sposti lo sguardo verso il basso. Il tuo nasino non è più all’insù.

C’è un prato. E’ di un verde ancora acerbo. Pensi che dovresti riprodurlo così com’è, ma non sai se ci riuscirai.

Prendi il tubetto di tempera, cominci a svitare il tappino bianco, e poi riversi un po’ di colore sulla tua tavolozza. Prima però cerchi un angolo ancora pulito. Non vuoi rischiare che le tempere colorate si mischino tra loro e ti rovinino quel verde.

Con la punta del pennello appena bagnata, inizi a mescolare. E mentre lo fai pensi alla prossima tinta da scegliere.

Forse un pizzico di giallo potrebbe aiutarti. O forse una punta di azzurro. Non sai quale prendere, così decidi per entrambi. Li unisci al verde, bagni ancora un po’ le setole del pennello, e mescoli sovrappensiero.

L’odore della vernice si confonde con quello dell’aria.

Osservi ancora una volta il terreno erboso, lo compari al colore che hai appena creato.

No, non ci siamo. Non è ancora simile. Sbuffi. Per un attimo ti lasci catturare da un soffio di rabbia che ti sfiora la guancia.

Guardi le tempere che hai a disposizione. Quale di quelle può aiutarti?

Il viola?

No, lo appesantirebbe troppo.

Il marrone?

Creerebbe un effetto bruciato, e quel prato non lo è. E’ solo acerbo.

E’ come te.

Spesso non credi in te stessa e nelle tue capacità, ma devi solo crescere un altro po’. Tutto qui.

Questo è ciò che ti ripete in continuazione un certo ragazzo, quando esasperato dal tuo comportamento a volte infantile, ti rimprovera.

Lo odi quando fa così. Dici che si comporta male, che per te è troppo introverso, troppo taciturno, troppo…

Ma forse ha ragione. Solo a volte, però.

Devi credere in te stessa. E allora lo fai.

Poi ad un tratto ecco l’illuminazione: bianco. Ci vuole del bianco. Solo una punta.

Come una goccia di latte che cade nel the.

Stemperi per bene il composto, ci aggiungi una pennellata di acqua, ed ecco pronto il colore: un verde brillante ma acerbo al tempo stesso.

Non lo lasci seccare, e così lo imprimi su tela.

Lo muovi lungo tutto il bordo, i tuoi occhi quasi si colorano di luce nel vederlo così perfetto, così vivace. 

Il bianco è il colore di quel soprabito che ti sta sempre accanto.

E nel pensare al ragazzo che lo indossa, non riesci in quell’attimo a non arrossire. Abbassi gli occhi, e provi un inspiegabile senso di vergogna.

Cerchi di toccarti una guancia con la mano sporca di pittura, e così finisci per imbrattarla simpaticamente.

 

“Sei la solita pasticciona” ti senti dire all’improvviso. Ti volti, e nel vederlo sobbalzi. Conciata in quel modo, penserà che sei un alieno, ma tu a volte hai una fantasia troppo fervida.

Cerchi di pulirti con il dorso della mano, ma lui ti ferma. In questo modo impiastreresti ancor di più il tuo viso.

Ti porge un fazzoletto. Prima di prenderlo lo osservi. Sei ancora intontita per via della figuraccia.

Ad un tratto ti vedi posare quel pezzo di stoffa sulla guancia. Il fresco cotone ti sfiora la pelle in modo gentile.

Pensi che adesso lui non sia più una persona scortese. E’ premuroso.

Ma quando ti chiama ragazzina, con quel suo modo di fare arrogante e scontroso, lo è un po’ meno.

Mentre lo osservi resti in silenzio. Non sai cosa dire, e con lo sguardo tergiversi. Hai le mani sudate, ti senti a disagio ma fai finta di nulla, o ci provi. Tanto lui, con quell’ingenuità che ha, non lo noterà mai.

“Il pranzo è pronto” dice ad un tratto. Tu annuisci, poi con un colpetto di tosse ti schiarisci la voce. “Arriverò tra un attimo” rispondi.

Lo vedi andar via, come fa sempre. Ora ti senti più leggera, meno a disagio, ma il tuo cuore continua a battere fortemente.

Ti senti forse confusa, non capisci il perché, dopotutto, pensi con un sorriso sulle labbra, per te è solo una persona scostante, un signorino troppo antipatico.  

Eppure in cuor tuo, nascosto chissà dove, un piccolo pensiero ti sussurra che non tutto è come sembra.

Tu per ora non sei in grado di capire, di comprendere.

Ma forse chissà, un giorno ascolterai la voce del tuo cuore e capirai che qualcosa di prezioso è accanto a te.

E quando quel giorno arriverà, la tua vita si trasformerà in uno splendido quadro tutto da dipingere.

 

 

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Capitolo 4
*** Rin ***


Stai dormendo, e io sono qui

Tu – Rin

 

 

 



Stai dormendo. Io sono qui.

Ti osservo e sorrido con dolcezza.

E’ difficile per me non poterti parlare, ma questo è l’unico istante in cui mi viene concesso di varcare i confini di questo mondo per arrivare a te. 

Pur di starti accanto cerco di accontentarmi di quel poco che ho.

 

C’è così tanto silenzio in questo posto. La luce della luna bagna il tuo letto.

Non mi stanco mai di guardarti.

Sarò il tuo angelo custode, veglierò su di te finché ne avrò la possibilità. E anche se viviamo in due mondi diversi, non ti lascerò mai da solo. Per te io ci sarò sempre, invoca il mio nome e accorrerò in tuo aiuto. Perché tu sei il dono più grande che ho. Ricordalo sempre, anche se ora sai badare a te stesso.

Sei così cresciuto dall’ultima volta in cui ti tenevo stretto tra le mie braccia.

Sei un uomo, ora.

Ma permettimi di notte, quando tutta la città dorme, di avvicinarmi ai piedi del tuo letto, e con le mani di una mamma che ama il suo bambino, accarezzarti il capo.

Sei sereno, quieto. Ti scosto la frangia dal viso, ti rimbocco le coperte mentre tutto attorno a noi tace.

La notte è lunga, ma a me non basta mai.

E se soltanto potessi violare perfino i confini di questo mondo solo per restarti accanto, allora lo farei. Sfiderei il fato che mi è stato assegnato per amore di colui che ho lasciato su questa terra.

Per amore tuo soltanto.

Vedo il tuo volto rabbuiarsi. Probabilmente un incubo sta annerendo i tuoi sogni.

Mi avvicino dolcemente al tuo viso e lo sfioro con il dorso di una mano.

 

“Non avere paura, la mamma è qui con te, Kouga.

 

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Capitolo 5
*** Kouga ***


Ti svegli di soprassalto

Tu – Kouga

 

 

 



Ti svegli di soprassalto. Il respiro è convulso, la fronte sudata. Hai fatto un incubo, l’ennesimo.

Inspiegabilmente l’istinto ti sussurra di toccarti la guancia. Noti che un tiepido tepore la ricopre con dolcezza.

Non sai il perché, ma quel calore sembra possedere un’essenza familiare. E’ dolce, protettiva.   

Ti passi la mano tra i capelli, le dita scivolano in mezzo a quei ciuffi che ricoprono in parte la tua fronte.

Il battito del cuore ha ripreso il suo ritmo normale. Significa che di quell’incubo ora ti è rimasto solo il ricordo.

Ma è così da quella notte che a distanza di anni si ripete senza fine ogni volta che chiudendo gli occhi ti addormenti.

Ciò avviene quando l’agitazione accumulata durante il giorno supera i tuoi limiti.

Nell’incubo tu sei solo uno spettatore. Assisti muto ed impotente, frustrato non puoi intervenire. Ma d’altronde, se anche potessi si tratta pur sempre di un sogno. E quando riapriresti gli occhi, ti accorgeresti che le cose non sono cambiate, che lui non è più qui.

Gli volevi bene, ma non gliel’hai mai detto. Il fato con te non è stato clemente. Non ti ha dato il tempo necessario.

Mentre di lei… di quella donna che ti ha dato alla luce ne ricordi solo il profumo che spargevano i suoi capelli appena lavati, ed il timbro della voce. Di quando ti teneva stretto tra le braccia. Il suo corpo emanava un tepore particolare, caldo. Ricordi che ti sentivi al sicuro, e così ti lasciavi cullare dal suono armonioso della sua dolce voce. 

Ora sei cresciuto, sei diventato grande. Ed hai uno scopo nella vita: proteggere le persone di questo mondo che sembra fuori controllo. Il confine tra il bene e il male è molto sottile, tu sei in un certo senso colui che veglia su quella linea, ne sei il suo guardiano.

Guardi fuori della finestra. E’ notte. Tutti in questa villa in cui sei cresciuto riposano. Perfino il tuo anello guida dorme già da un pezzo. Dovresti farlo anche tu. Dovresti posare il tuo capo stanco sul cuscino, e chiudere gli occhi. Ma quando lo fai, ti appare il volto di qualcuno a cui tieni molto. Il suo sorriso ha il potere di rasserenarti. Ma tu, con l’ingenuità di un bambino che non ha mai visto il mondo, non riesci a capirne il motivo.

Ti domandi perché senti il bisogno di proteggerla.

Ti domandi perché il suo sorriso ti da la forza per affrontare cento, mille battaglie.

Sai che per lei saresti pronto a rinunciare alla tua stessa vita. Ne hai la certezza, e ciò ti spiazza.

Tu che non credi nell’amore, o che non sai cosa sia esattamente. Ti chiedi perché le persone sono alla ricerca di qualcuno a cui volere bene, alla ricerca di questo puro sentimento. E’ forse perché hanno paura della solitudine? O perché si sentono incomplete? Forse hanno solamente bisogno di amare o di essere amate. E sanno che prima o poi riusciranno a trovare ciò che inseguono, o sarà l’amore stesso a trovare loro. Perché nessuno resterà solo. In qualche posto qualcuno che li ama c’è.

E tu ti chiedi se in quel posto c’è qualcuno anche per te, che aspetta te. Ma se non hai bisogno dell’amore, allora perché questo sentimento ti affascina, ti avvince? Perché continui a non comprendere, a non ascoltare il tuo cuore? Forse l’imbarazzo che ti porti dentro ti trattiene, il tuo essere talmente rigido e severo ti frena da tutto quello che potrebbe distrarti, o farti male.

Hai già amato una volta, ma le persone a cui volevi bene sono scomparse lasciandoti un vuoto che nessuno mai potrà colmare. Hai sofferto, e soffri ancora. E se amare qualcuno vuol dire anche soffrire, non ti resta che vivere una vita senza amore.   

Dopotutto, tu non hai tempo per passeggiare al chiaro di luna con qualcuno che ti ama, mentre la città dorme e attorno regna il silenzio. Non hai tempo per fermarti anche solo un istante a guardare gli occhi di chi ti sta di fronte, a prendere la mano di colei che ti sta accanto, a stringerla tra le tue braccia per farle sentire che ci sei, che sei lì, che saresti pronto a farle scudo con il tuo stesso corpo.   

Tutto ciò a te non interessa.

Eppure continui a domandarti per quale motivo, quando il tuo sguardo s’incrocia con il suo, un palpito improvviso ti fa vibrare il cuore.

Ti domandi perché quando la vedi, tutto il mondo attorno a te per un attimo scompare. Vorresti fermare quell’istante, vorresti osservala in silenzio perché ti fa semplicemente piacere, vorresti vedere un suo sorriso, e per farlo aspetteresti speranzoso tutto il tempo necessario.

Perché mai ti succede tutto questo quando stai con lei?

Dopotutto, è solo una ragazzina noiosa, pensi lasciandoti avvincere dalla stanchezza.

O forse, qualcosa di più. 

 

 

 

 

___________________________                                 

 

 

 

 

 

E siamo giunti alla fine anche di questa mini serie ispirata ad alcuni personaggi di Garo.

Che dire? Ringrazio le dolcissima Sho Ryu Ken per le recensioni, e ringrazio tutti quelli che hanno letto ed inserito la storia tra le preferite.

Un abbraccio fortissimo e a presto!

Botan

 

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