You're my little piece of heaven... you're my everything

di vale6277
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome to our lives ***
Capitolo 2: *** Seize the day.. always ***
Capitolo 3: *** Only few seconds... ***
Capitolo 4: *** Nightmare ***
Capitolo 5: *** Everything is so unreal... ***



Capitolo 1
*** Welcome to our lives ***


“Pronti ? Sorridete… perfetto fatto”
“Mio Dio, grazie mille non ci posso credere! ”

Questa ormai è la mia routine. Potrei dire che faccio la fotografa nel tempo libero oppure come secondo lavoro, insomma come preferite. Tutti i giorni ci sono fan che ci inseguono per fare una foto o per avere un autografo. In fin dei conti, però, non è così male ed è normale quando il tuo fidanzato si chiama Synyster Gates.
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“Ehi Syn a che punto sei? La colazione è pronta”
“Eccomi qui tesoro” dice scendendo dalle scale
Lo guardo mentre mi raggiunge, ma come fa ad essere sempre così perfetto? Indossa una maglietta bianca con scollo a V che fa intravedere i tatuaggi sul petto, una giacca di pelle, un paio di jeans strappati e un paio di converse nere. I capelli sono un po’ sbarazzini e mi fanno impazzire.
“Che cosa c’è oggi di buono?” mi abbraccia dal dietro e mi da un bacio sulla guancia
“C’è la torta alla vaniglia che ti piace tanto” gli rispondo voltandomi di scatto e ricambiando il bacio.
“Mmm… anche le tue labbra sanno di vaniglia..posso avere loro per colazione?” ridacchia e mi bacia di nuovo
“Come preferisce signor Gates”sorrido e mi perdo nei suoi meravigliosi occhi, ma qualcosa mi riporta con i piedi per terra: il campanello.
“Mannaggia,sarà Zacky…”
“Vado ad aprirgli”
“Non potremo lasciarlo fuori?”
Rido e mi dirigo verso la porta
“BUONGIORNO carissima! come va?” urla Zacky appena apro la porta
“Ehilà bene bene e tu? Vedo che sei contento!”
“Oh yes, tutto bene non vedo l’ora della cena di stasera!”
“Concordo, ma vieni accomodati”
Zacky entra in casa e nel frattempo Syn si è seduto al tavolo
“Dov’è il mio caro Gates? Eccolo! Ciao amico mio!”
“Sappi che hai appena interrotto una festa”
“Chi io? Oddio scusate”dice Zacky dispiaciuto
Syn si alza e lo abbraccia amichevolmente
“Ti perdono solo perché sei tu!”
“Grazie Bri” e sorride
Dovete sapere che Syn e Zacky si conoscono fin dalle elementari e da allora sono sempre stati migliori amici. Dove c’è uno, c’è l’altro, a me piace definirli Cip e Ciop
“Che teneri che siete”
“Vero? Lo penso anche io” mi risponde Zacky e tutti scoppiamo a ridere
“Ragazzi,sarà meglio che facciamo colazione, altrimenti farete tardi per l’intervista. Zacky, tu vuoi qualcosa?”
“Se c’è prendo volentieri una tazza di caffè”
“Anche per me darling”
“Bene,vado a prenderle”dico andando verso il fornello mentre Syn e Zacky si siedono.
“Allora Zac, Matt e Johnny ci aspettano là?”
“Affermativo, ci troviamo fuori dallo studio e poi entriamo insieme”
“Perfetto”

“Ecco a voi ragazzi, i vostri caffè e anche una bella fetta di torta”
“Wella grazie” esclama Zacky “Ma tu non mangi niente?”
“Per ora no magari più tardi”
“Sicura che va tutto bene?” mi chiede prontamente Syn
“Sisi tesoro non ti preoccupare è tutto ok” gli rispondo sorridendo
“D’accordo, ma se c’è qualcosa sono qui” ricambia il sorriso e Zacky ci guarda quasi intenerito sorseggiando il caffè.

“Davvero un’ ottima colazione, grazie mille”
“Ma figurati Zacky, è un piacere”
I ragazzi terminano la colazione, sistemo tutto e vado a prendere il giubbotto.
“Forza ragazzi è ora di andare!”
“Bene , let’s go!”

Arriviamo allo studio televisivo, parcheggiamo le auto, raggiungiamo Matt e Johnny ed entriamo dove subito veniamo accolti.
“Buongiorno, voi siete gli Avenged Sevenfold, giusto?”
“Si, piacere Matt Shadows, le presento Synyster Gates, Zacky Vee, Johnny Christ e la fidanzata di Synyster, non che nostra manager”
“Molto bene piacere di conoscervi, io sono Grant Wilson,prego seguitemi”

L’intervista inizia subito dopo, io rimango nel backstage e la seguo da lì. Verso mezzogiorno il programma finisce e i ragazzi mi raggiungono.

“Siete stati grandi!!”
“Grazie Vale!” risponde contento Matt abbracciandomi

“Mi scusi se la disturbo signor Shadows,può venire un attimo?”
“Certo arrivo, scusate ragazzi”
Nel frattempo Zacky e Johnny vanno a prendere qualcosa alle macchinette, mentre Syn rimane lì con me, mi abbraccia e mi da uno dei suoi fantastici baci.

“Ehi darling, allora come stai? Mi dispiace di averti lasciato qui da sola”
“Amore, non è mica colpa tua, comunque tutto bene”
“Good, sono contento, hai mangiato qualcosa?”
“Ho preso una tortina dalle macchinette, non te la consiglio per niente”
“E’ davvero così terribile?” mi dice ridacchiando

“Ah.. che schifo, ma che diavolo c’è in questa tortina?”
“Ahahah Johnny,anche tu problemi con le tortine?”
“Eh già e non pochi, vuoi assaggiare?”
“No grazie, l’ho già provata prima e non ci tengo a riprovarla ahah”

Matt ritorna “Eccomi ragazzi, possiamo andare”
“Bene allora ci vediamo stasera!”
“Si alle 20 a casa mia!” urla entusiasta Zacky
“A stasera ragazzi, ciao ciao”J

Io e Syn arriviamo a casa ma …






  

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Capitolo 2
*** Seize the day.. always ***


Dopo dieci minuti di strada, raggiungiamo casa, arriviamo davanti al cancellone, entriamo in cortile e scendo dalla macchina.
Mentre Synyster la parcheggia in garage, io comincio ad andare ad aprire la porta d’ingresso.
Prendo le chiavi dalla borsa e le inserisco nella serratura, faccio un primo giro che però si blocca a metà, ritento ma non cambia niente.
Capisco che la porta è già aperta, allora le tolgo dalla serratura e faccio qualche passo indietro

“Op…scusami tesoro non avevo visto che eri tornata indietro, avevo il Sole negli occhi, c’è qualcosa che non va?”
“Brian, la porta è aperta, sono sicura di averla chiusa quando siamo usciti”
“Che cosa??” si avvicina alla porta; appoggia la mano sulla maniglia e lentamente la apre
“Vale tu rimani qui, entro io per primo”
“Nono vengo con te” lo prendo per mano e piano piano entriamo in casa.

Appena si entra c’è un piccolo atrio e subito si può vedere il salotto che è di fronte, sulla sinistra ci sono le scale che portano al piano di sopra e sulla destra c’è la cucina, da dove sentiamo provenire dei rumori.
Sento il cuore in gola battere sempre più forte e comincia anche a girarmi la testa, mi attacco al braccio di Syn e proseguiamo verso la cucina, la raggiungiamo e…

“Papà? ma che cacchio ci fai qui?”
“Oh ciao ragazzi, Papa Gates ha pensato a voi e vi ha preparato il pranzo, una bella teglia di lasagne è in forno tutta per voi”
“Oddio che paura, meno male che è lei” dico tirando un sospiro di sollievo “Comunque grazie è stato gentile da parte sua”
“Ma figurati Vale, è stato un piacere…” mentre sta per terminare la frase viene interrotto da Syn
“Sisi, ma resta il fatto che sei entrato in casa nostra senza permesso e per di più abbiamo anche rischiato un infarto!”
“Hai ragione figliolo mi scuso e prometto che non succederà più”
“Eh va bene scuse accettate” dice Syn accennando un sorriso
“Bene, meno male, ora ragazzi scusate ma devo andare”
“Non si ferma a pranzo con noi?”
“Purtroppo mi stanno aspettando in studio di registrazione, ma un’altra volta più che volentieri”
“D’accordo” annuisco e gli sorrido, lui prende il giubbotto che aveva appoggiato su una sedia, lo indossa e viene ad abbracciarmi
“Mi raccomando dimmi se Syn fa i capricci, che poi lo metto in castigo”
“Può contarci ahah”
“Bravi bravi coalizzatevi contro di me” dice Syn indicandoci ma non riuscendo a rimanere serio e sfodera uno dei suoi meravigliosi sorrisi

“Forza vieni qui figlio mio” e va ad abbracciarlo
“Ciao papà, ci sentiamo stammi bene”
“Certo e mi raccomando anche tu, se avete bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa chiamatemi”
“Va bene grazie mille”

Ho sempre voluto un gran bene a quell’uomo, tra noi c’è stato sempre un ottimo rapporto ed è proprio da lui che Brian ha acquisito i lati meravigliosi del suo carattere

“D’accordo, ma se c’è qualcosa sono qui” proprio stamattina Brian aveva pronunciato queste parole, e proprio ora l’aveva fatto suo padre, sono davvero due persone fantastiche.

Papa Gates ci saluta un’ultima volta con un cenno della mano ed esce di casa

Mi avvicino a Brian, mi appoggio a lui e mi circonda con le sue braccia che come sempre mi fanno sentire al sicuro
“Mio Dio ti immagini se non fosse stato tuo padre ma..”
“Sh sh” dice appoggiandomi un dito sulle labbra “non pensiamoci neanche” mi bacia dolcemente per qualche secondo fino a quando non suona il timer del forno

“Sai una cosa tesoro? Dovremmo abolire campanelli, timer, sveglie, insomma tutto ciò che potrebbe suonare in momenti meno opportuni”
“E tu sai una cosa?”
“Che cosa? che ho ragione?”
“Bhè, anche…” mi fermo un attimo e lo guardo negli occhi “Ti amo Brian”
“Anche io mi amo”
“Ahaha ma perché devi fare sempre così?” faccio finta di essere arrabbiata e vado verso il forno per tirare fuori le lasagne
“Ehi ehi stavo scherzando, torna qui, voglio il bacio che mi spetta”
“Stasera signor Gates, dovrà aspettare”

Finiamo di pranzare, ci mettiamo un po’ accoccolati sul divano e verso le 15 decidiamo di andare al centro commerciale per prendere qualcosa da portare alla cena di stasera da Zacky
Usciamo di casa, chiudiamo accuratamente la porta e prendiamo l’auto.
In pochi minuti arriviamo al centro commerciale, che non è molto distante da casa e appena troviamo un posto libero parcheggiamo.
Ci prendiamo per mano ed entriamo. E’ davvero immenso, ci sono negozi di ogni tipo, bar e anche ristoranti ma è ancora piuttosto tranquillo, probabilmente comincerà ad arrivare gente più tardi.

“Che figata, Vale, guarda hanno aperto un negozio di chitarre!!”
“Wow andiamo a vedere!”

Il negozio non è molto grande, ma c’è davvero molta roba. Appese ai muri ci sono chitarre  di ogni genere, dalle classiche alle elettriche, ci sono scaffali ricchi di libri didattici ,vicino alla cassa ci sono i plettri e anche dei CD.

“Guarda Brian, quella è simile a quella che avevi prima”
“E’ vero, invece questa è uguale a quella acustica di Zacky”

Mentre parliamo, nel negozio entrano due metallari che subito si accorgono della nostra presenza.
“Joey, santo cielo guarda quello non è Synyster Gates?”
“Porca miseria, è vero aaa oddio c’è anche la Vale”
“Calmo stai calmo, stiamo calmi, andiamo lì con gentilezza e chiediamogli se possiamo fare una foto”
“Ok, oddioooo Chris non ci posso credere, Jesus ha ascoltato le mie preghiere”
“Shh non urlare! Casinista! Vieni andiamo”

I due ragazzi ci raggiungono noi li sentiamo arrivare e ci giriamo
“Ciao, scusateci tanto per il disturbo”
“Ehi ciao, non vi preoccupate, come state?” gli rispondo
“B..bene bene grazie, scusate è che sono un po’ agitato, io mi chiamo Chris mentre lui è il mio amico Joey”
“Piacere ragazzi ” dice Syn sorridendo
La scena è alquanto comica, Chris è un misto tra euforia e agitazione, mentre Joey non si capisce se sia timido o se stia per svenire
“Il piacere è tutto nostro Synyster, sei il nostro mito, cavolo non ci posso credere, potremmo, cortesemente, solo se vuoi, fare una foto con te?”
“Certamente ,perché no, forza venite qui”
“Penso io a farvi la foto” Joey mi passa la macchina fotografica e si mettono in posa
“Pronti ? Sorridete… perfetto fatto”
“Mio Dio, grazie mille non ci posso credere! ”
“Ma figurati, provate a vedere se sono uscite bene” dico ridando la macchina fotografica a Joey
“Si si davvero perfette e… un…un’ultima cosa, potremmo fare una foto anche con te?”
“Certo volentieri, Syn ora tocca a te fare il fotografo”
“Oh yes, mettetevi in posa… olè fatto”
“Evviva, non so quante volte vi ho già ringraziato, ma lo faccio ancora, grazie”

Stiamo ancora qualche minuto a parlare con i due ragazzi, poi li salutiamo, usciamo dal negozio ed entriamo nel supermercato, dove compriamo una scatola di cioccolatini e una bottiglia di vino. Paghiamo alla cassa e torniamo a casa.

“Sono stati davvero gentili quei tuoi fan” dico mentre appoggio la borsa sul divano
“Si è vero, fossero tutti così, ci sono alcuni che quando urlano non ci senti più per una settimana”
“Eh già, ma che ci puoi fare sei Synyster Gates” mi avvicino e gli tolgo la giacca
“E tu sei la mai vita” mi accarezza la guancia spostandomi leggermente i capelli e mi sussurra all’orecchio “I love you” a quelle parole sento un brivido percorrermi la schiena, quando fa così mi fa impazzire e non posso far altro che iniziare a baciarlo.
Un bacio tira l’altro e finiamo per fare l’amore in soggiorno.


“E’ stato fantastico e divertente allo stesso tempo” dice sorridendo Syn, mentre raccoglie i suoi vestiti da terra.
“Se lo dici ancora con quella voce e con quel sorriso, ti salto addosso di nuovo, quindi scappa a prepararti, tra poco dobbiamo essere da Zacky”
“E se non volessi scappare?”
“Ahah forza altrimenti facciamo tardi”

Saliamo al piano di sopra, dove c’è la camera e ci vestiamo. Brian mette una camicia nera, che lascia leggermente aperta, un paio di jeans neri, una cintura con le borchie e le sue immancabili converse. Io invece decido di indossare un corsetto nero con dei fili di raso rosso, un paio di pantaloni neri e gli stivali con il tacco. I capelli li lascio sciolti e lisci che mi coprono le spalle.
Mentre Brian finisce di sistemarsi i capelli con il gel, comincio a scendere al piano di sotto, ma mentre scendo le scale, la testa comincia a girarmi di nuovo, mi tengo alla ringhiera qualche secondo e poi continuo a scendere.
Dopo qualche minuto scende anche Brian
“Tutto ok? Sei pronta?”
“Sisi, possiamo andare” prendo i cioccolatini e la bottiglia di vino e usciamo di casa

Arriviamo da Zacky, suoniamo il campanello e dopo pochi secondi viene ad aprirci
“BUONASERA amici!!”
“Buona sera a te” gli rispondiamo insieme
“Questi sono per te” gli dico porgendogli i cioccolatini e il vino
“Oh grazie, sempre davvero gentilissimi, venite entrate, io vado a mettere la bottiglia in frigo vi raggiungo subito”
“Ti serve una mano in cucina?”
“No, non ti preoccupare Vale, è già tutto pronto, andate pure in salotto, Matt e Johnny sono già là”
“Va bene” andiamo in salotto dove vediamo gli altri che stanno la tv seduti sul divano
“Wella ciao ragazzi come state?”
“Ciao!!!!” risponde immediatamente Johnny
“Ciao belli, tutto bene grazie e voi?”
“Anche noi tutto alla grande, grazie Matt”
Johnny e Matt si alzano e nel frattempo arriva anche Zacky
“Perfetto, siete già in piedi, tutti a tavola la cena è pronta”

Il tempo passa davvero in fretta tra chiacchere e risate, è bellissimo trascorrere del tempo con i ragazzi al di fuori del lavoro, ormai siamo tutti diventati ottimi amici. Che dire della cena,era squisita!

“Bene, che ne dite passiamo al dolce? Vale e Syn hanno portato dei cioccolatini che non vedo l’ora di mangiare”
“Woo non potrei essere più d’accordo” dice annuendo Johnny
Zacky va in cucina e dopo pochi secondi ritorna, anche con la bottiglia di vino.
“Eccomi qui!!” e comincia a versare il vino a tutti
“A me no Zacky, grazie” lo fermo prima che mi versi il vino nel bicchiere
“Ok dolcezza come preferisci”
Brian mi guarda un po’ preoccupato, sa che non rifiuterei mai di bere in compagnia

Finiamo di mangiare anche il dolce e poi chiacchieriamo ancora per qualche oretta, fino a mezzanotte

“Grazie mille Zacky, la cena era deliziosa” gli dico mentre ci salutiamo sulla soglia della porta
“Grazie a te della compagnia Vale, ci vediamo domani allo studio di registrazione”
“Certo, a domani, buona notte” =)
“Ciao Zac, mi raccomando chiudi bene tutto prima che ti ritrovi mio padre in casa”
Tutti iniziamo a ridere
“Ci puoi contare ahhaha ciao ragazzi”
“Ciao grazie”
“Ciao ciao a domani bro”

Saliamo in macchina e per l’ennesima volta oggi, torniamo a casa.

Andiamo subito in camera, Syn sistema i vestiti nell’armadio, io mi siedo sul letto e faccio un respiro profondo, decido che questo è il momento giusto per parlargli. Poco dopo si siede da parte a me
“Amore ho visto che stasera non hai toccato il vino, non è da te, c’è qualcosa che non va? Sai che a me puoi dire qualsiasi cosa”
“Ecco Brian, è di questo che volevo parlarti…”





 

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Capitolo 3
*** Only few seconds... ***


“Ecco Brian, è di questo che volevo parlarti…”

Ormai è l’una di notte passata, la stanza è illuminata solo dalla fievole luce dell’abat-jour sul comodino e dal bagliore dei lampioni fuori in strada che cerca di farsi spazio tra le fessure delle tapparelle.
Tutto sembra così tranquillo, persino il ticchettio dell’orologio sulla parete sembra essersi dissolto in questo interminabile silenzio. Ciò che sto provando io dentro di me, in questo momento , però  non è così, oh no.
Una tempesta di emozioni mi travolge completamente. E se Brian non la prendesse bene? Cosa faccio a quel punto? Cerco di farlo ragionare o me ne vado? Forse non dovrei nemmeno chiedermi cose del genere, ma davvero non so più a che cosa pensare, non è una cosa da poco ciò che sto per dirgli… o forse è più semplice di quanto creda?

Mentre uno , cento, mille di questi pensieri mi assalgono, accarezzo le lenzuola di raso nere, decido di iniziare a parlare, non posso di certo starmene qui zitta per sempre
Mi volto verso di lui e con franchezza lo guardo negli occhi.
Ma ecco di nuovo: quegli occhi, cavolo, lo hanno fatto di nuovo, mi fanno letteralmente perdere la ragione; per un attimo mi scordo persino cosa devo dire… boh non è importante ora, glielo dirò più tardi.
No no, ehi fermi tutti che diavolo sto facendo? Valentina ritorna in te e parla santissimo cielo.
 
“Brian..” mi schiarisco la voce
“Ehi allora non hai perso la lingua, mi stavo già preoccupando, lo sai?” pronuncia queste parole con un mix perfetto d’ironia e dolcezza riuscendo ad allentare la tensione che ho ora. Questo è il mio Brian.

Mi inginocchio sul letto verso di lui, passo dolcemente una mano tra i suoi capelli sbarazzini mentre lui sorride e chiude gli occhi per qualche secondo, poi sposto la mano sulla spalla e infine percorro rapidamente il braccio fino a raggiungere la mano

“Sai Bri, è da qualche giorno che penso a come dirtelo ma sono certa che con pochi giri di parole sarà decisamente meglio” mentre dico ciò, mi sposto leggermente e allungo il braccio verso il cassetto del comodino , prendo ciò che mi serve ma lo tengo nascosto tra le mani dietro alla schiena, poi lo chiudo.

Syn mi guarda sempre più incuriosito cercando di capire cosa stia succedendo
“Ehi tesoro che nascondi lì dietro?”
“Allora, sai quando tu e i ragazzi eravate ancora in tour, circa 3 mesi fa?”
“Oh yes, anche tu ci hai seguito in ogni tappa”
“Esatto e ti ricordi quella sera nel backstage?” gli dico sorridendo
“Certo, come potrei dimenticarla” risponde ridacchiando guardandomi maliziosamente
“Ecco..ehm.. penso che quella sera sia successo qualcosa di più, si insomma…” faccio una pausa di pochi secondi “l’altro giorno ho deciso di andare in farmacia a prendere un.. un test di gravidanza, in realtà più di uno per essere sicura” la mia voce tremola, mentre pronuncio le ultime parole decisive porto le mani davanti e finalmente gli mostrò il test che ho nascosto fino ad oggi “e.. si Brian, sono incinta”

Il mio cuore batte all’impazzata, se continua così, potrebbe anche esplodere; ho lo sguardo verso il pavimento ma poi alzo gli occhi e guardo Syn. Vedo che mi guarda un po’ confuso, sta cercando di mettere insieme ciò che gli ho appena detto, deve realizzare l’idea di diventare papà. E’ una bella botta, soprattutto per una rockstar come lui.

“C’è.. si insomma.. mio Dio.. non ci posso credere…” farfuglia incredulo “credo di stare per svenire, Dio Santo quanto sono felice! È tutto così fottutamente meraviglioso! Un Baby Gates, diventerò anche io un papà!”.
“Papà” questa parola risuonare dolcemente nella stanza, se è un sogno non voglio svegliarmi. Mi abbraccia e poi comincia a baciarmi “Ti amo più della mia stessa vita e questo bambino ne è la conferma, ti amo, ti amo, ti amo, non voglio nessun’altro, solamente tu”
Lo abbraccio di nuovo e ormai non riesco più a trattenermi, comincio a piangere dalla gioia
“Non sai quanto sono felice Brian, davvero grazie di esistere” mi asciuga una lacrima con la mano ma dopo poco una lacrima riga anche il suo volto.
Finalmente sono riuscita a dirglielo, tutte le mie preoccupazioni ormai sono state soffocate dalla felicità. Sento un senso di leggerezza e benessere mai provato prima, è come se il resto del mondo non esistesse più; adesso siamo solo io, lui e il bambino.
Ci sdraiamo uno da parte all’altro, sotto le coperte e cominciamo a parlare; fuori potrebbe scoppiare una guerra ma non mi importa, sento solo la sua voce, il suo respiro e il suo profumo.
Quant’è bello stare con lui, anche solo parlando, mi fa stare bene.
Le lancette dell’orologio si rincorrono ma è come se il tempo si fosse fermato.

Dopo un bel po’ guardiamo l’orologio, ormai mancano pochi minuti alle tre.
Decidiamo di dormire, allungo il braccio per spegnere l’abat-jour, poi mi sdraio di nuovo, lui mi posa la sua calda mano sulla pancia, dopo di che lascio sprofondare la testa nel morbido cuscino. Nella stanza ormai predomina il silenzio che viene interrotto dal dolce sussurro della voce di Syn
“Vi amo angeli miei”
“Ti amo luce dei miei occhi”

Felicità e amore sono tutto ciò che provo ora. E’ come se la tristezza e il dolore non fossero mai esistiti.
Sento il suo delicato respiro, chiudo gli occhi e lo ascolto per un po’, finché lentamente mi addormento.
Il mondo potrebbe finire ora, morirei felice. La mia vita ha trovato un senso.

Brian deve essere già sveglio da un po’, l’acqua della doccia scorre e le tapparelle sono alzate. Mi stiracchio un po’ e mi volto verso la finestra, tra le tende riesco a intravedere che è una bella giornata. Un caldo raggio di Sole si posa proprio sulla mia guancia.
“Ciao Jimmy” sussurro muovendo appena le labbra; mi piace pensare che sia stato proprio a mandare quel raggio di Sole, per darmi il “buongiorno” da lassù a modo suo.

L’acqua smette di scorrere e sento la maniglia della porta del bagno muoversi; mi giro e vedo uscire Syn con solo un asciugamano in vita e con i capelli tutti bagnati che ancora gocciolano.
“Questo si che è un bel modo per svegliarsi” dico a bassa voce. Resto qualche secondo a contemplarlo e quando si accorge che sono sveglia viene verso di me, io mi metto seduta e continuo a mangiarmelo bene con gli occhi mentre arriva
“Ehilà, buongiorno amore, come stai stamattina?” si siede e si avvicina, le nostre labbra si incontrano e schioccano in un fragoroso bacio
“Buongiorno a te tesoro mio, non male, e tu?”
“Bene bene, ma l’importante è che stiate bene voi” si abbassa e mi bacia la pancia e dopo l’accarezza delicatamente con la mano
“Quanto sei tenero Bri” gli sorrido e lo abbraccio

“Sei ancora tutto bagnato, fila ad asciugarti, non voglio mica che ti ammali”
Si alza e facendo come i militari mi risponde “Sissignor agli ordini”
Inizio a ridere e poco dopo inizia anche lui. Mentre ride raggiunge l’armadio e si piega sulle ginocchia per prendere i vestiti dal cassetto.
Accidenti, quanto vorrei strappargli via, quell’asciugamano; poi con i capelli tutti bagnati così…
basta mi devo ripigliare, ora non è il momento, sono già le 9, devo ancora fare la doccia, vestirmi, truccarmi e colazione e Syn deve essere in studio con i ragazzi alle 10. E’ meglio che mi sbrighi, forza e coraggio, non posso far far tardi al lead guitarist…

In poco più di 30 minuti faccio anche io la doccia, mi asciugo i capelli e poi decido di indossare con una tuta nera di cotone, con sotto una maglietta a maniche corte con scritto “house of Syn” e le scarpe da ginnastica. Ci aspetta una lunga giornata in studio di registrazione, è meglio mettere dei vestiti comodi. I capelli li raccolgo in un’alta coda e poi mi trucco… eyeliner, ombretto nero, mascara e via! Prendo la borsa e il giubbino di pelle che, da ieri sera, stanno sul piccolo divanetto proprio di fronte al letto. Prima di uscire dalla stanza, il mio sguardo ricade sul letto, dove le coperte sono ancora tutte in aria.
“Accidenti, ecco cosa dovevo fare” dico portando una mano alla fronte “vabbhè, almeno così è già pronto per stasera”. Non ho proprio voglia di rifare il letto e poi perderei solo altro tempo; così deciso, esco dalla stanza e lascio la porta aperta.
Scendo velocemente gradino per gradino e arrivo al piano di sotto, prima di andare in cucina vado un secondo in salotto e appoggio sulla poltrona la borsa e il giubbino; vicino al camino c’è la sacro-santa chitarra di Syn, pronta per essere coccolata dalle sue magiche mani.

“Eccomi qui” dico appena varco la soglia della porta della cucina.
 Syn è vicino al lavandino e sulla spalla ha un asciugapiatti. Anche lui ha messo una tuta: una maglietta a maniche corte nera con il famoso scollo a V, una felpa grigia che ha lasciato aperta e un paio di pantaloni bianchi che, lasciatemi dire, gli stanno da Dio. Ovviamente non poteva mancare il suo adorato cappello.
“Salve madame” dice voltandosi “ ho già preparato tutto, la tua tazza di thè è pronta e servita” si asciuga le mani e poi posa lo straccio
“Wella come sei efficiente Gates” dico mentre vado a sedermi “Sei davvero stato gentilissimo”
“Oh, non è vero, ogni tanto tocca anche a me preparare la colazione” si avvicina e mi accarezza i capelli, io ricambio con un sorriso e poi si siede anche lui. Syn prende una tazza di caffè e una brioche, io mi limito a bere solo qualche sorso di thè; per ora non mi va giù nient’altro e il mal di testa comincia a farsi risentire

“Che dici Syn glielo diciamo oggi agli altri?” gli domando mentre appoggio la tazza sul tavolo dopo aver bevuto
“Oh yes, non vedo l’ora” mi risponde entusiasta “saranno tutti felicissimi per noi” gli occhi gli luccicano come due gocce di rugiada che incontrano un raggio di sole. E’ bellissimo vederlo così felice
“Non dimentichiamoci anche di tuo papà”
“A lui glielo diremo stasera, non ti preoccupare” e scoppia a ridere
“Che c’è?” gli rispondo sorridendo
“No niente è che diventerà nonno Gates… ahaha è divertente”  
“Ahaha è vero, bene il suo nuovo soprannome sarà questo” mentre finisco di parlare, cominciano a sentirsi le note dell’assolo di “Nightmare”; è il mio cellulare.

“Torno subito tesoro, vado a prendere il cellulare di là in borsa”
“Vuoi che vado io?”
“Non ti preoccupare, finisci tranquillo di fare colazione” mi alzo ma mi viene un capogiro e un terribile crampo allo stomaco, mi tengo con una mano alla sedia e l’altra la appoggio alla pancia
“Ehi ehi  Vale che succede?”Syn si alza di scatto ,viene da me velocemente e mi appoggia le mani sui fianchi
“Nulla di grave, mi gira solo un po’ la testa” dico mentre tengo gli occhi chiusi per qualche istante
“Rimani qui seduta, vado io, un secondo e sono qui” sposta la sedia dal tavolo e mi siedo.
 Con passo veloce va in salotto a prendermi il cellulare e come promesso in pochi secondi ritorna; mi porge il cellulare, sposta una sedia e si siede da parte a me, poi mi appoggia una mano sulla gamba. Come sempre è molto calda ed è una sensazione davvero piacevole.
“Grazie mille”
“Di nulla, figurati” ci scambiamo un bacio lento ma pieno di passione, sembra che anche il mal di testa sia passato, finchè il cellulare non suona di nuovo come per dire “ehi ci sono anche io, vuoi guardare i messaggi si o no?”
“Sai una cosa Bri, sei una medicina perfetta”
“Oh ne sono onorato, ma devo essere preso molto, molto spesso”
“Seguirò le indicazioni con piacere” gli faccio l’occhiolino e poi sposto lo sguardo sul cellulare: 2 nuovi messaggi.
Apro il primo, i miei occhi scorrono velocemente sullo schermo
“No, non può essere di nuovo lui.. no accidenti” comincio ad agitarmi, apro velocemente anche il secondo, stesse parole, stessa persona; passo il cellulare a Brian e mi alzo portando le mani in faccia. Lui mi guarda preoccupato poi guarda il cellulare dove legge le seguenti parole: ”Ciao amore mio, spero di non averti svegliata, ti ho vista ieri al supermercato con quel dannato chitarrista, Brian giusto? ti stavano benissimo quei pantaloni, mi rattrista però il fatto di non averteli tolti come facevo un tempo… ma ci riuscirò di nuovo biondina…presto. Baci il tuo Shannon”

“Giuro che se lo prendo… Santo Cielo, come cavolo ha fatto ad avere il tuo numero? E’ assurdo...non posso sopportarlo” Syn appoggia violentemente il cellulare sul tavolo e poi esce in giardino per prendere una boccata d’aria, sbattendo la porta d’ingresso.

Dovete sapere che molto tempo fa, prima di conoscere Brian, sono stata fidanzata con appunto, Shannon, un batterista che avevo conosciuto in un locale della zona. La nostra relazione, se così si può definire, ora che ci ripenso, è stata per lo più una cosa fisica e non sentimentale. All’inizio tutto sembrava andare bene, ma poi ha iniziato molto spesso a venire da me ubriaco con la sola intenzione di fare sesso. Per questo l’ho lasciato, non poteva andare avanti una “storia” del genere. L’unico dettaglio è che lui non l’ha mai accettato. Ho cambiato anche numero di cellulare e per un po’ non si è fatto più sentire… fino ad oggi. Brian sa benissimo di questa storia, gli ho raccontato tutto del mio passato, come ha fatto anche lui.

Resto per qualche secondo in piedi con le braccia incrociate a fissare quel maledetto cellulare sul tavolo, sbuffo, mi viene da piangere… era troppo bello per essere vero. A quanto pare non mi meritavo tutta questa felicità.
Devo andare da Brian. Corro verso la porta ed esco in giardino, lo cerco. Poco dopo lo vedo, è seduto sulla panchina di marmo vicino alla pianta di gelsomino che gli fa ombra. Mi è sempre piaciuto quel posto, è in un angolo molto tranquillo, sul prato e ci passiamo molto tempo d’estate. La primavera ormai è arrivata ma l’aria è ancora piuttosto fresca, solo il Sole la riscalda leggermente, con questa tensione però mi sembra di sentire ancora più freddo.
E’ arrabbiato, si vede benissimo, ha le braccia appoggiate sulle gambe e le mani leggermente congiunte.
Mi avvicino piano piano e mi siedo vicino a lui
“Brian… ti prego… cerca di stare calmo, non possiamo permettere a quello là di rovinarci la vita in questo modo, se sarà necessario cambierò di nuovo numero, farò il possibile affinché rimanga fuori dalla nostra vita, te lo prometto”
“Sisi, ma a quanto pare ci segue, ieri ci ha visto al supermercato, no?” ha lo sguardo rivolto verso il prato e con il piede muove i fili d’erba
Gli prendo dolcemente il viso e lo faccio voltare verso di me
“Non fare sciocchezze, ti prego , ho bisogno di te, se solo prova a farti del male giuro che lo ammazzo io stessa”
Mi abbraccia e mi sussurra all’orecchio “ Non ti ho mai lasciato da sola e mai lo farò, con me sei al sicuro”
Lo guardo negli occhi e gli sorrido per cercare di calmarlo un po’, gli accarezzo i capelli, so che a lui piace tanto “Dai, adesso andiamo dai ragazzi a dargli la grande notizia”
“Direi che è il modo migliore per passare sopra a questa faccenda” si alza in piedi sospirando e mi porge la mano, la afferro e camminiamo per ritornare in casa.
Mentre passeggiamo per il cortile, mi immagino già come sarà quando ci sarà anche il nostro bimbo a giocare qui nell’erba. Quando gattonerà dappertutto e io e Brian dovremo rincorrerlo;  questi pensieri mi confortano e mi fanno continuare a sperare in bene.

Ritornati in casa, andiamo in salotto Syn prende la chitarra, i vari amplificatori e li va a caricare in macchina. Io metto il giubbino e prendo la borsa. Per andare dal salotto alla porta, passo davanti alla cucina… le tazze sono ancora sul tavolo, il cellulare è ancora lì. Faccio un passo con l’intenzione di andare a prenderlo ma mi fermo; non voglio che altri messaggi mi rovinino la giornata, o meglio, chi li manda.  Per me può anche rimanere lì, farà compagnia alle tazze.
“Bye bye” dico salutandolo con la mano. Proseguo con passo deciso, arrivo nell’atrio, mi do una veloce occhiata nello specchio vicino al tavolino dove ci sono appoggiate le chiavi, le prendo, mi sistemo un po’ i capelli e giungo alla porta. Appoggio la mano sulla fredda maniglia di metallo quando la suoneria ricomincia a propagarsi per la casa, facendo quasi un eco che spacca in mille pezzi qualsiasi cosa.
 Faccio finta di niente, non ho voglia di leggere un altro messaggio del genere, se è qualcuno dei ragazzi richiamerà sul cellulare di Syn. Chiudo la porta a chiave e lì dentro ci chiudo anche quello stupido pezzo di metallo.

“Ok, ho caricato tutto, possiamo andare” dice Syn mentre chiude il baule della macchina
“Perfetto, allora andiamo”
Saliamo in macchina, dove subito si sente un forte profumo di menta.
“E’ quel cavolo di arbre magique che ci ha regalato zio Zacky” dice ironicamente Syn, dandogli un colpetto con la mano
“Ma poi perché mai ci ha regalato un arbre magique?” Syn mette in moto la macchina e si allaccia la cintura
“Eh..mm.. non mi ricordo di preciso, ma ne ha regalato uno a tutti, mi pare che li aveva vinti a qualche concorso; a noi comunque ci è capitato il migliore, Johnny ne ha uno che sa di vaniglia, secondo me è da bruciare”
“Ahaha concordo!” appoggio la borsa sulle gambe e allaccio anche io la cintura, accendo la radio ovviamente su Virgin Radio. La prima canzone che becchiamo è “Riot” dei three days grace, adoro quella canzone, a mio parere trasmette una carica assurda.
Durante il tragitto verso lo studio di registrazione parliamo un po’ e scherziamo ma mi ritornano in mente quei due maledetti messaggi. Anche l’ultimo sarà stato suo. Forse mi sto preoccupando un po’ troppo, ma non so, non riesco a stare calma. Guardo fuori dal finestrino e poi mi volto verso Brian che tiene il ritmo della canzone alla radio. Per fortuna almeno lui si è calmato.

Arriviamo allo studio di registrazione, non ci abbiamo messo tanto, all’incirca 10 minuti. Adesso sono le 10.05. Direi che siamo arrivati in orario. Entriamo nel piccolo cortile e parcheggiamo al solito posto: vicino alla macchina di Matt, all’ombra.
Slaccio la cintura e scendo, Syn apre il bagagliaio e prende gli amplificatori, io lo aiuto e prendo la chitarra. Mentre siamo girati verso la macchina, sentiamo una mano sulla spalla
“Buongiorno ragazzi” una voce squillante ci saluta… si è Zacky.
“Heilà, ciao Vengeance” dice Syn dandogli una pacca sulla spalla
“Ciao Zacky” lo saluto anche io e gli passo velocemente la mano sul braccio
“Volete una mano? Ma si cià vi aiuto” mi prende la chitarra dalle mani “Come ne porto una, ne posso portare due” sorridendo scappa all’entrata, dove Dan e Tom (due ragazzi della crew) stanno fumando una sigaretta.
“Buon dì guys” urla vivacemente
Zacky mi mette sempre di buon umore, è una persona fantastico; può dire anche solo due parole, ma con quelle due fa morire dal ridere.

“Il solito Zack” dice ridacchiando Syn mentre chiude l’auto
“Eh già, non immagino sapere cosa farà quando scoprirà di diventare zio”
“Prepariamo i tappi per le orecchie, conoscendolo si metterà ad urlare”
“Mi sa che ci conviene se non vogliamo perdere i timpani”
Mentre parliamo raggiungiamo Dan e Tom, che hanno appena finito di fumare
“Wella ciao Gates, ciao Vale” Dan ci saluta e subito dopo lo fa anche Tom
“Stavamo giusto per entrare anche noi, vuoi che ti aiuto Synyster?” domanda timidamente Tom

Lui è il più giovane della crew, ha 25 anni come me, ed è anche il più tranquillo. Certe volte mi fa davvero tenerezza, anche adesso, saranno quegli occhioni azzurri davvero espressivi.

“Non ti preoccupare bro” gli risponde Syn proseguendo verso l’entrata, lo seguiamo anche noi tre. Passiamo una porta di vetro e attraversiamo un lungo corridoio. Mi piace venire qui, è accogliente, sembra di essere a casa. Le pareti sono verniciate di un caldo giallo e ci sono appesi un sacco di poster, foto e premi dei ragazzi. Il pavimento invece è tutto in parquet.
Poco più avanti di me c’è Syn, mentre subito dietro Dan e Tom. Percorriamo il corridoio fino alla fine ed entriamo in una porta sulla destra dove ci sono già gli altri.

“Ciaoo a tutti amigos” esclama Brian appena varcata la soglia,li saluto calorosamente anche io e loro fanno lo stesso, avrei voglia di abbracciarli uno per uno.
Matt ha in mano il testo di una canzone ed è in piedi da parte a Johnny che è seduto con il basso in mano, probabilmente lo sta accordando. Anche Zacky sta facendo lo stesso con la sua chitarra, però è seduto sul divanetto, dove c’è anche la chitarra di Syn.
Io e Syn ci guardiamo, ci capiamo al volo, è il momento di dirlo ai ragazzi.
“Ragazzi, scusate, prima di iniziare a lavorare io e la Vale dovremmo dirvi una cosa” mi avvicina a lui con il braccio, tenendo la mano sul fianco, io faccio lo stesso con lui. Sento che è molto emozionato, il braccio gli trema leggermente, non vede l’ora di dirglielo
“Wo wo mi piacciono queste notizie, siamo tutti qui ad ascoltarvi” dire entusiasta Matt che si mette con le braccia conserte appoggiandosi al tavolo. Anche gli altri ci guardano curiosi
“Bene… ecco… siamo molto ma molto felici di annunciarvi che… aspettiamo un bambino” Syn è più esaltato che mai e il volto dei ragazzi si illumina
“Ahhhh oddio non ci posso credereeee!!” come previsto, Zacky urla come un pazzo e ci corre in contro facendoci quasi cadere e poi saltella da tutte le parti
“Ragazzi è una notizia meravigliosa, i miei più vivissimi auguri” Matt ci abbraccia e mi bacia sulla guancia, poi arriva anche Johnny e fa lo stesso “Che bello amici miei, davvero tantissimi auguri, il primo piccolo della famiglia Avenged Sevenfold”
Anche Dan e Tom non si tirano indietro e sono visibilmente felici per noi; è bello avere degli amici così, sono i migliori del mondo.
“Ora capisco perché non hai bevuto il vino ieri sera a casa mia” salta fuori all’improvviso Zacky “ma va tutto bene? Come stai? Se hai bisogno il signor Vengeance è al tuo servizio”
“Grazie mille Zack, va tutto bene, non ti preoccupare” gli sorrido e mi prende a braccetto accompagnandomi verso il divano
“Ecco, stai qui seduta tranquilla, noi andiamo a lavorare ma siamo qui non ti lasciamo da sola”
Syn, Matt e Johnny stanno guardando la scena e scoppiano a ridere. Zacky è molto apprensivo con me, lo è sempre stato.
“Grazie di nuovo, sei gentilissimo”
“Figurati, per te questo ed altro, ora vado il lavoro mi aspetta”
“Bravo”

Stanno lavorando alla canzone dedicata a Jimmy “So far away”, a differenza delle altre l’ha scritta interamente Syn; ci ha messo l’anima mentre scriveva questa canzone, Jimmy significava davvero molto per lui. Perdelo è stato davvero un terribile colpo, stiamo cercando di superare questo momento anche se ovviamente è difficile. Penso sempre che Jimmy non avrebbe mai voluto vederci tristi, lui era sempre allegro e quando qualcuno di noi aveva qualche problema cercava di risolverlo.

 Matt comincia ad imparare il testo mentre Syn, Zacky e Johnny le varie note e gli accordi.
La melodia è fantastica anche se  mette molta tristezza .
La mattina trascorre così e a mezzogiorno ordiniamo una pizza. Dopo la pausa pranzo riprendono a suonare fino alle 18 circa. Tutti siamo felici per la grande notizia, nessun brutto pensiero ci passa per la testa, nessuno ci disturba e anche io non penso a Shannon per tutto il giorno.

“Perfetto, allora domani ripartiamo da questo punto” dice Matt indicando il testo della canzone
“D’accordo, poi decidiamo per bene cosa fare di questa parte” risponde Syn indicando un altro punto del foglio
“Ok, stasera comincio a pensarci, se mi viene qualche idea ve lo dico subito” dice Johnny
“Bravo Christ” risponde Zacky dandogli un cinque

“Ragazzi, state facendo un ottimo lavoro, Jimmy sarebbe fierissimo di voi”
“Grazie Vale” sorridendo Matt mi risponde “Anche tu ci hai aiutato molto, è anche merito tuo”
“No, non è vero, siete voi che siete fantastici, continuate così che andate alla grande!”
“Oh yea!!” esclama Zacky strimpellando la chitarra
“Forza, sistemiamo gli strumenti e andiamo a casa a riposarci” incita Matt
“Oh yea!!” ripete di nuovo Zacky
“Bene l’abbiamo perso” dice Johnny scherzando
“Non è una novità caro Johnny” dice ridendo Syn
“Ehi ehi che cos’è questa presa in giro?” dice Zacky facendo finta di arrabbiarsi
“Non te la prende Vee, lo sai che ti vogliamo bene” Matt gli da una pacca sulla spalla e Zacky annuisce “sisi lo so”
Aiuto anche io i ragazzi a sistemare tutto e per le 18.30 è tutto a posto
“Bene, allora a domani” dice Syn mentre prende la chitarra
“Certo, ci vediamo domani, ancora tantissimi auguri, mi raccomando festeggiate per bene stasera”
“Ci puoi contare Matt” mi allaccio il giubbotto e prendo la borsa
“E mi raccomando poi risposati e chiamatemi se avete bisogno” dice Zacky come se fosse lui il papà
“Non ti preoccupare, lo farò”

Salutiamo tutti e usciamo passando sempre dal corridoio da cui siamo entrati. Gli altri sono ancora nello studio ma tra poco andranno a casa anche loro. Fuori è ancora abbastanza chiaro, ma l’aria è molto più gelida di stamattina e si è anche annuvolato. Syn apre la macchina, salgo e mi allaccio la cintura mentre lui ripone la sua adorata chitarra nel baule, come quando siamo arrivati.

 “Allora dolcezza come stai?” dice salendo e chiudendo la portiera
“Bene mi fa male solo un po’ la testa ma sono contenta che gli altri siano felici per noi”
“Si è vero, ma ne ero certo, comunque vuoi che ci fermiamo in farmacia a prendere qualcosa?”
“No no, magari tra poco mi passa” mi slego la coda e mi passo le mani tra i capelli
“No, ti conosco bene, non mi freghi, adesso andiamo a prendere qualcosa”
“Va bene capo come vuoi”
Syn mette in moto la macchina, fa la retromarcia e usciamo dal cortile dello studio. La farmacia è poco distante da qui, basta percorrere il viale e al semaforo svoltare a destra.
La raggiungiamo in pochi minuti e ci fermiamo con l’auto, sul lato opposto della strada.
 “Eccoci qui” dice spegnendo il motore “chiedo al farmacista cosa è meglio prendere, tu rimani qui tranquilla, pochi minuti e sono da te con la medicina che risolverà tutto!”
Sfioro le sue labbra con le mie “D’accordo, ti aspetto qui papà Brian”
A quelle parole si sente realizzato, scende dalla macchina e chiude la portiera.
Con la coda dell’occhio lo guardo dallo specchietto mentre attraversa la strada. Appoggio le braccia sulla pancia e aspetto che ritorni canticchiando “So far away”.
Si è annuvolato ancora di più, l’aria si è  imbrunita e comincia anche a piovere, qualche goccia ogni tanto cade sul parabrezza.
Syn entra in farmacia, e poco dopo parla con il dottore di turno che gli consegna una medicina, paga, saluta ed esce.

Un rumore frastornante mi rimbomba nelle orecchie, uno… due colpi… sento una macchina sfrecciare via… il sangue mi raggela, alzo lo sguardo e mi volto… no non può essere vero… 

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Capitolo 4
*** Nightmare ***


Un rumore frastornante mi rimbomba nelle orecchie, uno… due colpi… sento una macchina sfrecciare via… il sangue mi raggela, alzo lo sguardo e mi volto… no non può essere vero…

Diluvia e l’unica cosa che riesco a vedere è Brian, steso…inerte… sul ciglio della strada…
 
Mi affretto a scendere dalla macchina, corro verso di lui urlando il suo nome…  lo raggiungo… alcune persone sono già intorno a lui… mi inginocchio e lo sposto verso di me appoggiandolo sulle mie gambe. C’è sangue, tanto sangue, troppo… Giro delicatamente il viso verso di me, ha perso il colorito, è pallido, spento; passandogli una mano sulla guancia sento che è fredda

Sta davvero succedendo questo? E’ un terribile incubo? Che qualcuno mi svegli, vi prego
Chi può aver fatto questo a Brian, al mio Brian?

Voi come vi sentireste se ad un tratto tutta la vostra vita cambiasse, pensando di aver perso la persona che vi da la forza di alzarvi al mattino, che vi fa sorridere anche nei momenti più brutti, facendovi capire che la vita è troppo breve per essere infelici, insomma quella persona che da un senso alla vostra esistenza…

Sento la sirena dall’ambulanza che si avvicina, le persone intorno a me parlano tra di loro, le voci sono confuse; le gocce della pioggia cadono rumorosamente sul cemento e rigano il mio viso, confondendosi con le lacrime. Comincia a mancarmi il respiro, prendo una mano di Brian, la stringo e la porto al petto. “Sono qui tesoro, non ti lascio” continuo a sussurrare quella frase pregando che possa sentirla.
Dopo poco sento una mano sulla spalla, sono gli infermieri dell’ambulanza che mi dicono di lasciargli spazio, mi allontanano da Brian, sto lì in piedi guardando la scena… lo sdraiano velocemente su una barella, gli mettono la maschera dell’ossigeno e lo caricano sull’ambulanza che parte a sirene spiegate. Non riesco a reagire, non dico una parola, tutto è così irreale. Mi sento vuota ma ho un terribile peso al cuore; la pioggia mi lava via dalle mani il sangue, il tempo sembra essersi fermato, tutto sembra andare a rallentatore, tutto è confuso…  Continuo a piangere, le lacrime mi appannano gli occhi e a mala pena riesco a vedere ciò che ho intorno. Le persone che erano lì si avvicinano a me e una figura esile mi ospita sotto l’ombrello, è il farmacista che presumo abbia chiamato l’ambulanza e si offre di accompagnarmi all’ospedale.
Andiamo con la macchina di Brian, dato che le chiavi erano rimaste nel cruscotto. Sono fradicia dalla testa ai piedi ma non me ne importa niente, tutto ciò che voglio ora è rivederlo.

“Signorina, è sicura di star bene?”
“eh.. no…non lo so” è tutto ciò che riesco a dire, ormai sento di non sapere più niente

Raggiungiamo in pochi minuti l’ospedale. E’ sera e ormai è quasi del tutto buio, entriamo e ci avviciniamo alla reception per chiedere informazioni. Non ho voglia di parlare, parlerà  lui al mio posto
“Salve, mi scusi, vorremo un’informazione”
“Buona sera, mi dica pure” ci accoglie un’infermiera piuttosto sorridente, paffutella, sui 50 anni direi
“Vorremo sapere dove hanno portato il ragazzo a cui...a cui hanno sparato” esita, forse ha paura di come potrei reagire
“Ho bisogno di sapere nome e cognome del ragazzo” il sorriso si affievolisce e noto che mi guarda con aria preoccupata anche l’uomo si volta verso di me, in attesa di una risposta. Lo guardo velocemente  e poi sposto lo sguardo sull’infermiera
“Ehm…Brian...Brian Haner”
“Si, ecco seguitemi” dopo una veloce controllata sul computer ci fa strada fino alla sala d’aspetto
“E’ in sala operatoria adesso, dovrete attendere qui, però ho bisogno di sapere il vostro grado di parentela”
“Io, ho accompagnato qui la ragazza, ma non sono loro parente, penso che lei sia la fidanzata”
Nel frattempo mi siedo e i due continuano a parlare tra di loro. Fisso il pavimento con le mani giunte. Faccio caso solo a queste ultime frasi

“Io devo tornare al lavoro, sono di turno, ci pensa lei alla ragazza?”
“Sisi certamente, lei vada pure”
“La ringrazio, queste sono le chiavi dell’auto della ragazza, prenderò un taxi per tornare e mi raccomando mi faccia sapere”
“D’accordo, arrivederci”

Prima di allontanarsi mi guarda un’ultima volta preoccupato e provando anche un po’ di pena.
L’infermiera si inginocchia, mi appoggia una mano sul ginocchio e mi porge le chiavi
“Non puoi rimanere qua così tutta bagnata, puoi chiamare qualcuno che possa venire qui con te?” la sua voce mi da un senso di tenerezza, per non dire conforto
“Sisi adesso chiamo un mio amico, ci penserà lui, adesso… adesso lo chiamo” alzo lo sguardo e accenno un sorriso, che può sembrare tutto, fuorché felice. Prendo le chiavi e mi accorgo solo ora di aver lasciato la borsa in macchina.
Squilla il cercapersone dell’infermiera
“Scusami tesoro ma devo andare, però se hai bisogno di qualcosa, sai dove trovarmi”
“Va bene, la ringrazio”

La vedo allontanarsi camminando goffamente e una volta girato l’angolo, il corridoio rimane vuoto e triste… un po’ come mi sento io adesso.
Metto la mano in tasca per riporci le chiavi e spero di trovare il cellulare, non voglio uscire da questa stanza, non ho voglia di andare a prenderlo in macchina, mi sentirei solo più lontana da Brian.

Lo trovo e lo accendo. Bene un passo avanti. Guardo l’ora, sono le 20.07 e poi guardo la foto di sfondo: Syn con il suo bel sorriso e i suoi occhioni pieni di vita. Sento una stretta al cuore e ricomincio a piangere. Appoggio il telefono sulla sedia da parte a me e metto la faccia tra le mani. Il pianto è rotto dal singhiozzo, alzo la testa al cielo, forse cerco un po’ di sostegno; si sto cercando Jimmy. 
Mi alzo e cammino nervosamente avanti e indietro, porto le mani alla pancia, mi fermo e fisso quel cellulare che ho lasciato lì sulla sedia.  Decido di prenderlo, rivedo la foto, fa male, ma devo farcela… chiamo Zacky, è la prima persona che mi viene in mente.
Vado alla finestra, mi vedo riflessa nel vetro, chiudo gli occhi e aspetto che Zacky risponda.
La pioggia scende ancora incessantemente ed è l’unica cosa che fa da sottofondo, è tutto così terribilmente triste, finché non sento la voce squillante di Zacky dall’altra parte del telefono.


“Heilà! Come mai questa chiamata? Di la verità che ti manco di già”
“Zacky…ehm..ciao” cerco di trattenere le lacrime per quanto possibile
Capisce che qualcosa non va e il tono di voce cambia, diventa serio e preoccupato
“Vale, è successo qualcosa?”
“Zacky” faccio un respiro profondo “hanno... hanno sparato a Brian, non so cosa fare”
“Che cosa? Jesus, spero di aver capito male” esclama incredulo  e spaventato
Non riesco a rispondergli, il pianto mi ruba la voce
“Vale, ti prego dimmi almeno dove sei, corro lì all’istante”
“Sono al County Medical Center, adesso è in sala operatoria e non mi dice più niente nessuno… Zacky ti prego vieni qui”
“Come se fossi già lì, non ti preoccupare arrivo ”lo dice velocemente e chiude la chiamata.
Non mi resta che aspettarlo, mi risiedo di nuovo su quella gela sedia di ferro e plastica. Comincio ad avere freddo ed è come se dovessi svenire da un momento all’altro.

Mi accorgo che c’è un orologio sulla parete, sono le 20.30. Sento delle voci in lontananza  e riconosco quella dell’infermiera, infatti dopo poco la vedo sbucare da dietro l’angolo seguita prontamente da Zacky.
Mi volto e mi alzo. Dio che sollievo vederlo. Mi corre incontro e ci abbracciamo. Ci stringiamo forte, anche lui è leggermente bagnato per la pioggia, ma sento il suo calore che mi conforta, sento di poter contare su di lui.
 

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Capitolo 5
*** Everything is so unreal... ***


Ci stringiamo forte, anche lui è leggermente bagnato per la pioggia, ma sento il suo calore che mi conforta, sento di poter contare su di lui.

Ad occhi chiusi quella terribile scena mi ripassa per la mente: Brian per terra, il suo sangue sulle mie mani, la sirena dell’ambulanza … Sobbalzo, sento di nuovo i brividi di paura; mi stacco leggermente da Zacky ma lui continua a tenere le mani sulle mie braccia.
Lo guardo negli occhi, rimaniamo lì per qualche secondo senza dire niente.
Quegli occhi verdi che solo qualche ora prima erano luccicanti di gioia, ora sono opachi, spenti dalla preoccupazione e dal dolore.
Abbasso lo sguardo verso il pavimento, mi giro e accenno qualche passo verso la finestra ma quando capisco che Zacky mi sta seguendo con gli occhi ritorno da lui.
Tutto ciò che sento è il ticchettio dell’orologio sulla parete e lo scroscio dell’acqua… nessun altro rumore, nessuna voce.
Mi rimetto di fronte a lui, sospiro, con quel respiro che sta per essere rotto di nuovo dal pianto; Zacky capisce e mi riavvicina a lui e mi abbraccia di nuovo, posa  una mano sui miei capelli, facendomi poggiare la testa sulla sua spalla.

“Grazie di essere qui” dico sussurrando leggermente, lui non dice nulla, mi stringe più forte e questo mi basta.
“Vedrai che tutto si sistemerà” aggiunge sussurrando poi a sua volta “sono qui, non ti lascio”
Oddio, proprio le stesse parole che ho detto io a Brian, o mi sono immaginata di sentirle?
Poco dopo realizzo che Zacky le ha pronunciate davvero, sono io che mi sento strana… forse confusa… forse persa… boh non lo so… ecco forse mi sento stanca… vabbhè ci rinuncio

Alzo la testa e accenno un sorriso, Zacky fa lo stesso e mi asciuga le lacrime.
Sentiamo delle voci che provengono dal fondo del corridoio, ci giriamo, con la speranza che sia qualche medico venuto a darci qualche notizia…

No, a voltare l’angolo è solo una famigliola tutta felice, con mazzi di fiori e un grande fiocco azzurro
 “Forza bambini andiamo” è la mamma che tutta agitata strilla, seguita dai due ragazzini che a stento riescono a tenere il passo e dal marito che prima di allontanarsi con gli altri, mi rivolge uno sguardo e poi prosegue per la sua strada richiamato dagli strilli della moglie.

Rimango voltata; i miei occhi si sono fermati su quel grande fiocco azzurro e pensare, che in fondo, ho anche adesso una piccola parte di Brian con me, mi strappa un sorriso.
Assorta nei pensieri, vengo riportata con i piedi per terra dalla voce di Zacky

“Heilà, tutto bene?”
Mi giro e vedo che Zacky mi guarda un po’ preoccupato e incuriosito
“Si… si… scusa stavo solo pensando” rispondo sedendomi su quelle sedie che ormai comincio ad odiare
Zacky si abbassa, mettendosi alla mia altezza “Ascolta facciamo così, dobbiamo avvisare gli altri, per forza non possiamo non dirgli niente”
“Si è vero hai ragione…” dico cercando di prendere il cellulare ma Zacky mi blocca
“No, tu stai qui tranquilla, ci penso io a chiamare, tu rimani seduta qui, va bene?” mi dice con una voce dolce e calma
“Va bene, va bene…grazie” inclino lievemente la testa e dopo avermi dato una piccola pacca sul ginocchio Zacky si alza, prende il cellulare dalla tasca e si allontana di qualche metro per chiamare.

Mi volto verso di lui, lo vedo passarsi le mani fra i capelli, si appoggia al muro, cammina avanti e indietro, parla… parla…parla, riattacca una chiamata e ne fa un'altra…
Meno male che ci pensa lui, lui è un vero amico, io non so se avrei avuto la forza …
Bhè insomma, normalmente l’avrei trovata, avrei cercato di risolvere la situazione, ma oggi no… c’è qualcosa di diverso…

Mentre è al telefono la sala d’attesa comincia a riempirsi, ogni tanto passa qualche infermiere e cerco di fermarlo, ma senza risultato.
Tutti che corrono, tutti di fretta. Basta. Basta. Non ce la faccio più. Non posso rimanere lì un secondo di più senza sapere niente di Brian. Basta.

Mi alzo, vedo che Zacky è ancora al telefono. Mi  allontano e comincio a vagare per i corridoi, senza sapere bene dove andare, ma sento che devo fare qualcosa.
Mentre passo tutti si voltano a fissarmi… sarò pure un po’ bagnata, avrò un po’ di sangue sui vestiti ma non mi sembra un motivo valido per fissarmi in quel modo…

Passo dopo passo, mi perdo sempre di più in quei fitti corridoi… Solo io penso che gli ospedali siano una specie di labirinto? Tutti quei cartelli, frecce, porte…

Mentre cammino, il pensiero così vivo e soffocante di quel tremendo boato, di quegli spari mi ruba del tutto la mente; tanto che accidentalmente vado a sbattere contro a un dottore.
Non avrà più di 40 anni, è più alto di me, è magro e porta un paio di occhiali abbastanza buffi.
“Ops, mi scusi… non volevo, davvero” dico dispiaciuta
“Oh suvvia non è successo niente … anzi già che ci sono… posso fare qualcosa per te?” me lo chiede molto gentilmente appoggiando per qualche secondo una mano sulla mia spalla
“Eh…” rimango un po’, come dire sorpresa da quel gesto “no… bhè si, sa dove vengono operati d’urgenza i pazienti?”
“Certo, dopo quella porta sulla sinistra, va fino in fondo e lì c’è un cartello dove ti dice che sei arrivata”
“La ringrazio, davvero, grazie mille” gli sorrido, solo perché forse finalmente è quel qualcuno che mi ha dato un’informazione che cercavo
“Di niente, se vuoi ti accompagno, anche perché mi sembri un po’ pallida, vuoi che ti visiti?”
“No, sto bene, arrivederci” lo dico molto velocemente, non ho tempo da perdere, mi allontano e seguo le indicazioni, senza neanche sentire la sua risposta.

Bene, questa è la porta sulla sinistra…
E il cartello dovrebbe essere quello là in fondo…
Questo corridoio è vuoto, triste, ma ha grandi finestre sulla destra che danno sul parcheggio esterno  e sull’entrata dell’ospedale. Sono arrivata al terzo piano e non me ne sono neanche accorta. Bene.

Prima di arrivare in fondo, però, mi fermo un attimo.
Una luce particolare entra da fuori.
Mi avvicino a uno di quei grandi finestroni.
Adesso non piove più, le nuvole se ne stanno andando.
La luce è proprio quella della luna, che adesso è lassù in cielo, piena che splende.
La fisso per qualche secondo; ho sempre amato guardare il cielo, mi trasmette un senso di calma e di pace.
La luna e le stelle che se ne stanno lì per conto loro, senza dar fastidio a nessuno. Lì immerse in quell’oceano di tranquillità. Lassù senza avere i problemi della vita, senza avere qualcosa  a cui pensare.

Anche Brian si sarebbe fermato come me. Quante volte ci siamo sdraiati sul prato, uno da parte all’altro, a guardare il cielo.

Vorrei averlo qui adesso da parte a me.

Tutto è successo da poche ore, ma mi sembra di essere qui da un’eternità.



“Non ci resta che dirlo alla fidanzata, dovrebbe essere al primo piano”
“D’accordo, d'altronde non c’è che questo da fare”

Blackout.


  

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