Alla ricerca di Jess di Mearmind (/viewuser.php?uid=10868)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scelta ***
Capitolo 2: *** La telefonata ***
Capitolo 3: *** Rory L'impavida ***
Capitolo 4: *** Una signora bizzarra ***
Capitolo 5: *** Mai dire mai ***
Capitolo 6: *** Qualcosa di strano ***
Capitolo 7: *** La foto incriminata ***
Capitolo 1 *** La scelta ***
Ciao a tutti! Era da tempo che volevo farlo e finalmente sto scrivendo una
fan-fiction sulla coppia Rory-Jess! Si, lo so, non sono più insieme da tempo e
anche la coppia Alexis-Milo ormai non c'è più...sigh...comunque mi piaceva
troppo l'idea così...ditemi che cosa ne pensate! Accetto qualsiasi tipo di
commento! Anzi, più mi recensite, più mi fate un favore! E ora, che altro dirvi?
Ah, si, buona lettura! spero vi piaccia! Bacioni a tutti quanti!
Era ormai passata una settimana da quando Jess se n’era andato e solamente
24ore da quando aveva chiamato Rory, non dicendo assolutamente niente. Rory era
furibonda. Come poteva averla lasciata, senza neanche due righe per spiegarle la
situazione? E quella telefonata poi! Cose da pazzi! D’accordo, aveva promesso
che l’avrebbe chiamata e effettivamente l’aveva fatto, ma chiamare al telefono
qualcuno vuol dire anche biascicare qualche cosa di senso compiuto, o comunque
pronunciare qualche sillaba, e invece lui niente. Era rimasto dall’altro capo
della cornetta ad ascoltare il suo timbro di voce che man mano che passavano i
secondi si faceva sempre più acuto fino alla fine della chiamata. Rory era
davvero furibonda.
"Mamma, hai visto la mia maglietta azzurra con la scritta bianca Jam on the
ham?
"tesoro, lo sai che odio quella maglietta…quella frase non ha alcun senso
e…"
"dove l’hai messa?"
"l’ho prestata a Michel!"
"Mamma…"
"lo sai, a Michel ogni tanto piace trasgredire le regole…"
"Mamma…"
"…e poi devo dire che l’azzurro gli dona molto…."
"Mamma…"
"Oh, d’accordo, è in camera mia! Per caso è finita nel mio cassetto, ecco
tutto…"
"Per caso, eh?" e Rory corre in camera di sua madre a prendere la maglietta
regalatagli da Lane per il suo 16° compleanno. Quando torna in camera sua vede
sua madre che osserva stralunata il suo letto, strapieno di vestiti e di cose da
mangiare.
"Scusa Rory, stai andando da qualche parte per caso? Hai deciso di partire
per il famoso giro del mondo in 80 giorni? Perché se vuoi ti posso accompagnare,
c’è un periodo di calma all’hotel e così…"
"Per 80 giorni?!"
"Bè, giorno più giorno meno, cosa vuoi che sia…"
"Bè, ecco, si parto. Non ho idea di quanto starò via."
"Come non ne hai idea? È una decisione presa all’ultimo minuto?"
Rory comincia a diventare nervosa. Passandosi una mano dietro ai capelli
biascica un "diciamo di si…"che rende molto sospettosa Lorelay.
Dopo un interminabile minuto la verità si presenta a Lorelay splendente come
la luce del sole.
"VUOI ANDARE DA JESS!"
"Ecco, mamma…" "VUOI ANDARE DA JESS! NON CI CREDO!"
"Mamma, calmati."
"NO, CHE NON MI CALMO! JESS! TI RENDI CONTO?!"
Rory cominciava a innervosirsi.
"Si, Jess. Perché, il nome Jess ti dà qualche problema?"
"non è il nome Jess, che mi dà qualche problema, ma l’immagine che subito si
associa a questo nome che mi fa venire l’orticaria! Come puoi andare a trovare
Jess?! Dopo tutto quello che ti ha fatto! Ti ha trattato male tutto il
tempo…"
"Non mi ha mai trattato male…"
"…e tu glielo hai permesso, ti ha nascosto il fatto della scuola, di suo
padre, ti ha lasciato senza dirti una parola e tu adesso…lo vai a cercare! Lo
sai che cosa significa questo?"
"Che cosa? Dai, sentiamo!"
"Che fai esattamente il suo gioco! Lui vuole che tu vada a cercarlo, non
l’hai capito?!"
sentendo quelle parole a Rory venne quasi da ridere e la rabbia che stava
nascendo dentro di lei si afflosciò come un pallone sgonfio.
"Mamma, lo sai che io ti voglio bene e che ti stimo moltissimo, soprattutto
per la tua capacità di capire le persone, ma se c’è una persona che proprio non
riesci né riuscirai mai a capire…bé, quella persona è proprio Jess."
"Perché, tu riesci a capirlo?"
"Credo di essere la sola che ci va abbastanza vicino."
"E allora perché se n’è andato? Perché ti ha lasciato?"
"…è quello che voglio scoprire, mamma." e detto questo si avvicinò al letto,
tirò fuori la valigia e cominciò a mettere via le sua cose senza dire una
parola. Lorelay era sbalordita.
"E come lo trovi?" non sai dove sia andato."
"Luke ha detto che Jess è andato in California a trovare suo padre. Non credo
che in California ci siano molti Mariano in giro, quindi non credo che sarà
molto difficile trovarlo."
"quindi ormai hai deciso, eh?"
"si"
"e cosa pensi di fare quando lo trovi?"
"Ucciderlo." e con un sorriso che la diceva lunga e la borsa in spalla lasciò
la sua stanza, dirigendosi verso la stazione degli
autobus.
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Capitolo 2 *** La telefonata ***
una volta arrivata in California Rory aveva un aspetto pietoso. C’erano
volute sei ore per arrivare a Los Angeles e per tutto il tempo era dovuta
rimanere vicino ad un tizio che fumava un pacchetto di sigarette ogni ora, aveva
l’alito pesante e dalla seconda ora aveva preso a raccontare alla giovane
ragazza la storia della sua vita, partendo dal suo primo matrimonio. Quando era
arrivato al punto che lui considerava la svolta della sua vita, cioè dopo aver
divorziato dalla sua prima moglie, averle rubato il cane, distrutto la macchina
con un incidente, essersi sposato una seconda volta ed avere lasciato la sua
seconda moglie dopo essersi accorto che dal loro secondo giorno di matrimonio
lei aveva una relazione con il droghiere proprio sotto casa loro, Rory era così
nauseata che non appena scese da quell’autobus, diede un bel respiro profondo e
si sentì rinascere. L’aria del posto era veramente deliziosa. C’era un profumo
di frittelle, patatine e cipolla fritte che si diffondeva nell’aria, invasa
perennemente da quel tipico odore di salsedine che trovi solamente nelle
località marittime. Rory non aveva mai sentito un profumo così intenso e buono
allo stesso tempo. Le veniva voglia di raggiungere la spiaggia e di sdraiarsi al
sole, con il suo libro e la sua musica preferita. Pensandoci bene, non l’aveva
mai fatto. L’unica volta che lei e sua madre erano andate al mare Lorelay aveva
litigato per il prezzo troppo alto con l’addetto agli ombrelloni ed erano dovute
rimanere sotto al sole per tutto il giorno così verso sera erano ritornate a
casa e si erano ripromesse di non mettere mai più piede in qualche cosa che
anche solo assomigliasse alla sabbia. Tuttavia non era ora di prendere il sole.
L’unico motivo per cui era venuta in California era ritrovare Jess e quando mai
si era sentito parlare del fallimento di una Gilmore?
Perciò Rory si diresse verso il primo telefono libero che trovò e si mise a
cercare il nome Jimmy Mariano tra le pagine dell’elenco telefonico.
…niente. Non vi era nemmeno l’ombra di una persona che assomigliasse al nome
di Mariano, Jimmy. A Rory cominciarono a tremare le mani. E ora come faceva a
trovare Jess? Non poteva girare per la città sperando di incontrarlo dal
panettiere o in libreria, perché LA era decisamente molto più grande di Stars
Hollow e lei sarebbe potuta girare per dei mesi senza nemmeno mai scorgerlo. Era
veramente un problema. Ma Rory decise che era presto per scoraggiarsi, così
prese in mano il telefono e compose il numero di Luke.
"Pronto? Qui parla Luke." "Ciao Luke, sono Rory."
"Rory, ciao! Come stai? Tua madre mi ha detto che sei andata in California a
cercare Jess…non dovevi farlo. Ti rovini in questo modo. Non vale la pena di
perdere del tempo per quel ragazzo."
"Si bé…ascolta, sai per caso l’indirizzo di suo padre? Perché sull’elenco
telefonico non c’è scritto."
"No, mi dispiace…Jess non mi ha nemmeno detto che andava in California, è
stata una mia deduzione, perciò…senti Rory, torna a casa. Lascia perdere."
"cosa vuol dire lascia perdere?! È sconvolgente come tutti vi preoccupiate
per lui, davvero!" Rory si era veramente arrabbiata.
"Ma io non intendevo dire.."
"Grazie lo stesso, Luke. Ciao." e detto questo gli chiuse il telefono in
faccia. Come potevano essere tutti così menefreghisti verso di lui? era lei
quella che si doveva sentire più ingannata, e invece solamente lei era decisa a
sapere il perché di quel suo comportamento e rimandare la pece nera e l’olio
bollente. Ma che cosa aveva mai la gente contro di lui? non era un modello da
seguire, ma non era nemmeno da condannare…era un bravo ragazzo. Possibile che
nessuno se ne fosse reso conto?! A Rory venivano le lacrime agli occhi ogni
volta che ci pensava. Lei era arrabbiata, certo, ma da qui a odiarlo c’era molta
strada. Lui l’aveva fatta sentire veramente bene per la prima volta in vita sua.
Certo, con Dean le cose erano sempre andate bene ed era fantastico che fosse
benvoluto da tutta la città, ma troppa perfezione alla fine stanca e se ne era
resa conto da quando Jess era arrivato in città. Lui le aveva mostrato quando
può essere bello avere qualcuno che ha i tuoi stessi interessi, che ascolta
veramente quando parli di qualcosa che ti interessi e che ti fa sentire amata e
accettata. Lui…era Jess. E lei sentiva la sua mancanza. Da morire.
Ovviamente questo non gliel’avrebbe detto a meno che lui non le avesse
spiegato tutta la situazione e il perché di quel suo comportamento.
Una volta finito si rimuginare sui suoi pensieri, fece per prendere la borsa
e dirigersi verso quel fast-food che aveva visto in lontananza, giusto per
mangiare qualcosa prima di rimettersi alla ricerca di Nemo, quando si rese conto
che la mano che doveva in teoria raccogliere la borsa in realtà raccoglieva solo
aria. Rory si girò lentamente e lo spettacolo fu orribile.
"AAAAAAHHHHHHHH!!!!!"
Un signore di passaggio, preoccupatosi per il suo urlo disumano, si
fermò.
"Signorina, le è successo qualcosa?"
Rory continuava a guardare l’asfalto, indicando con l’indice della mano
destra un punto imprecisato.
"S-signorina?" l’uomo ora era seriamente preoccupato. "Cosa succede? Ha visto
un enorme ragno passare?"
Rory si girò verso di lui. era bianca come un lenzuolo.
"MI HANNO RUBATO LA BORSA!!!!"
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Capitolo 3 *** Rory L'impavida ***
"Che cosa?!"
"Mi hanno rubato la borsa! Cos’è, non ci sente forse?!"
Quel signore, che prima aveva un’aria preoccupata, ora invece stava
allargando la sua grande bocca in un sorriso.
"Oh, tutto qui? Pensavo chissà che cosa! Suvvia, non si preoccupi! Cosa sarà
mai!"
Rory lo guardò con un misto di odio e di confusione.
"Ma dentro c’erano le chiavi di casa, il portafogli, la patente, i
soldi…tutto! E ora come farò?! Io non conosco nessuno qui!"
"Oh, io non mi preoccuperei se fossi in lei. Qui c’è tanta brava gente che
sicuramente le darà una mano."
"la stessa brava gente che mi ha rubato la borsa?"
"Bè, non tutti sono così, altri sono più cortesi."
" nel senso che mi avvisano prima di rubarmi qualcosa o cosa?"
"Nel senso che sono disposti a darti qualcosa da mangiare e a farti dormire
nel divano per qualche lavoretto. Io sono andato avanti così per anni."
Rory, ora che lo guardava bene, si rese conto che quell’uomo vestiva abiti
logori e sporchi e che probabilmente non si lavava i capelli da due settimane.
"A lei cos’è successo?"
"La stessa cosa che è successa a lei. E vede come sono finito? Perciò non c’è
nulla di cui preoccuparsi..!"
A Rory venne un mancamento. "Morirò qui…me lo sento."
"Non dica sciocchezze. Provi a chiedere qualche spicciolo e con quei soldi
chiami a casa, no? Vedrà che entro domani dormirà nel suo letto. Sicuramente
quello che doveva fare qui non doveva essere poi così importante, no? Su, torni
a casa."
Sentendo quelle parole fu come se venisse colpita in pieno petto da un
fulmine. Anche lui! non conosceva la sua situazione, ma anche lui le suggeriva
di tornare a casa, pazzesco! Che fosse il destino? Che tutto quello che era
successo fosse un’avvisaglia per segnalarle –Pericolo! Pericolo!- prima che il
camion la prendesse in pieno? Magari Jess l’aveva lasciata perché era stanco di
lei e non voleva più vederla…però quella telefonata…quella telefonata voleva
dire che comunque lui a lei ci pensava un po’, giusto? E che era anche un po’
dispiaciuto di come si era comportato, giusto? Non poteva tornare indietro.
Anche perché non era sicura che sua madre l’avrebbe lasciata partire di nuovo
dopo quello che era successo. No, doveva farcela da sola.
"La ringrazio molto per il suggerimento. Avrebbe per caso qualche spicciolo
da prestarmi?"
"Ma certo, mia cara! Tieni." Quel signore le diede 5 dollari. Dopo che se ne
fu andato, Rory andò in quel fast-food che aveva visto prima di essersi resa
conto che la sua borsa era partita senza di lei e ordinò un hamburger con
patatine e una coca. Almeno avrebbe pensato che cosa fare a stomaco pieno.
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Capitolo 4 *** Una signora bizzarra ***
Una volta finito di mangiare, il suo stomaco era pieno ma non era ancora
riuscita ad escogitare un piano per riuscire a trovare Jess. In più non aveva
nemmeno i soldi per prendere la stanza in un albergo o perlomeno in un ostello
…era davvero nei guai.
Mentre se ne stava seduta al tavolino del fast-food rimuginando su quello che
avrebbe potuto fare, una giovane donna alquanto bizzarra le si avvicina.
Indossava un paio di jeans attillati, infradito, un vestito tutto rattoppato che
le arrivava fino a metà gamba, una decina di collane di perline dei colori più
disparati, orecchini pendenti a forma di granchio e una bandana con un disegno
tribale coloratissimo. Rory si soffermò in particolare sui suoi orecchini. Erano
bellissimi.
"Scusami, posso sedermi qui?"
"Come scusa?" Rory si riprese dallo stupore.
"Ti ho chiesto se posso sedermi qui. Tutti gli altri tavoli sono occupati e
ho visto che hai finito, perciò mi chiedevo se potevo sedermi qui."
"Oh…si, certo. Io me ne vado subito."
"No, non voglio che tu vada via per causa mia, scherzi?! Rimani pure. Se vuoi
prendi anche qualche patatina." e detto questo si siede di fronte a Rory e
comincia a mangiare di gusto il suo panino. Rory era sbalordita. - Cavolo! Certo
che ci sono persone di tutti i tipi in giro per il mondo! E io che pensavo che
Taylor e Kirk fossero i numeri uno in quanto a stranezza!- si mise a pensare.
Quando rialzò lo sguardo vide che la signora la stava guardando
intensamente.
"Ho qualcosa sul naso per caso? Un po’ di senape magari? Chiese Rory un po’
infastidita da quello sguardo.
La donna sorrise. "No, mi chiedevo da quale parte dell’America venissi."
"Perché? Si nota tanto che non sono di qua? Cioè, potrei essere venuta
semplicemente per prendere un panino e poi ritornare a casa, no? Come può essere
sicura che io non sia di qua?"
"Bè, si vede. Ti guardi intorno con gli occhi che sembrano chiedere - ma che
ci faccio qui? – Io sono brava a capire le persone. Allora, di dove sei?"
" Connecticut. Vengo da un piccolo paesino."
"Davvero? Anche il mio compagno c’è stato da poco. È un bel posto."
"Già."
"E come mai sei qui allora?"
"Sono venuta a cercare una persona."
"D’accordo…e l’hai trovata?"
"No…e non so nemmeno dove cercarla…Le posso fare una domanda?"
"Certo."
"Come faccio a trovare una persona che non figura sull’elenco
telefonico?"
"Bè, è una cosa un po’ difficile. Potresti cercarlo nei posti che gli
piacciono."
"Ci ho pensato, ma lui ama la musica, i film e al di sopra di tutto la
lettura. Non è che posso girare come una pazza per tutti i negozi di libri
musica e cinema per trovarlo."
"lo? Allora è un lui. Immaginavo…"
"Davvero? E come?"
"Bè, sembra che tu ci tenga molto a questa persona e le uniche persone per le
quali ci si sposta dalla propria casa senza sapere praticamente dove andare sono
i genitori e il ragazzo. Considerando che i genitori ti direbbero il loro
indirizzo, rimane solo l’ipotesi del ragazzo. È il tuo ragazzo vero?"
Per la miseria. Per la prima volta in vita sua era sconcertata dal
ragionamento di un’altra persona. Considerando che non le era mai successo era
una sensazione assolutamente strana e…bé…che pizzicava anche.
"Bè, non è più il mio ragazzo…almeno, non credo. Non lo so. Sono venuta fin
qui per scoprirlo."
"Cioè lui scappa e tu lo rincorri?"
"No! Non è così…lui se n’è andato senza dirmi una parola e io voglio solo una
spiegazione, tutto qua. È troppo avere una spiegazione?" A Rory quella donna non
stava molto simpatica, ma in qualche modo la attirava.
"No, assolutamente. Secondo me hai fatto bene. Bè, però ora è tardi per
cercarlo. Sono già le sette. Sei arrivata da poco?"
"Da qualche ora…avevo bisogno di mangiare qualcosa, così mi sono fermata
qui."
"Hai fatto benissimo. In questo posto si mangia divinamente. Io vengo sempre
qui ogni volta che il mio compagno lavora fino a tardi. Sai, meno piatti da
lavare."
"anche io e mia madre facciamo sempre così. Da noi c’è un locale, Luke’s,
dove fanno delle frittelle favolose così ogni volta che abbiamo fame andiamo da
lui. Altrimenti ogni sera ordiniamo cibo cinese, tailandese, vietnamita,
giapponese, indiano…insomma, tutto quello che appare commestibile. Praticamente
la cucina è inutilizzata. Mia madre aveva anche pensato di farla buttare giù e
di costruirci una mini sala giochi, dove mettere il biliardino, la piattaforma
dove si balla e quel gioco, hai presente? Quello dove devi schiacciare le talpe.
Mia madre lo adora solo che una volta ha suggerito al padrone della sala giochi
di sostituire le talpe con la faccia di sua madre, cioè mia nonna, e quando le
hanno detto di no si è talmente arrabbiata che ha fatto una scenata e non ci
siamo più ritornate. Per questo vorrebbe costruirne una in casa…si bé, ecco…so
che può sembrare strana mia mamma ma è veramente una persona eccezionale,
davvero." Rory era partita in quarta parlando delle follie di sua madre e non si
era affatto accorta che la signora bionda seduta di fronte a lei la guardava con
uno sguardo tra il divertito e lo sconvolto.
"Mi piacerebbe conoscerla tua madre. Dev’essere unica." Disse la signora con
un sorriso.
"Oh, si, glielo posso assicurare, come mia madre non ne trova."
"Ahahah! Ne sono convinta! Mi piacerebbe aiutarti a trovare il tuo
quasi-non-si-sa-ragazzo…io conosco tanta gente…però adesso devo andare. ascolta,
se vuoi mi dici dove alloggi e domani mattina ci troviamo, così ti aiuto. Ti va
l’idea?"
Rory, ricordandosi della sua posizione, si rabbuiò per un attimo.
"Non vuoi che ti aiuti?"
"No, anzi! La ringrazio molto ma ho un piccolo problema: non ho un posto dove
andare. vede, mi hanno rubato la borsa e dentro c’era tutto e ora non so proprio
che fare…"
"Cavolo, certo che sei fortunata come ragazza!" Rory la guardò storto.
"Ok, ok, scusami. Ascolta, ti propongo un affare: io ti ospito per qualche
giorno a casa mia, fino a quando troviamo il tuo ragazzo, e in cambio quando
avrò voglia di fare un giro nel Connecticut mi farai da guida nella tua città,
come ti sembra?"
"Oh, ma non posso…disturberei sicuramente e poi…proprio non posso…"
"Perché non puoi? Io lo faccio con piacere! E poi sei molto simpatica…non ho
molte occasioni di parlare da donna a donna quindi mi faresti anche un favore!
Dai, accetta. E domani come prima cosa ti aiuto a cercare il tuo ragazzo,
ok?"
A Rory non sembrava vero. Allora quello che le aveva detto quel signore era
vero…
"D’accordo…grazie mille! Le sono davvero molto riconoscente…ero davvero nei
guai…"
"figurati! Piuttosto…immagino tu non veda l’ora di farti una doccia e
cambiarti gli abiti…"
"si, in effetti in pullman c’era un tizio che…bé, non voglio farla star male,
sorvolo…"
"Ti capisco, anche io ho viaggiato parecchio con l’autobus e ti posso
assicurare che le persone lì sopra mi hanno fatto capire una cosa
fondamentale."
"E cosa sarebbe?"
"Il sapone è un dono di Dio! Veramente!"
"quanto ha ragione!"
"Come sempre! A proposito…come ti chiami?"
"Io mi chiamo Rory, signora."
"Io sono Sasha. Dammi pure del tu…sono allergica alle formalità. Piacere di
conoscerti Rory."
"Piacere mio, Sasha."
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Capitolo 5 *** Mai dire mai ***
Cap.5 Mai dire mai
Rory era assolutamente sconcertata. Non riusciva a credere
che esistessero al mondo delle persone del genere. Non sono molte le persone che
sono disposte a ospitarti a casa loro per…bè…per niente. E soprattutto a
fidarsi. Rory non poteva dimenticare di quella volta che lei e sua madre erano
rimaste chiuse fuori casa e Luke era andato a pescare.Lorealy aveva
assolutamente bisogno di andare al bagno così avevano chiesto a Taylor se
potevano entrare una attimo in casa sua. Neanche gli avessero chiesto di giocare
a frisbee con i suoi piatti da collezione! Aveva prima richiesto un documento
scritto, firmato da entrambe, dove assicuravano il risarcimento danni di
qualunque oggetto avessero potuto rompere dal passaggio entrata-bagno!! Roba da
matti!
Perciò Rory non poteva credere alla gentilezza di quella
sconosciuta che con grande disinvoltura le aveva subito offerto non solo un
aiuto a trovare Jess ma anche un posto dove dormire! Quella donna le era già
decisamente simpatica.
Ad un tratto i pensieri di Rory vengono interrotti dalle
parole della giovane donna.
“Ehi, mi ascolti?”
“Come?”
“ti avevo chiesto se eri mai venuta a Los Angeles”
“Oh…no, per me è la prima volta.”
“Ti piace come città?”
“Si, la trovo…interessante.”
“Interessante sta per orrenda, giusto?”
“Oh, no, mi piace molto,sul serio.certo, non ho avuto un
benvenuto molto positivo, ma poteva capitare da qualsiasi parte perciò non ci
faccio molto caso.”
“Si, bè, immagino che nella cittadina dove abiti tu nessuno
si sognerebbe di fare cose di questo genere eh?
“Oh no, scherzi? A Stars Hollow tutti sanno tutto di tutti.
Figurati che una volta Kirk, un nostro amico…bè, amico, diciamo conoscente, ha
provato a prendere senza pagare delle uova dal negozio di Taylor, il “boss”
della città, e quando Taylor se n’è accorto, ha rincorso Kirk per tutta la
città, con addosso ancora il grembiule del negozio. Ad un certo punto Kirk è
caduto e ha rotto tutte le sue uova ma non ha smesso di correre, tanto temeva
Taylor. Bè, quando si arrabbia, Taylor può anche tirare i capelli o dare i
pizzicotti.”
“un vero uomo, insomma.”
“ahaah, già! Ormai questa scena è diventata una leggenda a
Stars Hollow, “Lo scippatore e lo scippato”. Ne hanno parlato anche nel
telegiornale locale.”
“però, siete diventati famosi.”
“mh…in effetti la mia cittadina era sempre protagonista per
qualche festa, o rimpatriata, o fiera di beneficenza o che altro…il mio ragazzo
le ha sempre odiate queste cose, lo mettevano a disagio.” Le ultime parole Rory
le aveva pronunciate con un velo di nostalgia e di tenerezza nella voce.
Sasha ovviamente non se lo fece sfuggire.
“Gli vuoi molto bene, eh? Si sente, da come parli di
lui.”
Questa volta Rory non riuscì ad aprire bocca. Dopotutto, se
il suo affetto lo si poteva tramutare in parole, con un semplice “si”, allora
sarebbe stato un sentimento davvero di poco conto.
Sasha sorvolò su quel silenzio, e riprese:
“odiava le fiere, eh? Quindi deduco che non era del luogo,
no?”
“come fai a saperlo?”
“di solito si amano le manifestazioni che vengono celebrate
nella propria città perché danno un che di nuovo alla città, la rendono viva.
Uno non ama cose del genere per due motivi: o ama la solitudine, e nessuno ama
la solitudine, o non è della città, e ha sperimentato qualcosa di meglio o in
ogni caso di diverso. Allora, ci ho preso?”
Rory era sbalordita.
“…sei veramente strabiliante. Mai conosciuto una persona come
te, giuro!”
Sasha, per tutta risposta, sorrise.
“Te l’ho detto che sono brava a capire le persone.”
“comunque si, non era del posto. Era di New York. Ha sempre
odiato Stars Hollow e non vedeva l’ora di abbandonarla.”
Però per lei era ritornato quella volta…solo per lei aveva
deciso che quella cittadina non era poi tanto male con lei dentro. Solo per
lei…Rory questo non se l’era mai dimenticato.
“New York?
Wow! Ho sempre desiderato vedere New York! Jimmy c’è già stato, ha
addirittura vissuto per un po’, quand’era giovane. Io l’ho pregato tante volte
di portarmici ma lui non vuole…dice che non è una bella città…è un testone a
volte!”
“Jimmy?”
“Il mio compagno.”
Rory per poco perse un battito. Anche il padre di Jess si
chiamava Jimmy. Chissà se…ma no, non era possibile! Figurati se fra tutti i
Jimmy che c’erano a Los Angeles lei beccava la fidanzata proprio di quel Jimmy
che cercava lei! Figuriamoci!
“Ah, ecco. Siamo arrivate.”
Rory abbandonò i suoi pensieri per alzare lo sguardo su una delle case
più belle che lei avesse mai visto.
In realtà non aveva niente di speciale, che risaltasse subito
all’occhio. Però aveva un non so che…di magico. Tutta la casa era circondata da
un giardino stracolmo di fiori di ogni tipo. Un enorme salice piangente
riversava le sue fronde proprio vicino a un balcone al primo piano. Vicino
all’albero, decine e decine di fogli tenuti fermi da qualsiasi cosa: colori a
olio, pennelli, matite, righe, addirittura un cane, che se ne stava comodamente
spaparanzato su quello che sembrava essere un paesaggio riuscito male. Non
appena le due donne aprirono il cancello di casa, una decina di cani corsero
loro incontro abbaiando e saltando dappertutto.
Rory d’istinto fece un salto all’indietro, aggirandosi al
cancelletto con tutte le sue forze, in modo tale da non toccare terra coi
piedi.
“Oddio!”
“Oh, scusa, i miei cuccioli ti hanno spaventata?”
Chiamali cuccioli, sembrano degli alani incrociati con dei
cavalli! Questo pensiero però Rory non lo disse.
“No, figurati, sono solo un po’ sorpresa. Ti piacciono gli
animali?”
“moltissimo. In particolare adoro i cani” Ma
và?
“te li presento: i due Labrador sono Tom e Oreste, il
barboncino è Camilla, i tre Terranova sono Jerry, Maveline e Harry, il cane
spaparanzato sui miei disegni è Brutus –ehi, Brutus, alzati un po’ da lì!-,
l’enorme cane con le orecchie penzoloni che ti sta annusando è Roger, l’alano è
Big Jim e…ma dov’è finito? Ah, eccoti qui! Il migliore di tutti! Ti presento
Cassiopea, per gli amici Pea!”
Pea era uno york shire nano, che a fatica riusciva a
camminare senza inciampare ogni due passi sui suoi stessi peli. Rory non potè
fare a meno di pensare che Pea doveva essere di sicuro la più viziata e
coccolata della covata. E che dovevi stare attento a non pestarla.
“Vieni, ti presento Jimmy. A quest’ora dovrebbe essere
tornato dal lavoro.” E detto questo Sasha condusse Rory all’interno
dell’abitazione. Questo era ancora più spettacolare dell’esterno. Dappertutto
v’erano specchi, tende di ogni colore, e attaccati ad ogni porta degli
scacciapensieri, che tintinnavano al lieve passare del vento per una determinata
ala della casa.
“Jim! Ehi, Jimmy ci sei?”
“Si, Sash, sono in cucina! Non ti dico oggi quanto lavoro ho
dovuto sbrigare!”
“Dopo, dopo..adesso ti devo presentare una persona. Jim, lei
è Rory. Rory, questo è Jimmy, il mio compagno. Rory resterà da noi per qualche
giorno, tesoro, va bene? È venuta fin qua per cercare una persona ma il signor
mano lesta le ha fatto un servizietto e ora è nei guai.”
Rory era confusa. “Il signor mano lesta? Servizietto?”
“Si, noi chiamiamo così gli scippatori di borse.” Disse
tranquillamente Sasha, come se fosse la cosa più normale del mondo chiamare un
ladro come un maniaco.
“Oh, mi dispiace. Ma certo, puoi restare qui quanto vuoi
Rory. Piacere. Io sono Jimmy. Jimmy Mariano.” e detto questo porse la mano a
Rory. Lei però la lasciò sospesa a mezz’aria. Un attimo…forse non aveva capito
bene. Credeva di essersi lavata le orecchie prima di uscire di casa, ma
probabilmente quell’uomo in pullman le aveva creato una sorta di patina sul
padiglione auricolare e ora capiva una cosa per un’altra.
“Scusa, n-non credo di avere capito bene…come ti chiami?”
“? Jimmy. Jimmy Mariano.”
D’accordo. Questa volta ci aveva sentito bene. Poteva passare
alla fase successiva.
“COSA?!?!”
“Oddio, e che ho fatto?”
In quello stesso momento la porta d’ingresso si aprì e
comparve, in tutta la sua bellezza, Jess.
Non avrebbe mai creduto di poter rimpiangere lo straordinario
che gli avevano chiesto di fare quella sera nel negozio di libri dove lavorava.
Ma mai dire mai.
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