I WILL BE YOUR DREAM...

di Juls
(/viewuser.php?uid=14221)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** hard times ***
Capitolo 2: *** Sirius Black ***
Capitolo 3: *** Mr.and Mrs.Black, the lord and the lady ***
Capitolo 4: *** Knockin' on your door ***
Capitolo 5: *** The meeting ***
Capitolo 6: *** When the night has come ***



Capitolo 1
*** hard times ***


Nuova pagina 1

I WILL BE YOUR DREAM…

“ Hard times

 

Era la sera di un afoso giorno di metà giugno, uno fra i tanti che trascorrevano esattamente identici nell’estate di un piccolo paesino di provincia, Little Winghing, nella contea verdeggiante del Surrey. Lì, non erano solo le giornate ad essere immancabilmente uguali, ma anche le case, con i loro eleganti mattoncini murati e i giardini, in cui la più piccola traccia d’erba incolta veniva estirpata per lasciare spazio ad un lastricato ordinato e pratico. Seduta sul davanzale di una finestra di una di quelle villette prefabbricate, vi era una ragazza dai capelli ramati e uno sguardo malinconico, messo in primo piano dagli occhi, il cui verde smeraldino scintillava bagnato, ma ugualmente profondo. Lily. Ad un occhio estraneo sarebbe sicuramente parsa una ragazza come tante, molto bella sì, ma perfettamente normale. In quel piccolo borgo provinciale, nessuno conosceva Lily davvero. Infondo, poco importava; il suo posto non era quello, e ormai da anni ne era consapevole. Il suo vero mondo era composto da Hogwarts, dai suoi amici…ed era composto da...LUI…James Potter. Pensandoci un sorriso fece capolino involontariamente sulle sue labbra, era un sorriso tenero, dolce, che rivelava tutto e niente. Non pensava che ci fosse davvero un modo per esprimere ad altri i suoi sentimenti riguardo James, era una sorta di diario segreto ben custodito, del quale nessuno poteva avere la chiave. Non voleva condividere le cose che le stavano a cuore, le cose davvero importanti, con estranei che non avrebbero capito; e James per lei era molto più che importante. Le venne in mente di quando i suoi occhi incontrarono per la prima volta quelli di lui e lei si sentì un invasa da un brivido sconosciuto; ricordava anche quella volta in cui, al primo anno, scappando silenziosamente per i corridoi cercando di evitare un’altra punizione, lui le mostrò il passaggio segreto per Mielandia, con il suo tunnel pericolante ma utilissimo. Quasi tutti i suoi ricordi legati al trascorso di Hogwarts erano legati anche a James, quel ragazzo dai capelli corvini ribelli e lo sguardo intenso e un po’ malandrino. Lui, uno fra gli studenti più irriverenti e testardi della scuola, capace anche di beccarsi tre punizioni nel giro di quindici minuti; lui, uno dei più contesi fra tutte le ragazze; lui, il migliore cercatore di quidditch che non aveva mai perso una partita; lui…il ragazzo più incredibile che Lily avesse mai conosciuto. L’unico al quale bastava uno sguardo, un sorriso, o un piccolo cenno per accendere mille sensazioni.

Lily scrutò il cielo ormai scuro, e in quel mare di blu cercò di immaginare James, poi, intensamente, lo immaginò con lei al suo fianco.

 

*

 

Immediatamente Lily scese dal davanzale, percorse attentamente la sua camera, raccogliendo tutte le sue cose e sistemandole nel baule, in un modo che sua madre avrebbe definito indecente. Uscendo, si girò indietro con una strana tristezza nel cuore, osservando con affetto malinconico quei quattro metri quadrati che, per quanto le fossero sempre stati stretti, erano stati il suo unico rifugio. Sapeva che quella mossa sarebbe potuta costarle molto caro, ma sapeva che era anche l’unica possibile al momento. Scese dunque al pianterreno, dove trovò la madre, il padre e la sorella davanti alla tv con gli occhi fissi e un cipiglio concentrato. Rimase qualche istante ad osservare quel piccolo ritratto familiare, e si rese conto di non averne mai fatto parte davvero, né, del resto, di averlo mai voluto. Mentre una piccola lacrima scendeva lungo il suo viso, Lily Evans spinse l'uscio d'entrata e si confuse con il blu della notte.

 

 

 

 

 

 

 

 

**************************************************

Hey!! Poco fa stavo rovistando fra alcune cartelle del pc, e ho trovato questo racconto. L’avevo scritto qualche mese fa e, non so bene il motivo, avevo preferito non pubblicarlo. Oggi, rileggendolo, ho cambiato idea. Che dite, ho fatto bene?

Questa ff sarà sicuramente più corta di “Fra scope e boccini…c’è posto per Te” , ma la durata dipenderà anche dai vostri commenti, quindi, se vi piace l’inizio e volete leggere il seguito, lasciatemi un commento, please. Ovviamente, potete anzi DOVETE scrivermi qualora la storia non vi piaccia, le critiche costruttive sono ben accette.

Ringrazio in anticipo chi è arrivato a leggere fino a qui!! Aspetto le recensioni, fatemi sapere!! :-)

Xxx, Juls

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sirius Black ***


Nuova pagina 1

Sirius Black

Era ferma, appena fuori il vialetto di casa e, nonostante fosse giugno inoltrato, Lily pensò che non aveva mai provato tanto freddo in tutta la sua vita. I brividi che la percorrevano, in realtà non avevano nulla a che vedere con la temperatura; erano brividi remoti, trattenuti troppo a lungo, e che adesso si facevano spazio dal profondo del suo cuore. Lacrime amare iniziarono a scendere rapide dai suoi occhi, lacrime senza rabbia o rancore nei confronti di quel mondo che stava per abbandonare, erano semplicemente lacrime di una ragazza spaventata, che aveva appena preso una decisone da adulta con addosso l’innocente paura di una sedicenne.

 

*

 

Mezz’ora dopo Lily si trovava sul Night bus, destinazione ignota. La testa appoggiata al finestrino le faceva un po’ male e sentiva gli occhi chiudersi, desiderosi di un po’ di tranquillità dopo tante emozioni. Si voltò verso Stan Picchetto e gli disse che aveva scelto dove andare: “Grimmauld Place”. Dopo poco meno di mezz’ora scese dal bus e si ritrovò in una piazza piccola e deserta, al centro della quale vi erano quattro colonne architravate, con brillanti scritte latine in oro. Lily si avvicinò alla struttura, attratta non dalle scritte antiche, bensì da una figura alta, slanciata, seminascosta dal tronco di una colonna. Quando fu abbastanza vicina da poterne distinguere i contorni, notò un ragazzo dai lineamenti quasi perfetti, con i capelli poco più lunghi del normale che ricadevano distrattamente sugli occhi e, giunta ormai a pochi passi da lui, per la prima volta in tutta la serata trovò un motivo per sorridere, incrociando lo sguardo con quello di Sirius Black.

Il ragazzo rimase immobile, evidentemente stupito, ma poi fu un attimo: rispose al sorriso di Lily, si avvicinò a lei e la strinse forte in un abbraccio. Fece, cioè, esattamente quello di cui Lily aveva bisogno. La ragazza infatti si lasciò stringere, apprezzando come mai prima d’ora i muscoli e il fisico scolpito di Sirius, che gli permettevano di tenere ben salde le persone, anche in un abbraccio dolce come quello. Sirius si staccò piano e guardò Lily negli occhi. “Hey” disse quasi in un sussurro. “Hey” .

 

*

 

In quel piccolo, semplice saluto, Lily aveva percepito una sensazione di sicurezza, di tranquillità; sapeva che, con Sirius al suo fianco, poteva per un attimo fingere di non essere la ragazza forte che era, e lasciare che la paura, le lacrime e tutto ciò che aveva dentro, si esternassero liberamente, senza riserve.

Almeno quella notte, ci sarebbe stato qualcun altro ad essere forte per lei.

Intanto, il ragazzo l’aveva fatta sedere su un gradino di pietra, aveva preso dal baule una felpa leggera e gliel’aveva messa sulle spalle nel tentativo di placare i brividi da cui era scossa. Si era poi seduto accanto a lei e, con un braccio attorno alla sua vita, aspettava in silenzio una parola, uno sguardo o qualsiasi altro segno, senza però chiedere nulla per primo.

Una fra le tante cose per le quali Lily ringraziò mentalmente Sirius, fu, appunto, che egli non aveva chiesto niente, nessuna spiegazione, nessun indizio per capire cos’era successo; l’unica cosa del quale si era preoccupato, era di farla sentire meglio. Ma non sapeva quanto la sua presenza, da sola, contribuisse già enormemente a questo scopo.

Dopo un po’ di tempo, impossibile da definire, Lily alzò la testa dalla sua spalla e disse: “Sirius, sono stanchissima, ho sonno. Posso venire a casa tua?”

Il ragazzo sorrise: “Io dico che è meglio rimanere qui, anche se sono i gradini più freddi e scomodi di tutta la Via Lattea”.

“Peggio per te, dovrai tenermi stretta per tutta la notte”.

Era bello poter dire una cosa del genere ad un ragazzo, senza che questo iniziasse a crearsi strani film mentali, e con Sirius poteva farlo tranquillamente, perché lui sapeva prendere le cose nel modo giusto, sempre.

“Dai, andiamo piccola Firefly”.

Lily gli sorrise. L’aveva chiamata così spesso al terzo anno, perché diceva assomigliasse a una lucciola: bisognava faticare per conoscerla davvero, non si mostrava a tutti, ma solo a pochi fortunati, proprio come fanno le lucciole.

Camminarono per un po’ e durante il tragitto Lily si guardò attorno con curiosità; non aveva mai visto quel posto, ma, con un primo sguardo complessivo, le sembrò che tutte le descrizioni tremende di Sirius non fossero poi così esagerate: tutto era buio e logoro, dalle finestre non traspariva neanche una filo di luce,  dalla strada che stavano percorrendo si snodavano tanti vicoli tetri da cui proveniva un sentore rancido e umido.

Sirius intercettò lo sguardo di Lily: “Visto che bel posto? Ho sentito che la regina Elisabetta sta pensando di comprare qui una nuova casa per le vacanze”.

“Il suo buon gusto non si smentisce mai, a quanto pare!”.

“Già. Potrei iniziare a mettere un cartello “vendesi” fuori dalla finestra della mia stanza”.

Risero. Sirius notò con piacere che, se non altro, era riuscito a strapparle una risata.

Tuttavia, più si avvicinavano al palazzo dei Black, meglio definito come “L’altra metà di Azkaban”, più Sirius si faceva pensieroso. Aveva un rapporto pessimo con i genitori, anzi, probabilmente non aveva neanche un rapporto, visto che da entrambe le parti non vi era che muta indifferenza; ma se con lui ormai i grandi capofamiglia Black si erano ridotti al silenzio, di certo non avrebbero riservato la stessa “cortesia” ai suoi amici.

Non ebbe neanche il tempo di pensare a qualcosa, che si ritrovò a pochi passi dal grande portone di legno annerito. Vide gli occhi di Lily salire sempre più in alto, percorrendo quell’ammasso di pietra scura e ruvida fino a raggiungere le imponenti finestre dell’ultimo piano.

Tutto quello che la ragazza riuscì a dire, tornando con lo sguardo su Sirius, fu: “Accidenti..”

“Lo so, lo so. È il massimo dell’ospitalità, questa casa sprizza calore e gioia da ogni fessura!”

Poi si fece serio: “Lily, ascolta. I miei sono molto peggio di quello che ti puoi immaginare, e per dirti le cose come stanno, beh, è molto probabile che ti trattino male. Anzi malissimo”.

La ragazza non lo fece continuare: “Sir, l’importante è che ci sia tu. Per quanto terribili possano essere i tuoi genitori, non mi fanno la benché minima paura. Non ascolterò una parola di quello che uscirà dalla loro bocca, d’accordo?”.

“D’accordo”. E le sfirò la guancia con un dito.

Aveva già la mano su uno dei battenti, quando Lily lo fermò:

“Sirius…ma non mangiano le persone, vero?”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

****************************************

Hey, salve a tutti! Come promesso, dopo aver letto le vostre bellissime recensioni, ho postato un altro capitolo! Allora, è all’altezza del precedente??

Una piccola nota sul testo: avrete senz’altro tutti capito che la domanda finale di Lily è ironica; diciamo che sulla bocca di una persona un po’ più normale diventerebbe un’affermazione del tipo “Hey, stai tranquillo, non ho paura”. Per il resto, non ho altro da aggiungere, aspetto che siate voi a parlare con le vostre recensioni! xxx, Juls

 

GRAZIE mille a tutti i lettori, ma in particolar modo ai recensori del capitolo precedente!

 

Ginny06: Ciao!!!grazie per il commento, sono contenta che condividi la caratterizzazione di Lily, anch’io l’ho sempre immaginata così! Kisses , Juls

 

Bluking: Mi fa piacere leggere ancora una tua recensione!! Thank you!! :-)

 

Lore: Ciao!! grazie per i complimenti! Spero che continuerai a seguire e recensire!!Kisses

 

Yo91: Grazie!!!Allora hai letto anche l’altra storia? Wow, sono contenta che ti piacciano entrambe!!! Ma adesso c’è la one-shot che si sente esclusa…:-) scherzo, però se ti capitasse di leggerla mi farebbe davvero piacere un tuo commento!! Kisses, juls

Ps: Lily e James non stanno insieme, non ancora….

 

Winnie92: Ciao!! Allora, ti sembra che la storia proceda bene???:-)

 

Miyu90: Hello!!!! Grazie per la recensione!!! ^_____^ kisses

 

Flufy90: Ciao!! sono contenta che ti piaccia…anche il commento alla storia, perché se devo essere sincera sono sempre indecisa fra mille cose da scriverci!!!:-) kisses

Master Ellie: Holaaaaaaaa!!Grazie mille, le tue recensioni sono uniche!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!:-) kisses

PrinceLily: Ciao! Sono contenta che ti piaccia!! Continua a seguire… kisses

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Mr.and Mrs.Black, the lord and the lady ***


Nuova pagina 1

Mr.&Mrs.Black, the “lord” and the “lady

 

 

 

Sirius spinse piano la porta d’ingresso, e precedette Lily in un atrio buio e umido, semivuoto all’infuori di un appendiabiti magico in legno nero e un mobile massiccio, dall’aria antica e ammuffita. Lily vagò intorno con gli occhi e fece letteralmente un balzo indietro quando vide sulla parete alla sua sinistra un ritratto. Non un ritratto qualunque, no. Esso occupava l’intera parete ed esibiva il volto e il busto di un uomo attempato, con i capelli bianchi piuttosto lunghi, che fuoriuscivano appena dal cappuccio nero che indossava e che lasciava scoperti soltanto gli occhi. Occhi freddi, di pietra, sembravano cristallizzati e inumani, semplicemente cattivi. Anche il busto era completamente celato da un mantello pesante, di una sfumatura violacea tendente al nero, che gli conferiva un’aria ancora più tetra, terrificante.

“Voilà…il mio dolce, simpatico e affettuoso bisnonnino” sentenziò Sirius con un sorriso a metà fra l’ironico e il disgustato.

“Ehm..beh..accomodante, direi. Senti, cosa dicevi prima a proposito di rimanere sui gradini più freddi e scomodi della Via Lattea…?”.

“…Non posso neanche affermarti che “le apparenze ingannano”, perché i miei avi, predecessori, antenati, come vuoi chiamarli, erano effettivamente tutti degli schifosissimi bastar…depravati”.

“E tu da dove sei venuto fuori?”.

“Me lo chiedo ogni giorno…”.

“Ci sono: sei stato vittima di uno scambio di culle alla nascita!”

“Ne dubito…ho i tratti di un Black anch’io”.

“Sirius” Lily si fece seria “ sei semplicemente diverso da loro, molto diverso. E questo dovrebbe renderti felice ed orgoglioso, non triste”.

“Lo so”.

La bella Grifondoro gli sorrise: “Dai…andiamo, Grifone!”.

I due si spostarono dall’enorme ritratto spaventoso, e Sirius la condusse, seppur di malavoglia, nel grande salone in cui era certo di trovare i suoi genitori. Sulla porta, Lily esitò un attimo, poi entrò nascosta dietro l’amico. Era una sala enorme, molto diversa dall’atrio attiguo, sembrava quasi più accogliente: le pareti erano tappezzate con carta rossa ricca di fregi in oro e argento, probabilmente stemmi antichi e scritte runiche che Lily non comprendeva; il pavimento, in legno, era coperto nel centro da un grande tappeto persiano, anch’esso di un rosso deciso, rifinito da frange dorate. Su di esso, vi era un tavolo di forma rettangolare, in legno di noce, che sosteneva un candelabro a dodici punte, probabilmente di argento.  Tutt’intorno, lungo le pareti, vi era un’intera collezione di mobili alquanto bizzarri, alcuni tondi e bassi, altri piramidali o quadrati estesi fino al soffitto.

Lily osservò la stanza nel suo insieme con occhi che non tradivano né stupore, né tanto meno meraviglia. Come altro poteva essere la dimora di uno dei più discussi lord oscuri della comunità magica?

Quella finta confortevolezza dell’arredo, quella falsa luminosità dei colori, la fece quasi ridere. Sirius aveva ragione, non vi era uomo appartenente a quella metà oscura e infima della società, che non avesse bisogno di celarsi con cura dietro la finzione dell’apparenza.

All’improvviso, una voce glaciale e rude si levò da una poltrona di pelle rossa, posta di fronte all’imponente camino sulla parete frontale.

Sirius non capì cosa disse quella voce, ma si fece avanti, dimentico delle preoccupazioni per Lily, e si fermò di fronte alla persona che probabilmente aveva parlato.

“Papà”

Lily si avvicinò.

Vide una fitta coltre di fumo circondare la poltrona, e fra tutta quella nebbia scura, riuscì a scorgere un uomo dai capelli nerissimi e gli occhi altrettanto corvini, che reggeva nella mano destra un sigaro cubano.

“Sirius. Non è il momento, sai che non voglio essere disturbato da nessuno, quando fumo”.

“Nessun disturbo” rispose Sirius sprezzante “volevo solo dire a te e alla mamma che questa sera abbiamo un’ospite”.

La signora Black, sentendosi evidentemente presa in causa, si sporse da un’altra poltrona poco lontana, allontanando da sé la rivista che teneva in mano.

“Da quando, Sirius Black, ti permetti di farci queste sorprese?” iniziò Milady con voce indispettita “Un’ospite va accolto con cerimonie e galanteria, un po’ di preavviso è il minimo che ci devi”.

Lily la guardò: aveva sul viso un’espressione estranea, come se il ragazzo di fronte a lei non fosse suo figlio, bensì solo uno scocciatore che le recava fastidio interrompendo il suo riposo.

“Chi è?” continuò la signora “Qual è il cognome della sua famiglia? È un Serpeverde?”

Sirius parve trattenersi a stento dallo scaraventare per terra la rivista della madre e il sigaro del padre.

“Si chiama Lily Evans, è una Grifondoro…come me”.

“Evans…” Milady corrugò la fronte “Non mi dice niente…”

Allora si alzò, individuò Lily e si avvicinò scrutandola con un cipiglio di superiorità e arroganza, che sortì solo disgusto in Lily, ma nessuna soggezione.

Dopo pochi secondi in cui gli occhi della madre di Sirius osservarono, perfidi, Lily, il signor Black si alzò, spense il sigaro in un posacenere con gesto consueto, e fiancheggiò la moglie.

“FUORI DI QUI, SPORCA MEZZOSANGUE!”

Sirius era livido per il disprezzo e la rabbia, ma rimase calmo, prese Lily per mano e la allontanò dalle due figure austere, che avevano preso ad urlare, in preda ad un’indignazione inesistente.

Lily non disse niente, guardò con fermezza i signori Black per un istante, poi seguì Sirius fuori dalla stanza.

Si precipitarono fuori da quella casa, e sedettero sui gradini di ingresso nel giardino.

“Scusami” disse Sirius triste “Lo sapevo che era un’idea assurda. Loro sono assurdi, tutto questo è assurdo” e guardò con disprezzo il “castello” dietro di loro.

Lily non diceva niente. Aveva uno sguardo fisso e determinato, il verde smeraldino degli occhi brillava.

Senza guardare Sirius, improvvisamente, si alzò, ripercorse al contrario il vialetto e spinse la porta con forza.

Il ragazzo era esterrefatto, tanto che impiegò qualche secondo per alzarsi e seguire Lily dentro la casa.

La rossa intanto era arrivata di nuovo di fronte alla porta del salone, e, senza badare a convenevoli, la aprì con un calcio. Attraversò la stanza mentre i coniugi Black, stupiti e in collera, si alzavano per la seconda volta in dieci minuti dalle loro comode poltrone di pelle. Lily si ritrovò a breve distanza dai due volti scuri e inviperiti, e con il cuore che batteva a mille, prese fiato e iniziò:  “Davvero spiacente di interrompere ancora le vostre impegnate occupazioni serali, ma ci sono un paio di cose che voglio dirvi.

Punto numero uno – e si rivolse alla signora – non è carino da parte di una Lady del suo rango alzare la voce in modo così volgare e spropositato. Punto numero due – continuò con un’espressione furente – dovreste iniziare entrambi a capire che, vostro malgrado, non siete nessuno, avete solo un nome antico e questo palazzo sudicio a disposizione, ma nella realtà dei fatti non valete niente. Aspettate, come avete detto prima?Ah sì…sporca mezzosangue. Sia chiaro, sono orgogliosa di essere quello che sono e come sono, e stimo tutte le persone come me. Quelli che invece mi suscitano solo disprezzo e compassione, sono quelli come voi”.

Fece una breve pausa e si avvicinò alla porta.

“Un consiglio, da oggi in poi evitate di sprecare il vostro “prezioso” tempo per giudicare gli altri; chiunque è sicuramente meglio di voi. Detto questo –  disse mentre osservava le espressioni allibite di Mr. and Mrs. Black – continuate pure con la vostra finzione, se vi fa piacere. Anzi, non voglio rompere così l’universo assurdo e ridicolo che vi siete costruiti intorno, per ciò vi porgo i miei saluti in un modo appropriato alla vostra bassezza. Onore a voi, Purosangue”.

E così Lily uscì dalla dimora dei Black a testa alta, con il coraggio, la determinazione e l’orgoglio che sentiva raddoppiati in lei, proprio come una degna Grifondoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

**********************************************

Hey!!!Salve a tutti!!! Allora, ecco qui il terzo chapter. Posso essere sincera senza correre il rischio che mi prendiate per una megalomane??:-) Questo capitolo mi piace molto e mi sono divertita a scriverlo! Adesso aspetto che mi diciate cosa ne pensate voi. Recensite in tanti per favore, anche perché sto decidendo se far durare un po’ più a lungo questa ff oppure continuare solo ancora per due o tre capitoli. Fatemi sapere cosa preferireste.

Thank you!

 

Xxx, Juls

 

 

Ah, un chiarimento per tutti: Lily si fidanzerà presto…ma non con Sirius!

JAMES è insostituibile. ;-)

 

 

Bluking: Che cattiva, addirittura progettare un omicidio per Sirius?? :-)

Comunque, adesso ho chiarito la situazione. Grazie per la recensione, ne aspetto un’altra, lo sai vero???kisses Juls

 

Rinoa: Ciaooo! Sono contenta di avere una nuova lettrice!! Allora tu ti immagini Lily come me la immagino io? Wow..noi si che abbiamo un GRAN “senso del personaggio” ( perifrasi coniata da me..non sono pazza, lo giuro!) !!:-) Grazie per la recensione..kisses, Juls

 

Winnie92: Caspita!!Wow…sai è la tua prima recensione in cui mi sembra di scorgere “entusiasmo” per la storia! Allora ti piace davvero??Ahah! Lo sapevo…:-) scherzo, non è che ti deve piacere per forza…però se ti piace, meglio!!Grazie per la “recensione coinvolta” (l’ho soprannominata così!;-)!) kisses, Juls

 

Fluffy90: Hai visto? Ho scritto un capitolo intero sull’esperienza di Lily a casa Black!! Spero di non essere stata troppo prolissa…:-) Grazie per la recensione carinissima!!! Kisses, Juls

 

Ginny06: Thank you dear! Ti piace anche questo capitolo? Spero proprio di sì!!! Kisses, Juls

 

Yo91: Felice di aver chiarito i tuoi dubbi!!Anche su Sirius e Lily…eheh.

Don’t worry, they’re just friends. Comunque, parlando di cose serie, carina l’idea della statua d’oro…:-))) scherzo, grazie mille per la recensione!! kisses, Juls

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Knockin' on your door ***


Nuova pagina 1

Knockin’ on your door

 

Adrenalina, euforia, orgoglio e paura.

Una combinazione di elementi piuttosto esplosiva, che quella sera circolava nel sangue e nella mente di due persone diverse, ma unite dallo stesso profondo desiderio di cambiamento, di libertà: Lily Evans e Sirius Black.  Incredibile da credere, ma in uno spazio ristretto di poche ore, Lily aveva vinto su tutti i fronti: aveva lasciato Little Winghing e, inconsapevolmente, aveva salvato Sirius, offrendogli l’occasione di fare ciò che aveva sempre desiderato.

“Lily…” cominciò Sirius pallido e sconcertato.

Si trovavano di nuovo sugli stessi gradini marmorei su cui si erano seduti poco prima.

“Tu…ehm…tu hai…” non riusciva a parlare, poteva sentire brividi elettrici che si scaricavano incostanti sulla sua schiena. Era difficile da ammettere, ma tremava, e la sua voce era spezzata, insicura: quella sera tutto stava cambiando. Quella sera tutto aveva inizio.

Lily lo guardò, aveva negli occhi un concentrato strano di sensazioni: da una parte panico, dall’altra gioia e stupore. Esattamente ciò che provava lei. Dopotutto, erano due ragazzi, forti, ma comunque due ragazzi di sedici anni appena compiuti.

“Sirius…fa paura, vero?” disse Lily quasi sottovoce.

“Sì…siamo praticamente due reietti” sforzandosi di sorridere.

“Beh, è già un gran passo avanti: prima eravamo mele marce”.

Sirius notò che Lily, al contrario di lui, sorrideva sinceramente. Sapeva di aver fatto la cosa giusta, e non se ne pentiva. Lily era semplicemente una grande. Adesso, però, toccava lui accantonare l’insicurezza e ritrovare il suo consueto stato mentale e fisico che implicava coraggio, ironia, baldoria ed entusiasmo.

“Lily, lo sai che ti sarò riconoscente almeno per i prossimi tre millenni?” Ecco, forse ci stava riuscendo.

“Io non ho fatto niente. Ho solo scambiato quattro chiacchiere con i tuoi carissimi genitori, per il resto, sei stato tu a salire nella tua stanza, buttare tutto nel baule, e a trascinarmi via da quella casa”.

“Lily, guardami bene negli occhi: tu hai fatto quello che io fin’ora avevo sempre e solo sognato”.

“E sarebbe?”

“Sputare in faccia a tutta la casata dei Black!”

Lily rise. Non pensava di essere capace di tanto.

“Bene. Felice di aver realizzato un tuo sogno, allora! Anche se…ti hanno diseredato…”

Ecco le parole magiche che svegliarono Sirius dal torpore. Improvvisamente, senza una ragione plausibile, rise di cuore.

“Sai che ti dico…ERA ORA!”

E così, si ritrovarono su una gradinata scomoda e fredda, a ridere come due pazzi, cosa che sicuramente non facevano dall’inizio dell’estate.

 

*

 

Ad un tratto, colpiti dal buio che andava intensificandosi, dovettero rinunciare al progetto di ridere per sempre, e iniziare invece a pensare a un posto in cui passare la notte.

Lily si sforzò di trovare una soluzione comoda e sbrigativa, Sirius invece non perse neanche un momento a riflettere, si alzò di scatto e disse con un finto tono solenne: “Mademoiselle, è ora di proseguire il cammino”.

“E verso dove, di grazia?”

“Come verso dove? Verso James, è ovvio!”.

Ahahah. Divertente.

“Ehm..è tardi Sirius, non mi sembra il caso….” disse titubante, evitando con cura gli occhi scuri del ragazzo.

In tutta risposta, Sirius assunse un’aria sospettosa, la guardò in tralice, poi sorrise e le strizzò un occhio.

“Andiamo signorina Evans, non sia timida…Jamie sarà pure il più figo dell’universo dopo il sottoscritto, ma è un pochino duro di comprendonio! Quindi la pregherei di essere esplicita, bando alle ciance!”

Ops. Colpita.

“Lily” proseguì Sirius imperterrito “credimi, le cose si sistemeranno e la verità verrà a galla. Potreste già essere insieme da un pezzo se non foste entrambi imbambolati sul posto con quell’aria da scolaretti atterriti!”.

Sorrideva. Sembrava soddisfatto delle sue parole. Cretino.

Finalmente Lily alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi.

Non era lo sguardo che Sirius si aspettava, non era divertito e pronto a rispondere a tono.

Era quasi…triste.

“Hai finito?” chiese.

“Sì”. Sirius si stava mordendo la lingua.

“Bene. Touchè.

Poi si alzò, prese il suo baule e disse piano “Dai andiamo. Questo posto non fa bene alla tua salute mentale”.

Sirius le si avvicinò e prima che potessero smaterializzarsi sussurrò: “Hey, siete le persone a cui tengo di più al mondo. Voglio solo vedervi felici”.

 

*

 

Dopo una manciata di secondi, si ritrovarono di fronte ad un portone di quercia, piuttosto imponente, sovrastato da una struttura a due piani, dallo stile decisamente personale: i muri esterni erano rivestiti di comuni mattoni babbani, il tetto sporgeva con travi in legno e le finestre era tutte piuttosto grandi con davanzali di elegante marmo grigio. Una visione molto piacevole nell’insieme, un concentrato di elementi indiscutibilmente di stampo British.

E così, quella era la casa dei Potter. La casa in cui James passava le vacanze. Quella in cui era cresciuto…Lily sentì chiaramente il suo cuore accelerare il ritmo. Dove era finito il suo ferreo autocontrollo? Probabilmente aveva ceduto al fascino dell’atmosfera.

Continuò a guardarsi intorno curiosando e cercando di sembrare il meno coinvolta possibile, poi si irrigidì di scatto alle parole di Sirius “Ci siamo!”.

Era così euforico. Così maledettamente sicuro.

Al momento rappresentavano egregiamente la teoria degli opposti.

Dopo un ultimo sguardo di conferma, Sirius strinse il pugno e bussò tre volte sul legno ambrato.

Si sentirono subito dei passi veloci all’interno. Qualcuno stava evidentemente scendendo le scale di corsa.

Sperando che quel qualcuno fosse James, Sirius si fece da parte e quando sentì il cigolio della porta che si apriva spinse avanti Lily.

Fu un attimo. James spalancò la porta e si stagliò nitido nella luce dorata dell’ingresso.

Era bellissimo.

Questo fu tutto quello che Lily riuscì a pensare prima di pietrificarsi, lasciando un sorpresissimo ragazzo moro boccheggiante a pochi passi da lei.

 

 

 

*****************************

Hey! Buonasera a tutti! Ecco qui un altro capitolo. Spero sia di vostro gradimento!:-)

Ringrazio tutti i lettori di questa fic e in particolar modo tutti i fedelissimi recensori! Thanks very much guys! Xxx, Juls

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** The meeting ***


Nuova pagina 1

THE MEETING

 

 

Nell’ampio salotto elegante di casa Potter, tre ragazzi stavano seduti su un divanetto ricoperto in tessuto rosso. Uno di loro, quello seduto in centro, sembrava intento ad intrecciare una conversazione tranquilla e amichevole con i due che gli sedevano accanto. Ma in quel momento, la ragazza rossa di nome Lily e il ragazzo moro di nome James, parevano troppo occupati ad evitare di guardarsi per pensare ad altre cose da dire o fare.

Pochi secondi prima che l’imbarazzo si appropriasse interamente dell’atmosfera, si udì lo scricchiolio pesante della porta principale, seguito da un duplice rumore di passi leggeri e cadenzati che avanzavano verso l’entrata del salotto. Tre paia di occhi saettarono contemporaneamente in quella direzione, appena in tempo per scorgere due figure, entrambe piuttosto alte e snelle.

Probabilmente i signori Potter, realizzò Lily dalle profondità del suo imbarazzo misto a disagio. Mentre si avvicinavano, le sagome assumevano forma, colore e anche voce.

La signora Potter posò distrattamente una borsa di pelle nera sul tavolo addossato alla parete, poi si voltò verso il marito, il quale aveva appena abbandonato la sua giacca sullo schienale di una sedia e aveva gridato un sonoro “SIAMO A CASA” verso il piano di sopra.

Sirius trattenne a fatica una risata. Era indubbiamente il più rilassato dei tre, quasi come se un avventato assedio a casa di James fosse il suo pane quotidiano.

Con un enorme sorriso radioso si alzò in piedi e si diresse raggiante verso quella donna elegante, dall’aria un po’ stanca, che non appena si accorse di lui gli si fece incontro per prima e lo abbracciò come fosse un ipotetico secondogenito.

“Sirius, caro, fatti abbracciare, quant’è che non vieni a trovarci?” proruppe con voce coinvolta e cordiale. Dai suoi occhi cerulei trasparivano un affetto sincero e una preoccupazione altrettanto genuina. “Come stai? Sembri pallido. Hai già mangiato qualcosa?”.

“Sì signora. È tutto a posto, sono solo un pochino stanco. È bellissimo essere di nuovo qui, e mi scusi per la mia scarsissima capacità di preavviso” rispose Sirius con trasporto, mentre il concetto di gratitudine eterna si faceva spazio nella sua mente.

Il saluto del signor Potter fu molto meno apprensivo, espresso soltanto con una stretta di mano e un occhiolino furtivo. Mentre la moglie continuava a sincerarsi delle condizioni fisico-nutritive del bel ragazzo moro, Charles Potter spostò con cautela lo sguardo verso il divanetto, aspettandosi in risposta il sorriso euforico e malandrino del figlio.

E invece, si ritrovò a fissare una folta testa rossa che spuntava dal bordo dello schienale, leggermente reclinata, che si girò immediatamente, permettendogli di mettere a fuoco i lineamenti regolare del viso, e un paio di occhi incredibilmente verdi. Un sorriso timido fece capolino sulle labbra della ragazza, che si alzò e si avvicinò a lui tendendo una mano.

“Buonasera signor Potter. Piacere di conoscerla, sono Lily”.

“Non ti preoccupare, il piacere è senza dubbio mio” rispose allegro Charles Potter. “Io ho la sfor- ehm, la fortuna di essere il padre di quell’individuo laggiù, sì, quello che ci sta scrutando insistentemente”.

Lily rise. Tale padre tale figlio.

A quel punto James reputò opportuno sottrarre Lily a quella che senza dubbio avrebbe potuto diventare una conversazione imbarazzante. Per lui, ovviamente. Sentiva già il rimbombo delle parole “James”, “piccolo” e “pannoloni” nella stessa frase.

Così raggiunse i due dicendo a gran voce, per fare in modo che Sirius sentisse e lo spalleggiasse: “ Hey papà, mamma. Non è tardissimo? Potremmo posticipare i racconti e le presentazioni a domani mattina? Lily e Sirius sono stati fuori tutto il giorno, sono stanchissimi…”.

Vedendo che suo padre lo guardava di sottecchi sogghignando, aggiunse “vero Sirius?” con una voce cortese e lo sguardo minaccioso che puntava dritto sull’amico.

L’amico colse al volo.

“Oh certo. Oggi è stata una….giornata faticosa. Proprio così, una faticaccia” inquisì, calcando sull’ultima parola e tentando di accompagnarla con uno sbadiglio che risultò più simile a un buffo singulto.

La signora Potter, dall’alto della sua esperienza di madre di un incorreggibile malandrino, sorrise e disse: “Ma certo ragazzi, andate di sopra, per questa notte dovrete accontentarvi di dormire nella camera di James, due letti in più ci staranno di sicuro”. Poi, senza aspettare una risposta aggiunse spiccia : “Sirius se hai bisogno di qualcosa, ormai sai dove trovarlo; mentre tu Lily, vorrai fare una doccia, immagino. Vieni, ti indico la strada, così puoi prepararti per la notte lontano da occhi indiscreti” e strizzò un occhio alla ragazza, con la quale poi si avviò su per le scale.

“Signora Potter, volevo ringraziarla per l’ospitalità” disse Lily una volta che le due ebbero raggiunto il bagno “Lei è così gentile, e a me dispiace recarle tutto questo disturbo”.

“Disturbo?” scherzò la signora “Con un figlio come James, l’unica cosa che mi disturba è il silenzio assoluto!”

Lily rise. La simpatia era una qualità che a James spettava di diritto.

“Beh, in ogni caso, la ringrazio moltissimo”.

 

*

 

Lily si era fatta una rilassante doccia calda.

Adesso se ne stava in piedi di fronte all’ampio specchio del bagno, con addosso il suo pigiama azzurro chiaro e i capelli ancora bagnati che profumavano lievemente di vaniglia.

Non aveva fretta di uscire da quel tepore rigenerante.

In quell’atmosfera calda e confortevole poteva prendersi del tempo per riflettere, ragionare e cercare di salvare quella piccola scintilla di controllo che le stava scivolando via dalle mani.

Chissà come, ma era bastato un brevissimo soggiorno in casa Potter per farle dimenticare il significato e il senso della parola “autocontrollo”, insieme con la capacità di sviluppare una socievole e tranquilla conversazione.

Per non parlare delle sue guance.

Le sue delicatissime gote candide, sembravano sempre sull’orlo di un collasso vermiglio, come se avesse appena fatto rifornimento di qualche ettolitro di rhum all’insaputa dei presenti.

“Possibile che quando si ha più bisogno di rimanere normali, pacati, indifferenti si rischia sempre di cadere nel ridicolo?” pensava fra sé, furiosa con la natura o chi per essa avesse originato questa assurda legge.

Come elemento di distrazione, afferrò una spazzola piuttosto grande che sporgeva da un cassetto semiaperto e cominciò a spazzolare i capelli per districarli, prima di passare ad asciugarli con un getto di aria calda.

Perfetto.

Adesso era ufficialmente in trappola.

Non aveva più scuse per trattenersi in quel marmoreo bagno azzurrino.

Un respiro profondo.

Un altro.

Ancora uno.

Non poteva crederci, era davvero così vigliacca?

 

*

 

Intanto, nella camera di James…

 

Sirius. Sei il più grande idiota sulla faccia della terra”.

Uno scarmigliatissimo ragazzo moro stava seduto sull’orlo del suo letto, con i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani, in una desolante posa di panico misto a disperazione.

Un ragazzo altrettanto moro, ma molto più posato e tranquillo, se ne stava appoggiato distrattamente al davanzale della finestra, e fissava l’amico con uno sguardo che tradiva ilarità e compassione.

“Ramoso, tanto lo so che prima o poi mi ringrazierai” inquisì con tono deciso.

In tutta risposta James gli si parò dinnanzi con impeto frenando a stento il desiderio di scaraventarlo di sotto.

“Tu….TU! L’hai portata Qui!Brutto pezzo di….questa volta sei….”

La frase fu interrotta da due tenui colpi alla porta.

I due si fissarono.

“Nei guai?” bisbigliò Sirius, per poi esplodere con un “INDIETROOOOO”.

James scosse la testa nascondendo un sorriso e si diresse alla porta.

Rianimato dalla sua innata dote da Casanova, si portò una mano ai capelli, e aprì.

“….Oh…mamma”.

Inutile tentare di celare la sorpresa. Era preparato a tutt’altro.

“Beh, James, che c’è?” disse la signora Potter notando l’espressione confusa del figlio. Poi il suo sguardo si fece sottile e ammiccante. “Oooohh”.

“Ooooh cosa?!?” James la fissò passando da un’espressione d’indignazione all’altra finché non esaurì tutte quelle del suo repertorio. “MAMMA!! Ma insomma, volete smetterla tutti quanti?!?”  si lamentò, lasciandosi scappare lo sbuffo di una risata repressa.

“Smettere di fare cosa? Sono venuta solo per i letti” rispose con finto tono ingenuo la signora Potter.

“Ok. Allora facciamo comparire questi letti e facciamoci gli affaracci nostri, grazie”. 

Improvvisamente la stanza si completo di altri due letti singoli, all’apparenza non troppo ingombranti ma abbastanza comodi.

La signora Potter augurò dunque la buona notte ai due ragazzi e si diresse verso il corridoio, ma prima di svoltare l’angolo e scendere le scale disse con un sorriso: “Ah dimenticavo…carina quella Lily”.

Queste tre piccole parole sembrarono far breccia nell’umorismo di Sirius, il quale rise per almeno due minuti buoni, affermando di trovare la battuta “esilarante”.

E con il senno di poi, quella battuta sarebbe parsa estremamente comica anche a James.

Ma non ebbero il tempo di pensarci oltre, perché questa volta si stagliò nell’apertura della porta una figura molto più esile, così intimidita da sembrare addirittura più piccola di quanto non fosse.

James rimase immobile qualche istante fissando il suo sguardo in quello intenso di Lily.

“Lily”.

“James”.

Già.

Lily e James.

Due nomi pronunciati separatamente, ancora ignari del fatto che presto si sarebbero legati indissolubilmente.

 

 

 

*********************************

Hey everyone! Ecco a voi il 5° capitolo. Stavolta nessun tono entusiasta da parte mia, non mi compiaccio del lavoro svolto. Credo infatti che posterò presto il prossimo, per portare in secondo piano questo “pezzetto”. Comunque, spero di ricevere molte, ripeto MOLTE recensioni, qualsiasi cosa abbiate da dirmi, ditemela ok? Mi scuso per il ritardo di questo nuova pubblicazione, ma, come ho già anticipato ad alcuni di voi, questo periodo è stato un po’ “burino” per la scrittura. Sorry guys!

A presto!

Xxx, Juls

 

Un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente! Thanks! Scusate se non vi ringrazio personalmente , ma mi rifarò al prossima volta! Aspetto le vostre recensioni! ;-)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** When the night has come ***


Nuova pagina 1

When the night has come…

 

 

 

Qualche istante dopo aver pronunciato il suo nome in un sussurro, James stava ancora fissando Lily come fosse l’unico elemento rimasto nel suo campo visivo.

Non riusciva a staccare gli occhi da quel corpo sottile, imbarazzato e tremante dentro quel leggero pigiama azzurrino, come scosso da una brezza irreale.

Era così dolce, così straordinariamente tenero il modo in cui aveva aperto piano la porta, per poi rimanere sulla soglia, in attesa di chissà cosa, con la mano destra ancora appoggiata alla maniglia.

Aveva un’espressione indefinibile sul volto: né James né Sirius avrebbero mai potuto indovinare cosa significasse quella curvatura accennata del labbro inferiore, o quell’impazienza nascosta negli occhi sfuggenti.

Non erano mai stati sfuggenti gli occhi di Lily.

Timidi, magari.

Ma sempre decisi e diretti.

In quel momento, invece, con quel loro saettare da un punto all’altro dello spazio circostante, sembravano fuggire la presenza di un altro paio di iridi, più scure e molto meno indecise, che la scrutavano profondamente, con un’attenzione così meticolosa da farle ardere le guance eburnee.

Non voleva che James la guardasse; almeno non in quel modo e non in quel momento; non in quell’imprecisato arco temporale nel quale lei avrebbe continuato a sentirsi esattamente come si stava sentendo: strana.

Lo sguardo di James le appariva pretenzioso e abilmente critico, come se l’opinione complessiva che avrebbe avuto di lei per il resto della vita fosse dipesa dall’analisi superficiale del suo aspetto fisico di quella calda sera di mezza estate. Lo sentiva indugiare sui capelli scomposti e ancora leggermente umidi del vapore della doccia, soffermarsi sui tratti del suo viso, percorrere le linee del suo corpo in tutta la sua lunghezza e infine adagiarsi di nuovo sul tessuto sottile del pigiama.

Istintivamente, si era irrigidita, quasi bloccata sul posto, con in mano la maniglia d’ottone della porta dalla quale non accennava a staccarsi, e le risultava difficile anche azionare le sue corde vocali e produrre, se non altro, un semplice suono.

Se fosse dipeso da lei, avrebbe volentieri fatto dietro-front e sarebbe scappata via il più lontano possibile, prenotando magari un imbarco sul primo aereo diretto in Antartide.

Se invece fosse dipeso da James, lui avrebbe continuato a fissarla lasciando che si imprimesse nella sua mente quell’immagine perfetta e idilliaca; e solo dopo, magari, avrebbe proseguito con un contatto più diretto. Verbale o non.

Fu dunque un gran sollievo per tutti quando Sirius si destò e prese in mano le redini della situazione.

Evans, insomma! Sempre in ritardo, le sembra questa l’ora di arrivare? Eh? EH?”

inquisì, imitando perfettamente la cadenza vocale e il tono di Madame Bumb, l’insegnante di volo, che notoriamente invecchiava di dieci anni ogni qual volta si trovava faccia a faccia con la caparbia Grifondoro.

Lily, appigliandosi a quell’ancora di salvezza fortuita, rise e alzò la mano in segno di scusa.

Sirius soffiò dal naso come un toro imbizzarrito, continuando la sua parodia : “Che cosa?! Ha osato ridere signorina Evansssss?!” Fece sibilare al massimo quelle esse. 

James era quasi steso sul pavimento.

Indisponente! Lei è un’indisponente!”.

“E lei è ripetitiva”.

BASTA COSì! 9859 punti in meno a Grifondoro! Evansss, in PUNIZIONE!”.

Tutti e tre si ritrovarono a ridere come pazzi, e continuarono per un po’, lasciando che l’eco delle risate si dissolvesse piano, assicurandosi così un semplice pretesto per tenere lontana la tensione da quella piccola stanza illuminata.

Quando James ritenne il momento sufficientemente propizio, si avvicinò a Lily e chiuse la porta dietro di lei.

Un gesto ovvio, scontato, si potrebbe pensare.

E invece era solo il suo stupido, insignificante, banale modo di darle il benvenuto.

 

*

 

Era un’estate calda, a tratti afosa, ma di notte la temperatura scendeva fino a concedere un sonno relativamente fresco, e ogni tanto anche un debole soffio di brezza.

La casa dei Potter sorgeva in un panorama naturale piacevole, e, come quasi tutti gli splendidi scorci inglesi, indefinibile. Non era collina, né aperta campagna, ma intorno al centro abitato si scorgevano distese di erba verdissima, brillante sotto i raggi del sole e argentea con la luce lunare.

Stralci di radure alberate si intravedevano dalla finestra a ghigliottina della camera di James, creando nell’insieme una visione non tanto suggestiva, più che altro, rilassante.

Lily, sdraiata sul suo letto e nascosta nella semioscurità della stanza, puntava gli occhi sulla finestra, guardando fuori, distinguendo a mala pena i contorni del paesaggio che ormai si confondeva con il blu deciso del cielo.

Era davvero rilassante.

Sentiva il respiro lento e regolare di James e Sirius; aveva immaginato che sarebbe stata l’unica a non riuscire a dormire.

“Certo, Sirius dormirebbe anche accucciato sul tetto di una metropolitana, e James….” Pensò.

“James non pensa a quello che penso io.”.

Istintivamente, si era voltata verso di lui.

“Dorme in un modo carino” si trovò a pensare.

Poi si diede della stupida, ma rimase esattamente nella stessa posizione, perché guardarlo dormire la faceva sorridere.

Ad un tratto, come se lo sguardo penetrante di Lily l’avesse materialmente raggiunto e sfiorato, James aprì gli occhi.

Piano, delicatamente.

Lily emise un suono simile ad singulto e chiuse, rapida, le sue palpebre.

Troppo tardi.

“Hey…”

Nessuna risposta.

“Lily…sei…” insistette lui, muovendosi leggermente.

“Sveglia, sì” rispose lei.

Aveva una strana sensazione alla bocca dello stomaco, e il suo cuore batteva così forte da sembrare impazzito. “Mi hai visto, lo so che mi hai visto, avanti dimmi qualcosa…”.

Ma invece di parlare, James si mise a sedere sul letto e guardò fuori dalla finestra.

Poi tornò con lo sguardo su Lily, anche se con il buio non riusciva a distinguere il suo viso, e rimase così per un po’.

Avrebbe voluto che lei dicesse qualcosa.

Semplicemente perché gli piaceva sentire la sua voce.

 

 

 

 

 

 

************************

Buonasera a tutti! Lo so, lo so, le ultime frasi sono nebbiose. Non so se di solito voi usiate questo termine per definire delle frasi, ma nel mio vocabolario significa che sono molto poco chiare e abbastanza dubbie.  In ogni caso, mi piace il mistero. ^^

Ok, dopo questo breve ragguaglio, ringrazio tutti i lettori, un abbraccio! Passo e chiudo.

Xxx, Juls

 

Ringrazio in particolar modo:

 

Sillina: Ciao! Nuova lettrice? Mi fa molto piacere!! Grazie mille!!! Sono contenta che ti piaccia la mia storia. ;-) Bye, Juls

 

Ginny16: Ciao!! Anche tu una muova lettrice, Wow! Grazie mille per la recensione!! Sai, ho sempre immaginato Sirius e Lily uniti, non so esattamente il motivo, ma mi piacciono così e sono contenta che condividi! ;-) un bacio, Juls

 

Master Ellie: Per te non so se scrivere un ringraziamento normale (si fa per dire..^^) o un appello affinché qualcuno mi fornisca tue notizie, dal momento che sei scomparsa! ;-) [Ho iniziato a preoccuparmi quando ho aggiornato “Fra scope e boccini…c’è posto per te” e non ho letto un tuo commento…sigh….scherzo, obviously ^^ ] Dunque, dunque: THANK YOU SO MUCH ELLIE!

Forse (^^) te l’ho già detto, ma….le tue recensione sono UNICHE. Non esiste il superlativo di “unico”, se no lo userei. [Potrei sempre inventalo, io…mmm] Grazie, grazie, grazie. Un bacione e un abbraccio, wherever u are! Bye, Juls

 

Pippimag: Ciaooooooooooooooooooooo! Sono felicissima che hai letto anche questa storia e che ti piace anche questa! Voglio dire, ci vuole fegato…;-) E poi, you know, ormai c’è bisogno della tua opinione, di qualsiasi tipo sia!! Questa che ho appena riletto è fantastica, simpatica, allegra e graditissima!! Chissà se riusciremo mai a sentirci ogni tanto anche su messenger…;-) un bacione, Juls

 

Stellina250: Ciao!! Grazie mille!! Sono contenta che ti piaccia! Un bacio, Juls

 

Franci92: Una delle più belle fic che tu abbia mai letto?!?….WoW……Davvero Wow. Grazie mille, sono felicissima!!! Spero che continuerà a piacerti! Un bacio, Juls

 

Mary Cry: Wow è una parola che adoro, e una recensione che inizia così mi piace tantissimo!  Felice di averti lasciato senza parole, spero sia successo anche con questo capitolo! ;-) fammi sapere, un bacio, Juls

 

Davy Jones: Grazie mille!!! Mi fa piacere sapere che la pensi così!E ancora grazie davvero per i complimenti! ;-) un bacio, Juls

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=91025