Alex,L'Isola che Non c'è

di Caster_Gamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La famiglia Watson ***
Capitolo 2: *** Peter Pan ***
Capitolo 3: *** Ospiti sulla nave di Uncino ***
Capitolo 4: *** I Bimbi Sperduti...più Uno. ***
Capitolo 5: *** Scomparsa ***
Capitolo 6: *** Allenamento e...paura. ***
Capitolo 7: *** Gita ***
Capitolo 8: *** Sirene... ***
Capitolo 9: *** Io non sono un pirata. Non lo sai? ***
Capitolo 10: *** Forse adesso è tutto chiaro... ***
Capitolo 11: *** Lo ammetto, sono geloso. ***
Capitolo 12: *** Incomprensioni. ***
Capitolo 13: *** Duello. ***
Capitolo 14: *** Domande. ***
Capitolo 15: *** Sulla nave di Capitan Uncino. ***
Capitolo 16: *** Sparo ***
Capitolo 17: *** Alex, l'Isola che Non c'è. ***



Capitolo 1
*** La famiglia Watson ***


La famiglia Watson

Era una fredda sera d'autunno,il vento entrava nelle finestre chiuse dagli spiragli che contro la loro volontà s'ingrandivano sempre di qualche centimetro ogni anno in casa Watson,gli anziani della casa non avevano la minima intenzione di ristrutturarla,anche se quando sarebbe venuta la loro ora,i meno anziani si sarebbero dati da fare.Nonna Kate,stava seduta sulla poltrona del salotto davanti al camino,i bambini la ascoltavano leggere la loro favola preferita "Peter Pan".Erano in tre ad ascoltarla,la femminuccia che ascoltava attentamente i momenti romantici tra Peter e Wendy,mentre i fratelli che aveva di lato facevano segno di strozzarsi. Mamma e papà si preparavano per andare ad una serata galante,il padre era un avvocato molto famoso e ricco,la madre invece era una giudice,dicevano fosse la più dura,ma sembrava impossibile visto la dolcezza che mostrava in famiglia. Alex,era la nipote maggiore di nonna Kate,e degli zii Harry Watson e Milly Dawson,cugina delle tre pesti che i due avevano come figli:James, Caroline e Torne. Lei, era l'unica che non contribuiva al calore familiare,stava sempre sola,chiusa nella sua stanza a studiare e al telefonino. Quella sera però si mise nel soggiorno a messaggiare, mentre la nonna leggeva la favola e i tre bambini ascoltavano << Noi siamo pronti >> disse zia Milly abbottonando la giacca al marito che continuò solare <> dettero un bacio ad ognuno dei propri figli,alla nonna,e alla nipote.

Nonna Kate,guardò la maggiore con un sorriso << Io sono molto stanca,che ne pensi se leggi tu la storia ai tuoi cuginetti,Alex? >> subito i bambini sobbalzarono,per quanto fossero delle pesti,erano comunque affettuosi,e quando si parlava di stare con la cugina più grande,loro erano sempre pronti << Si dài!Infondo,anche a te piace Peter Pan,no? >> chiese Caroline facendo gli occhi dolci,aveva solo sei anni,ma sapeva come essere accontentata per bene << Cosa?Ma io stavo... >> Alex non resistette alle occhiate dei cugini e strappando di mano il libro alla nonna disse << E va bene,ma nella vostra stanza. Ve l'ho riscaldata prima. >> i bambini urlarono << Siii! >> e corsero nella loro cameretta. Si misero ognuno nel proprio letto,mentre Alex chiudeva la finestra, aperta,e coprendosi per bene si sedettero in attesa dell'inizio della storia << Allora...da capo o continuando? >>

<< Da capo,da capo! >> urlò James,e Alex cominciò.

Dopo quasi un'ora,quando la storia stava per svolgere al termine la ragazza si fermò << Perchè ti sei bloccata Al? >> chiese Torne,Alex strinse forte il libro << Non vi fanno bene tutte queste sciocchezze>> disse in tono basso << Che vuoi dire? >> chiese James << Che tutte queste favole sono inutili!Là fuori c'è il mondo che c'è...e le favole non servono a farti crescere!Anzi,ti fanno sembrare il mondo un posto magico...ti fanno sembrare bella la vita...ma non è così!Il mondo è orribile e voi dovete crescere! >>

Caroline stava per rispondere ma lei si alzò e continuò urlando << Crescere significa smettere di credere a tutte queste cose che non sono altro che...sciocchezze!Questo famoso Peter Pan non è mai esistito!E mai esisterà!Per non parlare delle fatine!Nessuno può rimanere un ragazzino di quattordici anni per sempre...per tutta la vita...è impossibile!Nessuno può!E voi crescete!Il mondo è cattivo...e orribile!Basta con le favole! >> e andando verso la porta buttò il libro dietro una poltrona << Ah >> ad Alex sembrò di aver sentito qualcosa...o qualcuno...i bambini si misero sotto le coperte e lei uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Seduta sulla poltrona del salotto davanti al camino,una donna anziana,poco più alta di lei,dai capelli bianchi con ancora qualche sfumatura nera,gli occhi castani che erano intenti a fare il maglione di lana a luncinetto,era sua nonna << Perchè hai detto quelle cose ai bambini? >> chiese dolcemente continuando il suo lavoro << Gli ho solo detto la verità... >> Alex si sedette sul divano << Devi smetterla di raccontargli quelle frottole, hanno bisogno di sapere com'è il mondo là fuori.Quando vanno a scuola,gli capita di certo il bambino che gli ruba la gomma,e non possono di certo aspettare che Trilly glie la riporti indietro sana. Quando non vogliono più camminare perché sono stanchi per tornare a casa,non possono pensare ad una cosa felice e credere di volare per tornarci >> disse alla nonna che solo quando lei ebbe finito di parlare si girò << Capisco >> rispose,poi continuò il suo lavoro a maglia << Sai >> cominciò poi << credo che tu abbia paura. >> la ragazza curvò le sopracciglia << Co...io?Paura?E di cosa? >>

<< Non lo so cara. Forse,di questo mondo tanto brutto di cui parli. >> lei guardò la nonna che sembrava parlare seria con la sua dolcezza << Be' si. E' per questo che prendo tante precauzioni...e non voglio che loro debbano soffrire come d'altronde... io ho sofferto >> disse in tono cupo << Eh già. Ma prova a pensare se loro stessero sempre chiusi in casa. Senza nessuna avventura,nessun bambino che gli ruba la gomma,come farebbero a capire cosa devono fare nei momenti più terribili? >>

<< Be'...nonna io... >> la ragazza sospirò << Buona notte >> disse alzandosi e andando nella sua stanza << Buona avventura >> disse la donna quando la nipote ebbe chiuso la porta della propria stanza. 

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Capitolo 2
*** Peter Pan ***


Peter Pan

Alex entrò in camera sua e rimase dietro la porta a guardare la finestra con le tende esterne che svolazzavano per qualche minuto,poi fece un sospiro e si sedette sul letto,accese la lampada che aveva sul comodino e prendendo un libro nel cassetto avvolto in una carta color sabbia disse << Anch'io ti leggevo,ti ho aspettato tanto...ma tu non sei mai venuto in casa mia.Speravo di vedere la piccola Trilly...l'avrei trattata bene. >> levò la carta e lesse sulla copertina del libro "Peter Pan e L'Isola che Non c'è".Si,da piccola leggeva la storia ogni settimana,ogni sera,non mancava giorno in cui dopo la sua preghierina non dicesse <> ma era una bambina,e fu uno dei suoi più grandi dolori scoprire che le favole erano frutto della fantasia di vari uomini o donne,sarebbe stato lo shock più brutto che avesse mai vissuto,se all'età di dodici anni non avesse perso i genitori in un incidente orribile.

Ripose sul comodino il libro e si mise a dormire.

Dopo quasi un'ora,aprì gli occhi,era stata svegliata da un forte rumore,la finestra si era aperta,non era stupita,visto che il vento era molto forte,si alzò e chiuse la finestra,le sembrò di vedere un'ombra mentre chiudeva l'anta sinistra ma era probabilmente qualche effetto tra un oggetto e la luna.Guardò la stanza per qualche secondo,poi si rimise nel letto e chiuse gli occhi.Dopo un pò arricciò il naso perchè si senti un soffio caldo su di esso e aprì gli occhi,davanti a lei la figura di un ragazzo e una luce che si ritraevano,si alzò di scatto e seduta nel letto urlò <> sentì qualcuno che bisbigliava qualcosa e guardò sotto al letto,vide di nuovo un ragazzo e un pallina luminosa fluttuante accanto a lui,alzò la testa di scatto mentre lui usciva da sotto il letto,lei prese il libro e chiese tremante << Chi sei? >> lui teneva le mani davanti a lei come se volesse farle capire che non faceva nulla di male e la pallina fluttuante accanto a lui si muoveva << I-io posso spiegare >> disse dopo un pò venendo verso di lei piano << Stai lontano! >> urlò lei poggiandosi al muro tra il letto e il comodino tenendo sempre in mano il libro << G-guarda che l-lo tiro >> disse avvicinandogli il libro,lui si avvicinava sempre di più,improvvisamente la pallina fluttuante si avvicinò a lei e la guardò,era una piccola bambina o ragazzina,con un paio di ali e aveva i capelli biondi raccolti in un elastico o chissà cosa...la guardava accigliata con le braccia incrociate,non parlava ma emetteva un suono come un campanellino che si muoveva,il ragazzo si allontanò insieme a quella piccola lucetta,che dopo qualche secondo Alex,capì che doveva trattarsi di una fatina.Ovviamente,stava sognando.

O almeno così credeva.Alex accese la lampada del comodino e chiese ancora << Chi saresti? >> lui mise le mani alla vita e rispose << Quello che tu credi sia una frottola >> la ragazza girò gli occhi << Sei Peter Pan? >> chiese sapendo già la risposta alla sua domanda << E chi credevi che fossi?Capitan Uncino? >> chiese lui ironico << Perfetto.Sto sognando realmente.E sto sognando Peter Pan...devo fare una visita al mio psicologo. >> cominciò a dire lei tra se e se mentre Peter faceva spallucce all'amica fatina << Anzi,credo sia meglio uno psichiatra.Almeno mi darà delle pillole e si risolve tutto.Non ho certo tutta questa voglia di raccontare ad un perfetto sconosciuto i miei problemi.Ci mancherebbe altro. >> continuò lei << Però...perchè non godermi questo sogno?Insomma...se veramente sto sognando, posso fare ciò che voglio.E se mi ritrovero con la sciabola di Capitan Uncino davanti alla gola,mi sveglierò. >> il ragazzo sembrò quasi offendersi e volando verso di lei le puntò il dito davanti alla faccia scuotendolo << Non penserai che io mi faccio insultare da una ragazzina con un complesso adolescenziale >> lei lo guardò male << Io esisto.E non stai sognando,chiaro? >> Alex sorrise << Ti do ragione.Tanto non ha importanza...è solo un sogno...allora non mi porti all'Isola che Non c'è? >> il ragazzo fece una smorfia di dolore dopo aver ricevuto un pizzicotto da Trilly che scuoteva il capo << Oh guarda Trilly.>> cominciò lei << non vado mica all'Isola che Non c'è per rubarti Peter Pan!E' l'ultima cosa che farei... anzi,è l'unica cosa che non farei >> concluse facendo l'occhiolino alla fatina che ora stava a tirarle i capelli nel tentativo fallito di trascinarla verso la finsestra << Sapevo che mi avresti capito subito. >> disse Alex,quello che ormai sembrava essere Peter si avvicinò a lei,per la prima volta,la ragazza lo guardò nitidamente in viso,aveva i capelli biondo scuro,con sfumature sul rossiccio,mossi e davano segno di non essere spazzolati da tempo,gli occhi azzurri che la guardavano seria << Sappi che se vieni...non tornerai mai più. >> lei sorrise,era lampante che credeva ancora che fosse un sogno il fatto di avere davanti a se Peter Pan << Si, figurati.Domani mattina sarò già qua,nel mio letto a dire Ma va!Era solo un sogno...non ne avevo la minima idea,ovviamente dirò tutto questo ironicamente. >>

lui non rise,ne la guardò accigliato,rispose solamente con calma << Bene.Non è che sai come volare? >> lei si mise a ridere << E chiedi a me,che sono la tua ex-fan numero uno,se so come volare?Bello con chi ti sembra di avere a che fare? >> chiese lei soffocando le risate << Be' allora fammi vedere come voli >> disse lui indicando la finestra << Ehi,ho detto che so come si fa ma non che lo so fare... >>

rispose lei timidamente << Incompetente >> disse lui tra se e se anche se lei lo sentì,infatti urlò << Hei! >> ma lui la lasciò perdere e la prese per le braccia << Ti porto io >> Alex cominciò a dimenarsi << Cosa?Ma sei pazzo?No!Non mi fido! >>

<< Tanto è solo un sogno. >> tagliò corto lui << ...Già solo un sogno... >> disse lei non molto sicura.

Aprì la bocca per dire qualcosa ma prima che potesse farlo,si trovava già sopra il davanzale della finestra in punta di piedi << Mi tieni?Sei sicuro? >>

<< Si!Te l'ho già detto! >>

<< Okay...mi fido >> chiuse gli occhi e dopo pochi secondi sentì che i piedi non toccavano più il davanzale,li aprì immediatamente mentre sentiva il vento sbatterle in faccia,guardò in basso,era chissà a quanti chilometri più in su di casa sua...vedeva Londra come se fosse una città giocattolo,come se fosse stata costruita con i pezzi di Lego da suo cugino,le persone sembravano delle formichine molto piccole,e le sembrava di poterle schiacciare << Ehi non è che, magari... >> si fermò subito e lui le chiese curioso << Che volevi dirmi? >> lei scosse la testa << No.Niente...volevo solo sapere se ci sono ancora i Bimbi Sperduti >>

lui rise << Ma certo che ci sono!Certo...non ci sono quelli che probabilmente conosci tu nella mia storia visto che Wendy li ha portati con se....Wendy >> aveva lo sguardo in estasi << Ehi riprenditi! >> disse lei <> lei girò gli occhi << Modesto >>

<< Dico solo la verità...se sono il più bravo che posso farci...oh attenta >> stava per farla sbattere contro un palazzo ma se la tirò come un pacco sopra la schiena << Ehi!Ma dico,ti sembra il caso?!Sono una ragazza io!Non un pacco! >>

<< Scusami... >>.

Passò qualche minuto,infine si ritrovarono nell'universo,grande com'era, sembrava che contenesse solo loro due,e la piccola Trilly,poi lui le chiese di afferrare il suo piede,lei accettò e si ritrovarono dopo pochi secondi sopra ad una nuvola.

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Capitolo 3
*** Ospiti sulla nave di Uncino ***


Ospiti sulla nave di Uncino

Alex non credeva a ciò che la sua vista conteneva,ovunque si girava vedeva nuvole,soffici e morbide, le facevano venire una gran fame, si sentiva in un contenitore azzurro pieno di panna. Guardando verso il basso, oltre quelle nuvole, si poteva vedere il mare e accostata ad un'isola una grande nave dei pirati: appartenente a Capitan Uncino. La ragazza guardò Peter Pan che aveva uno sguardo strano << Che succede? >> gli chiese << Ci sono ospiti,sulla nave di Uncino. Solo che...non so chi siano >> lei guardò attentamente,ma non riusciva a vedere altro che un miscuglio di pirati ognuno intento a fare qualcosa << Non capisco di che parli,a me sembra tutto nor >> Peter la avvicinò senza lasciarla finire di parlare << Vedi quella?E' una bambina di circa sei anni >>

<< Com'è carina!Mi ricorda mia cugina...ma che ci fa una bambina di sei anni sulla nave di Capitan Uncino? >> lui le fece spallucce << Potrei andare a controllare aspettami qui >> partì subito puntato verso la nave << Peter Pan no!Aspettami!Non lasciarmi qua da sola! >> voleva chiedere a Trilly di darle un po' di polvere magica per poter volare,ma anche lei era andata con l'amico.

Non le restava altro che pensare a qualcosa di bello e volare...ma cosa?Non c'era una cosa in particolare a renderla felice...forse l'avrebbe resa felice il fatto di poter vedere veramente Peter Pan e non in un sogno...però il volto delle persone era nitido, aveva visto per bene Peter e Trilly in faccia...e se non era un sogno?

Fu presa da un'ondata d'eccitazione e con suo stesso grande stupore cominciò a volare libera nell'aria. Si diresse in picchiata verso la nave e salì su di essa,era fantastico!Attorno a lei non c'erano persone normali vestite da finti pirati,come d'altronde aveva visto ad un parco divertimenti, ma erano veri!Cominciò a camminare, fece un giro sulla nave, vide delle stoffe sparse lì per terra e guardandosi notò di essere in pigiama. Dopo qualche istante addosso aveva un vestito da pirata, quello che si era messo lo scorso Halloween era di certo meglio, ma almeno questo non l'avrebbe fatta uccidere.

Si scontrò contro un pirata a petto nudo pieno di tatuaggi, enorme e muscoloso << Mi scusi >> disse timidamente mentre l'uomo si girava minaccioso con un calice di birra in mano, sfilò un pugno che Alex riuscì a schivare, ma colpì un uomo persino più alto e più muscoloso di lui facendolo rivoltare e prendendo a calci l'altro, fu così che tutti gli altri cominciarono a picchiarsi l'un l'altro.

Lei sgattaiolò fuori dalla portata di tutti i pirati che ormai prendevano a pugni anche loro stessi, ma si scontrò contro un ragazzo che era appena uscito dalla porta fiero ma irritato << Hei!Sta più attento brutto >> il ragazzo non trovò chi si aspettava di trovare, cioè un grosso e ottuso pirata, ma una ragazza di quattordici anni dai capelli neri,mossi e lunghi che lo guardava timorosa con i suoi occhi grigi << Che ci fai qui,ragazzina? >> chiese con presunzione << Senti chi parla. Il pirata un po' troppo piccolo per esserlo >>

<< Io non sono un pirata. Mocciosa. >> disse lui avvicinandosi a lei accigliato << Ma come, sei vestito da >>

<< Pirata. Si,lo so. Ma sono il pro-pro-pro-pro nipote di Giacomo Uncino, ovvero il lontano nipote di Capitan Uncino. >> chiarì lui dopo uno sguardo strano della ragazza

<< Bene...vuoi uccidermi,ora? >> chiese lei con nonchalance

<< No. Torna da dove sei venuta...e vedi di non farti vedere dagli altri. >> disse infine aiutandola ad alzarsi << ZITTI TUTTI QUANTI! >> urlò poi indirizzandosi ai pirati <> molti fecero finta di svenire facendo ridere altri << E cercate di essere seri...e di non picchiarvi gli uni con gli altri...vista la vostra collaborazione >> concluse poi rientrando dentro sbattendo la porta,ognuno ricominciò il suo chiasso ignorando completamente le parole sentite prima.

Alex non sapeva come andare via da lì, ma prima di combinare qualche danno si sentì presa per un braccio e la bocca le venne tappata da una mano << Lasciami >> urlava anche se inutilmente, subito davanti a lei si posò Trilly e lei capì di essere stata afferrata da Peter Pan. Si sentì sollevare da terra,e quando fu lontana dalla nave si sentì tirata come un sacco sopra le spalle di qualcuno: quelle di Peter, appunto.

<< Cosa ti è saltato in testa?! >> cominciò ad urlarle lui con l'accompagnamento di Trilly che scuoteva testa e indice davanti ad Alex << Se sai volare...è un bene!Ma non puoi assolutamente salire sulla nave di Uncino!Se qualcuno ti avesse visto, ti sarebbe potuta capitare la qualunque! >> la ragazza voleva dirgli che un realtà il pro-pro-pro...be' che il lontano nipote di Capitan Uncino l'aveva vista, ma lo lasciò continuare la sua lamentela << Che poi!Sei vestita come una Pirata!Ti rendi conto?

Non avresti dovuto!E' grave la cosa!Ora ti metti qualcos'altro! >>

<< E cosa?! >>

<< Qualsiasi cosa!Ma non un vestito da pirata! >>

<< Dovevo lasciare che mi uccidessero!? >>

<>

<>.

 

Nota dell'autrice: Ciao! Come vi sembra il capitolo? Spero di avervi fatto diventare più curiosi con questo capitolo, infondo parliamo di una bambina di sei anni e di un ragazzo più o meno della stessa età di Alex sulla nave del “malvagio” Capitan Uncino... recensite e ditemi come vi sembra! Ciao!

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Capitolo 4
*** I Bimbi Sperduti...più Uno. ***


I Bimbi Sperduti...più uno

Alex era ancora dell'opinione di sognare,quindi dette ragione a quel Peter Pan immaginario,infondo non avrebbe perso niente.

Dopo pochi minuti,il ragazzo si buttò in picchiata verso un albero, Alex urlò talmente forte da far spaventare Peter, e farlo cadere << Si può sapere perché hai urlato così forte?! >> chiese irritato il ragazzo massaggiandosi la nuca << Pensavo ti stessi per buttare sull'albero!Avevo paura di schiantarmi! >> rispose lei spaventata << E di cosa ti preoccupi se è solo un sogno? >> chiese ancora lui maliziosamente << In quel momento non ci pensavo...e poi...io, insomma... >> si fermò improvvisamente toccandosi il ginocchio,le sanguinava << Cosa è successo? >> Peter le toccò la ferita, era profonda, la ragazza cacciò un urlo molto forte e lui le fece segno di stare zitta << Disturberai i Bimbi Sperduti! >>

<< Cosa vuoi che me ne importi!E poi sei tu che mi hai...che stai facendo? >> cambiò discorso quando vide che lui cercava qualcosa tra gli alberi << Vuoi che ti passi? >>

<< Non sarebbe male come idea! >> rispose lei ironica << Be', allora dovrai soffrire un po' >>

<< Uff...va bene >> disse lei seccata.

Peter prese un piccolo frutto rotondo rosso, liscio e maturo, lo spremette sopra al ginocchio della ragazza, subito dopo lei urlò << Scusa... >> disse lui ridendo e procurandosi uno sguardo accigliato da Alex, che continuava ad urlare mentre lui le spremeva il frutto sul ginocchio.

Quando ormai non usciva più nessun succo dal frutto, il ragazzo prese una foglia enorme e la avvolse attorno alla parte dolorante << Dovrebbe andare bene...puoi alzarti >> disse sollevandosi da terra << Sicuro? >> chiese lei << Si, dài ti aiuto >> rispose lui dandole la mano e aiutandola ad alzarsi << Grazie! >>

<< Figurati. E' meglio se >> venne interrotto dal suono di una...tromba? Non si capiva che rumore o suono fosse, ma proveniva da uno strumento molto simile alla tromba. Si voltarono verso un albero da dove proveniva un urlo modificato, e videro un bambino di circa sette anni venire verso di loro con una liana << Attenzione! >> urlò Peter, abbassando la testa ad Alex; si sentì di nuovo quel suono, e subito dopo più di dieci bambini sbucarono all'improvviso da dietro alcuni alberi di pino, si misero in riga mettendo la mano sulla fronte come se fossero tanti militari, dietro di loro un ragazzo alto, dai capelli biondi e gli occhi verdi, guardava verso Alex e Peter come per capire chi fossero, dopo un po' sbuffò e disse << E' Peter Pan >> tutti i bambini corsero verso di lui acclamandolo, solo il ragazzo rimase al suo posto guardando la scena. La ragazza, notò che tutti lì erano dei maschietti, carini e simpatici, ma pur sempre dei maschi...l'unica femmina lì era lei.

Peter Pan prese una pietra dalla tasca e la diede ad un ragazzino di circa undici anni << L'ho presa dalla spiaggia. Mi hanno detto che di queste non ne avevi. >> gli fece l'occhiolino procurandosi un abbraccio dal ragazzino, che subito dopo corse verso la foresta.

Dopo un po', tentò di ottenere silenzio con le buone maniere, ma visto che sembrava non funzionare urlò << ZITTI TUTTI QUANTI! >> e nessuno osò bisbigliare qualcosa, poi Peter riprese a parlare << Vi ho portato una ragazza >> tutti si girarono verso Alex, che salutò con la mano tutti quanti << Lei si occuperà delle cose che non sono adatte a noi maschi. Non è bello preparare il pranzo, sistemare, lavare >> i bambini fecero eco di disgusto << E quindi sarà lei ad occuparsene >>

<< Cosa?! >> Alex lo interruppe << Vuoi dire che mi hai portato qui per trattarmi da schiavetta? A no, te lo scordi! >> continuò irritata << No, dài!Non volevo dire che...cioè...tu sei qui perché così capisci di non sognare...giusto?E a che ci sei...aiuti!E poi ti ho già detto che se venivi non potevi più tornare indietro! >> si giustificò Peter << Be'...è un sogno. E' ovvio che già domani mattina sarò nel mio letto! >> disse tra se e se la ragazza, poi disse ad alta voce << Va bene. Ma dimmi, dove dormo? >> lui si bloccò improvvisamente, nel viso del ragazzo che non era corso verso Peter Pan quando l'aveva visto, si formò un sorriso maligno che si aprì per far uscire delle parole << Non abbiamo altro posto...oltre che nell'albero... >> Trilly volò veloce verso il ragazzo e scosse la testa infuriata << E perché non dovrebbe volere? >> la fatina continuò a comunicare con quello che doveva essere un Bimbo Sperduto << Ma quella Wendy è morta ormai. >> Peter si sollevò e volò verso di lui più infuriato di Trilly << Questo non è...vero! Lei è solo...vecchia! Non è morta...no! >> era irritato, ma nello stesso momento triste, era un miscuglio di emozioni belle e brutte, il ragazzo sorrise ancora più malignamente << Accetta la realtà, non esiste più la tua racconta storie >> ad Alex si accese una lampadina in testa, corse verso i due ragazzi e solare disse << Be', non mi va di dormire in un albero...voi ragazzi dove dormite? >> il Bimbo...o meglio, il Ragazzo Sperduto assunse un tono presuntuoso << Grazie a me dormiamo in una casa sull'albero >> la ragazza lo guardò << Ma tu come ti chiami? >>

<< Mark >> lei sorrise << Piacere Mark, sono Alex >> si strinsero la mano poi lei continuò << Non mi dispiacerebbe dormire nella casa sull'albero...certo, devo avere una stanza tutta mia...non posso mica dormire insieme a voi! >> Peter fece un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro << Certo!Abbiamo quello che ci serve! Bimbi Sperduti, Mark... >> chiamò quest'ultimo senza guardarlo come se preferisse non farlo << Facciamo vedere ad Alex dove si trova la casa sull'albero! >> tutti i bambini urlarono di gioia correndo verso gli alberi, Peter fece segno alla ragazza di seguirli ed entrambi si misero a correre, Trilly tirava Mark per i capelli come se lo volesse trascinare verso gli altri << Levati orribile esserino! Ci vado da solo alla casa sull'albero! >> disse lui schiaffeggiandola in modo da farla andare via, e si mise a seguirli.

Che bella isola, piena di vegetazioni anche sconosciute a lei, si guardava attorno stupita... possibile che la sua immaginazione arrivasse a tanto?...

Due occhi di un azzurro intenso la scrutavano per bene, nonostante si accorsero di essere guardati non smisero e continuarono a guardarla...

Cosa diavolo vuole quel Mark?-

 

Nota dell'autrice: Come vi sembra questo capitolo? Spero vi sia piaciuto...Perché quel Mark voleva far arrabbiare a tutti i costi Peter? Be' potrete saperlo se continuerete a leggere.

Nessuna recensione allo scorso capitolo e ho voluto pubblicare questo...ma non pubblicherò il 5 fin che qualcuno non avrà recensito.

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Capitolo 5
*** Scomparsa ***


Scomparsa

Arrivarono davanti ad un'enorme quercia circondata da alberi di tutti i tipi, sopra ad essa si vedeva una porta e un muro che si prolungava per altri gli altri alberi accanto.

Trilly volò verso la scaletta arrotolata ad un ramo e la fece cadere, Peter la sistemò << Prego signorina >> lei fece una smorfia << E' inutile. Non sarò la schiavetta di nessuno. >> disse poi salendo su per la scaletta, arrivò accanto alla porta e rimase in piedi sullo spazio di legno che separava quest'ultima da un ramo, era difficile stare in equilibrio là sopra, e lo fu ancora di più quando Mark saltò accanto a lei << Aiuto! >> urlò mentre stava per cadere, ma venne presa per un braccio dal ragazzo che la fece entrare << Devi migliorare nell'equilibrio >> disse lasciandole il braccio << Lo so...grazie per non avermi fatto schiantare >> rispose lei a testa bassa, non era proprio la cosa che preferiva ringraziare qualcuno << Vuoi? >> le chiese porgendole una mela già morsa qualche secondo fa da lui << No...grazie >> rispose lei nascondendo il disgusto.

Dopo un po' entrarono tutti i bimbi seguiti da Peter e Trilly << Perché hai urlato? >> le chiese il ragazzo che per la prima volta le si avvicinò camminando << Stavo cadendo... >> rispose lei, poi guardò Mark << Se non fosse stato per lui avrei anche l'altro ginocchio sanguinante >> concluse mentre Peter faceva una smorfia guardando anch'esso l'altro << Be', vuoi una mela? >> cambiò discorso porgendole una mela, che questa volta era sana, ma Alex preferì evitare visto che aveva appena rifiutata quella dell'altro ragazzo.

Dopo qualche ora di battute varie, i Bimbi Sperduti andarono a giocare, Mark si andò a sedere sopra un ramo accanto alla casa, e ad Alex sembrò il momento migliore per chiedere a Peter una cosa che le frullava intesta da un po'.

<< Hey >> disse per chiamarlo mentre asciugava un piatto che aveva appena ripulito << Dimmi >>

<< Come mai...non hai detto ai bambini che avrei potuto raccontare delle storie? >> a lui cadde una mela che aveva cominciato a mangiare poco prima << Perché...tu non avresti voluto >>

disse timido << Ma...non volevo neanche che dicevi a loro che io fossi la nuova cameriera >> disse lei ironica << Perché? >> chiese nuovamente, ma lui non rispose << E' per Wendy, no? >> Peter alzò la testa che finora era rimasta a guardare il pavimento << Cosa vuoi dire? >>

<< Nessuno può prendere il suo posto... >> continuò lei con un mezzo sorriso in volto << Non...be' perché...tu vuoi raccontare storie? >>

<< No. Non voglio prendere il posto di nessuno...tanto meno di quella dolce ragazza di nome Wendy Darling >> rispose lei, a lui sembrava parlasse ironicamente, ma diceva sul serio.

Chi meglio di lei conosceva la storia tra Peter Pan e Wendy Darling? Nessuno.

Lei, aveva letto il libro tante volte, visto il film più di dieci, e il cartone animato chissà quante...conosceva meglio di chiunque altro l'amore che provava Peter, quello che provava Wendy, e l'astio di Trilly nei confronti della Darling.

Pulì l'ultimo piatto e uscì dalla casa avviandosi verso la foresta.

Appena si addentrò nella foresta più fitta, venne spaventata da Mark, che le saltò davanti all'improvviso << Ma sei impazzito? E' la seconda volta che mi balzi davanti improvvisamente! >>

ma lui fece finta di non averla sentita << Ammettilo, da bambina non aspettavi altro che incontrare Peter Pan, al posto del principe azzurro >> lei arrossì << Non è...vero! Io...non ho aspettato nessuno dei due! >> urlò timida << Certo immagino >> lui si lasciò cadere dalla liana a cui era aggrappato << Una liana tra questi alberi? Che posto... >> sussurrò lei

<< Si può sapere cosa stai borbottando? >> le chiese pretendendo una risposta

<< Saranno affari miei! >> esclamò la ragazza urtata

<< Comunque...seguimi >> la afferrò per un braccio e si arrampicò sulla liana che aveva lasciato poco fa facendo un gran salto

<< Sei scemo?!! >> urlò lei tentando di stare in equilibrio sopra un ramo

<< Solo tu lo sei! >> si offese lui aiutandola a sedersi sopra al ramo << Te la senti di arrampicarti da qui alla cima? >> chiese

<< Non sono mai salita su un albero veramente... >> confessò mettendo una ciocca di capelli dietro le orecchie

<< C'è una prima volta a tutto >> disse prendendole la mano e tirandola in su

<< Non riesco a stare in equilibrio! >> urlò muovendo le braccia

<< Aggrappati al ramo qua sopra! >> disse balzando sopra a quello

<< Okay... >> lei lo afferrò e mise un piede in un buco del tronco salendo sul ramo << Eccomi... >>

<< Bene...ora fai la stessa cosa con quelli sopra! >>

<< E perché?! >>

<< Credimi ne varrà la pena! >>

<< Va bene... >>

si arrampicarono lungo il tronco fino a quando non arrivarono alla cima

<< Cosa c'è di tanto importante...da farmi salire fin qui? >> chiese con il fiatone

<< Alzati, guarda. >>

<< Se mi dessi una mano! >>

<< Quanto sei noiosa! >> le prese il braccio e la sollevò

<< Con delicatezza magari! >> urlò irritata << Antipatico...odioso... >> sussurrò fin quando non vide il bellissimo panorama che le si affacciava davanti << Wow! >> esclamò sorridendo

<< Ti piace? >> chiese con un mezzo sorriso

<< Altro che! Wow è magnifico! >> davanti a lei un tramonto scompariva dietro una montagna verde dalla tanta vegetazione, e sotto ad essa una pianura estesa.

Rimasero lì a guardare finché il sole non sparì del tutto e l'isola era leggermente illuminata dalla luna e le stelle, scesero dall'albero e si incamminarono verso la quercia dov'era costruita la casa sull'albero

<< Se vuoi rimanere qui è meglio che impari a fare molte cose...sei la classica tipa di città >> disse ironico il ragazzo

<< Beh non mi farebbe male un po' di allenamento! >> esclamò la ragazza

<< Si ma non credo che riuscirai a diventare brava come me... >>

<< Invece credo che diventerò perfino più brava! L'unico che non potrò superare è Peter Pan >> sospirò

<< Perché cos'ha quel Pan che io non ho? >> tutto d'un tratto aveva cambiato tono, ora era nervoso e infastidito

<< Lui è qui da molto più tempo di te...sa come muoversi qui meglio di chiunque altro...o forse solo Trilly sa più di lui. In ogni caso Peter Pan rimane unico, rimane il bambino che non vuole crescere... >> aveva cominciato a parlare con uno sguardo sognante, poi guardò il ragazzo che aveva lo sguardo rivolto a terra come se gli fosse passata la voglia di parlare...aveva detto qualcosa che poteva turbarlo forse? << Comunque rimane sempre un bambino...se non vuole imparare a crescere o ad amare nessuno può obbligarlo. >>

<< Già...lui non sa amare. >> aveva ripreso a guardarla con il solito ghigno << E tu non puoi farci niente cara la mia Alex >>

<< Cosa vorresti dire?! >>

<< Se non c'è riuscita Wendy figuriamoci tu! E' solo da dimenticare... >>

<< Io non voglio conquistarlo! Voglio solo averlo come amico e Stop! >>

<< Si certo... >> si mise a ridere sonoramente e lei si offese un po', credeva che la stesse prendendo in giro senza sapere perché però

<< Hey smettila! >> ma lui continuò a ridere ignorandola del tutto.

 

Intanto a casa Watson non c'era bambino che non piangesse, tutte e tre le piccole pesti chiamavano la cugina piangendo e i due genitori facevano avanti e indietro per il salone aspettando che il telefono suonasse dando una buona notizia; l'unica che sembrava tranquilla era Nonna Kate che continuava a fare il suo maglione all'uncinetto sorridente come al solito.

<< Oh mamma! Come fai a stare seduta su quella maledetta poltrona quando tua nipote è scappata! >> le urlò la figlia

<< Non è scappata...è sull'Isola che Non c'è >> rispose la donna

<< Continuo a pensare che tua madre abbia bisogno di andare in una casa di riposo privata... >> sussurrò il marito alla donna

<< Suvvia Harry! >> le urlò la moglie disperata

<< Io invece penso che tu dovresti fare una visita dallo psichiatra, sconclusionato! >> urlò offesa nonna Kate allo genero

<< Senti chi parla...quella che crede ancora a Peter Pan dopo settant'anni di vita! >>

<< Esatto! >>

<< Io vado in camera dei bambini...li consolo un po' dato che ci sono persone che non scherzano sulla scomparsa di una parente e soprattutto che provano dolore! >> concluse salendo le scale e sbattendo la porta della stanza dei bambini

<< Mamma, quando pensi di smetterla? >> chiese la donna alla madre

<< Ascoltami se tu non mi credi manda pure tutte le truppe che vuoi a cercare mia nipote! Ma sappi che non la troverai mai! Solo se deciderà di tornare potrai rivederla! E spero tanto che decida di non farlo visto che dovrebbe vivere in questo mondo! >> era la prima volta che la signora Millicent vedeva arrabbiata la madre, sembrava dire la verità ma come poteva credere all'esistenza di un bambino che sa volare...un bambino che non cresce mai...

Aveva paura per la nipote...cosa le era successo? Chi poteva averla rapita? Perché l'aveva fatto? E soprattutto l'avrebbe rivista?

Queste erano le domande che la torturavano senza tregua, e credere che lei fosse con Peter Pan all'Isola che Non c'è le era veramente impossibile.

 

Nota dell'autrice: Ciao! Eccomi con un nuovo capitolo...spero di non aver fatto errori e di averlo reso interessante. Nonna Kate è la suocera perfetta come d'altronde zio Hanry è lo genero perfetto! Ringrazio chi la legge senza recensire e chi appunto la recensisce! Chi la mette tra le ricordate e chi tra le seguite! Metterò il prossimo capitolo quando riceverò una recensione.

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Capitolo 6
*** Allenamento e...paura. ***


Allenamento e...paura.

Alex aprì gli occhi sbattendoli più volte, un rumore l'aveva svegliata bruscamente e si mise seduta sul letto di legno come per saperne di più, si guardò attorno ma non vide nessuno, si alzò e notò dei vestiti buttati su una sedia, li indossò e uscì dalla stanza ritrovandosi nel piccolo salottino dalla quale si usciva dalla casa sull'albero, aprì la porta e sentì di nuovo quel rumore che sembrava una tromba, buttò la scaletta e scese.

Si guardò attorno ma non vide nessuno, sentì ancora quel rumore e lo seguì

<< Eccoti finalmente! >> esclamò Peter vedendola

<< Cos'era quel rumore? >> chiese infastidita

<< La tromba di Max >> rispose lui indicando un bambino che soffiava attraverso una specie di tromba costruita con delle foglie

<< Se volevate svegliarmi potevate chiamarmi! >>

<< No preferivamo fare così! >> le strizzò l'occhio e indicò Mark proprio dietro di lei

<< Mi ha detto che hai bisogno di una lezione su come sopravvivere qui >>

<< Eh? >> si voltò verso il biondino che aveva un ghigno in volto

<< Si beh, ti ricordi ieri? Quando tornavamo insieme verso la casa sull'albero? Dopo che ti ho fatto vedere il tramonto... >>

<< Cosa? Il tramonto?! >> chiese infastidito l'altro

<< Ehm...si... >>

<< Comunque... >> riprese Mark << Devi imparare a muoverti qui, come ti ho detto ieri...devi ancora dimostrarmi di poter diventare più brava di me. >>

<< Certo che ci riuscirò!...Quando si comincia? >> Peter, le mani appoggiate ai fianchi e un sopracciglio alzato, si mise a ridere sonoramente << Che c'è ora?! >> si infastidì lei

<< Niente niente... >> soffocò le risate e dai pantaloni estrasse una piccola spada molto simile alla sua << Potrebbe servirti...mettila nei pantaloncini >> lei la prese e la osservò attentamente

<< Va bene... >> fece come le era stato detto e alzò lo sguardo dopo che sentì di nuovo quel rumore di tromba stonata provenire da sopra un albero

<< Come prima cosa >> le urlava Mark seduto comodamente sopra ad un ramo << Dovrai arrampicarti fino alla cima di quest'albero... però ora non ti aiuterò >> aveva sempre quel ghigno insopportabile e dondolava i piedi nel vuoto

<< Dovrei cominciare con qualcosa di più facile, no? >> chiese al castano accanto a lei

<< Credo che più facile di questo ci sia tagliuzzare qualcosa con la spada ma è semplicemente ridicolo che tu provi, lo saprai sicuramente fare. >> rispose lui

<< Oh...bene >> si avvicinò al tronco e lo ispezionò nel tentativo di trovare un buco sul quale appoggiare un piede, il ramo su cui avrebbe potuto aggrapparsi era troppo magro e sarebbe caduta a gambe all'aria

<< Se ti inseguono non hai tempo per analizzare l'albero! >> la avvisò ironico Mark

<< Avrò anch'io i miei tempi! >> rispose urtata e mise un piede in uno spazio ruvido del tronco, si arrampicò fino al primo ramo e appoggiò il braccio su di esso per poi aggrapparsi all'altro molto più robusto di questo

<< Primo pezzo fatto... >> disse soddisfatta, poi mise il piede sul ramo accanto balzandogli sopra per poi tenersi in equilibrio sul ramo sovrastante, si arrampicò su di esso e continuò a salire per il tronco dato che tutti gli altri rami erano deboli e magri; dopo un po' si mise in piedi su un ramo e fece fatica a stare in equilibrio visto che non poteva appoggiarsi da altra parte oltre che al tronco, all'improvviso sentì tremare il ramo, si voltò e vide Mark ridere sonoramente in piedi senza neanche tenersi

<< Non è divertente! >> gli urlò

<< Dai fammi ridere un po', quando cadrai? >>

<< Oh grazie! Che fiducia! >> adirata gli pestò un piede e lui fece per cadere ma si aggrappò al ramo

<< Hey! >> urlò lui, era la prima volta che la ragazza si sentiva soddisfatta, si arrampicò sul tronco e finalmente arrivò in cima

<< Evviva!! >> urlò contenta, accanto a lei vide spuntare Peter e Trilly mentre i Bimbi Sperduti applaudivano, certo non era una cosa tanto importante ma era la prima volta che senza aiutp era riuscita ad arrampicarsi in cima ad un albero

<< Brava, pensavo saresti caduta >>

<< Certo che siete di conforto tu e quell'altro! >> lui si mise a ridere

<< Beh in ogni caso brava! >> le fece un bel sorriso e lei arrossì violentemente

<< Sei...rossa... >> le disse lui avvicinandosi

<< Cosa? No no... >> si mise le mani sulle guance per non farsi vedere ma in ogni caso ormai lui l'aveva vista e si chiedeva per quale motivo era diventata rossa così all'improvviso.

 

Si incamminarono per una stradina ciottolosa circondata da alberi di tutti i tipi, sbucarono davanti ad una strana costruzione:

partiva tutto da un grande albero con dei rami che facevano da scalini, più sopra un ponte di legno con dei pezzi mancanti che iniziava dall'albero e finiva in un altro molto grande, c'era poi un buco nel tronco di quest'ultimo dove bisognava entrare per poi uscire più sotto e camminare saltellando tra le rocce che sbucavano dal fiume apparentemente profondo, dall'altro lato poi si proseguiva per andare verso una montagna che dovrebbe essere poi scalata,

o almeno così aveva spiegato Peter Pan ad Alex che aveva ascoltato a stento le sue parole

<< Chiaro? >> chiese dopo la spiegazione

<< Ehm...non dovrei prima imparare a fare altre cose prima di passare alla mia morte? >>

<< Esagerata! >> commentò Mark divertito

<< Beh prova tu a farlo! >> gli urlò lei agitata

<< Io lo so fare anche ad occhi chiusi! >>

<< Tu sei qui da molto più tempo di lei, è ovvio che sai farlo e scommetto che una volta imparato sarà più brava di te >> la difese il castano

<< Vedi? Lo dice anche lui! >>

<< E capirai... >> roteò gli occhi per poi sedersi su una radice di un albero là vicino, probabilmente per godersi la scena

<< Puoi farcela...io ti aiuto solo nei casi più estremi! >> la avvisò

<< Che confortante... >>

<< Su vai >> la spinse piano verso l'albero e lei senza troppe storie salì su di esso, arrivò fino all'inizio del ponte e cominciò a percorrerlo.

Teneva le mani orizzontalmente per regolare meglio l'equilibrio e aveva lo sguardo ai piedi, dato che lei non soffriva di vertigini, e l'altezza non era poi così tanta, la difficoltà era poca in quella prima prova; quello che la preoccupava veramente era il fiume e la montagna...troppo alta per i suoi gusti!

<< Aaaah! >> urlò mentre stava perdendo l'equilibrio ma sventolando un po' le braccia lo riacquistò con l'incitamento di Peter e i Bimbi Sperduti << Non pensare a niente perora! >> continuava a dire fra se e se fino a quando non arrivò alla fine e si infilò nel buco del tronco, cadde nel vuoto per qualche metro spezzando ragnatele davvero disgustose fino a quando non cadde a gambe all'aria sull'erba umida, ciò significava che il fiume era proprio davanti a lei, e infatti uscì dall'albero trovandosi davanti un enorme letto dalla quale scorreva veloce e violenta l'acqua << Tranquilla, non cadrai! E' tutto a posto! E poi Peter ha detto che ti aiuterà se dovesse succedere qualcosa...vorrei tanto che fosse un sogno! >> ormai aveva capito che quello che stava vivendo era la pura realtà, e rivolgeva il suo pensiero ai parenti che la credevano chissà dove... << Basta! Attraversa questo fiume ora! >> si fece coraggio e balzò sul primo scoglio vicino, era difficile rimanere in piedi così penso che era meglio saltare da uno soglio all'altro con la stessa velocità in modo da diminuire la probabilità di cadere << E uno, due, tre, quattro...cinque, sei, sette, otto...nove...dieci, undici, dodici...tredici, quattordici... quindici, sedici, diciassette, diciotto, diciannove e... >> mancava solo l'ultimo saltò per toccare l'erba << Venti! >> proprio all'ultimo aveva perso il tempo non proprio perfetto ma buono che aveva preso cadendo così sull'erba << Che male! >>

<< Cosa succede? Sei caduta?! Ti sei fatta male?! >> le chiese Peter preoccupato

<< Oh no cosa credi! Sto solo abbracciando il terreno! >> rispose lei irritata ormai in piedi a massaggiarsi la gamba << Su meglio andare avanti...ora tocca alla montagna >> e mentre gli altri la raggiungevano per vederla arrampicarsi sulla montagna senza nessuna precauzione lei andava avanti pregando che non le succedesse niente.

Arrivata ai piedi della montagna la guardò fino alla cima

<< Dovrò fare un bel po' di fatica... >> commentò

<< Si ma almeno ti sarai allenata per bene! >> esclamò il castano ormai dietro di lei, Mark ora era in piedi dietro a lui con le braccia conserte e il solito ghigno

<< Allora salgo... >> si arrampicò nello stesso modo in cui lo faceva con gli alberi di lì a poco fu ad un'altezza abbastanza alta per lei << Wow... >> commentò preoccupata, continuò ancora per un po' pensando che prima si sarebbe sbrigata prima sarebbe finito tutto ma a causa della sua troppa velocità sbagliò a posizionare un piede e cadde all'indietro...

<< Alex! >> fu l'ultima cosa che sentì prima di chiudere gli occhi e pensare

E' la mia fine”

si sentì cadere nel vuoto...era stata una cosa improvvisa, forse non avrebbe dovuto credere che era solo un sogno, forse non avrebbe dovuto accettare di seguirlo nell'Isola che Non c'è... forse non avrebbe neanche sentito il dolore.

 

<< Presa! >> sentì un forte calore avvolgerla all'improvviso...aprì gli occhi e alzò lo sguardo preoccupata, la prima cosa che vide furono due bellissimi occhi chiari...diventò rossa e abbracciò quello che la stava stringendo << Hey...ora è tutto a posto >> la voce di Peter era così dolce e comprensiva << Hai avuto paura? >>

<< Oh si! >> aveva pronunciato quelle parole come se stesse per piangere ma non versò una lacrima, forse per non farsi vedere debole...o forse perché con lui non riusciva a piangere.

 

Nota dell'autrice: Eccomi con un altro capitolo che spero vi sia piaciuto! Ho deciso di far accadere certe cose prima di quanto avevo creduto, altrimenti la storia verrebbe troppo lunga e probabilmente noiosa. Spero di non aver fatto troppi errori e che vi sia piaciuto, come al solito ringrazio chi la legge e la recensisce e chi fa solo la prima cosa. Prossimo capitolo dopo una recensione!

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Capitolo 7
*** Gita ***


Gita.

Erano passati alcuni giorni da quel salvataggio, avevano fatto molti esercizi da allora ma Peter sembrava preoccuparsi ad ogni minima mossa della ragazza, credeva che sarebbe potuta cadere di nuovo e aveva paura di non poter aiutarla per un qualsiasi motivo; tutto sommato era andato tutto bene, e Alex s'impegnava giorno dopo giorno per migliorare in modo da riuscire a superare realmente Mark, come d'altronde aveva deciso.

Quella era una delle tante fresche e piacevoli mattine lì all'Isola che Non c'è, la bruna si trovava sul prato a raccontare ai Bimbi Sperduti una delle sue tante ribellioni contro i bulli che tentavano di maltrattarla a scuola, più in là Mark ascoltava con indifferenza seduto sotto un albero

<< “Così impari a prendermi il toast alla nutella!” urlai a quello ormai a terra agonizzante, il calcio l'avevo dato molto forte nonostante fossi solo una bambina di quinta elementare! >> finì fiera

<< Oh immagino che realmente lui ti abbia preso il toast e tu sei andata a correre dalla maestra...patetica! Come puoi credere che creda a queste cose!? >> disse il ragazzo avvicinandosi

<< Beh che tu ci creda o no l'ho messo Ko! E poi a me non importa il tuo parere, ma quello dei miei adorati amici! >> gli fece una linguaccia e guardò i Bimbi divertiti

<< Io ci credo! E dico che sei stata bravissima Alex! >> urlò un bambino appoggiato da tutti gli altri che urlavano “Sì anch'io ci credo!” e cose simili, lei guardò il ragazzo e alzò un sopracciglio compiaciuta con la tipica faccia del “Ora che t'inventi?”

<< Beh loro sono bambini ed è logico che credano a tutto! >>

<< Hey bambino ci sarai tu! >> protestò un bambino cicciottello accigliato

<< Infatti qui il bambino sei tu che t'immischi in cose dove non c'entri assolutamente niente! >> affermò la ragazza alzandosi e avvicinandosi con il dito puntato verso di lui

<< Io bambino? Senti chi parla! La bimbetta che ha bisogno del suo Peter Pan per salvarsi sei tu! >> era seduto con le mani poggiate al prato e la ragazza piegandosi verso di lui -era in piedi- scosse il dito accigliata

<< Non osare prendere questo discorso! >> urlò

<< E tu non dirmi che sono un bambino! >>

<< Se è la verità... >>

<< Già neanch'io dico mai bugie! >> tra i due sembrava ci fosse una scossa tra gli occhi accigliati e proprio mentre lei stava per ribattere una mano le toccò la schiena spingendola verso il ragazzo che si ritrovò a gambe all'aria con lei di sopra

<< Che male! >> urlò lei alzando il viso dall'erba ritrovandosi faccia a faccia col ragazzo, si guardarono straniti per qualche secondo mentre le guance di entrambi si infuocavano

<< Ho una sorpresa per voi! Oggi andremo...ALEX! >> Peter aveva urlato contrariato nel vedere i due per terra, la ragazza si alzò di scatto lasciando che l'altro la imitasse scrollandosi eventuale terra da sopra i vestiti

<< Cosa...cosa è successo!? >> chiese sbigottito il biondo guardando la ragazza

<< Ehm...niente di che, stavamo discutendo quando...beh mi hanno spinto verso di lui! Non è colpa mia! >> si girò verso i Bimbi Sperduti che indicavano uno di loro fischiettante, la ragazza strinse denti e pugni << Tu! >> indicò il bambino che smise di fischiare << Perché l'hai fatto?! >> chiese furiosa

<< Beh non la smettevate di urlare...e poi eri tu quella troppo piegata verso di lui! >> sembrava che Alex stesse fumando di rabbia e Peter l'afferrò per un braccio in modo da evitare che lei si scatenasse sul bambino

<< Sai gli piace fare scherzi... >> spiegò tenendola a distanza di sicurezza

<< Beh a me non piacciono! >> protestò tentando di liberarsi dalla presa

<< Su non è successo niente, infondo ammetti che ti è piaciuto starmi vicino...non ti sei nemmeno alzata quando ti sei trovata con la faccia vicinissima alla mia! >> disse ironico Mark procurandosi uno sguardo congelante da Peter, e uno assassino da Alex

<< Non osare dirlo! >> il biondo aveva alleggerito la presa e lei andò verso l'altro a passi pesanti

<< Beh, è la verità! >>

<< Io non ti sopporto brutto >> stava per saltargli di sopra e picchiarlo ma di nuovo Peter la fermò

<< Comunque cancellando l'evento...dicevo che io e Trilly abbiamo preparato da mangiare per una piccola gita al lago. >>

<< Cosa?! Non faccio una gita al lago da quando avevo dieci anni...i miei genitori erano ancora vivi e...proprio due mesi dopo ebbero l'incidente. >> la ragazza aveva la testa bassa e si massaggiava la spalla nel tentativo di confortarsi, o forse voleva solo sentire un forte calore che in effetti percepì pochi secondi dopo, quando il biondo l'abbracciò stringendola a se, Mark si schiarì la voce

<< Allora... >> esordì << Vogliamo andare? >>

<< Ehm...sì certo. >> lei si allontanò dal ragazzo ormai con le guance infuocate come le sue e con un sorriso corse verso Trilly che trascinava lenta a fatica un cestino da pic-nik << Aspetta ti aiuto... >> prese il cestino e la fatina strofinandosi la fronte e facendo un sospiro di sollievo volò sulla sua spalla sedendosi su di essa << Allora Trilly vieni con me? >> chiese lei divertita, la fatina fece “sì” con la testa e la ragazza s'incammino verso degli alberi dalla quale erano appena spariti i Bimbi Sperduti, Peter e Mark.

Camminarono per un bel po' e Alex era stanca, camminava a fatica tenendo il cestino che toccava a terra e Trilly sempre sopra la sua spalla la incitava ad andare più veloce

<< Vorrei vedere te! >> la accusò la ragazza procurandosi un'occhiata altezzosa dalla fatina

<< Eccoci! >> esclamò Peter mettendo le mani ai fianchi, lei alzò la testa e guardò in avanti vedendo un enorme lago limpido e tranquillo abitato da vari tipi di pesci

<< Wow! >> esclamò lasciando la bocca spalancata, Mark con l'indice gliela chiuse e rise divertito mentre Trilly ormai libera nell'aria toccava l'acqua con le dita

<< Ti piace eh? >> chiese il biondo ancora con le mani ai fianchi

<< Da morire! >> confermò la ragazza lasciando cadere il cestino, dopo di che si mise a correre nel prato umido e facendo una piccola piroetta si buttò a terra ridendo, non si era mai sentita più così da quel giorno al lago con i suoi genitori, le mancava stare con loro, le mancavano gli abbracci calorosi ma soprattutto le mancavano le favole di papà e il profumo della mamma.

Chiuse gli occhi spazzando via i pensieri e lasciando un vasto campo ai ricordi che riaffioravano veloci

<< E' già ora di pranzo! >> aprì gli occhi e vide davanti a se il viso di Peter vicino, fece una faccia sorpresa << Abbiamo camminato per un bel po', infatti i Bimbi stanno venerando il cestino! >> continuò ironico, la ragazza si trascinò più in là e si tirò su

<< Beh, mangiamo allora! >> corse verso il cestino e lo aprì trovando una tovaglia a tema quadrato rossa, la prese e la distese sul prato posando poi su di essa le varie cibarie apparentemente appetitose

<< Forza sedetevi attorno alla tovaglia! >> un urlo si issò nel vento e i Bimbi Sperduti come un tornado si avventarono sul cibo

<< Hey fermi! State fermi! >> cominciò ad urlare la ragazza << Su fermi!...Ho detto fermi! >>

<< STOOOOOOP!!!! >> urlò Peter facendo fermare e zittire tutti

<< Cosa c'è? >> chiese Mark tenendo in mano una coscia di pollo

<< Da qua! >> la ragazza gliela strappò di mano posandola sulla tovaglia << Andatevi a lavare le mani nel lago! Poi tornate qui sedendovi ordinatamente e aspettando di essere serviti! Chiaro?! >> spiegò lei urlando

<< Sì Alex. >> annuirono i bambini seccati, e lentamente si avvicinarono al lago

<< Anche tu! >> urlò la ragazza a Mark che stava per riprendersi la coscia di pollo

<< Uff...come vuoi. >> e anche lui si avviò verso il lago, intanto Peter con le mani dietro la schiena si avvicinava ad Alex con un sorriso compiaciuto

<< Allora? >> chiese la ragazza sbattendo il piede a ritmo

<< Che c'è? >>

<< La regola vale anche per te! A lavare le mani...Ora! >>

<< Ma io sono Peter Pan! >>

<< Ora! >> ripeté la ragazza puntando il dito verso il lago e continuando a sbattere il piede

<< Sì signora... >>.

Quando tutti si riunirono attorno alla tovaglia ordinatamente come gli era stato ordinato da Alex, lei servì ognuno dando quantità uguale a tutti...o quasi, per se si riservò una fetta di torta salata più grande

<< Hey! Non vale! >> urlò un bambino irritato

<< Chi divide, ha la parte migliore. >> esordì lei provocandosi una linguaccia, e ricambiando dette un morso alla torta.

Quando di cibo era rimasto solo quel poco che bastava per una merenda in un pomeriggio più lontano, tutti corsero verso il lago per farsi un bagno

<< L'acqua è gelata! >> urlò lei rabbrividendo dopo aver toccato con l'alluce l'acqua

<< Già ma poi passa. >> confidò Peter

<< Sì ma...se muoio dal freddo vengo dall'Aldilà a torturarti sappilo! >> disse ironica la ragazza

<< Yuu-huu! >> fece Mark tuffandosi e schizzando acqua gelida dappertutto

<< MAAARK!! >> urlò furiosa lei << Ora sei ufficialmente morto! >> si buttò in acqua nuotando veloce verso di lui che conseguentemente scappava divertito << Vieni qui! >> urlava

<< Hahahaha te lo scordi! >> rise divertito ma presto si sentì tirare la gamba e quindi andare sott'acqua chiudendosi la bocca svelto

<< Ti ho preso! Uh-huu! >> urlò soddisfatta Alex che subito dopo venne trascinata anch'essa sott'acqua, vide Mark accigliato che la teneva per un braccio, tentò di scappare alla presa ma lui la teneva forte “Lasciami andare!” diceva a voce tappata, il ragazzo probabilmente avendola capita scosse la testa in senso negativo, così la ragazza con un movimento di braccia si trascinò verso di lui afferrandogli il naso per farlo agitare, in quel momento il ragazzo lasciò la presa e riemerse prendendo molta aria

<< Tu sei pazza! >> urlò alla ragazza appena tornata a galla

<< Io sarei pazza? E tu? >>

<< Solo in parte! >>

<< Quanto non ti sopporto! >> urlò lei dopo una ringhiata

<< Su non puoi odiarmi davvero così tanto! >>

<< Scommetti? >>

<< Sì! >>

<< Vedremo! >> stava per andare verso di lui quando venne toccata in una spalla, si voltò e vide Peter sorriderle

<< Ancora fredda? >> chiese

<< No avevi ragione, dopo un po' ti ci abitui! >> si misero a ridere per poi guardarsi senza dire una parola

<< Beh...sai prendendo per quel fiume si va in mare. >> disse indicando un piccolo fiume più in là

<< In mare? >>

<< Già, potrei portarti dalle sirene...sempre se ti interessano... >>

<< Oh sì, mi piacerebbe vederle anche se... >>

<< Anche se?... >>

<< Fanno paura le sirene? >>

<< Cosa? Affatto! Sono un po' vanitose ma non fanno assolutamente paura! >>

<< Beh allora vengo! >>

<< Okay! Mark, Bimbi Sperduti! >> tutti gli interpellati si voltarono verso di lui << Noi andiamo a vedere le sirene! >>

<< Va bene! >> risposero i Bimbi e Mark si buttò in acqua

<< Andiamo! >> le tese la mano e dopo un po' lei l'afferrò per poi sentirsi tirare su

<< Non mi avevi detto che dovevamo andarci volando! >> esclamò la ragazza toccando a mala pena l'acqua con i piedi

<< Mi sembrava ovvio! Se ci andiamo a nuoto perderemo troppo tempo! >> la lanciò sulla schiena e la ragazza si mise comoda ammirando il paesaggio.

 

Nota dell'autrice: Salve! Eccomi-anche se dopo un bel po'-con un nuovo capitolo! Sì, so molti dei vostri pensieri ma non date tutto per scontato, ciò che può sembrare in realtà potrebbe essere un'altra cosa come d'altronde potrebbe davvero essere quella...

Evito di farvi confondere e ringrazio chi ha letto e recensito il capitolo precedente, a proposito, anche questa volta per leggere un nuovo capitolo dovrete aspettare che qualcuno recensisca! Ciao, ciao!

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Capitolo 8
*** Sirene... ***


 

Sirene...

Peter e Alex, volavano sopra il fiume che li avrebbe portati nel mare, la loro intenzione era quella di vedere le sirene, la ragazza aveva conosciuto questi esseri mitologici grazie a vari film ma non credeva alla versione di nessuno di loro.

<< Eccole là! >> esclamò il ragazzo cadendo in picchiata verso un enorme scoglio

<< Fermo! >> urlò lei stringendolo, cadere verso un albero poteva anche andare bene ma gettarsi su di uno scoglio mai! Potevano farsi realmente male, ma forse Alex non aveva capito con chi aveva a che fare...

Alex chiuse gli occhi fino a quando non si fermarono, li riaprì quasi intimorita e toccandosi per capire se tutte le parti del suo corpo erano al proprio posto tirò un sospiro di sollievo

<> urlò poi al ragazzo

<< Uffa...ti preoccupi troppo! >>

<< E poi non capisce quant'è fortunata a stare sopra la tua schiena... >>

<< Quant'è bello stringerti... >>

<< Volare con te... >>

<< Senza quella gelosona di Trilly... >>

<< Magnifico! >> avevano appena detto in coro delle sirene dopo essersi divise le battute

<< Avete finito di adularlo? >> chiese seccata la ragazza mettendo le mani ai fianchi, Peter ghignò e si avvicinò alle sirene

<< Salve mie dilette! Sono venuto a presentarvi la mia nuova amica...Alex! >>

<< Ma Alex è un nome da maschio! >> esclamò la bionda disgustata

<< Uff...ora che avevi dimenticato Wendy! >> continuò una dai capelli viola

<< Non è nemmeno un granché... >> disse una bruna guardata in modo strano dalle amiche

<< Invece è proprio carina... >> mormorò una rossa, Alex arrossì e dette uno sguardo timido a Peter che a sua volta la guardava con la coda dell'occhio a testa bassa

<< Oh Peter quando la smetterai di andare sulla Terra? Vogliamo averti tutto per noi! >> una sirena dai capelli blu scuoteva la coda irritata

<< Non ti avremo mai in questo modo! >> urlarono tutte infine

<< Dai ragazze sapete che non posso fidanzarmi con una di voi...motivo principale siete delle sirene e al secondo posto ci sta il fatto che rischierei di mettervi l'uno contro l'altra... >> parlava con un tono presuntuoso, di uno che la sa lunga e la ragazza roteava gli occhi infastidita, potevano veramente essere così perse per lui?

<< Comunque dove l'hai trovata? >> chiese la bruna,

(Che voleva dire con “dove l'hai trovata?” !? Non sono mica un oggetto!) pensò lei sbattendo il piede sulla pietra in cui era in piedi

<< Nella vecchia casa di Wendy...è la sua pro-pro nipote...credo. >>

<< Woow! Allora vuol dire che la Darling è morta?! >> chiese con un filo di speranza quella dai capelli blu

<< Beh...probabilmente... >> le sirene cacciarono un urlo d'eccitazione e si dettero il cinque

<< Disgustose! Egoiste e stupide! Per non dire altro!...Gioire della morte di una persona! Vergognoso! Pan portami via da qui! >> urlò disgustata Alex

<< Ma non vogliono essere cattive solo che >>

<< Infatti non sono cattive! >> lo interruppe << Sono solo malefiche e disgustose! Odio odio odio e dico odio quelle oche! >> aveva sputato fuori quelle parole con tanta rabbia da far spaventare il povero Peter, lui abbassò lo sguardo salutando le sirene che guardavano minacciosamente Alex

<< E non portarla più qui! >>

<< Quello che ha detto ci ha tremendamente offese! >>

<< Sciò! >> urlò la blu...

<< SCIO'?? SCIO'??!! BRUTTI SQUALI CON META' CORPO!! >> fece per buttarsi in mare per dare schiaffi ad ognuna di loro ma Peter la fermò

<< Non puoi batterle in acqua Alex...è il loro campo. >>

<< Dannazione! >> fece per allontanarsi ma una sirena l'afferrò per la gamba facendola cadere in acqua, un'altra la prese per i capelli e quelle rimanenti l'afferrarono per diverse parti del corpo

<< Ahia! Lasciatemi! >> urlò lei agonizzante, Peter cercava di aiutarla ma in ogni caso loro riuscivano a non fargli far niente << I capelli! >> la bruna tirava forte una ciocca di capelli e per poco non si sarebbe strappata...

<< FERMATEVI! >> si sentì un urlo familiare che fece girare tutti: Mark seguito da Trilly cominciò a tirare pietre alle sirene che scapparono via, tranne una di loro che dopo aver tirato un'ultima volta i capelli ad Alex andò sott'acqua trascinandola per la gamba.

Alex teneva la bocca chiusa nel tentativo di nuotare in su ma era legata ad un'alga stranamente resistente, usava più forza che poteva ma presto non riuscì più a trattenere il respiro e tutto si faceva meno nitido...chiuse gli occhi lasciando aprire la bocca e in quel momento esatto si sentì afferrare per le braccia, ma non aveva la forza di vedere chi fosse così aspettò di ritrovarsi fuori dall'acqua per fare un respiro profondo e voltarsi.

Da un lato la teneva Peter, dall'altro Mark.

Entrambi sembravano preoccupati e nuotando velocemente la portarono a riva, si gettarono sulla sabbia e respirarono a pieni polmoni

<< Grazie Mark...per le sirene... >> disse Alex ansimando, i due ragazzi si voltarono verso di lei-stava in mezzo ai due-

<< Figurati...Pan non avrebbe mai osato toccarle con un dito...se non ci fossi stato io staresti annegando. >> ansimò il ragazzo procurandosi un'occhiataccia dall'altro che venne fulminato da lei

<< Io non tocco le donne...E comunque ti avrei aiutato stai sicura. >>

<< Voglio crederti. >> rispose lei guardando il cielo

<< Cosa?! >> Mark alzò leggermente la testa sbalordito

<< Non mi avrebbe lasciato morire...ne sono certa. >>

<< Io non lo sarei... >>

<< In ogni caso anch'io l'ho aiutata a risalire! >> esclamò Peter riprendendo a respirare normalmente, l'altro roteò gli occhi

<< Ce l'avrei fatta anche da solo! >>

<< Non ti sopporto! >>

<< Neanch'io! >>

<< Odio profondo! >>

<< Provo la stessa cosa se non maggiormente! >>

<< Impossibile! >>

<< Scommetti!? >>

<< BASTA! >> la ragazza si alzò e con un gesto ordinò ai due di imitarla << Ora la smettete. >> disse quando entrambi furono in piedi accanto a lei

<< Non ricevo ordini da una bimbetta... >> mormorò Mark a braccia conserte

<< Cos'hai detto!? >>

<< Niente niente... >>

<< Meglio così! Ora andiamo! >> a passo pesante si diresse verso gli alberi che aprivano una foresta e capendo di non essere seguita si voltò verso i due << Volete muover >>

<< Sssst! >> le venne tappata la bocca da Peter che conseguentemente la trascinò dietro un albero, accanto a loro il biondo che guardava attentamente una barca appena sbarcata sulla spiaggia

<< Chi sono? >> chiese lei stringendo gli occhi per migliorare la visuale

<< Quello è Uncino...accanto a lui Spugna e poi quei due...ricordi il ragazzo e la bambina? >> spiegò Peter, lei annuì << Bene...vediamo cosa hanno in mente. >> si abbassarono di più aspettando di udire qualcosa

<< Come credi che ti aiuteranno ora se non ti hanno mai detto niente prima? >> chiese il ragazzo seccato, teneva per mano la bambina che stringeva un orsacchiotto

<< Tentar non nuoce... >> disse il capitano guardando il mare << Di solito è qui che vengono a rilassarsi. >> in quel momento la sirena dai capelli blu sbucò dall'acqua

<< Cercate il rifugio di Pan? >> chiese conoscendo la risposta

<< Esatto! Parla! Dov'è?! >> urlò il ragazzo che venne allontanato dallo...zio, per quanto ricordava Alex lui le aveva detto di essere il suo pro-pro-pro nipote

<< Scusi signorina...non volevamo disturbarla ma per caso sa dove >>

<< E' inutile che fai il dolce Uncino, ti dirò dov'è senza opporre resistenza. >> lo interruppe lei

<< Bene parla! >> esclamò il ragazzo, il capitano lo scostò continuando a parlare ma Alex non fu capace di sentire altro perché Peter la stava già trascinando via

<< Dobbiamo andare nell'albero! Chiamiamo i Bimbi Sperduti! >>

<< Andare dove!? >>

<< Nell'albero in cui doveva vivere Wendy...la casa sull'albero non è più sicura dato che la sirena gli sta per dire che quello è il rifugio. >> correva veloce tenendo per mano la ragazza che tendeva a cadere dato che non riusciva a correre per bene con i suoi piedi, era così veloce da non darle il tempo di raddrizzarsi.

In pochi minuti furono nella casa sull'albero dove i Bimbi Sperduti erano presenti, a quell'ora si mangiava

<< Hey Peter che c'è per merenda? >>

<< Niente! Sport! Correte verso l'albero! Le sirene stanno rivelando dove siamo ora ad Uncino e alla sua banda pirati! >> sembrò che nella casa si fosse aizzato un tornado perché tutti i bambini cominciarono a correre disperatamente qua e là raccogliendo le proprie cose.

Quando tutti furono pronti scesero lentamente credendo che ormai Capitan Uncino e i suoi pirati fossero vicini e quindi ci avrebbero sentito...

lentamente si avviarono davanti all'albero ed entrarono, fu come andare su uno scivolo solo che quando Alex arrivò cadde a terra seduta massaggiandosi il fondo-schiena.

 

Nota dell'autrice: Allora? Come vi è sembrato? Spero di non aver fatto troppi errori e che vi sia parso abbastanza scorrevole ^^ Credo che le cose si stanno facendo più chiare e quindi più interessanti...al prossimo capitolo! [Come al solito aspetto recensioni!]

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Capitolo 9
*** Io non sono un pirata. Non lo sai? ***


Io non sono un pirata. Non lo sai?

Lentamente si avviarono davanti all'albero ed entrarono, fu come andare su uno scivolo solo che quando Alex arrivò cadde a terra seduta massaggiandosi il fondo-schiena.

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<< Ti sei fatta male? >> le chiese Peter offrendole la sua mano

<< Un po'... >> mormorò lei lasciandosi aiutare, la fece accomodare su un letto fatto da un enorme sacco aperto tenuto in aria da due tronchi interni, si mise sul ceppo in mezzo alla stanza e portando le mani alla bocca fece uno strano verso che zittì i Bimbi Sperduti

<< Ora sedetevi e non fate troppi rumori, sta calando il buio e anche se dovessero pensare di cercarci qui non riusciranno a capire qual'è l'albero esatto, però non dovete urlare. >> spiegò con la voce più calma che potesse tirare fuori

<< E' meglio che vada fuori a seguirli, se dovessero capire che siamo qui li attacco, infondo sono solo in tre. >> disse Mark dirigendosi verso l'uscita

<< Ma Mark! Probabilmente verranno anche i suoi pirati! Non è così stupido da venire a cercarci con Spugna e i suoi nipoti! >> portò la mano alla bocca capendo di aver parlato troppo, Peter strinse gli occhi e inclinò leggermente la testa

<< I suoi nipoti? >>

<< Ehm...beh magari lo saranno...no? >>

<< Sai qualcosa che noi non sappiamo per caso? >> si avvicinò con le mani poggiate ai fianchi

<< Ma figurati! >> indietreggiò abbassando lo sguardo, il ragazzo però la seguì e insistette fino a quando lei non vuotò il sacco << Quando ti ho seguito sulla nave mi sono scontrata con quel ragazzo e...beh mi ha detto di essere il pro-pro-pro nipote di Uncino... >>

<< Poteva imprigionarti! Non devi mai più fermarti a parlare con dei pirati! >> la rimproverò il biondo

<< Sì beh...io non potevo saperlo! >> si giustificò

<< Non è una scusa valida! >>

<< Ehi ma...uff va bene hai ragione! >> non le piaceva litigare con lui, odiava farlo così decise di non dire più niente.

Spostò lo sguardo più in là del ragazzo e vide l'altro che usciva dall'albero

<< Mark! >> lo chiamò, ma lui non rispose << Mark non andare! >> corse fuori dall'albero ignorando le continue chiamate di Peter, si guardò attorno ma non vide nessuna traccia del biondo, d'altronde le era impossibile riconoscerlo dato che il buio ormai aveva pervaso tutta la foresta.

Cominciò a correre per cercarlo, se l'avessero visto i pirati non avrebbero avuto tanta voglia di lasciarlo andare...l'avrebbero mandato dritto dritto in pasto agli squali...

Si fermò improvvisamente capendo che quella più in pericolo di tutti ora era lei.

Non era brava a mimetizzarsi nella foresta, si sarebbe fatta scoprire, l'avrebbero presa, fatta camminare sulla passerella e poi...

<< NO! >> urlò scuotendo la testa, poi sentì il rumore di alcune foglie muoversi; si fermò.

Si guardò attorno preoccupata

<< Mark sei tu? >> chiese con voce tremante << Peter? >> sentì di nuovo delle foglie muoversi e corse verso il cespuglio dalla quale le sembrò sentire il rumore e...

<< Tu! >> esclamò indietreggiando, da dietro il cespuglio vide alzarsi una figura alta dai capelli neri, riconobbe il pro-pro-pro nipote di Capitan Uncino e fece per correre via inutilmente, lui le afferrò il braccio

<< Ti ricordi di me? >> le chiese calmo, tutto il contrario di lei che con agitazione tentava di riprendersi il braccio << Rispondi! >> alzò il tono della voce scuotendola

<< Sì, sì mi ricordo! >> rispose la ragazza fermandosi

<< Anch'io. >>

<< Cosa vuoi da me? >>

<< Tu conosci Peter Pan? >> non sapeva se rispondere negativamente o positivamente, poi però decise

<< No, purtroppo no. >>

<< Non ci credo. >>

<< Non sono affari miei! Tu mi hai fatto una domanda ed io ho risposto! >>

<< So che sai dov'è. Dimmelo. >>

<< Perché dovrei saperlo? >>

<< Come ci sei arrivata qua? >> giusta osservazione, come era arrivata sull'isola se non conosceva Peter Pan? Cosa gli avrebbe risposto adesso?

<< Volando. >> neanche lei credeva a ciò che aveva appena risposto, quindi perché ci avrebbe dovuto credere lui che si era appena messo a ridere?

<< Basta scherzare adesso, dov'è Peter Pan. >> la sua non era più una domanda ma un'affermazione, lei però non gli avrebbe risposto...non avrebbe mai messo la vita di Peter in pericolo, Mai.

<< Perché dovrei dirlo a te che sei un pirata? >> lui scoppiò nuovamente a ridere, poi smettendo la trascinò a se con un sorriso malizioso

<< Io non sono un pirata. Non lo sai? >> alla ragazza sembrò di sentire caldo, infatti le sue guance erano diventate rosse all'improvviso << Come ti chiami? >>

<< A-Alex... >> rispose tremante, lui la fissava profondamente con i suoi occhi neri

<< Il mio nome invece è Ryan. >> si presentò << Non vuoi dirmi dov'è Pan, eh? >>

<< No. >> lei riprese coraggio e marcò quel “no” più che poteva

<< Non importa, lo troverò da solo. >> la avvicinò ancora di più dandole un bacio sulla fronte, per lei fu come essere invasa da un'improvvisa vampata di calore e quando lui la lasciò corse via il più veloce possibile, ma non verso l'albero, lui poteva seguirla e scoprire dov'era il suo caro Peter...e non voleva.

***

<< Alex! Alex svegliati! Alex! >> sentì una voce chiamarla, aprì gli occhi e davanti a se trovò Peter che la scuoteva << Ti sei svegliata finalmente! >> si mise seduta sul terreno guardandosi attorno, si doveva essere addormentata nella foresta mentre correva per qualche motivo, quando ricordò per bene cos'era successo la sera precedente abbracciò Peter che era in piedi davanti a lei, il ragazzo arrossì e quando lei lo lasciò le si sedette accanto << Tutto bene? >>

<< Sì. >> rispose la ragazza in un sussurro, si strofinò gli occhi per poi sentirsi sollevare; era in braccio a Peter.

<< Che fai? >> gli chiese arrossendo

<< Ti porto nell'albero, sembri troppo stanca per camminare. >> e così dicendo la portò nel grande albero volando.

 

Nota dell'autrice: Cosa ne pensate?  Scusate se non è molto lungo come capitolo ma sinceramente fino ad ora questo è il mio preferito, spero però che piaccia molto anche a voi!

Mi scuso per eventuali errori di distrazione e vi chiedo di recensire in tanti!

Ciao e al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Forse adesso è tutto chiaro... ***


Forse adesso è tutto chiaro...

Alex era seduta sul ceppo in mezzo alla stanza con la testa fra le mani, pensava ai giorni trascorsi lì, e questa non era la prima volta che lo faceva. Da quando si era risvegliata sull'erba trovandosi Peter davanti non faceva altro che pensare e ripensare ad ogni momento passato sull'Isola, dai più belli ai più brutti.

Con lo sguardo perso nel vuoto prese a sospirare più volte senza accorgersi che Peter la stava guardando da diverse angolazioni, poi lui le cominciò a parlare

<< Ehi Alex, a cosa stai pensando? >> lei fece un altro sospiro << …Alex? Ma ci sei? >> le passò la mano davanti il viso ma l'unica risposta fu un nuovo respiro. A quel punto il ragazzo prese a saltare sul posto senza smettere di urlare il suo nome

<< Jessica! >> la ragazza balzò in piedi per poi inciampare in un sasso lì per terra

<< Oh Alex! >> intervenne Peter tirandola su. Lei si voltò verso il ragazzo dalla quale proveniva la chiamata: Mark. Con l'indice puntato verso di lui e lo sguardo nervoso gli si avvicinò

<< Alex! >> urlò. Poi gli poggiò il dito al naso

<< Anzi, per te Alexandra! >> si corresse. Lui indietreggiò strofinandosi il naso

<< Jessica. >> ripeté con un sorriso malizioso sulle labbra

<< Alexandra! >> più furiosa di prima gli puntò un pugno contro

<< Non innervosirti Jessy... >>

<< ALEXANDRA! >> urlò nuovamente con tutta la voce che aveva in gola. Peter si passò una mano all'orecchio al quale era appena quasi saltato un timpano, Mark invece strinse solo gli occhi

<< Che c'è di male se ti chiamo Jessy? >> la ragazza abbassò la testa

<< Mio padre mi chiamava Jessy. >> il suo tono, il suo sguardo, la sua luce...era del tutto cambiata. Dalla felice e solare piccola Alex si era trasformata in una triste e seria Alexandra negli ultimi giorni. Il suo nome era Alexandra Jessica Watson ma l'unico che usava era Alex, perché il secondo nome apparteneva a suo padre e basta.

<< Io...io non lo sapevo...ti ho sentito pronunciare più volte nel sonno “Il mio nome è Alexandra Jessica Watson, io sono Jessy, la piccola Jessy”... >> il ragazzo mise una mano alla nuca strofinandola imbarazzato dalla situazione in cui si trovava

<< Non importa...non potevi saperlo... >> voltò la testa dall'altra parte facendo un altro sospiro

<< Volevo solo essere d'aiuto...stai sempre seduta sul ceppo o sdraiata sul tuo letto da quando Peter ti ha trovato per terra...Si può sapere cosa ti è successo? >>

<< Assolutamente nulla. E' meglio se vado a fare una passeggiata nei dintorni... >>

<< Ti accompagno! >> si fece avanti Peter

<< No vado sola... >>

<< Ma >>

<< Peter sta zitto. >> Mark gli tappò la bocca lanciandogli uno sguardo intenditore e l'altro si allontanò dietro la tenda della sua stanza.

 

Alex uscì dall'albero camminando senza meta, si sentiva strana.

Da quella sera in cui aveva rincontrato quel Ryan aveva il morale a terra, come se le avesse risucchiato la felicità ma in realtà era un ragazzo di diciassette anni che voleva Peter Pan a tutti i costi...forse per lo spirito d'aiuto verso lo zio?

No c'era di più sotto, lei lo sapeva. Nessuno fa niente per niente, sua nonna lo diceva sempre...

sua nonna...le mancava tutto sommato la cara nonna Kate che le raccontava le favole. Le mancavano i suoi cuginetti che con tanto amore erano capaci di farle perdere la testa...le mancavano i suoi zii che si erano comportati perfettamente da genitori da quando quelli veri erano morti in quel tragico incidente...

Ma d'altronde se loro non fossero morti lei non sarebbe andata ad abitare nella casa degli zii, nella casa della ormai defunta Wendy Darling...e di conseguenza non avrebbe incontrato Peter Pan.

Le cose brutte accadono perché senza di loro le cose belle non potrebbero esistere.”

Era un'altra frase della sua saggia nonna Kate.

Ma cosa le avrebbe fatto guadagnare lo stare sull'Isola che non c'è?

Una vendetta della fantasia?

No, doveva esserci qualcosa di più significativo, anche se finora nulla era accaduto...

almeno secondo lei.

<< AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH >>

un forte urlo la fece saltare letteralmente in aria e la obbligò a farsi voltare verso un albero dalla quale provenivano dei passi veloci e pesanti, così si nascose dietro ad un cespuglio.

<< Stupide fate! >> un ragazzo alto dai capelli neri si era appena fermato cominciando a scrollarsi della polvere di dosso. Strinse gli occhi per guardare meglio...Ryan!

Si accovacciò di più per diventare meno visibile ma rimase ad ascoltarlo

<< Uff...possibile che quest'Isola è un incubo?! Quando potrò avere la mia eredità! >> pestò un piede a terra per poi cacciare un urlo di rabbia << Odio questo posto! Dannato zio dei miei stivali! >> fece un sospiro nervoso per poi poggiare una mano alla fronte << Calma Ryan, calma. Allora, vediamo dove mi trovo. >> posò l'indice alla lingua per poi alzarlo in aria << Mmmm sì bene... >>

<< Davvero la gente si può orientare leccandosi un dito? >> chiese tra se e se la ragazza facendo poi spallucce. Sapeva che molti usavano questa tecnica basandosi sul vento ma lei la trovava estremamente ridicola, eppure per lui funzionava.

Lo vide allontanarsi e si mise in piedi stiracchiandosi, lui però tornò sui suoi passi obbligandola a farla accovacciare. Si guardò attorno stranito per poi andarsene nuovamente.

Alex si alzò mettendosi nel punto preciso in cui era poco prima lui

<< Proviamoci... >> si leccò l'indice puntandolo in aria, come aveva fatto lui e sentì il vento sfiorarle leggermente la pelle. Era una sensazione piacevole capace di farla rilassare nel migliore dei modi.

Poi però i capelli al vento le vennero tirati piano da qualcuno. Aprì gli occhi che aveva chiuso poco prima voltandosi dall'altra parte e vide la piccola Trilly ridere divertita

<< Hm? Ciao...che c'è? Perché ridi? >> chiese curiosa, Trilly indicò un punto del bosco che era esattamente quello da cui se ne era andato Ryan << Oh capisco...in effetti si lamentava delle fate mmmm... >> si sedette a terra lasciando che Trilly facesse lo stesso sulla sua gamba.

La fatina prese a guardarla con interesse ed inclinando la testa fece una smorfia, poi cominciò a fare alcuni rumori

<< Oh io non capisco il linguaggio delle fate... >> disse la ragazza un po' imbarazzata. Allora la piccolina le fece segno di una lacrima che le cadeva sulla guancia

<< Ah mi chiedi perché ti sembro triste? >> l'altra annuì << Beh...in realtà non lo so neanch'io, forse mi manca la mia famiglia...sono veramente fantastici tutti quanti, li adoro... >> sospirò.

Sapeva che non era per la sua famiglia perché quella l'avrebbe rivista presto, piuttosto la domanda che più l'assillava era

Peter...Mark...mmm Ryan...che devo fare? Rimango qui o no?”

Voleva chiederlo espressamente a loro, ma in fondo Mark le avrebbe detto che non gliene fregava niente, Ryan lo aveva visto poche volte e...Peter. Beh lui le avrebbe detto di no. Voleva chiederlo a tutti e tre nello stesso momento, magari la loro opinione sarebbe stata diversa ma perché loro? Insomma, poteva comprendere che voleva sapere cosa ne pensava Peter perché le piaceva ma...gli altri due cosa c'entravano?

In ogni caso, Trilly era una brava confidente.

<< Uff...tu pensi che dovrei tornare a casa? >> la fatina scosse la testa convinta << Oh allora ti sto simpatica! >> l'altra annuì << Ne sono felice e fiera! Però...i miei zii...i miei cugini, mia nonna...dici che dovrei pensare a me? >> la piccoletta fece lo stesso segno precedente << E pensi che dovrei esternare i miei sentimenti? Dirlo a Peter? >> Trilly sospirò, per un attimo ad Alex sembrò che la luce fosse diventata più debole, poi però annuì pesantemente << Io però ti ho promesso che >> volò alla sua bocca chiudendole le labbra, poi con i segni le disse

-Tu, dire, Peter, amore-

...Amore?”

Davvero provava questo sentimento per qualcuno che poteva farla soffrire?

Lui non voleva crescere ma lei...lei sì. Però non voleva abbandonare il suo caro Peter...no.

<< Ma sì! Ormai ho quattordici anni e dovrei pensare più a me che ad altri! Certo, dovrò dirlo a loro...ma io vivrò qui, con lui. Ho deciso. Sì è più che ovvio! Ogni tanto andrò dalla mia famiglia per farle visita ma ho capito: io devo pensare solo a me stessa, stop. Oh sei un genio Trilly grazie! >> la avvicinò a se per darle un bacio e poi corse via.

Aveva capito, ora era chiaro ciò che era giusto per lei. Sì, doveva dirlo a Peter e tutto si sarebbe sistemato perché...

Pensò istintivamente a Mark, dopotutto era simpatico e sapeva farla divertire...

<< Ma che dici! Non pensare e corri! >> .

Poco dopo arrivò davanti all'albero ed entrò scivolando, questa volta però atterrò in piedi

<< Peter devo dirti una cosa! >> urlò, ma lui non rispose << Io...Peter! >> lo chiamò. Scostò la tenda di piume e lo trovò sul suo “letto”...però forse non era lui...mmmmmm...

 

Nota dell'autrice: Oooh ma salve! Si sono ancora viva! Non è colpa mia...sì, lo è.

Non avevo ispirazione e così sono stata per tutto questo tempo senza scrivere, però vedendo il film di Peter Pan lo scorso sabato è tornata all'improvviso! Non ho aggiornato prima perché non ho avuto molto tempo, l'importante è che ora è qui. Ditemi cosa ne pensate e scusatemi per gli errori. Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Lo ammetto, sono geloso. ***


Lo ammetto, sono geloso.

Alex arrivò davanti all'albero ed entrò scivolando, questa volta però atterrò in piedi

<< Peter, devo dirti una cosa! >> urlò, ma lui non rispose << Io...Peter! >> lo richiamò. Scostà la tenda di piume e lo trovò su quello che doveva essere il suo letto però...forse non era lui...

Gli assomigliava molto vedendolo da dietro, il colore dei capelli era più o meno quello solo che il ragazzo sopra al letto aveva i capelli più biondi e l'abito diverso.

Si voltò verso di lei capendo di non essere solo e a quel punto la ragazza lo riconobbe: Mark.

<< Tu che ci fai qui? >> gli chiese lei stranita nel vederlo al posto di Peter

<< Che c'è? Adesso non posso nemmeno riposarmi un po'? Ma guarda questa! >> con un balzo si mise in piedi e sospirando mise le mani ai fianchi << Cercavi me? >>

<< Veramente credevo che qui ci fosse Peter...sai dov'è? >>

<< E' andato con i Bimbi Sperduti per farli esercitare nella caccia...tu cosa vuoi da lui? >> chiese curioso

<< Ehm...niente! Nulla di troppo importante... >> mentì posando una mano sulla nuca << Comunque quando lo vedi potresti dirgli che io lo sto cercando? >>

<< … >> guardò altrove facendo un sospiro << Me ne ricorderò. >> sussurrò facendosi a malapena sentire dalla ragazza

<< Bene, grazie! Adesso io vado...qui non c'è molto da fare... >> fece per andarsene ma Mark la prese per un braccio

<< E a me non devi dire niente? >> le chiese quando si ritrovarono a pochi centimetri di distanza

<< ...Beh...non ricordo se dovevo dirti qualcosa in realtà... >> rispose abbassando lo sguardo

<< In fondo cosa dovresti dire a me? Sono solo la brutta copia di Peter Pan. >> voltò la testa dall'altra parte abbattuto come mai Alex aveva visto

<< Questo non è vero! >> esclamò guardandolo sicura, subito però si sentì imbarazzata e tornò con la testa bassa << Tu...tu sei Mark e basta. Non sei la copia di nessuno... >> mormorò arrossendo, lei lo pensava veramente.

<< Dici sul serio? >> chiese lui felice << Cioè... >> si schiarì la voce lasciandole il braccio << Non avevo bisogno che tu me lo dicessi. >> precisò alzando la testa fiero

<< Cosa?! Ma guardalo! Prima si abbatte e poi quando lo consolo fa il finto tonto! Sempre se è giusto dire “finto”... >> Alex notò che anche le guance del ragazzo erano molto rosse, così si voltò dall'altra parte ancora più imbarazzata di prima senza però smettere di essere furiosa. Lui fece un sorriso

<< Comunque grazie...ogni tanto è bello ricevere delle rassicurazioni. >> disse in tono dolce.

Anche lei fece un sorriso e riprendendolo a guardare poggiò la mano alla nuca

<< Figurati! Adesso io vado! >> fece per correre via ma prima che uscisse dall'albero Mark le gridò un'ultima cosa

<< E vedi di non metterti nei guai! Con la tua sbadataggine li attiri come una calamita! >>

con un balzo la ragazza fu in piedi sul prato

Non ti smentisci mai...” .

***

Era passato qualche giorno, Alex aveva deciso di non dire niente a Peter, quella breve discussione con Mark le aveva fatto capire che doveva aspettare ancora perché...perché solo con il tempo avrebbe potuto sapere se era giusto dire ciò che provava al biondo.

Stava distesa sull'erba mentre il venticello fresco le accarezzava il viso delicatamente quando vide i biondi capelli di Peter toccarle la fronte

<< Forza alzati! Oggi si va in gita! >> esclamò. Lei arrossì quasi immediatamente vedendo il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo

<< Oh ehm...allora fammi alzare! >> lo rimproverò sarcastica e quando lui si spostò la ragazza balzò in piedi << Dove si va? >> chiese

<< Sarà una sorpresa, vedrai che ti piacerà! >> lei fece una smorfia dubbiosa ma alla fine si lasciò convincere e salì sulle spalle del ragazzo che volò verso l'albero dove ormai vivevano.

Si abbassò di poco facendo il suo solito verso per richiamare i Bimbi Sperduti che uscirono fuori dall'albero insieme a Mark

<< Cosa c'è Peter? >> chiesero in coro i bambini

<< Si va all'accampamento degli indiani! >> urlò facendo saltare tutti i bimbi dalla gioia

<< L'accampamento degli indiani?! >> ripeté sorpresa Alex

<< Esatto! >> confermò lui

<< … >> lei sbuffò << Giglio Tigrato... >> sussurrò senza farsi sentire dal ragazzo convinto di farla felice.

Trilly spruzzò un po' di polvere magica sui Bimbi Sperduti e Mark, cosa strana dato che di solito preferisce arrampicarsi sugli alberi.

Il ragazzo si sollevò da terra raggiungendo gli altri due

<< Come mai all'accampamento? >> chiese a Peter

<< Voglio far divertire Alex, naturale. >> rispose riprendendo a volare

<< Quindi credi che ti divertirai? >> questa volta lo chiese alla ragazza

<< Lo spero... >> non ne era convinta, conosceva Giglio Tigrato e sapeva che fosse molto interessata a Peter, o almeno così sembrava.

 

Dopo circa mezz'ora di volo arrivarono all'accampamento dove il Grande Capo dei pelle rossa li accolse con gentilezza

<< Lei? >> chiese a Peter indicando Alex, lui spiegò che si trattava di un nuovo arrivo sull'isola.

Dopo qualche minuto una bella indiana della loro età li raggiunse toccandosi la treccia nera, dette un bacio al biondo che arrossì subito, la bruna sbuffò visibilmente.

<< Appena calerà il sole avrà inizio una festa, quindi tra pochi minuti: guarda! >> Peter indicò il tramonto ad Alex che sembrava annoiarsi seduta sul ceppo di un albero

<< Capito... >> sospirò alzandosi e venne tirata per un braccio ritrovandosi pochi secondi dopo in una tenda: Giglio Tigrato teneva in mano un bel vestito marroncino.

<< Cosa...ehm che dovrei farci? >> chiese stupita la ragazza mentre la bruna le metteva il vestito addosso << Oh vuoi che lo indossi per la festa? >> l'altra annuì ed uscendo dalla tenda la lasciò sola.

Beh tanto vale metterlo...”

 

Pochi minuti dopo anche Alex si ritrovò fuori dalla tenda osservata da tutti: il vestito le arrivava fin sopra le ginocchia e non aveva maniche o bretelle, in più l'indiana le aveva spazzolato i capelli con uno strano oggetto rendendoli così morbidi che solo il toccarli era piacevole: ciò metteva in grande imbarazzo la povera ragazza completamente rossa in viso.

<< Alex! >> esclamò Peter vedendola << Sei...sei bellissima! >> si accorse di averlo appena detto in pubblico e le sue guance diventarono color rosso fuoco. Si portò una mano alla nuca porgendola poi alla ragazza

<< Ehm...ti andrebbe di ballare? >> lei lanciò lo sguardo sugli altri indiani che divertiti facevano una strana danza e sorridendo annuì.

Anche loro si unirono facendo quello strano ballo ma questo portò i due a divertirsi anche troppo.

Mentre il fuoco accompagnava la danza Mark se ne stava seduto sul tronco di un albero a guardare Alex e Peter divertirsi. Provava una strana sensazione che mai prima d'allora gli era capitato di sentire...forse era geloso.

Ma no! Io geloso? E di chi? Di lui? Non m'importa di lei...”

Scosse la testa capendo che lui non era geloso di quel Peter Pan, non aveva motivo! Insomma, capelli biondi occhi grigi...il più bel ragazzo che avesse mai visto! E poi la sua abilità si arrampicarsi sugli alberi non la possedeva nessuno. Peter Pan non aveva nulla che a lui mancava...

<< Alex... >> Scacciò via quel pensiero dalla testa cominciando a schiaffeggiarsi da solo, mentre lo faceva si accorse di essere guardato dalla bruna che scoppiò a ridere sonoramente. Lui abbassò la testa sentendosi un vero idiota, però rialzandola si accorse che lei continuava ad osservarlo con la coda dell'occhio e le guance rosse.

Peter chiamò Alex passandole la mano davanti al viso e lei riprese a guardarlo fino a quando Giglio Tigrato non se lo prese in ostaggio.

<< Ma che...Peter! >> urlò furiosa, ma l'indiana tentava in tutti i modi di tenerselo stretto << Lo sapevo! >> e calciando una pietra prese a saltellare dal dolore.

Senza smettere di farlo si diresse nel bosco e quando si sedette su di una pietra notò che l'alluce le stava sanguinando

<< Ci mancava solo questa! >> prese una foglia strofinandosela al dito ma si procurava soltanto un forte bruciore << Ahi! >> esclamò tirando via la foglia apparentemente inutile.

<< Così la prossima volta vediamo se ti verrà la brillante idea di prendertela con un sasso! >> la rimproverò Mark sedendosi accanto a lei

<< E tu che vuoi?! >> chiese infuriata

<< Solo aiutarti...dammi il piede. >> gli afferrò la gamba posandosi il piede sulle ginocchia e tirando fuori dalla tasca una fascia bianca gliela avvolse attorno alla parte dolorante

<< Non stringere...mi fa ancora male! >> si lamentò

<< Questo è il ringraziamento per averti aiutato? Poi mi chiedi perché sono scontroso, io! >> si alzò e fece per andarsene ma lei gli toccò la spalla. Quando si voltò la ragazza tirò la mano verso di se

<< Scusa è che ero un po' nervosa...non sopporto l'idea di vederli insieme... >> spiegò a testa bassa e lui guardando altrove strinse i pugni

<< Quindi ti piace? >>

<< Era questo che volevo dirgli l'altro giorno...ma poi ho creduto fosse meglio aspettare ancora...però mi chiedo perché tu non gli hai detto niente nonostante te l'avessi chiesto! >>

<< Non faccio favori a nessuno... >>

<< Beh sì! Poi ti chiedo perché sei così scontroso! Si può sapere perché mi odi!? >>

<< Io non odio te, ma lui! >> urlò tutto d'un fiato guardandola finalmente negli occhi

<< E perché?! >>

<< Perché lui deve sempre avere tutto! E poi...io non gliel'ho detto perché...sapevo ciò che gli avresti confessato ed io non volevo... >> abbassò nuovamente la testa per non farsi vedere rosso

<< Non volevi che io dicessi a lui ciò che provo ma...ma perché?! >> lui le afferrò le spalle non resistendo più. Teneva tutto dentro ormai da troppo tempo e finalmente aveva ammesso a se stesso che era innamorato...Sì, lui amava Alexandra Jessica Watson.

E sicuro le dette un bacio.

Lo ammetto...sono geloso.”

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi qua con il nuovo capitolo, questa volta puntuale! Recensite in tanti perché questo è forse uno dei capitoli più importanti...Vi aspetto!

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Capitolo 12
*** Incomprensioni. ***


Incomprensioni.

Lui le afferrò le spalle non resistendo più. Teneva tutto dentro ormai da troppo tempo e finalmente aveva ammesso a se stesso che era innamorato...Sì, lui amava Alexandra Jessica Watson.

E sicuro le dette un bacio.

Lo ammetto...sono geloso.”

La lasciò di sorpresa, non si aspettava una mossa simile.

Stava in punta di piedi tremante, come se stesse per cadere, ma lui la teneva ed Alex sapeva di essere al sicuro...

Rimasero in quella posizione per molto tempo fino a quando lei non sgranò gli occhi e preparò la mano per schiaffeggiarlo ma lui la fermò facendola così spostare

<< ...Perché l'hai fatto?! >> gridò con tutta la voce che aveva in gola

<< Perché sono innamorato. >> rispose tranquillo. La ragazza indietreggiò portando la mano alla bocca. Udirono un tuono, ma entrambi non ci fecero troppo caso.

<< Non...non può essere! Tu mi odi! >>

<< Io? Forse tu odi me! Anzi...è certo... >> guardò il terreno abbattuto

<< Ma... >> strinse i pugni abbassando la testa << Non è vero che ti odio. >> mormorò sotto voce

<< Davvero? >> chiese stupito guardandola nuovamente in viso

<< Beh...non troppo diciamo... >>

<< So che non provi i sentimenti che provo io ma dovevo! Dovevo farlo prima di scoppiare! Non potevo più prendermi in giro. >> spiegò avvicinandosi a lei

<< Cosa vuoi dire? >>

<< Che è da troppo tempo che mi ripeto di non essere innamorato di te ma...in fondo so che è vero. So che quando sei con Peter in me scaturisce qualcosa che...che non so spiegare bene! >>

<< Sei geloso? >>

<< Sì! Odio quel Pan e questo posto! >>

Sei dolcemente geloso.”

<< Sai anche a me è capitato di far finta di nulla davanti a dei sentimenti forse più grandi di me che non ero riuscita a comprendere...però forse adesso ci sono! So qual'è la risposta alla grande domanda che da tempo mi ponevo! >> disse felice e sollevata

<< Cioè parlare a Pan di ciò che provi? >> chiese a denti stretti

<< No idiota! >> si avvicinò a lui dandogli un bacio sulla guancia << La domanda che mi pongo è se troverò mai il vero amore ormai raro...e la risposta sei tu. >> lo abbracciò stringendolo forte ma lui l'allontanò

<< Dici così solo perché hai provato il brivido del primo bacio! Se ne daresti uno a Pan quello sarebbe il più bello per te! >>

<< No invece non sarebbe uguale o migliore...ma peggiore! Quello che ho provato l'ho provato perché... >> si fermò di colpo ed abbassò la testa << perché ti amo... >> .

Lui sobbalzò e sorrise, poi però ricurvò le labbra scuotendo la testa

<< Vorrei tanto che fosse così ma so che non lo è...quindi per favore, dimentica tutto. >>

<< Come puoi chiedermi di dimenticare?! >>

<< … >> non le disse niente scrollando solo le spalle.

<< Sai, hai ragione. >> mormorò stringendo i pugni << Io non ti amo, io ti odio Mark. TI ODIO! >> e urlandogli quelle ultime parole scappò via senza ascoltare nessuna scusa o ragione da lui.

 

Corse fino a quando non cadde a terra piangendo. Il terreno era bagnato, infatti non si era accorta della pioggia che aveva cominciato a cadere rapida e tagliente.

Tuoni e lampi si facevano sentire e lei non aveva mai passato una bufera in una foresta...ed era sola in quel momento. Abbandonata a se stessa perché agli altri non importava di lei, l'avevano solo usata a loro piacimento per quali scopi poi?

Si riparò sotto ad un albero ed appoggiando la schiena al tronco portò le gambe al petto senza smettere di piangere.

Goccia dopo goccia, come la pioggia...o forse scendevano più rapide.

Poi lo sentì.

<< ATTENTA! >> una voce maschile piuttosto familiare ma che in pochi secondi le fu difficile riconoscere. Udì un tuono e poi vide il fulmine posarsi sull'albero tagliandolo a metà.

Si accovacciò a terra ma dopo neanche il tempo di farlo venne trascinata via ritrovandosi così caduta sopra a qualcuno.

<< Bisogna stare sempre attenti con te... >> ansimò quel qualcuno << eh? >> continuò poi facendo un ultimo respiro divertito prima di distendere la testa.

Alex si aiutò ad alzarsi con le mani e vide che sotto a lei stava sdraiato un ragazzo dai fradici capelli neri ed il braccio con un enorme taglio

<< Ryan! >> urlò preoccupata scuotendolo. Poco dopo lui si mise seduto e la guardò

<< Stai bene? >> le chiese

<< Grazie a te! E tu? Tutto apposto? >>

<< Sì figurati...Ahi! >> si toccò la lunga ferita che aveva al braccio

<< Ti fa male? >>

<< Nulla di grave, è solo un po' di bruciore che >>

<< Solo un bruciore?! >> lo interruppe << Adesso non fare l'eroe e lascia che mi occupi del tuo braccio... >> si guardò attorno vedendo la fascia bianca che aveva attorno al dito del piede e slegandola la legò al contrario al braccio di Ryan

<< Non mi copre molto... >>

<< Lo so ma è tutto quello che avevo! Comunque devi curartela...tuo zio saprà sicuramente come guarirti la ferita no? >>

<< Beh sì...vuoi venire con me? >>

<< ...Eh? >> fece indietreggiando con le mani

<< Ti ho chiesto se vuoi >>

<< Ho sentito la tua domanda! E la risposta è no! >> urlò balzando in piedi

<< Ma non hai dove andare! >>

<< Cosa? Ma che dici io... >> si fermò ricordando cos'era successo precedentemente

<< Dormirò nella foresta, che sarà mai una notte al fresco? >>

<< Una notte di bufera al fresco? Te lo dico io, una bella polmonite e dato che non sai come curarla qui diventerà febbre alta e infine morirai. >>

<< Iettatore! >> si voltò dall'altra parte mettendosi a braccia conserte << Io me ne vado. >> disse infine facendo per andarsene ma lui le afferra il braccio e trascinandola a se la prende in braccio

<< Invece vieni con me. >> le disse andando verso la nave

<< Cosa?! No te lo scordi! >> cominciò a dimenarsi fino a farlo urlare dal dolore

<< Il braccio! Ma sei scema?! >>

<< Scusa...ma tu mi rapisci! >>

<< Che... >> cominciò a ridere sonoramente quasi piangendo << Ma come? Io ti porto al caldo con me e tu ti lamenti? >>

<< Al caldo? Con te? >> Alex arrossì coprendosi poi il viso con le mani << Non voglio stare al caldo con te! >> urlò riprendendo a dimenarsi

<< Io però sì... >> mormorò lui senza cedere al dolore della ferita del braccio e portandola così fino alla nave dello zio Giacomo.

 

Una volta tornato a bordo si diresse con lei in braccio fino alla stanza dello zio ignorando i fischi che i pirati lanciavano alla ragazza facendola vergognare come mai le era accaduto.

Entrando vide lo zio con la testa sul tavolo e l'uncino infilzato ad esso

<< Abbiamo ospiti zio. >> disse attirando l'attenzione del riccio

<< Di chi parli? >> chiese stupito ed alzando la testa la vide. Si alzò e avvicinandosi a lei fece un breve inchino col busto

<< Buonasera signorina, ho sentito parlare di voi ma non credevo che sareste arrivata fino alla mia...nave! >> esclamò con estrema gentilezza

<< In effetti neanch'io... >> guardò storto Ryan che la lasciò scendere

<< Volete qualcosa da mangiare? >> chiese porgendole un vassoio con sopra del cibo avariato che sembrava tanto essere pesce

<< ...Sono apposto grazie. >> rispose tappandosi il naso

<< Capisco che questo posto non è adatto a voi ma potete restare quanto volete! >>

<< Che gentile... >> si passò una mano sulla nuca facendo un sorriso visibilmente forzato

<< Come mai siete tutta bagnata? Ryan prendi una tovaglia per asciugare questa povera e bella signorina! >>

<< Torno tra un minuto. >> rispose di malavoglia uscendo dalla stanza.

Capitan Uncino la fece sedere su una sedia di legno accanto al pianoforte che stava di fronte a lui

<< Potrei sapere come mai voi vi trovavate tra le braccia di mio nipote? >>

<< ...Non sono stata certo io a chiederglielo e poi...beh stavo piangendo sotto un albero quando mi ha salvato dal suo crollo... >>

<< E perché questi bei occhi piangevano? >> chiese cominciando a suonare

<< Ecco...Mark...Peter... >>

<< Peter?! Parlate forse di Pan? >>

<< ...Sì ma...non era per lui che piangevo...in realtà se solo lui non fosse venuto quella notte adesso starei a casa davanti al camino tranquilla... >>

<< Come sarebbe a dire? >>

<< Beh... >>

Non farti ingannare, sai com'è in realtà e non puoi cadere nel suo tranello!”

ma non ascoltò quel suo pensiero e raccontò ogni cosa ad Uncino che con la musica di sottofondo ascoltava attentamente per sapere qualche informazione essenziale.

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Salve! Scusatemi per il ritardo ma sono stata un intero giorno senza occhiali perché dovevano essere aggiustati e (si purtroppo li porto) ho avuto il corso di matematica (del tutto noioso). L'importante è che adesso ho aggiornato! Anzi...l'importante è il vostro giudizio quindi fate presto a recensire!!

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Capitolo 13
*** Duello. ***


Duello.

 

Alex aveva raccontato ogni cosa a Capitan Uncino stando però attenta a non parlargli dei luoghi in cui era stata nascosta e in modo particolare dell'albero.

<< Non c'è...nient'altro? >> le domandò curioso

<< No. >> rispose sicura

<< Capisco... >> in quell'esatto istante Ryan entrò con una tovaglia e rapido la porse alla ragazza che si affrettò ad asciugarsi i capelli.

<< Va meglio adesso? >> le chiese il bruno

<< Beh mi servirebbe una spazzola... >>

<< Seguimi allora, devo averne una nella mia camera. >> le prese la mano e subito lei arrossì lasciandosi portare nella stanza del ragazzo.

Non era troppo grande ma sembrava pulita e in ordine. Si sedette sul letto a una piazza che stava poggiato lateralmente al muro mentre lui cercava probabilmente una spazzola nella cassettiera frontale a lei.

Dopo un po' la trovò e si sedette accanto a lei cominciando a spazzolarle i capelli

<< Posso fare benissimo io! Non devi per forza distur >>

<< Non mi disturbi, e poi hai dei bei capelli...mi chiedo come abbiano fatto a rimanere puliti e morbidi in questo periodo. >>

<< Peter mi ha detto gli ingredienti per fare uno shampoo anche migliore di quelli che si usano...sulla Terra. >> quella frase le aveva fatto venire nostalgia di casa...Chissà come stavano i suoi cugini sempre pronti a saltarle addosso alla prima occasione.

<< Peter dici? >> forzò la spazzola per sbrogliare un nodo

<< Ahi! >> fece toccandosi i capelli ancora umidi << Sì... >> rispose poi

<< Immagino che piangevi per lui... >>

<< In realtà... >> cominciò abbassando la testa << In realtà no. >> continuò

<< E allora per chi? >>

<< ...Beh io... >> fece un profondo sospiro prendendo a morsi le labbra << Mark. >> sussurrò

<< Chi? >>

<< Mark...è un dei Bimbi Sperduti. Che poi non è tanto un “bimbo”... >> mimò le virgolette accennando appena un sorriso

<< Oh mi sembra...aspetta...che sia... >> smise di spazzolarle i capelli per assumere uno sguardo perplesso e subito lei cominciò a chiamarlo

<< Ryan! >>

<< Eh? Sì scusa. >> riprese a fare quello che faceva precedentemente

<< Pensavi a qualcosa? >> gli chiese

<< No no...nulla. >>

In realtà Ryan aveva il sospetto di conoscere quel Mark, perché proprio qualche giorno prima si era scontrato con qualcuno sull'Isola di non troppo piccolo...e dato che oltre ai pirati, Trilly e Pan c'erano solo i Bimbi Sperduti allora il ragazzo di cui aveva parlato Alex doveva per forza essere lui.

Gli aveva detto di stare alla larga dalla mora e che da lei non avrebbe ricevuto nessuna informazione oltre che il suo grande amore per Peter Pan ma a quanto pareva...non era per lui che piangeva ma per quel Mark.

****

L'indomani mattina Alex si svegliò nella stanza di Ryan sul suo letto, per quanto ricordava lui aveva dormito in un sacco a pelo per terra e infatti lo trovò a dormire dove l'aveva lasciato.

Si mise seduta per stiracchiarsi e a quel punto il ragazzo aprì gli occhi

<< Giorno. >> disse lui mettendo le mani dietro la testa

<< Ciao... >> ricambiò la mora mordendosi le labbra

<< Vieni, andiamo a mangiare. >> il ragazzo balzò in piedi e afferrandole il braccio la portò in una sala dove alcuni pirati stavano mangiando nel modo più disgustoso possibile.

C'era chi si leccava il cibo buttandolo poi a terra, chi si metteva insalata e carne nella bocca senza frenarsi, chi prendeva a morsi cosce di pollo lasciando solo qualche osso e chi addirittura ingurgitava persino quelli.

La ragazza fece un verso di disgusto e Capitan Uncino vedendola si alzò urlando

<< SILENZIO! >> sbattè l'uncino sul tavolo << Abbiamo una signorina a colazione e non voglio che si accorga dello schifo che siete! >> continuò facendo poi un sorriso alla ragazza << Prego siediti accanto a mio nipote. >> .

Ryan le scostò la sedia per farla sedere e dopo si sedette sulla sua offrendole un piatto con marmellata e toast

<< Ma dove trovi qui marmellata e toast!? >> chiese stupita lei

<< Non qui, ma a casa mia. >> rispose.

Entrambi si affrettarono a fare colazione e poi andarono sulla terra ferma.

Ryan restò a guardarla per qualche istante senza un motivo preciso.

<< Ci sai fare con la spada? >> le domandò ad un certo punto indicando quella che aveva infilzata nei pantaloncini

<< Hm? >> fece << Questa? >> chiese prendendola, lui annuì << Diciamo che è più un pugnale però...sì me la so cavare. >> il ragazzo estrasse da una fodera la spada molto lunga e avvicinandosi a lei le alzò il mento con la punta

<< Facciamo una scommessa... >> cominciò a dire << se vinci ti darò un bacio... >>

<< E che premio sarebbe!? >> chiese spostando la punta della spada dal suo mento

<< Vuoi dirmi che non hai mai desiderato di baciarmi? >> sembrava sorpreso e lei scosse la testa

<< No, mai! >> confermò inarcando un sopracciglio

<< Pff...non ci credo, tutte vogliono darmi almeno un bacetto sulla guancia! >>

<< Beh io sono io, non sono “tutte”. >> mimò le virgolette quasi indignata

<< E allora che cosa vorresti? >>

<< Mmm... >> assunse uno sguardo pensante fino a quando non trovò un premio adatto << La marmellata che ti sei portato. >>

<< Cosa?! Davvero non vuoi nulla da me? >> domandò scettico

<< Ehm...sì, davvero. >>

<< Oh...comunque dicevo, se vinci tu ti prendi la mia marmellata ma se vinco io... >> fece un sorriso maligno << dovrai dirmi dov'è la dimora di Pan. >>

<< Cosa?! No! >> gridò lei stringendo i pugni

<< Queste sono le regole della scommessa! >>

<< Beh allora non voglio duellare! >> si voltò dall'altra parte riponendo il pugnale mentre il ragazzo si avvicinava a lei

<< Hai paura? Povera piccola...ti capisco. >>

<< Cosa? Io paura? Scherzi vero!? >> si scostò dalla sua presa guardandolo negli occhi

<< Non preoccuparti nessuno verrà a sapere che sei ancora una piccola bambina che ha paura di perdere... >>

<< Smettila! Il bambino qui sei tu che cerchi di convincermi con questi metodi! >>

<< No no sei tu che hai paura di perdere! >>

<< Falso! >>

<< Vero... >>

<< Falso! >>

<< Mi spiace ma è vero! >>

<< Falso! >>

<< Non devi prendertela tutti hanno pau >>

<< E va bene! Tira fuori la spada! >> gridò lasciandosi convincere

<< Sei sicura piccoletta? >>

<< ...Sono sicura. >> confermò

<< Va bene... >> Ryan estrasse la spada sorridendo compiaciuto << Oh dimenticavo, oltre a dirmi dov'è Pan avrò un bonus. >>

<< Bonus? Che genere di bonus? >>

<< Qualcosa che ti dirò in quel momento...e la stessa cosa vale per te ovviamente. >>

<< ...Okay. Iniziamo adesso. >> anche Alex prese il pugnale e stringendolo forte aspettò che lui facesse la prima mossa.

Le puntò la spada contro per poi cercare di colpirla ma lei riuscì a deviare il colpo ritrovandosi faccia a faccia con lui, le uniche cose che li dividevano erano il pugnale e la spada che si respingevano a vicenda. Finalmente lei lo spinse facendogli strisciare i piedi a terra

<< Non te la cavi poi così male! >> esclamò lui facendole segno di “ok”

<< Grazie, neanche tu. >> ricambiò rimanendo in posizione di difesa

<< Peccato solo che devo essere sempre io ad attaccare! >> e dicendo questo corse rapido verso di lei con la punta della spada puntata contro il suo petto ma la ragazza riuscì a scampare il pericolo solo per pochi centimetri e la spada si conficcò nel tronco di un albero.

Alex sgranò gli occhi

<< Fai sul serio?! >> era più un'esclamazione che una domanda

<< Naturalmente. >> rispose lui guardandole la maglietta che ormai era stata tagliata

<< Allora farò lo stesso anch'io. >> fece per infilzargli il pugnale nella schiena anche se lui si spostò prima di ricevere il colpo lasciando la spada nel tronco che poco dopo venne recuperata da lei << E ora? >> gli chiese puntandogli la spada nelle parti basse

<< Non ci provare! >> balzò indietro stando così schiena a schiena con il tronco di un albero

<< Beh magari non proprio lì... >> la ragazza si avvicinò a lui puntandogli la punta della spada al petto << La finiamo qua? >>

<< Non è un po' presto? >> domandò sarcastico afferrando la lama e trascinandola a se ebbe a pochi centimetri di distanza il viso della ragazza << E poi io ci tengo a quel bonus. >> sussurrò spingendola via.

La vide distesa a terra e quando fu accanto a lei gli puntò la spada al cuore e lei tirandolo a se fece lo stesso

<< Come mai t'interessa tanto? >> chiese ansimando

<< Perché io desidero tanto un bacio da te. >> .

Alex spalancò gli occhi sorpresa.

 

 

 

Nota dell'autrice: Rieccomi e questa volta in tempo! Questo capitolo mi piace perché finalmente c'è un duello e aspettavo da tanto tempo di scriverne uno! A voi che ve ne pare? Per favore fatemi sapere una vostra opinione!

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Capitolo 14
*** Domande. ***


Spalancò gli occhi sorpresa.

Davvero quel ragazzo voleva un bacio da lei? Beh in ogni caso Alex non aveva intenzione di darglielo ma se non si sarebbe arresa l'avrebbe uccisa, era certa che ne era capace.

«Allora? Che hai scelto? Perdere o morire?» chiese con un sorrisino compiaciuto stampato sulle labbra, quelle che avrebbe dovuto sfiorare...

<< Non hai messo in considerazione vittoria schiacciante! >> esclamò pressando le mani a terra per dare un calcio al ragazzo che venne scaraventato via sbattendo in un albero

«In effetti...» sussurrò lui posandosi una mano sui folti capelli ricci. Lanciò uno sguardo alla spada caduta a qualche metro di distanza da lui e la stessa cosa fece lei correndo così per prenderla ma lui fu più veloce e l'afferrò puntandola alla sua gola

«Forza, dammi il pugnale», le ordinò serio

«Non ci contare troppo Ryan, piuttosto tu dammi la tua spada» rispose altrettanto sicura

«Fino a prova contraria tu rischi di essere ferita»

«Ecco la prova contraria!» esclamò pestandogli il piede e levandogli la spada dalla mano gliela puntò al petto

«Hai mai ucciso?» le domandò tranquillo

«In realtà no...» rispose contrariamente insicura

«E perché dovresti farlo ora?»

«Perché altrimenti lo fai tu...»

«Già che sciocco». Si avvicinò a lei abbassando la punta della spada e sorrise

«Guarda» cominciò a dire «Tremi tutta.» concluse soddisfatto

«Sta zitto» farfugliò a denti stretti

«Arrenditi o dovrò ucciderti io.»

«Sta zitto, zitto, zitto!» urlò allontanandosi e gettando a terra l'arma cominciò a pestarla

«Smettila non ha senso quello che stai facendo»

«TI HO DETTO DI STARE ZITTO!». Lo afferrò per la giacca per poi lasciarla e prenderlo a pugni

«Perché non ti difendi eh? Avanti!»

«Smettila» disse senza provare a fermarla anche se dopo altri pugni le afferrò il braccio «Mi fai solo ridere» la spinse facendola cadere a terra e prese sia il pugnale che la spada. Li lanciò il più lontano possibile per poi avvicinarsi a lei e afferrarle il mento

«Prima il bonus, poi mi dici dov'è Pan» fece per baciarla poi si fermò «Anzi no. Voglio sapere se un bambino può essere geloso della sua fidanzatina.». La tirò su per unirle le mani dietro la schiena e legarle insieme con una corda che aveva appena preso dalle tasche

«Allora, dov'è?» chiese senza lasciarla

«Seguimi, ti ci porto io.» mormorò calando la testa abbattuta

«E' stato fin troppo facile» disse soddisfatto e cominciando a seguirla.

 

Peter Pan era appena tornato dalla ricerca di Alex insieme ai Bimbi Sperduti, Mark era andato chissà dove senza nemmeno avvisarlo, possibile che non avesse rispetto nemmeno per una ragazza così dolce?

Beh forse non era il massimo della bontà ma aveva qualcosa di speciale...forse quel suo modo di essere gentile e menefreghista allo stesso tempo.

Comunque di certo non era come Wendy, due persone completamente diverse.

La Darling aveva i capelli di un castano molto chiaro quasi biondo e due splendidi occhi azzurri, Alex invece aveva capelli neri e occhi grigi che nonostante quel colore tanto cupo la illuminavano. Inoltre la castana era sempre dolce e sentimentale, lei invece non gli dimostrava molto affetto...forse non gli voleva bene quanto lui ne voleva a lei?

Ma perché tormentarsi?! In fondo era solo una femmina, e se voleva rimanere giovane non poteva certo stare a pensare alle ragazze!

In ogni caso doveva trovarla, cosa avrebbe detto ai suoi zii quando...quando lei sarebbe dovuta ritornare sulla Terra.

Sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, Wendy l'aveva lasciato perché le mancava la famiglia e di sicuro la stessa cosa avrebbe fatto Alex che d'altronde non era poi tanto affezionata a lui...

Bah le donne.

Valle a capire quelle creature sempre isteriche ma costantemente sentimentali, capaci di farti dimenticare le tristezze della vita e che spesso con un solo caldo abbraccio ti fanno capire che c'è sempre qualcuno ad aspettarti dietro la porta di casa...riusciva ancora a sentire le calde braccia della mamma.

Si prendeva cura di lui come se fosse un prezioso diamante insostituibile e gli donava tutto l'affetto che poteva...niente a che vedere con il padre, sempre a lavoro e costantemente impegnato.

Ecco cosa non voleva diventare, un uomo.

Gli uomini crescono e non possono più vivere la vita, se hanno figli non li curano e se ne fregano altamente della moglie, come faceva suo padre.

Peter però non sapeva che invece esistono uomini adulti capaci di donare tanto affetto come le mamme. Non sapeva quanto fosse bello per Alex il caloroso e forte abbraccio del papà capace di farla sentire al sicuro...quel corpo muscoloso anche se in realtà gracile che le piaceva tanto stringere per ricevere amore.

E se lui avesse avuto un figlio?

Spesso si faceva la stessa domanda, magari un piccolo bimbo con Wendy...un marmocchio urlante capace di far svenire qualcuno a causa della puzza dei propri bisogni...

Però i bambini non erano solo questo, e lui lo sapeva bene. Fingeva di non interessarsi a loro ma in realtà gli sarebbe piaciuto tanto avere tra le braccia il sangue del suo sangue...ma scacciava via quel pensiero pensando di essere troppo sdolcinato ed eccessivamente sentimentale.

Uscì dall'albero sgranchendosi le gambe e si guardò attorno. Non c'era l'ombra di Alex, ne tanto meno il corpo. Spiccò il volo per tranquillizzarsi, il pensiero si rivolse a Trilly che ultimamente non si faceva più vedere troppo...che stranezza, di solito gli stava sempre appiccicata e s'ingelosiva al minimo complimento che gli facevano le sirene.

Sirene già...forse doveva andare da loro dato che almeno lì tutte lo consideravano speciale.

Ma proprio mentre si dirigeva alla laguna udì una voce piuttosto familiare e si accostò ad una nuvola osservando la scena

«Su veloce!» urlava un tipo dai capelli neri ad una ragazza del suo stesso colore...

«Alex!» esclamò e vedendola in difficoltà fece per volare in picchiata verso di lei ma questa si accorse della sua presenza ed urlò

«No! Va via!». Sfuggì alla presa del ragazzo avvicinandosi ad uno scoiattolo per scacciarlo, Peter capì.

Probabilmente il tizio lo cercava perciò si nascose dietro ad un albero ma non poteva ugualmente lasciare che Alex rischiasse per lui...forse il fatto che lo stesse facendo dimostrava che gli voleva bene!

No si stava facendo sicuramente un opinione sbagliata, magari lo stava solo proteggendo per ringraziarlo dalle volte in cui l'aveva salvata.

Comunque decise di seguirli nascondendosi dietro ad ogni albero che vedeva, quando i due si fermarono si abbassò stando dietro ad un cespuglio.

«Ecco, là c'è una roccia, sotto il passaggio per entrare nella tana di Peter Pan» la ragazza indicò con la testa un sasso molto grande e l'altro la lasciò dirigendosi verso di esso cercando in seguito di sollevarlo.

Alex si guardò attorno forse per cercare proprio Peter e quando si accorse di lui gli sorrise

«Ti ho protetto, visto?» gli disse soddisfatta di se stessa. Il ragazzo annuì.

 

«Ehi ma qui...» Ryan buttò a terra il sasso che aveva appena sollevato «non c'è nulla!» esclamò voltandosi verso la ragazza che aveva un sorrisetto stampato in faccia che aveva tutta l'aria di chiedergli “Ma va?” così perdendo le staffe si avvicinò a lei afferrandola per le spalle «Mi hai imbrogliato! Stupida ragazzina!» urlò scuotendola

«Non potevo tradirlo, lui si fida di me.»

«Brutta stupida!» gridò il ragazzo prendendola a schiaffi «Non dovevi!» continuò senza fermarsi un istante.

Alex sentiva di meritarsi di essere maltrattata, qualcosa le diceva che aveva sbagliato tutto.

Beh certo, aveva salvato Peter ma in ogni caso era stata ingiusta con lui. L'aveva ignorato quando questo le rivolgeva tutte le attenzioni possibili, lo aveva lasciato solo quando lui era rimasto a ballare con lei...

In fondo se non avesse perso le staffe in quel momento sarebbe stata nell'albero con la coscienza pulita perché avrebbe già detto a lui quello che provava...però era anche vero che il bacio di Mark le aveva confuso le idee.

Peter, Mark. Mark, Peter.

Cosa la portava ad essere indecisa tra i due?

Anche Ryan però sembrava attirarla...ma non era la stessa cosa.

 

Peter non ce la faceva più, non poteva sopportare che un pirata prendesse a schiaffi la sua Alex!

Sfilò dalla tasca il pugnale e a passo svelto e pesante si avvicinò al bruno minacciandolo

«Peter Pan finalmente!» esclamò quello lasciando Alex che cadde a terra

«Come puoi prendertela con una ragazza!» urlò guardandola

«Me lo chiedo anch'io. Con una come lei poi...però sai com'è, quando si perdono le staffe...»

«No, non so com'è» disse serio

«Non ti va di scherzare? Come ti capisco povero Pan...vedere la tua fidanzatina tra le braccia di un altro è brutto.»

«Veramente tu la stavi schiaffeggiando!»

«Sì ma era comunque nelle mie braccia! E poi qualcun altro te la toccata...o meglio, l'ha baciata prima di te.» lui fece un sorrisetto malvagio che fece rabbrividire Peter...o forse era più quello che aveva detto che l'aveva fatto inorridire

«...Cosa?» domandò appena in un sussurro

«E' stato Mark.»

 

 

 

 

Note dell'autrice: Eccomi con il nuovo capitolo, questa volta ho cercato di rendere la cosa più seria perché mi è venuta voglia di farlo...non so il motivo preciso! Recensite per dirmi come vi è sembrato e per avvisarmi di errori non avvistati, grazie!

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Capitolo 15
*** Sulla nave di Capitan Uncino. ***


«E' stato Mark.» disse divertito Ryan. Peter non seppe più resistere, corse verso di lui dandogli un pugno alla mascella che comunque andò perso perché quello lo scansò, di conseguenza si sbrigò a buttare a terra il biondo e prendere una corda dalla tasca

«No! Ryan fermati!» urlò prendendogli il braccio per bloccarlo dopo essere riuscita a slegarsi

«Lasciami! Non sarò buono con te, mi hai ingannato!»

«Io voglio bene a Peter e non potevo permettere che gli accadesse qualcosa di orribile!»

«Preferisci Mark, perciò è lui che devi difendere dato che presto farà la sua stessa fine!»

«Che cosa!? No!» Peter dette una testata al bruno che dal dolore fu costretto a portare le mani alla testa lasciando così che il ragazzo potesse alzarsi e puntargli il puntale al collo

«Vattene prima che mi penta di averti dato un'opportunità» disse nervoso

«Credi che mi arrenda così facilmente?»

«Fallo o sarò costretto a strapparti le tonsille con un solo movimento»

«Me le hanno levate quand'ero bambino, quindi non puoi»

«DEVI ANDARTENE!» gridò il biondo alzando l'arma indirizzandola poi alla schiena dell'altro

«NO PETER NO!» Alex afferrò il polso del ragazzo appena in tempo, per poco la punta della lama non avrebbe lacerato la pelle di Ryan e non poteva permettere che il bambino più amato delle favole diventasse un assassino.

«Scusa» mormorò Peter con voce tremante

«Non è nulla, è finita bene.» rispose tirando indietro le lacrime e guardandolo gli fece un sorriso

«Non finché questo idiota cercherà di catturarmi...»

«Misura le parole piccoletto!» il bruno balzò in piedi «Ascolta, non era una questione personale fino a quando non ho conosciuto lei...» guardò Alex che spalancò la bocca «prima infatti cercavo solo di ottenere la mia eredità.»

«Eredità? Quale eredità?»

«Sapete, mio zio possiede tanto oro, non per nulla è un pirata! Però finché non ti cattura non torna a casa e finché non torna a casa non invecchia troppo...in questo modo non riuscirà a scrivere il testamento e di conseguenza se muore io non avrò i soldi che mi spettano.» spiegò senza battere ciglio.

«Approfittatore della morte altrui! Sei una persona orribile!» disse Alex stupita

«Poco fa hai detto che prima non era una questione personale...ma ora perché dovrebbe esserlo?» domandò Peter

«Ma è ovvio, Alex. Lei era innamorata di te, adesso invece preferisce quel Mark...cambia facilmente i sentimenti! Il fatto che prima teneva molto a te mi faceva imbestialire. Comunque adesso che sai tutto Alex, dovresti aiutarmi a catturarlo facendo così che io riesca ad ottenere la mia eredità e perciò diventerebbe anche tua.»

«Sei un pazzo se credi che io faccia una cosa simile per soldi!»

«Tu eri innamorata di...me?» il biondo era rimasto sorpreso da quella dichiarazione «Perciò se io me ne fossi accorto tu non avresti passato del tempo con Mark e di conseguenza non ti saresti innamorata di lui...io quindi ti avrei avuto tutta per me!»

«Non sono un oggetto!»

«Smettila, qui la tua parte non è quella della povera ragazza contesa da tutti, ma la cattiva che viene catturata» disse ironico il bruno

«Eh?» fecero gli altri due poco prima che il ragazzo saltasse addosso a Peter per stordirlo del tutto con un sasso. Alex riuscì a capire poco, perché subito dopo anche lei svenne dopo aver sentito un forte dolore alla testa.

 

Mark faceva avanti e indietro per la stanza dentro l'albero, si chiedeva quando Peter fosse tornato perché di sicuro Alex era con lui.

E se avesse già dimenticato quello che si erano detti? No non era possibile, era persino scappata e tutto a causa di quella discussione! O forse per colpa sua...

Sì, Mark credeva di essere il campione degli idioti.

Finalmente si fermò uscendo così dall'albero ritrovandosi sull'erba fresca, poco dopo vide una luce avvicinarsi verso di lui in fretta e furia così dopo aver capito cosa fosse mise le mani verso di essa.

«Trilly, hai visto Alex?» la fatina si mise in piedi sulle dita del ragazzo e annuì ansimando, poi con l'indice della mano formò un uncino e posò il palmo dell'altra sull'occhio

«Pirati? Uncino!?» domandò mettendosi dritto per guardarsi attorno mentre la bionda annuiva «Io corro sulla nave, tu mi segui?» la piccoletta fece sì con la testa un'altra volta spruzzando poi della polvere magica sul ragazzo «Dici che è meglio volare?» lei non rispose ma quando Mark si ritrovò a galleggiare nell'aria capì di quanto fosse positiva la risposta e volando il più veloce possibile si diresse verso il vascello pirata di Capitan Uncino.

 

Alex aprì gli occhi ma per vedere qualcosa li dovette socchiudere

«C'è nessuno?» chiese alzandosi. Quando fu in piedi si accorse di essere circondata da barili di legno probabilmente pieni di liquore, vino e birra dal momento che del liquido di diverso colore gocciolava da alcuni rubinetti attaccati al legno degli oggetti.

Fece per camminare ma si bloccò nello stesso istante in cui udì un rumore di catene, così capendo di non potersi muovere provò a toccarsi i piedi però anch'essi erano legati da una corda meno resistente del metallo ma ugualmente impossibile da sciogliere senza un buon coltello che la tagli.

Da fuori provenivano urla entusiaste e frasi di diverso genere ma in modo particolare somiglianti a “Possiamo saccheggiai come prima!” che d'altronde erano grammaticalmente sbagliate una peggio dell'altra. Probabilmente si trovava nella stiva della nave dei pirati di Capitan Uncino, e a portarcela doveva essere stato Ryan.

«Stupida! Forse avrei dovuto scappare insieme a Peter senza stare a sentire le sue spiegazioni!» solo dopo quella frase si ricordò del ragazzo cominciandolo così a chiamare «Peter sei qui!? Peter!» non si fermava, forse era con lei nella stiva ma era ancora svenuto e perciò non poteva sentirla.

Poi però udì la sua voce provenire da fuori

«Lasciatemi canaglie! Uncino me la pagherai quando i Bimbi Sperduti verranno a salvarmi!» sì era proprio lui. Poggiò l'orecchio al muro forse pensando che in quel modo avrebbe ascoltato meglio

«I Bimbi Sperduti? Quei poveri piccoli marmocchi? Loro ti stanno per raggiungere...anzi no. Sono già qua.» udì delle voci maschili più piccole e stridule che urlavano aiuto, così capì che anche i Bimbi Sperduti erano stati presi.

«Ammettilo Peter Pan, questa volta ho vinto io» disse fiero Uncino

«Non finché ci sarà Trilly!» delle risate echeggiarono fino a dove si trovava lei

«Campanellino intendi? Quella piccola fatina? Certo che sei proprio uno stupido ragazzo mio»

«Zio non parlava solo della fata, c'è anche un certo Mark che dovremmo catturare prima che possa raggiungere la nave a piedi» affermò Ryan, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.

«Che male potrà mai fare? Lui è unico e solo, noi siamo in cento.»

«No zio, ne hai uccisi circa la metà da quando siamo qui, e non credo che avessi più di duecento pirati.»

«In ogni caso sappi che noi siamo molti più di lui, non avrà chance» confermò l'uomo divertito

«Basterei solo io per batterlo, lo ucciderò senza alcuna pietà. Permettimi di farlo, è un mio desiderio.»

«Come preferisci...allora vai adesso a fermarlo, nemmeno per dover farmi fare un'altra volta le vele»

«Certo zio, ci vediamo» e dicendo questo la ragazza udì dei passi proprio sopra di lei, poco dopo una botola si aprì e vide il moro raggiungerla a passo svelto e soddisfatto.

«Sei contenta di essere qui?» le domandò inginocchiandosi davanti a lei

«No per niente! E lascia stare Mark! Lui non c'entra nulla!» rispose scontrosa la ragazza

«Invece c'entra, se quei due schiattano io ti avrò tutta per me...non sei contenta?»

«No»

«Perché mi tieni il broncio? Fammi un sorriso su!» la pregò prendendole il mento ma Alex scosse la testa

«Non posso essere felice se uccidi il mio mito delle favole e la persona a cui tengo in modo particolare! E mi spieghi come faccio a ridere con le catene ai piedi!?»

«Oh già quella è una piccola precauzione...non vorrei che ti facessi ammazzare dai pirati nel tentativo di aiutare i tuoi amichetti» spiegò il ragazzo prendendole nuovamente il mento per qualche istante «Ora vado, Mark mi aspetta» le dette un bacio sulla guancia per poi cominciare a guardarla.

 

Sì pensava che fosse bella e forse anche astuta, per sicurezza gli avrebbe dato in quell'istante il primo vero bacio...forse poteva anche essere l'unico e ultimo.

 

«Non toccarla, giuro che questa è la volta buona che ti rompo quella mascella»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi anche se in ritardo! Ma mi sembra palese che il motivo siano state le vacanze di Pasqua, infatti non ci sono stata perciò non ho toccato computer e quindi non ho potuto scrivere il nuovo capitolo ma adesso eccolo! Ho notato che negli altri sbaglio spesso facendo errori che mi fanno sentire una stupida asina, per questo ho deciso che anche se la cosa mi annoia a morte leggerò i miei capitoli prima di pubblicarli (non so perché ma quando li finisco di scrivere leggerli mi da fastidio mentre già dal giorno dopo li leggo per ore e ore!)

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Capitolo 16
*** Sparo ***


Sparo.

 

« Non toccarla o giuro che questa è la volta buona che ti rompo quella mascella. »

Alex rimase ferma e immobile più di quanto già non lo fosse.

Era lui, proprio dietro a Ryan. Capelli biondi, occhi verdi e la carnagione chiara.

« Che coraggio, attaccare alle spalle! » esclamò il bruno sorridendo

« Vedi di lasciarla invece di preoccuparti del mio coraggio! » gli ordinò stringendo la presa del collo

« Non vedo perché dovrei. »

« Perché altrimenti sei morto, semplice no? »

« Affatto. » rispose pestandogli il piede obbligandolo così ad indietreggiare.

Prese la spada che aveva nel fodero e la puntò contro la sua gola.

« Stai attento a quello che fai. » disse freddo assumendo un'espressione soddisfatta « Tu, tieni questa chiave e leva le manette. » tirò l'oggetto a terra e la ragazza svelta lo afferrò infilandolo nella toppa per poi girarlo in senso orario. Fece la stessa cosa con l'altra manetta ritrovandosi così libera.

Si toccò i polsi più volte, ancora erano rimasti segnati e poteva sentire il tocco freddo e duro dell'acciaio.

Ryan veloce spezzò le corde con la spada per poi puntarla nuovamente sul biondo che aveva stampato un sorrisetto strafottente sulle labbra.

« Che c'è di divertente in tutto ciò? » gli chiese irritandosi

« Sei veramente capace di uccidermi? »

« Tu non mi conosci. Non sai dove ho vissuto io. »

« Dove, sentiamo! »

« Hai mai sentito parlare della criminalità organizzata? Beh io sono nato con la pistola in mano, la prima volta che ho ucciso qualcuno avevo solo sette anni. Mio padre adesso si trova in carcere per spaccio di sostanze stupefacenti, naturalmente ho intenzione di liberarlo dal momento che senza di lui la mia famiglia non conta niente. E per farlo è bene pagare senza creare altri danni. Per questo ho bisogno dell'eredità di mio zio, ma non vuole lasciarmela dal momento che finché non cattura Peter Pan rimane qui. » sembrava divertito nel raccontare tutte quelle cose. Adesso entrambi sapevano il motivo della sua voglia irrefrenabile di catturare il biondo come lo zio.

Eppure Alex aveva smesso di provare rancore per lui non appena aveva terminato di parlare.

Persone simili non sono da emarginare o da rinchiudere in carcere, bensì da aiutare per far sì che la loro vita venga ricostruita in un modo migliore.

Questo era il suo pensiero fin da quando aveva cominciato a capire come girava il mondo.

« Che c'è, adesso non parli? » gli chiese il bruno tornando poco dopo alla sua espressione fredda.

Gli fece segno di girarsi e spingendolo con la punta della spada gli fece capire di camminare in avanti fino a che non si trovarono fuori dalla stiva.

« Alex! » la chiamò Peter legato a terra.

Provò tanta compassione per lui, avrebbe voluto vederlo volare e uscire la lingua ad Uncino che questa volta avrebbe sicuramente vinto.

« No...non può andare a finire così! » urlò con le lacrime agli occhi « Non è giusto! Se c'è una cosa che le favole mi hanno insegnato è che il bene vince sempre! E adesso...nulla può cambiare! Anzi, non deve cambiare niente! » continuò senza riuscire a calmare i battiti cardiaci.

Era troppo nervosa per smettere di piangere, sentiva la gola, il petto e i polsi scoppiarle...

Non doveva finire così.

Saltò addosso a Ryan facendogli cadere la spada lontano da lui, Mark svelto la prese rimanendo poi in posizione di difesa mentre gli altri pirati avanzano verso di loro con le armi più pericolose che possedevano.

Lo tenne fermo anche se lui si dimenava, poi il biondo gli puntò la spada al petto.

« Se fate una mossa sbagliata lo ammazzo! » gridò.

Tutti guardarono Capitan Uncino che alzò le spalle.

« Mi levo una seccatura, in fondo lui vuole soltanto la mia eredità e poi...è un così lontano parente che non posso nemmeno considerarlo tale! » esclamò lui facendo una smorfia di finto dispiacere.

« Cosa!? » Alex sussultò « Come puoi dire una cosa del genere?! E' praticamente tutto merito suo se adesso Peter Pan è legato come un salame! Da solo non ce l'avresti mai fatta! E adesso, parli di lui come un'inutile canaglia!? » guardò sprezzante il capitano indifferente alle sue parole « Bene! Sappi soltanto che perderai! Non importa quanto possano essere muscolosi i tuoi pirati! La forza di volontà vale di più! Il coraggio vale di più! Il desiderio di vittoria schiacciante vale invece meno di quanto tu possa credere! La vendetta poi...non è fatta per noi umani! Soltanto perché hai perso la mano ciò non significa che sia una cosa brutta, anzi! Pensa a quante cose puoi fare con il tuo uncino...pensa a quante volte lo usi! »

« Hai ragione...ma sai perché oggi l'ho preso d'oro? » domandò avvicinandosi a Peter

« Perché? »

« Perché è perfetto per uccidere Pan! » urlò prendendolo e puntando la punta alla sua gola « E ora basta parlare. Prendeteli, legateli e gettateli in pasto al coccodrillo! » ordinò ai suoi pirati che velocemente avanzavano verso di loro minacciosi.

« Fermi...a-aspettate! » balbettò lei « Non vedete che fate tutto quello che vi dice? Siete per caso dei burattini? »

« Se non facciamo quello che ci dice lui veniamo uccisi! » rispose uno in mezzo alla folla appoggiato da tutti gli altri mentre un mormorio si alzava nell'aria.

« E da chi? Se vi ribellate tutti nessuno potrà farvi nulla! Anzi,voi risultate più forti perché siete in tanti! Non credo che Spugna sia capace di ammazzarvi tutti uno alla volta! » spiegò.

Tutti i pirati si voltarono verso il capitano e il suo scagnozzo più fedele che cominciò a tremare nascondendo la testa dentro al cappello.

« Dimenticate che siete uomini d'onore!? » protestò Uncino

« Siamo pirati! Non uomini d'onore! »

« E i soldi? Il tesoro? Non pensate a quello? » domandò ancora assumendo un'espressione cattiva sul volto.

Si voltarono nuovamente verso gli altri tre che avevano definitivamente perso ogni speranza.

« Beh...almeno ci hai provato. » la consolò Mark poggiandole una mano sulla spalla

« Ti sembra il momento adatto!? »

« Tu sta zitto! Ricordati che tengo io la spada dalla parte del manico! » lo zittì.

In quell'esatto istante un urlo echeggiò per tutta la nave seguito da un

« Ti ho fregato, stoccafisso! » che fece alzare a tutti la testa.

« Peter! » lo chiamarono i tre vedendolo arrivare verso di loro

« Trilly è stata geniale! » esclamò lui guardando la fatina proprio sulla sua spalla che alzò la testa in segno di vanto.

« E adesso? » chiese lei guardandolo

« E adesso diamo da mangiare al coccodrillo. » rispose compiaciuto guardando Trilly che volò via.

« Prendetelo! » gridò Uncino indicando il biondo che cominciò a volare sopra ai pirati con le punte delle sciabole rivolte verso di lui.

« Non mi prenderete mai! » e uscendo la lingua fece strani versi per lui divertenti.

« Noi intanto non possiamo star fermi! » esclamò la ragazza guardando gli altri due

« Hai ragione, andiamo! » Ryan afferrò una spada buttata lì a terra, Mark si preparò con quella che già aveva in mano e Alex infilò la mano nei pantaloncini.

« Te l'abbiamo sequestrato prima per precauzione. » la avvisò il bruno

« Ma fate tutto per precauzione qui!? »

« Sì. » rispose lui sorridendo.

« E che uso allora?! »

« Non lamentarti e cerca qualcosa! » le consigliò Mark prima di correre verso i pirati insieme all'altro.

Si guardò attorno, cosa poteva prendere? Di armi non c'era nemmeno l'ombra e a lei ne serviva una perfetta!

Vide che i suoi amici se la stavano cavando bene, però si accorse anche che Uncino si avvicinava sempre più a Peter Pan che era rimasto poggiato su un'asse di legno.

« Peter attento! » urlò troppo tardi. Dopo neanche due secondi il ragazzo si ritrovò disteso sull'asse completamente impotente sotto il capitano.

« Cosa posso fare...cosa faccio?! » continuò a guardarsi attorno ma niente.

Improvvisamente udì il rumore di un orologio seguito dal suon di un campanellino.

« Trilly! » la chiamò vedendola arrivare con una pistola « Vuoi che usi questa? » la fatina annuì facendole segno che l'aveva trovata su uno scatolone proprio là vicino.

Preparò l'arma puntandola verso Capitan Uncino.

Tre...due...uno...

« E se prendessi Peter? » si domandò rimanendo così bloccata.

Non aveva mai maneggiato una pistola e in più sapeva di non avere una buona mira. Inoltre i due erano talmente vicini che era molto probabile per lei centrare in pieno il biondo.

« Che faccio adesso? Sparo o non sparo? » proprio mentre se lo chiedeva qualcuno le venne addosso facendola cadere.

« Sta ferma, ci vorrà un attimo. » era una voce acuta e infantile, una voce da bambina.

In effetti le mani che la tenevano ferma erano piccole e fragili. Vide posarsi a terra un orsacchiotto di peluche riconoscendolo subito.

Il primo giorno che era arrivata sull'Isola che Non c'è aveva visto Ryan e quella bambina, probabilmente la sorella.

« Brava piccolina, adesso prendi la pistola e portala a me. » questa era la voce del bruno, facilmente riconoscibile infatti.

« Perché...pensavo fossi dalla nostra parte... »

« Il problema è che voglio troppo quell'eredità. » spiegò mettendole insieme le mani.

« Tieni fratellone! » di nuovo quella bambina, questa volta l'aveva davanti e alzò lo sguardo.

Due grandi occhi azzurri senza sfondo, freddi come il ghiaccio.

« Bene. » il ragazzo impugnò l'arma ma lei era rimasta troppo scossa per cercare di fermarlo.

Non aveva mai visto degli occhi così vuoti.

« Tre...due...uno... »

« No! » Mark gli saltò addosso nello stesso istante in cui gli era partito il colpo.

Caddero entrambi a terra e Alex alzandosi prese la pistola per evitare che ci fossero altri incidenti.

Non voleva guardare...e se l'aveva preso?

Sentì un tonfo al cuore e le lacrime che volevano uscire a tutti i costi.

« Non l'ha colpito...no. »

Si voltò verso di lui.

Era ancora disteso a terra con occhi e bocca spalancati.

E Uncino...beh, Uncino aveva appena fatto un tonfo nell'acqua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi finalmente dopo tanto tempo, il problema è che ho avuto molto da fare con la scuola ed ero rimasta bloccata in quel punto.

Non avevo fantasia, per niente a dire la verità! Ma ho capito leggendo le recensioni che la mia storia sembra piacere davvero, così ho deciso che non mi sembra giusto nei vostri confronti (lettori) far passare ancora altro tempo. Spero di non averla “scafazzata” come si dice da me, con la storia di Ryan. In fondo ho provato a pensare che prima la criminalità erano i pirati e adesso è la mafia. Per favore, recensite e perdonatemi!

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Capitolo 17
*** Alex, l'Isola che Non c'è. ***


Alex sorrise, Peter non aveva subito alcun danno.

Delle urla d'eccitazione si sollevarono dalla nave, tutti i pirati erano contenti della morte del loro capitano!

Guardò Ryan che aveva avuto la sua stessa reazione rivolta però a lei.

« Mi hai fatto spaventare! Scemo! » gridò inginocchiandosi a terra senza riuscire a smettere di ridere.

« Era proprio questo che volevo. » scherzò avvicinandosi a lei.

Le alzò il mento bagnandosi così le mani, il suo volto era pieno di lacrime ma occupato principalmente da un grande sorriso che lo fece trasalire.

« Grazie Ryan...grazie! » lo abbracciò stringendolo forte, aveva bisogno di calore affettivo, cosa che per la prima volta il bruno le aveva dato.

« Ehm...voi due ne avete ancora per molto? » era la voce di Mark che infastidito si era avvicinato a loro poggiando le mani ai fianchi.

« Oh vieni qui tu! » la ragazza balzò in piedi stringendo il biondo che diventò dello stesso colore di un pomodoro « Guardati! Sei tutto rosso! » esclamò allontanandosi da lui che le fece una linguaccia.

Guardò insù chiamando Peter che ancora scosso scese volando mantenendo la bocca spalancata.

« Uncino è...morto! »

« No! Uncino non è morto! Lo stoccafisso sì però! » lo corresse lei divertita facendogli fare un gran sorriso.

« Evviva! Non dovrò più preoccuparmi di lui! Anche se devo ammettere che un po' mi annoierò con la sua assenza... »

« Ma che dici!? E poi con Trilly e i Bimbi Sperduti ti divertirai talmente tanto che non riuscirai nemmeno a pensare a lui! » lo consolò

« Ti sei dimenticata di fare il tuo nome... » mormorò facendola sobbalzare.

Abbassò la testa voltandola dall'altra parte.

« Beh io...non l'ho dimenticato. » ammise.

Peter indietreggiò spalancando bocca e occhi.

Aveva giurato a se stesso che non avrebbe reagito male quando lei gli avrebbe detto che voleva andare via...in fondo se lo aspettava anche se sperava nel profondo del suo cuore di poter stare con lei...

Se lei...se lei andrà via crescerà, e morirà come Wendy!”

Quel pensiero lo tormentava, anche in quel momento non riusciva a far altro che pensare questo...la vita sulla Terra era così, si cresce per poi invecchiare e morire.

La gente perde la propria bellezza lì, per questo odiava quel posto.

« Tu non... » si morse un labbro, qualsiasi cosa avrebbe fatto non sarebbe stata buona per farle cambiare idea « Non ti piace qui? Vuoi andare lì...per invecchiare e morire? »

« Sì. Voglio crescere per fare nuove esperienze, per vivere la vita al massimo! » esclamò sicura strizzandogli l'occhio « E quando finalmente avrò vissuto una grande esperienza accetterò di poter finire tutto! » abbassò nuovamente lo sguardo arrossendo « E poi...non voglio rimanere sempre sola...gli amici nella vita sono importanti però...mentre prima credevo di non volere nessuno adesso...Sono convinta che una persona al mio fianco sarebbe il massimo! Con lui potrei condividere ogni cosa e divertirmi! »

« Ma ci sono io! Con me puoi condividere quello che vuoi! Anche rimanendo soltanto amici possiamo »

« Vedi!? Io non voglio soltanto un amico! » lo interruppe « Io voglio qualcuno che sia di più per me!Non è detto che trovi quello giusto ma...voglio almeno provarci! »

« Ma... » si fermò respirando profondamente, doveva rassegnarsi, niente le avrebbe fatto cambiare idea. O forse...

Un'idea c'era, e solo ora si rendeva conto che a lui non sarebbe dispiaciuto affatto...

« Allora, se proprio vuoi qualcuno che sia di più per te...se rimani qui noi due potremmo... »

Gli altri tre sobbalzarono.

« Peter tu...tu non vuoi realmente questo! » esclamò la ragazza arrossendo bruscamente.

« Invece sì! Anzi, ormai resta a te decidere! In fondo tutti e tre abbiamo bisogno di saperlo! Chi preferisci? »

« Eh? » anche gli altri due annuirono convinti facendole la stessa domanda

« Chi preferisci? »

Chi preferiva?

Che domanda, nemmeno lei era capace di darle una risposta.

Erano tutti e tre davvero carini anche se il carattere di ognuno di loro era diverso.

Peter era dolce, gentile sicuro di se, ma non sembrava essere pratico sui sentimenti.

Mark al contrario era sempre scontroso, nervoso, amante delle sfide ma qualcosa la sapeva su come comportarsi sull'amore.

Ryan invece, era un bravo attore, riusciva ad essere amabile e odioso allo stesso tempo, sensibile ed egoista, buono e cattivo, attraente e solitario.

La personalità più complicata era quella del bruno...

Ma cosa le passava per la testa!? Lei non poteva decidere!

Lei doveva soltanto aspettare che tutto accadesse solo, il problema era che il tempo non era a loro disponibile.

« Beh, non posso scegliere. Con il tempo tutto si risolverà. » disse con aria da so tutto io

« Quale tempo!? » le domandarono all'uniscono gli altri mettendola in difficoltà.

« Sta a voi capirlo, e poi io vi voglio bene tutti...non so chi sia più importante! »

« Ma che dici!? Come fai a non capirlo?! Sei proprio una scema! » esclamò Mark

« Beh in effetti comprendo che ti odio! » gli urlò avvicinandosi a lui

« Ah sì? Eppure non mi hai schiaffeggiato quando ti ho baciato! »

« E' vero! Visto che lui è l'unico che hai baciato allora non siamo in parità! E dal momento che tu non sai chi scegliere devi baciare anche noi! Così capirai che sono io quello adatto! » si vantò Ryan assumendo un'espressione altezzosa.

« Bada a come parli! Io non bacio a comando e poi scommetto che cambierei subito idea su di te! » gli gridò furiosa aprendo così un'enorme dibattito.

Ad un certo punto la bambina perse del tutto la pazienza e gli urlò di zittirsi.

« Credo che lei abbia ragione, solo il tempo sistemerà le cose quindi...dovreste tornare sulla Terra tutti quanti e quando tutto si risolverà allora ognuno prenderà le sue decisioni. »

« Cosa!? Tornare sulla Terra?! Stai scherzando spero! » protestò Peter

« Mia sorella ha ragione, è proprio quella che si può considerare una piccola genia! » la esaltò il fratello facendole farfugliare cose incomprensibili.

« Di certo non ha preso dal fratello... » mormorò Alex facendolo uscire fuori dai gangheri.

« Non ricominciate adesso! » esclamò Mark dividendoli « La piccoletta ha ragione, Peter tu che fai? » un sorriso maligno gli si formò sul volto.

Era una sfida.

Peter Pan strinse i pugni.

« Va bene, a patto di una cosa però. »

« Parla. » lo intimarono gli altri tre

« Se Alex sceglie me allora torniamo sull'Isola che Non c'è. »

« Beh...ok. Comunque ho già detto che non si tratta di scelta. » accettò la ragazza.

« Allora si parte! Ma come facciamo con questi? » chiese Peter perplesso.

Mark e Ryan si lanciarono degli sguardi complici e il biondo con un fischio fece venire Trilly verso di loro.

« Penso che il coccodrillo abbia ancora fame e si farà sentire se lo chiamiamo... » la fatina annuì convinta e in pochi minuti tutti i pirati furono giù dalla barca che nuotavano nel tentativo di scappare dall'animale.

« Bene, siamo pronti! » Peter si mise al timone e il vascello si alzò portandoli senza che se ne accorgessero sulla Terra.

 

Era sera, la nave si posò lentamente sull'acqua e scesero sul terreno.

Mark annusò l'aria.

« Da quanto tempo... » sussurrò facendo un sospiro di sollievo.

« Su sdolcinato, è già tardi e Londra di notte non è troppo sicura... » disse il bruno.

Si avviarono verso la casa della ragazza, presero un tassì e arrivarono in solo un quarto d'ora.

La ragazza fece un bel respiro e bussò alla porta.

Dopo nemmeno pochi minuti si spalancò mostrando una donna piangere.

« Alex sei tornata! » esclamò abbracciandola « Alex è tornata! Alex è tornata! » gridò mentre il rumore di passi svelti che scendevano dalle scale si sentiva sempre più forte.

In poco tempo tre bambini raggiunsero la madre stringendo la cugina.

« Jessica! Finalmente! »

« Oh Alex, Alex mi sei mancata! »

« Non riuscivo più a stare senza le tue favole! »

« E soprattutto senza quella di Peter Pan! » esclamarono in coro piangendo.

« Non c'è più bisogno che ve la racconti, cosa chiedere di meglio oltre che avere qui di presenza il personaggio preferito delle vostre favole? » domandò divertita indicando il diretto interessato.

I bambini lo guardarono sorpresi urlando di gioia quando si accorsero anche della fatina.

« Ma è vero! » gridarono

« Già! Sono proprio qui in carne ed ossa! » disse fiero di se sollevandosi leggermente da terra.

« Wow! Ma allora...ho fatto bene a non smettere di crederti! » una donna anziana si fece spazio osservando con ammirazione il ragazzo.

« Brava nonnina! » si complimentò lui sorridendo.

« E questi chi sono? » chiese la zia completamente sconvolta.

« Mark, il primo Ragazzo Sperduto, e Ryan, il pro-pro-pro nipote di Capitan Uncino che è ormai deceduto! Oh, lei è la sorellina! » spiegò Alex lasciando tutti a bocca aperta.

« Cosa ci fanno qui!? E soprattutto...sei stata con loro?! »

« E' una lunga storia zia, ma penso che potrei raccontartela davanti ad una tazza di cioccolata calda dopo aver fatto un bel bagno rilassante! »

« Sì! Come...come vuoi! »

E così, dopo una lunga discussione, i quattro ospiti rimasero ad abitare in quella casa fino a che...beh, fino a che il tempo non aggiustò ogni cosa.

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Tada!! Eccoci alla fine! Lo so, è stata pessima, ma sono fiera di me perché è la prima long-fic che finisco e anche se non è un granché sono contenta di aver ricevuto le vostre recensioni!

Ma naturalmente non posso lasciare le cose in sospeso...quindi se davvero la storia vi interessa allora dovreste seguire la seconda “serie/stagione” non lo so, chiamatela come volete! Presto la metterò e spero di non deludervi!

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito almeno in parte e che hanno recensito: Francy_love, Dream96, Gchan, _Slashe_, sunnystar, Kelsyry, KatherinPotter (che ha avuto il coraggio di leggere 16 capitoli in poco tempo!)

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