(Pre Serie) E01 - Un Nuovo Incontro

di Ambrina777
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01 ***



“Tornerò presto piccola.... tu mi raccomando non metterti nei guai! Capito?!”
Nonostante la figlia non fosse più una bambina continuava a chiamarla piccola, ma a lei questo non dispiaceva, forse proprio perchè in realtà non era mai stata una bambina.
“Ok papà... non ti preoccupare starò attenta...”
L’uomo stava uscendo dalla porta del motel quando si bloccò e si girò di nuovo verso la figlia.
“Prendi questo... potrebbe esserti utile!”
L’uomo le tirò un coltello dal fodero scuro e dopo un sorriso dolce uscì chiudendo la porta.

L’estate era in arrivo, le temperature erano già sopra la norma.
Quella stagione nel South Carolina non era male.
Ricordava di essere stata in quella cittadina da piccola, poco dopo la morte di sua madre.

Quello non fu esattamente quello che si dice un periodo felice, specie per suo padre, anche se erano separati da anni quando lei morì, lui si sentì in colpa.

La ragazza poco più che ventenne giravovagava per le strade poco sicure di Jonesville e attirava l’attenzione di tizi poco raccomandabili.
“Hey ragazzina cosa ci fai da sola in giro per la città a quest’ora della notte?!”
“Se vuoi possiamo accompagnarti noi a casa....!”
Un gruppetto di bifolchi credeva di importunarla, ma lei no badava a loro sapeva che qualcosa di più pericoloso si aggirava nella notte buia, finchè uno di quei tizi, non ricevendo risposta le si avvicinò e la strattonò per un braccio.
La ragazza lo guardò subito storto e lo avvertì prima di reagire.
“Vi conviene andarvene se non volete avere problemi”
Non era una minaccia, solo un avvertimento, che però presero per sfida.
“Hey la ragazza ha del carattere!”
L’uomo non mollava il braccio della ragazza e questa reagì come aveva imparato in quegli anni di caccia.
Sfrutto la forza e il peso dell’uomo per metterlo al tappeto.
Gli altri uomini si avvicinarono per attaccare la ragazza, ma questa estrasse il suo coltello da dietro la schiena e li avvertì nuovamente.
“Se non volete avere problemi vi conviene andarvene!”
Gli uomini ridacchiarono tra di loro e nel mentre si avvicinarono ancora di alcuni passi alla ragazza che già si preparava all’attacco diretto.
In quell’istante un urlo terrificante si fece sempre più forte nel vicolo, amplificato da un pianto straziante.
Gli uomini iniziarono subito a coprirsi le orecchie tanto il grido era forte e doloroso.
“Ve l’avevo detto che era meglio se ve ne andavate!”
La ragazza non attese un secondo di più e scappò via da quel vicolo, non era pronta per affrontare quella creatura.

I giorni successivi li passò in biblioteca a studiare alcuni vecchi libri di leggende, ma nessuno le tornò utile, così decise di chiamare un vecchio amico di famiglia.
Bobby Singer.
Non andava molto d’accordo con suo padre, ma questo solo da quando sua madre era morta, prima erano grandi amici e lei aveva passato anche qualche giorno da Bobby quando era piccola.

“Ciao Bobby sono io.... sono a Jonesville nel Sud Carolina.... sono a caccia di una creatura.... no mio padre stà cacciando un mutaforme ad un paio di ore di macchina da qui... no non ho bisogno di aiuto... ho solo bisogno di informazioni su questa creatura... Bobby sò cavarmela da sola non so più una bambina.. ho ventidue anni Bobby!”
La ragazza descrisse tutti gli indizi e quello che aveva scoperto all’uomo, che cercando tra i vari libri scoprì di cosa si trattava.
“....Banshee?... e cos’è?...... ok... e come dovrei fare per eliminarla?... cosa? ….. e dove lo trovo io un corno di bufalo delle Highland?... ok ok.....va bene... grazie mille Bobby”


La giovane cacciatrice raggiunse una città vicina a circa 20 minuti di macchina, nella speranza di trovare un antiquario o qualcos’altro che vendesse oggetti fabbricati con corno di bufalo delle Highlands.
Bobby gli aveva detto che quel materiale spesso era usato per fabbricare manici o impugnature di coltelli, ma che era una cosa abbastanza rara quindi doveva cercare in un negozio di antiquariato o qualcosa di simile, nel frattempo avrebbe cercato anche lui.
Il South Pine Antique Mall aveva molte cianfrusaglie in mostra, ma niente che potesse assomiliare a quello che le serviva, decise così di chiedere al proprietario.
L’uomo di media statura, molto magro, doveva vivere in quel luogo da tanto, la sua pelle era pallida e iniziava ad assomiliare agli oggetti delicatissimi e fragili di quel posto.
Doveva essere un tipo molto solo, non portava anelli o fedi di nessun tipo, dietro il bancone non c’erano foto di probabili fidanzate o mogli, solo foto di oggetti e quadri rarissimi.
Gli occhiali che portava cadevano precisi sul naso ricurvo, il capello nero pur l’età che iniziava ad avanzare era ben curato e raccolto da una parte da una divisa precisa.
Immaginava che il suo guardaroba fosse composto solo da camicie a quadri e maglioni a rombi.


“Salve, lei per caso possiede un coltello con impugnatura in corno di bufalo delle Highlands?”
L’uomo la guardò stranito era una richiesta alquanto strana.
“Posso vedere cosa abbiamo come pugnali... ma non saprei.. un attimo qui dovrei avere tutti i pugnali e coltelli..”
L’uomo rovistò sotto il banco e ne estrasse una scatola chiusa con un lucchetto.
“Vediamo... ho diversi coltelli con l’impugnatura fatta a mano... corno di cervo.. di montone... bufalo americano.... può andarle bene?.. come colore è abbastanza simile...”
“No... deve essere di bufalo delle Highlands”
“Posso chiederle il perchè?”
“Beh si mi scusi, non le ho detto niente, ma sa... è per mio padre colleziona coltelli e questo venerdì è il suo compleanno.. vorrei fargli una bella sorpresa...”
La ragazza mutò la voce, trasformandola in quella di una ragazzina dolce e sprovveduta.
L’uomo cambiò subito espressione e cercò di farsi più disponibile.
“.... non è proprio un coltello... però è affilato come lo fosse, in osso di bufalo delle Highlands... è un vecchio bastone da passeggio del 1600 proviene dall’Europa, lo portarono in America i padri pellegrini... è tutto in corno di bufalo e rivestito in pelle..”
L’uomo le descriveva l’oggetto nel mentre che smuoveva scatoloni su scatoloni dietro il bancone nel suo magazzino.
Dopo pochi minuti di caos, l’uomo uscì dallo stanzino con in mano un lungo oggetto avvolto in un panno rosso.
Lo poggiò con cura sul banco e piano lo mostrò alla ragazza.
Ad un primo sguardo sembrava un semplice bastone  da passeggio con l’impugnatura in osso, poi quando l’uomo glielo mostrò notò il punto di giuntura.
Fu proprio facendo forza su quel punto che dopo pochi istanti il bastone si liberò del fodero in pelle e mostrò una lama affilatissima sempre in osso di bufalo.
Lo sguardo della ragazza si accese di una nuova speranza.
“Penso che possa andar bene lo stesso... è un oggetto particolare.. molto raro.. giusto?”
“Si direi di si... però... è anche molto costoso..”
Il sorriso della ragazza di spense in un secondo.
“1000 dollari”
“Non è che... potrebbe farmi uno sconticino... sono una ragazza universitaria... e mio padre fa già fin troppo per me... vorrei ripagarlo per quello che fa..”
L’uomo mosso a compassione e anche attratto dalla giovane donna, gli concesse uno sconto.
“Posso provare a venirti incontro perchè non è in ottime condizioni... e non riesco a venderlo da anni ormai... però sotto i 700 non posso scendere”
La ragazza lo guardò da sotto le ciglia con occhi da cucciolo sperduto una lacrima scese piano sulla guancia rosea.
“La ringrazio... è stato molto gentile..”
Le lacrime iniziarono a scendere in fiumi.
“... è difficile trovare persone così gentili.. i ragazzi all’università vogliono solo sfruttarti... e poi gli amici vanno e vengono... mio padre lavora giorno e notte per mantenermi gli studi....”
Il volto della ragazza, se pur stravolto dal pianto ininterrotto, era ancora bello e perfetto.
L’uomo si sentiva in colpa per averle creato quel dispiacere.
“Senti... non fare così... posso scendere ancora un pò con il prezzo... te quanto riesce a darmi?”
La ragazza sempre tra le lacrime tirò fuori dalle tasche i risparmi di una settimana, guadagnati come barista in un locale della zona.
200 dollari, non era esattamente tutto quello che aveva guadagnato, con le mance era riuscita a prendere molto di più, però quella era la cifra che era disposta a pagare per quell’oggetto, che con tutte le probabilità avrebbe distrutto.
L’uomo li guardò attentamente, dopo pochi secondi in cui riflettè, le accordò quel prezzo.
“Lei è veramente una persona gentilissima... non sa quanto le sono grata!”
La ragazza mossa a commozione dal personaggio che stava interpretando gli si buttò fra le braccia e lo baciò sulla guancia.

Le indagini la portarono a scoprire che questa creatura o spirito uccideva attraverso il pianto.
Ne aveva avuto la prova qualche giorno prima in quel vicolo, il suo pianto era stato così straziante e forte che aveva ucciso quegli uomini.
Le rimaneva da scoprire perchè e se c’era un criterio nelle uccisioni o se erano tutte casuali.

Quella notte si recò di nuovo nel quartiere dove le morti erano state più frequenti, Bobby le aveva detto che quegli spiriti avevano origini nell’antica Scozia, e solitamente erano legati ad una famiglia, si diceva che chi vede una banshee è prossimo alla morte, ma in questo caso i morti non erano collegati da legame di parentela.
La cacciatrice ripensava a tutte le cose che aveva scoperto, mentre  si dirigeva nel quartiere.
La prima vittima era stato uomo di mezza età, un’imprenditore, lavorava nell’edilizia ed era in società con la seconda vittima.
La terza vittima era una donna giovane sui trentanni, apparentemente non aveva niente a che fare nè con l’imprenditore edile nè con il socio, poi dopo alcune indagini aveva scoperto che la donna era colei che aveva commissionato all’impresa edile di demolire una vecchia casa nel quartiere dove si stava dirigendo.

Parcheggiò la sua auto Una Ford Mustung del ‘70 di fronte alla casa, era abbandonata da tempo, i vicini sostenevano che di tanto in tanto sentivano lamenti e pianti di una donna.
Un ragazzo di notte aveva addirittura visto una bellissima donna aggirarsi nella casa, sembrava proprio la descrizione della banshee.

La ragazza entrò nella casa, passando dal retro.
Nella destra stringeva saldo il bastone di corno, mentre nell’altra una torcia illuminava gli interni della casa.
La casa era semi distrutta,  la carta da parati qua e là era stata staccata e ogni cosa era ricoperta da uno strato di polvere.
Nonostante le temperature fuori dalla casa superassero i trenta gradi all’interno a malapena arrivava a dieci.
“Forza... esci fuori...”

Alex faceva il giro del primo piano quando dei rumori al piano terra attirarono la sua attenzione.
Scese di nuovo le scale cercando di fare piano, poi in fondo alle scale un ombra le passò davanti.
La seguì, e dopo poco attaccò.
Lo scontro fu diretto, un paio di colpi e di mosse di judo l’avversario rispose ai colpi, ma il suo livello di addestramento era alto e con altre due mosse, mise al tappeto l’avversario.
Era sopra di lui, un ginocchio su petto e con la mano destra gli teneva ferma la gola e la sinistra bloccava il braccio destro dell’avversario, quando una luce di una torcia li illuminò.
“Alex?!.... Alex Taylor?!”
La ragazza si sarebbe aspettato di tutto, ma non quello che ne seguì.

“John?... John Winchester?”
L’uomo tese la mano alla ragazza che l’afferrò e si tirò su da sopra il ragazzo che aveva atterrato.
Il ragazzo rimase a terra dolorante, cercando un aiuto da qualcuno per alzarsi, che però non rispose all’aiuto.
“Che diavolo ci fai qui?... e tuo padre dov’è?”
“Stò cacciando... da sola... mio padre è a caccia anche lui!”
“E ti lascia cacciare da sola?!”
“So cavarmela...”
La ragazza indicò il povero ragazzo che adesso si era tirato su e che malconcio cercava di capire la situazione.
John non potè altro che ammettere l’evidenza e riderci su.
“Alex ti ricordi mio figlio Dean?”
La ragazza tese la mano verso il ragazzo in segno di amicizia.
“Dean lei è la figlia di Taylor”
Dean cercando di riprendersi la guardò un pò storto.
“Jim Taylor?”
La ragazza annuì.

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Capitolo 2
*** Capitolo 02 ***



“Ma voi che ci fate qui?”
“Stiamo seguendo il tuo stesso caso.. una banshee giusto?”
“Si... ma non c’è bisogno che restiate... so cavarmela da sola”
“Bè visto che ormai siamo qua... non ti dispiacerà se lavoriamo con te?!”
Dean era già abbastanza furioso perchè una ragazza l’aveva messo al tappeto se poi doveva tornarsene via senza aver eseguito il lavoro perchè una ragazzina se la sapeva cavare da sola, avrebbe dato di matto.
“.. senza offesa... ma io lavoro da sola!”
I due ragazzi già si bettibeccavano.
“Ragazzi... calmi... Alex ormai siamo qui, abbiamo fatto chilometri.. e poi ti piacerà lavorare in coppia credimi...”
Un rumore ai piani superiori attirò l’attenzione dei tre cacciatori, John come un bravo soldato impose gli ordini ai due giovani che abituati a rispondere ai comandi non discussero ed eseguirono l’ordine.
I tre si diressero al piano di sopra, John fece gesto ai due ragazzi di andare insieme a destra, mentre lui avrebbe cercato nelle altre stanze.

Dean sfoderò la sua pistola, Alex lo guardò per un attimo.
“Quella, non ti servirà con lei...”
Anche se sottovoce Dean percepì il tono giocoso e al tempo stesso sensuale della ragazza.
Alex alzò un sopracciglio per rimarcare il concetto, quando vide che Dean era rimasto letteralmente a bocca aperta lei sorrise ed entrò di colpo in una stanza.
Dean la seguì a ruota.
La creatura era lì di fronte a loro, Alex non perse tempo scaraventandosi sullo spirito che aveva iniziato il suo grido di dolore.
Dean si coprì immediatamente le orecchie per il dolore, mentre Alex pugnalò la creatura, per poi accasciarsi un attimo dopo per il dolore.
John entrò di corsa nella stanza, la banshee svanì nel nulla e così svanì anche il grido straziante.

Al motel qualche ora dopo, Alex rideva e scherzava con John e Dean.
“E’ stata una bella caccia.. devo ammetterlo, mi sono divertita a cacciare con voi... soprattutto quando ho atterrato di Dean!”
John e Alex risero dell’accaduto, mentre Dean ancora ferito nell’orgoglio li guardava male, però nonostante tutto c’era qualcosa nel sorriso di Alex, che lo attirava verso quella nuova amica.
Molto probabilmente era complice anche il fatto che Alex fosse una bella ragazza dai capelli neri, la carnagione bianca e con un corpo atletico e sexy, ma quello incredibilmente fu l’ultima cosa che Dean notò.

“Comunque come vedi cacciare in gruppo non è così male!”
Nella frase di John sembrava ci fosse molto di più di quelle semplici parole, ma a quanto pare quella frase l’afferrò solo Alex.

“Si è fatto tardi, domani mattina ci aspetta una nuova città e un nuovo caso..”
John si avviò fuori verso l’impala, mentre Dean rimase per un minuto ancora nell’appartamento.
“Bè.. ci dobbiamo salutare...”
Qualcosa negli sguardi dei due ragazzi diceva molto di più.
Dean si voltò per andarsene, non era molto bravo nei saluti.
“Dean.. magari ci rincontreremo per qualche caccia.. insieme...”
Dean annuì con un sorriso.

Il giorno seguente un nuovo omicidio aveva sconvolto quella cittadina.
“John... ha colpito ancora... qualcosa è andato storto!”

I due Winchester si diressero subito al motel dalla ragazza.
“Qualcosa non è andato... questo bastone doveva ucciderla!”
La frustrazione della ragazza per non essere riuscita ad uccidere lo spirito la stava consumando.
“Ci deve essere sfuggito qualcosa.. ragioniamo..”
John cercava sempre di riflettere prima di dare di matto.
“Come facevi a sapere che quel bastone poteva uccidere lo spirito?”
In quel momento Alex seppe cosa doveva fare.
“Giusto! Bravo Dean!”
I due Winchester si guardarono perplessi mentre la ragazza iniziò a rovistare nel suo borsone in cerca di qualcosa.

“Bobby... sono io.. il corno non ha funzionato...ci deve essere qualcos’altro.. ok ok … richiamami al più presto..”

“Bobby? Bobby Singer?”
“Certo Dean... sua madre era molto affezionata a Bobby.. non è vero?”
“Si.. sono praticamente cresciuta con i libri che mi regalava Bobby da piccola..”
“Perchè io non ho nessun ricordo di lei se era così vicina a Bobby? In fin dei conti abbiamo passato molto tempo anche noi con lui!”
John a quella domanda si voltò in cerca di una scappatoia, era un argomento che non voleva affrontare.
“Non lo so Dean.. forse l’hai semplicemente rimossa..”
Quella risposta non convinse appieno il figlio, ma non era il momento di indagare su quel fronte.
Il telefono di Alex squillò, era Bobby.
“Si.. dimmi.. no.. la casa era vuota... solo vecchi mobili e tanta polvere... Bobby io non credo che ci siamo rimasto molto del vecchio proprietario... ok.. va bene andremo a cercare...”
Mentre parlava al cellulare Alex si spostò nella stanza accanto e iniziò a parlare a bassa voce.
“.. no.. non sono sola.. ci sono i Winchester con me.... ok.. “

“Bobby ha detto che molto probabilmente la banshee non è morta perchè c’è qualcosa che la che apparteneva al vecchio proprietario che la tiene legata a quella casa..”
“Qualcosa?.. e come diavolo facciamo a scoprire cosa?”
“Ti ha detto nient’altro Bobby?”
“Potrebbe essere di tutto un oggetto quotidiano... oppure qualcosa di più personale tipo una ciocca di capelli... o un dente.. dobbiamo tornare alla casa!”

I tre cacciatori quella notte si diressero di nuovo verso la casa.
John guidava l’Impala, mentre Alex con a fianco Dean era alla guida della sua Mustung.
“Bella macchina.. è tua?”
“Eh si... la mia fedele compagna... l’ho trovata nell’autorimessa di Bobby e un pò alla volta insieme a lui l’abbiamo rimessa in sesto... me l’ha regalata dopo che mia madre morì..”
La voce della ragazza di fece seria, quasi triste.
“Mi dispiace.. per tua madre..”
“Fa niente.. è tanto ormai che è successo..”
“A quanto pare abbiamo qualcosa in comune...”
I due ragazzi si guardarono un secondo, avevano moto di più in comune, ma quella era forse l’unica cosa che non avrebbero mai voluto avere.

“Dean, tu  cerca al piano superiore, Alex il piano terra, io cercherò in soffitta... ragazzi.. attenti se il banshee si accorge di cosa stiamo facendo s’incazzerà parecchio!”

I tre iniziarono le loro ricerche, e non dovettero attendere molto perchè il banshee si manifestasse.
Il primo ad essere attacato fu proprio Dean, che venne scaraventato contro una parete.
Alex corse subito in suo soccorso.
“Alex continua a cercare! Deve essere qui!”

Al piano di sopra anche John venne attaccato e si ritrovò con un grosso mobile addosso.
“Alex attenta!”
Al grido di Dean, la giovane cacciatrice si voltò e schivò un pesante mobile che le stava arrivando contro.
Un vecchio cassettone sembrava non volersi aprire, Alex usò tutta la forza che aveva per aprirlo e alla fine ci riuscì, nel mentre Dean che era ancora bloccato al muro da una forza invisibile riuscì a liberarsi.
“Dean.. l’ho trovato!”
Dean corse subito da lei, una ciocca di capelli legata da un nastro blu era il legame che lo spirito aveva con quel mondo.
Dean estrasse subito il suo accendino di tasca, ma la banshee si manifestò e iniziò il suo pianto straziante, le orecchie sanguinavano dal dolore, ma insieme riuscirono ad dar fuoco alla ciocca di capelli.
Lo spirito questa volta sparì nelle fiamme.

I due distrutti da quella caccia si guardarono un pò e poi accasciarono seduti l’uno di fianco all’altra.
Stremati ma soddisfatti.

Quella notte Jim il padre di Alex tornò dalla sua caccia e trovò la figlia in compagnia dei due Winchester.

“Tua figlia è proprio brava Jim!”
“Ha preso tutto da me!”
Il padre si vantava orgoglioso.
“Noi andiamo a farci due birre papà, ce le meritiamo!”
“Alex Renè Taylor non fare tardi... intesi?!”
“Oh papà massimo un oretta e sarò tutta tua!”

I due ragazzi uscirono dalla stanza per dirigersi verso il primo bar.
“Ho un’idea migliore del bar..”
Dean le mostrò un pacco da sei di birre che aveva sul sedile posteriore dell’Impala, poi le fece cenno di montare nella sua auto.

Il posto dove parcheggiarono era una collinetta dalla quale si vedeva tutta la cittadina di Jonesville.
I due sedettero sul cofano dell’Impala.
“Da quanto tempo cacci da sola?”
“All’incirca.. da un paio di anni..”
Dean sembrava sorpreso, aveva la sua stessa età e suo padre non ci pensava neanche a farlo cacciare da solo.
Dopo un minuto di silenzio Alex gli spiegò il motivo che l’aveva spinta cacciare da sola.
“Ho vissuto gran parte della mia vita con mia madre... i miei erano separati da anni..  da quando avevo sei anni.. mia madre è morta che avevo sedici anni.. un demone.. comunque dopo quell’evento ho continuato a cacciare con mio padre.. ma noi non siamo mai andati troppo d’accordo.. lui non voleva che io facessi questo lavoro, voleva che studiassi...”
Con una smorfia Alex fece capire a Dean che non era esattamente la sua aspirazione, non che non le piacesse studiare o cose del genere, ma quello che desiderava più di tutto era cacciare e vendicare sua madre.
“Così.. hai deciso di cacciare da sola?”
“Bè.. diciamo che ho costretto mio padre ad accettare la mia decisione...”
Dopo un paio di minuti di silenzio Dean la guardò.
“Ti ammiro... cioè voglio dire.. io caccio ancora con mio padre.. e faccio sempre quello che mi dice.. ciecamente..”
“So che hai un fratello... dov’è?”
Alex provò a cambiare discorso vedendo che il suo compagno si stava rattristando.
“Mio fratello?... se n’è andato... adesso è a Stanford.. a studiare legge...”
“.. e ti ha lasciato solo con il tuo vecchio...”
Quella frase racchiuse tutto il rancore e l’odio che Dean aveva provato quando Sam lo aveva lasciato per andarsene a Stanford.

Passò più di un ora e i due giovani erano ancora sul cofano dell’Impala ad ammirare il panorama e a godersi la birra e della buona musica rock.
Il cellulare di Alex squillò.
“E’ mio padre.. dobbiamo tornare.. “
Dean sorrise e scosse leggermente la testa.
“Che c’è?!”
“E’ incredibile.. tuo padre si fida a mandarti a caccia da sola... e non si fida se esci con un ragazzo?!”
“Beh.. che ci vuoi fare.. questa è la vita di una cacciatrice di ventidue anni!”

Il giorno seguente Dean e Alex si salutarono definitivamente.
“Beh.. mi sono divertita a cacciare con te.. chissà magari la prossima volta che ci vedremo.. se non caccerai con tuo padre...”
Alex non terminò la frase, però gli fece l’occhiolino e lo baciò su una guancia, lasciandogli in mano un bigliettino.

Dean e suo padre partirono verso nuove destinazioni lasciandosi alle spalle Jonesville.
“Dean mi è sembrato di vedere un intesa tra te ed Alex..”
Dean non rispose, ma con un grosso sorriso aprì il bigliettino che teneva nella mano.
Il numero di cellulare di Alex era scritto a chiare lettere.


“Alex...”
“Si papà... dimmi..”
“Riguardo.. a quel Winchester... mi giuri che non ti ha messo le mani addosso?”
“Papà!?.. quante volte te lo devo dire.. abbiamo solo parlato!”
Alex voltò le spalle al padre furiosa perchè lui non le credeva.
“E poi non capisco perchè mai ti preoccupi tanto che io e Dean abbiamo fatto chissà cosa... non l’hai mai fatto fino ad ora!”
“Non voglio che tu veda mai più quel Winchester!”
“Papà non sono una bambina alla quale puoi comandare quello che fare!”
“Basta non voglio più discutere su questo argomento! Non voglio che tu ti veda con quel Winchester.. ti creerà solo guai e dispiaceri! Ricordati Alex, ti puoi fidare solo della tua famiglia!”

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