H20 alla Total Drama

di annamaria20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Courtney ***
Capitolo 2: *** Gwen ***
Capitolo 3: *** Heather ***



Capitolo 1
*** Courtney ***


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Una ragazza dai lunghi capelli scuri e dai vestiti di una rosa acceso era stesa su un divanetto rosso- arancione a leggere un libro di cucina per poter cucinare una torta.
La pioggia batteva forte sui vetri e il rumore si sentiva in tutta la casa. D‘ altro canto, non si udiva volare una mosca in quella stanzetta illuminata dalle lampade che coloravano l‘ ambiente di un giallo acceso.
Il giorno dopo sarebbe stato, il compleanno della madre e avrebbe voluto dimostrarle che i corsi che aveva seguito per un paio di mesi erano serviti a qualcosa.
Il nome di questa graziosa ragazza era Courtney Barlow e il nome di suo padre era Jonathan Barlow.
I suoi genitori erano dei ricchi imprenditori e questo rendeva la vita della bella ragazza un continuo trastullarsi tra abbigliamento e cibarie.
La sua famiglia era quindi, molto conosciuta alle Hawaii.
Però la nostra mini- Barlow non aveva mai avuto dei veri amici e tutte le persone che conosceva la usavano per scopi personali.
Quindi Courtney si sentiva sempre sola, tranne che per il maggiordomo Kamea che era sempre stato accanto a lei dai teneri dodici mesi.
Dunque la nostra ragazza stava leggendo un libro quando le venne in mente una straordinaria idea, che avrebbe reso felice la madre.
- Andrò a comprare qualche gingillo per mia madre dalla gioielleria davanti al mare! -
Pensò lei con voce melodiosa.
Salì per le scale verdognole per arrivare nel lungo corridoio che portava alla sua bella stanzetta, dalla porta rosa con sopra una scritta fucsia del suo nome.
Per il corridoio erano appese varie cornici con il suo volto e i suoi vestiti. In poche parole su quei quadri c’ era appesa la sua vita.
Entrata ormai nella sua stanza, aprì l’ armadio e prese una maglietta a maniche lunghe con disegnataci sopra una piccola farfalla rosa e dei jeans con delle scarpe da ginnastica bianche. Prese la giacca, il telefono, il portafoglio e andò alla porta.
- Signorina! Signorina! Aspetti! Non vede il diluvio? Prenda la limousine.
Disse il simpatico Kamea, che era comparso da chissà dove.
Lei un po’ stufa, rispose con vocetta acuta e fastidiosa:
- Kamea! Se avessi voluto la limousine gliel' ho avrei chiesto. Gliel' ho chiesto?
Lui non esitò a rispondere con un sorriso:
- Signorina, almeno prenda questo ombrello. Non voglio che si senta male.-
Lei lo prese, quasi strattonandolo e se ne andò senza salutare il caro “amico” che l’ aveva salvata da un raffreddore o ancora peggio da una febbre.
Cominciò così a camminare, come se le pozzanghere che calpestava fossero inesistenti e la pioggia che le bagnava ogni parte del corpo non la toccasse nemmeno.
Quella poca gente che incontrava la guardava quasi si chiedesse cosa ci facesse la “principessina “ in giro con la pioggia.
Quasi tutti i negozi erano chiusi.
Il negozio di vestiti, la macelleria e persino il supermercato.
Casa sua distava meno di un chilometro dal mare e la gioielleria si trovava proprio sulla stradina davanti alla lunga distesa d’ acqua.
Grazie a Dio quella era aperta.
Almeno quella!
Lei si affacciò al vetro del negozio e cominciò a scrutare attenta i gingilli che erano posati delicatamente su cuscinetti banchi e blu.
Prese il portafoglio, per vedere quanti soldi avesse e dopo un calcolo veloce capì di avere due banconote da cinquanta e venti da cinque per totalizzare la somma di duecento euro!
Alla felice notizia fece un sospiro di sollievo e così, continuò a scrutare l’ oro e l’ argento.
A un tratto trovò qualcosa che la fece sospirare di sollievo.
Era una collana d’ argento con messo sopra una pietra rosa e inciso la parola luna.
Lei non esitò ad entrare e con grande velocità chiese al commesso:
- Mi scusi, la collana li fuori quanto costa?-
L’ uomo con voce scherzosa e simpatica disse:
- Ci sono tante collane signorina, mi può far vedere quale? -
Lei fece un sorrisetto per intimorire l'uomo e uscì con lui.
Gli fece notare il bel gioiello e poi rientrarono insieme.
Courtney notò i graziosi occhi color verde smeraldo del ragazzo, che la affascinarono non poco.
Il suo corpo, la sua faccia, la sua postura, rendeva quella massa di carne uno spettacolo per l' apparato visivo.
- Signorina! Le ho detto che costa centocinquanta euro. -
Lei si risvegliò dal suo improvviso coma ed estrasse dalla giacca il portafoglio rosa pieno zeppo di verdoni.
- Grazie, me lo può impacchettare? -
Disse lei porgendo i soldi che doveva dare al ragazzo.
Lui con un simpatico sorriso prese i soldi e così impacchettò il bel regalo con carta blu e fucsia.
Lei uscì e si lasciò il bel ragazzo alle sue spalle.
Cominciò a camminare e a guardare il mare che le stava a fianco.
Lei non usciva molto spesso, anzi quasi mai.
Le piaceva molto immaginare di starsene sulla via che posava sulle rocce e che portavano a vedere il mare.
Quella specie di via aveva un chissà che cosa di familiare agli occhi della castana.
D’ impulso decise, anche se c’ era la tempesta, di camminare per la via. Arrivò alla fine del cammino della stradina e si ritrovò a vedere il mare che si buttava contro di lei, quasi infuriato.
Era bello, maestoso e si mostrava quasi fosse un re ai suoi bei occhi.
Pochi istanti dopo arrivò un’ altra ragazza seguita a sua volta da un’ altra.

Angolo Autrice
Buongiorno a tutti!!
L’ avevo già detto ma non fa niente.
Spero che questo capitolo non vi abbia fatto chissà quanto schifo.
Di errori spero che non ne abbiate trovati, ma lo stesso la continuerò!
PS: Non so se avete intuito che lei è la nostra perfettina Emma!

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Capitolo 2
*** Gwen ***


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Gwen, quindicenne dai capelli di un colore identificato, si stava preparando un caffè con la sorella Hokulani (nella nostra lingua significa “stella del paradiso” ) , anch’ essa quindicenne.
La nostra Gwen era nata in Canada e aveva vissuto lì per un po' ma ora viveva alle Hawaii per il fidanzamento della madre, Jessica, con Keona(in Hawaiano ''dono di Dio'' ) che il giorno dopo sarebbe diventato il suo patrigno a tutti gli effetti.
Keona era riuscito a convincere la donna a ritornare nella sua isola nativa dove sia Gwen che la madre scoprirono che l'uomo aveva una figlia lasciata in tutela ai nonni.
Gwen e Hokulani erano diventate molto amiche.
Andavano insieme al mare, anche se Gwen non si abbronzava mai, andavano nei bar la notte a bere qualche coktail e facevano shopping.
Hokulani era una biondina vivace ed esuberante che spesso e volentieri indossava vestiti dalle tonalità rosee, a prima vista alla bella gotica non stette molto simpatica ma poi, col passar del tempo, il vero animo della bionda si era mostrato e questo aveva tra l’ altro reso la gotica meno scontrosa e più simpatica.
Gwen, non sopportava però il padre, che trattava la figlia naturale come una dea, mentre trattava lei come se fosse una bambinetta.
Pensate che mentre stava preparando il caffè le disse:
- Gwen, lascia fare ad Hokulani senno tu ti scotti! -
E poi le diede un bacio sulla guancia.
La ragazza in quel momento si sentì di esplodere dai nervi mentre la biondina si lasciò in una calorosa risata per poi abbracciare la sorella.
In quel momento, la madre intervenne per difendere la figlia, che con voce saputella strillò il marito:
- Keona! Gwen e Hokulani sanno fare le stesse cose senza nessuna differenza. Hai capito? -
In quel momento la faccia di Gwen fu coronata da un simpatico sorrisetto astuto che fece continuar ridere Hokulani.
Keona guardò interrogativo la donna per poi lasciarsi contagiare dalla figlia naturale.
Il continuo ridere fu interrotto da Jessica, ovvero la madre che prima guardò l’ orologio e poi presa dal panico gridò:
- Dio mio ragazze! Devo andare a prendere l’ abito da sposa! Mi accompagnate? -
Gwen mosse la testa in segno di si, mentre la biondina disse:
- Jessica, Jessica! Sono contentissima! Oddio mio quanto sono contenta. Grazie, grazie! Non sono mai entrata in una boutique di vestiti da sposa! Si!
Tutta la allegra famigliola guardò con faccia stupita la ragazza che poi con vocetta esclamativa/interrogativa disse:
- Ma che cosa ho detto? ! -
E così le tre ragazze corsero in camera a vestirsi.
Hokulani e Gwen aveva la stessa stanza.
Questa aveva le pareti blu e bianche con tre finestre azzurognole e un armadio turchese. Due letti, tra cui quello di Gwen che era blu con le coperte bianche mentre quello di Hokulani che era bianco con le coperte rosa.
La stanza aveva poi un bagno che era solo per le ragazze. Aveva una finestra di legno marrone, le pareti di mattonella bianca e il pavimento di linoleum azzurro.
Nella stanza intanto le due si stavano vestendo:
la bionda prese maglietta e collant, stivali e giacca mentre Gwen prese i jeans, una canottiera con felpa sopra, le scarpe da ginnastica e la giacca. Come a suo solito Hokulani prese la borsa dove tutte e due misero il loro cellulare e qualche trucco.
Le due uscirono e aspettarono sedute sul divano la madre.
- Papà, Jessica quando arriva? -
Chiese Hokulani al padre che stava leggendo il giornale.
Dopo un apparve anche la madre:
- Mamma, io e Hokulani dividiamo la stanza in due e ci mettiamo meno di te. Ti sembra normale? -
Disse Gwen scherzosamente alla madre che si lasciò in una calorosa risata.
Jessica, salutò il marito, gli disse cosa cucinare e poi uscì con sua figlia e la sua futura figliastra A metà strada si sentì una voce:
- Piove fortissimo! -
Era Hokulani che si era aggrappata a Gwen per poter essere coperta dall’ ombrello.
Ad un certo punto si sentì la voce di Gwen che, presa dall’ isterismo urlò:
- Dove sta questa stramaledittisima boutique? -
La madre si girò istintivamente per poi fare cenno con la mano del luogo a Gwen .
Era un grazioso negozietto con una scritta fucsia appesa ad una insegna sopra alla porta dove c’ era scritto “ Chantal “ .
Accanto si trovava una gioielleria dove Gwen notò una ragazza dai capelli scuri che subitò entrò dento.
La gotica non esitò a controbattere:
Già dal nome provo RIBREZZO! -
La donna, quando sentì le acide parole di Gwen fece una faccia triste.
Non si abbattè ma rimase più convinta sul da farsi.
Il vestito avrebbe incantato la figlia.
La donna fece entrare le ragazze e in men che non si dica, dopo due veloci paroline con la commessa, un abito blu e bianco con una fiore che teneva le due parti apparve sul corpicino magro della madre di Gwen.
- Jessica ti calza a pennello! -
Disse Hokulani avvicinandosi alla matrigna e abbracciandola come fosse uno di quei orsetti coccoloni.
- Già non è niente male. -
Disse Gwen guardandola meglio. In realtà nella sua mente faceva finta di essere lei al posto della donna. Era magnifico.
- Lo pensate veramente? -
Chiese poi questa specchiandosi meglio allo specchietto dalla cornice in oro finto.
Le due fecero cenno col capo per indicare si.
Jessica fu di una felicità unica. Pagò ed uscì con le belle figliole.
- Mamma, va bene se vado un’ attimo sulle rocce? -
Disse la gotica con gli occhi da cucciola.
La madre non era molto convinta quindi rispose con un secco no.
Gwen continuò a ribattere, ancora più motivata dalla risposta ricevuta:
- Ma mamma, lì c’ è anche un’ altra ragazza! -
Disse lei indicando la castana che si era seduto sul viottolo.
- E va bene, ma a casa tra un’ ora. -
Lei esultò entusiasta e battè il cinque a Hokulami.
Gwen cercò anche di portare la sorella con sé, ma questa aveva troppa paura. La pioggia, il mare e Hokulami nello stesso momento non andavano molto d’ accordo.
Gwen non conosceva la ragazza ma era affascinata dal brivido, dal provare la paura, da tutto ciò che era pericoloso.
Dunque Gwen corse dalla ragazza e la fece alzare. Pochi secondi dopo apparve un’ altra ragazza.

Angolino Autrice disperata.
La nostra bella Gwen nei panni della mia preferita ovvero Rikki (o come si scrive) !
Che ne dite?
Il vestito vi piace?
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Capitolo 3
*** Heather ***


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Una ragazza dai lunghi capelli corvini camminava fiera sulla pista della passerella.
Heather, che era il nome della bella ragazza, aveva un lavoro ovvero quello della modella nella "ditta familiare" .
Indossava una maglietta fucsia, un gonnellino hawaiano e dei sandali bianchi con dei fiori che le venivano fino alle ginocchia.
Alla ragazza piaceva il suo mestiere, dato che la rendeva popolare nella sua scuola e poteva guadagnare qualche spicciolo per fare shopping.
Dunque, sfilava davanti ad un pubblico di cento persone, che erano venute a vederla da ogni dove in abiti succinti.
Le tribune erano popolate dai suoi amici e dalle sue amiche, da importanti personaggi della moda hawaiana che erano venuti a vedere le creazioni dei suoi genitori e da ragazzi che lei nemmeno conosceva ed erano accorsi soltanto per ammirare un fisico scolpito.
In fin dei conti, tra quella banda di ragazzi sconosciuti aveva trovato il suo, Alejandro.
Stavolta però lui non c' era.
Loro avevano litigato per colpa dei genitori.

*Inizio Flashback*
Due personaggi molto noti ad Honolulu ovvero i genitori di Alejandro, erano in piedi sulla soglia della casa dei Wilson.
Questi non avevano una buona relazione nè con la futura coniuge del figlio nè con i genitori di questa.
Si erano quindi inventati che il figlio gli aveva raccontato che aveva visto la sua ragazza baciarsi con un' altro ragazzo e in preda alla disperazione aveva raccontato tutto alla famiglia.
Ma tutto questo non era affatto vero.
Quindi questi si misero a bussare con foga e dopo un po apparve la madre di Heather, che stava guardando un po di televisione.
- Signora Wilson, sua figlia ha tradito Alejandro pertanto siamo venuti a dirle che non vogliamo che stiano più insieme. -
Heater che era nascosta dietro alla tenda ascoltava impaziente la discussione e si chiedeva perché il suo ragazzo avesse detto tutte quelle cose sul suo conto.
- Ma mia figlia, non mi ha detto niente! -
Borbottò la donna abbassando lo sguardo. Era cosciente che la figlia non fosse un' angelo però non a tal punto da rovinare il suo amore.
- Se nostro figlio ha detto una cosa del genere vuol dire che ha ragione o crede che sia un bugiardo? -
Disse la signora Burromuerto sbattendo velocemente gli occhi e muovendo il piede.
La donna fece accomodare i due per poi andare a prendere Heather che fece la figura della fessa che era nascosta dietro alla tenda.
- Ma io non ho fatto niente! -
Urlò lei appena sua madre e i Burromuerto fissarono la mora con aria impaziente.
- E quello che direbbe una colpevole! -
Sbraitò la madre di Alejandro che aveva battuto dietro alla schiena del marito il cinque.-
Heather, che non sapeva cosa potesse fare in quella situazione cominciò a piangere e corse in camera sua, sbattendo la porta.
*Fine flashback*

Così dopo aver ripensato alla rottura col suo bellissimo ragazzo spagnolo, si rimise a camminare, andando dietro alle quinte, dove il padre l' abbracciò.
La sfilata era finita, così Heather si mise l' abbigliamento con cui era venuta alla sfilata e uscì.
Lì davanti, con un ombrello nero ed una macchina del medesimo colore, la stava aspettando il suo ragazzo, che non le aveva ancora spiegato quello che era successo.
Per questo Heather era ancora molto incavolata.
- Ciao Heathy, come è andata la sfilata? -
Disse lui prendendole la mano per poi prendersi un cazzotto in faccia che, non si aspettava.
- Ma che ho fatto? -
Borbottò lui lasciando la mano della ragazza che si era messa a camminare molto più velocemente di lui e lasciandoselo alle spalle.
- Uffa Heather sta piovendo, vieni qui sotto l' ombrello. Già sei acida quando stai bene immaginiamoci quando sei malata.-
Sbuffò. Cos' altro poteva fare in quella situazione?
Aveva un fidanzato bello, muscoloso, innamorato e con un' accento bellissimo ma stupido da paura.
- Al, vattene subito! -
Heather si era girato di scatto e implorava di essere lasciata da sola.
- NO! -
Urlò lui. Heather si mise a correre spaventata, bagnandosi le scarpe e i pantaloni così come Alejandro che le veniva dietro.
Arrivò al grande scoglio.
L' unico modo di scampare dalle voglie maniache di Alejandro era quello di mettersi sulla punta dello scoglio.
Heather sapeva tra l' altro, nuotare anche molto bene e se fosse caduta si sarebbe potuta salvare.
Lì vide altre due ragazze. Chissà cosa ci facevano lì.
Angolino Autrice
Ciao a tutti!
Questo capitolo è stato un pochino più cortino, perché non sapevo più che avventura inventarmi per Heather.
Cleo non è come lei, lo so....
Ma vabbe la storia è mia e faccio come mi pare ;D .

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