Régine

di shaolin7272
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***



Capitolo 1
*** I ***


 Nickname: Shaolin7272
Titolo: Régine
Contest : Paris Mon Amour
Genere : Noir
Rating: Giallo
Avvertimenti:
Nda: Questo racconto è un'opera di fantasia, personaggi e luoghi citati sono invenzioni, qualsiasi analogia con fatti, luoghi reali e persone, vive o scomparse è assolutamente casuale.

Questa storia ha partecipato al contest Paris Mon Amour

 
 
I
Régine si lisciò l'abito rosso che faceva risaltare le forme generose con soddisfazione. Si passò il rossetto vermiglio sulle labbra piegate in un gelido sorriso.  Sentiva di avere  in pugno Jean-Micheal e questo l'eccitava.
Aveva scoperto fin da molto giovane che per ottenere potere c'erano due strade,  il sesso o  sfruttare le debolezze altrui.  Con Jean – Micheal  erano anni che usava questo sistema. Sapeva che la desiderava  e due anni prima grazie a questo aveva ottenuto la concessione per uno dei ristoranti della Torre Eiffel. Ma quella sera voleva di più.
Scendendo dall'auto si guardò intorno , la strada era  deserta, la lieve brezza di fine estate le mise i brividi e corse verso le biglietterie dove il guardiano l'attendeva. Mentre l'ascensore saliva si sentiva inquieta  ma  dimenticò tutto  quando scese al terzo livello stregata dallo spettacolo di Parigi in tutto il suo scintillio.
Si avvicinò allo studio di Eiffel che era fiocamente illuminato da due candele.
Jean- Micheal aveva pensato anche a champagne e ostriche. Davvero romantico. Mancava giusto un notturno di Chopin per completare l'atmosfera. Si crucciò  un po' delusa. Era un vero peccato essere li solo per una transazione d'affari.
Una decina di minuti dopo  sentì l'ascensore salire  e poco dopo  l'uomo comparve sulla soglia.
“Devo dire che hai buon gusto Jean-Micheal, molto romantico non c'è che dire” esordì Régine “Capisco perché le giovani innocenti rimangano affascinate da tutto ciò.”
“Régine mi lusinghi”
“Non tentare di sedurmi. Con me queste cose non funzionano”
“Non mi permetterei mai”
“Ci credo  non ho l'età, sono troppo vecchia per i tuoi gusti” e poi sospirando prese il cellulare mostrandolo all'uomo “Vedi questi telefonini fanno miracoli” e fece partire un video. “Fanny è molto fotogenica non trovi?”
Jean – Micheal non rispose impallidendo
“Mi domando cosa direbbero i membri del consiglio d'amministrazione vedendoti in certe pose con delle minorenni e … soprattutto il luogo prescelto per certi incontri. Non credo apprezzerebbero”
“Che cosa stai dicendo Régine? Forse usare l'ufficio di Eiffel non è una buona idea ma non vado con minorenni”
“Ah mio caro dovresti informarti  meglio sull'età delle tue conquiste. Fanny è graziosa e sembra più grande dei suoi sedici anni” disse la donna versandosi lo champagne e bevendone un sorso.
Jean- Micheal la guardò sorpreso poi realizzò “Hai architettato tutto questo? Ma perché?”
“Voglio entrare nel consiglio e tu mi aiuterai”
L'uomo scosse la testa “Non sono solo io a decidere , come potrei convincere” s'interruppe farfugliando.
“Andiamo , tu puoi fare molte cose” Régine si avvicinò eloquentemente a Jean-Micheal “Potresti guadagnarci anche qualche piacere” gli sussurrò all'orecchio.
“Non posso” rispose deciso scuotendo la testa risoluto.
Régine si scostò stizzita e lo guardò negli occhi “Allora preparati allo scandalo” Non poteva credere che le  stesse  resistendo. Era un debole ed era certa che avrebbe ceduto.
Jean-Micheal si sentì con le spalle al muro. Non sarebbe mai finita. Régine l'avrebbe sempre manovrato. Si sentiva impotente  e sentiva la  rabbia crescere.
Una risata roca e sensuale uscì dalla gola della donna convinta di aver vinto.
Non sentì quasi dolore quando venne colpita dal coltello, solo le sue mani si portarono al collo e guardò l'uomo con stupore. L'aveva ingannata.  Fu il suo ultimo pensiero prima di morire.


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Capitolo 2
*** II ***


 II
Nestor Fournier  sospirò prendendo il carrello con il secchio guardando l'ora si accorse con disappunto di essere in ritardo sulla tabella di marcia, doveva sbrigarsi a finire il terzo livello prima dell'orario di apertura.
Arrivato al piano ammirò come sempre Parigi ai suoi piedi. Si strinse nelle spalle , i turisti potevano aspettare, pensò,  e si accese una sigaretta rimanendo a guardare i giochi di luce del sole sulla Senna.
Dopo aver tirato l'ultima boccata di fumo gettò il mozzicone nel secchio e si mise al lavoro. Qualcuno aveva fatto cadere del liquido appiccicoso e ci aveva camminato sopra portandolo ovunque sul pavimento , cominciò a fregare  con più foga per pulire. Non era la prima volta che succedeva, gli era capitato di trovare anche degli indumenti intimi. E quella non era opera di turisti. Forse doveva informare la direzione che qualcuno andava li a fare i comodi propri.
Entrò nell'ufficio  anche li il pavimento era nelle stesse condizioni. Poi vide  un drappo rosso e si domandò perplesso chi diavolo avesse coperto la statua di Eiffel. Poi  si accorse che si trattava di un corpo. Una donna dai capelli corvini con un'enorme squarcio alla gola. E sangue. Tanto sangue. Nestor si ritrasse e il suo piede scontrò un coltello. Uscì di corsa a chiamare la sicurezza.
Jaques Barbier stava sorseggiando pigramente il caffè seduto vicino allo stagno  dei Giardini di Lussemburgo  quando vide  la figura tondetta e bruna del suo collega Legarrel che appena lo scorse lo raggiunse.
“Stavo cercando proprio te,  la pausa caffè è finita, il commissario Lacroix ci vuole urgentemente alla Torre Eiffel” disse trafelato.
Barbier sospirò e  si alzò lentamente seguendo  il collega verso la macchina mentre questi lo metteva al corrente
“La vittima è Règine Lebon in Bachelin, ti dice niente il nome?”
“Dovrebbe Mathias?”
Legarrel scosse la testa sbuffando “Dovresti leggere un po' più i giornali di gossip invece che trattati filosofici.  Régine Lebon  unica erede della casa vinicola Lebon, sposata a Thierry Bachelin soci  del Chez Bachelin ristorante molto rinomato situato, guarda caso, al primo livello della Torre Eiffel.”
“E' stata uccisa nel ristorante?”
“I primi rilievi dicono no. E' stata trovata al terzo livello e più precisamente nell'ufficio di Gustave Eiffel.”
Jacques fischiò sorpreso. “E che ci faceva li ?”
Mathias si strinse nelle spalle “E' quello che dovremo scoprire”
Jacques si mise più comodo sul sedile mordendosi le labbra e passandosi la mano tra i corti capelli bianchi. La sua vocina interna gli stava dicendo che era una brutta gatta da pelare. Non gli piaceva.
Quella sensazione sgradevole era ancora presente quando raggiunse il commissario  Lacroix alle biglietterie . Era in compagnia di un ometto basso e impettito con occhi piccoli e occhiali tondi, una vocetta stridula fastidiosa e stava parlando in maniera affannata. Aline Lacroix sorrise alla figura alta del suo ispettore e appena fu al suo fianco fece le presentazioni.
“Ispettore Barbier le presento il responsabile della Torre Eiffel il signor Caron”
Jacques strinse la mano sudaticcia dell'uomo che ricominciò a parlare a raffica “Come dicevo al commissario la situazione è alquanto incresciosa, bisogna far presto, ogni minuto che la Torre Eiffel rimane chiusa perdiamo profitti oltre ad avere un enorme danno d'immagine”
L'ispettore squadrò l'uomo  con disprezzo non tollerava la gente che pensava  al denaro quando c'era un morto di mezzo. Seguì silenziosamente il commissario e Caron verso gli ascensori.
Sulla scena erano già al lavoro diversi uomini della scientifica e  la dottoressa Maubert  stava esaminando il corpo.
Caron che non aveva smesso di lamentarsi per tutto il tragitto alla vista del cadavere ammutolì e il suo colorito virò al verde e chiedendo scusa si precipitò fuori asciugandosi il viso con un fazzoletto.
Sylvie Maubert sorrise ai nuovi arrivati mostrando due simpatiche fossette sulle guance “Buongiorno” cinguettò
“Ciao Sylvie,  cosa puoi dirci?” chiese Barbier sorridendo a sua volta
“Non molto, la vittima è già stata identificata come Régine Bachelin. Il marito è già stato informato”  Poi mostrando la ferita “E' morta dissanguata a causa di una ferita alla gola. Probabilmente è stata  inferta con il coltello apri ostriche trovato sul pavimento. E' morta da cinque o sei ore  ma sarò più precisa dopo l'esame autoptico”
Jacques annuì guardandosi intorno. “Secondo te è stata uccisa qui?”
“Dalla quantità di sangue trovato direi di si”
“Sembra un appuntamento romantico andato a finire male” disse l'ispettore indicando le candele, i bicchieri e il vassoio con le ostriche. “Chi l'ha trovata?”
“L' addetto alle pulizie, Nestor Fournier” intervenne il commissario.
“Nestor Fournier?” ripeté Barbier , il nome gli era familiare poi si ricordò. “Se è la stessa persona  lo conosco , l'ho arrestato cinque  anni fa per estorsione e ricatto.”
Intanto il commissario e l'ispettore erano usciti dall'ufficio e Lacroix prima di scendere con l'ascensore gli indicò un uomo alto e magro con radi capelli scuri legati in un codino che fumava nervosamente.
Barbier si diresse verso l'uomo. Nestor riconobbe l'ispettore e lo salutò con un cenno del capo.
“Ci rivediamo Nestor”
“Ispettore con questa storia non c'entro”
“L'hai trovata tu e vuoi farmi credere di non saper niente?”
Nestor si avvicinò di più a Barbier ammiccando  e sussurrò
“Qua succedono cose strane ispettore. E per strane non intendo solo l'omicidio”
“Cosa intendi per strano?”
“Ho trovato oggetti che non dovevano esserci, chiazze sospette sul pavimento dello studio. Insomma qualcuno veniva qua di notte.”
“Ne sei sicuro?   Sai anche chi?”
Fournier allargò le braccia  “Prove non ne ho”
Jacques corrugò la fronte “Non è un  po' scomodo? E poi come è possibile  eludere i controlli secondo te?”
“Ma quali controlli ispettore” disse ridacchiando  Fournier “Qua le videocamere vengono spente appena l'ultimo turista è sceso. Il guardiano notturno poi,  che vuole è anziano, dopo l'una di notte si mette nel suo gabbiotto e dorme.  Che  cosa può  succedere sulla  Torre Eiffel?”
“Hai anche idea di come potevano entrare?” Barbier trasse un profondo respiro “E poteva essere la signora Bachelin  a utilizzare lo studio?”
Fournier fece spallucce “Non mi stupirei, si dice in giro che avesse un bel po' di amanti. Lo Studio di Gustave Eiffel è un posto isolato e discreto. E lei come socia del Chez Bachelin poteva essersi procurata le chiavi”
“D'accordo poteva avere accesso alle chiavi . Ma per  l'ascensore del terzo livello?”
“L'impianto è quello originale del 1899 non credo sia difficile sbloccarlo”
Barbier rimase qualche secondo in silenzio a riflettere poi “ D'accordo Nestor per ora puoi andare”
Fournier abozzò un cenno di saluto e si allontanò
L'ispettore rimase ancora un po' a guardarsi intorno e cercare di farsi il quadro della situazione poi decise che li non aveva altro da fare e si diresse agli ascensori per andare a cercare Legarrel. Era tempo di andare a interrogare il marito.
 

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Capitolo 3
*** III ***


 III
 
Il sole  era  alto nel cielo e la temperatura si era notevolmente alzata quando Barbier e Legarrell si fermarono davanti al 191 di Avenue Octave Gréard,  una palazzina di cinque piani signorile  situata non molto lontano dalla torre Eiffel. Il signor Bachelin  attendeva la loro visita.
La porta dell'appartamento venne aperta da una domestica non più giovane con gli occhi rossi.
“Ispettori Barbier e Legarrel” si presentarono  mostrando il  tesserino, la donna annuì e fece strada verso un salotto di notevoli proporzioni senza emettere un suono.
Thierry Bachelin era seduto su un divano bianco e si alzò per stringere la mano ai due uomini. Barbier notò che aveva  la mano  morbida e curata come lo era la figura dell'uomo che  non dimostrava più di una quarantina d'anni,  di bell'aspetto anche se leggermente stempiato.
“Mi spiace disturbarla ma dobbiamo farle qualche domanda” esordì Barbier,  Bachelin fece un triste sorriso e con un cenno invitò gli uomini ad accomodarsi.
“Immagino che vogliate sapere se ho un alibi per l'ora della morte  o perché non mi sono accorto che mia moglie non era rientrata” esordì fissando prima uno e poi l'altro . I due uomini rimasero in attesa che proseguisse “Dormivamo in camere separate e stanotte sono rientrato dopo le tre e non ho guardato se lei era nella sua stanza”
“E dove è stato per rientrare così tardi? se non sbaglio il ristorante chiude a mezzanotte, dalla Torre a qui non ci vuole che pochi minuti di macchina” domandò Barbier
“Sto cercando di comprare un night club dalle parti di Pigalle, ieri sera dopo il ristorante  mi sono   incontrato  con il proprietario del Chamin, Jules Ghelber. ”
“Provvederemo a verificare. Sua moglie poteva avere  nemici?” chiese Legarrel
“Nemici? Probabile. Régine usava il sesso come merce di scambio per ottenere potere. L'avrebbe potuto fare anche con i soldi ma ...”
“Intende dire che Régine aveva amanti?”
“Si e anche tanti.”
Barbier si scambiarono un'occhiata perplessa “E a lei non dava fastidio?” chiese Mathias
Bachelin rise brevemente “Lasciate che vi spieghi.  Il  matrimonio tra me e Régine era un accordo commerciale.  Cinque anni fa suo  nonno morì lasciando un testamento , l'unica erede era lei ma a una condizione. Sarebbe entrata in possesso dell'intero patrimonio solo se si fosse sposata. Io avevo bisogno di soldi per rilevare una piccola brasserie nella zona del Louvre , lei aveva bisogno di un marito. ”
“A quanto si aggirava l'eredità?” chiese curioso Legarrel
“All'incirca 20 milioni di Euro”
“Un ottimo movente” commentò Barbier
Bachelin scosse brevemente la testa. “No Régine era una donna scaltra e pratica prima di sposarmi ho dovuto firmare un contratto prematrimoniale.  In caso di morte era previsto che ereditassi solo l'appartamento e una buona uscita , circa centomila euro per ogni anno di matrimonio. In caso di divorzio entro i primi cinque anni non avrei preso niente.”
Rimasero un po' in silenzio poi Barbier chiese “Possiamo vedere la camera di sua moglie?”
“Certo vi faccio strada”
Entrarono in una camera arredata con gusto, sul lato destro del letto a baldacchino  c'era una cabina armadi che  Legarrel cominciò a perquisire. Su  un tavolino basso  c'era un portatile al momento chiuso.
“Era di sua moglie?” chiese Jacques indicandolo
Bachelin annuì.
“Dobbiamo requisirlo per analizzarlo”
“Fate tutto quello che volete”
“Abbiamo bisogno delle agende e di tutti i contatti di Régine” chiese ancora Barbier
“Sicuramente molti contatti li aveva sul telefonino, comunque anche nel computer troverà tutto quello che sta cercando”
Rimasero ancora una mezz'ora facendo ancora alcune domande poi non avendo trovato nulla di interessante  Barbier e Legarrel presero il computer e la lista dei nominativi dei conoscenti di Régine  e si congedarono da Bachelin.

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Capitolo 4
*** IV ***


  IV

Dopo aver portato il computer  di Régine Bachelin al loro mago informatico Ariel Petit, con la speranza che trovasse qualcosa,  si diressero al loro quartier generale.  Davanti al 7^ distretto trovarono parecchi   giornalisti  tanto che fecero fatica ad entrare.
Barbier si fermò davanti all’ufficio del commissario Lacroix  e rimase qualche istante a fissarla prima di entrare, sembrava stanca , poi lei alzò gli occhi e cercò di sorridere.
“Hai visto cosa c'è fuori? Dimmi che hai qualcosa su cui lavorare ti prego, sto avendo pressioni dall'alto , mi ha chiamato il capo della polizia e anche il sindaco. Tra  poco probabilmente mi chiamerà anche il Presidente, dobbiamo sbrigarci a trovare il colpevole di questo delitto o comunque un sospetto.”
“Aline ci sto lavorando ma non è così semplice” sbuffò Barbier stravaccandosi sulla sedia davanti alla scrivania del commissario e massaggiandosi le tempie.
“Del marito che mi dici?”
“E' un possibile sospetto, ma...”
“Ma?”
“Sembra che non avesse molto da guadagnarci con la morte della moglie, all'apparenza sembra un delitto passionale e tra Bachelin e consorte non c’era quel tipo di rapporto”
Aline Lacroix lo guardò con sorpresa
“Thierry Bachelin ha sposato Régine per i soldi non certo per passione. Bachelin ha una relazione con un altro uomo.”
“Stai scherzando?”
Barbier scosse la testa  
“No e a quanto pare anche  Régine aveva una vita sociale molto intensa.”
“Niente altro?”
“Per il momento no. Sappiamo che il cellulare della vittima risulta disattivato da stamattina alle sei. Con molta probabilità l’assassino se ne è sbarazzato. Controllerò i tabulati. Sperando che esca un nome . Mathias invece sta lavorando sulla lista di contatti che ci ha fornito Bachelin. Avremo da controllare parecchie persone.” E poi con un sorriso aggiunse “ Ed è meglio che mi dia da fare prima che chiami il Presidente” .  Aline lo guardò e poi scosse la testa . Lui strizzò l'occhio e si alzò per tornare al suo lavoro.
Si strofinò gli occhi stanchi  chiudendo l’ennesimo fascicolo ,  era  quasi buio ormai e Barbier  decise che  era ora di staccare, avevano passato la giornata a consultare tabulati e interrogare potenziali sospetti senza sosta.
“Mathias vieni , per oggi basta. Andiamo a mangiare” disse al collega
“Dove andiamo?”
“Alla Brasserie Bachelin , voglio fare qualche domanda su Thierry e Régine”
Mathias rise , lo conosceva bene e Jacques non smontava, sarebbe  andato in giro come un segugio a caccia fino a quando non avesse trovato un indizio.
La Brasserie Bachelin si trovava vicino ai Giardini di Lussemburgo , il locale  non era grande ma abbastanza affollato, quella sera  il personale portava il lutto e un cartello avvisava che il locale sarebbe rimasto chiuso l'indomani.
Barbier e Legarrel riuscirono a sedersi dopo una mezz’ora di attesa che gli ispettori utilizzarono per fare domande sui coniugi Bachelin.
Stavano finendo di mangiare quando arrivò il commissario Lacroix che sorrise avvicinandosi al tavolo.
“Ci avrei scommesso di trovarvi qui”  sedendosi  accanto a loro.“So che vi sto assillando, e so che avete lavorato tutto il giorno ma ho bisogno di sapere se avete un sospetto”
“Aline vorrei tanto dirti che abbiamo un colpevole e che  siamo pronti ad arrestarlo ma non è così” disse  Barbier  accarezzando la mano della donna che lei ritrasse imbarazzata.
Jacques riprese a parlare  “La dottoressa Maubert mi ha mandato i risultati dell'autopsia, Régine Bachelin è morta tra l'una e le tre di notte. Thierry Bachelin ha un alibi solido per quell'orario,   era al Chamin  con   Ghelber e dai tabulati telefonici non abbiamo trovato nulla di rilevante”
“Quindi brancoliamo nel buio.  Il giudice istruttore e le alte cariche mi stanno addosso e tra qualche ora dovrò indire una conferenza stampa e dovro dire che non  abbiamo nessun elemento” mormorò il commissario a capo chino .
“Di elementi e sospetti ne abbiamo  ma c’è qualcosa  che non mi convince. Abbiamo interrogato alcuni come chiamarli” Jacques corrugò le sopracciglia nel tentativo di trovare il termine più adatto “Amici  di letto.  Si,  amici di letto   di Régine,  tra l’altro non è stato facile a farli collaborare,   comunque  tutti dicono la stessa cosa, la donna non ha mai dato appuntamento alla Torre Eiffel.”
“E perciò?” Chiese il commissario
“Abbiamo condotto le indagini basandoci sul fatto che fosse Régine ad usare l’ufficio di Eiffel, ma guardando da un altro punto di vista ... ”
“Non era Régine ma l’assassino che usava la Torre ed è lui che ha dato l’appuntamento alla donna” concluse Legarrel
Jacques fece  segno di sì  con la testa  “Dobbiamo ricominciare tutto da capo e  controllare tutti i nominativi  presenti nell’elenco di quelli che lavorano alla Torre Eiffel.”
Mathias sbarrò gli occhi “Jacques hai idea di quante persone lavorano lì? Ci vorranno settimane a controllarli”
“Forse ma intanto cominciamo dal guardiano notturno, Dubois.  Mi  sembra che si chiami così”, no?  Non è possibile che non abbia visto niente” e poi come se gli fosse in mente qualcosa  “Chiama i nostri e chiedi  se Dubois ha preso servizio stasera”
Legarre prese il cellulare, poche frasi e poi mettendo la mano sul microfono comunicò agli altri “Moreau ha provato a contattare il guardiano tutto il giorno, e  stasera  non è andato a lavorare”.
Barbier impallidì “Fatti dare l’indirizzo di casa e fa mandare una pattuglia lì” disse facendo cenno a un cameriere per il conto.

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Capitolo 5
*** V ***


V


 

Non parlarono per tutto il tragitto, Jacques guidava nervoso, aveva uno strano presentimento e si stava dando mentalmente dello stupido per non averci pensato prima a interrogare Dubois, avrebbe dovuto insistere che lo trovassero.

Inchiodò davanti al 128 Rue La Gare un palazzone abbastanza fatiscente. Davanti al portone c’erano due pattuglie con i lampeggianti accesi e un agente con la faccia scura passeggiava avanti e indietro. Appena li vide gli andò incontro. “Olivier Dubois è morto” disse rivolgendosi al commissario. Barbier sbatté lo sportello con stizza e si diresse dentro all’edificio senza aspettare gli altri.

L’appartamento era piccolo e misero, Moreau uscì dalla camera nell’attimo in cui arrivò Barbier e gli andò incontro.

“Abbiamo suonato ripetutamente poi visto che non rispondeva nessuno ho dato ordine di entrare. All’apparenza sembra un suicidio. Comunque la dottoressa Maubert dovrebbe arrivare a momenti.”

La stanza apparentemente sembrava in ordine, arredata poveramente con un armadio sgangherato e un letto con un copriletto verde sbiadito e liso sopra c’era steso un uomo un po’ sovrappeso con radi capelli, gli occhi chiusi, il volto coperto da una fitta rete di rughe aveva un espressione apparentemente serena come se dormisse.

“Avete trovato qualche messaggio?”

“No nessuno ma lo sai anche tu che non sempre i suicidi lasciano scritto qualcosa.”

Barbier si guardò intorno poi scuotendo la testa non troppo convinto “Quando arriva Sylvie dille di farmi sapere al più presto i risultati”

Aveva dormito alcune ore male e rigirandosi nel letto si domandava del perché non fosse certo della soluzione del caso.

Dubois si era suicidato e quindi era un’ammissione di colpa.

Lui poteva entrare alla Torre. Probabilmente aveva invitato Régine e poi in un impeto di passione l’aveva uccisa. Forse lei lo aveva respinto o … ma questo proprio non lo convinceva . Decise che era inutile stare li e perciò si alzò per andare al distretto.

Legarrel trovò Jacques alla sua scrivania con la fronte corrugata intento a leggere un rapporto.

“Sei arrivato presto” disse Mathias che ricevette per tutta risposta un grugnito . “D’accordo cosa non ti convince?” riprovò

Barbier sollevò lo sguardo dal foglio che stava leggendo che posò sul tavolo. “In teoria sarebbe tutto chiaro, hanno trovato anche le impronte di Dubois sui bicchieri e sul vassoio quindi è presumibile che sia stato lui. Però non riesco a capire. Régine era una donna giovane, bella e con molti amanti.”

“E fin qua va bene e allora?”

“Gli amanti della donna erano di solito persone che avevano potere. Industriali, politici, o comunque ricchi. Perché Régine avrebbe accettato l’invito da Dubois. Voglio dire l’hai visto anche tu, l'aspetto di quell’uomo, abitava in un tugurio, doveva continuare a lavorare perché la pensione non gli bastava per vivere , non aveva nulla che potesse interessarla”

“Mmmmm” disse Legarrel sedendosi sul bordo della scrivania del collega “forse Dubois ha trovato una scusa per farla salire al terzo livello”

“No Fournier mi ha detto che aveva già trovato altre volte segni di un utilizzo dell’ufficio di Eiffel e Dubois non era proprio il tipo”

Il commissario Lacroix arrivò in quel momento con in mano una cartellina.

“Ho i risultati dell’autopsia del guardiano notturno. Morte per dose eccessiva di barbiturici”

“Barbiturici” ripeté assorto Jacques poi cercò qualcosa sulla scrivania “Ecco qua c’è il rapporto di Moreau su quello che hanno trovato i ragazzi. In casa di Dubois non hanno trovato traccia di sonniferi o barbiturici”

“Vuoi dire che …” domandò Lacroix

“Che qualcuno è andato da Dubois, qualcuno che conosceva molto bene. Qualcuno di cui si fidava e che gli ha somministrato i barbiturici. Suicidio. Ammissione di colpa e caso chiuso.”

“Però ha commesso un errore” disse Legarrel

“Si ha commesso un errore. Fate un controllo incrociato con i tabulati telefonici di Régine e Dubois.” Ordinò Aline sorridendo. “Potremmo trovare qualcosa di utile.”

“Agli ordini” rispose Legarrel andando velocemente alla sua scrivania.


 

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Capitolo 6
*** VI ***


 VI
 
 Jacques  cercò a tentoni sotto i fogli della scrivania  il cellulare che stava squillando vide che la chiamata proveniva da Ariel Petit il tecnico informatico e rispose.
 “Sono riuscito a recuperare dei messaggi e-mail che la signora Bachelin  aveva cancellato e ho trovato qualcosa che è meglio che tu veda di persona” disse  Ariel
“Mi puoi anticipare qualcosa?”
“Una bomba Jacquy ne vale la pena, ti aspetto”
Legarell guardò interrogativo Barbier che si era alzato di scatto  “Ariel ha trovato qualcosa, vado a vedere tu continua a cercare tra i tabulati.”
Jacques arrivò al laboratorio in meno di un quarto d’ora e trovò Ariel Petit con una tazza di caffè per lui  pronto a fargli vedere quello che aveva trovato sul computer.
“E ora goditi lo spettacolo”
Il video durava pochi minuti  e  il posto  dove era stato girato  era sicuramente l'ufficio di Gustave Eiffel.
“Ariel questo è veramente una bomba”  disse Jacques che aveva riconosciuto l'uomo. Régine probabilmente aveva tentato di ricattarlo, però a parte il video non aveva altre prove. I messaggi e-mail e il video non erano sufficienti.
“Puoi farmene una copia e inviarmelo?”
“Si come fatto.” rispose sorridendo Ariel.
Barbier aveva in mente di incastrare l'uomo ma aveva bisogno del video e dell'aiuto di una persona, e aveva già in mente chi. Nestor Fournier. Voleva far uscire allo scoperto  l'assassino.
In quel momento Mathias lo chiamò “Ho trovato un numero che collega la signora Bachelin  a Dubois” disse esultante.
Jaques sorrise e uscì dal laboratorio fischiettando per andare a mettere a punto il tranello.
 

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Capitolo 7
*** VII ***



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Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito. Grazie di cuore.


VII

Erano passate le due di notte e Jacques stava aspettando l’arrivo dell’uomo che aveva ucciso Règine e Dubois. Di questo ormai ne era certo. La trappola stava per scattare, il cuore gli batteva forte. Dall'auricolare gli arrivò il segnale. La preda era lì. Sussurrò dentro al microfono di stare in attesa .

Sentì l’ascensore e poi alcuni passi esitanti poi un'ombra si stagliò sulla porta

“Buonasera Signor Caron” esordì Jacques illuminando l'ufficio di Gustave Eiffel

L'uomo si irrigidì sbattendo gli occhi sorpreso

“Ispettore Barbier?” disse confuso “Cosa ci fa qui?”

“Si aspettava di trovare Fournier vero?” domandò il poliziotto “Nestor è stato molto gentile a prestarsi.”

Caron capì allora che era stato lui a mandargli il video e non Fournier . “Come ha fatto a trovarlo? Pensavo che Régine l'avesse solo sul telefonino”

“Régine l’aveva anche sul computer, l'aveva cancellato ma … non abbastanza bene per i nostri tecnici”

Caron annuì “Dovevo immaginarlo.”

“La stava ricattando vero?”

“Sì, ma non avevo intenzione davvero di farle del male” abbassò lo sguardo.

Dopo qualche istante di silenzio riprese a parlare sommessamente “Non volevo ucciderla io l’amavo,” scosse la testa “mi guardava, mi sfidava, io mi sentivo con le spalle al muro. Non so ... Lei si è messa a ridere e... non so cosa mi sia preso ad un tratto mi sono ritrovato il coltello fra le mani.”

“E Dubois?” chiese Barbier

“Sapeva che usavo l’ufficio di Eiffel per i miei incontri notturni. Di solito era lui che metteva le candele e i bicchieri . Una volta finito lo chiamavo perché andasse a rimettere in ordine”

“ Ma l'altra notte non l'ha chiamato e si é insospettito”

L'uomo fece segno di sì con il capo “Infatti quando è tornato a casa mi ha chiamato chiedendomi se era tutto a posto. Ma dopo aver sentito il telegiornale era spaventato.” sospirò “Mi ha minacciato di raccontare tutto alla polizia”

“E quindi ha pensato di sbarazzarsi del guardiano, meglio ancora, inscenare un suicidio per fare ricadere la colpa su di lui”

“Uscito di scena lui nessuno avrebbe potuto collegarmi a Régine”

“Ma poi oggi è arrivata la chiamata di Fournier. Quando ha visto il video gli ha dato l'appuntamento qua alla torre Eiffel. Aveva intenzione di uccidere anche lui?”

Caron rimase in silenzio guardando l'ispettore, quest'ultimo scosse la testa “Mathias” chiamò.

Legarrel comparve dietro ai due “Portalo via” disse Barbier lanciando un'ultima occhiata disgustata all'assassino.



Punteggio contest  Paris mon amoir 

Voto: 41

Aspetto stilistico: 7
Stilisticamente il racconto non è male, il problema che ho riscontrato, credo, sia stato il frequente uso di punti. Troppi, mi spiego: anche quando bastava una virgola o sarebbe stato più elegante ed efficace un punto e virgola e i due punti, tu hai messo il punto. Ne vengono fuori frasi molto corte, spezzate, uno stile piuttosto stenografico. I dialoghi paiono un po’ forzati, comunque mi hanno ricordato certe atmosfere alla Agata Christie e io adoro quell’autrice e i suoi gialli! È uno stile semplice e scorrevole, si legge con facilità.

Aspetto grammaticale, lessico e sintassi: 6,5
La punteggiatura è piuttosto carente: pochissime virgole, ci sono frasi lunghissime come questa qui, in una delle ultime pagine: “sono riuscito a recuperare dei messaggi email che la signora Bachelin aveva e ho trovato qualcosa che è meglio che tu veda di persona”. Se uno la leggesse ad alta voce, senza fare nemmeno una pausa, gli mancherebbe il fiato. Poi a volte lasci troppi spazi tra le parole (o forse è un problema della mail?). Nella quarta pagina c’è una frase: “guardarsi intorno e cercare” starebbe meglio un “a cercare”. Ogni tanto ti dimentichi qualche maiuscolo dopo i punti o di spaziare dopo i punti. Nell’ottava pagina, in uno dei dialoghi, manca un punto di domanda: “perché Régine avrebbe accettato…” In generale il racconto non è curato bene visivamente: tutti questi spazi, virgole e punti distanziati o parole tutte attaccate… non so se è un problema del file inviato o se avevi scritto così, comunque a me risultano cose come “Régine l’aveva mandata anche al computer , l’aveva cancellato ma … non abbastanza bene”. Insomma non invoglia alla lettura, risulta fastidioso all’occhio; la forma conta.
Il lessico è piuttosto semplice, non ci sono errori di grammatica, però la sintassi è un po’ ballerina, per questo il voto non tanto alto.

Originalità: 6
Ehm, purtroppo ho messo un voto bassino perché non ho trovato la suspence, il mistero che ci si aspetterebbe da un racconto giallo: Régine viene uccisa, sì, si cerca il colpevole e il colpevole chi è? è il personaggio che si vede all’inizio solo chiamato col cognome invece che col nome. O sono io che ho capito male e nel caso mi scuso oppure è così, quindi una soluzione abbastanza scontata e per di più un po’ (perdonami il termine) una presa in giro: Caron compare di straforo così, marginalmente, come può il lettore anche solo considerarlo nella rosa dei sospettati? Le intuizioni dell’ispettore Legarrel sono piuttosto prevedibili, non mi è sembrato possedere quel pedigree da detective che lo rendesse un personaggio interessante. 

Caratterizzazione dei personaggi: 5,5 
Li ho trovati piuttosto piatti, perdonami: solo Régine mostra un minimo di introspezione all’inizio e il suo assassino un po’, ma solo all’inizio: il resto è pura cronaca di un’indagine. Legarrel sembra un semplice manichino che dice quel che deve dire, non coinvolge (almeno a me non ha coinvolto), non ha né pregi, né difetti: sta lì e basta, come i suoi agenti. I dialoghi non aiutano a mostrare sfaccettature dei personaggi, se non un poco, appunto, all’inizio. Un racconto giallo certo non deve contenere spaccati introspettivi alla Joyce, non dico questo, però si tratta di un assassinio, di un delitto: è proprio in queste situazioni che gioca molto la psiche umana (leggesi Agata Christie, appunto, ma qualsiasi altro giallista o scrittore di noir). Qui non l’ho trovata sfruttata.

Aderenza alla sezione scelta: 7,5
Rientra perfettamente nella sezione, ma come ti ho detto non c’è l’elemento psicologico necessario. Comunque molto accurate le fasi delle indagini e ho apprezzato come sei stata precisa nel contesto della polizia parigina.

Uso Parigi: 5
Purtroppo devo mettere un voto basso perché Parigi non si vede e non si sente: viene solo nominata, senza nemmeno descriverla tanto, la Tour Eiffel come luogo del delitto. La consegna di questo contest prevedeva che Parigi non dovesse essere la protagonista, ma in qualche modo spiccare nel racconto, non semplice ambientazione, ma un’ambientazione che fosse vivida e viva, e questo non l’ho riscontrato nella tua shot.

Giudizio personale: 3,5
A me piacciono i gialli, molto, ma questo non mi ha coinvolta e continuo a pensare che la scoperta dell’assassino sia piuttosto “tirata”, senza un vero e proprio mistero ingarbugliato da svelare.

 

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