Obsessed with You[The For the Love of a Daughter saga]

di LaMusaIspiratrice162
(/viewuser.php?uid=161887)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Epilogo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Epilogo ***


La felicità della vita è fatta di frazioni infinitesimali: di piccole elemosine, 
presto dimenticate, di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo gentile, 
di un complimento fatto col cuore.
Ma la felicità non dura per sempre,solo una cosa dura per sempre:l'amore!
Soprattutto il mio amore per lui.

Why do I just lie awake and think of you?
I need some sleep.
Tomorrow I have things to do.
Everytime I close my eyes I see your face,
so I try to read, but all I do is lose my place.

Am I obsessed with you?
I do my best not to want you.
But I do all the time.
I do all the time.
I'm so sorry I just had to wake you up.
I feel so lonely by myself.
Is this the way it feels when you're in love?
Or is this something else?
Yeah.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Allora dato ho cercato di unire il diario a quello che sta accadendo realmente nella storia facciamo così le parti scritte in corsivo sono quelle del diario mentre quelle scritte normali sono quello che sta accadendo.
 
La ragazza scese al piano di sotto e si sedette a tavola. Guardò stupita tutto il cibo che era al centro dell’enorme tavola di marmo nero:croissant,marmellate di diversi gusti,biscotti,fette biscottate,tazze di caffé,di latte,di cioccolata calda e di the. Nonostante fosse lì da più di un mese non riusciva proprio ad abituarsi a tutto quel lusso.Era tutto così diverso dal tenore di vita che conduceva prima.
Quando viveva nella sua casa sulla Terra faceva colazione con un po’ di latte freddo bevuto rigorosamente dal cartone perché sua madre non aveva mai tempo per prepararle una colazione decente.Eppure quella vita che potrebbe sembrare così semplice e squallida era per lei la più speciale che esistesse.
Prese una tazza di latte e un croissant al cioccolato e lo mise nel piatto di vetro davanti a lei.
Cominciò a bere a piccoli sorsi il latte con la testa bassa quando Adrien le rivolse la parola.
-Roberta,dato che resterai qui ancora per un po’ di tempo stavo pensando che forse sarebbe il caso che noi andassimo sulla Terra per prendere le tue cose.Vuoi venire anche tu con noi?-
Ci pensò su e preferì rifiutare.Temeva infatti che se fosse tornata a casa si sarebbero riaperte delle ferite molto dolorose e avrebbe pianto e preferiva non farlo…soprattutto davanti a Pierre,che era sempre così serio e composto.
-No…non vi preoccupate andate pure-
 
Dopo qualche ora Adrien e Pierre erano già partiti nella carrozza diretti verso la casa che era appartenuta  a Chocola.
Roberta li aveva visti partire dalla finestra e poi si era seduta sul grande letto a leggere il diario di sua madre.
 
Volavamo nel cielo nero pieno di stelle splendenti mano nella mano quando Pierre mi disse:
-Ah dimenticavo…ho una sorpresa per te-
-Davvero?-esclamai entusiasta con voce squillante
-Certo…prova ad indovinare che cos’è-
Ci pensai bene.
-Un anello?- -Acqua-
-Un’auto- -Acqua-
-Mi arrendo-
-Una casa-
-Davvero?Oh che bello!E dove è?Dai andiamo!-dissi e volai più veloce trascinandomelo dietro.
Atterrammo in un piccolo giardino ben curato  interrotto da un vialetto che conduceva ad una casa piccola ma carina di colore giallo.Pierre mi diede la chiave ed aprii la porta.
 
Pierre e Adrien arrivarono sulla Terra dove la loro carrozza si mutò fino a diventare un auto.
L’auto si fermò davanti ad un enorme cancello in ferro battuto.I due ragazzi scesero dal veicolo e aperto il cancello attraversarono il vialetto che li condusse davanti alla porta della casa.
Pierre sospirò ed infilò la chiave nel buco della serratura.Sapeva che entrare lì gli sarebbe costato tanto e che appena varcata la soglia i ricordi avrebbero preso il sopravvento.
-Lo so che non è facile per te…ma è l’unico modo per capirci qualcosa-esclamò Adrien.
Pierre girò la chiave e la porta si aprì.Entrarono con passo felpato nella casa buia.C’era una gran puzza di chiuso eppure riuscirono a sentire il suo profumo.Quel dolce profumo che sapeva così tanto di Cioccolata.Pierre premette il tasto dell’interruttore.Una lampada che sembrava appena uscita un negozio di antiquariato illuminava un grazioso ingresso molto luminoso.La parete era stata dipinta con un bel giallo canarino e vicino alla parete c’era un mobiletto in legno d’acero su cui era posata una bellissima abajour.A destra e a sinistra c’erano due porte.
-Carina.-disse Adrien
-Lo so l’ho arredata io-
 
-Davvero l’hai arredata tu?E’ così bella-dissi guardando l’ingresso.
Lui annuì e mi portò a vedere le altre stanze.Mi condusse nella grande cucina.Era una grande stanza luminosa grazie al grande balcone che si trovava proprio di fronte alla porta.I mobili erano di un bel verde chiaro e così anche il tavolo al centro della stanza.Persino le mattonelle della cucina e del pavimento erano chiare.
-E’ così allegra!-
-Già dopo aver vissuto per così tanto tempo in un palazzo buio ho capito che era il caso di vivere nella luce-
 
-Le camere da letto sono di là-disse indicando la porta a destra.La aprirono e attraversarono il corridoio tappezzato di cornici:in alcune c’erano delle tele di scarso valore e in altre c’erano foto di Chocola e Roberta.Pierre camminava senza soffermarsi sulle foto e arrivò presto davanti alla porta di mogano.
-Questa era la sua stanza-disse
-Ok vai e cerca qualsiasi indizio che possa aiutarci a capire chi è il padre di Roberta…un agenda,un diario,un certificato o qualsiasi altra cosa.-
Pierre strinse i pugni e poi dopo essersi rilassato girò la maniglia ed entrò.
 
Ho cercato di intrecciare le due storie…spero di non aver creato confusione.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


When you're gone
The pieces of my heart are missing you
When you're gone
The face I came to know is missing too
When you're gone
The words I need to hear to always get me through the day and make it ok
I miss you

Pierre attraversò la stanza trascinando i suoi piedi sul parquet di legno chiaro.Guardò la stanza buia ed aprì la finestra.Un tiepido raggio di luce attraversò la camera da letto.Dalla finestra aperta poteva sentire una leggera pioggerellina che batteva sul tetto della casa creando una meravigliosa melodia.
Era un mesto pomeriggio di ottobre e si sa che sono i momenti così che trasmettono tristezza.
Il ragazzo guardò la camera sospirando…non era cambiato niente.Sembrava ieri che aveva arredato quella stanza.Aveva messo lui il letto accanto al muro e l’armadio di mogano dalla parte opposta.Aveva poi posizionato una cassettiera in quell’angolo.Ricordava ancora il viso entusiasta della sua amata quando gliela aveva mostrata.Aveva saltato dalla gioia e dopo averlo abbracciato lo aveva baciato.
Il ragazzo scosso dal ricordo che la stanza aveva rievocato cominciò a tremare e allora si sedette sul letto.Gli succedeva spesso da quando Chocola era sparita dalla sua vita.Vedere la stanza così vuota e scura gli metteva tristezza e angoscia così decise di cominciare subito la ricerca degli indizi prima che si rammendasse altri ricordi che potessero ferirlo.
-Prima comincio prima finisco-esclamò e aprì le ante dell’armadio.
Guardò i vestiti appesi nell’armadio.C’erano alcune divise da lavoro…sembravano divise da cameriera.Ce ne erano di colori diversi e questo significava che aveva lavorato in diversi locali.Scacciò questi pensieri dalla testa e frugò nelle tasche di tutti gli indumenti che vedeva ma non c’erano altro che cartacce.Chiuse l’armadio e si avvicinò alla cassettiera.Aprì il primo cassetto e cominciò a rovistare.Trovò una boccetta di profumo,un portafogli,un portagioie,un rossetto.In fondo al cassetto poi guardando bene trovò anche una piccola valigetta di pelle nera.
Prese il profumo,il portafogli e la valigetta e li appoggiò sul letto.Cominciò ad esaminare il profumo.Aprì la boccetta e ne sentì l’odore.Sospirò triste.
Ah quanto gli era mancato il suo profumo!Ricordava infatti che Chocola aveva l’abitudine di mettere sempre troppo profumo così che ogni volta che usciva da una stanza questa restava impregnata della sua fraganza.Quando era tornato su Extramondo entrando nel Palazzo degli Orchi era stata la prima cosa di cui aveva sentito la mancanza.Se solo non avesse…
Ma ormai era tardi per rimediare:lei era morta e lui non l’avrebbe mai più rivista.
Questo pensiero gli fece venire un groppo in gola che si affrettò ad ingoiare.Non voleva piangere,non voleva farlo ancora…
Afferrò il portafogli e lo aprì.Non aveva certo dimenticato il motivo per cui era andato lì:doveva capire chi era il padre di Roberta(e soprattutto se lo era lui come Adrien pensava).
Cercò nelle varie tasche e non trovò che certificati in cui però non vi era scritta alcuna informazione utile.Buttò via il portafogli e prese la valigetta.(Quella gli interessava molto).
Cercò di aprirla prima con le mani e poi con la magia ma si rese presto conto che ogni tentativo era inutile.Aveva bisogno di una chiave e aveva una sola speranza per poterla aprire.Roberta.Solo lei poteva sapere dove era.
Stava fissando ancora la valigetta nella stanza buia quando udì una voce dietro di lui.Era una voce femminile che a lui era più che familiare…era il cibo di cui si nutriva il suo cuore.
-Chocola- disse voltandosi ma non vide nessuno eppure lui la voce la udiva ancora.
Vide una luce in un angolo della stanza.Sembrava essere un angelo…il suo angelo.Corse in quell’angolo ma la luce sparì e al suo posto comparì il muro.Pierre si era lanciato con troppo slancio verso “Chocola” e per questo prese in pieno il muro.Aveva sperato di riabbracciare Chocola e invece non solo si era illuso ma si era anche fatto male al naso da cui scendeva una piccola scia di sangue.
-Fantastico!Sono diventato anche pazzo-esclamò
Guardò la porta da cui era entrato.Ricordava il giorno in cui Chocola era entrata per la prima volta nella stanza e aveva esclamato:-Oggi per noi inizia una nuova vita!Questo è il nostro nuovo inizio!-
Quelle parole risuonavano così lontane adesso.
Pierre si stese sul letto e involontariamente fece cadere la boccetta di profumo.La fraganza di Chocola riempì la stanza e questa volta per il povero ragazzo fu impossibile non piangere.
Piangeva e singhiozzava mentre annusava le coperte,il cuscino del letto in cui aveva riposato il suo angelo.
-Chocola ti amerò per sempre-esclamò tra i singhiozzi mentre le lacrime si mischiavano al sangue che ancora gli solcava il viso.

Allora che ne pensate?Penso di poterne essere abbastanza soddisfatta,Ho cercato di trasmettervi le emozioni del povero Pierre...per questo alcuni concetti tornano più volte...dato che la sua mente pensa sempre alla morte di Chocola.Riguardo alle circostanze della morte della nostra eroina ci vorrà ancora tantissimo per scoprirle!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Adrien aprì la porta ed entrò nella stanza insieme a Pierre.Il primo si avvicinò a Roberta e si sedette accanto a lei,l’altro invece restò in piedi vicino alla porta.Roberta alzò lo sguardo e li guardò attentamente uno per uno.Vide il viso di Adrien amichevole come al solito e quello di Pierre che gli fece davvero paura.Aveva gli occhi arrossati e il naso viola,sembrava che aveva appena ricevuto un viso in pieno viso.Aspettò che uno dei due parlasse.
Fu Pierre a parlare dopo essersi schiarito la voce:-Roberta devi aiutarci…-
La ragazzina non rispose e allora Adrien aggiunse:-E’ davvero importante e poi interessa anche a te capire chi è tuo padre,no?-
-Perché voi sapete chi è?-
-No ma tu potresti aiutarci a capirlo-
-Come?-
Pierre mostrò alla ragazza la valigetta che aveva trovato nella camera di sua madre.
-Dove l’hai trovata?-
-Quindi la conosci?Sai come aprirla?-incalzò Adrien
-No…mamma mi ha sempre proibito di toccarla.Io ho spesso presa dalla curiosità ho tentato di disobbedirle ma non sono riuscita ad aprirla!Ho osservato bene la serratura e ho capito che la chiave dovrebbe essere qualcosa di piccolo e rotondo.-
-Come un anello?-
-O uno di quei cosi che si usano sulle giacche-cercò di spiegare Roberta
-I gemelli…-esclamò Adrien illuminato da un’idea geniale.Si alzò e si avvicinò a Pierre e tirò con forza il gemello che aveva sul lembo destro della sua giacca.Prese la valigetta e provò ad infilare il gemello nella fessura…combaciava perfettamente.Girò facendo forza l’oggetto d’oro nella fessura e la valigetta si aprì.Pierre e Roberta guardavano la scena increduli.
-Probabilmente Chocola voleva che quando sarebbe stata aperta ci foste entrambi-
Roberta si avvicinò alla valigia e ne guardò il contenuto composto da foto e fogli disposti in ordine sparso.Pierre la raggiunse e cominciò ad afferrare le foto.C’erano immagini che raffiguravano lui e la sua amata Chocola.Le scorgeva velocemente e rivedere quelle foto,rivivere quei momenti era davvero troppo per il suo cuore ma tentava di farsi forza poiché non aveva intenzione di piangere davanti a lei.
-Che cosa è questo?-chiese Roberta indicando una sorta di manifesto pubblicitario su cui era raffigurato Pierre.
Adrien lo prese per studiarlo.-E’ una pubblicità di un tuo spettacolo Pierre…mi ricordo bene che Chocola questo lo prese mentre stavamo passeggiando e che io le diedi della pazza.-
-Spettacolo?-chiese la ragazza curiosa
-Si Pierre per un po’ di tempo ha fatto il pianista…era anche bravo,te lo ricordi Pierre?-
Il ragazzo annuì senza distogliere lo sguardo dalle foto.Intanto la ragazza trovò un’altra foto nella valigia.Poichè Adrien non aveva idea di cosa rappresentasse Roberta fu costretta a rivolgersi a Pierre.
-Che cosa è questa?-
Pierre guardò bene la foto in cui Chocola sorridente teneva in mano un foglio di carta e dietro di lei c’era una grande auto nuova.
-Ah si…questo è il giorno in cui Chocola ha preso la patente-esclamò ridendo
-Perché ridi?-chiese Adrien curioso
Pierre capì che era costretto a raccontare la storia da capo e allora dopo essersi schiarito la voce e attirato l’attenzione di entrambi gli interlocutori cominciò il racconto:
“Il giorno in cui Chocola ed io andammo per iscriverla alla scuola guida ricevemmo una sorpresa che per lei non fu certo splendida.L’addetta alle iscrizioni si chiamava Yurika.Credo che voi non sappiate chi sia.Bene ora ve lo dirò io,lei era la presidentessa del mio fanclub e di conseguenza la nemica giurata di Chocola.Ricordo che quel giorno si arrabbiò con me poiché io avevo raccontato alla mia vecchia amica che noi eravamo fidanzati e non avevo mentito dicendo che eravamo sposati.Comunque la gelosia di Chocola non era del tutto infondata poiché mi ero accorto anche io che lei aveva ancora una cotta per me.Il corso di giuda comunque proseguì bene e Chocola superò l’esame scritto senza difficoltà.I problemi cominciarono quando dovette affrontare l’esame di guida.
L’impiegato che doveva seguire l’esame era Yurika e Chocola era convinta che lei avrebbe fatto di tutto pur di farla bocciare.Così mi obbligò ad andare con lei.Sosteneva infatti che se ci fossi stato anche io lei non avrebbe potuto trasgredire alle regole.Ricordo che lei e Yurika erano sedute davanti mentre io ero mi ero accomodato sul sedile posteriore. Durante tutto l’esame non feci che fare incantesimi per calmare Chocola che si innervosiva (e quindi rischiava di sbagliare) ogni volta che Yurika apriva bocca.Alla fine superò l’esame e appena le consegnarono il foglio rosa le feci questa foto.”
-Wow non credevo che mia madre fosse un tipo così geloso!-esclamò Roberta sorpresa
-Invece lo era e in parte lo ero anche io!-disse Pierre
Roberta cominciò a pensare al problema che avevano e poi disse:-Forse so io un modo per poter scoprire chi è mio padre.Mia madre mi ha lasciato un diario e appena capirò chi è ve lo dirò-
-Puoi farmelo vedere?-chiese Pierre
Poteva fidarsi di lui?La ragazza esitò e cominciò a pensarci.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


-Puoi farmelo vedere?-chiese Pierre
-No…è l’ultima cosa che mi resta di lei e voglio tenerla per me…-sussurrò la ragazza
-Tranquilla noi ti capiamo-disse Adrien
-No…io non capisco-gridò Pierre
Roberta e Adrien si voltarono per guardarlo meglio.Sembrava davvero furioso.
-Devi sapere che Chocola non manca solo a te…hai capito?Anche a me manca terribilmente-gridò con quanto fiato aveva in gola.
In quel momento qualsiasi ragazzina sarebbe scappata via con la coda tra le gambe e gli occhi lucidi ma il carattere di Roberta era particolare.Lei non riusciva a trattenersi dal dire quello che pensava e non aveva mai permesso a nessuno di metterle i piedi in testa.Era stata capace di far volare una ragazza molto più grande di lei per molti metri solo perché aveva osato chiamarla “mocciosa”.Come poteva adesso permettere che un principino presuntuoso avesse la meglio su di lei?
-Bè se davvero ti mancava allora perché l’hai lasciata?-ribattè quindi lei prontamente
Adrien ascoltate quelle parole avendo capito che cosa stava per accadere si voltò verso Pierre.
Il suo viso generalmente pallido era diventato di un bel rosso acceso.Le mani gli tremavano e così strinse i punti.Alzò lo sguardo che diversamente dal solito era di fuoco e lanciò un’occhiataccia a Roberta.Lei deglutì.Sua madre aveva ragione:Pierre faceva davvero paura quando si arrabbiava!
-Ringrazia che sei sua figlia!-esclamò.
Adrien sospirò di sollievo e fece segno alla povera ragazza ancora immobilizzata dalla paura di sparire immediatamente. Roberta si riprese ed uscì dalla porta velocemente.Si appoggiò alla porta e cercò di ignorare il suo battito accelerato per poter sentire che cosa sarebbe successo nella stanza da cui era appena uscita.
-Pierre-disse Adrien-so il motivo per cui hai perso la pazienza e ti capisco,ma…-
-No…non sai perché ho perso la pazienza,io…io-le lacrime rigarono il volto di Pierre-l’ho rivista in lei-
Adrien non osò dire nulla e mise una mano sulla spalla del suo caro Pierre.
-La mia vita sta diventando insopportabile.In ogni nuvola, in ogni albero, nell'aria della notte e nell'aspetto di ogni oggetto durante il giorno, io sono circondato dalla sua immagine! I più comuni visi di donna o uomo, i miei stessi lineamenti, si fanno gioco di me con il loro ricordarla. Il mondo intero è per me una terribile collezione di cimeli che mi ricordano che lei è esistita e che io l'ho persa!-
Il cuore di Roberta si fermò per un piccolo istante.Wow Pierre aveva scorto in lei qualcosa che le ricordava la sua amata madre.Aveva sempre cercato di somigliarle e a quanto pareva ci era riuscita.Non riuscì a non sorridere.
Sentì dei passi che si avvicinavano alla porta e così corse al piano di sopra e si chiuse nella sua stanza.Si stese sul morbido letto e prese dalla sua borsa a tracolla il diario a cui teneva così tanto!Lo aprì alla pagina in cui aveva messo come segnalibro una foto di sua madre.
Lesse la pagina in cui sua madre aveva scritto tante cose con molta cura.Sospirò e riprese da dove aveva lasciato.
Passarono le settimane e poi i mesi.E arrivò il mese di Dicembre…
Tesoro ricordi che ogni anno…il giorno di Natale io sono di pessimo umore?Beh sto per spiegarti perché!Quindi siediti comoda e goditi il racconto.

La parte sottolineata è presa dal libro Cime Tempestose…eh si era inevitabile che Pierre prendesse le sembianze di Heatchliff!!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Passarono le settimane e poi i mesi.E arrivò il mese di Dicembre…
Tesoro ricordi che ogni anno…il giorno di Natale io sono di pessimo umore?Beh sto per spiegarti perché!Quindi siediti comoda e goditi il racconto.
Né io né Pierre(naturalmente) lavoravamo e andavamo all’università campando di rendita grazie al grande (immenso) conto in banca del mio fidanzato.Tuttavia non voglio che tu pensi che abbia approfittato della situazione.Infatti più volte o espressamente proposto di cominciare a lavorare,ma Pierre si è sempre opposto dicendomi che nella mai vita non avevo mai vissuto nell’agio e adesso me lo meritavo ed io gli ho dato retta.
Comunque come ti stavo dicendo il 24 Dicembre tornò a casa raggiante.
-Chocola…Chocola oggi è la vigila di Natale-gridò entrando nella cucina.
-La vigilia di cosa?-
-La vigilia di Natale-mi guardò e avendo capito che non sapevo di che cosa si trattasse cominciò a parlare con quell’aria seria e un po’ presuntuosa che io odio (e che adoro!!)
-Il Natale è una festività cristiana festeggiata maggiormente in Europa e in America che celebra la nascita del loro dio Gesù.-
-E che cos’è un dio?Una specie di sovrano?-
-Più o meno…con la differenza però che un dio è una persona in cui si crede nonostante egli sia morto e in questo giorno i cristiani si riuniscono in un edificio chiamato Chiesa per festeggiare la sua nascita tutti insieme-
-Allora è come una festa-gridai immaginando i cristiani che in questo edificio ballavano e festeggiavano tutti insieme.
-Sbagliato…non immaginarti una festa…è una cerimonia solenne come un’incoronazione!-
Come ho detto odiavo quando si atteggiava da sapientino!
-Comunque perché mi parli di una festa che qui in Giappone non si festeggia?-
-Sbagliato…qui più per motivi commerciali però il Natale è stata trasformata in una festa dedicata agli innamorati…-disse e mi fece l’occhiolino.
Io sorrisi e arrossii lievemente:però quando si comportava da intelligente era così carino.
Per far sparire l’imbarazzo dissi:-E’ per il caso tuo modo (dolce) di chiedermi di uscire questa sera?-
-Mi hai scoperto-disse e si avvicinò a me-ti meriti proprio un bacio-e mi baciò dolcemente.
-Quindi un dio…è una persone di cui ci si fida tantissimo un po’ io mi fido di te-esclamai pensierosa
Lui impallidì e strinse i pugni.Poi il sorriso tornò di nuovo sul suo viso come se nel cielo fossero scomparse le nuvole minacciose e questo fosse tornato sereno.
La sera ci misi molto a prepararmi e dopo aver indossato un miniabito nero con un paio di calze nere ricamate e una vistosa collana uscii con il mio cavaliere.
Ricordo che andammo in giro per le strade illuminate della città.Tutte quelle luci e quella gioia sembravano creare un’atmosfera speciale…forse era il clima natalizio.Vedemmo molte luci e una simpatica figura di un uomo molto grassottello e molto anziano (che Pierre mi spiegò) che si chiamava Babbo Natale.Il mio ragazzo mi disse anche che portava doni ai bambini di tutto il mondo nella notte di Natale…ecco perché mi era stato subito simpatico.
Pierre poi mi portò a cena fuori in un costosissimo ristorante della zona.Forse era un po’ troppo lussuoso per me dato che mi sentii a disagio per tutta la serata ma apprezzai il pensiero.Quello era proprio il suo mondo:il lusso,la ricchezza,gli agi…
Ed il suo mondo era così distante dal mio.Tuttavia pensai che i due mondi potevano benissimo unirsi in uno.Lui mi trattava come una principessa e questo mi piaceva tanto.
Mentre cenavamo lui sembrava davvero molto nervoso.Mentre mangiavamo il dolce lui mi disse:
-Domani ti farò un regalo davvero speciale-
-Che cos’è?-chiesi curiosa
-Lo scoprirai a tempo debito-disse con tono pacato
Nonostante insistei per molto tempo si rifiutò di dirmelo.Tornati a casa ci scambiammo il bacio della buona notte e andai nella mia stanza. Purtroppo non riuscii ad addormentarmi perché l’idea del regalo non mi faceva proprio prendere sonno.Così cercai tra i mobili e trovai qualcosa che mi spezzò il cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Trovai qualcosa che mi spezzòil cuore.
Mentre Roberta era tutta intenta a leggere le parole di sua madre e il cuore le batteva forte cercando di capire il motivo di tanto sgomento qualcuno bussò alla porta.
Adrien entrò e si sedette accanto alla ragazza.
-Ti ha mandato lui?-
-Più o meno…-sospirò-devi perdonarlo è che ha vissuto per quasi quindici anni tra queste quattro mura.-
-Quindici anni?-
-Si una volta è andato sulla Terra e non so che cosa sia accaduto ma da quando è tornato…bè non è mai più uscito,quindi capisco che possa sembrare rude-
-Vi ho sentiti quando parlavate e solo sentirgli dire che somiglio a mia madre mi ha fatto dimenticare tutto quello che mi ha gridato.-
-Quindi saresti disposta a vederlo?-
-No…deve prima chiedermi scusa-
Adrien sorrise e anche Roberta lo fece.
-In ogni caso potresti portargli questo foglietto?-chiese Roberta afferrando un foglio di carta e porgendolo al suo amico.
-Certo…che cosa c’è scritto?-chiese curioso
-Sono alcune domande su quello che c’è scritto nel diario-
-Gliele porterò-e dopo essersi alzato dal morbido letto uscì dalla porta.
La ragazza allora si rimise a leggere dal punto in cui era stata interrotta.

Un cristallo del cuore.Un cristallo del cuore nero!Restai immobile davanti alla scena cercando di auto convincermi che lo avesse catturato quando era ancora il principe degli Orchi.Questo però era impossibile perché la casa l’aveva comprata solo da pochi mesi.La mia sorpresa si trasformò in pura rabbia.Infilai il cristallo nella tasca del mio pigiama e andai come una furia diretta nella stanza di Pierre.Non mi importava se stava dormendo…lo avrei svegliato io!
Aprii la porta e attraversai la stanza.Fu sorpreso di vedermi ma complice il buio o il sonno non si accorse del mio sguardo infuriato.Decisi di assecondarlo e così mi sdraiai accanto a lui.
In quel momento si accorse (troppo tardi) della mia rabbia.
-Tutto bene?-
-Oh mio Dio…vuoi smetterla di fare il finto tonto?Sai bene che cosa mi hai fatto!Che cosa mi stai nascondendo!-
Lui impallidì e abbassò lo sguardo.Gli strinsi il braccio così forte da fargli male costringendolo così a guardarmi.
-Da quando in qua…sei così codardo??-
-Non sono codardo,sono solo dispiaciuto!-
-Adesso spiegami che cosa è successo-
-Sono stato un debole…degli Orchi qualche settimana fa mi hanno sfidato.Mi hanno detto che non ero più capace di catturare un noir ed io gli ho dimostrato che si sbagliavano-
-Sei impazzito?-
-E’ che quando cresci tra gli Orchi è difficile cambiare le abitudini-
-Credevo che il tuo amore per me potesse aiutarti a dimenticare il passato-esclamai delusa dalle sue parole
-A quanto pare non è abbastanza-
Quella era la goccia che faceva traboccare il vaso.Era davvero avvilente sentirsi dire certe cose...era come ricevere una doccia fredda in pieno inverno.Io avevo creduto nel nostro amore e sentire che per lui non era lo stesso distrusse le mie certezze.Forse se fosse stato un altro ragazzo gli avrei rotto un vaso in testa o lo avrei ucciso…ma dato che era lui mi limitai ad offenderlo e ferirlo profondamente.
Mi alzai dal letto e corsi verso la porta.
-Dove stai andando?-mi chiese raggiungendomi e prendendomi per un braccio.
-Vado da qualcuno che abbia spina dorsale!-
Mi guardò mortificato,ma questo non mi fermò.
-Ma che ci fai ancora qui?Non volevi andare dai tuoi Orchi…e allora vacci principino e risali sul tuo trono sporco…io non ti supplicherò di restare.Non sei l’unico che ha fatto dei sacrifici qui…anche io ho rinunciato al trono!E sai che è costato molto di più a me che a te!E per cosa?Per un ragazzo viziato che non sa nemmeno quello che vuole!Non eri la mia unica possibilità-
Forse era normale che sbottasse anche lui dopo tutto quello che gli avevo detto.Lo hai mai visto quando si arrabbia?Ti auguro di non vederlo mai perché fa paralizzare dalla paura.
-Ah perché secondo te io non sognavo di diventare il sovrano degli Orchi?Io non avevo delle aspettative?E poi se vuoi corri dal tuo stupido traditore omicida*…a me cosa importa?Neanche io ti supplicherò…!-
A quel punto dissi una frase che forse avrei fatto meglio a tenermi per me.
-Adesso capisco perché i tuoi genitori ti hanno affidato agli Orchi,quello è il tuo posto!-
Sono consapevole d aver fatto un errore ma mi conosci:quando mi arrabbio parto come un treno in corsa e difficilmente mi fermo a riflettere su quello che dico.
Pierre mi lasciò il braccio e nel silenzio della notte fu lui ad uscire dalla stanza sbattendo la porta.Mi sedetti sul letto e mi addormentai mentre le lacrime mi solcavano il viso.
Tutta la notte non dormii affatto tranquillamente e fui turbata da incubi.Sulla Terra regnava l’oscurità e anche nel mio cuore questa primeggiava e stava per eliminare completamente la luce della felicità.
Mi svegliai alle primi luci dell’alba e mi guardai attorno sperando che tutto fosse stato un incubo ma subito mi resi conto della veridicità della situazione.Attirò però la mia attenzione un foglio di carte posto sulla scrivania.
Con il battito del cuore a mille la aprii e lessi le parole che erano state scritte velocemente ma con una calligrafia impeccabile ed elegante come al solito.
“Ricorda che ti amo più della mia stessa vita.”
Ero sicura che era stata scritta da Pierre.
-Wow mi ha perdonato in fretta-esclamai felice e quando sentii il suono del campanello corsi verso la porta entusiasta.Forse non era tutto perduto.
Ma dopo aver aperto al porta ebbi una grande delusione.

*=Se non l’avete capito è Houx!

Mi dispiace per loro anche se mentre scrivevo ridevo…(a quanto pare sono sadica!!).Mi dispiace distruggere la loro felicità,ma era necessario!Secondo voi chi aveva ragione nella lite?

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Corsi alla porta e dopo averla aperta fui molto sorpresa da quello che vidi.Mi aspettavo di vedere Pierre che era tornato per fare la pace e invecemi ritrovai davanti a Vanilla,Houx e Saule.
Il mio stupore fu tanto e aumentò quando vidi l’aria preoccupata sui loro volti.
-Ragazzi che cosa è successo?-gli chiesi
-In verità dovremmo chiederlo noi a te-
Vanilla avendo capito che io ero all’oscuro di tutto chiese cortesemente e gentilmente di entrare.I tre ragazzi attraversarono l’ingresso ed entrarono nella luminosa cucina.Vanilla e Houx si sedettero sulle sedie mentre Saule,agitato,restò in piedi.
-Allora mi spiegate che cosa vi è capitato?-esclamai io irritata da tutti quei misteri.
-Chocola tu e Pierre avete litigato oggi o ieri?-chiese Vanilla prendendo la parola
-Si…-
I tre ragazzi annuirono pensierosi.
-Come pensavamo-esclamò Saule
Strinsi i pugni e poi esasperata li sbattei sul tavolo di legno.I miei tre amici mi guardarono allibiti.
-Dovete raccontarmi tutto-
Fu Houx a parlare:-Gli orchi sono tornati-
-Che cosa?Ma adesso facevano parte del regno…-
-Si ma c’era ancora qualche orco che aveva ambizioni troppo alte…desideri che non ha potuto soddisfare in un Regno equo…quindi si sono riorganizzati e hanno creato un gruppo di ribelli che si sono mossi contro il Regno-
-La situazione è molto grave?-
-La guerra è praticamente alle porte-esclamò Saule furioso.Era arrabbiato perché non voleva mettere in pericolo la vita di milioni di persone e la sua a causa degli Orchi…di nuovo.
Ed io lo capivo benissimo.L’unica cosa che non capivo era che cosa centrassi io o peggio che cosa centrasse Pierre.Ci pensai su e capii.
-Non penserete mica che…?-
-Non ne siamo sicuri ma lo sospettiamo…-disse Vanilla
Ero davvero allibita e delusa.Come potevano i miei migliori amici avere tali pregiudizi sul mio fidanzato?
-Come potete permettervi anche solo di pensarlo?-
-Bè non è qui e avete litigato…-
-In ogni caso perché non torni con noi su Extramondo e lo scopri da te?-
Schioccai le dita e le porte della casa si chiusero a chiave.Presi un soprabito ed esclamai:-Sono pronta!-
Nel mio sguardo c’era molta determinazione.Intendevo dimostrargli la fedeltà e la lealtà del mio fidanzato di cui tra l’altro non era sicura neanche io.Non facevo che pensare al nostro litigio,a quello che ci eravamo detti e la paura che i sospetti fossero infondati diventava progressivamente una certezza.Non seppi mai che cosa accadde quella notte…nè dove passò la notte Pierre…né come o quando incontrò gli Orchi ma puoi capire che cosa accadde.
Andai su Extramondo e appena entrata nel palazzo Reale Vanilla fu raggiunta da un messaggero.Portava una lettera o meglio una richiesta di guerra firmata.Firmata dalla sua elegante calligrafia.E mi mancò la terra sotto i piedi.

Roberta mentre leggeva il diario vide un foglio sul pavimento e sicura di non averlo messo lei lì lo prese e lesse che cosa c’era scritto.
“Ah sei arrivata a quel punto?Comunque il regalo che volevo fare a tua madre non lo ha mai saputo nemmeno lei.Tu sarai l’unica a saperlo.Era un anello.Si cara avevo intenzione di chiederle di sposarmi…peccato che sia andato tutto a rotoli!”
La ragazza sorrise e scrisse un’altra domanda sul foglio.Si sedette a terra con la schiena appoggiata alla porta e fece passare sotto questa il foglietto.
Dall’altro lato appollaiato c’era Pierre.Due persone con un carattere simile,che amavano la stessa donna e che si sentivano allo stesso modo erano lì separate da un sottile pezzo di legno tarlato.Ah se solo avessero messo da parte il loro orgoglio e avessero condiviso il loro dolore!
Anche se forse stavano cominciando a farlo…
La ragazza mentre aspettava che l’uomo le restituisse il bigliettino continuò a leggere.Notò però che la pagina seguente era troppo sporca di caffè per poter essere letta e allora lesse la seguente.

Entrai nella stanza in cui ero stata invitata per un thè.Sapevo comunque che era impossibile che il motivo del mio invito fosse quello.Stava per essere combattuta una guerra.Tra soltanto qualche ora sarebbe stato disseminato morte e distruzione e mio nonno mi aveva convocato per offrirmi una tazza di thè.Lo conoscevo troppo bene per cascarci.Avevo capito che voleva qualcosa da me…solo che non sapevo che cosa era.
Mi sedetti accanto al tavolino e dopo aver bevuto un sorso di thè lo guardai negli occhi ed esclamai:-Arriva al punto nonno…-
Lui mi guardò sorpreso e poi esclamò:-Sono un libro aperto per te.Comunque hai ragione ti ho chiamato qui perché abbiamo bisogno del tuo aiuto.-
-In cosa?-
-Tu lo conosci bene…sai bene quali sono i suoi punti deboli…quali i punti di forza-
-Mi stai chiedendo di schierarmi contro Pierre?-
La tazza cadde dalle mie mani e si ruppe in mille pezzi.Ero davanti ad una delle più difficili scelte della mia vita.Che dovevo fare?
Dovevo scegliere il Regno o Pierre?Giusto o sbagliato?





Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


When the walls come crashing down
I hope you'restanding right in front of me
When the past lies all around
Cause all youneed to see is me, is to intervene
And make the walls come crashingdown!

Got, got dynamite!
Un fogliettino passò sotto la porta e Roberta lo aprì e lo lesse.
“Hey non bisogna essere così aggressivi.Ora ti racconterò io che cosa è accaduto quella notte.
A quel tempo ero uno stupido che non apprezzava quello che aveva ma non ero ambizioso.Non lo sono mai stato…o forse mai dopo che mi era stato sottratto il noir.
In ogni caso quando andai via dalla mia casa ero frustrato ma non arrabbiato.Certo non mi faceva piacere che avessimo litigato.Appena girai l’angolo pensando già a come chiederle scusa mi imbattei negli Orchi.Mi stavano aspettando ne ero sicuro.Mi proposero di tornare ad essere il loro re ma io mi rifiutai.Poi però Giroutte disse una frase che mi fece cambiare idea facendomi rabbrividire.
-Vuol dire che lo chiederemo alla figlia di Ice…o meglio la obbligheremo a farlo.Quella ragazzina ha un conto in sospeso con me-
Non avevo mai sentito parole più convincenti.Così feci quello che mi dissero…lo feci per lei anche se adesso ripensandoci le feci del male ugualmente”

Mi alzai e guardai mio nonno inorridita.
-Non ti sto costringendo sia chiaro ma tutto il popolo data la tua situazione sta cercando di capire da che parte ti schiererai…-
-Io…io non mi schiererò.Io sono un orco,mio padre lo era e anche il mio fidanzato lo è.Ma non condivido i loro ideali e poi la mia famiglia è qui.Sono due pezzi di un puzzle che non riesco a congiungere quindi ho deciso di rinunciarci.Non mi schiererò mai né da una parte né dall’altra!-
-Rispetto la tua scelta anche se non la condivido-disse poi mi guardò e strabuzzò gli occhi.
-Sai-disse con un tono do nostalgia nella voce-non credevo che avremmo parlato così seriamente…insomma come due adulti…credevo che avremmo litigato per sempre,sei cresciuta!-
Sorrisi anche io con aria nostalgica. Cambiai subito argomento e chiese tra quanto tempo si sarebbe scatenato l’inferno.
-Tra un oretta credo…che cosa hai intenzione di fare?-
-Non lo so-
Lui mi diede una leggera pacca sulla spalla e poi uscì dalla stanza lasciandomi sola a meditare.
Con aria annoiata e meditabonda mi misi ad osservare ciò che accadeva fuori dalla finestra.I soldati del Regno si stavano preparando a partire.Stavano indossando le loro corazze e i loro grandi elmi che in realtà facevano solo da presenza scenica.Infatti gli Orchi li avrebbero uccisi anche se fossero stati rivestiti interamente di ferro o se fossero stati come l’eroe terrestre Achille.Come sarebbe finita questa volta?Quante presone sarebbero morte?Non osavo immaginarlo.Vidi una scena che mi intenerì moltissimo:uno dei soldati si stava avvicinando ai suoi compagni ma si fermò improvvisamente e si voltò.Questo suo atteggiamento mi incuriosì e continuai a fissarlo.La sua ragazza lo raggiunse e dopo averlo abbracciato lo baciò appassionatamente.
Anche io avrei voluto salutare il mio ragazzo.Anche lui rischiava la vita…(solo che lui lo meritava).Temevo che non lo avrei mai più rivisto,allo stesso modo in cui quella donna che salutava il suo uomo con gli occhi lucidi temeva che quello fosse un addio.
Questo era così ingiusto…così sbagliato!Io forse potevo fare qualcosa usando l’unica arma nelle mie mani.La persuasione.
Se conoscevo bene Pierre sapevo che le mie parole potevano cambiare le sue intenzioni.Volai dalla finestra e mi diressi diretta nel punto in cui vedevo che si erano schierati i due eserciti.
Nell’aria si sentiva che c’era ansia,preoccupazione e soprattutto odio.Avvertire tante sensazioni negative mi fece rabbrividire.Mi avvicinai ai due eserciti e osservai bene i loro portamenti fieri,i loro sguardi,i loro cuori neri.
Atterrai nel punto che separava i due eserciti.Una sottile striscia di Gaza in cui ero a pochi centimetri di distanza sia da Pierre che dai due gemelli.
Mi concentrai sul volto di Pierre.Era passato solo qualche giorno da quando quello stesso viso mi aveva baciato e mi aveva osservato amorevolmente eppure sembrava passata una vita.
Era tornato lo sguardo freddo e gelido che lo contraddistingueva prima.
Sospirai triste e poi parlai cercando di dare un tono enfatico alle mie parole:
-Fermatevi questa è un’assurdità!Vi rendete conto che questa sarà un’autodistruzione?
Morirete tutti!E volete vivere così poco?Non avete una casa in cui tornare?E poi perché tutto questo?Se avete qualche problema possiamo parlarne…scommetto che riusciremmo a trovare una soluzione!-
Credevo che le mie parole non facessero colpo e invece alcuni Orchi cominciarono a pensare seriamente alla mia proposta.Pierre cercò di tergiversare e chiese agli Orchi di votare per alzata di mano.Una cosa davvero bizzarra fu che quasi tutti gli Orchi alzarono la mano.
E la guerra fu sventata…








Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Roberta trovò un altro foglio ricevuto naturalmente da Pierre.
“Sai quando ho visto che Chocola mi aveva affrontato con una fierezza e una determinazione ammirevoli.Mi pentii di averla “costretta” a rinunciare ai suoi sogni per me…sarebbe stata davvero una grande regina.Quel giorno la maggior parte degli Orchi alzò la mano perché in realtà anche loro desideravano tornare a casa ed evitare quel massacro.Perchè tutti sapevamo che sarebbe stato un massacro ma ad alcuni non interessava.
Comunque usò la stessa determinazione anche quando cercò di farmi ingelosire alla festa da ballo.Ah quella sera riuscì davvero a farmi impazzire!”
La ragazza presa dalla curiosità sfogliò velocemente le pagine del diario cercando una menzione a quello ballo e dopo aver scrutato molti righi trovò il punto esatto in cui cominciava il racconto.

Andai al ballo vestita di un bellissimo abito lungo nero molto scollato e con l’intenzione di farlo ingelosire!
(http://weheartit.com/entry/10653085)

Il mio cavaliere era Sir Walter,un nobile di Extramondo molto in vista che aveva perso la testa per me.Per me lui non era nulla ma questo non contava più molto,l’unica cosa che volevo era capire che non gli ero indifferente…che almeno teneva un po’ a me.
Lo ignoravo mentre danzavo con il nobile che non faceva che parlare.Io però non facevo attenzione e anzi cercavo di capire se Pierre mi stava guardando.Dopo aver sbirciato mi accorsi che lui mi guardava furioso.Notai che dopo aver fatto di tutto per far sbollire la rabbia si stava avvicinando a noi.Ebbi un sussulto del quale però il mio cavaliere non si accorse.Che cosa avrebbe fatto adesso?Lui si avvicinò e gentilmente chiese a Sir William di “Concedergli la sua dama”e lui anche se a malincuore lasciò le mie braccia.Dopo che si fu allontanato di qualche centimetro Pierre cominciò a farmi volteggiare. Lo guardai bene e non potei fare a meno di pensare all’ultima volta che avevamo ballato.Eravamo cresciuti.Quel giorno eravamo due ragazzi e invece adesso eravamo divenuti adulti eppure la nostra situazione era identica:lui era il re degli Orchi e io la povera innamorata indecisa.Ero stanca di quella situazione…era una sorta di circolo vizioso…Guardavo il suo sguardo severo e sentivo che di lì a poco mi avrebbe fatto una ramanzina e infatti appena la musica ricominciò lui cominciò a parlare con voce bassa ma furiosa.
-La smetti di comportarti da bambina?Che cosa stai cercando di dimostrarmi??-
-In verità stavo cercando di avere una conferma-
-Una conferma?-chiese lui confuso
-Volevo capire se tenevi ancora a me…-
Lui si fermò improvvisamente e mi accarezzò la guancia.Il suo sguardo ora non era più furioso ma affettuoso.
-Ma io ti amo…e se ho commesso questo sbaglio l’ho fatto per te!-
-Per me?Che cosa vuoi dire?Vorresti dire che la colpa è mia?-
-Non posso darti spiegazioni-disse diplomatico
-Ma io le pretendo…-dissi decisa
Dopo aver lanciato un occhiataccia a Sir Walter si avvicinò per baciarmi ma lo bloccai.
-Facciamo così:tu mi spieghi tutto quanto ed io smetto di vederlo-
-Appuntamento nel salottino tra un quarto d’ora?-chiese
-Tra cinque minuti?-
Mi diede un bacio sulla guancia e si avviò nel luogo del nostro appuntamento.
Io invece farfugliai qualche scusa al ragazzo che si era avvicinato a me e poi con passo svelto e senza guardarmi indietro aprii la maniglia della stanza.

Scusate se è corto ma non ho avuto molto tempo!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Nella stanza trovai Pierre che seduto su una poltrona di pelle bianca in stile vittoriano mi fece segno di avvicinarmi.Io però ostinata come al solito cominciai a gridare che volevo una spiegazione.
-Tranquilla…siediti accanto a me e ti spiegherò tutto-
Obbedii e zitta mi sedetti accanto a lui che mi circondò le spalle con un braccio.
Dopo avermi dato un bacio leggero sulla guancia cominciò a raccontarmi di come gli Orchi lo avevano convinto a tornare ad essere uno di loro.Durante tutto il racconto ricordo di non aver mai alzato il mio sguardo verso di lui e di averlo tenuto fisso di fronte a me.Terminò la sua narrazione con le parole Mi dispiace.
-Ti dispiace?-dissi io con voce furiosa
Il mio tono lo fece sobbalzare e mi lasciò all’istante il braccio cercando di decifrare la mia espressione.
-Ti dispiace?E di che cosa??Dovrei essere io quella dispiaciuta…avrei dovuto capire che non mi avresti mai fatto del male-dissi gettandomi tra le sue braccia.
Lui dopo aver sospirato(un sospiro di sollievo) mi strinse forte e mi baciò i capelli.Eravamo felici…finalmente.Tuttavia la felicità non dura per sempre e la verità arrivò inesorabile come una doccia fredda e mi fece male.Il mio viso gioioso si trasformò presto in una maschera di dolore.
-Qualcosa non va?-
-Questo che cosa è?Un bacio d’addio?Una cosa tipo sai che ti amo ma sai anche che non dovrei essere qui…pensavo che fosse già finita questa fase…-
-Sai che non è colpa mia ma…-
-So anche che è inevitabile-
-A meno che…-esclamò Pierre pensieroso
-Hai qualche idea?-esclamai speranzosa
-Se resto qui dovrò essere il re degli Orchi ma se io scappassi lo saresti tu…ma se fuggissimo insieme nessuno dei due lo sarebbe e saremmo insieme…certo non potremmo più tornare su Extramondo e saremmo continuamente in fuga…-
-Per me va bene…-
-Davvero?Ma hai valutato bene la cosa?Ne sei sicura?-
-Certo…allora dove si va?-
-Scegli tu…-
Ci pensai bene e poi dissi:-Che ne dici della Francia?-
-Mmmm…Europa?Wow hai davvero dei bei gusti.-
Prese il cellulare e compose un numero.Quando sentii una voce rispondergli dall’altro lato del telefono Pierre cominciò a parlare in perfetto francese.Nonostante mi applicassi non riuscivo a capire nemmeno una parola e per questo ci rinunciai e mi lasciai accarezzare dalla sua mano.
Improvvisamente capii una cifra,dieci milioni di euro in contanti.Provai ad immaginare la faccia sorpresa del proprietario della casa che all’indomani avrebbe ricevuto una simile cifra in contanti.Chissa che cosa aveva pensato…forse aveva creduto che Pierre fosse un impresario o un ladro…
-Tutto risolto-esclamò Pierre soddisfatto.
Guardò l’orologio stupito:-Wow è già così tardi?Allora ci vediamo all’alba nella foresta Zenzero-
-D’accordo-

Un foglio di Pierre continuò il racconto.
“Tornai al palazzo e preparai la valigia felice di fuggire da quel castello tenebroso e vuoto.Ricordo che poi feci un incantesimo per cancellare dalla memoria degli Orchi ogni traccia che potesse ricondurli a Chocola.Purtroppo tutto fu inutile perché lei non venne.
Il perché lo seppi dopo…”

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Pierre uscì dalla stanza io ancora con il fiato corto uscii dalla stanza e tornai nel grande salone dove nulla sembrava essere cambiato.Sir Walter mi venne incontro e mi chiese di poter parlare.A nulla valsero le mie scuse per poterlo evitare e così fui costretta ad ascoltare quello che voleva dirmi.
-So che cosa stai per fare-disse a voce bassa.
Con tutta la confusione che c’era in sala era sicuro che nessuno lo avesse sentito.
-Come…-esclamai io confusa
-Ti ho seguito e ho sentito tutto!-
-Ah…ma in ogni caso non sono cose che ti riguardano-
-Lo so,ma vorrei presentarti delle conseguenze del tuo gesto avventato-
Dopo aver pensato per un secondo alle sue parole decisi di ascoltarlo e gli feci cenno di continuare.
-Capisci che se tu te ne andassi ti riempiresti di ridicolo e riempiresti di fango il tuo nome?-
-Ma sono già andata via con Pierre una volta eppure non è accaduto niente di tutto questo-
-Chocola devi capire che la prima volta che sei andata via…lui era passato dalla parte dei buoni e il popolo ha chiuso un occhio.Ora però ha deluso le aspettative di tutti mettendosi a capo della rivolta.E tu se adesso scappassi con lui ti rovineresti per sempre la reputazione.Inoltre
Non rovineresti solo te stessa ma anche coloro che ti circondano-
-Che cosa intendi?-chiesi spaventata dall’ultima frase
-Ti rendi conto che tuo nonno potrebbe rimetterci il posto?Dovrebbe scegliere tra sua nipote e il suo regno e che cosa sceglierebbe secondo te??-
Mi lasciò lì interdetta e indecisa sul da farsi.Tuttavia nonostante avvertissi sincerità nella sua voce non riuscivo completamente a fidarmi di lui.Chi era lui per venire qui e rovinare il mio momento di gioia?
-Sia io che Pierre rinunceremo a molte cose tuttavia la cosa non ci affligge…abbiamo deciso ormai.-
-Ma lui non sta rinunciando a nulla…perché non ha nulla ma tu perderai molto di più di quanto pensi…la stima dei tuoi amici,gli amici stessi.-
Davanti a quella frase così sensata non potei obiettare nulla e le sue parole mi scalfirono più di quanto avessi mai potuto immaginare.Il ragazzo forse non aveva poi così torto e avrei dovuto pensare più allungo alla mia decisione.Alla fine dopo non aver chiuso occhio per tutta la notte tornai sui miei passi e scelsi la mia famiglia.
-Questa però non sarà una decisione definitiva-esclamai-arriveranno tempi migliori e tutto si risolverà-
Scesi giù in cucina e chiesi ad uno dei servi del Palazzo di portarmi una tazza di latte caldo.
Dopo aver bevuto il contenuto della tazza di ceramica che mi portarono mi detti una sistemata e andai nella grande sala del trono per salutare Vanilla.Naturalmente si accorse subito del mio aspetto terribile e della mia inquietudine,ma non ebbi il tempo di risponderle perché accadde una cosa davvero inaspettata.
Nella grande sala comparì una grande coltre di fumo e comparvero gli Orchi.C’erano tutti,beh tutti tranne uno.Uno di loro che riconobbi subito era Giroutte.Ricordavo bene la notte in cui ci eravamo scontrati.
Tutte le guardie gli puntarono delle enormi lance contro.Lui con fare calmo si avvicinarono a me e con le mani in alto esclamò:-Voglio soltanto scambiare qualche parola con lei-
Io con i nervi a fior di pelle gli feci segno di continuare.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


-Chocola voglio semplicemente raccontarti una storia-disse rivolgendosi a me-C’era una volta un ragazzo molto innamorato che decise di rovinare la sua vita,di abbandonare tutto ciò in cui aveva creduto per una ragazzina.Un giorno quel ragazzo pensò bene di imitare il personaggio shakesperiano di Romeo e propose alla sua amata di scappare con lui.La ragazza in un primo momento accettò l’offerta felice ma poi nel giorno in cui era stata fissata la partenza lei non si presentò…mostrandosi vile e codarda-
Tutti lo guardavano stupiti poiché non immaginavano che cosa nascondessero quelle parole.Io nonostante fossi la protagonista del suo racconto non avevo capito che cosa voleva da me.
Tuttavia il suo tono cupo e pacato mi incuteva terrore e sentivo che da un momento all’altro si sarebbe rivelato per l’antagonista spregevole che era.Allora mantenni i nervi saldi e aspettai.
-Ti dice nulla questa storia mia Chocola?-
-Non sono cose che ti riguardano-esclamai mostrando una sicurezza che in realtà non avevo.
-E invece si-
Fece un balzo verso di me e dopo avermi afferrato il braccio con le sue luride mani mi sussurrò all’orecchio:-E invece mi interessa perché sai Pierre ha finalmente aperto gli occhi riguardo a te e ha deciso di fuggire da solo.Quindi gli orchi hanno eletto un nuovo sovrano e indovina indovinello sei tu-
Il suo alito freddo che investì il mio orecchio mi fece sobbalzare non meno delle sue parole.Cercai di divincolarmi con quanta forza avevo per fare in modo che mi lasciasse ma non ci riuscii.Mi stupii che nessuno dei miei amici alzasse un dito per aiutarmi così cominciai ad invocare il loro aiuto ma nessuno arrivò.Tutti erano fermi come immobilizzati.
-Tranquilla nessuno ci disturberà…sono in uno stato di shock che li rende immobili.-
A quel punto sentivo che le mie ultime speranze di sfuggire all’infausto destino che mi si era presentato si stavano via via distruggendo.
-Allora dimmi preferisci venire al palazzo degli Orchi con le buone o vuoi-e a questo punto strinse ancora di più il braccio-che ti ci porti io con la forza?-
Le mie labbra mi tremarono e abbassai gli occhi.All’improvviso però qualcosa di meraviglioso accadde.Una luce accecò Giroutte che lasciò il mio braccio per potersi scudare dalla luce.
Qualcuno mi afferrò da dietro e mi trascinò via.In un lampo mi ritrovai a camminare in un corridoio umido che mi portò fuori dal Palazzo.
Mi voltai curiosa e allo stesso tempo ansiosa di capire chi fosse il mio salvatore.
-Poivre!-esclamai saltandogli addosso.
-Ehi!Ehi!Anche io sono felice di vederti ma ora non è il momento per le effusioni…dobbiamo scappare!-disse indicandomi un’auto decappottabile.
-Non possiamo scappare!Che ne sarà di loro?-
Lui mi afferrò il braccio e poi mi trascinò in auto dicendomi:-Loro vogliono te se ora vieni via saranno troppo occupati a cercarti per attaccare il Palazzo-
Mi accomodai sul sedile anteriore e partimmo a tutta velocità sollevandoci in volo.Mi divertii a vedere le case che man mano che salivamo diventavano sempre più piccole.
-Chocola devi raccontarmi che cosa è successo?Cioè io mi allontano per una settimana e voi mi combinate tutto questo?-
Gli spiegai in breve ciò che era accaduto nelle ultime settimane e mi persi nei sentimenti che quel racconto mi provocava.Improvvisamente l’auto si fermò:eravamo sulla Terra.
Forse avevamo attraversato il passaggio lunare ma io troppo intenta a raccontare non lo avevo notato.
Scesi dall’auto e seguii Piovre sull’uscio di una villa molto bella.
-Chi vive qui?-chiesi sottovoce mentre lui bussava un’altra volta.
-E’ un’amica di tua madre sono sicura che ti ospiterà e vivrai per un po’ qui con lei e suo figlio Adrien-
Sospirai ed esclamai.-Speriamo!-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


La porta si aprì e comparì una donna.Aveva un viso pallido,le guance erano smunte,gli occhi lucidi,infossati e spenti.I suoi capelli color paglia erano raccolti in un tupè. Il suo corpo molto debole e fragile era avvolto in uno scialle di lana.Tuttavia aveva un sorriso molto dolce e bello capace a mio parere di incantare qualsiasi persona.
Mi guardò ma il suo sguardo si concentrò su mio zio.Dopo averlo osservato per un minuto circa esclamò:-Poivre!Sei proprio tu?-
Poi spostò il suo sguardo su di me e gli chiese se fossi sua figlia.
-Oh no…lei è la figlia di Cinnamon-
Lo sguardo della donna divenne serio.
-Quindi è un Orco-
-No signora!Mia madre mi ha affidato a mio nonno e così sono cresciuta senza nemmeno sapere chi fosse mio padre.Il problema è che ora l’ho scoperto e lo hanno fatto anche tutti gli Orchi che ora mi danno la caccia per farmi diventare la loro sovrana-dissi
-E per questo speravo che tu potessi ospitarla per poterla proteggerla-
-Mi dispiace ma non so se è possibile…sai che Adrien è cambiato molto da quando tutto è successo…lui odia gli Orchi ed io non posso biasimarlo…-
-Posso parlare con lui?-disse Piovre e dopo poco tempo mi ritrovai da sola nell’ingresso della casa.Mi guardai intorno e cominciai a camminare in un lungo corridoio.Mentre camminavo sentii un rumore provenire da una stanza e allora entrai.Tutto era buio illuminato solo dalla luce della fiamma del caminetto.Mi sedetti sulla poltrona di fronte al grande camino e mi misi ad osservare il fuoco che scoppiettava:la fiamma si alzava e si abbassava,a volte sembrava che stesse per spegnersi ma poi si riaccendeva più forte di prima.Quel tepore che trasmetteva era davvero piacevole e fece rilassare i miei nervi tesi.Il mio viso caldo fu attraversato da lacrime fredde.Tutto era accaduto così velocemente che non avevo avuto il tempo di riflettere sulla cosa più importante.Pierre se ne era andato…senza di me.Sapevo che questa volta la colpa era stata mia ed ero consapevole che lui non l’aveva presa bene.Ma sentivo anche che dovevo essere e che se le Parche avrebbero deciso di unire nuovamente i nostri fili lo avrei rivisto.Intanto dovevo stare in quella casa e fare in modo che gli Orchi non mi trovassero.
Asciugai la lacrima e guardai nuovamente la fiamma.
Volevo essere come quel fuoco che era sempre acceso…era sempre lì per riscaldare chiunque aveva freddo.Infatti sentivo di non essere capitata per caso in quella casa…percepivo che loro avevano più bisogno di me di quanto io ne avessi di loro.Non so spiegarti perché lo pensassi ma lo sentivo.E non mi sbagliavo.
Il tepore del camino e il fatto che la notte prima non avevo chiuso occhio mi fecero addormentare.

Una voce mi chiamò e i miei occhi lentamente si aprirono.
-Puoi restare qui-disse la donna
-Mi raccomando comportati bene!-mi raccomandò Piovre
Odiavo il fatto che mi trattasse come se fossi una bambina e allora lo dissi chiaramente.
Lui rise e si avviò verso la porta che lo avrebbe condotto via da me.
-Aspetta!Ho un piacere da chiederti!-
Mi alzai dal divano ancora indolenzita a causa del sonnellino e lo raggiunsi.
-Per favore proteggi tutti dagli Orchi…soprattutto lui-
Piovre sapeva che mi riferivo a Pierre.Temevo che gli Orchi stanchi di cercarmi riuscissero a convincerlo a tornare da loro…sarebbe stato terribile!!
-Sta tranquilla…ci penso io-
Mi abbracciò forte e poi se ne andò.Lo guardai andare via e mi sentii subito triste.
-Chocola…ti chiami così,vero?-
-Si…-
-Siediti accanto a me-
Obbedii alla donna e mi accomodai vicino a lei.
-Le somigli molto,sai?-disse
-Davvero?-
-Non fisicamente…ma nei tuoi occhi vedo la stessa scintilla che c’era nei suoi.-
Sorrisi felice.
-Sai è questo che mi ha convinto a farti restare…-
-Ma a cosa si riferiva prima quando ha detto che suo figlio odia gli Orchi dopo quello che è successo?-
Lei non mi rispose e guardò con uno sguardo malinconico il pianoforte posto in un angolo della stanza.
-Sai suonare?-mi chiese
-No…in verità no-dissi imbarazzata
-Perché non ci provi comunque?-
La assecondai e dopo essermi seduta sulla sedia mossi le mia dita sulla tastiera del pianoforte suonando una semplicissima scala musicale.Ricordavo infatti di aver imparato a scuola soltanto questo.Guardai uno specchio che era appeso alla parete e improvvisamente la mia immagine riflessa lì sparì.Al suo posto c’era un bimbo molto carino e sorridente che suonava il piano splendidamente.Potevo sentire la melodia nelle mie orecchie.Tutto sparì e tornai alla realtà.
Credevo che fosse stato causato dal sonno e per questo mi congedai.
Ma non sapevo che furono molto ricorrenti e che mi portarono a scoprire un grande segreto…

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Il giorno seguente incontrai anche Adrien,suo figlio.
Era un ragazzo molto alto e slanciato.I suoi capelli erano biondi e i suoi occhi erano verdi.Non potei conoscerlo però caratterialmente poiché fu così gentile da ignorarmi e far finta che io non ci fossi ogni qual volta mi incrociava.Non capivo la ragione per cui ce l’avesse così tanto con me e con gli Orchi,ma intendevo scoprirlo. Avendo scoperto che la donna,Stefanie, era gravemente malata e spesso la aiutavo o semplicemente le facevo compagnia.Inoltre nella settimana che seguì il mio arrivo in quella casa cercai di ottenere il rispetto dei suoi abitanti con lavoretti di casa. Facendo questi però riuscivo sempre a combinare qualche guaio che poi dovevo risolvere con la magia.
E con questo ritmo passarono ben due settimane da quando avevo lasciato Extramondo.

Un giorno in cui ero seduta sul divano accanto a Stefanie lei mi chiese nuovamente di suonare qualche brano al pianoforte.
-Ma io non so suonare glielo ho già detto!-dissi
-Ok allora vorrà dire che ti insegnerò io-disse e dopo essersi seduta su una sedia di fronte al grande pianoforte mi fece segno di seguirla.
Mi sedetti accanto a lei e osservai estasiata il movimento delle sue dita sui tasti bianchi e neri del piano.La melodia suonata era dolcissima e suscitava malinconia al mio cuore.
Vidi una lacrima cadere sui tasti.Alzai lo sguardo e vidi la donna che piangeva.
-Che cosa c’è?Non sta bene?-chiesi preoccupata.
-No è che mio figlio ha composto questa melodia quando era bambino-
-Adrien?-chiesi stupita.
Infatti mi era sembrato un ragazzo antipatico e insensibile a causa del suo comportamento nei miei confronti.
Stefanie si asciugò gli occhi e dopo avermi sorriso disse:-Adesso ti insegno a suonarla così potrai rallegrarmi con la musica quando sarò debole-
Prese le mie mani e le guidò suoi tasti.Ogni volta che premevo un tasto provocavo la nascita di un suono meraviglioso.Alla fine riuscii a suonare tutto il brano anche da sola.
-Brava sei stata davvero brava!-disse la donna entusiasta
Fu in quel momento che entrò Adrien nella stanza.Sembrava davvero furioso.
Si rivolse a sua madre:
-Come puoi averla fatta sedere lì?Dove c’era lui?-
I suoi occhi divennero lucidi-non so se per la tristezza o la rabbia- e lui corse nella sua stanza.
Stefanie mi guardò e mi chiese di perdonarlo.
A quel punto capii che era arrivato il momento di fare chiarezza su tutta quella storia.
-Io lo scuso,non c’è problema ma vorrei capire che problema ha e credo che sia il momento che lei mi racconti un po’ di cose-
Lei abbassò lo sguardo e dopo aver meditato a lungo su cosa dirmi cominciò a raccontare la triste storia:
“Sai Chocola io non avevo soltanto un figlio.Avevo anche un altro bambino più piccolo di Adrien di un anno.Ricordo che a quel tempo vivevamo ancora su Extramondo e i due fratelli,molto legati l’uno con l’altro,si divertivano spesso a giocare nella foresta Zenzero.
Un giorno però Adrien tornò solo da una delle loro gite.Non capivo cosa fosse successo e solo dopo averglielo chiesto insistentemente riuscii a scoprirlo.
Gli orchi lo avevano catturato.Avevano catturato il nostro caro…
A quel punto andammo dalla Regina Candy e le chiesi di cercare il mio bambino.Lei però disse che non poteva aiutarmi.
-Mi dispiace-disse-ma non posso aiutarla.Le nostre guardie non possono nulla contro gli orchi e se le mandassi lì ucciderei altre persone.Inoltre per quello che sappiamo potrebbero essere anche già morto-
Allora da quel giorno ci siamo trasferiti sulla Terra.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


E così passarono le settimane e i mesi e le stagioni…e presto senza rendermene conto arrivò il mese di gennaio.Questo era un evento importante perché proprio il 10 gennaio dell’anno precedente mi ero trasferita lì.Ricordo che quando mi accorsi di quel dettaglio ne rimasi sbigottita.Era davvero incredibile che era passato già un anno!
Ripensando a ciò che era accaduto in quell’anno della mia vita potrei dirti che fu uno dei più tranquilli:trascorrevo i miei giorni infatti a far compagnia alla mia ospite e ad assisterla in tutto ciò che potesse servirle,spesso come avrai capito suonavo al pianoforte per lei quella splendida melodia.Ah a questo proposito se ti stai chiedendo se ho saputo qualcosa di più sul bambino scomparso mi spiace deluderti ma la risposta è no.Stefanie non tornò più su quell’argomento ed io nonostante di solito fossi-come sai-un tipo piuttosto eloquente e sfacciato non osai chiederle nient’altro.Anche se ero curiosa di sapere qualcosa di più.
Stefanie aveva convinto suo figlio ad organizzare una festicciola data la ricorrenza ed Adrien anche se non aveva ancora imparato ad accettarmi era felice di rivedere un po’ di entusiasmo sul volto di sua madre.Mi offrii anche io di dare una mano a preparare il tutto ma entrambi me lo vietarono.Era incredibile come quella novità avesse portato così tanta gioia in quella casa che era stata triste per troppo tempo.
Ma purtroppo la mia vita è sempre stata così:sono sempre passata da momenti di gioia assoluta alla tristezza più grande.In questo caso andò proprio così.
Mentre stavo seduta sul divano e sentivo tutta emozionata loro che in cucina mi preparavano una cenetta con i fiocchi il mio cuore batteva eccitato.Improvvisamente però non sentii più le loro risate e al loro posto udii un gridò acuto che mi fece raggelare il sangue nelle vene.
Mi alzai di scatto dal divano e corsi in cucina.Stefanie era in braccio ad Adrien che mi guardò pallido in volto e disse:-Dobbiamo correre in ospedale…sai guidare?-
-Si-
-E allora prendi le chiavi della mia auto e andiamo-
Guidai più velocemente che potei mentre Adrien mi indicava la strada verso l’ospedale.
Ed arrivammo.Scesi dall’auto ed aiutai Adrien a portare sua madre nell’ entrata del grande ospedale.Appena ci videro due infermieri la presero e la portarono vai senza darci spiegazioni.
Ci ritrovammo così in una squallida e fredda sala d’attesa.Io ero seduta mentre Adrien camminava continuamente avanti ed indietro.
-Se vuoi puoi andartene anche a casa-disse seccato
-Stai scherzando?No io resto qui!E poi smettila di andare avanti e indietro mi metti ansia!-esclamai infastidita
-Forse perché sono in ansia!-gridò
-Guarda che lo sono anche io-gridai più forte di lui
A quel punto però uscì un medico ed entrambi dopo essere arrossiti dalla vergogna ci alzammo.L’uomo in camice bianco si avvicinò ad Adrien e gli parlò.La sua voce profonda parlava piano e non riuscivo a capire che cosa stesse dicendo.
Adrien si avvicinò a me:non sembrava sollevato,aveva l’aria rassegnata.
-Chocola il medico ha detto che possiamo entrare da lei…-
-E…?-
-E niente!Entriamo!-
-No aspetta!-gli dissi-Ma come sta?-
-Lei non…supererà la notte…ecco tutto-disse a testa bassa-Ora se vuoi venire a dirle addio…vieni altrimenti puoi anche andartene-concluse con tono seccato
Lo seguii in silenzio nella stanza d’ospedale.La donna era sdraiata nel letto e il suo viso si accese quando ci vide entrare.
Ci avvicinammo lentamente ed io avendo visto gli occhi lucidi di Adrien decisi di lasciarli soli e con la scusa di prendere un caffé mi dileguai.
Quando il ragazzo poi uscì dalla stanza mi disse che Stephanie voleva vedermi e allora rientrai.
-Siediti qui,cara!-mi disse ed io obbedii.
-Sai una cosa Chocola?Io ho un rimpianto…un amaro rimpianto-
-Quale signora?-
-Avrei dovuto cercare mio figlio forse lo avrei trovato…-mi prese la mano e mi guardò negli occhi-sono sicura che Adrien lo farà e allora ti chiedo di aiutarlo…se ti è possibile-
-Certo non si preoccupi…lo troveremo e lo riporteremo da lei-
Lei sorrise e poi abbassò lo sguardo.-Credo che per me sia un po’ tardi.-
-No…non dica così…-
-Sono molto felice,Chocola.Quando saprai che sono morta dovrai essere forte,non dovrai rattristarti.Non c’è nulla di cui essere tristi.Tutti dobbiamo morire un giorno e il male che mi sta portando via non è doloroso,ma dolce e lento.La mia anima ora è in pace.Non ho più rimpianti…grazie a te ed ad Adrien.Perchè non ti stendi accanto a me?-
Mise un braccio sopra di me e io mi rannicchiai vicino a lei.Dopo un lungo silenzio riprese a parlare:
-Sai Chocola stavo cominciando a considerarti come una figlia…-
-Ed io come una madre…-dissi con la voce rotta dal pianto.
Lei mi accarezzò la fronte e cominciò a cantarmi una dolce ninna nanna che mi fece addormentare con gli occhi lucidi e le guance bagnate.

Aprii gli occhi e mi ritrovai nella mia stanza.Sbattei le palpebre:come avevo fatto a finire lì?
Scesi dal letto e mi precipitai di sotto.La casa era vuota.Cominciai a gridare e a chiamare gli altri:-Adrien…Stephanie-
Nessuno mi rispondeva però.Improvvisamente il silenzio che regnava nella casa fu interrotto da alcuni passi.Non udii più nulla e mi tranquillizzai.Ma d’un tratto qualcuno cominciò a suonare il pianoforte.La musica nonostante fosse dolce mi agitava.Corsi nel salotto per scoprire che cosa stava accadendo.Aprii la porta ed un raggio di luce mi accecò.
A quanto pare si era già fatto giorno.Riaprii gli occhi e li costrinsi ad abituarsi alla luce che passava attraverso i vetri della finestra ed illuminava i mobili antichi della stanza.
Sentii un odore che fece accelerare il battito del mio povero cuore straziato.
Mossi lentamente i miei piedi fino a raggiungere la sagoma intenta a suonare il piano.
Il ragazzo si voltò verso di me e con lo sguardo più dolce del mondo mi disse:-Ciao Chocola,ti sono mancato?-
-Pierre…tu che ci fai qui?-dissi spaventata ma anche felice!
-Sono venuta ad aprirti gli occhi…sai credevo che tu fossi più perspicace e invece…-
-Aprirmi gli occhi su cosa?-
-Non lo hai ancora capito-disse scompigliandomi i capelli-allora adesso sarai confusa…-
-Infatti lo sono e gradirei che tu parlassi più chiaramente-risposi irritata
-Tranquilla lo scoprirai molto presto-rispose e mi baciò delicatamente le labbra.
Sospirò e poi disse:-Mi manchi moltissimo,sai?Ma ci rivedremo tra poco..-
Detto questo mi lasciò e si allontanò.Io cercai di seguirlo ma inciampai e caddi a terra.
Riaprii gli occhi e mi ritrovai sul freddo pavimento dell’ospedale.Era giorno ed uno strano movimento mi aveva svegliata.Venni a sapere poi che l’infermiera di turno era arrivata e ci aveva trovate nel letto abbracciate.Io dormivo,lei era morta.

Che cosa brutta la morte…ricordo ancora il dolore che si prova quando qualcuno ti viene strappato così senza un motivo.Un filosofo diceva che l’uomo muore sempre prima di essere nato completamente.Ed io sono nata completamente?Io già vi vedo versare lacrime per me e addolorarvi e prendervela con il mondo intero…eppure due ore fa abbiamo cenato insieme ed eravamo felici…può la morte spezzare una vita come una lancia rompe la legna?
A quanto pare si-


Che capitolo triste!Comunque per scriverlo mi sono ispirata al libro Jane Eyre…spero vi sia piaciuto perché ci ho lavorato molto!Bye e grazie di seguirmi sempre!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Roberta fu costretta a saltare qualche pagina perché a quanto pare era stata strappata.
Ero seduta sul divano cercando di riposare un po’ quando sentii che qualcuno nell’altra stanza faceva una grande confusione.Mi alzai con calma e trascinando ipiedi uscii dalla stanza ed entrai nella stanza di Adrien.Vidi che stava preparando una valigia buttando i suoi vestiti con grande fretta.
-Dove hai intenzione di andare?-chiesi
-A cercare mio fratello…come mi ha chiesto mia madre-
-Ok ma devo venire anche io-
-E perché?Infondo tu non centri niente con questa storia-
-E invece si…anche io ho promesso a Stephanie di aiutarti a cercarlo-
Lui sospirò e poi esclamò:-Ok come intendi renderti utile?-
Ripensai a ciò che sapevo di quel misterioso ragazzo e capii che a differenza di quanto credevo non conoscevo proprio niente di lui…nemmeno il suon nome.
-Direi che forse è il caso che tu mi parli un po’ più di lui…non so niente di lui.-
Lui si sedette sull’estremità del letto ed io mi misi seduta accanto a lui.
-Allora…-sospirò malinconico-prima di tutto si chiamava Pierre…-
A quel punto vidi nei suoi occhi una cosa che prima stupidamente non avevo notato.I suoi occhi erano verdi è vero ma avevano qualcosa che mi ricordavano gli occhi color ghiaccio del mio adorato fidanzato.I lineamenti del suo viso ora rilassato erano davvero somiglianti a quelli del viso di Pierre.
Mi alzai dal letto piena di sgomento e sorpresa tutto questo accentuato dalle mie mani messe davanti alla bocca.
-Che cosa c’è?Lo conosci?-
-Forse…cioè non hai una foto?Un qualcosa?-chiesi agitata
-Si…-
Mise nelle mie mani un foglietto spiegazzato che rappresentava un bambino biondo dai meravigliosi occhi azzurri e uno splendido sorriso.Io presi una foto di Pierre che avevo in tasca e le confrontammo.
-Wow…è lui…lui!-esclamò Adrien stringendo le mie mani e mi abbracciò.
-Quindi sai dove possiamo trovarlo?-
Il sorriso scomparve.No…in effetti non sapevo dove era.Non ne avevo nemmeno la più pallida idea.
-No in effetti no…-dissi scoraggiata
-Sai almeno se è su Extramondo o sulla Terra?-
-Credo sulla Terra…-
Il viso di Adrien si accese come ispirato da un’idea improvvisa e il suo corpo si mosse veloce in direzione del computer.Lo seguii senza dire nulla ed osservai ogni suo movimento:accese il computer,digitò sulla pagina Google la parola PIERRE e aspettò che uscisse qualcosa.
Ed in effetti qualcosa uscì e fu qualcosa di molto utile.Comparì la pubblicità di un concorso ed Adrien la lesse ad alta voce.
-Il concorso "Pianista per un giorno" promosso dal grande pianista Pierre invita ogni ragazza tra i 18 e i 20 anni.La vincitrice passerà una sera con Pierre !Partecipate in molte!Il tuo sogno potrebbe diventare realtà"
Lui mi guardò e disse:-Devi vincere questo concorso!-
-No!-
-Capisci che se tu vincessi potresti incontrarlo e parlargli di me??Dai fallo per me!-Mi supplicò.
Ci pensai sospirando.Temevo però la sua reazione...non sapevo se mi aveva perdonato.Inoltre avevo paura di deludere le aspettative di Adrien tuttavia non volevo spegnere quel barlume di speranza sul suo volto.
Quindi accettai.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Ero seduta su una sedia di plastica in un grande atrio insieme a tantissime altre ragazze.Guardai come ero vestita e mi vergognai moltissimo:indossavo infatti una camicia di pizzo e una gonna nera molto stretta.Di solito non mi vestivo mai così formale ma Adrien aveva detto che non potevo farne se volevo vincere.Lui era infatti convinto che grazie ad un look classico e a qualche lezione che mi aveva dato avrei vinto il concorso.Io ero convinta del contrario e in quel momento più guardavo le altre ragazze che sembravano molto più esperte di me più il dubbio diventava certezza.
Improvvisamente un ragazzo dall’aspetto davvero affascinante uscì e gridò il mio nome.
Io mi alzai di scatto e con la mia falsa spavalderia mi avvicinai a lui.Quel ragazzo mi squadrò da capo a piedi e fece uno sguardo di approvazione.Quella situazione mi metteva terribilmente a disagio tuttavia cercai di allontanare questi pensieri dalla mia testa ed entrai nella stanza.
Questa era una sala molto illuminata da un balcone posto proprio di fronte alla porta.Alla mia destra c’era un grande pianoforte lucido e alla mia sinistra c’era una cattedra dove erano seduti quattro giudici.Notai subito che c’erano due sedie vuote e allora chiesi al ragazzo che mi aveva accolto se dovessimo aspettare che arrivasse qualcuno.
-Ah no…tranquilla…Pierre sta fumando fuori tu puoi cominciare-
Lo guardai allibita.Lui mi accarezzò una guancia dicendo:-Che cosa c’è?Ti sei incantata,piccola?-
Quelle parole mi infastidirono e per questo gli afferrai la mano con cui mi aveva accarezzato e con forza la allontanai dal mio viso.Lui sembrò sorpreso dal mio gesto ed io con la mia aria altezzosa mi avvicinai al pianoforte e cominciai a suonare.Mentre le mie mani scorrevano sui tasti i miei pensieri volavano come delle note su un pentagramma.Quelle parole mi avevano un po’ turbato…poteva una persona cambiare così tanto?(Si)
Quando finii di suonare mi alzai dalla sedia e ascoltai la solita frase di circostanza:-Le faremo sapere-
Il ragazzo di prima mi raggiunse e mi accompagnò alla porta.
-Che ne dici di uscire,stasera?-mi chiese
-Io e te?-
-Bè io,te e il gruppo…-disse indicando i ragazzi seduti dietro ai banchi.
Capii che era l’unico modo per poter incontrare Pierre era quello di uscire con quel verme e quindi accettai sperando di vederlo.

La lettura di Roberta fu interrotta dall’arrivo di un biglietto.Era il solito foglio di carta che conteneva una risposta ad una sua domanda.Questa volta la ragazza aveva chiesto se in quell’occasione aveva incontrato sua madre.

“Il giorno in cui è andata al centro a suonare non l’ho vista.E’ stato Kikamori,il mio amico a raccontarmi di lei.
-Sai è venuta una ragazza davvero carina…e se vedevi che forza d’animo!Ho provato ad accarezzarle una guancia e lei mi ha respinto.Così-come sai-però ha aumentato il mio interesse verso di lei.Amo i casi difficili…e farle cadere ai miei piedi!E questo concorso è stata la migliore idea che abbiamo mai avuto.Comunque l’ho invitata a cena con noi stasera…-
Non prestai grande attenzione alle sue parole perché non era la prima volta che prendeva una ragazza di mira…certo se avessi saputo chi era la ragazza avrei dato retta a quello che mi diceva.
Io lo scoprii soltanto la sera quando giunto nel solito ristorante e dopo essermi seduto su una sedia vidi entrare Kikamori seguito da Chocola.La mia Chocola…forse se non mi fossi dotato di un grande autocontrollo lo avrei subito colpito con un incantesimo potente,tuttavia ero fermamente deciso a cancellare la mia vita precedente,la mia vita da Orco.
Aspettai che si avvicinassero e fingendo naturalezza li salutai.Riuscii addirittura a far finta di non conoscerla ma si notò che mentivo.Infatti quando Chocola si allontanò per andare in bagno il mio amico mi chiese se la conoscevo.
-Si in effetti si…è la mia ex-ragazza-
-Ah davvero?Wow come hai fatto a lasciarla!E’ un vero schianto!-disse con uno sguardo che non lasciava presumere nulla di buono.
Solo il pensiero di cosa avrebbe potuto farle mi fece rivoltare lo stomaco.Mi alzai e mi allontanai anche io.Entrai nel bagno delle donne e chiusi la porta a chiave. In quel momento Chocola uscì da una delle porte e mi guardò sorpresa.Mi avvicinai a lei e le gridai contro:-Che cosa sei venuta a fare qui?-
Lei mi fissò leggermente spaventata e poi disse:-Per te-
Sul mio viso furioso comparve un sorriso.Lei sembrò calmarsi ed anche io.L’atmosfera si era alleggerita totalmente.
-Chocola devi tornartene a casa-
-Ma così non potrò parlarti…-
-Tranquilla,se mi dici dove abiti ti vengo a cercare io…ma adesso trova una scusa e torna di corsa a casa…-
-Ma perché?-
-Fidati di me…-
Lei mi guardò negli occhi e a quanto pare lesse la sincerità.Annuì e uscimmo dal bagno.Mi sedetti al tavolo.Lei disse di essere stanca e di voler andare via.
-No…aspetta…dove vai resta qui?-disse Kikamori disse prendendola per un braccio.Era davvero determinato.
Mi alzai e presi il braccio di Chocola tirandola verso di me.
-Ha detto che vuole andarsene-sottolineai
-Dai Pierre tu hai avuto la tua occasione…ora tocca a me!-
Quelle parole mi urtarono così tanto che mi infuriai e lo colpii con forza sul naso.
Riuscii a vedere il sangue che gli scendeva dal naso e poi arrivarono molte persone che si avvicinarono a lui.Mi ritrovai in mezzo ad una folla.Chocola che era ancora accanto a me mi guardò e disse:-Andiamo via prima che capiscano che la colpa è tua-
Ed uscimmo.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


ATTENZIONE PLEASE!!Qui potrebbe essere presente un Occ soprattutto riguardo al carattere di Pierre.Sembra infatti appena uscito da un video dei Snoop Dog...avrò esagerato? Forse...tuttavia volevo mostrarvi come può cambiare una persona una rottura e un po' di successo...Ok smetto di parlare e vi lascio la storia!

In men che non si dica fui fuori alla mia casa.
-Abiti qui?-mi chiese Chocola.
-Si…-
Lei guardò la mia umile casa ed esclamò ironica:-E’ un po’ piccola per essere l’abitazione di una celebrità!-
-Allora vuoi salire?-
-Penso che sono costretta a farlo…altrimenti sicuramente non ce la faresti da solo dato che sei ubriaco fradicio-disse scuotendo la testa
Ricordo che entrati in casa mi addormentai subito senza neanche chiederle se sarebbe rimasta.
Quando mi svegliai sentii delle fitte alla testa e un senso di nausea,ma erano sensazioni a cui mi ero abituato.Come ormai mi ero rassegnato al senso di vuoto che cresceva di giorno in giorno nel mio cuore e al senso di colpa che mi divorava e accresceva la nausea creata dall’effetto post-sbornia.
Guardandomi intorno sbattendo le palpebre per svegliarmi meglio vidi un foglietto e riconobbi la sua scrittura.Lo presi e divorai le parole scritte con una mano veloce.Aveva scritto di prendermi un’aspirina.Confesso di essere stato molto deluso:mi aspettavo qualcosa di più…
Mi coprii il viso con le mani e sospirai.Il senso di vuoto si stava allargando e mi divoravano dei tormenti che avrei potuto definire Risentimenti.
Improvvisamente sentii il suo profumo entrare nella stanza e la speranza riaffiorò in ogni parte di me.
Alzai la testa e la vidi lì che mi guardava preoccupata.Lei era il sole capace di riaccendere e far brillare di luce la mia giornata.
-Sei rimasta?-chiesi incredulo
-Certo che cosa credevi che ti avrei lasciato qui da solo in quello stato?E poi dovevo parlarti…te lo ho detto!-
Le andai incontro e la strinsi forte a me.Le baciai prima le mani e poi il viso.La lasciai solo quando notai la sua freddezza nei miei confronti.
-Chocola…che cosa c’è?-dissi allora sedendomi accanto a lei.
Lei si accomodò accanto a me ed esclamò:
-Ho alcune domande da farti…-si fermò ed aspettò che le facessi segno di continuare-prima di tutto ieri sera perché eri così preoccupato?Se non me ne fossi andata lui avrebbe fatto quello che intuivo dal suo sguardo disgustoso?-
Annuii temendo la prossima domanda.
-E allora mi spieghi cosa centri tu con lui?E perché ti ubriachi?E fumi?E…c’è qualche altro viziaccio di cui non so nulla?E soprattutto sono davanti allo stesso ragazzo che un anno fa giurò di amarmi…-
Bang.Aveva centrato il punto e in quel momento odiai quel suo carattere così perspicace.
Tuttavia cercai di formulare una risposta credibile e rassicurante.
-Chocola,tesoro,io sono un debole…arrivato qui deluso dal tuo inspiegabile comportamento ho cominciato a fare il cameriere con lo scopo di dimenticare tutto persino la mia personalità e mi sono ripromesso di non fare nessun incantesimo più nella mia vita.Un giorno però per divertirmi un po’ ho suonato un brano sul piano che aveva il locale e da allora ho avuto un successo pazzesco.Sono poi entrato in un brutto giro…ma sono sempre io il ragazzo che ti ama alla follia e desidera solo stare con te per sempre-
Va bene ammetto che farla sentire responsabile è stato davvero un colpo basso ma funzionò.
Lei mi guardò mortificata e disse:-Ce l’hai con me?Mi dispiace avrei dovuto seguirti invece di farmi tanti problemi su ciò che avrebbero pensato gli altri dopo la mia fuga.-
-No…non ce l’ho con te…-dissi circondandola con le mie braccia-Dimentichiamoci tutto…ok?-
Lei sorrise ed io avvicinai il mio viso al suo per baciarla ma nell’istante in cui le nostre labbra stavano per incontrarsi di nuovo sentii il suono del campanello.
Lei si alzò e gridò entusiasta:-Ah già dimenticavo!Devo presentarti una persona…sono così emozionata!-corse all’ingresso ed aprì la porta.Io ispirato da quella sua gioia così contagiosa la seguii.Tuttavia il mio cuore si riempii di rabbia quando vidi un ragazzo entrare nel mio appartamento.Chocola me lo presentò:si chiamava Adrien (Che nome antipatico pensai).
Ci sedemmo tutti sul divano e chocola cercò di farci parlare ma non ricevette altro che fuoco e fiamme…almeno da parte mia.
-Sai Pierre…questo è il ragazzo che mi ha ospitato quando sono arrivata sulla Terra.Si perché su Extramondo gli Orchi volevano costringermi a diventare la loro Regina e allora sono stata costretta a scappare…-
-Tu sei stato il suo ragazzo?E avete vissuto insieme?Wow povero te!Scommetto che non hai potuto mangiare per mesi…-
-Solitamente cucinavo io perché non ero maschilista come altri ragazzi…-dissi io lanciandogli un’occhiataccia.
Chocola comprese la tensione che era nata tra noi scaturita in particolare dalla mia gelosia.
-Pierre…-mi ammonì furiosa.
-Si tesoro?-
Si alzò dal divano e mi guardò:-Pierre…vuoi smetterla di fare lo stupido?Avevo cercato di farti conoscere Adrien solo perché è tuo fratello!-gridò e poi si allontanò dalla stanza.
Mi alzai per seguirla ma poi sorpreso dalle sue parole guardai il viso del ragazzo.
I suoi occhi verdi,i suoi tratti così familiari…mi portarono alla mente un ricordo.

Ricordo che davanti ai miei occhi comparvero due bambini:uno più alto teneva per mano l’altro bambino che lo seguiva.Il maggiore però distratto da un coniglio che correva nei campi lasciò la mano del piccolo.
Il bimbo allora disorientato si guardò intorno e vide una figura tenebrosa che emanava una luce nera.Attratto da quella luce il bambino si avvicinò e la toccò.Un dolore acuto gli (e mi) pervase il corpo intero.Riuscivo a sentire delle voci:
-E’ stato attratto dalla luce!-
-Questo vuol dire che è lui…-
-Il prescelto…-
Il fratello maggiore disperato lo cercava ma non riusciva a trovarlo.
Sembrava una favola.Questa aveva avuto finalmente un lieto fine.I due fratelli infatti si erano rincontrati.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Ricordo che mi svegliai dopo qualche minuto ridestato dalla melodiosa voce della mia amata Chocola.
-Pierre…?Pierre stai bene?-
Nella sua voce si notava la preoccupazione simbolo dell’amore che provava per me.
Sollevai il busto e guardai le sagome che man mano diventavano sempre più chiare.
Vidi subito il viso di Chocola e di Adrien che furono subito risollevati dal vedere che ero vivo e vegeto.Quando mi fui ripreso gli raccontai della visione che avevo avuto e di ciò che avevo capito.Avevo ricordato tutto quanto riguardava mio fratello.Lui era dispiaciuto ma io lo tranquillizzai dicendogli che non era certo colpa sua se ero stato catturato dagli orchi.
Loro poi mi raccontarono di mia madre e della sua morte enfatizzando il fatto che non aveva smesso un attimo di pensare a me.Mi dispiacque molto che non avevo potuto ritrovarla e che lei non aveva potuto vedermi divenuto un adulto.
In un certo senso ero felice che avesse potuto vedermi in quel momento.Infatti non ero molto soddisfatto di come ero diventato.Ero un uomo manipolatore,vigliacco e perfido.
Non avevo raccontato tutta la verità alla mia Chocola ed ero pentito ma in quel momento era tardi e decisi quindi di sfidare la sorte…ma sbagliai.”

La ragazza curiosa cercò di capire che cosa fosse accaduto integrando il biglietto mandato da Pierre con le parole che sua madre aveva scritto sul diario.
Trovò dopo aver sfogliato qualche pagina il punto che le interessava.

E quando finimmo di chiacchierare allegramente Adrien tornò a casa da solo perché decidemmo che io e Pierre avremmo vissuto insieme come i vecchi tempi.Solo che adesso eravamo più grandi e più maturi…io non mi sentivo poi così diversa ma notavo che lui era cambiato molto e questo mi rendeva molto nervosa.
Ero preoccupata che dato che erano cambiate anche le sue esigenze forse non mi avrebbe più amato molto.Sarebbe rimasto deluso.Si le mie paure erano tante ed erano sempre nascoste dalla mia sicurezza quasi innata e incondizionabile.
Però le mie paure non erano infondate e infatti non passarono molti giorni quando accadde.
Tuttavia non ci fu alcuna forzatura…era una cosa che prima o poi sarebbe accaduta.Tutto sommato quello non fu proprio il momento giusto.Infatti giusto la mattina dopo ricevetti una visita che non fu affatto piacevole.
Pierre era già uscito quando una donna molto affascinante e attraente bussò alla porta del suo appartamento.Aprii curiosa e la osservai bene:aveva i capelli biondi e molto lunghi.I suoi occhi castani erano profondi e ben truccati.Era una persona molto appariscente e piena di sé questo era evidente.Tuttavia leggevo nei suoi lineamenti che il suo non era certo un bel carattere…qualcosa mi spingeva a non fidarmi di lei.
-Tu sei la ragazza di Pierre?-
-Si-
-Allora credo di doverti parlare…-disse ed io la lasciai entrare.

Uff non so questo capitolo non piace!Sarà che l’ho scritto adesso e che sono stanca…mah comunque il prossimo sarà migliore lo giuro!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Eravamo sedute l’una di fronte all’altra.Le feci segno di cominciare a parlare perché quella attesa mi stava uccidendo.L’avevo osservata e avevo notato tutti i suoi possibile difetti e pregi ma non avevo riuscito a capire che cosa potesse avere a che fare lei con Pierre.
-Ciò che sto per dirti non è molto piacevole!-
-Non mi interessa sputa il rospo!-dissi
-Da quanto tempo state insieme?-chiese soprappensiero
-Cinque,sei anni…-
-Ah…allora ti dirò tutto voglio essere sincera anche se…ok comincio-
Sembrava molto tesa e anche se involontariamente mi trasmetteva quella agitazione.
-Allora tutto è accaduto due tre mesi fa quando ho conosciuto per la prima volta Pierre.Naturalmente mi è piaciuto all’istante:i suoi occhi profondi e tristi,i suoi tratti duri e le sue labbra…ok tralascio i dettagli comunque mi piacque moltissimo.Per questo feci una cosa di cui mi vergogno tantissimo!Allora lo sentii parlare e lo osservai bene e mi accorsi che nel suo cuore sofferente c’era odio e risentimento…presumo che questi sentimenti fossero rivolti a te-
Sospirai triste ed annuii.La donna allora riprese il racconto:-Decisi allora,attratta da quel suo carattere così ostile e ambiguo, di portarlo nella mia camera.Il fatto che lui fosse ubriaco fradicio mi aiutò e riuscii nel mio intento.Quando divenne giorno però lui sembrò essersi pentito di tutto quello che era accaduto.Capii che non era pronto per tradire…per andare avanti e far parte di quel mondo che ormai ci aveva reso schiavi.Era un mondo di vizi e piaceri che si era trasformato in una prigione!Tuttavia dato che Pierre faceva parte di una delle compagnie più pericolose credevo che fosse come loro.Capii allora di essermi sbagliata e lo lasciai andare via.-
Il mio cuore smise di battere e ormai trattenevo il respiro mentre ascoltavo le sue parole che mi colpivano come delle frecce.
La ragazza davanti a me senza accorgersi di nulla continuò il racconto:
-Non lo vidi più per qualche settimana finché una sera avendo incontrato la sua compagnia gli chiesi notizie di Pierre.Ricordo ancora le sue parole “L’incontro che avete avuto a quanto pare ha dato i risultati sperati.Si è sciolto totalmente”.In un primo momento non capii il significato di quella frase poi dopo essermi informata scoprii la verità.Il libertino aveva fatto tanto il santo con me e poi dopo quella sera aveva frequentato almeno un’altra decina di donne!
Mi sono davvero infuriata e quando ho scoperto che era tornato a vivere con la sua vecchia ragazza ho deciso che l’avrei informata sulla vita del suo ragazzo.E come vedi così ho fatto-
In un istante cercai di riprendermi per poterle fornire una risposta accettabile che non mostrasse alcun segno di turbamento da parte mia.
-Capisco…-
-Chocola,ti chiami così vero?,mi dispiace tanto:siamo state tradite entrambe!Adesso che cosa farai lo lascerai?Gliela farai pagare?-
-Non…non lo so-
E stavolta non lo sapevo davvero.Una parte di me rinnegava tutto e cercava di autoconvincersi che la ragazza aveva mentito per vendicarsi del fatto che Pierre aveva preferito me a lei.
L’altra parte di me,quella più razionale,si ricordava dei cambiamenti che erano avvenuti nel carattere di Pierre e sapeva che forse le parole di quella sconosciuta che aveva bussato alla mia porta non erano necessariamente false.
Mentre cercavo di capire quale delle due parti seguire la porta si aprì e Pierre entrò nel salotto in cui eravamo seduti.La sua espressione quando vide con chi stavo parlando fu una conferma di ciò che mi aveva detto la ragazza.
Cercai di reprimere tutti i miei sentimenti e alzatami dal divano la accompagnai alla porta.
La ragazza prima di uscire mi guardò e mi ripeté di nuovo la frase che prima mi aveva infastidito.”Che cosa farai?...Siamo state tradite entrambe!”
No.Non eravamo state tradite entrambe!Io ero la fidanzata di Pierre e lei era l’amante…e neanche l’unica.
-La ringrazio di tutto ma ci tengo a precisare che ognuno dovrebbe stare al suo posto e il suo è quello dell’amante!La prego vivamente di non farsi più rivedere!-esclamai con tono deciso e la donna sparì dietro la porta chiusa.
Sospirai e mi preparai ad affrontare Pierre e a prendere una decisione.Era davvero un brutto affare!
Nel prossimo capitolo leggerete anche le ragioni di Pierre così da poter rispettare la legge del figo ha sempre ragione!

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Sospirai e mi guardai nello specchio che c’era nell’ingresso per controllare che sul mio viso non ci fosse traccia della disperazione presente nel mio cuore.
Andai da Pierre con lo sguardo freddo e deciso.Lui cominciò a farneticare qualche scusa che non ascoltai nemmeno.Mi sedetti comodamente sul divano e con una voce di ghiaccio dissi:
-Non mi interessano le tue scuse…ho bisogno di farti alcune domande-
-Certo quello che vuoi-rispose
-Allora quello che mi ha raccontato la ragazza di prima era tutto vero?-
Come vedi quella parte di me non rinunciava a sperare in qualcosa di impossibile.
-Dipende da cosa ti ha detto-
-Mi ha raccontato che ha sfruttato il fatto che eri ubriaco per portarti al letto ma che poi tu ti sei… come ha detto il tuo amico?Ah si ti sei sciolto e da allora sei diventato peggio di loro!
Cioè Pierre io ti avevo chiesto se c’era qualche altro vizio di cui dovevi parlarmi e tu mi hai assicurato che non…-
A questo punto dovetti fermarmi perché stavo per scoppiare in lacrime.
-Mi dispiace-sussurrò mortificato.Ma francamente mi ero proprio stancata delle lacrime da coccodrillo!Così mi alzai dal divano e con quanta rabbia avevo gridai:
-Ma non è la prima volta che mi ferisci!Non sei sincero Pierre ammettiamolo!E non posso mai fidarmi di te!Che cavolo di relazione è la nostra?E poi se penso che per colpire me hai rovinato te stesso!Perchè è per questo che sei cambiato vero?-
Lui annuì e poi esclamò calmo:-Quindi mi stai lasciando?-
Restammo in silenzio un attimo.In quell’attimo potemmo riflettere entrambi.Fu lui a rompere la pace di quel momento con le sue parole piene di dolore:-Ma tu dicevi di amarmi?Non possiamo superare tutto?-
-Io amavo Pierre…il mio Pierre!Questo che ho davanti non so neanche chi sia-
Corsi via dal salotto mentre potevo sentire i singhiozzi di Pierre. Dispiaceva tanto anche a me ma era necessario.
Me ne andai quel giorno stesso dalla sua casa…ma per sparire dalla sua vita ci volle un po’ di tempo in più.

A quel punto arrivò un foglietto di Pierre a completare il racconto.
“Ehi calmati e non aggredirmi!Ho le mie ragioni…in realtà il motivo per cui mi ero cacciato in quel guaio non era il rancore ma il dolore.Quando mi sono svegliato dopo aver trascorso la notte con lei mi sono sentito in colpa ma ho notato che per qualche ora non avevo pensato alla mia Chocola.Devi capire che per me era una sorta di passatempo qualcosa che mi distraeva dal vuoto che provavo dentro di me.Prima di allora c’erano state volte in cui ero stato steso nel letto insonne pensando se avevo qualche responsabilità…se qualcosa che avevo fatto aveva potuto spingere la mia ragazza a respingermi.Ho sbagliato ne sono consapevole e i miei errori sono stati due:
1)Non avrei mai dovuto rifugiarmi in un vizio ma avrei dovuto cercarla e dopo averla trovata avrei dovuto parlarci e convincerla a tornare con me…ma avevo paura!Paura di essere ferito di nuovo da lei.
2)L’altro errore l’ho fatto quando non le ho detto le cose che ora ho detto a te…non so perché ma non l’ho fatto!Così lei andò in camera e la sentii mentre preparava la valigia.La vidi anche andare via…e il mio cuore andò via con lei…”


Ok va bene il prossimo capitolo sarà più emozionante...torneranno gli Orchi!Siiii e inseguiranno qualcuno...vabbè basta ora vado a letto

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Tornai a vivere a casa di Adrien con l’intento di togliermi dalla testa Pierre ma non fu affatto facile…
Infatti ricordo che ogni sera veniva a cenare insieme a suo fratello.Adrien era convinto che veniva per lui mentre io credevo fermamente che il suo scopo fosse un altro..Si credevo(e lo penso anche adesso) che volesse controllarmi e che cercasse anche se in modo troppo forzato di continuare a far parte della mia vita.Io allora-per dispetto naturalmente- uscivo ogni volta che lui veniva e passavo le mie serate a camminare per strada.Tutto qui,camminavo osservando ciò che mi circondava e mi perdevo nei pensieri.Qualche volta contemplavo anche i visi dei passanti cercando di capire quale fosse il loro carattere…lo so era una strana occupazione,ma in quel periodo mi sentivo persa.Vagavo come un anima sola per le strade buie e solitarie cercando qualcosa,ignorando che quello che cercavo era a casa ad aspettarmi.

I giorni quindi passavano così tra una passeggiata e l’altra.Non facevo che trascinare la mia vita verso una direzione a me sconosciuta.Un giorno poi ebbi la svolta che il mio cuore ed i miei nervi aspettavano…si,accadde qualcosa ma non fu qualcosa di positivo.
Quella sera nonostante soffiasse un forte vento e ci fossero nuvole nere decisi di sfidare la natura ed uscii comunque di casa.Chiusa la porta subito fidi le foglie volare dappertutto ma non mi lasciai intimidire e mi incamminai per una stradina solitari.Mentre andavo persa nei miei pensieri cominciai ad osservare il cielo scuro pieno di nuvole nere gonfie di gocce di pioggia fredda che sarebbero cadute da un momento all’altro…per fortuna avevo un ombrello!
-Che ore sono?-chiese una voce che ebbe il potere di riportarmi alla realtà.
Mi voltai e lo risposi velocemente senza nemmeno guardarlo.L’uomo però voleva che lo guardassi e così mi afferrò il braccio e lo tirò.
In quel momento ero quindi di fronte a lui con lo sguardo rivolto sul suo viso.Tutti i muscoli del mio corpo erano tesi e il mio respiro irregolare.
-Chocola,mi riconosci?-sussurrò.
Osservai i suoi occhi neri come pece ed un brivido mi attraversò la schiena.
-Sylvett!-esclamai inorridita
-Ah mi hai riconosciuto!Sai ti ho cercata a lungo e finalmente ti ho trovata…e questa volta non ti lascerò scappare-disse con un sorriso malvagio.
Ero immobilizzata dalla paura.Il mio cuore batteva all’impazzata e alcune gocce di sudore imperlavano la mia fronte..Per fortuna il mio cervello non aveva smesso di funzionare ed un idea si illuminò nella mia testa.La mano che stringeva l’ombrello si alzò in un istante e colpì la mano dell’Orco.
Sylvett lasciò il mio braccio facendo una smorfia di dolore che rese anche più brutto il suo viso. Io allora approfittando dell’oscurità cominciai a correre.Non riuscivo a vedere bene la strada che percorrevo perché le nuvole color carbone avevano completamente coperto la luna tuttavia continuavo a muovere svelta le mie gambe. Improvvisamente il cielo fu squarciato da un lampo che per un istante fece ricomparire la luce sulla terra.Davanti a me comparve un bosco e decisi di entrarci sperando che potesse essere un buon riparo. In un altro momento forse non mi sarei fidata di una foresta dall’aspetto spettrale come quella, ma in quel momento non avevo altra scelta!Così accelerai il passo finché non sentii il rumore delle foglie che venivano schiacciate dai miei stivali.Il cielo però ce l’aveva con me poiché dopo qualche minuto le nuvole lasciarono cadere le gocce di pioggia che fino a quel momento avevano custodito come un gioiello.Le lacrime del cielo caddero sulla Terra bagnando le foglie degli alberi,il terreno che calpestavo e le due persone che correvano.
Ad un certo punto dovetti fermarmi perché non ce la facevo più:la corsa,la pioggia,l’oscurità e la paura mi avevano sfinito.Fu un passo imprudente ma necessario!
Sylvett infatti mi aveva raggiunto e a differenza mia lui sembrava molto calmo e riposato.
Avevo ancora il fiatone quando mi guardò ed esclamò:-Sei in trappola!-
Avrei voluto rispondere qualcosa o almeno ricominciare a scappare ma non ne ebbi il tempo.
Il mio nemico con un sorriso beffardo mi colpì con un incantesimo.La mia vista si annebbiò e improvvisamente sentii che le forze mi abbandonavano.Mi aveva immobilizzata :caddi a terra priva di sensi e l’Orco potè caricarmi in spalla.
Quello che però lui non sapeva-o ne era consapevole?-era che io ero cosciente di quello che avveniva accanto a me ma purtroppo non potevo muovermi per cambiarlo.
Sentivo i passi di Sylvett che mi portavano verso la fine,udivo le sue suole che calpestavano le foglie bagnate. Improvvisamente sentii che l’uomo che mio malgrado mi stava trasportando si era voltato.Aveva udito un rumore che io non avevo avvertito.
Mi concentrai su quello che sentivo:non era il cinguettio di un uccello,né il frastuono generato da un tuono…no era più dolce e sottile sembrava una voce.La sua voce.
L’idea che fosse venuto a salvarmi fu l’unica cosa che mi consolò:mi fece sentire amata,desiderata.Era forse l’unica cosa che mi distingueva dalle altre donne con cui era stato:lui voleva me!
Mi feci cullare dalle sue parole che riuscivo ad udire nonostante il rumore della pioggia cercando di decifrare le parole che usava.
-Sylvett ti prego lasciala andare-
-Non devo più rispondere ai tuoi ordini…sua altezza reale!Ora rispondo solo agli ordini della Regina Chocola e lei non mi sembra che si stia opponendo alla mia decisione…non è vero,mia Chocola?-
Mi sollevò facendo in modo che il mio viso fosse vicino al suo orecchio.Aspettò che io protestassi ma naturalmente sapeva che non potevo farlo.
Ah avrei voluto urlare,muovermi,colpirlo o almeno fargli un’occhiataccia!E invece non potevo fare nulla immobilizzata come ero!Così mi limitai ad ascoltare impotente.
-Dai Pierre ammettilo starà meglio con noi che con te!-
-Che vuoi dire?-
-Voglio dire che con noi avrà una ragione per cui vivere…un regno,un popolo e la felicità!Cose che tu le hai negato!-
Ehy io avevo una ragione di vivere-pensai-!Ce l’avevo?No…forse no.La mia ragione era lui e ora che lo avevo cacciato…avevo perso tutto.Quelle parole mi avevano angosciato e capii che avevano avuto lo stesso effetto su Pierre.
Sylvett sorrise compiaciuto.-Credo che non abbiamo più nulla da dirci-esclamò
Si voltò e spostò il peso sulle gambe con l’intento di spiccare il volo e volare nel cielo nero,ma qualcosa andò contro i suoi piani.Non so cosa accadde con chiarezza ma ricordo che Sylvett cadde a terra ed io con lui.Quando riaprii gli occhi mi ritrovai stesa sul fango puzzolente.Guardai davanti a me cercando di capire che cosa era successo e dopo aver alzato lo sguardo vidi i miei angeli:Adrien e Piovre.
Mi alzai a fatica e cercai di restare in piedi nonostante fossi ancora debole.Osservai la scena che si presentava davanti a me:i miei salvatori che lottavano a suon di incantesimi contro il perfido Orco.Non riuscivo ad udire bene le loro parole e la pioggia che cadeva su di me mi fece starnutire.Pierre si avvicinò me e mi prese in braccio notando il mio viso pallido.
-Stai bene?-Mi sussurrò nell’orecchio
-Mi sento debolissima…-esclamai con lo sguardo sempre rivolto al combattimento.
Cercavo di capire chi avrebbe vinto ma quello che vedevo erano soltanto delle sagome indistinte.Una di quelle-credo che fosse Adrien- fece un segno a Pierre.Quel semplice movimento del capo riuscì a fargli capire cosa fare.Così avendo aumentato la stretta su di me salì nel cielo dimenticando la legge di gravità.
-Sicura di stare bene?-chiese con fare premuroso.
-Si certo…certo…per questo mi sento come se stessi per svenire-esclamai con fare ironico.
Lui sorrise e continuò a volare indisturbato.Guardai il suo viso pensieroso e sospirai.
A quel punto quel briciolo di energia che mi era rimasto mi abbandonò e allora caddi in un sonno profondo tra le sue braccia forti.

Ok…l’ho riscritto…spero che almeno adesso sia accettabile…ci ho messo molto impegno..(speriamo bene).Vi ringrazio per i vostri consigli che hanno fatto in modo di migliorare il capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Quando ripresi i sensi mi ritrovai stesa su un divano morbido riscaldata dal tepore rassicurante di un camino scoppiettante.Il mio corpo era ricoperto da una coperta pesante.Quando alzai il busto mi guardai intorno e riconobbi subito il luogo in cui mi trovavo.Era la stanza in cui più o meno un anno fa avevo conosciuto la famiglia di Pierre.
-Torna a stenderti!-mi ordinò la sua voce
Io però anziché ascoltarlo mi alzai ed andai a sedermi accanto a lui.Appoggiai la mia testa sul suo braccio e avendo alzato lo sguardo verso il suo viso cercai di decifrare la sua espressione.Sembrava infatti essere molto pensieroso ed io sapevo su cosa stava meditando.
-Stai pensando alle parole di Sylvett?-gli chiesi.
-No…in realtà ci ho già pensato-disse sorridendo ma il suo sorriso sembrava finto,malinconico.
-Non avrai mica creduto a quello che ti hai detto?Voleva soltanto colpirti!-
-Non dire così!Quello che ha detto,anche se mi duole ammetterlo, corrisponde a verità-
Lo guardai incredula.
-Che cosa è quella espressione?Il tuo amore per me ti ha fatto perdere il buon senso così tanto che hai dimenticato tutto il male che ti ho fatto?Ricordi i tuoi sogni?Quei magici sogni giovanili li ho distrutti tutti!Guardati…ora che cosa ti resta?Ora che cosa sei?Saresti potuta essere-a questo punto strinse forte i pugni- una sovrana…una saggia Regina rispettata da tutti e invece adesso sei l’amante dell’ex principe degli Orchi-
Quelle parole mi ferirono profondamente.Sapevo che aveva ragione,però in quel momento mi stava presentando tutto quello che mi ero sempre sforzata di non pensare.A volte avevo pensato a come sarebbe stata la mia vita se non avessi scelto lui ma le ragioni del cuore mi avevano spinto ad allontanare quei vani pensieri.
-Ed io chi sono ora?Sarei potuto diventare l’uomo più forte e temuto di Extramondo e invece ho mollato tutto…se solo quella volta non ci fossimo trovati da soli nel Passaggio dimenticato,se solo…-
-Pierre che cosa vuoi dire con queste parole?Ti sei pentito di esserti innamorato di me?-chiesi adirata (anche se in realtà ero disperata)
-No,questo mai.Però ho pensato alle scelte che ho fatto e credo di aver commesso molti errori.Ho preso per questo una decisione con cui spero di rimediare ad alcuni di questi. -esclamò triste
-Che decisione?-
-Chocola ricordi cosa ha detto Sylvett?Ti ho negato il regno e la felicità…bè non posso restituirti la corona di Extramondo perché adesso questa appartiene a Vanilla,ma forse posso ridarti un po’ di felicità-si interruppe e cercò il coraggio e le parole con cui continuare-In questi giorni sono stato un grande egoista ma non accadrà più-
-In che senso?-
-Ho cercato di starti vicino anche se tu non volevi…Chocola io torno su Extramondo.Salirò nuovamente sul trono degli Orchi ma stavolta mi impegnerò per unire i due Regni…quello per cui un tempo abbiamo tanto lottato e siamo quasi morti…ricordi?-
-Ed io?-
-Tu ti creerai una nuova vita e sarai felice…senza di me.Devo uscire dalla tua vita per sempre.Ricorda che lo faccio per il tuo bene-
In quel momento non riuscivo a vedere la situazione con la sua stessa lucidità e freddezza.Il mio cuore era in pezzi e gli occhi erano lucidi ed io non potevo farci nulla.Provavo dei sentimenti,ahime!Ero triste,arrabbiata e disperata…un mix di sentimenti che mi corrodevano l’animo.
-Mi sembra che tu abbia già deciso per entrambi…no?Che cosa vuoi che ti dica?Che sei un eroe?Che riuscirò ad accettare tutto questo?No,non lo farò!Io ti amo e questo non cambierà!
Tu forse mi hai già rimosso dal mio cuore ma per me non è lo stesso…e non lo sarà mai!Allora vuoi che ti dica addio ora o preferisci che ti faccia un applauso?-gli gridai contro con quanta forza avevo.
-Voglio solo che tu mi dica che riuscirai a stare senza di me-
-Certo che ci riuscirò.In fin dei conti tu non mi sei mai stato così vicino!Tra scappatelle, ripensamenti,litigi e altro sono quasi sempre stata sola!E poi ci sono abituata,no? D’accordo Sono cresciuta da sola e morirò da sola!
Uscii dalla stanza sbattendo la porta e poi entrai in quella che era stata la mia stanza.Appena chiusi la porta cominciai a sentirmi debole e quindi mi stesi sul letto.
Le lacrime scorrevano incessanti e solcavano il mio viso stanco.Inevitabilmente mi addormentai ma mentre il mio corpo si ricaricava,il mio cervello non faceva che riflettere sulle parole di Pierre.
Mi svegliai quando sentii il motore di una macchina accendersi.Mi spaventai all’idea che Pierre partisse e che io non avrei potuto salutarlo,così scesi di corsa al piano di sotto ed uscii dalla porta.Guardai il sole che era sorto da poco e i raggi arancioni che ancora coloravano il cielo turchese.Delle voci distolsero la mia attenzione dalla natura e mi costrinsero a correre.
Dovevo arrivare in tempo:non potevo assolutamente fare tardi.Mi fermai soltanto quando vidi che l’auto era ancora ferma.Pierre stava infatti ancora caricando i bagagli nel cofano quando lo raggiunsi gridando il suo nome.Lui un po’ sorpreso mi abbracciò.Quando mi lasciò mi guardò triste e si preparò a parlare:
-Chocola,volevo darti queste-disse prendendo qualcosa dalla tasca-sono le chiavi della nostra…cioè di quella che era la nostra casa…credevo che potresti andare a vivere lì-
Annuii poiché non sapevo se sarei stata in grado di parlare senza scoppiare in lacrime.Cercai di cambiare argomento:-Adrien verrà con te?-
-Si glielo ho chiesto ed ha accettato…prima o poi imparerà a capire che gli Orchi non sono tutti cattivi come crede-
-Non credo!E sbrigati che facciamo tardi!-esclamò Adrien che era già seduto al posto di guida dell’auto.
-E’ il momento dei saluti suppongo-sussurrai
Lui mi strinse a sé e mi sussurrò all’orecchio:-Se tu avessi bisogno di qualcosa…qualsiasi cosa,sai dove trovarmi!-
-Ma non avevi detto che volevi uscire dalla mia vita?-dissi con la testa ancora sul suo petto.
Lui mi alzò il viso con un solo gesto e mi guardò intensamente.Sospirò.
-Sai che non ci riuscirò-disse con un sorriso malinconico.
Mi liberò dall’abbraccio e salì sull’auto che partì a tutto gas sparendo nella luce dell’aurora.

I'm standing out in the rain,
I need to know if it's over,
cause I will leave you alone.

Flooded with all this pain,
Knowing that I'll never hold her,
Like I did before the storm
before the storm

Mi ritrovai di fronte ad un castagno ferito:era lì,nero e sfregiato,con il tronco spaccato nel mezzo,l’ultimo respiro di uno spettro.Le due metà non si erano staccate l’una dall’altra,perché la base e le solide radici le tenevano unite dal basso,e anche se la vitalità della loro unione era ormai annientata e la linfa non sarebbe mai potuta scorrere,anche se i grandi rami erano morti da entrambi i lati sembrava che fossero ancora un tutt’uno,un unico albero…distrutto,si,ma unito.
-Avete fatto bene a restare uniti l’uno all’altro-dissi-anche se ora sembrate carbonizzati,sfigurati e inariditi,penso che ci sia un po’ di vita in voi che proviene dal legame con le vostre radici,oneste e leali.Il tempo del piacere e dell’amore è finito per voi,ma non siete soli,avete un compagno con cui condividere il vostro declino-


Allora che ne pensate?Spero vi piaccia…allora vi assicuro che questo è un addio definitivo…e ho fatto in modo che fosse molto strappalacrime!
La canzone è Before The Storm mentre l’ultimo pezzo viene dal libro Jane Eyre.
Ok…che dire mi fa piacere che mi seguite con assiduità e un enorme Grazie alle due nuove ragazze che mi seguono: Sugarsugarxsempre e la sua amica!E a Megakekko!!
E a tutti quelli che leggono…Grazie vi amo!

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Andai a vivere nella nostra casa.I primi giorni fu difficile perché vedere le camere vuote mi faceva sentire davvero male…vuota e sola.Tuttavia dopo qualche giorno mi abituai:in fin dei conti quella oltre ad essere la nostra casa era anche mia.Poi non fu così vuota a lungo.
Si Roberta mi riferisco proprio a te!
Scoprii di essere incinta qualche settimana dopo che Pierre se ne era andato. Accadde quando durante il mio turno di lavoro(lavoravo come donna delle pulizie in un albergo) mi sentii male.
Mi dissero che svenni e così furono costretti a chiamare un’ambulanza.Fu nella sala del pronto soccorso dell’ospedale però che realizzai che cosa era accaduto:ero incinta!
Questo mi fece rabbrividire.No…tranquilla tesoro!Non è che non volevo te!Avevo soltanto paura.Non me la sentivo di crescere una ragazza da sola.Io che non riuscivo a badare nemmeno a me stessa…ero terrorizzata!
Ero consapevole che forse se lo avessi scoperto prima Pierre sarebbe rimasto con me.
Si…perché se non lo hai ancora capito lui è tuo padre!
Mi chiedo come abbiate fatto ad avere dei dubbi in proposito. Avete gli stessi occhi turchesi.Lo splendido colore del mare.Il colore del cielo sereno e del ghiaccio freddo che in inverno riveste le piante quasi come se volesse proteggerle dal mondo esterno.Avete lo stesso carattere che in un certo senso si ricollega ai vostri occhi.Quando soffrite e state male non gridate,no.Non piangete.Vi chiudete dentro voi stessi e lasciate che il ghiaccio vi ricopra e vi protegga…
Tuttavia io riesco a leggervi dentro,a guardare attraverso lo strato doppio del ghiaccio…attraverso quegli occhi di ghiaccio e a vedere il vostro animo.

-Pierre…l’ho trovato!Ho trovato la parte in cui parka di mio padre!!-
Roberta aprì la porta e diede il diario in mano a Pierre.Questo lesse con sguardo serio la pagina.Intanto la ragazzina era in trepidante attesa mentre aspettava il responso di suo padre.
Avrebbe accettato di essere il suo genitore?Ne sarebbe stato felice?Sorpreso?E lei era felice di questa scoperta?
Guardò suo padre e disse tra sé:-Forse non mi dispiace molto.In fondo ora che lo conosco davvero so che non è così male come credevo…-
Pierre finì di leggere la pagina e la guardò con sguardo incredulo.
-Quindi…sono…io…Adrien aveva ragione!-esclamò
-Si e allora?Cioè ti dispiace o ti fa piacere?-
-Non lo so…-
-Come non lo sai?-chiese la ragazzina irritata
-Cioè si credo di si…ma ne sarò capace?-disse parlando più a se stesso che a Roberta.
-Bè se può farti stare meglio neanche Chocola era così sicura di essere in grado di fare la madre e se l’è cavata benissimo-
Pierre abbracciò la ragazzina e chiese:-Posso leggere io adesso?-
-Certo-

Decisi allora di ignorare tutto,di ignorare te e continuai a vivere normalmente.Ma non riuscii ad ignorarti per sempre.Infatti dopo 9 mesi…

Uffa…scusate il ritardo ma la scuola mi sta davvero uccidendo!!E questo cap è davvero corto e insignificante!!Prometto che il prossimo sarà migliore!!

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Le luci della sala operatoria mi accecarono.L’odore di alcol e disinfettante mi bruciavano il naso.Presto l’anestesia fece effetto e nonostante i miei nervi fossero tesi caddi in un sonno profondo.Un sonno strano,senza sogni…un sonno forzato.

Ripresi i sensi.Ero in una squallida sala d’ospedale.Stesa su un letto guardavo fuori dalla finestra.Fuori tutto era grigio e la pioggia cadeva dal cielo velocemente.I vetri erano ricoperti da mille goccioline.
“Ero diventata madre”.Quella frase per me non aveva senso…io?Io avevo una bambina?
Le donne accanto a me sorridevano felici insieme ai loro mariti.Avevano tra le braccia i loro teneri bambini e venivano coccolate dai loro compagni.Vedere quelle scene mi spezzò il cuore.
Loro erano felici,avevano tutto ed io cosa avevo?Molte cose,in realtà,ma non la più importante.Ero sola…completamente sola.La persona che più avrei desiderato vedere era su Extramondo e probabilmente si era già dimenticata di me.
Appoggiai la testa sul cuscino e cominciai a piangere lacrime calde.Soffocavo i miei singhiozzi facendo sprofondare la testa tra le piume del cuscino.Lanciai uno sguardo al cielo.La pioggia sembrava essere aumentata…il cielo era d’accordo con me!
-Se tu avessi bisogno di qualcosa…qualsiasi cosa,sai dove trovarmi!-
Quelle parole risuonarono nella mia mente:Si avevo proprio bisogno di lui!
Presi il cellulare e composi il suo numero.Ascoltai con il cuore che mi batteva all’impazzata i “tuu” del telefono quando ad un tratto rispose.
“Pronto?”
La sua voce dolce e melodiosa mi fece venire un groppo in gola.Mi fu impossibile spiccicare parola e fui perciò costretta ad attaccare.
Mi stesi sul letto e chiusi gli occhi.Il soffitto bianco divenne uno splendido cielo turchese.Il letto divenne un prato pieno di tulipani rossi,ne percepivo il profumo meraviglioso…
E allora perché piangevo?Perchè le lacrime mi solcavano il viso?

-Chocola!-
Quella voce così familiare,così dolce,così gradita mi risvegliò dalla mia visione.Aprii gli occhi e vidi il suo sguardo posarsi su di me.I suoi occhi color ametista mi fissavano preoccupati.
-Vanilla che ci fai qui?-
-Mi ha chiamata l’ospedale…hanno detto che tra i tuoi documenti c’era il mio numero…ho detto di essere tua sorella!In fondo non è così errato,no?-
Annuii pensierosa.
-Sai ero così preoccupata quando mi hanno telefonato…avevo pensato al peggio e invece è tutto ok!-
-Niente è ok qui!-risposi acida
-Va bene forse la colpa è mia,ma io non vedo il problema!Hai avuto una bambina…sei madre-
-Vanilla,sii sincera:non ce la farò!Sono una frana…sono irresponsabile,stupida e sola!-
-Ti manca,vero?-
-Da morire…e sono certa che non ce la farò senza di lui-
-Sicura di essere Chocola?La Chocola che conosco io non si è mai fatta abbattere da nulla e anche se è caduta o ha commesso un errore si è sempre rialzata più forte di prima come un grattacielo!Vuoi mollare adesso??Adesso che hai sulle tue spalle anche la vita di un’altra persona?Vuoi deluderla?Vuoi che pensi che sua madre è una sbidollata?-
-No…hai ragione-dissi alzando il pugno al cielo.
La vita si era riaccesa nei miei occhi verdi.Se fossimo stati in un anime giapponese in quei miei occhi sarebbe comparso un fuoco ardente.
Vanilla sorrise compiaciuta.
-Allora vuoi vederla?-
Quella domanda mi lasciò un po’ spiazzata.
-Ok –sussurrai
Vanilla diede disposizioni all’infermiera che uscì dalla stanza e poi tornò qualche minuto dopo con un neonato.Me la mise tra le braccia e la guardai.Dormiva serenamente tra le mie braccia…forse avrei potuto cavarmela!
-Sarai grande come lo è stata tua madre…o meglio tuo nonno-
-Bè in realtà-dissi-se dovessi pensare alla persona più simile ad un genitore per me credo che penserei a Robin.In fondo mi ha sempre aiutata,sostenuta e salvata!-
-Si allora sarai proprio come lui…premurosa e bizzarra!-rispose Vanilla ridendo.
Risi anche io.Però tutte quelle risate svegliarono la piccola,che mi fissò con i suoi enormi occhioni blu.
-Chocola,hai visto?Ha i suoi stessi occhi!-
La guardai e notai che la mia amica aveva ragione.Avevo il frutto dell’amore che provavo per Pierre proprio di fronte a me.Ricordavo che lo aveva detto anche mia madre:Ogni bambino è un dono d’amore!
Temevo che tu avresti trascorso un’ infanzia come la mia ma in quell’istante capii la differenza tra me e te:io non avevo nessuno…tu avevi me e Vanilla!Noi ci saremmo prese cura di te!
Tu mi sorridesti ed io mi sentii per la prima volta mamma!

Spero vi piaccia!!

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Vanilla venne a trovarci in ogni ricorrenza importante…ricordi?Ogni giorno di Natale,ogni tuo compleanno lei con una scusa riusciva a liberarsi e veniva a cena da noi.Ti portava in dono sempre splendidi abiti di pizzo mentre io non riuscivo a regalarti granché…questo ha volte mi urtava moltissimo!
Le visite terminavano sempre con la stessa domanda:-Pierre,come sta?-
La ponevo con la paura che lui si fosse sposato ma per fortuna non ho mai ricevuto questo verdetto.
Si,è così non l’ho mai dimenticato,mai ed ogni volta che ti guardavo negli occhi,ogni sera prima di addormentarmi il mio pensiero era sempre rivolto a lui.
Una volta mi sembrò anche di vederlo,al parco.Era un pomeriggio del mese di autunno di 4 anni fa.Tu ed io avevamo deciso di trascorrere il pomeriggio lì insieme ma dopo aver visto che c’erano alcune tue compagne mi avevi chiesto di giocare con loro.Io acconsentii e mi sedetti su una panchina ad osservarti.Mentre ascoltavo il suono delle tue risate fui distratta da un rumore che proveniva da dietro le mie spalle.Mi voltai di scatto ma non vidi nulla.Tuttavia quello che mi insospettì fu il fatto che sentii il suo profumo nelle narici.Dopo averti controllata con uno sguardo veloce mi allontanai diretta verso la fonte del rumore.Mi avvicinai quindi ad un’enorme quercia e guardai dietro i rami di questa.Niente.Non c’era nessuno.Sospirai triste e mi allontanai.In quell’occasione mi ero fatta suggestionare dai ricordi.Si,fu questa la spiegazione che diedi all’accaduto!

Pierre sorrise mentre leggeva quelle parole.Roberta sorpresa da quel comportamento-aveva raramente visto suo padre sorridere-gli chiese il motivo di quel riso.
-Chocola non si era sbagliata!Io ero davvero lì!Quella mattina mi ero svegliato triste come sempre e avevo deciso dopo averci meditato su a lungo che volevo rivederla…vedere come stava.Così feci e mi recai nella città dove abitavamo.La trovai nel parco seduta su una panchina e la osservai seduto sui rami di una grande quercia.Mi accorsi che si era accorta di me e allora mi nascosi meglio e continuai a guardarla.Poi arrivasti tu e la chiamasti “Mamma!”.Fu un duro colpo!Non sapevo che tu fossi mia figlia ed ero certo che lei si fosse risposata…mi aveva dimenticato.Deluso me ne andai su Extramondo e mi chiusi in me stesso.Non raccontai a nessuno infatti quello che avevo visto e mi sforzai di dimenticarlo.Tuttavia nei miei peggiori incubi quell’immagine tornava sempre-
Temendo di aver rivelato troppo di sé Pierre riprese a leggere.

La nostra vita,ripensandoci, è trascorsa tranquilla tra una risata ed un’altra e non senza molte difficoltà che siamo riusciti a oltrepassare.Bè fin quando quel giorno,quel maledetto dì non capii che le mie condizioni di salute erano più gravi di quanto pensassi.Sapevo di non essere in perfetta salute,lo avevo intuito ma non ne avevo fatto parola con nessuno perché avevo paura.Paura di scoprire quella verità che in effetti mi svelò la visita dal medico.
Ero malata di una rara malattia…probabilmente l’avevo presa su Extramondo e mi avvisarono che avevo ancora pochi mesi di vita.Appena lo seppi pensai a te.Che cosa avresti fatto senza di me?Avresti vissuto in un colleggio?Non potevo permetterlo!Così feci quel passo.Un passo folle e sconsiderato,lo ammetto che non ha reso felice né te né Pierre:ci trasferimmo nel palazzo degli Orchi.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Un giorno venni da te e ti dissi:-Che ne dici di andare a trovare la zietta Vanilla?-
Tu accettasti felice perché adoravi la mia amica e dunque qualche ora dopo ci ritrovammo su Extramondo,un posto a te del tutto sconosciuto.Ogni cosa che vedevi la osservavi con stupore ed io ti assecondavo…in fondo mi faceva piacere essere tornata a casa.Il dolore tuttavia mi stava divorando dall’interno e nonostante sorridessi ero terrorizzata.Fu così che prima di affrontare Pierre mi recai da volti amici a cui poter confidare tutto…
Andammo nel grande palazzo e tu ti mettesti a giocare seduta a terra,mentre io parlai con i miei migliori amici:Houx,Saule e Vanilla.
Ricordo che i due gemelli soprattutto Houx cercarono in tutti i modi di capire chi fosse tuo padre ma io sono stata così brava che loro non hanno capito nulla.(O almeno così credo…)
Dopo averli lasciati mi sentii abbastanza forte per parlare con Pierre e così andammo nel palazzo degli Orchi che si ergeva maestosamente nella valle desolata.Quell’edificio non ti piacque molto,ma era normale infatti non era mai piaciuto neanche a me.Tuttavia dentro vi era la persona che più mi piaceva al mondo.Entrammo e la prima persona che vedemmo fu Adrien che dopo un attimo in cui mi fissò sorpresa mi invitò ad accomodarmi mentre andava a chiamare Pierre.
Questo però non reagì nel modo in cui mi aspettavo.Fin dal giorno in cui arrivai lì mi trattò con una tale indifferenza che mi faceva venire i brividi ogni volta che mi fissava con il suo sguardo di ghiaccio.Questo suo atteggiamento attirò verso di lui la tua antipatia…spero soltanto che questa svanisca presto!

Roberta fissò suo padre con uno sguardo di rimprovero.
-Ehy!Ho le mie ragioni!-
-E quali sarebbero?-
-Io credevo che tu fossi figlia di un altro!Non potevo accettare che Chocola mi avesse tradito e che ora che era stata lasciata veniva da me??Sentivo che era una presa in giro e allora mi tenevo a distanza da lei.Avevo capito non so come che la sua visita non sarebbe durata a lungo e non volevo essere abbandonato di nuovo.Capii che avevo ragione però solo una settimana dopo quando incontrai Saule.Era seduto ad un tavolino fuori ad una locanda e quando mi vide mi fece segno di sedermi con lui.Sorpreso da quel suo atteggiamento e curioso di cosa volesse dirmi mi sedetti con lui.
Sorseggiando una tazza di thè mi guardò e mi disse:-Tu come fai a stare lì?A starle vicino senza morire dal dolore?Io non ci riuscirei…giuro!-
-Di cosa stai parlando?-
-Della malattia di Chocola…perché non te lo ha detto?-chiese lui sorpreso.
-No!Che cosa è?E’ grave?-gridai sbattendo i pugni sul tavolo.
Lui rimase in silenzio a lungo meditando su come potesse darmi la notizia senza sconvolgermi.
-E’ malata di una malattia rara…non si sa bene che cosa sia…-
-E quale è la cura?Deve stare a riposo?Le serve una pozione?Posso aiutarla?-chiedevo disperato ma in realtà l’espressione del suo viso mi aveva già fatto capire tutto.
Mi alzai e camminai velocemente da una parte all’altra sperando che non notasse che avevo gli occhi lucidi.Mi avvicinai ad un albero e mi aggrappai a quello mentre gli chiedevo quanto gli restava da vivere.
-Lei mi ha detto un mese,ma non lo sa con precisione potrebbe essere anche di più o di meno.-
Ero furioso!Se avessi avuto un po’ di autocontrollo in meno avrei distrutto tutto con un incantesimo.
Era tornata da me e anche se non glielo avevo mostrato ero felice di questo ma ora se ne sarebbe andata di nuovo…e questa volta sarebbe stato per sempre.
Un’altra cosa mi faceva infuriare e mi feriva terribilmente:il fatto che non si fosse confidata con me!Ormai lo sapevano già tutti…tutti tranne me!Io ero stato il suo fidanzato ed avrei dovuto avere il diritto di saperlo!
Tirai un pugno al tronco dell’albero così forte che la mia mano prese a sanguinare e a farmi un male terribile.Tuttavia il cuore mi faceva più male.Saule si avvicinò a me e cercò di mettermi una mano sulla spalla per calmarmi ma io la scansai gridando che doveva lasciarmi.
Volai e mi diressi nel palazzo degli Orchi per parlare con Chocola.
Forse avrei dovuto calmarmi prima,lo ammetto,ma ero così sconvolto che non ci pensai e mi recai da lei.
Il mio aspetto faceva paura:sembravo un personaggio grottesco di qualche romanzo dell’800.
Vediamo se ne parla nel diario.-

Pierre sfogliò le pagine e trovò la parte che gli interessava.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Adrien venne nella mia stanza con un’espressione sconvolta.Con una scusa ti prese per mano e ti portò a giocare fuori.Quel suo comportamento così strano sembrava l’aria fredda e il cielo scuro che preannunciano solitamente un temporale.E infatti la tempesta con tutta la sua forza entrò qualche minuto dopo nella stanza.
Pierre con un’espressione stravolta ed una mano sanguinante aprì la porta e la richiuse con forza.
Lo guardai con il cuore in gola e mi avvicinai preoccupata.
-Che cosa ti è successo?-gli chiesi prendendo la sua mano tra le mie.
Lui mi spinse via e gridò:-Lasciami!Sono io che dovrei prendermi cura di te…non il contrario!Capito?-
Lo guardai con un’ espressione interrogativa.Lui allora mi si avvicinò con aria minacciosa.
Senza sapere come mi ritrovai con la schiena appoggiata al muro e lui a pochi centimetri da me.
Il suo sguardo non mi spaventava ma mi intimoriva.
-Chocola,so TUTTO-
-Tutto cosa?-chiesi senza fiato
-Da dove cominciare?Ah si dal fatto che stai per morire?-gridò e si allontanò da me.
Si avvicinò alla parete di fronte a me e si appoggiò a questa.Aveva una mano alla tempia.
-Come lo hai saputo?-chiesi abbassando il viso.
-Me lo ha raccontato Saule-
-Ah-commentai mentre pensavo a mille modi in cui avrei potuto punire il mio amico per il guaio che aveva combinato.
-E sei arrabbiato?-chiesi con tono innocente.Del resto cercavo di capire che cosa volesse lui da me.
-Si e tanto-gridò.
-Ah…-sussurrai-E per quale motivo?In fin dei conti è la mia vita!Non credo di dover rendere conto a te!-
Appena pronunciai quelle parole maledissi la mia linguaccia e feci bene perché lui scattò come una furia contro di me.
-Ci sono molti motivi!Prima di tutto sono infuriato perché non me lo hai detto!Lo sapevano tutti…tutti tranne me eppure credo di aver guadagnato la tua fiducia in questi anni!Sono il tuo ragazzo,cavolo…non vale nulla questo?-
-Tecnicamente non lo sei più-aggiunsi e questo lo fece imbestialire ancora di più.
Si avvicinò a me,che ero rimasta attaccata al muro e mi guardò negli occhi.
-Credevo che tu fossi venuta per rimanere…e invece no…mi lascerai di nuovo…-
Appoggiò la sua testa sul mio collo.I battiti del mio cuore aumentarono mentre sentivo il suo respiro su di me.
Era distrutto e in quel momento temetti che fosse diventato pazzo.Una lacrima mi attraversò la guancia e cadde sui suoi capelli ma per fortuna non se ne accorse.
A quel punto cominciò a baciarmi il collo.Le sue labbra mi sfioravano la pelle facendomi tremare e sussultare.Intanto io restavo lì immobile come una statua aspettando che il suo attimo di follia terminasse perché cominciavano a spaventarmi i suoi sbalzi d’umore.
Tuttavia quando quelle labbra morbide si allontanarono da me la cosa mi dispiacque.
Il suo sguardo tornò a fissarmi ma questa volta era più premuroso.
-Allora perché non me ne hai parlato?-
-In questi giorni tu non mi hai nemmeno rivolto la parola…come ti aspettavi che io potessi parlarti?-
Ops!La mia linguaccia aveva colpito ancora!
Lui mi fissò con un’occhiataccia così furiosa che mi fece tremare.
-Sei impossibile!Ti odio!-
Disse quelle parole con una tale convinzione che finii per crederci.Lui si allontanò e prima di sbattere la porta dietro le sue spalle gridò:-Domani mattina ti voglio fuori di qui…intesi?-
Io annuii e lui se ne andò.
A quel punto presa dalla rabbia aprii una valigia a caso e cominciai a gettarci dei vestiti dentro.
-Vuoi che me ne vada?Non c’è problema me ne andrò!-gridavo alla stanza vuota.
La porta si aprì ed Adrien entrò nella stanza seguito da te.
-E’ andata così male?- mi chiese
-Mi ha ordinato di andarmene e me andrò-esclamai furiosa.
Il suo sguardo sembrava dispiaciuto mentre tu sembravi felice di quella mia decisione.

A cena non scesi e restai in camera mia aspettando che arrivasse l’alba così da poter finalmente scappare da lì.Tuttavia passata la mezzanotte cominciai ad avvertire un certo languorino allo stomaco che non riuscii a calmare e così circa all’una fui costretta a dirigermi in cucina.
Scesi le scale con cautela cercando di non fare rumore e mi avvicinai lentamente al frigorifero.La casa era silenziosa e buia e man mano che mi avvicinavo alla meta acceleravo il passo sempre più decisa del fatto che non ci fosse nessuno.Quando però mi arrivai davanti al frigo sentii una voce che mi chiamava.
Mi voltai e vidi davanti a me gli occhi di Pierre che mi fissavano.
-Mi stavo preparando un caffè…vuoi qualcosa?-mi chiese premuroso.
-Si una cioccolata calda…così mi riscalderò un po’…-dissi
-Chocola che mi chiede una cioccolata…ma hai freddo?-
Io annuii e lui mi porse la sua vestaglia di seta nera.
-Credi che sia pazzo…non è vero?-chiese spezzando il silenzio che si era creato.
-Si in effetti si…-
Lui sorrise ed esclamò:-Anche io…sai volevo parlarti stasera a cena ma non sei venuta così ho pensato di aspettarti sicuro che prima o poi saresti venuta-
Si diresse verso il cucinino e girò la cioccolata nel secchiello di ferro poi me la servì in una tazza molto elegante.
Io mi sedetti sul divano e lui si sedette accanto a me.
-Allora di cosa volevi parlarmi?-
-Volevo chiederti scusa…oggi mi sono comportato come un folle…ti ho spaventato,non è vero?-
-No certo che no.Ma si sembravi davvero un pazzo-
Lui sorrise e mi circondò con le braccia.
-Ero spaventato,terrorizzato,furioso e preoccupato tutto insieme.Ti assicuro che non penso nulla di quello che ti ho detto.E soprattutto non voglio che vada via.-
Mi strinse più forte e mi guardò negli occhi.-Non andartene…io mi prenderò cura di te.Lo prometto.Ti darò tutto quello che vorrai.Sarò migliore di un infermiere o di un dottore-mi sussurrò all’orecchio seguito da un “Per Favore”.
Il mio cuore accelerò i battiti ed io risposi sussurrando:-Certo…-
Lui sorrise dolcemente e mi diede un bacio leggero sulle labbra.
-E tu come stai?-mi chiese improvvisamente
-Io?-rimasi sorpresa perché non me lo aveva chiesto nessuno.-Bene?Non vedi?-dissi in modo impacciato.
-La smetti di mentire?Credi che non mi sia accorto che mentre ti baciavo oggi pomeriggio piangevi?-
Ah lo aveva notato!
-Come…?-
-Ma allora ancora non hai capito che ti conosco meglio di chiunque altro?Sono …o meglio sono stato il tuo ragazzo!-
Io sorrisi e in quel momento non so perché i miei occhi si riempirono di lacrime.Appoggiai la mia testa sulle sue gambe e cominciai a piangere mentre lui mi accarezzava i capelli.
Restammo così tutta la notte illuminati solo dalla luce delle stelle.

Allora…ok forse in questo cap Pierre è un po’ OCC ma trovo che Chocola sia perfetta!
Spero che vi piaccia…

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Decisi allora di restare e Pierre ha mantenuto la sua promessa assistendomi in tutto e per tutto.A dire il vero è diventato anche un po’ troppo ossessivo dato che insisteva sul fatto che dovevo restare a letto.Alla fine comunque si è finalmente arreso e io ho potuto continuare a condurre una vita “normale”.Riguardo alla malattia questa non procedeva affatto bene.Mi sentivo sempre peggio:le forze mi abbandonavano giorno dopo giorno.Io tuttavia cercavo di non farlo notare ed ho ottenuto il risultato sperato: fino ad oggi nessuno di voi si è accorto quanto sto male,quanto questo strano morbo mi distrugge…
Ho fatto tutto questo con una speranza:non voglio morire davanti ai vostri occhi. Voglio esalare l’ultimo respiro da sola seduta sulle scale mentre osservo l’alba.Non voglio vedervi soffrire…ecco tutto!
Peccato che qualche ora fa non ci sono riuscita.La mia copertura è caduta insieme al mio corpo debole.
Dopo aver cenato tutti insieme ti ho accompagnato a letto e ti ho,come sempre,dato un bacio sulla fronte.Tu mi hai guardato con i tuoi occhi turchesi e mi hai dato la buona notte.
Sono uscita dalla stanza euforica e ho accelerato il passo mentre mi avvicinavo alla cucina.Questo gesto così normale però mi ha fatto male.
La vista mi si è annebbiata e i battiti del mio cuore sono diventati più frequenti quasi a preannunciare il pericolo imminente.Temendo di svenire ho afferrato la maniglia della porta della cucina.Ho sentito dei passi veloci venire verso di me e mi sono sentita ancora peggio:dannazione,qualcuno se ne era accorto!
Pierre mi ha afferrato evitando che cadessi sul pavimento. Mi ha parlato ma non riuscivo a capire le parole perché tutti quei suoni mi apparivano così lontani…così confusi.

-Chocola…stai bene non è vero?Adesso riaprirai gli occhi e mi sorriderai come sempre-
Queste parole dette con una tale disperazione mi hanno fatto riaprire gli occhi.A questo punto ho capito che non ero più fuori la cucina ma ero stesa nel letto a baldacchino che era posto nella grande stanza scura.Tutti i mobili neri e maestosi di quella camera mi avevano sempre incupito,ma a quanto pare Pierre ci stava bene dato che era la sua stanza.Ho alzato il busto spostando la coperta candida.Appena Pierre mi ha rivisto sveglia si è fiondato su di me cingendomi con le sue braccia.
-Stai bene?-mi ha chiesto premuroso mentre gli tremavano le mani.
-Si…-
-E’ la prima volta?-
-Certo…-
-Mi stai mentendo non è vero?Ti conosco troppo bene,te l’ho detto:capisco quando non sincera-
-Non è la prima volta…ma questa volta ho avuto davvero paura perché è stato più forte del solito.-
-Credevo che tu fossi…no,non importa!-
Mi sono accorta in quel momento che proprio davanti a noi c’era una finestra aperta.Allora ho appoggiato la testa sulla sua spalla e ho cominciato a fissare le stelle.Queste nonostante i temporali,i maremoti e le catastrofi…erano sempre lì,fisse.Ogni sera cascasse il mondo erano lì e splendevano per noi.
Si,il mio amore per voi è come una stella,non sempre potete vederla ma dovete ricordate che è sempre lì.E se vedete una cometa sappiate che io sono lì sopra e che quindi non siete soli.
Questo ho pensato qualche ora fa.I pensieri di Pierre invece erano più pessimisti.
-Chocola ho un grande rimpianto sai?-ha detto mentre la luce della luna gli faceva brillare gli occhi lucidi.-Quando morirai…sulla lapide non ci sarà il mio cognome.Non potrò dire che eri mia moglie,che ti ho condotta sull’altare con un abito candido…-
-La nostra storia è stata così strana…-ho osservato io
-Ma potremmo farlo ora-ha sussurrato come preso da un’idea improvvisa che lo eccitava.
Dopo aver schioccato le mani il mio pigiama si è tramutato in un splendido abito lungo,pieno di pizzo e merletto mentre lui indossava uno smoking nero.
A questo punto lui si è alzato dal letto e mi ha invitato a fare lo stesso.Ci siamo messi al centro della stanza e lui si è inginocchiato davanti a me.
-Chocola…ti prometto che ti amerò per sempre,non mi risposerò,né proverò mai per nessuno quello che ho provato per te…vuoi diventare mia moglie?Anche se non ho un anello da darti?-
Io allora ho sorriso e mi sono messa in ginocchio davanti a lui.
-Anche io ti amo…e voglio diventare tua moglie-
Lui si è allora avvicinato a me e mi ha baciato con trasporto.
-Buona notte,mia adorata mogliettina!Domattina ti regalerò un anello splendido…giuro-
Ho sorriso e l’ho salutato con il gesto della mano prima di chiudere la porta.
Peccato che non arriverò a domani…

Remember love
Remember you and me
Remember everything we shared
On this planet when we cared
Remember hearts
Remember unity
Remember laughing neighbours without expecting favors
Why be afraid
To make an honest mistake
If you acknowledge the pain
And you wanna change
You can get through anything
Do you remember at all
People walking hand in hand
Can we feel that love again
Can you imagine it all
If we all could get along
Then we all could sing this song together


Ok l’ho riletto e mi piace…sono abbastanza soddisfatta!Spero piaccia anche a voi…
Sono felice che il precedente abbia ricevuto così tanti complimenti!Vado a scrivere l’ultimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Sono le 5:30.Tutto questo è accaduto solo poche ore fa eppure mi sembra così lontano…
Eh si,questo diario sta per finire e non è l’unica cosa che terminerà ora. Alla fine sono stata accontentata:sto morendo sola.Cinque minuti fa sono andata nella camera di Pierre dove lui stava dormendo ignaro di tutto.Mi sono avvicinata a lui e dopo essermi assicurata che lui non potesse sentirmi gli ho dato un dolcissimo bacio sulla guancia e poi uno sulla bocca.
Lui si è girato sussurrando il mio nome. Probabilmente mi stava sognando…
Sono tornata qui e seduta accanto a te ho continuato a scrivere questo diario.Ci ho messo molte ore,ma è stato uno sforzo necessario.Qui sono scritte tutte le cose che per mancanza di tempo o di coraggio non ho potuto dirti,ma ha lo scopo soprattutto di farti capire quanto Pierre sia importante per me.
So che non ti è simpatico,ma spero che adesso che hai letto quante ne abbiamo passate insieme tu possa cambiare idea.Ha l’aspetto e i modi burberi ed è la persona più egocentrica e presuntuoso dell’intero universo,ma anche il più dolce e sensibile ragazzo che abbia mai conosciuto.Hai visto tutto quello che ha fatto per me?Ha lasciato un Regno e poi lo ha ripreso con un solo obiettivo:quello di rendermi felice.
Mi ha seguito sempre nelle mie decisioni,nei miei errori,nei miei scatti d’ira o nei miei attacchi di gelosia.Lui c’è sempre stato per me,come io ci sono sempre stata per te.
Quando l’infermiera mi ha chiesto a chi ti avrei affidato in un primo momento avevo pensato a Vanilla,poi però ho cambiato idea e ti ho portato qui con l’intento di farti conoscere tuo padre.
Vedrai sarà un ottimo padre se ti amerà anche solo la metà di quanto ama me.
Mi chiedo come reagirà.Una volta ho letto in un libro che un ragazzo era impazzito dopo la morte della sua amata.Spero che non gli accada lo stesso…
E tu come starai senza di me?Tra qualche anno ti dimenticherai di me?
Da un lato la cosa mi farebbe piacere ma dall’altro no.Non so cosa sperare mentre ti guardo dormire.Osservo i tuoi capelli rossi tutti scompigliati e sento che mi mancherai.
Ho davanti agli occhi la scena della morte della madre di Pierre e…
Oh no una lacrima è caduta sul foglio!Vorrei dissolvermi nel vento ma capisco che pretendo troppo.Vorrei soltanto che voi soffriste il meno possibile.
Ok siamo arrivati ai saluti.
Roberta,vivi felice e spensierata e ridi perché il suono di una risata è il più bello che possa esistere.
Sii felice e cogli l’attimo perché non sai mai cosa ti puoi aspettare dalla vita.
Guarda me…qualche ora fa ero con voi felice e tra qualche ora non ci sarò più.
Occupati di tuo padre perché è più debole di quanto si mostri.Assicurati che sia felice…
I miei ultimi pensieri vanno a Vanilla,Houx,Saule,mio nonno…chissà come reagiranno a questa notizia…
Oh è sorto il sole.E’ arrivato il momento di dissolvermi nella luce del giorno.
Addio.

Pierre e Roberta chiusero il diario e si abbracciarono.Non l’avrebbero dimenticata mai.



La fanfic è finita…manca solo l’epilogo.E’ stato così triste!Vabbè comunqe è finita solo per modo di dire.Infatti continuerà nel prossimo racconto che si intitolerà “Il contrappasso”.
Vi anticipo i primi righi?Si ok!Così vi metto un po’ di curiosità.

-Che cosa hai fatto?-chiese Adrien allibito.
-Non è mica un reato portarsi un cadavere in casa?-
-Ma è da squilibrati!-
[…]
-L’idea è stata di Roberta...Se i folletti l’hanno salvata una volta posso farlo di nuovo!-

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Epilogo ***


Sento l’aura mia anticha, e i dolci colli
veggio apparire, onde ’l bel lume nacque
che tenne gli occhi mei mentr’al ciel piacque
bramosi et lieti, or li tèn tristi et molli.

5O caduche speranze, o penser’ folli!
Vedove l’erbe et torbide son l’acque,
et vòto et freddo ’l nido in ch’ella giacque,
nel qual io vivo, et morto giacer volli,

sperando alfin da le soavi piante
10et da begli occhi suoi, che ’l cor m’ànn’arso,
riposo alcun de le fatiche tante.

O’ servito a signor crudele et scarso:
ch’arsi quanto ’l mio foco ebbi davante,
or vo piangendo il suo cenere sparso.


Sono probabilmente l'unica persona che come epilogo mette una poesia di Petrarca,ma a me piace e mi sembra abbastanza pertinente!Con questo vi saluto!
Ah scusate prima voglio ringraziarvi:un grazie davvero sentito va a Ludo_Chan che mi segue sempre.(Davvero sei la lettrice migliore che ho:recensisci subito e non sei uan di quelle che mi fa solo complimenti!) e Sugarsugarxsempre che ha seguito la storia!E anche gli altri eh!:D
Ora si ci salutiamo!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=916975