Come un Fiore dalla Roccia

di PaNdArAlE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Passeggiata notturna ***
Capitolo 2: *** Un Regalo di Natale Inaspettato ***
Capitolo 3: *** Senza Troppe Paole ***
Capitolo 4: *** Un fiore dalla Roccia ***



Capitolo 1
*** Passeggiata notturna ***


Severus Piton era in ritardo, terribilmente in ritardo. Se non faceva in fretta, rischiava di ritrovarsi nei guai con qualche prefetto: agli studenti non e’
permesso trovarsi fuori dai dormitori cosi’ tardi, ma lui doveva assolutamente finire la pozione che stava preparando per Lily... Un rumore improvviso
lo riscosse dai suoi pensieri; qualcuno stava camminando nel corridoio, e veniva verso di lui. Severus si guardo’ intorno ma non riusciva a vedere
nessuna possibile via d’uscita e tornare indietro non era possibile: il professore aveva lasciato il sotterraneo aperto per lui, ma si era chiuso nuovamente
con un incantesimo appena era uscito. Era in trappola.
Una sagoma nera emerse dall’angolo buio e il cuore si blocco’ in gola a Severus; non solo non era un prefetto, ma era una delle persone che odiava di piu’
al mondo! Sirius Black. Insieme a James Potter, lo studente piu’ arrogante, insolente e cattivo di tutta la scuola. Ma neanche lui avrebbe dovuto essere fuori
dal letto a quest’ora...forse lo avrebbe lasciato in pace, per non essere scoperto. Ma anche mentre lo pensava, Piton sapeva che era una speranza vana: Potter
e Black non si lasciavano mai sfuggire un’occasione per tormentarlo, senza alcun riguardo per le conseguenze.
Appena l’altro lo vide, sul volto gli comparve un gigno minaccioso.
- Oh oh, fuori dal letto a quest’ora, Mocciosus? Qualcuno e’ nei guai...
- Black. Anche tu un appassionato di camminate notturne?- rispose Severus, ostentando un coraggio che era ben lontano dal provare.
- Bada a come parli, Mocciosus, o i tuoi guai potrebbero peggiorare notevolmente...- Sirius aveva iniziato a girare intorno al Serpeverde ora, la bacchetta appoggiata
al labbro superiore, in un’aria di finta preoccupazione.- Vedi, io, al contrario di te, ho il permesso di essere fuori dal mio dormitorio. Anzi, direi quasi il dovere.
Sto sostituendo Remus nelle sue vesti di Prefetto, questa notte. Non si sente bene.
- Il tuo amico-lupo ha la luna storta?
- Attento a quello che dici, Mocciosus! Non c’e’ nessuno che ti possa proteggere qui...- Balck si avvicino’ a Severus, puntando la bacchetta contro il suo petto e
spigendolo contro il muro. Severus prese la sua di bacchetta da dentro la manica dell’uniforme ma, prima che uno dei due potesse scagliare un incantesimo, una
porta si apri’ con forza a pochi passi da loro.
- Cosa sta succedendo qui fuori?
Il faccione rotondo coperto dai segni del cuscino apparve nello spicchio di luce, seguito da una vestaglia di velluto verde che a malapena copriva la abbondante
mole del Professor Slughorn e un paio di pantofole, anch’esse versi, con un pom-pom in punta.
- Si puo’ sapere chi e’ che fa tutto questo baccano?
- Ho trovato Piton fuori dal dormitorio, Professore, e stavo appunto per portarlo dalla McGranitt quando...
- Quando mi avete svegliato! Tanto vale che ci parli io, con il signor Piton. Grazie per lo zelo, signor Black, ma non ricordo di aver dato il permesso ad
un prefetto Grifondoro di ispezionare i sotterranei; dovrebbe essere il compito dei prefetti di Serpeverde. Se io fossi in lei, signor Black, tornerei al posto
che le era stato assegnato! Piton, nel mio studio.
Severus lancio’ un’ultima occhiata di odio puro a Black, poi si avvio’ dietro al professore dentro all’ufficio, chiudendo la porta con un tonfo.
Sirius si fermo’ a guardare la porta chiusa per un po’; le cose non erano andate come sperava, affatto. Non si aspettava di incontrare Piton, invece della persona
a cui aveva dato appuntamento, e la rabbia per il mancato incontro aveva preso il sopravvento. Doveva stare molto piu’ attento in futuro, se non voleva che tutti
scoprissero il suo segreto. Fece un appunto mentale di dire a Lupin la sua versione della storia, cosi’ che se la McGranitt avesse chiesto conferma dello scambio di
turni avvenuto tra i due, Remus avrebbe potuto reggergli il gioco. Poteva fidarsi di Remus, era l’unico che non avrebbe fatto domande. E per ora, meno domande
gli venivano fatte, meglioera per la salute di tutti. Pensando cosi’, si avvio’ verso la torre dei Grifondoro, le mani in tasca e la testa in aria.
 
Dentro lo studio del Professor Slughorn, Piton imprecava silenziosamente dentro di se; quella notte non gliene andava bene una!
- Signor Piton, cosa stava facendo fuori dal dormitorio a quest’ora?
- Chiedo scusa, Professore, ero rimasto a finire quella pozione, come lei sa, e...ho perso traccia del tempo! Non succedera’ piu’.
Slughorn gli dedico’ un sorriso benevolo.
- Ah, Severus, se tutti i miei studenti avessero il tuo talento e la tua dedizione per la mia materia... allora si che sarei un uomo felice!
Piton sorrise sarcastico.
- Ma professore, se avessero tutti la mia passione, lei non potrebbe avere cosi’ tanti e vari talenti nello Slug Club; e’ un bene, in fondo, che ognuno di noi abbia
le proprie inclinazioni...
Slughorn sorrise ancora di piu’.
-Ma certo ragazzio mio, certo! Hai perfettamente ragione... allora, vediamo, dove la ho messa la piuma?- e mentre parlava metteva a soqquadro tutti i cassetti della
piccola scrivania. – Ah, eccola!
Si piego’ un minuto per scrivere, poi si giro’ e porse a Severus un rotolo di pergamena.
- Cosa e’, Professore?
- Un’autorizzazione, ovviamente, ragazzo! Non possiamo rischiare che i Grifondoro tolgano punti a Serpeverde perche’ tu stai facendo un ottimo esperimeto in Pozioni, vero?
Con questo foglio hai il permesso di restare nel sotterraneo fino a notte fonda, se lo volessi fare. E ti autorizza dunque a tornare al dormitorio a qualsiasi ora. – Slughorn smise
di sorridere un attimo e punto’ un dito verso Severus- Ovviamente, non le e’ permesso di andare a zonzo per il castello come ti pare e piace, signor Piton! Questa
autorizzazione e’ valida solamente dal sotterraneo alla sua Sala Comune! E adesso, via, a letto! Ho ancora qualche ora di sonno davanti a me, prima di dovermi alzare per fare lezione...
Piton si incammino’ verso la sua Sala Comune felice: chi lo avrebbe mai detto, quell’idiota di Balck gli aveva fatto un favore! Adesso aveva il permesso di stare fuori fino a notte
inoltrata... Doveva ricordarsi di ringraziarlo, la prossima volta che lo avesse incontrato!
 

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Capitolo 2
*** Un Regalo di Natale Inaspettato ***


Innanzitutto grazie mille per tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, nonostante io e l’html abbiamo grandi problemi di comunicazione...Questo capitolo e’ un pochino lungo, ma avevo bisogno di un momento introspettivo e clarificante per rendere i successivi capitoli credibili! Spero sia di vostro gradimento!!!! Ally
 
Lily abbraccio’ Severus e gli schiocco’ un bacio sulla guancia, tra le risatine degli studenti del primo anno.
- Mi raccomando, non metterti nei guai senza di me! Cerca di stare alla larga da chi-sai-tu! Scrivimi!
Entrambi continuarono a salutarsi con la mano fin quando il treno non  scomparve alla vista dal binario di Hogsmeade. Triste, Severus si avvio’ nuovamente vreso Hogwarts, perso nei suoi pensieri e negli ultmi avvertimenti della sua migliore amica. “Stai attento a chi-sai-tu”...da notare il gioco di parole: Lily Evans non parlava di Voldemort, affatto! Pochi giorni prima, quando erano state passate tra gli studenti le liste per andare a casa durante le vacanze, Lily e Severus avevano controllato entrambi le proprie case: Severus per essere sicuro di avere qualcuno con cui passare le feste, e Lily per essere sicura che Potter e la sua gang andassero a casa, lasciando il povero Piton in pace almeno a Natale! Con loro grande sorpresa, quest’anno Black aveva deciso di restare a scuola. Piton, appresa la notizia, aveva considerato quasi di tornare a casa lui quest’anno, ma tra un Natale con suo padre ubriaco e violento e sua madre che piangeva costantemente e un Natale a Hogwarts con Black, l’ultimo era certamente piu’ facile da sopportare; il peggio che poteva capitare era che avrebbe passato tutte le vacanze nella sua sala comune, oppure nel laboratorio di pozioni, dove il Grifondoro non metteva mai piede. Severus era cosi’ perso nelle sue riflessioni che non si era accorto di essere arrivato all’ingresso della Sala Grande.
Qualcuno grido’ nel suo orecchio “Bu!”. Severus fece un balzo e si giro’, bacchetta alla mano, pronto ad attaccare.
- Hahahaha come siamo nervosi, Mocciosus! Non torni a casa per le vacanze? O anche la tua famiglia cerca di starti il piu’ lontano possibile?
Per cercare di mascherare quanto le sue parole lo avessero ferito, Severus rispose con astio:
- Io resto sempre a Hogwarts durante le vacanze, cane. Tu, piuttosto, cosa ci fai qui? O la tua famiglia ha finalmente deciso che la casa era gia’ abbastanza piena, senza bisogno della tua testa da pallone gonfiato?
- Attento a come parli, Mocciosus! Qualcuno potrebbe avere voglia di insegnarti un po’ di rispetto...
- Cosa sta succedendo qui? Piton, Black, nel mio ufficio! Ora!
Sia Severus che Sirius sbiancarono: essere convocati da Silente proprio il giorno di inizio delle vacanze di Natale non era un buon segno, affatto. Qualcosa gli diceva che avrebbero fatto meglio a stare as angoli opposti del castello, per evitare di passare il prossimo semestre continuamente in punizione!
 
Il giorno dopo Piton si alzo’ prestissimo, prese il libro di pozioni che gli aveva dato Lily come regalo di Natale in anticipo e si avvio’ verso il laboratorio di Pozioni. Slughorn aveva annunciato che avrebbe lasciato il laboratorio aperto per gli studenti del sesto e settimo anno, nella speranza che migliorassero i loro risultati nella sua materia in vista dei M.A.G.O. ma l’unico a frequentarlo assiduamente era proprio l’unico che non ne aveva bisogno,Piton. Quel giorno non si aspettava nulla di diverso dal solito quando entro’ nell’anticamera del freddo sotterraneo ma, quando ando’ per appendere il mantello dell’uniforme, vide che c’era gia’ un altro mantello sull’appendiabiti: aveva i bordi rosso e oro, e uno stemma con un leone in alto a sinistra...  No, non poteva essere...eppure...no, si rifiutava di crederlo, non a Natale... avrebbe rovinato tutte le sue vacanze...forse avrebe fatto meglio a tornare nel dormitorio, magari leggere un libro, lasciare la pratica ad un altro giorno; fece quasi per girarsi, quando qualcosa dentro di lui si ribello’! Se anche fosse stato Black dentro il laboratorio, e avesse cercato di rendergli la vita difficile, quello era il SUO campo, il posto che preferiva di tutto il castello, e non avrebbe lasciato che il Grifondoro gli impedisse di fare quello che voleva durante le vacanze! Ripetendosi frasi di incoraggiamento mentali, Severus poso’ il mantello ed entro’ nella stanza. Come aveva previsto, Black era li’, chino su un calderone che eruttava fumo grigio e odorava di gomma bruciata. Piton non lo degno’ di un’occhiata, ando’ direttamente a sedersi dall’altro lato della stanza, apri’ la borsa e inizio’ a tirar fuori gli ingredienti lentamente, mettendoli in ordine sul banco.
- Ma che diamine! Ma dove ho sbagliato... Ahi!
Severus si giro’ e vide Sirius che saltellava su un piede solo: la pozione che stava cercando di fare aveva sciolto il calderone e ora stava scivolando, lenta e inesorabile, verso il centro dell’aula, come un fiume di lava grigio scuro. Nel processo, doveva essersi versata sul piede di Sirius, perche’ quel poco che Severus poteva intravedere era coperto di vesciche rosse, la scarpa e il calzino erano ormai inesistenti, e alcune delle bolle erano esplose rilasciando un liquido giallo che sembrava pus. Per quanto Piton segretamente pensasse che Black si meritava questo ed altro, da qui a lasciargli distruggere il laboratorio era tutta un’altra storia; Slughorn avrebe anche potuto decidere di chiuderlo agli studenti, se avesse pensato che era troppo pericoloso lasciarli esercitare senza sopravvisione, e questo avrebbe decisamente rovinato le vacanze di Piton!
- Black, razza di idiota, che cosa stavi cercando di fare? Evanesco! – punto’ la bacchetta al fiume di lava e lo fece sparire. Poi la punto’ verso il calderone e il pavimento e il banco vicini e disse – Reparo! Gratta e Netta!
Tutto era pulito, tornato piu’ o meno alla normalita’, tranne il piede di Sirius. Piton si giro’ per allontanarsi, ma Sirius lo fermo’ afferrandogli il braccio;
- E il mio piede?
- Vai in infermeria, cane.
Sirius blocco’ gli insulti sulla punta della lingua e, con immenso sforzo, guardo’ Severus negli occhi.
- Per favore, aiutami.
In sei anni Black e Potter non avevano fatto altro che tormentarlo, prendendolo in giro prima per i suoi vestiti usati e i capelli lunghi, poi perche’ pensavano che avesse una cotta per Lily Evans e infine, quando era venuto a patti con la sua natura, perche’ aveva apertamente ammesso di essere omosessuale. Ma mai, in tutti quegli anni, aveva visto negli occhi di Sirius Black l’espressione che c’era ora: un misto di umilta’, sconfitta e anche... poteva essere, davvero, paura negli occhi del grifondoro piu’ arrogante di tutti i secoli? Piton non avrebbe mai saputo spiegarsi il perche’, ma decise che gli avrebbe concesso il beneficio del dubbio.
- Va bene, ma devi stare fermo, smettila di saltellare! Primo mi fai venire il mal di testa, secondo rischi di spargere quell’intruglio dappertutto! – tiro’ fuori dal mantello una boccetta, “essenza di Dittamo”, e ne verso’ due gocce sul piede di Sirius. Immediatamente le bolle iniziarono a sparire e la pelle rossa viva si ricopri’ di una patina lucida: stava cicatrizzando.
- Wow! Certo che quando si tratta di intrugli vari, Mocciosus, te la cavi davvero bene!
Il commento gli era sfuggito dalle labbra, ma Sirius capi’ immediatamente di aver fatto uno sbaglio. Piton approfitto’ del fatto che non aveva messo ancora giu’ il piede e si trovava in equilibrio precario per dargli una psinta e farlo cadere a terra. Poi si avvio’ verso il suo banco e inizio’ a prendere tutte le sue cose.
- Hey, fermo, non volevo, scusa! Dai Mocc- Piton! Per favore, aspettami, ascolta!
Ma Piton si stava gia’ avviando verso la porta. Mentre prendeva il mantello dall’anticamera, tutto d’un tratto si trovo’ schiacciato tra il muro e Black, la sua faccia a pochi centimetri dalla sua.
- Ti ho chiesto scusa. Potevi almeno fermarti ad ascoltare.
Ma Piton non lo stava ascoltando affatto; aveva gli occhi chiusi e la faccia voltata da una lato, come se stesse aspettando di essere picchiato. Black si allontano’ di scatto.
- Non volevo farti male! Dio, rilassati, che reazione esagerata!
Negli occhi di Severus c’era paura, solamente paura, per tutte le umiliazioni subite e per quelle da subire in futuro. Ma anche perche’ si trovava da solo con Black e, nonostante si odiassero, era difficile in quell’anticamera cosi’ stretta, loro cosi’ vicini, non notare come la maglietta fosse modellata contro i muscoli del petto di Sirius; o il modo in cui i capelli gli cadevano casualmente sugli occhi, e lui continuava a spostarli con la mano, lasciandogli arrivare il profumo intenso che stimolava la sua fantasia in modi in cui non avrebbe dovuto... Severus si odiava perche’ aveva questi pensieri, ma non poteva fare nulla per fermarsi. Sirius scambio’ la sua reazione per rabbia e, mettendosi entrambe le mani nei capelli, si sedette per terra e gli fece cenno di sedersi con lui. Poi inizio’ a parlare.
- Allora, so che noi non ci rivogliamo la parola se non per mandarci maledizioni o prenderci in giro, ma la verita’ e’ che... beh, sei l’unica persona rimasta in tutta la scuola alla quale posso confessare una cosa.
Piton era incerto se credergli o meno ma, riflettendoci, erano rimasti da soli per quasi mezzora e Balck non lo aveva ancora attaccato in alcuna maniera. Decise di sedersi e ascoltarlo, anche solo per avere materiale per ricattarlo in seguito!
- Io non sono rimasto a scuola perche’ non avevo nessun altro posto dove andare; i Potter mi avevano invitato, come ogni anno, e perfino la mia famiglia continua a mandarmi gufi per chiedere se posso raggiungerli alla grande riunione di famiglia dei Black... continuassero a sperare, bleah, io in una stanza con tutti quei Serpeverde... senza offesa, ovviamente.
- Tranquillo. Continua: come mai il Principe dei Grifondoro si ritrova a passare il Natale solo soletto, in un’aula di Pozioni, con un Serpeverde come unica compagnia?
- Se fai cosi’ mi fai venire voglia di... no, calma, va tutto bene: hai ragione, in fondo! – Sirius alzo’ gli occhi e gli lancio’ uno sguardo che avrebbe sciolto anche i muri di pietra. Severus senti’ il fiato morirgli in gola e un’altra parte del suo corpo reagire in modo alquanto scomodo! Non era giusto, per niente; doveva proprio sembrare cosi’...cosi’ vulnerabile e solo, oltre che maledettamente attraente? Sicuramente c’erano regole per impedire che questo concentrato di attributi potesse verificarsi in un solo uomo ma, come lui ben sapeva, Black amava infrangere le regole... anche quelle della natura che, per buona creanza nei suoi confronti, avrebbe dovuto seguire! Fece uno sforzo per continuare ad ascoltare.
- Il fatto e’ che avevo bisogno di tempo, per studiare e ... per stare lontano da James. Ecco, l’ho detto.
- Non capisco, Potter non e’ il tuo migliore amico? Voi due siete stati attaccati con il magiscotch dal momento in cui avete messo piede ad Hogwarts!
- Il problema e’ proprio questo, non capisci!- Sirius si alzo’ ed inizio’ a camminare avanti e indietro, le mani nei capelli.- Sempre insieme, abbiamo sempre fatto tutto insieme, sempre andati dovunque insieme, sempre con gli stessi amici, sempre studiato insieme, sempre usciti con le ragazze insieme! E adesso io sto per essere bocciato in Pozioni e..-  non riusci’ a finire la frase: Piton, sconvolto, lo interruppe.
- Bocciato in Pozioni? Come fai ad essere bocciato in Pozioni??
- Tipico di te, Piton, non capire il punto importante della conversazione... comunque, si, sto avendo delle difficolta’con il programma avanzato di Pozioni di quest’anno. O non lo avevi notato, poco fa, quando ho quasi distrutto l’aula e ridotto il mio piede a un moncherino?
- In effetti, non sono tanto sorpreso; sai, farebbe miracoli se ogni tanto di degnassi di venire alle lezioni... non frequentare mai non ti rende simpatico a Slughorn, e lo sai come e’ fatto: se non gli piaci... non e’ fortemente motivato a tenerti nella sua classe! Cosa fai, comunque, tutto il tempo che dovresti passare a lezione? E’ dall’inizio dell’anno che tu e Potter avete un record di assenze... si direbbe che non siete nemmeno ad Hogwarts... non che a me dispiaccia, personalmente, ma se lo ho notato io, figuriamoci i professori!
- Lo so benissimo che dovrei frequentare, cosa pensi? Riguardo a come passo il mio tempo... non riesco a crederci, davvero ancora non lo hai capito? Ma se hai appena detto...
- Ho detto solo che tu e Potter non siete mai-
Un lampo di comprensione attraverso’ la mente di Severus: “per studiare e per stare lontano da James... abbiamo sempre fatto TUTTO insieme...sei l’unico a cui possa confessare la verita’...”... il fatto che lui e Potter erano entrambi sempre assenti dalle lezioni, la vulnerabilita’ improvvisa e inaspettata di Black, la tristezza nei suoi occhi. Tutto aveva un senso se...
- Black, tu e Potter stavate insieme? Sei gay????
- Non lo so. Sono confuso. Insomma, sono stato con decine e decine di ragazze...
- Viva la modestia...
-Non serve essere modesti quando si tratta della verita’, Piton! Ma il problema e’ che sono stato solo con James, quindi non ho termini di paragone!
- E poi che e’ successo, vi siete lasciati?- si scopri’ a chiedere Severus, intrigato nonostante tutto dalla storia trai suoi aguzzini.
- Hahaha, no, se solo... sarebbe stato tutto molto piu’ semplice!
Sirius si sedette di nuovo di fianco a Severus, incorcio’ le gambe e si lascio’ cadere la testa tra le mani.
- Io e James abbiamo iniziato a vederci cosi’, per divertimento, perche’ eravamo entrambi single, per caso. Una sera, una bottiglia di Firewhiskey e ci siamo ritrovati a letto! E’ andata avanti per un paio di mesi, niente di serio, saltavamo le lezioni per avere il dormitorio tutto per noi e non far sapere niente a nessuno. Fin quando James un giorno se ne e’ uscito dicendo “Sai Sirius, penso di essermi innamorato.” . Io non sapevo che cosa dire, ma mi sono sentito, dentro... come se... insomma, lo sai no? Beh, stavo per dire qualcosa, quando si e’ girato e con un sorriso ebete ha detto “Sono sicuro, stavolta e’ quella giusta”.Quando gli ho chiesto chi fosse, lui mi ha detto che era la Evans. Si sono incontrati un paio di volte al pub a Hogsmeade, e lui aveva intenzione di chiederle di uscire sul treno per tornare a casa...
- Evans? Lily Evans? La mia Lily Evans?
- E’l’unico commento che sei capace di fare, Mocciosus?
- Scusa. E’ solo che... beh, Lily odia James. Pensa che sia un pallone gonfiato e un galletto che non perde occasione per tormentare quelli piu’ deboli di lui. Non uscira’ mai con lui, sono solo sorpreso che lui pensi di avere una chance! Comunque sia, vai avanti.
- Non ho detto niente, ma dovevo avere tutto scritto in faccia, perche’ lui mi ha guardato strano e poi ha detto “Sirius, lo sai che non sono gay, vero? Insomma, cioe’, era divertente tra noi, abbiamo passato dei bei pomeriggi ma...per me non significa niente, lo sai vero?”
- Cosa? Non ci posso credere, neanche Potter puo’ essere cosi’ completamente privo di tatto... ripensandoci, no, e’ esattamente tipico di Potter essere cosi’ insensibile! E tu, cosa gli hai detto?
- Ovviamente ho detto che per me era la stessa cosa. Che altro potevo fare, perdere la faccia?
- Voi Grifondoro e il vostro stupido onore...
- Sempre meglio di voi Serpeverde e le vostre continue vendette!
- Almeno noi sappiamo sempre da che parte stiamo! Non rischiamo di trovarci in situazioni come la tua! Cosa hai intenzione di fare adesso?
- Riguardo a James?
- Si, anche; riguardo al capire se sei omosessuale o no.
Sirius si fece serio per un secondo, poi sorrise; era un sorriso strano, un po’ strafottente e un po’ beffardo, come se avesse fatto una battuta a se stesso e ne stesse ridendo.
- Un’idea ce l’ho, e penso che funzionera’...
Si sporse leggermente in avanti e con una mano afferro’ la testa di Severus, avvicinandola alle sue labbra. Il momento in cui si toccarono entrambi restarono immobili, come se avessero ricevuto l’uno una scossa di elettricita’ dall’altro; poi iniziarono a muoversi con passione, cercando quasi di sopraffare l’altro, esplorandosi con la lingua, con le mani, gli occhi chiusi, persi in un bacio.
 

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Capitolo 3
*** Senza Troppe Paole ***


Severus fu il primo a tornare in se’ e, mettendo le mani sulle sue spalledi Sirius lo spinse lontano. Era confuso, arrabbiato ed eccitato allo stesso tempo.
- Ma cosa ti salta in mente, Black? Il fatto che io sia sicuro di essere gay non ti da il permesso di fare di me la tua cavia! Sei solo uno sbruffone viziato e senza cervello!
Severus si sentiva quasi preso in giro, allungo’ la mano e diede a Sirius uno schiaffo cosi’ forte che il rumore echeggio’ contro le pareti dei sotterranei. Poi si alzo’, prese la borsa e corse via, lasciando Sirius ancora stordito dal bacio, dallo schiaffo, e piu’ confuso di prima.
 “Non doveva andare cosi’... ma cosa mi e’ venuto in mente di fare? Sono un cretino, ha ragione lui!”
Ma Sirius dentro di se lo sapeva, che cosa voleva provare, e il suo esperimento era riuscito appieno. Mentre era li’ seduto, parlando con Piton, si era scoperto a guardare il ragazzo con altri occhi; aveva pensato che, forse, aveva semplicemente voglia, oppure si sentiva solo. Cosi’ aveva deciso: avrebbe baciato Piton e, se riusciva ad eccitarsi con la lingua nella bocca di una delle sue vittime preferite, allora doveva per forza essere gay!
E si era eccitato, eccome se si era eccitato! Guardo’ in basso: aveva le tasche vuote, ma sembrava avesse infilato la bacchetta nei pantaloni! Si alzo’ di scatto e inizio’ a prendere a pugni il muro. Non voleva, non voleva essere gay; non voleva provare attrazione per James, al quale non fregava niente di lui! Non voleva aver baciato Piton, che adesso non si sarebbe mai piu’avvicinato a lui, e invece in questo momento aveva bisogno del suo aiuto, e non solo in pozioni! E soprattutto non voleva questo: dover chiedere aiuto a Piton, il fatto che lui fosse l’unico in grado di capirlo in questo momento.
 
*
 
Severus si giro’ nel letto per l’ennesima volta, sbuffando. Si era svegliato da un sogno fin troppo realistico per i suoi gusti, e il disappunto nel riscontrare che era stato solamente un sogno si uni’ alla rabbia per il desiderio che provava. Stava pensando a Black. Al modo dolce in cui el sue labbra si erano aperte per lasciar passare la lingua di lui, al profumo unico che aveva la sua pelle, al modo in cui Sirius gli aveva lasciato scorrere le dita tra i capelli mentre lo baciava... Dannazione, no, non Black! Basta! Non aveva senso continuare a pensarlo, a sognarlo, ad immaginare come sarebbe stato non fermarsi ad un bacio, per Black era stato tutto uno scherzo. Non avrebbe dovuto lasciarsi sconvolgere tanto,  ma la verita’ faceva male... da quando aveva scoperto le sue, chimiamole cosi’, inclinazioni , Severus aveva sviluppato lentamente una cotta per Black. Era solamente naturale, era il ragazzo piu’ attraente di tutta la scuola, nessuo era immune al suo fascino, bastava chiedere in giro! Pero’, per Severus, al danno si univa la beffa, perche’ lui era una delle vittime preferite di Black e Potter, non perdevano occasione per prenderlo in giro, in alcuni casi anche prenderlo a botte!La sua infatuazione per quei capelli neri e quei muscoli che sembravano scolpiti nel marmo era sempre stata destinata a finire male... Ormai era chiaro che il sonno lo aveva abbandonato definitivamente, era inutile restare a letto,  Severus si alzo’ e si mise in fretta un paio di pantaloni scuri, una camicia bianca e un pesante maglione di lana verde, poi usci’ dalla sala comune per andare a fare un giretto dei sotterranei.  Era quasi l’alaba, non avrebbe avuto il permesso di essere in giro a quest’ora, ma nessuno dei professori controllava i sotterranei nelle prime ore del mattino, quindi era abbastanza tranquillo che non sarebbe stato scoperto.  Fece solo un paio di passi oltre l’entrata della sala comune, poi inciampo’ in qualcosa di nero e deforme per terra e si ritrovo’ con il naso schiacciato contro le fredde pietre del pavimento.
- Ma chi diavolo...Mocciosus! Dovevo immaginarlo, solo tu sei capace di non vedere una persona sdraiata a terra! Forse, se ti togliessi quella frangia ridicola da davanti agli occhi, ti migliorerebbe anche la vista, oltre all’aspetto!
- Black? Cosa diavolo ci fai qui, tanto per cominciare? Sei tu che sei fuori luogo e al momento sbagliato, non io! Hai deciso che il tuo dormitorio vuoto to mette tristezza e hai cercato di sgattaiolare nel nostro?
Sirius nel frattempo di era alzato, aveva spazzato via al polvere dal mantello nero e stava guardando Severus con un’aria molto seria, alla luce che emanava dalla punta della sua bacchetta.
- Ad essere sincero, stavo aspettando che uscissi per andare a cena, ieri sera. Ma non sei passato e devo essermi addormentato... non immagini quanto mi facciano male tutte le ossa, ahi, a dormire sulle pietre fredde! Tutta colpa tua!
- Colpa mia? Colpa mia di cosa? Io non volevo assolutamente vederti, per me avresti potuto evitarmi per il resto dei nostri anni a Hogwarts! Non te lo mica chiesto io di venire qui! E non cambio idea: non voglio parlarti. Lasciami in pace!
Severus fece per allontanarsi, ma ancora una volta Sirius lo fermo’ con una mano sul braccio, costringendolo ad ascoltarlo e a stare scomodamente vicini nello stretto corridoio.
- Aspetta, ascoltami per favore. C’e’ un posto dove possiamo andare a parlare, senza che nessuno ci scopra? Ho bisogno di parlare con te, Severus. Per favore.
Gli occhi di Black sembravano fin troppo sinceri. Dannazione, doveva proprio essere cosi’bello appena sveglio? I capelli ancora arruffati, gli occhi leggermente rossi di sonno, la bocca atteggiata a un broncio che non gli si addiceva proprio... Piton non avrebbe voluto parlare affatto, anzi! Avrebbe voluto essere ancora intrappolato nel suo sogno, dove avrebbe potuto dare libero sfogo alla sua fantasia senza dover affrontare le conseguenze!
- Seguimi. C’e’ un’aula che non viene mai usata in fondo al corridoio. Di solito ci vanno quelli del settimo anno a bere firewhiskey di nascosto, ma dovrebbe essere vuota ora, considerando che sono tutti a casa per le vacanze!
- Buono a sapersi! La prossima volta che ho voglia di una bevuta verro’-ahi!- E ora che ho fatto per meritarmi una gomitata? Sei violento, lo sai? Eppure non sembra... e’ proprio vero che le acque chete sono sempre le peggiori!
Mentre diceva questo Sirius saltellava fuori dalla portata dei gomiti di Piton, onde prevenire la reazione del Serpeverde. Ma erano gia’ arrivati ad una grande porta di legno scuro, chiusa con un chiavistello.
- Alohomora!
Si chiusero la porta alle spalle e Severus inizio’ ad accendere le lampade appese al muro; ne aveva accese due, quando la mano si Sirius sulla sua lo fermo’.
- Basta cosi’, c’e’ abbastanza luce.
I loro occhi si incontrarono per la prima volta dal giorno prima, da quel bacio che aveva reso tutto cosi’ complicato e al tempo stesso cosi’ semplice e naturale. Piton fu il primo a rompere lo sguardo, andando a sedersi su un grande cuscino colorato dal alto opposto della stanza. Sirius si lascio’ scappare un sospiro pesante e, passandosi le mani nei capelli,  lo segui’ e si sedette vicino a lui.
- Ti chiedo scusa, Severus, per ieri. Mi dispiace, davvero.
- Ti dispiace avermi baciato? – Severus era ancora arrabbiato, vero, ma si trovo’ punto sul vivo: insomma, non era mica cosi’ male, lui! Gli mancava certamente l’esperienza che aveva avuto Black, ma non era da buttare via! Si senti’ irrazionalmente insultato.
- No, non cosi! Cioe’, si, ma non come pensi tu! Insomma, mi dispiace, ma non per quello che credi tu che mi dispiaccia...- Sirius si ritrovo’ a farfugliare, incapace di dire quello che pensava, forse perche’ quello che pensava non era a sua volta molto coerente, oppure perche’ la vicinanza improvvisa di Severus faceva andare i suoi pensieri in tutt’altra direzione!
- Sei un esempio di eloquenza, Black, devo ammettere. E pensare che prima di questo discorso ero confuso...
Fu un miracolo come Sirius non rimase calvo, dopo quel giorno, tante volte si passo’ le dita tra i capelli, cercando le parole per spiegare a Severus e a se stesso esattamente cosa stesse provando.
- Allora, riproviamoci. Mi dispiace averti usato come esperimento per scoprire se sono omosessuale. Non avrei dovuto trattarti cosi’, non era giusto nei tuoi confronti.
- Black che si scusa... credevo che non sarei vissuto per vedere questo giorno, giuro.
- E lasciami finire di parlare una buona volta, sei un sapientone del cazzo a volte!
- E tu sei solo un bastardo pieno di se, un buono a nulla, uno che nella vita ha sempre avuto tutto grazie a mamma e papa’, e appena e’ venuto ad Hogwarts ha rinnegato tutto e tutti solo perche’ non aveva abbastanza palle per entrare nella casa dei Serpeverde! Scommetto che ti brucia, non essere stato giudicato abbastanza buono per far parte della mia casa!
- Stai dicendo che non ho le palle? IO? Sono un Grifondoro, e te la faro’ vedere io se ho le palle o meno!
Severus ebbe un momento di paura quando Sirius si lancio’ verso di lui, pensando che volesse picchiarlo, ma qualsiasi dubbio scomparve quando il ragazzo lo spinse con le spalle contro il cuscino, schiacciandolo con il proprio peso, e inizio’ a baciarlo di nuovo; era un bacio completamente nuovo, cosi’ diverso rispetto al loro primo bacio! C’era cosi’ tanta rabbia, animosita’, voglia di mettersi alla prova l’uno contro l’altro; ma anche tanta dolcezza, curiosita’, voglia; e paura, tanta paura, di volere qualcosa di piu’, forse ancora piu’ paura di ottenerlo.
Questa volta non erano in un laboratorio, dove ad ogni momento poteva entrare chiunque, erano in un’aula chiusa a chiave in fondo al corridoio dei Serpeverde; una mattina all’albra, nel mezzo delle vacanze di Natale. Non sarebbe venuto nessuno, potevano prendersi tutto il tempo che volevano.
Sirius si stacco’ lentamente dalle labbra di Severus, solo per poter passarsi la camicia sopra le spalle, per poi ricominciare a tracciare i contorni dei muscoli della sua gola, del collo, dietro l’orecchio. Severus si slaccio’ i bottoni in fretta, senza pensare a quello che stavano facendo, stava succedendo tutto davvero troppo velocemente perche’ potesse sperare di capirci qualcosa. Si fermarono un momento solo quando erano rimasti nudi, i corpi l’uno sull’altro sul cuscino, un’ombra di insicurezza negli occhi; quelli neri, di Severus, che tradivano il fatto di essere vergine, di non sapere cosa fare, o come. Sirius sorrise, per una volta non beffardo, e dolcemente prese cio’ che Severus non aveva ancora dato a nessuno, e che lui non aveva mai pensato potesse valere tanto.
*
- Devono essere passate ore. Sara’ meglio che andiamo via...
Erano sdraiati sul cuscino, esausti e appagati; e l’imbarazzo per cio’ che era appena successo inizio’ a farsi strada tra loro. Severus si alzo’ per primo e inizio’ a rivestirsi, mentre Black lo fissava, divertito. Quando anche l’ultimo bottone del maglione verde e argento fu allacciato, Severus si giro’ a guardare il ragazzo ancora sdraiato per terra, con aria impaziente. Sirius scoppio’ a ridere, e Severus gli lancio’ contro un cuscino, sentendosi preso in giro.
- Cosa c’e’ da ridere, Black? Devo essermi perso la battuta... sempre che, pallone gonfiato quale sei, non stessi parlando da solo.
- Hey, calma, calma! Pensavo avessimo fatto pace...
Per tutta risposta ricevette un’altra cuscinata dritta in faccia.
- Calmati, o ricomincio a chiamarti Mocciosus! – La faccia di Severus era livida, ma smise di lanciare cuscini. – Stavo ridendo perche’... beh, non mi aspettavo che succedesse niente di tutto questo, lo ammetto!- lo sguardo gli scivolo’ in basso e con la mano inizio’ ad accarezzare distrattamente il cuscino, dove prima c’era Piton.- Ma tu, tu hai il potere di farmi andare in bestia, perdere completamente il controllo di me! Lo ammetto, prima si manifestava in maniera diversa...
- Interessante espressione, per dire che mi riempivi di botte con la tua gang di amichetti...
- Ancora? Ti ho chiesto scusa, no? Cosa vuoi di piu’! – Sirius si ;ascio’ cadere di nuovo sul cuscino. – Ecco, lo vedi? Due parole, e gia’ mi fai perdere la pazienza... Vieni a sederti qui, per favore? Sto cercando di parlarti!
Severus fece una strana smorfia, ma sia vvicino’ e si mise a sedere accanto a lui.
- Si dice spesso, sai, che quando due si odiano a morte alla fine in realta’ si vogliono troppo bene e non sanno come dimostrarlo, o una cazzata di questo genere... beh io, insomma, stavo solamente cercando di dire, che penso...
- Tu che pensi? Deve essere davvero strano, una sensazione del tutto spiazzante!
- Mocciosus, che cazzo, fai silenzio! Sto cercando di dirti che, in fondo, forse... mi piaci. O almeno, mi piace parlare con te in questo momento, a parte... tutto il resto. Mi stai a sentire, mi capisci.
Severus si giro’ a guardarlo, sorpreso. Gli ultimi due giorni sembravano essere stati presi dalla vita di qualcun altro. Nel giro di quarantotto ore lui, Severus Piton, aveva iniziato a provare un’attrazione mostruosa per Black, si era lasciato baciare, e ora gli aveva addirittura dato la sua verginita’! Eppure, da qualche parte nel suo cervello, tutto questo aveva un senso. Come se avesse sempre saputo che doveva andare cosi’. In fondo, quello che lo odiava davvero con tutto il cuore era Potter, non Black. No, non piu’ Black, Sirius. Che ora era appoggiato sul cuscino, la testa all’indietro,  lo sguardo perso nel vuoto. Severus ne approfitto’ per gaurdarlo: era bello come un dio greco, questo era innegabile per chiunque, e piu’ di una ragazza era rimasta senza fiato nel vederselo comparire davanti all’improvviso; ma i tratti perfetti del viso e le lunghe ciglia scure distoglievano l’attenzione dalla forma degli occhi, cosi’ particolare e bella da far venire voglia di restare seduti a fissarlo. Gli occhi stessi erano di un colore nocciola caldissimo, con dei piccoli punti verde muschio e, intorno alla pupilla, un cerchio giallo come il sole con i suoi raggi che si allungavano sottili fino ai bordi dell’iride. La bocca fina, di solito sempre atteggiata in qualche smorfia, ora era rilassata, e Severus pote’ notare che gli angoli curvavano naturalmente verso l’alto, come in un perenne sorriso. Sorrise anche lui, risvegliando Sirius dal sogno ad occhi aperti che stava facendo.
- Perche’ sorridi?
- Niente. – Severus di mise di nuovo sulla difensiva. Per tutto quello che gli era capitato finora nella vita, non riusciva a fidarsi di una persona cosi’, tutto d’un colpo, ad abbassare le difese. Aveva bisogno di tempo. Sperava solamente che Sirius lo capisse, altrimenti... beh, altrimenti qualcun altro sarebbe diventato la cavia del Grifondoro per i suoi esperimenti sessuali, ecco! Niente di male...
Ma gia’ mentre lo diceva a se stesso, non ci credeva.  Si alzo’, pronto ad uscire.
- Devo andare, Black, altrimenti si accorgeranno di qualcosa.
- Ok. Pero’ possiamo vederci piu’ tardi? Ho sempre un bisogno quasi disperato di una mano in Pozioni...
Black gli lancio’ un sorriso completamente disarmante.  Suo malgrado, Severus non pote’ fare a meno di sorridere dentro.
- Va bene. Ci vediamo in biblioteca pero’, cosi’ sono sicuro che riuscirai a tenere le tue manacce a posto, per una volta! Sembra che ogni volta che ci incontriamo, hai un’autonomia limitata prima di dovermi toccare...
- Hahaha, Mocciosus, come sei innocente, se pensi che basti la biblioteca a farmi comportare bene! Se c’e’ qualcosa, o meglio, qualcuno, che voglio fare...
Severus gli lancio’ di nuovo il cuscino, per meta’ divertito, per meta’ stizzito.
- Ti ho detto di non chiamarmi cosi’!
Sirius si alzo’ e si avvicino’ a lui; gli mise le braccia intorno alla vita e lo costrinse a guardarlo negli occhi: era piu’ alto di lui di soli dieci centimetri, ma bastavano per far sentire Severus intimidito.
- Hai ragione, lo prometto, non lo usero’ piu’... pero’ significa che dovro’ trovarti un altro soprannome, sai? Uno tutto mio...
Poi gli diede un bacio veloce, e lo lascio’ andare. Borbottando tra se e se, Severus lascio’ la stanza. Gli sarebbe piaciuto se Black evitasse di rivolgersi a lui come se fosse di sua proprieta’.  Gli avrebbe detto qualcosa, la prossima volta. O forse quella dopo. O magari, lo avrebbe semplicemente lasciato fare, sarebbe stato sicuramente piu’ facile. E sorrise: perche’ in fondo in fondo, essere considerato suo da Sirius Black non era poi un’idea che gli dispiaceva veramente...
 

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Capitolo 4
*** Un fiore dalla Roccia ***


Da quelgiorno, Sirius e Severus passarono ogni secondo delle vacanze insieme, parlando di tutto e niente, facendo l’amore e, soprattutto, imparando a conoscersi. Severus si stupiva a pensare quanto fosse facile raccontare al Grifondoro cose che non aveva mai potuto confidare a nessun altro, un po’ per paura della loro reazione, ma principalmente per non apparire debole ai loro occhi. Invece Sirius era molto comprensivo e Severus si ritrovo’ a confidargli del padre violent, del suo odio per la magia nonostante avesse sposato una strega, delle liti costanti in famiglia e del fatto che gli era stato quasi proibito di andare a Hogwarts. Sirius era diventato furioso e, con tutto l’ardore per la giustizia di un Grifondoro in fondo un po’ pallone gonfiato, aveva iniziato a vaneggiare su come gli sarebbe piaciuto andare nel sobborgo babbano dove vivevano i genitori di Piton e dare a suo padre una ragione seria per avere paura della magia. Ovviamente non avrebbe mai fatto nulla del genere, Severus era stato molto chiaro su questo punto, ma lo riempiva di gioia l’idea di avere qualcuno dalla sua parte, che avesse voglia di difenderlo, che si incendiasse di fronte alle plateali ingiustizie che aveva dovuto subire nella sua vita. Lo faceva sentire meno solo, meno strano. Gli faceva sentire qualcosa dentro al quale non sapeva, e forse non voleva, dare un nome.
Sirius, da parte sua, era felice di poter parlare della sua famiglia senza che il suo interlocutore storcesse il naso o lo interrompesse con commenti malevoli nei loro confronti. Certo, Sirius non era mai stato fiero della nomea che la famiglia Black aveva mondo magico, ma alcuni tra i suoi parenti erano estremamente intelligenti e di piacevole compagnia. Non poteva ammetterlo davanti ai suoi compagni di casa, pero’, altrimenti avrebbero iniziato a trattarlo come un estraneo, una vipera in seno, il Serpeverde mascherato da Grifone, qualcuno di cui non ci si poteva fidare. Severus invece era molto interessato dalla storia della sua famiglia, aveva centinaia di domande, lo faceva sentire importante. E poi, riusciva a capire l’immenso peso del fatto di non essere stato smistato a Serpeverde, e quanto suo padre lo odiasse per questo; si potevano dire mille cose di Sirius Black, era chiaro che fosse di tutt’altra pasta rispetto alla sua famiglia, chiaro che avesse ben altri ideali, ma una cosa era certa: come tutti i figli maggiori, aveva un insano e incomprensibile desiderio di essere accettato da suo padre. Ed era un’irrazionalita’ contro la quale Sirius lottava ogni giorno dal momento in cui il Cappello Parlante lo aveva smistato nella casa da colori rosso e oro.
Il giorno prima che iniziassero le lezioni Severus si sveglio’ con un brutto presentimento: sarebbero tornati tutti gli studenti entro quella sera, tutti inclusi Potter e la sua gang. Non aveva mai pensato a quel ragazzo con tanto odio come in quel momento; desiderava che non avesse mai messo piede ad Hogwarts, non solo, che non fosse mai esistito! Usci’ dal dormitorio e si diresse verso la Sala Grande per colazione. Dal nulla, senti’ qualcuno che lo afferro’ per il maglione e lo trascino’ in una nicchia nascosta tra due mura di pietra.
- Buongiorno, Sev. Non si saluta?
Severus sorrise, rilasso’ i muscoli delle braccia e si lascio’ abbracciare.
- Buongiorno, siamo mattinieri oggi! Non mi aspettavo di vederti almeno fino all’ora di pranzo!
Un’ombra attraverso’ il viso di Sirius.
- I Grifondoro osno gia’ tornati dalle vacanze. James mi ha svegliato buttandop il suo baule ai piedi del mio letto e saltando sul materasso. – Fece un mezzo sorriso al ricordo – Non poteva assolutamente aspettare che mi svegliassi, per farmi vedere tutte le cose fantastiche che i suoi genitori gli hanno regalato... mi sento di doverti avvertire, dato che la prossima partita di Quidditch sara’ Grifondoro contro Serpeverde: James Potter ha una scopa nuova! Non ha voluto dirmi il modello, pero’, vuole farmela vedere direttamente. Abbiamo appuntamento al cmapo tra dieci minuti, per un giro di prova!
Sirius era evidentemente felice, ma Severus non poteva esserlo di meno. Potter era a scuola da meno di un’ora, e si era gia’ reinserito nella vita di Sirius come se non fosse mai andato via. “Quasi,” si corresse Severus, “In fondo tra le sue braccia ci sono io in questo momento, a ricevere il bacio del buongiorno, non lui!”.
Nonostante questo, non riusciva a sentirsi tranquillo.
- Ci vediamo piu’ tardi, in laboratorio? Hai quasi ottenuto un Distillato della Morte Vivente decente, l’ultima volta! Sono sicuro che se proviamo ancora, sara’ quasi perfetto.
Sirius gli lancio’ uno sguardo colpevole.
- Veramente... beh, ecco, anche Remus e Peter sono tornati, quindi con James e gli altri andiamo a farci una Burrobirra nel pomeriggio... cosi’, per raccontarci come sono andate le vacanze!
- Capisco...- disse Piton, districandosi gentilmente dall’abbraccio.- E come sono andate le tue vacanze?
- Non capisco cosa vuoi dire, Sev. – sul viso di Sirius era apparsa un’espressione alquanto confusa, e lasco’ cadere le braccia lungo i fianchi.
- Intendo dir, cosa hai intenzione di raccontare ai tuoi amici?
- Di te?
- Di noi.
Sirius si mise sulla difensiva, alzo’ le mani come a voler scacciare le ultime parole, cercando di pretendere che non fossero state dette.
- Severus, sei matto? Cosa posso raccontargli? Sai bene come la pensano su di te...cosa ti aspettavi, che al ritorno dalle vacanze saremmo usciti tutti insieme, mano nella mano, amici per la pelle?
- Certo che lo so! Sono cinque anni che mi tormentano, come potrei dimenticarmelo? Pensavo pero’ che questo cmabiasse le cose... insomma, che il fatto che noi usciamo insieme-
- Frena, frena un secondo: io e te usciamo insieme?
Piton divento’ scarlatto. Non aveva avuto intenzione di dirlo, gli era sfuggito dalle labbra prima che potesse rendersene conto. Quello che non avrebe mai potuto prevedere, pero’, era la reazione di Black al suo commento: tutto d’un tratto, riassunse quell’aria tracotante e arrogante che lo aveva sempre caratterizzato, guardando Piton. Non riusciva  amscherare completamente un po’ di imbarazzo, ma era una minima frazione di quello che provava.
- Lascia stare, mi sono espresso male, io-
Ma Sirius non lo lascio’ parlare. Lo prese di nuovo tra le braccia e poso’ le labbra sulle sue; nel momento in cui le loro lingue iniziarono a lottare, le bocche dischiuse, le mani che correvano sui capelli, dietro la schiena, spingendosi ancora di piu’ contro il muro della fessura che loi nascondeva alla vista di tutti, Severus dimentico’ Potter e tutto quello che poteva dire e fare. Non contava, non era nulla. Sirius Black era suo. E uscivano insieme!
- Devo andare, se ci metto troppo James e’ capace di venire a cercarmi!
- Corri, corri. Non sia mai che Potter debba aspettare...
- Haha, non fare lo spiritoso, Sev. E’ meglio per tutti e due che James sia di buon umore oggi pomeriggio.
- Per quale motivo, esattamente, dovrebbe concernermi se Sua Maesta’ e’ di buono o cattivo umore?
Sirius gli lancio’ un ghigno, avvaindosi verso l’uscita della sala.
- Perche’ oggi pomeriggio, ai Tre Manici di Scopa, davanti a una della Burrobirra, io e te parleremo con i miei amici. Di noi.
Detto questo, scomparve. 
 
*
 
- Hahahahahaha, Sirius, bella questa! Giuro, per un minuto ci avevo quasi creduto... il fatto che ti sia addirittura portato Mocciosus dietro per aggiungere veridicita’ alla storia, devo dartene atto, e’ stato il colpo da maestro!
James Potter si rotolava dalla risate, piegato in due sul tavolo del pub. Al suo fianco c’erano Peter, che sghignazzava discretamente, seguendo l’esempio di James, e Remus, che guardava Sirius con un sorriso enigmatico e benevolo. Severus, da parte sua, era pietrificato dall’orrore. Non sapeva come reagire di fronte al gruppo dei suoi aguzzini al gran completo, anche se si era portato Lily per fargli coraggio, e nonostante lei gli stesse srtingendo la mano tanto forte da fermargli quasi la circolazione, e Sirius gli tenesse l’altra mano bel salda tra le sue, sentiva che i suoi nervi non potevano reggere ancora per molto.
- Non sto scherzando, James. Io e Moc-Severus abbiamo iniziato a vederci durante le vacanze. C’e’ ben poco che tu possa fare o dire, a questo punto, ma pensavo fosse giusto che voi lo sapeste.
- Che cazzo dici, Black, la serpe ti ha fottuto il cervello?- Potter si alzo’, sbattendo i pugni sul tavolo. – E’ una stupida ripicca, e lo sai anche tu! L’unico motivo per cui esci con quel verme e’ che abbiamo litigato appena prima delle vacanze! Ammettilo!
Black si alzo’ a sua volta, i pugni saldi sul tavolino che ancora tremava dopo il colpo di James.
- Potter, sei un fottuto arrogante a volte! Non tutto il mondo gira intorno a te, lo sai? Sei patetico quando fai cosi’.
- Non posso starti a sentire un secondo di piu’. Se vuoi uscire con un Serpeverde, fai pure. Ma non ti aspettare di restare mio amico. Andiamo ragazzi.
Uno dopo l’altro, James, Peter e Remus si avviarono verso la porta. Lupin lancio’ un ultimo sguardo ai tre rimasti al tavolo, e nei suoi occhi si poteva leggere il senso di colpa per la mancanza di coraggio che lo portava a seguire Potter, abbandonando Sirius. Ma fu uno sguardo troppo veloce, per leggerci troppo dentro, e con un tonfo della porta i tre Malandrini erano usciti di scena.
- Beh, tutto sommato, poteva andare peggio! – disse Lily, sorridendo. – Quel Potter e’ un pallone gonfiato, ma vedrai che si calmera’. E se non si calma, sinceramente, Sirius, io al posto tuo non lo vorrei come amico. Chi ti vuole bene e’ felice se tu sei felice, non importa come o con chi. Volete un’altra birra?
- No, sono a posto, grazie – disse Severus.
- Io si, sento di averne bisogno.
Non appena Lily si fu allontanata, Severus si giro’ e prese Sirius per la manica.
- Mi dispiace. E’ tutta colpa mia, sono stato io ad insistere che gliene parlassimo. Forse era troppo presto, forse avremmo dovuto aspettare la fine dell’anno... almeno avrebbe avuto tempo di constatare che sei sempre tu, non sei cambiato affatto! Anche se stai con me...
- Non dirlo neanche per scherzo, Sev! Non e’ colpa di nessuno, se non di James. Non e’ mai stato capace di accettare di accettare le decisioni prese da qualcun altro di propria iniziativa, ha sempre avuto bisogno di sentirsi indispensabile. Beh, per questa volta, mi dispiace ma non lo e’. Ha ragione Lily, vedrai che si rendera’ conto di esser stato un idiota e ritornera’ sui suoi passi.
Detto qeusto, dette un bacio leggero a Severus sulle labbra, poi si avvio’ verso il bagno.
- Wow, non penso di aver mai visto Black cosi’ serio. – Lily si sedette vicino a lui, posando una birra di fronte alla sedia vuota. Si volto’ a gaurdare il suo amico con gli occhi verdi pieni di affetto – Sai Severus, penso che cio’ che tu sei riuscito ad ottenere da Sirius, il modo in cui sei riuscito a farlo aprire con te ed ammettere di provare dei sentimenti... beh, e’ stato come veder nascere un fiore dalla roccia. 

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