La Biancaneve addormentata e il principe.

di Melabanana_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Atto I. ***
Capitolo 3: *** Atto II. ***
Capitolo 4: *** Atto III. ***
Capitolo 5: *** Atto IV. ***
Capitolo 6: *** Atto V. ***
Capitolo 7: *** Atto VI. ***
Capitolo 8: *** Atto VII ~Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
Hitomiko si schiarì la gola.
-La scorsa settimana vi dissi che dovremo tenere una rappresentazione teatrale qui all’accademia. Verrà della gente importante a vederci, e se piacerà otterremo dei nuovi fondi per l’orfanatrofio- disse. – Vi dissi di pensare a cosa vorreste rappresentare.-
Prese il gesso e si voltò verso la classe, osservando i volti annoiati dei ragazzini.
-Qualcuno ha un’idea…?-
Non ci fu risposta. Dopo alcuni minuti una mano scattò su.
Hitomiko sospirò e scosse il capo.
-Nessuno? Ma proprio nessuno?- li esortò speranzosa, ma in alto rimase solo quell’unica mano.
La ragazzina iniziò ad agitarsi sulla sedia.
Cercava di tenere la mano il più alto possibile, muovendola come se stesse salutando la lavagna.
Hitomiko lanciò un altro sguardo alla classe.
Hiroto le fece un sorriso rassegnato.
Reina non staccò gli occhi dal proprio libro.
E fu certa di sentire Heat urlare a bassa voce contro il suo gameboy.
Era chiaro che nessuno aveva veramente intenzione di darsi da fare.
Hitomiko alzò gli occhi al cielo.
-E va bene. Mercury?- chiamò.
Se ne sarebbe pentita. Di sicuro.
La ragazzina saltò in piedi con così tanta foga da far quasi cadere la sedia.
Estrasse da sotto il banco un quaderno foderato di nero, lo arrotolò e lo sventolò in alto.
Aveva stampata sul volto un sorriso orgoglioso.
-Ho scritto il copione di una storia fantastica.- annunciò.
Mentre fra le ragazze si accese subito un mormorio, i ragazzi rimasero per la maggior parte indifferenti, eccetto Nagumo.
Il ragazzo dai capelli rossi si sporse dal suo banco con un sorriso ironico.
-Seee, come no!- commentò.
Mercury lo fulminò con lo sguardo, quindi gli diede le spalle e incrociò le braccia.
-La tua invidia non mi tocca.- rispose con tono di sussiego.
Nagumo allora si alzò a sua volta e si chinò verso di lei, con le mani sui fianchi.
-Ah, sì, immagino.- replicò, ancora sarcastico.
-Dovresti picchiarlo per bene quando fa così- intervenne Suzuno, e Mercury sembrò propensa ad accettare il suggerimento.
Nagumo scoccò al compagno un’occhiata di sfida.
Hitomiko decise di fermarli prima che la situazione degenerasse.
-Allora. Mercury, di che si tratta?- domandò, sforzandosi di essere il più gentile possibile.
Mercury s’illuminò di colpo.
-Ho preso spunto dalle mie due favole preferite e ne ho tratto un capolavoro!- esclamò.
Aveva la stessa espressione di una bambina davanti ai regali di Natale.
Tutti sapevano che tutto quell’entusiasmo non prometteva bene.
Diam approfittò del fatto che Mercury continuasse a sventolare il copione in aria per sfilarglielo dalle mani e darci un’occhiata.
-Ehi!- protestò la ragazza.
-Vediamo un po’…- disse Diam, scorrendo rapidamente le pagine.
Midorikawa e Clara, che erano seduti ai suoi lati, si sporsero per guardare anche loro.
-Sembra un misto fra Biancaneve e la Bella addormentata…- osservò la ragazza timidamente.
Ormai tutti gli occhi erano puntati su quel quadernetto nero.
-Già: è una storia d’amore!- esclamò Mercury, eccitatissima.
Con un gesto secco si riappropriò del suo copione e prese a girare su se stessa.
Nagumo alzò gli occhi al cielo.
-Sarà una vera schifezza.- commentò con aria estremamente solenne.
E stavolta, prima che fosse Suzuno a dirlo, Mercury lo colpì dietro la nuca con il copione arrotolato. 
 
  




xxxx
**Angolo dell’autrice al settimo cielo per aver riavuto (finalmente!) il suo computer**
Non potevo veramente più stare senza!
Anche perché, come sempre, la mia ispirazione spunta nei momenti meno opportuni, e quest’idea mi è venuta più di una settimana fa ma solo ora posso pubblicarla ç^ç
Bene, per cominciare vi dico che non ha alcun senso, la fiaba.
E’ solo un parto della folle mente di Mercury, e in effetti non hanno tutti i torti a preoccuparsi!
Spero che vi piacerà! Riderete insieme a lei, o tremerete come loro?
Io AMO i personaggi dell’Alius Academy.
Mi piacciono tutti, come si può fare? Peccato che, tranne i cinque capitani, gli altri siano personaggi secondari, o addirittura comparse!
Penso che siano ampiamente sottovalutati, soprattutto il mio amato Diam!
Ecco perché con questa storia cerco di farli amare anche a voi, di farvi scoprire quanto possano essere adorabili, forti, capricciosi. E magari un po’ OOC.
Baci!
roby 

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Capitolo 2
*** Atto I. ***


Atto I.
-Eeeeeeh?!! Come sarebbe?!-
Davanti ad un’intera classe di ragazzini delle medie che la fissavano allibiti, solo Hitomiko Kira avrebbe potuto mantenere la propria compostezza.
-Avete capito bene. La regista è Mercury e da oggi voi sarete tutti ai suoi ordini.- ribadì con freddezza e sguardo saldo.
Mercury fece un largo sorriso e si batté una mano sul petto.
-Siete in buone mani, tranquilli!- esclamò.
Ma Heat, per niente tranquillo, si gettò ai piedi di Hitomiko piagnucolando.
-La prego, non ci faccia questo! Mercury è pazza!- la supplicò in ginocchio.
-Ed è anche violenta.- aggiunse Nagumo con un brivido.
Heat si mise le mani nei capelli e scosse il capo. 
–Ci farà a pezzi se lei non interviene!- disse disperato. –La prego, resti!-
Hitomiko incrociò le braccia e lo guardò scettica, mentre Mercury fissava imbronciata i suoi amici, evidentemente offesa dalla loro scarsa fiducia nei suoi confronti.
-Sei patetico, Heat. Perché non torni a giocare al gameboy e non stai zitto?- suggerì sarcasticamente Rin.
Heat le fece la linguaccia.
Hiroto si avvicinò a sua sorella e le tirò la giacca.
-Dovremo davvero obbedirle in tutto?- chiese, ma nemmeno la sua famosa faccia da cucciolo poté smuovere sua sorella, alla quale quella classe scalmanata, nonché le reiterate preghiere di Mercury, avevano causato un gran mal di testa.
-Mercury il comando è tuo.-
Così, Hitomiko si liberò della presa del fratello e uscì appena in tempo perché le urla di gioia di Mercury e quelle disperate degli altri non le sfondassero i timpani.
Quando la donna sparì dal corridoio, Mercury si rivolse ai suoi compagni.
-Avete sentito? Siete ai miei ordini!- gongolò la ragazzina, calcando apposta le parole di Hitomiko per darsi più autorità.
Hiroto sospirò. –Io ci ho provato.- disse. - Non ci resta che adattarci.-
-Io non mi farò mai mettere i piedi in testa da lei!- sbottò Nagumo indignato.
Mercury lo colpì sulla testa con un cartello, poi glielo ficcò tra le mani.
-Cos’è?- chiese lui sorpreso e dolorante.
-Un cartello.-
-Questo lo vedo, Dyson. Intendevo dire, a che mi serve?-
- Ti serve per la tua parte ovviamente: tu farai il suggeritore! E non chiamarmi più Dyson!!- ribattè Mercury arrossendo di rabbia. Nagumo la ignorò.
-Suggeri…che?!- disse confuso.
Prima che Mercury potesse ripetersi, intervenne Suzuno.
-Non è difficile neanche per te. Devi solo stare dietro le quinte e quando qualcuno non ricorda la battuta devi scriverla sul cartello in modo che si possa leggere- spiegò il capitano della Diamond Dust con la sua solita calma.
Nagumo annuì. -Ho capito…- mormorò. Stette in silenzio alcuni minuti, riflettendo, poi si mise a gridare.
- Ehi, un momento, che vuol dire “non è difficile neanche per te”?! Mi hai preso per scemo?!- 
E cominciò ad inseguire Suzuno per dargliele con il cartello, ma il ragazzo era troppo agile per lui.
Mercury scelse saggiamente di ignorare le loro bighe.
-Come avete visto, la storia è semplice. Si sviluppa come Biancaneve finché non arriva dai nani, poi la matrigna scopre che lei è una principessa, e allora entrano in scena il cacciatore, il principe e le fatine. E’ tutto chiaro?- spiegò la ragazzina.
Prese il gesso e scrisse sulla lavagna i vari ruoli.
-IC, ti spiace scrivere i nomi che ti detto accanto ai ruoli?- chiese Mercury, e la ragazzina si alzò dal suo posto accanto al gemello per obbedirle.
-Vuoi cominciare già a darci i ruoli?- domandò Bonitona sedendosi su un banco.
Cercando d’ignorare il fatto che la maggior parte dei ragazzi aveva gli occhi ora puntati sul prosperoso seno di Bonitona, Mercury si schiarì la voce e continuò a parlare.
-Esatto. Ora ve li annuncio. Ci ho pensato a lungo mentre scrivevo i copioni!- esclamò.
La regista si fermò ad osservarli tutti, in silenzio, per creare suspence.
-Biancaneve…- disse alzando la mano per indicare il prescelto. -…sarà Hiroto!-
Il rosso sobbalzò, come pugnalato dal dito che lei gli stava puntando contro.
Tutti, persino Suzuno e Nagumo, avevano smesso di pensare ai fatti propri e ora spostavano lo sguardo da Mercury a Hiroto, annichiliti.
Midorikawa scattò in piedi. –H-Hiroto?! Ma perché?!- esclamò.
-Perché è bello, perché ha la pelle bianca come la neve e perché sì.- rispose Mercury.
-Ma io sono un maschio.- si lamentò Hiroto.
-E’ irrilevante, l’arte non si piega alle convenzioni!-
Hiroto e Midorikawa si scambiarono uno sguardo perplesso.
Mercury incrociò le braccia e gli rivolse uno sguardo di rimprovero, con l’atteggiamento di chi non ammette discussioni.
Gli altri continuavano a fissarli senza parole.
Nell’ala si udì solo la voce di Nagumo borbottare chiaramente:- E da quando la sua sarebbe arte…-
Ma la regista fece finta di non aver sentito.
-Bene, se non ci sono altre obiezioni io andrei avanti! Il principe lo farà Reina.- annunciò allegramente.
Sentendosi interpellata, Reina alzò per la prima volta gli occhi dal libro che leggeva e guardò perplessa Mercury.
–Io?- chiese.
Anche Hiroto sembrava piuttosto incerto.
-Ma perché proprio Reina?-  domandò Zel togliendogli le parole di bocca.
-Perché, perché, voi maschi siete proprio noiosi! Accettatelo senza chiedere perché!- lo sgridò Mercury, fulminandolo con lo sguardo.
Saginuma le poggiò una mano sulla spalla, pronto ad evitare zuffe fra i propri compagni.
-Calmati, Maki.- disse mite. Mercury trasse un bel respiro profondo e sorrise al suo capitano, che continuava ad avere un forte ascendente su di lei.
-Anche io non comprendo a fondo la scelta di Maki, ma Reina sarebbe perfetta come principe. Voglio dire, picchia duro, e poi è uno schianto.- disse IQ aggiustandosi gli occhiali. IC gli scoccò un’occhiataccia.
-La verità è che Hiroto e Reina sono una bella coppia.- ribatté. IQ fece spallucce.
Fra le ragazze si accese un mormorio d’assenso; Hiroto e Reina erano arrossiti.
Nel frattempo, Diam faceva aria con un foglio a Midorikawa, che sembrava essersi dimenticato come si fa a respirare.
Ma Mercury, immersa com’era nel suo idillio artistico, non notò affatto il panico generale.
Continuò a dettare ad IC i ruoli, tali che alla fine erano:
 

Biancaneve/ Hiroto
Principe/ Reina
Gatto con gli stivali/ Suzuno
Narratore/ Heat
Cacciatore/ Saginuma
Matrigna/ Keeve
Tre fatine/ Rean, Clara e Bonitona
Sette nani/ Diam, Midorikawa, Nepper, IQ, IC, Barra e Wheeze
Re/ Zel
Specchio/ Rin

 
-E’ un insulto! Perché mai io dovrei fare la matrigna cattiva?!- strillò Keeve alzandosi di scatto.
Si avvicinò a Mercury puntandole il dito sul petto, come se volesse trafiggerla.
-Beh, ecco…- balbettò Mercury, arretrando.
-Perché ti senti superiore e ti diverti a tiranneggiare gli altri in modo veramente perfido, ecco perché, cara la mia reginetta.- la anticipò Diam facendo una smorfia.
Midorikawa, nonostante la tensione, non poté fare a meno di ridacchiare.
Keeve si voltò a guardarli assassina. -Ripetilo se hai il coraggio.- sibilò.
Midorikawa sussultò e si irrigidì. Diam si frappose fra lei e Midorikawa e la fissò con aria di sfida.
-Sei perfida e velenosa, come una vipera.- dichiarò, e Keeve emise un altro sibilo.
Prima che la discussione si risolvesse in un bagno di sangue, Mercury li esortò a smettere di beccarsi e Hiroto intervenne per mettere pace; Diam e Keeve si lanciarono un’ultima occhiata di fuoco, poi si diedero entrambi le spalle camminando in direzioni diverse.
-Diam…- mormorò Midorikawa incerto. L’amico gli rivolse un sorriso rassicurante e gli sfiorò affettuosamente il braccio mentre gli passava accanto per andare verso il fondo dell’aula.
Mercury osservò soddisfatta la pace restaurata.
-Domani vi darò i copioni, che dovrete imparare al più presto, mentre per i costumi se ne parla fra due giorni! Bisogna provare, provare, provare! Siete d’accordo?- esclamò.
Le sue parole furono accompagnate da un debole sì.
La ragazza saltò in piedi su una sedia e alzò in alto il copione arrotolato.
-Non vi ho sentiti!- gridò, e il sì fu ripetuto più forte, con un forzato entusiasmo.
Mercury osservò soddisfatta i suoi sudd...compagni.
-Bravi! E questo è tutto per il momento!-









** Angolo dell’autrice sommersa da un’ispirazione invadente e inopportuna**
Mi farà impazzire :S
L’ispirazione mi viene sempre in momenti inopportuni, quando sono sommersa da roba da scrivere...
E vorrei, davvero, scrivere tutto ç^^^ç
Me tapina ç^^^^ç
*le arriva una tornadata di fuoco in pancia*
Ouch!! ... ma che…?!!!
Gouenji: stavi diventando patetica, allora ho cercato di movimentare con un siparietto comico ù.ù
E tu questo lo trovi divertente?! Stupido porcospino! *lo insegue con l’harisen*
Gouenji: ingrata! *fugge*
 
Uff… scusate ^^ tornando a noi e alla fic…
Come avete visto, in realtà agli “atti” non corrisponde lo svolgimento della fiaba: la recita vera e propria verrà “rappresentata” solo negli ultimi capitoli, mentre quelli iniziali racconteranno della sua preparazione.
Ho preso questa decisione perché così vi saranno più chiare le dinamiche fra i personaggi, e le coppie presenti.
In realtà, le uniche coppie di cui accerto la presenza sono la HirotoxMidorikawa e la NepperxHeat ^^
Kisses
roby 

P.S: a proposito... Dyson è una marca di ventilatori ^^ il soprannome che Burn da a Maki si riferisce alla sua pettinatura ovviamente XD

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Capitolo 3
*** Atto II. ***


Atto II.
Purtroppo per i ragazzi le novità portate dalla nuova mania artistica di Mercury non finivano lì; non erano neanche iniziate.
Cominciarono a rendersene conto quando trovarono la porta della classe sbarrata.
Un cartello con una grossa freccia rossa disegnata li indirizzava verso il piano terra, poi un’altra verso il corridoio a destra dell’ingresso, e un’altra ancora verso l’aula magna.
-Non promette bene, non promette bene per niente.- commentò Pandora.
La sala era ancora buia, particolare che accresceva la preoccupazione di chi mano a mano entrava.
Hiroto mise una mano sulla porta di quella stanza e sospirò: lì dentro per lui riecheggiavano ancora i discorsi di Gran.
La nostalgia e l’amarezza stavano per prendere il sopravvento su di lui, quando una mano gentile gli sfiorò il braccio, esitante.
Alzò gli occhi verso il ragazzo dai capelli verdi.
-Stai bene?- gli chiese Midorikawa.
Nepper gli fece capolino da dietro.
-Certo che non sta bene!- ghignò. –Deve mettere la gonna!-
Hiroto fece una smorfia di disappunto mentre Nepper rideva delle sue disgrazie.
-Non riderei ancora se fossi in te. - intervenne Midorikawa tranquillamente.
–Nessuno ci assicura che i nostri vestiti da nani siano decenti. Il tuo potrebbe essere rosa.-
Nepper impallidì visibilmente: non aveva considerato quella possibilità.
Midorikawa si volse verso Hiroto facendogli l’occhiolino.
Il rosso ricambiò con un sorriso.
–Grazie- gli sussurrò in un orecchio, mentre gli prendeva la mano, gesto che fece arrossire l’altro non poco, e lo conduceva verso le file di sedie poste davanti ai tendoni spropositatamente grandi per quel palco così piccolo.
Si sedettero vicini, nei due posti lasciatagli da Diam da un lato e Reina dall’altro.
Le luci si accesero all’improvviso.
Mercury salì sul palco poco dopo, accompagnata da Metron, Nero e Quill, da lei nominati suoi assistenti personali.
La ragazza indossava una salopette di jeans e un foulard a pois, accessorio che a suo parere le dava un’aria da grande regista.
-Posso sapere qual è il motivo di questa sceneggiata, Dyson?- chiese Nagumo seccato.
Mercury lo guardò torva. –Non chiamarmi così!- ribatté.
-La signorina Hitomiko ritiene che sia meglio farci esercitare qui per la prossima settimana.- intervenne Metron timidamente.
Mercury annuì con convinzione.
Accese il suo megafono, e il lungo stridio precedette le sue parole costrinsero tutti a tapparsi le orecchie.
–Per oggi niente costumi.- dichiarò.
Nepper e Hiroto tirarono un sospiro di sollievo. Midorikawa ridacchiò.
-Comunque, vi distribuisco le parti e cominceremo a darci un’occhiata.- continuò la ragazza.
-Che tradotto vuol dire: dovete impararle entro domani.- aggiunse Nero scrollando le spalle, mentre la piccola Quill distribuiva i copioni ai partecipanti.
Gemiti di disappunto accompagnarono la precisazione di Nero.
Heat fece scattare la mano in alto, come illuminatosi di colpo.
-Ho un’osservazione da fare.- esclamò.
Rean e Barra si scambiarono uno sguardo dubbioso, in fondo era raro che Heat avesse un’osservazione intelligente da fare.
Ma Mercury era troppo emozionata per il suo lavoro e non sembrò badarci.
-Ma certo, Heat, sarò felice di aiutarti!- lo interpellò raggiante.
-Visto che io faccio il narratore e dovrò stare dietro le quinte, posso pure leggerla la mia parte, no? Mica devo impararla?-
Mercury chinò la testa di lato, incrociando le braccia.
-Hai ragione.- confermò dopo aver riflettuto un po’. –Puoi leggerla, sì. -
-Evvai!- gridò Heat, contento di essersi liberato di una noiosa seccatura.
Tutti coloro che invece erano obbligati a imparare la parte lo fissarono con invidia mentre il ragazzino si risedeva e accendeva il gameboy.
-Non è giusto, per alcuni è più facile.- protestò IQ aggiustandosi gli occhiali.
Nagumo afferrò il copione di Suzuno e lo sventolò in faccia alla regista.
-Ma ti rendi conto?! Perché io non merito una parte e lui sì?! Tutto quello che deve fare è sedersi davanti a quella stupida bara, farsi pagare e miagolare!- esclamò arrabbiato.
-Miao~  - disse Suzuno, causando un’epistassi di massa delle ragazze.
Questo intervento seccò Nagumo ancora di più.
-Bella pensata, Dyson.- disse sarcastico.
Mercury arrossì e gli puntò il megafono in faccia.
-Non chiamarmi Dyson!!!- strillò, condannando Nagumo a sordità futura.
Diam e Midorikawa, che stavano sfogliando i propri copioni, confrontandoli con quelli di altri, giunsero alla conclusione che i più fitti erano quelli di Hiroto e Reina, per secondi quelli di Heat , Keeve e Desarm, mentre i loro erano semplici e brevi.
Era ovvio che Mercury aveva preferito concentrarsi sulla storia d’amore dei due protagonisti, piuttosto che sui personaggi secondari.
Keeve ovviamente si lamentò della sua parte, che considerava ingiustamente insulsa; aggiunse che tanto valeva sprecare il suo talento a farle fare l’albero. Diam la rassicurò con un certo sarcasmo, dicendole che nessuno si sarebbe mai sognato di farle fare l’albero, perché sarebbe stato un vero e proprio delitto ecologico.
Ancora una volta, Desarm dovette evitare bagni di sangue inutili.
-Hiroto, mi fai vedere il tuo copione?- chiese Midorikawa.
Ma il rosso aveva lo sguardo assente; fissava imbarazzato l’ultimo foglio.
-Hiroto…?- ripeté Midorikawa, ma prima che potesse chiedergli cosa non andava, Reina si alzò in piedi e parlò.
-Maki! Spiegami che vuol dire questa cosa!- gridò, rossa in volto per la rabbia o per l’imbarazzo.
Tutti si voltarono a guardarla, sorpresi e curiosi.
Hiroto restò immobile a fissare il foglio.
-Qual è il problema?- domandò Mercury.
Reina le schiaffò il foglio in faccia.
-Allora?!-
-Aaaaah! Parli del bacio finale!-
La quiete calò per un istante per poi esplodere in tempesta.
-Coooooosa?!-
-Un bacio…?!-
-Hiroto e Reina si baceranno?!-
Appena IQ urlò queste ultime cinque parole, anche Hiroto scattò in piedi e raggiunse Reina, e i due iniziarono a protestare animatamente con Mercury.
Le ragazze iniziarono immediatamente a spettegolare, e da meno non furono i maschi, eccetto Diam, Midorikawa, Nagumo e Suzuno.
Diam rivolse uno sguardo preoccupato a Midorikawa per controllare che effetto avesse fatto su di lui quella notizia: alla parola “bacio” il ragazzo era sbiancato di botto, sembrava essersi disidratato di sangue.
-Oh no, Reize!- esclamò Diam cominciando a scuoterlo, ma il suo migliore amico era diventato una statua di sale per il panico.
Nagumo incrociò le braccia dietro la nuca e stese le gambe su un’altra sedia.
-Sarà un disastro, ma almeno mi divertirò alle spalle di Hiroto.- osservò accavallando le gambe.
Suzuno scosse il capo, poi si infilò i tappi elle orecchie una mascherina scura sugli occhi.
-Svegliami quando la discussione sarà finita.- disse.
Nagumo gli scoccò un’occhiata incredula, ma Suzuno già si era addormentato, con la testa appoggiata sulla sua spalla.
Il capitano della Prominence sospirò e lasciò correre.
Comunque, nessuna catastrofe a cui potesse pensare in quel momento fu paragonabile ai costumi che Mercury mostrò loro due giorni dopo.
Hiroto fu praticamente costretto ad indossare un corpetto blu e una lunga gonna gialla, che se valse agli altri grasse risate (in particolare Nagumo iniziò a chiamarlo “principessina”), provocò in lui un totale rifiuto di quel colore da quel giorno in poi.
Desarm indossava una cappa marrone lunga fino ai fianchi, pantaloni di tela e una cintura in vita, alla quale era appeso il suo finto pugnale: semplice ma fascinoso.
Al contrario il lungo abito di Keeve era appariscente e brillanti nato, color blu scuro scelto in contrasto ai suoi boccoli rosa, e scarpe con tacco a spillo di dieci centimetri.
Rean, Barra e Clara avevano tre vestiti uguali, a palloncino, ma di colori diversi, che facevano pendant con le scarpe e i cappelli a punta; il costume aveva in dotazione anche le ali brillantinate, che se non fosse stato per il dettaglio delle bacchette magiche, sarebbero state identiche alle Winx.
Per quanto riguardava i vestiti dei nani, infine, erano stati ritagliati dai sacchi di patate ed i colori disponibili erano perciò solo sfumature del marrone, chiaro o scuro. In fondo, erano meglio di quanto avessero immaginato.
Ma il costume più bello in assoluto era quello di Reina.
Il principe indossava pantaloni larghi neri di seta con alti stivali color castagno, una camicia con pizzi alle maniche e al colletto e un corpetto di beige con ricami. A completare il tutto, c’era un largo cappello beige con finte piume colorate.
Chiunque, ragazza o ragazzo che fosse, doveva riconoscere che il vestito era molto ben fatto e donava benissimo alla ragazza, che possedeva un carisma naturale.
-Non è giusto.- si lamentò Diam. -Il vestito più bello è quello di Reina.-
-Beh, probabilmente quel vestito starebbe bene solo a lei…- ribatté Midorikawa.
Diam gli rivolse uno sguardo di rimprovero, ma Midorikawa aveva già cambiato soggetto della sua attenzione, cioè aveva già ripreso a fissare Hiroto con pura venerazione.
Diam rinunciò a dirgli alcunché, e cominciò a darsi da fare per rendere più cool il proprio costume da nano, applicando gli accessori più svariati.
Mercury non sarebbe stata d’accordo, ma chi dice che un nano non può essere alla moda? 







**Angolo dell’autrice che passa 24 ore su 24 a leggere fic DanimarcaxNorvegia.**
Questa coppia di Hetalia è diventata la mia ultima fissazione.
Lol, Norvegia è così tsundere e Danimarca è un vero idiota XD
Comunque, con questo capitolo ormai è diventato chiaro come il sole che Midorikawa ha una grande cotta per Hiroto.
E’ molto geloso di Reina, in questo momento, e Diam cerca sempre di aiutarlo in tutti i modi.
Diam è l’amico ideale! :DDDD
Provate ad immaginare anche voi i costumi dei personaggi XD A parte quello di Hiroto che è più o meno uguale a quello di Biancaneve, mi sono sbizzarrita con gli altri XD
Voglio vedere Nepper vestito come un sacco di patate.
E Suzuno che miagola.
E Nagumo sordo con il suo cartello :DDDDDD
Ci vediamo al prossimo capitolo!
kisses
roby
  

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Capitolo 4
*** Atto III. ***


Atto III.
Hitomiko osservava senza farsi notare gli ex giocatori dell’Alius Academy: impensabile che fino a pochi mesi prima avevano preoccupazioni ben più grandi di una recita scolastica.
“Beh, del resto sono ancora piccoli.” Pensò, e le sfuggì un sorriso nel vedere quei ragazzini che si atteggiavano ad adulti.
Era da una settimana che Mercury li tartassava nelle vesti di regista, sgridandoli per qualsiasi cosa non le andasse a genio.
Certo, forse aveva preso la cosa un po’ troppo sul serio.
Le avrebbe parlato più tardi.
Però non la biasimava quando perdeva la pazienza, considerati gli elementi con cui si trovava a lavorare.
A volte avrebbe dovuto strozzarli, altroché.
Come nel caso di Keeve, che si lamentava praticamente di tutto, o Diam che non voleva assolutamente rimuovere tutti i Chrome Hearts con cui aveva diligentemente adornato il proprio costume.
E Nagumo che ancora non poteva capacitarsi del fatto di non avere una parte decente, e protestava in continuazione perché gli seccava scrivere sul cartello.
Eccetto Hiroto, Reina e Saginuma, non si poteva certo dire che gli altri fossero portati per la recitazione; c’era chi se la cavava con poco, chi mancava totalmente di naturalezza (Clara per esempio continuava a dimenticare le battute e arrossiva e piangeva), di grazia o semplicemente di entusiasmo.
Quella mattina Mercury alzava la voce più del solito.
Si era aperta un’altra insormontabile questione.
-Hai sbagliato di nuovo! Ripeti!-
-Che differenza fa!!-
-La fa eccome! Così mi cambi le parole!-
Nepper sospirò e si portò le mani dietro la nuca.
Ormai Mercury e Heat andavano avanti così da un’ora.
-Maki, è inutile continuare ad insistere.- disse. –Heat è di Osaka quindi non può certo imparare a parlare il giapponese regolare come nulla fosse…-
-Non importa! Farà lezione di spelling se necessario! Deve pronunciare bene le parole!- gridò la ragazza piantando i piedi a terra.
-Beh te lo puoi scordare.- replicò Heat facendole la linguaccia.
La ragazza s’imporporò per la rabbia.
Nagumo le afferrò il braccio prima che potesse colpire Heat con il megafono.
-Cerca di ragionare, Dyson. O gli togli la parte di narratore o ti accontenti.-
-No e poi no! Si fa come dico io! E smettila con quel soprannome!-
Nagumo scosse il capo e rivolse uno sguardo agli altri, che approfittavano del momento per farsi i fatti loro e magari rilassarsi un pochino. Nessuno sembrava intenzionato a dare una mano a porre fine a quell’inutile questione, insomma.
Suzuno si era addirittura addormentato di nuovo.
-Makisan, dovresti ascoltare Burnsama.- suggerì Rean timidamente, ben sapendo quanto fosse terribile andare incontro all’ira dell’amica. Nagumo le lanciò un’occhiata grata e lei arrossì.
Ma Mercury ignorò entrambi e schiaffò il copione in mano a Heat.
-Ripeti.- sibilò minacciosa.
Gli occhi del ragazzino lampeggiarono di sfida, ma obbedì.
Questa volta riuscì quasi ad arrivare alla sesta battuta, facendo così sperare che avrebbe finito senza ulteriori storie; e invece Mercury lo interruppe di nuovo.
-Ripeti! Non devi allungare tanto le vocali!- esclamò.
-Ma schiatta.- fu la secca risposta del ragazzo.
In un attimo, prima che Nagumo potesse intercettarla, Mercury coprì la distanza fra loro due, gli strappò di mano il copione e glielo diede in testa con tanta forza che il rumore fu quello di uno schiaffo.
-Come puoi non capire la differenza? Sei proprio uno stupido!- gridò, dandogli un’altra botta quando lui non reagì.
-Oy, non starai esagerando?- le chiese Saginuma accigliato.
Nagumo alzò gli occhi al cielo: era ora che qualcuno si accorgesse che doveva essere fermata.
Mercury trotterellò al fianco del suo capitano per farsi consolare.
-Ma mi ha appena detto di schiattare!- protestò. Saginuma le accarezzò il capo.
Anche Reina si avvicinò ai litiganti, desiderosa di concludere il prima possibile e andare a casa.
-Maki, sei troppo esigente, Heat non può farci niente se parla così…- disse.
Mercury mise il broncio e si attaccò al braccio di Saginuma, in evidente protesta.
Reina si girò verso Heat.
–Anche tu, non si va in giro a dire alla gente di schiattare…- lo rimproverò.
S’interruppe, sorpresa.
–Oh, avanti.- aggiunse. -Che razza di uomo sei se ti metti a piangere per una cosa così?-
Nepper, Nagumo e Rean si voltarono di scatto verso il compagno.
Piccole lacrime gli spuntavano agli angoli degli occhi e un rossore pervadeva le guance gonfie per via dell’espressione imbronciata.
Heat strinse i pugni e sciolse il broncio per borbottare.
-Ma che cavolo volete da me…-
-Oy, Heat. Stai calmo.- disse Nagumo preoccupato.
Non capitava spesso che Heat si comportasse così, e normalmente era meglio evitarlo.
Poteva diventare molto seccante.
-Io… io non vado bene così come sono…?- borbottò il ragazzino, e abbassò il capo finché la frangia non gli coprì gli occhi.
Le lacrime iniziarono a rotolargli giù per il viso.
Nepper tese la mano verso di lui, con l’impulso di consolarlo.
Non gli piaceva per niente quando Heat diceva quelle cose. Le diceva anche da piccolo, dalla prima volta in cui si erano conosciuti, fissando a terra e con i pugni stretti.
Aveva pianto tutto il giorno Heat, il giorno in cui era arrivato all’orfanatrofio.
-Heat…- mormorò.
Le sue parole furono coperte dall’urlo selvaggio che il ragazzino lanciò prima di sollevare di forza una sedia e lanciarla sulla folla.
I ragazzi si spostarono correndo da varie parti e rimasero miracolosamente incolumi anche dopo il lancio della seconda sedia.
Heat si aggirava come un folle sbraitando e lanciando tutto ciò che trovava.
-Dannazione.- commentò Nagumo abbassandosi per evitare di essere centrato.
-Sbaglio o Heat continua ad avere un problemino con il controllo della rabbia?!- esclamò Reina sconvolta.
-Non è che abbiamo mai tentato di risolverlo...- fece notare Nepper.
In fondo, era un avvenimento raro che Heat s’infuriasse.
Di solito, reagiva alle cose con un pacato disinteresse, rifugiandosi nel suo gameboy quando la situazione non gli andava a genio.
-Dicono che le persone tranquille facciano più paura di altre quando s’arrabbiano.- osservò.
-Che c’entra?- replicò Rean sorpresa.
-Nulla. Mi è capitato di pensarlo.- Nepper scrollò le spalle.
Nagumo gli lanciò un’occhiata spazientita.
-Beh, che ne dici di pensare ad un modo per fermarlo allora?- domandò sarcasticamente.
-Se non ricordo male, sei sempre stato tu a fermarlo, in passato.-
Nepper lo guardò, poi spostò lo sguardo su Heat, che continuava ad impazzare nell’aula magna, nonostante tutti si dessero da fare per fermarlo onde evitare di rimetterci la pelle.
Nagumo non ricordava male, no.
Era sempre stato compito suo fermare gli attacchi d’ira di Heat, o asciugare le sue lacrime.
Fin dal primo giorno in cui si erano conosciuti e Heat aveva pianto tutto il giorno.
Aveva pianto, Heat, abbandonato dai genitori davanti ai cancelli dell’orfanatrofio.
Perché, a loro, non andava bene così com’era.
-Aaah- sospirò. –Mi dai sempre tanto da fare, ne, Atsuchan.-
Senza aspettare oltre si avvicinò al suo migliore amico e gli afferrò entrambe le braccia, impedendogli proprio in quel momento di lanciare l’ennesima sedia.
Heat si voltò di scatto, giusto in tempo per essere baciato.
Sgranò gli occhi, arrossendo vistosamente.
Poi Nepper si staccò e lo abbracciò e gli poggiò una mano sulla nuca per spingere la sua testa bianca arruffata contro il suo petto.
-Ne, ne, Atsuchan, ti comporti ancora come un bambino.- lo rimproverò.
-Se non maturi un po’ non diventerai mai il campione della Lega. -
Quest'ultima argomentazione sembrò convincere Heat, che si calmò fra le sue braccia e annuì.
-Hai ragione!- esclamò sorridendo.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo nel poter uscire indenni dalla questione.
Saginuma spinse avanti Mercury.
-Maki ha qualcosa da dire.- annunciò e guardò eloquentemente la ragazza, che arrossì e cominciò a torcersi le mani.
-Ehm… volevo scusarmi con te, per essermi intestardita… Mi sono comportata da stupida.- balbettò facendosi ancora più rossa.
-Non è che lui si sia comportato meglio, eh. - fece notare Nagumo con un sorrisetto.
Heat annuì e tese la mano a Mercury.
-Mi dispiace di averti detto di schiattare. Ero un po’ nervoso.- esclamò.
Mercury si illuminò e accettò con gioia il segno di pace
-L’unico che merita di schiattare è quel Dragonite bastardo di Lance.- aggiunse poi Heat solennemente, causando le risate generali.
-Dai, un giorno riuscirai a batterlo.- lo rassicurò Nepper.
Un battito di mani attirò la loro attenzione.
Hitomiko avanzava verso di loro, sorridente.
-Bene, per oggi avete combinato abbastanza guai. Per fortuna tutto si è risolto bene.- disse.
- Sorellona, hai guardato senza fare niente vero?- domandò Hiroto sconcertato.
Hitomiko lasciò cadere la domanda, dunque il fratello intese che la risposta era Sì avresti anche potuto prenderti una sedia in testa ma non sarei intervenuta lo stesso perché mi seccava.
- Heat, leggi come meglio credi. Non è importante.- disse Mercury.
-Giusto, vedo che avete imparato qualcosa.- continuò Hitomiko soddisfatta. –Vi do il resto della giornata libera. Niente compiti né nulla. Passate il tempo come volete mentre faccio risistemare quest’aula, sembra che sia passato l’uragano Katrina.-
Heat avvampò per la vergogna, mentre Nepper ridacchiava.
I ragazzi e le ragazze, allegri per la connessione, cominciarono a parlare fra loro uscendo dall’aula, decidendo cosa fare e dove andare.
-Su, andiamo anche noi.- propose Nagumo a Heat, Nepper e Maki.
Uno sbadiglio lungo e insonnolito li sorprese: si girarono verso Suzuno, che in tutta quella confusione avevano continuato a dormire placidamente.
Il capitano della Diamond Dust si stiracchiò, appena svegliatosi, e si guardò intorno, poi alzò un sopracciglio, scettico.
-C’è qualcosa che dovrei sapere?-

xxx

 -Mi dispiace.-
Nepper si fermò, volgendo sorpreso lo sguardo verso il suo migliore amico, che si aveva smesso di camminare qualche metro prima.
Heat guardò a terra e ripeté. –Mi dispiace...-
-Non ripeterti, sei noioso.- lo rimbeccò Nepper.
In pochi passi coprì la distanza fra loro e colpì la fronte di Heat con due dita.
-Ehi!- protestò il ragazzino massaggiandosi il punto dolorante.
-Non c’è niente di cui dispiacerti. E’ capitato e basta.- disse Nepper mettendosi le mani in tasca.
-E poi, è vero che sei di una noia mortale, tu. Ripeti sempre le stesse cose da anni ormai.-
Heat stava per protestare di nuovo, ma le parole gli morirono in gola.
-Sono deprimente, vero?- disse con un sorriso amaro. Di certo anche Nepper si sarebbe presto stancato di lui, e anche gli altri.
–Quel maledetto Dragonite.- borbottò. Sarebbe stato la sua rovina!
Nepper rimase fermo al suo fianco, con lo sguardo perso nel vuoto.
Davanti a loro, Nagumo, Mercury e Suzuno litigavano animatamente, e non sembravano essersi accorti che loro si erano fermati.
Ormai erano piuttosto lontani.
-Senti. Mica è facile cambiare.- disse d’un tratto, spazientito e seccato da tutta la faccenda.
Heat alzò lo sguardo di scatto, colto alla sprovvista.
-Non devi per forza cambiare. Sei stupido, ma che ci puoi fare? Niente.- continuò Nepper, e sorrise.
–Mi sa che mi tocca tenerti così come sei.-
Heat arrossì e s’imbronciò.
-Antipatico.- esclamò, ma dentro di sé sorrideva. Nepper alzò gli occhi al cielo.
-Forza, raggiungiamo gli altri…- suggerì, ma Heat lo trattenne. –…che c’è ancora?-
Il ragazzino si aggrappò alla sua maglietta, cercando un po’ di calore, il suo calore.
-Netsu…- sussurrò, respirando a malapena. –Sono ancora nervoso. Mi aiuti a calmarmi?-
Nepper sbatté le palpebre, sorpreso, poi sorrise.
-Come vuoi, Atsuchan.-
Con le mani in tasca, chinò un po’ il capo, per incontrare le labbra del suo migliore amico.  






**Angolo dell’autrice che supporta fermamente la NepperxHeat.**
Non potevo fare a meno di inserire un po’ di fluff con questo pairing.
Sono davvero carini insieme :’DD
Peccato che non si trovino molte immagini… io ne ho solo due.
Se ne trovate fatemi sapere~
 
Sono tutti poveri orfanelli all’Alius Academy.
Heat è un povero orfanello. Stupidi genitori *li prende a testate pur sapendo di averli creati lei stessa*
Per fortuna che c’è Nepper a consolarlo. Chissà, forse con lui al suo fianco Heat riuscirà davvero a sconfiggere Lance una volta per tutte.
Stupido Lance. Stupido Dragonite.
Ora vado a dormire :DDD
kisses
roby
 
  

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Capitolo 5
*** Atto IV. ***


Atto IV.
Di certo con l’incidente di Heat avvenuto due giorni prima, la classe aveva sfiorato l’incidente diplomatico.
Ma c’erano ben altre questioni rimaste irrisolte, questioni che dovevano essere affrontate e che avrebbero lasciato non pochi feriti.
La tempesta scoppiò il giorno in cui Mercury, soddisfatta del lavoro svolto quella mattinata, proprio sul finire delle ore di lezione ebbe un’idea illuminante.
Senza dare giustificazioni, per prima cosa spedì varie persone ai vati angoli dell’aula, in modo che si trovassero a diversa distanza e angolazione dal palco.
-Smettila di spostarmi di qua e di là!- si lamentò Coral, un membro della Gemini Storm.
-Già, non siamo mica soprammobili!- aggiunse Io, un suo compagno.
Mercury li guardò con aria di sufficienza.
-Decido io cosa fate e cosa siete!- replicò.
-E’ proprio questa la cosa preoccupante.- commentò Nagumo, appoggiandosi leggermente al suo ormai inseparabile cartello.
-Si può sapere a cosa servono tutti questi spostamenti?- domandò Suzuno piatto.
Mercury andò a mettersi fra Reina e Hiroto, afferrandoli per le braccia e tenendoli accanto a sé.
Sorrise.
-Voglio essere sicura che il bacio sarà ben visibile ovunque lo spettatore si trovi. Semplice no?-
I due protagonisti della fiaba si voltarono a guardarla, sconcertati.
-Maki… in effetti mi sembravi un po’ troppo pensierosa oggi.- sospirò Saginuma scuotendo il capo.
-Vorresti farci provare la scena del bacio ora?- esclamò Hiroto incredulo.
Mercury annuì con fermezza.
-Deve sembrare il più naturale possibile.- disse in tono solenne.
Reina e Hiroto cercarono di replicare, ma Mercury zittì ogni protesta soverchiando le loro voci con l’ausilio del megafono.
- Na-tu-ra-li!- ripeté, scandendo ogni sillaba.
-Non puoi costringerci!- rivendicò Hiroto tappandosi le orecchie.
-Sì che posso, l’ha detto tua sorella.- ribatté Mercury, mentre Reina le strappava il megafono di mano per assicurarsi di non restare sorda a vita.
La regista, privata della sua arma, le mise il broncio.
–Avanti, cosa sarà mai un bacetto? Siete amici d’infanzia! Chissà quanti ve ne sarete dati già!- obiettò.
Reina e Hiroto arrossirono.
-Sulla guancia, al massimo.- specificò il rosso, incrociando le braccia. –E’ una cosa ben diversa.-
- Oooh, non dirmi che il capitano della Genesis si tira indietro davanti a queste frivolezze!-
Si girarono verso Nagumo, che veniva verso di loro.
Hiroto lanciò uno sguardo torvo al ghigno stampato sul volto del ragazzino.
- Sai che è inutile fare questioni con lei. Non ti resta che darti da fare, principessina.-
Mercury s’illuminò.
-Oh, Nagumo, è la prima volta che stai dalla mia parte!- disse commossa.
-Non sto dalla tua parte, Dyson. E’ solo che mi diverte prendere in giro la nostra principessina.- specificò Nagumo, per il quale il solo fatto che Hiroto fosse costretto ad indossare la gonna era una goduria.
Per come Hiroto fissava Nagumo, Saginuma fu lieto che lo sguardo non potesse uccidere: il capitano della Genesis sembrava volerlo disintegrare all’istante.
Ma, prima che potesse picchiarlo come meritava, Reina gli posò una mano sulla spalla.
-Facciamolo, Hiroto.- disse. –Prima lo facciamo, prima ci lascerà in pace…-
Il rosso la fissò sorpreso, dimenticandosi dei suoi propositi omicidi.
-Come? Sei impazzita?-
Reina abbassò la voce in modo che solo lui potesse sentirla.
-Possiamo sempre far finta.- suggerì facendogli rapidamente l’occhiolino.
Hiroto capì ciò che l’amica aveva in mente e annuì, sorridendo.
-Va bene, Maki, dicci quando dobbiamo provare.- disse rivolto alla regista.
Mercury, al settimo cielo perché finalmente le obbedivano, iniziò a saltellare sul posto dando loro le istruzioni. Saginuma e gli altri fissavano la scena sconcertati, mentre Nagumo sembrava deluso dall’atteggiamento improvvisamente docile di Hiroto.
-Si prova la scena del bacioooooo!- gridò Mercury.
Hiroto si stese nella bara di plexiglass posizionata al centro del palco, su cui durante la recita sarebbe stato puntato il riflettore; Reina scostò il mantello con un gesto elegante e s’inginocchiò al suo fianco. Non era necessario baciarsi davvero; sarebbe bastato che Reina coprisse le labbra di Hiroto con le proprie mani un attimo prima di posare le labbra, e nessuno si sarebbe accorto di nulla.
Questo era il piano dei due ragazzi, anche se non ebbero il tempo di metterlo in atto.
Pochi secondi dopo il via di Mercury infatti, quando i loro volti superarono la distanza limite e tutti sembravano troppo presi dalla scena per accorgersi di altro, un grido squarciò il silenzio.
La concentrazione e l’attenzione al momento fu spazzata via.
Reina sobbalzò, allontanandosi di scatto da Hiroto, il quale si alzò sui gomiti per guardare al di là della ragazza.
-Midorikawa?- chiese incerto. –Cos’è successo?-
Il ragazzino dai capelli verdi, che dopo aver cacciato quell’urlo per via dell’eccessiva tensione si era tappato la bocca con le mani, diventò rosso paonazzo e scosse il capo.
E ora come togliersi da quella situazione imbarazzante?!
Era la fine.
L’avrebbe ucciso prima Mercury, o un improvviso infarto a causa dell'imbarazzo?
Per fortuna che c’era il suo nano custode.
-Oooh, mio dio, è appena passato un topo enorme!- esclamò Diam indicando un punto imprecisato del pavimento.
Si voltò verso il suo amico, imbronciato.
-Hai avuto paura, Reize?- chiese in tono falsamente innocente.
Midorikawa, che sapeva che Diam stava mentendo spudoratamente, si costrinse ad annuire. Sentiva le guance bollenti per l’imbarazzo.
Hiroto continuava a fissarlo…
-Un topo?! Oh cielo!- strillò Barra saltando praticamente in braccio a Droll.
Improvvisamente scoppiò un putiferio: le ragazze strillavano e piangevano, spaventate di trovarsi quell’animale fra i piedi, mentre i maschi, primo fra tutti Nagumo, erano partiti immediatamente a caccia del topo, o meglio di svago, visto che non vedevano l’ora di sottrarsi agli assurdi ordini di Mercury.
La neo regista fu costretta ad interrompere e concedere una pausa.
Mentre continuava a dare indicazioni vaghe su dove aveva visto passare il topo, fra una e l’altra, Diam diede di gomito a Midorikawa.
-Approfittane per riprenderti un po’, ci sono dei lavelli nel retroscena.- suggerì.
Midorikawa lo ringraziò e seguì il consiglio.
Andò dietro il palco e dietro le quinte, dove c’erano due lavandini a muro e un largo specchio, proprio accanto al camerino dei costumi.
Il ragazzo aprì uno dei rubinetti e raccolse l’acqua con le mani, per poi buttarsela in faccia e sperare così di placare la propria agitazione.
Non poteva credere di aver fatto qualcosa di così stupido.
L’idea che Reina e Hiroto non gli piaceva proprio per niente, ma aveva creduto di poter reggere la tensione per un minuto o due.
Invece, era esploso.
“Che figura di merda.” Si disse.
Chissà Hiroto cosa pensava mentre lo fissava… si era bevuto anche lui la storia del topo?
Oppure aveva intuito tutto?
Alzò lo sguardo sul se stesso riflesso nello specchio: il rossore sul suo viso non voleva sparire.
-Togliti dai piedi, moccioso.-
Quella voce acuta e sprezzante lo fece sussultare.
Si girò e negli occhi di Keeve ritrovò il motivo per cui lui e Diam l’avevano presa in antipatia.
La superiorità con cui lo stava guardando; quasi un compatimento.
-Potresti chiederlo più gentilmente.- replicò gelido.
Keeve fece un sorrisetto ironico, toccandosi i boccoli rosa.
-Perché dovrei essere gentile con un giocatore di rango C?- rise, e lo spintonò di lato per impossessarsi dello specchio.
Midorikawa barcollò un attimo, preso alla sprovvista, quindi si piantò fermamente sui piedi e strinse i pugni, rabbioso.
-Ormai quelle categorie non esistono più… l’Alius Academy non esiste più. Perciò smettila di fare tanto la superiore, io e te siamo uguali!- gridò.
Abbassò gli occhi, e anche la voce, come di riflesso.
-Io e Hiroto… siamo uguali.-
Passarono alcuni minuti di freddo silenzio, in cui Midorikawa fu quasi certo che Keeve l’avrebbe ucciso, magari trapassandogli la gola con le unghie laccate e glitterate.
Invece, la ragazza scoppiò a ridere.
-E questo cosa significa? E’ vero, l’Alius non esiste più… ma anche così, tu non sei minimamente all’altezza di Hiroto. Non hai speranze con lui.-
Midorikawa sussultò e arrossì.
Keeve vide che le parole avevano avuto effetto, e continuò perfida.
- Hiroto e Reina sono un altro pianeta per te. Faresti bene a rassegnarti, perdente.- affermò.
-Loro sono i protagonisti, e tu… solo una comparsa.-
Poi la ragazza si specchiò un’ultima volta e si trovò perfetta.
-Ciao.- lo salutò graffiante, si girò e tornò sul palco, andandosi a sedere sulla sedia da regista di Mercury.
Era soddisfatta di averlo ammutolito, ma senza dar molto peso a quella conversazione. Non aveva neanche pensato a quanto quelle parole potessero effettivamente colpire Midorikawa.
Il ragazzino la guardò andarsene vincitrice, mentre la sua mente assorbiva lentamente quel che di vero c’era nel discorso di Keeve.
Si ritrovò a lottare con le proprie lacrime.
Non poteva piangere lì. Sarebbe stato come uscirne sconfitto due volte.
Non poteva, non davanti a Hiroto, ma tanto lui non era più nell’aula.
Allora, senza pensarci due volte, si mise a correre.
Attraversò tutto il palco di corsa, saltò giù e uscì dall’aula, buttando all’aria chiunque si trovasse sul suo passaggio, compresi Suzuno e Diam, ancora alla ricerca del topo: il capitano della Diamond Dust aveva iniziato a sospettare qualcosa e voleva chiaramente strozzare l’altro per aver combinato tutto quel casino.
Ma, quando Midorikawa li urtò, i due s’interruppero, sorpresi.
Suzuno si passò una mano fra i capelli.
-Ma… stava piangendo…?- disse a voce alta, incerto.
-Reize!- gridò Diam, e stava per saltare giù anche lui per inseguirlo.
Keeve si lasciò sfuggire una risatina.
-Non ci posso credere. E’ davvero patetico e prevedibile.- commentò.
Diam si voltò di scatto e strinse i pugni.
-Vipera.- sibilò fra i denti. Un’ipotesi si fece largo nella sua mente.
-Sei stata tu vero?!- gridò avvicinandosi pericolosamente. –Cosa gli hai detto?!-
-Cosa vuoi che ne sappia? Reize deve essere mentalmente instabile.- replicò Keeve scrollando le spalle.
La sua risposta alquanto imprudente accese ancora di più lo spirito battagliero di Diam.
-Bugiarda! Come se non sapessi che lo prendi sempre di mira!- gridò il ragazzo.
Pandora, Carol e Io intervennero per trattenerlo.
-Calmati, è una ragazza! Non puoi picchiarla!- esclamò Wheeze mettendosi fra di loro.
Presa in contropiede dalla reazione furiosa di Diam, Keeve saltò su spaventata e si nascose dietro al suo enorme compagno di squadra.
Diam soppesò per un attimo l’idea di affrontare Wheeze: ne sarebbe uscito pesto, ma avrebbe almeno avuto la soddisfazione di rovinare il bel faccino della ragazza.
D’altronde, però, Midorikawa aveva la priorità su tutto, e stava piangendo…
-Tsk. Okay, okay, stavolta la lascio andare.- acconsentì.
-Ma la prossima volta che ti avvicini a Reize, Ti strappo tutti i capelli.- minacciò guardandola con aria di sfida, poi con uno strattone si liberò dei suoi compagni.
Uscì correndo dall’aula per cercare il suo migliore amico, senza aspettare oltre.
-Quello è pazzo!- strillò Keeve, rifugiandosi sconvolta fra le braccia di Wheeze.
Pandora scosse il capo, sprezzante, e anche Reina le si avvicinò.
-Non so cosa tu abbia fatto, però… vorrei tanto che tu la finissi di fare la stronza.- disse gelida.
Colpita dall’insulto dell’amica, Keeve si risedette sulla sedia, imbronciata, rimuginando sola col proprio rimorso.
Mercury si portò le mani ai fianchi.
-Ma che devo fare con voi ragazzi?- sospirò.
–E dove sarà finito Hiroto?-

xxx

 
Hiroto si portò le mani ai capelli, cercando di strappare via il cerchietto assassino che Mercury gli aveva messo a forza.
Non capiva davvero come le ragazze potessero sopportare d’indossare simili accessori pur di sembrare carine.
Il fiocco si era pure impigliato, dannazione.
Benché non avesse creduto granché alla storia del topo, era grato a Diam di quella sceneggiata insensata che gli aveva permesso sfuggire al controllo ossessivo di Mercury e farsi una passeggiata fino ad un bagno decente.
Odiava dover fare la parte della principessa, ma stranamente al momento non era questo che lo preoccupava maggiormente.
La reazione di Midorikawa era stata quantomeno insolita, se non esagerata.
Perché aveva urlato? Cosa l’aveva spaventato veramente, visto che il topo non esisteva?
Mentre rimuginava queste preoccupazioni, sentì una voce.
-Finalmente ti ho trovato. Stai ancora piangendo?-
Un sospiro. –Sai che non devi darle retta.-
Hiroto sussultò, riconoscendo Diam.
Non ci voleva molto a realizzare che se lo sarebbe trovato davanti poco più in là, insieme al suo interlocutore…
-No! H-ha ragione lei! Ma chi voglio prendere in giro…-
… che altri non era che Midorikawa.
Perché tutta quella amarezza nella sua voce? Perché piangeva?
Hiroto avvertì una stretta al cuore, che divenne molto dolorosa quando, avvicinatosi un po’ di più, vide i due ragazzi stretti in un abbraccio.
-Reize…- sussurrò Diam, e suonò tanto addolorato quanto lo era Hiroto.
Ma il rosso non poteva stringere Midorikawa a quel modo.
Si nascose, con lo sguardo basso e il cuore che batteva forte.
“Ma che mi prende?” si chiese, tormentato.
Era normale che due amici si abbracciassero, no? Ed era normale che fosse Diam a consolarlo, visto che erano molto amici.
Ma allora perché provava l’impulso di allontanarli, e stringere Midorikawa fra le sue braccia?








**Angolo dell’autrice che sta covando una profonda antipatia verso Hegel.**
Per me, Hegel si faceva pesantemente.
Odio la sua filosofia, che già la filosofia in sé non mi appassiona granché, ma la sua è anche peggio DDDDD:
Ma non gli permetterò di inquinarmi l’ispirazione, bastardo D:
 
Passando al capitolo…
Ma io amo Diam. Lo amo sempre di più.
E anche Reina mi piace molto come personaggio.
I sentimenti di Hiroto e Midorikawa stanno venendo a galla…!
Poiché me l’avete chiesto in molti, vi dirò qualcosina sulle altre pairing.
Quando ho deciso di scrivere la fic, sapevo solo che ci sarebbe stata la Hiro*Mido, perciò le altre pairing sono piuttosto indefinite.
Di sicuro c’è la Nepper*Heat, e sono orientata anche verso la Droll*Barra e la Wheeze*Keeve.
Ero indecisa fra la BanGaze e la BanMaki, così alla fine ho deciso che li lascerò come triangolo.
Ci vediamo nel prossimo capitolo!
…sempreammessochelafilosofiahegeliananonmispappoliilcervello.
kisses
roby 

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Capitolo 6
*** Atto V. ***


Atto V.
I ragazzi affrontavano un periodo difficile.
Mancavano pochi giorni alla messa in scena, e Mercury diventava sempre più agitata e insopportabile, e faceva martiri tutti.
Non si poteva fare a meno di notare la tensione nell’aria.
Ma quella tensione, Reina lo percepiva, non aveva niente a che fare con la rappresentazione.
Fra Diam e Keeve sprizzavano scintille ogni volta che per sbaglio s’incrociavano, mentre Midorikawa era crollato in una sorta di depressione cosmica.
Certo, non era l’unico.
Infatti anche Hiroto era malinconico, sbagliava le battute, e a volte era così perso nei suoi pensieri da non ascoltarla nemmeno.
Reina lo conosceva troppo bene per non accorgersi che qualcosa non andava; non sembrava neanche lui.
Cercò di analizzare la situazione.
Si comportava così dal giorno in cui Mercury aveva deciso di far provare loro la scena del bacio.
Era turbato da quello? Lo era anche lei, sicuro. Hiroto era il suo migliore amico ma non avrebbe voluto baciarlo, benché gli altri ne dicessero. Lo conosceva troppo a fondo per potersi innamorare di lui adesso: Hiroto era volubile, capriccioso, enigmatico, lunatico.
E quando qualcosa gli andava storto, s’intristiva; esattamente come adesso.
Ma di sicuro non era stato il bacio il problema, no, Hiroto era tranquillo a riguardo perché la pensava esattamente come lei.
Però si ricordò che era uscito un attimo quel giorno.
Sì, e quando era rientrato il suo umore era decisamente nero.
“Dunque qualcosa è successo allora.” Pensò Reina osservando il suo amico.
Eccolo lì, di nuovo con la testa fra le nuvole.
Se ne stava seduto a fissare lo schermo del suo cellulare, lontano dalla confusione.
-Hiroto.- disse.
Il rosso sobbalzò e per poco non lasciò cadere il cellulare che aveva in mano.
Alzò lo sguardo, smarrito.
-Con quella faccia sembri davvero una principessa persa nel bosco.- lo prese in giro Reina.
Hiroto sorrise lievemente.
-Davvero…- mormorò, abbassando lo sguardo.
La ragazza si inginocchiò a fianco a lui per poterlo guardare negli occhi.
-Hiroto.- disse seria, e gli strinse le mani fra le sue.
-Se hai qualche problema, puoi parlarmene sempre. Lo sai vero?-
Hiroto le sorrise, stavolta più apertamente.
-Grazie.- rispose e le posò le labbra sulla fronte.
Rimasero in silenzio, cullati dal brusio di sottofondo.
Reina si concentrò solo sul respiro di Hiroto, e sulla sua voce d’un tratto infantile.
-Credi che sia possibile innamorarsi senza saperlo?-
Reina alzò lo sguardo, sorpresa. Faceva quasi ridere vedere il temibile Gran come un ragazzetto imbarazzato e ingenuo.
-Per esempio… se quella persona ti fosse sempre rimasta accanto… e tu l’avessi sempre data per scontato… e d’un tratto capissi che la stai perdendo. Allora ti accorgi che non è una persona qualunque, per te. - buttò lì Hiroto, con grande serietà.
Reina annuì, per fargli capire che capiva.
-E se questa persona avesse qualcun altro, a cui è più legato, e non può essere tua… e se nonostante tutto tu volessi averla vicina, e parlarle come se nulla fosse, e consolarla se piange, e abbracciarla stretto se piange…- continuò il rosso, arrossendo a vista d’occhio.
-Se provassi tutto questo… allora potresti dire di essere innamorata?-
Reina sorrise.
Le tornavano in mente i momenti in cui da piccoli rivolgevano al papà domande del genere, curiosi del mondo enorme che li circondava.
Adesso il mondo era più piccolo, loro erano cresciuti, eppure di domande ancora ce n’erano tante…
-Sì. Penso proprio di sì. – disse. –E ora non mi vuoi dire chi è quella persona?-
Hiroto arrossì e glielo sussurrò nell’orecchio.
Reina annuì, solo leggermente sorpresa.
Un rumore li distrasse.
Mercury aveva di nuovo picchiato Nagumo col cartello.
-Diventerà davvero stupido se continua a colpirlo in testa.- commentò Hiroto, e lui e Reina scoppiarono a ridere insieme.
Reina si rassicurò; Hiroto stava bene.
Si girò e notò che Midorikawa li stava osservando, incerto, mordendosi il labbro.
Non appena i loro sguardi s’incrociarono, il ragazzino si fece paonazzo e scattò in piedi, dandole le spalle.
Reina scosse il capo, rassegnata, era un caso perso anche lui.
-Reinaaaa! Vieni su a provare la scena in cui affronti la matrignaaaa!- gridò Nepper.
-Sì!- rispose lei e si avviò verso il palco, dove Nagumo e Mercury stavano ancora litigando
- Nagumo, smettila di fare il bambino! Cancella quei disegni dal cartello!-
-Mi hai rotto, Dyson! Me l’hai dato tu questo cartello, no?-
-Ma io non te l’ho certo dato per disegnarci cose oscene!-
-Capirai! E’ solo uno stupido cartello!-
Mercury gonfiò le guance, imbronciata.
-E va bene, allora ridammelo!-
-Eh? No! E’ mio!- replicò Nagumo, stringendo il cartello a cui avrebbe volentieri dato fuoco, prima che lo volesse Mercury.
La ragazzina, ancora più indispettita, lo prese da un lato e lo tirò, ma uno strattone di Nagumo più forte le fece perdere l’equilibrio: l’urlo le si spezzò per la sorpresa mentre agitava invano le braccia per non cadere giù dal palco.
-Mercury!- Le grida si confusero, si sovrapposero.
Reina fece uno scatto e riuscì a fermarle la caduta.
-Reina, Maki, state bene?!- esclamò Hiroto avvicinandosi per aiutarle.
-Mamma mia, che spavento.- soffiò Barra.
-Io s-sto bene.- disse Mercury, un po’ scossa. –Reina, grazie!-
Reina le sorrise, accettando la mano di Hiroto; ma non appena accennò ad alzarsi ebbe una fitta di dolore e gemette.
-Reina?!-
-Credo… di essermi presa una brutta storta alla caviglia.-
Saginuma la prese in braccio e la fece sedere su una sedia, poi chiamò Hitomiko.
La donna, non prima di aver fatto a tutti una ramanzina, le controllò la caviglia e concluse che non avrebbe potuto camminare per almeno tre settimane.
-Non potrai partecipare alla rappresentazione, mi spiace, Reina.- disse piatta.
La ragazza annuì, mentre Mercury si torceva le mani in preda alla disperazione.
-Oh no!- mormorò. –E adesso come facciamo? Reina ha la parte del principe, non può mancare il principe…!
- E mancano solo due giorni alla messa in scena...- fece notare Suzuno, pensieroso.
Reina abbassò lo sguardo, concentrandosi per trovare una soluzione.
Il suo sguardo toccò tutti i volti presenti in sala, e quindi s’illuminò.
-Io ho un’idea, Maki.- disse con un sorriso.
–Lascia che sia Midorikawa a fare il principe.-
Il silenzio accompagnò le sue parole.
-…io?!-
La voce di Midorikawa arrivò dalle file più in fondo, nascosto fra Diam e Pandora.
Il ragazzo fu spinto in avanti dal suo migliore amico, finché non si trovò faccia a faccia con Reina.
Hiroto ripeté, sorpreso:- Midorikawa…?-
-Perché proprio Midorikawa?- esclamò Mercury, confusa.
-Beh, conosce bene la mia parte visto che recita spesso al mio fianco, e poi nel caso posso insegnargliela meglio io in questi due giorni. E poi è l’unico ad avere la mia stessa altezza e la mia stessa misura di scarpe. Il vestito gli andrà benissimo.-
Reina non smise di sorridere, mentre faceva suonare la cosa come fosse la più ovvia al mondo.
Tanto ovvia da persuadere la regista ad accettare questo cambiamento.
-Allora Midorikawa farà il principe al posto di Reina, e Pandora farà il nano al suo posto.- ordinò.
Pandora annuì, mentre Midorikawa restava pietrificato.
–Reina, ti affido Midorikawa!- aggiunse Maki, allegra.
Diam incrociò le braccia dietro la nuca, leggermente spaesato dalla rapida successione degli ultimi avvenimenti..
-Le cose si sono messe in un modo strano, ne, Reize?- osservò.
Midorikawa finalmente si riscosse dal suo shock e alzò la voce.
-U-un momento! I-io non so se....- protestò, ma Mercury era già corsa via urlando che doveva fare delle modifiche urgenti al copione.
Allora il ragazzino si zittì e istintivamente guardò verso Hiroto.
Il rosso pure si girò e lo guardò.
Il loro confronti visivo durò pochi secondi, perché Midorikawa subito distolse lo sguardo, avvampando in modo vistoso.
Hiroto sospirò, e si rivolse a Reina.
-Ma sei sicura che andrà bene?- chiese, dubbioso.
Reina gli fece l’occhiolino.
–Al cento per cento.-  








**Angolo dell’autrice in stato di depressione cronica.**
Ehilà.
Non vi negherò che scrivere questo capitolo mi ha fatta sentire meglio; il fluff è la mia cura antidepressione!
Eh sì, sono un po’ depressa, ma non per questo cesserò di scrivere! Anzi! = u =
 
Se devo dire la verità, la HirotoxReina non è una coppia che mi piaccia particolarmente. Li vedo meglio come migliori amici, o comunque nutrendo solo sentimenti fraterni l’uno verso l’altro (in questo caso soprattutto li trovo dolcissimi!).
Reina è una ragazza forte. Molto forte. Mi piacerebbe essere sua amica.
Alloooooora! Con questo capitolo siete davanti ad una svolta!
Sì sì.
Perché nei prossimi due finalmente andrà in scena la vera rappresentazione.
In tutto, quindi, la fic comprenderà 7 atti + il prologo.
Spero che la leggerete fino alla fine!
Kisses
roby



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Capitolo 7
*** Atto VI. ***


Atto VI.
-Non posso farlo!-
Reina incrociò le braccia e sospirò.
-Perché no, ora?- chiese al ragazzo dai capelli verdi che si fissava abbattuto nello specchio.
-Perché… perché non ce la faccio! Non sono psicologicamente pronto!-
-Ma se ti sei allenato tanto. Hai imparato le battute, i gesti… Ce la puoi fare.- lo rassicurò Reina, avvicinandosi per massaggiargli le spalle.
Convincere Midorikawa si stava rivelando più faticoso di affrontare la Raimon in finale.
-Oh, andiamo, Reina. Non so assolutamente recitare!- replicò il ragazzo imbronciato.
Piccole lacrime spuntarono agli angoli dei suoi occhi.
-Farò una figura del cavolo, me lo sento… e Hiroto magari non mi vorrà più parlare…-
-Ti sembra che Hiroto sia uno del genere?- disse Reina.
-M-ma io…- mormorò Midorikawa. Si morse un labbro, titubante.
-Nonostante siamo così vicini, io… ancora non riesco a raggiungerlo. Come posso essere il protagonista di una storia di cui non sono all’altezza?-
Le lacrime gli inondarono il viso e dovette smettere di parlare.
Sentiva la gola bruciargli, soffocare.
Reina scosse il capo.
-Sei proprio scemo.- commentò.
Sorridendo dolcemente, gli asciugò le lacrime con un fazzoletto e si inginocchiò al suo fianco.
-Guarda.- disse indicando i loro riflessi nello specchio.
Midorikawa obbedì, confuso.
-Un tempo questi non erano i nostri riflessi. Eravamo Ulvida e Reize, nella nostra storia.-
La ragazza abbassò la mano e la poggiò su quelle di Midorikawa.
-Non credi sia bellissimo poter essere finalmente noi stessi? Ora l’unica parte che dobbiamo recitare è in una fiaba, una storia ben più rosea. C’è sempre un’happy ending, nelle fiabe.-
Midorikawa la guardò commosso e Reina sorrise di nuovo.
-Tutti possiamo essere i protagonisti della nostra storia, Ryuuji, e avere un’happy ending.-
Il ragazzo scoppiò di nuovo a piangere, sopraffatto.
Reina scosse di nuovo il capo.
-Su, dai. Non piangere. Sei un principe ora.- disse seria, e prese la spazzola dal ripiano dello specchio.
Con delicatezza gli sciolse i capelli e cominciò a pettinarli.
Poi gli mise in testa il cappello con le piume.
-Reina…- mormorò Midorikawa. –Mi dispiace.-
La ragazza lo abbracciò da dietro e appoggiò il mento nell’incavo del suo collo.
-Sì, proprio un bel principe.- osservò.
Midorikawa accennò finalmente un sorriso.
-Bravo.- commentò Reina. –Sorridi, e fa del tuo meglio. Anche perché se no Maki ti ammazza.-
Il ragazzo ridacchiò nervosamente, portandosi una mano dietro la nuca.
-Mi sa che hai ragione!- esclamò.
Un rumore fitto di passi li fece voltare verso la porta.
-Midorikawa, sei qui?-
La porta si aprì ed entrò Hiroto.
-Mercury ci vuole di là…- disse, ma s’interruppe bruscamente non appena vide Midorikawa vestito da principe.
Il costume di Reina gli andava perfettamente, a parte per il difetto di essere un po’ troppo largo sul petto (N/A: beh, per ovvi motivi...!), e i capelli sciolti gli davano un’aria più matura.
Vedendo che Hiroto era rimasto paralizzato a bocca aperta, Reina fece capolino da dietro Midorikawa.
- Beh, che ne pensi Hiroto? Non è carino?- chiese con una punta di malizia.
Hiroto deglutì e abbassò lo sguardo.
-S-sì.- balbettò. –Molto carino.-
Sia lui che Midorikawa divennero rossi per l’imbarazzo, e Reina rise fra sé e sé.
-Allora, andiamo o no?- chiese cercando di stemperare la tensione.
I due ragazzi si riscossero e annuirono.
-Mamma mia, ho il terrore di scordarmi le battute. Sai che figura del cavolo- disse Midorikawa, pensando che poi ultimamente ne aveva collezionate parecchie, soprattutto con il rosso lì presente.
Si rivolse a Hiroto, preoccupato. –Spero solo di non esserti di peso…-
-Non preoccuparti. Se succederà qualcosa, ti coprirò io. Facciamo del nostro meglio!- replicò il rosso con un largo sorriso.
Anche Midorikawa sorrise timidamente.
–Sì.- acconsentì e andarono insieme sul palco per provare le battute.
Reina li seguì prontamente, per accertarsi che non facessero guai.
Erano appena arrivati vicino ai tendoni quando si trovarono davanti Keeve.
La ragazza dai boccoli rosa e Midorikawa erano praticamente di faccia.
Entrambi distolsero lo sguardo, non avevano più avuto incontri così ravvicinati dal giorno in cui lei l’aveva fatto piangere.
Midorikawa aveva poi dovuto convincere Diam a non ucciderla.
Reina e Hiroto passarono avanti, e Midorikawa si mise fra di loro, accostandosi il più possibile.
-Reize.-
Il ragazzino si voltò verso Keeve, sorpreso.
Era forse la prima volta che non lo chiamava moccioso”, o “perdente” o simili.
Inoltre, la ragazza aveva un’espressione tanto umile da non sembrare lei.
-Mi dispiace.- continuò lei, accennando un invisibile sorriso. –Buona fortuna.-
-Eh? Ah. Oh, grazie.- balbettò Midorikawa, pietrificato dallo stupore, con una capacità linguistica degna di un caimano.
Keeve non rispose, e si andò a sedere in braccio a Wheeze.
-Cosa le dovrebbe dispiacere?- chiese Hiroto, il quale, in tutto ciò, era l’unico a non sapere e non aver capito niente.
Reina, che aveva osservato la scena sorpresa e anche un po’ compiaciuta, scosse il capo e lo spinse verso il palco.
–Nulla, Hiroto, lascia stare.- disse, lanciando un’occhiata d’intesa a Midorikawa.
Il ragazzino annuì e li seguì.
Osservò la situazione, prudentemente.
Mercury stava rendendo sordi tutti dando ordini su ordini, si vedeva che l’agitazione la faceva andare su di giri.
Nepper stringeva la mano di Heat, come per accertarsi che non facesse altre stragi.
Wheeze vestito da nano era la cosa più oscena del mondo.
Diam aveva aggiunto altri tre bracciali e un orecchino al suo costume.
IQ e IC litigavano, probabilmente pur avendo dimenticato riguardo a cosa.
Bonitona e Rean cercavano di aiutare Barra, i cui lunghi capelli viola si erano impigliati nelle ali da fatina.
Se erano da contare anche Suzuno vestito da gatto e Hiroto con la gonna…
Midorikawa sospirò di sollievo. Perfetto, decisamente non era lui il più strano.
-Ah, eccovi qui, finalmente.- commentò Saginuma vedendoli arrivare.
Suzuno e Nagumo si girarono, interessati, e sul viso del capitano di fuoco comparve un sorrisetto.
-Oooh, ma guarda chi abbiamo qui, la principessa e il principe!- esclamò.
-Ma farti i fatti tuoi non è mai un'opzione?- replicò Suzuno piatto.
Il loro scambio di battute attirò l’attenzione di tutti.
Mercury sembrò illuminarsi.
-Awn, sei la cosa più carina dell’universo, Reize!- commentò saltellando verso di lui.
Anche Saginuma gli si avvicinò, calcandogli il cappello sul capo con una mano affettuosa.
-E’ vero.- disse accennando un sorriso. –Ti sta davvero bene.-
-Grazie.- Midorikawa rispose a tutti, arrossendo vistosamente
Il suo sguardo cadde su Diam, che gli fece un largo sorriso.
-Sei uno schianto.- disse l’amico.
Midorikawa ricambiò il sorriso e fece per andare verso di lui, ma improvvisamente una mano si strinse intorno al suo polso.
Il ragazzino si voltò sorpreso:- Hiroto?-
Il battito del suo cuore era accelerato freneticamente.
Il rosso sembrava leggermente incupito.
-Che ti prende?- chiese Midorikawa stupito.
La domanda ebbe effetto, Hiroto lo lasciò immediatamente andare.
-Oh, scusami…! Non so che mi è preso, scusa!- balbettò, si girò e si allontanò da lui a grandi passi, seguito da una Reina alquanto rassegnata.
Midorikawa restò immobile a guardarlo andare, senza capire bene cosa fosse successo.
Sapeva solo che nel momento in cui l’aveva afferrato, si era sentito al massimo della felicità; e quando l’aveva lasciato andare, c’era tristezza. Lo sapeva da tempo: ovunque c’era Hiroto, era luce; dove non c’era, era buio.
Il punto che le sue dita avevano stretto era ancora caldo, era l’unica prova che quel contatto era avvenuto davvero e non l’aveva sognato.
“Hiroto… Hiroto.” pensò forte il suo nome, portandosi il polso alle labbra, posandovi un bacio leggero…
Il bacio che avrebbe voluto dare a lui, ma non per recita.
-Siete tutti pronti?! Tra poco si entra in scenaaa!- gridò Mercury.
Midorikawa sobbalzò, la ragazza lo stava spingendo via dal palco.
Già, la prima scena vedeva come protagonisti solo Biancaneve e la matrigna.
Si accostò dietro i tendoni, fra Quill e Io, cercando di non far caso al mormorio degli spettatori (poche ma ricche persone) che lo innervosiva di più ogni minuto che passava.
Le luci si spensero; Hiroto entrò in scena.
Lo spettacolo superfrizzante di Mercury stava iniziando…
 
… e la sua conclusione li avrebbe lasciati con il fiato sospeso.  






xxx
 

**Angolo della vostra amatissima (certo certo °A°) autrice**
Questo è il penultimo capitolo!
E' un po' troppo corto, vero...? Sigh, Inspiration dove sei?!
E' terribilmente difficile trattare con Midochan e Hirochan.
Per forza Reina è rassegnata...! Sono un po' scemi lol :'DDDD
Alla fine anche Keeve si è riscattata; mi dispiaceva farle fare a lungo la parte della stronza senza risolvere nulla...
Anche se comunque non è che mi vada proprio a genio, eh *brucia immagini HirotoxKeeve* èwé
Nell'ultimo capitolo ci sarà da divertirsi (e speriamo che Hirochan e Midochan accocchiano qualcosa..!) XD
kisses <3
roby

 

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Capitolo 8
*** Atto VII ~Epilogo. ***


 

Atto VII ~ Epilogo.
 

C’era una volta una fanciulla dalla pelle bianca come la neve, e che perciò era chiamata Biancaneve.
Viveva con la sua matrigna, che la odiava e la invidiava perché Biancaneve era una fanciulla buona e bella.
Un giorno venne a scoprire che la ragazza era in realtà la principessa di un regno, e perciò decise di ucciderla…

Potrà il principe con l’aiuto di tre fatine e sette nani sconfiggerla e salvare la bella Biancaneve addormentata nel bosco?

xxx 

-Certo che Hiroto non è affatto male.-
Midorikawa si voltò verso Suzuno, dal quale era venuto il commento sorpreso, e annuì.
-E’ vero. Ha una classe naturale.- replicò ammirato.
Nagumo sghignazzò. –Si vede che ha talento per fare la principessina.-
-Se non eviti questi commenti, il cartello te lo faccio ingoiare.- disse Midorikawa minaccioso.
Nagumo si zittì, ma non dismise il sorrisetto. Suzuno scosse il capo.
-L’invidia è una brutta bestia, ne, Haruya?- commentò piatto.
Nagumo lo guardò torvo e borbottò qualcosa sul “non essere affatto invidioso di quel narcisista di Gran”.
Suzuno e Midorikawa si lanciarono un’occhiata d’intesa: era evidente che Nagumo era invidioso di Hiroto, se non altro perché stava dimostrando di meritare davvero i complimenti di tutti.

Infatti a parte la sua bellezza e il suo fascino, che sicuramente colpivano il pubblico femminile, era indubbio che Hiroto fosse bravo a recitare, era molto spontaneo e si adattava facilmente al proprio ruolo.
Ora era innocente e puro come Biancaneve, quando prima invece…
Già, prima invece.
Un sorriso amaro increspò le labbra di Midorikawa ricordandosi del lato oscuro di Hiroto, Gran dagli occhi glaciali, persino più di quelli di Gazel.

Un solo suo sguardo poteva ucciderti, una sola parola ti strappava il cuore. 
E il carisma che ora esibiva Hiroto era di certo una delle componenti essenziali dell’affascinante personalità di Gran.
-Reina…- mormorò. Reina al suo fianco alzò lo sguardo verso di lui.
-Hai detto che le storie si concludono…- continuò Midorikawa. –Ma non è vero; una storia non si conclude mai… perché i protagonisti non scompariranno mai del tutto; saranno sempre dentro di noi. Ora soltanto lo capisco…-
Le sorrise, ricambiando il suo sguardo intenso.
-Per scrivere una nuova storia non bisogna cancellare quella vecchia, ma dobbiamo farla diventare una parte di noi. In fondo al cuore io conserverò per sempre Reize, Hiroto Gran, tu Ulvida. Sono una parte importante delle nostre storie… E ci aiuteranno a crescere.-
Reina annuì, gli posò una mano sulla spalla e sorrise leggermente in cenno di assenso.
Midorikawa tornò a guardare Hiroto, completamente rapito.
E’ così… io non mi sono innamorato di Hiroto, ma anche di Gran… perché io amo ogni parte di lui…” pensò arrossendo.
-Se continui a fissarlo così intensamente finirai per consumarlo.- gli fece notare Diam apparendo quasi dal nulla. Midorikawa sobbalzò, diventando rosso come solo lui poteva.
-C-cosa cavolo ci fai qui?! Non dovresti andare in scena?!- riuscì ad esclamare dopo lunghi balbettii dovuti all’imbarazzo di essere stati colti in castagna.
Sia Reina che Diam risero.
-Calmati, Reize! Respira!- esclamò Diam. –Sì tra poco tocca a me, ma ero passato a vedere come stavi! Sei in ansia per la parte?-
-Adesso che me l’hai detto tu… sì.- Midorikawa incrociò le braccia torvo.
Diam rise di nuovo e gli gettò le braccia al collo.
-Non ti preoccupare! Andrai benissimo!- disse. –E poi se diventi troppo nervoso fai figure del cavolo anche maggiori, lo sai no? O devo ricordarti di quando hai urlat…-
-Miura Hiromu, così non mi aiuti!- Midorikawa si affrettò ad interromperlo, e arrossì notando che Reina lo guardava interrogativa, come se d’un tratto avesse capito qualcosa.
-Diam, non è il tuo turno?!- insistette Midorikawa.
Diam lo abbracciò più forte, dal tremore delle spalle Midorikawa poteva dire che stava ancora ridendo.
Gli diede un pugno scherzoso sul braccio.

-Miura Hiromu, molla Reize e vieni qui insieme agli altri!-
L’urlo bisbigliato di Mercury costrinse Diam a staccarsi.
Gli lanciò un bacetto mentre correva verso Mercury, esclamando:- Buona fortuna, Midochan!- in una passabile imitazione di Hiroto che lo fece arrossire di nuovo.

Dannazione.
Doveva diventare più bravo a nascondere i propri sentimenti…

Tornò a guardare Hiroto e notò con stupore che anche il ragazzo lo stava fissando; quando i loro sguardi s’incrociarono, tuttavia, il rosso distolse precipitosamente il suo.
Midorikawa sbatté un paio di volte le palpebre, perplesso.
Che se lo fosse immaginato? Hiroto che lo fissava in modo così intenso… come se cercasse di leggergli dentro.

Chissà cosa gli passa per la testa” si chiese pensieroso.
Gli sembrava che ora i gesti di Hiroto fossero più nervosi, meno naturali di prima.
Non ci voleva un genio per indovinare che qualcosa lo turbava, e chissà se era collegato al suo gesto di poco prima, quando l’aveva afferrato per un braccio.
Con la coda dell’occhio vide Reina sospirare e scuotere la testa, rassegnata.
Forse lei sapeva il perché del comportamento strano di Hiroto… Sicuramente lo sapeva.
-Ti prego, cacciatore, non uccidermi!- stava dicendo Hiroto, implorante.
Saginuma si voltò, e la sua coda di cavallo nera frustò l'aria, facendo mormorare molte ragazze.
Eh sì, bisognava ammettere che anche il capitano della Epsilon aveva il suo fascino.
-Sì... il tuo sguardo puro mi ha commosso. Ti aiuterò a fuggire.- disse con voce profonda.
-Awww, non è stupendo?- sospirò Mercury piena d'ammirazione.
Nagumo incrociò le braccia e le mise il broncio.
-Io sono più figo di quello lì.- borbottò geloso di attenzione, ma Mercury lo ignorò.
-Ora vai! Fuggi nel bosco!- esclamò Saginuma, forse in modo eccessivamente drammatico.
Heat si schiarì la voce. -Biancaneve seguì il suo consiglio e s'immerse nel bosco, ma...-
-Ahimé!- Hiroto si portò una mano alla fronte, fingendosi disperato.
-Mi sono persa... ora come faccio?- Si girò smarrito, poi s'illuminò. -Mi sembra di vedere una casa laggiù!-
-Biancaneve raggiunse la casa, entrò ma non c'era nessuno... Era talmente sfinita che decise di riposarsi là... ma p
oco dopo che Biancaneve si era stesa, cercando di trovar sonno, tornarono a casa i veri proprietari, cioè sette nani dai simpatici costumi…-
L’inconfondibile accento di Osaka di Heat annunciò l’entrata in scena dei sette nani.
-Simpatici non direi proprio.- borbottò Rean. -Non hanno il minimo gusto.-
-Appunto, fanno ridere.- sghignazzò Heat, guadagnando occhiate torve da parte di Rean e Nepper.
IQ decise di intervenire per fermare il loro battibecco.
-
Oooh, ma chi è mai questa bellissima fanciulla?- disse aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-Non lo so ma svegliamola.-
Il tono ironico di Nepper mostrava perfettamente tutto il suo entusiasmo.
L'attaccante della Prominence stese il braccio oltre la spalla di IQ e diede a Hiroto uno schiaffo sulla nuca.
Il rosso si alzò di scatto, dolorante.

-Biancaneve pregò i nani di ospitarla presso di loro… e loro accettarono.- disse Heat.
-Sei la benvenuta! Anche perché ci faceva proprio comodo una domestica!- esclamò Diam con un sorrisetto.
I ragazzi rimasero per un attimo interdetti, del tipo...
"
Uhm...ma la battuta non era proprio così."
Hiroto fece un sorriso nervoso.
–Ah… beh grazie.- rispose, con voce acuta, massaggiandosi la nuca.

Mentre Diam si voltava a parlare con gli altri nani, Midorikawa non poté non notare lo sguardo improvvisamente serio con cui Hiroto fissava il suo migliore amico.
Sembrava quasi che ce l’avesse con lui per qualcosa… forse perché aveva cambiato il copione a suo piacimento?

Lui Hiroto proprio non lo capiva più.
Sospirò e riprese a guardare la recita.
-Intanto, la matrigna interrogava il suo specchio…- disse Heat.
Keeve fece un gesto seccato, spostandosi i boccoli rosa dalle spalle, e tese la mano verso l’oggetto, dietro il quale Rionne era pronta a risponderle.
-Allora, specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?- chiese altezzosa.
Rionne si schiarì la voce prima di intonare la sua risposta.
-Mia cara regina tu sei bella assai,
ma ce n’è una che non superi mai;
Io ti faccio questa premessa, la colei di cui parlo è in realtà una principessa!
Ma nessuno lo sa, chissà?
Biancaneve questa qua.
-

Keeve ebbe un moto di violenza istintivo contro lo specchio nel sentirsi dire che lei non era la più bella, ma per fortuna seppe controllarsi.
-Oh… una principessa?- ripeté per darsi un po’ di tono.
Dunque è così! Ma questo resterà un segreto per sempre… come per sempre dormirà la fanciulla per mano mia!-
E rise.

I ragazzi ebbero un brivido: bisognava ammettere che era portata per la parte della cattiva…
Midorikawa deglutì, meglio non dirlo a Keeve o l’avrebbe ucciso davvero stavolta.

Così Keeve prese un cestino di mele e “si recò” a casa dei nani (praticamente dovette fare appena tre metri), dove Hiroto l’aspettava.
-Oooh, chi sarà mai a quest’ora? I nani non ci sono, cosa posso fare per voi?-
-Sono una vecchina che vende mele… cosa potresti mai fare per me scusa?! Comprati una mela no?!-
Keeve si stava decisamente spazientendo.

Hiroto rise nervosamente e allungò una mano il cesto.
Prese una mela e la morse, per poi cadere addormentato in modo così realistico da accendere mormorii commossi in sala.

-Oh no!- esclamò Rean, calata da sopra con un filo per dare l’impressione che volasse con le sue aluccie scintillanti, seguita da Bonitona e Clara.
-Siamo arrivate tardi!- disse Rean. –Maledetta matrigna!-
Keeve rise di nuovo.
Biancaneve dormirà per sempre, e io mi prenderò il regno!- affermò, poi uscì di scena e tutti gli alieni la osservarono con una certa rassegnazione mentre si esibiva nella sua famosa camminata sexy (la faceva sempre quando credeva di aver detto qualcosa di molto cool), muovendo fianchi e sedere.
Clara iniziò a balbettare e ad inciampare nella propria battuta.
-Ehm, adesso cosa facciamo?- Rean intervenne per aiutarla, e contemporaneamente lanciò un’occhiata interrogativa a Nagumo.
Il ragazzo prontamente scrisse un cartello e lo alzò verso di loro.
Rean sorrise e recitò ciò che Nagumo le aveva scritto:- Forse dovremo cercare il principe…-
-Giusto!- Clara s’illuminò, ricordando la battuta. –Il p-principe è l’unico a poterla salvare!-
-Bravo, Nagumo!- esclamò Mercury abbracciandolo.
Nagumo fece un sorriso tronfio, come a dire” visto quanto sono bravo, plebei?”, in perfetta linea con il suo carattere vanitoso e arrogante.
Suzuno roteò gli occhi, sarcastico.
Oh sì, bravo, sai scrivere.- commentò.
-Ehi!- replicò Nagumo irritato, mentre il ragazzino gli passava affianco per avvicinarsi alla bara di vetro che stava in un angolo del palco.
Si sedette a terra, sistemandosi orecchie e coda da gatto.
-A quel punto tornarono i nani, che piansero molto Biancaneve...- disse Heat.
-Perché dovrei piangere?- obiettò Nepper alzando un sopracciglio.
-Non me ne frega nient...Ahia, che sofferenza!- finì piagnucolando quando Heat gli pestò un piede, seccato da quella mancanza di collaborazione (preoccupati di un eventuale incazzatura di Heat, da quel momento in poi tutti seguirono alla lettera qualunque cosa il narratore di Osaka dicesse).
-C-comunque, cosa ne facciamo della povera Biancaneve?- chiese Clara.
-Propongo di metterla in questa bara di cristallo!- esclamò Wheeze.
Suzuno alzò una zampa e la strofinò sui capelli.
-Nya. La bara è mia, nya.- replicò.
-Adorabileeeeeee!- gridò IC senza potersi trattenere dal saltargli addosso e abbracciarlo.
IQ mise il broncio, geloso della sua sorellina.

-Ehm.- Diam si schiarì la voce. -Non ci potresti prestare la tua bara allora?-
-Nya... va bene, ma dovete pagarmi.-
Suzuno tese la zampa e li fissò con serietà.
-Ma se ti paghiamo non è un prestito.- gli fece notare Diam scettico.
-Nya.-

Diam scosse il capo e mandò avanti Wheeze.
Il ragazzone si frugò nelle tasche, quindi tirò fuori un po' di yen e li lasciò cadere nella zampa aperta di Suzuno, che la chiuse prontamente.
-Nya.- commentò, e così Hiroto fu messo nella bara, che in realtà era in plexiglass e per di più senza coperchio.
Suzuno riprese a pensare ai fatti suoi e il sipario si chiuse, sancendo la fine della prima parte.
Midorikawa tirò dentro un bel respiro.
-Ora tocca a te!- esclamò Mercury. -Fai del tuo meglio!-
Midorikawa annuì, e Diam gli diede una pacca sulla spalla.
-Coraggio, se non ti ricordi qualcosa c'è sempre Nagumo! E poi anche noi in scena ti possiamo dare una mano.- lo rassicurò amichevolmente.
-Grazie, Hiromu...- mormorò il ragazzino.
I suoi occhi neri cercavano Hiroto, che aveva lasciato la bara per andare a farsi un giro; dopo alcuni minuti riuscì ad intravedere la sua chioma rossa spuntare dietro Wheeze e Keeve che si baciavano (COSA?!!).
Lo raggiunse, lanciando uno sguardo scioccato alla nuova coppia.
-Hiroto!- Sorrise, incerto.
Il rosso, che apparentemente stava fissando il vuoto, sobbalzò e si girò lentamente, sorpreso.
-Sei stato eccezionale.- si complimentò Midorikawa. -Spero davvero di essere alla tua altezza.-
Hiroto sorrise dolcemente: vedere Midorikawa così nervoso, che aveva le guance arrossate e si torceva le mani in grembo, gli faceva tenerezza.
-Lo sarai. Tu sei perfetto, Midorikawa.- replicò.
Midorikawa si sentì avvampare, e il suo cuore fece una capriola.
Hiroto distolse lo sguardo, fissandolo a terra, tutto ad un tratto di nuovo cupo. 
-A dire la verità, io... mi sento...- mormorò.
Midorikawa attese la fine della frase, ma non arrivò.
Sbattè le palpebre un paio di volte, confuso.
-Hiroto? Ti senti bene? E' da prima che sei strano...- commentò.
Tese la mano per scostare le ciocche rosse dalla fronte del ragazzo e misurargli la temperatura, ma Hiroto la intercettò con la sua, cogliendolo alla sprovvista.
-Perché ti sento come un qualcosa di lontano?- sussurrò il capitano della Genesis.
I suoi occhi verdi osservavano blandamente il profilo delle loro mani unite.
Alzò lo sguardo e guardò Midorikawa dritto negli occhi.
-Io vorrei restarti accanto. Quando hai voglia di piangere, puoi venire da me... come facevamo quando eravamo piccoli. Voglio esserti vicino.- ammise.
Midorikawa lo ascoltava rapito, sperando vivamente che quella non fosse l'ennesima allucinazione uditiva...
Di sogni su Hiroto lui ne faceva tanti.

-Ovviamente capisco benissimo che ci sono persone a cui sei più legato... tipo Miura. Lo capisco se ti fidi più di lui... ti piace no?-
La mano di Hiroto lasciò lentamente la presa sulla sua.
Midorikawa rimase sospeso, senza sapere cosa dire.
Non è che avesse colto a pieno il discorso... Perché Hiroto aveva parlato di Diam?

Il ragazzino notò che gli occhi verdi di Hiroto si erano incupiti e le sue labbra si erano arricciate in un leggero broncio, come se in effetti -anche se aveva detto il contrario- non gli andasse proprio a genio di essere meno importante di Diam.
-Hiroto...- La voce gli mancò un attimo, per la sorpresa. Forse Hiroto credeva che...?
-A me non piace Diam.- dichiarò con sincerità.
Lo sguardo di Hiroto parve illuminarsi.
Midorikawa capì di aver colto nel segno e proseguì.

-Voglio dire, sicuramente è una persona molto importante per me. E' il mio migliore amico, ma non provo niente di più forte per lui.-
Parlava velocemente, senza sapere il perché, forse perché più parlava più gli sembrava di vedere un baleno di felicità nel viso di Hiroto e questa insolita felicità gli faceva battere il cuore a mille.
Si avvicinò e gli sfiorò di nuovo la mano, non aveva il coraggio di stringerla.
A quel punto le circostanze valevano il rischio...
Si alzò sulle punte, finché le sue labbra non toccarono il lobo dell'orecchio sinistro di Hiroto.
-Però c'è...- bisbigliò. -C'è una persona che mi piace. Ed è molto vicina...-
Si ritrasse, visibilmente imbarazzato, e arrossì ancora di più quando si accorse che anche le guance di Hiroto si erano imporporate.
Nell'istante in cui sorpresa e consapevolezza brillare negli occhi di Hiroto, Mercury chiamò Midorikawa.
Il ragazzino scappò via, deluso e sollevato al tempo stesso di aver dovuto lasciare a metà la conversazione.

Si era praticamente dichiarato... cosa avrebbe pensato Hiroto di lui?
Non era sicuro di essere pronto per una risposta.
Il sipario si riaprì e lui dopo alcuni minuti entrò in scena, vagando sul palco.
Spostò il mantello con un ampio gesto del braccio, come gli aveva insegnato Reina, quando Heat pronunciò la sua presentazione: il principe, proveniente da un regno vicino, era il promesso sposo di Biancaneve fin dalla nascita.
-Il loro amore era sbocciato quando erano ancora bambini, ma da allora non si era mai affievolito... né spento.- recitò Heat in tono motono.
Midorikawa sentì il battito del suo cuore accelerare di nuovo: perché quelle parole gli ricordavano di lui e Hiroto?!
No, no” si disse scuotendo il capo. “Devo concentrarmi...”
-Il principe era venuto nel regno per cercare Biancaneve... ma non sapeva che la ragazza era caduta vittima di un incantesimo! Quando lo scoprì diventò disperato... e decise di salvarla a tutti i costi!- continuò Heat.
-Non ti preoccupare, ti aiuteremo noi!- esclamò Bonitona.
-Cosa credete di fare? Non avete nessuna speranza contro di me!- gridò Keeve, e rise di nuovo, perfida.
Decisamente quel ruolo le si addiceva molto, per quanto lei fosse contraria.
Midorikawa sentì il sangue ribollirgli nelle vene.
-E invece io ti sconfiggerò... Salverò Biancaneve perché la amo!- rispose, infervorato...
...forse un po' troppo.

Keeve lo guardò sorpresa, mentre Diam e Reina ridacchiarono, facendolo arrossire di nuovo.
La seconda parte della recita riguardava perlopiù le svariate prove che il principe doveva affrontare per sconfiggere l'antagonista (immaginarono che Mercury si fosse divertita anche troppo nell'idearla, magari prendendo spunti a casaccio da manga e film disney).
All'ultima scena, quindi, si erano tutti un po' rotti le scatole, e Keeve si disse sconfitta prima dell'ultima vera prova, aggiungendo che se avesse continuato così lo stress le avrebbe sfatto i boccoli.
Nessuno protestò del taglio, a parte Mercury ovviamente, e Midorikawa ringraziò internamente Keeve per quella saggia scelta: anche lui era esausto e non vedeva l'ora di finire quella stupida recita e andare a casa...
Peccato che adesso arrivasse la parte più difficile.
La scena del bacio.
L'aveva temuta quando si trattava di Reina e Hiroto, la temeva ancora di più ora che riguardava lui e il ragazzo cui mezz'ora prima si era dichiarato.
L'unica luce accesa avvolgeva in un fascio il centro del palco, dove lui stava in piedi, scrutando il buio.
-Oh, principessa... finalmente ti ho raggiunta.- disse.
Si chinò, scostando il mantello, vicino alla bara, che fu accolta nel fascio di luce dopo poco.
Midorikawa deglutì: Hiroto stava steso ad occhi chiusi (ma chissà se invece non lo stesse spiando di nascosto), con le mani in grembo.
Aveva un'espressione così docile, e che ciglia lunghe. Che labbra invitanti...
Ma perché si ritrovava a fare pensieri da maniaco?!
Avvampò, cercando di combattere l'improvviso nervosismo.
-Ti ho inseguita così a lungo che non mi sembra vero... essere tanto vicini...-
La voce gli tremava un pochino.
Non riusciva a togliersi di dosso la spiacevole sensazione che ognuna di quelle parole appartenesse a lui, ai sentimenti che davvero provava per Hiroto... come se si stesse dichiarando di nuovo.
Dopo essere stato più di cinque anni in silenzio, in un giorno solo si era dichiarato due volte.

Il silenzio calato in sala non faceva altro che aumentare la tensione.
E va bene, o la va o la spacca. Dopotutto, posso sempre far finta...” pensò.
Si chinò verso Hiroto,avvicinò il viso al suo quanto più possibile, e poggiò le mani ai lati del suo collo, intenzionato a rimanere a pochi centimetri dalle sue labbra, cosicché da lontano sarebbe parso un vero bacio.
Ma Hiroto aveva piani diversi: all'improvviso afferrò le sue mani, intrecciando le dita con le sue, e si alzò leggermente facendo incontrare le loro labbra.
Midorikawa sgranò gli occhi, colto alla sprovvista.
-Così con il bacio del principe finalmente Biancaneve si svegliò... Si sposarono e divennero un bravo re e una brava regina e vissero per sempre felici e contenti!-
La voce di Heat gli arrivava come un ronzio lontano.
Chissà se tutti li stavano fissando, chissà se se n'erano accorti...
Ma chi se frega.” si disse e ricambiò il bacio del rosso.
Quando si staccarono, erano entrambi accaldati e scoppiavano di felicità .
Midorikawa si sollevò, restando sulle ginocchia, e spostò lo sguardo dalle loro mani intrecciate a Hiroto più volte, mentre piccole lacrime gli scivolavano lungo il volto.
-Hiroto... io ti...- balbettò, pronto per una terza dichiarazione, ma Hiroto lo interruppe.
-Lo so. Anche io.- disse in fretta, si mise seduto e lo baciò di nuovo.
Midorikawa gemette, Hiroto disintrecciò una mano e gliela premette dietro la nuca per avvicinare ancora di più i loro visi, approfondendo il bacio.
-Ma guarda un po' che spudorati!-
Si staccarono di nuovo, e guardandosi intorno storditi videro Reina e Diam, che si diedero il cinque continuando a sorridere del loro successo.
Il pubblico applaudiva forte e Mercury sembrava impazzita.
-Diventerò famosa!- strillò stringendo Heat e Nepper in un abbraccio spaccaossa.
Uno stato generale di euforia pervadeva i ragazzi, che uscirono sul palco per i ringraziamenti tenendosi per mano.

-Però è stato tutto merito mio.- commentò Nagumo esibendo il cartello su cui aveva scritto la parola “Fine.” a caratteri cubitali. Mercury nell'euforia lo abbracciò e lo baciò sulla guancia, poi continuò a saltellare avanti e indietro mentre il tulipano restava in stato di shock.
Suzuno ridacchiò e stava per fare un commento ma fu sovrastato dalle urla di Wheeze.
-Cosa?! Non era scritto nel copione che dovessi pagarlo?!! SUZUNO VIENI QUI IMMEDIATAMENTE!!!-
-Nya!- Suzuno sgusciò via abilmente dileguandosi con gli yen di Wheeze, che continuò a sbraitare (ma tanto non li avrebbe mai più avuti).
Midorikawa abbracciò Reina, e a loro si unì anche Hiroto, e poi anche Diam, anche se Hiroto era geloso...
Ma andava bene così.

xxx

Appoggiata ad un muro in fondo alla sala, con le braccia incrociate al petto, Hitomiko sorrise: i fondi li avrebbero avuti sicuramente ma la cosa più importante è che si fossero divertiti.
Quei ragazzini avevano sperimentato il dolore, la gioia, la speranza, la disillusione, l'amore, l'amicizia...
Il sipario si stava chiudendo sulla recita, ma non sulla loro storia...
Quella era ancora all'inizio, ed era destinata a continuare.

 

FINE~

 








**L'ultimo angolino dell'autrice stanca ma felice**
Stanca, perché c'ho messo tre giorni a finire quest'ultimo capitolo (causa computer scassato e ispirazione bastarda DDDD:) = w =
Felice perché sono soddisfatta dell'happy ending!

Diciamo la verità: senza Diam e Reina questa HiroMido sarebbe naufragata, ahahaha!
E' merito loro se quei due sono riusciti a mettersi insieme... complice un po' di intraprendenza da parte di entrambi, ovviamente~

Per quanto riguarda le prove del principe...
Beh potete immaginare quel che volete! Date libero sfogo alla vostra fantasia, perché è così che Mercury le ha ideate XDDDD L'ultima era quella classica della Bella Addormentata, la strega trasformata in drago e i rovi...

Il contributo di Nagumo e del suo cartello sono stati essenziali uwu
E Suzuno probabilmente si comprerà i ghiaccioli coi soldi di Wheeze...

Alla prossima fic!
kisses~
roby
 

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