You can run away with me anytime you want

di livvaable
(/viewuser.php?uid=144329)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I've got the answer ***
Capitolo 2: *** It's just the hardest part of living ***



Capitolo 1
*** I've got the answer ***


Premettendo che è la prima cosa che ho il coraggio di pubblicare e questo capitolo è terribilmente corto, non ho pretese xD
Ma almeno un piiiiiccolo commentino lo accetto, eh!! ^^
Critiche costruttive!! (Y)

I've got the answer

 

Frank si guardò attorno, il suo appartamento, completamente bianco a Battery City, la sua routine, sempre più difficile da sostenere…
svegliati, prendi le pillole, lavora, prendi le pillole, mangia, lavora, prendi le pillole, vai a letto…
Per lui che prima dell’esplosione del 2015 era considerato dai suoi compagni il ribelle, quello che non sopportava le regole, allora dalla sua aveva la libertà. Allora suonava la chitarra e sognava di formare un gruppo e diventare famoso, avere molti fan e diventare un’ispirazione per loro. Niente lo fermava, sapeva trattare con le persone, le condizionava e otteneva sempre quel che voleva. La sua vita scorreva come quella di un normale adolescente.
Poi successe tutto così in fretta, il cielo si fece grigio plumbeo, la gente che correva, il boato, le urla dei familiari, dei suoi amici, tanta luce, moltissima luce, accecante.
Poi più niente.
Si era risvegliato abbagliato dal candore delle pareti della sua stanza d’ospedale, con suo sgomento vide tutte le persone vestite uguali, di quel bianco spento, vuoto.
Nessuno aveva prestato attenzione alle sue urla quando il medico gli aveva detto dei suoi familiari, tutti morti. Il cielo perennemente grigio, sempre nuvoloso, si sapeva che erano sotto una cupola di vetro, così i raggi elettromagnetici dell’esplosione non avrebbero danneggiato i computer, ma la verità era ben un’altra e Frank l’aveva capita fin da subito, nessuno doveva uscire. Non si aveva molta scelta se si era un quindicenne orfano a Battery City, lo avevano iscritto a scuola, una scuola bianca, una scuola triste, deprimente, non c’era arte, non c’era musica, non c’era un bel niente, ti piazzavano davanti a uno schermo che parlava, parlava, parlava. Ti fotteva la mente ecco cosa faceva.
Poi c’era lei, la Better Living Industries
‘Sei stanco dei soliti sentimenti? Con le nuove pillole Bl/ind potrai finalmente eliminarli, niente più rabbia, niente più gioia, allegria, noia, niente più amore. Ti sei ricordato di prendere le tue pillole?’
Quella maledetta industria produceva qualsiasi bene necessario, non c’era via di scampo, alla fine eri solamente un individuo esattamente uguale agli altri, esattamente inutile come loro. Almeno col nome ci avevano azzeccato, Blind, si perché quelle medicine ti rendevano cieco, ti rendevano apatico, inumano. Erano tutti chiusi nella loro bolla di felicità, ma come è noto tutte le bolle sono destinate a scoppiare.
Il primo attentato fu nel 2017 un gruppo di ribelli di Battery City aveva organizzato un attacco al reparto S/C/A/R/E/C/R/O/W della Better Living, il reparto centrale, dove erano raccolte tutte le informazioni sulla popolazione, facendolo saltare in aria. Erano solo in tre e avevano messo in seria difficoltà il sistema, avrebbe voluto incontrare l’ideatore di quel piano, avrebbero fatto grandi cose insieme. Erano riusciti anche a scappare, ad uscire fuori dalla cupola, Frank a malapena si ricordava che sensazione si provasse a respirare dell’aria fresca, i colori del paesaggio, i suoni. Ben prestò però dimenticò anche quelli, come la popolazione si dimenticò di quell’attacco isolato che Korse aveva cercato di soffocare nel bianco.
La routine si susseguiva identica, ogni giorno. Ormai erano quattro anni che c’era dentro. Era un comunissimo 26 giugno, che l’anno fosse il 2019 poco importava, Frank amava passeggiare nella zona periferica di Battery City, soprattutto dopo che non aveva “accidentalmente” preso le pillole, lo faceva sentire ancora un po’ vivo. In quella zona il cielo assumeva delle sfumature rossastre, attorno al confine della barriera c’era della sabbia ocra.
All’improvviso un’esplosione lo fece sobbalzare, si guardò intorno per trovare la causa di quel frastuono, tra il fumo e la polvere vide uno squarcio nella cupola, le sirene d’allarme iniziarono a suonare, draculoidi che correvano, poi li vide, i famosi ribelli di cui tanto dovevano diffidare, erano soltanto una bambina e un ragazzo. Correvano come matti verso quella speranza, come se da quei cento metri dipendesse la loro vita. Non stavano bene a Battery City? I due giovani sparavano con le loro pistole laser quanti più colpi potevano alle loro spalle, colpendo alcuni draculoidi. Che spreco.
Un draculoide colpì di striscio il ragazzo che cadde a terra, la bambina con dei capelli ricci improbabili si fermò cercando di aiutare l’amico a rialzarsi, mentre lui le gridava di continuare a correre. Frank era a una decina di metri da loro, poteva sentire le parole di scusa della bimba, che poi riprese a correre piangendo, infilandosi nella crepa per uscire all’aria aperta, continuando a correre. Intanto il ragazzo si lamentava a terra, i Draculoidi stavano arrivando.
Una ventata d’aria fresca lo investì, respirò a pieni polmoni quell’ossigeno così agognato dal ragazzo steso sull’asfalto.
Caro Frank, cosa fare adesso? Aiutare quel traditore a scappare e venire automaticamente incarcerato o  piuttosto starsene fermo lì a godersi la scena dell’arresto e forse esecuzione di un ragazzo che sogna la libertà? Si sentivano i passi di corsa dei draculoidi alle spalle, il ragazzo lo fissò implorante, con la faccia impolverata, il suo sogno barcollare e infrangersi nei suoi occhi.
Successe tutto in fretta, Frank cinse il petto del ragazzo e lo portò fino alla breccia che lo separavano dall’esterno, il più giovane strisciò attraverso la fessura nel vetro, un colpo venne sparato dai draculoidi che centrò in piena schiena Frank che cadde in ginocchio senza mai staccare gli occhi da quelli neri e profondi del ragazzo.
- Grazie, non lo dimenticherò.
Non l’avrebbe dimenticato, senza sapere il motivo Frank si aggrappò a quella promessa, l’ultima cosa che vide fu il ragazzo correre nel deserto verso la sua libertà.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** It's just the hardest part of living ***


Hola people!! Ebbene si questa cosa ha un seguito!! Grazie a Karola, a cui dedico pure questo capitolo. Graaazie :D
Sono necessari chiarimenti: Luke, io sono tuo padre!!
No scherzo. Sono fan del pairing Kobra Kid/Showpony.. quindi.. su su... capite...
Bon, spero vi piaccia :D

It's just the hardest part of living
 

Stava appoggiato allo steccato fuori dal Diner a lucidare la sua pistola rossa, alzò lo sguardo sull’orizzonte, intravedendo quella città maledetta, chissà come se la stava passando Seth da quando se n’era andato.


*Inizio flashback Kobra Kid*

Gerard era ancora seduto nella poltrona in sala a sonnecchiare, povero, non aveva dormito per giorni per organizzare quella fuga, Ray era a sorvegliare i dintorni e lui era sulla terrazza sul tetto, seduto sul cornicione, il panorama era sempre lo stesso, quindi si concentrò sulle persone in strada, era l’ora di punta c’era un fitto tremendo, facevano impressione da quanto erano identiche, alcuni draculoidi pattugliavano le strade. Non sarebbe stato facile evadere da Battery City, il piano di Gerard era geniale, aveva passato molte notti insonni a girare di nascosto attorno alla Bl/ind per cercare un punto cieco alle telecamere, una via di fuga plausibile o un modo per non finire prigionieri a morire nelle segrete. Per questo lo stimava, aveva dato tutto sé stesso a quel piano.
Il suo sguardo fu attirato da un ragazzo in lontananza che stava correndo seguito da un gruppetto di draculoidi, cercando di confondersi tra la gente.  Scese in fretta le scale, gridò a Gerard che andava a salvare un ragazzino, arrivando al piano terra uscì in strada e si tuffò tra la gente cercando di rientrare nella traiettoria del ragazzo. Lo vedeva correre tra le persone, doveva essere giovane, aveva ancora un viso innocente, i capelli mori lunghi aveva in mano una pistola laser bianca, forse l’aveva rubata e ora si ritrovava i draculoidi alle calcagna. All’improvviso sparì, Mikey si fece largo tra la folla per riuscire a trovarlo, l’aveva perso, come poteva essere stato così stupido da averlo perso!? I draculoidi ormai erano vicini, meglio per lui rientrare, se lo avessero visto non se la sarebbe passata bene. Si girò un’ultima volta verso il luogo da cui provenivano i draculoidi e venne investito da una persona, finirono entrambi per terra, uno sopra l’altro, il ragazzino ansimante lo guardò negli occhi terrorizzato. Ricambiò quello sguardo, percependo il peso di quel corpo sul suo, così vicini. Sentirono delle voci urlare la loro posizione. Mikey si riscosse, si alzò tirando il ragazzino per la mano verso la porta ancora aperta, cercando di farsi spazio tra la calca. Raggiunsero l’ingresso del palazzo e si chiusero la porta alle spalle, affannati.
Mikey si accorse di stare ancora stringendo la mano dello sconosciuto, la lasciò e salì di corsa le scale. Entrò nella stanza principale imprecando, Gerard si alzò e gli andò in contro.
- Mikey che c’è? Non ce l’ha fatta? Fa niente ce ne sono tanti che cercano di fare i furbi...
Mikey era appoggiato al piano cottura con la testa bassa.
- Non fa niente Mikes... L’importante è che non ti sia fatto beccare... Hey, stai bene?
La porta cigolò, la mano di Gerard scattò alla cintura, impugnando la pistola, la puntò verso l’entrata, sbucò un ragazzino impaurito.
- Mikey!! L’hai portato dentro!! Cosa ti è saltato in mente? Potrebbe rivelare la nostra posizione...
Gerard corse alla finestra scostando la tenda per accertarsi che i Draculoidi fossero fuori dall’edificio. Erano in mezzo alla strada spaesati, presero un vicolo di fronte all’ingresso, Gerard tirò un sospiro di sollievo.
Si girò di nuovo verso il ragazzo, ancora fuori dalla porta, gli fece cenno con la pistola di venire avanti e di sedersi sul divano. Il ragazzino tremante eseguì. Gerard gli strappò l’arma di mano.
-  Come ti chiami?
- Io??... Ehm... Mi chiamo... ehm.. Adam
- Non mentirmi, non sono nato ieri...
Il tono di Gerard era duro, non avrebbe ammesso più alcun errore.
- Seth, mi chiamo Seth...
- Mikey vieni qua, Seth quanti anni hai? Perché i Draculoidi ti seguivano?
Mikey si avvicinò al ragazzo e si sedette accanto a lui in quel divano stretto e sfondato.
- Diciassette, io.. avevo...
Gerard gli urlò contro.
- Cosa cazzo hai fatto perché quei fottuti individui ti inseguissero??
Iniziò a piangere. La cosa peggiore che potesse fare. Gerard non sopportava le persone che piangevano e si disperavano, ma soprattutto quelle che non gli rispondevano...
Suo fratello si alzò e andò in camera sbattendo la porta. Mikey si girò verso Seth, ruotandogli il viso con le mani, guardandolo di nuovo in quegli occhi neri appannati dalle lacrime.
- Seth, non ti vogliamo far niente di male, Gerard ha il suo carattere. Raccontami cos’è successo..
- Io non mi ero presentato a scuola... Loro sono venuti a casa mia, mi volevano portare alla S/C/A/R/E/C/R/O/W... allora sono scappato, hanno iniziato a sparare... e ho visto una pistola per terra... l’ho presa e ho risposto al fuoco... poi sono sbucato nella via principale, continuavo a scappare, ma i Draculoidi si sono moltiplicati... Poi... beh...
Mikey lo incoraggiò.
- Poi?
- Beh... Poi ti sono caduto sopra...
Sul viso di Seth si aprì un sorriso e posò una mano sul fianco opposto di Mikey, arrossendo lievemente...
Mikey arrossì a sua volta, imbarazzato da quel momento.
Seth gli posò un bacio sulle labbra, Mikey rabbrividì.
- Grazie per avermi salvato
Mikey si alzò, prese Seth per mano e si infilò in camera da letto.

*Fine flashback Kobra Kid*

 

Soffiò fuori il fumo della sigaretta, rimettendosi la pistola nel fodero. Guardò l’orizzonte, una figura minuta stava camminando barcollante lungo la strada, gli corse incontro. Oddio Grace!! La raggiunse e la abbracciò.
- Grace cos’è successo?? Perché?? Come hai fatto??
- Io e Seth abbiamo tentato di evadere.. I draculoidi..
Tossì violentemente, avrà passato giorni nel deserto senza bere né mangiare.
-  Tranquilla Grace, ora sei al sicuro.
Kobra Kid venne scosso da un brivido
- Dov’è Seth?
- Seth è stato colpito, mi ha detto di scappare, avevo paura... Scusa Mikey... Scusami...
E svenne, Kobra Kid la sollevò di peso e la portò nel Diner.
- Party Poison! Jet Star! Venite vi prego!!
I due interpellati accorsero, Party Poison lo prese in giro dal corridoio
- Hey Kobra Kid se è un’altra delle tue scenate da ‘Oh, mi si è rotta un unghia’ guarda che..
Allora la vide, la bambina stesa sul tavolino, suo fratello che non sapeva cosa fare, con le mani nei capelli. Rimase immobile. Jet Star superò Party Poison e sollevò Grace, la portò in camera dal letto per curarla. Kobra Kid stava piangendo, alzò lo sguardo verso Party Poison.
- Gli hanno sparato...
- Cosa?? A chi Kobra Kid? Non dire cavolate, Grace sta bene...
- No Gerard!! Hanno sparato a Seth!!
Kobra Kid uscì dal Diner e corse in verso opposto a Battery City, stava andando da lui, il Dr. Death avrebbe saputo cosa fare...



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=919332