Destiny Denied

di Evelyn Wright
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


Ciao a tutti!! ^^ Beh, che dire ad inizio storia? E' più che altro un esperimento che avevo in testa già da un bel po' di tempo ma che non avevo il coraggio di pubblicare perchè non avevo assolutamente idea di come descriverlo in una storia, il che è praticamente fantastico, no? XD Ma mi sono fatta coraggio e ho deciso di postare finalmente questa storia a sfondo Merlin! Io sono una fan Merthur, ma non me la sentivo assolutamente di scrivere una storia così perchè adoro letteralmente quelle già pubblicate su questo sito, ma chissà: magari un giorno ne pubblicherò una anche io! ^^
Spero davvero che leggerete questa mia ennesima crisi, e che commentiate questa storia per farmi comprendere ciò che non va e quello che magari desiderereste cambiare! Accetto tantissimo i consigli di tutti, e vedrò che cosa posso fare per accontentarvi ^^
Non mi resta altro che augurarvi buona lettura! Un bacione, Evelyn.
Destiny Denied


 

Capitolo 01:

Il suono della campanella rimbombò assordante tra le pareti dell'edificio scolastico mischiandosi al vociare degli studenti che di ritorno dalle vacanze di Natale avevano sin da subito cercato di sdrammatizzare quella brutta situazione ridendo e facendo scherzi ai propri compagni di classe che non vedevano dall'inizio di quelle sacrosante vacanze, che di certo sarebbero anche potute durare un pò di più per la gioia di qualunque studente ed anche degli insegnanti perchè diciamolo, anche loro avrebbero preferito di gran lunga stare un altro po' in vacanza, come tutti del resto!

Il freddo era micidiale e ogni studente che ancora si trovava nel cortile della scuola, quindi fuori dall'edificio scolastico, correva a perdifiato solo per cercare un po' di calore posizionandosi accanto al termosifone dell'aula, sfuggendo così alle mire del freddo invernale che diabolicamente tendeva a farti congelare il nasino non appena mettevi il muso fuori dalla porta di casa.

Con uno sbuffo Roberta scese dall'autobus, arrivato come ogni mattina in ritardo, indossando il pesante cappello di lana che le avevano regalato a Natale, e con passo spedito, rabbrividendo leggermente per il freddo e ascoltando la sua musica preferita, si diresse verso la sua aula che si trovava nel prefabbricato accanto all'edificio principale. Non si era svegliata con il piede giusto quella mattina e le borse che aveva sotto agli occhi erano il chiaro segno che era stata sveglia tutta la notte. E tutto questo per colpa di uno stupido incubo che non aveva alcun senso! Anzi, forse un pò di senso ce l'aveva se ci pensava un pò su, ma ricordare quella voce penetrante la fece rabbrividire maggiormente e ripensò alle parole di quella strana creatura che aveva sognato. Le ricordava, anche se probabilmente non era tutto ciò che quella creatura aveva detto, ma l'avevano terribilmente impressionata e questo aveva agevolato il fatto che se le ricordasse. Le erano rimaste come impresse nella mente, oserei dire quasi a ferro e fuoco, e nulla l'aveva mai terrorizzata tanto in vita sua e non ne comprendeva realmente il motivo.

 

*Non c'è niente di peggio di un destino avverso, capace di rendere la tua vita un vero inferno senza che tu possa fare nulla per impedirlo, ma forse un destino negato può essere anche peggio di un destino avverso. Un destino è qualcosa che ogni uomo ha di diritto su questa terra, e se ti è negato cosa ti rimane? Una vita che non dovrebbe essere la tua, una famiglia che non dovrebbe essere la tua, un posto che non dovrebbe essere tuo. E tu cosa sei? Una domanda che non riesce ad avere una risposta perchè tutto non ha un senso nel mondo in cui tu stai vivendo. Sei qualcuno che non dovresti essere! E tu riesci ad accorgertene e ti senti vuota, come se qualcosa ti mancasse dentro, come se sapessi che da qualche parte c'è il tuo vero destino ma per quanto ti sforzi non riuscirai mai a raggiungerlo. Senti che è tutto sbagliato, e ti arrabbi, ma per quanto tu sia arrabbiata non capisci e pensi che sia tu in realtà ad essere sbagliata e non il mondo che ti circonda. Arrivi a darti della pazza da sola e continui a guardare avanti, cercando di scacciare questi pensieri e obbligandoti a guardare il mondo con occhi diversi. Lo so perchè ti osservo da tanto tempo ormai. Ma il momento è arrivato mia cara Eyleen. Ed è ora che tu torni al tuo vero destino.*

 

C'erano tante cose che non avevano senso in quel sogno e soprattutto in quelle parole, ma per l'appunto l'aveva interpretato come un incubo ed un incubo generalmente non aveva senso. Risvegliava semplicemente le tue paure più nascoste, ma in effetti a pensarci bene tutto quello che quella creatura, che Roberta nel sonno non era riuscita a scorgere, aveva detto non erano le sue paure ma era quello che lei sentiva nel profondo, quello che non era mai riuscita a confessare a nessuno.

Aveva pensato spesso di non sentirsi parte di quel mondo e si era accorta di avere una mentalità completamente diversa da quella delle sue compagne di classe ad esempio, o più semplicemente da quella dei suoi genitori a cui non assomigliava per niente, e si chiedeva davvero se fosse normale sentirsi così spaesata e confusa in un luogo che ti aveva vista nascere e crescere. Non era mai riuscita a chiamare "casa" il posto in cui viveva e a parte qualche sporadica amica, non c'era nessuno che la capisse sul serio, che la comprendesse e che la consolasse nei momenti più cupi, neanche i suoi genitori che non erano mai riusciti a comprenderla e che avevano ostacolato spudoratamente qualunque suo desiderio, ritendolo sciocco e inutile.

Era come un estranea in casa anche fisicamente perchè lei era l'unica ragazza scura in famiglia mentre i suoi genitori e persino suo fratello, come anche i nonni, sotto le loro numerose ciglia sfoggiavano due splendidi occhi azzurri, tutti tranne lei ovviamente e la differenza con suo fratello si scorgeva a colpo d'occhio perchè lui era biondo con gli occhi azzurri mentre lei era castana con gli occhi marroni. Si era sentita spesso molto sola e non capiva, e più non capiva e più si infuriava perchè non riusciva a venire a capo di quel suo dilemma.

Era vero quello che la creatura nel sonno le aveva rivelato: sentiva che c'era un destino diverso per lei, ma per quanto si sforzasse non riusciva a raggiungerlo. L'unica cosa che poteva continuare a fare era sopportare in silenzio quell'assurda situazione e sospirare sperando che un giorno tutti i suoi problemi si sarebbero risolti come d'incanto, ma era ormai troppo grande per credere alle favole nonostante non avesse mai smesso di sperare che prima o poi "il sogno realtà diverrà", la sua citazione preferita di Cenerentola.

E poi quel nome: Eyleen. Era come il ricordo di un sogno, ma probabilmente non significava niente di particolare ed era quasi certa del fatto che l'avesse letto in qualche libro che ora non ricordava, in fondo lei aveva sempre amato leggere quindi qualcosa delle tante storie che aveva amato poteva essergli sfuggito! Capitava a tutti, ma non si rendeva conto che lei in quel momento voleva semplicemente autoconvincersi che tutto era esattamente come sempre, normale, e che non c'era niente di cui preoccuparsi, anche se quel senso di paura e di angoscia che aveva avuto durante l'incubo non aveva fatto altro che accentuarsi durante il suo viaggio in autobus.

Con un altro sospiro incominciò a correre più velocemente verso l'aula, sfregando insistentemente le mani per far riattivare la circolazione, ed in un attimo arrivò davanti alla porta d'ingresso del prefabbricato che spalancò senza troppi indugi scansando tutti gli studenti che transitavano da quelle parti per dirigersi a testa bassa come un furetto verso la sua "amata" aula.

- Buongiorno! - urlò a squarciagola fiondandosi verso il termosifone, appiccicando letteralmente le mani su di esso per farle tornare calde, anche se era un pò impossibile perchè che fosse estate o pieno inverno alle sue mani non importava granchè perchè continuavano ad essere ghiacciate come se le avesse infilate dentro un cubetto di ghiaccio!

Un coro sommesso di saluti si alzò da parti diverse dell'aula, ma non è che si aspettasse molto di più da loro perchè non aveva mai legato tanto con i suoi compagni di classe e non ci faceva più neanche tanto caso dato che aveva passato con loro quasi cinque anni della sua vita. Ormai li conosceva abbastanza bene e anche se in quest'ultimo anno aveva incominciato ad affezionarsi di più a loro sapeva bene che se non era riuscita in quattro anni a ritenerli degni della sua amicizia, un anno di convivenza pacifica nella stessa aula non bastava per farli diventare tutti improvvisamente amici per la pelle e a lei non importava più di tanto. Si era rassegnata davvero al fatto che probabilmente non era fatta per stare con loro e che le bastavano gli amici che già aveva, e non avrebbe desiderato di meglio.

- Dite che oggi la prof di inglese interroga? Io mi ricordavo che doveva esserci la nuova lettrice inglese, ma non ne sono tanto sicura.. - sentì dire mentre continuava a riscaldarsi beatamente accanto al termosifone e tese bene le orecchie per ascoltare tutti i più piccoli particolari.

- Anche io mi ricordavo che oggi veniva quella di madre lingua, ma non ne sono sicura anche perchè ieri ho sentito Paolo e lui ripassava l'inglese.. Io non sono assolutamente preparata! - disse una delle sue compagne e da quel momento in poi Roberta non ascoltò più nulla troppo occupata a sperare che finalmente avrebbero avuto una lezione di inglese come si deve. Le era sempre piaciuto particolarmente sentire parlare in inglese ed era suo desiderio trasferirsi in Inghilterra, l'unico luogo che si avvicinava veramente al suo ideale di "casa".

C'era stata una volta a Londra, durante la gita di terzo superiore, ed erano state delle giornate indimenticabili e talmente tanto surreali da pensare di aver sognato tutto una volta tornata a casa e non appena scesa dall'aereo aveva stretto a sè il pupazzetto di peluche a forma di soldatino inglese che aveva comprato lì per dirsi ancora una volta che non aveva sognato e che tutto era stato reale. Momenti davvero indimenticabili.

Inoltre era particolarmente legata alle leggende tipiche di quei luoghi, come King Arthur che adorava sin da quando sua madre non aveva incominciato a raccontargli storie su di lui prima di andare a letto la sera, ed il mago Merlin che era davvero per lei il mago più potente del mondo. Non poteva però evitare di odiare a morte Guinevere per quello che aveva fatto al suo amato Arthur! Si ripeteva spesso che se solo avesse avuto l'occasione l'avrebbe voluta uccidere con le sue stesse mani per vendicarsi dei torti che avrebbe subìto Arthur sia da parte di Gwen che da parte di Lancilot.

I nomi detti in lingua originaria erano decisamente più suadenti rispetto alla versione italiana, anche se le piacevano lo stesso, ma ripetere mentalmente Arthur e Merlin era qualcosa che già di per sè le facevano luccicare gli occhi per l'emozione! E per non parlare di lady Morgana, un personaggio che l'aveva sempre affascinata, ma di cui aveva un timore assoluto. Insomma adorava davvero questo mondo legendario e sperava con tutto il cuore che in un tempo ormai lontano la pace che regnava a Camelot grazie a re Arthur fosse realmente esistita.

Si risvegliò dai suoi pensieri solo quando sentì la porta dell'aula sbattere e vide una donna sconosciuta entrare con passo sinuoso, nonostante la stazza, e per un attimo i loro occhi si incrociarono e la donna sembrò sondarle l'anima da capo a piedi ed un lungo brivido le discese giù per la schiena prima che si decidesse a prender posto in fondo all'aula, nel suo posto abituale.

Evidentemente era vero che avrebbero avuto lezione con una donna inglese ma adesso non era più tanto contenta della cosa perchè sentiva come una sensazione di pericolo ed impercettibilmente si strinse di più a sè cercando di scomparire dietro la schiena del suo compagno davanti.

Probabilmente non c'era davvero niente di pericoloso, ma quel sonno l'aveva inquietata e le parole della creatura sul fatto che era il momento giusto per tornare al suo vero destino le riecheggiavano insistentemente nella testa, ora più che mai, ed era decisamente spaventata.

La donna si presentò con fare affabile e tutti si affrettarono a porgere i loro saluti alla nuova insegnante nell'unico modo che conoscevano di salutare in inglese, con un semplice "Good morning", e subito ella tentò di avviare una conversazione dicendo che voleva semplicemente constatare il loro livello di preparazione d'inglese e correggere gli eventuali errori grammaticali e chiese agli alunni di porgerle delle domande.

Stranamente tutti i ragazzi si interessarono in maniera eccessiva alla nuova situazione e incominciarono a sommergerla di domande e la donna di nome Mary Scott non sembrava mai contenta delle domande che le porgevano e insistentemente chiedeva ancora e ancora di continuare a farle delle domande, come se non riuscissero ad arrivare alla domanda chiave.

Ad un certo punto un comapagno di Roberta, di nome Andrea, chiese alla donna se preferisse l'Italia all'Inghilterra e il suo sguardo si illuminò come se finalmente avessero toccato il tasto giusto e rispose sedendosi sulla cattedra che preferiva di gran lunga l'Inghilterra e a questo punto rivolse lei una domanda alla classe chiedendo se qualcuno di loro avesse mai voluto, in un ipotetico futuro, trasferirsi da qualche parte all'estero e Roberta alzò timidamente la mano pentendosene un secondo dopo perchè quella sensazione di pericolo non era scomparsa ed era pericoloso parlare con quella donna, almeno dal suo punto di vista perchè gli altri suoi compagni si stavano divertendo.

* - Bene.. Tu sei? E dove vorresti trasferirti? - chiese la donna e Roberta diventò per un attimo paonazza prima di tentare di rispondere in inglese – Roberta.. Io amo letteralmente Londra e vorrei tanto andare a vivere lì, se il destino me lo permetterà naturalmente.. Mi trovo molto a mio agio per quelle strade e sento che lì io sarò felice.. - e la donna però non sembrava soddisfatta di quelle parole, come se cercasse qualcosa di più e la incitò a continuare dicendo – Ma ci deve essere qualcosa che ami di quella città, o non ti avrebbe attratto così tanto.. Ad esempio le persone, la sua storia, delle leggende.. - disse prima di fermarsi per guardarla insistentemente negli occhi.

Ancora una volta qualcosa in quello sguardo la fece rabbrividire, ed era come se ella sapesse già quello che Roberta stava per rispondere e questo la impaurì più di tutto il resto.

- Mi piacciono le strade, lo stile di vita.. ll fatto che ci sia ancora la monarchia.. Adoro le leggende della Gran Bretagna.. - e fu lì che Mary Scott si intromise nel discorso di Roberta chiedendole con insistenza quale leggenda le interessasse. Qui c'era davvero qualcosa di strano che non riusciva a comprendere ma Roberta continuò a rispondere cercando di non dare a vedere il suo nervosismo, seppur giustificato.

- Beh.. La mia leggenda preferita è quella di King Arthur! - ed ancora una volta gli occhi della donna si illuminarono non permettendole di continuare più il suo discorso, non capendo cosa ci fosse di così straordinario in quello che aveva detto.

- Piace anche a lei? Trovo che sia davvero una magnifica storia! King Arthur, Merlin, Morgana.. Tutti personaggi fantastici.. Se solo fossero davvero esistiti! - disse con calore dimenticando per un attimo la strana sensazione che quella donna le incuteva.

- Oh cara, ma sono esistiti e te ne accorgerai presto! Ora che ti ho ritrovata posso finalmente tornare anche io a casa.. E' un piacere rivederti, Eyleen.. - e con un poderoso schiocco delle dita tutte le serrande delle finestre si chiusero di colpo ed in aula scese letteralmene il silenzio e tutti guardarono con paura crescende Mary Scott che si alzava dalla cattedra con un sorriso stampato in faccia.

Roberta non osava muovere un muscolo tanto era paralizzata e tremava vistosamente da capo a piedi mentre si alzava anche lei per tentare di scappare da quella situazione assurda, ma la porta dell'aula era troppo vicina alla cattedra per farlo e l'unica cosa sensata era rimanere esattamente lì per poi fuggire al momento opportuno. Ma cosa stava accadendo? Ancora una volta quel nome era ritornato prepotentemente a tormentarla e le parole di quella creatura le vorticavano confusamente nella mente e si portò una mano alla testa cercando di calmare il flusso incessante dei suoi pensieri, mentre Mary Scott si avvicinava a lei tenendo in alto le mani.

- Non ti avvicinare! - urlò un compagno di classe con coraggio ma la donna sbuffò sonoramente dicendo con aria stanca – Che sciocchezza.. - e con un nuovo schiocco di dita tutti si ritrovarono improvvisamente legati ed imbavagliati, tutti tranne Roberta.

- Cosa vuoi da me? - disse Roberta indietreggiando più che poteva finchè non si ritrovò appiccata al muro e per difendersi prese tra le mani un libro, ben sapendo che non poteva far nulla contro i poteri magici della donna, perchè era di questo che stavamo parlando: magia!

- Non aver paura Eyleen.. Voglio solo riportarti al tuo vero destino.. Te l'ho già detto, e so che te lo ricordi perchè sono già venuta da te ad avvisarti di quanto stava per accadere.. Vieni da me senza opporti perchè in un modo nell'altro non ti lascerò andare via.. E' ora che tu torni nella tua vera epoca e con le persone che sarebbero dovute essere sempre con te.. - ma Roberta non muoveva un muscolo e la donna le sorrise leggermente prima di alzare delicatamente un braccio e mormorare nella sua direzione – La cosa non cambia Eyleen.. Ma se preferisci così, non mi lasci altra scelta – e con un poderoso schiocco di dita la stanza incominciò a vorticare e una forza misteriosa spinse via Roberta lontano dai suoi compagni, lontano dalla sua aula, lontano dal suo mondo finchè tutto non diventò buio ed ella perse i sensi.

*****

Un dolore lancinante ad una gamba fu la prima cosa che sentì una volta sveglia e non appena aprì gli occhi comprese immediatamente di non essere più nella sua aula e che tutto non era stato un sogno così come aveva sperato. Il cielo azzurro sopra di lei era il chiaro segno che tutto quello non era stato frutto di un sogno e che quella donna, Mary Scott, aveva realmente usato la magia per trasportarla da qualche parte. Pian piano girò la testa e si accorse che si trovava in mezzo ad un bosco e fu questo a farla alzare in preda al panico. Un bosco? Ed ora da che parte sarebbe andata? Che cosa cavolo doveva fare? Si strinse con le mani la gamba dolorante notando la ferita che si era procurata e l'enorme spuntone di roccia lì accanto macchiato di sangue. Gentile da parte di quella donna il farla cadere direttamente su un enorme sasso! Almeno poteva trasportarla in un comodo letto, ma no, era troppo facile ed era più divertente complicare le cose!

Con un gesto spazientito tentò di alzarsi ma la gamba le faceva molto male quindi ricadde su se stessa e un dolore lancinante le fece comprendere che ora si era fatta male anche al suo sederino e con un gesto di stizza lanciò un sasso che si trovava lì accanto tentando di rimanere calma.

La situazione rasentava l'assurdo e lei non aveva idea di cosa fare per togliersi da quel problema, come sempre del resto, e una lacrima le rigò il volto quando comprese che ora era davvero sola, più sola di quanto lei era mai stata in precendenza.

Cos'è che aveva detto quella donna? Che l'avrebbe riportata nella sua epoca? Ma che voleva dire?! Almeno poteva spiegarle esattamente in che epoca voleva portarla, il motivo per cui non si trovava dove doveva essere e tutte le altre domande che sorgevano spontanee, ma evidentemente era più semplice mandare allo sbaraglio il primo sventurato di turno piuttosto che dare delle spiegazioni, come in tutti i libri fantasy dopotutto perchè nessuno si degnava di dare spiegazioni al protagonista.

Con uno sbuffo si accorse di un pezzo di legno lì accanto e la voglia di andarsene presto da quel posto la portò ad afferrarlo per usarlo come bastone ed ad alzarsi ignorando del tutto il dolore lancinante che provava alla gamba. Serrando i denti quindi continuò il suo cammino sperando di uscire presto da quel bosco infernale, maledicendosi mentalmente per non essere stata più attenta alle lezioni di geografia in cui il prof aveva spiegato come orientarsi, e dopo un pò di tempo, quando gli alberi erano meno fitti, notò un castello in lontananza e se c'era un castello probabilmente c'erano anche delle persone da qualche parte, anche se poteva trattarsi anche di un maniero abbandonato ma a quell'ipotesi non volle neanche pensarci.

Con slancio continuò il suo cammino quasi a passo di marcia un pò zoppicante e con un lampo di gioia capì che il castello non era poi così lontano come aveva immaginato e si catapultò letteralmente giù da una collinetta piena di alberi per arrivare più in fretta fino ad arrivare ad un prato in fiore che era tanto bello da togliere il fiato, ma avrebbe dovuto ammirare dopo il paesaggio perchè la priorità era di trovare persone a cui chiedere dove cavolo era finita, ma mise un piede in fallo e si accorse con orrore di stare per cadere in un fosso e con un urlo si ritrovò di nuovo a terra con le gambe in aria e con un bastone spezzato tra le mani.

Fantastico, peggio di così non poteva andare, no? Naturalmene si, ma per fortuna il destino era stato tanto clemente da risparmiarle ore di agonia in mezzo al nulla ed un buffo ragazzo con le orecchie particolarmente a sventola aveva udito nel vento un urlo e preoccupato si affrettò a raggiungere la fonte di quel trambusto trovando la ragazza caduta nel fossato.

- Tutto apposto? - chiese titubante il ragazzo guardandola in viso e cercando simultaneamente il modo migliore di tirarla fuori di lì.

- Credi davvero che io stia bene? Sono in un fosso e tu sei.. sei.. ma sei una persona! - esclamò lei al colmo della sua felicità mentre la voglia di uscire per stritolare quel ragazzo diventava sempre più impellente e il ragazzo nel frattempo la guardò in modo interrogativo.

- Si.. Certo.. Va bene, avete bisogno immediatamente di cure e conosco un medico che vi può aiutare! Vi porterò da lui.. Ora allungate la mano per piacere di modo che io possa tirarvi fuori – disse lui e naturalmente Roberta allungò la mano verso la sua stringendola forte ed in un batter d'occhio fu libera e senza più ritegno si intrufolò tra le sue braccia urlando a pieni polmoni quanto gli fosse grata per averla trovata e per averla salvata. Forse aveva battuto davvero la testa.

- Si.. ehm.. Salite sulle mie spalle che vi porto al castello. Il medico si trova lì! Io sono il suo assistente.. Mi chiamo Merlin. - e notando l'espressione sorpresa sul volto di Roberta si affrettò ad aggiungere – Non vi sembra che possa essere un assistente medico? - ma non era per questo che ella era tanto sorpresa, ma perchè i pezzi del puzzle si stavano incominciando ad incastrare da soli.

Merlin, il mago Merlin! Ma non aveva la barba lunga? Quello che aveva di fronte era solo un ragazzo, ma forse era capitata nell'epoca in cui Merlin era giovane.

- Oh no.. Il vostro nome, Merlin! Mi ricordava qualcosa.. - disse rimanendo sul vago mentre il ragazzo, Merlin, l'aiutava a salire sulle sue spalle. Era così scheletrico che quasi le dispiaceva salire sulle sue spalle per paura di spezzarlo! - Grazie per avermi salvata Merlin.. - disse appoggiando il mento sulla sua spalla chiudendo leggermente gli occhi – Io sono Eyleen.. - e con quelle parole accettò il suo nuovo destino.

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Capitolo 2
*** 02 ***


Ciao a tutti miei cari lettori/lettrici!! ^^ Sono davvero contenta che qualcuno ha avuto il coraggio di leggere il primo capitolo di questa storia, anche perchè io in primis non ne ero affatto convinta di quello che avevo scritto per via delle mille idee che mi giravano in testa per portare Eyleen nel mondo di Camelot XD Devo confessare che questa idea della lettrice che trasporta la ragazza a Camelot mi è venuta realmente quando la lettrice era venuta a fare lezione nella nostra classe e mentre lei parlava avevo partorito questa assurda idea! Quindi non l'ho ascoltata per niente sebbene io adori sinceramente l'Inghilterra e tutto ciò che riguarda questa popolazione.. Beh che dire? Ci eravamo lasciati con Merlin che decideva di portare Eyleen dal medico di Camelot, naturalmente il nostro Gaius! Riusciranno i nostri eroi nell'impresa o Eyleen ne combinerà una delle sue? Lo scoprirete solo leggendo!

Buona lettura, Evelyn.

Destiny Denied

 

Capitolo 02:

Si era presentata come Eyleen e questo aveva segnato una svolta significativa nella sua vita perchè sapeva che la vecchia Roberta non poteva più esistere in un mondo diverso da quello in cui era abituata a vivere e tutto quello che prima era la sua vita ora non poteva esistere più. Cambiare il suo nome in Eyleen le era sembrato la cosa giusta da fare, sebbene sentisse ancora una volta quell'immancabile senso di vuoto riconoscendo che non aveva avuto alcun potere decisionale in questa vicenda perchè quella Mary Scott aveva deciso di trasportarla in quel luogo e chissà chi altri invece le avevano negato la vita a cui era stata sempre stata destinata portandola nel futuro.

Solo ora notava gli abiti di Merlin e comprese che si trovavano davvero in tempi molto antichi e i suoi vecchi jeans e il maglione che indossava stonavano di certo con l'abbigliamento dell'epoca e si chiese come Merlin non si fosse accorto della cosa e non l'avesse trovato bizzarro, ma evidentemente non era un problema suo e voleva semplicemente portarla dal medico di cui era un apprendista. Di certo questa era una vera sorpresa perchè non ricordava che le leggende narrassero di un Merlin che faceva l'apprendista medico, ma c'erano tante cose che le leggende omettevano mentre altri pezzi della storia li esageravano proprio. Ma il dubbio più atroce era appunto il fatto che Merlin poteva anche non essere quel Merlin, anche se le coincidenze erano troppe.

Chi avrebbe mai chiamato poi il proprio figlio Merlin? Era un nome troppo particolare e di solito nei tempi antichi erano troppo tradizionalisti per sbizzarrirsi con i nomi, tutti evidentemente tranne la madre di Merlin che gli aveva donato quel nome. Ed ora la domanda sorgeva spontanea: come avrebbe fatto a capire se Merlin era davvero quel Merlin? Non gli poteva mica dire: "Ma tu sei un mago?" per poi scoprire quale fosse stata la sua reazione! Ma era quasi certa che si trattasse di lui perchè Mary Scott prima di trasportarla in quell'epoca le aveva fatto parlare di re Arthur e della leggenda a lui legata, quindi perchè non doveva essere quel Merlin?

Le sembrava davvero strano lo stare sulla schiena del leggendario mago Merlin che con un accenno di fiatone la stava trasportando verso il castello, e si sentì un pò in colpa per questo, ma non poteva negare di essere un pò più tranquilla adesso che non era più sola. Stava andando verso un castello pieno di gente, sarebbe stata curata e conosceva Merlin, anche se non credeva che dopo l'avrebbe più rivisto perchè non voleva approfittare della sua gentilezza, ma dove poteva andare? Non aveva uno straccio di soldi con sè, nè sapeva cosa fare per sopravvivere in un epoca a cui non era affatto abituata e probabilmente le sarebbe capitato di dormire per strada, ma che scelta aveva?

Ripensò alla sua vita tranquilla nella città in cui viveva fino a quella mattina e si ricordò improvvisamente delle persone che l'avevano cresciuta fino a quel momento e un immenso dolore si propagò all'interno del suo corpo lasciandola letteralmente senza fiato. Non li avrebbe più rivisti. Non avrebbe più rivisto quella peste di suo fratello, nè sua madre e nè suo padre che nonostante tutto le volevano bene e lei gliene voleva pure anche se non riuscivano affatto a comprendersi, ma che importanza poteva avere se c'era dell'affetto?

Calde lacrime le rigarono il volto e si strinse a Merlin mentre inesorabilmente bagnava la sua maglietta senza neanche farci caso, e con le lacrime agli occhi e il cuore stretto in una morsa si lasciò sfuggire un singhiozzo che avvertì Merlin del suo stato d'animo e impercettibilmente anche lui la strinse di più a sè come se volesse aiutarla a superare il dolore con la sua sola presenza, ma non chiese il motivo del suo pianto ed Eyleen lo ringraziò per questo perchè non avrebbe saputo cosa dirgli nè come spiegargli che veniva dal futuro e che era stata trasportata lì per ritornare al suo vecchio destino. Poteva anche prenderla per pazza anche se era il Merlin delle leggende! Venire dal futuro era un qualcosa che nessuno avrebbe capito, quindi si asciugò le lacrime con determinazione e fece un enorme respiro profondo per tentare di ritrovare nuovamente la calma perduta, mentre il battito del suo cuore si ristabilizzava.

- Merlin, mi potresti dire in quale città ci troviamo? - chiesi indicando con un dito il castello proprio di fronte a noi, sperando con tutto il cuore che mi prendesse per una forestiera che vagabondava per quelle zone senza una meta precisa.

- Quella è Camelot, il regno di Uther Pendragon.. Non te l'ho detto, ma sono anche il servitore di suo figlio, Arthur Pendragon.. Il solito borioso asino reale! Non fa altro che ordinarmi le cose più impossibili.. "Lucida la mia armatura Merlin! Pulisci la mia stanza Merlin! Vai a strigliare i cavalli e mentre che ci sei pulisci anche le stalle Merlin".. Beh, non ho un attimo di pace – disse e con quelle parole fece spuntare un timido sorriso sulle labbra di Eyleen che finalmente ebbe la conferma di trovarsi realmente all'epoca di re Arthur e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, anche se era evidente che qualcosa era cambiato dalla leggenda. Merlin in primis doveva essere un uomo anziano con la barba eppure eccolo che si portava sulle spalle una ragazzina sconosciuta e non era per niente vecchio e faceva il servitore di re Arthur. Eyleen non poteva realmente crederci!

Che cosa aveva amato per tutti questi anni? E se Arthur Pendragon non era come lo dipingevano le leggende? E se era veramente un asino reale che si comportava arrogantemente come la maggior parte degli stupidi ricconi? A questo non voleva realmente pensarci per paura di aver perso diciotto anni della sua vita ad adorare qualcuno che non se lo meritava affatto. Tutti gli ideali di uguaglianza, giustizia, speranza e tanti altri che erano troppi da elencare erano nati a Camelot sotto il regno di re Arthur e non doveva, anzi non poteva essere tutto falso! Almeno questo doveva essere vero.

- Deve essere difficile per te lavorare come suo servitore Merlin.. Soprattutto se sei davvero il mago più potente del – ops! - disse lei tappandosi violentemente la bocca mentre il corpo di Merlin si paralizzava letteralmente nel sentire quelle parole. La lasciò cadere bruscamente a terra e con uno sguardo misto tra incredulità, spavento e rabbia, la guardò dritto negli occhi e le disse con un acceso tono di voce – E tu che cosa ne sai? Sei forse una strega? Una druida? E poi chi te lo dice che io sia un mago, eh? Io non sono affatto un mago.. sono solo il servitore del principe Arthur – e continuò a guardarla con rabbia mentre i suoi occhi di un colore che Eyleen non aveva mai visto, di un azzurro misto al grigio, mandavano quasi letteralmente lampi che lei avrebbe giurato che avrebbero potuto anche ucciderla all'istante.

Ma cosa le era saltato in mente? Sapeva tenere quella cavolo di boccaccia chiusa? Aveva mantenuto i segreti di tutti per tutta la sua breve vita ed ora che cosa cavolo le prendeva? Era forse diventata davvero matta per tutte le botte che aveva preso?

- Beh, ecco vedi.. Non.. Stavo solo scherzando! Si.. Si! Era solo uno scherzo! Uno stupido scherzo.. Non credo affatto che tu sia un mago.. No.. No.. Come potresti esserlo? - ma il mago continuava ancora a guardarlo con un cipiglio sospettoso così lei non resistette più e come una povera ingenua confessò tutto dandosi della stupida sola. Non era mai stata capace di mentire.

- Oh, e va bene! So che sei un mago Merlin.. Un mago è riduttivo perchè diventerai, se non lo sei già, il più grande mago di tutti i tempi al fianco di Arthur Pendragon che governerà saggiamente queste terre.. O almeno è così che la leggenda racconta. Non sono nè una druida nè una strega.. Non sono magica! Non ho alcun potere.. Ti prego di credermi e di non abbandonarmi qui.. Ti prego! - disse lei con sguardo così carico di dolore e speranza che il mago capitolò e si portò una mano ai capelli come se stesse ragionando sul da farsi prima di prendere una decisione definitiva. Eyleen sentiva però che le sue parole l'avevano convinto, anche perchè erano totalmente vere, e sperava davvero che il buon cuore del ragazzo lo capisse e la portasse nuovamente con sè al castello. Non voleva rimanere ancor una volta sola, o sarebbe impazzita.

- Non hai alcun potere magico? Fatico a crederlo, ma il mio cuore mi dice che sarebbe ingiusto lasciarti qui in mezzo al nulla e con una ferita per di più, quindi ti porterò con me al castello. Giurami che non dirai a nessuno quello che sai! Giurami che il mio segreto è al sicuro con te.. Giuramelo altrimenti non potrò portarti con me.. La magia è bandita a Camelot! Chiunque viene accusato di stregoneria è condannato al rogo ed io ho una missione troppo importante che deve essere compiuta.. Non posso correre rischi! Giura Eyleen.. - e la ragazza naturalmente non se lo fece ripetere due volte e giurò con quanto fiato aveva in gola mentre altre lacrime le ricadevano sul viso. Era sempre stata dalla lacrima facile per via della sua profonda sensibilità, ma le aveva sempre odiate perchè mostravano il suo lato debole e fragile quando avrebbe preferito che nessuno ne fosse a conoscienza e che la credessero praticamente un osso molto duro.

- Va bene.. Non parliamone più.. Fai conto che questa conversazione non ci sia mai stata, ed ora è meglio andare prima che faccia buio. - disse Merlin riprendendola di nuovo sulla schiena, ma questa volta Eyleen cercava di mantenere le distanze come se temesse una nuova reazione da parte di Merlin e lui ne aveva ben donde perchè stava andando tutto così meravigliosamente bene e lei aveva dovuto rovinare tutto con una semplice frase.

- Mi dispiace di averti spaventato Merlin.. Io non avevo alcuna intenzione di dire niente neanche a te di quello che sapevo, ma purtroppo sono una stupida incapace che non combina niente di buono.. Non sapevo neanche dove fossi finita prima di incontrare te.. Una magia mi ha portata qui, anche se non so per quale assurdo motivo, ma so che c'entra con il mio destino. - disse lei mentre una nuova ondata di tristezza si impadroniva della sua mente e tirò su col naso ricacciando le lacrime che premevano per uscire fuori. Oh si, ora ne aveva davvero abbastanza di queste lacrime!

- Anche tu hai un destino complicato? Benvenuta in famiglia.. Ormai ci ho fatto il callo e mi sono rassegnato.. Una magia ti ha portata qui? - chiese lui improvvisamente incuriosito mentre arrivavano davanti alle porte dell'immensa città e per un attimo Eyleen rimase completamente affascinata dal luogo mentre osserva tutte le persone che si apprestavano a svolgere le loro faccende. Quella era sicuramente la città bassa perchè il castello vero e proprio si poteva scorgere ancora in lontanza dal punto in cui cui si trovavano.

Fu investita dall'odore di diversi cibi ed il suo stomaco borbottò per la fame e lei si ricordò improvvisamente che quella mattina non aveva neanche fatto colazione, ma ora doveva concentrarsi su Merlin e sulla domanda che le aveva posto. Gli raccontò brevemente che una donna che non aveva mai visto l'aveva rapita dal luogo in cui era nata, omettendo volontariamente che si trattava del futuro, trasportandola con la magia a Camelot dicendo che era ora che tornasse al suo vero destino. Gli spiegò che non poteva neanche tornare a casa perchè non sapeva dove essa si trovasse e lui fece un timido cenno di assenso con il capo mentre salutava un uomo con un carretto diretto verso l'enorme porta da cui eravamo entrati.

Restarono per un pò in silenzio, ognuno immerso in un mare di pensieri che sembravano assorbirli completamente, e Merlin continuava a camminare inesorabile verso la sua meta. Eyleen non credeva davvero che quel ragazzo mingherlino potesse resistere ancora molto con il suo peso sulle spalle, ma era molto più resistente di quello che si poteva pensare infatti a parte un leggero fiatone era ancora in grado di trasportarla su e giù per la città.

Il loro pensiero fu riscosso da un rumore di zoccoli in avvicinamento ed entrambi si girarono nella direzione da cui proveniva il suono e gli occhi di Eyleen caddero inesorabilmente sulla figura dell'uomo più bello che avesse mai visto, dal portamento così regale da sembrare davvero il principe azzurro dei suoi sogni, e poteva scorgere anche da quella distanza i suoi capelli biondi che brillavano alla luce del sole morente, mentre con andatura lenta e sicura si avvicinava sempre più. Merlin per un attimo si pietrificò prima di imprecare mentalmente stringendo ancora di più a sè Eyleen che non comprendeva cosa stesse accadendo al mago.

- Merlin! Che cosa fai qui in giro a bighellonare? Non ti avevo forse assegnato dei compiti da svolgere? - e l'uomo a cavallo si fermò proprio di fronte alle due figure guardando Merlin in un modo che ad Eyleen non piacque per niente, un misto tra la sufficienza e l'incavolato che stonava con il viso d'angelo che l'uomo si ritrovava. Eyleen capì ben presto di trovarsi di fronte ad Arthur Pendragon ma non aveva nulla di buono e generoso come le leggende narravano e si chiese realmente se avesse venerato un uomo per tutti questi anni per nulla.

- Non ti avevo detto forse di pulire le mie stalle, lavare i miei pavimenti e lucidare la mia armatura? Che ci fai qui così sfaccendato? - chiese ancora il principe Arthur squadrando da capo a piedi il suo servitore che cercò di accampare una scusa per non sentire ancora il tono di rimprovero di Arthur.

- Niente mio signore! Gaius mi aveva ordinato di raccogliere per lui alcune erbe e sono uscito fuori Camelot.. Andrò immediatamente a fare quello che mi è stato ordinato! - disse Merlin cercando di mantenere un profilo basso, ma più Eyleen ascoltava più aumentava la sua voglia di urlare in faccia ad Arthur tutto quello che pensava del suo comportamento tanto che dovette farsi male per non parlare. Ma cosa le era successo? Lei di solito non parlava mai, nè tantomeno contestava i comportamenti altrui, e allora da dove veniva fuori tutta questa voglia di parlare e di urlare in faccia al prossimo? Non era per niente da lei!

- Ah si? E dove sono le erbe di grazia? Io vedo solo una ragazza sulla tua schiena, Merlin – e lo sguardo di Arthur la penetrò fin nel profondo e per un attimo si perse nei suoi occhi incredibilmente azzurri chiedendosi ancora una volta perchè mai lei invece era nata con gli occhi marroni e con uno sbuffo spazientito non riuscì più a trattenere le parole.

- Non vedete da voi che sono ferita? - disse Eyleen indicando il suo ginocchio incrostato di terra e sangue – E' logico supporre che mi abbia prestato soccorso e che non abbia avuto il tempo di prendere le sue erbe, ma non mi aspetto che voi lo comprendiate, in fondo non siete solo e soltanto un asino reale? - e non appena ebbe compreso quello che aveva detto si tappò violentemente la mano con la bocca maledicendo per l'ennesima volta in quella giornata quella sua boccaccia!

Lo sguardo del principe Arthur passò dal sorpreso, all'incredulo e all'incavolato nel giro di pochi secondi ed anche Merlin girò lo sguardo per osservare il viso di Eyleen che intanto era diventato paonazzo dalla vergogna e dalla paura per quello che aveva osato dire.

Doveva esserle seriamente accaduto qualcosa perchè sembrava mancare di responsabilità se riusciva a spifferare, per fortuna al diretto interessato, un segreto che doveva rimanere tale e ad insultare l'erede al trono di Camelot che poteva sbatterti in prigione in meno di un attimo.

Vide che il principe stava puntando un dito minaccioso proprio all'altezza della sua testa e si aspettò di ricevere una punzione esemplare, ma fu Merlin a toglierla dai pasticci e non potè fare a meno di ringraziarlo mentalmente per quello che stava facendo per lei.

- Sire, la ragazza è caduta in un fosso e temo che abbia sbattuto la testa troppo forte.. Anche prima delirava ed è per questo che ho deciso di portarla da Gaius.. Sarebbe un pericolo per se stessa in questo momento! Non voleva sicuramente offendervi, ma non è in sè. - e per tutta risposta Eyleen si appoggiò con il mento sulla spalla di Merlin fingendo davvero di avere qualche rotella fuori posto e indicò un punto imprecisato davanti a Merlin con entusiasmo prima che lui le rispondesse – Ehm.. Si Eyleen.. Molto carino.. - e il mago si rivolse di nuovo ad Arthur con una faccia come a voler dire "Visto?" e gli chiese immediatamente il permesso di proseguire per portarla dal medico.

- Si.. Beh.. Portala via prima che cambi idea! - disse il principe guardando con un sopracciglio alzato Eyleen che continuava ad indicare in giro con un enorme sorriso stampato in faccia ed il principe si allontanò in groppa al suo cavallo continuando a guardarla con sguardo dubbioso prima di fermarsi e dire – Ah, Merlin.. Tienila d'occhio! - e detto questo si allontanò definitivamente dai due ragazzi continuando a guardare la ragazza con uno strano cipiglio finchè la sua figura non scomparve all'orizzonte ed Eyleen emise un sospiro di sollievo accasciandosi esausta sulla spalla di Merlin.

- Ma come diamine ti è saltato in mente di insultarlo? - chiese Merlin girando di nuovo lo sguardo verso Eyleen che intanto cercava di trovare una scusa a quello che aveva fatto, non trovandone nessuna che potesse andare bene. - Lo sai vero che lui è il principe ed il futuro re di Camelot? Ti avrebbe potuta spedire nelle prigioni, o peggio alla gogna! Ed io ne so qualcosa.. - disse Merlin continuando a camminare in mezzo alla folla come immerso in cattivi pensieri prima di scansare abilmente una cesta posta in mezzo alla strada.

- Merlin non ne ho idea.. Temo che mi sia successo qualcosa quando la strega mi ha trasportata qui perchè non riesco a trattenere i miei pensieri.. Così come è successo con te! Grazie per avermi salvata di nuovo.. - dissi stringendomi di più a lui per posizionarmi meglio sulla sua schiena. Non riuscivo davvero a capacitarmi di come ancora riuscisse a tenermi su, ma era meglio così perchè altrimenti non sarei mai riuscita ad arrivare fin dal medico di corte.

- Questo è un grosso problema.. Non so se la prossima volta riuscirò ancora a salvarti.. - disse sincero ed Eyleen lo apprezzò ancor di più per questo prima che tra loro scendesse il silenzio ed il mago continuasse a camminare imperterrito verso il castello di Camelot.

Eyleen si rendeva conto di dover fare qualcosa per frenare questa sua voglia di spifferare a i quattro venti tutto ciò che pensava, ma non sapeva realmente come fare perchè non aveva mai avuto questi problemi. Era stata sempre remissiva nei confronti degli altri e non aveva mai espresso un parere personale su nessuna questione, neanche a scuola quando era richiesto, pensando vivamente che il suo parere non interessasse a nessuno. Che si stesse sfogando? No, perchè Eyleen aveva sempre avuto molto buonsenso e non si sarebbe mai messa contro qualcuno di sua spontanea volontà, nè tanto meno avrebbe insultato un principe! L'unica cosa che poteva fare era incolpare la magia di Mary Scott, perchè tutto era accaduto per colpa sua e si rendeva conto che una magia non si poteva combattere facilmente, soprattutto perchè non sapeva quale magia fosse in atto. Beh, non è che proprio se ne rendesse conto, ma si affidava a quello che aveva letto nei libri fantasy perchè lei di magia non ne sapeva proprio nulla.

Arrivarono ben presto alle porte del castello di Camelot ed il mago entrò nel cortile interno, oltrepassando normalmente le guardie alle porte, e lei ammirò il castello dall'esterno trovandolo davvvero magnifico tanto che rimase per un pò con la bocca aperta senza alcun ritegno.

Non si accorse che il mago aveva svoltato verso una direzione imprecisata se non quando si ritrovò in un corridoio da cui naturalmente non poteva ammirare più le bellezze del castello di Camelot e riportò la sua attenzione sulla strada che stava percorrendo Merlin, rendendosi conto che neanche volendo non sarebbe riuscita a memorizzare la strada.

Il mago si fermò davanti ad una porta e senza bussare cercò di aprirla, ma avendo tutte e due le mani occupate a reggere Eyleen fu più difficile del previsto e così ella lo aiutò buttando il peso in avanti e finalmente i due entrarono nella stanza del cerusico.

La prima cosa che Eyleen notò fu la confusione che regnava nella stanza per via delle ampolle e di tutto quell'armamentario che pensò contenesse tutte delle medicine dell'epoca, in seguito si accorse dei libri e del letto che torreggiava nella stanza e dopo piegando la testa di lato si accorse di un uomo anziano che le sembrava stesse pestando delle erbe.

- Ah, Merlin! Hai trovato le erbe che ti avevo chiesto? - chiese girandosi verso i due ragazzi e quando si accorse che era in compagnia li squadrò entrambi con fare critico prima di notare la gamba della ragazza senza che Merlin avesse il tempo di dire nulla al cerusico, e non fu solo quello che notò perchè si accorse che Merlin non aveva erbe con sè.

- Non hai fatto quello che ti avevo chiesto Merlin.. Vediamo la gamba della ragazza. Poggiala sul tavolo.. - disse lui sgombrando una parte di tavolo da delle ampolle e un libro aperto e Merlin si affrettò ad eseguire l'ordine con un accenno di assenso col capo e ancora una volta Eyleen si chiese il perchè del suo comportamento tanto remissivo. Era o non era il grande mago Merlin?

Il cerusico controllò ben bene la gamba di Eyleen ed ogni volta che le dita del medico la sfioravano lei non poteva che trattenere un urlo di dolore ed il medico si accigliò chiedendole immediatamente che cosa le fosse accaduto.

- Credo di essere caduta su una pietra, signore.. E dopo in un fosso! - rispose immediatamente lei stringendo involontariamente la mano di Merlin che le era rimasto accanto guardando attentamente la ferita della ragazza, e non si accorse minimamente dello sguardo sorpreso che le lanciò il ragazzo troppo occupata a guardare quello che il cerusico le faceva dopo aver preso delle varie ampolle probabimente per disinfettare la ferita. Gliene versò un pò sulla gamba e strinse ancora più forte la mano di Merlin con le lacrime agli occhi e questo impose il vecchio cerusico a fare ancora più in fretta per evitare dolore inutile alla ragazza. Le fasciò la ferita con mani abili ed esperte e decretò che per il momento il suo lavoro era concluso ma che avrebbe dovuto cambiare la benda l'indomani mattina per evitare che si infettasse. Eyleen lo ringraziò abbassando il capo e scese giù dal tavolo poggiandosi solo su un piede, lasciando finalmente la mano di Merlin guardando il mago negli occhi tentando di trovare le parole per ringraziarlo e congedarsi.

- Ti ringrazio davvero Merlin per avermi aiutata.. Sarò di nuovo qui domani mattina per farmi cambiare la fasciatura.. - disse lei abbassando di nuovo la testa vergognosa per poi rialzarla per guardare quei suoi meravigliosi occhi. Era certa davvero di non aver mai visto occhi così belli in vita sua e per un attimo si perse dimenticando tutto quello che le era accaduto.

- Dove andrai? - chiese semplicemente il mago poggiandosi sul tavolo dove prima era seduta lei, ed incrociò le braccia al petto ricambiando il suo sguardo mentre Gaius si allontanava come per lasciare un pò di privacy ai due ragazzi.

- Troverò un posto dove stare.. - disse ma il tono di voce non convinse neppure Eyleen stessa perchè sapeva che si sarebbe rintanata da qualche parte a dormire per strada, e che altra scelta aveva senza un pò di soldi per affittare una stanza in una locanda ad esempio?

- Resta qui.. - disse ancora una volta lui semplicemente – Non credo che per Gaius ci siano problemi, e per un pò di cederò il mio letto.. Finchè non troveremo un posto adatto a te. Non è vero Gaius? - chiese Merlin con un sorriso e Gaius si girò con un sorriso facendo un cenno di assenso ed Eyleen non potè fare a meno di indietreggiare inorridita.

- No! Non potrei mai.. Non se tu dovessi rinunciare al tuo letto! - disse lei come scandalizzata all'idea ed in effetti era davvero quello che pensava perchè non avrebbe mai permesso a nessuno di sacrificarsi per lei, soprattutto una persona come Merlin che aveva già fatto tanto per aiutarla.

- Credimi, ci sono abituato.. Ho dormito in posti peggiori di un pavimento Eyleen e tu ne hai più bisogno di me adesso.. - disse ancora Merlin continuando a sorridere bonariamente, ma ancora Eyleen non si convinceva e a lui non restò altro da fare che passare alle maniere forti avvicinandosi a lei mentre indietreggiava ancora per poi afferrarla per prenderla in braccio e mentre lei cercava di dibattersi per impedirglielo, lui fu molto rapido nel portarla nella sua stanza e poggiarla delicatamente sul suo letto.

- Fai la brava e riposati.. Il riposo aiuta a guarire! Io devo andare da quell'asino di Arthur o se no chi lo sente? Chiederò anche a Gaius di non farti uscire, e dopo dovremmo anche spiegargli il fatto che tu sai realmente chi sono.. Riposa adesso. Ci vedremo non appena ti sveglierai! - e le schioccò un bacio sulla fronte prima di sparire dietro la porta chiudendola delicatamente.

Eyleen non sapeva che dire sinceramente di quella situazione e pensò semplicemente che continuare a lottare fosse totalmente inutile se non anche una perdita di tempo, quindi appoggiò delicatamente la testa sul cuscino e senza neanche accorgersene si addormentò di botto, troppo stanca dagli avvenimenti della giornata che di certo erano unici nel loro genere. 
 

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