The legend of Zelda: The two princesses

di Lady_Zalya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La spada del potere ***
Capitolo 2: *** Destino ***
Capitolo 3: *** L'inizio della leggenda ***
Capitolo 4: *** Avviso importante ***



Capitolo 1
*** La spada del potere ***


Molto tempo fa, ai tempi in cui la Terra era ancora molto giovane, la pace regnava incontrastata. Bambini allegri che giocavano, persone sorridenti e senza pensieri negativi. Una pace universale, che niente riusciva a spezzare. Un giorno però, un uomo annoiato da tutta quella felicità e pace, si stufò di tutto questo. Lui non era mai felice, gli capitavano sempre cose spiacevoli e doveva anche andare avanti da solo, perché i suoi genitori erano morti quando ancora era piccolo, e i suoi parenti erano troppo lontani. Era seccato della contentezza degli altri. Esasperato da tutto questo, decise di andare nel luogo proibito a tutte le razze, la Terra sacra, sperando che vi fosse la grande Dea della leggenda per chiederle di avere anche lui un po’ di felicità.
La Dea però era molto contrariata
 
“Io non posso darti la felicità, mio piccolo figlio…”

Disse con un tono benevole, accarezzandogli delicatamente la testa.
 
“La felicità è una cosa che non si può donare. E’ una cosa che ti possono dare in dono solo le persone che ti amano. Non importa se non hai più i genitori, là fuori, da qualche parte, c’è di sicuro una persona in grado di amarti.”

L’uomo seguì il consiglio della Dea. Dopo poco tempo trovò una donna in grado di amarlo, vissero molto tempo insieme, lei sembrava amarlo tanto, e lui anche. Si sposarono, ed ebbero due figli. Un giorno però, tornando dal lavoro, l’uomo scoprì che la moglie lo tradiva. A quanto pare la felicità e la pace, erano solo cose apparenti in tutti gli uomini. In realtà tutta la società era corrotta da tempo. Delitti, suicidi, tradimenti, imbrogli… L’uomo andò su tutte le furie, e tornò adirato dalla Dea, per spiegargli cos’era successo, ma lei… non c’era. Lui voleva spiegazioni, voleva capire perché viveva in un mondo così, ma non trovando risposta, si infuriò ancor di più e decise di evocare il demone più antico di tutti, vendendo la propria anima ed acquisendo poteri malvagi, deciso a distruggere tutto e tutti, per dar via a un nuovo mondo. Un mondo senza corruzione, puro e incontaminato. Via via che seminava morte e distruzione però, perdeva sempre più il suo obbiettivo primario, fino a diventare un vero e proprio demone anche lui. Due principesse gemelle del regno di Hyrule, angustiate da tutto quel che stava sopraggiungendo, chiesero alla Dea se c’era un modo per poter fermare quell’uomo che ormai uomo non era più. La bellissima Dea, vedendo che tutto il mondo era stato messo in pericolo da quel demone, raccolse tutti i suoi poteri creando una spada potentissima, la “Spada del Potere” l’unica in grado di sconfiggere quell’essere. Però quella spada non poteva essere impugnata da qualunque umano, no… Serviva un uomo puro di cuore e con un coraggio incredibile, cosa molto rara, in quel mondo ormai completamente corrotto. La disperazione ormai era al culmine, l’essere immondo era sopraggiunto al castello dove c’erano le due principesse. Ormai era giunta la fine di tutto. Il demone stava per uccidere le ragazze, quando un uomo proveniente dal regno di Elryu, prese la spada direttamente e senza problemi dalle mani della Dea e si lanciò contro il demone, uccidendolo. Finalmente la storia era giunta a un lieto fine.
Le due principesse ringraziarono l’intrepido uomo di aver salvato tutto il mondo, e la Dea disse che la spada, anche se poteva essere impugnata solo da una persona pura e coraggiosa, c’era un modo per poterla usare anche a scopi malefici.
 
“A questo mondo, ogni cosa buona dentro di sé ha un goccio di cattiveria. Come in ogni cosa malvagia ha in sé un goccio di bontà. Dovete sapere che uccidendo quell’essere malvagio, è successa una cosa che non avevo previsto. La spada ha assorbito dentro di sé i poteri malvagi di quel demone, mantenendo però la propria purezza. Se un giorno un altro uomo con cattive intenzioni volesse sprigionare di nuovo quel terribile potere, dovrà sacrificare due anime dal sangue blu, le anime di due gemelle, ovvero le vostre, mie care figlie…”

Alle ultime parole, la Dea assunse uno sguardo triste.

“Non era mia intenzione mettervi in pericolo, chiedo perdono.”

La Dea le guardò negli occhi, mettendo le proprie mani su una spalla di ognuna delle principesse.

“Non tutto è perduto però, c’è un modo per impedire tutto questo. Bisogna sigillare la spada in un luogo sicuro, perché è impossibile distruggerla, io stessa non posso.”

Fu così che la spada fu sigillata dentro uno scrigno antico più di qualsiasi altra cosa presente nel mondo, apribile solo con un anello speciale, consegnato al Re in persona, il padre delle due principesse gemelle. Quattro anni dopo, il Re fu assassinato da una persona avida di potere, e la spada fu trasferita al regno di Elryu.
 
Da qui nasce la tradizione odierna in cui lo scrigno con dentro la Spada del Potere viene custodita a turni di quattro anni dai regni di Hyrule ed Elryu.
La leggenda delle principesse e della Spada del Potere, insieme all’eroe che era stato in grado di ripristinare la pace nel mondo.
 
C’è un’altra leggenda però, anche questa tramandata da generazioni e generazioni…
 
Si narra che, un giorno, sarebbero rinate le due principesse ad Hyrule e quando queste avrebbero raggiunto i 19 anni d'età, il giorno del loro compleanno, che cadrà proprio quando nel loro regno verrà consegnata la spada, una terribile sciagura cadrà su tutto il mondo, perché il demone tornerà e le rapirà insieme alla spada, e usando le anime delle due principesse, scatenerà il potere nascosto della spada, diventando più forte di qualsiasi uomo, riuscendo ad impugnarla. Il mondo cadrà in rovina. Si racconta però che l'uomo destinato alla spada ricomparirà e impedirà al demone di attuare i propri malefici piani.
 
“Non è una delle leggende più belle che tu abbia mai sentito?”

Disse entusiasta una ragazza dai capelli biondi, gli occhi azzurri e le orecchie a punta, a un piccolo bambino di all’incirca 6 anni. Era una ragazza con una bellezza da togliere il fiato, aveva un lungo vestito rosa, con molti ornamenti e gioielli, un vestito tipico da principessa delle fiabe.
 
“Sìì! E’ fantastica, principessa Zelda!”

Affermò il bimbo saltellando entusiasta. Poi si fermò, e guardò incuriosito la principessa.
 
“Uhm, ma principessa… Domani non è il suo compleanno? E se non sbaglio è anche il giorno in cui verrà portata la spada del potere al suo castello! Ooohhh! Cosa succederà?!”

Il bambino sembrava impaurito, ma la principessa si avvicinò a lui, inginocchiandosi davanti e prendendogli le mani.
 
“Tranquillo piccolino, non ricordi? La leggenda riguarda due principesse gemelle, io sono figlia unica!”

Zelda mise una mano sulla testa del bambino, accarezzandogliela dolcemente.
 
“Quindi non succederà niente, capito? Sarà solo una noiosissima cerimonia, una cosa che a voi bambini non può piacere, è una cosa un po’ noiosa…”

Il bimbo si tranquillizzò e fece un grande sorriso alla principessa.
 
“Eh eh, è vero! Ha ragione, come sempre!”

Zelda ricambiò il sorriso, e si alzò in piedi. Arrivò una guardia reale avvicinandosi a lei.
 
“Principessa, il Re la vuole al suo cospetto.”

La principessa si girò, guardando interrogativa la guardia, che aveva una voce femminile; ma siccome aveva un elmo in testa, non si poteva vedere il suo volto. Zelda si avvicinò.
 
“Oh, Yuniya! Cosa? Mio padre? Cosa vorrà mai?”

“Non saprei, principessa… Credo che le voglia parlare riguardo a domani.”

Zelda sospirò, guardando il bambino.
 
“Scusami tanto Shu, ma purtroppo devo andare… La prossima volta ti racconterò un’altra leggenda fantastica, vedrai!”

“Ci conto, principessa! Alla prossimaaaaaa!”

Shu andò via, e Zelda si voltò verso la guardia Yuniya, che si stava sistemando bene l’elmetto.
 
“Mph, mi fa strano vederti con quell’elmetto in testa, sai? Ahahahah!”

“Uff, fa un caldo terribile con questo elmetto addosso e l’armatura è così pesante che faccio fatica a muovermi, come faccio a fare il mio dovere di guardia se son conciata così?!”

Disse irritata Yuniya, quelle armature non le sopportava proprio, però essendo una guardia reale, doveva indossare quell’armatura per forza. Zelda ridacchiò e poi superò Yuniya, incamminandosi verso il castello di Hyrule.
 
“Aahahaha, dai Yuni, andiamo! Vediamo che ha da dirmi il baffone! Ahahahah!”

“P-Principessa, che modo di parlare! Se la sentisse il Re di sicuro si infurierebbe!”

La principessa si voltò, leggermente indispettita.
 
“Oh insomma, Yuni! Perché continui a darmi del lei? Ormai siamo amiche da un anno! Quando non c’è nessuno lo sai che puoi darmi del tu anche se sei in servizio!”

Yuniya mise una mano dietro l’elmetto.

“Ooops! Mi ero dimenticata… scusa, Zelda!”

“Mph, tranquilla… Mio padre sarebbe fiero nel vedere come ti comporti, sei una guardia grandiosa, nonché mia grande amica”


Le due ragazze sorrisero, per poi continuare ad avanzare verso il castello. Mentre camminavano però, Zelda assunse uno sguardo triste, camminando a testa bassa, erano alcuni giorni che faceva così, Yuniya si domandava il perché, ma non osava chiedere, magari si stava sbagliando. Alla fine però prese coraggio, e aumentò il passo mettendosi davanti alla principessa, facendola fermare.
 
“Zelda…”

“Sì? C-Che c’è, Yuni?”

Disse Zelda volgendo lo sguardo altrove. Yuniya incrociò le braccia, preoccupata per l’amica.

“Sono giorni che sei strana, che ti è successo? Ci sono delle volte in cui sembri essere da un’altra parte, stai male? Hai preso l’influenza?”

Zelda era contenta di avere almeno un’amica vera, che si preoccupava davvero per lei. Decise allora di confidarsi, sapeva che si poteva fidare ciecamente di Yuniya.
 
“Vedi, Yuni… Io ultimamente sto facendo degli strani sogni… Sogno una spada circondata da un’aura malvagia, un ragazzo senza volto, un uomo che impugna la spada con l’aura malvagia e che mi trafigge il petto… Non… Non vorrei che fosse un sogno premonitore, come se la leggenda della Spada del Potere si potesse avverare… Però io sono figlia unica, non ho mai avuto una sorella! Anche se al mio compleanno, mio padre è sempre triste e non so perché… Non ti ho detto niente perché probabilmente sono solo tesa per il mio compleanno…”

Yuniya mise una mano sulla spalla di Zelda, togliendosi l’elmetto con l’altra. I suoi capelli erano di media lunghezza, di colore nero corvino raccolti in una treccia. Gli occhi erano rossi, rossi come il sangue, e pure lei, aveva le orecchie a punta, ma era una cosa normale, essendo di razza Hylian, come la principessa. Sulla fronte, aveva un cerchiello color oro con una gemma rossa a forma di goccia che pendeva.
 
“Avrei dovuto capirlo, pure io sarei tesa come te… tuo padre ha brutte intenzioni quest’anno, eh?”

“Sì… mi vuole trovare un marito. Vuole darmi in moglie a un ragazzo che non conosco nemmeno, senza nemmeno pensare ai miei sentimenti, non è giusto!”

Yuniya sospirò, battendo la mano sulla spalla di Zelda.

“Eeeh amica mia, purtroppo essere principessa porta a queste cose… Io per fortuna non avrò mai di questi problemi.”

“Che invidia… Tu potrai sposarti col ragazzo che ami…”

“Ahahahah! Non dire sciocchezze, Zelda! Io sono troppo occupata con il mio lavoro per innamorarmi di qualcuno! Non succederà mai che mi sposerò con qualcuno, rimarrò in libertà a vita!”

Sentenziò Yuniya, portandosi orgogliosamente le mani ai fianchi. Poi continuò.

“Senti, ma almeno hai provato a dire a tuo padre le tue ragioni? Magari cambia idea, no?”

Zelda sospirò, portandosi una mano al petto, abbassando lo sguardo.
 
“Impossibile, non lo farà mai… Vuole a tutti i costi portare avanti la famiglia reale, facendomi sposare con un principe di Elryu... ma lo vuole fare anche per consolidare l'alleanza tra i due regni.”

Yuniya le diede una piccola spinta.

“E diglieloooo! Che ti costa?! Se ti arrendi senza nemmeno aver lottato, come fai a sapere come andrà a finire?! Se ti arrendi dovrai almeno sperare che quel principe sia bravo.”

“Hai… Hai ragione te… Va bene, tenterò!”
 
Le due ragazze entrarono nel castello, e prima di entrare nella sala del trono, Yuniya si mise nuovamente l’elmetto, mentre Zelda diede una scrollata al vestito usando le mani perchè era leggermente sporco di terra, prima si era inginocchiata a tranquillizzare Shu. Una volta entrate videro il Re seduto sul trono, con un gomito appoggiato al bracciolo, con la mano a pugno e la testa adagiata sul pugno, aveva un aspetto annoiato, stanco; aveva parecchie rughe, segno che aveva un’età non troppo giovine, però aveva ancora i capelli del suo colore naturale, e cioè neri, anche se alcuni erano bianchi, ma non si notava subito al primo sguardo; gli occhi invece erano azzurri. Appena il Re vide la figlia entrare nella sala del trono, si mise in posizione corretta, facendo un grande sorriso appagato.
 
“Aaahh, guardala, la mia piccolina! Oggi sei stupenda, figliola! Sei proprio una signorina ormai, fai sentire vecchio il tuo paparino, sai?”
 
Zelda fece un breve inchino principesco, per poi avvicinarsi al Re, sedendosi sopra le sue gambe.

“Grazie padre, le tue parole mi rendono felice, anche se non sono poi tanto bella…”

“Ma scherzi?! Sei la più bella di tutto il regno, piccola mia! Devi essere fiera di questo! Sei bella quanto lo era tua madre… che gran donna che era…”

Il Re guardò lontano, verso un ritratto. Era un quadro parecchio vecchio, raffigurava una donna di bell’aspetto, molto simile a Zelda. I tratti del viso erano dolci, aveva lunghi capelli biondi, ma era l’unico colore che si riusciva a distinguere, gli altri erano sbiaditi, il tempo non perdona. Zelda guardò tristemente il quadro, sospirando.
 
“Mi manca…”
 
“Anche a me, piccola…”

Il Re abbracciò sua figlia, e lei ricambiò. Yuniya li guardava commossa, quanto avrebbe voluto anche lei almeno un padre… Le restava solo la propria nonna Baba e suo fratello, che era partito da anni senza farsi più sentire. Zelda si staccò dal padre, tornandosene in piedi.
 
“Comunque cosa c’è? Avevi detto che mi volevi al tuo cospetto, è successo qualcosa?”

“Piccola mia, dobbiamo parlare riguardo a domani, il tuo compleanno… verranno alcuni nobili, e il principe di Elryu, il tuo promesso sposo.”

Zelda trasalì. Promesso sposo… L’idea del padre non le piaceva per niente. Ma che altro poteva fare? Le ritornarono in mente le parole che aveva detto Yuniya poco fa e si fece coraggio.
 
“Padre, io… Io non voglio!”

“Uhm? Cosa non vuoi cara? Non capisco.”

“Sposarmi! Non voglio sposarmi con quel ragazzo, non lo conosco nemmeno! Io voglio sposarmi solo quando troverò qualcuno che mi amerà davvero!”

Il Re si prese un baffo tra due dita, giocandoci fissando la figlia. Era sicuro che Zelda avrebbe obbiettato, ma lui ci teneva molto a mandare avanti tutto e consolidare l'alleanza, non poteva aspettare troppo tempo perché prima di morire, avrebbe voluto che sua figlia fosse già sistemata e fosse tutto a posto. Si alzò in piedi, era molto più alto della figlia; la guardò negli occhi.
 
“Zelda. Sai benissimo che la tradizione è così. Vedrai, anche se non ti piacerà all’inizio, finirai con l’innamorarti di lui. Io e tua madre ci eravamo innamorati a prima vista, ci sposammo molto volentieri, ci amavamo tantissimo… Era stato… Uhm, come si dice? Un colpo di fulmine, ecco! Lei aveva proprio la tua età quando ci conoscemmo, sei uguale identica a lei, sai?
Vedrai che ti abituerai presto a quel ragazzo, mi farete anche dei bei nipotini! Non vedo l’ora di diventare nonno!”

Il Re sembrava non aver nemmeno considerato le parole della figlia, era troppo immerso nei suoi sogni, sogni campati  per aria, non pensava per niente a cosa diceva alla figlia, dava retta solo ai bisogni del regno. La principessa sospirò tristemente, voltandosi verso Yuniya, che stava guardando male il Re.
 
(Che uomo duro, non capisce che così non fa del bene a sua figlia… Povera Zelda, chissà come si sente ora…)

Pensò Yuniya. Si avvicinò al trono, guardando il Sovrano.
 
“Mio signore, non c’è nessun’altra soluzione? Io avrei un’idea, se vuole ascolarmi.”

“Oh, Yuniya… Un’idea, dici? Sentiamo.”

Yuniya fece un colpo di tosse per schiarirsi la voce, per poi mettere le mani dietro la schiena.

“Senta la mia proposta… Domani quel principe verrà qui, giusto?”

“Sì.”

“E verrà qui per chiedere la mano della principessa, presumo.”

Il Re annuì.
 
“Ebbene, propongo un anno di fidanzamento tra i due, se andranno d’accordo e si piaceranno, allora andrà tutto bene, se invece accadesse il contrario, quel matrimonio non s’ha da farsi.”
 
Il Re si accarezzò la barba sul mento, assumendo un’aria pensatrice.
 
“Uhm, e se proponessi un anno di fidanzamento tra i due? Se andranno d’accordo e si piaceranno, allora andrà tutto bene, se invece accadesse il contrario, questo matrimonio non s’ha da fare! Che ottima idea, sono un genio!”

Yuniya e Zelda fissarono il Re, guardandosi poi con una goccetta di sudore sulla fronte.

“…”
 
“Già, padre... Sei un genio…”
 
Arrivò la sera, Yuniya aveva finito di lavorare, si tolse la divisa da guardia mettendosi i propri abiti. Ma pur essendo una ragazza indossava vestiti più maschili che femminili e più che abiti normali sembravano più adatti per lanciarsi all'avventura, ma preferiva vestirsi così. Indossava una tunica nera senza una manica con decorazioni color oro con in vita una cintura marrone con appeso una piccola borsettina portaoggetti e con a un lato un gancio apposta per l'elsa della spada. Sotto la tunica portava una calzamaglia bianca mentre di calzature aveva due stivali color marrone scuro con decorazioni bianche incrociate. Inoltre su una spalla aveva un mantello cortissimo con sotto un proteggi spalla, uguale a quello sull'altra spalla mentre dietro aveva un mantello nero lungo fino alle ginocchia. Indossava inoltre dei quanti neri senza dita. Sembrava una vera guerriera. Uscì dal castello, dirigendosi verso casa propria. Oggi non aveva il turno di notte, era contenta di poter dormire normalmente in un letto soffice e caldo. Però sapeva che l’indomani il turno sarebbe toccato a lei e c’era una grana in più… Siccome per quattro anni la spada sarebbe stata custodita al castello di Hyrule, sapeva già che non avrebbe più avuto nottate libere, perché la sorveglianza doveva essere aumentata drasticamente, in modo che nessuno sarebbe riuscito a trafugare l’antica reliquia. Sospirò, guardando il cielo color blu profondo, pensava a quel che le aveva detto la principessa, quei sogni ricorrenti… Yuniya non voleva dirlo a Zelda, ma pure lei stava facendo un sogno simile, ultimamente. Ma volle stare zitta, per non metter paura alla ragazza. Probabilmente Yuniya faceva sogni del genere perché anche lei era tesa per la propria amica e pensava inconsciamente che quella spada le avrebbe portato solo guai. Riprese a camminare, entrando a casa.
 
“Nonna Baba, sono a casa!”

“Oh, piccola Yuni, sei tornata! Com’è andata al lavoro, figliola?”

“Tutto bene, come al solito! Oh, ma la cena è già pronta? Ti volevo aiutare”

“Ah ah ah, stanca dal lavoro e ancora avresti energie per aiutarmi a cucinare? Sei energica come al solito! Tranquilla, questa vecchietta ce la fa ancora a preparare da sola la cena. Ora su, siediti e ceniamo!”
 
Yuniya e nonna Baba cenarono, chiacchierarono un po’ e poi andarono ognuna nella propria camera, mettendosi sotto le coperte e chiudendo gli occhi, venendo trasportate piano piano nel mondo dei sogni.
Il giorno successivo, avrebbe cambiato le vite di tutti.
 
Continua…

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Capitolo 2
*** Destino ***


Nota dell’autrice:  Mi scuso per il grosso ritardo di questo capitolo, per fortuna è anche bello lunghetto, almeno mi faccio perdonare per l’attesa, buona lettura a tutti! <3
 
 
Era giunta la mattina, il giorno della cerimonia in cui la Spada del potere sarebbe stata portata a Hyrule, nonché compleanno della principessa Zelda, tanto amata dal suo popolo quanto invidiata dalle ragazze per la sua insormontabile bellezza; però era anche il giorno in cui il Re aveva deciso che avrebbe fatto fidanzare sua figlia con il principe di Elryu. Voleva farli sposare, ma il giorno prima Yuniya, guardia reale e grande amica di Zelda, era riuscita a fargli cambiare idea, con grande riconoscimento da parte dell’amica.
 
Ma passiamo ai fatti, questo giorno non avrebbe cambiato la vita solo della nostra cara principessa, ma la vita di tutti, nessuno escluso.
 
Zelda si svegliò che ormai era mattinata inoltrata, stranamente la cameriera non l’aveva svegliata. Quando si accorse dell’ora, balzò subito in piedi cominciandosi a vestire il più in fretta possibile.
 
“Oh, dannazione! Se mio padre scopre che stavo ancora dormendo, passerò guai grossi!”

Era tutta trafelata, stava cercando di allacciarsi il bustino tenendo dietro le mani con i lacci in mano, guardandosi dietro con lo specchio in camera sua; alla fine ci riuscì a stento, e continuò a vestirsi in fretta e furia, dopodiché si truccò e pettinò. Infine uscì di corsa dalla camera, tenendo due lembi del vestito con le mani, tenendolo sollevato per non inciamparci. Scese tutte le rampe di scale, e infine giunse al giardino del castello. Si fermò appoggiando una mano a una statua, aveva il fiatone per la corsa fatta.
 
“Anf, anf… s-spero che mio padre non se ne sia accorto…”

Si ricompose e si guardò intorno; sentiva tante voci provenire dall’entrata del castello, probabilmente gli ospiti della cerimonia erano già arrivati. Sospirò, sapeva che presto la sua libertà sarebbe finita. Avrebbe fatto di tutto per evitare questo giorno, ma ahimè, non poteva.
La principessa si avvicinò a una panchina, sedendosi. Pensava, pensava molto, pensava ai problemi che la affliggevano; il sogno che continuava a fare, questo giorno per lei maledetto, il promesso fidanzato, la responsabilità che avrebbe avuto della Spada del potere. Era sveglia da poco, ma la sua testa non ne poteva già più. Da lontano vide Yuniya che stava facendo il proprio lavoro di guardia, un poco la invidiava, avrebbe fatto qualsiasi cosa per non avere tutti i pensieri che ha e sentirsi libera come la sua amica. Ma Zelda non immaginava minimamente che anche Yuniya aveva grossi problemi; anche lei faceva lo stesso sogno ricorrente e la cosa non le piaceva per niente. Un altro problema di Yuniya era che era una delle poche guardie reali femmine. Gli altri che erano uomini erano rudi, e facevano sempre i pervertiti, tranne uno molto giovane, che presto le diventò amico. Era lo stesso che proprio ora aveva il turno con lei, era un ragazzo molto dolce, quasi non si riusciva a credere che un ragazzo così facesse la guardia reale. Al momento indossava l’armatura e quindi non si vedeva in volto, gli occhi però si vedevano, erano verdi. Lui e Yuniya fecero passare uno ad uno gli ospiti e altri due avevano il compito di perquisire gli ospiti; non era diffidenza, era un ordine del Re, voleva essere certo che sarebbe andato tutto liscio come l’olio. Anche i normali abitanti e la gente comune venuta da Elryu poteva partecipare, loro però vennero accomodati in un luogo separato. Yuniya e il suo amico finirono il loro compito, era ora di pranzo ormai.
Il ragazzo si avvicinò con fare gentile a Yuniya, togliendosi l’elmetto; aveva i capelli neri e delle lievi lentiggini sulle guance. Sorrise guardandola, asciugandosi la fronte imperlata di sudore.
 
“Accidenti, questa nuova divisa mi fa sempre venire un caldo allucinante… Senti, siccome è ora di pranzo, che ne dici se pranziamo insieme, Yuniya?”

La ragazza si tolse l’elmetto anche lei, sbuffando per il caldo, poi guardò l’amico.
 
“Spiacente, Connor, ma ho promesso a Zelda che oggi avrei pranzato insieme a lei, dopotutto è la mia migliore amica e oggi è il suo compleanno…”

Connor sospirò un poco.
 
“Ok, sarà per un’altra volta, allora. Non posso competere con la principessa… Senti, è da un po’ che mi sto domandando una cosa…”

Yuniya lo guardò con aria interrogativa, che cosa mai si stava domandando?
 
“Dimmi, ti ascolto”
 
Connor la guardò, avvicinandosi.
 
“Ma quand’è il tuo compleanno? E’ un anno che sei qui, eppure non ti ho mai vista festeggiarlo…”

“Oh, solo questo volevi sapere? Il mio compleanno è fra due giorni.”

“Eeehhh? E’ così vicino?! Mi devo sbrigare a comprarti un regalo, allora!”

Yuniya guardò tristemente altrove.
 
“No, Connor. Io il mio compleanno non l’ho mai festeggiato.”

“Cosa? E perché mai?!?”

“Un giorno forse te lo dirò, ora scusami, ma devo andare!”

La ragazza fece un sorriso appena accennato e poi scappò via, non poteva far tardi al pranzo con la propria amica, aveva promesso che sarebbe arrivata puntuale. Correva il più veloce che poteva, quando l’occhio le cadde su una scena che stava accadendo da quelle parti. Un ragazzetto irrispettoso si era scontrato con una donna anziana, facendole cadere tutta la spesa e senza nemmeno chiedere scusa scappò via facendole una linguaccia. Passando davanti a Yuniya, le urlò in faccia. Yuniya ovviamente rimase un po’ scossa, poi però si diresse verso la vecchietta per aiutarla, ma quando ormai fu quasi arrivata, notò che un ragazzo si era fermato davanti alla vecchietta, chinandosi e cominciando a raccogliere tutte le cose cadute; la vecchietta sorrideva tantissimo, era così contenta che al giorno d’oggi qualcuno con un po’ di rispetto c’era ancora! Quel ragazzo aveva un’aria diversa da tutti gli altri, perlopiù, Yuniya non l’aveva mai visto in giro, con molta probabilità veniva dal regno di Elryu. Era un ragazzo biondo, con gli occhi azzurri come il cielo, un azzurro puro e cristallino; indossava un cappuccio verde, una tunica verde con sotto una maglia a trama di ferro e sotto ancora una maglietta bianca. Portava una calzamaglia bianca sotto alla tunica corta, e degli stivali marroni. In più aveva tre cinture marroni, una che dal lato destro percorreva tutto il busto finendo in basso a sinistra, con una cintura che gli si agganciava al mezzo, e una cintura alla vita; aveva anche lui le orecchie a punta. Raccolse tutta la spesa alla vecchietta, porgendogliela gentilmente.

“Ecco a lei, signora. Quel bambino è stato proprio maleducato! Lo cercherò ovunque e lo costringerò a chiederle scusa, non si tratta così una bella signora.”

“Oh oh oh, come sei gentile giovanotto! Lascia stare, quel bambino non imparerà mai. Il tuo altruismo è ammirevole, mi hai illuminato la giornata, lascia che ti ricompensi.”

Il ragazzo sorrise dolcemente, mettendo le mani in avanti.

“Stia tranquilla, la vera ricompensa è averla fatta sorridere dopo quel piccolo incidente, non mi serve niente.”

La vecchietta si mise le mani sui fianchi.

“Ohhh, non voglio storie! Ora tu vieni a pranzo da me, cucino io! Ti presenterò anche le mie nipoti, stravederanno per te!”

“M-ma no, non ser-“

Non fece in tempo di finire la frase, la vecchietta prese quel giovane per un braccio, trascinandolo via.
Yuniya sorrise a quella scena, quel ragazzo era proprio goffo mentre la vecchietta lo trascinava via. Poi però le tornò in mente che non aveva tempo di fermarsi, aveva il pranzo con Zelda. Tornò a correre, raggiungendo l’osteria dove aveva appuntamento con l’amica.
Entrata nell’osteria, venne colpita da mille profumi, profumo di cibo e di sigari. Sì, sigari. Purtroppo c’erano molti fumatori là dentro; eppure quel luogo alla sua amica Zelda piaceva molto, diceva sempre che le piaceva vedere i propri sudditi felici e spensierati, anche se a Yuniya più che felici, sembravano sempre ubriachi fradici. Osservò un po’ in giro, notando che Zelda ancora non era arrivata.
 
(Meno male, sono arrivata in tempo!)

Pensò sedendosi a un tavolo libero. Appoggiò i gomiti sul tavolo, appoggiando la testa sulle mani messe a pugno, non le restava altro che aspettare, sperando di non avere grane da parte di qualche “cerca guai”.
 
Dopo aver dato il buongiorno al padre, Zelda tornò in camera propria a travestirsi, non poteva di certo andare in giro per il regno nelle sue reali vesti, soprattutto in un’osteria. Si tolse tutti i gioielli, e indossò un abito normale, abito che le aveva gentilmente prestato Yuniya; Era semplice, un vestito a maniche lunghe. La parte superiore era arancione con i bordi bianchi, la gonna invece era sul rosa, dei vestiti molto modesti, che non l’avrebbe fatta notare troppo. Prese i propri capelli legandoli con un fiocco rosso in modo da farli sembrare più corti, infine indossò degli occhiali senza lenti, di color grigio chiaro. Si guardò allo specchio: faceva fatica a riconoscersi, aveva fatto davvero un ottimo lavoro!
Uscì dalla camera stando attenta a non farsi vedere. Stranamente riuscì ad uscire dal castello senza nessun intoppo. Cominciò a correre, per andare all’osteria, ma sentì un urlo così forte da farla fermare. Proveniva da una casa. Zelda si incuriosì e si avvicinò. Vide un ragazzo uscire da una casa, inseguito da una vecchia.
 
“La pregoooo! Non posso trattenermi ancora, ho delle faccende da sbrigareeeee! Le prometto solennemente che poi tornerò per cena!”

Disse il ragazzo fermandosi cercando di tenere la vecchietta a debita di stanza. Erano la stessa vecchietta e lo stesso ragazzo che vide Yuniya poco fa.

“Ma non puoi andare già via! Devi assolutamente assaggiare l’arrosto che ti ho preparato con tanto amore! E le mie nipotine ancora non sono arrivate! Dai giovanotto, resta ancora un po’ con me! Ti prometto che ti farò anche assaggiare il mio tortino di zucche! Quel tortino è il migliore del regno, non lo supera nessuno, sai? Sarebbe un peccato mortale non assaggiarlo, te ne pentiresti!”

Disse la vecchietta agitando un mestolo di legno. Era molto insistente e quel ragazzo non ne poteva più. Quella donna gli aveva già fatto mangiare di tutto, pasta, pane aromatico, zuppe a non finire, bistecche in tutte le salse possibili, ancora qualcosa e sarebbe andato K.O. . Chiuse gli occhi e si mise una mano sul cuore, per poi guardare la vecchia.
 
“Le giuro sul mio onore che tornerò davvero. Sono venuto fin qui da un altro regno per svolgere un compito importante, che avverrà tra qualche ora, e mi devo preparare al meglio, spero che mi capisca…”

“… Ok, ok. Vai pure giovanotto, ti capisco benissimo, se è per lavoro sei giustificato!”

“Eh eh eh, la ringrazio! Allora io vado! A stasera signora!”

Il ragazzo vestito di verde salutò la vecchia, correndosene via. Zelda durante quella scena, se ne andò via, non poteva restare a guardare gli affari degli altri mentre Yuniya probabilmente la stava già aspettando all’osteria. Giunse davanti al locale ed entrò, sorridendo alla vista dei suoi abitanti “felici” (in realtà ubriachi fino al midollo, ma lasciamo che la pensi come vuole). Vide Yuniya seduta al tavolo, e si avvicinò con un sorriso furbo stampato in faccia.
 
“Salve signorina, questo tavolo è occupato?”

Disse Zelda camuffando la voce.
 
“… Pensi che non ti riconosca, Zelda?”

Disse Yuniya guardandola con un sorriso beffardo, sorseggiando un bicchiere di sidro di mele.
 
“C-cos… ma come hai fatto a capire che ero io?!”

Yuniya si battè un palmo della mano sulla fronte, facendo no con la testa.
 
“Zelda… quel vestito è mio, no? E’ normale che ti riconosco!”

“… Oh! Vero! Eh eh eh!”

La ragazza si sedette vicina a Yuniya. Aspettarono la cameriera e pranzarono. Zelda era felicissima, le piaceva tanto stare in mezzo alle persone normali facendo cose normalissime, solo in questo modo riusciva a sentirsi una ragazza qualsiasi, libera… Ma non poteva starci per molto, presto al castello si sarebbero accorti della sua assenza e si sarebbero allarmati, quindi il loro pranzo fu parecchio veloce. Uscirono dall’osteria, Zelda sbuffò.
 
“Uff… non capisco proprio perché è toccato a me essere una principessa… avrei preferito di gran lunga essere una ragazza come tante altre, essere principessa è una cosa così noiosa…”

“Mi dispiace, Zelda… però vedi il lato positivo, non devi faticare per avere cibo o altro come noi comuni mortali, è una cosa positiva, no?”
 
“Mah… io preferirei avere un umile lavoro, cucinarmi da sola il pranzo e la cena e badare da sola alla mia casa, mi sentirei più indipendente, più soddisfatta…”
 
“E’ la prima volta in vita mia che sento una persona della famiglia reale parlare così, wow! Mi stupisci sempre di più, sai?”

“Eh eh eh… Comunque è meglio che io vada, non voglio creare guai proprio oggi. Vado! A dopo Yuni!”
 
“A dopo Zelda!”

Le due amiche si salutarono. Zelda andò al castello, facendo di nuovo attenzione a non farsi beccare, mentre Yuniya si fece un giretto nei dintorni.
 
Arrivò il pomeriggio e Yuniya andò nei camerini delle guardie a mettersi la divisa, sarebbe stata al fianco di Zelda quando le avrebbero consegnato lo scrigno con dentro la Spada del Potere. La cosa un po’ le piaceva, era davvero curiosa di vedere quello scrigno.
La sala del trono era straboccante di gente venuta da tutti i due regni confinanti: uomini, donne, nobili, persone comuni, grandi, piccini, persone anziane, persone venute da Elryu... c’erano davvero tantissime persone. Il Re era seduto orgogliosamente sul proprio trono, con la propria figlia Zelda seduta nel trono affianco. Yuniya arrivò restando in piedi al fianco del trono di Zelda, che era agitatissima, non aveva idea di cosa dovesse fare quindi se ne restava ferma immobile come un pezzo di legno, facendo una strana faccia. Suo padre lo notò e girò lievemente la testa, rivolgendole lo sguardo.
 
“Tranquilla figliola, non hai nulla da temere. Rilassati, ohohoh!”
 
Disse sottovoce. Zelda girò goffamente la testa a scatti guardando il proprio padre.
 
“M-ma che dite, padre! Io s-sono tranquillissima, non si vede?”

Yuniya guardò Zelda, senza muoversi.
 
“No. Non si vede per niente, principessa.”

“M-maledizione… Ok, ok sono agitata! M-ma non fatemelo notare! Mi agito ancora di più in questo modo! Ahhh, maledizioneeee!”
 
Il Re lanciò un’occhiataccia alla propria figlia.
 
“Ssshhh! Ti sentono! Ricorda figliola, una buona sovrana mantiene sempre la calma e il sangue freddo, non devi mai aver paura o andare nel panico. I sudditi pongono fiducia in noi, se cadiamo cadono anche loro, se andiamo nel panico, loro fanno peggio. Dobbiamo essere la loro guida, non la loro rovina. Ricordatelo!”
 
“Va bene padre… ci proverò…”

La fanciulla si tranquillizzò. In quel momento suonarono le trombe e le porte della sala del trono si aprirono lentamente: la cerimonia stava per iniziare.
Dalle porte entrò il principe di Elryu, il principe Kalin.
Un ragazzo vestito in modo davvero principesco, aveva dei capelli color arancio decorati con un cerchietto d’oro, e due occhi verdi smeraldo. Le vesti erano molto singolari. Consistevano in una maglia nera con decorazioni in oro corta fino all’inizio dell’addome, con sotto un’altra maglia con decorazioni in oro, questa però era viola. Non uno di quei viola fastidiosi, era un viola scuro, molto piacevole alla vista. Portava un mantello bianco davanti e azzurro nel retro. Aveva dei semplici pantaloni neri e ai piedi portava delle scarpe blu decorate in oro.
Le sue due orecchie a punta erano adornate con due gemme nere, mentre ai polsi aveva due braccialetti d’oro.
Ma il principe Kalin non era solo, di fianco a lui c’erano le sue due guardie personali, mentre dietro… C’era il ragazzo biondo vestito di verde, che stava camminando dietro il principe tenendo in mano uno strano scrigno, probabilmente era lo scrigno con dentro la Spada del potere.
 
Il principe si fermò dalle scale ai piedi dei due troni, facendo un inchino.
 
“Re Abdyas, bellissima Principessa Zelda, vi porgo i miei più sinceri saluti. Sono onorato di essere qui da voi in questo magnifico giorno di festa. Non solo ho l’onore di esser qui a consegnare di persona la spada del Potere, ma avrò anche l’onore di partecipare allo splendido compleanno della mia amata Zelda!”
 
Disse Kalin con un tono gentile e pacato, sembrava un ragazzo senza difetti. Tornò in posizione eretta, facendo un passo indietro e girandosi verso il ragazzo vestito di verde, facendogli cenno di avanzare.
Il ragazzo in verde si avvicinò lentamente alla scala, appoggiò un ginocchio a terra e porse lo scrigno in avanti, abbassando la testa in segno di rispetto. Il Re guardò la figlia.
 
“Avanti, tocca a te! Prendi lo scrigno.”
 
Zelda annuì, e si alzò scendendo piano le scale, seguita da Yuniya, che restava sempre in guardia. Zelda fece un piccolo inchino, per poi allungare le mani per prendere lo scrigno. Il ragazzo alzò la testa, e i loro sguardi si incrociarono, facendoli rimanere immobili per qualche istante.
Il principe notò la cosa e si avvicinò spintonando via Yuniya per mettersi al fianco di Zelda, che vedendo il gesto del principe, se ne tornò in posizione corretta tenendo in mano lo scrigno.
 
“Oh, bene! La cerimonia è quasi giunta al termine, eh?”

“Ehi, ma che modi!”

Disse Yuniya irritata, guardando in malo modo Kalin.
 
“Silenzio te, sei solo una guardia! Ora, mia cara Zelda, perché non diamo inizio al tuo compleanno? Ti ho anche portato un regalo!”

Quel che sembrava un ragazzo educato in realtà era solo un ragazzetto viziato che pensava solo ai propri comodi. Yuniya sbuffò, notando che il ragazzo in verde stava ancora fissando la principessa, per poi tornare in piedi, sospirando. Il principe non cambiava mai. Si avvicinò a Yuniya, mentre Zelda e Kalin  si erano avvicinati al trono del Re.
 
“Hey, te… stai bene? Ti chiedo scusa da parte del principe, a volte…”

Si avvicinò di più, parlando sottovoce.
 
“A volte è proprio un maleducato, povera principessa che dovrà sopportarlo tutto il giorno e se le va male, tutta la vita…”

Yuniya a quelle parole fece una piccola risatina.
 
“Ahahah, hai proprio ragione!”

Il ragazzo sentendo la voce di Yuniya si stupì.
 
“Oh, ma sei una ragazza! Da quest’armatura non si capiva molto, scusami!”

“Tranquillo. Ora chiedo scusa, ma devo svolgere il mio lavoro. E' stato un piacere parlare con te.”

Yuniya fece un piccolo cenno di saluto con la mano e se ne tornò al fianco di Zelda, che stava ancora conversando col padre.
 
“Sì, abbiamo preparato una stanza apposta per custodire la spada. Là sarà al sicuro, è molto più sicura di quella di anni fa, si può star tranquilli!”

Disse il Re soddisfatto, poi guardò Yuniya.
 
“Yuniya. Tu e Connor vi occuperete di portare la spada nella sala. Mi raccomando non fate disastri, conto su voi due più di chiunque altro, in questo castello!”

La ragazza fece un inchino. Poco dopo si avvicinò Connor prendendo lo scrigno in mano e se ne andò via seguito da Yuniya. Arrivarono alla stanza e misero lo scrigno al proprio posto, uscendo e chiudendo tutto, mettendosi davanti a far la guardia.
 
“Uffa… io speravo di poter partecipare alla festa di Zelda, cavolo!”

“Eeehhh, a chi lo dici, Yuniya… Le guardie alla festa si staranno divertendo un mondo, non vedo l’ora che sia il mio turno di stare là!”

“Anche io…”
 
Zelda era alla festa, al tavolo più grande, con a un fianco il padre e dall’altra il principe Kalin, che non faceva altro che blaterare e a starle col fiato sul collo. Si stava annoiando a morte. Da una parte c’era un’altra tavola, dove sedevano le guardie reali e le guardie del principe, insieme al ragazzo in verde. Una guardia reale guardò il ragazzo.
 
“Senti, ma tu perché sei vestito in quel modo?”

“E’ un’altra delle divise che abbiamo al regno, sono una delle tante guardie personali del principe. Voleva far scena, dice che l’eroe della leggenda era proprio vestito in verde e con i capelli biondi, e siccome ero l’unica guardia con i capelli biondi ha scelto me, semplice.”

Disse il ragazzo bevendo del vino bianco, poi si guardò intorno, quella festa era un po’ troppo sfarzosa per i suoi gusti, preferiva i compleanni con poche persone conosciute e intime, feste del genere con troppe persone non gli piacevano per niente. Si alzò salutando tutti dirigendosi verso la terrazza, guardando fuori dal giardino. Era sera ormai e vide due guardie entrare da sotto. Erano Connor e Yuniya che avevano appena finito il turno. Entrarono poco dopo nella sala, andandosene alla tavola insieme alle altre guardie, togliendosi gli elmetti. Il ragazzo in verde invece restò sulla terrazza, sedendosi sulla ringhiera e osservando le persone che c’erano. Una persona in particolare aveva attirato la sua attenzione, un ragazzino dai tratti androgini, con la pelle azzurrastra e con dei capelli lunghi e viola chiarissimi, vestito con un cappuccio, un mantello e una maglia viola con dei pantaloni rossi, rossi come l’occhio e la pietra che adornava il cappuccio e le scarpe che portava ai piedi. In dettaglio il cappuccio aveva i bordi color oro. “L’occhio” perché se ne vedeva uno solo, l’altro era coperto da un grosso ciuffo di capelli. Sotto quell’occhio inoltre aveva un segno nero, una specie di tatuaggio, che consisteva in una linea un poco curva, dove in basso nel mezzo, si diramava con un’altra linea, molto più corta. Il mantello invece era fermato con una spilla rotonda color oro. Non sembrava un ragazzino qualsiasi e non emanava per niente un’aura buona, però c’erano molte ragazze intorno a lui, molto affascinate. La festa durò ancora qualche ora, poi gli ospiti andarono via, tranne il principe Kalin e le sue guardie, compreso il ragazzo vestito di verde. Pure le guardie reali per quella notte dovevano restare al castello, facendo i turni per sorvegliare la Spada del Potere. Il Re, la principessa Zelda, Kalin e le sue guardie, andarono a dormire.
 
Calò la notte. In cielo splendeva la luna piena ed era tutto insolitamente tranquillo, siccome era estate, c’erano i grilli che cantavano e anche le rane; tutti insieme creavano un fantastico concerto notturno. Il Re stava dormendo tranquillo nel suo letto, quando la porta della sua camera si aprì lentamente, facendo uno scricchiolio che lo svegliò. Era buio, ma dalla tenda della finestra usciva uno spiraglio della luce della luna. Vide una luce rossa brillare. Leggermente allarmato si mise seduto, prendendo l’elsa della spada che teneva sempre al fianco del letto.
 
“Chi va là? Chi osa entrare nella mia camera a quest’ora della notte? Rivelati subito!”

Si sentì un risolino agghiacciante. Dalla porta entrò il ragazzino vestito di viola.
 
“Oh mi hai scoperto. Che peccato… Ora le cose si complicheranno un po’…”

Disse il ragazzino tranquillamente, avvicinandosi lentamente ai piedi del letto del Re.
 
“Fermo! Non fare un altro passo! Se farai una mossa falsa chiamerò subito le guardie, passerai guai grossi!”

“Mph. Non si scaldi così tanto... a una persona della sua età fa male.”
 
Il ragazzino prese un ciuffo di capelli lanciandolo all’indietro, per poi guardare perfidamente il Re.
 
“Se farai come ti dico non ti accadrà niente. Bada bene a quel che fai, non sai con chi hai a che fare.”

Il ragazzino in viola allungò la mano verso il Re, tenendo il palmo aperto.
 
“Consegnami subito l’anello per aprire lo scrigno della spada del potere e ti lascerò vivere, altrimenti…”

“Altrimenti?! Sei TU che non sai con chi hai a che fare! GUARDIEEEEEEEEEEEEEEE!!!!”

Il Re tirò una corda facendo suonare la campana d’allarme, in pochi secondi le guardie erano già in allerta e si stavano dirigendo di corsa alla camera del Re.
 
“Tra pochissimo arriveranno le mie guardie, ti farò arrestare! Sei ancora in tempo per pentirti di quel che hai detto! Che hai da dire a tua discolpa?!”

“… Povero mortale insignificante.”

“?!”

In un nanosecondo, il Re era immobile nel suo letto, aveva la gola tagliata, con il sangue che fuoriusciva a fiumi. Il ragazzino in viola uscì velocemente dalla stanza portandosi dietro l’anello, quando le guardie arrivarono era già troppo tardi.
 
Yuniya quando sentì l’allarme si mise in allerta come tutti gli altri. Si stava dirigendo anche lei verso la camera del re, ma sentì dei rumori strani. Si fermò un momento, guardando giù dalle scale; Le porte erano spalancate, e stavano entrando centinaia di mostri, il castello era sotto attacco!
I mostri stavano cominciando a dar fuoco a tutto e a seminare il panico ma Yuniya non poteva perdere tempo a scendere giù per combattere contro le creature, una guardia era appena giunta da lei dicendole che il Re era stato ucciso, subito in testa le fulminò il presentimento che anche Zelda fosse in pericolo, dunque cominciò a correre più che poteva per raggiungere in fretta la camera dell’amica.
 
Nel frattempo in quei pochi istanti il ragazzino in viola aveva già ucciso le guardie che sorvegliavano lo scrigno della Spada del Potere e con velocità inumana era arrivato nella stanza della principessa, come un soffio di vento.
 
“AAAHHHHHH!!”

Zelda urlò terrorizzata, quando quel ragazzino la prese per un braccio, con l’altro occupato che teneva lo scrigno.
 
“FERMO!! Molla subito Zelda!”

Disse Yuniya entrando spalancando la porta con un calcio, puntando la spada contro il ragazzo.
 
“Prova anche solo a far del male alla principessa e assaggerai la lama della mia spada! Liberala immediatamente!”
 
“Mph, un altro insignificante insettucolo da schiacciare…”

“Yuni!! Stai attenta! Questo ragazzo non è per niente normale!”

Yuniya si mise in guardia.
 
“Tranquilla, di certo un tizio del genere non può essere più forte di me. Ora gli dò una lezione che si ricorderà per tutta la vita!”
 
Detto questo,Yuniya si lanciò contro il ragazzino malvagio, tentando di colpirlo con la spada, ma lui, lasciando cadere lo scrigno e dando un colpo secco alla spada, la fece volare via, prendendo subito Yuniya tenendola per il collo, sollevandola da terra.
 
“Più forte di me? Mph, ne hai di coraggio. Tutte le guardie di questo regno sono solamente feccia, tutti insieme non fate nemmeno un quarto di me.”

Il ragazzino lanciò via Yuniya, facendola sbattere contro un muro. Dall’urto una candela che aveva acceso Zelda poco fa cadde su una coperta, facendo prendere pian piano fuoco a tutto. Il giovane prese di nuovo lo scrigno con il braccio libero, salendo sulla finestra e buttandosi giù, volandosene via con Zelda.
La battaglia ormai era persa, tutte le guardie erano quasi cadute in battaglia, i mostri erano più forti di tutti, e il castello stava pian piano crollando per via degli incendi appiccati dai mostri stessi.
Yuniya era ancora priva di sensi, circondata dalle fiamme. La fortuna però, volle bussare alle sue porte, quando ormai stava per essere avvolta dalle fiammate, nella camera entrò il ragazzo vestito di verde, che teneva la manica della maglia sulla bocca per evitare di respirare il fumo.
 
“La principessa! Dov’è?! Maledizione, non c’è! Che dirò ora agli altri?”

Sentì un colpo di tosse e vide Yuniya a terra, con il fumo e le fiamme che la circondavano.
 
“Ah! C’è una ragazza!”
 
Si avvicinò per assicurarsi che fosse ancora viva, dopodiché la prese in braccio e corse via dalla stanza che stava crollando. Si fece strada tra i mostri colpendoli e correndo via, riuscendo a uscire indenne dal castello, portando Yuniya dai soccorritori fuori dal castello, in una zona sicura.
Baba vedendo la propria nipote, disse ai soccorritori che poteva badarci lei e diede indicazioni per portarla a casa.
 
“Ragazzo, hai i miei più sinceri ringraziamenti! Hai salvato la mia adorata nipotina, non saprò mai come ringraziarti!”

“Non si preoccupi, è stato un dovere salvarla, stia tranquilla! Ora mi scusi, ma devo tornare ad aiutare a eliminare i nemici!”

La battaglia durò molto a lungo, ma alla fine i mostri furono tutti eliminati e l’incendio spento, anche se ormai del castello non rimaneva più molto, era ridotto in macerie.
 
Arrivò la mattina e Yuniya si risvegliò dolorante nel proprio letto, mettendosi seduta di colpo.

“ZELDA!!!! Ahiaaaa!”

Tornò sdraiata, alzandosi di scatto, sentì dolori allucinanti.
 
“Opperbacco! Stai calma, figliola! E’ ancora un miracolo se sei viva!”

“Che… Co… Nonna… Nonna Baba? Che è successo?! E Zelda?! Zelda!! E’ stata rapita da un tizio vestito di viola!!”

Cercò di alzarsi, ma la nonna Baba la spintonò piano contro il letto costringendola a stare sdraiata.
 
“Ehi ehi ehi! Ferma, eh! Con queste ferite che hai non puoi di certo muoverti!”

“V-va bene… Ma… Come ci sono arrivata qui? L’ultima cosa che ricordo è quel ragazzino che mi lancia contro il muro, da lì non ricordo altro…”

“Hai perso i sensi ed eri avvolta dalle fiamme, per fortuna è arrivato quel ragazzo vestito di verde tanto gentile e ti ha tratta in salvo! Ora è fuori che sta aiutando a curare i feriti della battaglia, che ragazzo d’oro!”

“Un ragazzo… vestito di verde…”

(Che sia sempre quel ragazzo?)
 
Yuniya dopo un po’ convinse Baba che stava un po’ meglio e zoppicando andò a sedersi sulla riva del lago vicino alla sua casa. Si sentiva una nullità, non era riuscita a difendere la principessa, non riuscendo a impedire al ragazzino in viola di rapirla; pensava che non valeva nulla come guardia reale. Le scese una piccola lacrima, ma l’asciugò subito. Ormai aveva perso la sua determinazione di sempre.
Dopo parecchio tempo, sentì qualcuno arrivare e si voltò: Era il ragazzo vestito di verde.
Yuniya subito si alzò in piedi, anche se dolorante e fece qualche passo zoppicante verso di lui.
 
“… Sei… sei stato tu a salvarmi?”

“Sì, è stata una fortuna trovarti, a quest’ora avresti fatto una brutta fine…”

Disse lui con uno sguardo triste, pensando a cosa sarebbe successo a Yuniya se lui non fosse passato lì. La giovane abbassò la testa, poi la rialzò, guardandolo.
 
“Come… come ti chiami?”

“Mi chiamo Link, e tu?”

“Io sono Yuniya…”

“Oh! Piacere di conoscerti, è proprio un bel nome!”
 
Link sorrise, era felice di aver salvato un’altra persona. Aiutare gli altri lo rendeva sempre felice, si sentiva utile, con uno scopo.
 
“Link…”
 
 
 


“Sì?”
 
 
 


“… Grazie…”
 
 
 


Continua…

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Capitolo 3
*** L'inizio della leggenda ***


Nota dell’autrice:  Fiuuuuuuuu! Pure questo capitolo è lunghetto! Si vede proprio che vengo colpita da momenti di ispirazione acuta! XD Questo capitolo l’avevo già bello pronto, ma ho voluto aspettare un poco prima di postarlo, come sempre mi auguro che questo capitolo vi piacerà, buona lettura!
 
 
 
“… Grazie…”
 
Quella parola uscì debolmente dalla bocca di Yuniya.
Voleva riuscire a ringraziare in un  modo migliore il ragazzo che le aveva salvato la vita, Link. In quel momento però, la sua mente era vuota, non riusciva a pensare ad altro, se non a una cosa sola: Zelda, che era stata rapita da quello strano ragazzino vestito di viola, che aveva assassinato il Re.
Link capì la situazione, si avvicinò a Yuniya, appoggiando una mano su quella spalla così piccola. Non riusciva a credere che una ragazza così esile poteva essere una guardia reale, alla vista sembrava una ragazza normale, senza nessuna difesa. Sorrise, guardandola negli occhi.
 
“Non preoccuparti, è stato un dovere salvarti, non si deve mai lasciare una bella fanciulla in difficoltà, soprattutto se quella ragazza è circondata dalle fiamme.”

“… Ok…”

Yuniya si allontanò, dandogli le spalle. Un semplice sorriso non poteva tirarla su di morale; era in pena, sentiva che la colpa era solo la propria incompetenza, aveva lasciato che la principessa venisse rapita. Non riusciva a darsi pace.
Come se tutto quello non bastasse, arrivò il principe Kalin, accompagnato dalle sue due guardie, procedendo con il suo solito passo deciso e altezzoso. Il principe si fermò al fianco di Link, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo, alzando il braccio e indicando Yuniya con un dito.
 
“Tu, guardia! Girati!”

Yuniya sospirò, girandosi verso il principe, guardandolo con uno sguardo completamente assente; non aveva molta voglia di parlare con gli altri, ma purtroppo questa le toccava.
 
“Sì? Che succede, principe?”

“Prima di tutto chiamami altezza!”

“… Che succede, altezza?”
 
Link fece una smorfia scuotendo la testa, notava che nemmeno in un momento così drammatico il principe non abbassava la cresta, comportandosi come se fosse al centro di ogni cosa. Lo guardò lanciandogli un’occhiataccia.
 
“Potrebbe almeno mostrare un po’ di sensibilità nei confronti di una ragazza ferita, non crede, SUA ALTEZZA?”
 
Kalin girò lentamente la testa verso Link, che vedendo il modo in cui veniva guardato dal principe, deglutì.
 
“Zitto, non ti ho interpellato, Link!”
 
“Ok, ok…”

Il principe posò di nuovo lo sguardo verso Yuniya, abbassando il braccio. Si approssimò alla ragazza, guardandola con sguardo severo e arrogante, incrociando le bracccia.
 
“Sono stato informato che sei stata trovata nella stanza della principessa. Da questo deduco che tu sappia dove sia finita, o sbaglio?”

“La sua deduzione… è corretta solo in parte, altezza.”

“Che intendi dire? Parla!”

Yuniya guardò tristemente altrove, voltandosi di nuovo e avvicinandosi alla riva del lago, guardando il proprio riflesso. I presenti la guardavano in silenzio, aspettando di sentir la ragazza pronunciar parola.
 
“Lei… la principessa Zelda… era nella propria camera, quando io entrai in stanza. Dopo aver sentito da un collega che il Re era stato appena ucciso, il mio pensiero si rivolse subito alla principessa, senza dubbio era in pericolo… e avevo ragione.”

“… Continua.”

Kalin sembrava lievemente preoccupato dalle parole che stava dicendo Yuniya, voleva sapere tutto subito, non riusciva ad aspettare troppo a lungo. La ragazza si voltò, guardando tutti.
 
“Non era sola. Un ragazzino vestito di viola la teneva per un braccio, mentre con l’altro teneva lo scrigno con dentro la Spada del Potere. Io… io mi sono lanciata contro di lui per annientarlo, ma l’ho sottovalutato troppo…”

“Che è accaduto?”

“Lasciando cadere lo scrigno mi ha presa per il collo, alzandomi da terra, poco dopo mi ha lanciata via, facendomi sbattere contro un muro. Da quel momento… è tutto buio, fino a che non mi sono svegliata questa mattina.”
 
Il principe rimase per qualche momento in silenzio, abbassando la testa. Quali erano i suoi sentimenti in quel momento? Ancora non si riuscivano a percepire. Tutti lo osservavano, cercando di capir qualcosa, mentre Yuniya stava ferma senza aggiungere altro. Finalmente dopo qualche minuto il principe alzò la testa. Il suo volto era pieno di ira, le iridi dei suoi occhi si erano rimpicciolite; si avvicinò con rabbia verso Yuniya, fermandosi poco distante, indicandola aggressivamente.
 
“E TU SARESTI UNA GUARDIA REALE?! HAI LASCIATO RAPIRE LA PRINCIPESSA! NON MERITI NEMMENO DI ESSERE UNA GUARDIA, SEI UN’INCOMPETENTE, SEI SOLO FECCIA!!! COME PUOI AVER FATTO ACCADERE UNA COSA SIMILE?! E IL RE SI FIDAVA ANCHE DI TE!”

Il principe urlava con tutto il fiato che aveva in corpo, continuando a riempire di insulti la povera ragazza, che subiva gli insulti rimanendo a testa bassa, pensando che se li meritava soltanto. Poi però accadde una cosa che fece zittire il principe. Link si era messo davanti a Yuniya, faccia a faccia con Kalin, guardandolo severamente.
 
“Ora basta.”

Con uno sguardo freddo e distaccato, Link diede uno schiaffo al principe, facendolo rimanere senza parole, tenendosi la guancia colpita e guardando in basso. Le due guardie del principe presero in mano le spade, pronte ad attaccare Link, ma Kalin, tenendo la testa bassa, gli fece cenno di starsene dov’erano. Yuniya era rimasta immobile, sorpresa da tale gesto. Link aveva avuto un bel coraggio a dare uno schiaffo al principe, ma non sembrava per niente preoccupato di quel che gli sarebbe accaduto, anzi, era fiero del gesto che aveva appena fatto; quello schiaffo lo voleva già dare da tempo, a quel principe presuntuoso e viziato. Il principe alzò lo sguardo, fissando Link con sguardo irato, per poi inginocchiarsi poggiando le mani sul terreno erboso.
 
“… Scusami Link, ho esagerato… Io… Zelda…”

Il viso del principe si vedeva a malapena per via dei ciuffi di capelli, siccome era a testa china, gli coprivano il viso, impedendo di far trasparire le proprie emozioni. Dal tono di voce però si udiva la sua afflizione. La sua cara Zelda era stata rapita da un ragazzino, e non si sapeva dove fosse stata portata. Il principe da quando era piccolo, sentiva parlare della principessa, suo padre diceva che sarebbe stata la sua promessa sposa, e crescendo, si innamorava sempre più di lei; e ora che finalmente aveva avuto la fortuna di incontrarla, viene rapita e non si sa dove sia finita. Sentiva il mondo crollargli addosso, pentendosi di tutte le cattiverie fatte in passato, pensando che il rapimento della sua amata, fosse una specie di gioco del destino, che aveva deciso di punirlo. Link capì lo stato d’animo del principe, e si chinò verso di lui, porgendogli una mano volgendogli uno sguardo compassionevole. Sapeva che non era ancora tutto perduto, in qualche modo la principessa sarebbe tornata al regno, costi quel che costi.
“Non si scusi con me, altezza. Da parte sua è normale reagire così, lo sappiamo tutti il suo carattere. Le scuse deve darle a Yuniya.”
Kalin guardò il volto clemente di Link, poi la mano, prendendola facendosi aiutare ad alzarsi da terra. Si diede una scrollata ai vestiti, e poi si avvicinò a Yuniya, facendo un inchino principesco.
 
“Chiedo immensamente perdono per le parole che ti ho proferito, un principe non dovrebbe mai comportarsi così, ma sfortunatamente ho un carattere troppo inquieto, signorina Yuniya.”
 
Link sgranò gli occhi, quel principe cambiava umore un po’ troppo facilmente. Yuniya annuì, poi si mise una mano sul petto, dalla parte del cuore.
 
“Non si preoccupi, altezza… dopotutto quel che ha detto è veritiero. Ed è per questo che ho preso una decisione.”

“Ossia? Quale decisione, se è lecito venirne a conoscenza?”
 
Yuniya guardò lontano, verso le macerie fumanti del castello, poi rivolse lo sguardo verso tutti i presenti.
 
“Andrò a cercare la principessa e la riporterò qui sana e salva.”
 
Tra lo stupore di tutti, Nonna Baba, che finora se n’era stata zitta a osservare la scena dalla porta secondaria che si affaciava dal retro della casa dove stava accadendo la scena, si fece avanti, andata su tutte le furie dalle parole dette dalla nipote.
 
“Santo cielo, Yuniya! Che vai a dire, figlia mia?! Sei per caso impazzita? Ti reggi a malapena in piedi e dici di volere andare a cercare la principessa e riportarla a casa?! Non sai nemmeno dove quel ragazzino l’abbia portata, il mondo è immenso, come speri di trovarli se non sai nemmeno in che direzione sono andati?!”

“Io… io non… non ci avevo pensato…”

Link si fece avanti, mettendosi in mezzo alle due, con lo sguardo di uno che ha avuto un’idea geniale.
 
“Signora Baba, e se qualcuno li avesse visti?”

“In che senso, giovanotto? Spiegati meglio…”

“Beh, a causa del fumo e delle fiamme, tutto il villaggio era in allerta, le persone erano ben sveglie, qualcuno deve aver visto di sicuro quel ragazzino uscire dal castello. Probabilmente è uscito dalla finestra, dato che mentre mi dirigevo verso la camera, non li ho visti. Deve essere volato via, e di certo un ragazzino volante non passa inosservato, no?”
 
“In effetti… E va bene…”

Baba guardò la nipote, sapeva che si sarebbe pentita amaramente di quel che stava per dire, ma ormai non c’era più molta scelta.
 
“Ascoltami bene, figliola… se riuscirai a raccogliere informazioni al cento per cento vere su dove si sia diretto quel bimbetto, ti consentirò ad andare, però dammi retta a me, devi aspettare che le ferite guariscano, altrimenti…”

“Nonna, in questo momento non possiamo aspettare. La principessa è in pericolo, e io sono l’unica guardia reale con ferite non troppo gravi, in questo momento, mentre la gente del villaggio è troppo debole. E’ mio dovere andare a ritrovare la principessa Zelda e riportarla qui, a costo della mia stessa vita. Perciò non ha importanza se sono ancora ferita, io andrò a salvarla, ormai ho fatto la mia scelta, e non potrai fermarmi.”

“Ok… ormai sei grande, e puoi fare quel che vuoi… mph… mi sembra quasi di averla già vissuta questa scena… mi ricordi tuo fratello quando si era messo in testa di viaggiare per il mondo per diventare un potente guerriero… e alla fine che ha fatto? E’ partito di notte mentre dormivamo lasciandoci una lettera dicendo che prima o poi sarebbe ritornato, che ragazzo incosciente. Chissà se è ancora vivo… Yuniya… promettimi… promettimi che almeno tu tornerai presto, mia cara nipotina… Ormai mi rimani solo tu…”

“Nonna…”

Yuniya abbracciò affettuosamente sua nonna Baba, assicurandola sottovoce che sarebbe andato tutto bene, e che sarebbe ritornata il più presto possibile, il principe Kalin scoppiò in lacrime, commosso; mentre Link, esasperato, gli passava un fazzoletto per fargli soffiare il naso, cercando di calmarlo.
 
Yuniya prese un bastone per aiutarsi a camminare senza cadere, e partì a girovagare per il villaggio, chiedendo in giro se qualcuno avesse visto quel ragazzino. Link guardò il principe, che ormai si era calmato e si lamentava con le altre due guardie che aveva fame e voleva far colazione.
 
“Non so cosa voglio, sorprendetemi con qualche specialità locale, su, muovetevi, poltroni!”
 
“Coff coff, altezza?”

“Sì, Link? Che c’è, adesso?”

“Signore, mi devo assentare per un po’, posso avere il suo permesso?”

“Assentarti? E per cosa?”

“Eeeh, è un segreto, lo saprà a tempo debito. Allora, posso o no, altezza?”

Il principe scrutò profondamente Link, con sguardo interrogativo cercando di capire le sue intenzioni, ma il ragazzo era imperscrutabile, non si riusciva a capire che aveva in mente. Link sorrise furbamente, mettendo le mani facendo un gesto di preghiera per avere il permesso dal principe, che sbuffò rumorosamente.
 
“Uff, va bene, va beeene. Togliti dalla mia vista, prima che cambio idea. Su, sparisci!”

Borbottò il principe, agitando una mano facendo segno di andarsene via. Link fece un inchino di ringraziamento e scappò via velocemente, sparendo dalla vista del principe, che ancora si interrogava sui suoi propositi.
 
Yuniya camminava faticosamente, sentendo le ferite bruciare come non mai, ma questo non la fermava, continuava imperterrita a camminare, chiedendo informazioni a chiunque incontrasse. Passò di lì Shu, il bambino a cui Zelda, due giorni prima aveva raccontato la leggenda della Spada del Potere. Shu conosceva bene Yuniya, e vedendola in quelle condizioni si preoccupò, avvicinandosi a lei insieme a degli amici che erano con lui.
 
“Aaaahhhh! Signorina Yuniya! Che ti è successo?! Sei tutta bendata, sembri una mummia!”

Yuniya a quelle parole fece un piccolo sorriso, sedendosi un attimo su una panchina lì vicina, ansimando per la fatica fatta finora.
 
“Anf, fammi riprendere fiato… Anche se sei piccolo, immagino che sai già la situazione.”

Shu annuì tutto triste, sedendosi vicino a Yuniya, mentre i suoi amici lo guardavano preoccupati, sapevano che era molto attaccato alla principessa, la considerava come una sorella maggiore.
 
“Io… sì, signorina Yuniya, so tutto… la principessa Zelda…”

Shu non riuscì a trattenersi e scoppiò silenziosamente in lacrime, tenendo un viso da duro, cercando di nasconderle, non riuscendoci molto bene, però. Yuniya gli accarezzò la testa, per poi asciugargli le lacrime con un fazzolettino, lasciandoglielo per fargli soffiare il naso.
 
“Dai, è tutto ok, Shu. Ci penserò io a riportare la principessa a casa!”

“… sigh… davvero… sob… signorina? Sniff”
 
Disse in lacrime Shu, cercando di darsi un poco di contegno. Yuniya sorrise dolcemente, annuendo.
 
“Ma certo! Sono o no la migliore guardia reale che tu conosci, piccoletto?”

“Umph, non sono un piccoletto, ecco!”

Yuniya rise, guardando l’espressione buffa che aveva assunto Shu alla parola “piccoletto”; era proprio un bimbetto divertente. Il bambino si calmò, e sorrise a Yuniya.
 
“Però ti credo, sono sicuro che la principessa tornerà sana e salva grazie a te, così tornerà a raccontarmi tante belle storie! Però come credi di trovarla?”

“Ebbene, devi sapere che sto cercando in giro delle informazioni. Devi sapere che è stato un ragazzino vestito di viola a rapirla, deve essere volato via da una finestra portando via con sé la principessa e lo scrigno con dentro la spada. Sto cercando di trovare qualcuno che l’abbia visto, per sapere in che direzione si è diretto, così la ricerca sarà più facile.”
 
“Oooohhh? Ma allora il mio babbo non scherzava?”

“Uhm?”

“Mi ha detto di aver visto da lontano qualcuno volare via dal castello, ma pensavo fosse solo una storiella detta per farmi star buono…”

“C-come?! Ma allora tuo padre è la persona che cerco! Ti prego, portami da lui, devo parlargli urgentemente!”

Shu salutò i suoi amici, e accompagnò velocemente Yuniya dal padre, che era il fabbro del villaggio, una volta arrivati lì e spiegato tutto, l’uomo annuì, incrociando le braccia.
 
“Sì, Yuniya. Ho visto qualcosa di vagamente viola e rosa volare via dal castello.”

“Ehm… va… vagamente?”

La ragazza notò che il fabbro portava un paio di occhiali, cominciava a capire il perché di quel “vagamente”, e presto ne avrebbe avuta la conferma. Il fabbro continuò il suo discorso.
 
“Esatto, vagamente. Delle urla in strada mi avevano svegliato, sono uscito di casa di tutta fretta, senza mettermi gli occhiali, e alzando lo sguardo verso il castello, ho visto che era in fiamme, e pochi secondi dopo, ho visto qualcosa volar via dal castello, allontanandosi.”

“Ti prego, dimmi che ti ricordi in che direzione è andata quella cosa, ti prego!”

“Certo che mi ricordo! Si è diretto verso Ovest!”

“Ovest… Ok, ricevuto! Vado a cercare una mappa per avere davanti la situazione, magari riesco a capire dove ha intenzione di andare quel maledetto! Vado!”

Yuniya uscì zoppicando, andando dalla libreria; di sicuro là avrebbe trovato quel che cercava. Chiese alla bibliotecaria la mappa del mondo, e si sedette a un tavolo per non sforzarsi troppo, aprendo la mappa, che prendeva tutto il tavolo.
 
“Vediamo… Ovest, Ovest… Cosa c’è a Ovest del castello di Hyrule?”
 
Osservò la mappa: a Ovest del castello di Hyrule, era segnata una foresta, oltre la foresta, dopo un bassopiano, si ergevano delle vaste colline, e subito dopo una grande montagna, con segnata una caverna, che se attraversata, portava a una città del regno di Elryu. Yuniya cominciò a sentirsi male.
 
“Oh no… non quella città…”
 
Dopo quella grotta c’era Nipul Ordal, una città nota per la mala gente che ci abitava, ladri di piccola o grande fama. Una città fondata dal famosissimo Nipul Ordal III, un ladro che ai suoi tempi, era di fama mondiale. Se quel ragazzino avesse portato lì la principessa insieme alla Spada del Potere, il motivo poteva essere uno solo: i soldi.
Avrebbe chiesto un riscatto al regno per riavere indietro tutto, o peggio, avrebbe venduto la spada a qualche asta del mercato nero, e venduto la principessa come schiava. Yuniya si alzò si scatto dalla sedia, ignorando le ferite che gridavano dal dolore; non poteva più perdere tempo, doveva partire immediatamente a cercare la principessa. Quel ragazzino di certo non poteva volare in eterno, durante la notte deve essersi fermato a riposare. Forse era ancora in tempo per fermarlo. Uscì di corsa dalla biblioteca, e tornò da Nonna Baba, riferendole le informazioni che era riuscita ad ottenere.
 
“Come vedi, sono riuscita ad ottenere le informazioni, nonna! Sono pronta a partire!!”

La nonna cominciò a rimangiarsi le parole dette, era convinta che la nipote non avrebbe trovato informazioni e così si sarebbe arresa, invece era ancora più determinata di prima.
 
“Dannazione figliola, mi metti in difficoltà, ora… no… no no no no, non posso lasciarti andare, no! So che prima ho detto tutt’altro, ma tu ti devi riposare! Le ferite non guariranno mai in questo modo!”

“Ma nonna…!”

“No, e no! Non voglio sentir scuse!!”

Una voce interruppe l’acceso dialogo tra le due.
 
“A quanto pare sono arrivato in tempo!”
 
Le due si girarono, vedendo Link arrivare tutto trafelato pieno di graffi e morsi lievi di animali, con in mano delle strane erbe. Giunse vicino a Nonna Baba e Yuniya, porgendo un po’ di quelle erbe.
 
“Avevo sentito dire in giro che esistevano delle erbe rare nelle immediate vicinanze del villaggio, così sono andato a cercarle e alla fine le ho trovate! Con queste le tue ferite guariranno subito, Yuniya!”
 
Link sorrise un attimo, poi arrossì di colpo notando che Yuniya e Baba lo guardavano strano, allora sventolò goffamente le mani.
 
“Oh, p-però non guardatemi così, eh! N-non le ho mica solo prese per lei! Ne ho prese un po’ per tutti, visto che ce n’è bisogno!!!”

Yuniya e la nonna si misero a ridere.
 
“Sì, sì, avevamo capito. Solo che son rimasta stupita, ti piace proprio aiutare gli altri, eh?”
 
Link si mise una mano dietro la testa, annuendo. Poi spiegò a Baba come usare quelle erbe per guarire le ferite.
 
“Bene, qui allora è tutto a posto, perfetto! Ora vado, c’è ancora tanta gente che ha bisogno d’aiuto. Mi raccomando Yuniya, fino a che tua nonna non avrà preparato le erbe, stai a riposo, vedrai che guarirai in pochissimo! Ciao, alla prossima!”

Link andò via sorridendo, salutando entrambe. Yuniya e Baba lo guardavano mentre andava via, poi Baba rivolse lo sguardo verso la nipote, guardandola furbamente.
 
“Ecco, vedi Yuniya? Quello è proprio un ragazzo con la testa a posto, dovresti sposarti uno come lui, un giorno!”
 
“N-nonna?!”

Videro Link fermarsi di colpo, quando ormai era un bel po’ distante, girò la testa e le guardò salutandole con un sorriso tonto. Yuniya si batté un palmo della mano sulla fronte, con una goccetta di sudore che scendeva dalla fronte.
 
“Mi sa che ti ha sentita…”
 
“Oooops, ah ah ah, che carino con quel sorriso! Chissà quante ragazze gli vanno dietro!”

“Non so, nonna, comunque non sono affari nostri. Avanti, torniamo in casa, vediamo se queste erbe funzionano veramente.”
 
Nonna Baba e sua nipote entrarono in casa, Yuniya si sdraiò sul letto, affaticata per gli sforzi fatti, mentre la nonna si era messa a preparare le erbe per farla guarire, sperando che avrebbero funzionato. Dopotutto Link si era fatto in quattro per trovarle e portarle qui per aiutare la gente a guarire, avrebbero dovuto funzionare per forza, sennò quel povero ragazzo avrebbe fatto tanta fatica per niente.
Baba finì di preparare le erbe, e con l’aiuto delle mani, cominciò a spalmare il tutto sulle ferite della nipote, che emetteva versetti di dolore, perché quel preparato faceva bruciare un po’ le ferite.
Sotto lo stupore di entrambe, le ferite si rimarginavano subito, quasi come per magia, era un vero e proprio miracolo aver trovato quelle erbe.
La nonna ormai si rassegnò, e aiutò Yuniya a prepararsi velocemente per il viaggio.
 
“Ecco fatto, vediamo… vestiti puliti, spazzolino per i denti, il pranzo al sacco, la biancheria pulita… oh, mi raccomando, eh! Non parlare agli sconosciuti!”

“Nonna…”

“Oh oh oh oh! Scherzavo, sciocchina! Ehh, accidenti come crescete tutti così in fretta! Mi mancherai mentre sarai via, rimarrò tutta sola… quasi quasi chiedo a quel Link se mi tiene un po’ di compania, uhuhuh!”

(Oddio, ma che effetto fa alle vecchiette, Link?!)
“Dai nonna, non scherzare! Ah ah ah! Ehm, vado a salutare tutti, ok?!”

“Ok, ok… ci vediamo all’entrata del villaggio, ti aspetto lì. Quando avrai fatto tutto e sarai pronta, vienici. Io nel frattempo preparo il tuo cavallo, ok?”

“Va bene nonna, grazie!”
 
Yuniya uscì di casa, e cominciò a guardarsi intorno, in cerca di Link. Prima di partire voleva salutarlo e ringraziarlo ancora per l’aiuto, ma non riusciva a trovarlo.
Il principe Kalin sbucò quasi dal nulla, mangiando una focaccia aromatica.
 
“Se stai cercando quello scansafatiche di Link, è dalle macerie del castello ad aiutare ad estrarre i sopravvissuti da sotto i detriti.”
 
Yuniya si voltò guardando male Kalin.
 
“E lei… chiama scansafatiche un ragazzo che AIUTA ad estrarre delle persone da delle macerie, mentre lei se ne sta tranquillo a cibarsi?”
 
Il principe stava per mordere di nuovo la focaccia, ma alle parole di Yuniya allontanò la bocca dalla focaccia, chiudendola.
 
“Ancora… quando imparerò?! Maledizione… ora… ora vado ad aiutarli anche io! …”

Kalin guardò la focaccia.
 
“… … … … Magari prima finisco questa, però.”

E se ne andò verso l’entrata del villaggio continuando a mangiarsi la focaccia. Yuniya scosse la testa, esasperata, poi andò verso le macerie del castello. Appena giunse, avvistò Link che effettivamente stava aiutando a tirare fuori i sopravvissuti dai resti del castello insieme a dei volontari, mentre altri preparavano la cura con le erbe rare offerte da lui.
Si avvicinò a lui, che in quel momento era a terra a curare una guardia ferita.
 
“Hey, Link!”

“Uh? Oh, Yuniya! Piacere di rivederti così presto.”

Fece uno dei suoi soliti sorrisi, era un ragazzo che sprizzava positività da tutti i pori, quasi non si riusciva a credere che fosse davvero così. Link si alzò da terra, dicendo a quella guardia di riposarsi un po’, poi girò la testa verso Yuniya.
 
“Immagino che ora partirai per cercare la principessa, vero?”

“Esatto. Grazie ancora per tutto il tuo aiuto, non so cosa sarebbe successo se non ci fossi stato tu, grazie davvero! Io… non conosco altri modi per esprimere la mia gratitudine, ma vedrai che un giorno ci riuscirò!”
 
“Tranquilla, ho detto che non ce n’è bisogno.”
 
A un certo punto si avvicinò un ragazzo tutto bendato, era Connor; Yuniya si era completamente dimenticata di lui,  era troppo occupata a pensare all’amica Zelda rapita. Appena vide Connor tutto bendato, si preoccupò molto avvicinandosi a lui.
 
“Connor!! Oh santa Dea, che ti è successo? Perché con te le erbe non hanno funzionato?!”

“Eh eh eh… con… con le ossa rotte non servono a molto…”

Link vedendo Connor in piedi, quasi prese un colpo.
 
“Hey, hey! Lentiggini! Non puoi stare in piedi nelle condizioni in cui sei!”

Si avvicinò a Connor, direzionandolo piano verso la tenda dei soccorsi.
 
“Avanti, torna a letto, Yuniya verrà con te così vi potrete salutare, va bene? Ma ti prego, torna a letto! Come diavolo fai a stare in piedi con tutte quelle ossa rotte?”
 
Connor sbuffava mentre stava tornando alla tenda insieme a Link e Yuniya, poi si fermò di colpo.
 
“… Un momento! Salutare?! Che cosa… Yuniya, che intenzioni hai? Non ti sarai mica messa in testa di andare a salvare la principessa!”
 
“Ssshhhh! Non urlare, Connor! Anche se fosse?”

“Ma sei impazzita? Non puoi andarci da sola, è troppo pericoloso per una ragazza!”

“Connor, dimentichi forse che sono molto più forte di te?”

Connor stette un momento a fissarla, poi riprese a camminare verso la tenda.
 
“Non… non vuol dire niente, lo sai. Ultimamente i mostri si son fatti più forti del solito, rischi grosso…”

“Tranquillo Connor, ho la pellaccia dura, io!”

Yuniya sorrise, e Connor si sdraiò sul letto, lamentandosi per i dolori. Link passò un bicchiere d’acqua al ragazzo.
 
“Se… se volete vi lascio un attimino soli, eh! Vorrete un po’ di intimità, eh eh eh!”

La ragazza guardò strano a Link, che per quello sguardo si preoccupò un poco. Connor scosse la testa ridendo.
 
“Non ce n’è bisogno, ahahahahaah! Dai Yuniya, vai pure. Se la principessa è stata rapita, devi sbigarti a cercare di raggiungere quel tizio. Il suo destino è nelle tue mani, contiamo tutti su di te, sei la nostra ultima speranza.”
 
“Tranquillo, Connor. Vedrai che tornerò subito, mi prenderò una rivincita contro quel ragazzetto in viola, puoi guirarci!”
 
“Ah, quindi è stato un ragazzetto in viola? Mi sa che allora lo avevo visto alla festa…”
 
“Sì, l’ha visto anche Link, io non l’ho visto per niente, se non quando teneva per un braccio Zelda… comunque ne riparleremo quando tornerò con lei!”

“Va bene… fai attenzione, ti prego…”

Yuniya sorrise a Connor, poi andò via salutandolo, seguita da Link. Andarono all’entrata del villaggio, dove c’erano tutti ad aspettare Yuniya per salutarla. C’erano Nonna Baba, le due guardie personali di Kalin, il principe Kalin, Shu insieme a suo padre, e altra gente che conosceva Yuniya.
 
“Eccoti, figliola, Oleg è pronto per partire!”
 
Oleg era il cavallo di Yuniya, era un cavallo molto possente, con un mantello marrone scuro e una riga bianca che attraversava la schiena e una riga sul muso. La criniera e la coda erano molto lunghe, di un colore marrone molto più chiaro del mantello. A un orecchio aveva un orecchino color oro con una piuma che scendeva, gli occhi erano marroni. Era uno dei cavalli più belli di tutto il regno. Yuniya abbracciò sua nonna.
 
“Ciao nonna, tornerò presto, vedrai!”
 
“Ok… non farmi stare troppo in pensiero, eh…”
 
Baba lacrimava, non riusciva a credere che anche la sua nipotina stava andando via, ma era certa che sarebbe tornata molto presto, la vedeva molto determinata. La ragazza si avvicinò a Kalin, facendo un piccolo inchino.
 
“Arrividerci Altezza, le assicuro che riporterò qui la principessa!”

“Sì, sì, brava. Ma sbrigati! Il tempo è prezioso.”

Yuniya fece una smorfia indispettita poi si avvicinò e accarezzò il muso a Oleg, per poi salirgli in groppa; voltò lo sguardo verso le persone presenti, salutandole con la mano e sorridendo, per poi sistemarsi per bene sulla sella del proprio cavallo e partire via, lontana dal villaggio di Hyrule, verso Ovest.
 
Il principe Kalin osservava Yuniya andar via, poi però notò che Link aveva uno sguardo lievemente preoccupato, mentre guardava la ragazza andar via; allora si avvicinò, per capire che aveva.
 
“Hey, Link, che ti prende? Raramente ti vedo con quello sguardo.”
 
“… hmm…”

Link guardò Kalin, sospirando.
 
“Io… non ho niente, davvero.”

“ Sicuro? Sembri preoccupato per qualcosa.”

“… sì, non mi piace l'idea che una ragazza viaggi da sola tra mille pericoli, anche se è una guardia reale… sembra così indifesa…”
 
Kalin diede uno spintone a Link, con aria indifferente.
 
“Dai, vai pure. Hai il mio permesso.”
 
“Eh? C-come?! Come ha…”

“Mph, ormai ti conosco, l’ho capito che vuoi andare con lei a cercare la principessa. Sbrigati, prima che si allontani troppo, su su!”

Link era stupito che il principe aveva capito tutto, ma non perse tempo, corse subito dal proprio cavallo.
 
Il cavallo di Link, era un cavallo femmina, di nome Epona. Aveva un mantello marrone rossastro chiaro, con la criniera e la coda bianchi, gli occhi erano azzurri, come quelli di Link. Il ragazzo si affrettò a salirgli in groppa, per poi partire subito verso Yuniya, tra lo stupore degli altri che non avevano sentito il discorso tra lui e Kalin. Nonna Baba agitò un fazzoletto salutando Link.
 
“Mi raccomando, se vi vorrete sposare venite qui! Voglio assistere al matrimonio di mia nipote!”

Tutti i presenti batterono i palmi delle loro mani contro le proprie fronti.
 
Link raggiunse Yuniya, che ormai si era allontanata parecchio dal villaggio, superandola e mettendosi davanti a lei e Oleg, facendoli fermare. Yuniya guardò indietro al villaggio, poi guardò Link con aria interrogativa.
 
 
 
“Ehm… ho dimenticato qualcosa?”
 

Link sorrise.
 
 
 
 
 
 
 
“Sì… me!”
 
 
Continua…

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Capitolo 4
*** Avviso importante ***


Essendo passati molti anni e ultimamente ho deciso di riprendere a scrivere la fan fict. Il problema è che ho in mente di cambiare molte cose, dunque mi conviene riscrivere i primi capitoli, sono sollevata che sono così pochi! Sto ancora decidendo le ultime cose ma sono speranzosa di riprendere la storia a breve! Ringrazio tutte le persone che hanno letto i capitoli e che hanno lasciato recensioni, mi dispiace molto per il mio comportamento, chiedo venia! Spero che leggerete la storia rinnovata, spero che vi piacerà! Che dire... ci rivedremo presto!

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