I wish I had your Angel

di Fluxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


My flower
Withered between
The pages two and three
The once and forever bloom gone with my sins.

Walk the dark path,
Sleep with angels,
Call the past for help.
Touch me with your love,
And reveal to me my true name.”



Quella notte sembrava più lunga delle altre, fuori tutto era silenzioso a parte per la pioggia battente che scendeva fitta. Il cielo era coperto da nuvole grandi e nere.
Leonardo quella notte non riusciva a dormire. Si trovava nella sua bottega, seduto ad un tavolo di legno dove sopra vi erano tutti fogli sparsi alla rinfusa, disegni e progetti. Una candela all'angolo del tavolo rischiarava la stanza. Quasi finita, la cera bianca cominciava a colare sul porta-candele.
L'artista non era proprio riuscito a prendere sonno così aveva deciso di continuare alcuni progetti. Eppure si ritrovava sempre lì, con una matita in mano a disegnare la figura ricordante quella di un Assassino, l'abito bianco, le lame celate ed il cappuccio tirato su. Chi lo conosceva avrebbe potuto dire che quel disegno non raffigurava un Assassino qualsiasi ma uno in particolare.. Labbra carnose spezzate al lato da una cicatrice verticale erano l'unica cosa che si riusciva a distinguere sul suo viso, gli occhi erano nascosti dall'ombra del cappuccio calato sul volto. Continuava con la matita ad aggiungere veloci e sfuggenti particolari, a fare un lavoro di chiaro-scuro mentre le mani si muovevano sapienti su quel foglio.
Schiuse piano le labbra, inumidendole appena con la lingua mentre rifiniva la sua bocca, immaginandosi di poterla sfiorare, accarezzare, baciare e mordere quelle labbra così perfettamente imperfette...
Rinsavì da quei pensieri solo quando sentì qualcosa battere fuori contro la porta. Alzò il naso dai fogli e guardò verso l'entrata. Silenzio. Forse l'aveva solo immaginato. Il tempo di riabbassare il capo su quel disegno che sentì bussare. Chi diavolo era a quell'ora tarda della notte?
Leonardo si alzò dalla sedia, dolorante per la stessa posizione mantenuta per così tanto tempo. Si portò le mani alla parte bassa della schiena e si stiracchiò, sbadigliando, dopodiché si diresse alla porta. “Chi è?” Chiese. Girava troppa brutta gente di quei periodi.
“.. Leonardo...” Sentì la voce di Ezio dall'altra parte.
'Ezio?' Che ci faceva lì a quell'ora? Aprì la porta e si ritrovò praticamente l'Assassino cadergli tra le braccia. Lo afferrò. “Ezio?!” Lo richiamò preoccupato, abbassando lo sguardo notò le vesti bianche sporche di sangue all'altezza dell'addome. “Dio mio, Ezio, cosa ti hanno fatto?!” Domandò, cercando di tenerlo su mentre chiudeva la porta. Era zuppo, debole, ferito e tremante.
Quei bastardi... Un'imboscata..” Biascicò lui.
Una volta chiusa la porta Leonardo portò Ezio nel retro della bottega, lo adagiò sul letto e lo liberò dai vestiti superflui, lasciandolo a petto nudo: aveva un taglio al lato, sul basso ventre. Non sembrava troppo profondo, un qualcosa con cui Leo se la sarebbe potuta vedere senza il bisogno di un dottore. Insomma, non erano poi così rare le visite di Ezio mal concio, tant'è che si era procurato l'essenziale per poterlo medicare. “Non preoccuparti, ci penso io, tu sta tranquillo, ok?”
L'Assassino lo guardò ed annuì piano. Chissà cosa gli avevano fatto al suo Ezio. Avrebbe tanto voluto essere in grado di proteggerlo, sempre.
Tornò poco dopo con l'occorrente per medicarlo. Si sedette al bordo del letto e cominciò a pulire la ferita dal sangue ormai in parte secco ed incrostato.
“Ahhh!” Si lamentò Ezio, stringendo gli occhi e le coperte del letto con una mano.
L'artista deglutì, alzando lo sguardo. “.. Scusa.. Cerca di resistere un pochino, ok?” Mormorò a bassa voce, cercando di essere il più delicato possibile. Più che profondo il taglio sembrava essersi infettato, difatti era rossiccio ai lati. Decise di non chiedergli nulla, di non fargli domande e di lasciarlo riposare. L'indomani l'Assassino gli avrebbe spiegato.
Sospirò e finì di medicarlo, di fare ciò che era nelle sue possibilità, dopodiché si avvicinò più a lui. “Ezio..?”
“.. Mh..?”
“Credo che la ferita si sia un po' infettata ma.. Non preoccuparti, appena si fa giorno provvederò e andrò da un dottore.”
Ezio sembrò un po' provato ma abbozzò comunque un sorriso, aprendo gli occhi e volgendo piano il capo, guardandolo. “Grazie...” Sussurrò con voce roca.
“E di cosa, Ezio, di cosa..?” Rispose lui, sorridendogli a sua volta. “Ora è meglio che ti riposi.” Disse dandogli piano una pacca sul petto, “Mh?”
“D'accordo... Grazie Leo.”
“Non dirlo neanche per scherzo.” Rispose prima di alzarsi.
L'Assassino chiuse gli occhi, probabilmente non ci avrebbe messo molto a cadere tra le braccia di Morfeo.
Leonardo sospirò, frustrato. Gli faceva male vederlo conciato così ogni volta. Gli faceva male non poter fare nulla per impedirlo, poteva solamente intervenire una volta che il danno era già stato fatto e non gli stava bene. Bisogna saper proteggere la persona che si ama... E lui? Non era in grado neppure di proteggere sé stesso, come poteva pretendere di amare Ezio? E come poteva pretendere minimamente che l'Assassino capisse o che ricambiasse il suo sentimento? Eppure a volte lo pensava, lo sperava, lo sognava, lo immaginava.
Quella notte sarebbe trascorsa così, si sarebbe adeguato. Non aveva ancora sonno, soprattutto con i brutti pensieri che erano sopraggiunti. Raggiunse il tavolo e osservò il disegno. Un lieve sorriso gli si dipinse sulle labbra. Allungò la mano ed afferrò il porta-candele, soffiò sulla candela quasi finita e la stanza venne inghiottita dal buio.
Si sedette al tavolo e il suo sguardo si posò sulla finestrella in alto, a contemplare la pioggia.


I wish I had an angel,
For one moment of love.
I wish I had your angel,
Your Virgin Mary undone.
I`m in love with my lust
Burning angel wings to dust.
I wish I had your angel tonight.“

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Questa breve FF è dedicata a Serpe89, dato che ama tanto questa coppia.
E' un'idea che mi è venuta così dal nulla, ascoltando una canzone, e l'ho buttata giù. Non è nulla di che, lo so, poi mi cimenterò in qualcosa di migliore! ;)
Sono solo 2 capitoli, domani scrivo il prossimo, ora sono stanchina e me ne vado a ninnine!
Se anche voi altri/e leggerete e apprezzerete, magari lasciate una recensioncina u.u
Un bacione a tutti!!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


“Your beauty cascaded on me
In this white night fantasy.”



Era mattino. La pioggia era cessata e i deboli raggi del sole filtravano attraverso la finestra, posandosi sul viso dell'artista.
“.. Mmhhh...” Si lamentò appena lui, rinvenendo dal breve – e scomodo – sonno. Aveva passato la notte su quella sedia e, con le braccia conserte sul tavolo, era crollato poco dopo. Si tirò lentamente su, passandosi le mani sul volto ancora segnato da quel sonno terribilmente scomodo e tormentato. Tormentato perché aveva sognato, sognato di
lui.
A proposito di lui... Si alzò e raggiunse il retro della bottega, trovò Ezio ancora nel letto che dormiva. Sorrise e si avvicinò per rimboccargli le coperte, in quanto completamente a terra. Lo osservò in silenzio, quando dormiva sembrava ancor più un angelo di quando era vestito di bianco. Il
suo angelo.
Leonardo non resistette così allungò una mano e gli sfiorò la tempia e la guancia in una lenta e dolce carezza: era caldo.
“... Leonardo..?!” Rinsavì lui, aprendo piano gli occhi.
L'artista sussultò, ritirando la mano. “Ti deve essere salita la febbre, scotti.. Sto andando dal dottore a prenderti qualcosa.
“... Mhh...” L'Assassino richiuse gli occhi.
“Torno tra poco...” Disse prima di tornare di là a prendere il cappello rosso. Il suo sguardo cadde sui vari disegni sul tavolo, molti dei quali riguardanti Ezio. Sospirò e si curò di rigirarli tutti dalla parte bianca e, dopodiché, messo il capello in testa uscì.

Ezio non riuscì a riaddormentarsi, si girò un paio di volte nel letto ma poi decise di alzarsi. Sentiva la ferita al basso ventre tirare tutta.
'Che male..' Pensò.
Raccolse la camicia dalla sedia ma la riscoprì sporca di sangue. Sospirò e si guardò intorno, grazie al cielo Leonardo ne aveva qualcuna così ne prese una bianca e la infilò, chiudendola solo per un paio di bottoni. Si portò una mano al viso, stropicciandosi gli occhi, poi raggiunse la grande tavola: vi erano un paio di bicchieri e una bottiglia. Si versò un po' d'acqua e si mise seduto, in attesa che Leonardo tornasse. Gli venne la geniale idea di buttar l'occhio sui vari fogli sul tavolo e di curiosare tra i suoi progetti così cominciò a scostare i fogli bianchi da sopra quelli scritti. Capiva ben poco gli appunti dell'artista, era davvero un genio quell'uomo.
Gli cadde per sbaglio uno dei tanti fogli 'bianchi' a terra. Imprecò e si sporse dalla sedia per raccoglierlo quando notò il disegno che vi era sopra: raffigurava un Assassino. Raffigurava lui, Ezio. Lo tirò su e lo osservò per qualche istante, il suo sguardo lesse veloce le poche righe scritte accanto.
'Vorrei un angelo per un momento d'amore. Vorrei essere il tuo angelo stanotte.'
L'Assassino rimase interdetto, sentì per un'istante un'ondata di imbarazzo pervaderlo, non capì bene cosa quel disegno e quella frase significassero... Probabilmente stava viaggiando troppo con la mente.
'Ora si è messo a fare anche il poeta..?!' Pensò, sdrammatizzando... Eppure il suo cervello non riusciva a elaborare una spiegazione meno contorta di quella che poteva essere di Leonardo che avesse una cotta per lui. Inspirò e si guardò intorno, poi tornò ai fogli sul tavolo e a curiosare tra gli altri. Quel che scoprì lo sconcertò: quel disegno non era l'unico che lo riguardava, ve ne erano molti altri. Com'era possibile? Tutti seguiti da frasi più o meno come quella del primo.
L'Assassino cominciò a sentirsi realmente a disagio. Si alzò, raggiungendo il retro della bottega e raccattando le sue cose. Non stava decisamente bene, aveva bisogno della medicina ma dopo ciò che aveva visto si sentiva strano... Non aveva mai pensato a Leonardo come un possibile 'amante'. Mai.
Si avviò all'uscita proprio quando la porta della bottega si aprì e si ritrovò l'artista davanti.
“Oh, Ezio.. Ma dove stai andando, devi riposare! Non sei in condizioni per andartene in giro da solo conciato a quel modo.”
Ezio trattenne il respiro per qualche istante, scrutando nei suoi occhi.
Leonardo riuscì a trattenere il suo sguardo tranquillamente, certo che i suoi sentimenti erano ben nascosti agli occhi dell'Assassino.
“Ezio??” Gli appoggiò una mano sul braccio, facendo per condurlo nuovamente di là, ma il fiorentino scostò in malo modo la sua mano.
“Non toccarmi Leonardo.” Mormorò.
“Ma che.. Stai dicendo? Che ti prende?” Gli domandò, preoccupato. Che era successo?
L'Assassino fece per passargli accanto, per uscire, ma Leonardo lo fermò nuovamente.
“Ti ho detto di lasciarmi!” Disse, alzando appena la voce e facendo per spingerlo via. Tuttavia, una forte fitta al basso ventre, lo blocco. Il dolore gli percorse velocemente l'intero corpo, fino a provocargli una tremenda scarica nel cervello. Si inginocchiò a terra, piano, mentre l'artista si accovacciò piano con lui, accompagnandolo.
“Te l'ho detto che non devi fare di testa tua, in queste condizioni!” Alzò la voce anche il biondo, questa volta, canzonandolo.
I due si ritrovarono praticamente a terra, Ezio tra le braccia di Leonardo.
L'Assassino incrociò nuovamente lo sguardo dell'artista, per lunghi ed interminabili istanti. “Perché non me l'hai mai detto?” Chiese allora, interrompendo il silenzio.
“C-cosa..?” Domandò il biondo, alzando le sopracciglia, mentre il suo sguardo iniziò a tremare appena, sentendosi incapace di sostenere quello di Ezio ulteriormente.
“Non hai proprio nulla da dirmi, Leonardo?” Insistette allora l'altro.
“N-non... Non credo, cosa..?”
“Quei disegni, Leonardo... I disegni.” Mormorò appena.
L'artista sentì un colpo al cuore. Li aveva visti? Dio santo... “I-io...”
“Vado.” L'Assassino cercò di alzarsi ma non vi riuscì. Gemette di dolore, con le braccia di Leonardo che ancora lo sorreggevano.
“Ezio io ti amo.” Sputò fuori, il biondo, tutto d'un fiato.
L'altro sentì un vuoto allo stomaco, poi sgranò gli occhi non appena si ritrovò le labbra dell'artista premere contro le sue. Gli strinse le braccia, per qualche istante, prima di rilassarsi e socchiudere gli occhi. Sentì un'invadente ondata di imbarazzo pervaderlo ma, insieme ad essa, anche una sensazione piacevole che, da una parte, lo spaventò.
“C-credo... Che anche tu mi piaccia..” Sibilò l'Assassino, confuso.
“Non andare via, Ezio... Hai bisogno di cure, lascia che io ti possa stare vicino..” Sussurrò, prima di schioccargli un bacio sulla fronte.

Fine.


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