I wish I had your Angel di Fluxx (/viewuser.php?uid=42169)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
“My
flower
Withered between
The
pages two and three
The once and forever bloom gone with my
sins.
Walk the dark path,
Sleep with angels,
Call the
past for help.
Touch me with your love,
And reveal to me my
true name.”
Quella
notte sembrava più lunga delle altre, fuori tutto era
silenzioso a
parte per la pioggia battente che scendeva fitta. Il cielo era
coperto da nuvole grandi e nere.
Leonardo
quella notte non riusciva a dormire. Si trovava nella sua bottega,
seduto ad un tavolo di legno dove sopra vi erano tutti fogli sparsi
alla rinfusa, disegni e progetti. Una candela all'angolo del tavolo
rischiarava la stanza. Quasi finita, la cera bianca cominciava a
colare sul porta-candele.
L'artista non era proprio riuscito a
prendere sonno così aveva deciso di continuare alcuni
progetti.
Eppure si ritrovava sempre lì, con una matita in mano a
disegnare la
figura ricordante quella di un Assassino, l'abito bianco, le lame
celate ed il cappuccio tirato su. Chi lo conosceva avrebbe potuto
dire che quel disegno non raffigurava un Assassino qualsiasi ma uno
in particolare.. Labbra carnose spezzate al lato da una cicatrice
verticale erano l'unica cosa che si riusciva a distinguere sul suo
viso, gli occhi erano nascosti dall'ombra del cappuccio calato sul
volto. Continuava con la matita ad aggiungere veloci e sfuggenti
particolari, a fare un lavoro di chiaro-scuro mentre le mani si
muovevano sapienti su quel foglio.
Schiuse piano le labbra,
inumidendole appena con la lingua mentre rifiniva la sua bocca,
immaginandosi di poterla sfiorare, accarezzare, baciare e mordere
quelle labbra così perfettamente imperfette...
Rinsavì
da quei pensieri solo quando sentì qualcosa battere fuori
contro la
porta. Alzò il naso dai fogli e guardò verso
l'entrata. Silenzio.
Forse l'aveva solo immaginato. Il tempo di riabbassare il capo su
quel disegno che sentì bussare. Chi diavolo era a quell'ora
tarda
della notte?
Leonardo si alzò dalla sedia, dolorante per la
stessa posizione mantenuta per così tanto tempo. Si
portò le mani
alla parte bassa della schiena e si stiracchiò,
sbadigliando,
dopodiché si diresse alla porta. “Chi
è?” Chiese. Girava troppa
brutta gente di quei periodi.
“.. Leonardo...” Sentì la voce
di Ezio dall'altra parte.
'Ezio?' Che ci faceva lì a
quell'ora? Aprì la porta e si ritrovò
praticamente l'Assassino
cadergli tra le braccia. Lo afferrò.
“Ezio?!” Lo richiamò
preoccupato, abbassando lo sguardo notò le vesti bianche
sporche di
sangue all'altezza dell'addome. “Dio mio, Ezio, cosa ti hanno
fatto?!” Domandò, cercando di tenerlo su mentre
chiudeva la porta.
Era zuppo, debole, ferito e tremante.
“Quei bastardi...
Un'imboscata..” Biascicò lui.
Una volta chiusa la porta
Leonardo portò Ezio nel retro della bottega, lo
adagiò sul letto e
lo liberò dai vestiti superflui, lasciandolo a petto nudo:
aveva un
taglio al lato, sul basso ventre. Non sembrava troppo profondo, un
qualcosa con cui Leo se la sarebbe potuta vedere senza il bisogno di
un dottore. Insomma, non erano poi così rare le visite di
Ezio mal
concio, tant'è che si era procurato l'essenziale per poterlo
medicare. “Non preoccuparti, ci penso io, tu sta tranquillo,
ok?”
L'Assassino lo guardò ed annuì piano.
Chissà cosa gli avevano
fatto al suo Ezio. Avrebbe tanto voluto essere in
grado di
proteggerlo, sempre.
Tornò poco dopo con l'occorrente per
medicarlo. Si sedette al bordo del letto e cominciò a pulire
la
ferita dal sangue ormai in parte secco ed incrostato.
“Ahhh!”
Si lamentò Ezio, stringendo gli occhi e le coperte del letto
con una
mano.
L'artista deglutì, alzando lo sguardo. “.. Scusa..
Cerca
di resistere un pochino, ok?” Mormorò a bassa
voce, cercando di
essere il più delicato possibile. Più che
profondo il taglio
sembrava essersi infettato, difatti era rossiccio ai lati. Decise di
non chiedergli nulla, di non fargli domande e di lasciarlo riposare.
L'indomani l'Assassino gli avrebbe spiegato.
Sospirò e finì di
medicarlo, di fare ciò che era nelle sue
possibilità, dopodiché si
avvicinò più a lui. “Ezio..?”
“.. Mh..?”
“Credo che
la ferita si sia un po' infettata ma.. Non preoccuparti, appena si fa
giorno provvederò e andrò da un dottore.”
Ezio sembrò un po'
provato ma abbozzò comunque un sorriso, aprendo gli occhi e
volgendo
piano il capo, guardandolo. “Grazie...”
Sussurrò con voce
roca.
“E di cosa, Ezio, di cosa..?” Rispose lui,
sorridendogli
a sua volta. “Ora è meglio che ti
riposi.” Disse dandogli piano
una pacca sul petto, “Mh?”
“D'accordo... Grazie Leo.”
“Non
dirlo neanche per scherzo.” Rispose prima di alzarsi.
L'Assassino
chiuse gli occhi, probabilmente non ci avrebbe messo molto a cadere
tra le braccia di Morfeo.
Leonardo sospirò, frustrato. Gli faceva
male vederlo conciato così ogni volta. Gli faceva male non
poter
fare nulla per impedirlo, poteva solamente intervenire una volta che
il danno era già stato fatto e non gli stava bene. Bisogna
saper
proteggere la persona che si ama... E lui? Non era in grado neppure
di proteggere sé stesso, come poteva pretendere di amare
Ezio? E
come poteva pretendere minimamente che l'Assassino capisse o che
ricambiasse il suo sentimento? Eppure a volte lo pensava,
lo
sperava, lo sognava, lo immaginava.
Quella
notte sarebbe trascorsa così, si sarebbe adeguato. Non aveva
ancora
sonno, soprattutto con i brutti pensieri che erano sopraggiunti.
Raggiunse il tavolo e osservò il disegno. Un lieve sorriso
gli si
dipinse sulle labbra. Allungò la mano ed afferrò
il porta-candele,
soffiò sulla candela quasi finita e la stanza venne
inghiottita dal
buio.
Si sedette al tavolo e il suo sguardo si posò sulla
finestrella in alto, a contemplare la pioggia.
“I
wish I had an angel,
For one moment of love.
I wish I had your
angel,
Your Virgin Mary undone.
I`m in love with my
lust
Burning angel wings to dust.
I wish I had your angel
tonight.“
_______________________________
Questa breve FF è dedicata a Serpe89, dato che
ama tanto questa coppia.
E' un'idea che mi è venuta così dal nulla,
ascoltando una canzone, e l'ho buttata giù. Non è
nulla di che, lo so, poi mi cimenterò in qualcosa di
migliore! ;)
Sono solo 2 capitoli, domani scrivo il prossimo, ora sono stanchina e
me ne vado a ninnine!
Se anche voi altri/e leggerete e apprezzerete, magari lasciate una
recensioncina u.u
Un bacione a tutti!!!
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
“Your beauty cascaded on me
In
this white night fantasy.”
Era
mattino. La pioggia era cessata e i deboli raggi del sole filtravano
attraverso la finestra, posandosi sul viso dell'artista.
“..
Mmhhh...” Si lamentò appena lui, rinvenendo dal
breve – e
scomodo – sonno. Aveva passato la notte su quella sedia e,
con le
braccia conserte sul tavolo, era crollato poco dopo. Si tirò
lentamente su, passandosi le mani sul volto ancora segnato da quel
sonno terribilmente scomodo e tormentato. Tormentato perché
aveva
sognato, sognato di lui.
A
proposito di lui... Si alzò e raggiunse il retro della
bottega,
trovò Ezio ancora nel letto che dormiva. Sorrise e si
avvicinò per
rimboccargli le coperte, in quanto completamente a terra. Lo
osservò
in silenzio, quando dormiva sembrava ancor più un angelo di
quando
era vestito di bianco. Il suo angelo.
Leonardo non resistette così allungò una mano e
gli sfiorò la
tempia e la guancia in una lenta e dolce carezza: era caldo.
“...
Leonardo..?!” Rinsavì lui, aprendo piano gli occhi.
L'artista
sussultò, ritirando la mano. “Ti deve essere
salita la febbre,
scotti.. Sto andando dal dottore a prenderti qualcosa.
“...
Mhh...” L'Assassino richiuse gli occhi.
“Torno tra poco...”
Disse prima di tornare di là a prendere il cappello rosso.
Il suo
sguardo cadde sui vari disegni sul tavolo, molti dei quali
riguardanti Ezio. Sospirò e si curò di rigirarli
tutti dalla parte
bianca e, dopodiché, messo il capello in testa
uscì.
Ezio
non riuscì a riaddormentarsi, si girò un paio di
volte nel letto ma
poi decise di alzarsi. Sentiva la ferita al basso ventre tirare
tutta. 'Che male..'
Pensò.
Raccolse la camicia dalla sedia ma la riscoprì sporca di
sangue. Sospirò e si guardò intorno, grazie al
cielo Leonardo ne
aveva qualcuna così ne prese una bianca e la
infilò, chiudendola
solo per un paio di bottoni. Si portò una mano al viso,
stropicciandosi gli occhi, poi raggiunse la grande tavola: vi erano
un paio di bicchieri e una bottiglia. Si versò un po'
d'acqua e si
mise seduto, in attesa che Leonardo tornasse. Gli venne la geniale
idea di buttar l'occhio sui vari fogli sul tavolo e di curiosare tra
i suoi progetti così cominciò a scostare i fogli
bianchi da sopra
quelli scritti. Capiva ben poco gli appunti dell'artista, era davvero
un genio quell'uomo.
Gli cadde per sbaglio uno dei tanti fogli
'bianchi' a terra. Imprecò e si sporse dalla sedia per
raccoglierlo
quando notò il disegno che vi era sopra: raffigurava un
Assassino.
Raffigurava lui, Ezio. Lo tirò su e lo osservò
per qualche istante,
il suo sguardo lesse veloce le poche righe scritte accanto. 'Vorrei
un angelo per un momento d'amore. Vorrei essere il tuo angelo
stanotte.'
L'Assassino
rimase interdetto, sentì per un'istante un'ondata di
imbarazzo
pervaderlo, non capì bene cosa quel disegno e quella frase
significassero... Probabilmente stava viaggiando troppo con la
mente.
'Ora si è messo a fare anche il
poeta..?!'
Pensò,
sdrammatizzando...
Eppure il suo cervello non riusciva a elaborare una spiegazione meno
contorta di quella che poteva essere di Leonardo che avesse una cotta
per lui. Inspirò e si guardò intorno, poi
tornò ai fogli sul
tavolo e a curiosare tra gli altri. Quel che scoprì lo
sconcertò:
quel disegno non era l'unico che lo riguardava, ve ne erano molti
altri. Com'era possibile? Tutti seguiti da frasi più o meno
come
quella del primo.
L'Assassino cominciò a sentirsi realmente a
disagio. Si alzò, raggiungendo il retro della bottega e
raccattando
le sue cose. Non stava decisamente bene, aveva bisogno della medicina
ma dopo ciò che aveva visto si sentiva strano... Non aveva
mai
pensato a Leonardo come un possibile 'amante'. Mai.
Si avviò
all'uscita proprio quando la porta della bottega si aprì e
si
ritrovò l'artista davanti.
“Oh, Ezio.. Ma dove stai andando,
devi riposare! Non sei in condizioni per andartene in giro da solo
conciato a quel modo.”
Ezio trattenne il respiro per qualche
istante, scrutando nei suoi occhi.
Leonardo riuscì a trattenere
il suo sguardo tranquillamente, certo che i suoi sentimenti erano ben
nascosti agli occhi dell'Assassino.
“Ezio??” Gli appoggiò una
mano sul braccio, facendo per condurlo nuovamente di là, ma
il
fiorentino scostò in malo modo la sua mano.
“Non toccarmi
Leonardo.” Mormorò.
“Ma che.. Stai dicendo? Che ti prende?”
Gli domandò, preoccupato. Che era successo?
L'Assassino fece per
passargli accanto, per uscire, ma Leonardo lo fermò
nuovamente.
“Ti
ho detto di lasciarmi!” Disse, alzando appena la voce e
facendo per
spingerlo via. Tuttavia, una forte fitta al basso ventre, lo blocco.
Il dolore gli percorse velocemente l'intero corpo, fino a provocargli
una tremenda scarica nel cervello. Si inginocchiò a terra,
piano,
mentre l'artista si accovacciò piano con lui,
accompagnandolo.
“Te
l'ho detto che non devi fare di testa tua, in queste
condizioni!”
Alzò la voce anche il biondo, questa volta, canzonandolo.
I due
si ritrovarono praticamente a terra, Ezio tra le braccia di
Leonardo.
L'Assassino incrociò nuovamente lo sguardo
dell'artista, per lunghi ed interminabili istanti.
“Perché non me
l'hai mai detto?” Chiese allora, interrompendo il
silenzio.
“C-cosa..?” Domandò il biondo, alzando
le
sopracciglia, mentre il suo sguardo iniziò a tremare appena,
sentendosi incapace di sostenere quello di Ezio ulteriormente.
“Non
hai proprio nulla da dirmi, Leonardo?” Insistette allora
l'altro.
“N-non... Non credo, cosa..?”
“Quei disegni,
Leonardo... I disegni.” Mormorò appena.
L'artista sentì un
colpo al cuore. Li aveva visti? Dio santo...
“I-io...”
“Vado.”
L'Assassino cercò di alzarsi ma non vi riuscì.
Gemette di dolore,
con le braccia di Leonardo che ancora lo sorreggevano.
“Ezio io
ti amo.” Sputò fuori, il biondo, tutto d'un fiato.
L'altro
sentì un vuoto allo stomaco, poi sgranò gli occhi
non appena si
ritrovò le labbra dell'artista premere contro le sue. Gli
strinse le
braccia, per qualche istante, prima di rilassarsi e socchiudere gli
occhi. Sentì un'invadente ondata di imbarazzo pervaderlo ma,
insieme
ad essa, anche una sensazione piacevole che, da una parte, lo
spaventò.
“C-credo... Che anche tu mi piaccia..”
Sibilò
l'Assassino, confuso.
“Non andare via, Ezio... Hai bisogno di
cure, lascia che io ti possa stare vicino..”
Sussurrò, prima di
schioccargli un bacio sulla fronte.
Fine.
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