Il giorno impronunciabile.

di So_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il più semplice. ***
Capitolo 2: *** Il più strano. ***
Capitolo 3: *** Il più sbagliato. ***
Capitolo 4: *** Il più doloroso. ***
Capitolo 5: *** Il più triste. ***



Capitolo 1
*** Il più semplice. ***


Hugo Weasley aveva 6 anni ed un pesce rosso di nome Rosso.
La mattina di Natale, ogni Natale, il piccolo Weasley si svegliava prima del solito, salutava Rosso, e andava al grande albero addobbato che c’era in salotto prima di chiunque altro. Voleva godersi cinque minuti di silenzio, solo lui e i regali. Non c’era ancora bisogno di aprirli, bastava solo osservarne le forme, le carte colorate, magari toccarli per sentirne la consistenza e provare a immaginare il contenuto. Era il suo momento magico. Dopo quei cinque minuti sarebbe andato a svegliare Rose, e insieme avrebbero fatto alzare mamma e papà.
Quel Natale, però, la routine fu spezzata.
Hugo si era svegliato, era sceso dal letto, ed era andato a salutare Rosso… che galleggiava a pancia in su, immobile. Sul momento non capì cos’era successo al suo pesciolino, quindi provò a rimetterlo a pancia in giù sotto dieci centimetri d’acqua. Non appena lo lasciò andare, Rosso tornò lentamente a galla, rigirandosi.
Spaventato dallo strano comportamento, il bambino decise che bisognava svegliare la mamma e chiederle spiegazioni. Fu soltanto in seguito a quelle spiegazioni che il mistero venne svelato.
Nell’ora successiva venne fatto il funerale, perché finire in uno scarico non era decoroso. Rosso fu sepolto in un angolo del giardino, e per un po’ Hugo non ebbe più interesse ad aprire i regali. Ma aveva solo 6 anni, e all’ora di pranzo sembrava che si fosse già scordato dell’accaduto.



Note dell’autrice: questo è il lavoro di cui vado più fiera, c’è tutto ciò che amo: Hugo, slash, romanticume, un pizzico di dramma, e tanta troppa sfortuna. Con questa raccolta ho partecipato a qualche contest:

• “Multifandom Oscar”di Dark Aeris: una nomination per la “storia più originale” e una nomination a “miglior storia”
• “And So Happy Xmas” di Daphne_S: terza classificata a parimerito
• “Navigare Controcorrente” di verdebaleno ma con Maeve come giudice: nona classificata
• “Natale in famiglia” di BessieB: nona classificata
• “Oscar o Razzies?”di saramichy: un Oscar per Hugo come "miglior protagonista maschile"

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Capitolo 2
*** Il più strano. ***


Era inizio dicembre e Hugo frequentava il terzo anno a Hogwarts quando Emily gli chiese se potevano essere fidanzati. Emily Blumke era una sua coetanea, una Corvonero dai lunghi capelli lisci, neri e lucenti, e dagli occhi a mandorla. Ma Hugo non era interessato, quindi inizialmente le disse di no. Cambiò idea dopo aver passato una settimana a sentirsi dire da chiunque che era stato uno sciocco a rifiutarla, perché Emily era la più carina del suo anno e bisognava essere pazzi per non voler fare coppia con lei. Chissà come si era sparsa la voce.
Camminare mano nella mano con lei nei corridoi era strano, ancor di più in quel periodo perché la scuola iniziava ad essere vestita a festa, e Hugo sfruttava ogni occasione possibile per staccarsi dal contatto con la ragazza. Non gli interessava passare del tempo insieme, preferiva stare con gli amici che fare il fidanzatino, ma Emily sembrava contenta, e tutti continuavano a ripetergli che era un ragazzo fortunato.
Arrivò il giorno di Natale. A scuola erano rimasti in pochi, e tra questi pochi c’erano Hugo ed Emily. Stavano passando il pomeriggio insieme, come si conveniva ad una coppia felice, ed erano riparati da sguardi indiscreti in un corridoio del primo piano popolato solo da armature che intonavano carole quando ci passavi davanti. Camminavano senza fretta, Hugo ascoltava Emily che parlava del suo gattino, quando lei s’interruppe perché un rametto le era caduto in testa. Entrambi alzarono lo sguardo, e alla vista di cosa c’era le reazioni furono ben diverse. Hugo era come pietrificato, mentre Emily sorrideva e le brillavano gli occhi. Sopra di loro, ben appeso, stretto da un nastro rosso, c’era del vischio.
I due si guardarono, senza rendersene conto i volti si avvicinarono e, nonostante una voce nella testa di Hugo gridasse che tutto ciò non doveva succedere, successe. Fu un bacio dato a labbra ben serrate, durò poco, e per il ragazzo fu strano. Prima di capire che cosa stava facendo, Hugo fece una smorfia e si pulì la bocca su una manica. Emily scoppiò a piangere e scappò via senza voltarsi.

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Capitolo 3
*** Il più sbagliato. ***


Il quattordicenne Hugo Weasley era seduto a tavola, insieme alla maggior parte dei suoi parenti, per il gran pranzo di Natale. Il soggiorno di casa Weasley era più pieno del solito, tutti stavano mangiando e chiacchierando come solo quella famiglia sapeva fare: in modo scomposto, disordinato, e caotico. Hugo, purtroppo, era impegnato nell’ascolto di una conversazione spiacevole. Nonna Molly stava discutendo con Rose riguardo alla ragazza perfetta per lui, perché “è un giovanotto tanto carino” e “scommetto che gli fanno tutte il filo”. Hugo aveva tentato più volte di cambiare argomento, ma sempre senza successo. Seduto accanto alla nonna c’era James, impegnato in una fitta conversazione con Lily e zio George. Stavano animatamente dibattendo sulla finale della Coppa del Mondo di Quidditch di quell’anno.
Poi nonna Molly, che voleva parlare un po’ con tutti, si rivolse a James. “Secondo te Hugo ha una ragazza ma non lo vuole dire?” E lì, in un secondo, accadde il disastro. James si voltò verso il gruppetto di donne in ascolto, ma rispose sovrappensiero, più concentrato sul match Scozia - Francia che non su Hugo e i suoi segreti. “Che? Oh no, Hugo è gay.” Fece per tornare a parlare del portiere scozzese ma prima di proferir parola si rese conto di cosa aveva appena detto.
Hugo faticava a crederci. Eppure era successo. Non sarebbe dovuto accadere in quel modo, ma il giorno di Natale si era fatto sentire ancora. Lì, di fronte a tutti, quell’idiota aveva aperto bocca. Come faceva a saperlo? James aveva rivelato alla famiglia quello che Hugo avrebbe voluto far rimanere oscuro per un altro paio d’anni. Il ragazzo non riuscì a controllarsi: si alzò di scatto e uscì di casa, praticamente correndo, mentre sperava almeno che nessuno avesse notato le lacrime.

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Capitolo 4
*** Il più doloroso. ***


Hugo avrebbe voluto passare le vacanze natalizie del suo ultimo anno a Hogwarts in santa pace, ma quel Nott aveva deciso che non doveva essere così. Già da due settimane il Serpeverde aveva iniziato a riempirlo d’insulti, cogliendo ogni occasione, sfruttando pretesti di ogni tipo, tirando fuori un odio senza apparente motivo. Poi, ovviamente durante il giorno di Natale, era successo il peggio.
Quel pomeriggio Hugo era uscito per godersi la neve insieme a degli amici, e per un po’ era andato tutto bene. Aveva sempre adorato la neve, così fredda, così candida, ricopriva il mondo di uno strato bianco e, fino a che non si scioglieva, tutto pareva in pace. Come un piccolo paradiso. Dopo una mezz’ora era uscito dal castello anche un gruppo di Serpeverde, e tra loro c’era Nott. Passando accanto a Hugo, che stava incantando un pupazzo, gli aveva dato del frocio per l’ennesima volta ma, a differenza dei precedenti scambi di insulti, questa volta Hugo aveva risposto passando direttamente alle mani. Non era un ragazzo violento, non lo era mai stato, ma quel Nott gli faceva risvegliare l’istinto omicida. Nel giro di pochi secondi avevano ingaggiato una lotta alla babbana, picchiando duro e senza risparmiare colpi, incuranti della neve che stava iniziando a scendere più fitta, delle persone che si stavano avvicinando per guardare, e del pupazzo di neve che aveva iniziato a saltellare in direzione del castello. Nott non era molto robusto, quindi nonostante Hugo stesse prendendo molti colpi riusciva anche a renderne altrettanti.
Non ci volle molto prima che delle gocce di sangue iniziassero a cadere sull’erba coperta di neve. Hugo si era rotto un labbro e il naso del suo avversario era messo altrettanto male. Mentre tornavano al castello, dopo essere stati visti e separati da un professore, Hugo a malapena si accorse del colore rossastro che avevano lasciato sul campo di battaglia.

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Capitolo 5
*** Il più triste. ***


Era la sera della festività impronunciabile, quel maledetto 25 dicembre che Hugo aveva imparato a temere perché portava sempre qualcosa di negativo. Seduto su un tappeto morbido, di fronte al fuoco acceso nel caminetto, il ragazzo pensava. Quanto era disposto a sacrificare per poter fare il lavoro dei suoi sogni? Sin da bambino si era immaginato Spezzaincantesimi, come l’adorato zio, e crescendo aveva avuto la conferma che quella era la sua strada. Trasferirsi all’estero era un passo piuttosto ovvio, ma di certo nessuno si aspettava che avvenisse così presto. Non se lo aspettava specialmente Travis, il suo ragazzo.
“Eccomi.” Hugo si voltò e lo vide arrivare, affascinante come sempre. Gli sorrise, provando a nascondere un’aspra tristezza di fondo, e il ragazzo sorrise di rimando nascondendo malamente la stessa tristezza. Sembrava impossibile che fosse già arrivato il momento di partire. Travis si sedette dietro a Hugo e lo abbracciò, stringendolo come per trattenerlo lì con sé. Gli diede un bacio sul collo, poi appoggiò la testa su una spalla del suo amato Weasley. Stettero in silenzio, fermi, l’uno abbracciato all’altro, per almeno cinque minuti. Fu Travis a rompere il silenzio. “Non lasciarmi.” Nel sentire la sua preoccupazione, Hugo si voltò per guardarlo in faccia. “Non ti voglio lasciare.” L’altro ragazzo alzò lo sguardo per pochi istanti. “Partirai.” Hugo tornò a guardare nel fuoco, anche se il suo sguardo sembrava cercare qualcosa di più, come se le fiamme nascondessero un segreto da svelare. “Beh, non sarò lontano.” Travis sciolse l’abbraccio e si sedette accanto al giovane Spezzaincantesimi. “L’Italia a me sembra lontana. E mancano solo due giorni…” Hugo cercò una delle sue mani, e la strinse come se da quel contatto traesse energia vitale. “Mi mancherai,” disse rassegnato. Stava andando incontro al suo destino, ma quando aveva fatto domanda non aveva pensato al dolore della separazione. “Mi mancherai anche tu,” rispose Travis. “Mi manchi già.”

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