La doucer du foyer ( Casa dolce casa) di DeAnna (/viewuser.php?uid=62653)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
La
douceur du foyer (Casa dolce casa)
Fanfiction:
White
Collar
Titolo: La
doucer du foyer - Casa dolce casa
Autore:
Azertynin Traduzione: DeAnna
(spero di essere riuscita a renderla al meglio...Io, comunque, ci ho
provato! )
Capitolo
1
New
York, Venerdì 14 gennaio.
La tempesta infuriava. Anche
utilizzati alla massima potenza i tergicristalli non erano
granché utili. Peter lottava contro quella maledetta bufera
di neve, quei
fastidiosi fiocchi che gli impedivano di vedere oltre un paio di
metri, mentre cercava di portare Neal da June prima che le
strade fossero bloccate.
Non
appena era stato dato l'allarme della tormenta Hughes aveva
raccomandato a tutti i federali di tornare al più presto
alle
proprie case, prima che fosse troppo tardi e fossero costretti a
pernottare nei propri uffici.
Peter aveva
rapidamente impilato in diverse scatole i vecchi fascicoli su
cui la squadra aveva lavorato quel giorno: uno per Diana, uno per
Jones, uno per Neal e uno per se stesso.
Avrebbero
potuto continuare a lavorare comodamente nelle proprie case, al caldo
e al sicuro, fino a quando la tempesta non fosse finita e le strade
fossero state di nuovo libere.
Neal
guardava distrattamente i fiocchi di neve che colpivano il
parabrezza.
Erano
solo le quattro del pomeriggio, ma il cielo era così scuro e
cupo
che i lampioni e i fari delle auto erano già
accesi. Pochi
metri davanti a loro potevano scorgere la sagoma di un veicolo e gli
aloni delle luci posteriori rosse. Erano bloccati lì da
almeno dieci
minuti. Mezz'ora era stata sufficiente a rendere impraticabili le
strade di New York; probabilmente qualche macchina impantanata
bloccava l'incrocio ad un centinaio di metri di
distanza!
“Dannazione! Non arriveremo mai! Rimarremo
bloccati qui per ore!”
Le parole di Peter ed il suo tono
frustrato,scossero Neal dai propri pensieri.
“Peter: siamo a
soli due isolati da casa tua. Non riusciresti a tornare indietro da
casa di June. Lasciami qui. Posso tranquillamente prendere un
taxi....o semplicemente camminare! Arriverei prima a piedi che di
questo passo!”
“Hai voglia di sgranchirti le
gambe?”
“Più o meno...”
In
realtà era decisamente meno che più!
L'ultimo
caso aveva sfinito Neal. Avevano lavorato giorno e notte per
catturare un ricettatore d'arte. Neal si era finto un acquirente,
guadagnandosi la sua fiducia fino ad arrivare al magazzino del porto
in cui era conservata la mercanzia. Aveva trascorso le ore precedenti
l'arresto appostato al mare, al freddo, aspettando il momento
migliore per chiamare Peter. L'arresto era stato veloce e pulito,
senza che ci fosse necessità di sparare nemmeno un colpo e
con le
prove servite, praticamente, su un piatto d'argento.
Neal
si era svegliato, il giorno dopo, con un feroce mal di testa, un
forte mal di gola e dolori muscolari ovunque.
Come
faceva sempre, dopo un caso impegnativo e portato a termine con
successo, Peter aveva tirato fuori vecchi fascicoli da
riesaminare,per consentire alla sua squadra di lavorare in ufficio
per qualche giorno.
Dal
suo ingresso alla White Collar Neal aveva risolto parecchi vecchi
casi semplicemente scoprendo qualcosa che, in precedenza, a qualcuno
era sfuggito! Ma nello stato in cui si trovava sapeva di essere a
malapena capace di rimanere concentrato su un singolo fascicolo!
“In
nome di ... !”
Peter
aveva sterzato bruscamente verso il marciapiede per evitare lo
scontro con l'auto di fronte.
“Peter !”
“Lo
so. Ho capito!”
Peter svoltò a sinistra verso casa.
Lasciando
la via principale si trovarono in una strada tranquilla a poche
centinaia di metri da casa Burke. Nonostante la mancanza di
traffico, l'agente guidava lentamente, in modo prudente, data la
scarsissima visibilità, così da non essere
costretto a a frenare
improvvisamente.
Neal
si appoggiò al sedile dell'auto, chiudendo gli occhi nella
speranza che ciò fosse sufficiente ad alleviare il mal di
testa che non gli
aveva dato tregua per giorno. Appoggiò la fronte
contro il
vetro freddo, cercando un po' di sollievo.
Doveva essere
davvero esausto se chiudere gli occhi per un momento bastava a
fargli venire sonno!
Quando
arrivarono a casa Peter lo svegliò scuotendogli una spalla.
“
Ehi! Bella
Addormentata:
la carrozza è arrivata a destinazione! E, a meno che tu non
abbia un
paio di sci, non so come potrai arrivare da June, con tutta questa
neve! Mi
casa es tu casa,
almeno fino a che la situazione non migliora.....”
Neal
guardò fuori, vide che la tempesta era peggiorata.
Non
provò neppure a protestare, vinto non tanto dalla furia
della bufera
quanto, soprattutto, dalla stanchezza e dai dolori alle gambe.
“Credo che sopravviverò ad una notte a casa
Burke!”
L'aria fredda che invase l'auto quando Peter aprì
la portiera fece rabbrividire Neal. Tirò su il
colletto della
giacca, e chiuse tutti i bottini prima di aprire la portiera a sua
volta. Qualcosa la bloccava, impedendogli di aprirla più di
qualche
centimetro. Più spingeva, più si
bloccava.
“ Fermo
Neal! - gridò Peter - C'è un cumulo di
neve sul marciapiede,
più spingi e più si blocca! Aspetta un
minuto!”
Neal
osservò dallo specchietto retrovisore e vide che Peter
prendeva una
pala dal portabagagli. Sempre
pronto ad affrontare qualsiasi situazione!
Pensò fra se, sorridendo.
Con
qualche palata Peter liberò la strada per Neal e
aprì la portiere
posteriore per recuperare gli scatoloni con i fascicoli. Ne diede uno
a Neal e tenne l'altro in equilibrio col braccio sinistro, mentre
con l'altro cercava le chiavi dell'auto nella tasca del cappotto.
L'intenzione
era quella di fare le scale il più velocemente possibile
affinché i
file non si bagnassero troppo, ma le scale erano scivolose e Peter
sarebbe finito a gambe all'aria se Neal non l'avesse sorretto.
Aveva
appoggiato la scatola per sostenerlo, ma il peso dell'agente li fece
quasi cadere entrambi sulla neve.
“Va
tutto bene Peter? Niente di rotto?”
“Meravigliosamente!
Tutte le cartelle saranno zuppe!”
“Lo prenderò come un
no...”
Peter si liberò dalla stretta di Neal e si
inginocchiò al suo fianco. Erano entrambi coperti
di neve dalla
testa ai piedi e in quel momento notò il viso pallido di
Neal. La
sua pelle era chiaro come i fiocchi di neve che gli coprivano le
spalle e i capelli. Guardandolo più da vicino, vide anche
che
tremava dal freddo e strinse il cappotto per quanto possibile, contro
di lui.
“Neal...”
“Peter ?”
“Sei
sicuro di star bene?”
Ogni volta che Peter gli aveva fatto quella domanda, Neal l'aveva
contraddetto. Così non fu sorpreso
dalla sua risposta, anche se ne mise, immediatamente, in dubbio la
veridicità.
“Sì, perché non dovrei?”
“Ok. Mmm,
e ... uh. Grazie per ... sai. Per avermi
sorretto....”
“Niente. Siamo in mezzo alla neve no?”
“Aiutami a prendere i fascicoli”
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
Posarono le scatole per terra, all'ingresso, e scossero le giacche,
mentre
pestavano i piedi, prima di entrare in casa, cercando di eliminare un
po' di
neve. Satchmo li accolse con gioia.
Neal non aveva mai pensato che il calore di una casa potesse rendere
felice. Con sollievo, sentiva le sue articolazioni
intorpidite dal freddo sciogliersi, mentre seguiva Peter in sala da
pranzo a posare le due
scatole ai piedi del tavolo.
Neal
si lasciò cadere su una sedia,
sospirando.
“Cosa vorresti bere?” chiese Peter.
“Qualsiasi cosa purchè sia calda!”
“Ok! Caffè? Thè? Cioccolata
calda? Zuppa?”
“Un caffè andrà benissimo”
Neal
guardò Peter sentendosi
vagamente colpevole perchè non faceva nulla, non si offriva
nemmeno di
aiutarlo, ma si sentiva davvero stanco, troppo
stano...
Aveva
la sensazione che la testa
fosse troppo pesante per il collo e le spalle!
Mise
i gomiti sul tavolo e posò la
testa fra le mani. Chiuse gli occhi e cominciò
a massaggiarsi le tempie, nel vano tentativo di alleviare
le pulsazioni
che gli martellavano il cranio. Sentì squillare il telefono
e afferrò alcuni
brandelli di conversazione, ma era come se tutto succedesse lontano da
lui,
quasi in un sogno...."Cara ... Con Neal ... Sì ... Ok ...
si, sono sicuro
.. . ... Ti amo...A domani ... domani ... anch'io ...
" Poi di
nuovo il silenzio, interrotto solo, dal rumore della caffettiera.
“Il
caffè è servito” dichiarò
Peter,
posando una tazza di fronte a Neal che aprì gli occhi.
Il movimento gli
causò una brusca vertigine che faticò a
tenere sotto controllo.
“E un'aspirina” aggiunse, depositando accanto al
caffè anche un bicchiere
d'acqua e una compressa.
“Peter sto bene....Io”
“Non provarci con me Neal! Ti sei addormentato in
macchina. Sei bianco
come un lenzuolo...Ti tengo d'occhio da un po'...Prendi questa
compressa. E non provare a discutere: È un
ordine”
Normalmente, Neal avrebbe sicuramente continuato a discutere ma, allo
stato
attuale delle cose, non aveva
l'energia
per farlo ed in più ne aveva davvero bisogno; sentiva
disperatamente la
necessità di alleviare l'emicrania.
Ringraziò
Peter e prese
l'aspirina.
“Era
Elizabeth al telefono?”
“Sì”
“Va tutto bene?”
“Vorrebbe tornare a casa, ma è bloccata al
lavoro. Inoltre non ci sono
taxi disponibili, la fermata della metropolitana è troppo
lontana e non può
camminare con questo tempo. Passerà la notte in
hotel...”
“Oh....Con i colleghi...Uomini !
”
“Ḕ lavoro!”
“Wow! Sembra una cosa sexy...”
Peter posò
le scatole sul tavolo e si
sedette di fronte a Neal.
“Vediamo cosa abbiamo qui ...Frode assicurativa...”
“Noioso”
“Contraffazione di documenti...”
“Prescrizione?”
“Posso controllare ... Troppo
tardi. Oh! Oh! Questo dovrebbe
interessarti.... Una falsificazione di opere d'arte risalenti al 1997.
Non è
opera tua vero?”
“La vita è piena di misteri. Fammi
vedere”
“E allora?”
“Possibile”
“Neal!”
“No, Peter io non c'entro. Ok? Va bene,
prendo questo”
Cominciarono
a leggere.
Ognuno era assorto nella lettura e
il silenzio regnava nella stanza interrotto solo, di tanto in tanto dal
fruscio
delle pagine. L'aspirina pareva aver fatto il effetto e Neal
era riuscito
a rimanere concentrato sullo studio dei falsi per
quasi mezz’ora,ma poi il mal di testa era
ricomparso. Aveva cominciato ad avere disturbi alla vista ed il calore della stanza
non gli sembrava
sufficiente a scaldarsi. Sentiva di nuovo freddo e non riusciva a
controllare i
brividi.
Posò
i fogli sul tavolo, invece di
tenerli in mano , sperando che Peter non facesse caso ai suo tremori e
cercò di
leggere le ultime pagine del caso, con la testa appoggiata alla mano
destra .
Peter, ancora immerso nel suo lavoro (un vecchio caso di ricettazione
di
gioielli rubati nella quale nessuno era stato arrestato) dopo quindici
minuti trascorsi
cercando di rileggere
un paragrafo, chiuse il
fascicolo e, sollevando lo sguardo, vide
che Neal si era addormentato. Aveva la testa appoggiata sulle
braccia, ed
il fascicolo che, in qualche modo, fungeva cuscino. Era ancora
pallido e
una ciocca di capelli sudati gli si era appicciacata alla tempia. Si
sporse e
allungò la mano per toccargli la fronte.
La differenza di temperatura tra la mano di Peter e la fronte ardente
di Neal fu
una sorpresa per entrambi. Per alcuni secondi, Neal
sembrò disorientato;
guardò Peter, poi la stanza intorno. Strizzò gli
occhi diverse volte, perplesso,
e poi ,rendendosi conto di cosa era successo, mormorò:
“Peter…mi
... dispiace. Io ... Mi sono addormentato
senza rendersene
conto. Mi ...”
“Neal ...”
“Mi dispiace. Io….ho quasi
finito…comunque….”
“Neal!”
“Cosa?”
“Dovresti sdraiarti un po’ sul divano.”
“No, sto bene. Finisco questo”
“Neal! Dovresti sdraiarti un po’ sul
divano”
“Perché?”
“Perché hai la febbre! Ecco
perché!”
Dal momento che Neal non sembrava propenso a cogliere il suggerimento,
rimanendo fermo a guardarlo, Peter fece il giro del
tavolo e lo aiutò ad alzarsi afferrandogli il braccio.
“Andiamo”
Neal ondeggiò leggermente, quando fu in piedi,ma Peter lo
sostenne.
“Wowww! Piano!”
Peter rafforzò il supporto, mettendo l'altro braccio intorno
alla vita di Neal. Poi
notò che tremava
e lo accompagno in
salotto, seguito da Satchmo
che simuoveva selvaggiamente intorno a loro.
“No, Satch! Non adesso. Fila!”
Il tono della voce di Peter non avrebbe potuto essere più
chiaro tanto che il
labrador tornò in cucina immediatamente.
Neal era sorprendentemente tranquillo. Lasciò che
Peter lo accompagnasse
al divano senza lamentarsi , cosa che preoccupò doppiamente
Peter, che lo
lasciò andare solo quando lui fu tranquillamente seduto..
“Non ti muovere. Torno tra un minuto”
Neal seguì Peter con gli occhi fino a quando
scomparve in cima alle scale.
Tornò
dopo pochi minuti con una
spessa coperta fra le mani.
Trovò
Neal sdraiato sul
divano; aveva allentato la
cravatta, si era tolto le scarpe e teneva le ginocchia piegate e le
braccia
strette al petto per scaldarsi.
Peter
lo coprì e
gli toccò di nuovo la fronte, ma Neal
continuò a dormire.
N.D.A: Buonasera a
tutti/e!!!
Ringrazio (anke a
nome di chi ha scritto non solo di chi ha tradotto) chiunque legga
questa storia, chi la segue (ChiaraLuna 21 e tabina) , chi l'ha
inserita fra le preferite e chi ha lasciato (graditissime) recensioni (
ChiaraLuna 21, NIko_tensai e Icegirl46) !
Spero
vi piaccia anche questo capitolo! Conto su di voi perchè mi
facciate sapere che ve ne pare!
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
Peter prese alcune cartelle dalla cucina e si sedette su una poltrona,
di
fronte al divano.
Si
rese immediatamente
conto che avrebbe avuto parecchia
difficoltà a concentrarsi,
perché non
riusciva a staccare gli occhi da Neal che dormiva, perfettamente
immobile,
sotto le coperte,. Si
chiese se fosse il caso di chiamare un medico se la febbre non fosse
scesa…..anche se in quel momento, con tutta la neve che
era caduta, nessuno avrebbe comunque risposto alla sua chiamata.
Per
quanto potesse essere preoccupato riusciva comunque a
cogliere il lato assurdamente comico della situazione: mai avrebbe
pensato che il
ragazzo che aveva inseguito con tanta
costanza e attenzione un giorno avrebbe dormito sul suo divano! Il
grande Neal
Caffrey ! Era solo un ragazzo dolorante e febbriccitante!
Peter trascorse alcune ore con un’occhio ai documenti e
l’altro a Neal; fino a
quando non capitolò e chiuse i fascicoli. Si
versò una tazza di caffè,
sistemandosi comodamente
sulla poltrona
e lasciò che i suoi pensieri vagassero, ripensando a quanto
tempo ed energia
avesse impiegato per
cercare di
catturare il formidabile falsario dall’incredibile talento
che gli era sfuggito
parecchie volta. Senza rendersene conto, si
lasciatò cullare dal respiro
lento e regolare di Neal ed iniziò a sonnecchiare fino a
quando fu
improvvisamente svegliato da un movimento proveniente dal divano. Si
voltò
e vide che Neal era
ancora disteso, ma i
suoi occhi erano spalancati e fissi su di lui.
“Sei rimasto a guardarmi
dormire per
molto tempo?”
“Come ti senti?”
“Beh, io ...”
Peter si alzò e posò una mano sulla fronte di
Neal che rabbrividì.
“Cosa stai facendo?”
“Posso controllare una cosa.......permetti?”
Volente o nolente Neal lasciò che Peter gli mettesse la mano
sulla fronte, anche
se la situazione era un po’ strana. Che
Peter si prendesse cura di lui in quel modo era una cosa che non
avrebbe
immaginato mai e poi mai!
“Sembra che la febbre sia scesa…”
“Sei anche un infermiere, adesso?”
“Ah,
ah, ah. Molto divertente. Tu resta qui. Vado
a prendere un termometro”
“Peter no! Dove vai?”
“Neal! Per amor
del Cielo!
Stai male! Voglio solo sapere quanto!”
Andò di sopra ed in pochi minuti trovò il termometro.
Quando
scese, trovò Neal seduto, sporto in avanti, testa
fra le mani.
Peter
capì che sentiva freddo,
anche con la coperta sulle spalle.
Gli posò la mano sulla spalla, per catturare la sua
attenzione e gli porse il
termometro. Neal lo mise sotto la lingua. L'effetto
dell’aspirina era
scomparso e il suo mal di testa era riemerso con violenza tale che non
si
accorse nemmeno dell'assenza di Peter
fino a quando un bicchiere d'acqua e una nuova compressa si materializzano davanti a
lui.
Peter
prese il termometro non appena sentì il beep.
“39.2. Puoi controllare se non mi
credi…”
“Grazie mille per questo voto di fiducia”
Neal prese la compressa e
non smise di
bere finchè il bicchiere non fu completamente vuoto, quindi
rimase a fissarlo
per qualche minuto.
Peter,
che aveva assistito alla scena, ricordò che,
fra le poche e
vaghe nozioni che aveva
imparato sulla febbre, c’era la necessità di
mantenere il malato idratato. Senza
bisogno di riflettere, prese il bicchiere dalle mani di Neal e
andò a riempirlo
cucina. Quando tornò, Neal non si era
mosso. Mandò giù anche il
secondo bicchiere che gli porse.
“Ti senti meglio?”
Neal annuì.
“Grazie”
Peter si sedette accanto a lui sul divano. Poteva quasi
sentire fisicamente
l'emozione che provava. Neal era certamente
esausto. Le occhiaie
scure facevano sembrare, per contrasto, ancora più luminosi
i suoi occhi.
Occhi
che stava faticando per tenere aperti.
“Perché non mi hai chiamato stamattina per dire
che non stavi bene?”
“Era solo un po’ di mal di testa. Niente di
che…”
“Ovviamente si tratta di più di un mal di
testa…”
“Ok, la prossima volta che starnutisco, prometto di
chiamare.”
“Neal, dico sul serio. Pensa se tu fossi stato
assegnato ad un caso sotto
copertura in questo stato. Avresti potuto commettere un errore
o, peggio
ancora, mettete in pericolo te stesso!”
I due si scambiarono un lungo sguardo in silenzio. Neal
annuì
semplicemente. Soddisfatto, Peter gli mise la mano sulla spalla in un
gesto di
conforto.
“Riposati. Io, intanto, vado a preparare qualcosa da
mangiare. Sono quasi le otto…”
“Io non ho fame…”
“Immagino, ma temo proprio che abbia bisogno di
mangiare!”
Peter fece per
alzarsi, ma Neal lo fermò afferrandogli il braccio.
“Peter!”
Si voltò. Neal lo guardò dritto negli
occhi.
“Grazie. Grazie di tutto”
Ed
in quel momento nei
due zaffiri luccicanti di febbre Peter potè vedere la stessa
gratitudine e
sincerità che aveva visto solo una volta prima di allora:
sulla pista del
piccolo aeroporto il giorno in cui Kate era morta.
N.D.A:
Ciao a tutti/e!!!
Non vi ho fatto
aspettare troppo x il 3° cap, vero?
Come sempre
ringrazio, davvero, tutte le persone che leggono (wow, non mi aspettavo
fossimo in tanti appassionati di WC) e chi, gentilmente, ha recensito
anche il precedente capitolo ( ChiaraLuna21 e IceGirl46) .
A
presto!
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Neal
si svegliò un’ora dopo. Un profumo delizioso
riempiva la
stanza. Di solito era Elizabeth, che cucinava in casa di
Burke,
ma Neal aveva trascorso abbastanza tempo con la coppia dal suo
rilascio dalla prigione per sapere che anche Peter era in grado di
cavarsela.
Tenne
gli occhi chiusi, assaporando il profumo.
Sentì
dei passi che si
avvicinavano. Qualcosa fu posta accanto a lui sul tavolino del
salotto.
Una mano
gli afferrò il braccio attraverso le coperte
e la voce di Peter che lo chiamava.
Aprì
gli occhi e vide che gli indicava il tavolo su cui era posato un
piatto di minestra fumante. Peter aspettò che Neal si
sedesse e
prese posto accanto a lui. Anche se non aveva fame, Neal non
rifiutò
il pasto, perché sperava che il liquido caldo lenisse un
po’ il
suo mal di gola.
“Nevica ancora parecchio. Mentre dormivi ti
ho preparato alcuni vestiti nella camera degli ospiti. Sei pronto a
vestirti come Peter Burke?”
“Fammi indovinare. Pantaloni
da jogging e una t-shirt FBI?”
“Il pigiama di flanella non
è il mio genere”
“Io personalmente preferisco la
seta…”
“Sono certo che sopravviverai! Il bagno, comunque
è tutto tuo”
Neal si rese conto in quel momento
che Peter aveva fatto la doccia e si era cambiato. Sentiva il
profumo del bagno schiuma e vide che indossava un paio di comodi
jeans ed una polo marrone.
“Oh
mio Dio! Mi sentirò anch’io come Peter
Burke!”
“Puoi
usare il bagnoschiuma di Elizabeth, se
preferisci….”
“Oddio…..”
Neal posò il
cucchiaio. La zuppa aveva dato sollievo al suo mal di gola, ma non
era riuscito a mandarne giù
più della metà.
Pensò
che una doccia calda gli avrebbe fatto bene.
Si
alzò.
Probabilmente
troppo in fretta perché il movimento gli causò le
vertigini e,
mentre aspettava che la stanza smettesse di girare,Peter lo stava
già
sostenendo saldamente. La preoccupazione era evidente sul suo viso e
nella sua voce.
“Neal?”
“Starò subito meglio…
Mi serve solo un minuto…”
“Dove pensavi di andare?”
“A
fare una doccia…
“Credo sia meglio che venga
anch’io”
“No, no, sto bene. Sto andando….”
Neal
si liberò dalla stretta di Peter e si stava avviando verso
le scale
quando si rese conto di essere seguito. Fece una pausa,
sospirò
e disse senza voltarsi indietro:
“Cosa stai facendo
Peter?”
“Mi assicuro che non ti rompa l’osso del collo
per le scale”
Neal si voltò verso di lui e Peter gli
mostrò le scale con entrambe le mani in
un gesto
teatrale.
“Dopo di te!”
“Sei peggio di mia
madre!”
Neal si morse la lingua. Troppo tardi!
“Oh,
oh, oh, voglio i dettagli”
“
Oooh,
no, no, no. Non succederà mai!”
Salì i gradini
lentamente, aiutato dal corrimano e con Peter alle calcagna.
“Cosa
faceva quando eri malato?”
Nessuna
risposta
“Un
impacco freddo sulla fronte?”
Ancora
silenzio.
“Ti
preparava la zuppa?”
Nulla.
“Ci sono! Ti
dava qualcosa per dormire!”
" Hai finito? "
" Quasi. Lei cantava una canzone? "
Ancora nemmeno una
parola.
“Dai,dammi almeno un indizio!”
“Non
se ne parla proprio!”
Neal fece una deviazione nella camera
degli ospiti per recuperare i vestiti che Peter aveva
preparato. Ci
aveva quasi preso: pantaloni della tuta grigia ed una t-shirt bianca
senza fronzoli, semplice e confortevole...
Quando uscì dalla
stanza, Peter lo aspettava di fronte al bagno.
“Pensi di
seguirmi anche sotto la doccia? No, perché avevo
sperato per un
po 'di privacy…”
“Va bene! Non esagerare.
Chiama, se hai bisogno di qualcosa. Gli asciugamani sono
nell’armadietto accanto alla vasca da bagno. Lo
spazzolino è
verde per te.”
“Grazie”
“Di niente”
Neal
si chiuse in bagno.
Il
suo riflesso nello specchio quasi lo spaventò: qualsiasi
colore era
scomparso dal suo volto, lasciando solo una carnagione pallidissima.
Aveva ombre scure sotto gli occhi ed i capelli sulla fronte e sul
collo appiccicati dal sudore della febbre.
Prese
un asciugamano dall'armadio prima di spogliarsi, il
più
velocemente possibile , con i muscoli
doloranti e
poi si lasciò scivolare nella vasca da bagno.
L'acqua
calda gli diede un immediata sensazione di relax.
===============================================================
Peter
pensò di accendere la TV, ma poi decise di stare vicino al
bagno,
nel caso in cui Neal avesse avuto bisogno di lui. Andò nella
sua
stanza, lasciando la porta aperta per ogni evenienza
e si
sdraiò, assaporando la prima vera e
propria pausa
della giornata. Rimase così per dieci
minuti. La voglia
di dormire diventava sempre più
pressante, ma riuscì a
resistere. Aveva bisogno di sapere Neal al sicuro, a letto,
sepolta sotto una montagna di coperte, prima di potersi rilassare
completamente.
Quando finalmente sentì la porta del bagno
aprirsi, tornò in corridoio e non riuscì a
reprimere un sorriso
quando vide l'abbigliamento elegante del suo
compagno. Gli
abiti, troppo grandi per lui, lo facevano sembrare più
snello e più piccolo di quanto non fosse; aveva arrotolato
le maniche della
T-shirt e le gambe dei pantaloni.
“Forse
avrei fatto meglio a prestarti un paio di pantaloni e una T-Shirt
Elizabeth….”
“Oh, oh, molto divertente”
Peter
aprì la porta della camera degli ospiti e invitò
Neal ad entrare
con un gesto della mano. Il ragazzo si sedette sul letto e
chiuse gli occhi, sorridendo, ma il dolore pulsante gli
attanagliò
la testa e fece una smorfia, involontariamente.
“Di
nuovo mal di testa?”
“Hmm”
Neal non pensò
nemmeno lontanamente di aprire gli occhi in risposta a Peter. Aveva
la sensazione che la luce avrebbe reso l’emicrania ancora
più
insopportabile.
I
passi di Peter che scendeva le scale sembravano rimbombargli nelle
orecchie.
Si
sdraiò, sperando che il sonno avrebbe alleviato il dolore
più in
fretta.
Peter tornò in cucina; prese una
bottiglia
di acqua minerale ed una confezione di pillole.
Quando
tornò nella stanza, vide che Neal si era addormentato sul
letto,
senza prendersi la briga di arrivare sotto le lenzuola.
Esitò
un momento, indeciso, tra lasciarlo
dormire, o
svegliarlo e farlo mettere sotto le coperte.
Dormire
così avrebbe potuto, forse, magari per il
freddo, peggiorare il
dolore durante la notte.
Infine
si sedette sul letto, ma quando gli posò
una mano sulla
spalla, Neal aprì gli occhi ,si alzò e
accettò con gratitudine la
compressa e la bottiglia d'acqua.
Notò
lo sguardo ansioso di Peter.
“Smettila di guardarmi in quel
modo Peter! Ho preso un raffreddore.Non
morirò!”
“Ti
sei visto in uno specchio recentemente?”
Neal ci pensò un
po’ su prima di rispondere.
“Ok, lo so, Ma sono sicuro che
andrà meglio domani.”
“Neal, se hai bisogno di qualcosa, anche durante
...”
Neal fermò la sua frase alzando una mano.
“
Lo
sapevo che l'avresti detto!”
“Dico sul serio!”
Neal
lo guardò con un sorriso malizioso sulle labbra.
“Mi sembra
proprio che ti preoccupi un po’ troppo”
“Non abituartici
- rispose Peter, puntando il dito contro di lui, quindi aggiunse,
cercando di reprimere uno sbadiglio- buona notte
Neal”
“Buona notte Peter”
Peter
si diresse verso la porta, mentre
Neal
scivolava sotto le lenzuola. Prima di lasciare la stanza, gli
diede un’ultima occhiata e, soddisfatto di vederlo al caldo e
al
sicuro, si chiuse la porta alle spalle.
Neal
spense la luce e tirò la coperta fino al
mento.
Quella
maledetta febbre continuava a mettergli addosso i
brividi,
nonostante il calore della stanza, ma, almeno,il farmaco datogli da
Peter aveva agito in fretta e il suo mal di testa stava già
passando, cosa che non poteva, invece, dirsi del mal di
gola. Chiuse
gli occhi, sperando di addormentarsi il prima possibile, ma i suoni
della stanza accanto, per quanto discreti, attiravano la sua
attenzione. Non abituato alla sua presenza ascoltò i
preparativi
di Peter per andare a dormire
Ma,
dopo pochi minuti,ci fu silenzio. Solo il rumore del
vento e
della neve turbavano la quiete della casa.
Nel,
ignorando la tempesta, cedette al sonno.
N.D.A
Rieccomi col 4° capitolo! Che ve
ne pare?
Grazie carissime/i
lettrici/ori e grazie ai "vecchi" e nuovi
recensori! Cosa ne pensate di questo cap?
Ciaooooooo; Dee.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
Quando
Peter si svegliò, la mattina, notò immediatamente
che splendeva il
sole.
Non
aveva messo la sveglia, ma, esattamente come ogni fine settimana, la
forza dell’abitudine aveva fatto si che si svegliasse
prestissimo.
Si alzò, infilò velocemente la
vestaglia e andò alla
finestra.
La
strada,le auto, gli alberi ... Tutto era
coperto da
una quantità impressionante di neve.
Alcuni
dei suoi vicini avevano già liberato le loro scale, ma per
il resto
il paesaggio, era una distesa immacolata.
Le
principali aree della città erano, probabilmente,
già state
liberate, ma per le vie periferiche e meno trafficate, come quella
in cui viveva, sicuramente avrebbero dovuto attendere almeno un paio
d'ore.
Pensò
di chiamare Elizabeth, ma ricordò che era sabato mattina e,
magari,
lei avrebbe voluto dormire un po' più del
solito.....Accantonò
l'idea e decise di andare, invece, a vedere come stava Neal.
Aprì la porta della camera , facendo più piano
possibile, non volendo
rischiare di svegliarlo nel caso stesse dormendo.
Ma
Neal era perfettamente immobile, disteso sul fianco, le braccia
conserte intorno alla testa.
Peter
avanzò in punta di piedi e sussurrò:
“Neal...”
Non
ci fu nessuna risposta e Peter colse l'occasione di mettergli una
mano sulla fronte sperando che non si svegliasse. Nonostante non
fosse un esperto in materia capì, senza alcun dubbio, che
Neal
aveva ancora la febbre alta.
Si
fermò solo pochi momenti lì, guardarlo dormire,
chiedendosi cosa
avrebbe dovuto fare..... Svegliarlo? Chiamare
il
medico? Lasciarlo dormire, aspettare e vedere?
Alla
fine optò per la terza idea e lasciò la stanza.
==================================================
Dopo
aver fatto la doccia, essersi rasato, pettinato
e cambiato,
Peter posò una vestaglia sul letto di Neal e scese in
cucina.
Satchmo
lo accolse con entusiasmo. Peter gli mise il guinzaglio, per
portarlo a fare una passeggiata ed il cane iniziò ad
uggiolare di
gioia.
“Ehi! Non così forte o sveglierai
Neal..” borbottò Peter, afferrando il
cappotto.
Indossò
anche la sciarpa ed i guanti e, armandosi di coraggio, aprì
la
porta.
Il
freddo pungente lo colpì, come uno schiaffo, sul viso.
Socchiuse
gli occhi, per abituarsi all'aria gelida e alla luminosità
del sole
che si rifletteva sulla neve.
La passeggiata fu piuttosto
breve.
Dieci
minuti dopo essere uscito,Peter sentiva già troppo freddo. Aveva
la sensazione che avrebbe perso un dito del piede se fosse rimasto
fuori, al gelo, per un altro minuto!
Arrivati
a casa Satchmo corse direttamente alla cucina e fece capire al suo
padrone che aveva bisogno di mangiare abbaiando furiosamente.
Peter
corse dietro di lui
“Shhhh....Stai
zitto! Ecco, ecco! “ disse, riempiendogli
la ciotola di
crocchette.
Satchmo non era l'unico ad avere fame.
Peter
si lavò le mani con l'acqua calda che usciva dal lavandino e
poi
esaminò il contenuto del frigorifero in cerca di qualcosa da
mangiare a colazione.
Era completamente occupato nella
preparazione di frittelle quando ha sentì un rumore
proveniente dal
salotto. Non aspettandosi di vederla tornare a casa in
così
breve tempo, fu sinceramente sorpreso quando Elizabeth fece irruzione
in cucina e lo abbracciò teneramente. Le sue guance
e le sue
mani erano ghiacciate e aveva i pantaloni coperti di neve fino a
metà
polpaccio.
“Ciao caro” lo salutò, con un sorriso
radioso.
“Tesoro? Ma come hai fatto a tornare così
in
fretta?”
“Come? Non
sei contento di vedermi?”
“Assolutamente no!” scherzò,
prima di baciarla.
“Le strade principali sono libere. Ho
preso un taxi e ho fatto il resto a piedi. E i miei piedi sono
congelati! Ma sono sicuro che possiamo risolvere il
problema”
gli rispose, maliziosamente.
“Oh, oh, oh! Tesoro, non
siamo soli in casa....”
“Neal è ancora qui?”
“Nella
stanza degli ospiti”
“Dorme ancora?” Elizabeth era
chiaramente sorpresa.
“L'ultima volta che ho controllato
si....”
“Non sapevo che fosse un dormiglione”
“Non
lo è. Ma non è al massimo della
forma...”
“Come
sta?”
“Ha la febbre da ieri...”
“Oh no! E
come ti sembra?”
“Stanco, febbricitante, con il mal di
testa....”
Vedendo gli occhi ansiosi di Elizabeth, Peter
avrebbe voluto aggiungere che sarebbe sopravvissuto, ma lei era
già
a metà delle scale, prima che avesse il tempo di aprire la
bocca di
nuovo.
“Vado a vedere come sta” gli gridò
“Ok. Bene
bene, io sono in cucina.....”
=========================================================
Elizabeth
passò prima nella sua stanza per indossare dei vestiti
asciutti ,
poi bussò piano alla porta della stanza degli ospiti. Dato
che Neal
non rispondeva, provò di nuovo, ancora senza successo.
Socchiuse
la porta e diede un'occhiata alla stanza. Neal stava
dormendo.
Elizabeth
entrò e si sedette, delicatamente, sul letto. Come aveva
fatto suo
marito prima di lei, toccò la fronte di Neal e
scoprì che Peter
aveva ragione.
Scostò una ciocca di capelli dagli occhi del
ragazzo che sospirò nel sonno e si voltò verso di
lei.
Neal
aprì gli occhi.
Per
alcuni secondi distinse solo una figura sul letto. Socchiuse
gli
occhi, sbattendo le ciglia e mise a fuoco il volto sorridente di
Elizabeth.
“Ehi!” gli sussurrò lei.
Neal si
schiarì la gola prima di salutare, ma, deglutendo, il suo
mal di
gola si manifestò immediatamente e , tutto quello che
riuscì a
borbottare fu un rauco “Ehi!”
Elizabeth si sporse per
afferrare la bottiglia d'acqua sul comodino e gliela porse.
Neal
si sedette sul letto,accettò, con gratitudine, la bottiglia
che Elizabeth gli porgeva e ne ingoiò qualche sorso, quindi
sorrise.
“Come ti senti?”
“Bene!” mentì
Neal.
Elizabeth alzò le sopracciglia e lo invitò ad
essere
sincero con uno sguardo scettico,quasi minaccioso.
Consapevole
che la sua faccia diceva, probabilmente, più delle parole
Neal optò, infine,
per la verità.
Sospirò,
sconfitto.
“Ok. Sono stanco, ho mal di gola, mal di
testa, mal di tutto....”.
“Forse dovremmo chiamare un
medico...”
“No! No, no. Passerà....
é solo un
raffreddore....”
“Sei sicuro?”
“Assolutamente
si!”
“Beh, se preferisci...... Ma mi prometti che se
domani starai ancora male, ti farai vedere da un medico!”
Neal
alzò la mano destra, mettendo la sinistro sul cuore.
“Giuro”
giurò solennemente inclinando il mento e chiudendo gli
occhi.
Soddisfatta, Elizabeth ha prese la vestaglia di Peter e
gliela mise fra le braccia.
“La colazione è quasi pronta”
“Arrivo
fra un minuto”
Neal aspettò che Elizabeth uscisse dalla
stanza per alzarsi dal letto.
Quando
lo fece una vertigine lo colse di sorpresa.
Afferrò
la testata del letto e aspettò che la camera si fermasse
prima di
indossare la vestaglia e percorrere i pochi metri che lo separavano
dal bagno.
N.D.A:
Salveeee!!!!
Ancora una volta non posso (anke a nome
dell'aut.) che ringraziare tutti coloro che leggono questa
storia, che l'hanno inserita fra le preferite e le seguite e chi ha
commentato anche il 4° capitolo ( Camilla L,
margheritanicolaevna, Icegirl46, SpencerTita e Melmon).
Thanksssssssssssssss!!!!!
Devo dirvi che questo è,
ahimè, il penultimo capitolo della FF !!
A presto, Dee
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo
6
Peter
si rivolse a Elizabeth che aveva tirato le tende della porta a vetri
che dava sul patio “Nevicherà di nuovo”
Il
cielo si era improvvisamente oscurato, al punto che El aveva acceso
le lampade in salotto e cucina.
In
meno di un quarto d'ora una fitta nebbia era scesa su tutta la
città.
Peter mise sul tavolo l'ultima frittella, ancora
fumante, che aveva fatto mentre Elizabeth si era occupata delle tazze
di caffè. La fragranza della bevanda squisita e
torte avevano
invaso la casa.
“É pronto” annunciò
Peter.
Che
diavolo stava facendo Neal? Si sarebbe raffreddato tutto!
Peter
stava per andare a prenderlo quando Neal comparve in soggiorno.
Aveva
indosso gli abiti che gli aveva dato il giorno prima, si era lavato
la faccia e pettinato i capelli, ma aveva ancora in viso i segni
della stanchezza e della febbre.
“Buongiorno”
“Hai
dormito bene?” gli chiese Peter
“Come
un bambino.... Mmm sento un buon profumo...”
“Frittelle
al miele e caffè”
“I miei piatti preferiti per la
colazione.”
Elizabeth
portò le tazze e invitò Neal a sedersi.
Lui
annusò il caffè, socchiudendo gli occhi, mentre
Peter gli servì
frittelle
Neal
cercò di bere il caffè. Sentì un po'
di dolore, ma il liquido
caldo gli diede sollievo alla gola. Guardò le
frittelle davanti
a lui. Immaginava fossero saporite, ma in realtà
non aveva fame, tuttavia non volendo offendere i suoi ospiti non
mangiando
nulla (soprattutto perché aveva notato gli sguardi di Peter
ed
Elizabeth) e sapendo che il miele era un noto rimedio per il mal di
gola decise di provare a mandar giù qualcosa.
Tagliò la
frittella in piccoli pezzi che cercò di ingoiare con qualche
sorso
di caffè.
Nonostante
tutti i suoi sforzi, lottava per sopprimere una smorfia di dolore ogni
volta che deglutiva e pregava che i Burke non si accorgessero
di nulla, ma un veloce sguardo su entrambi gli fece capire che non
avevano perso un attimo dello spettacolo.
“Allora?”
chiese Peter
“Deliziosa” rispose Neal , deglutendo a
fatica.
“Qualche problema?”
“
Cosa? No!”
“Neal!”
“Vado a vedere se
abbiamo sciroppo o pastiglie per il mal di gola!” li
interruppe
Elizabeth.
“No, Elizabeth, sta già passando, non
preoccupati per me....”
“Stai seduto e lascia che sia io a
decidere di cosa preoccuparmi!”
“Peter,
io ...”
“Oh, no. Lasciatemi fuori. Preferisco
rimanere neutrale!”
“Mi
dispiace per tutti questi fastidi....”
“Non
devi. Tu faresti lo stesso con me, giusto?”
“Certamente,
ma.... non vorrei abusare della vostra
ospitalità. Andrò a
casa di June........”
Uno
schianto contro la porta a vetri del patio aveva spaventato Satchmo,
che dormiva sotto il tavolo; balzò in piedi e
cominciò a
ringhiare.
Peter
si alzò e si mise la mano sulla spalla di Neal per invitarlo
a
stare seduto, mentre lui andava a dare un'occhiata.
Tirò
la tenda e vide il ramo d'albero che era stato strappato dal vento e
si era abbattuto sul pavimento.
Aveva
cominciato a nevicare di nuovo, il cielo era grigio e il vento
fischiava forte.
Neal
si unì a Peter che guardava fuori dalla finestra.
“Temo che
dovrai aspettare per andare a casa di June”
Neal annuì ed
entrambi si voltarono sentendo Elizabeth che entrava nella
stanza. Posò sul tavolo una piccola bottiglia di
sciroppo e la
confezione delle compresse che Peter aveva dato a Neal la sera prima.
“Cos'era
quel rumore?”
“Niente, cara. Solo un ramo che ha
colpito la finestra...”
“Che tempo! Comincio a
credere che non finirà mai!”
Elizabeth e Peter iniziarono a
sparecchiare la tavola. Neal avrebbe voluto aiutare, ma appena
iniziò ad impilare i piatti sentì che Elizabeth
lo afferrava per
il gomito mentre gli diceva di sedersi. Gli diede i farmaci,
ordinandogli di prenderli.
Neal,
obbediente, ingerì un cucchiaio di sciroppo e una compressa.
Finito
di sparecchiare Peter si sedette sul divano , insieme a Neal.
Ognuno
prese una cartella a caso.
Dopo un quarto d'ora Neal sentì,
di nuovo, i brividi della febbre. Fece una smorfia,
involontariamente, incrociò le gambe, mise il fascicolo
sulle cosce
e strinse le braccia contro il petto.
Peter
si voltò verso di lui
“Hai freddo”
Era più
un'affermazione che una domanda. Prima che Neal potesse
rispondere, Peter gli porse la coperta che aveva lasciato sul divano
il giorno prima e poi si alzò e si accovacciò
accanto al
caminetto.
“Peter, penso che la coperta sia sufficiente...”
“Ehi!
É anche per me.... Il tempo è perfetto
per un camino
acceso!”
Senza ulteriori proteste, Neal avvolto nella
coperta, guardò Peter, che accendeva,meccanicamente, il
fuoco. In
pochi minuti un piacevole calore invase il salotto.
I due
tornarono a lavorare. Peter era immerso in un caso di
contraffazione abbastanza interessante, mentre Neal stava cercando
di concentrarsi su un caso di frode assicurativa. Cullato dal
crepitio del fuoco e stordito dai farmaci, faticava a tenere gli
occhi aperti e anche quando, lottando contro il sonno, fissava le
pagine non riusciva a decifrare le parole.
Vinto
chiuse gli occhi, sperando che poi sarebbe stato più facile
decifrare il contenuto del fascicolo.
Dopo
aver sistemato la cucina Elizabeth entrò in salotto e vide
Neal
addormentato con la testa posata sulla spalla di Peter.
Peter
intercettò lo sguardo della moglie e fece per svegliare
Neal
“Aspetta! Non ti muovere!”
Peter vide che
lei si divertiva un mondo, gustandosi la scena.
“Prendo la
macchina fotografica.” gli disse
“Non te lo perdonerà
mai” rispose lui, sorridendo
Lei ,ridendo a sua volta, dichiarò “ Lo
so!”
The
end
N.D.A:
Ecco ci qui, all'ultimo capitolo di questa (x me) dolcissima
storia.
Sia
io che l'aut. ringraziamo sinceramente chiunque l'abbia letta, chi
l'ha inserita fra le preferite (Camilla L e tabina), fra le seguite
(Spencer Tita, tabina,Melmon e ChiaraLuna 21) e chi ha , gentilmente,
recensito (Niko_tensai, IceGirl46, ChiaraLuna 21, Camilla
L,margheritanicolaevna,Spencer Tita e Melmon).
Spero
che vi siap piaciuto anke l'ultimo cap.
A
presto, baci, DeAnna. *_____*
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