Un viaggio lungo un secolo

di Valdec
(/viewuser.php?uid=15250)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** I guai non vengono mai da soli ***
Capitolo 3: *** Nuova partenza ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


- Cosa? - Urlò Sonia appena giunta al portone del parrucchiere di fiducia, - non gridare, Nicola sta facendo il possibile, ha telefonato ad un suo compagno di università per tentare di rimediare al danno - a risponderle fu Martina, la sua fedele compagna di sventure, la ragazza sembrò calmarsi un poco, quando riprese a parlare il suo tono fu più pacato – questo vuol dire che non partiremo domani mattina? -. Luciana immersa nei suoi pensieri riguardanti le acconciature sbadigliò in attesa che arrivasse il loro turno dal parrucchiere; il discorso sarebbe finito lì, se Sonia non avesse avuto altro da dire come al solito – insomma come fate ad essere così calme, è tutto prenotato, albergo… - non finì la frase perché Luciana, prese la parola – in qualche modo risolveremo, ora pensiamo ai capelli -, - mi sembra la cosa migliore – sentenziò Martina, così che Sonia dovette sedersi in silenzio sulla scomoda poltroncina della sala d’aspetto, senza poter aggiungere altro. Alle orecchie delle altre persone in attesa, il discorso parve senza senso. Le tre ragazze, inseparabili amiche fin dai tempi delle scuole elementari, avevano ormai raggiunto la soglia dei vent’anni d’età e come coronamento ad uno splendido anno universitario, avevano deciso di organizzare un viaggio in Svizzera. La situazione però, a meno di un giorno dalla partenza non era delle migliori, l’unico mezzo che avevano a disposizione era un fuoristrada, macchina alla quale Nicola, il proprietario, nonché un loro amico, era particolarmente affezionato, questa macchina pochi minuti prima che le ragazze andassero dal parrucchiere aveva avuto un guasto e per peggiorare ancora la situazione era sabato pomeriggio e i meccanici erano tutti in ferie. Dopo qualche ora e dopo un costoso trattamento le ragazze si precipitarono a casa di Nicola, per esser aggiornati sulla situazione. Ad aprire la porta corse Riccardo, ultimo componente del gruppo che l’indomani sarebbe dovuto partire, - che c’è? – sbottò vedendole accigliate, - che razza di domande sono? Levati e facci passare – naturalmente Sonia non si era ancora calmata; Luciana andò nello studio, dove trovò Nicola intento a digitare numeri al cellulare, vedendola posò il suo vecchio nokia – l’agenzia di viaggi è chiusa, quindi non si può rimandare il viaggio, il tubo dell’olio del servosterzo che si è rotto nella macchina è irreperibile e…-. – hai altre buone notizie? – chiese ironica Lucia, - si – rispose il ragazzo – partiremo lo stesso, solo che con un’altra macchina – Entrò nella stanza anche Martina, già al corrente della situazione, seguita da un Riccardo perennemente sulle nuvole e una Sonia più iraconda che mai, - con quale macchina vorresti partire? - chiese Martina, - ne affitterò una, non c’è nessun problema, ora però tutti e quattro fuori da casa mia, ci vediamo domattina alla 4.00 in punto! -, - ehi ma ci cacci? – domandò Riccardo, la risposta fu affermativa, così gli amici, ancora un po’ incerti sul da farsi andarono via. - Sonia ma sei sempre la stessa, stiamo solo otto giorni e hai portato tre valigie!- nel buio del cortile di Nicola risuonavano solo le voci delle tre ragazze, - io, ho delle esigenze specifiche – rispose a suo difesa Sonia. – Non avrai riempito le valigie a carta igienica? – la canzonò Martina, provocando una fragorosa risata ad entrambe. Luciana calma come sempre, tentò di farle star zitte, perché di lì a poco avrebbero svegliato l’intero vicinato, - Marti ma cosa fai quella è la mia gamba non il cofano della macchina – urlò ancora una volta Sonia, - ma si, hanno la stessa forma…-. Ad un certo punto un urlo le fece ammutolire, subito dopo si sentirono le risate incontrollabili dei due ragazzi – ma brave, si fa tutto questo casino alle quattro del mattino?! – esclamò Riccardo, - stupido ragazzo inutile, ci hai fatto prendere un accidenti – e mentre Sonia pronunciava questa frase corse per prenderlo a colpi di pizzicotti, questa volta ad interrompere il baccano fu il padrone di casa – ragazze zitte e anche tu Ricky, la macchina è questa ford – indicando la macchina, poi rivolto a Sonia, che stava per aprir bocca – e tu zitta e carica la casa che ti stai portando dietro su quella macchina! – Martina scoppiò per l’ennesima volta a ridere, era strano che qualcuno riuscisse a far ammutolire la sua riccia amica. Finita l’opera di riempimento del nuovo mezzo, i cinque amici partirono per imboccare l’autostrada che li avrebbe condotti fino a Como, prima tappa di quello che sarebbe stato un lungo e travagliato viaggio. Dopo nemmeno i primi cinque minuti di marcia - Ragazzi ho una fame incredibile, perché non abbiamo portato il frigo rigido, come al solito? – prima lamentela da parte di Sonia, pazientemente Nicola – chiedilo a Martina, è stata lei a dire che ingombrava e a farci portare quella mini-borsa-frigo, con dentro quei mini-panini – La riccia gettò un’occhiata furibonda alla sua “cara” amica che era seduta alla sua destra, come se niente fosse Martina le sorrise con indifferenza, Sonia , non ancora contenta e con voce piagnucolosa – Questo vuol dire che…non abbiamo nemmeno i loacher! No, e io con cosa farò colazione verso le otto? – Riccardo, dal sedile anteriore, si girò verso di loro – chiariamo, io voglio dormire, quindi non ho intenzione di ascoltare voi due che litigate per tutto il viaggio… che poi ora che ci penso, ma perché non avete portato i loacher? – Nicola frenò bruscamente – no, non puoi iniziare anche tu, appena arriviamo in Campania mi fermo così vi sfamate! -, i ragazzi capirono dal tono di voce del guidatore che sarebbe stato meglio stare in silenzio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I guai non vengono mai da soli ***


La macchina era veramente comoda, lo stesso Nicola, nonostante il livello affettivo che lo legava al suo vecchio fuoristrada, si rese conto delle migliori prestazioni del nuovo veicolo, mentre rifletteva su questo, il suo sguardo andò sullo specchietto retrovisore, così da poter vedere i suoi migliori amici seduti dietro e dormienti, proprio dietro di lui era seduta Luciana, una ragazza veramente strana, rossiccia e con dei penetranti occhi azzurri, con lei non aveva legato subito, anzi quando erano più piccoli lei era stata per molto tempo la cavia di tutti; al centro c’era Sonia, con lei i rapporti erano stati subito ottimi, poi verso i quindici anni le loro strade per un breve periodo si erano divise, proprio a causa della ragazza che aveva rifiutato un rapporto più intimo con lui, Sonia aveva i capelli ricci castano chiaro e gli occhi verde scuro; al suo fianco stava Martina, lui amava considerarla come una sorella perché si somigliavano come due gocce d’acqua, entrambi bruni e con gli occhi azzurri; il suo fido navigatore, come lo definiva spesso, stava seduto nel posto passeggero, l’intelligente e svampito amico Riccardo, capace di tirar fuori il carattere solo quando messo sotto torchio; Nicola rapito da questi pensieri non si rese nemmeno conto che stava per sorgere il sole – ragazzi, ragazzi, svegliatevi! Dai guardate a destra – la prima ad aprire gli occhi fu Martina – oh, ma…è magnifico – tirò subito una gomitata a Sonia, che sembrava intenzionata a non voler aprire gli occhi – ehi, ma che vuoi…- sbadigliò sonoramente, poi si girò per godere dello spettacolo naturale, offertole dal primo bagliore di luce del mattino; - se questo riesce a farti star zitta dovrebbe far alba più spesso – disse un Riccardo inaspettatamente sveglio, - se questo ti fa svegliare, non dovrebbe mai sorgere il sole – ribatté prontamente la mora, in quel preciso istante anche Luciana si ridestò. Il viaggio proseguiva ormai da circa sei ore, periodo nel quale Nicola aveva minacciato più volte di morte i passeggeri per essersi dovuto fermare ben tre volte, per la colazione,  - come si fa a non far colazione, è una cosa disumana – aveva infatti dichiarato Sonia, poi per il bagno – mi sta scoppiando la vescica, ti fermi o devo scendere dalla macchina in movimento – richiesta di Martina, poi per un caffè rigenerante – ragazzi io la mattina mi sento morto se non bevo almeno tre caffè – questa volta era stato Riccardo; fortunatamente adesso si erano tutti calmati, le tre ragazze chiacchieravano allegramente su tutto ciò che avrebbero voluto visitare in Svizzera, mentre gli altri due discutevano animatamente all’incirca le ultime notizie calcistiche. La pace però non era destinata a durare ancora a lungo, arrivati nei pressi di Frosinone nel Lazio, - Nicola non uccidermi…ma io devo andare di nuovo in bagno – era stata Sonia, con voce colpevole a parlare, Nicola la fisso negli occhi attraverso lo specchietto, lei sfoderò il miglior sorrido da ragazzina buona e gentile, così da sciogliere il cuore del paziente moro – va bene, ora mi fermo, ce la fai fino alla prossima area di servizio? O ti devo dare una bottiglietta? -, - oh grazie mille Nico -. Così come promesso si fermarono in un affollatissimo autogrill, Martina si rifiutò di accompagnare l’amica in bagno, così toccò a Luciana, mentre loro due attendevano pazientemente in fila e Sonia faceva amicizia con tutte le signore ultra-settantenni presenti nel bagno, anche Riccardo decise di andarci, - ehi, Ricky perché non molli quella tracolla, almeno per andare in bagno! – gli gridò alle spalle Martina, ma il ragazzo non si sarebbe mai separato dalla sua tracolla, si incamminò verso i bagni e si mise in fila, mentre centinaia di persone lo spintonavano a destra e a manca. – Ohu mi sento molto meglio, sono decisamente più leggera adesso! – esclamò Sonia mentre si lavava le mani, - Si, sbrigati adesso che ci aspettano – Luciana la prese dal braccio per non farla rimanere oltre dentro quel cubicolo. Arrivate in prossimità della macchina, Nicola venne loro incontro con l’aria non del tutto tranquilla e a bruciapelo disse – hanno rubato il portafoglio a Riccardo - - Cosa? È uno scherzo giusto? – chiese speranzosa la mora, anche Luciana chiese conferma con lo sguardo, Nicola abbassò gli occhi sconsolato, si avvicinò a loro anche Martina – ragazze non ditegli niente, già si sente uno schifo per conto suo, tentate di consolarlo – salirono tutti e cinque in macchina, Riccardo era seduto al suo posto, silenzioso e con le mani tremolanti che stringevano la tracolla – sono un idiota, con tutte le persone che c’erano hanno trovato il giusto pollo – alle ragazze si strinse un nodo in gola, non erano abituate a vedere il loro amico in quello stato, la prima  a reagire fu la solita iper-attiva Sonia – beh si, sei un pollo, ma sei il nostro pollo preferito, e comunque sarebbe potuto capitare a tutti! – anche Martina intervenne a sostegno – ma certo, l’unico problema sono i documenti, ma  vedrai che risolveremo tutto! - - bisogna andare al posto di polizia più vicino e denunziare il furto – sentenziò giustamente Luciana. Nicola non se lo fece ripetere due volte, mise  in moto e si diresse verso il primo paesino nella zona. Due ore dopo i cinque ragazzi uscirono dalla questura con in mano la denuncia di furto e con la consapevolezza che in Svizzera senza i documenti non ci sarebbero potuti andare, - imbarcatemi su un treno e rispeditemi a casa, non voglio rovinarvi il viaggio – Nicola già da tempo stava analizzando le varie possibilità e l’unica che sembrava attuabile fu – non dire idiozie, tutti in macchina si torna a casa, si rifanno i documenti, si aggiusta la mia macchina e fra un paio di giorni si riparte con la mia -. Durante il viaggio di ritorno il clima che regnava non era certo dei più sereni, Riccardo continuava a chiedere scusa, Luciana dormiva, mentre Nicola tentava con lo sguardo di tenere a bada Sonia e Martina che stavano litigando per non si sa quale insulso motivo, - Ho ancora la scena davanti agli occhi mi sento…- - insomma non ti hanno mica violentato – disse la ricca in tono esasperato, nonostante la tristezza per l’imprevisto, scoppiarono tutti a ridere e iniziarono con un nuovo spirito ad analizzare la situazione, Sonia non fece altro, fino al ritorno a Reggio Calabria, che dire che tutto si sarebbe risolto e che loro sarebbero ripartiti e che a Riccardo l’avrebbe, da ora in poi, accompagnato lei in bagno per precauzione, visto che come sosteneva la mora aveva più attributi rispetto all’ingenuo amico.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nuova partenza ***


Nel tardo pomeriggio furono nuovamente a casa di Nicola, il moro aprì il cancello automatico – siamo ancora qui – pensò sconsolato; -, - Dio non sono per niente stanca, sembra che sia durato solo un giorno questo viaggio – ridacchiò Martina, - mia cara se non sai fare battute decenti tenta almeno di star zitta – risposta acida da parte di Sonia. Nel veder aprirsi il cancello ed entrare la macchina, i parenti e i genitori di Nicola, seduti in cortile pensarono subito alla peggior ipotesi, suo padre si affrettò verso di loro – oh mio Dio, Nicola, non avrete ucciso quella ragazza chiacchierona di cui tanto parli? – nel sentirsi tirata in causa, Sonia si gettò verso Martina, per potersi sporgere da finestrino – salve signor Peppe, no, non si preoccupi, mi hanno minacciata, ma non ancora uccisa -, sul volto di Nicola nacque un sorrisino. Dopo aver scaricato le innumerevoli valigie, spiegarono tutto ai rispettivi genitori e si diedero appuntamento per il giorno dopo, una notte di riposo avrebbe senza dubbio portato buone idee. Come previsto la mattina seguente si incontrarono in uno dei bar della città, Nicola, il pianificatore, espose i compiti del giorno – io devo assolutamente andare a Siderno dal concessionario per far riparare la macchina, qualcuno deve andare all’agenzia di viaggi per riuscire a farci rimborsare della notte che non trascorreremo lì e qualcun altro deve andare a fare la spesa per il viaggio, perché se tutto va bene noi partiamo questa sera alle nove, - Lo guardarono tutti un po’ stupiti, ma la voglia di partire era comune in tutti, Martina parlò per prima – mi sembra un’ottima idea, si, io andrò all’agenzia, vediamo di riguadagnare qualcosa -, - io vengo con te – aggiunse Luciana; - bene – Nicola fu felice della reazione degli amici – Riccardo, tu potresti andare a fare la spesa -, - certo, non ci sono problemi –, Sonia si rese conto di non aver alcun compito, in fondo la cosa era positiva. avrebbe potuto dormire tutto il giorno, con questo pensiero salutò gli amici che si erano avviati verso i rispettivi motorini per adempiere ai propri compiti, e anche lei andò verso il suo magnifico Liberty azzurro, ma – Sonia dove credi di andare? – chiese sorridendo il moretto, la ragazza si girò con l’aria di quella sbadata – oh, io vado a casa, dove vuoi che vada? – il ragazzo, però non era certo intenzionato ad affrontare un ulteriore ora di macchina da solo – cara tu vieni con me all’officina – Sonia spalancò gli occhi – ma…sono stanca e c’è il rischio che quel camion che tu chiami macchina ci lasci a piedi per strada e … -, Nicola intervenne – non c’è scusa che tenga, sali in macchina e non fare tante storie – la ragazza anche se non proprio felice fu costretta a seguirlo. – capisce quindi che noi abbiamo intenzione di partire, pur di perdere solo una sera partiremmo pure di notte, ma deve comprendere e far comprendere lì che non è dipeso da noi, l’esser dovuti tornare a casa – nel frattempo Martina, spalleggiata da Luciana, tentava di far capire ad una remissiva impiegata dell’agenzia di viaggi il motivo per il quale avrebbero dovuto far slittare una notte o quantomeno farsi rimborsare, la risposta questa volta fu abbastanza positiva – si capisco, chiamerò l’hotel a Lucerna e vedrò di fare il possibile, ci vediamo questa sera – le due salutarono educatamente, per poi maledire per strada l’ottusa impiegata. Anche Riccardo si stava dando da fare, infondo si sentiva ancora colpevole, anche se non intenzionalmente la colpa era tutta sua, tentò di comprare l’intero iper-mercato per farsi perdonare. Il viaggio in macchina, intanto, proseguiva più o meno tranquillamente – Nicola ma di questo passo non arriviamo nemmeno a Natale - - Sonia chiudi quella boccaccia per una volta, non posso rischiare che si rompa del tutto il tubo, ma che ti spiego tu conosci solo il tubo che non capisci – la ragazza lo guardò confusa – scusa non ti seguo – Nicola alzò gli occhi al cielo – sveglia, voglio dire che tu non capisci mai un tubo - - mamma mia come sei complicato nel parlare – ancora una volta dall’inizio di quel supplizio Nicola si pentì di non averla lasciata a casa – Sonia, quando arriviamo dal concessionario vedi di star zitta e fai parlare me – La riccia, offesa, si girò verso il finestrino e non gli rivolse la parola fino all’arrivo. Per consolarsi delle sfortuite vicende, Martina e Luciana andarono da Cesare, il gelataio più famoso della città, e comprarono una brioche con gelato ciascuna – fossimo state a Como questa non l’avremmo certo mangiata – disse estasiata Luciana, Martina si limitò ad annuire, troppo impegnata a gustare quella goduria. Intanto gli altri due amici erano arrivati in officina, appena arrivati furono accolti dal proprietario, Nicola guardò Sonia come a dirle “guai a te se parli”, la ragazza capì al volo il significato e… - signor Abate è una questione di massima urgenza, perciò le saremmo più che grati se lei chiamasse all’ordine tutti i suoi meccanici nullafacenti e li mettesse a lavorare per rimediare al danno che voi stessi…- avrebbe continuato dicendo “ che voi stessi avete commesso” ma Nicola riuscì in tempo ad attirarla a sé per la vita e farla star zitta, - signor Abate, la scusi, quello che la mia amica voleva dire, è che la situazione non è delle migliori e abbiamo bisogno del suo aiuto - . Verso ora di pranzo Riccardo aveva finito di fare la spesa e il problema alla macchina era risolto, sulla via del ritorno – Sonia chiama a Martina e dille che qui è tutto a posto – la riccia anche se ancora un po’ risentita per il comportamento dell’amico preferì fare quello che le era stato detto, tirò dallo zaino il suo caro nokia 6600 e telefonò – pronto – risuonò la voce annoiata di Martina, - Marti sono io, qui è tutto risolto, hanno riparato il guasto e adesso stiamo tornando a casa -, - bene, noi attendiamo la risposta dell’agenzia, voi due state bene, non vi siete scannati giusto? – Sonia guardò per un attimo il bel viso dell’amico – no, siamo entrambi sani e salvi, senti ci vediamo verso le 3? - - si va bene, ci vediamo da me, ciao- - ciao -. Questa volta sembrava proprio che la fortuna girasse dalla loro parte, l’unico punto interrogativo era quello legato alla prenotazione, ma i ragazzi erano ottimisti a riguardo. Il primo ad arrivare da Martina fu Ricky, che portò con lui tutte le cibarie che aveva acquistato, in modo tale che le ragazze preparassero i panini; dopo arrivarono anche Sonia e Nicola, infine Luciana – ragazzi direi che sarebbe meglio eliminare il pernottamento a Como, perché perderemmo troppe notti – l’idea fu della padrona di casa e tutti si ritrovarono d’accordo, - certo sempre se Nicola ce la fa a guidare fino a Lucerna – buttò lì con aria di sfida Sonia -, intervenne anche Riccardo – ma non c’è problema gli possiamo dare il cambio anche noi, abbiamo tutti la patente vi ricordo – Nicola guardò i suoi amici e stizzito rispose – la mia macchina non la tocca nessuno, io non ho alcun problema a guidare - - sicuro? L’ultima volta ti ho visto un po’ affaticato – rincarò la dose Sonia – sappi che prima o poi ti ucciderò e sarà per me la più grande liberazione -, tutti si misero a ridere, solitamente Nicola non perdeva mai la pazienza, ma la riccia aveva una dote innata a provocare in tutti istinti violenti. Il pomeriggio lo trascorsero ridendo e scherzando e tentando invano di riposare un po’, in previsione della dura nottata che avrebbero dovuto affrontare; verso le sette e trenta Martina andò speranzosa, all’agenzia; una mezz’ora dopo fu di ritorno, i ragazzi erano tutti da Nicola ad aspettarla, lei posteggiò il motorino, poi tristemente – ragazzi, niente rimborso spese, abbiamo perso una notte e possiamo rimanere solo tre notti perché poi è tutto prenotato – gli amici in un istante persero ogni speranza, Martina continuò – ragazzi, scherzavo – tutti alzarono la testa – mi hanno rimborsato la notte, però è vero che possiamo stare solo tre notti, ma non è un problema – Sonia scoppiò a ridere per la gioia, seguita dagli altri – non sono scherzi da fare questi – disse Riccardo, chiaramente contentissimo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=92506