Stream of Consciousness

di Cathy Earnshaw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maelstrom ***
Capitolo 2: *** La sostanza del vento ***
Capitolo 3: *** Notti di solitudine ***
Capitolo 4: *** Il velo del silenzio ***
Capitolo 5: *** Crepacci ***
Capitolo 6: *** Nemesi ***
Capitolo 7: *** Storm ***
Capitolo 8: *** Piogga sulla brughiera ***
Capitolo 9: *** Echi ***



Capitolo 1
*** Maelstrom ***


 …e sentire la vita scivolare via, senza sapere dove si trova, senza sapere se lo rivedrò mai. Ormai, il mio tempo è misurato, il giorno volge al termine. E la causa di questa follia è lui, e lui soltanto. Aveva la mia anima, ma non era abbastanza. Voleva di più. Che cosa c’è di più dell’anima, mi domando? Quale pretesa, la sua. Ora la luce mi sta lasciando, e non ho più la forza di ripetermi che non ho fatto il più grande errore della mia vita quando l’ho lasciato andare. Ma ormai è tardi, anche per le lacrime. Piangere è da persone deboli, e io non sarò debole nemmeno nella mia ultima ora. Ma forse non è ancora tutto perduto. La mia anima, la mia devozione per tutti i giorni della mia vita non era sufficiente? Allora passerò questo umano limite. Sarà eterno il mio amore per lui, per lui tornerò dalle ombre dei morti, per lui i miei piedi calcheranno nuovamente questa terra. E non lo abbandonerò mai, mai, fino a quando il suo corpo freddo non riposerà accanto al mio. E sentirà la mia voce nel fruscio delle foglie, e le mie mani nel respiro del vento, e il mio profumo nei suoi peggiori incubi. Sarò con lui per sempre, perché lo amo come un essere mortale non potrebbe amare, e perché lo odio, perché se la vita mi sta abbandonando è solo a causa sua. E lui bramerà di avermi accanto, ma lo sconvolgerà la mia presenza. Impazzirà di terrore e di dolore. E sarà mio. Fino alla sua morte, e oltre.   

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Capitolo 2
*** La sostanza del vento ***


Il Vento qui è una presenza tanto costante che quando non soffia mi sento sola. Infondo, è una compagnia. Anche lui accarezza solitario la cupa brughiera, ogni giorno, ogni notte, per tutta l’eternità. Dove va il Vento quando non soffia? In un limbo di semi-esistenza, come me? Oppure riposa, in una caverna dei Peaks? O, perché no, magari si nasconde da qualche parte e osserva la vita degli uomini…sono interessanti gli uomini. Si arrovellano il cervello per trovare una scorciatoia alla vita eterna, senza capire che non devono ragionare in termini di Inferno e Paradiso, senza immaginare che c’è molto di più! Se vedessero me, per esempio, che cosa penserebbero? Che sono uno spettro, naturalmente. Sono una giovane madre sfortunata che è morta da tanti anni ormai, impazzirebbero alla mia vista. Eppure uno spettro non sono. Ma non sono nemmeno viva. E nemmeno morta. Qualcuno potrebbe pensare che io sia una non-morta, una nosferatu, un vampiro, ma la realtà è che non sono nemmeno questo. Che cosa sono dunque? Non lo so per certo nemmeno io, per quanto passi il mio illimitato tempo a domandarmelo. Non ho segni vitali: non respiro, il mio cuore non batte, non sanguino, la mia pelle è gelata. I miei occhi sono sensibili alla luce , perciò posso uscire soltanto di notte. Le mie orecchie non sopportano più i suoni troppo intensi. Non ho bisogno di mangiare, di bere né di dormire. Eppure sono qui, i miei piedini lasciano impronte sulla terra. Niente come questo dimostra che non sono uno spirito. Posso parlare, e i vivi sentono la mia voce. Posso piangere, e le lacrime mi bagnano le guance. Qual è la soluzione a questo mistero, dunque? Non ho ancora una risposta a questa domanda…e forse non l’avrò mai…quello che è certo è che io e il Vento non siamo fatti della stessa sostanza. E quando non soffia mi manca tanto. 

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Capitolo 3
*** Notti di solitudine ***


Il vento accarezza le colline di erica. E la mia solitudine. La notte è meravigliosa qui. Le nuvole scorrono veloci, oscurando e scoprendo la luna, all’improvviso, portate dalle correnti. La terra è fredda. L’umidità mi penetra le ossa strappandomi, ogni tanto, un brivido. La luce è ancora accesa, su alla Casa. Ma io posso solo limitarmi ad osservare da lontano. Il mio posto non è più lassù. E allora perché non riesco ad andarmene? Perché non posso essere libera? È a causa della maledizione, lo so. Una parte di me benedice il giorno della mia morte perché la Sua passione mi ha tenuta legata a Lui. L’altra parte, invece, piange nel silenzio della notte per quella pace che mi è stata negata. Ma verrà il giorno in cui anche Lui renderà la Sua anima, verrà quell’agognato giorno! E allora sarò ripagata di tutta la sofferenza, di tutta la malinconia, di tutta l’agonia del lontano calore della mia antica dimora. E allora sarò con Lui, e Paradiso o Inferno, oppure anche queste Cime Tempestose, non avrà importanza… 

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Capitolo 4
*** Il velo del silenzio ***


Che cos’è? Che cos’è questo freddo gelido che mi attanaglia le ossa, che inibisce ogni mio movimento? Cos’è questo disperato bisogno di piangere che mi prende? Quale Verità sta affiorando nella mia mente sconvolta, così dirompente da infrangere ogni mia difesa? Cos’è la vita, la morte, cos’è la felicità? Un turbinio di sensazioni, di sentimenti, troppo dolorosi per poter essere ignorati. Sogni infranti. Esistenze spezzate troppo presto. È questo che gli uomini chiamano “vivere”? Venti taglienti che feriscono come stiletti, fiamme invisibili che bruciano vive le ombre che percorrono, come in un sogno, questa terra ventosa. Un sogno che si trasforma in incubo, da cui non è possibile uscire. E un urlo lacerante che strappa il velo del silenzio. 

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Capitolo 5
*** Crepacci ***


…e quella sensazione, poi, di quando il mondo ti si sbriciola sotto ai piedi…l’impotenza che senti, perché non puoi fermarlo, perché sai che è solo questione di tempo prima di iniziare a precipitare con lui…è solo in quel momento che capisci cosa stai perdendo. E ripensi ai momenti che hai lasciato scivolare, ai baci mai rubati, a quegli attimi infiniti che hai sprecato…e poi il buio… 

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Capitolo 6
*** Nemesi ***


 I tuoi occhi, Heathcliff, mi perseguitano. Ovunque io vada, ovunque volga il mio sguardo, loro sono là, abissi di odio e di amore. La mia Nemesi. Ma è come se non mi vedessero, come se io non fossi che un rivoletto di nebbia leggera ad offuscare la brughiera. Mi fissano, eppure vedono oltre. Oh, quanto dolore! Guardami, Heathcliff, vedimi! Sono la tua Cathy, riesci ancora a sentirmi?

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Capitolo 7
*** Storm ***


Uno urlo straziante spezza il sottile equilibrio di nebbia in cui mi trovo, e inizio a precipitare.
Attraverso il fumo, una serie infinita di immagini sbiadite perfora crudele la mia memoria: gli occhi scuri di mio padre, Hindley bambino, Nelly. Vento ed erica. Stanze scure. Il turbinio di ricordi sembra rallentare permettendo al passato di ritrovare colore. Un bambino sporco e puzzolente che sbuca dal mantello di mio padre.
Solo un attimo prima che tutto riprenda a vorticare. Pioggia, grida, lacrime. Bibbie e punizioni. Una risata e due occhi neri, profondi. Il piacere della corsa, la terra umida. Latrati, dolore, affetto. Sensazioni confuse. Litigi e abbracci. Occhi di cielo e occhi di pece. Un cuore che batte…il mio, forse? Follia. Pioggia. Delirio. Una solitudine troppo vuota per poter essere vissuta.
La tempesta aumenta e le immagini si sfuocano sempre di più. Hindley ubriaco. Isabella. Edgar. Un fermo immagine su due occhi di brace. Di nuovo velocità. Nuova incertezza, nuovo dolore, nuova solitudine. L’acquisire la consapevolezza della propria piccolezza. Follia, debolezza. Orrore. L’avvicinarsi della fine. Di nuovo quegli occhi, labbra, passione. Lacrime che si confondono con i sospiri.
Uno strappo nella nebbia, simultaneo allo strappo definitivo del mio cuore, ed eccomi di nuovo qui, sulle colline morenti, in attesa. Di cosa, poi? Della venuta del Regno di Dio, della Redenzione? Impossibile, ho fatto troppo male in vita.
Come un lampo, la verità mi illumina la mente in modo quasi doloroso: se davvero voglio riprendermi ciò che Follia mi ha sottratto, lo devo fare con queste mani.
La Casa è là, le luci accese. Cosa sto aspettando?

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Capitolo 8
*** Piogga sulla brughiera ***


E sotto la pioggia insistente, nient’altro che la verità. Come se l’acqua lavasse via ogni menzogna, ogni artifizio, ogni macchinazione. E quell’odore pungente, come di polvere, come di qualcosa che con indosso la maschera della quotidianità, quella del sole, non si può percepire, che riempie i polmoni e li purifica. Sotto alla pioggia, i vestiti si appiccicano addosso, come anche i capelli, svelandoci per quello che ci curiamo sempre di nascondere. Senza trucco, senza abiti perfetti, senza la magia della seduzione, che cosa resta della nostra bella immagine, se non la realtà? L’imperfezione della nostra umanità, lontana dallo stereotipo, lontana da quell’ideale di perfezione che tanto attentamente ci costruiamo addosso. Castello di sabbia, all’innalzarsi della marea.

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Capitolo 9
*** Echi ***


La notte è così buia, oggi… La brughiera canta, canta le storie di amori passati, di famiglie divise, di cuori infranti, tesori andati perduti, tempi remoti, civiltà scomparse. Spicchi di un passato felice, granelli di ciò che è stato e che non tornerà mai indietro, si trattengono tra questi pietre. L’erica rifulge, oggi, eppure la notte è così buia…

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