Memories of childhood stuffed animals

di pucia
(/viewuser.php?uid=141926)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Friends for love ***
Capitolo 2: *** A father for twins ***
Capitolo 3: *** Sisterhood ***



Capitolo 1
*** Friends for love ***


Friends for love
La foto appesa alla parete ritraeva due ragazza molto giovani e molto belle. La prima un po' bassina, con piccoli occhi scuri incorniciati da un paio di grandi occhiali spessi e dai capelli lunghi neri e lisci, che le circondavano il viso un po' paffuto. La seconda era alta e magra, i capelli lunghi castani le ricadevano sulle spalle in piccole onde, mentre i suoi grandi occhi azzurri attiravano l'attenzione dell'osservatore. Sullo sfondo c'era un cartello con su scritto “Bon Voyage Rory”.
Erano ormai passati cinque anni e le due ragazze della foto non si erano ancora ritrovate, anzi si erano letteralmente perse di vista.
Lane era rimasta a Stars Hollow con i gemelli, mentre Rory era diventata reporter e assistente di suo nonno all'università di Yale, prima del suo pensionamento.
Non erano mai state così lontane per tanto tempo, eppure entrambe erano andate avanti con la loro vita, finchè un giorno qualcosa accadde. Stars Hollow ritrovò una stella caduta.
**
Lorelai Gilmore era seduta sul suo portico davanti alla casa che aveva accolto miliardi di novità. Aveva in mano una tazza di caffè e addosso teneva una coperta azzurra, che l'avvolgeva e la teneva al caldo.
La mattinata era davvero fredda per esser il primo giorno di ottobre, il sole era alto e opaco. Ormai la città si era dimenticata dell'estate appena passata.
In lontananza si sentii il rumore di una macchina che sfrecciava a tutta velocità per poi parcheggiarsi davanti al vialetto. Lorelai si alzò di scatto, capendo di chi era quell'auto.
« Rory... Rory... » urlò saltando di gioia come una bambina.
« Mamma! »
La ragazza non era neanche scesa dall'auto che aveva già le mani spalancate in cerca l'abbraccio materno dopo sette mesi.
« Cosa ci fai qui? »
Con un po' di titubanza Rory mentì, « Sono venuta a trovarti. Avevo tempo libero dal lavoro e allora... »
Mentì davvero male, i suoi occhi parlavano per lei, ma a causa della frenesia Lorelai non si accorse della bugia troppo scontata.
« Vieni entra, sarai stanca. Ti starà sicuramente aspettando. »
« Allora come posso non entrare. »
La casa non era cambiata per niente, notò Rory. Il soggiorno era sempre lo stesso e c'era pure la TV che aveva installato suo padre in passato.
« Hai tenuto la TV di papà? »
« Si, l'ha voluta lasciare qui. »
« E' stato gentile », disse in conclusione senza domandare altro. Sua madre e suo padre erano stati felici e voleva ricordarli per questo, soprattutto lui. « Mi manca », aggiunse poi.
Seduta sul divano si accorse che qualcosa non era come prima.
« Ma... ma... » posizionandosi meglio, toccò con mano il grosso e soffice sofà.
« Te ne sei accorta eh?!??!!? »
« Oh mio dio! Hai cambiato il divanodivano!!!!!! »
Lorelai fece soltanto un cenno con la testa.
« Non ci credo! E dov'è finito il divanodivano?!?!?!? Non dirmi che hai cambiato anche la poltronapoltrona!!!! »
« No è sempre la stessa lei. »
Si alzò andandosi a sedere sulla vecchia poltrona, in cima e appoggiò la schiena trovandosi in una posizione alquanto scomoda.
« Oh la mia vecchia poltronapoltrona. »
« Rory non hai più quattro anni. Non ripetere la stessa parola due volte! »
« Forza dell'abitudineabitudine. »
Entrambe si avviarono verso la cucina e Rory si fermò davanti alla sua vecchia stanza. Non era cambiata per niente, eppure quando suo padre si era trasferito con Gigi aveva fatto dei cambiamenti notevoli.
Indicò la sua camera, « come mai la mia cameracamera è tornata come prima? »
« Ho pensato che era meglio tornare ai vecchi tempi. »
« Ah! »
Trovò una sedia libera vicino a lei e si sedette. In quel momento un cane si sedette sull'altra sedia. Era un cucciolo di Siberian Husky, i suoi colori erano sfumature di grigio, dal più scuro al più chiaro. Le orecchie erano puntate verso l'alto, mentre il suo muso si appoggiava al tavolo sospirando ogni tanto.
« E... e lui? »
« A dire il vero è una lei! »
« Posso toccarla? »
Lorelai sorrise, mentre Rory con estrema lentezza avvicinava la sua mano al musetto del cane.
« Tranquilla ha già mangiato », scherzò preparando un caffè per la figlia.
La cagnetta si innamorò all'istante di Rory. In un lampo stava già leccando la sua mano.
« Siamo sicuri che abbia mangiato? Sembra come che mi stia assaggiando. »
« Scarlett scendi! », ordinò al cane, che ovviamente ignorò il comando.
« Scarlett? »<br> « Katie Scarlett O'Hara Hamilton Kennedy Butler. Gone with the Wind. »
« Mamma quel film ti ha rovinato. »
« Perchè domani è un altro giorno », concluse Lorelai alzando il cucchiaino dello zucchero.
Nessuno menzionò Paul Anka. Rory si ricordò quanto aveva sofferto la madre quando il Paul Anka morì. Si domandò come mai aveva preso un altro cane così presto, del resto era passato neanche un anno.
« Come mai ora c'è Scarlett? »
« Avevamo bisogno di una nuova mascotte », scherzò su poi continuò con più serietà, « beh sai. Luke mi l'ha regalata per il compleanno. Ci è voluto un po', ma è davvero un cane fantastico. »
Dopo alcuni minuti di silenzio continuò, « come lo vuoi il caffè? »
« Ehm... non bevo più caffè. »
« Chi sei tu? Cosa hai fatto a mia figlia? Se sei un alieno per favore dimmi se c'è forma di vita su un altro pianeta! »
« Mamma non credi che se fossi un alieno tu avresti la sicurezza che c'è una forma di vita su qualche altro pianeta, senza nemmeno chiedere? »
« Non fa mai male domandare. »
« Per rispondere alla tua prima domanda... sono io si, ma non bevo più caffè perchè mi agitava troppo. Dovresti smettere anche tu. »
« Nessuno può togliermi il mio tessssssoro », Lorelai strinse a sé la tazza di caffè piena e sorseggiò avaramente alcune quantità minime di liquido caldo.
Rory scuotendo la testa si avviò fuori casa e andò a prendere alcune valigie dalla macchina. Lorelai la seguì, dopo aver appoggiato la tazza sul tavolo, e prese le altre due. Furono seguite a ruota dalla cagnetta che scodinzolava di qua e di là.
« Ma stai traslocando? »
« Spero non sia un problema. »
Le valigie che teneva in mano Lorelai caddero con un tonfo a terra, attirando l'attenzione di Scarlett.
« Torni a vivere qui? »
« E' momentaneo. Spero davvero di non creare problemi tra te e Luke. »
« Non sei un disturbo. Ma perchè torni a casa? E' accaduto qualcosa? »
« Mamma non ne voglio parlare », taglio corto Rory, « entriamo che fa freddo. »
Prese in mano le due valigie da terra ed entrarono nella calda casa. Ancora non capiva il motivo del ritorno di sua figlia, ma non voleva domandare altro.
Era bello averla di nuovo a casa.
~ Credits to HTML © puciotta

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** A father for twins ***


A father for twins
Il locale di Luke era già pieno, eppure la mattinata sembrava appena iniziata. Ogni ordine era servito in tempo record dalla cameriera, unica donna a lavorare in quel rifugio per caffeinomani.
Il profumo di caffè e pancake mischiato a quello di uova e bacon invadeva tutta la strada, ogni volta che qualcuno apriva la porta.
Tutto stava andando liscio, i clienti venivano serviti con dolcezza mentre la tazza del caffè era sempre piena. Purtroppo qualcuno interruppe la solita routine ordinazione-servizio-pagamento, ormai così perfetto per quella giornata, entrando di soppiatto dalla porta, che tintinnò mentre altro profumo usciva dalla sala.
« Sono sicuro che sia per te », esclamò Luke alzando appena gli occhi dal block notes. E c'aveva pure azzeccato. Di solito era difficile che sbagliasse previsione.
« Che cosa vuoi? » chiese la giovane con poco entusiasmo e dando un'occhiata al capo, sperando in un rimprovero così avrebbe tagliato la conversazione ancora prima di iniziarla.
« Possiamo parlarne con calma invece di stare qui in piedi davanti a tutti come ogni giorno?»
« Se non ti piace che qualcuno ci ascolti allora non venire! », inveì la ragazza, sulla soglia della tranquillità.
« Lane ti prego... » implorò, ma Lane continuava a muoversi senza sosta, ignorandolo e passandogli di lato come se non esistesse.
« Vuoi cinque minuti di pausa Lane? » domandò Luke capendo la situazione, anche se non c'era molto da capire. Ormai la stessa scena si ripeteva da mesi.
« Non occorre grazie, Zach andrà via subito. Vero? »
« A dire il vero no! Vorrei soltanto capire perchè non posso vedere i gemelli, sono o no il loro padre? », continuò il giovane uomo.
« Non saprei. Ora sei il loro padre? E quando avevo bisogno di te quattro anni fa? Oppure quando spuntavano i primi dentini o le loro prime camminate? Lì il padre non c'era, eppure siamo riusciti ad andare avanti. »
Nessuno aveva bloccato Lane che serviva ormai il caffè anche a chi aveva la tazza mezza piena, sbrodolandolo per tutto il tavolo. La sua frenesia ormai era incontrollabile. Tanto che andò pure contro allo sgabello dove il povero Kirk seduto di fronte a Luke e stava assaporando una specie di frittella.
« Scusami Kirk »
« Lane fermati », Zach l'aveva presa per le spalle, facendo attirare tutti gli occhi su di loro, « ho sbagliato lo so. Ma sono pur sempre i miei figli! »
« Questo non ti ha impedito di andartene mi sembra... », sentenziò lasciando a metà il discorso.
Lane si slacciò dalla presa dell'uomo, ancora indecisa sul definirle ex-marito o no.
Erano stati separati a lungo, ma nell'ultimo anno Zach era ricomparso nella sua vita, cercando di rientrare anche nella vita dei suoi due figli. Ovviamente la prima ad ostacolare tutto ciò era la signora Kim, che ormai aveva tagliato fuori il genero dalla famiglia, proprio perchè aveva lasciato Lane e i due gemelli. Secondo lei era un peccato mortale e non c'era neanche da discutere... i gemelli non avevano padre.
Lo squillo del telefono spezzò gli sguardi indiscreti e le frecciatine tra i due coniugi, portando con i piedi per terra Lane che si era avviata di già a sparecchiare un tavolo vicino al bancone.
« Luke » rispose soltanto dopo il terzo squillo del telefono.
Da quando era tornato con Lorelai sembrava sempre tranquillo e solare, ultimamente non litigava neanche con Taylor, cosa assolutamente strana per loro due.
« Sul serio? » continuò la chiamata, « sono davvero contento. Certo! Ora glielo dico. »
Come al solito la telefonata durò poco. Esigeva ancora la regola di “nessun telefono al locale”, persino il quello fisso.
Posò il block notes e la penna sul bancone vicino la cassa.
« Cosa mi devi dire Luke? » domandò Kirk.
« A te non devo dire niente. Cmq è tornata Rory!!!! »
L'unico rumore che si sentì era quello di piatti rotti. Senza farlo apposta Lane aveva lasciato scivolare il piatto che teneva nella mano da troppo in alto, quest'ultimo si schiantò riducendosi a pezzi non molto piccoli.
Rimase paralizzata senza muoversi. Era passati per cinque anni da quando Rory era partita e in quei anni erano cambiate tante cose, forse persino lei. Zach si avvicinò a sua moglie, « stai bene? » domandò gentilmente, cercando di tirar su i pezzi di piatto rotti.
« Benissimo », rispose sorridendo, quasi cancellando il ricordo della litigata avuta pochi istanti prima, « Luke è vero che ho ancora quel permesso che mi hai offerto prima? »
Il consenso di Luke arrivò subito con un cenno del capo e assieme ad un sorriso. L'aveva stampato bello largo sul volto, si notava che era davvero contento dell'arrivo di Rory, di cui il motivo era ancora sconosciuto a tutti.
« Ti accompagno. »
« Conosco la strada! »
Si tolse il grembiule verde e lo appoggiò dietro al bancone sotto la cassa, anche se quello non era il suo posto, infatti Luke lo spostò poco dopo la sua uscita di scena.
Il campanello della porta suonò di nuovo, per ben due volte. Zach stava seguendo Lane, trascurando il fatto che la ragazza non lo voleva con sé. La mattinata era ancora più fredda e Lane si pentì di non aver preso il cappellino.
« Dai aspetta. Faccio la strada insieme a te. »
Attraversarono la strada, dopodiché Lane si fermò, con le braccia conserte e la faccia rossa.
« Zach per favore. Stiamo andando avanti da un anno ormai. Quando vorrò la tua presenza a casa nostra, stai certo che sarai il primo a saperlo... »
« AH! »
« Cosa? Che cosa? » Lane sembrò confusa dall'interruzione, o almeno non capì perchè l'affermazione di lui sembrò così felice.
« Hai detto “casa nostra”! Stiamo già facendo passi da gigante! Fino all'altro ieri dicevi ancora “casa mia”. »
Sbuffando e alzando gli occhi al cielo, si allontanò lasciando il ragazzo sul ciglio della strada da solo.
« Sono sicuro che torneremo insieme Lane Kim. Tu mi ami ancora tanto quanto ti amo io!» urlò Zach alzando un dito nella sua direzione e con una smorfia allegra sulla faccia.
Lane non si voltò, continuò a camminare a braccia conserte e i capelli che ondeggiavano grazie ad una leggera brezza, ma dentro di sé sorrise. Un sorriso che non voleva far vedere a nessuno. Forse perchè Zach aveva proprio ragione, lei lo amava ancora.
~ Credits to HTML © puciotta

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Sisterhood ***


Sisterhood
Lane aveva quasi raggiunto la casa Gilmore, mentre con la mente stava cercando di ricordare quand'era l'ultima volta che aveva visto e parlato con Rory. Non ci mise molto. Ricordò subito.
Erano passati cinque anni da quando la sua amica si era trasferita a San Francisco con Logan, ed era proprio per il battesimo dei gemelli che non la vedeva.
Ormai mancava soltanto la curva, si immaginava la casa lì, dove era sempre rimasta fino all'ora. Non era più entrata in quella piccola e grande casa della sua infanzia felice.
Davanti alla porta non sapeva bene cosa fare, se urlare, bussare o suonare quel campanello fastidioso che Lorelai tanto odiava.
« Lane!!!! » sentì urlare da dietro le sue spalle.
Con calma si voltò e vide quel suo viso angelico, come era sempre stato. La ragazza più bella e più timida della vecchia scuola.
« Sei tornata... »
« Sono tornata. »
Sorrisero e senza aggiungere altra parole si corsero incontro abbracciandosi forte. Entrambe piansero in silenzio, cercando di non far notare all'altra le calde lacrime che scendevano e bagnavano i capelli.
« Devi raccontarmi tutto! Dove sei stata, che fine hai fatto, fai ancora l'assistente di tuo nonno a Yale, come va con Logan... »
« Calma calma, c'è tempo. »
« Ah non parti subito? Quanto rimani in città? »
« A dire il vero penso di ritornare a casa. »
« Si ma quando? Domani, questa sera... no questa sera non puoi sei appena ritornata! »
« No no. Ritorno a Stars Hollow! »

Lane rimase a bocca aperta. C'era qualcosa che non andava. Rory non avrebbe mai lasciato il lavoro da reporter, quello che tra l'altro aveva sempre amato.
« Ma come? E il lavoro? »
« Ho chiesto un'aspettativa. Intanto mando i miei articoli per email, poi chissà magari posso lavorare al giornale della città. »

Aveva quasi deciso di lasciare tutto. Tutti i suoi sogni, tutto il suo sforzo per entrare nel campo, tutta la sua meravigliosa carriera. Erano davvero uguali.
Lane aveva lasciato la band e non suonava più, Rory aveva accantonato il suo sogno per sempre.
« Che amarezza » pensò ad alta voce, togliendo il sorriso ad entrambe.
« Basta con la tristezza. Allora dimmi, come stanno i gemelli. È un sacco di tempo che non li vedo, saranno cresciuti! Mamma mia che madrina snaturata che sono. E Zach invece? Ora che lavoro fa? Sono sicura che è rimasto lo stesso! »
« Rory... »
« Scusa parlo troppo in fretta, non ho perso il vizio. »
« Io e Zach ci siamo separati. »

Piombò di nuovo il silenzio. I cinque anni avevano cambiato tanto, praticamente tutto.
« Come? Perchè? »
« Dopo che sei partita tu, Zach ha accettato l'offerta per sostituire il chitarrista di una band di apertura in un tour. E così dopo due anni è partito. »
« Non ci credo! Io credo che alla fine non partisse più...»
« Si, così aveva detto. Ma fare il padre forse non era abbastanza. Gli mancava la musica, come del resto manca anche a me, ma sono rimasta a crescere due figli. »
« E ora? Dove vivi, come hai fatto per tre anni? »
« Vivo nella casa di sempre e quando lavoro i gemelli li tiene mia madre. »

Il suo più grande incubo era far crescere i suoi figli con la madre. Non voleva far passare la sua stessa infanzia anche a loro, ma per fortuna erano ancora piccoli e potevano capire poco di religione, proibizione e peccato.
« Vuoi entrare dentro? Mia madre ha intenzione di fare i biscotti. »
« Le hai detto di assicurare la casa? In caso scoppiasse. »
« Tranquilla, per fortuna abbiamo anche l'assicurazione sulla vita, almeno mi lascerà un'eredità cospicua! »

Risero amaramente.
Tutte e due si guardarono, studiandosi, cercando qualche cambiamento fisico.
Rory era sempre la stessa bellissima ragazza di un tempo. I suoi capelli erano un po' più lunghi delle spalle. Aveva tolto la frangetta, che faceva molto ragazzina sbarazzina, e l'aveva sostituita con una grande onda che portava vicino all'occhio sinistro. I suoi occhi erano ancora di un bel blu e la sua bocca ancora sottile e dolce.
Come era sempre stato, aveva un look impeccabile. Lane diversamente era ancora rimasta sotto il metro e sessanta. Le sue piccole gambe erano magre e solide. La sua pancia era tornata piatta, frutto di grande allenamento fisico.
I suoi capelli erano raccolti in un chignon nero. Assomigliava molto a sua madre, ma era meglio non dirlo ad alta voce. A dosso aveva gli abiti da lavoro, non la divisa ufficiale perchè da Luke non esisteva, ma portava dei jeans sporchi e una felpa leggera.
« Lavori ancora da Luke? »
« Si sempre come cameriera. Infatti ora dovrei tornare al lavoro. Perchè non vieni anche tu da Luke? Così vedi quanto è invecchiato. »

Tornarono col sorriso mentre iniziarono ad avviarsi al locale. L'autunno stava finendo e poco mancava a Natale, che si avvicinava allegro, mentre tutto cambiava malinconicamente. Anche se dopo tutto forse in città c'era ancora qualcosa rimasto come prima.
~ Credits to HTML © puciotta

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=819802