Three years ago. What happened?

di FannyHarris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1:Nel futuro. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2:Se n'è andata. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Mistero. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: James. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: la storia di James. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il fascicolo da trovare e ricordi. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Il fascicolo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1:Nel futuro. ***


Capitolo 1

"Se ne è andata.." Interruppe così il silenzio che si era creato dopo aver visto svanire in una nuvola sé stessa di tre anni addietro. Mentre parlava malinconica e con lo sguardo basso e perso nel vuoto avanzò in direzione dell'antiquata e polverosa poltrona lasciando in piedi alle sue spalle un ragazzo molto più alto di lei e dai capelli scuri che intanto aveva fatto un sorrisetto anche se, per sua fortuna, la bionda non poté vederlo.
"Ma come eri carina e piccina tre anni fa eh?" proferì con tono serio anche se con l'intento di rendere più allegra l'atmosfera, sapeva che tanto di li a poco la sua "Mary" (NdA; Mary la Sanguinaria per chi non la conoscesse fu regina dell'Inghilterra prima di Elisabetta xD) sarebbe scoppiata e avrebbe iniziato la sua tortura.
"Aspetta aspetta, che cosa hai detto? Mi prendi in giro eh?" disse alzando gli occhi color nocciola e mostrando uno sguardo dolce-omicida al ragazzo che aveva di fronte pronta a partire all'attacco.
"Ma no tesoro, certo che non ti prendo in giro. Ho la faccia di uno che prende in giro?" Fece sarcastico il moro.
"No ma infatti, credo che a breve non ti ritroverai più una faccia tesoro." Rispose Hime con tanta franchezza e amore alzandosi pericolosamente dalla poltrona iniziando ad elaborare mentalmente il modo più soddisfacente e con più stile per farlo fuori. E già, lei lo amava e voleva pur dimostrargli il suo amore? C'era nulla di sbagliato in ciò? Decisamente no.
"Dai su Nonohara, non prendertela tanto" sghignazzò Daichi iniziando ad arretrare.
"...Ok." Gli sussurrò la bionda passandogli accanto e, avendo perso tutta la voglia di scherzare e ridere, si diresse verso la porta aprendola. Daichi era rimasto stupito da tale comportamento, forse c'era davvero qualcosa che non andava. "No no Hime, adesso fermati." Disse il ragazzo prendendola per un polso facendo in modo che non avanzasse oltre.
"..." Lei tentò di liberarsi da quella presa anche se fallì nel suo intento perché Daichi tirandola per il polso l'aveva fatta voltare e avvicinare a lui.
"Hime, ascoltami, è una vita che te lo ripeto, sai che se hai bisogno di me io ci sono. Scusami per prima, non pensavo che ti fosse successo qualcosa di grave... Dimmi che hai.." Le sussurrò teneramente il moro stringendola forte a sé. Come sono caldi e confortanti i suoi abbracci.. Daichi..Ti voglio davvero tanto bene. E mentre così pensava le tenere gote si inumidirono a causa dello scendere di piccole perle salate. "Piccola.." Sussurrò sentendola piangere. Hime si scostò da quel fantastico ragazzo che sapeva sempre come tirarla su anche con un semplicissimo abbraccio. "Daichi, scusami. Non è successo nulla di grave, non preoccuparti." Provò a dire con un sorrisetto che per qualcuno che la conosceva bene come Daichi era facile scorgerne la falsità. "Non prendermi in giro. Ormai ti conosco da tanto tempo. Sei triste per la tua controparte del passato?" Suggerì guardandola dolcemente. "Ma no, so che starà bene. Il fatto è che sono triste perché avrei voluto dirle tutto. Cioè ho mentito a me stessa! Io ti amavo, ecco perché avevo fatto quel viaggio nel tempo in occulto e rischiando molto. Io ti amavo, ma ero certissima che per te non era lo stesso e volevo sapere, sapere come sarebbe stato 3 anni dopo. Io mi sento triste per me, perché odio occultare le cose e preferisco parlare e dire tutto in faccia." Disse tutto d'un fiato la bionda. "So che le andrà tutto bene. Ma non so, sento come un senso di angoscia che mi perseguita! " E così concluse. Daichi l'aveva ascoltata in silenzio e attentamente. "Nonohara, capisco cosa intendi. E hai ragione a sentirti così. La piccola Hime ne passerà ancora delle belle e sono certo che soffrirà; anche io so che tu mi amavi, l'avevo già capito e poi me lo hai detto tu stessa. Ehm forse dovrei svelarti una cosa" Discorse misterioso e guardandola con fare intrigante.
"Cosa? Adesso non fare il misteriosooo!" Urlò Hime molto incuriosita.
"Ehm.. Dovrei chiederti scusa.." Si mise sulle sue e si fece serio.
"Chiedermi scusa? E per cosa?" Domandò ella con un punto interrogativo sul volto.
"Per non aver avuto il coraggio di rivelarti tutto subito.. Ah Yuka, Avevi ragione.." Sussurrò a sé le ultime parole, delle quali La Sanguinaria scorse solo "Yuka" e si oscurò in volto..
"Ah.. amori del passato.." Disse e corse via sbattendo rumorosamente la porta dietro di sé. Fuori erano le 6 del pomeriggio e il sole stava calando, di corsa la ragazza dai capelli d'oro percorse tantissima strada e stanca ormai si fermò e si accorse di trovarsi di fronte alla sua vecchia scuola... Quanti ricordi..A quell'ora Il tramonto impreziosiva di un bel rosa caldo il panorama urbano che circondava quel luogo, guardiano di tante esperienze, dove il custode stava radunando le tremule foglie cadute dagli alberi. Le lacrime scendevano a catinelle come la pioggia, per lei era doloroso sapere che il ragazzo che ha tanto amato e amava volgeva ancora i suoi pensieri a quella sua bellissima compagna di giochi dell’infanzia. Yuka era graziosa, cortese, amabile; in poche parole la ragazza perfetta.. Non come lei che nonostante fosse migliorata in aspetto era rimasta sempre il solito maschiaccio.. Forse non era lei la ragazza giusta e lui se ne era capacitato una volta per tutte. Il sangue nelle sue vene raggelò e prese una delle scelte più importanti e decisive della sua vita.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2:Se n'è andata. ***


Capitolo 2

 

 

Aveva deciso che sarebbe finita. Non poteva stare con un ragazzo che pensava ad un'altra. Himeko era fin troppo orgogliosa e testarda, non sarebbe tornata indietro per nessun motivo, nonostante ciò le dolesse.
"Addio ... Qui ho passato i più bei momenti, ma ora è tempo di voltare pagina e lasciarsi tutto alle spalle." Sussurrò mentre varcava la soglia di casa alle prime luci dell'alba. Il sole si preparava a risplendere alto e illuminare la sua amata città.
La giovane Himeko era triste, ma al contempo sollevata e curiosa. Ora avrebbe potuto esplorare il mondo e assecondare la sua sete di conoscenza, la quale si era venuta a maturare sia con l’età che grazie a quello scapestrato del suo ragazzo.
Himeko, con la borsa in spalla, si avviò verso luoghi lontani e sconosciuti.


"Buongiorno!"  un uomo sulla quarantina dai capelli corvini salutò la moglie, che si trovava in cucina.
"Giorno." La donna era cupa in volto, e, a guardar gli occhi, si poteva comprendere che erano rossi dal pianto.
"Tesoro, che hai? E' successo qualcosa?" Domandò, ora preoccupato, accostandosi alla moglie, speranzoso di non ricevere bruttissime notizie come presagiva.
"La nostra bambina ... Se n'è andata." Disse con voce roca e tremante.
"Cosa hai detto?" Urlò afferrando la donna per i polsi e facendola voltare.
"Hime. Ecco questo è il biglietto che ha lasciato." Detto ciò, porse un piccolo foglio di carta che riportava una calligrafia che non poté non riconoscere. Strappò via quel pezzo di carta dalle mani di Hanako e strabuzzò gli occhi nel leggerlo.

Mamma, papà. Ho deciso di andarmene. Questo posto non fa più per me. Non vi preoccupate, ve ne prego. Starò bene, ve lo assicuro. E' vero che sono da sola, ma me la caverò, sapete che sono una persona un po’ più affidabile adesso. Mi mancherete tutti quanti. vi voglio tantissimo bene. Addio.     Himeko.

“No. Non può essere!” Esclamò, battendo con violenza il pugno sul tavolo e facendo sobbalzare la povera Hanako.

In quel momento scesero in cucina le altre figlie della coppia che, stropicciandosi gli occhi, guardarono interrogative i genitori.

Aiko, la più grande aveva già intuito che probabilmente si trattasse della sorella minore, Himeko.

Capendo la situazione, decise di prendere con sé la sorellina e uscire. Quello doveva essere il suo weekend perfetto, assieme alla famiglia come un tempo … Invece qualcosa era andato storto. Aiko temeva che fosse tutta colpa sua e si giurava che non si sarebbe mai perdonata se fosse successo qualcosa alla giovane Himeko.

 

Anche a scuola la voce si diffuse a macchia d’olio e in così breve tempo.

Anche le più care amiche della ragazza vennero a conoscenza dell’accaduto solo il giorno dopo, mentre entravano nel liceo.

“Cosa hai detto?!” Domandò una giovane ragazza con gli occhiali, con un espressione attonita.

“Proprio così … L’ho saputo proprio stamattina da Aiko. Ma perché non ci ha detto nulla?” Chiese e la risposta che ricevette furono solo spallucce. Entrambe le ragazze proseguirono verso l’entrata con gli occhi affranti.

“Ehi! Monica, Isabel! Aspettate un attimo!” Una voce maschile le chiamò.

Ambedue si voltarono e notarono un ragazzo, a loro fin troppo noto. Correva.

“Ehi, Daichi! Che hai?” Chiese la ragazzi con gli occhiali grandi che le davano un’aria da intellettuale.

“Sapete nulla di Himeko?” Domandò con un respiro molto affannato. Le due si guardarono per qualche istante prima di rispondere. Lui non sapeva.

“E’ da ieri. Se n’è andata, pensavo che volesse stare un po’ sola quindi l’ho lasciata andare. “ aggiunse con il respiro un po’ più regolare.

“Quindi … Tu l’hai lasciata andare!” Esclamò la bionda ora arrabbiata nera. Detto ciò, prese e se n’è andò innervosita al massimo.

“Ehi, ma? Io no ci capisco più nulla …” Fece con occhi smarriti cercando risposte in quelli dell’unica rimasta.

“Ecco … Si vede che ancora non lo sai. Himeko se n’è andata via. Non so come spiegartelo. Ha lasciato una lettera alla sua famiglia affermando di volersene andare via di qui. Per sempre.” Disse con tono gentile, mascherando la sua angoscia. “La campanella. Devo correre. Ciao.” E corse via, lasciando il ragazzo da solo.

 

 

NdA: Ecco il secondo capitolo. Spero vi piaccia. E qualche commento circa che ne pensate è sempre gradito. Grazie :)

Francesca.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Mistero. ***


Capitolo 3

 

Il sole, color cremisi, lento scendeva e faceva spazio alla piccola luna.

Quella notte c’era una luna piena così bella da mozzare il fiato e che illuminava con la sua fioca luce una piccola cittadina, creando a tal modo tante piccole ombre danzanti nell’oscurità.

 Una giovane ragazza dai capelli d’oro, lunghi fino alle spalle e lisci camminava tutta sola al buio. Era davvero molto stanca e provata dal lungo viaggio di quella giornata.

 

“Mamma e papà … Mi mancate così tanto. Anche voi, sorelle care, mi mancate … E per giunta penso ancora a te Daichi. Tu che mi hai spezzato il cuore. Riuscirò a dimenticarti.”  Sussurrò con le braccia e le mani chiuse ad avvolgerla a causa della leggera brezza gelida.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma nella sua testa non faceva altro che rivalutare la sua scelta. Era scappata via, questo non era affatto da lei.

Mentre camminava con la sola compagna dei suoi assordanti pensieri un qualcosa la fece voltare e rabbrividire.

 

Un ragazzo dai capelli corvini sedeva su di una poltrona nella casa “abbandonata” con le mani sulle tempie e lo sguardo basso e cupo.

“E’ scappata? Da me?” Disse con la voce roca e con una punta di rabbia. “E io l’ho lasciata andare … Dannazione!” E con un calcio fece volar via un piccolo mobile stante lì vicino. Daichi era molto preoccupato per quella ragazza che ha sempre fatto le cose di getto e senza rifletterci su.

Ovviamente non sapeva che fare; lui era razionale e molto cauto, non avventato come lei, per cui doveva capire prima quale fosse la causa.

Nonostante quel flusso di pensieri il moro lentamente prese sonno … Non un sonno di dolci sogni, ma di incubi.

 

Spazio autrice:

Ecco il 3° capitolo. Pareri e una qualche recensione mi farebbero molto piacere per capire almeno cosa ne pensiate, grazie :)

Fanny.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: James. ***


Capitolo 4

 

Una forte luce attraversò le finestre e colpì gli occhi semichiusi di un giovane ragazzo sdraiato su di un divano, in una piccola camera. Daichi si alzò di scatto e iniziò a stropicciarsi gli occhi. Il moro si sgranchì un paio di volte e , una volta sveglio, si guardò intorno. Sperò vivamente che quello che era avvenuto la giornata prima fosse stato solo un brutto incubo e che non era affatto vero che la sua Hime se ne fosse andata via per sempre.

Cercò con gli occhi la ragazza, speranzoso di intravedere la sua figura; rimase molto deluso. Sul suo sguardo si dipinse la tristezza e l’angoscia. Era da sola e lui, da viaggiatore esperto, sapeva che una ragazza correva molti rischi.

E se fosse tutta colpa mia? Forse le ho detto qualcosa che l’ha ferita. Se dovesse accaderle qualcosa di brutto non me lo perdonerò mai. Devo iniziare a cercarla … Ma da dove cominciare?  Pensò con lo sguardo cupo. Nella sua mente iniziarono a passare in rassegna tutte le ultime giornata, alla ricerca di un qualche indizio.

 

“Buongiorno Hime. Come stai?” Un ragazzo alto e dai capelli lunghi e biondi entrò in una piccola camera. Quest’ultima aveva le pareti colorate di un azzurro candido e nel letto giaceva una ragazza.

Hime si stropicciò gli occhi e ricordò tutto ciò che le era accaduto la sera prima.

Flashback

Mentre camminava con la sola compagna dei suoi assordanti pensieri un qualcosa la fece voltare e rabbrividire.

“Chi va là?” Hime iniziò ad arretrare di qualche passo. Era spaventatissima e tremava come una fogliolina.

“Ehi! Ciao!” Un giovane, lasciandosi alle spalle l’oscurità, venne investito dalla luce di un lampione. Era alto dai capelli lunghi e biondi con gli occhi neri ed elettrici. Le fece cenno con la mano, era sorridente.

“M-ma tu …” Balbettò la ragazza portandosi una mano alla bocca e indicandolo con la mano. Rimase attonita e non poté credere ai suoi occhi.

“Ehi Hime! Non mi riconosci più?” Il ragazzo si avvicinò con gli occhi brillanti e solari. Non fece in tempo a proferir altre parole che Hime gli corse incontro e lo abbracciò con le lacrime che le rigavano gli occhi.

“Perché piangi ora?” Le sussurrò con tenerezza e stringendola forte.

“Non posso credere che ci rivediamo, James.” Sciolse l’abbraccio e si ripulì gli occhi.

“Eh già. Nemmeno io. E’ tardi. Vieni, rimani da me e domani mi spiegherai tutto quanto.” Si avvicinò e con un braccio in spalla la scortò verso casa sua.

Fine flashback.

“Buongiorno anche a te.” Fece con un tono di voce acido.

“Non sei cambiata di una virgola sai? Però, come promesso io voglio sapere qual buon vento ti riporta qui.” Disse aggrottando le ciglia per poi distenderle subito dopo.

“E’ una lunga storia …”

“Ho tutto il tempo di questo mondo.” Le sussurrò e si accomodò al suo capezzale curioso di ascoltare quella storia.

 

 “Mi dispiace tanto, non pensavo che … Scusami.” Per tutto il tempo l’aveva ascoltata in silenzio e meravigliato. Una volta terminato, le si era avvicinato e l’aveva abbracciata.

“Non preoccuparti. Ti dispiace se ti chiedo di lasciarmi sola?” Domandò con un mesto sorriso e subito James acconsentì.

Daichi, dannazione. Non riesco a smettere di pensarti. Chissà se ti sei un minimo preoccupato per me, o se sei corso da lei … Basta Hime. Devi smetterla.  Una lacrima scese lenta, l’unica.   

 

Spazio autrice:

Ed eccomi col nuovo capitolo :) Chi è questo James? Al prossimo lo scoprirete :* Recensite per farmi sapere che ne dite.

Baci

Fanny.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: la storia di James. ***


Capitolo 5

 

“Salve! Come ti senti?” Una voce profonda risvegliò Hime dai suoi pensieri e la fece voltare di scatto.

“Eh? Oh, sei tu, James.” Proferì con lo sguardo perso nelle pieghe delle coperte. Erano le undici del mattino ed era decisamente tardi. James intuì subito che c’era qualcosa che non quadrava e che Hime non gli aveva detto proprio tutto.

La bionda gli aveva raccontato di questo suo desiderio di avventura e scoperta scaturito dalla partenza di un suo caro amico, un viaggiatore a tutti gli effetti. A primo impatto gli era molto dispiaciuto che la sua amica avesse perso così un caro amico, ma non ci aveva fatto caso più di tanto. Non era possibile che stesse così per quel motivo.

“Ci conosciamo, e sai bene che non me la dai a bere così facilmente! Dimmi che ti è successo … Veramente.” Accentuò in particolar modo l’ultima parola, guardandola fisso negli occhi.  La ragazza non riuscì a reggere quello sguardo così profondo per molto tempo, infatti poco dopo diede sfogo ad un pianto liberatorio, per troppo tempo lo aveva  represso. James la osservò con uno sguardo dolce e dispiaciuto.

Sc-scu-u-sa-sa-mi.” Balbettò fra i singhiozzi, cosa che alla gran lunga colpì il ragazzo. Quest’ultimo ebbe un moto di compassione, mai l’aveva vista piangere a quel modo. “Non preoccuparti cara. Me lo dirai quando te la sentirai.”
Nel frattempo Hime si era pulita gli occhi e aveva ripreso a respirare con regolarità. “Grazie per la comprensione.” Gli donò un sorriso dolce e amichevole. “Be’, basta piangere!” Strinse forte il pugno destro mostrandosi forte e smagliante.

“Ecco, questa è la Hime che conosco!” E prese a ridere contagiando anche l’ospite che dopo un po’ gli mollò un pugno in testa.

“Ahia! Ma che ti è preso?” Domandò mentre si massaggiava la testa e con occhi interrogativi.

“E’ un modo per darti il mio –ben ritrovato-.” Sorrise a trentadue denti portandosi le mani ai lunghi capelli.

“Ah … Ehm … Benvenuta.” Disse un po’ stranito, quella ragazza era una sorpresa continua.

James la lasciò sola per darle il tempo di prepararsi e mettersi a posto e non appena avesse finito sarebbe scesa in soggiorno.

Hime ci mise più tempo del dovuto a sistemarsi, cosa che stupì il giovane visto che l’aveva sempre ritenuta una ragazza fuori dai canoni.

“Ma salve, come mai ci hai messo la bellezza di due ore? Volevi farti bella per me?” Domandò sarcastico, ancora ignaro della sorte che  gli sarebbe toccata di lì a poco. La bionda lo colpì ancora col suo pugno, questa volta con molta più forza. “Si, caro.” Sorrise con altrettanto sarcasmo e si andò a sedere su una delle poltrone.

“ok. Devo a-ammettere che non sei cambiata molto in fin dei conti.” Sorrise cordiale il biondo.

“tu invece si! Dico fisicamente!” Esclamò sgranando gli occhi e osservandolo con più attenzione.

James le fece l’occhiolino “Sempre più bello.”

“Bene, la tua timidezza è andata a farsi benedire.” In quel momento nella mente di Hime iniziarono a scorrere tante immagini  circa quel ragazzo.

 

Flashback

“Buongiorno ragazzi” disse la professoressa di matematica mentre entrava, sorridente come al solito, in classe. Gli alunni si alzarono tutti in piedi e salutarono a loro volta. Tutti sapevano con certezza che di lì a poco quel sorriso si sarebbe trasformato in un ghigno sadico. Però questo ghigno tardò a presentarsi. “Prima di iniziare la lezione, vorrei presentarvi un nuovo alunno. Il suo nome è James Harris. Viene dall’America, dalla California, con più esattezza da Oakland. Bel posto, o sbaglio?” L’insegnante sorrise radiosa e poco dopo entrò nell’aula un ragazzo di normale statura, dai capelli di media lunghezza, selvaggi e biondi, e con un particolare che folgorò tutti. Aveva gli occhi neri ed elettrici, erano un qualcosa di assolutamente assurdo.

“Buongiorno a tutti. Sono James e sono lieto di fare la vostra conoscenza.”  Il giovane salutò i presenti e prese posto accanto a Daichi.

La lezione era continuata come al solito, fra risate, schiamazzi e rimproveri. All’uscita, tutte le ragazze, come di prassi, erano corse dietro al nuovo arrivato curiose di sapere di più circa il suo passato. James non rivelava nulla a nessuno; anzi, se qualcuna lo fermava, semplicemente sorrideva e passava avanti.

 

Hime fece la sua conoscenza, più approfonditamente, nella biblioteca della scuola.

Lo trovò seduto in silenzio, mentre gli occhi scrutavano il libro, rigo per rigo.

“Ehm … Ciao. Tu devi essere James. Piacere sono Himeko Nonohara.”

“Ciao. Si piacere tutto mio.” Disse tenendo lo sguardo inchiodato a quelle pagine. La cosa fece parecchio alterare la ragazza, la quale gli rispose per le righe.

“Non ti costa molto portare più rispetto, sai?” sbottò acida e immediatamente fece come per andarsene quando James parlò.

“Scusami, non era mia intenzione.” Puntò i suoi profondi occhi tenebrosi in quelli color nocciola di lei. Hime sussultò e si sedette accanto a lui.

“Perché tratti così male tutti? Sembravi molto più simpatico.” Disse sinceramente la bionda senza curarsi del fatto che quelle parole avrebbero potuto farlo anche rimanere male. In fin dei conti, gli aveva detto che non era simpatico, anche se lo aveva fatto con parole più miti.   “Sono problemi personali. Voglio restare solo.” Disse per poi tacere. Hime lo guardò perplessa e dopo un paio di minuti decise di andarsene.

 

Quel ragazzo le rivelò molti particolari una sera, mentre si trovavano in biblioteca, come per il primo incontro. 

“Sempre qui ci incontriamo, eh?” sorrise cordiale andandosi a sedere di fronte a James.

“Voglio parlarti. Sei una ragazza solare e diversa dalle altre. Non posso tenere questo macigno tutto per me ancora a lungo. Sei, assieme a Daichi, l’unica amica che io abbia trovato.”  Disse tutt’un fiato, sorprendendo particolarmente Hime.

“Certo. Raccontami tutto.” Proferì quasi come un sussurro, fattasi più seria.

“Mi hai sempre chiesto il motivo di questo mio isolamento. Be’ la verità è che si tratta della mia famiglia. Due anni fa i miei genitori sono rimasti coinvolti in una rapina, l’unico che si salvò fui io. I miei si erano preoccupati di salvare almeno me, però, così facendo, sono morti. Non si sa ancora chi sia stato e si pensa che forse sia stato un ladro, un po’ sanguinario. Sapessi che trauma fu averli visti lì a terra esangui. Se ci ripenso … Il fatto è che per anni sono stato accusato io della loro morte.” Raccontò a brevi linee la sua storia; storia che fece raggelare la ragazza.

“O Dio … Mi dispiace molto. Io non sapevo, non volevo... Ecco insomma.” Abbassò lo sguardo triste.

“Non preoccuparti. Anzi ti ringrazio per la tua attenzione e ascolto.”

 

Quello era stato l’ultimo loro significativo incontro. Si videro altre volte, formando così un’amicizia davvero forte e speciale, seconda solo a quella con Daichi. Anche quest’ultimo, però, era diventato molto amico di James.

 Un giorno Hime e Daichi seppero che il loro amico se ne era andato via senza che avesse detto nulla a loro. Non ne ebbero più notizie.

Fine Flashback

 

“Piuttosto, dimmi. Come mai sei sparito così?” disse dopo alcuni attimi di silenzio.

James arrossì di colpo. “Ecco. Una storia molto difficile e lunga.”

“Ho tutto il tempo del mondo” fece imitando la voce profonda del ragazzo. Sul volto di quest’ultimo di dipinse una smorfia di disappunto. Doveva raccontarle tutto.
Sarà il caso che mi inventi una bella bugia. Pensò affranto. Non poteva dirle veramente tutto quanto.

“Allora, il fatto è che mi sono riconciliato con la mia famiglia.” Sorrise falsamente cercando di convincerla.

“Sono molto contenta di ciò. Ma non spiega il fatto che tu sia sparito così!” Esclamò con lo sguardo deciso. Esigeva di sapere tutto quanto.

James sbuffò. “E va bene. Mi ero innamorato, ma non ero ricambiato. Lo ammetto, sono –scappato-.” Fece spallucce, e si mise a braccia conserte con gli occhi bassi. Sussultò nel sentire Hime ridere.

“Ma dai! Veramente? E di chi?” riuscì a dire fra le risate. Le lacrimarono persino gli occhi per il ridere.

Il biondo arrossì di colpo per l’imbarazzo. Trovò una bugia sul momento. Forse così si sarebbe tolto dall’impiccio.

“Monica. E adesso basta.” Disse serio e con la voce falsamente innervosita.

“Ok la smetto. No, non posso! Monica?” Rise ancor più forte. “Sei un caso perso!” Hime gli diede una pacca sulla spalla. Il malcapitato arcuò le labbra in un flebile sorrisino. “Eh, già.”

 

Angolo autrice.

Ecco il quinto capitolo.

Ringrazio Amorina ed Elisa Nico per le loro recensioni :*

Ad Elisa Nico, si hai ragione, lo so. Cerco di migliorare quell’aspetto.

Spero che vi piaccia un bacio :*

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Il fascicolo da trovare e ricordi. ***


Capitolo 6

Note dell’autore

Sono presenti due flashback, non rilevanti ai fini della storia, però il primo contiene uno spoiler del settimo o ottavo volume del manga, non ricordo quale con esattezza. Io l’ho letto tutto, a parte l’ultimo che sta solo in giapponese >.< Quindi chi non vuole spoiler non legga il primo flashback. Per quanto riguarda il secondo, tratta dell’ultimo volume del manga come contesto, però essendo in giapponese io non ho letto i dialoghi (si ho visto solo le immagini) e quindi i dialoghi li ho inventati io. xD Ripeto, anche se non è uno spoiler vero e proprio, anche il secondo flash back se non volete non leggetelo. Ci tengo a dire che il resto della storia non è affatto spoiler ed è quindi leggibile tranquillamente :) Frazie dell’attenzione e buona lettura.

 

“Le ho detto per l’ennesima volta di no.” Disse una donna bassa e grassoccia, dalla voce severa e acida; puntò il dito contro un ragazzo molto più alto di lei, ma non per questo intimorita. Anzi pareva molto sicura di sé.

“Ma professoressa … Ho bisogno di quello schedario. E’ importantissimo!” Esclamò con uno sguardo supplichevole che però non sortì nessun effetto; gli occhi della donna non si erano addolciti neanche un po’.

Daichi era pronto a non arrendersi tanto facilmente, e , in un modo o nell’altro, avrebbe ottenuto quel che gli serviva. Sapeva che quello schedario sarebbe stato la sua carta vincente.

L’insegnante lo ammonì per un ultima volta e lo esortò a tornare subito a casa, solo in quel frangente avrebbe fatto passare la cosa come se nulla fosse. Daichi girò sui tacchi e, a testa china e avvilito, si avviò per strada; non aveva certezza circa dove sarebbe andato, però di tornare a casa non se ne parlava proprio.

Vagò per un’ora scarsa quando tutt’a un tratto si bloccò e divenne di ghiaccio. Si trovava proprio di fronte al luogo custode di tante avventure; la casa abbandonata. Nella sua mente iniziarono a scorrere tante immagini, la maggior parte risalente a tre anni prima.

Erano solo dei ragazzini di tredici anni.

Hime, allora, era una ragazza, o ,per usare i suoi termini, un maschiaccio dal carattere fin troppo forte e ribelle. Lui era solito avere molte ragazze ai suoi piedi, essendo il più popolare di tutta la scuola; però nessuna aveva quel carattere, nessuna era “libera” e spontanea come lei.  Insieme avevano vissuto un’avventura lunga più di un anno.

 Quel grande fiocco rosso magico, per antonomasia era Hime. Era così sbarazzina e anche molto imbranata, ma proprio questo rendeva più soddisfacente a lui tirarla fuori dai pasticci. 

Nella sua testa ripercorse le avventure  che maggiormente li aveva legati.

Hime rimasta bloccata nell’aspetto di Hibino; per lui era stato veramente duro, era stato difficile abbracciarla e starle vicino vedendola così triste e sconsolata, priva di quella spensieratezza che l’aveva sempre caratterizzata. Forse era stato quello il momento che aveva segnato quello che poi sarebbe stato il loro futuro; forse era stato quello l’istante in cui nel profondo del suo cuore qualcosa era scattato.

Flashback

“ecco, questi sono per te. Li ho fatti io.” Disse tutta rossa in viso Himeko recante fra le mani un piccolo sacchetto; lo porse a sguardo basso al ragazzo dai capelli corvini che le era seduto accanto.

Il paesaggio tutt’intorno era bianco e pareva di trovarsi in paradiso in mezzo a tutto quel freddo candore.

Himeko e Daichi erano seduti su una panchina; la bionda si tormentava visto che non sapeva dove rimediare il coraggio di dargli il regalo che gli aveva preparato con tanto impegno e dirgli tutto.

Però repentinamente il suo inconscio aveva fatto tutto da solo porgendo il regalo al ragazzo. Era un regalo proprio da Himeko, semplice: si trattava di biscotti fatti in casa, li aveva preparati con tanto impegno e grazie all’aiuto della sorella maggiore.

Fra i due scese il silenzio. Il ragazzo osservò incuriosito l’amica, come suo solito impacciata in tutto, e ciò che portava fra le mani.

Daichi ripensò al pomeriggio, a Yuka che gli aveva fatto un regalo per le festività, regalo che lui non aveva accettato. La bella Yuka , famosa ma in primis sua amica di vecchia data, si era alterata e gli aveva fatto una domanda così particolare. Gli aveva chiesto se non fosse Hime il motivo del suo rifiuto. Lui le aveva risposto di no, che con lei era arrabbiato e che non avrebbe accettato i regali di nessuna  anche se nel profondo sapeva che forse non era come diceva. 

Accettò il regalo di Hime e assaggiò uno dei biscotti da lei preparati.

Silenzio.

*coff ,coff*  Daichi iniziò a tossire accasciandosi su sé stesso.

“Oh mio Dio, come stai??” Hime si era appressata a lui preoccupata, eppure era certa di aver fatto tutto come le aveva detto Aiko. “Non è possibile che abbia sbagliato! Ho fatto tutto esattamente come mi aveva detto Aiko!” Esclamò con gli occhi smarriti e ansiosi.

Daichi si riprese all’istante e, guardandola con fare divertito “Ah, quindi non li hai fatti tu!” esclamò.

“Sei solo uno stupido! Mi hai fatta preoccupare! Comunque li ho fatti io, ho detto solo che Aiko mi ha consigliata!” urlò arrabbiata accanendosi contro il ragazzo col tentativo di picchiarlo come meritava.

Però lui le afferrò le mani deciso ed entrambi si bloccarono e si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra e viceversa. Ci fu un attimo di quiete ed entrambi nella stessa posizione , lui che le teneva fermi i polsi, continuarono a guardarsi e lentamente arrivarono a trovarsi fronte contro fronte. Non interruppero nemmeno per un attimo quel contatto visivo … Erano più vicini che mai quando …

“Ops! Ma guarda un po’ tu!” Esclamò il ragazzo balzando in piedi. “mi sono caduti i tuoi biscotti, scusami!” E si chinò a raccoglierli. Hime rimase seduta a occhi bassi. Erano sul punto di baciarsi prima che della neve, caduta da un albero, andasse ad interromperli. Lui rimase fermo in piedi con sguardo chino quando poi lo rialzò e sorrise. “ Sono davvero buonissimi!”

Anche Hime venne contagiata e iniziò a ridere, felice. Trovò il coraggio di dirgli ciò che provava, più o meno. “Daichi, Ti amo.”

In quel momento il ragazzo venne scombussolato da troppi pensieri ed emozioni contrastanti che l’unica cosa che fece fu avvicinarsi e tirarle giù il cappello.

Fine flashback

 

“Devo trovare un modo per avere quel fascicolo.” Disse risvegliatosi dai suoi pensieri.

Ricominciò a camminare, triste, fin quando giunse alla loro vecchia scuola. Decise di entrare e salì fin dove era sempre solito stare per sfuggire a tutti. Lì ci fu un altro ricordo, forse il più rilevante. Chiuse gli occhi e tornò indietro.

 

Flashback

“Hime, dimmi la verità. Con me è inutile che fingi.” Disse una volta in cima alle scale e trovandola lì, con gli occhi semichiusi intenta a guardare i suoi piedi.

“Di che parli? Io sto benissimo.” Alzò lo sguardo e tentò di sorridere.

“Te lo ripeto ancora un  volta, che hai?” Si avvicinò e la costrinse a guardarlo negli occhi. La bionda non riuscì a reggere per molto quello sguardo che finì subito per vuotare il sacco. Iniziò a piangere e gli andò vicino battendo deboli pugni sul suo petto.

Fra i singhiozzi disse parole, così tristi. “Se n’è andata. Erica se n’è andata per sempre. Anche Pokotà, ho deciso di lasciarlo andare in modo che potesse restare  con il suo amore, Pink e affinché potesse ancora parlare. Sono rimasta sola.”

Lui la guardò dolcemente e in un sussurro “Non sei da sola.”  Lentamente si avvicinò, questa volta nulla li avrebbe interrotti. Posò le sue labbra su quelle di lei, che, nel sentire quel contatto, aveva spalancato gli occhi, per poi richiuderli subito dopo. Non si sentiva più sola.

Si abbracciarono, stettero stretti per chissà quanto tempo. Finalmente avevano smesso di nascondersi, non dagli altri, ma da loro stessi.

Fine flashback.

 

“Devo cercare quel fascicolo.” E si diresse verso il liceo, certo che non ne sarebbe uscito a mani vuote.

 Angolo autrice:

Spero vi sia piaciuto :)

Un bacio a chi mi segue e alle due che mi recensiscono, Amorina ed Elisa Nico :*

Ciao

Fanny.

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Il fascicolo. ***


Capitolo 7

La luna splendeva alta nel cielo scuro. Era nella sua fase più bella, il plenilunio, e fievolmente illuminava la cittadina creando uno spettacolare gioco d’ombre che mai nessun pittore sarebbe riuscito a rappresentare così fedelmente vista la sua particolarità. Le ombre che prendevano vita erano tante e vivevano quella vita che è loro negata quando il fratello sole brilla alto nel cielo.

Daichi camminava nel buio a tratti interrotto da qualche lampione. Si muoveva felino col tentativo di non dare troppo nell’occhio.

Lento e silenzioso era giunto fino al cancello del suo liceo; ovviamente chiuso data l’ora della notte.

Il moro, essendo abituato alla vita spericolata e avventuriera, non trovava per niente che quel cancello fosse un ostacolo, per egli era una bazzecola; aveva scavalcato tante di quelle inferriate che al confronto quella della scuola era come se fosse aperta. Nell’oscurità della notte amica si precipitò sull’inferriata e con un gesto di classe la scavalcò. Giunto dall’altra parte si sistemò i vestiti e si guardò intorno compiaciuto, era rimasto lo stesso di quando aveva tredici anni; sempre sportivo.

“Credo bene che ci sia solo uno stupido cancello a –proteggere- la scuola. Nessun ragazzo, neanche fosse un sonnambulo pazzo, desidererebbe venir qui anche la notte. Però mi tocca.

Avrò quel fascicolo costi quel che costi.” Sussurrò alla tiepida brezza notturna e volse lo sguardo alla luna che quella notte lo assisteva nella sua pazzia. Restò così ammaliato dalla sua semplice ed incantevole bellezza che distolse lo sguardo solo qualche minuto più tardi.

Conoscendo la scuola, sapeva che a quell’ora di notte non c’era nessuno, nemmeno il custode, e che, cancello escluso, non vi era nessun’altro espediente contro possibili introduzioni furtive. A nessuno sarebbe mai servito entrare lì, tranne che a Daichi.

Dopo diversi minuti si ritrovò per uno dei corridoi e mentalmente iniziò a ripercorrere ogni passaggio creandosi a tal modo una piantina nella sua testa. Al buio è più difficile di quanto pensassi  rifletté guardando una volta a destra e una a sinistra davanti ad una specie di crocevia cercando la via giusta. Sembra un labirinto la notte, e un carcere il giorno, bene la cosa quadra almeno. E prese a ridere silenziosamente.

Vagando come un’anima senza meta venne visto da qualcuno, due ragazze per l’esattezza, e in una di queste riconobbe anche Hibino. Daichi si fece subito dietro e si nascose in un punto strategico in modo da ascoltare che dicessero.

Le due giovani si erano strette vicine e trattenendo urla iniziarono a tremare e balbettare. “un fa-fantasma …” Disse una delle due. Sbirciando con un occhio, attento a non farsi vedere, intravide proprio Hibino e una delle sue amiche grazie alla luce lunare.

Daichi si riabbassò nuovamente e iniziò a riflettere sul da farsi quando la lampadina si accese. Bene, sto al gioco. Pensò con uno sguardo divertito e misto da volpe astuta.

 

“Stay away. Far, far away from here. There’s the moonlight and now this is my home. Go away!”* Esclamò con una voce un po’ inquietante che funzionò alla grande. Le due si strinsero più forte e dopo attimi di riflessione se la diedero a gambe levate.

Daichi guardò soddisfatto la scena. “Fortuna che so l’inglese e ho un buon accento se no mi avrebbero riconosciuto, Hibino in particolar modo.” Detto ciò si voltò a vedere quale fosse la porta che aveva di fronte. “Residenza. Perfetto.” Disse in un lieve sussurro ed entrò senza farsi attendere oltre.

Il moro iniziò una frenetica ricerca cercando di non fare troppo disordine finche scorse l’oggetto della sua ricerca. “Fascicoli alunni” Lesse su di un foglio che prontamente afferrò. Notò che al di sotto vi erano molti altri fogli. Gli alunni erano divisi in ordine alfabetico “A-b-c-d …” Lesse mentre sfogliava e quando giunse alla lettera desiderata si bloccò di scatto. “Devo sbrigarmi.”

Estrasse il fascicolo, ripose il blocco grande contente gli altri a posto e come era venuto, silenzioso e furtivo, se ne andò.

Tornò alla casa abbandonata, ossia la sua seconda casa, e si preparò ad aprire quel fascicolo.

“Harris James.” Lesse sfiorando con le dita la prima pagina.

Infatti era successo il giorno prima che gli era balenata quest’idea. James era un caro amico sia suo che di Hime e quest’ultima, nell’ultimo periodo, aveva iniziato a parlare molto di lui.

Ovviamente Daichi pensò che se fosse veramente scappata, era senz’ombra di dubbio andata da lui. Il perché ancora non lo sapeva. Quel pomeriggio aveva ritenuto opportuno trovare il suo fascicolo per saperne di più su di lui. James era sempre stato taciturno, anche con lui; l’unica con cui si confidava appieno era Hime, suscitando in lui anche un moto di gelosia qualche volta.

 

 

James Harris, nato il dieci maggio a Oakland, California a partire dal giorno diciannove ottobre è alunno ufficiale dell’istituto.

Scorse veloce sui data anagrafici che poco gli interessavano quando giunse lì dove gli premeva. Perché se ne era andato? Ora avrebbe avuto la risposta al suo quesito.

 

Oggi, giorno 20 aprile, l’alunno Harris abbandona ufficialmente l’istituto.

Harris James, indagato per la morte dei genitori, è stato ricondotto  dalle forze dell’ordine fino a Oakland per proseguire con le indagini, la scuola si estrania dall’accaduto essendo avvenuto molto tempo prima.

 

Nel leggere quelle parole il sangue nelle sue vene ghiacciò. Dunque era quello il motivo … Hime lo sapeva? Secondo lui sicuramente no. “Hime è in pericolo allora. Devo sapere di più su James, su questo caso e su dove si trovi ora. Qui non c’è scritto nulla dannazione. Dice solo che è stato arrestato preventivamente lì a Oakland ma non dice nient’altro!” Esclamò e batté con forza il pugno sul foglio stropicciato.

“Devo trovarli. Sono certo che lei sia andata lì! Dannazione!” Esclamò furioso, non con Hime ma con sé stesso. L’aveva lasciata andare via. Era colpa sua in fin dei conti.

 

Ripose il fascicolo e si sdraiò sul divano. La luna continuava a fissarlo e ora quel sentirsi così osservarlo iniziava a dargli sui nervi. Infastidito si voltò dall’altra parte e chiuse gli occhi. Nella sua testa gli interrogativi erano tanti ma uno spiccava sugli altri. “perché te ne sei andata?” sibilò nelle tenebre della notte.

 

Note dell’autrice:

Nuovo capitolo ** Spero vi piaccia ;)

Trad. * State lontane, molto lontane da qui, c’è la luna piena e ora è la mia casa. Andate via.

Grazie :) fatemi sapere che ne pensate ** un bacio

Fanny

Ps. Il 10  maggio è il mio compleanno xD

 

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