Il giorno del giudizio - Mahō shōjo Lyrical Sakura

di Peorth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il solito primo giorno di scuola ***
Capitolo 2: *** Tu chiamami Vivio-chan! ***
Capitolo 3: *** Attacco a sorpresa ***
Capitolo 4: *** Sentirsi finalmente qualcuno ***



Capitolo 1
*** Il solito primo giorno di scuola ***


Cap1 Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, nonchè prima crossover!
L'intreccio di questa storia vede come protagonista l'anime/manga Card Captor Sakura e un anime meno conosciuto Mahō shōjo Lyrical Nanoha[in particolare alla fine della serie Stricker's].
Avevo pensato di farvi un riassunto, visto che pochi conosco il secondo anime che ho citato qui sopra, ma mi sembrava troppo lungo e quindi ho deciso di scrivere solamente qualcosa sull'ambientazione.
Per qualsiasi domande sulle serie degli anime che utilizzo non esitate a contattarmi e a chiedermi spiegazioni.
Cercherò di fare del mio meglio e vi ringrazio fin da ora per il tempo che mi dedicate.

Ambientazione:
Card Captor Sakura - Un po' di anni dopo la fine della seconda serie e del secondo film, dopo che tutte le Clow's Card sono diventate Sakura's Card, compresa la carta del nulla.
Mahō shōjo Lyrical Nanoha - Anni dopo la fine della serie Stricker's.
Città: Tomoeda

Buona lettura!
Peorth

Il giorno del giudizio



Cap.1 : Il "solito" primo giorno di scuola


- Guarda Shaoran…-
La voce di Sakura sembrò quasi un sussurro portato via dal vento.
La ragazza era immobile.
Il suo fedele scettro nella mano destra, gli abiti logori e sporchi di polvere e gli occhi smeraldo fissi in un punto ben preciso.
Shaoran, con un balzo, ritorno sul suolo e ripose la sua possente spada.
Con una mano si asciugò il sudore sulla fronte e tirò un grosso sospiro di sollievo: anche questa volta era fatta.
Nell'udire la voce della sua ragazza si voltò e la vide ferma davanti ad un grosso polverono, causato dal loro ultimo attacco.
La prima cosa che fece fu di assicurarsi che lei stesse bene: non sembrava portare ferite e anche a livello di stanchezza le sembrava ok.
C’era stato un po’ di trambusto ultimamente a Tomoeda.
Strane presenze si erano come materializzate dal nulla e avevano iniziato a distruggere la città, senza alcun motivo preciso.
Questi mostri non avevano ne forme proprie, ne obiettivi precisi.
Aumentavano ogni giorno sempre più, quasi in cocomitanza alle guerre, agli scontri e ai disastri che si svolgevano nel resto del Mondo.
Dichiaravano guerra ad uno Stato? Compariva un mostro.
C'era un disastro ambientale di dimensioni apocalittiche? Compariva un mostro.
Tutti stranamente nella loro città. Tutti stranamente uguali.
La cattura carte Sakura e il suo compagno Shaoran erano stati costretti ad entrare in azione per fermare questi “esseri” e per dare una mano alle forze dell'ordine.
Da due anni si erano messi al servizio della polizia, smascherando le loro identità e poteri.
Naturalmente subito furono accettati con riluttanza, ma poi vedendoli sempre pronti ad intervenire e riuscendo nella maggior parte delle volte a salvare una situzione insalvabile, divennero gli eroi della città.
- Vedi anche tu ciò che vedo io? -
Sakura alzò la mano sinistra per indicare un punto in mezzo all'oscurità del cratere che aveva davanti.
- Non vedo nulla con questa polvere - disse lo spadaccino, raggiungendola e stringendo gli occhi per cercare di metter meglio a fuoco.
Sakura pose davanti a se lo scettro della Stella e quest’ultimo tornò un semplice ciondolo: le sembrava impossibile eppure, la, in quel cratere, c’era…
- Un momento e quello cos’è? – esclamò di colpo Shaoran avvicinandosi sempre più al cratere, facendo attenzione a dove poggiava i piedi.
Nel punto più remoto, coperto dall’oscurità, si intravedeva un fagotto bianco. Sembrava quasi un bozzolo d’insetto.
- Allora non me lo sono immaginata! Dopo che abbiamo colpito il mostro una luce è confluita in quel punto e ha lasciato questo…coso –
Anche Sakura si era avvicinata, appoggiandosi ad una spalla del ragazzo per sporgersi un po’ di più.
- Augh..auah..-
Il fagotto si dondolò un po’ emettendo uno strano rumore.
La ragazza si spostò e face un piccolo balzo fra le macerie, cercando di non scivolare.
- Attenta Sakura, potrebbe essere qualsiasi cosa lo sai che…- Shaoran fu interrotto dalla mano aperta a mezz’aria di lei.
Il fagottino si mosse ancora di più ed allentò alcune fasce, scoprendo così un viso paffuto e color latte di un neonato.
- Mah…è un bambino! –
Subito l’istinto materno di donna scattò in Sakura che non ci pensò due volte a prenderlo da terra e sollevarlo: lo strinse forte sopra al seno e cercò di coprirlo col mantello che indossava, per dargli più calore.
Il bimbo aveva già una piccola chioma di capelli neri, nonostante la sua tenera età.
Lottando contro quelle bende tanto strette riuscì a liberare anche le sue paffute e piccolissime braccia.
Shaoran non potè credere ai suoi occhi: scese anche lui e la raggiunse.
Era proprio un bambino in carne ed ossa e sembrava stare bene nonostante fosse proprio nel punto dove l'ultimo mostro attaccò.
- Da dove pensi sia venuto? Che qualcuno l’abbia perso? Magari durante la battaglia una signora è rimasta ferita e ha smarrito il piccolo! Sai qui in città, nonostante cerchiamo di evacuare sempre tutti non è difficile che qualcuno rimanga coinvolto – disse il ragazzo mentre si guardò intorno sperando di scorgere una qualche figura umana.
Il piccolino si stropicciò il viso e lentamente aprì le palpebre, mostrando due occhi azzurri come il cielo più limpido.
Sakura sorrise vedendolo e gli sussurrò: - Ciao piccolino, ti sei perso? –
Il bimbo spalancò gli occhi per guardare le due persone che erano con lui e, sentendosi al sicuro, si strinse di più a Sakura ed iniziò a succhiarsi il pollice.
Sakura alzò lo sguardo verso Shaoran: - Non è un amore? – disse sorridendo.
Il ragazzo in un primo momento si lasciò catturare dal sorriso di Sakura e sulle sue gote comparì un lieve rossore.
Era follemente innamorato di quella ragazza ed era già da qualche tempo che stava pensando di chiederle di andare a vivere insieme o, perchè no, di sposarsi.
In fin dei conti avevano finito entrambi il college, lui aveva anche trovato un buon lavoro e le cose fra loro andavano sempre meglio.
Dopotutto un giorno avrebbe voluto davvero tanto anche lui avere un famiglia.
La visione di Sakura con quel pargolo gli sembrò...NO!
"Ritorna in te Shaoran! Questo bambino è un civile! Tu sei un guerriero! Pensa ai tuoi doveri!" si disse fra se e se, scuotendo la testa.
- Avrà sicuramente una madre e sarà tanto in pensiero per lui! – i suoi doveri da guardiano della città lo riportarono con i piedi a terra.
- Lo so, ma come faremo a ritrovarla? – anche Sakura iniziò a guardarsi intorno, ma in lontananza vide arrivare solamente le forze dell’ordine giunte sul posto, come ogni volta, alla fine di una battaglia.
- Vedrai che grazie all’aiuto degli agenti riusciremo a trovarla – disse il ragazzo allontanandosi da li e raggiungendo velocemente il capo dalla polizia per un rapporto dettagliato.
Il piccolo bambino lentamente si addormentò cullato dal regolare battito del cuore della maga che lo teneva in braccio.
Sakura sospirò osservandolo.
In quel momento al suo fianco si posò Cerberus, scuotendo le sue meravigliose ali dorate e ripiegandole sulla schiena dolcemente.
Il maestoso felino si avvicinò alla sua padrona: - Stai bene Sakura?-
La ragazza annuì voltandosi verso il suo fidato guardiano.
- E quello? - chiese Cerberus con fare interrogativo.
- L'abbiamo appena trovato. Poverino si deve esser perso...-
La ragazza posò con delicatezza un dito sul nasino dal bambino, facendo attenzione a non svegliarlo.
C’era qualcosa di diverso da ogni altro bambino in quel pargolo che stringeva al petto.
Non sapeva se era il suo istinto materno che parlava o il suo senso da maga, ma comunque quel fagotto le sembrava “la cosa” più preziosa al Mondo, in quel momento.
Anche Cerberus sentiva qualcosa di strano in quel bambino, ma non volle interrompere quel quadretto così delizioso.


20 anni dopo - Nei pressi del College Towa di Tomoeda
L'inizio delle lezioni era sempre un gran giorno.
Indifferentemente che fosse il primo giorno di inizio delle elementari o dell'università, era sempre il primo giorno di scuola!
Nell'aria davanti agli edifici scolastici si respirava quel nonsochè di nuovo e sconosciuto.
Cambiare scuola, diventare grandi, farsi nuovi amici. Insomma una nuova avventura, bella e misteriosa che ti faceva comunque iniziare la giornata con un sorriso.
Tutte i ragazzi che in quel momento stavano raggiungendo il vicino College Towa erano pieni di aspettative e di felicità per l'inizio del nuovo anno accademico.
Tutti tranne...
-...me...-
Un ragazzo alto, moro si stava fissando nella vetrina di un negozio di elettrodomestici, sospirando.
Nei suoi occhi azzurri, più che felicità, si leggeva tristezza e rassegnazione.
Come ogni anno, l'arrivo del mese di Settembre significava per lui dover affrontare, ancora una volta, la classe, gli amici e ciò che pensavano di lui.
Per Yuki non era mai stato facile relazionarsi con le persone, un po' perchè era timido di natura e un po' perchè il suo cognome...
- Yuki Li Kinomoto, matricola 5678 - lesse ad alta voce la prima riga incisa sul suo tesserino universitario, sospirando ancora una volta.
Già, proprio il suo cognome lo portava ad essere isolato.
Lui era figlio di due maghi che in passato erano stati acclamati da tutti, ma ora erano visti come una minaccia e come una estraneità.
Erano 20 anni che ne un mostro, ne una guerra, ne un disastro ambientale capitava più. In nessuna parte del Mondo.
Il contributo dei suoi genitori era diventato, quindi, inutile. Anzi alcuni avevano iniziato ad insinuare che furono proprio loro a causare tutti quei disastri, attraverso il malocchio e che, un giorno, stanchi di tutto ciò, smisero solo per loro piacere.
"Ciò che non si conosce, fa paura"- ripeteva sempre sua madre accarezzandogli la fronte quando da bambino lo portava a letto-"Ed è per questo motivo che facciamo tanta paura alla gente. Però tesoro mio se continuiamo a vivere la nostra vita normalmente ed a dimostrare che siamo persone come tutti gli altri, vedrai che prima o poi ci accetteranno. Ma tu Yuki non devi temere perchè sei il più 'normale' di tutti noi, ma soprattutto sei intelligente e un bravo bambino e vedrai che diventerai qualcuno anche senza magia e riscatterai il tuo nome".
- Già...senza magia - sussurò Yuki, tornando ad osservare la sua uniforme marrone con cuciture ocra.
Yuki era stato adottato da Sakura e Shaoran e quindi non aveva alcun potere magico, ma nonostante questo la gente lo trattava come "un mostro".
Forse era meglio così.
Yuki avrebbe sempre voluto sentir scorrere nelle sue vene, almeno una volta, la magia.
Voleva sapere cosa significasse essere speciale.
S'infilò una mano nella tasca e lentamente s'incamminò verso la vicina università.
Lo sguardo era basso, come sempre. Camminava defilato, vicino ad un muretto, cercando di non urtare niente e nessuno.
Cercando di esser niente e nessuno.
Non era sempre stato così. Lui ci aveva provato, ci aveva creduto nella magia.
Tutti i giorni, dopo i compiti, andava in bibblioteca e cercava di impare il più possibile sulla magia o su come praticarla, mentre a sua madre diceva sempre che usciva a giocare: non voleva esser frenato nella sua curiosità.
Quante volete aveva aperto il libro delle Sakura's Card ed aveva cercato di far levitare anche solo una delle sue carte, ma nulla.
Tutto quello che gli riusciva bene era studiare, prendere dei bei voti. Assimilava i libri come una spugna, ma si è sempre detto
che questo non lo avrebbe mai portato da nessuna parte.
Yuki si fermò di colpo e alzò lo sguardo per osservare l'entrata al campus: un bellissimo edificio appena restaurato a forma di 'E' si presentava ai suoi occhi imponente ed autoritario.
In alto, al centro dell'ala principale, mostrava, quasi con orgoglio, lo stesso stemma che Yuki aveva cucito sul taschino dell'uniforme.
Il giardino pieno di alberi, panchine e tantissimo verde, brulicava di ragazzi che andava dai 20  fino ai 30 anni.
Yuki sopirò ancora.
- Cara mamma chissà se, almeno questa volta, con questa nuova scuola, riuscirò a non deluderti...di nuovo - bisbigliò fra se e se.
Con una mano si portò la cartella di pelle dietro alla spalla destra e l'altra se la mise in tasca.
Percorse una prima parte del lungo viale che portava ad una piccola gradinata dell'entrata principale ed alle sue spalle uditì già qualcuno bisbigliare qualcosa come "E' lui il figlio dei maghi", "Ho sentito che ha una borsa di studio!", "Per forza avrà fatto uno dei suoi incantesimi per ottenerla".
Ignorò in parte quelle dicerie, ma fra se e se si disse che :"...sarebbe stato un altro anno scolastico come tutti gli altri".

Tomoeda - Vicolo cieco vicino al College Towa
Su un muro nella penombra apparve uno strano simbolo dal nulla.
Un triangolo azzurro,con gli angoli racchiusi in cerchi più piccoli, aveva all'interno circoscritto un cerchio, il quale a sua volta aveva una stella a cinque punte.
Il cerchio si illuminò sempre più e  in un attimo comparve una ventenne longilinea, con gli occhi sbarrati.
Aveva lunghi capelli biondo cenere racchiusi in una lunga coda a cavallo che le arrivava a solleticare i fianchi ben marcati.
Portava un completo blu con guanti bianchi, come a far parte di una qualche unità dell'ordine.
Appena si materializzò del tutto il simbolo alle sue spalle sparì e lei spalancò gli occhi.
I suoi occhi bicromatici, uno rosso e uno verde, si guardarono intorno.
- Bene - sussurò.
Strappò il cioncolo tondo e azzurro che aveva al collo.
- Qui che parlà è l'unità speciale Stars 1. Transazione completata - disse verso la piccola sfera.
- Comando nave Asura. Ricevuto. Avete il permesso di iniziare la missione. Attivazione delle  barriera per il controllo energetico. Autorizzato Stars 1 a procedere con il livello di 'S ' - ricevette risposta dall'oggetto stesso.
- Ricevuto. Blocco attivato.Effettuerò rapporto appena avrò novità. Passo e...- la ragazza fu interrotta dalla voce provenente dal suo gioiello.
- Vivio-chan...-
La ragazza sossultò.
- Buona fortuna! -


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Capitolo 2
*** Tu chiamami Vivio-chan! ***


cap 2
Cap. 2: "Tu chiamami Vivio-chan!"

-
MY MASTER, IT’S TIME TO GO TO SCHOOL
Vivio era ormai da qualche minuto in quel vicolo cieco.
Da quando era arrivata continuava a picchiettare sopra ad un display semitrasparente che si porgeva davanti a lei.
La voce del suo dispositivo la fece trasalire.
Vivio porse lo sguardo verso il gioiello azzurro che librava nell’aria li al suo fianco.
- Hai ragione Holy Grail – sorrise pigiando un tasto sullo schermo, facendolo sparire in un secondo come se fosse stata una proiezione oleografica.
- Sarà meglio andare! Holy Grail "Plain clothes mode"! -
- ALRIGHT,MY MASTER
In un secondo Vivio fu immersa in una luce azzurra e la divisa blu elettrico che portava si trasformò in una divisa scolastica marrone con rifiniture ocra.
Sul taschino della giacca vi era cucito lo stemma della scuola di appartenenza e nella mano sinistra comparì una semplice borsa di pelle scura.
Il ciondolo si andò a riposizionare al collo della ragazza, mentre quest'ultima uscì dal vicolo per specchiarsi in una delle vetrine adiacenti.
Fece un paio di giravolte per osservarsi da capo a piedi e la sua lunghissima coda di capelli biondi l'avvolse nel suo volteggiare.
- Un po' troppo semplice, ma...mi piace! - concluse sorridendo, alzando il pugno destro verso l'alto.
Una mamma e un bambino le passarono a fianco, osservandola in mal modo.
Vivio si rese conto di essersi messa un po' in ridicolo.
Arrossì e assunse una posizione più consona, camminando, il più velocemente possibile, verso l'università.
"Perchè devo sempre fare queste figure? Soprattutto ora che mi hanno affidato un missione così importante. Concentrata Vivio! Concentrata!" pensò battendosi leggermente il pugno chiuso sulla fronte.
Il suo cammino divenne più regolare quando vide a pochi metri da lei il cancello d'entrata.
- Bene...- bisbigliò.
Vivio si guardò per un secondo attorno, senza cambiare mai il suo passo.
I suoi occhi, uno rosso e uno verde, si muovevano a destra e a sinistra e quando fu sicura che nessuno la stesse notando, dalla mano destra fece cadere tre sfere di luce azzurra che velocemente si librarono in aria.
- RESEARCH STARDED disse il suo ciondolo illuminandosi leggermente ad ogni parola.
Vivio si mise una mano sul petto come a soffocare la voce del suo dispositivo.
- Cerca di non parlarmi mentre sono in mezzo alla gente...ricordati che siamo nella "Vecchia Era" ed oggetti come te non esistono, anzi, la magia non è ancora considerata una norma quotidiana -
- Alright, my Master! - rispose il gioiello con un tono più basso del precedente.
Vivio in men che non si dica si trovò davanti al portone dell'università.
Cercò di sfoggiare il sorriso più bello che possedeva e, con la tutta la sua naturalezza, iniziò a recitare la sua parte.


Il bello del College è che ci sono centinaia di posti in una sola classe, ma ovunque tu ti sieda l'acustica è sempre ottima.
Che tu sia in prima o in ultima fila puoi seguire la lezione senza alcun problema.
Questo, Yuki, lo trovò ottimo. Prese l'ultima fila, in alto, dove non c'era nessuno.
Si sedette al centro del grosso banco che poteva contenere dieci persone.
Appoggiò la cartella alla sua sinistra e si slacciò i bottoni della giacca, sospirando.
Iniziò ad osservare sotto di lui come la gente prendeva posto: chi sedeva in prima fila; chi cercava qualche buco vicino ad una prosperosa ragazza; chi aveva già fatto amicizia.
Amicizia.
Che parola così sconosciuta per Yuki.
Non che non avesse mai avuto il desiderio di conoscere qualcuno anche solo per sedersi, dire due cretinate e passare il pomeriggio in compagnia.
Ma gli sembrava tutto così strano e tremendamente difficile.
Per non parlare delle ragazze, poi!
Un ragazzo di ventanni ha naturalmente le ragazze per la testa, ma anche questo per Yuki era un vero problema.
Vide alcuni ragazzi sotto di alcune file fissarlo per un po' per poi togliere lo sguardo appena i loro occhi si incrociarono.
Uno di quelli, un giovane castano dalle spalle larghe, bisbigliò qualcosa all'orecchio di un suo amico che si mise a ridere insieme a lui, fissandolo.
Vide i due farsi spazio fra la gente per uscire dal loro banco e salire le scale.
Il più grosso si appoggiò, col sedere, sul banco della fila che precedeva Yuki; l'altro mise una gamba sulla sedia alla destra del morettino e si abbassò per guardalo negl'occhi: - Ehi bell'imbusto! Lo sai che non ci fai paura? -
Il ragazzo muscoloso prese la matita che Yuki aveva appoggiato sul banco e gliela puntò sul naso: - "Già! Pensi che noi crediamo alla magia? Anzi, pensi che abbiamo paura del tuoi trucchetti da mago! -
Yuki abbassò gli occhi: aveva già intuito da prima che avrebbe avuto delle grande dai quei due.
Erano la classica coppia di bulli che se la prendevano con chi credevano debole.
Non era la prima volta che veniva pestato o infastidito.
Molti lo evitavano, ma altrettanti si sfogavano su di lui per i motivi più assurdi o solo per dimostrare che non avevano paura di uno come lui.
Uno come lui.
Lui  non era nessuno e quei "bulletti" perdevano solo il loro tempo.
Yuki non aveva mai reagito a nessuna provocazione, non perchè non ne avesse la possibilità o la capacità di farlo, ma perchè non ne valeva la pena.
- Che fai non rispondi? - chiese ridacchiando muovendogli ancora la matita davanti al naso - Il gatto nero ti ha mangiato la lingua? -
Scoppiarono in una risata entrambi.
- Magari fossi un mago...a quest'ora la tua faccia sarebbe sotto la mia scarpa! - sussurrò, sogghignando.
L'omaccione infuriato lasciò cadere la matita e prese per il colletto Yuki: - Cosa hai detto? Ripeti se ne hai il coraggio! -
Yuki questa volta lo fissò negli occhi: - Ho detto che non mi servirebbero dei poteri magici per farvi un culo così! -
Era la prima volta che rispondeva così ad un bullo. Forse perchè stanco ed infastidito.
Stava per ricevere un sonoro pugno alla mascella, ma furono bloccati dalla porta dell'aula che si chiudeva.
Il professore entrò nella classe e tutti si misero composti al loro posto.
- Ti sei salvato per adesso, ma non la passi liscia! - disse il ragazzo castano, mollandolo e ritornando al suo posto col suo compare.
Yuki alzò le spalle e scosse la testa.
Aprì la borsa di pelle ed iniziò a tirare fuori carta e penna, quando il suo sguardo, come quello dell'intera classe, si posò sull'uscio.
Un ragazza bellissima, alta, snella con una lunga coda di capelli biondo cenere, fece capolino nell'aula.
Yuki rimase senza fiato nel vederla, come tutti i suoi compagni di corso.
- Ehm...scusi professore per il ritardo! - disse con una voce molto soave, mettendosi una mano dietro alla testa e sorridendo.
- Bene abbiamo già la prima ritardataria nonostante sia la prima lezione, complimenti! - disse il professore, con un tono di seccatura, osservandola dai suoi occhiali spessi.
La ragazza fece un lieve inchino: - Le chiedo umilmente perdono, ma mi sono trasferita da poco e non trovavo la strada per l'università!-
Il professore fece un segno di consenso scocciato con la mano per levarsela di torno il prima possibile.
- Grazie - disse la ragazza alzando gli occhi verso il resto della classe per trovare un posto che le aggradava.
Yuki si rese conto di non respirare quando la biondina lo fissò, sorrise ed incominciò a risalire gli scalini per raggiungere proprio la sua fila.
Un brusio di sottofondo riempì il silenzio dell'aula.
La ragazza arrivò all'ultima fila: - E' libero questo posto? - chiese indicando la sedia a sinistra di Yuki.
Il ragazzo moro non sapeva che dire, ma non fece nemmeno in tempo a ribattere che la ragazza gli si sedette a fianco.
Il brusio nell'aula diventò un fragoroso chiacchiericcio di stupore.
- SILENZIO! - urlò il professore sbattendo i libri sulla cattedra e subito l'aula s'ammutolì.
Yuki fissava la ragazza sempre più incredulo mentre quest'ultima si sistemò come si deve, pronta per la lezione.
Si accorse di iniziare a sudare parecchio, ma era come rapito dalla sua bellezza e dall'inaspettato gesto.
La ragazza guardò negl'occhi il vicino di banco e gli porse la mano: -Piacere, Vivio Takamachi! Tu sei....-
Yuki rimase affascinato dagl'occhi bicromatici di lei: il destro verde smeraldo ed il sinistro rosso rubino.
- Yu...Yuki Li Kinomoto...- disse quasi senza fiato.
- Yuki-kun? Che bel nome! - sorrise la ragazza.
Yuki arrossì e rimase sgomento dalla non reazione della ragazza all'udire il suo cognome.
- Gr...grazie! Ma...non sei di queste parti vero? -
- Oh...beh...no, no mi sono appena trasferita da un continente molto lontano! -
- Però parli bene la nostra lingua - disse Yuki  cercando di trasformare l'espressione di sorpresa del suo volto in qualcosa che assomigliasse ad un sorriso.
- Beh, si...diciamo che ho dei parenti qui  e che mia madre è giapponese di origine, quindi ho imparato fin da piccola! -
- Ah..eheh...-
Yuki si sentiva totalmente imbranato e stupido.
Era la prima volta che una ragazza che non lo conosceva gli si avvicinava così ed iniziava a conversare con lui.
Soprattutto una ragazza come lei, bella, solare.
- Sai, hai fatto proprio bene a metterti qua in alto...almeno non ti disturba nessuno! - Vivio lanciò un occhiataccia verso un gruppo di ragazzi che si erano voltati ad osservarla.
- Beh si...sono uno molto solitario...ecco-
La biondina tornò a guardare gli occhi cristallini del suo vicino: -Aaah! Ho capito sei uno che si fa gli affari suoi! Bravo! Sai che non è una qualità da niente? Anzi ti chiedo scusa se io ti sono piombata vicino all'improvviso, ma mi sei sembrato il più carino e il meno interessato a me! -
Yuki la guardò in bilico fra il rossore per il complimento ed il fare interrogativo: - Meno interessato...? -
Vivio sorrise iniziando a dare dei colpetti al gomito del ragazzo: - Devi sapere che io ho, in un certo senso, un radar per gli omosessuali e li riconosco subito al primo colpo! -
Yuki diventò paonazzo e voltò lo sguardo verso la cattedra: - Beh... io, veramente...non lo sono! -
Vivio smorzò il sorriso e arrossì: - Oddio! Scusami! Davvero non volevo offenderti! Solo che con tutti queste belle ragazze tu ti sei seduto qui, da solo; mi sei sembrato un gran timidone e poi continuo a vedere alcuni tipetti che ti lanciano certe occhiate! -
Yuki fissò i soliti due idioti sotto di qualche banco: - Quelli? No quelli mi vogliono solo menare -
Vivio lanciò loro un'occhiata profonda: - Ah si? Che razza di...ma non preoccuparti! Qui c'è la tua amica Vivio che ti salva il culetto! -
Yuki era ancora più imbarazzato: - A...amica?  E...comunque non ne ho bisogno grazie!-
La ragazza lo guardò:-Si, scusa come puoi vedere sono una che tende a lasciarsi un po' troppo andare! Dopotutto ci siamo appena conosciuti! Beh diciamo la tua vicina di banco Vivio-chan! - disse l'ultima parte urlando un pochino tanto da attirare l'attenzione del professore.
- LEI SIGNORINA! -
Vivio si alzò in piedi al rimprovero.
- LE HO PERMESSO DI FREQUENTARE LA MIA LEZIONE, MA NON LE PERMETTO DI DISTURBARLA! E' IL PRIMO E L'ULTIMO AVVERTIMENTO! -
Vivio si inchinò un paio di volte chiedendo scusa e poi si risedette, sbuffando.
Yuki la guardò e la ragazza gli fece l'occhiolino, facendo scoppiare entrambi in una risata che soffocarono per non farsi beccare nuovamente.


- Quindi sei un lupo solitario, secchione, figaccione, single e che si fa menare da degli imbecilli...ma poi per cosa scusa? - la ragazza sollevò il cucchiaino dal bicchierino di plastica pieno di caffè e se lo portò alla bocca.
Dopo la lezione erano usciti insieme dall'aula e Vivio volle fermarsi a prendere un caffè alle macchinette.
Yuki sospirò: - Allora: si preferisco la solitudine; cerco di fare del mio meglio; non sono un figaccione; si sono single, ma lasciamo stare e si mi faccio menare da degli imbecilli ed il perchè...-
Il ragazzo la guardò un secondo:-...ma sei sicura di non aver mai sentito il cognome Li Kinomoto? -
Vivio finì in un colpo solo il suo caffè e buttò la tazzina nel pattume:  - Sicurissima. Perchè avrei dovuto? -
Yuki scosse la testa ed insieme si diressero verso l'uscita dell'università.
Vivio parlava sempre. Non taceva un minuto. A volte faceva le domande al ragazzo ma non gli dava nemmeno il tempo di risponderle.
Il moretto, da parte sua, era contento di aver conosciuto qualcuno come lei.
Era contento di aver conosciuto qualcuno che non avesse paura di lui, anzi.
Raggiunsero il cortile del campus e poi il cancello dell'università.
All'improvviso si sentì una frenata pesante e due sportelli che si chiusero alle loro spalle.
- Eccoti maghetto da strapazzo! -
L'energumeno e il compare erano tornati.
Vivio non fece in tempo a voltarsi che il più grosso dei due prese Yuki per la giacca e lo sbattè contro il cancello dell'università.
- Allora cosa mi stavi dicendo oggi? Sappi che io non mi faccio insultare da nessuno chiaro? E se nessuno osa avvicinarsi a te perchè hanno paura, beh si sbagliano! Tu non sei altro che una nullità! Ed ora che qualcuno ci pensi a te e a questo tuo bel faccino! - caricò il braccio destro pronto a colpirlo.
Yuki chiuse gli occhi pronto ad incassare il colpo.
- Erhm...scusami! -
Il prepotente si fermò di colpo e si voltò verso la sua macchina, dove la ragazza bionda lo stava chiamando.
Vivio estrasse da una tasca della giacca delle chiavi e le mostrò all'energumeno.
- Questa macchina è tua? - chiese sorridendo.
- Ma cosa...- in un lampo il castano mollò Yuki, intuendo come sarebbe andata a fine.
- Sai...è un peccato se qualcuno...- Vivio appoggiò le chiavi sulla carrozzeria e lentamente iniziò a camminare parallelamente alla macchina, imponendo forza sulle chiavi - ...la graffiasse! -
Il ragazzo dalle forti spalle sbiancò in un secondo: - La mia macchina! - disse avvicinandosi.
- Ops! Che ragazza cattiva che sono! -
Vivio rimise le chiavi in tasca e si avvicinò a Yuki aiutandolo ad alzarsi : - Tutto ok? - chiese.
Yuki annuì ed era sbigottito dalla scena appena assistita.
- Brutta put...- l'energumeno venne bloccato dalla mano di Vivio che gli serrò le labbra.
- Da bravo. Vai a casa a piangere dalla mamma e lasciaci stare! -
La biondina prese sottobraccio con Yuki e con forza lo trascinò con se, lungo la strada.
Naturalmente il castano non ci vide più dalla collera e compì un gesto di follia: salì in macchina, accese il motore e premette sull'acelleratore puntando dritto sulla coppietta.
- Vivio! - urlò Yuki voltandosi all'ultimo secondo.
La ragazza rimase immobile e si fece seria in volto: - Fossi in te non ci proverei -
Un secondo prima dell'impatto si sentì una voce:  - PROTECTIONe una luce azzurra fece rimbalzare la macchina lontano dalla ragazza, facendogli fare un testa cosa.
Yuki rimase di sasso. Tutti i presenti rimasero di sasso.
Vivio sospirò e si portò una mano fra i capelli: - Ecco...questo non doveva succedere! -


Sakura si fermò nel tagliare le zucchine per il mistrone.
Ebbe una strana sensazione, cosa che non avevina da anni.
Alzò gli occhi smeraldo per osservare fuori dalla finestra e vide che lentamente si sta annuvolando.
"Chissà se Yuki ha preso l'ombrello" si chiese, lasciando perdere quel presentimento infondato e preoccupandosi più per il figlio.
Sakura era una madre molto apprensiva e con il passare degl'anni lo diventava sempre più.
Si asciugò le mani sul grembiule che portava addosso e si precipitò in giardino.
Una volta le sue preoccupazioni erano quelle di tornare a casa sana e salva, ora la sua premura era di portare in casa il bucato appena fatto asciutto e salvo.
Infondo a lei non dispiaceva neanche così.
S'infilò delle ciabatte da giardino che aveva li in cucina e si slegò il grembiule, appoggiandolo ad una sedia.
Avvicinandosi alla porta a vetri che dava sull'esterno si vide riflessa: una bella donna di 43 anni, ancora in forma, ancora col viso da ragazzina.
Sorrise di esser ancora così dopo tanti anni di innatività.
Il brontolare del cielo la riportò alla realtà e uscì immediatamente.
Raggiunse i panni stesi ed iniziò a raccoglierli.
Un brivido la percosse ancora, dandole un senso di allarme.
Sakura si voltò all'improvviso e alzò lo sguardo verso il cielo, immobilizzandosi.
Una piccola sfera di energia azzurra stava fluttuando sopra la sua testa e lentamente scendeva di quota.
Sakura rimase immobile mentre la sferetta fece due giri intorno a lei, per poi fermarsi davanti ai suoi occhi.
Non aveva mai visto nulla del genere, o meglio, aveva visto tante strane nella sua vita, ma era tanto che non vedeva qualcosa che assomigliasse vagamente ad una magia.
Come una mosca attratta dal miele, Sakura avvicinò lentamente la mano alla sfera ed infine la toccò.
Immediatamente mutò il suo colore, da azzurro divenne rossa, ed inziò a volteggiare per poi scattare verso le nuvole del cielo.
Sakura rimase per un secondo ferma, incapace di capire cosa fosse.
Poi si ricordò che era quasi ora di pranzo e non aveva ancora preparato nulla a suo figlio.

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Capitolo 3
*** Attacco a sorpresa ***


cap3
Salve a tutti! Spero sia di vostro gradimento la storia!
Ho deciso di inserire in fondo al capilo alcune immagini in riferimento ai personaggi dell'anime Maho Shojo Lyrical Nanoha, in quanto meno conosciuto.
Spero che siano di vostro gradimento ed aiuto nel configurarvi meglio la trama.

Un bacione e buona lettura,
Peorth

Cap. 3: Attacco a sorpresa



Il cielo si era annuvolato e minacciava pioggia.
Yuki si dovette sedere per riprendere fiato.
Dopo quello che era successo davanti all'università, Vivio l'aveva preso per mano, trascinandolo il più lontano possibile dal luogo del "misfatto".
Avevano corso per un bel po' e svoltato in un paio di vie, cercando di far perdere le loro tracce.
Si ritrovarono in un piccolo parco giochi in una zona di periferia.
La biondina era in piedi, piegata in due mentre cercava di smorzare il fiato.
- Scu...scusa per...per la gran...corsa - disse mentre il respiro tornava più regolare.
Yuki era seduto su una panchina, con la testa buttata all'indietro. Con una mano si stringeva il petto e il suo viso aveva un espressione di dolore.
Vivio si accorse di questo: - Tutto bene? - chiese preoccupata.
Il ragazzo annuì leggermente, ma si strinse ancora di più il busto verso le gambe.
- Purtroppo sono dolori che mi vengono spesso, da quando sono nato. Secondo i dottori è un problema cardiaco, anche se dagli esami non si vede nulla. Comunque è tutto ok, davvero -
Vivio si accomodò al suo fianco portandosi la borsa di pelle sulle ginocchia.
- Spero di non averti fatto faticare troppo... - disse, ma fra se e se sapeva già che il ragazzo le avrebbe chiesto spiegazioni su ciò che era successo prima.
Yuki tornò in posizione normale e fissò per un secondo la ragazza che sembrava persa nei suoi pensieri, mentre giocherellava con il suo ciondolo azzurro.
- Vivio-chan...- disse con il cuore in gola per l'emozione nel pronunciare il suo nome.
La ragazza lo guardò negli occhi e si accorse all'improvviso di quanto era dolce il suo viso.
Aveva i lineamenti marcati del ragazzo che diventa uomo; la barba fatta alla mattina che si intravedeva appena; lo sguardo profondo, ma anche tanto timido.
Sembrava chiederti con gli occhi " Scusa ".
- Ecco...tu non mi conosci. Io non ti conosco...e  quello che è successo prima...-
Vivio sospirò: - Si, dovrei darti una spiegazione...immagino - sorrise chiudendo gli occhi e portandosi una mano dietro la testa, imbarazzata..
- No, no. Cioè vorrei farti tante domande, ma penso che ognuna di queste ti sorprenderà perchè non sono quelle a cui tu stavi pensando di darmi una risposta. Credimi quando ti dico che non mi conosci. Perciò... -
Vivo era molto perplessa: non si aspettava una reazione del genere.
Yuki alzò lo sguardo al cielo grigio e un sorriso di vera felicità comparve sul suo volto: - Ti ringrazio per l'aiuto contro quei due. Sei stata una forza, davvero! -
La ragazza congiunse le mani al grembo e si osservò la punta delle scarpe: - Beh, io...-
Il morettino si alzò in piedi e le porse la mano, continuando a sorridere: - E' stato un piacere conoscerti e spero di poter continuare a conoscerci di più. -
Vivio fissò perplessa la grande mano del ragazzo davanti al suo volto.
- Mah non vuoi sapere proprio nulla? - chiese fissandolo ancora negl'occhi.
Il morettino scosse la testa: - Per oggi  no -
La biondina ricambiò il sorriso, si alzò in piedi e gli prese la mano.
Yuki si accorse della morbidezza delle mani di lei ed una leggere brezza di fine estate gli trasportò il suo profumo. Sapeva di talco e fiori di pesco.
- Ci vediamo domani mattina a lezione...Vivio-chan - disse facendo un leggero inchinò.
Vivio sorrise: - A domani, Yuki-kun -
Il ragazzo girò i tacchi e si diresse verso la strada fuori dal parco giochi, osservando uno strano scivolo a forma di pinguino con una corona in testa: che buffo che era!
Vivio non gli staccò gli occhi di dosso finchè non lo vide svoltare l'angolo.
Sospirò mentre tornò a sedersi: - Bene...direi che come primo giorno ho causato un bel casino. Che ne dici Holy Grail? -
- NO, MASTER. IT WAS MY FAULT THAT I HAVE SECURED YOU( No, padrone. E' stata colpa mia che vi ho protetto) – disse il dispositivo al suo collo illuminandosi ad intermittenza.
- Ma cosa dici? Anzi tu mi hai salvata! - la ragazza si tolse il ciondolo dal collo e quest'ultimo iniziò a librarsi davanti ai suoi occhi bicromatici.
- Grazie Holy Grail - disse sorridendogli.
-  IT'S MY DUTY. THE RESEARCH HAS BEEN COMPLETED BY 100%( Dovere. La ricerca è stata completata al 100%) - 
Vivio si fece cupa in volto: - Mostrami i risultati -
Davanti ai suoi occhi comparvero una serie di schermi che le mostravano immagini e dati.
Il suo sguardo si posò su un'immagine particolare:  una donna castana dagl'occhi verdi.
- Grado rilevato? - chiese al suo dispositivo.
S+ -
- Mmm...sono sicura che non è il suo massimo potere. Dobbiamo cercare di farlo attivare senza fargli destare sospetti -
Vivio si portò una mano al mento concentrandosi sul da farsi.
- Forse con una magia di evocazione...ma certo! - disse picchiando il pugno chiuso sulla mano libera.
- Holy Grail mettimi in contatto con il quartier generale e prepara un richiesta di rinforzi -
ALRIGHT -
Un goccia si adagiò sulla guancia della ragazza e un altra le colpì una mano.
Vivio si alzò in piedi ed iniziò a correre per trovare un riparo, mentre, lentamente, iniziò a piovere.


Yuki uscì dal bagno mentre, con un asciugamano, si asciugò i capelli molto velocemente.
Suo padre salì le scale e lo vide.
- Ti stai asciugando i capelli o ti vuoi staccare la testa? - chiese sorridendo.
Yuki si posò l'asciugamano sulle spalle mostrando i capelli un po' arruffati e fece la linguaccia a suo padre.
- No, chiedevo così. Neanche avessi i capelli lunghi fino alla schiena -
Shaoran si spostò verso la camera da letto e vide il figlio seguirlo: - Allora, com'è andato il primo giorno di università? - chiese aprendo la porta e appoggiando la ventiquattrore sul letto.
- Bene, un po' diverso da come me lo ero immaginato, ma bene. Sei appena tornato da lavoro? - chiese appoggiandosi allo stipide della porta.
Shaoran annuì slacciandosi la cravatta e sfilandola dal collo. L'uomo si tolse anche l'orologio, appoggiandolo su un mobile a specchiera, osservandosi allo specchio.
Si prese il viso fra le mani e sentì la barba che era già cresciuta, ma soprattutto vide le occhiaia e qualche segno, quasi impercettibile, delle zampe di gallina.
Il lavoro da assicuratore gli piaceva davvero molto, ma a volte lo sfiniva come non mai.
Tutte quelle ore passate davanti al computer per preparare preventivi su preventivi, per poi presentarli ai clienti, sempre con il sorriso sulla faccia, sempre cordiale e disponibile.
Yuki si avvicinò al padre e si specchiò anche lui: - Eh i segni dell'età iniziano a farsi vedere! - disse sogghignando.
Shaoran lanciò un occhiataccia al figlio: in un attimo gli prese il collo sotto al braccio sinistro e con la mano libera iniziò a sfregare i capelli bagnati del giovane.
- No! Dai, smettila! Va bene! Perdono! Perdono! - urlò Yuki mentre rideva, divertito.
- Così va meglio! -
Shaoran mollò la presa e cominciò a svestirsi. 
Yuki riprese fiato dalle risate e si appoggiò al mobile. I suoi occhi si posarono su un cassetto semi-aperto, dove si intravedeva il libro di sua madre.
Lo tirò fuori ed iniziò ad accarezzarne la copertina in rilievo: era un grazioso libro rosa di pelle, con rifiniture ore. C'era inciso il nome di sua madre e vi era disegnato il guardiano Cerberus con le sue maestose ali. Sotto al mento del felino vi era, sempre in oro, il simbolo del sole.
Le immagini di ciò che era successo al pomeriggio gli ritornarono in mente: quindi esistevano altre persone con poteri magici? Oppure Vivio era riuscita ad ottenerli in un qualche modo?
La sua curiosità era alle stelle. Era meglio dire ai suoi quello che era successo?
-  Ehi stecchetto! Metti giù quel libro! Non è un giocattolo! -
I pensieri di Yuki furono interrotti da una voce autoritaria provenire dalla porta.
Shaoran, che ormai aveva indossato una tuta, e il figlio si voltarono verso la piccola figura di un pupazzetto giallo alato, dalla lunga coda.
- Tranquillo Kero-chan! Lo stavo solo guardando! - disse riponendolo nel mobile.
- Sarà meglio! Sappi che ti tengo d'occhio! - 
Il pupazzetto volante si passò due dita davanti agli occhi e le puntò verso il morettino in maglietta e pantaloni del pigiama.
- Oddio, Kero! Non stava facendo nulla di male! - disse l'uomo mentre ripiegava i vestiti del lavoro.
- Sarà ma io non mi fido di nessuno! -
In quel momento la voce di Sakura attirò l'attenzione di tutti: - E' pronto! -
E, come ogni sera, ci fu una gara fra i tre per arrivare prima a tavola.


La pioggia continuava con insistenza.
Era il chiaro segno che l'autunno era iniziato.
Il vento spingeva le gocce a destra e a sinistra, facendole sembrare più di quante fossero in realtà.
Tre figure si stavano riparando dall'acqua fastidiosa, sotto ad un porticato di un tetto piatto.
La figura più alta fece un passo in avanti e subito il suo cane le si avvicinò.
Non era un cane qualunque: il suo manto era arancione, aveva una criniera marrone e il viso di un lupo, ma la sua coda ricordava quella di una volpe.
Al centro della fronte aveva incastonato un piccolo gioiello rosso a forma di rombo.
I suoi occhi verdi erano rivolti alla padrona.
- Arf riesci a creare una barriera protettiva che si estenda almeno per 10km su tutti i lati di quella casa? - chiese una voce calma e molto fredda, mentre con l'indice indicava una semplice casa due isolati più in la.
- Certo - rispose il cane, mentre ai suoi piedi comparve un cerchio arancione, dai bordi pieni di simboli, in cui aveva circoscritto al suo interno due quadrati che continuavano a ruotare nei due sensi opposti.
In un momento si formò come una grossa cappa di colore verde che partiva da sopra la case indicata, fino alla distanza che la sua padrona aveva desiderato. 
All'interno di quella barriera la pioggia si era fermata e il cielo aveva un colore tendente al verdastro.
- Bene...- disse la padrona di Arf, voltandosi verso una terza figura alle sue spalle - Tocca a te, Caro -
Una ragazza dai lunghi capelli rosa, racchiusi in parte sotto un cappello bianco, si fece avanti. 
Aveva un divisa formata da una camicia rosa a bottoni e rifiniture nere, una lunga gonna e un lungo mantello bianchi, sempre con rifiniture nere.
La ragazza alzò le mani davanti a se: esse aveva un paio di guanti grigi che scoprivano le ultime due falangi delle dita; sopra ad entrambi i dorsi vi erano due grossi gioielli tondi, incastonati.
- " Sacro scarabeo che proteggi il sonno degli antichi egizi, osa disturbare il tuo sonno per questa missione così importante "- un quadrato rosa, dagl'angoli racchiusi in cerchi, e con bordi pieni di simboli comparve ai suoi piedi e nel medesimo istante anche due isolati più in là.
Ai gioielli che aveva alle mani si formarono due specie di ali rosa.
- "Svegliati o potente Jiraio!" - 
Pronunciando quell'incantesimo dal simbolo magico posto in strada si levò un gigantesco scarabeo che urlò dalla rabbia.
Un fulmine squarciò il cielo al di fuori della barriera ed illuminò il volto della figura più autoritaria dei tre.
Una bellissima donna con lunghissimi capelli biondi racchiusi in due codini da due fiocchi neri, osservava il possente Jiraio.
I suoi abiti si componevano da una divisa attillata, nera, che si apriva sopra il ginocchio formando una coda all'indietro. 
Portava un lungo mantello bianco e lunghe calze nere che arrivavano sotto al ginocchio.
Le sue mani avevano guanti neri dove posto sul dorso vi era una gioiello giallo a forma di triangolo.
I suoi occhi marroni si posero su uno di questi gioielli: - Bardiche - sussurrò.
- YES, SIR -
Immediatamente un lungo bastone grigio con la testa nera a forma di falce, comparì nella sua mano destra.
La falce aveva incastonato al centro un ovale cristallino, giallo.
Sorrise vedendo quanti progressi aveva fatto la sua caro.
- Brava Caro, mantieni il controllo di Jiraio. Tu, Arf, invece, mantieni la barriera. Vediamo cosa succede... -

La famiglia stava cenando con tranquillità, come ogni sera.
Shaoran era seduto a capotavola. Alla sua destra la moglie e alla sua sinistra il figlio.
Di fronte a lui Kero che si stava ingozzando, come ogni volta, delle buonissime polpetta di Sakura.
- Kero-chan! Fai piano altrimenti starai male! - lo rimproverò la donna, divertita dal suo amico.
Yuki si taglio un pezzo di carne e la portò alla bocca, quando, guardando fuori dalla finestra scorrevole, si accorse che aveva smesso di piovere all'improvviso.
- Lo sai che tuo figlio ha conosciuto una  ragazza oggi! - disse Sakura tutta fiera e contenta del suo ragazzo.
Shaoran mise di bere un secondo ed iniziò a prendere a gomitate il figlio: - Bravo! Non me l'avevi detto! E com'è? Che tipo? -
Yuki divenne rosso: - Mamma! - la rimproverò - Beh...ecco un tipo totalmente diverso da me. Non tace un secondo! Però è stata molto gentile con me -
In quel momento Yuki ebbe un altro dei suoi soliti attacchi e si dovette premere il petto con una mano.
- Yuki tutto bene? - chiesero in coro, preoccupati i genitori.
- Si...tranquilli è solo una...- non riuscì a finire la frase perchè il dolore si fece più forte ed intenso. Non gli era mai capitato prima.
Nel medesimo istante Sakura, Shaoran e Kero ebbero una strana sensazione.
Un urlo squarciò la quiete della serata ed i tre guardarono fuori dalla finestra: un gigantesco scarabeo era a poche case da loro.
- Oh mio dio! E quello cos'è?- chiese Shaoran incredulo.
Yuki cercò di alzare lo sguardo per vedere anche lui che stesse succedendo, ma il dolore era troppo forte.
- Kero, prendi le mie carte. Shaoran stai con Yuki - disse la donna alzandosi in piedi ed aprendo la porta a vetri che dava sul giardino.
Il piccolo pupazzetto obbedì ed volò subito al piano di sopra.
Shaoran la prese per un braccio: - Che intenzioni hai? Sono anni che non combattiamo più! Lascia che ti aiuti! E poi ci sono dei civili! -
Sakura guardò il marito e gli accarezzò una guancia: - Anche nostro figlio è un civile e ha bisogno di te. Se non lo fermo potrebbe far danni irreparabili e poi...mi ci voleva di sgranchirmi un pochino -
Finì la frase dando un leggero bacio al marito, mentre Kero gli porse un portacarte da mettersi in cintura.
Sakura tirò fuori la collana che aveva al collo, corse in giardino e disse: - Chiave del sigillo, sprigiona tutti i tuoi poteri magici. Risveglia il potere della Stella! -
Sotto ai suoi piedi si sprigionò il cerchio color rosa che la rappresentava, formato da una stella centrale e da un lato una luna rinchiusa in un cerchio più piccolo, dall'altro un sole.
- Luce stellare cancella l'oscurità ed il male! Scettro a me! - immediatamente nelle sue mani comparve un lungo scettro rosa, dove, su di un lato, vi era una grandissima stella oro con due piccole ali.
Le figure nascoste sul tetto, lontano da li, la osservarono in ogni suo movimento.
- Hai visto Fate! - disse il cane, rimanendo ferma nella sua posizione all'interno del suo simbolo magico.
- Si. Non c'è dubbio. E' ciò che stavamo cercando - disse la bellissima donna bionda.
Caro alle loro spalle manteneva le mani incrociate una sopra all'altra per controllare la sua evocazione: - Cosa faccio, Fate-san? Richiamo Jiraio? -
- No, dobbiamo aspettare di raccogliere informazioni sul soggetto. Dobbiamo capire anche che tipo di dispositivo si è creato -
Entrambe annuirono, mentre Jiraio iniziò a lanciare una scossa elettrica verso Sakura.
- Shield! - urlò Sakura mentre davanti a lei si risvegliò una delle sue tanto amate carte, che la protesse.
- Fly! - urlò di nuovo Sakura, lanciando in aria un altra carta e sfiorandola con il suo scettro.
Un enorme cigno uscì dalla carte ed andò a rivestire la sua padrona di due grandi ali che le permisero di volare, prima che il mostro l'attaccasse ancora.
Jiraio si voltò per seguire il suo bersaglio, ma a pochi metri da lui si trovo una ragazzina con arco e frecce che lo puntavano.
- Ora, Arrow! - urlò Sakura mentre la sua carta scoccò la freccia che si moltiplicò di mille frecce, andando a colpire la fronte del mostro.
-Mmh...è brava - constatò Fate dal luogo in cui era nascosta.
- Aaaah! - 
In quel momento, uno da sinistra e uno da destra, Shaoran e Cerberus cercarono di attaccare Caro.
Cerberus fu respinto da Arf e la spada di Shaoran fu bloccata dalla lancia di Fate.
La donna fissò negl'occhi il coetaneo: - Non pensavo ci vedeste - disse sorridendo.
Shaoran premette di più con la spada, ma la bionda non sembrava cedere.
- Chi siete? - chiese in preda alla collera.
- Cosa volete da noi? - chiese Cerberus all'animale che aveva di fronte.
Fate sorrise: - Caro richiama Jiraio! - ordinò, mentre con un colpo lanciò lontano il suo avversario.
Il mostro scomparì all'interno del suo simbolo magico.
- Ma cosa...- Sakura si accorse che poco lontano da li stava succedendo qualcosa.
Senza che ne Cerberus, ne Shaoran se ne accorgessero, sopra alle loro teste si erano formate dei cerchi gialli con all'interno come dei piccoli fulmini pronti a partire.
Caro si avvicinò ad Arf, la quale espanse il suo cerchio e sogghignò.
-Photo Lancer...- disse Fate con un filo di voce.
Shaoran nel momento che si voltò e vide quei cerchi sentì la fine della frase di Fate.
- PHALANX SHIFT! -
I fulmini partirono verso i loro bersagli.
Yuki era riuscito a raggiungere il giardino ed incredulo aveva assistito alla scena.
Il dolore al petto era sparito nel medesimo istante dell'attacco.
Il ragazzo s'inginocchiò a terra, sussurrando: - Mamma...Papà...-
Ci fu un enorme esplosione di elettricità.
Poi del fumo.
La barriera si sciolse e ritornò a piovere sopra le case del quartiere.

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Immagini nuovi personaggi e magie all'interno di questo capitolo:
Fate Testarossa Harlaown
fateFate
Bardiche e simbolo magico di Fate

Bardiche
Attacco Photon Lancer Phalanx Shift
Photon Lancer Phalanx Shift
Arf versione canina e umana dove si intravede il suo simbolo magico
arfarf
Caro Lu Lushe e il suo simbolo (vi posto l'immagine della statuina perchè è una della poche in cui si vede bene il suo simbolo)
Caro

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Capitolo 4
*** Sentirsi finalmente qualcuno ***


cap4

Cap. 4: Sentirsi finalmente qualcuno

Il bollitore iniziò a fischiare, rompendo il silenzio del piccolo appartamento.
Vivio si precipitò in cucina e, facendo attenzione a non scottarsi, lo tolse dal fuoco, versandolo in una teiera li a fianco in cui aveva già posto le foglie di the.
Appoggiò il contenitore su di un piccolo vassoio e lo portò nella stanza accanto, dove vi era un piccolo tavolino basso.
Fece attenzione a non rovesciare nulla; appoggiò il vassoio; s'inginocchiò su uno dei cuscini che erano posti intorno al tavolino e si versò un po' di the nella tazza già pronta, davanti a lei.
Vivio chiuse gli occhi portandosi la tazza alla bocca e, quando li riaprì, davanti alla finestra aperta del balcone si erano materializzate tre donne.
La ragazza si alzò in piedi e fece il saluto militare.
Caro e Arf, che ora si era trasformata nella sua forma umana, la ricambiarono.
Fate la osservò sorridendo.
- Capitano Fate-senpai! Caro-san, Arf! E' un piacere rivedervi. Vi ringrazio per aver risposto con così poco preavviso alla mia richiesta di rinforzi. - disse sciogliendo il saluto militare e prostrandosi con un leggero inchino.
Fate, che aveva ancora addosso il vestiario da combattimento, fece qualche passo avanti: una luce gialla a rivestì e si trovò ad indossare semplici abiti di casa.
Quando arrivò davanti a Vivio, il sorriso divenne ancora più ampio e  un leggero luccichio si formò nei suoi occhi.
Vivio rimase di sasso quando la donna l'abbracciò forte, accarezzandole i capelli.
- Mi sei mancata, mia piccola Vivio...- sussurrò.
La giovane ricambiò l'abbraccio: - Anche tu cara obasan*! -
Era da qualche anno che Vivio non rivedeva più sua zia.
Tra gli allenamenti, gli esami per l'avanzamento di grado, le missioni, non aveva mai tempo di dedicarsi alla famiglia, purtroppo.
Per quanto riguardava Fate...beh, essendo capitano aveva una vita assai movimentata.
La donna dalla criniera marrone, le orecchie a punta, pelose e arancioni, dai canini sporgenti, iniziò a piangere.
Fate lasciò la nipote e si voltò: - Dai, Arf! Non fare così! -
- Per..perdonami Fate-chan! Ma...- dirò su dal naso e si sfregò gli occhi - ...essendo il tuo famiglio sono legata a te empaticamente! E poi è mancata anche a me Vivio-chan! -
Tutte le presenti sorrisero vedendo la donna-cane pulirsi il viso dalle lacrime.
Vivio invitò tutti ad accomodarsi e offrì loro il the appena fatto.
Parlarono un po' di loro, di cosa era successo in quegl'anni che non si erano viste.
Fate guardava la nipote con gli occhi di una madre ed era così orgogliosa che alla sua piccola fosse stato riconosciuto il grado di "Investigatore dei Servizi Speciali".
Ne aveva fatta di strada ed era sicura che ne avrebbe fatta ancora, soprattutto dopo questa missione.
La donna posò la tazza di ceramica sul tavolino e il tonfò richiamò l'attenzione di tutti.
- Ciò che abbiamo visto stasera ha dell'incredibile - disse portando lo sguardo verso gli occhi della nipote.
Vivio annuì: - E ciò che stavamo cercando? - chiese quasi con timidezza.
Fate annuì: - Non c'è dubbio! Siamo davanti alla "Relique" che stavamo cercando -
La ragazza bionda alla sua destra sospirò: - Finalmente, dopo tutti questi anni...-
- Però non è come ce lo aspettavamo! - disse Caro osservando la pioggia fuori della finestra.
- Già! E' forte! Molto forte! A quanto abbiamo potuto constatare si è creata un dispositivo magico, un famiglio e un guardiano -
Sul viso di Vivio comparse lo stupore e la preoccupazione.
- E non è tutto! - Arf continuò il discorso della sua padrona - Il suo dispositivo è diverso da qualsiasi altro mai visto prima: e' come se avesse dei programmi caricati su oggetti più piccoli, simili a carte, e con la sua asta li metta in funzione. Dal suo simbolo magico possiede, senza alcun dubbio, la magia Mid-Childa. Deve aver attinto più forza qui su questo pianeta, assorbendone l'essenza.  E' veloce e molto, molto scaltra. -
Vivio sbiancò: - Se è così potente da fare questo...come faremo a sigillarla? Come farò a catturarla? -
Fate mise una mano sulla spalla della nipote, rassenerandola: - Ti prego, calmati. Sei stata scelta per un motivo e io so...noi tutti sappiamo che puoi farcela, e poi... - Fate spostò la sua mano dalla spalla al collo della ragazza, toccando il suo gioiello: -...al tuo fianco hai Holy Grail! Non è vero? -
FOREVER - rispose il piccolo ciondolo.
La donna degl'occhi castani sorrise: - Io e Arf rimarremo al tuo fianco, anche perchè con anche i suoi supporti animali e umani sono forti -
Le due si osservarono per un istante e Vivio sorrise: - Arigatou**, obasan! -


Yuki  camminava verso l'università, guardandosi i piedi.
Il sole gli batteva sugl'occhi, impedendogli quasi di vedere dove stava andando.
Poco gli importava.
La sua mente era ancora proiettata a quello che era successo  la sera prima.
...
...
"Yuki era inginocchiato a terra, sotto la pioggia battente, incredulo di ciò che era successo.
Battè il pugno nel fango del giardino:  no era tutto un sogno! Ora apre gli occhi e si ritrova a cena con  la sua famiglia. Si  esatto.
- Yuki...-sentì pronunciare il suo nome ed alzò lo sguardo.
Sua madre e suo padre, a cavalcioni su Cerberus, erano appena atterrati nel giardino.
Shaoran scese per primo dalla tigre alata e porse una mano a sua moglie, aiutandola a scendere.
Sakura si lanciò verso il figlio zuppo di acqua e lo abbracciò, aiutandolo ad alzarsi.
Il ragazzo si strinse alla madre e trattenne le lacrime: - Pensavo...pensavo...- singhiozzò.
- Shhh...torniamo tutti in casa - disse la donna, aiutando il figlio a rientrare e facendolo sedere su una sedia.
La tavola era ancora come l'avevano lasciata.
Sakura prese, da uno stanzino, alcuni asciugamani e li porse al figlio e al marito.
Cerberus, prima di rientrare in casa, si scrollò un po' di pioggia dal pelo e poi tornò un piccolo pupazzo. Chiuse la porta a vetri dietro a se.
L'aria nella casa era un misto di tensione e paura. I tre guerrieri erano immersi nella sue preoccupazioni, mentre il giovane stava tremando.
Shaoran si avvicinò al figlio visibilmente scosso e gli mise una mano sulla spalla.
Yuki si accorse che il padre aveva la tuta lacerata sul petto, ad altezza gomito. Lo fissò negl'occhi preoccupato, ma Shaoran lo anticipò: - Tranquillo! Non sembra, ma abbiamo ancora la pelle dura, vero tesoro? -
Sakura annuì e, dopo essersi accertata che il figlio non avesse riportato ferite, chiese a Shaoran di rimanere a petto nudo per medicare la ferita.
- Chi sono quelle persone? Da dove vengono!- chiede il ragazzo non sapendo chi guardare dei tre.
- Non lo so, ma di sicuro sono molto potenti e hanno un obiettivo ben preciso in mente- Kero si portò una zampina al mento: - Nel venire verso casa ho notato che avevano alzato una barriera protettiva e che ne cose, persone o animali hanno subito danni o si sono accorti della lotta -
Yuki volse lo sguardo verso la madre: - Quindi cercavano proprio voi? -
Sakura finì di mettere il cerotto al marito: - Molto probabilmente si...- si alzò e posò sulla cucina le garze e l'acqua ossigenata.
- Quindi esistono altri esseri con poteri come i vostri...Se solo avessi avuto la forza di aiutarvi...- il ragazzo era davvero dispiaciuto di esser stato uno spettatore passivo.
I due genitori si scambiarono uno sguardo di preoccupazione.
- Non dire sciocchezze figliolo! Guardaci siamo tutti sani e salvi! Dai forza su! Perchè tu e Kero-chan non andate di sopra e cercate di rilassarvi con un videogioco? - nel dire quelle parole, Shaoran fece un cenno a Kero.
Il pupazzo annuì ed accompagnò il giovane verso le scale.
Yuki però si fermò a metà e si voltò ad osservare i suoi genitori: Sakura guardava fuori dalla finestra, preoccupata, e Shaoran le stringeva le spalle con le mani.
Una lacrima scese sul viso della donna: - Ho temuto di non riuscire arrivare in tempo...- disse, ripensando al suo folle volo verso il marito in pericolo.
- Shhh - Shaoran le prese il mento con una mano e la baciò dolcemente, poi staccandosi la strinse a se: - Ora siamo qui e questo è importante -
La donna annuì: - Torneranno, lo so -
- E noi saremo pronti a contrastarli...-"
...
...
Noi.
Yuki non riusciva a scrollarsi di dosso quella parola e quella sensazione di impotenza, di nullità.
Anche lui avrebbe voluto proteggere suo padre come aveva fatto sua madre.
Anche lui voleva far parte di quel 'Noi'.
Non si rese conto di esser arrivato alle porte dell'università, dove una ragazza bionda, vedendolo, lo stava salutando con una mano.
Yuki si arrestò e porse lo sguardo verso la coetanea.
Vivio si avvicinò con il sorriso più grande che aveva: - Buongiorno, Yuki-kun!!! Hai visto che bellissimo sole splende oggi? -
D'improvviso una soluzione balenò nella mente del ragazzo e fece uno scatto: lasciò cadere la cartellina di pelle dalle mani.
Fece un passo in avanti e prese entrambe le mani della bionda, congiungendole alle sue e stringendole forte.
Vivio rimase sorpresa del gesto e negl'occhi di lui vide uno sguardo diverso, pieno di speranza.
Arrossì perchè mai nessun ragazzo le aveva mai messo il viso così vicino.
Anche le gote di lui cambiarono colore: era la prima volta che dimostrava tanto coraggio con una ragazza, ma doveva...doveva chiederglielo.
Solo così, forse, non sarebbe più stato inutile.
- Ti prego...- sussurrò Yuki, ma poi trovò più coraggio vedendo in lei la sua salvezza: - Ti prego, Vivio-chan! Insegnami la magia! -


Vivio non poté credere a ciò che aveva appena udito.
- Di cosa stai parlando...Yuki-kun? - chiese guardandosi intorno per controllare che nessuno li stesse ascoltando.
Il ragazzo le strinse di più le mani: - So che ne sei capace! Ieri ti ho visto! Ti prego è davvero importante per me! -
I suoi occhi celesti erano pieni di speranza verso di lei.
La ragazza sospirò: stacco le sue mani da quelle di lui; si guardò di nuovo intorno e poi gli prese un braccio.
- Seguimi - disse trascinando con se Yuki.
Camminarono fino a raggiungere il ponte che oltrepassava un piccolo fiume a pochi isolati dall'università.
Scesero l'argine che conteneva l'acqua nei mesi di piena e si rifugiarono all'ombra della struttura.
Una volta arrivati, Vivio poggiò a terra la sua borsa e vi voltò verso il compare.
Aveva un espressione molto seria: - Ti rendi conto di ciò che mi stai chiedendo? -
Yuki sospirò e abbassò lo sguardo: - Lo so, hai ragione -
Vivio si avvicinò più e lo prese per le spalle: - Per quale motivo vuoi apprendere la magia? - chiese con un tono quasi autoritario.
Il ragazzo non riuscì a sostenere lo sguardo di lei: - Ecco...io...-
- Yuki Li Kinomoto! Qui non stiamo scherzando! Per quale motivo? Dimmelo! -
Il moro ritornò a fissarle gli occhi e stavolta ebbe più coraggio: - Perchè voglio proteggere i miei cari! - disse in un sol fiato.
La ragazza mollò la presa e la sua espressione cambiò: non sapeva se stava per fare uno sbaglio o no, ma non riusciva a resistergli e poi si gli sembrò sincero.
- Bene! Allora non vedo motivo perchè tu non debba avere una possibilità! - sorrise facendo qualche passo indietro.
- Ma pensi che io ne sia capace? -
Vivio staccò il suo ciondolo dal collo: - Certo che ne sei capace! Tutti ne sono capaci! Ogni essere vivente nell'universo racchiude dentro di se un potere, grande e piccolo che sia. - la ragazza si toccò il petto, all'altezza del cuore: - Basta solo sapere come tirarlo fuori! -
Yuki non capiva bene, ma lei gli fece segno di sedersi a terra.
- Dunque intanto questo è il dispositivo intelligente Holy Grail! - disse lanciando in aria il ciondolo.
- GOOD MORNING - rispose il dispositivo avvicinandosi al ragazzo.
- Dal..."luogo" dove provengo io è stata sviluppata una tecnologia molto avanzata sotto forma di dispositivi, i quali fanno da supporto all'energia magica che risiede in ognuno di noi. Vengono caricati programmi all'interno, di difesa e di offensiva e automaticamente registrano tutti gli attacchi di chi li possiede. Ci sono vari modelli e  versioni che si differenziano a seconda del tipo di magia che uno possiede -
- Tipo di magia? - chiese Yuki, sempre più interessato.
- Si, tipologia d'origine genetica. Ad esempio, chi possiede simbolo magico a forma di cerchio, viene chiamata magia di Mid-Childa; chi possiede un triangolo proviene dall'antica magia Belka; chi possiede un quadrato è un evocatore e controllore di altre anime -
Vivio si concentrò ed ai suoi piedi comparve un triangolo azzurro che continuava a ruotare in senso orario: - Come puoi vedere io appartengo all'ordine Belka, ma non voglio allungarmi troppo su questo discorso, altrimenti non arriviamo mai più al punto! -
La ragazza porse il palmo della mano e il dispositivo si appoggiò su di essa.
- Holy Grail divice mode! -
- STANDBY READY. SET UP -
Immediatamente al suo posto comparve una lunga asta grigia dove in cima vi risedeva un Holy Grail più grande, contornato da un semicerchio oro.
Al ragazzo ricordava molto la magia di sua madre, solamente con alcune differenze.
Vivio continuò: - Diciamo che Holy Grail è la mia bacchetta magica! - disse sorridendo: - Per chi volesse, come te, iniziare a praticare la magia, sono stati inventati dispositivi base, chiamati Standard -
La ragazza puntò il suo scettro verso il ragazzo e nelle mani di lui comparve una targhetta militare con, al centro, un piccolo tondo verde.
- Tutto ciò che devi fare è concentrarti, pensare alla forma della tua arma e armatura e il dispositivo creerà per te ciò che desideri -
Yuki si alzò in piedi e guardò l'oggetto che aveva in mano. Buttò un occhi anche a Vivio la quale annuì.
Il ragazzo chiuse gli occhi e nella sua mente si configurò una spada, simile a quella di suo padre, ma con inciso sulla lama simboli che in qualche modo gli ricordavano la madre.
- SET UP - disse il suo dispositivo e in men che non si dica fra le mani si trovò ciò che aveva desiderato.
Vivio sorrise: - Bene! Ci sei riuscito! -
Yuki fu impressionato dalla facilità di utilizzo di quel dispositivo e il suo cuore era impazzito dalla gioia.
La ragazza si avvicinò e tocco la punta della spada: - Dentro sono già caricati dei programmi di diversa ed offensiva elementare -
Il ragazzo si guardò i piedi: - E per quando riguarda il mio simbolo magico? - chiese.
- Con il tempo tutto avverrà! Sappi ora che sei solamente al livello F di magia e che ci sono ben 12 gradi: F,E,D,C,B,A,AA,AAA,S,SS,SSS e il livello Strickers. -
Yuki fu sorpreso di sapere quante cose riserbava il mondo della magia, ma era felice perchè aveva coronato il suo sogno! Finalmente!
Rimasero li tutta la mattinata fino al primo pomeriggio.
Vivio insegnò a Yuki alcune tecniche, come impugnare bene il suo dispositivo e alcune formule magiche.
Alcune volte provarono scontri corpo a corpo. Altre volte lei le insegnò la magia di lunga distanza.
Quando ebbero finito la ragazza si raccomandò vivamente di stare attento a ciò che ora possedeva perchè una mossa falsa e avrebbe compromesso la vita di tante persone.
Il morettino la rassicurò che non vi sarebbe stato pericolo, ma, prima che se ne andò, fu fermato da lei.
- Yuki-kun sappi che ti terrò d'occhio. Sento che sei un ragazzo sincero e con sani principi, ma con la magia non si scherza. Quando poi avrai trovato finalmente la magia che risiede dentro di te, allora sarai un mago a tutti gli effetti e starà te decidere da che parte stare. -
Il ragazzo non capì e Vivio sospirò, continuando il suo discorso mentalmente: " La magia è tanto bella quanto dannata! Scegli sempre ciò che ritieni giusto, ma non abbandonare mai ciò che ti dice il cuore"
Yuki era riuscito a sentire i suoi pensieri e si rammentò di quando lei gli aveva spiegato che, grazie ai loro dispositivi, potevano comunicare via telepatica.
Lui le sorrise, mostrandole il pollice all'insù.
"Tranquilla! Starò attento! Penso proprio che stasera, col buio, andrò ad allenarmi un pochino. A domani Vivio-chan e...grazie di cuore"
La ragazza arrossì leggermente: "A..a domani Yuki-kun"
Con quelle parole si salutarono e Yuki ripercorse l'argine per raggiungere casa.
Holy Grail tornò in forma di ciondolo e si avvicinò al viso della ragazza.
- Sai, mio caro Holy Grail? Non so se sono stata un incosciente o no, ma quel ragazzo mi ha rapito...-
- RAPT?(Rapito?) -
- Si..- Vivio sospirò: - Penso di essermi presa una bella cotta per quegl'occhi così dolci ed indifesi...-


Quella stessa sera, alle prime ombre della notte.
- Tesoro! Dove stai andando? - chiese Sakura vedendo il figlio davanti alla soglia di casa, mentre era intento ad indossare le scarpe da ginnastica.
- Vado in palestra! Mi sono iscritto oggi! - disse balzando in piedi e correndo un po' sul posto.
- In palestra? - chiese la donna.
Il suo ragazzo era tutto tranne che un tipo da palestra, ma soprattutto era uno a cui non piaceva uscire molto alla sera.
- Sei sicuro di stare bene? -chiese avvicinandosi e mettendo una mano sulla fronte del figlio.
- Mamma! - sorrise Yuki abbassandosi per baciarle la fronte - Ora vado! Non aspettatemi per cena, penso mangerò qualcosa fuori! - disse raccogliendo un borsone e volando fuori dalla porta.
- O..ok! -
Sakura rimase stranita dal comportamento del figlio, ma fra se e se si disse che era davvero troppo apprensiva. Anzi, era contenta di vederlo così...felice!
Yuki si accorse di correre e rallentò il passo per non dare nell'occhio.
Prese in mano il suo dispositivo e lo guardò: non gli sembrava ancora vero. Ora anche lui poteva far parte di quel 'noi'. Ora anche lui aveva i mezzi per poter proteggere la sua famiglia.
Anche lui sapeva di poter avere la magia che gli scorreva nelle vene.
Un fitta lo costrinse a fermarsi.
- No, non ora...non ho tempo! Devo allenarmi! -
Lentamente ricominciò a camminare, cercando di sopportare il dolore e sentì come crescere dentro di se un vulcano.
Il suo dispositivo s'illuminò e lui lo strinse di più nella mano: - Esatto, Standard! Vedo che hai capito tutto! Sai, mi sembra strano dirlo, ma sento che tu riesci a tirare fuori la mia vera natura! -
- IT IS AN HONOR - ripose l'oggetto.
" Vivio-chan? Riesci a sentirmi?"
Gli occhi rossi e verdi della ragazza sussultarono alla chiamata: "Yuki-kun! Scusa ma non è proprio il momento!" rispose tornando a concentrarsi sullo sforzo che stava compiendo.
"Volevo solo dirti che sto andando ad allenarmi!"
" Bene, ma sta..attento!"
La ragazza fece un balzo all'indietro, urlando: - HOLY GRAIL ACCEL MODE! -
Il suo dispositivo mutò la fine dell'asta e ora compariva più simile ad una lancia.
- SONIC MOVE - pronunciò il dispositivo di Fate, poco lontana da lei.
Vivio vide la zia schivare all'ultimo un colpo fendente di un uomo dai capelli castani e, nel distrarsi, sentì che qualcosa le lacerò la divisa da combattimento, sul braccio.
Si voltò e vide una donna arciere, pronta a scoccare un altra freccia.
Stavano attaccando la "Relique", lei sua zia e Arf. E quest'ultima le stava dando filo da torcere.
- Aaaah! - l'urlo dalla sua avversaria che si sferrava contro di lei la fece ritornare concentrata.
Sakura si era lanciata all'assalto con il suo scettro trasformato in spada, ma la ragazza la fermò con uno scudo formato da un piccolo triangolo azzurro, che fuoriusciva dalla sua mano destra.
Arrow in quel momento scoccò altre frecce, ma la maga gli puntò il suo bastone contro con la mano sinistra : - SHOOT! - disse Holy Grail.
Un raggio azzurro distrusse tutte le frecce ed andò a colpire la carta, al quale cadde a terra.
- No! - urlò Sakura staccandosi dall'attacco.
" Vivio-chan!"
Il collegamento con Yuki ritornò.
" Che c'è?" chiese scocciata visto che non aveva proprio tempo in quel momento.
"Grazie ancora"
Vivio ignorò l'ultima frase e stavolta fu lei a lanciarsi contro la donna dagli occhi smeraldo.
I tue scettri si scontrarono ed un onda di energia si propagò per kilometri.
Tutti gli altri combattenti si fermano ad osservare la scena.
Sakura e Vivio erano sospese in aria: ognuna ai piedi aveva il proprio simbolo magico ed entrambi si osservarono negl'occhi.
- Arrenditi! - disse Vivio.
- Mai! - urlò Sakura.
Scintille uscirono dal contatto fra le due armi, mentre una crepa si fece largo fra i bastoni di entrambe.
- Vivio! - urlò Fate capendo la gravità dalle situazione e volando verso le due.
- Sakura! - sbraitò Cerberus, cercando di raggiungere la padrona.
Le due maghe non mollarono la presa, anzi! Aumentarono la potenza dell'attacco.
La forza sprigionata era tale che ne la tigre, ne la donna bionda riuscirono subito ad avvicinarsi.
Poi un esplosione: entrambe caddero nel vuoto, ma furono prese al volo dai loro rispettivi compagni.
Lo scettro della Stella e Holy Grail scesero velocemente verso il suolo. Entrambi senza più forze. Entrambi spezzati.

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*obasan = zia; madrina
**Arigatou= grazie

Immagini in riferimento alla divisa di Vivio e la forma Accel Mode di Holy Grail.
vivio

 Grazie a tutti per aver letto il mio capitolo. Spero di non deludervi,
Peorth

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