Indirect Kiss

di PowerLine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indirect Kiss ***
Capitolo 2: *** Goodnight Kiss, parte 1 ***



Capitolo 1
*** Indirect Kiss ***


Salve a tutti!! Questa è la mia prima Fanfic, sono agitatissima! Ho litigato un secolo con il codice html prima di capire come funzionasse, e penso di esserci riuscita, miracolo!! deve essere il mio giorno fortunatoXD La storia è venuta un po' più corta di quanto pensassi, ma spero che vi piaccia! fatemi sapere cosa ne pensate, per favore!

–Len! Ehi, Len!
Rin, in piedi dalla parte opposta della stanza rispetto al gemello, stava cercando di attirare la sua attenzione con un tono troppo alto anche per la distanza a cui si trovavano.
–Len!!
Lui, seduto sul pavimento a gambe incrociate, era perso tra un migliaio di fogli e sembrava non sentirla.
“Sicuramente sta componendo una nuova canzone”, decise la ragazza vedendolo scrivere in fretta, concentrato, e per un momento pensò di lasciarlo tranquillo. Sapeva che il suo amato gemello non apprezzava molto essere disturbato mentre lavorava.
Poi il suo sguardo scivolò nuovamente sui due sassofoni appoggiati contro una fila di sedie. Erano stati messi lì distrattamente dopo la lezione di musica, ed era Len che avrebbe dovuto occuparsi di rimetterli al loro posto. Evidentemente non l’aveva fatto, e uno dei due strumenti era caduto sull’altro, con il risultato che ora le due imboccature si toccavano.
Rin sentì un brivido percorrerle la schiena, e si girò di nuovo verso Len mettendo le mani sui fianchi.
–Len!!!
Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. La sua voce acuta e argentina riscosse il fratello all’improvviso, facendolo trasalire. Un paio di fogli gli sfuggirono di mano.
“Se fosse stato seduto su una sedia sarebbe caduto a terra di schianto” Rin sogghignò, immaginando la scena. Un fatto del genere era accaduto già diverse volte, Len si era dimostrato in grado di cadere anche da un divano quando il suono della voce della sorella lo aveva sorpreso mentre era immerso nei suoi pensieri. Siccome Rin si divertiva un mondo a farlo spaventare aveva preso l’abitudine di sedersi sul pavimento, in modo da evitare dolorose e imbarazzanti cadute.
Senza girarsi, il ragazzo raccolse i fogli che gli erano caduti.
–Sì? Che cosa c’è?
Chiese rimettendosi a leggere.
–Non eri tu incaricato di mettere via i sassofoni? Non devi lasciarli in quel modo!
–Ah, sì, scusa.
Ignorando le distratte scuse del fratello, Rin continuò.
–Se cadono, e le loro imboccature si toccano.. diventa come un bacio indiretto!!
Il volto di Rin era di un rosso intenso e aveva alzato il tono più del previsto. Senza rendersene conto si era avvicinata a lui di parecchio, e ora gli era praticamente dietro. Si chinò leggermente verso il gemello, sempre girato.
–Len! Hai sentito? È un b-bacio..
Incespicò sulla parola e sembrò incapace di terminare la frase.
Len stava cercando di rimettere in ordine i fogli caduti, prestando poca attenzione al discorso della ragazza. Ormai era abituato ai complessi che Rin si faceva venire per ogni singola cosa che lo riguardava, anche se nell’ultimo periodo la situazione era peggiorata senza un apparente motivo.
Aggrottò le sopracciglia e voltò lievemente la testa all’indietro, sospirando.
–Guarda che non è dannoso per gli strumenti o qualcosa del genere, chi se ne importa..
A quelle parole Rin sembrò sul punto di esplodere.
Ch-chi se ne importa??!! Len! È un bacio indiretto! Un bacio indiretto, lo capisci!? C-con.. con il mio..!!
Rin era ormai di un deciso color carminio. La sua voce penetrava nelle orecchie del fratello come una lama affilata, rendendo più acuto il mal di testa provocato dalla stanchezza accumulata con diverse ore di lavoro.
Si girò di scatto verso la gemella, sbattendo i fogli per terra. Sul volto aveva un’espressione tra il divertito e l’esasperato.
– Argh! Sto provando a lavorare qui, ma se continui a infastidirmi così..!
Si bloccò improvvisamente, come se avesse avuto un’idea. Rin vide qualcosa attraversare i suoi occhi, come una vaga intenzione, ma prima che potesse formulare un pensiero corretto lui le passò un braccio dietro le spalle e l’attirò verso di sé.
Sentì le labbra del fratello appoggiarsi delicate e leggere sulle sue e una sensazione di calore la avvolse. Senza rendersene conto si strinse a lui, e in risposta Len si premette contro la sua bocca con più energia, dandole l’impressione di essere attraversata da una scossa elettrica che le mandò un brivido lungo la schiena. Respirò il profumo della sua pelle e rimase inebriata. Socchiuse gli occhi, perdendosi nella dolcezza di quel contatto per un tempo che le parve infinito, lasciandosi andare nel sentire la mano del ragazzo che le accarezzava il collo e l’attaccatura dei capelli.
Infine Len si staccò da lei e sospirò. Le sembrò di essere stata privata di qualcosa di fondamentale, come un braccio o una gamba. Sentiva la pelle andare a fuoco e ansimava. Non riusciva a guardarlo in faccia.
–Ecco. Così adesso qualcosa come un bacio indiretto non dovrebbe più essere un problem..
Len smise improvvisamente di parlare vedendo l’espressione della sorella: era sul punto di scoppiare in lacrime. Era davvero strano vederla in quello stato, non piangeva mai davanti agli altri, per nessun motivo. La cosa lo fece preoccupare.
Le mise una mano sulla spalla per rassicurarla e le parlò in tono dolce.
–Rin, tranquilla, non era niente. Stavo solo scherzando..
Invece di calmarla le sue parole ebbero l’effetto opposto. La ragazza afferrò una manciata di fogli dal pavimento e li scaraventò in faccia al gemello, poi si scosse con forza dalla sua presa e corse fuori dalla stanza, sbattendo la porta.
Salì come un fulmine fino in camera sua con le lacrime agli occhi, rischiando di sbattere contro Miku senza accorgersene. Sbatté anche la porta della camera e si buttò sul letto, dove finalmente lasciò andare le lacrime che stava trattenendo.
Si sentiva sconvolta, non riusciva a mettere ordine tra le sue emozioni, erano un turbinio confuso.
Era sorpresa: non si sarebbe mai aspettata un gesto simile da parte del fratello.
Era scioccata: non sarebbe dovuto piacerle così tanto. Era sbagliato, profondamente sbagliato, ma una parte di lei l’aveva trovato perfettamente naturale, come respirare. Pensare a una cosa simile la fece sentire ancora più sporca.
“Questo è un bel problema” pensò.
Era anche ferita: Len le aveva fatto capire chiaramente che non aveva avuto significato per lui, non era stato niente.
L’ultimo pensiero la rese davvero triste, e non capì il motivo di quella tristezza.
Affondò la testa nel cuscino e pianse tutte le sue lacrime, senza sentire che qualcuno stava bussando alla porta.

Len era rimasto nella sala della musica, che privata della voce di Rin era incredibilmente silenziosa. Fin troppo.
All’improvviso ebbe l’impressione che il silenzio si chiudesse su di lui, opprimendolo e togliendogli il respiro. Si passò un dito sulle labbra e arrossì senza sapere bene perché.
Prese in mano i fogli e gli spartiti e cominciò a riporli senza prestarvi attenzione. Non sarebbe stato in grado di scrivere più nulla per un bel po’.
Ripensò all’espressione sconvolta della sua amata sorellina e si sentì morire: come aveva potuto farle una cosa simile? Era sempre riuscito a trattenersi, anche in momenti peggiori, perché aveva ceduto proprio in quel momento?
Era stato tutto così naturale che il ricordo lo spaventò. Non aveva nemmeno avuto il tempo di sentirsi in imbarazzo, non si era reso conto di cosa stesse facendo fino a che non era stato troppo tardi.
Si prese la testa tra le mani.
“Cosa diavolo ho combinato?”

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Capitolo 2
*** Goodnight Kiss, parte 1 ***


Ciao a tutti!! Mi scuso davvero per il ritardo, ma il mio pc ha improvvisamente deciso di prendersi una pausa non desiderata!
Questa è la prima parte del secondo capitolo, una specie di anteprima. Ditemi cosa ne pensate:)

–Len!!!
La voce sonora e irritata di Meiko lo colse di sorpresa mentre stava attraversando il salotto.
Senza che riuscisse a capire bene cosa stesse succedendo il ragazzo fu scagliato con forza contro il muro.
–Len, che cosa hai combinato?
La giovane Vocaloid dagli occhi rossi incombeva su di lui, tenendolo premuto con le spalle alla parete, e lo guardava con aria assassina.
–Cosa? N-non capisco a che ti riferisci..
–Lo sai benissimo a cosa mi riferisco!
–No, davvero, non ne ho idea. Non ho fatto niente..
Si pentì subito di aver provato a fingere di non sapere. Desiderò poter ritirare quello che aveva appena detto, ma era troppo tardi.
Con un impeto di rabbia Meiko lo afferrò per il colletto della camicia e lo sollevò, sbattendolo al muro senza un apparente sforzo.
–Non provare a fare il finto tonto, piccolo bastardo! Che cosa hai fatto a Rin? È da ieri pomeriggio che piange e non vuole uscire dalla sua camera, e non osare mentire, lo so che è colpa tua. Dimmi. Che. Cosa. Le. Hai. Fatto.
Sillabò le ultime parole con la voce strozzata dall’ira.
Len non riuscì a rispondere.
In parte per il senso di malessere causato dalla colpa che lo aveva assalito, in parte perché il pugno di lei premuto contro la trachea gli impediva sia di parlare che di respirare.
Il tessuto della camicia gli stava segando il collo, e sentiva una fitta acuta al petto.
Quello probabilmente però era dovuto al pensiero di Rin che soffriva a causa sua.
“Dio, ma che razza di fratello sono?” pensò ricordando la sua espressione dopo… quello che le aveva fatto.
Gli si stava offuscando la vista.
–Meiko! Meiko, lascialo, per favore! Non vedi che non respira?
La voce acuta e dolce di Miku squarciò il velo che gli offuscava i sensi.
Sentì la presa sul collo che si allentava e l’aria tornò a riempirgli i polmoni. Si accasciò a terra, tenendosi la gola.
–Ehi, tutto bene?
Sollevò lo sguardo, trovandosi davanti ad una Miku piuttosto preoccupata, che per sua fortuna aveva assistito alla scena.
Annuì.
–Meiko, gli stavi facendo male! Non si fa!
L’altra sbuffò sonoramente.
–Se lo merita.
Ringhiò con un evidente tono di accusa.
Len dentro di sé le diede pienamente ragione.
–Sì, ma non si fa lo stesso!
–Con quello che ha fatto a Rin si meriterebbe di essere appeso a testa in giù fuori dalla finestra.
–Non sappiamo cosa ha fatto.. magari non c’entra!
–Miku, ma dove vivi? Quando Rin sta male c’è sempre di mezzo lui.
Il ragazzo, ancora seduto sul pavimento, ebbe l’impressione di sentire quella voce affilata trapassargli il petto. Si raggomitolò su se stesso.
“Non è vero” pensò.
–Non è vero.
Mormorò senza rendersene conto.
–Ah no?
Meiko evidentemente lo aveva sentito. Si piegò sulle ginocchia, il viso a pochi centimetri da quello di lui.
–Ah, no?
Soffiò con un tono falsamente cordiale. Dava l’idea della lama di una spada ricoperta di miele.
Prima che potesse ricominciare a urlargli contro, la voce distaccata di Luka la interruppe.
–Meiko, lascialo stare un secondo.
–Sai, fai davvero paura quando fai così.
La rossa si girò e fulminò Kaito con un’occhiata truce. Questo si nascose dietro Luka, che riprese a parlare rivolgendosi al piccolo biondino ancora per terra.
–Len, sai cos’ha tua sorella? Non sembra che stia molto bene.
– Di’ pure che sta da cani. Non usare uno stupido eufemismo.
Luka continuò ignorando l’interruzione di Meiko.
–Non te lo chiedo per accusarti, ma se sai qual è il problema, allora possiamo provare a risolverlo. A nessuno di noi fa piacere vedervi stare così.
–Non usare il plurale. A lui non importa nulla di come sta quella povera ragazza.
–Meiko, insomma!
–E tra l’alto non è vero.
–Sta’ zitto, Kaito!
Ancora una volta Luka riprese la parola, serafica a dispetto dei battibecchi.
–Allora, sai qualcosa?
Len annuì.
–Puoi risolvere il problema?
–Ma figurati se lo farà. Che vuoi che gli importi? Non fa altro che ignorarla dalla mattina alla sera. Non gliene frega niente di lei.
Len fece per protestare, ma fu inaspettatamente preceduto.
–Non è vero che non gli interessa di Rin. Lui è innamorato di lei, non è vero, Len?
–Kaito vuoi chiudere il becc..!
Meiko si interruppe, stupefatta, non appena realizzò quello che aveva detto il giovane dai capelli blu.
Lo fissarono tutti, ugualmente stupiti. Lui si strinse nelle spalle, imbarazzato.
–Ma non dire idiozie.
La voce secca di Meiko ruppe il silenzio.
Miku, che per tutta la discussione era rimasta in silenzio, guardò Len.
–È vero, Len-kun?
Len sentì il volto diventare bollente. Sapeva di essere arrossito.
–No! Io.. io non..
Guardò Kaito, confuso. Come poteva essergli venuta in mente un’idea del genere?
Insomma, Rin era sua sorella. Va bene, sarà pur stata davvero dolce, solare, divertente, sensibile, incredibilmente carina, assolutamente unica... Ma era sempre sua sorella! Non era neanche lontanamente concepibile che ne fosse innamorato!
Kaito ricambiò il suo sguardo, alzando di nuovo le spalle.
–Be’, mi era sembrato..
–Piantala di dire assurdità Kaito!
Meiko lo guardò con aria truce.
–Basta adesso.
Luka tornò a rivolgersi a Len, che durante tutta la faccenda non aveva spiaccicato più di due parole di seguito, di cui nessuna di senso compiuto.
–Meiko, smettila di interrompere me e zittire Kaito. Kaito, non dire cose che non puoi provare. E tu, Len, se puoi fare qualcosa per Rin allora fallo, e subito anche, altrimenti la tirerò fuori da quella stanza a forza. Adesso basta con tutta questa confusione, mi avete fatto venire mal di testa. Miku, andiamo in cucina. Ho voglia di un po’ di tonno.
Senza lasciare il tempo a nessuno di replicare, la cantante dai lunghi capelli rosa prese Miku sottobraccio e uscì dalla stanza.
Len si alzò dal pavimento e, prima che Meiko se ne accorgesse, scivolò fuori dal salotto dalla parte opposta rispetto a Luka, diretto verso il piano superiore.

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