Uniti per il futuro di Mirella__ (/viewuser.php?uid=162565)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La storia continua ***
Capitolo 2: *** Amici d'infanzia ***
Capitolo 3: *** Prigionia o vacanza? ***
Capitolo 4: *** Appuntamento ***
Capitolo 5: *** Comincia il torneo ***
Capitolo 6: *** Trasformazione ***
Capitolo 7: *** La cattiva fama dei Saiyan ***
Capitolo 8: *** All'ultimo sangue ***
Capitolo 9: *** Una nuova speranza ***
Capitolo 10: *** Il patto ***
Capitolo 11: *** La fine dell'eliminatorie ***
Capitolo 12: *** Amore fraterno ***
Capitolo 13: *** La vendetta di Comias ***
Capitolo 14: *** La luce nel buio ***
Capitolo 15: *** Vittoria ***
Capitolo 16: *** Uniti per il futuro ***
Capitolo 1 *** La storia continua ***
Guardavo
la scena d'innanzi a me tra un
misto di stupore e rabbia.
Guardavo
il più grande e valoroso
guerriero che la Terra avesse mai conosciuto, salutare i propri cari e
andarsene insieme ad un grande drago dorato, il drago della leggenda,
il drago
delle sette sfere."Ci rivedremo" aveva detto col sorriso sulle labbra
l'anziano bambino, ma avrei dovuto capire subito che quella era una
bugia,
forse l'unica, pronunciata dal Super Saiyan leggendario.
Aprì
gli occhi.
Ero
sola, su una delle più belle radure
dei monti Paoz, il laghetto che avevo di fronte era di uno strano
colore blu
notte. Strano perché ero circondata da tanto di quel verde,
dagli alberi, dai
cespugli selvatici.
Mi
sedetti e mi rialzai subito. Non
potevo stare ferma. Il dolore per l'improvvisa perdita, avvenuta solo
cinque
giorni dopo la partenza del mio nonnino preferito, mi avrebbe assalita
e le
lacrime avrebbero cominciato a rigarmi le guance. No, non lo potevo
permettere.
Cominciai
a pensare a mio nonno.
A
soli tre anni mi aveva abbandonata
preferendo allenare un perfetto sconosciuto lasciando la moglie,
disoccupata,
sola. Aveva lasciato un figlio adolescente.Aveva lasciato un figlio
sposato.
Mio padre.
Un
sorriso amaro m'increspò le labbra.
Se
mio padre era diventato quel che
era, cioè un rispettabilissimo professore universitario, era
solo merito della
nonna.
La
nonna...
Cinque
giorni dopo la partenza di Goku
il suo cuore non era riuscito a sopportare un ennesimo abbandono da
parte del
marito. Se n'era andata in silenzio, sola, nella sua casa dei monti
Paoz.
Lo
zio Goten lavorava quando era
successo. Io mi stavo allenando con mia madre e mio padre stava
preparando un
importante compito in classe per i suoi alunni.
M'inginocchiai
e presi un sasso nelle
mani.
-Tutta
colpa di mio nonno- sussurrai, e
poi urlando -Tutta colpa di mio nonno- scagliai il sasso in alto nel
cielo e i
miei capelli cominciarono a prendere delle spumature d'oro. Cercai di
calmarmi
ma non i riuscì. Gridai al cielo la mia frustrazione mentre
la mia
trasformazione in Super Saiyan cercava di farsi strada. Ormai erano
giorni che
succedeva. Quando perdevo il controllo venivo sempre nei monti Paoz
sicura che
mi sarei potuta sfogare senza che qualcuno mi ponesse domande idiote.
La
trasformazione avveniva a singhiozzi. Non riuscivo a mantenerla per
più di
pochi secondi che i capelli tornavano del loro naturale color corvino.
Un
fremito nell'aria. Qualcuno si stava
avvicinando. Finsi di non accorgermene. I miei sensi erano al massimo
dell'allerta. L'aria si fece pesante. Percepì uno strano
odore nell'aria e
cominciai a respirare faticosamente. Mi misi in ginocchio e poi
crollai. Sentì
solo una flebile voce prima di perdere i sensi -Ne abbiamo trovata
un'altra-
diceva.
Questa
è la mia prima storia. Non siate
buoni, se è scritta da schifo ditelo, se non vi piace la
storia ditelo
ugualmente. Presto arriverà un nuovo capitolo.
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Capitolo 2 *** Amici d'infanzia ***
Un'altra
noiosa
giornata lavorativa.
Sospirai
quando vidi entrare la segretaria portando con se una pila di fogli
gigantesca.
L' osservai con aria speranzosa, insomma, non era possibile che avesse
sbagliato a portare i fogli nel mio ufficio?
Ovviamente
no, quella in cui lavoravo era l'azienda più importante del
paese, la più
avanzata al mondo, certamente non ci potevano essere sbagli di nessun
genere.
Spostai lo sguardo sulla mia penna, quanto avrei voluto che cominciasse
a
scrivere da sola permettendomi di uscire.
-Signor
Brief?- la segretaria mi guardava con aria trasognata e quando le
risposi
cercai di essere il più glaciale possibile
-Si?-
-Questi
documenti-, cominciò, indicandoli come se fossero pochissimi
-Li dovrà
consegnare entro un paio d'ore agli scienziati del settore B, sono
progetti
ideati da sua madre e ha detto che erano molto importanti.- Detto
questo se ne
uscì dalla stanza augurandomi un "buon lavoro".
Inarcai
le
sopracciglia. In rari casi mia mamma usava la parola importante,
solitamente usava
quella parola in azienda solo per farmi intendere che si trattava di
prototipi
che servivano a sostituire quelli che papà distruggeva
durante i suoi
allenamenti. Diedi un'occhiata al loro contenuto, ci avevo visto giusto
anche
questa volta.
Il
mio lavoro
consisteva solo nell'apportare modifiche minime ai macchinari, tanto
per farli
più adatti agli allenamenti del principe, mia madre non si
interessava molto
delle tecniche di lotta di mio padre quindi l'aiutavo e le
spiegavo come
impostare le macchine.
Guardai
il
paesaggio che s'intravedeva dalla piccola finestra del mio ufficio il
sole si
levava alto sul mare e La vita procedeva frenetica nonostante il caldo.
Quanto
mi
mancava Goten che ogni giorno bussava alla mia finestra per farmi
prendere una
pausa dai miei compiti lavorativi. Anche da adulto possedeva ancora
quella
voglia di vivere di un bambino mentre io a ventisette anni sembravo un
vecchio
di novant'anni, non fisicamente, (fisicamente sembravo ancora un
ragazzo di
diciannove anni, i Saiyan invecchiano molto più
lentamente dei terrestri)
ma il troppo lavoro mi aveva reso austero ad ogni minima
possibilità di
divertimento, avevo sempre la paura di arrivare in ritardo ad un
appuntamento
importante o stavo sveglio fino a tardi cercando di finire pratiche su
pratiche. Dalla morte della madre, due mesi circa, non si faceva
più vedere
molto in città. Quanto avrei voluto fare qualcosa per lui,
ma non potevo,
persino il suo eterno sorriso da bambino si era spento.
-Toc,
Toc,Toc-
Mi
voltai
di scatto in direzione della finestra aperta.
-Goten!-
urlai
-Hey
topo
da laboratorio!- sorrise lui, non il suo solito sorriso ma meglio di
niente
-Ammettilo, aspettavi che spuntassi fuori da un momento all'altro per
tirarti
fuori da questa scatola-
Non
avrei
mai ammesso quanto lui avesse ragione, mi limitai a biascicare qualcosa
che
risultò incomprensibile anche a me e ci lanciammo fuori
dalla finestra.
Arrivammo
su un isoletta ad un paio di chilometri dal mio ufficio.
-Come
stai?- mi ritrovai a chiedergli pentendomene all'istante, che domanda
stupida
-Come
vuoi
che stia? Mia madre è morta mio padre è sparito
nel nulla abbandonandoci
nuovamente ed è da due giorni che non riesco a contattare
mio fratello e mia
nipote-
Lo
lascia
sfogare stando attento a non porgli più domande ma lasciando
a lui il modo di
sfogarsi più semplice.
-So
quello
che provi,anche mio padre era morto durante lo scontro con Majin Bu,
non sai
quanto mi dispiace-
Ci
guardammo a lungo negli occhi in un segno che per lui era di conforto
mentre
per me era di comprensione.
Spiccammo
il volo in silenzio ma ci fermammo a metà strada. Un uomo
dall'aria severa mi
guardava come se avrebbe voluto uccidermi
-Scendiamo
a terra, c'è tua sorella che ci sta aspettando-
Obbedì immediatamente a
mio padre e resta i sorpreso quando disse a Goten di venire con noi.
Atterrammo
in un parco non molto lontano dai monti Paoz, la vista era bellissima e
l'aria
era pura. Aguzzai la vista e scorsi mia sorella che saltellava come una
deficiente sul posto cercando di farsi vedere.
-Trunks,
sono venuto a chiamarti perché, perché- mio padre
balbettava? Sicuramente era
successo qualcosa di molto grave, odi molto imbarazzante e conoscendo
Vegeta
sicuramente era sicuramente la seconda -Voglio che tu impartisca a Bra
un paio
di lezioni di autodifesa -Come??????-
-Hai
capito
bene e non te lo ripeterò un'altra volta, resterò
qui un paio d'ore ad
allenarmi con- le sue labbra si trasformarono in un ghigno -Goten-
Vidi
il mio
amico indietreggiare di una decina di passi -Io? Perché io?-
-Punto
uno.
Hai disturbato mio figlio mentre era al lavoro e mi hai fatto perdere
un buon
quarto d'ora per cercarlo, punto due hai battuto molto la fiacca in
questi
ultimi anni insieme a mio figlio e punto terzo ho rotto buona parte dei
macchinari costruiti da Bulma e devo continuare ad allenarmi, quindi in
guardia-
Passammo
tutto il pomeriggio così io ad allenare mia sorella, che
stranamente non era
impedita come pensavo, sicuramente per via del suo sangue Saiyan, e mio
padre a
distruggere Goten. Tre ore e mezza di allenamento più tardi
sentimmo qualcosa
muoversi nell'aria, inizialmente pensai ad un animale ma era troppo
strano.
C'era qualcosa nell'aria, non era più pura come prima, ci
mettemmo in guardia
quando Bra cominciò a tossire cadendo in ginocchi, presto fu
imitata da me e
Goten, persi i sensi prima di poter vedere lo sviluppo della
situazione. Sentì
solo una flebile voce dire -Questi sono gli ultimi-
Angolo
dell'autrice
Questo
è il secondo capitolo, spero vi piaccia, qual è
secondo
voi il motivo per cui Vegeta fa allenare Bra? Ma soprattutto
cosa
succederà agli ultimi esponenti della razza Saiyan?
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Capitolo 3 *** Prigionia o vacanza? ***
La
prima cosa che sentì non appena ripresi i sensi furono le
catene ai polsi. Cercai con gli occhi un flebile raggio di luce, ma non
lo trovai.
Chiusi
gli occhi, concentrandomi solo sul senso dell'udito in maniera tale da
poter concentrarmi. Sentivo solo dei flebili respiri ma non capivo da
dove provenissero. Provai a cercare l'aura più vicina a me e
mi sorpresi qundo ne trovai cinque, tutte conosciute: Bra, Goten,
Trunks, Vegeta e mio padre.
Mi
misi a sedere ma qualcosa me lo impedì, provai a cambiare
posizione, ma qualcosa alla base della schiena mi impediva di muovermi
liberamente. Allungai una mano e afferrai una coda -Ma che...?-
sussurrai e cominciai a tirare ma mi dovetti fermare subito, mi faceva
troppo male, quindi rinunciai a staccarla e feci un buco nel pantalone
della tuta per farla uscire. Non ero agitata per quell'improvvisa
apparizione, più che altro sorpresa. La codami era cresciuta
solo due volte quando ero bambina e in tutti e due i casi era stata
staccata, mi chiesi il perchè era ricresciuta ma non
trovando nessuna soluzione plausibile mi arresi. La vista si stava
adattando all'oscurità e cominciai a distinguere il viso dei
miei compagni di... di prigionia forse?
Guardando
i polsi fui certa di si.
Sentì
un altro tintinnio di catene e vidi i miei parenti e amici rinvenire.
Il
buio non mi permetteva di vederli chiaramente ma ero abbastanza sicura
che stessero bene.
-Papà-
chiamai Gohan scrollandolo per le spalle -Papà- ripetei
scrollandolo più forte
-Hey
Pan- sbatté le palpebre e si rese conto della situazione "Non spezzate
le catene" ci disse telepaticamente e poi rivolgendosi a me con il tono
di voce più calmo possibile -Come stai?-
-Sto
bene credo, un pò confusa...- ma non mi lasciò
finire chesi voltò verso gli altri ormai quasi del tutto
svegli
-Come
state?- Fu Vegeta a rispondere -Stiamo bene eravamo insieme quando...
non so che è successo- Tagliò corto non
volendo mostrare quanto fosse in imbarazzo per non essere stato capace
di difendere la sua famiglia.
-Perché
siamo quì che sta succedendo, papà voglio tornare
a casa!- Bra stava supplicando il padre che già nervoso di
suo le rivolse solo uno sguardo che voleva avere uno scopo
rassicurante.
-Voi
ricordate qualcosa di più- continuò mio padre
rivolgendosi a Trunks e Goten che a loro volta scossero la testa.
-Ma...-
Trunks stava per aggiungere qualcosa ma sembrava molto titubante -Poco
prima di svenire ho sentito l'aria farsi molto pesante,
irrespirabile-quell'affermazione mi colpì molto, anch'io
poco prima di svenire avevo sentito la pura e incontaminata aria dei
monti Paoz farsi pesante -e poi- continuò il
lillà -Ho sentito...- ma fu interrotto da Goten che
completà la sua frase -dire a degli uomi che "questi erano
gli ultimi"-
-Un
momento aspettate un attimo, papà tu quando sei stato
"rapito"?- mi sembrava tutto così assurdo -Ti
posso dire solo il giorno, lunedì, non so quanto tempo sia
passato ma ricordo il giorno perché ho fatto fare ai miei
studenti il compito, tu quando?-
-Stesso
giorno, la mamma sarà in pensiero, voi?- chiesi inclinando
la testa verso Bra -Uguale- Bra sospirò -ero insiemea
papà Trunks e Goten-
Alzai
un sopracciglio, che improbabile compagnia, soprattutto per la presenza
di mio zio, ma non ebbi il tempo di fare altre domande che una forte
luce inondò la stanza accecandoci, recuperai la vista solo
dopo pochi secondi ma quell'istante di debolezza mi aveva davvero
infastidita, ma almeno ora potevo vedere la... la stanza? Non era una
prigione come avevo pensato ma era una stanza lussuosissima, c'erano
tre divani dalla stoffa del colore dell'oro e dall''aria molto molto
costosa una libreria che a prima vista sembrava aggiornatissima e un
televisore che era grande quanto l'armadio della mia camera. Era
decorata con dipinti stupendi fatti da colori che non sembravano
provenire dalla Terra ma la cosa più strana erano
le piante, non avevo mai visto quella specie. Mi resi conto che la
parte in cui noi ci trovevamo era l'uinica spoglia da qualsiasi
mobilio. Le pareti avevano una sola finestra rivestita da una tendina
nera, ma non vi badai minimamente così presa ad ammirare
quella stanza, notai che Bra e Trunks non avvano il mio stesso
atteggiamento, ma loro erano abiutati a vivere nel lusso.
Il
televisero si accese e comparve un alieno -Freezer- sentì
imprecare mio padre -Com'è possibile che tu sia ancora vivo-
l'alieno sorrise -No, hai sbagliato, non sono Freezer, sono suo cugino,
ma devo dire che la somiglianza è molta- avevo sentito
parlare del mostro che oltre ventinove anni addietro aveva sterminato
la popolazione di Namek e che aveva causato la trasformazione in Super
Saiyan di mio nonno, avevo sentito fare ai miei amici supposizioni su
altri possibili parenti ancora vivi del mostro ma mai mi sarei sognata
di trovarmi d'avanti a uno di quegli esseri immondi -Tuttavia-
continuò quell'essere -io preservo la vita, al contrario del
mio cuginetto e quindi conservo le razze migliori per un futuro
universo nel quale...-
-Balle-
lo interruppe il principe dei Saiyan -Ho capito chi sei, quando
lavoravo per Freezer ho sentit parlare di te, tu sei Comias, giusto?-
Il mostro si mise a ridere -Vedo che tu sai chi sono e credo di sapere
anche io chi sei tu, Vegeta giusto?-
-Il
principe Vegeta- lo corresse, guadagnandosi la mia ammirazione
-Comunque tu non preservi proprio niente, tu sei un Collezionista, vale
a dire - si voltò e cominciò a spiegarci -un
alieno che organizza "tornei" costringendo le varie popolazioni dello
spazio a combattere tra di loro, intrappolandoli, aspettate fatemi
ricordare, ah si in zone dove questa gente è salva solo
finché sta ai suoi ordini che consistono, per la maggior
parte delle volte, nel "partecipare" a questi tornei se disobbediscono
si paga con la morte, il fatto è che non puoi ucciderci-
disse voltandosi nuovamente verso Comias -perché non
c'è una lega di metallo o essere nell'universo capace di
ferirci o alla nostra altezza, quindi non puoi intrappolarci- aggiunse
con un sogghigno e per dimostrare le sue parole spezzò con
estrema facilità le manette ai suoi polsi. In quel momento
notai che anche lui aveva la coda, guardai gli altri, era ricresciuta
anche a loro ma nessuno aveva toccato l'argomento chissà
perché -Caro Vegeta, vedi non avrei nessun interesse a
uccidervi è già molto tempo che vi osservo e so
che tutti voi siete capaci di far avverare la leggenda, ma io non ho
paura al contrario di mio cugino, io voglio proteggervi siete dei pezzi
così rari- disse, quasi accarezzando le parole -Come ti
permetti- Gohan era infuriato ed ebbi paura di lui per via dello
sguardo che aveva lanciato all'alieno, sembrava sul punto di
trasformarsi -NOI NON SIAMO MERCE!- urlò avanzando verso il
televisore appeso alla parete e come per confermare le sue parole diete
un pugno al muro che venne trapassato da parte a parte e non appena
ritirò la mano cominciò a crearsi una forte
corrente d'aria. Guardai la finestra e mi resi conto che non era
coperta da nessuna tendina nera, ma che invece dava sul vuoto assoluto.
Distolsi lo sguardo non appena senti la corrente d'aria dissiparsi. La
parete si stava riformando tramite quelli che a me sembravano dei fili
di metallo. Pochi secondi dopo, il muro era tornato come nuovo e una
nuova consapevolezza si faceva spzio in me, ci aveva intrappolati
mettendoci in un luogo dove neanche i Super Saiyan leggendari potevano
sopravvivere, nello spazio aperto.
-Godetevi la permanenza nel vostro nuovo alloggio- e con l'eco della
sua risata si spense anche il televisore.
Nota dell'autrice
Nel capitolo precedente avevo scritto che Trunks aveva trent'anni, ma
mi sono accorta che lui ne ha 27 quindi ho provveduto a correggere,
perchè se avessi lasciato quell'età avrei
"sballato" l'età di Pan, Bra e Goten. Per il resto spero che
questo nuovo capitolo vi piaccia se ci sono errori ditelo,
perché voglio rendere il mio modo di scrivere il
più decente possibile. Presto aggiornerò la
storia.
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Capitolo 4 *** Appuntamento ***
Silenzio glaciale.
Nessuno aveva voglia di parlare dopo l'improvvisa apparizione
dell'alieno.
Eravamo rimasti tutti immobili in attesa, in attesa di un qualcosa che
nemmeno noi conoscevamo. Il primo a muoversi fu Vegeta, che si
avvicinò ad una pianta, decorazione della stanza, e si
sedette di fronte ad essa, studiandola. Trunks cominciò a
parlottare a bassa voce -Siamo nello spazio, ciò significa
che questa è una navetta spaziale, il che siginifica che
deve avere dei comandi.- Cominciò a ad andare avanti e
indietro e non lo guardai più, già ero nervosa di
mio, non avevo bisogno di altra ansia da prendere da altre persone.
Già persone, perché noi non eravamo ogetti, come
ci aveva definito il mostro.
Mi accorsi di avere ancora le manette ai polsi,gli altri le avevano tolte, cercai di contenere la
rabbia, e le ruppi.
La situazione che si era creata poteva essere definita sotto la parola
caos. Bra, Goten e mio papà fluttuavano nell'aria senza
badare alla direzione che prendevano, Trunks continuava a camminare su
è giù, Vegeta continuava ad avvicinarsi alla
pianta, come per vederla in ogni minimo particolare. Cominciai a
passaeggiare toccando le pareti della stanza, forse c'era qualche
passaggio segreto, al quanto improbabile ma proprio non riuscivo a
stare ferma.
Continuai a camminare passando la mano sui muri e notai che un punto
della parete era un pò rialzato, notai anche un pulsante
accanto e allora lo premetti.
La porta si aprì, non si trattava di un passaggio segreto ma
di una comune porta che si apriva con un bottone minuscolo.
-Hey, guardate cosa ho trovato- ma fui interrotta da mio zio Goten che
si mise a gridare come un ossesso -LA CUCINA, LA CUCINA, LA
CUCINA!!!!!!!!!!!!!-
Gli lanciai un' occhiataccia che avrebbe fatto impallidire il
più comune Saiyan, ma mio zio non ci badò
proprio, anzi, si mise a correre come se ne valesse della sua stessa
vita.
Anche la cucina era molto lussuosa e ogni scaffale era pieno di
cibarie, inizialmente pensai che fossero avvelenati, ma poi pensai a
quello che aveva detto Comias "preservo la vita delle razze
più potenti" -Certo, come no- borbottai e mi lanciai alla
ricerca di qualcosa al cioccolato, cercai per due ore buone, non trovai
niente di dolce, al contrario trovai una fornitura che poteva, essere
definita a vita, di verdura.
-Stupido, alieno- imprecai. Al centro della stanza si ergeva un
elegante tavolo, già pronto per essere utilizzato per la
cena, il problema era che l'unica cosa che mancava era appunto il cibo
già cucinato, a quello ci avremmo dovuto pensare da soli,
guardai mio zio Goten che già si era messo al lavoro. Era un
cuoco provetto, e per questo mi stupì perché
pensavo che da solo in cucina avrebbe potuto far saltare in aria la
casa, ma dovetti ammettere che c'era da aspettarselo da uno che amava
il cibo così tanto.
Quando finimmo di mangiare si poteva benissimo dire che lì
dentro ci aveva mangiato un esercito, ognuno dette una mano per pulire,
apparte il principino certamente non poteva sporcarsi le sue reali
mani, cosa che non mancai di far notare, e poi sedemmo nei divani dell'altra stanza.
- Vi devo parlare-cominciò Vegeta serio -credo di sapere il
motivo per cui ci è ricresciuta la coda, più del
motivo credo di sapere il come, quelle piante- le indicò con
un cenno del capo -emettono degli "odori" che, se respirati a lungo da
un Saiyan, permettono la rigenerazione della coda, anche in tarda
età, lo so perché venivano usate quando un Saiyan
perdeva la coda durante un combattimento ma dopo la distruzione del
pianeta Vegeta anche quelle scomparvero, o almeno così
credevo- prese fiato - Vedete quella stella fuori dalla finestra?- noi
annuimmo -Si chiama Paradrax e vicino a lei c'è una luna, la
vicinanza con la luna ha accellerato anche il processo di rigenerazione
della coda-
-Io invece, credo di sapere il motivo, se voi
avesse una collezione di... di motociclette in miniatura, vorreste le
migliori no?- mio padre aveva cominciato uno dei suoi logici e ferrei
discorsi.
-Certo che si- rispondemmo all'unisono.
-Giusto e li vorreste con tutti i pezzi al loro posto, no?-
-Ovvio, allora vuoi dire che questo ci voleva "interi"?- suppose Bra
Mio padre annuì -Esattamente-
Trunks intanto si era avvicinato alla finestra -Ci avrei dovuto pensare
prima- disse ad alta voce-
-A cosa fratellone?-
-Questa "navicella" non ha comandi perché è un
vagone!-
-Come?, quindi siamo intrappolati quì?-
-Mi sa di si Bra, guarda là, vedi quel tubo? Credo che sia
il tubo che trasporta ossiggeno quì dentro ed è
anche raforzato quindi significa che ha funzione di trasporto
dell'ossiggeno e di trasforto della navicella, che definirei scatola.-
-Come sei intelligente bravo, bravo- sobbalzammo nel constatare che il
televisore si era riacceso e che il mostro ci guardava con aria
gongolante -Vi consiglio di prepararvi, domani ci sarà la
prima gara, guarda Trunks che la scatola ha molte stanze sistematevi
come credete, nelle vostre stanze potrete avere una buona cognizione
del tempo, c'è tutto, orologi, calendari etc... Ricordate
l'appuntamentodi domani, credo che sarà molto... divertente-
Il televisore si spense e il gelo ripiombò su di noi.
Angolo dell'autrice
Questo era più un capitolo introspettivo presto si
arriverà all'azione, spero di non avervi annoiato.
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Capitolo 5 *** Comincia il torneo ***
Ci trovavamo nella stanza del televisore, dopo un giorno di
prigionia in quella scatola, l'avevo soprannominata così.
Tutti sapevamo cosa aspettare, perciò non ci sorprendemmo
quando la tv si accese e Comias fece la sua comparsa -Salve a
tutti, la prima gara di oggi sarà una cosa molto leggera,
non preoccupatevi, voglio solo "testare" le vostre abilità,
ma sono sicuro che non mi deluderete, insomma, quasi tutti voi avete
raggiunto la leggenda, ne manca solo una- a quest'ultima affermazione
abbassai lo sguardo alle punte delle mie scarpe per non dover vedere
l'espressione sorpresa e sconcertata di mio padre, non ci voleva molto
a capire chi delle due ragazze avesse raggiunto lo stadio di Super
Saiyan visto che l'unico interesse di una di loro era fare shopping
-Oh, non ve l'aveva detto? La piccola Son lo ha raggiunto dopo la morte
della nonna è molto arrabbiata con suo nonno-
cominciò a ridere di gusto, eccitatissimo.
-Da quanto tempo ci spii?- chiese Vegeta con un tono che non ammetteva
menzogne.
-Ogni cosa a suo tempo mio caro Vegeta ma posso dirti che è
da molto, forse anche prima della morte di mio cugino, ma quale delle
due morti? O forse anche prima, ma dato che non vi conoscevate prima
chi avrei potuto spiare? Adesso basta, sto divagando. Andiamo al punto,
ora quella libreria si aprirà, rivelando una porta che
dà su un lungo corridoio, percorretelo, troverete alla fine
un divano, vi dovrete sedere. Davanti a questo divano ci
sarà un altro televisore, accanto al quale ci
sarà una porta, il nome che apparirà sullo
schermo sarà quello di colui che dovrà
attraversare quella porta. Chi rimarrà nella stanza del
divano, potrà guardare lo scontro comodamente seduto.-
Detto questo il televisore si chiuse e noi restammo immobili, dopo
pochi secondi la libreria si aprì e con lei la sua porta
nascosta.
-Non mi presterò a questa sciocchezza- disse Bra storcendo
il naso -Va contro i miei principi- se c'era una cosa che Bra aveva
preso da suo padre era l'orgoglio -Cara, sono d'accordo con te neanche
io lo voglio fare, ma dobbiamo cercare di stare al gioco il
più possibile.- Le parole di Vegeta mi stupirono, avevo
sempre visto in lui la parte orgogliosa e mai avevo visto la parte del
grande stratega che era. Percorremmo il corridoio in silenzio e quando
ci trovammo di fonte il divano restammo alzati. Il televisore si accese
e apparve una classifica, simile a quella del torneo Tenkaichi, avevo
visto tante di quelle razze aliene alla ricerca delle sfere, ma mai
avevo visto esseri di quel genere. L'immagine cambiò:
GOTEN
Ecco il primo che avrebbe dovuto affrontare l'ignoto, il più
giovane dei fratelli Son.
-State tranquilli ragazzi, vado e torno, ha detto che non era niente di
complicato no?-
Ci salutò con un sorriso così simile a quello del
nonno che una fitta di dolore mi attraversò dalla testa ai
piedi e prima che lui potesse attraversare la porta lo trattenni e lo
abbracciai -Stai attento zietto- sussurrai.
-Non ti preoccupare scimmietta- detto questo mi scompigliò i
capelli e attraversò la porta.
(Ora il punto di vista cambia, infatti sarà Goten a parlare
e pensare fino alla fine del capitolo)
La porta dava direttamente accesso all'arena, dopo che varcai la soglia
essa si richiuse alle mie spalle, ero un pò agitato,
solitamente durante gli eventi importanti indossavo sempre la vecchia
tuta di mio padre, quella che aveva usato nel torneo Tenkaichi nel
quale aveva sposato mia madre, quanto mi mancavano.
Scacciai il pensiero, dovevo concentrarmi su quello che mi aveva detto
telepaticamente la sera prima mio fratello. Non sapeva il
perché ma mi aveva detto che aveva la sensazione che il
primo a combattere sarei stato io, ci aveva proprio azzeccato, inoltre
mi aveva detto di guardare ogni angolo, in cerca di possibili vie
d'uscite, ammirai e perlustrai l'arena, camminai fino al centro per
poter avere una visuale migliore. Mi voltai verso la nostra "scatola" e
notai che solo per una breve parte era collocata sull'arena, il resto
giaceva nel vuoto,non era l'unica, vi erano altre strutture situate
nella medesima posizione, il campo di battaglia era stupefacente, era
costruito con un metallo trasparente, simile al vetro ma molto
più resistente, infinitamente più resistente,
dava la sensazione di camminare nello spazio aperto, guardai la volta
celeste sulla mia testa e notai che in alto c'era un astronave, rimasi
con la bocca spalancata, era gigantesca! Ed era assicurata con delle
corde d'accaio all'intera struttura che di certo non era piccola, mi
alzai in volo fino a raggiungere il tetto di "vetro". Contando anche le
varie scatole, il vagone, come lo aveva definito Trunks, era grande
quanto quattro campi di calcio, forse cinque, e la navicella era almeno
il triplo, sembrava una città volante, ma forse era proprio
questo l'obiettivo del mostro, avere una città con piccoli
schiavi trattati come gladiatori che combattevano nel colosseo
romano.
Sospirai e atterrai, nella parte ovest dell'arena c'era un megaschermo,
pensai che questo aveva proprio la fissa dei televisori, che
s'illuminò facendo vedere una mia immagine catturata mentre
stavo mangiando un panino e con la coda mi stavo grattando la schiena,
arrossì immaginandomi la mia rientrata nella scatola con le
risate insopportabili dell'intero gruppetto mezzosangue, Vegeta avrebbe
accennato uno "Tsk" e si sarebbe voltato dall'altro lato, ma l'immagine
posizionata accanto alla mia mi fece rabbrividire, era una specie di
omuncolo che sembrava fatto di fango dalla vita in giù e da
tanti brufoli informi dalla vita in su, in quel momento pensai che non
lo avrei fatto avvicinare di un soffio, lo avrei attaccato con colpi
energetici fino a quando si sarebbe arreso.
La cosa entrò nell'arena, dove regnava il silenzio assoluto
e l'immagine del televisore cambiò ancora, svelando il
mostro, questa volta in compagnia di due aliene sedute accanto a lui,
mi venne la nausea, si vedeva lontano un miglio quanto quelle fossero
disgustate e quanto lui fosse viscido -Salve spidanti, Xonio, tu non
sei nuovo di questi combattimenti, ma il ragazzino d'avanti a te si,
quindi solo per oggi non sarà un combattimento mortale. Feci
un sorrisetto, quell'essere avrebbe dovuto ridurmi in fin di vita? Il
mio sorriso si allargo in un ghignio mentre una forte scarica di
adrenalina mi saliva lungo la spina dorsale, era l'euforia del
combattimento, l'euforia che sentiva ogni Saiyan mezzosangue o puro che
fosse, mi misi in posizione, non smettendo però di osservare
ogni singolo spazio dell'arena, non sembravano esserci vie di fuga
-Dannazione- sussurrai facendo salire il mio livello di combattimento
vertiginosamente -Forza ragazzi- era di nuovo Comias che parlava -Uno,
due, tre, VIA-
Il movimento del mio avversario fu rapidissimo, sputò, da
quella che sembrava una bocca, una colata di fango,la evitai muovendomi
velocissimo. L'occhio mi cadde su dove il fango si era posato, non era
fango ma acido, riusciva a corrodere lentamente il pavimento ma prima
che si aprisse un buco la lega di metallo rispose alla reazione
facendo... uscire fuori l'acido, lo aveva assorbito e lo aveva espulso,
vidi una macchia marrone sfogata avvicinarsi e stavolta mi mossi
proprio all'ultimo minuto e delle goccie mi arrivarono sulla manica
della maglietta, la strappai e la buttai lonano per paura che l'acido
arrivasse anche sul braccio, intanto il mio avversario stava
prendendosi di consistenza, si stava trasformando in qualcosa che
sembrava umano e un attimo dopo mi fu tutto chiaro, stava usando il
fango per rimodellarsi e diventare una mia perfetta copia, mi lanciai
contro di lui in volo caricandogli un pugno in pieno stomaco, ma
fendetti l'aria, e un colpo fortissimo alla schiena mi fece cadere a
faccia in giù sul pavimento. Piantai le braccia sul
pavimento e con le gambe diedi un calcio in pieno viso al mio
avversario che barcollò all'indietro ma non
crollò, non volevo raggiungere lo stadio di Super Saiyan, mi
ripromisi che l'avrei fatto solo se fosse stato di vitale importanza,
continuai a prenderlo a calci e pugni, quando lui mi bloccò
una mano e ricominciò a sciogliersi in acido, mi avrebbe
sciolto una mano se non mi sarei liberato alla svelta, presi in
considerazione l'ipotesi di trasformarmi ma mantenni la mia promessa
quindi, aprì il palmo della mano all'altezza del suo viso e
caricai un colpo energetico, arrivato ad un livello di potenza che non
lo avrebbe potuto uccidere ma lo avrebbe tramortito lo liberai. Il
mostro venne scaraventato dall'altro lato dell'arena e
crollò a terra svenuto. Alzai la testa verso il televisore e
notai che Comias sembrava alquanto deluso -Non ti è
piaciuto lo spettacolo?- gridai -Non è questo, sei stato
bravo ma avrei voluto vedere la tua trasformazione dal vivo, peccato, e
poi, quell'alieno, si è lasciato battere così
facilmente, non è un valido esponente della sua razza-
schioccò le dita e fu con orrore che guardai il povero
alieno assorbito dal pavimento e rilasciato nello spazio -Puoi
ritornare dai tuoi amici, parenti o quel che sono- Comias era
addolorato, come se avesse fatto una scelta che lui non voleva fare ma
necessaria-
La porta si aprì e potei tornare nella scatola.
I miei amici erano scossi, avevano visto tutto, anche la parte nel
quale il poveretto veniva rilasciato nello spazio.
-Questo è quello che ci succederà se perdessimo
qualche gara?- disse la turchina con gli occhi lucidi.-
-Bra sta tranquilla non credo che farà una cosa del genere
con noi- disse Pan abbracciandola.
Io mi rivolsi a mio fratello -Non ci sono vie d'uscite, bhè,
apparte l'espulsione- Notai che Pan e Bra erano state colte da un
fremito di paura -Andiamo in cucina preparo qualcosa di buono- aggiunsi
e mio fratello mi diede una pacca sulla spalla -Troveremo un modo-
sussurrò.
Le ragazze non avevano sentito l'ultima parte della conversazione e si
erano riprese, mia nipote mi disse con un sorrisetto stampato in faccia
-A proposito zietto, bella foto- e la mia previsione si
avverò.
Angolo dell'autrice
Questo è il capitolo più lungo che ho scritto
spero che vi piaccia. Tra un pò si scoprirà il
perché sono svenuti e altre cose che ancora non ho del tutto
chiarito. Al solito, se ci sono errori non mancate di dirlo.
Aggiornerò presto.
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Capitolo 6 *** Trasformazione ***
Quella sera, nella scatola dei Saiyan, c'era un silenzio
inquietante.
Mi alzai dal letto perché non riuscivo in alcun modo a
prender sonno. Mi ritrovai a girare per le stanze buie, stando ben
attenta a non far rumore, persino i miei passi felpati mi sembravano
troppo chiassosi perciò decisi di levitare proprio come un
fantasma, vagavo senza una meta precisa, una volta andavo verso la cucina,
un'altra verso la mia camera, una volta ancora verso la sala del
televisore, ero molto attratta da quest'ultima camera perché
era l'unica provvista di una finestra e guardare lo spazio infinito mi
dava l'impressione di rivivere i momenti passati con il nonno e Trunks.
Appoggiai la testa al vetro, chissà dov'era in quel momento,
forse il drago lo aveva portato via con se per fargli imparare qualche
nuova tecnica in un qualche luogo sperduto della terra, in un'isola
forse, chissà se avrei potuto rivederlo. Alzai la testa di
scatto, sembrava che qualcosa, fuori, nell'universo mi stesse
chiamando, non sapevo il perché ma avevo la sensazione che
non avrei dovuto guardare, ma quel richiamo era così forte,
cercai di andarmene in camera mia ma proprio non potevo resistere.
Alzai lo sguardo e la vidi.
La luna di Paradrax, così bella, così luminosa.
Cominciai a treamare, non per paura ma come se qualcosa mi scuotesse da
dentro. Il tremore aumentò finché non ebbi
più il controllo del mio corpo.
Cominciai ad ansimare, sembrava che stessi soffocando, i canini
cominciarono a crescere, sapevo cosa mi stava succedendo, avevo
assistito da vicino alla trasformazione di mio nonno.
Urlai.
Se mi fossi trasformata lì dentro avrei distrutto la "casa",
uccidendo tutti i miei amici.
-PAANNNN!- l'urlo di mio padre! Mi aveva sentita.
-Non guardate in su, qualsiasi cosa accada- disse calmo Vegeta
afferrandomi per la maglietta del pigiama e trascinandomi a tutta
velocità verso l'arena.
Perché non mi tagliava la coda?
L'avrebbe potuta staccare anche a mani nude, perché non lo
faceva? Lacrime di frustrazione mi solcarono il viso. Mi
lasciò al centro dell'arena e cominciò ad urlare
tenendo gli occhi bassi -COMIAAAAAAAAAAAAAASS- subito il televisore si
accese mentre io stavo per ultimare la mia trasformazione in Oozaru,
arrivando a toccare con la testa il soffitto.
-Cosa... oh- l'alieno si era già reso conto della
situazione, ma io già non capivo più nulla,
cominciai a urlare e a correre, ecco l'ultima cosa che ricordavo.
(Ora a parlare sarà Gohan, descriverà tutto
quello che è successo dopo la trasformazione di Pan)
Era terribile vedere la propria figlia ridotta in quello stato, la mia
piccola Pan.
Era stato uno shock scoprire che era stata capace di provare talmente
tanta rabbia verso mio padre da diventare una Super Saiyan, ma questo
shock era niente al confronto di quello che provavo in quel momento.
Non l'avevo mai vista perdere il controllo fino ad allora e per
esperienza sapevo quello che stava provando, non che ricordassi molto
di quelle volte in cui ero diventato un Oozaru, ma le figure oscurate
nella mia memoria erano terribilmente caotiche e prepotenti.
Un forte rumore mi distolse dai miei pensieri, avevo seguito Vegeta il
più velocemente possibile e ora il materiale di cui era
fatta l'area di combattimento si stava oscurando, fino a diventare del
tutto nero e impedendo la vista degli astri. Improvvisamente apparvero
degli uomimi dietro di me, ma non capì da dove, visto che
non li avevo visti arrivare. Erano in tre, due erano molto simili
all'alieno che ci aveva fatto catturare ma uno era molto più
basso degli altri due, era piccolo ed aveva la carnagione rosa, era
vestito in modo molto stravagante, mi ricordava mio padre, quando era
tornato sulla terra dopo il combattimento contro Freezer, i vestiti
erano simili.
Avevano in mano delle piante, erano le piante che avevamo nel "vagone",
ma cosa avevano intenzione di farci? Presero qualcosa, che non
identificai, dalle loro tasche e bruciarono i vegetali dalla radici.
Nell'arena si diffuse presto l'odore acre di bruciato e cominciai a
tossire cadendo in ginocchio, osservai mia figlia, ancora trasformata,
anche lei era a terra quasi del tutto priva di sensi, la coda ancora si
muoveva, dopodichè vidi soltanto il nero.
(Quì il punto d vista cambia nuovamente ora sarà
Pan a parlare)
Mi alzai di scatto, tremante, nel mio letto, avevo il fiatone e in
più ogni osso del mio corpo mi faceva male.
Mi alzai e crollai sul pavimento, non potevo muovermi -Aiuto- chiamai
con la faccia premuta contro il tappeto, entrò
Papà che mi sollevò da terra e mi mise nuovamente
a letto.
-Come stai?- mi chiese accarezzandomi il viso. Arrossì, era
imbarazzante quando mi trattava come una bambina.
-Bene, più o meno, mi sembra di avere il corpo in frantumi
ma per il resto credo che vada tutto bene- sorrisi e lui
sembrò un pò più sollevato
-Perché Vegeta non mi ha tagliato subito la coda?- chiesi
tornando seria.
-Volevo vedere se riusciva a gestire la situazione, posso entrare?
-aggiunse il il principe con espressione severa e leggermente
arrabbiata.
Lo seguirono Trunks, Bra e Goten.
-Volevi vedere la situazione?- quasi urlai - Stavo per distrugere tutto
e volevi vedere cos'avrebbe fatto il mostro?-
-Sta calma- mi disse Gohan preoccupato.
-No, non sto calma, quello lì stava per farvi fare tutti
fuori da me!- conclusi con le lacrime agli occhi che soffocai
prontamente.
-Almeno non è stato del tutto inutile- sospirò
Gohan -Abbiamo scoperto come hanno fatto a catturarci, avete visto
quelle piante no?-
-Oh, ma chissene, siamo bloccati quà e tu ancora cerchi di
capire come e non all'andarcene?- detto questo Bra si girò e
si diresse sculettando verso camera sua, quanto era stupida in certi
momenti.
Tutti nella stanza sospirarono -Io no, quali piante?- domandai. Vidi
un' ombra passare sul volto di mio padre -Le hai viste solo che eri
"occupata"-
-Ah già- sbuffai.
-Quelle piante- continuò mio padre -se vengono bruciate
dalle radici emettono per noi un gas nocivo, comunque ora basta
parlare, tra un pò lo zio ti porterà da mangiare,
a dopo.- Mi salutò con un bacio sulla fronte e
uscì dalla mia camera, anche Vegeta e lo zio erano andati
via, era rimasto solo Trunks.
-Cosa guardavi?-
-Quando?- chiesi conoscendo forse la risposta.
-Quando ti stavi trasformando, cosa osservavi nello spazio?-
Sorrisi -Più che guardare stavo ricordando il nostro
viaggetto- sorrise anche lui.
-Già , ricordo, Pan se vuoi parlare di qualcosa basta
chiamarmi, io sono quì, ok?-
-OK-
-Ciao piccolina- e se ne andò scompigliandomi i capelli.
Tutti sapevano quanto odiavo quel gesto perché continuavano
a farlo?
Angolo dell'autrice
Avevo in mente un altro capitolo ma scrivendo è nato questo,
spero che vi piaccia. Aggiornerò presto.
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Capitolo 7 *** La cattiva fama dei Saiyan ***
Erano passati oltre sette
giorni dalla nostra cattura.
Tre giorni dal combattimento di Goten, ma dell'alieno neanche l'ombra.
Non potevamo allenarci, avremmo rischiato di distruggere tutto.
Per noi Saiyan la lotta era tutto, eravamo una razza che doveva essere
libera e
no prigioniera in quattro mura.
Ormai, nessuno di noi parlava molto, l'unica cosa che facevamo era
rimanere
spaparanzati nei tre divani della stanza principale. Per sicurezza,
avevamo chiesto
a Comias una tendina che copriva la finestra, non volevamo altri
"incidenti".
Din, din, din, din.
-Che dici la vuoi piantare?- Chiesi a mio zio Goten dopo ore che
picchiava il
cucchiaino contro la tazza del caffè, ok, forse non erano
ore, ma dopo lo stress
che avevo accumulato bastava un nonnulla per farmi saltare i nervi.
-Scu... scusa- balbettò imbarazzato, per poi tornare a
fissare con sguardo
atono il liquido nella tazza.
Mio padre e Bra giocavano a carte, le avevano trovate in cucina dopo
che Bra
aveva mandato a fuoco il microonde, Trunks non finiva di
parlottare
sottovoce cercando di capire se in tutta quella struttura ci fossero
dei
comandi per gestire la navicella anche se trovava la cosa al quanto
improbabile, Vegeta ormai stava costantemente davanti la finestra,
sapeva in
che parte dell'universo eravamo, perciò non appena scorgeva
un qualche pianeta
ricopriva la finestra sapendo che c'era la luna. Io cercavo qualcosa da
leggere
ma i racconti presenti nella libreria erano tutti romanzi.
Din don.
Restammo tutti immobili. Non era mio zio, che nonostante il mio
rimprovero
aveva ripreso a picchiettare il cucchiaino contro quella povera tazza,
ma era
un campanello, il campanello di una porta.
Non sapevamo che fare. Che porta dovevamo aprire?
Ma prima che qualcuno di noi dicesse qualcosa la libreria si
aprì e mi scansai
con un saltò all'indietro cadendo addosso al povero Vegeta
che mi stava per
lanciare dall'altra parte della stanza per la rabbia -Scusa- sussurrai
e mi
rialzai velocemente.
Intanto un alieno aveva appena varcato la soglia.
Era bassissimo, vestito in modo molto strano e di una carnagione rosa
acceso.
Mio padre lo guardava come se già lo avesse visto.
-Tu sei l'alieno che ha bruciato la pianta?-
-No quello era mio fratello, io sono qui solo per le pulizie-
In effetti, aveva in mano delle lenzuola sovrapposte che sembravano
pulite e
che gli arrivavano fino al mento. Arrossì pensando al
disastro che c'era in
cucina, per non parlare del bagno.
Bra e io avevamo cercato di pulire ma con quattro uomini in una casa il
detersivo della cucina e del bagno erano finiti in cinque giorni.
Mi avvicinai all'alieno che indietreggiò prontamente, aveva
accanto un secchio
con dentro dei detersivi e allora mi chinai a prenderlo. Lui mi
guardò stupito.
-Voglio solo darti una mano- gli dissi con uno sguardo che voleva dire
di stare
tranquillo.
-No, non puoi- mi disse l'alieno con l'aria di uno che facevo la
spavaldo ma
dietro si celava una gran paura -Dovete cambiarvi e andare ad
allenarvi- ci
guardò torvo -Ora- aggiunse.
Lo accontentammo, andammo a cambiarci e poi ci dirigemmo verso l'arena.
-Dobbiamo andare lì?- chiese Bra chinando il capo per
indicare la direzione.
-Si- rispose l'alieno in modo glaciale. Stavamo per andare quando mio
padre ci
bloccò.
-Vi raggiungo dopo- ci disse.
Annuimmo e c'incamminammo senza fare domande, ci avrebbe spiegato dopo.
L'arena non era vuota, come durante il combattimento di Goten, ma era
pieno di
lottatori e macchine per gli allenamenti. Inoltre anche il colore era
cambiato,
adesso era nera e non si vedevano più gli astri.
Al nostro arrivo ognuno fermò la propria attività.
Vidi che in molti guardavano Vegeta, come se lo conoscessero e poi
ricordai il
suo passato e ricordai perché quegli uomini, o alieni per
meglio dire, erano
lì.
Erano razze in estinzione il che significava che il loro pianeta era
andato
distrutto e dato che Vegeta aveva sterminato i sopravvissuti a quegli
stermini
dovevano essere in parte lì.
Per la prima volta mi sentì in colpa per quello che avevano
fatto i miei
antenati.
In molti non guardavano solo Vegeta, guardavano anche noi. Mi sembrava
quasi di
sentire gli insulti che pensavano.
Assassini, razza senz'anima, scimmie evolute che avevano conquistato
l'universo
solo con la forza bruta.
Cominciammo a camminare verso uno spazio vuoto e ci fermammo
lì. Ancora, molti
dei mostri non avevano ripreso le proprie attività, in quel
momento avrei
voluto sprofondare sottoterra. Ah già, lì non
c'era terra.
-Aspettiamo Gohan?- disse mio zio ad alta voce.
Alcuni mostri udendolo lo fissarono e mio zio diventò tutto
rosso.
-Sarà meglio aspettarlo, si.- disse Vegeta incrociando le
braccia.. Mio padre
arrivò dopo cinque minuti e a lui fu riservato lo stesso
nostro trattamento.
Ma la furia dei Saiyan era davvero così famosa?
Stavolta gli insulti dai pensieri arrivarono alle parole pronunciate ad
alta
voce.
"Maledetti scimmioni", "Freezer è sempre stato un buono a
nulla,
non li ha neanche uccisi tutti" e così via.
-Bhè, possiamo cominciare- disse Vegeta con aria quasi
allegra, quasi -Ci
divideremo in coppie, Goten Trunks, Bra e io, Gohan e Pan, allenatevi
al
meglio-
Vegeta non era tipo da fare le cose alla leggera quindi ci doveva
essere un
motivo per cui ci aveva accoppiati così.
Notai che mio padre e lui si fissavano, stavano parlando. Presi nota di
domandargli cosa si erano detti.
-Bene Pan, cominciamo.-
Si avvicinò ad una velocità mostruosa caricando
un pugno che scansai per
miracolo abbassandomi e dandogli un calcio in pieno petto.
Sembrò non
risentirne minimamente e ricominciò ad attaccarmi con calci
e pugni.
"Visto Pan, sei sempre stata debole, sei sempre stata d'impiccio a mio
padre, ha preferito allenare uno sconosciuto piuttosto che sua nipote".
Mi
aveva parlato telepaticamente, e quelle parole erano come una
coltellata al
petto, caricai un colpo energetico che prese con una mano e lo
annullò.
"Sei solo una bambina,è stata solo colpa tua, sei tu il
motivo per cui se
ne è andato, si vergognava di te".
Sapevo che mio nonno non se ne era andato per colpa mia, ero arrabbiata
con lui
solo perché aveva lasciato sua moglie, mia nonna, sola. E
non una volta, ma più
volte. Non si era mai preoccupato di lavorare e l'aveva lasciata nella
povertà
più assoluta.
Gli diedi un calcio colmo di rabbia che bloccò con una mano,
con estrema
facilità.
Si trasformò in Super Saiyan.
"Vedi" continuò a parlarmi telepaticamente "Non raggiungerai
mai
questo stadio, non sei una Saiyan pura, sei solo un terzo Saiyan, sei
inutile"
questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, urlai con tutto il
fiato che
avevo in corpo e mi trasformai, stavolta avevo il pieno controllo di me
stessa
e riuscivo a gestire la situazione, non mi costava alcuno sforzo
mantenere
quello stadio.
Mio padre restò immobile per un paio di secondi, poi
tornò normale.
-Mantieni la rabbia.- Mi disse con un tono di voce neutro.
-Non ho bisogno dei tuoi consigli ho il pieno controllo di me.-
-Lo sai che non pensavo quello che ti ho detto, vero?- Annuì
e chiusi gli
occhi, dovevo restare in quella maniera il più possibile, mi
avevano raccontato
che mio padre e mio nonno erano rimasti per più di sette
giorni dei Super
Saiyan, era questo quello che volevo fare.
Intanto gli altri continuavano il loro allenamento. Sapevo che anche
loro
avevano “assistito” a tutto il monologo di mio
padre, perciò dissi.
-Riprendiamo-
Continuammo ad allenarci per tutto il giorno, ormai gli altri lottatori
erano
andati nelle loro scatole. Durante il combattimento avevo avvertito i
loro
sguardi verso di me e avevo sentito pronunciare la parola "mostri",
ma non vi badai.
Sapevo che noi eravamo gli unici sei della nostra razza a non esserlo.
Quando rientrammo in casa ero ancora trasformata.
-Hai intenzione di restare in quella maniera ancora per
molto?- mi chiese Bra con una punta di gelosia.
Le sorrisi.
–Per sette giorni- dissi.
Angolo
dell’autrice
Stiamo per arrivare ad una svolta importantissima della
storia, aggiornerò presto.
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Capitolo 8 *** All'ultimo sangue ***
Guardai Vegeta
molto attentamente.
Vidi
la sua espressione mutare e diventare sempre più fredda fino
a diventare una maschera d'indifferenza.
Ci
trovavamo nella sala adibita alla visione dei combattimenti. Infatti,
quel giorno Comias ci aveva chiamato dicendoci di sbrigarci
perché vi era un'altra fase del torneo, ma mai avrei pensato
che quella persona dovesse scendere in campo così presto.
Guardavo
il televisore con la bocca spalancata per poi guardare Vegeta e di
nuovo il televisore, come un idiota, cercando di capire se avessi letto
bene o se avessi avuto bisogno di un paio di occhiali.
Guardai
la diretta interessata.
Non
sembrava molto agitata, anche lei aveva un espressione simile a quella
del padre.
Non
si sarebbe mai abbassata a dire quanto fosse terrorizzata come suo
padre non si sarebbe mai abbassato a dire quanto fosse spaventato per
le sorti della figlia.
Li
guardai.
Erano
così diversi nell'aspetto ma così simili nel
carattere.
Incrociarono
i loro occhi, Bra annuì con un gesto della testa, ma non
perché Vegeta le avesse detto qualcosa,ma solo per
rassicurarlo.
Trunks
si avvicinò a sua sorella, le strinse una mano e poi la
lasciò andare. Erano una famiglia molto unita e dovevano
soffrire immensamente per la mancanza della madre, ma loro non facevano
mai vedere i loro veri sentimenti, o almeno non in modo esplicito.
Lei
si voltò regalandoci un sorriso.
-Papà,
manterrò alto l'onore della nostra famiglia.-
Lui
annuì rigido e incrociò le braccia, ma non nel
solito modo disinvolto, quel gesto serviva a trattenersi per impedire
alla figlia di andare incontro al proprio destino.
E
così varcò la soglia, a testa alta e le mani
strette in pugni.
(Qui
il punto di vista cambia, infatti sarà Bra a pensare ed
agire fino alla fine del capitolo)
Il
ring era vuoto, non c'era nessuno, era sola.
Mi
voltai verso il teleschermo e vidi una mia immagine stranamente
familiare. I miei occhi in quella foto avevano qualcosa di strano,
erano rossi. Anche la mia espressione sembrava molto diversa dal
solito, sembrava distorta dalla rabbia e per di più in
quell'immagine erO priva di coda. Strizzai gli occhi come per metterne
a fuoco i particolarI ma non ci riuscì perché si
era rimpicciolita facendo spazio ad un'altra immagine.
Era
il mio sfidante.
All'apparizione
della foto entrò in campo anche lui in carne e ossa.
Aveva
una figura che poteva essere definita simile a quella umana. Due
braccia, due gambe, una testa. Ma la differenza era che quest'essere
era molto più alto, superava i tre metri d'altezza e aveva
il muso simile a quello di uno squalo. La pelle era strana.
Era
blu scura ma non compatta, era ricoperta di squame e andava ad aprirsi
in prossimità delle mani e dei piedi dividendosi in artigli
micidiali.
Pensai
che sembrava un avatar, solo in versione molto ma molto più
mostruosa.
Mi
sorrise scoprendo i denti. A quella vista trattenni un fremito. Non
aveva denti, ma zanne sovrapposte le une alle altre.
-Ah
ma che bello! Questo sarà uno scontro molto interessante-
Alzai lo sguardo per fissare Comias dritto in faccia
-Bra
mi dispiace dirtelo ma questo combattimento sarà all'ultimo
sangue, vedi non mi sembri all'altezza dei tuoi compagni, quindi, prima
che tu diventi un peso per loro...- lasciò la frase in
sospeso come se avessi dovuto concludere io la frase al posto suo.
Non
gli risposi e spostai lo sguardo sul mio avversario, studiandolo.
-Tre-
Comias aveva cominciato il conto alla rovescia e io continuai a
osservare il mio sfidante -Due- sembrava che il suo unico punto debole
fosse la schiena -Uno- non sembrava ne avesse molti forse la lunghezza
degli arti -Via!-
Non
si mosse. Restò in attesa di una mia mossa. Non lo
accontentai, restai anche io in attesa con i sensi in allerta.
Mi
lanciò un'occhiata di disprezzo e... si mise a ridere
-Allora sei tu una dei sei rimasti, se Comias ti ha fatto
venire qui deve significare che non tiene particolarmente a te- lo
guardai, le sue parole non mi avevano toccata minimamente.
Alzai
lo sguardo imitando il ghigno di scherno di mio padre -Quindi neanche
tu devi essere un granché visto che ti ha mandato qui per
farmi fuori. Ha detto che sarebbe stato uno scontro interessante,
potrebbe essere quindi uno scontro tra due nullità-
Per
tutta risposta lui mi ringhiò -I Saiyan hanno sterminato il
mio popolo e tu discendente sta pronta a pagare i debiti dei tuoi
antenati-
Detto
questo si lanciò verso di me cercando di trapassarmi
l'addome con gli artigli.
Lo evitai con un balzo ma lui velocissimo riuscì a
raggiungermi e a darmi n pugno al viso. Cominciò a fare
degli affondi con le braccia ma non riusciva a colpirmi, gli
sorrisi, aveva già il fiatone. Vedendo che non riusciva a
concludere molto cambiò tecnica, si abbassò, mise
le braccia a terra e mi diede un calcio con entrambe le gambe nello
stomaco.
Sputai sangue e nel mio momento di distrazione si avvicinò
provando un ennesimo affondo con gli artigli. Riuscì a
scansarmi all'ultimo momento ma ormai mi aveva ferito al braccio.
Fissai a lungo la ferita, mi sarebbe rimasta la cicatrice, la rabbia
cominciò a scorrere in me e l'istinto s'impadronì
del mio corpo.
Cominciai a combattere come mai avevo fatto in vita mia. Davo calci e
pugni ma l'avversario continuava a schivarli con estrema
facilità.
Cominciai a urlare e sentì l'adrenalina entrarmi in circolo
e allora provai una cosa che in tutta la mia vita non avevo mai provato.
Amavo la ferocia con il quale il mio corpo rispondeva agli attacchi.
La lotta, il combattimento, il sangue, il sudore, erano parte
di me. Li sentivo, mi chiamavano e allora feci una cosa che mai avevo
fatto prima.
Accettai la mia parte Saiyan e in quel momento successe.
Un calore, dal profondo del cuore si propagò in tutto il mio
corpo accendendomi della luce dorata del Super Saiyan.
Sorrisi soddisfatta e mi avvicinai al mio avversario come se la partita
fosse chiusa, ma lui non si arrese, con un movimento velocissimo mi
fece un graffio sulla guancia.
-Eh no, questo non dovevi farlo- sussurrai.
Mi avvicinai a lui e gli presi la testa fra le mani lo feci abbassare e
gli diedi un calcio in pieno viso rompendogli il naso.
-No- indietreggiò tenendosi la faccia tra le mani -No, non
ti farò vincere!- mi urlò venendomi incontro.
-Non credo proprio- e detto questo mi lanciai contro di lui caricando
il braccio e perforandogli lo stomaco da parte a parte.
Ritirai il braccio e non badai al morto d'innanzi a me ma guardai la
mia mano, ricoperta di sangue, segno della mia vittoria.
Sorrisi e mi girai verso Comias.
Stavo per dirgli su quanto si fosse sbagliato sul mio conto
immaginandomi sul suo viso un'espressione sconcertata ma invece non era
così, aveva l'aria di uno che aveva appena vinto al lotto.
Le parole mi morirono sulle labbra. Era questo che voleva, la mia
trasformazione, ecco perché mi aveva detto quelle cose.
Strinsi i pugni per essere stata così stupida da non capirlo
prima. Senza degnarlo di uno sguardo tornai dentro.
Restai di sasso alla scena che mi si presentava d'avanti.
Gohan,Pan e Trunks cercavano di tenere Vegeta lontano dalla porta,
erano tutti trasformati eppure facevano fatica a trattenerlo, invece
Goten era d'avanti alla porta che mi aspettava, forse era l'unico ad
aver osservato l'intero scontro e non appena mi vide rientrare corse
verso di me.
-Oh cavolo Bra, non sai quanto mi dispiace- disse abbracciandomi e
restandomi vicinissimo accarezzandomi la parte graffiata del viso.
Intanto la scena d'avanti a noi era cambiata. Adesso nessuno teneva
più Vegeta che guardava Goten come se lo volesse ammazzare,
ma erano tutti intenti a osservarci. Mi resi conto della situazione e
mi allontanai dal mezzosangue mentre lui diventava tutto rosso
girandosi e andando verso l'interno della scatola quasi di corsa.
Intanto mio padre e mio fratello si erano avvicinati abbracciandomi.
Diedi un bacio sulla guancia a mio padre che diventò tutto
rosso e rientrò anche lui nella scatola, all'inseguimento di
Goten, forse, senza però prima dirmi -Sono stato davvero in
pensiero per te Bra, comunque congratulazioni per... beh hai capito- e
detto questo se ne andò a passo veloce.
Angolo
dell'autrice
mi scuso per il momento tra Goten e Bra ma proprio non ho saputo
resistere a far arrabbiare Vegeta ancora di più.
Aggiornerò presto.
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Capitolo 9 *** Una nuova speranza ***
La libreria si aprì all’improvviso quel
giorno e l’alieno rosa entrò col suo solito
sguardo severo.
Ci guardò tutti, uno per uno, soffermandosi su Goten e mio
padre.
-Posso sapere di chi siete figli?- chiese loro improvvisamente.
-Noi?- domandarono con una certa dose di sconcerto.
L’alieno annuì e loro sospirarono,
quell’alieno non era di molte parole.
-Siamo i figli di Son Goku-
Lui li guardò e annuì nuovamente, come se avesse
capito di chi parlava.
-Hai conosciuto mio nonno?- chiesi con un filo tremolante di voce,
forse lo avevano incontrato da qualche parte.
Lui per tutta risposta mi guardò senza dire nulla e poi
spostando lo sguardo verso gli altri ma rivolgendosi ugualmente a tutti
-Oggi spetta a vi l’ora d’aria, potete uscire nel
ring o farvi una passeggiata nei corridoi della navicella anche se vi
sconsiglio di non fare quest’ultima cosa, ci sono molti che
non tollerano la vostra presenza e credo che voi lo abbiate capito-
detto questo si diresse verso l’interno della casa.
-Vi devo parlare- annunciai a voce alta.
-Parliamo fuori- m’interruppe mio padre.
Fuori l’aria non era molto diversa da quella che
c’era dentro. Era sempre pulita ma solo per via dei sistemi
del trasporto dell’ossigeno.
Cominciammo a camminare sul bordo dell’arena, lentamente.
-Vi ricordate quella foto di Bra? Quella del suo combattimento?- gli
altri annuirono e io continuai -Quella era una foto scattata al tempo
dell’attacco di Baby, quasi oltre un anno fa, non potete
ricordare perché anche voi eravate soggiogati da
quell’essere-
Attesi una risposta che non arrivò e quindi continuai a
parlare -Questo significa che non ci ha mentito quando ci ha detto di
averci sorvegliati per molto tempo- conclusi il mio ragionamento ma
loro ancora non rispondevano.
-Hey? Sto parlando con dei muri?-
Diversamente da come mi aspettavo fu mio zio a rispondermi con un
semplice -Ah si, è come dici tu- e fu allora che mi accorsi
delle varie telecamere intorno all’arena.
Ogni nostra conversazione o azione veniva registrata e mandata al
mittente. Constatai che prima quelle telecamere non c’erano.
”Cos’è successo?- domandai
telepaticamente agli altri “Perché ci sono queste
telecamere?”
Trunks alzò le mani sulla testa, come se non avesse nessun
pensiero al mondo “Durante il nostro allenamento
dell’altro giorno un prigioniero è riuscito a
scappare” mi disse.
”Cosa?Quando?” anche Bra non sapeva niente di tutta
questa faccenda e dato che Vegeta era così silenzioso
supposi che anche lui non ne sapeva granché.
Mio padre sorrise “Teletrasporto”
annunciò, con aria di vittoria.
Goten sembrava assorto nei suoi pensieri “Ma papà
non ci aveva messo un anno per impararlo? E anche stesso dove troviamo
uno della razza Yara.. Yariii... com’è che si
chiamavano Gohan?”
”Yardrat e se lo vuoi sapere ne abbiamo già
incontrati due,uno durante la trasformazione di Pan in Oozaru e uno
è entrato nel nostro vagone”
Restammo tutti di stucco ma dopo la sorpresa iniziale Bra
cominciò a urlarci dentro la testa.
”Ce ne possiamo andare, ce ne possiamo andare!”
Ma quando guardai gli altri il mondo mi cadde addosso.
C’era qualcosa nelle loro espressioni che mi diceva che il
problema non era risolto.
”Bra” cominciò mio zio “Goku
ci ha messo un anno per imparare quella tecnica e lui non lo aveva
fatto di nascosto quindi mi sa che ci ha messo giorni interi, il
problema è che anche se volessimo farlo siamo sottocostante
sorveglianza e metteremmo nei guai anche quel Yardrat se venissimo
scoperti” il suo discorso non faceva una piega.
“Forse posso risolvere io il problema ma non dovrete fare
domande e dovrete coprirmi in caso mancassi in qualche
occasione.”
Non avevo mai visto mio papà così serio e sicuro
di se.
”Per me va bene, mi fido di te papà”
” Anche per noi due” Goten e Trunks avevano un
espressione neutra in viso, mascheravano bene la conversazione.
”A me non cambia nulla, mi basta solo che ce ne andiamo il
più presto possibile da qui!” Bra invece era
chiaramente scocciata, sospirai, la ragazza non era per niente brava
come attrice avrebbe dovuto farne di strada. Era rimasta trasformata
anche lei in Super Saiyan e mi aveva sfidato a chi resisteva di
più. Io avevo accettato. Aveva finto che lo aveva voluto
fare solo per allenarsi, ma in realtà voleva aver la
possibilità di umiliarmi battendomi. Sorrisi, non ce
l’avrebbe mai fatta.
Dopo queste lunghe divagazione tornai alla nostra conversazione.
Vegeta aveva appena spezzato il suo lungo silenzio.
”D’accordo” aveva detto
-Hey? C’è nessuno?-
Eravamo tornati in casa e ora cercavamo l’alieno.
Cominciai a cercarlo in tutta la scatola e lo trovai nella mia camera.
-Ciao- dissi ed entrai nella camera seguita dagli altri
.-Non dovreste essere qui ancora la vostra ora non è
scaduta- ci riservò un’occhiataccia a testa.
-Ti vorremmo parlare- disse Gohan con aria seria.
Voi volete che v’insegni il teletrasporto. Giusto?-
Tra di noi piombò il silenzio.
-Non lo farò, gli ho insegnato io il teletrasporto, mi aveva
detto che così avrebbe potuto salvare i suoi cari e noi, ma
invece sapete che è successo? Lui è scappato e il
vagone in cui stavano i suoi simili è stato staccato,
saranno costretti a vagare nell’universo per sempre e senza
ossigeno il per sempre si trasforma in minuti. Ed è tutta
colpa mia! Mi sono fidato della persona sbagliata. Sono il diretto
responsabile della loro morte-
-Ma noi non siamo come quello- disse a bassa voce Trunks come per
dirgli che di noi ci si poteva fidare.
-Chi? Voi? No, voi non siete come quello, siete anche peggio, ho visto
cosa vi succede quando scendete sul campo, voi siete il diavolo in
persona. La ragazza dai capelli azzurri- fece un cenno del capo verso
Bra –sembra una fata ma poi riesce a uccidere un essere
vivente senza alcun rimorso, tu, presunto figlio di Son Goku, se non
sbaglio ti chiami Goten, giusto? Ho visto il tuo combattimento, lo
avresti potuto salvare se solo avessi voluto ma non l’hai
fatto e poi vogliamo parlare di quello che è successo alla
ragazzina? Avevo sentito parlare di enormi bestie ma mai avevo visto
nulla del genere e dato che può capitare ad ognuno di voi
significa che questo fa parte della vostra natura. Siete solo
sanguinari, ah quasi dimenticavo il più importante, Vegeta,
tu sei solo un mercenario e hai distrutto centinaia di pianeti-
-ADESSO BASTA- gridò Goten avvicinandosi minacciosamente
all’alieno –Noi non siamo come ci dipingi tu,
abbiamo salvato decine di volte il nostro pianeta sacrificando anche le
nostre vite per un bene superiore, io e Trunks non abbiamo mai vissuto
un’infanzia così come mio fratello Gohan ma siamo
riusciti sempre nel nostro intento, salvare e proteggere il pianeta
Terra, il nostro pianeta, quindi NON SIAMO COME DICI TU!- Concluse il
discorso voltandosi ed uscendo dalla stanza., quando si
fermò.
-Che succede, non riesco a muovermi!- esclamò sgranando gli
occhi per la sorpresa.
Fu l’alieno a rispondere –Sto, come dire,
perlustrando la tua aura, oh si, Goku aveva ragione la tua aura
è pura-
-Non hai potuto parlare con mio padre di me perché non ero
ancora nato quando imparò il teletrasporto-
-Chi ha detto che l’ultima volta in cui l’ho
incontrato è stato quando ha imparato il teletrasporto-
sorrise –Dovevo fidarmi di più di quel saiyan, mi
ero arrabbiato perché aveva insegnato ad uno dei suoi figli
le basi del teletrasporto, ma credo che non sia tu quel figlio- si
voltò verso mio padre –Sei tu- disse voltandosi
verso mio padre allungando una mano e afferrandogli il braccio.
Chiuse gli occhi e cominciò a parlare –Sto
rileggendo tutti i tuoi pensieri, i ricordi di una vita, i tuoi momenti
più importanti e più felici, fino ad arrivare ai
giorni nostri- sospirò –D’accordo vi
aiuterò, ma a patto che salviate tutti qui dentro
perché anche gli altri alieni sono prigionieri, non solo voi.
Giuratemelo-
-Lo giuro-dicemmo.
-Gohan tu hai le basi del teletrasporto ma ancora non lo puoi
usare, ti serve un “risveglio" per utilizzarlo, una
specie d’autorizzazione da parte di un Yardrat, ci
vorrà un giorno in totale, ventiquattr’ore. Ma gli
altri dovranno uscire dalla camera e coprirti e inoltre ti dò il
permesso di insegnarlo soltanto ad una persona e solo in pericolo di
vita o in un situazione critica, quello che sto per rivelarti ora
è il segreto della nostra razza, quindi voi altri uscite-
Lo aspettammo, e quando mio padre uscì feci fatica a
riconoscerlo. Non fisicamente, fisicamente era identico, ma
c’era qualcosa di diverso nella sua aura.
Era diventato più forte.
Angolo dell’autrice
In questo capitolo non c’è azione, ma dovevo
“sbloccare” il potere di Gohan. Mi scuso per il
ritardo, ma ieri non ho trovato il tempo di scrivere.
Aggiornerò presto.
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Capitolo 10 *** Il patto ***
-A che punto sei?-
-A nulla-
-Ora?-
-Niente-
-Uffaaaa!- Sbraitai esasperata.
Mio padre cercava da ore auree all'esterno della navicella ma non ne
trovava.
-Hey guarda che non è così facile come sembra! Mi
sto impegnando ma non trovo
nessuno, sembra che siano tutti morti al di fuori di questo rottame-
-Ok, calmati. Scusa ho esagerato.
Ero seduta nel divano più grande della casa e finalmente
avevo trovato qualcosa
di decente da leggere. Il titolo non prometteva affatto bene, si
chiamava
"Sangue e Amore", lo avevo preso pensando che trattasse di qualche
insulso scontro tra due uomini per amore di una donna, invece non era
così.
Parlava dell'amore per la patria lontana, e la disperata voglia di
difenderla
nonostante la distanza. Era una storia di guerra e d'intrighi.
Il televisore si accese e mi distolse dai miei pensieri.
-Salve ragazzi- il mostro non era di buon umore forse per la fuga di
quell'alieno -Oggi ho deciso che voglio concludere il torneo. Ci
saranno dei
combattimenti in serie.-
-Combatteremo tutti quanti?- chiese Trunks.
-Non quelli che hanno già combattuto, quelli hanno passato
l'eliminatorie-
disse l'alieno con un tono di voce stranamente acido, era davvero di
cattivo
umore.
Percorrete al solito il corridoio fino alla sala d'attesa. Al solito-
Detto questo se ne andò.
-Chissà cosa gli sarà preso, era veramente
seccato, mi ricordava te papà- notò
Bra facendo diventare Vegeta di un rosso pomodoro.
-Già hai ragione- concordò Goten ridendo.
-Tu! Tu non hai il diretto di parlare sui miei modi di fare, piuttosto,
preoccupati di tener chiusa quella tua boccaccia larga-
Da quando Goten si era leggermente avvicinato a Bra, ogni giorno Vegeta
gli
lanciava occhiate minacciose che volevano dire "Sta lontano
da mia
figlia, brutto scimmione figlio di un guerriero d'infimo livello"
procurando le risate dei presenti apparte ovviamente ai diretti
interessati:
Bra, Vegeta e Goten appunto.
-Tsh- esclamò Vegeta quando apparve il suo nome sul
teleschermo.
-Torno presto- disse dirigendosi verso la porta ma prima di varcarla
dedicò
un'occhiata a Goten da mettere i brividi. Il poveretto si
allontanò il più
possibile da Bra andando a sedersi tra me e mio padre.
(Ora il punto di vista cambia, sarà Vegeta a parlare fino
alla fine del suo
incontro)
C'era qualcosa di diverso.
Di strano.
Comias voleva far finire gli scontri il più presto possibile
ma perché? Che
avesse in mente qualcosa che andava al di là dei burattini
che teneva fra le
grinfie?
Scossi la testa, era così simile a Freezer, non solo
nell'aspetto ma anche nel
carattere.
Cambiavano entrambi continuamente umore, gli altri non se
n'erano accorti
nei giorni addietro, ma Comias aveva dei mutamenti continui
nell'espressione
del viso, minimi, nessuno li avrebbe notati forse neanche io se non
avessi
conosciuto suo cugino, ma c'erano.
Dovevo scoprire cosa tramava.
-Oh che bello! Il principe oggi combatte- la voce era stranamente
limpida e
vicina nonostante provenisse dal teleschermo, l'alieno era felice come
un
bambino al quale avevano regalato un nuovo giocattolo, quell'euforia
insieme al
nuovo cambio d'umore m'irritò maggiormente.
-Si, si. Me ne voglio tornare dentro il prima possibile quindi fa
uscire il
mostro con cui mi devo confrontare- lo guardai storto -Ora- aggiunsi
-Oppure
vuoi fare un patto?- sorrisi. La sua espressione era mutata.
-Che patto? Non mi sembra che tu mi possa dare qualcosa, insomma, sei
mio
gradito ospite quì non credo che ti serva altro-
-Sai benissimo che noi Saiyan non siamo razza da poter inscatolare come
hai
fatto tu, lo sai che ce ne vogliamo andare,quindi la mia richiesta
è questa; se
noi riuscissimo a vincere il torneo voglio che tu ci rimandi sulla
Terra-
-E se voi perdeste? Vedi io non ci guadagnerei niente ugualmente-
-Lasciami parlare, conquisteremo pianeti e tu potrai farci quello che
vuoi, venderli,
popolarli con le specie che catturi e così via-
-Vedi qual è il fatto, questa cosa ve la potrei far fare
benissimo ora, mi
basterebbe tenere uno di voi quì e gli altri tornerebbero
subito, non
abbandonereste mai un vostro simile e poi è quasi sicuro che
voi vincerete il
torneo- il suo modo di fare cambiò nuovamente, ora sembrava
annoiato.
-Allora rendiamo il torneo più interessante, quando
vinceremo dovrai scendere
tu in persona sul campo e batterti con uno di noi a tua scelta, se noi
vinciamo
sai già qual è la richiesta se perderemo ti
giureremo eterna fedeltà e potrai
mandarci tutt'insieme alla conquista d'interi pianeti, avrai un
miniesercito di
Saiyan leggendari. Che dici? Ovviamente dovrai scendere alla fine del
torneo-
L'alieno ci pensò.
-Non saprei, sono quasi incline a prendere in considerazione il tuo
patto, ma
chi mi dice che non mi tradirai alla prima occasione come hai fatto con
Freezer?-
-Ti sto offrendo spontaneamente la mia fedeltà lui me l' ha
imposta e inoltre
ti sto dando l mia parola d'onore-
-Risponderò alla tua richiesta in un secondo momento, adesso
si combatte- detto
questo il mio sfidante uscì correndo nell'arena.
-Chi non muore si rivede!-
-Tu hai ucciso mio figlio Kyui, te la farò pagare cara!-
-Come fai a sapere che ho ucciso tuo figlio?- chiesi sorpreso a Mendox
un tempo
mio commilitone.
-Lo scooter, funziona anche da ricetrasmittente, ricordi?- mi chiese
con
sguardo traboccante d'odio.
-E così tu apparterresti ad una razza rara? Il vostro
livello di combattimento
è pari a quello di una formica- lo schernì col
mio solito ghigno-
-VEDREMO- gridò spiccando il volo verso di me. Non mi
spostai di un millimetro
lasciandogli dare un pugno al mio viso.
Non mi fece niente ma lui sembrò non accorgersene e
continuò caricando calci e
pugni. Stufo di questo stupido spreco di energie, da parte dell'alieno
ovviamente, gli bloccai un calcio a pochi centimetri dal mio viso con
la mano,
feci forza e sentì un vago scricchiolio d'ossa.
Mendox cominciò ad ansimare per il dolore.
-Sei solo uno scimmione- mi disse caricando un colpo energetico
nell'altra mano
e spingendolo verso il mio stomaco.
Il risultato fu quello di bruciarmi la maglietta.
-Tu sei un mostro- mi disse guardandomi con gli occhi sgranati dal
terrore.
Io sorrisi.
-Che cosa buffa, anche tuo figlio mi disse così e fece
più o meno questa fine-
Lo lanciai in aria e lo feci esplodere.
Rientrando in casa tutti mi guardavano con espressioni inorridite.
-Che c'è?- chiesi sospettando che fosse per la morte di
Mendox ma poi mi
ricordai del patto -Se in caso il teletrasporto non
funzionerà abbiamo un piano
di riserva, no?- ad ogni modo non cercavo il loro permesso o che
accettassero
la cosa quindi mi sedetti sul divano e tacqui.
Il secondo nome mi sorprese, ma avrei dovuto immaginarlo che sarebbe
toccato a
lui dopo di me.
Trunks si alzò e varcò la soglia senza proferire
parola.
( Da qui sarà Trunks a parlare e agire fino alla fine del
capitolo)
Mi aspettavo che quello sarebbe stato il mio turno ma restai ugualmente
sorpreso quando il mio nome apparve sullo schermo. Quindi mi alzai e
uscì dalla
stanza senza dire nulla, non volevo far vedere alcuna debolezza.
Comias non disse niente quando entrai in campo, si limitò a
fare il conto alla
rovescia. Il mio avversario mi stava aspettando.
Restai sorpreso quando lo vidi, non mi aspettavo che un Yardrat
sapesse
combattere.
-Tre due uno via- disse Comias frettolosamente. L'esito di questo
scontro non
gli importava molto.
Mi lanciai verso lo Yardrat.
Grande sbaglio ma me ne accorsi troppo tardi. Lo Yardrat era scomparso
e
riapparso sopra la mia schiena affondando un pugno fortissimo al centro
della
colonna vertebrale.
Restai a terra, provai a muovermi ma non sentivo nulla, pian piano la
sensibilità tornò e potei rialzarmi. Mi misi in
guardia e chiusi gli occhi,
dovevo concentrarmi sull'aura del mio avversario. Era molto forte
nonostante
appartenesse ad una razza prettamente debole, cercai di attaccarlo con
sfere
d'energia ma le scansava prontamente.
Ad un certo punto sparì per poi apparirmi nuovamente di
fronte.
Caricò un colpo energetico che non riuscì a evitare...
Mi risvegliai nel letto della mia stanza con accanto Pan seduta su una
sedia e
addormentata con la testa poggiata sul letto.
-Hey, svegliati- le dissi dolcemente, mi dispiaceva vederla in quella
maniera.
Lei riaprì gli occhi -Ti sei svegliato- sussurrò
con gli occhi appannati dal
sonno -Ti sei svegliato- ripeté gridando.
-Hey si è svegliato- ripeté nuovamente andando a
chiamare gli altri...
-Ma come ti sei fatto conciare- disse Goten entrando tutto sorridente.
Mi alzai a sedere. -Non lo so amico, devo ricominciare al
più presto gli
allenamenti-
-Non al più presto, subito- disse Vegeta entrando. Aveva un
espressione delusa
e arrabbiata dipinta in viso.
Abbassai lo sguardo -Certo papà- sussurrai.
Angolo dell'autrice
Povero Trunks perché proprio lui? Non lo so.
Presto si arriverà alla svolta annunciata un paio di
capitoli addietro.
Aggiornerò presto.
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Capitolo 11 *** La fine dell'eliminatorie ***
(Salve a tutti,
il capitolo inizia con un altro punto di vista, quello di Trunks)
-Come
hai potuto
mettermi in ridicolo in questo modo?- s'interruppe prendendo
bruscamente fiato
-Tu figlio del principe dei Saiyan ti sei lasciato battere da uno di
razza inferiore
e cosa ho dovuto fare? Ho dovuto chiedere di risparmiarti... ma questa
non la
passi liscia. Non appena ti riprendi tu salti fuori dal letto e se mai
torneremo a casa puoi considerarti licenziato ma non disoccupato,
infatti
starai nella gravity room con 200, no che dico, 400 volte la normale
gravità
terrestre-
Vegeta
se ne
andò dalla mia stanza sbattendo la porta e io
abbassai lo sguardo non
riuscendo a sostenere quello del mio migliore amico.
-Cos'è
successo
dopo... l'incontro- riuscì a concludere la frase con fatica.
-Stavi
per
essere spedito nello spazio- Goten sospirò -Vegeta
è uscito di corsa
prendendoti per il braccio, ormai eri quasi del tutto fuori dalla
navicella,
poi ha dovuto chiedere a Comias di darti un'altra
possibilità, l'alieno
sembrava scocciato ma ha accettato però sei fuori dal
torneo, niente
possibilità di combattere, ha rinviato il torneo di un
giorno, giusto perché ha
dovuto calmare gli animi degli altri combattenti, molto dei loro
compagni sono
stati uccisi dopo...-
-Ok
ho capito,
dove sono gli altri?-
-Il
giorno è
passato, hai dormito 24 ore sono nella sala d'attesa, ora tocca o a mio
fratello o a mia nipote-
Mi
alzai di
corsa -Sbrighiamoci, andiamo a vedere-
Ancora
erano
tutti lì.
Non
appena
entrai mi guardarono a lungo e io riabbassai lo sguardo, nessuno di
loro aveva
perso un incontro, ma io si. Mi sedetti in un angolo del divano e
guardai fisso
il televisore.
-Tocca
a me-
disse Gohan alzandosi facendo scrocchiare le nocche delle mani e
andò verso il
ring.
(Ora
il punto di
vista cambia nuovamente e sarà Gohan a parlare)
Vegeta
mi aveva
detto che non si fidava di Comias, che secondo lui aveva in mente
qualcosa, ma
non mi aveva detto tutto, Vegeta rivelava poco o niente alle persone
che gli
stavano vicine e mi aveva detto, o meglio, ordinato di non dire niente
anche
agli altri.
Continuai
a
riflettere sul poco che mi aveva rivelato e arrivai alla conclusione
che avrei
capito a tempo debito.
Ancora
non
potevo utilizzare il teletrasporto. Non riuscivo a individuare auree
all'esterno della navicella e questa cosa m'innervosiva non poco.
Ad
ogni modo ora
toccava a me combattere e non mi sarei tirato indietro quindi mi alzai
dal
divano e varcai la soglia.
Alla
mia
entrata, il viso di Comias nel teleschermo prima ridente ora si era
irrigidito.
Mi
fissò a lungo
-Oh, tocca a te ora? Beh, buona fortuna. Tre due uno VIA- disse con
noncuranza.
Il mio avversario
era già sul ring. Alto e muscoloso con i suoi tre occhi mi
ricordava Tenshinhan.
Sicuramente
non
era veloce o agile ma pensai che forse mi avrebbe sorpreso.
Mi
avvicinai
lentamente e notai nuovi particolari, non aveva mani, aveva solo due
sciabole e
il colore della pelle era più bianca che rosea.
Cambiò
posizione, dall'attacco alla difesa.
Notai
che
tremava leggermente.
Mi
avvicinai di
un passo e lui indietreggiò.
Forse
aveva
visto alcuni dei nostri incontri.
Incrociò
le
braccia e una forte luce si sprigionò dalle punte delle
sciabole che mi venne
incontro.
Allora
capì.
Quel
tremore non
era per paura ma per concentrare energia da rilasciare sotto forma
d'arma.
Bloccai
l'attacco con le mani ma indietreggai di parecchio e lui
cominciò a correre
verso di me agitando le lame per tagliarmi.
Scansai
due
colpi, il terzo mi ferì alla schiena.
Mi
avvicinai
andando all'indietro e gli diedi una gomitata al torace.
I
suoi occhi,
tutti e tre, erano usciti fuori dalle orbite, per modo di dire, allora
mi
voltai e con un pugno lo mandai dall'altro lato del campo.
Lui
si rialzò e
mi venne incontro correndo, non lo volevo uccidere, sarebbe stata
un'altra
morte inutile, allora mi spostai dalla sua traiettoria all'ultimo
minuto e con
un colpetto su quella che a me sembrava la nuca lo addormentai.
Credendo
di aver
vinto mi voltai, grave errore.
Lui
mi bloccò da
dietro con la sciabola sinistra e ora quella destra era premuta contro
la mia
schiena.
-Sei
morto- mi
sussurrò facendo forza per infilzarmi con la spada.
L'odore
metallico de sangue mi colpì fortemente, non mi aspettavo di
sanguinare in quel
combattimento.
Richiamai
a me
la rabbia e i miei capelli si tinsero d'oro e gli occhi del colore del
mare. Mi
liberai dalla stretta e feci un salto dandogli un calcio all'altezza
del collo
che si spezzò.
Lui
cadeva a
terra morto d'innanzi a me il vincitore che di fatto non aveva vinto
nulla.
Questi combattimenti erano così inutili.
Fissai
il
pavimento che si richiudeva sopra da lui e rabbrividì
pensando che la stessa
sorte sarebbe dovuta toccare anche a Trunks, non era mio fratello
è vero, ma le
tante avventure passate insieme me lo avevano fatto considerare tale.
Dentro
nessuno
fiatava parola.
Pan
era
agitatissima, andando per esclusione toccava a lei.
Le
tremava una
gamba, era un tic che l'aveva caratterizzata fin da bambina, quando
doveva
combattere nel torneo tenkaichi ed era agitata.
Le
misi una mano
sulla spalla.
-Andrà
tutto
bene-
Ma
quando il suo
nome apparve nello schermo cominciai a diventare irrequieto quindi
guardai
altrove.
Pan
si fece
coraggio.
-Tranquilli-
ci
disse -Io vado-
(Il
punto di
vista cambia nuovamente, sarà Pan a parlare, agire e pensare)
L'arena
era così
silenziosa, vuota senza i miei compagni d'avventura.
-Tocca
a te
quindi- disse Comias con un accenno di sorriso -Ho già
graziato uno di voi non
vorrei rifarlo-
Un
fremito mi
colse ma non lo feci vedere. Alzai la schiena.
-Dov'è
il mio
avversario?- chiesi in tono di sfida.
-Sta
arrivando o
eccola!- esclamò con un cenno del capo.
Seguì
il suo
sguardo e la vidi. -Ma, ma- tentai d'obbiettare.
-Ma
nulla.
Quella è la tua avversaria dovete combattere altrimenti
sarete espulse tutte e
due.-
Mi
voltai, era
solo una bambina, non era umana, si vedeva dal colore della pelle
arancio
acceso, levitava, era alquanto piccola, poteva avere otto anni circa,
certo,
era un'aliena quindi non potevo fare somme riguardo l'età ma
si vedeva che era
solo un infante, per via dello sguardo smarrito e incerto.
Non
sapevo che
fare.
Se
avessi vinto
sarei stata un mostro, se mi fossi arresa sarei morta.
Non sapevo che fare.
Intanto il mostro aveva dato il via però prima aveva detto
-Se ti ritiri, Pan,
ucciderò entrambe-.
Mi
avvicinai
alla bambina e lei fece tre passi indietro e mi supplicò con
sguardo innocente.
Il cuore mi batteva forte mentre si faceva largo in me una strana
consapevolezza.
Non sarei sopravvissuta a quel viaggio.
Guardai nuovamente la piccola aliena e sperai che potesse udirmi quando
le
dissi telepaticamente "Io ora mi avvicinerò in volo a te,
quando sarò
abbastanza vicina sferrerò un pugno alla tua destra, quindi
ti dovrai spostare
a sinistra e darmi un pugno in pieno stomaco, per il resto non ti
preoccupare,
farò tutto io, non annuire se mi hai sentita o hai capito,
sbatti solo le
palpebre due volte" la bambina lo fece.
-Ok Comias, se pensi di impietosirmi solo perché
è piccola ti sbagli!-
Sorrisi e mi lanciai incontro alla bambina, lei fece come le avevo
detto. Il
pugno che mi aveva dato non mi aveva fatto nulla ma usai la mia stessa
aura per
far sembrare che fosse stato di una potenza incredibile. Caddi a terra
con gli
occhi chiusi mentre il pavimento sotto di me si apriva.
-PAN!- Sentì mio padre urlare e venirmi incontro ma
già era troppo tardi, ero
nello spazio aperto. Non credevo che fosse così freddo.
Aprì gli occhi per guardare un'ultima volta mio padre ma poi
ricordai che dal giorno della mia trasformazione in Oozaru il "vetro"
era diventato nero.
Sentì due braccia forti cingermi la vita mentre l'ultima
traccia d'aria spariva
dai miei polmoni, quelle erano le braccia della morte, pensai.
Angolo dell'autrice
La piccola Pan è maturata durante il viaggio col nonno. Ha
imparato cosa
significa la parola sacrificio.
Non sò che altro dire...
Aggiornerò presto.
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Capitolo 12 *** Amore fraterno ***
Guardavo la scena
che mi si presentava d'avanti con un moto di soddisfazione.
Sapevo
che la
mezzosangue si era lasciata battere, ma ora, potevo vedere se sarebbe
successo,
dovevo vedere fino a che punto un saiyan doveva arrabbiarsi per poter
effettuare una nuova trasformazione.
La
porta alla
mia destra si aprì ed entrò l'aliena.
-Sei
stata
brava, non credevo che ti saresti mai abbassata a farlo, pensavo che ti
saresti
presentata nella tua vera forma-
La
bambina dalla
pelle arancione cambiò forma e divenne una donna che si
avvicinò di un passo.
-Se
non lo
avessi fatto mi avrebbe uccisa, e tu non volevi questo vero?- disse
avvicinandosi e mettendomi una mano sul viso.
-Oh forse lo avresti fatto?- mi guardò in attesa di una mia
risposta -Se si
fosse ritirata avresti ucciso entrambe?-
La
guardai senza
provare nulla e annuì poi guardai con molta
curiosità quello che stava
succedendo nell'arena.
-Cosa?-
la donna
mi aveva lanciato uno sguardo carico di disprezzo, mi diede uno
schiaffo e
ritornò nella sua scatola.
Il suo gesto non mi aveva ferito, piuttosto mi aveva irritato.
Inizialmente avrei voluto che la turchina morisse in uno degli scontri.
Questo perché era lei l'anello debole del gruppo, invece mi
aveva sorpreso. Non
avevo mentito, come avevo lasciato intendere, quando le avevo detto
quelle cose
prima del suo incontro.
Non
potevo far morire il lillà, sapevo quanto era forte, mi
serviva, e poi era stato un piacere vedere il principe dei Saiyan
implorarmi di risparmiarlo.
Per quanto riguardava Pan, quasi mi dispiaceva, ma era stato un
sacrificio
necessario.
-PAAAAAAAAAANNN!-
l'uomo che era il padre della ragazza morta urlava talmente forte da
mandare in
tilt i vari circuiti dei microfoni. Cominciò a dare pugni
nel punto in cui sua
figlia era stata espulsa. nel tentativo di romperlo. Riusciva a farlo
ma il
pavimento si ricostruiva immediatamente e allora tentò di
utilizzare il
teletrasporto.
Sapevo
benissimo
che quel vecchio Yardrat aveva svelato i segreti del suo popolo a loro,
quegli
scherzi della natura, e il fatto che si era rifiutato di svelarli a me,
Comias,
signore assoluto dell'universo, mi faceva arrabbiare come non mai.
Sorrisi.
Poteva
provarci
tutte le volte che voleva, il materiale di cui era fatto quel vetro non
permetteva a niente di uscire se non con un mio preciso ordine.
Il
mio volto
diventò un ghigno.
Quel
vecchio
Yardrat aveva pensato che il discepolo scomparso era fuggito, ma non
era vero,
o almeno, aveva provato a fuggire senza i suoi compagni ma non ci era
riuscito
per via delle funzionalità della cupola di vetro. Era
costituita da un
materiale che si trovava in un pianeta che io stesso avevo distrutto.
Nessuno doveva entrare in possesso di quella risorsa.
Quando aveva provato a usarlo ero stato prontamente informato e lo
avevo fatto
espellere in modo tale da far pensare ai Saiyan che il teletrasporto
fosse stata
una tecnica utilizzabile.
Loro non dovevano sapere il vero motivo per cui si trovavano in
quell'astronave.
Lo avrebbero scoperto solo a tempo debito. Mancava un giorno di viaggio
ormai e
già potevo vedere la luna del mio pianeta d'origine.
La rabbia mi colpì violentemente e strinsi i pugni.
Sarebbero morti tutti,
avrei avuto la mia vendetta e per ironia della sorte, sarebbe stata la
razza
che loro credevano estinta a farli fuori.
Una
luce
accecante invase lo schermo dal quale guardavo gli incontri.
(Ora
il punto di
vista sarà quello di Gohan)
Era
stranissimo.
Era
come se una
parte di me fosse del tutto staccata dal mio corpo.
Percepivo
solo
leggermente il dolore che provavo e guardavo incuriosito il mio corpo
dimenarsi
come un forsennato.
Guardai
i miei
capelli diventare del colore dell'oro e continuare a crescere arrivando
a
toccare le ginocchia.
Riconobbi
solo
vagamente me stesso che ormai aveva raggiunto il livello del terzo
stadio del
Super Saiyan.
Non
m'importava
molto. Avevo perso la cosa più preziosa che la vita mi
avesse mai dato e non
sapevo che farmene di un aumento vertiginoso della mia forza.
Avevo
provato a
usare il teletrasporto, ma non sentivo alcuna aura fuori dalla
navicella e
quando avevo provato comunque a catapultarmi fuori con la stessa
tecnica avevo
ricevuto una scossa elettrica di grande intensità.
Guardai
perplesso Goten che mi abbracciava e piangeva come un pazzo, non
sentivo il suo
tocco, non sentì nulla nemmeno quando Bra e Trunks si
unirono all'abbraccio e
al pianto di Goten.
Ormai
il mio
corpo era immobile.
Aveva
accettato
che non poteva far nulla per salvare sua figlia.
Una
mano si posò
sulla sua spalla.
Fu
quella mano
che mi riportò alla realtà.
Fissai
a lungo
Vegeta.
Aveva
un
espressione neutra ma una lacrima gli solcava il viso,
io ancora non ne
avevo versato e quando vidi quell'uomo così orgoglioso
lasciarsi sfuggire
quell'unico atto di debolezza (non ne avrebbe mai mostrato altri) il
mondo mi
cadde addosso.
Quella
lacrima
era il segno che tutto era accaduto veramente.
La
mia
piccolina, la peste che aveva vinto un torneo tenkaichi a soli quattro
anni, la
ragazzina che aveva salvato l'umanità andando alla ricerca
delle sette sfere
col nonno, la donna che si era sacrificata per lasciar vivere una
bambina, era
morta.
Non
potevo più
muovermi.
Tutto
era
finito, lei non sarebbe più tornata indietro.
Come avrei potuto dirlo a Videl?
Se mai fossimo tornati a casa, questo era ovvio.
Ormai era giorni che mancavamo, cosa pensava ci fosse successo? Era in
pensiero
questo era certo ma sicuramente era tranquilla per Pan, sapeva che
l'avrei
protetta da ogni male.
Come si sbagliava.
Eravamo rientrati in casa. L'alieno non ci aveva detto più
nulla e io non avevo
più la forza di fare niente.
-Voglio vendetta- sussurrai.
-Credimi ragazzo, la vendetta non ti servirà a nulla- mi
disse Vegeta con
l'aria di uno che la sapeva lunga.
-Non ho più motivo per vivere se non la vendetta- a questa
mia affermazione
Vegeta sorrise.
-Dopo che lo avrai ucciso cos' hai intenzione di fare?- prese fiato
-Vediamo di
liberarci e tornare a casa dalle nostre mogli perché,
credimi, se ti
vendicherai il tuo animo ne resterà sfigurato per sempre-
detto questo il
principe voltò le spalle e se ne andò lasciandomi
nel mio dolore.
Ad un certo punto, non ricordo dopo qanto tempo, sentì una
mano posarsi sulla
mia spalla.
Era il mio fratellino che non versava più lacrime ma che
aveva il viso distorto
dal dolore.
Lo avevo visto solo in occasione della morte della mamma in quello
stato.
Ci abbracciamo a lungo, prendendo forza dall'amore fraterno che ci
legava.
Angolo dell'autrice
Tra un pò si
arreverà alla resa dei conti. Scusate per il ritardo.
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Capitolo 13 *** La vendetta di Comias ***
Mancava poco
ormai.
Ancora un altro pò e saremo atterrati.
Avrei potuto avere la mia vendetta sulla popolazione del pianeta
Frìo, la gente
che ci aveva esiliato.
Si, sarebbero morti tutti.
Non un uomo, donna o bambino doveva salvarsi.
Era arrivato il momento di farli uscire. Loro si sarebbero sporcati le
mani
senza nemmeno volerlo.
Sarebbero tornati ad essere dei mostri nonostante si fossero tanto
sforzati di
celare la loro vera natura.
Premetti un pulsante alla mia sinistra e fui collegato con il
televisore della
scatola dei Saiyan.
Li osservai prima di parlare.
Dalla morte della ragazza erano così silenziosi, non
parlavano mai.
Mi lasciai scappare un sorrisetto e loro lo udirono. Stupide scimmie,
avevano
un udito sensibilissimo.
-Cosa vuoi?- chiese Vegeta con tono arrogante e superbo.
Cercai di rendere la mia espressione neutra ma avevo la sensazione che
quel
Saiyan capisse cosa io pensassi.
La cosa mi inquietava e non poco, non doveva venire a conoscenza del
mio piano.
Non adesso che ero così vicino alla sua attuazione.
-Scendete nell'arena, tutti quanti. Vi devo parlare.- Annuirono.
Sembrava che fossero dei robot, era come se si fosse spento qualcosa in
loro,
forse il vecchio me stesso li avrebbe capiti, ma le cose erano
cambiate, io ero
cambiato.
Il collegamento con il vagone s'interruppe per poi ripristinarsi con lo
schermo
del ring.
Guardai la luna, in quella posizione riusciva ad emettere onde bluz
così
potenti da far trasformare i saiyan senza che loro la vedessero.
Era questo il motivo per cui il mio pianeta d'origine non era stato
attaccato
dai saiyan, infatti questi non sapevano dell'effetto della luna del
pianeta
Frìo e quindi si trasformavano all'interno delle loro stesse
navicelle
distruggendole e finendo col disperdersi nello spazio aperto.
Ci avevo messo molto tempo a capire come annullare gli effetti delle
onde bluz.
Avevo capito molto dopo che in realtà non le avrei dovute
annullare ma deviarle
infatti la cupola di vetro aveva anche questa funzione.
Lo avevo scoperto solo dopo la trasformazione della ragazza.
Inizialmente avevo
pensato di farli "addormentare" con le erbe che avevo usato per
catturarli. Si sarebbero risvegliati Oozaru sul pianeta, ma poi avevo
visto
l'effetto delle onde sul vetro e i miei scienziati, che lavoravano
nella mia
stessa navicella, mi avevano fatto vedere come utilizzare questa
reazione e
così facendo avevo risolto il problema delle piante che
ormai scarseggiavano.
Avevo provato a farle clonare ma i risultati erano stati al quanto
deludenti.
Mancavano solo trenta minuti ormai. Era arrivato il momento di
sganciare i
vagoni.
(Ora il punto di vista cambia e sarà Vegeta a parlare)
Un forte rumore metallico risuonò per tutta l'arena.
Inizialmente non avevo capito da dove provenisse ma poi avevo visto
muoversi le
varie scatole collocate sull'arena cambiare di colore.
No, non stavano cambiando colore ma venivano inghiottite dalle pareti
divenute
trasparenti.
Alzai gli occhi al cielo.
Se ci fosse stata la luna quattro mezzosangue avrebbero perso il
controllo.
Cosa aveva intenzione di fare Comias?
Vidi le varie case staccarsi e sentì le urla disperdersi non
appena i vagoni
non furono più collocati sull'arena.
Bra e io eravamo rimasti di stucco, invece gli altri non ci avevano
nemmeno
fatto caso, nessuno parlava da giorni, capivo Goten e Gohan ma non
riuscivo
proprio a capire la reazione di mio figlio alla morte di Pan, era
rimasto
traumatizzato al pari di Goten.
Una lieve
consapevolezza si fece largo in me ma la ignorai. Ad ogni modo non era
il
momento di pensarci.
-MI POTRESTI SPIEGARE LA RAGIONE PER CUI LO HAI FATTO?- gridai a Comias
con
tutta la rabbia che avevo in corpo. Anni passati con Kakaroth, no, non
kakaroth, Goku mi avevano fatto imparare la compassione.
-T'importa qualcosa?- chiese Comias con aria innocente.
-Lo avevo capito sai? Fin da subito che tutta la tua storia era una
balla ma
non capisco dove vuoi andare a parare!- sospirai guardando i miei figli
e i
figli di Goku -Cosa vuoi in realtà? Sono giorni ormai che
guardo la rotta della
nave e questo posto non lo avevo mai visto. Dove ci stai
portando? E
quando ti avevo detto del patto, non avevo mai sperato che facessi
quello che t
avevo proposto ma grazie alle tue scarse capacità recitative
si è capito che
gli incontri non t'interessavano minimamente e...-
-Si, si ho capito Vegeta, sei stato bravo adesso vuoi un biscottino?-
-Non osare...- non finì la minaccia ma mi trasformai in un
Super Saiyan per
lasciar intendere il resto. Lui se ne fregò altamente
cominciò a parlare.
-Anni fa, quando i Saiyan furono sterminati nel nostro pianeta vi era
una grave
crisi politica. Il potere venne preso dall'avversario politico di Re
Cold mio
padre, non mio zio come vi ho lasciato credere, e venne mandato in
esilio. Ma
la storia non finisce qui. I suoi figli restarono al servizio delle
forze
militare del pianeta Frìo e fecero grandi cose. Credo che tu
li conosca tutti.
Il più forte era Cooler, misteriosamente scomparso dopo una
missione di
routine, io, Comias, la mente dei tre fratelli e il conquistatore di
pianeti
Freezer-
-E com'è che io non sapevo nulla sulla vostra fama?-
-Semplice Vegeta, tu sei sempre stato solo una pedina di mio fratello,
vedi
dopo che lui sterminò la tua razza per ordine di colui che
aveva preso il
potere, Fernio, venne additato da quest'ultimo come traditore e
esiliato a sua
volta. Restavo soltanto io dei tre fratelli a dover gestire le
ricchezze della
famiglia ma Fernio aveva in mente di impadronirsi del mio tesoro. Da
tempo si
aggirava un killer per le strade del mio pianeta e questo venne ucciso,
non so
da chi, e le sue colpe ricaddero su di me. Le ricchezze della mia
famiglia
caddero in mano al mio nemico e il popolo del mio stesso pianeta
cercarono di
uccidere me e coloro che avevano legami di parentela con me.
Riuscì a scappare
solo io e mi unì a mio fratello Freezer. Ti ho visto
crescere restando
nell'ombra e vi ho osservati durante l'intero arco della vostra vita.
Quando
Freezer era stato ucciso non m'importava più nulla di lui e
continuai ad
aspettare fino a quando ognuno di voi avrebbe avuto una forza tale da
poter
uccidere uno della mia razza senza la minima fatica e adesso eccoci,
stiamo per
arrivare sul mio pianeta d'origine. Avrò la mia vendetta!-
si mise a ridere
come un pazzo.
-Ma noi non uccideremo nessuno, non puoi costringerci.
-Oh, io non vi costringerò a fare nulla. Guarda su-
indicò con un sorriso la
volta celeste- tu potrai anche controllare la tua trasformazione ma gli
altri
no, ucciderete tutti senza nemmeno accorgervene, questa è la
vostra natura. E
sapete qual è il bello, anche se non la guardate questa luna
emette delle onde
bluz cinquemila volte più potenti di quella sulla terra e
quindi la
trasformazione avverrà ugualmente-
-Se è davvero come dici tu come mai non ci siamo ancora
trasformati?- sorrisi credendo
di aver vinto.
-Questo vetro ha proprietà molto speciali- disse l'alieno
con un sorriso.
-Tu lo sai che anche se sono trasformato posso controllarmi-
-Ho pensato anche a questo Vegeta, tu sei l'unico che possa
controllarsi ma
vedi questa pianta- teneva in mano quel stramaledetto vegetale -Ha vari
effetti- e detto questo chiuse il televisore.
-Adesso basta- Trunks sussurrò e lanciò un onda
contro lo schermo per poi
fissare lo sguardo su di me -Come possiamo impedire la trasformazione?-
-Dobbiamo sbrigarci, dobbiamo staccar...- ma fui interrotto da un forte
boato.
La navicella si era staccata dalla nave madre e stava precipitando
verso il
pianeta e il vetro era come se si stesse sostituendo.
Il vetro alieno era come schizzato via dalla navicella e quest'ultima
veniva
ricoperta da un materiale fragilissimo.
-Dobbiamo...- ma non riuscì a finire la frase. Il mio corpo
era percosso
da forti pulsazioni e ora non potevo più parlare.
La navicella atterrò sul pianeta pesantemente con a bordo
cinque Saiyan appena
trasformatosi in cinque Oozaru senza nessun controllo.
Angolo dell'autrice
Credo di avervi annoiato abbastanza con questo capitolo ma stiamo per
arrivare
alla fine della storia. Ormai manca pochissimo. Aggiornerò
presto.
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Capitolo 14 *** La luce nel buio ***
I saiyan avevano
cominciato la distruzione
del pianeta.
Al
sicuro, nella
mia navicella, potevo già vedere le prime vittime e presto
il gruppo di
scimmioni sarebbe arrivato nella città di Rotes, centro
della vita politica del
pianeta.
Sarebbero
morti tutti.
Avrei potuto avere la mia vendetta. Una volta che avrebbero completato
la
distruzione li avrei lasciati in quel luogo. Non mi aspettavo
fedeltà, come
aveva detto Vegeta.
Io
avevo rotto
il patto per primo, questo era vero, ma Vegeta mi avrebbe pugnalato
alle spalle
alla prima occasione.
Intanto
l'esercito di scimmioni avanzava impetuoso verso la città.
-Dobbiamo
sbrigarci- dissi al guerriero che mi era a fianco.
-Non
possiamo
avvicinarci, non ancora, Comias ha fatto male i calcoli sulla luna. Si
è perso
in un bicchier d'acqua-
-Ahahahaha,
bicchier d'acqua come sei divertente aahahhhah- re Kaioh rideva come un
pazzo,
mentre noi spingevamo i motori della navicella al massimo, dovevamo
impedire di
far morire altra gente.
-Ma
re kaioh lei
non aveva alcun potere in questa parte dell'universo- dissi con un moto
d'irritazione per il suo senso dell'umorismo -Com'è riuscito
a contattarci?-
-Non
posso dire
molto, cara- la sua voce assunse un tono scherzoso -diciamo che la re
Kaioh del
sud non è molto brava al gioco d'azzardo-
-Perché
non
usiamo il teletrasporto?-chiesi sbattendo i pugni sui comandi.
-Perché
arrivereste subito col teletrasporto e ora proprio non potete, la luna
si
sposterà tra un pò di tempo e se vi catapulterete
in quel pianeta peggiorereste
la situazione. Questo è l'unico risultato che avreste-
Eravamo
in
contatto con la divinità da un sacco di tempo e la trovavo
alquanto irritante,
ci aveva contattato per dirci che un gruppo di scimmioni era
andato
all'attacco del pianeta Frìo e che non trovandoci sulla
terra aveva dovuto
vagliare con le lunghe antenne l'intero universo in cerca delle nostre
auree.
Le auree dei saiyan rimasti. Ma non le aveva trovate.
Come avesse ricevuto quell'incarico importante ancora non l'avevo
capito.
Lui ci cercava, sulla terra non ci trovava e il motivo era che aveva
trovato
cinque scimmioni su un pianeta (il numero almeno avrebbe potuto
suggerirgli
l'identità) lontano. Ma certo sforzarsi di fare due
più due era troppo per un uomo
del suo calibro.
Mi
ero
risvegliata da poco e la mia aura era debolissima, ma il guerriero che
mi aveva
salvata era talmente forte che la sua aura poteva essere percepita in
ogni
dove, sempre se lui avesse voluto.
-Ecco,
la luna
si è spostata ma le onde bluz sono molto più
potenti di quelle della terra,
quindi dovrete aspettare un altro pò per poter scendere nel
pianeta e non
trasformarvi in Oozaru-
Sbuffai
e
cominciai a fare avanti e indietro nella stanza.
Mezz'ora
dopo.
-Il
momento è
giunto, potete andare- il dio stava per mettersi a ridere e dire un
altra
stupida battuta ma per fortuna una mano si era posata sulla mia spalla
e ci
eravamo ritrovati sul pianeta Frìo. L'opera di distruzione
era iniziata. I
mezzosangue e il saiyan sarebbero rimasti Oozaru per un ora.
Avrebbero
potuto distruggere il pianeta in cinque minuti.
-DOBBIAMO
SBRIGARCI NONNO- gridai fra gli edifici ridotti in cumuli di cemento.
Nonno.
Non avevo
detto quella parola per un sacco di tempo. Nemmeno rivolgendomi al
padre di mia
madre.
Chiamavo
mio
nonno materno con nomignoli.
Mi
riscossi dai
miei pensieri quando un bambino uscì dalle macerie chiamando
a gran voce la
madre, probabilmente morta. Mi avvicinai a lui ma mi guardò
terrorizzato. Notai
che il suo sguardo era fisso sulla mia coda.
-Andiamocene-
dissi allontanandomi dal bambino.
-Un
attimo Pan-
disse Goku. Stava sollevando i detriti e faceva un gran polverone.
Riemerse
da
quella nuvola con qualcosa in braccio. Non qualcosa, qualcuno.
-Questa
è tua
madre, piccolo?- chiese rivolgendosi all'alieno. Lui annuì e
si avvicinò correndo
verso mio nonno. Non era terrorizzato come quando aveva guardato me.
Son Goku mise le mani sul viso della donna e un' aura d'oro si espanse
dalle
mani di mio nonno per poi trasferirsi sull'aliena.
Lei sbatté gli occhi e riabbracciò suo figlio
mentre noi andavamo alla ricerca
degli altri.
Mi aveva salvata. Nonostante la rabbia che provavo per lui mi aveva
salvata.
Certo, non era un tipo da portare rancore.
-Sai è giusto che tu sia arrabbiata con me. Quando me ne
sono andato col drago
ho assorbito i suoi poteri e sapevo cosa vi succedeva. Sono diventato
anche io
una specie di divinità quando mi sono fuso con lui. Sai una
cosa è stato strano
perché lui era tutt’uno col supremo
però per fondersi con me si è come diviso,
non so spiegartelo.- Mio nonno aveva cominciato a parlare senza che io
gli
avessi chiesto niente. Non pretendevo spiegazioni. Ma dovevo sapere una
cosa.
-La conclusione è che dopo tutta questa faccenda, quando
saremo tornati sulla
Terra tu ci lascerai nuovamente, vero?-
Lui annuì e io guardai altrove.
-Stavolta la scelta non spetta a me Pan, vi spiegherò tutto
non appena
sistemeremo la situazione-
Chiusi gli occhi e aumentai la velocità del volo. Ci stavamo
avvicinando ai
nostri obiettivi.
Non avevo provato felicità quando lo avevo rivisto. Qualcosa
dentro di me mi
aveva detto che lui non sarebbe rimasto e ora ne avevo la conferma.
Repressi i miei sentimenti e tacqui. Ci avevo sperato.
Anche se non consciamente avevo sperato che lui rimanesse con noi e
invece
stava per andarsene di nuovo.
Un frastuono assordante ed eccoli comparire.
I grandi Oozaru.
Stavano distruggendo tutto e tutti.
La puzza del fumo giunse alle mie narici e tossì.
-Dobbiamo tagliar loro la coda- dissi non appena mi fui ripresa
dall'attacco di
tosse.
-NO, assolutamente no- dobbiamo riuscire a portarli lontano dalla
città verso
quei campi- guardai nella direzione indicata dal suo dito. La distesa
di
coltivazioni sembrava non finire mai e dato che quella zona non era
ancora stata
toccata dalla furia degli scimmioni trasmetteva una sensazione di
sicurezza,
estremamente falsa però.
Fra gli scimmioni uno si differenziava.
Il pelo di quattro Oozaru era scuro ma quello del quinto era del colore
del
sole.
-Nonno, quando ti trasformasti in scimmione per distruggere Baby, il
colore del
tuo hem... pelo era biondo, come quello- mi concentrai sulla sua aura e
scoprì
che era
-Gohan- sussurrò mio nonno.
-Pan, tu mi hai fatto rinsavire quando ero nella sua stessa situazione,
quello
stadio precede la trasformazione del quarto livello, credo che tu possa
fare
qualcosa, io cercherò di calmare gli altri, ora vai.-
Mi chiesi perché aveva escluso il taglio della coda come
soluzione ma in quel
momento non potevo pensarci dovevo solo far ragionare mio padre.
Mi avvicinai a lui in volo e guardai il suolo. Si potevano vedere le
prime
vittime.
Con un groppo in gola continuai ad avanzare e arrivai all'altezza dei
suoi
occhi.
Era la seconda volta che mi succedeva ma questa volta ero preparata
-Papà-
strillai ma lui non mi sentì.
Ci riprovai -Gohannn- gli occhi dello scimmione dorato si posarono su
di me.
(Il punto di vista ora cambia, sarà Gohan a parlare e agire)
Era come se fossi prigioniero nel mio stesso corpo.
Non vedevo quello che avevo
d'avanti.
Il dolore per la perdita della mia bambina era troppo forte. Sapevo
cosa mi
stava succedendo e sapevo che se avessi voluto avrei potuto riprendere
il
controllo di me stesso.
Ma in quello stadio, dove la bestia si era impossessata dell'uomo il
dolore e
la forza erano come due strade divise.
Potevo scegliere di intraprendere quella della sofferenza, ritornando
ad essere
un uomo.
Oppure potevo scegliere quella della forza, dove la mente umana non
esisteva
così come il dolore. Dovevo sbrigarmi a scegliere o il
mostro avrebbe preso il
sopravvento. Ero fortemente tentato dal scegliere la seconda strada.
-Papà-
Quella parola mi sembrava pronunciata ad alta voce mi fece rinsavire,
solo per
pochi attimi, ma poi pensai che fosse stata solo una parola detta dalla
mia mente
distrutta.
-Gohannn- quella voce. Chiara, squillante, dolce, melodiosa.
Ad un tratto decisi di dare un'occhiata al mondo e allora la vidi.
La mia piccolina, era li d'avanti a me.
Ma allora non era morta. Una parte lontana di me si chiese come fosse
possibile
che lei fosse li ma non vi badai.
I miei occhi si bagnarono di lacrime e il mio corpo che fino a quel
momento si
era mosso continuamente restò immobile.
Pan mi si avvicinò e posò una mano sul mio muso.
Quel tocco mi fece scegliere la strada giusta e scoprì che
quella del dolore
era anche quella della vita.
Il mio corpo cominciò a emettere una luce dorata.
Chiusi gli occhi dell'Oozaru e li riaprì con quelli del
Super Saiyan di quarto
livello.
Anche stavolta non m'importava del nuovo livello ma stavolta non era
per il
trauma di perdere una figlia, ma per la felicità di
ritrovarla.
Angolo
dell’autrice
Salve a tutti, ecco un nuovo capitolo.
Aggiornerò il più presto possibile.
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Capitolo 15 *** Vittoria ***
Ciao a tutti. Prima
di leggere un paio di
avvertimenti.
Questo capitolo è il penultimo. Pubblicherò il
prossimo il più presto
possibile. In questa parte della storia sarà Gohan a
parlare. Nell'ultimo
capitolo ci saranno chiarimenti su punti della storia che ancora non
sono stati
svelati. Detto questo vi lascio leggere. Buona lettura.
Riabbracciai mia figlia, non avrei permesso a nessuno di farle del male.
Lei
si staccò da
me.
-Papà,
papà,
dobbiamo aiutare gli altri-
Mi guardai attorno. Dalle macerie capì che quella era una
città.
Il fuoco avvolgeva ogni cosa e non un solo edificio era in piedi.
-Sono stato io?-
Pan scosse la testa -Non pensarci ora, non eri in te, ora dobbiamo far
ragionare gli altri-
Guardai i quattro Oozaru d'innanzi a me -Come? Dobbiamo tagliargli la
coda?-
Credevo che fosse l'unica soluzione.
-No, il nonno lo ha escluso-
-Il nonno?- domandai alla ricerca di mio suocero, sapevo che non avrei
visto
lui ma era del tutto fuori questione che mio padre fosse tornato.
Allora lo vidi.
Era cresciuto nuovamente, non era più un bambino.
Mi lanciai a tutta velocità verso di lui che stava cercando
di far rinsavire
Vegeta.
-Papà- urlai.
-Gohan attento!- mi urlò ma era troppo tardi per avvisarmi.
La coda dello
scimmione si era schiantata su di me come una frusta e mi fece
precipitare al
suolo.
Mi rialzai in fretta mentre lo scimmione si avventava nuovamente su di
me e poi
vidi una cosa che non avevo mai visto prima.
Goku si era avvicinato alla faccia di Vegeta e gli aveva posato le mani
sulla
fronte.
Una luce dorata passò dalle mani di mio padre alla testa
dell'Oozaru.
Il mostro si riscosse e cominciò a rimpicciolire.
-Prendi papà- mi gridò Pan lanciandomi quelli che
sembravano dei vestiti.
Li lanciai a Vegeta che intanto si era ripreso. Ora toccava agli altri.
In breve tempo anche gli altri quattro tornarono normali.
-Finalmente liberi- disse Vegeta infilandosi la giacca -Ma ora come ce
ne
andiamo? Qui abbiamo distrutto...- ma non riuscì a
concludere la frase che un
esercito di Freezer ci circondò. No, non erano Freezer, era
gente del suo
stesso pianeta. Incredibile quanto si somigliassero.
-Afrgihu, friugh- disse uno che sembrava essere il comandante
dell'esercito.
-Cosa?- chiese Goten con la faccia di un ebete.
L'uomo premette un dito in un rivelatore situato all'altezza
dell'occhio.-
Alzate le mani e non vi muovete siete in arresto-
-Sai che ti dico, ne ho abbastanza di essere catturato.- disse Vegeta
con una
vena pulsante sulla fronte.
Alzò una mano verso l'uomo e cominciò a caricare
un colpo energetico.
-Vegeta non farlo- disse Goku -Ancora non è finita.-
Un secondo dopo una navicella atterrò alzando un'improvvisa
folata di vento e
facendo un gran frastuono.
Dalla navicella scese un alieno. Comias.
-ADESSO BASTA- si diresse verso mia figlia e mio padre -Come avete
osato
rovinarmi i piani, ci mancava poco così e avrei potuto avere
la mia vendetta.
COME AVETE OSATO!- la sua aura diventò potentissima e
cominciò a spingerci
all'indietro. La sua voce era diventata un ringhio.
-Non dovevate sfidarmi - la sua aura diventò nera e ci
veniva incontro come
potenti folate di vento.
Era potentissimo. Più forte di un Super Saiyan, Pan e Bra
non potevano
competere nonostante la loro trasformazione.
Sembrava che loro stesse se ne fossero accorte e si guardavano come se
si
stessero dicendo qualcosa.
Anche Goten e Trunks si guardavano in modo molto serio. Distolsi lo
sguardo e
guardai mio padre.
Sorrideva. Questo era segno che il suo avversario era davvero forte.
-Papà, ce la faremo?-
Lui mi sorrise -Dovranno combattere, insieme, io non darò
loro nessun aiuto- lo
guardai e mi sentì la gola improvvisamente secca.
-Ha ragione Gohan- mi disse Vegeta con aria seria.
-FU-SIO-NE- non appena sentì gridare quella parola mi voltai
e vidi un Gotenks
adulto.
Il guerriero non era trasformato in Super Saiyan ma si vedeva che aveva
una
forza oltre ogni limite.
-FU-SIO-NE- una luce abbagliante riempì la mia visuale e
dovetti chiudere gli
occhi.
Guardai la ragazza che mi stava d'avanti con la bocca aperta. O meglio,
le
ragazze unite in un solo corpo.
-Hey, come avete fatto, imbranate?- chiese Gotenks con aria di
superiorità
-Anzi, non m'importa siamo sempre noi i più forti-
-Non crediamo proprio, ci hanno raccontato che voi ci avete messo
giorni per
imparare- disse l'altra fusione.
-Scommetto che voi vi siete esercitate segretamente-
-Hey testa di sughero, come avremmo potuto imparare questa tecnica se
nessuno
era disposto a insegnarcela-
-Beh comunque noi siamo la fusione più forte, Super Gotenks,
voi siete soltanto
delle bambine-
-Vuoi scommettere? Se noi abbiamo imparato guardando i vostri movimenti
in meno
di cinque minuti un motivo ci sarà! Zucconi-
-Non è vero- ribatté Gotenks -E sentiamo
com'è che ti chiameresti?-
-Pran- ribatterono Pan e Bra.
Gotenks scoppiò a ridere.
-Ahahaahah che nome ridicolo, solo voi potevate fare una scelta
così ridicola!-
-Come vi permettete.-
Pran si avvicinò ad una velocità incredibile a
Gotenks e lo atterrò con un
pugno.
-Ma che quadretto. Solo voi vi potevate mettere a litigare un minuto
prima di
morire- disse Comias con un ghigno stampato in faccia. -Ora se
permettete, non
posso perdere altro tempo qui.- E detto questo cominciò a
creare una sfera
d'energia nera.
Avrebbe distrutto il pianeta.
-Gohan, Vegeta- gridò mio padre -Non combattete, ora tocca a
loro- per la
seconda volta vidi mio padre ritirarsi d'avanti a un combattimento, non
perché
fosse spaventato, semplicemente perché voleva lasciare
spazio a quelli che
venivano dopo di lui. La sua scelta di non far combattere ne me ne
Vegeta era
spiegata dal semplice motivo che Bra e Pan non avevano mai combattuto
avversari
di questo livello e ora toccava loro.
Comias scagliò la sfera verso il suolo e si voltò
per andarsene ma Pran e
Gotenks impedirono che essa toccasse la terra e la scagliarono nello
spazio.
-Vi ucciderò tutti- gridò Comias lanciandosi
versi i due ragazzi e fui
tentato di andare ad aiutarli ma una mano si posò
sulla mia spalla.
-No Gohan-
-Ma papà non posso permettermi di perdere nuovamente Pan.-
-Gohan, ti ho fatto combattere un sacco di volte mettendo in pericolo
la tua
vita, ma l'ho fatto soltanto per farti crescere e capire i tuoi limiti
e ora è
il tuo turno. Il turno di lasciar andare tua figlia nonostante la
protezione
che le vorresti dare. Non siamo terrestri Gohan, la lotta fa parte
della nostra
razza.-
Mi fermai e continuai a guardare il combattimento.
Comias si era lanciato su Gotenks che lo aveva prontamente evitato e
Pran gli
aveva dato un pugno sulla schiena che lo aveva atterrato.
Comias si rialzò all'istante cominciò a prendere
a pugni Pran. Gotenks si
lanciò su di lui e con un calcio lo colpì in viso
facendogli cadere qualche
dente e sputare sangue.
Lui per tutta risposta gridò e cominciò a
prendere a pugni lo stomaco di
Gotenks.
Pran, intanto, si era ripresa ed era tornata all'attacco.
Comias girò su se stesso e con un colpo di coda
mandò Gotenks e Pran al
tappeto, ma anche loro si rialzarono immediatamente e colpirono il
mostro con
due pugni all'addome. Lui indietreggiò di due passi e
portò le mani dietro la
schiena.
Caricò un colpo energetico che andò nella
direzione di Gotenks, lui lo schivò e
a sua volta caricò un altro colpo, ma all'ultimo minuto ci
ripensò. Si tirò di
tre passi indietro.
-E ORA- gridò -IL MIO COLPO SPECIALE. Super
Ghost
Kamikaze Attack-
Cominciò a
sputare dei fantasmini dalla bocca con le
sue sembianze.
Notai che Pran lo guardava con un espressione disgustata sul viso.
I fantasmi andarono ad attaccare Comias riducendolo in fin di vita.
-Com'è che mi hai chiamata Comias?- chiese Pran -Ah si
anello debole. Ora
vedrai la mia tecnica speciale e vediamo come la definisci. Bigkamehamehabang-
Unì le mani come per formare un onda energetica.
Il colpo energetico era un miscuglio fra la kamehameha e il big bang
attack.
Era una cosa alquanto strana ma molto efficace.
Colpì Comias in pieno disintegrandolo.
-Vittoria!- urlarono Gotenks e Pran all'unisono. Goten e Trunks, uniti
nel
corpo di Gotenks stavano per dire qualcosa sul nome ridicolo della loro
tecnica
speciale ma la fusione si sciolse e la frase restò
incompleta..
Intanto l'esercito si era fatto da parte e il comandante si era
avvicinato.
-Vi dobbiamo le nostre scuse- disse -Non siete più in
arresto e vi ringraziamo,
vedete la famiglia di Comias era la più forte che c'era sul
nostro pianeta ma
erano forti quanto pazzi. Infatti, abbiamo dovuto mandarli via dal
pianeta Frìò
dopo che distrussero il
pianeta Vegeta. I Saiyan
erano ottimi conquistatori. La mente distorta di Comias ha partorito
l'idea che
noi li avessimo esiliati per prendere le loro ricchezze e che avessimo
usato i
Saiyan come scusa.-
-Lui ci ha catturato e
ci ha mandati fin qui
per distruggervi, non è stata colpa nostra.-
Disse Bra con aria
seria. Era strano vederla
nella parte della ragazza matura dato che sulla terra si comportava
come una
bambina.
-Potete andare, qui
dobbiamo ricostruire
tutto- disse la guardia in modo burbero.
-Aspettate- disse Goku
-Forse vi posso
aiutare.- Mio padre restò immobile e i suoi occhi
diventarono del tutto rossi. Come
quando il drago Shenron esprimeva un desiderio. In un batter
d'occhio la
città tornò alla normalità sotto i
nostri occhi meravigliati dopo di che ci
dirigemmo verso la navicella di mio nonno che era atterrata sul pianeta
grazie
all'autopilota. O almeno così ci aveva detto Goku.
-Papà
dov'è che hai preso questa navicella?-
chiesi.
Lui si
grattò la testa e con un sorrisetto
disse -Diciamo che l'ho presa in prestito da Bulma e gliela devo
riportare. Vi
spiegherò tutto una volta ritornati a casa-
Finalmente stavamo per
tornare sulla Terra.
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Capitolo 16 *** Uniti per il futuro ***
Il viaggio di ritorno
fu estenuante.
Durò
nove giorni
in totale e nella navicella regnava il caos.
L'ottavo
giorno
avevamo finito il cibo di cui la navicella era
carica e mio nonno e
mio zio non facevano altro che lamentarsi.
-Ho
fame- diceva
Goku.
-Ho
fame- diceva
Goten.
Mi
avvicinai
con una vena pulsante sulla fronte e gridai -ORA BASTA- e si
procurarono
un occhio nero a testa. Ovviamente avrei negato fino
alla morte di essere
stata io.
Inoltre
Bra
faceva la civetta con mio zio e questa cosa faceva saltare i nervi a
Vegeta
(Goten rischiò la vita ventisette volte in quel viaggio
grazie alle avance
della principessina dei Saiyan troppo spinte).
Sbuffai.
Gohan,
mio
padre, era il più calmo del gruppo. Infatti stava in un
angolo scuro della
finestra con gli occhi chiusi a metidare. Decisi di sedermi di fronte a
lui.
-Tutto
ok?-
chiesi. Mi sembrava di parlare con un mio coetaneo e non con mio padre.
Lui
annuì -Devo
solo ragionare su una cosa che mi ha detto il nonno prima di partire-
mi
rispose.
Capì
che voleva
stare da solo r quel giorno mi ritrovai a girare per l'astronave non
sapendo
che fare.
Trunks
era ai
comandi.
-Hey,
posso
guidare io?- chiesi tutta allegra nonostante sapessi già la
risposta. Lui
inserì il pilota-automatico e si voltò.
Mi
guardò in
faccia per trenta secondi buoni e poi cominciò a pronunciare
un lungo -Nnnnnnn-
che finì con un -oooooo-.
Cominciai
a
ridere ricordando quando ci eravamo messi a litigare perché
lui voleva che io
ritornassi sulla Terra.
Lo
contagiai e
sentì il bellissimo suono delle sue risa.
Mi
bloccai di
colpo e lo fece anche lui con un espressione interrogativa sul
suo
bellissimo viso.
Bellissimo
viso?
Come avevo potuto pensare una cosa del genere! Divenni tutta rossa e
con la
scusa decisamente poco credibile di aver nascosto un panino nella mia
stanza mi
defilai da quella discussione imbarazzantissima.
Notai
che quando
uscì dalla sala comandi nessuno si era accorto di niente, o
meglio, quasi
tutti. Mio nonno mi fissava con lo stesso sorriso cretino di mio zio
quando veniva
a sapere qualcosa che non avrebbe dovuto nella maniera più
assoluta sapere.
-Come
ti sei
permesso!- Vegeta aveva preso per il colletto della camicia Goten che
lo
fissava terrorizzato.
Del
tutto
disinteressata a quell'ennesima dichiarazione d'"affetto" da parte di
Vegeta mi rifugiai nella mia stanza.
Così
passo
l'ottavo giorno.
-Prepararsi
all'atterraggio, prepararsi all'atterraggio- la voce metallica che
proveniva
dal megafono mi fece svegliare.
Mezza
insonnolita mi chiesi cosa volessero dire quelle parole quando vennero
ripetute
nuovamente.
-Prepararsi
all'atterraggio, prepararsi all'atterraggio- mi svegliai del tutto e
cominciai
a correre verso la sala comandi dove tutti si erano gia seduti e
avevano
agganciato le cinture di sicurezza.
-Ma
venire a
chiamarmi no eh?- chiesi irritata.
-Goten
voleva
provare il microfono- mi rispose Trunks e guardai mio zio con sguardo
omicida
con l'intento di rimproverarlo e fargli capire quanto era infantile.
L'effetto
sperato non arrivò e io sbuffai semplicemente andando a
sedermi e agganciando
le cinture di sicurezza.
-Sai
Pan,
sull'astronave c'era anche un telefono, mentre tu dormivi abbiamo
spiegato a
Bulma e Videl tutto quello che è successo. E anche che siamo
rimasti senza cibo
per un giorno.-
Atterrammo
in
una sperduta radura dei monti Paoz e quando la porta della navicella si
aprì ci
precipitammo verso l'uscita ma non seppi il come, mio nonno, che doveva
essere
il primo a scendere dall'astronave, inciampò e cadde sul
suolo del pianeta
facendoci fare la stessa fine.
Non
mi rialzai
subito. Respirai aria pura, finalmente. Restai sdraiata sul prato con i
fili
d'erba che mi solleticavano il viso e mi misi a ridere.
Non
sapevo da
dove venisse tutto quel buon umore, forse dal fatto che era quasi un
mese che
non rivedevo la mia casa, forse al fatto che mi sentivo così
sollevata di non
essere più osservata da qualche maniaco della vendetta,
forse al fatto di aver
raggiunto lo stadio di Super Saiyan che agognavo da tempo, ma
stranamente
sentivo che questo non era tutto.
Mi
girai a
pancia in su e vidi gli sguardi seri di Vegeta, mio nonno e mio padre.
-Cosa
c'è?-
chiesi tornando ad essere seria e guardandomi in torno alla ricerca di
nuovi
nemici.
-Il
nonno vi
deve dire una cosa Pan- disse mio padre.
Goku
cominciò a
parlare.
-Ragazzi:
io,
Gohan e Vegeta abbiamo vissuto un sacco di avventure. Facciamo parte di
una
razza quasi del tutto estinta e ora vi devo chiedere di fare un
sacrificio.-
disse guardando me, Goten, Trunks e Bra. -Il nostro ricordo andando
avanti con
gli anni continuerà a sFumare fino a diventare un vago
ricordo se non
scomparire del tutto e questo non può succedere. La Terra
verrà sempre
minacciata da nemici sempre più potenti e un giorno, quando
voi sarete morti, o
lo saranno i vostri nipoti, i nostri discendenti non sapranno la loro
vera
origine. Siete voi i sopravvissuti della Razza Saiyan quindi ho deciso
di farvi
un dono e una maledizione al tempo stesso, potete scegliere se
accettarla o
meno ma lo dovrete fare vagliando i pro e i contro. Quello che voglio
dire è che
ho deciso di farvi dono dell'immortalità.- A
queste parole trattenni il
fiato, avevo tante domanda ma non volevo interromperlo. -Quando divenni
tutt'uno col drago presi anche i suoi poteri ed è per
questo, come già avevo
detto a Pan senza specificarne il motivo, che non posso stare con voi.
Vegeta e
Gohan mi hanno già dato la loro risposta ma
dovrete scegliere da soli,
quindi io non vi dirò niente fino a quando non avrete preso
la vostra
decisione. Posso stare solo due giorni ancora qui con voi. Vi do un
giorno per
scegliere. Vi aspetterò qui, ora tornate da vostri cari.-
-Non
vieni con
noi papà?-
-No,
vi
aspetterò qui - disse sedendosi sul prato.
-Papà,
guarda
che Videl avrà sicuramente preparato qualcosa da mangiare
insieme a Bulma,
stanno dando una specie di festicciola di ben tornati.-
-Urca-
disse
Goku alzandosi di scatto, era bastato poco a convincerlo e a
dissuaderlo
dalla sua "saggia decisione".
-Ma
non c'eri
quando hanno telefonato sulla Terra?- chiesi a mio nonno puntando le
mani sui fianchi.
-Beh
sai io non
ci capisco molto di queste cose tecno... tecno... com'è che
si dice?-
Io
sbuffai. -Sei
sempre il solito nonno. Non ti sforzare. Ho capito- risposi acida
alzandomi in
volo.
-Dove
dobbiamo
andare?- chiesi a mio padre.
-Prima
a casa. Credo
che una doccia sia d'obbligo- detto questo mio padre mi raggiunse
seguito da
Goten e Goku.
-Ma
io volevo
mangiare!- si lamentò quest'ultimo che misteriosamente si
ritrovò con un altro
occhio nero.
(Da
qui il
capitolo si divide in due parti, il ritorno a cada della famiglia Brief
e il
ritorno a casa della famiglia Son e i punti di vista saranno per la
famiglia
Brief, quello di Trunks, per la famiglia Son quello di Pan.)
I
Brief
Non
appena mia madre ci vide corse ad abbracciare
me e Bra. Sapeva che a Vegeta non piaceva mostrare affetto in pubblico
quindi
ci sbrigammo e ci dirigemmo verso l'interno della capsule corporation.
-Bra come stai? E tu Trunks? Non sapete che giorni d''inferno ho
passato. I miei
tesori!- poi si diresse verso Vegeta e lo prese per mano. Lui ci
guardò e
divenne tutto rosso.
Mia madre non disse niente ma gli lanciò uno sguardo carico
d'amore.
Improvvisamente, sorprendendo tutti, Vegeta si avvicinò e
l'abbracciò.
Lei scoppiò a piangere -Che-che d-dite venite anche voi?- ci
chiese con voce
tremante.
E restammo così per un pò, godendoci uno di quei
rari dimostrazioni d'affetto
da parte dell'orgoglioso principe.
I
Son
Non eravamo ancora
atterrati nel giardino
della casa che mia madre ci raggiunse nel cielo piangendo come una
pazza.
Cominciò a stringere me e mio padre tra le braccia
tempestandoci di baci.
Capiva la situazione, visto che ormai aveva imparato ad essere madre e
moglie
di Saiyan, e quindi non ci chiese più nulla del nostro
viaggio.
-Ciao Videl- disse mio nonno un pò imbarazzato.
-Ciao papà- disse a sua volta imbarazzata. Non avevano mai
avuto un rapporto
molto stretto e mia madre non si era mai abituata a chiamarlo in quel
modo.
Quando entrammo in casa crollai su una sedia. Non mi ero resa conto
quanto
fosse stato stancante quel viaggio.
Mi trovavo nella sala da pranzo e mio padre era andato a farsi una
doccia. Mi
dovevo chiarire le idee quindi aspettai un pò.
-Io devo ancora preparare qualche altra cosetta. Tra un pò
arriveranno i Brief-
e detto questo mia madre andò in cucina lasciandomi sola
insieme a mio nonno.
Avevo un sacco di domande che mi ronzavano in testa ma non riuscivo
proprio a
spiccicare parola. Lui intanto stava seduto con gli occhi chiusi. Come
se
avesse bisogno di riposare.
-Nonno io vado a fare la doccia-
-Pan, so delle domande che mi vuoi porre- mi rispose lui prendendomi in
contropiede -Risponderò quando saremo tutt'insieme-
ripeté nuovamente e con
espressione triste aggiunse -Mi dispiace di essere così
diverso da come mi
ricordi ma per questa giorno devo essere molto serio. Urcaaa,
è una
faticaccia.-
-Già- risposi non sapendo cos'altro dire. Mi voltai e mi
diressi verso il bagno.
La cena
Quando arrivarono i
Brief io ero ancora
nella ima camera.
Cercavo qualcosa di carino da mettere e un pensiero mi colpì
improvviso.
Cosa stavo facendo? Io non ero mai stata una di quelle ragazze che
stavano ore
e ore d'avanti allo specchio perciò mi riscossi e presi i
soliti jeans celesti
e una maglietta rossa. Aprì il cassetto delle bandane e ne
tirai fuori una
dello stesso colore dei jeans, la infilai e scesi in sala da pranzo. Il
cibo
era già in tavola.
-Finalmente Pan.- Quasi gridò mio nonno, era chiaro che
avessero aspettato me
tutto quel tempo perciò mormorai delle scuse veloci e mi
sedetti accanto a mio
padre.
Con sei Saiyan a tavola il cibo finì presto.
Guardai Vegeta che guardava arrabbiato mio nonno per avergli soffiato
l'ultima
braciola dal piatto, guardai Bra fare un occhiolino a Goten senza farsi
vedere
dal padre, guardai mio padre stringere la mano a mia madre, guardai
Bulma
mettere una mano sulla spalla a Vegeta per calmarlo e infine guardai
Trunks.
Anche lui guardava me e distogliemmo entrambi lo sguardo diventando
tutti
rossi. Nessuno se ne accorse impegnati com'erano ad impedire a Vegeta
di
uccidere Goku.
Sorrisi, sembrava un ambiente familiare così tranquillo e
normale, anche se
"normale" era l'unica parola che non poteva descrivere la nostra
famiglia.
-Ok, ragazzi- disse mio nonno tornando serio -Avete avuto modo di
ragionare
sulla mia proposta?-
Vegeta si alzò e disse -Prima di parlare credo sia d'obbligo
mettervi a
corrente della scelta mia e di Gohan- lo guardò e lui
annuì leggermente -Noi
abbiamo deciso di rifiutare. Secondo me siete voi a dover difendere la
Terra da
altre minacce future. Io già sarei dovuto morire varie volte
ma mi sono state
date varie possibilità sul riparare ai miei errori. Ora so
di poter morire
perché so che quando lo farò ... beh.. io-
cominciò a balbettare.
-Vegeta vuole dire- proseguì mio padre -Che noi abbiamo
già trovato una persona
che ci aspetterà in "paradiso" diciamo e che ci ha amati
durante la
nostra vita. Quello che lui vuole dire e che noi due invecchieremo
accanto a
queste persone e che non vogliamo rinunciarvi- disse con tono serio.
-Papà- sussurrai -Voi avete trovato questa persona
ma se noi decidessimo di scegliere
l'immortalità non avremo mai figli ne incontreremo mai la
persona giusta-
conclusi diventando tutta rossa in viso.
-Ragazzi, quando vi ho detto di questo mio dono vi ho anche detto che
sarebbe
stato un sacrificio, Gohan e Vegeta hanno scelto di proseguire le loro
vite, è
vero, ma ora tocca a voi e dovete sapere che prima o poi andando avanti
con le
generazioni i nostri poteri andranno più che persi
dimenticati, infatti non ho
concesso l'immortalità a Bulma o Videl perché non
sarebbero ugualmente in grado
di proteggere la Terra.-
-Per questo hai fatto morire la nonna da sola?- chiesi -Per questo ci
hai
lasciato? Credevi non fossimo all'altezza?- lui stranamente non rispose
con uno
dei suoi soliti modi spensierati -Non ho lasciato morire Chichi da
sola. Quel
giorno lei è morta fra le mie braccia.- prese fiato e per la
prima volta vidi
nei suoi occhi qualcosa che sembrava dolore. -Non l'ho lasciata sola
neanche un
attimo. Me ne sono andato solo quando ho sentito Goten rientrare. E no
Pan, non
vi ho lasciato perché credevo che non fosse all'altezza ma
proprio per il
contrario. In ogni lotta nonostante voi aveste raggiunto livelli di
combattimenti elevati avevate lo stesso bisogno del mio aiuto e volevo
cambiare
le cose. Domani dovrò lasciare questa Terra per mille anni
per ricaricare le
sfere del drago di energia positiva. Questo è tutto quello
che avevo da dire.-
-Io ho deciso- disse Goten con un espressione che mai gli avevo visto
sul viso.
-Anche io- disse Trunks lanciando uno sguardo complice con mio zio.
Bra e io ci guardammo a lungo. Non eravamo mai state amiche ma in quel
momento
sapevamo di stare per prendere una decisione che avrebbe cambiato le
nostre
vite per sempre.
"Questa decisione va oltre la nostra semplice volontà" dissi
a Bra,
telepaticamente.
"Ho già preso la mia decisione. Ho capito che la
mia natura non è
quella di una semplice terrestre. Lo avrei dovuto capire prima,
combattendo e
rischiando la vita ai tempi di Baby e dei draghi maligni, ma non l'ho
fatto.
Dopo questo viaggio ho capito veramente cosa significa essere la
principessa di
un popolo scomparso."
Quando finì di dirmi queste parole si alzò.
-Anche io- disse con voce decisa.
Mancavo solo io. Guardai mio nonno con un sorriso.
-Ti perdono nonno.- sussurrai alzandomi. -Anche io ho preso la ma
decisione.-
Mia mamma quasi scoppiò a piangere ma si trattenne
all'ultimo minuto e mi disse
-Ne sei sicura?-
Io annuì.
-Quindi e si?- chiese mio nonno ingenuamente non capendo dove volevamo
andare a
parare.
Noi quattro ci guardammo e annuimmo contemporaneamente.
-Ok. Crescerete fino all'età di ventisette anni, non oltre.
Ovviamente Trunks
smetterà già d'invecchiare e voi lo fare una
volta raggiunta la sua età.
Resterete immortali fino a quando la Terra stessa non morirà
e fino ad allora
dovrete proteggerla da ogni male. Accettate?- ci chiese cercando di
mantenere
un espressione neutra in viso ma si vedeva quanto fosse emozionato.
-Si- dicemmo all'unisono e allora gli occhi di Son Goku si accesero di
rosso
esprimendo l'unico desiderio tanto agognato dai tanti esseri che
avevano
attaccato il nostro pianeta ma che mai, grazie al suo stesso
intervento, ci
erano riusciti.
Chiusi gli occhi e li riaprì conscia del mio nuovo potere e
delle mie nuove
responsabilità.
Guardai gli altri tre e mi resi conto che fino a che il mondo non fosse
finito
non sarei mai stata sola. Guardai Trunks e mi resi conto che forse
avevo
trovato anche io una persona come Vegeta e mio padre avevano trovato la
loro. Ma
questo solo il tempo avrebbe potuto accertarlo. Guardai mio nonno che
mi
sorrideva e che cominciava a... scomparire.
-Nonno- dissi con voce strozzata -Stai, stai...-
Lui mi sorrise e disse con la sua solita voce allegra -Avrò
sbagliato i
calcoli, ma ricordate che vi guarderò sempre dal luogo in
cui sarò.- Ormai era
quasi divenuto del tutto incorporeo. A quel punto mi venne in mente una
domanda.
-Nonno perché non hai voluto mozzare la coda agli Oozaru?-
Sentì il suono della sua risata spensierata
-Perché dovrete sempre ricordare da
dove venite, chi siete, perché solo così potrete
essere uniti, uniti per il
futuro.- E detto questo scomparve, lasciandoci con un sorriso sulle
labbra e
una nuova missione.
Angolo
dell'autrice
La storia è finita, ci tenevo a ringraziare SonGome che ha
recensito la mia
storia sin dal primo capitolo, ma anche soN3 e Scream15,volevo
ringraziare
anche chi ha messo la storia nelle seguite, preferite o ricordate. Sono
davvero
molto contenta che il racconto vi sia piaciuto. Ringrazio anche chi si
è
limitato a leggere in silenzio.
Mi ero affezionata a questa mia nuova storia, spero di aver reso i
caratteri
dei personaggi il più possibile simile al manga. Questo
finale esclude quello
di Dragon Ball Gt, l’ho voluto cambiare perché non
mi andava proprio giù l’idea
che fossero morti tutti.
Detto questo vi saluto e vi ringrazio ancora.
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