Uniti per il futuro

di Mirella__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La storia continua ***
Capitolo 2: *** Amici d'infanzia ***
Capitolo 3: *** Prigionia o vacanza? ***
Capitolo 4: *** Appuntamento ***
Capitolo 5: *** Comincia il torneo ***
Capitolo 6: *** Trasformazione ***
Capitolo 7: *** La cattiva fama dei Saiyan ***
Capitolo 8: *** All'ultimo sangue ***
Capitolo 9: *** Una nuova speranza ***
Capitolo 10: *** Il patto ***
Capitolo 11: *** La fine dell'eliminatorie ***
Capitolo 12: *** Amore fraterno ***
Capitolo 13: *** La vendetta di Comias ***
Capitolo 14: *** La luce nel buio ***
Capitolo 15: *** Vittoria ***
Capitolo 16: *** Uniti per il futuro ***



Capitolo 1
*** La storia continua ***


Guardavo la scena d'innanzi a me tra un misto di stupore e rabbia.

Guardavo il più grande e valoroso guerriero che la Terra avesse mai conosciuto, salutare i propri cari e andarsene insieme ad un grande drago dorato, il drago della leggenda, il drago delle sette sfere."Ci rivedremo" aveva detto col sorriso sulle labbra l'anziano bambino, ma avrei dovuto capire subito che quella era una bugia, forse l'unica, pronunciata dal Super Saiyan leggendario.

Aprì gli occhi.

Ero sola, su una delle più belle radure dei monti Paoz, il laghetto che avevo di fronte era di uno strano colore blu notte. Strano perché ero circondata da tanto di quel verde, dagli alberi, dai cespugli selvatici.

Mi sedetti e mi rialzai subito. Non potevo stare ferma. Il dolore per l'improvvisa perdita, avvenuta solo cinque giorni dopo la partenza del mio nonnino preferito, mi avrebbe assalita e le lacrime avrebbero cominciato a rigarmi le guance. No, non lo potevo permettere.

Cominciai a pensare a mio nonno.

A soli tre anni mi aveva abbandonata preferendo allenare un perfetto sconosciuto lasciando la moglie, disoccupata, sola. Aveva lasciato un figlio adolescente.Aveva lasciato un figlio sposato. Mio padre.

Un sorriso amaro m'increspò le labbra.

Se mio padre era diventato quel che era, cioè un rispettabilissimo professore universitario, era solo merito della nonna.

La nonna...

Cinque giorni dopo la partenza di Goku il suo cuore non era riuscito a sopportare un ennesimo abbandono da parte del marito. Se n'era andata in silenzio, sola, nella sua casa dei monti Paoz.

Lo zio Goten lavorava quando era successo. Io mi stavo allenando con mia madre e mio padre stava preparando un importante compito in classe per i suoi alunni.

M'inginocchiai e presi un sasso nelle mani.

-Tutta colpa di mio nonno- sussurrai, e poi urlando -Tutta colpa di mio nonno- scagliai il sasso in alto nel cielo e i miei capelli cominciarono a prendere delle spumature d'oro. Cercai di calmarmi ma non i riuscì. Gridai al cielo la mia frustrazione mentre la mia trasformazione in Super Saiyan cercava di farsi strada. Ormai erano giorni che succedeva. Quando perdevo il controllo venivo sempre nei monti Paoz sicura che mi sarei potuta sfogare senza che qualcuno mi ponesse domande idiote. La trasformazione avveniva a singhiozzi. Non riuscivo a mantenerla per più di pochi secondi che i capelli tornavano del loro naturale color corvino.

Un fremito nell'aria. Qualcuno si stava avvicinando. Finsi di non accorgermene. I miei sensi erano al massimo dell'allerta. L'aria si fece pesante. Percepì uno strano odore nell'aria e cominciai a respirare faticosamente. Mi misi in ginocchio e poi crollai. Sentì solo una flebile voce prima di perdere i sensi -Ne abbiamo trovata un'altra- diceva.

 

Questa è la mia prima storia. Non siate buoni, se è scritta da schifo ditelo, se non vi piace la storia ditelo ugualmente. Presto arriverà un nuovo capitolo.

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Capitolo 2
*** Amici d'infanzia ***


Un'altra noiosa giornata lavorativa.
Sospirai quando vidi entrare la segretaria portando con se una pila di fogli gigantesca. L' osservai con aria speranzosa, insomma, non era possibile che avesse sbagliato a portare i fogli nel mio ufficio?
Ovviamente no, quella in cui lavoravo era l'azienda più importante del paese, la più avanzata al mondo, certamente non ci potevano essere sbagli di nessun genere. Spostai lo sguardo sulla mia penna, quanto avrei voluto che cominciasse a scrivere da sola permettendomi di uscire.
-Signor Brief?- la segretaria mi guardava con aria trasognata e quando le risposi cercai di essere il più glaciale possibile
-Si?-
-Questi documenti-, cominciò, indicandoli come se fossero pochissimi -Li dovrà consegnare entro un paio d'ore agli scienziati del settore B, sono progetti ideati da sua madre e ha detto che erano molto importanti.- Detto questo se ne uscì dalla stanza augurandomi un "buon lavoro".
Inarcai le sopracciglia. In rari casi mia mamma usava la parola importante, solitamente usava quella parola in azienda solo per farmi intendere che si trattava di prototipi che servivano a sostituire quelli che papà distruggeva durante i suoi allenamenti. Diedi un'occhiata al loro contenuto, ci avevo visto giusto anche questa volta.
Il mio lavoro consisteva solo nell'apportare modifiche minime ai macchinari, tanto per farli più adatti agli allenamenti del principe, mia madre non si interessava molto delle tecniche di lotta di mio padre  quindi l'aiutavo e le spiegavo come impostare le macchine.
Guardai il paesaggio che s'intravedeva dalla piccola finestra del mio ufficio il sole si levava alto sul mare e La vita procedeva frenetica nonostante il caldo.
Quanto mi mancava Goten che ogni giorno bussava alla mia finestra per farmi prendere una pausa dai miei compiti lavorativi. Anche da adulto possedeva ancora quella voglia di vivere di un bambino mentre io a ventisette anni sembravo un vecchio di novant'anni, non fisicamente, (fisicamente sembravo ancora un ragazzo di diciannove anni, i Saiyan invecchiano molto più lentamente dei terrestri) ma il  troppo lavoro mi aveva reso austero ad ogni minima possibilità di divertimento, avevo sempre la paura di arrivare in ritardo ad un appuntamento importante o stavo sveglio fino a tardi cercando di finire pratiche su pratiche. Dalla morte della madre, due mesi circa, non si faceva più vedere molto in città. Quanto avrei voluto fare qualcosa per lui, ma non potevo, persino il suo eterno sorriso da bambino si era spento.
-Toc, Toc,Toc- 
Mi voltai di scatto in direzione della finestra aperta. 
-Goten!- urlai
-Hey topo da laboratorio!- sorrise lui, non il suo solito sorriso ma meglio di niente -Ammettilo, aspettavi che spuntassi fuori da un momento all'altro per tirarti fuori da questa scatola-
Non avrei mai ammesso quanto lui avesse ragione, mi limitai a biascicare qualcosa che risultò incomprensibile anche a me e ci lanciammo fuori dalla finestra.
Arrivammo su un isoletta ad un paio di chilometri dal mio ufficio.
-Come stai?- mi ritrovai a chiedergli pentendomene all'istante, che domanda stupida
-Come vuoi che stia? Mia madre è morta mio padre è sparito nel nulla abbandonandoci nuovamente ed è da due giorni che non riesco a contattare mio fratello e mia nipote-
Lo lascia sfogare stando attento a non porgli più domande ma lasciando a lui il modo di sfogarsi più semplice.
-So quello che provi,anche mio padre era morto durante lo scontro con Majin Bu, non sai quanto mi dispiace-
Ci guardammo a lungo negli occhi in un segno che per lui era di conforto mentre per me era di comprensione.
Spiccammo il volo in silenzio ma ci fermammo a metà strada. Un uomo dall'aria severa mi guardava come se avrebbe voluto  uccidermi
-Scendiamo a terra, c'è tua sorella che ci sta aspettando-  Obbedì immediatamente a mio padre e resta i sorpreso quando disse a Goten di venire con noi. Atterrammo in un parco non molto lontano dai monti Paoz, la vista era bellissima e l'aria era pura. Aguzzai la vista e scorsi mia sorella che saltellava come una deficiente sul posto cercando di farsi vedere. 
-Trunks, sono venuto a chiamarti perché, perché- mio padre balbettava? Sicuramente era successo qualcosa di molto grave, odi molto imbarazzante e conoscendo Vegeta sicuramente era sicuramente la seconda -Voglio che tu impartisca a Bra un paio di lezioni di autodifesa -Come??????-
-Hai capito bene e non te lo ripeterò un'altra volta, resterò qui un paio d'ore ad allenarmi con- le sue labbra si trasformarono in un ghigno -Goten-
Vidi il mio amico indietreggiare di una decina di passi -Io? Perché io?-
-Punto uno. Hai disturbato mio figlio mentre era al lavoro e mi hai fatto perdere un buon quarto d'ora per cercarlo, punto due hai battuto molto la fiacca in questi ultimi anni insieme a mio figlio e punto terzo ho rotto buona parte dei macchinari costruiti da Bulma e devo continuare ad allenarmi, quindi in guardia-
Passammo tutto il pomeriggio così io ad allenare mia sorella, che stranamente non era impedita come pensavo, sicuramente per via del suo sangue Saiyan, e mio padre a distruggere Goten. Tre ore e mezza di allenamento più tardi sentimmo qualcosa muoversi nell'aria, inizialmente pensai ad un animale ma era troppo strano. C'era qualcosa nell'aria, non era più pura come prima, ci mettemmo in guardia quando Bra cominciò a tossire cadendo in ginocchi, presto fu imitata da me e Goten, persi i sensi prima di poter vedere lo sviluppo della situazione. Sentì solo una flebile voce dire -Questi sono gli ultimi-

Angolo dell'autrice
Questo è il secondo capitolo, spero vi piaccia, qual è secondo voi il motivo per cui Vegeta fa allenare Bra? Ma  soprattutto cosa succederà agli ultimi esponenti della razza Saiyan?

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Capitolo 3
*** Prigionia o vacanza? ***


La prima cosa che sentì non appena ripresi i sensi furono le catene ai polsi. Cercai con gli occhi un flebile raggio di luce, ma non lo trovai.
Chiusi gli occhi, concentrandomi solo sul senso dell'udito in maniera tale da poter concentrarmi. Sentivo solo dei flebili respiri ma non capivo da dove provenissero. Provai a cercare l'aura più vicina a me e mi sorpresi qundo ne trovai cinque, tutte conosciute: Bra, Goten, Trunks, Vegeta e mio padre.
Mi misi a sedere ma qualcosa me lo impedì, provai a cambiare posizione, ma qualcosa alla base della schiena mi impediva di muovermi liberamente. Allungai una mano e afferrai una coda -Ma che...?- sussurrai e cominciai a tirare ma mi dovetti fermare subito, mi faceva troppo male, quindi rinunciai a staccarla e feci un buco nel pantalone della tuta per farla uscire. Non ero agitata per quell'improvvisa apparizione, più che altro sorpresa. La codami era cresciuta solo due volte quando ero bambina e in tutti e due i casi era stata staccata, mi chiesi il perchè era ricresciuta ma non trovando nessuna soluzione plausibile mi arresi. La vista si stava adattando all'oscurità e cominciai a distinguere il viso dei miei compagni di... di prigionia forse? 
Guardando i polsi fui certa di si.
Sentì un altro tintinnio di catene e vidi i miei parenti e amici rinvenire.
Il buio non mi permetteva di vederli chiaramente ma ero abbastanza sicura che stessero bene.
-Papà- chiamai Gohan scrollandolo per le spalle -Papà- ripetei scrollandolo più forte
-Hey Pan- sbatté le palpebre e si rese conto della situazione "Non spezzate le catene" ci disse telepaticamente e poi rivolgendosi a me con il tono di voce più calmo possibile -Come stai?-
-Sto bene credo, un pò confusa...- ma non mi lasciò finire chesi voltò verso gli altri ormai quasi del tutto svegli 
-Come state?- Fu Vegeta a rispondere -Stiamo bene eravamo insieme quando... non so che è successo- Tagliò corto  non volendo mostrare quanto fosse in imbarazzo per non essere stato capace di difendere la sua famiglia.
-Perché siamo quì che sta succedendo, papà voglio tornare a casa!- Bra stava supplicando il padre che già nervoso di suo le rivolse solo uno sguardo che voleva  avere uno scopo rassicurante.
-Voi ricordate qualcosa di più- continuò mio padre rivolgendosi a Trunks e Goten che a loro volta scossero la testa.
-Ma...- Trunks stava per aggiungere qualcosa ma sembrava molto titubante -Poco prima di svenire ho sentito l'aria farsi molto pesante, irrespirabile-quell'affermazione mi colpì molto, anch'io poco prima di svenire avevo sentito la pura e incontaminata aria dei monti Paoz farsi pesante -e poi- continuò il lillà -Ho sentito...- ma fu interrotto da Goten che completà la sua frase -dire a degli uomi che "questi erano gli ultimi"-
-Un momento aspettate un attimo, papà tu quando sei stato "rapito"?- mi sembrava tutto così assurdo  -Ti posso dire solo il giorno, lunedì, non so quanto tempo sia passato ma ricordo il giorno perché ho fatto fare ai miei studenti il compito, tu quando?-
-Stesso giorno, la mamma sarà in pensiero, voi?- chiesi inclinando la testa verso Bra -Uguale- Bra sospirò -ero insiemea papà Trunks e Goten-
Alzai un sopracciglio, che improbabile compagnia, soprattutto per la presenza di mio zio, ma non ebbi il tempo di fare altre domande che una forte luce inondò la stanza accecandoci, recuperai la vista solo dopo pochi secondi ma quell'istante di debolezza mi aveva davvero infastidita, ma almeno ora potevo vedere la... la stanza? Non era una prigione come avevo pensato ma era una stanza lussuosissima, c'erano tre divani dalla stoffa del colore dell'oro e dall''aria molto molto costosa una libreria che a prima vista sembrava aggiornatissima e un televisore che era grande quanto l'armadio della mia camera. Era decorata con dipinti stupendi fatti da colori che non sembravano provenire dalla Terra  ma la cosa più strana erano le piante, non avevo mai visto quella specie. Mi resi conto che la parte in cui noi ci trovevamo era l'uinica spoglia da qualsiasi mobilio. Le pareti avevano una sola finestra rivestita da una tendina nera, ma non vi badai minimamente così presa ad ammirare quella stanza, notai che Bra e Trunks non avvano il mio stesso atteggiamento, ma loro erano abiutati a vivere nel lusso.
Il televisero si accese e comparve un alieno -Freezer- sentì imprecare mio padre -Com'è possibile che tu sia ancora vivo- l'alieno sorrise -No, hai sbagliato, non sono Freezer, sono suo cugino, ma devo dire che la somiglianza è molta- avevo sentito parlare del mostro che oltre ventinove anni addietro aveva sterminato la popolazione di Namek e che aveva causato la trasformazione in Super Saiyan di mio nonno, avevo sentito fare ai miei amici supposizioni su altri possibili parenti ancora vivi del mostro ma mai mi sarei sognata di trovarmi d'avanti a uno di quegli esseri immondi -Tuttavia- continuò quell'essere -io preservo la vita, al contrario del mio cuginetto e quindi conservo le razze migliori per un futuro universo nel quale...-
-Balle- lo interruppe il principe dei Saiyan -Ho capito chi sei, quando lavoravo per Freezer ho sentit parlare di te, tu sei Comias, giusto?- Il mostro si mise a ridere -Vedo che tu sai chi sono e credo di sapere anche io chi sei tu, Vegeta giusto?-
-Il principe Vegeta- lo corresse, guadagnandosi la mia ammirazione -Comunque tu non preservi proprio niente, tu sei un Collezionista, vale a dire - si voltò e cominciò a spiegarci -un alieno che organizza "tornei" costringendo le varie popolazioni dello spazio a combattere tra di loro, intrappolandoli, aspettate fatemi ricordare, ah si in zone dove questa gente è salva solo finché sta ai suoi ordini che consistono, per la maggior parte delle volte, nel "partecipare" a questi tornei se disobbediscono si paga con la morte, il fatto è che non puoi ucciderci- disse voltandosi nuovamente verso Comias -perché non c'è una lega di metallo o essere nell'universo capace di ferirci o alla nostra altezza, quindi non puoi intrappolarci- aggiunse con un sogghigno e per dimostrare le sue parole spezzò con estrema facilità le manette ai suoi polsi. In quel momento notai che anche lui aveva la coda, guardai gli altri, era ricresciuta anche a loro ma nessuno aveva toccato l'argomento chissà perché -Caro Vegeta, vedi non avrei nessun interesse a uccidervi è già molto tempo che vi osservo e so che tutti voi siete capaci di far avverare la leggenda, ma io non ho paura al contrario di mio cugino, io voglio proteggervi siete dei pezzi così rari- disse, quasi accarezzando le parole -Come ti permetti- Gohan era infuriato ed ebbi paura di lui per via dello sguardo che aveva lanciato all'alieno, sembrava sul punto di trasformarsi -NOI NON SIAMO MERCE!- urlò avanzando verso il televisore appeso alla parete e come per confermare le sue parole diete un pugno al muro che venne trapassato da parte a parte e non appena ritirò la mano cominciò a crearsi una forte corrente d'aria. Guardai la finestra e mi resi conto che non era coperta da nessuna tendina nera, ma che invece dava sul vuoto assoluto. Distolsi lo sguardo non appena senti la corrente d'aria dissiparsi. La parete si stava riformando tramite quelli che a me sembravano dei fili di metallo. Pochi secondi dopo, il muro era tornato come nuovo e una nuova consapevolezza si faceva spzio in me, ci aveva intrappolati mettendoci in un luogo dove neanche i Super Saiyan leggendari potevano sopravvivere, nello spazio aperto.
-Godetevi la permanenza nel vostro nuovo alloggio- e con l'eco della sua risata si spense anche il televisore.

Nota dell'autrice
Nel capitolo precedente avevo scritto che Trunks aveva trent'anni, ma mi sono accorta che lui ne ha 27 quindi ho provveduto a correggere, perchè se avessi lasciato quell'età avrei "sballato" l'età di Pan, Bra e Goten. Per il resto spero che questo nuovo capitolo vi piaccia se ci sono errori ditelo, perché voglio rendere il mio modo di scrivere il più decente possibile. Presto aggiornerò la storia.

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Capitolo 4
*** Appuntamento ***


Silenzio glaciale.
Nessuno aveva voglia di parlare dopo  l'improvvisa apparizione dell'alieno.
Eravamo rimasti tutti immobili in attesa, in attesa di un qualcosa che nemmeno noi conoscevamo. Il primo a muoversi fu Vegeta, che si avvicinò ad una pianta, decorazione della stanza, e si sedette di fronte ad essa, studiandola. Trunks cominciò a parlottare a bassa voce -Siamo nello spazio, ciò significa che questa è una navetta spaziale, il che siginifica che deve avere dei comandi.- Cominciò a ad andare avanti e indietro e non lo guardai più, già ero nervosa di mio, non avevo bisogno di altra ansia da prendere da altre persone.
Già persone, perché noi non eravamo ogetti, come ci aveva definito il mostro.
Mi accorsi di avere ancora le manette ai polsi,gli altri le avevano tolte, cercai di contenere la rabbia, e le ruppi.
La situazione che si era creata poteva essere definita sotto la parola caos. Bra, Goten e mio papà fluttuavano nell'aria senza badare alla direzione che prendevano, Trunks continuava a camminare su è giù, Vegeta continuava ad avvicinarsi alla pianta, come per vederla in ogni minimo particolare. Cominciai a passaeggiare toccando le pareti della stanza, forse c'era qualche passaggio segreto, al quanto improbabile ma proprio non riuscivo a stare ferma.
Continuai a camminare passando la mano sui muri e notai che un punto della parete era un pò rialzato, notai anche un pulsante accanto e allora lo premetti.
La porta si aprì, non si trattava di un passaggio segreto ma di una comune porta che si apriva con un bottone minuscolo.
-Hey, guardate cosa ho trovato- ma fui interrotta da mio zio Goten che si mise a gridare come un ossesso -LA CUCINA, LA CUCINA, LA CUCINA!!!!!!!!!!!!!-
Gli lanciai un' occhiataccia che avrebbe fatto impallidire il più comune Saiyan, ma mio zio non ci badò proprio, anzi, si mise a correre come se ne valesse della sua stessa vita.
Anche la cucina era molto lussuosa e ogni scaffale era pieno di cibarie, inizialmente pensai che fossero avvelenati, ma poi pensai a quello che aveva detto Comias "preservo la vita delle razze più potenti" -Certo, come no- borbottai e mi lanciai alla ricerca di qualcosa al cioccolato, cercai per due ore buone, non trovai niente di dolce, al contrario trovai una fornitura che poteva, essere definita a vita, di verdura.
-Stupido, alieno- imprecai. Al centro della stanza si ergeva un elegante tavolo, già pronto per essere utilizzato per la cena, il problema era che l'unica cosa che mancava era appunto il cibo già cucinato, a quello ci avremmo dovuto pensare da soli, guardai mio zio Goten che già si era messo al lavoro. Era un cuoco provetto, e per questo mi stupì perché pensavo che da solo in cucina avrebbe potuto far saltare in aria la casa, ma dovetti ammettere che c'era da aspettarselo da uno che amava il cibo così tanto.
Quando finimmo di mangiare si poteva benissimo dire che lì dentro ci aveva mangiato un esercito, ognuno dette una mano per pulire, apparte il principino certamente non poteva sporcarsi le sue reali mani, cosa che non mancai di far notare, e poi sedemmo nei divani dell'altra stanza.
- Vi devo parlare-cominciò Vegeta serio -credo di sapere il motivo per cui ci è ricresciuta la coda, più del motivo credo di sapere il come, quelle piante- le indicò con un cenno del capo -emettono degli "odori" che, se respirati a lungo da un Saiyan, permettono la rigenerazione della coda, anche in tarda età, lo so perché venivano usate quando un Saiyan perdeva la coda durante un combattimento ma dopo la distruzione del pianeta Vegeta anche quelle scomparvero, o almeno così credevo- prese fiato - Vedete quella stella fuori dalla finestra?- noi annuimmo -Si chiama Paradrax e vicino a lei c'è una luna, la vicinanza con la luna ha accellerato anche il processo di rigenerazione della coda-
-Io invece, credo di sapere il motivo, se voi avesse una collezione di... di motociclette in miniatura, vorreste le migliori no?- mio padre aveva cominciato uno dei suoi logici e ferrei discorsi.
-Certo che si- rispondemmo all'unisono.
-Giusto e li vorreste con tutti i pezzi al loro posto, no?-
-Ovvio, allora vuoi dire che questo ci voleva "interi"?- suppose Bra
Mio padre annuì -Esattamente-
Trunks intanto si era avvicinato alla finestra -Ci avrei dovuto pensare prima- disse ad alta voce-
-A cosa fratellone?-
-Questa "navicella" non ha comandi perché è un vagone!-
-Come?, quindi siamo intrappolati quì?-
-Mi sa di si Bra, guarda là, vedi quel tubo? Credo che sia il tubo che trasporta ossiggeno quì dentro ed è anche raforzato quindi significa che ha funzione di trasporto dell'ossiggeno e di trasforto della navicella, che definirei scatola.-
-Come sei intelligente bravo, bravo- sobbalzammo nel constatare che il televisore si era riacceso e che il mostro ci guardava con aria gongolante -Vi consiglio di prepararvi, domani ci sarà la prima gara, guarda Trunks che la scatola ha molte stanze sistematevi come credete, nelle vostre stanze potrete avere una buona cognizione del tempo, c'è tutto, orologi, calendari etc... Ricordate l'appuntamentodi domani, credo che sarà molto... divertente-
Il televisore si spense e il gelo ripiombò su di noi.

Angolo dell'autrice
Questo era più un capitolo introspettivo presto si arriverà all'azione, spero di non avervi annoiato.

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Capitolo 5
*** Comincia il torneo ***


Ci trovavamo nella stanza del televisore, dopo un giorno di prigionia in quella scatola, l'avevo soprannominata così. Tutti sapevamo cosa aspettare, perciò non ci sorprendemmo quando la tv si accese e Comias fece la sua comparsa -Salve a tutti, la prima gara di oggi sarà una cosa molto leggera, non preoccupatevi, voglio solo "testare" le vostre abilità, ma sono sicuro che non mi deluderete, insomma, quasi tutti voi avete raggiunto la leggenda, ne manca solo una- a quest'ultima affermazione abbassai lo sguardo alle punte delle mie scarpe per non dover vedere l'espressione sorpresa e sconcertata di mio padre, non ci voleva molto a capire chi delle due ragazze avesse raggiunto lo stadio di Super Saiyan visto che l'unico interesse di una di loro era fare shopping -Oh, non ve l'aveva detto? La piccola Son lo ha raggiunto dopo la morte della nonna è molto arrabbiata con suo nonno- cominciò a ridere di gusto, eccitatissimo.
-Da quanto tempo ci spii?- chiese Vegeta con un tono che non ammetteva menzogne.
-Ogni cosa a suo tempo mio caro Vegeta ma posso dirti che è da molto, forse anche prima della morte di mio cugino, ma quale delle due morti? O forse anche prima, ma dato che non vi conoscevate prima chi avrei potuto spiare? Adesso basta, sto divagando. Andiamo al punto, ora quella libreria si aprirà, rivelando una porta che dà su un lungo corridoio, percorretelo, troverete alla fine un divano, vi dovrete sedere. Davanti a questo divano ci sarà un altro televisore, accanto al quale ci sarà una porta, il nome che apparirà sullo schermo sarà quello di colui che dovrà attraversare quella porta. Chi rimarrà nella stanza del divano, potrà guardare lo scontro comodamente seduto.-
Detto questo il televisore si chiuse e noi restammo immobili, dopo pochi secondi la libreria si aprì e con lei la sua porta nascosta.
-Non mi presterò a questa sciocchezza- disse Bra storcendo il naso -Va contro i miei principi- se c'era una cosa che Bra aveva preso da suo padre era l'orgoglio -Cara, sono d'accordo con te neanche io lo voglio fare, ma dobbiamo cercare di stare al gioco il più possibile.- Le parole di Vegeta mi stupirono, avevo sempre visto in lui la parte orgogliosa e mai avevo visto la parte del grande stratega che era. Percorremmo il corridoio in silenzio e quando ci trovammo di fonte il divano restammo alzati. Il televisore si accese e apparve una classifica, simile a quella del torneo Tenkaichi, avevo visto tante di quelle razze aliene alla ricerca delle sfere, ma mai avevo visto esseri di quel genere. L'immagine cambiò:
GOTEN
Ecco il primo che avrebbe dovuto affrontare l'ignoto, il più giovane dei fratelli Son.
-State tranquilli ragazzi, vado e torno, ha detto che non era niente di complicato no?-
Ci salutò con un sorriso così simile a quello del nonno che una fitta di dolore mi attraversò dalla testa ai piedi e prima che lui potesse attraversare la porta lo trattenni e lo abbracciai -Stai attento zietto- sussurrai.
-Non ti preoccupare scimmietta- detto questo mi scompigliò i capelli e attraversò la porta.

(Ora il punto di vista cambia, infatti sarà Goten a parlare e pensare fino alla fine del capitolo)

La porta dava direttamente accesso all'arena, dopo che varcai la soglia essa si richiuse alle mie spalle, ero un pò agitato, solitamente durante gli eventi importanti indossavo sempre la vecchia tuta di mio padre, quella che aveva usato nel torneo Tenkaichi nel quale aveva sposato mia madre, quanto mi mancavano.
Scacciai il pensiero, dovevo concentrarmi su quello che mi aveva detto telepaticamente la sera prima mio fratello. Non sapeva il perché ma mi aveva detto che aveva la sensazione che il primo a combattere sarei stato io, ci aveva proprio azzeccato, inoltre mi aveva detto di guardare ogni angolo, in cerca di possibili vie d'uscite, ammirai e perlustrai l'arena, camminai fino al centro per poter avere una visuale migliore. Mi voltai verso la nostra "scatola" e notai che solo per una breve parte era collocata sull'arena, il resto giaceva nel vuoto,non era l'unica, vi erano altre strutture situate nella medesima posizione, il campo di battaglia era stupefacente, era costruito con un metallo trasparente, simile al vetro ma molto più resistente, infinitamente più resistente, dava la sensazione di camminare nello spazio aperto, guardai la volta celeste sulla mia testa e notai che in alto c'era un astronave, rimasi con la bocca spalancata, era gigantesca! Ed era assicurata con delle corde d'accaio all'intera struttura che di certo non era piccola, mi alzai in volo fino a raggiungere il tetto di "vetro". Contando anche le varie scatole, il vagone, come lo aveva definito Trunks, era grande quanto quattro campi di calcio, forse cinque, e la navicella era almeno il triplo, sembrava una città volante, ma forse era proprio questo l'obiettivo del mostro, avere una città con piccoli schiavi trattati come gladiatori che combattevano nel colosseo romano.
Sospirai e atterrai, nella parte ovest dell'arena c'era un megaschermo, pensai che questo aveva proprio la fissa dei televisori, che s'illuminò facendo vedere una mia immagine catturata mentre stavo mangiando un panino e con la coda mi stavo grattando la schiena, arrossì immaginandomi la mia rientrata nella scatola con le risate insopportabili dell'intero gruppetto mezzosangue, Vegeta avrebbe accennato uno "Tsk" e si sarebbe voltato dall'altro lato, ma l'immagine posizionata accanto alla mia mi fece rabbrividire, era una specie di omuncolo che sembrava fatto di fango dalla vita in giù e da tanti brufoli informi dalla vita in su, in quel momento pensai che non lo avrei fatto avvicinare di un soffio, lo avrei attaccato con colpi energetici fino a quando si sarebbe arreso.
La cosa entrò nell'arena, dove regnava il silenzio assoluto e l'immagine del televisore cambiò ancora, svelando il mostro, questa volta in compagnia di due aliene sedute accanto a lui, mi venne la nausea, si vedeva lontano un miglio quanto quelle fossero disgustate e quanto lui fosse viscido -Salve spidanti, Xonio, tu non sei nuovo di questi combattimenti, ma il ragazzino d'avanti a te si, quindi solo per oggi non sarà un combattimento mortale. Feci un sorrisetto, quell'essere avrebbe dovuto ridurmi in fin di vita? Il mio sorriso si allargo in un ghignio mentre una forte scarica di adrenalina mi saliva lungo la spina dorsale, era l'euforia del combattimento, l'euforia che sentiva ogni Saiyan mezzosangue o puro che fosse, mi misi in posizione, non smettendo però di osservare ogni singolo spazio dell'arena, non sembravano esserci vie di fuga -Dannazione- sussurrai facendo salire il mio livello di combattimento vertiginosamente -Forza ragazzi- era di nuovo Comias che parlava -Uno, due, tre, VIA-
Il movimento del mio avversario fu rapidissimo, sputò, da quella che sembrava una bocca, una colata di fango,la evitai muovendomi velocissimo. L'occhio mi cadde su dove il fango si era posato, non era fango ma acido, riusciva a corrodere lentamente il pavimento ma prima che si aprisse un buco la lega di metallo rispose alla reazione facendo... uscire fuori l'acido, lo aveva assorbito e lo aveva espulso, vidi una macchia marrone sfogata avvicinarsi e stavolta mi mossi proprio all'ultimo minuto e delle goccie mi arrivarono sulla manica della maglietta, la strappai e la buttai lonano per paura che l'acido arrivasse anche sul braccio, intanto il mio avversario stava prendendosi di consistenza, si stava trasformando in qualcosa che sembrava umano e un attimo dopo mi fu tutto chiaro, stava usando il fango per rimodellarsi e diventare una mia perfetta copia, mi lanciai contro di lui in volo caricandogli un pugno in pieno stomaco, ma fendetti l'aria, e un colpo fortissimo alla schiena mi fece cadere a faccia in giù sul pavimento. Piantai le braccia sul pavimento e con le gambe diedi un calcio in pieno viso al mio avversario che barcollò all'indietro ma non crollò, non volevo raggiungere lo stadio di Super Saiyan, mi ripromisi che l'avrei fatto solo se fosse stato di vitale importanza, continuai a prenderlo a calci e pugni, quando lui mi bloccò una mano e ricominciò a sciogliersi in acido, mi avrebbe sciolto una mano se non mi sarei liberato alla svelta, presi in considerazione l'ipotesi di trasformarmi ma mantenni la mia promessa quindi, aprì il palmo della mano all'altezza del suo viso e caricai un colpo energetico, arrivato ad un livello di potenza che non lo avrebbe potuto uccidere ma lo avrebbe tramortito lo liberai. Il mostro venne scaraventato dall'altro lato dell'arena e crollò a terra svenuto. Alzai la testa verso il televisore e notai che Comias sembrava alquanto deluso -Non ti è piaciuto lo spettacolo?- gridai -Non è questo, sei stato bravo ma avrei voluto vedere la tua trasformazione dal vivo, peccato, e poi, quell'alieno, si è lasciato battere così facilmente, non è un valido esponente della sua razza- schioccò le dita e fu con orrore che guardai il povero alieno assorbito dal pavimento e rilasciato nello spazio -Puoi ritornare dai tuoi amici, parenti o quel che sono- Comias era addolorato, come se avesse fatto una scelta che lui non voleva fare ma necessaria-
La porta si aprì e potei tornare nella scatola.
I miei amici erano scossi, avevano visto tutto, anche la parte nel quale il poveretto veniva rilasciato nello spazio.
-Questo è quello che ci succederà se perdessimo qualche gara?- disse la turchina con gli occhi lucidi.-
-Bra sta tranquilla non credo che farà una cosa del genere con noi- disse Pan abbracciandola.
Io mi rivolsi a mio fratello -Non ci sono vie d'uscite, bhè, apparte l'espulsione- Notai che Pan e Bra erano state colte da un fremito di paura -Andiamo in cucina preparo qualcosa di buono- aggiunsi e mio fratello mi diede una pacca sulla spalla -Troveremo un modo- sussurrò.
Le ragazze non avevano sentito l'ultima parte della conversazione e si erano riprese, mia nipote mi disse con un sorrisetto stampato in faccia -A proposito zietto, bella foto- e la mia previsione si avverò.

Angolo dell'autrice
Questo è il capitolo più lungo che ho scritto spero che vi piaccia. Tra un pò si scoprirà il perché sono svenuti e altre cose che ancora non ho del tutto chiarito. Al solito, se ci sono errori non mancate di dirlo. Aggiornerò presto.

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Capitolo 6
*** Trasformazione ***


Quella sera, nella scatola dei Saiyan, c'era un silenzio inquietante.
Mi alzai dal letto perché non riuscivo in alcun modo a prender sonno. Mi ritrovai a girare per le stanze buie, stando ben attenta a non far rumore, persino i miei passi felpati mi sembravano troppo chiassosi perciò decisi di levitare proprio come un fantasma, vagavo senza una meta precisa, una volta andavo verso la cucina, un'altra verso la mia camera, una volta ancora verso la sala del televisore, ero molto attratta da quest'ultima camera perché era l'unica provvista di una finestra e guardare lo spazio infinito mi dava l'impressione di rivivere i momenti passati con il nonno e Trunks. Appoggiai la testa al vetro, chissà dov'era in quel momento, forse il drago lo aveva portato via con se per fargli imparare qualche nuova tecnica in un qualche luogo sperduto della terra, in un'isola forse, chissà se avrei potuto rivederlo. Alzai la testa di scatto, sembrava che qualcosa, fuori, nell'universo mi stesse chiamando, non sapevo il perché ma avevo la sensazione che non avrei dovuto guardare, ma quel richiamo era così forte, cercai di andarmene in camera mia ma proprio non potevo resistere. Alzai lo sguardo e la vidi.
La luna di Paradrax, così bella, così luminosa.
Cominciai a treamare, non per paura ma come se qualcosa mi scuotesse da dentro. Il tremore aumentò finché non ebbi più il controllo del mio corpo.
Cominciai ad ansimare, sembrava che stessi soffocando, i canini cominciarono a crescere, sapevo cosa mi stava succedendo, avevo assistito da vicino alla trasformazione di mio nonno.
Urlai.
Se mi fossi trasformata lì dentro avrei distrutto la "casa", uccidendo tutti i miei amici.
-PAANNNN!- l'urlo di mio padre! Mi aveva sentita.
-Non guardate in su, qualsiasi cosa accada- disse calmo Vegeta afferrandomi per la maglietta del pigiama e trascinandomi a tutta velocità verso l'arena.
Perché non mi tagliava la coda?
L'avrebbe potuta staccare anche a mani nude, perché non lo faceva? Lacrime di frustrazione mi solcarono il viso. Mi lasciò al centro dell'arena e cominciò ad urlare tenendo gli occhi bassi -COMIAAAAAAAAAAAAAASS- subito il televisore si accese mentre io stavo per ultimare la mia trasformazione in Oozaru, arrivando a toccare con la testa il soffitto.
-Cosa... oh- l'alieno si era già reso conto della situazione, ma io già non capivo più nulla, cominciai a urlare e a correre, ecco l'ultima cosa che ricordavo.

(Ora a parlare sarà Gohan, descriverà tutto quello che è successo dopo la trasformazione di Pan)

Era terribile vedere la propria figlia ridotta in quello stato, la mia piccola Pan.
Era stato uno shock scoprire che era stata capace di provare talmente tanta rabbia verso mio padre da diventare una Super Saiyan, ma questo shock era niente al confronto di quello che provavo in quel momento. Non l'avevo mai vista perdere il controllo fino ad allora e per esperienza sapevo quello che stava provando, non che ricordassi molto di quelle volte in cui ero diventato un Oozaru, ma le figure oscurate nella mia memoria erano terribilmente caotiche e prepotenti.
Un forte rumore mi distolse dai miei pensieri, avevo seguito Vegeta il più velocemente possibile e ora il materiale di cui era fatta l'area di combattimento si stava oscurando, fino a diventare del tutto nero e impedendo la vista degli astri. Improvvisamente apparvero degli uomimi dietro di me, ma non capì da dove, visto che non li avevo visti arrivare. Erano in tre, due erano molto simili all'alieno che ci aveva fatto catturare ma uno era molto più basso degli altri due, era piccolo ed aveva la carnagione rosa, era vestito in modo molto stravagante, mi ricordava mio padre, quando era tornato sulla terra dopo il combattimento contro Freezer, i vestiti erano simili.
Avevano in mano delle piante, erano le piante che avevamo nel "vagone", ma cosa avevano intenzione di farci? Presero qualcosa, che non identificai, dalle loro tasche e bruciarono i vegetali dalla radici. Nell'arena si diffuse presto l'odore acre di bruciato e cominciai a tossire cadendo in ginocchio, osservai mia figlia, ancora trasformata, anche lei era a terra quasi del tutto priva di sensi, la coda ancora si muoveva, dopodichè vidi soltanto il nero.

(Quì il punto d vista cambia nuovamente ora sarà Pan a parlare)

Mi alzai di scatto, tremante, nel mio letto, avevo il fiatone e in più ogni osso del mio corpo mi faceva male.
Mi alzai e crollai sul pavimento, non potevo muovermi -Aiuto- chiamai con la faccia premuta contro il tappeto, entrò Papà che mi sollevò da terra e mi mise nuovamente a letto.
-Come stai?- mi chiese accarezzandomi il viso. Arrossì, era imbarazzante quando mi trattava come una bambina.
-Bene, più o meno, mi sembra di avere il corpo in frantumi ma per il resto credo che vada tutto bene- sorrisi e lui sembrò un pò più sollevato -Perché Vegeta non mi ha tagliato subito la coda?- chiesi tornando seria.
-Volevo vedere se riusciva a gestire la situazione, posso entrare? -aggiunse il il principe con espressione severa e leggermente arrabbiata.
Lo seguirono Trunks, Bra e Goten.
-Volevi vedere la situazione?- quasi urlai - Stavo per distrugere tutto e volevi vedere cos'avrebbe fatto il mostro?-
-Sta calma- mi disse Gohan preoccupato.
-No, non sto calma, quello lì stava per farvi fare tutti fuori da me!- conclusi con le lacrime agli occhi che soffocai prontamente.
-Almeno non è stato del tutto inutile- sospirò Gohan -Abbiamo scoperto come hanno fatto a catturarci, avete visto quelle piante no?-
-Oh, ma chissene, siamo bloccati quà e tu ancora cerchi di capire come e non all'andarcene?- detto questo Bra si girò e si diresse sculettando verso camera sua, quanto era stupida in certi momenti.
Tutti nella stanza sospirarono -Io no, quali piante?- domandai. Vidi un' ombra passare sul volto di mio padre -Le hai viste solo che eri "occupata"-
-Ah già- sbuffai.
-Quelle piante- continuò mio padre -se vengono bruciate dalle radici emettono per noi un gas nocivo, comunque ora basta parlare, tra un pò lo zio ti porterà da mangiare, a dopo.- Mi salutò con un bacio sulla fronte e uscì dalla mia camera, anche Vegeta e lo zio erano andati via, era rimasto solo Trunks.
-Cosa guardavi?-
-Quando?- chiesi conoscendo forse la risposta.
-Quando ti stavi trasformando, cosa osservavi nello spazio?-
Sorrisi -Più che guardare stavo ricordando il nostro viaggetto- sorrise anche lui.
-Già , ricordo, Pan se vuoi parlare di qualcosa basta chiamarmi, io sono quì, ok?-
-OK-
-Ciao piccolina- e se ne andò scompigliandomi i capelli.
Tutti sapevano quanto odiavo quel gesto perché continuavano a farlo?

Angolo dell'autrice
Avevo in mente un altro capitolo ma scrivendo è nato questo, spero che vi piaccia. Aggiornerò presto.

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Capitolo 7
*** La cattiva fama dei Saiyan ***



Erano passati oltre sette giorni dalla nostra cattura.
Tre giorni dal combattimento di Goten, ma dell'alieno neanche l'ombra.
Non potevamo allenarci, avremmo rischiato di distruggere tutto.
Per noi Saiyan la lotta era tutto, eravamo una razza che doveva essere libera e no prigioniera in quattro mura.
Ormai, nessuno di noi parlava molto, l'unica cosa che facevamo era rimanere spaparanzati nei tre divani della stanza principale. Per sicurezza, avevamo chiesto a Comias una tendina che copriva la finestra, non volevamo altri "incidenti".
Din, din, din, din.
-Che dici la vuoi piantare?- Chiesi a mio zio Goten dopo ore che picchiava il cucchiaino contro la tazza del caffè, ok, forse non erano ore, ma dopo lo stress che avevo accumulato bastava un nonnulla per farmi saltare i nervi.
-Scu... scusa- balbettò imbarazzato, per poi tornare a fissare con sguardo atono il liquido nella tazza.
Mio padre e Bra giocavano a carte, le avevano trovate in cucina dopo che Bra aveva mandato a fuoco il microonde, Trunks non finiva  di parlottare sottovoce cercando di capire se in tutta quella struttura ci fossero dei comandi per gestire la navicella anche se trovava la cosa al quanto improbabile, Vegeta ormai stava costantemente davanti la finestra, sapeva in che parte dell'universo eravamo, perciò non appena scorgeva un qualche pianeta ricopriva la finestra sapendo che c'era la luna. Io cercavo qualcosa da leggere ma i racconti presenti nella libreria erano tutti romanzi.
Din don.
Restammo tutti immobili. Non era mio zio, che nonostante il mio rimprovero aveva ripreso a picchiettare il cucchiaino contro quella povera tazza, ma era un campanello, il campanello di una porta.
Non sapevamo che fare. Che porta dovevamo aprire?
Ma prima che qualcuno di noi dicesse qualcosa la libreria si aprì e mi scansai con un saltò all'indietro cadendo addosso al povero Vegeta che mi stava per lanciare dall'altra parte della stanza per la rabbia -Scusa- sussurrai e mi rialzai velocemente.
Intanto un alieno aveva appena varcato la soglia.
Era bassissimo, vestito in modo molto strano e di una carnagione rosa acceso. Mio padre lo guardava come se già lo avesse visto.
-Tu sei l'alieno che ha bruciato la pianta?-
-No quello era mio fratello, io sono qui solo per le pulizie-
In effetti, aveva in mano delle lenzuola sovrapposte che sembravano pulite e che gli arrivavano fino al mento. Arrossì pensando al disastro che c'era in cucina, per non parlare del bagno.
Bra e io avevamo cercato di pulire ma con quattro uomini in una casa il detersivo della cucina e del bagno erano finiti in cinque giorni.
Mi avvicinai all'alieno che indietreggiò prontamente, aveva accanto un secchio con dentro dei detersivi e allora mi chinai a prenderlo. Lui mi guardò stupito.
-Voglio solo darti una mano- gli dissi con uno sguardo che voleva dire di stare tranquillo.
-No, non puoi- mi disse l'alieno con l'aria di uno che facevo la spavaldo ma dietro si celava una gran paura -Dovete cambiarvi e andare ad allenarvi- ci guardò torvo -Ora- aggiunse.
Lo accontentammo, andammo a cambiarci e poi ci dirigemmo verso l'arena.
-Dobbiamo andare lì?- chiese Bra chinando il capo per indicare la direzione.
-Si- rispose l'alieno in modo glaciale. Stavamo per andare quando mio padre ci bloccò.
-Vi raggiungo dopo- ci disse.
Annuimmo e c'incamminammo senza fare domande, ci avrebbe spiegato dopo.
L'arena non era vuota, come durante il combattimento di Goten, ma era pieno di lottatori e macchine per gli allenamenti. Inoltre anche il colore era cambiato, adesso era nera e non si vedevano più gli astri.
Al nostro arrivo ognuno fermò la propria attività.
Vidi che in molti guardavano Vegeta, come se lo conoscessero e poi ricordai il suo passato e ricordai perché quegli uomini, o alieni per meglio dire, erano lì.
Erano razze in estinzione il che significava che il loro pianeta era andato distrutto e dato che Vegeta aveva sterminato i sopravvissuti a quegli stermini dovevano essere in parte lì.
Per la prima volta mi sentì in colpa per quello che avevano fatto i miei antenati.
In molti non guardavano solo Vegeta, guardavano anche noi. Mi sembrava quasi di sentire gli insulti che pensavano.
Assassini, razza senz'anima, scimmie evolute che avevano conquistato l'universo solo con la forza bruta.
Cominciammo a camminare verso uno spazio vuoto e ci fermammo lì. Ancora, molti dei mostri non avevano ripreso le proprie attività, in quel momento avrei voluto sprofondare sottoterra. Ah già, lì non c'era terra.
-Aspettiamo Gohan?- disse mio zio ad alta voce.
Alcuni mostri udendolo lo fissarono e mio zio diventò tutto rosso.
-Sarà meglio aspettarlo, si.- disse Vegeta incrociando le braccia.. Mio padre arrivò dopo cinque minuti e a lui fu riservato lo stesso nostro trattamento.
Ma la furia dei Saiyan era davvero così famosa?
Stavolta gli insulti dai pensieri arrivarono alle parole pronunciate ad alta voce.
"Maledetti scimmioni", "Freezer è sempre stato un buono a nulla, non li ha neanche uccisi tutti" e così via.
-Bhè, possiamo cominciare- disse Vegeta con aria quasi allegra, quasi -Ci divideremo in coppie, Goten Trunks, Bra e io, Gohan e Pan, allenatevi al meglio-
Vegeta non era tipo da fare le cose alla leggera quindi ci doveva essere un motivo per cui ci aveva accoppiati così.
Notai che mio padre e lui si fissavano, stavano parlando. Presi nota di domandargli cosa si erano detti.
-Bene Pan, cominciamo.-
Si avvicinò ad una velocità mostruosa caricando un pugno che scansai per miracolo abbassandomi e dandogli un calcio in pieno petto. Sembrò non risentirne minimamente e ricominciò ad attaccarmi con calci e pugni.
"Visto Pan, sei sempre stata debole, sei sempre stata d'impiccio a mio padre, ha preferito allenare uno sconosciuto piuttosto che sua nipote". Mi aveva parlato telepaticamente, e quelle parole erano come una coltellata al petto, caricai un colpo energetico che prese con una mano e lo annullò.
"Sei solo una bambina,è stata solo colpa tua, sei tu il motivo per cui se ne è andato, si vergognava di te".
Sapevo che mio nonno non se ne era andato per colpa mia, ero arrabbiata con lui solo perché aveva lasciato sua moglie, mia nonna, sola. E non una volta, ma più volte. Non si era mai preoccupato di lavorare e l'aveva lasciata nella povertà più assoluta.
Gli diedi un calcio colmo di rabbia che bloccò con una mano, con estrema facilità.
Si trasformò in Super Saiyan.
"Vedi" continuò a parlarmi telepaticamente "Non raggiungerai mai questo stadio, non sei una Saiyan pura, sei solo un terzo Saiyan, sei inutile" questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, urlai con tutto il fiato che avevo in corpo e mi trasformai, stavolta avevo il pieno controllo di me stessa e riuscivo a gestire la situazione, non mi costava alcuno sforzo mantenere quello stadio.
Mio padre restò immobile per un paio di secondi, poi tornò normale.
-Mantieni la rabbia.- Mi disse con un tono di voce neutro.
-Non ho bisogno dei tuoi consigli ho il pieno controllo di me.-
-Lo sai che non pensavo quello che ti ho detto, vero?- Annuì e chiusi gli occhi, dovevo restare in quella maniera il più possibile, mi avevano raccontato che mio padre e mio nonno erano rimasti per più di sette giorni dei Super Saiyan, era questo quello che volevo fare.
Intanto gli altri continuavano il loro allenamento. Sapevo che anche loro avevano “assistito” a tutto il monologo di mio padre, perciò dissi.
-Riprendiamo-
Continuammo ad allenarci per tutto il giorno, ormai gli altri lottatori erano andati nelle loro scatole. Durante il combattimento avevo avvertito i loro sguardi verso di me e avevo sentito pronunciare la parola "mostri", ma non vi badai.
Sapevo che noi eravamo gli unici sei della nostra razza a non esserlo.
Quando rientrammo in casa ero ancora trasformata.
-Hai intenzione di restare in quella maniera ancora per molto?- mi chiese Bra con una punta di gelosia.
Le sorrisi.
–Per sette giorni- dissi.

Angolo dell’autrice
Stiamo per arrivare ad una svolta importantissima della storia, aggiornerò presto.

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Capitolo 8
*** All'ultimo sangue ***


Guardai Vegeta molto attentamente. 
Vidi la sua espressione mutare e diventare sempre più fredda fino a diventare una maschera d'indifferenza.
Ci trovavamo nella sala adibita alla visione dei combattimenti. Infatti, quel giorno Comias ci aveva chiamato dicendoci di sbrigarci perché vi era un'altra fase del torneo, ma mai avrei pensato che quella persona dovesse scendere in campo così presto.
Guardavo il televisore con la bocca spalancata per poi guardare Vegeta e di nuovo il televisore, come un idiota, cercando di capire se avessi letto bene o se avessi avuto bisogno di un paio di occhiali.
Guardai la diretta interessata.
Non sembrava molto agitata, anche lei aveva un espressione simile a quella del padre.
Non si sarebbe mai abbassata a dire quanto fosse terrorizzata come suo padre non si sarebbe mai abbassato a dire quanto fosse spaventato per le sorti della figlia.
Li guardai.
Erano così diversi nell'aspetto ma così simili nel carattere.
Incrociarono i loro occhi, Bra annuì con un gesto della testa, ma non perché Vegeta le avesse detto qualcosa,ma solo per rassicurarlo. 
Trunks si avvicinò a sua sorella, le strinse una mano e poi la lasciò andare. Erano una famiglia molto unita e dovevano soffrire immensamente per la mancanza della madre, ma loro non facevano mai vedere i loro veri sentimenti, o almeno non in modo esplicito.
Lei si voltò regalandoci un sorriso.
-Papà, manterrò alto l'onore della nostra famiglia.-
Lui annuì rigido e incrociò le braccia, ma non nel solito modo disinvolto, quel gesto serviva a trattenersi per impedire alla figlia di andare incontro al proprio destino.
E così varcò la soglia, a testa alta e le mani strette in pugni.

(Qui il punto di vista cambia, infatti sarà Bra a pensare ed agire fino alla fine del capitolo)

Il ring era vuoto, non c'era nessuno, era sola.
Mi voltai verso il teleschermo e vidi una mia immagine stranamente familiare. I miei occhi in quella foto avevano qualcosa di strano, erano rossi. Anche la mia espressione sembrava molto diversa dal solito, sembrava distorta dalla rabbia e per di più in quell'immagine erO priva di coda. Strizzai gli occhi come per metterne a fuoco i particolarI ma non ci riuscì perché si era rimpicciolita facendo spazio ad un'altra immagine.
Era il mio sfidante.
All'apparizione della foto entrò in campo anche lui in carne e ossa.
Aveva una figura che poteva essere definita simile a quella umana. Due braccia, due gambe, una testa. Ma la differenza era che quest'essere era molto più alto, superava i tre metri d'altezza e aveva il muso simile a quello di uno squalo. La pelle era strana.
Era blu scura ma non compatta, era ricoperta di squame e andava ad aprirsi in prossimità delle mani e dei piedi dividendosi in artigli micidiali.
Pensai che sembrava un avatar, solo in versione molto ma molto più mostruosa.
Mi sorrise scoprendo i denti. A quella vista trattenni un fremito. Non aveva denti, ma zanne sovrapposte le une alle altre.
-Ah ma che bello! Questo sarà uno scontro molto interessante- Alzai lo sguardo per fissare Comias dritto in faccia
-Bra mi dispiace dirtelo ma questo combattimento sarà all'ultimo sangue, vedi non mi sembri all'altezza dei tuoi compagni, quindi, prima che tu diventi un peso per loro...- lasciò la frase in sospeso come se avessi dovuto concludere io la frase al posto suo. 
Non gli risposi e spostai lo sguardo sul mio avversario, studiandolo.
-Tre- Comias aveva cominciato il conto alla rovescia e io continuai a osservare il mio sfidante -Due- sembrava che il suo unico punto debole fosse la schiena -Uno- non sembrava ne avesse molti forse la lunghezza degli arti -Via!-
Non si mosse. Restò in attesa di una mia mossa. Non lo accontentai, restai anche io in attesa con i sensi in allerta.
Mi lanciò un'occhiata di disprezzo e... si mise a ridere -Allora sei tu una dei sei rimasti, se Comias  ti ha fatto venire qui deve significare che non tiene particolarmente a te- lo guardai, le sue parole non mi avevano toccata minimamente.
Alzai lo sguardo imitando il ghigno di scherno di mio padre -Quindi neanche tu devi essere un granché visto che ti ha mandato qui per farmi fuori. Ha detto che sarebbe stato uno scontro interessante, potrebbe essere quindi uno scontro tra due nullità-
Per tutta risposta lui mi ringhiò -I Saiyan hanno sterminato il mio popolo e tu discendente sta pronta a pagare i debiti dei tuoi antenati-
Detto questo si lanciò verso di me cercando di trapassarmi l'addome con gli artigli.
Lo evitai con un balzo ma lui velocissimo riuscì a raggiungermi e a darmi n pugno al viso. Cominciò a fare degli affondi con le braccia ma non riusciva a colpirmi, gli sorrisi, aveva già il fiatone. Vedendo che non riusciva a concludere molto cambiò tecnica, si abbassò, mise le braccia a terra e mi diede un calcio con entrambe le gambe nello stomaco. 
Sputai sangue e nel mio momento di distrazione si avvicinò provando un ennesimo affondo con gli artigli. Riuscì a scansarmi all'ultimo momento ma ormai mi aveva ferito al braccio.
Fissai a lungo la ferita, mi sarebbe rimasta la cicatrice, la rabbia cominciò a scorrere in me e l'istinto s'impadronì del mio corpo. 
Cominciai a combattere come mai avevo fatto in vita mia. Davo calci e pugni ma l'avversario continuava a schivarli con estrema facilità. 
Cominciai a urlare e sentì l'adrenalina entrarmi in circolo e allora provai una cosa che in tutta la mia vita non avevo mai provato.
Amavo la ferocia con il quale il mio corpo rispondeva agli attacchi.
 La lotta, il combattimento, il sangue, il sudore, erano parte di me. Li sentivo, mi chiamavano e allora feci una cosa che mai avevo fatto prima. 
Accettai la mia parte Saiyan e in quel momento successe.
Un calore, dal profondo del cuore si propagò in tutto il mio corpo accendendomi della luce dorata del Super Saiyan.
Sorrisi soddisfatta e mi avvicinai al mio avversario come se la partita fosse chiusa, ma lui non si arrese, con un movimento velocissimo mi fece un graffio sulla guancia.
-Eh no, questo non dovevi farlo- sussurrai.
Mi avvicinai a lui e gli presi la testa fra le mani lo feci abbassare e gli diedi un calcio in pieno viso rompendogli il naso.
-No- indietreggiò tenendosi la faccia tra le mani -No, non ti farò vincere!- mi urlò venendomi incontro.
-Non credo proprio- e detto questo mi lanciai contro di lui caricando il braccio e perforandogli lo stomaco da parte a parte.
Ritirai il braccio e non badai al morto d'innanzi a me ma guardai la mia mano, ricoperta di sangue, segno della mia vittoria. 
Sorrisi e mi girai verso Comias.
Stavo per dirgli su quanto si fosse sbagliato sul mio conto immaginandomi sul suo viso un'espressione sconcertata ma invece non era così, aveva l'aria di uno che aveva appena vinto al lotto.
Le parole mi morirono sulle labbra. Era questo che voleva, la mia trasformazione, ecco perché mi aveva detto quelle cose. Strinsi i pugni per essere stata così stupida da non capirlo prima. Senza degnarlo di uno sguardo tornai dentro.
Restai di sasso alla scena che mi si presentava d'avanti.
Gohan,Pan e Trunks cercavano di tenere Vegeta lontano dalla porta, erano tutti trasformati eppure facevano fatica a trattenerlo, invece Goten era d'avanti alla porta che mi aspettava, forse era l'unico ad aver osservato l'intero scontro e non appena mi vide rientrare corse verso di me.
-Oh cavolo Bra, non sai quanto mi dispiace- disse abbracciandomi e restandomi vicinissimo accarezzandomi la parte graffiata del viso.
Intanto la scena d'avanti a noi era cambiata. Adesso nessuno teneva più Vegeta che guardava Goten come se lo volesse ammazzare, ma erano tutti intenti a osservarci. Mi resi conto della situazione e mi allontanai dal mezzosangue mentre lui diventava tutto rosso girandosi e andando verso l'interno della scatola quasi di corsa. 
Intanto mio padre e mio fratello si erano avvicinati abbracciandomi. 
Diedi un bacio sulla guancia a mio padre che diventò tutto rosso e rientrò anche lui nella scatola, all'inseguimento di Goten, forse, senza però prima dirmi -Sono stato davvero in pensiero per te Bra, comunque congratulazioni per... beh hai capito- e detto questo se ne andò a passo veloce.

Angolo dell'autrice
mi scuso per il momento tra Goten e Bra ma proprio non ho saputo resistere a far arrabbiare Vegeta ancora di più. Aggiornerò presto.

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Capitolo 9
*** Una nuova speranza ***


La libreria si aprì all’improvviso quel giorno e l’alieno rosa entrò col suo solito sguardo severo.
Ci guardò tutti, uno per uno, soffermandosi su Goten e mio padre.
-Posso sapere di chi siete figli?- chiese loro improvvisamente.
-Noi?- domandarono con una certa dose di sconcerto.
L’alieno annuì e loro sospirarono, quell’alieno non era di molte parole.
-Siamo i figli di Son Goku-
Lui li guardò e annuì nuovamente, come se avesse capito di chi parlava.
-Hai conosciuto mio nonno?- chiesi con un filo tremolante di voce, forse lo avevano incontrato da qualche parte.
Lui per tutta risposta mi guardò senza dire nulla e poi spostando lo sguardo verso gli altri ma rivolgendosi ugualmente a tutti -Oggi spetta a vi l’ora d’aria, potete uscire nel ring o farvi una passeggiata nei corridoi della navicella anche se vi sconsiglio di non fare quest’ultima cosa, ci sono molti che non tollerano la vostra presenza e credo che voi lo abbiate capito- detto questo si diresse verso l’interno della casa.
-Vi devo parlare- annunciai a voce alta.
-Parliamo fuori- m’interruppe mio padre.

Fuori l’aria non era molto diversa da quella che c’era dentro. Era sempre pulita ma solo per via dei sistemi del trasporto dell’ossigeno.
Cominciammo a camminare sul bordo dell’arena, lentamente.
-Vi ricordate quella foto di Bra? Quella del suo combattimento?- gli altri annuirono e io continuai -Quella era una foto scattata al tempo dell’attacco di Baby, quasi oltre un anno fa, non potete ricordare perché anche voi eravate soggiogati da quell’essere-
Attesi una risposta che non arrivò e quindi continuai a parlare -Questo significa che non ci ha mentito quando ci ha detto di averci sorvegliati per molto tempo- conclusi il mio ragionamento ma loro ancora non rispondevano.
-Hey? Sto parlando con dei muri?-
Diversamente da come mi aspettavo fu mio zio a rispondermi con un semplice -Ah si, è come dici tu- e fu allora che mi accorsi delle varie telecamere intorno all’arena.
Ogni nostra conversazione o azione veniva registrata e mandata al mittente. Constatai che prima quelle telecamere non c’erano.
”Cos’è successo?- domandai telepaticamente agli altri “Perché ci sono queste telecamere?”
Trunks alzò le mani sulla testa, come se non avesse nessun pensiero al mondo “Durante il nostro allenamento dell’altro giorno un prigioniero è riuscito a scappare” mi disse.
”Cosa?Quando?” anche Bra non sapeva niente di tutta questa faccenda e dato che Vegeta era così silenzioso supposi che anche lui non ne sapeva granché.
Mio padre sorrise “Teletrasporto” annunciò, con aria di vittoria.
Goten sembrava assorto nei suoi pensieri “Ma papà non ci aveva messo un anno per impararlo? E anche stesso dove troviamo uno della razza Yara.. Yariii... com’è che si chiamavano Gohan?”
”Yardrat e se lo vuoi sapere ne abbiamo già incontrati due,uno durante la trasformazione di Pan in Oozaru e uno è entrato nel nostro vagone”
Restammo tutti di stucco ma dopo la sorpresa iniziale Bra cominciò a urlarci dentro la testa.
”Ce ne possiamo andare, ce ne possiamo andare!”
Ma quando guardai gli altri il mondo mi cadde addosso.
C’era qualcosa nelle loro espressioni che mi diceva che il problema non era risolto.
”Bra” cominciò mio zio “Goku ci ha messo un anno per imparare quella tecnica e lui non lo aveva fatto di nascosto quindi mi sa che ci ha messo giorni interi, il problema è che anche se volessimo farlo siamo sottocostante sorveglianza e metteremmo nei guai anche quel Yardrat se venissimo scoperti” il suo discorso non faceva una piega.
“Forse posso risolvere io il problema ma non dovrete fare domande e dovrete coprirmi in caso mancassi in qualche occasione.”
Non avevo mai visto mio papà così serio e sicuro di se.
”Per me va bene, mi fido di te papà”
” Anche per noi due” Goten e Trunks avevano un espressione neutra in viso, mascheravano bene la conversazione.
”A me non cambia nulla, mi basta solo che ce ne andiamo il più presto possibile da qui!” Bra invece era chiaramente scocciata, sospirai, la ragazza non era per niente brava come attrice avrebbe dovuto farne di strada. Era rimasta trasformata anche lei in Super Saiyan e mi aveva sfidato a chi resisteva di più. Io avevo accettato. Aveva finto che lo aveva voluto fare solo per allenarsi, ma in realtà voleva aver la possibilità di umiliarmi battendomi. Sorrisi, non ce l’avrebbe mai fatta.
Dopo queste lunghe divagazione tornai alla nostra conversazione.
Vegeta aveva appena spezzato il suo lungo silenzio.
”D’accordo” aveva detto

-Hey? C’è nessuno?-
Eravamo tornati in casa e ora cercavamo l’alieno.
Cominciai a cercarlo in tutta la scatola e lo trovai nella mia camera.
-Ciao- dissi ed entrai nella camera seguita dagli altri
.-Non dovreste essere qui ancora la vostra ora non è scaduta- ci riservò un’occhiataccia a testa.
-Ti vorremmo parlare- disse Gohan con aria seria.
Voi volete che v’insegni il teletrasporto. Giusto?-
Tra di noi piombò il silenzio.
-Non lo farò, gli ho insegnato io il teletrasporto, mi aveva detto che così avrebbe potuto salvare i suoi cari e noi, ma invece sapete che è successo? Lui è scappato e il vagone in cui stavano i suoi simili è stato staccato, saranno costretti a vagare nell’universo per sempre e senza ossigeno il per sempre si trasforma in minuti. Ed è tutta colpa mia! Mi sono fidato della persona sbagliata. Sono il diretto responsabile della loro morte-
-Ma noi non siamo come quello- disse a bassa voce Trunks come per dirgli che di noi ci si poteva fidare.
-Chi? Voi? No, voi non siete come quello, siete anche peggio, ho visto cosa vi succede quando scendete sul campo, voi siete il diavolo in persona. La ragazza dai capelli azzurri- fece un cenno del capo verso Bra –sembra una fata ma poi riesce a uccidere un essere vivente senza alcun rimorso, tu, presunto figlio di Son Goku, se non sbaglio ti chiami Goten, giusto? Ho visto il tuo combattimento, lo avresti potuto salvare se solo avessi voluto ma non l’hai fatto e poi vogliamo parlare di quello che è successo alla ragazzina? Avevo sentito parlare di enormi bestie ma mai avevo visto nulla del genere e dato che può capitare ad ognuno di voi significa che questo fa parte della vostra natura. Siete solo sanguinari, ah quasi dimenticavo il più importante, Vegeta, tu sei solo un mercenario e hai distrutto centinaia di pianeti-
-ADESSO BASTA- gridò Goten avvicinandosi minacciosamente all’alieno –Noi non siamo come ci dipingi tu, abbiamo salvato decine di volte il nostro pianeta sacrificando anche le nostre vite per un bene superiore, io e Trunks non abbiamo mai vissuto un’infanzia così come mio fratello Gohan ma siamo riusciti sempre nel nostro intento, salvare e proteggere il pianeta Terra, il nostro pianeta, quindi NON SIAMO COME DICI TU!- Concluse il discorso voltandosi ed uscendo dalla stanza., quando si fermò.
-Che succede, non riesco a muovermi!- esclamò sgranando gli occhi per la sorpresa.
Fu l’alieno a rispondere –Sto, come dire, perlustrando la tua aura, oh si, Goku aveva ragione la tua aura è pura-
-Non hai potuto parlare con mio padre di me perché non ero ancora nato quando imparò il teletrasporto-
-Chi ha detto che l’ultima volta in cui l’ho incontrato è stato quando ha imparato il teletrasporto- sorrise –Dovevo fidarmi di più di quel saiyan, mi ero arrabbiato perché aveva insegnato ad uno dei suoi figli le basi del teletrasporto, ma credo che non sia tu quel figlio- si voltò verso mio padre –Sei tu- disse voltandosi verso mio padre allungando una mano e afferrandogli il braccio.
Chiuse gli occhi e cominciò a parlare –Sto rileggendo tutti i tuoi pensieri, i ricordi di una vita, i tuoi momenti più importanti e più felici, fino ad arrivare ai giorni nostri- sospirò –D’accordo vi aiuterò, ma a patto che salviate tutti qui dentro perché anche gli altri alieni sono prigionieri, non solo voi. Giuratemelo-
-Lo giuro-dicemmo.
-Gohan tu hai le basi del teletrasporto ma ancora non lo puoi usare,  ti serve un “risveglio" per utilizzarlo, una specie d’autorizzazione da parte di un Yardrat, ci vorrà un giorno in totale, ventiquattr’ore. Ma gli altri dovranno uscire dalla camera e coprirti e inoltre ti dò il permesso di insegnarlo soltanto ad una persona e solo in pericolo di vita o in un situazione critica, quello che sto per rivelarti ora è il segreto della nostra razza, quindi voi altri uscite-
 
Lo aspettammo, e quando mio padre uscì feci fatica a riconoscerlo. Non fisicamente, fisicamente era identico, ma c’era qualcosa di diverso nella sua aura.
Era diventato più forte.
 
Angolo dell’autrice
In questo capitolo non c’è azione, ma dovevo “sbloccare” il potere di Gohan. Mi scuso per il ritardo, ma ieri non ho trovato il tempo di scrivere. Aggiornerò presto.



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Capitolo 10
*** Il patto ***



-A che punto sei?-
-A nulla-
-Ora?-
-Niente-
-Uffaaaa!- Sbraitai esasperata.
Mio padre cercava da ore auree all'esterno della navicella ma non ne trovava.
-Hey guarda che non è così facile come sembra! Mi sto impegnando ma non trovo nessuno, sembra che siano tutti morti al di fuori di questo rottame-
-Ok, calmati. Scusa ho esagerato.
Ero seduta nel divano più grande della casa e finalmente avevo trovato qualcosa di decente da leggere. Il titolo non prometteva affatto bene, si chiamava "Sangue e Amore", lo avevo preso pensando che trattasse di qualche insulso scontro tra due uomini per amore di una donna, invece non era così.
Parlava dell'amore per la patria lontana, e la disperata voglia di difenderla nonostante la distanza. Era una storia di guerra e d'intrighi.
Il televisore si accese e mi distolse dai miei pensieri.
-Salve ragazzi- il mostro non era di buon umore forse per la fuga di quell'alieno -Oggi ho deciso che voglio concludere il torneo. Ci saranno dei combattimenti in serie.-
-Combatteremo tutti quanti?- chiese Trunks.
-Non quelli che hanno già combattuto, quelli hanno passato l'eliminatorie- disse l'alieno con un tono di voce stranamente acido, era davvero di cattivo umore.
Percorrete al solito il corridoio fino alla sala d'attesa. Al solito-
Detto questo se ne andò.
-Chissà cosa gli sarà preso, era veramente seccato, mi ricordava te papà- notò Bra facendo diventare Vegeta di un rosso pomodoro.
-Già hai ragione- concordò Goten ridendo.
-Tu! Tu non hai il diretto di parlare sui miei modi di fare, piuttosto, preoccupati di tener chiusa quella tua boccaccia larga-
Da quando Goten si era leggermente avvicinato a Bra, ogni giorno Vegeta gli lanciava occhiate minacciose  che volevano dire "Sta lontano da mia figlia, brutto scimmione figlio di un guerriero d'infimo livello" procurando le risate dei presenti apparte ovviamente ai diretti interessati: Bra, Vegeta e Goten appunto.

-Tsh- esclamò Vegeta quando apparve il suo nome sul teleschermo.
-Torno presto- disse dirigendosi verso la porta ma prima di varcarla dedicò un'occhiata a Goten da mettere i brividi. Il poveretto si allontanò il più possibile da Bra andando a sedersi tra me e mio padre.

(Ora il punto di vista cambia, sarà Vegeta a parlare fino alla fine del suo incontro)

C'era qualcosa di diverso.
Di strano.
Comias voleva far finire gli scontri il più presto possibile ma perché? Che avesse in mente qualcosa che andava al di là dei burattini che teneva fra le grinfie?
Scossi la testa, era così simile a Freezer, non solo nell'aspetto ma anche nel carattere.
Cambiavano entrambi continuamente umore, gli altri non se  n'erano accorti nei giorni addietro, ma Comias aveva dei mutamenti continui nell'espressione del viso, minimi, nessuno li avrebbe notati forse neanche io se non avessi conosciuto suo cugino, ma c'erano.
Dovevo scoprire cosa tramava.
-Oh che bello! Il principe oggi combatte- la voce era stranamente limpida e vicina nonostante provenisse dal teleschermo, l'alieno era felice come un bambino al quale avevano regalato un nuovo giocattolo, quell'euforia insieme al nuovo cambio d'umore m'irritò maggiormente.
-Si, si. Me ne voglio tornare dentro il prima possibile quindi fa uscire il mostro con cui mi devo confrontare- lo guardai storto -Ora- aggiunsi -Oppure vuoi fare un patto?- sorrisi. La sua espressione era mutata.
-Che patto? Non mi sembra che tu mi possa dare qualcosa, insomma, sei mio gradito ospite quì non credo che ti serva altro-
-Sai benissimo che noi Saiyan non siamo razza da poter inscatolare come hai fatto tu, lo sai che ce ne vogliamo andare,quindi la mia richiesta è questa; se noi riuscissimo a vincere il torneo voglio che tu ci rimandi sulla Terra-
-E se voi perdeste? Vedi io non ci guadagnerei niente ugualmente-
-Lasciami parlare, conquisteremo pianeti e tu potrai farci quello che vuoi, venderli, popolarli con le specie che catturi e così via-
-Vedi qual è il fatto, questa cosa ve la potrei far fare benissimo ora, mi basterebbe tenere uno di voi quì e gli altri tornerebbero subito, non abbandonereste mai un vostro simile e poi è quasi sicuro che voi vincerete il torneo- il suo modo di fare cambiò nuovamente, ora sembrava annoiato.
-Allora rendiamo il torneo più interessante, quando vinceremo dovrai scendere tu in persona sul campo e batterti con uno di noi a tua scelta, se noi vinciamo sai già qual è la richiesta se perderemo ti giureremo eterna fedeltà e potrai mandarci tutt'insieme alla conquista d'interi pianeti, avrai un miniesercito di Saiyan leggendari. Che dici? Ovviamente dovrai scendere alla fine del torneo-
L'alieno ci pensò.
-Non saprei, sono quasi incline a prendere in considerazione il tuo patto, ma chi mi dice che non mi tradirai alla prima occasione come hai fatto con Freezer?-
-Ti sto offrendo spontaneamente la mia fedeltà lui me l' ha imposta e inoltre ti sto dando l mia parola d'onore-
-Risponderò alla tua richiesta in un secondo momento, adesso si combatte- detto questo il mio sfidante uscì correndo nell'arena.
-Chi non muore si rivede!-
-Tu hai ucciso mio figlio Kyui, te la farò pagare cara!-
-Come fai a sapere che ho ucciso tuo figlio?- chiesi sorpreso a Mendox un tempo mio commilitone.
-Lo scooter, funziona anche da ricetrasmittente, ricordi?- mi chiese con sguardo traboccante d'odio.
-E così tu apparterresti ad una razza rara? Il vostro livello di combattimento è pari a quello di una formica- lo schernì col mio solito ghigno-
-VEDREMO- gridò spiccando il volo verso di me. Non mi spostai di un millimetro lasciandogli dare un pugno al mio viso.
Non mi fece niente ma lui sembrò non accorgersene e continuò caricando calci e pugni. Stufo di questo stupido spreco di energie, da parte dell'alieno ovviamente, gli bloccai un calcio a pochi centimetri dal mio viso con la mano, feci forza e sentì un vago scricchiolio d'ossa.
Mendox cominciò ad ansimare per il dolore.
-Sei solo uno scimmione- mi disse caricando un colpo energetico nell'altra mano e spingendolo verso il mio stomaco.
Il risultato fu quello di bruciarmi la maglietta.
-Tu sei un mostro- mi disse guardandomi con gli occhi sgranati dal terrore.
Io sorrisi.
-Che cosa buffa, anche tuo figlio mi disse così e fece più o meno questa fine-
Lo lanciai in aria e lo feci esplodere.

Rientrando in casa tutti mi guardavano con espressioni inorridite.
-Che c'è?- chiesi sospettando che fosse per la morte di Mendox ma poi mi ricordai del patto -Se in caso il teletrasporto non funzionerà abbiamo un piano di riserva, no?- ad ogni modo non cercavo il loro permesso o che accettassero la cosa quindi mi sedetti sul divano e tacqui.
Il secondo nome mi sorprese, ma avrei dovuto immaginarlo che sarebbe toccato a lui dopo di me.
Trunks si alzò e varcò la soglia senza proferire parola.

( Da qui sarà Trunks a parlare e agire fino alla fine del capitolo)

Mi aspettavo che quello sarebbe stato il mio turno ma restai ugualmente sorpreso quando il mio nome apparve sullo schermo. Quindi mi alzai e uscì dalla stanza senza dire nulla, non volevo far vedere alcuna debolezza.
Comias non disse niente quando entrai in campo, si limitò a fare il conto alla rovescia. Il mio avversario mi stava aspettando.
Restai sorpreso quando lo vidi, non mi aspettavo che un Yardrat  sapesse combattere.
-Tre due uno via- disse Comias frettolosamente. L'esito di questo scontro non gli importava molto.
Mi lanciai verso lo Yardrat.
Grande sbaglio ma me ne accorsi troppo tardi. Lo Yardrat era scomparso e riapparso sopra la mia schiena affondando un pugno fortissimo al centro della colonna vertebrale.
Restai a terra, provai a muovermi ma non sentivo nulla, pian piano la sensibilità tornò e potei rialzarmi. Mi misi in guardia e chiusi gli occhi, dovevo concentrarmi sull'aura del mio avversario. Era molto forte nonostante appartenesse ad una razza prettamente debole, cercai di attaccarlo con sfere d'energia ma le scansava prontamente.
Ad un certo punto sparì per poi apparirmi nuovamente di fronte.
Caricò un colpo energetico che non riuscì a evitare...

Mi risvegliai nel letto della mia stanza con accanto Pan seduta su una sedia e addormentata con la testa poggiata sul letto.
-Hey, svegliati- le dissi dolcemente, mi dispiaceva vederla in quella maniera. Lei riaprì gli occhi -Ti sei svegliato- sussurrò con gli occhi appannati dal sonno -Ti sei svegliato- ripeté gridando.
-Hey si è svegliato- ripeté nuovamente andando a chiamare gli altri...
-Ma come ti sei fatto conciare- disse Goten entrando tutto sorridente.
Mi alzai a sedere. -Non lo so amico, devo ricominciare al più presto  gli allenamenti-
-Non al più presto, subito- disse Vegeta entrando. Aveva un espressione delusa e arrabbiata dipinta in viso.
Abbassai lo sguardo -Certo papà- sussurrai.

Angolo dell'autrice
Povero Trunks perché proprio lui? Non lo so.
Presto si arriverà alla svolta annunciata un paio di capitoli addietro. Aggiornerò presto.

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Capitolo 11
*** La fine dell'eliminatorie ***


(Salve a tutti, il capitolo inizia con un altro punto di vista, quello di Trunks)

-Come hai potuto mettermi in ridicolo in questo modo?- s'interruppe prendendo bruscamente fiato -Tu figlio del principe dei Saiyan ti sei lasciato battere da uno di razza inferiore e cosa ho dovuto fare? Ho dovuto chiedere di risparmiarti... ma questa non la passi liscia. Non appena ti riprendi tu salti fuori dal letto e se mai torneremo a casa puoi considerarti licenziato ma non disoccupato, infatti starai nella gravity room con 200, no che dico, 400 volte la normale gravità terrestre-
Vegeta se ne andò dalla mia stanza  sbattendo la porta e io abbassai lo sguardo non riuscendo a sostenere quello del mio migliore amico.
-Cos'è successo dopo... l'incontro- riuscì a concludere la frase con fatica.
-Stavi per essere spedito nello spazio- Goten sospirò -Vegeta è uscito di corsa prendendoti per il braccio, ormai eri quasi del tutto fuori dalla navicella, poi ha dovuto chiedere a Comias di darti un'altra possibilità, l'alieno sembrava scocciato ma ha accettato però sei fuori dal torneo, niente possibilità di combattere, ha rinviato il torneo di un giorno, giusto perché ha dovuto calmare gli animi degli altri combattenti, molto dei loro compagni sono stati uccisi dopo...-
-Ok ho capito, dove sono gli altri?-
-Il giorno è passato, hai dormito 24 ore sono nella sala d'attesa, ora tocca o a mio fratello o a mia nipote-
Mi alzai di corsa -Sbrighiamoci, andiamo a vedere-

Ancora erano tutti lì.
Non appena entrai mi guardarono a lungo e io riabbassai lo sguardo, nessuno di loro aveva perso un incontro, ma io si. Mi sedetti in un angolo del divano e guardai fisso il televisore.
-Tocca a me- disse Gohan alzandosi facendo scrocchiare le nocche delle mani e andò verso il ring.

(Ora il punto di vista cambia nuovamente e sarà Gohan a parlare)

Vegeta mi aveva detto che non si fidava di Comias, che secondo lui aveva in mente qualcosa, ma non mi aveva detto tutto, Vegeta rivelava poco o niente alle persone che gli stavano vicine e mi aveva detto, o meglio, ordinato di non dire niente anche agli altri.
Continuai a riflettere sul poco che mi aveva rivelato e arrivai alla conclusione che avrei capito a tempo debito.
Ancora non potevo utilizzare il teletrasporto. Non riuscivo a individuare auree all'esterno della navicella e questa cosa m'innervosiva non poco.
Ad ogni modo ora toccava a me combattere e non mi sarei tirato indietro quindi mi alzai dal divano e varcai la soglia.
Alla mia entrata, il viso di Comias nel teleschermo prima ridente ora si era irrigidito.
Mi fissò a lungo -Oh, tocca a te ora? Beh, buona fortuna. Tre due uno VIA- disse con noncuranza.            Il mio avversario era già sul ring. Alto e muscoloso con i suoi tre occhi mi ricordava Tenshinhan.
Sicuramente non era veloce o agile ma pensai che forse mi avrebbe sorpreso.
Mi avvicinai lentamente e notai nuovi particolari, non aveva mani, aveva solo due sciabole e il colore della pelle era più bianca che rosea.
Cambiò posizione, dall'attacco alla difesa. 
Notai che tremava leggermente.
Mi avvicinai di un passo e lui indietreggiò.
Forse aveva visto alcuni dei nostri incontri.
Incrociò le braccia e una forte luce si sprigionò dalle punte delle sciabole che mi venne incontro.
Allora capì.
Quel tremore non era per paura ma per concentrare energia da rilasciare sotto forma d'arma.
Bloccai l'attacco con le mani ma indietreggai di parecchio e lui cominciò a correre verso di me agitando le lame per tagliarmi.
Scansai due colpi, il terzo mi ferì alla schiena.
Mi avvicinai andando all'indietro e gli diedi una gomitata al torace.
I suoi occhi, tutti e tre, erano usciti fuori dalle orbite, per modo di dire, allora mi voltai e con un pugno lo mandai dall'altro lato del campo.
Lui si rialzò e mi venne incontro correndo, non lo volevo uccidere, sarebbe stata un'altra morte inutile, allora mi spostai dalla sua traiettoria all'ultimo minuto e con un colpetto su quella che a me sembrava la nuca lo addormentai.
Credendo di aver vinto mi voltai, grave errore.
Lui mi bloccò da dietro con la sciabola sinistra e ora quella destra era premuta contro la mia schiena.
-Sei morto- mi sussurrò facendo forza per infilzarmi con la spada.
L'odore metallico de sangue mi colpì fortemente, non mi aspettavo di sanguinare in quel combattimento.
Richiamai a me la rabbia e i miei capelli si tinsero d'oro e gli occhi del colore del mare. Mi liberai dalla stretta e feci un salto dandogli un calcio all'altezza del collo che si spezzò.
Lui cadeva a terra morto d'innanzi a me il vincitore che di fatto non aveva vinto nulla. Questi combattimenti erano così inutili.
Fissai il pavimento che si richiudeva sopra da lui e rabbrividì pensando che la stessa sorte sarebbe dovuta toccare anche a Trunks, non era mio fratello è vero, ma le tante avventure passate insieme me lo avevano fatto considerare tale.

Dentro nessuno fiatava parola.
Pan era agitatissima, andando per esclusione toccava a lei.
Le tremava una gamba, era un tic che l'aveva caratterizzata fin da bambina, quando doveva combattere nel torneo tenkaichi ed era agitata.
Le misi una mano sulla spalla.
-Andrà tutto bene-
Ma quando il suo nome apparve nello schermo cominciai a diventare irrequieto quindi guardai altrove.
Pan si fece coraggio.
-Tranquilli- ci disse -Io vado-

(Il punto di vista cambia nuovamente, sarà Pan a parlare, agire e pensare)

L'arena era così silenziosa, vuota senza i miei compagni d'avventura.
-Tocca a te quindi- disse Comias con un accenno di sorriso -Ho già graziato uno di voi non vorrei rifarlo-
Un fremito mi colse ma non lo feci vedere. Alzai la schiena.
-Dov'è il mio avversario?- chiesi in tono di sfida.
-Sta arrivando o eccola!- esclamò con un cenno del capo.
Seguì il suo sguardo e la vidi. -Ma, ma- tentai d'obbiettare.
-Ma nulla. Quella è la tua avversaria dovete combattere altrimenti sarete espulse tutte e due.-
Mi voltai, era solo una bambina, non era umana, si vedeva dal colore della pelle arancio acceso, levitava, era alquanto piccola, poteva avere otto anni circa, certo, era un'aliena quindi non potevo fare somme riguardo l'età ma si vedeva che era solo un infante, per via dello sguardo smarrito e incerto.
Non sapevo che fare.
Se avessi vinto sarei stata un mostro, se mi fossi arresa sarei morta. Non sapevo che fare.
Intanto il mostro aveva dato il via però prima aveva detto -Se ti ritiri, Pan, ucciderò entrambe-.

Mi avvicinai alla bambina e lei fece tre passi indietro e mi supplicò con sguardo innocente. Il cuore mi batteva forte mentre si faceva largo in me una strana consapevolezza.
Non sarei sopravvissuta a quel viaggio.
Guardai nuovamente la piccola aliena e sperai che potesse udirmi quando le dissi telepaticamente "Io ora mi avvicinerò in volo a te, quando sarò abbastanza vicina sferrerò un pugno alla tua destra, quindi ti dovrai spostare a sinistra e darmi un pugno in pieno stomaco, per il resto non ti preoccupare, farò tutto io, non annuire se mi hai sentita o hai capito, sbatti solo le palpebre due volte" la bambina lo fece.
-Ok Comias, se pensi di impietosirmi solo perché è piccola ti sbagli!-
Sorrisi e mi lanciai incontro alla bambina, lei fece come le avevo detto. Il pugno che mi aveva dato non mi aveva fatto nulla ma usai la mia stessa aura per far sembrare che fosse stato di una potenza incredibile. Caddi a terra con gli occhi chiusi mentre il pavimento sotto di me si apriva.
-PAN!- Sentì mio padre urlare e venirmi incontro ma già era troppo tardi, ero nello spazio aperto. Non credevo che fosse così freddo.
Aprì gli occhi per guardare un'ultima volta mio padre ma poi ricordai che dal giorno della mia trasformazione in Oozaru il "vetro" era diventato nero.
Sentì due braccia forti cingermi la vita mentre l'ultima traccia d'aria spariva dai miei polmoni, quelle erano le braccia della morte, pensai.

Angolo dell'autrice
La piccola Pan è maturata durante il viaggio col nonno. Ha imparato cosa significa la parola sacrificio.
Non sò che altro dire...
Aggiornerò presto.

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Capitolo 12
*** Amore fraterno ***


Guardavo la scena che mi si presentava d'avanti con un moto di soddisfazione.
Sapevo che la mezzosangue si era lasciata battere, ma ora, potevo vedere se sarebbe successo, dovevo vedere fino a che punto un saiyan doveva arrabbiarsi per poter effettuare una nuova trasformazione.
La porta alla mia destra si aprì ed entrò l'aliena.
-Sei stata brava, non credevo che ti saresti mai abbassata a farlo, pensavo che ti saresti presentata nella tua vera forma-
La bambina dalla pelle arancione cambiò forma e divenne una donna che si avvicinò di un passo.
-Se non lo avessi fatto mi avrebbe uccisa, e tu non volevi questo vero?- disse avvicinandosi e mettendomi una mano sul viso. 
-Oh forse lo avresti fatto?- mi guardò in attesa di una mia risposta -Se si fosse ritirata avresti ucciso entrambe?-

La guardai senza provare nulla e annuì poi guardai con molta curiosità quello che stava succedendo nell'arena.
-Cosa?- la donna mi aveva lanciato uno sguardo carico di disprezzo, mi diede uno schiaffo e ritornò nella sua scatola.
Il suo gesto non mi aveva ferito, piuttosto mi aveva irritato.
Inizialmente avrei voluto che la turchina morisse in uno degli scontri.
Questo perché era lei l'anello debole del gruppo, invece mi aveva sorpreso. Non avevo mentito, come avevo lasciato intendere, quando le avevo detto quelle cose prima del suo incontro.

Non potevo far morire il lillà, sapevo quanto era forte, mi serviva, e poi era stato un piacere vedere il principe dei Saiyan implorarmi di risparmiarlo.
Per quanto riguardava Pan, quasi mi dispiaceva, ma era stato un sacrificio necessario.
-PAAAAAAAAAANNN!- l'uomo che era il padre della ragazza morta urlava talmente forte da mandare in tilt i vari circuiti dei microfoni. Cominciò a dare pugni nel punto in cui sua figlia era stata espulsa. nel tentativo di romperlo. Riusciva a farlo ma il pavimento si ricostruiva immediatamente e allora tentò di utilizzare il teletrasporto.
Sapevo benissimo che quel vecchio Yardrat aveva svelato i segreti del suo popolo a loro, quegli scherzi della natura, e il fatto che si era rifiutato di svelarli a me, Comias, signore assoluto dell'universo, mi faceva arrabbiare come non mai.
Sorrisi.
Poteva provarci tutte le volte che voleva, il materiale di cui era fatto quel vetro non permetteva a niente di uscire se non con un mio preciso ordine.
Il mio volto diventò un ghigno.
Quel vecchio Yardrat aveva pensato che il discepolo scomparso era fuggito, ma non era vero, o almeno, aveva provato a fuggire senza i suoi compagni ma non ci era riuscito per via delle funzionalità della cupola di vetro. Era costituita da un materiale che si trovava in un pianeta che io stesso avevo distrutto.
Nessuno doveva entrare in possesso di quella risorsa.
Quando aveva provato a usarlo ero stato prontamente informato e lo avevo fatto espellere in modo tale da far pensare ai Saiyan che il teletrasporto fosse stata una tecnica utilizzabile.
Loro non dovevano sapere il vero motivo per cui si trovavano in quell'astronave.
Lo avrebbero scoperto solo a tempo debito. Mancava un giorno di viaggio ormai e già potevo vedere la luna del mio pianeta d'origine.
La rabbia mi colpì violentemente e strinsi i pugni. Sarebbero morti tutti, avrei avuto la mia vendetta e per ironia della sorte, sarebbe stata la razza che loro credevano estinta  a farli fuori.
Una luce accecante invase lo schermo dal quale guardavo gli incontri.

(Ora il punto di vista sarà quello di Gohan)

Era stranissimo.
Era come se una parte di me fosse del tutto staccata dal mio corpo.
Percepivo solo leggermente il dolore che provavo e guardavo incuriosito il mio corpo dimenarsi come un forsennato.
Guardai i miei capelli diventare del colore dell'oro e continuare a crescere arrivando a toccare le ginocchia.
Riconobbi solo vagamente me stesso che ormai aveva raggiunto il livello del terzo stadio del Super Saiyan.
Non m'importava molto. Avevo perso la cosa più preziosa che la vita mi avesse mai dato e non sapevo che farmene di un aumento vertiginoso della mia forza.
Avevo provato a usare il teletrasporto, ma non sentivo alcuna aura fuori dalla navicella e quando avevo provato comunque a catapultarmi fuori con la stessa tecnica avevo ricevuto una scossa elettrica di grande intensità.
Guardai perplesso Goten che mi abbracciava e piangeva come un pazzo, non sentivo il suo tocco, non sentì nulla nemmeno quando Bra e Trunks si unirono all'abbraccio e al pianto di Goten.
Ormai il mio corpo era immobile.
Aveva accettato che non poteva far nulla per salvare sua figlia.
Una mano si posò sulla sua spalla.
Fu quella mano che mi riportò alla realtà.
Fissai a lungo Vegeta.
Aveva un espressione neutra ma una lacrima gli solcava il viso, io ancora non ne avevo versato e quando vidi quell'uomo così orgoglioso lasciarsi sfuggire quell'unico atto di debolezza (non ne avrebbe mai mostrato altri) il mondo mi cadde addosso.
Quella lacrima era il segno che tutto era accaduto veramente.
La mia piccolina, la peste che aveva vinto un torneo tenkaichi a soli quattro anni, la ragazzina che aveva salvato l'umanità andando alla ricerca delle sette sfere col nonno, la donna che si era sacrificata per lasciar vivere una bambina, era morta.
Non potevo più muovermi.
Tutto era finito, lei non sarebbe più tornata indietro.
Come avrei potuto dirlo a Videl?
Se mai fossimo tornati a casa, questo era ovvio.
Ormai era giorni che mancavamo, cosa pensava ci fosse successo? Era in pensiero questo era certo ma sicuramente era tranquilla per Pan, sapeva che l'avrei protetta da ogni male.
Come si sbagliava.

Eravamo rientrati in casa. L'alieno non ci aveva detto più nulla e io non avevo più la forza di fare niente.
-Voglio vendetta- sussurrai.
-Credimi ragazzo, la vendetta non ti servirà a nulla- mi disse Vegeta con l'aria di uno che la sapeva lunga.
-Non ho più motivo per vivere se non la vendetta- a questa mia affermazione Vegeta sorrise.
-Dopo che lo avrai ucciso cos' hai intenzione di fare?- prese fiato -Vediamo di liberarci e tornare a casa dalle nostre mogli perché, credimi, se ti vendicherai il tuo animo ne resterà sfigurato per sempre- detto questo il principe voltò le spalle e se ne andò lasciandomi nel mio dolore.
Ad un certo punto, non ricordo dopo qanto tempo, sentì una mano posarsi sulla mia spalla.
Era il mio fratellino che non versava più lacrime ma che aveva il viso distorto dal dolore.
Lo avevo visto solo in occasione della morte della mamma in quello stato.
Ci abbracciamo a lungo, prendendo forza dall'amore fraterno che ci legava.

Angolo dell'autrice

Tra un pò si arreverà alla resa dei conti. Scusate per il ritardo.

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Capitolo 13
*** La vendetta di Comias ***


Mancava poco ormai.
Ancora un altro pò e saremo atterrati.
Avrei potuto avere la mia vendetta sulla popolazione del pianeta Frìo, la gente che ci aveva esiliato.
Si, sarebbero morti tutti.
Non un uomo, donna o bambino doveva salvarsi.
Era arrivato il momento di farli uscire. Loro si sarebbero sporcati le mani senza nemmeno volerlo.
Sarebbero tornati ad essere dei mostri nonostante si fossero tanto sforzati di celare la loro vera natura.
Premetti un pulsante alla mia sinistra e fui collegato con il televisore della scatola dei Saiyan.
Li osservai prima di parlare.
Dalla morte della ragazza erano così silenziosi, non parlavano mai.
Mi lasciai scappare un sorrisetto e loro lo udirono. Stupide scimmie, avevano un udito sensibilissimo.
-Cosa vuoi?- chiese Vegeta con tono arrogante e superbo.
Cercai di rendere la mia espressione neutra ma avevo la sensazione che quel Saiyan capisse cosa io pensassi.
La cosa mi inquietava e non poco, non doveva venire a conoscenza del mio piano. Non adesso che ero così vicino alla sua attuazione.
-Scendete nell'arena, tutti quanti. Vi devo parlare.- Annuirono.
Sembrava che fossero dei robot, era come se si fosse spento qualcosa in loro, forse il vecchio me stesso li avrebbe capiti, ma le cose erano cambiate, io ero cambiato.
Il collegamento con il vagone s'interruppe per poi ripristinarsi con lo schermo del ring.
Guardai la luna, in quella posizione riusciva ad emettere onde bluz così potenti da far trasformare i saiyan senza che loro la vedessero.
Era questo il motivo per cui il mio pianeta d'origine non era stato attaccato dai saiyan, infatti questi non sapevano dell'effetto della luna del pianeta Frìo e quindi si trasformavano all'interno delle loro stesse navicelle distruggendole e finendo col disperdersi nello spazio aperto.
Ci avevo messo molto tempo a capire come annullare gli effetti delle onde bluz.
Avevo capito molto dopo che in realtà non le avrei dovute annullare ma deviarle infatti la cupola di vetro aveva anche questa funzione.
Lo avevo scoperto solo dopo la trasformazione della ragazza. Inizialmente avevo pensato di farli "addormentare" con le erbe che avevo usato per catturarli. Si sarebbero risvegliati Oozaru sul pianeta, ma poi avevo visto l'effetto delle onde sul vetro e i miei scienziati, che lavoravano nella mia stessa navicella, mi avevano fatto vedere come utilizzare questa reazione e così facendo avevo risolto il problema delle piante che ormai scarseggiavano.
Avevo provato a farle clonare ma i risultati erano stati al quanto deludenti.
Mancavano solo trenta minuti ormai. Era arrivato il momento di sganciare i vagoni.

(Ora il punto di vista cambia e sarà Vegeta a parlare)

Un forte rumore metallico risuonò per tutta l'arena.
Inizialmente non avevo capito da dove provenisse ma poi avevo visto muoversi le varie scatole collocate sull'arena cambiare di colore.
No, non stavano cambiando colore ma venivano inghiottite dalle pareti divenute trasparenti.
Alzai gli occhi al cielo.
Se ci fosse stata la luna quattro mezzosangue avrebbero perso il controllo. Cosa aveva intenzione di fare Comias?
Vidi le varie case staccarsi e sentì le urla disperdersi non appena i vagoni non furono più collocati sull'arena.
Bra e io eravamo rimasti di stucco, invece gli altri non ci avevano nemmeno fatto caso, nessuno parlava da giorni, capivo Goten e Gohan ma non riuscivo proprio a capire la reazione di mio figlio alla morte di Pan, era rimasto traumatizzato al pari di Goten.

Una lieve consapevolezza si fece largo in me ma la ignorai. Ad ogni modo non era il momento di pensarci.
-MI POTRESTI SPIEGARE LA RAGIONE PER CUI LO HAI FATTO?- gridai a Comias con tutta la rabbia che avevo in corpo. Anni passati con Kakaroth, no, non kakaroth, Goku mi avevano fatto imparare la compassione.
-T'importa qualcosa?- chiese Comias con aria innocente.
-Lo avevo capito sai? Fin da subito che tutta la tua storia era una balla ma non capisco dove vuoi andare a parare!- sospirai guardando i miei figli e i figli di Goku -Cosa vuoi in realtà? Sono giorni ormai che guardo la rotta della nave e  questo posto non lo avevo mai visto. Dove ci stai portando? E quando ti avevo detto del patto, non avevo mai sperato che facessi quello che t avevo proposto ma grazie alle tue scarse capacità recitative si è capito che gli incontri non t'interessavano minimamente e...-
-Si, si ho capito Vegeta, sei stato bravo adesso vuoi un biscottino?-
-Non osare...- non finì la minaccia ma mi trasformai in un Super Saiyan per lasciar intendere il resto. Lui se ne fregò altamente cominciò a parlare.
-Anni fa, quando i Saiyan furono sterminati nel nostro pianeta vi era una grave crisi politica. Il potere venne preso dall'avversario politico di Re Cold mio padre, non mio zio come vi ho lasciato credere, e venne mandato in esilio. Ma la storia non finisce qui. I suoi figli restarono al servizio delle forze militare del pianeta Frìo e fecero grandi cose. Credo che tu li conosca tutti. Il più forte era Cooler, misteriosamente scomparso dopo una missione di routine, io, Comias, la mente dei tre fratelli e il conquistatore di pianeti Freezer-
-E com'è che io non sapevo nulla sulla vostra fama?-
-Semplice Vegeta, tu sei sempre stato solo una pedina di mio fratello, vedi dopo che lui sterminò la tua razza per ordine di colui che aveva preso il potere, Fernio, venne additato da quest'ultimo come traditore e esiliato a sua volta. Restavo soltanto io dei tre fratelli a dover gestire le ricchezze della famiglia ma Fernio aveva in mente di impadronirsi del mio tesoro. Da tempo si aggirava un killer per le strade del mio pianeta e questo venne ucciso, non so da chi, e le sue colpe ricaddero su di me. Le ricchezze della mia famiglia caddero in mano al mio nemico e il popolo del mio stesso pianeta cercarono di uccidere me e coloro che avevano legami di parentela con me. Riuscì a scappare solo io e mi unì a mio fratello Freezer. Ti ho visto crescere restando nell'ombra e vi ho osservati durante l'intero arco della vostra vita. Quando Freezer era stato ucciso non m'importava più nulla di lui e continuai ad aspettare fino a quando ognuno di voi avrebbe avuto una forza tale da poter uccidere uno della mia razza senza la minima fatica e adesso eccoci, stiamo per arrivare sul mio pianeta d'origine. Avrò la mia vendetta!- si mise a ridere come un pazzo.
-Ma noi non uccideremo nessuno, non puoi costringerci.
-Oh, io non vi costringerò a fare nulla. Guarda su- indicò con un sorriso la volta celeste- tu potrai anche controllare la tua trasformazione ma gli altri no, ucciderete tutti senza nemmeno accorgervene, questa è la vostra natura. E sapete qual è il bello, anche se non la guardate questa luna emette delle onde bluz cinquemila volte più potenti di quella sulla terra e quindi la trasformazione avverrà ugualmente-
-Se è davvero come dici tu come mai non ci siamo ancora trasformati?- sorrisi credendo di aver vinto.
-Questo vetro ha proprietà molto speciali- disse l'alieno con un sorriso.
-Tu lo sai che anche se sono trasformato posso controllarmi-
-Ho pensato anche a questo Vegeta, tu sei l'unico che possa controllarsi ma vedi questa pianta- teneva in mano quel stramaledetto vegetale -Ha vari effetti- e detto questo chiuse il televisore.
-Adesso basta- Trunks sussurrò e lanciò un onda contro lo schermo per poi fissare lo sguardo su di me -Come possiamo impedire la trasformazione?-
-Dobbiamo sbrigarci, dobbiamo staccar...- ma fui interrotto da un forte boato.
La navicella si era staccata dalla nave madre e stava precipitando verso il pianeta e il vetro era come se si stesse sostituendo.
Il vetro alieno era come schizzato via dalla navicella e quest'ultima veniva ricoperta da un materiale fragilissimo.
-Dobbiamo...- ma non riuscì a finire la frase. Il mio corpo era percosso da forti pulsazioni e ora non potevo più parlare.
La navicella atterrò sul pianeta pesantemente con a bordo cinque Saiyan appena trasformatosi in cinque Oozaru senza nessun controllo.

Angolo dell'autrice
Credo di avervi annoiato abbastanza con questo capitolo ma stiamo per arrivare alla fine della storia. Ormai manca pochissimo. Aggiornerò presto.

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Capitolo 14
*** La luce nel buio ***


I saiyan avevano cominciato la distruzione del pianeta.
Al sicuro, nella mia navicella, potevo già vedere le prime vittime e presto il gruppo di scimmioni sarebbe arrivato nella città di Rotes, centro della vita politica del pianeta.
Sarebbero morti tutti. Avrei potuto avere la mia vendetta. Una volta che avrebbero completato la distruzione li avrei lasciati in quel luogo. Non mi aspettavo fedeltà, come aveva detto Vegeta. 
Io avevo rotto il patto per primo, questo era vero, ma Vegeta mi avrebbe pugnalato alle spalle alla prima occasione.
Intanto l'esercito di scimmioni avanzava impetuoso verso la città.

-Dobbiamo sbrigarci- dissi al guerriero che mi era a fianco.
-Non possiamo avvicinarci, non ancora, Comias ha fatto male i calcoli sulla luna. Si è perso in un bicchier d'acqua-
-Ahahahaha, bicchier d'acqua come sei divertente aahahhhah- re Kaioh rideva come un pazzo, mentre noi spingevamo i motori della navicella al massimo, dovevamo impedire di far morire altra gente.
-Ma re kaioh lei non aveva alcun potere in questa parte dell'universo- dissi con un moto d'irritazione per il suo senso dell'umorismo -Com'è riuscito a contattarci?-
-Non posso dire molto, cara- la sua voce assunse un tono scherzoso -diciamo che la re Kaioh del sud non è molto brava al gioco d'azzardo-
-Perché non usiamo il teletrasporto?-chiesi sbattendo i pugni sui comandi.
-Perché arrivereste subito col teletrasporto e ora proprio non potete, la luna si sposterà tra un pò di tempo e se vi catapulterete in quel pianeta peggiorereste la situazione. Questo è l'unico risultato che avreste-
Eravamo in contatto con la divinità da un sacco di tempo e la trovavo alquanto irritante, ci aveva contattato per dirci che un gruppo di scimmioni era andato all'attacco del pianeta Frìo e che non trovandoci sulla terra aveva dovuto vagliare con le lunghe antenne l'intero universo in cerca delle nostre auree. Le auree dei saiyan rimasti. Ma non le aveva trovate.
Come avesse ricevuto quell'incarico importante ancora non l'avevo capito.
Lui ci cercava, sulla terra non ci trovava e il motivo era che aveva trovato cinque scimmioni su un pianeta (il numero almeno avrebbe potuto suggerirgli l'identità) lontano. Ma certo sforzarsi di fare due più due era troppo per un uomo del suo calibro.

Mi ero risvegliata da poco e la mia aura era debolissima, ma il guerriero che mi aveva salvata era talmente forte che la sua aura poteva essere percepita in ogni dove, sempre se lui avesse voluto.
-Ecco, la luna si è spostata ma le onde bluz sono molto più potenti di quelle della terra, quindi dovrete aspettare un altro pò per poter scendere nel pianeta e non trasformarvi in Oozaru-
Sbuffai e cominciai a fare avanti e indietro nella stanza.
Mezz'ora dopo.
-Il momento è giunto, potete andare- il dio stava per mettersi a ridere e dire un altra stupida battuta ma per fortuna una mano si era posata sulla mia spalla e ci eravamo ritrovati sul pianeta Frìo. L'opera di distruzione era iniziata. I mezzosangue e il saiyan sarebbero rimasti Oozaru per un ora. Avrebbero potuto distruggere il pianeta in cinque minuti.
-DOBBIAMO SBRIGARCI NONNO- gridai fra gli edifici ridotti in cumuli di cemento.
Nonno. Non avevo detto quella parola per un sacco di tempo. Nemmeno rivolgendomi al padre di mia madre.
Chiamavo mio nonno materno con nomignoli.
Mi riscossi dai miei pensieri quando un bambino uscì dalle macerie chiamando a gran voce la madre, probabilmente morta. Mi avvicinai a lui ma mi guardò terrorizzato. Notai che il suo sguardo era fisso sulla mia coda.
-Andiamocene- dissi allontanandomi dal bambino.
-Un attimo Pan- disse Goku. Stava sollevando i detriti e faceva un gran polverone.
Riemerse da quella nuvola con qualcosa in braccio. Non qualcosa, qualcuno.
-Questa è tua madre, piccolo?- chiese rivolgendosi all'alieno. Lui annuì e si avvicinò correndo verso mio nonno. Non era terrorizzato come quando aveva guardato me.
Son Goku mise le mani sul viso della donna e un' aura d'oro si espanse dalle mani di mio nonno per poi trasferirsi sull'aliena. 
Lei sbatté gli occhi e riabbracciò suo figlio mentre noi andavamo alla ricerca degli altri.
Mi aveva salvata. Nonostante la rabbia che provavo per lui mi aveva salvata.
Certo, non era un tipo da portare rancore.
-Sai è giusto che tu sia arrabbiata con me. Quando me ne sono andato col drago ho assorbito i suoi poteri e sapevo cosa vi succedeva. Sono diventato anche io una specie di divinità quando mi sono fuso con lui. Sai una cosa è stato strano perché lui era tutt’uno col supremo però per fondersi con me si è come diviso, non so spiegartelo.- Mio nonno aveva cominciato a parlare senza che io gli avessi chiesto niente. Non pretendevo spiegazioni. Ma dovevo sapere una cosa.
-La conclusione è che dopo tutta questa faccenda, quando saremo tornati sulla Terra tu ci lascerai nuovamente, vero?-
Lui annuì e io guardai altrove.
-Stavolta la scelta non spetta a me Pan, vi spiegherò tutto non appena sistemeremo la situazione-
Chiusi gli occhi e aumentai la velocità del volo. Ci stavamo avvicinando ai nostri obiettivi. 
Non avevo provato felicità quando lo avevo rivisto. Qualcosa dentro di me mi aveva detto che lui non sarebbe rimasto e ora ne avevo la conferma.
Repressi i miei sentimenti e tacqui. Ci avevo sperato.
Anche se non consciamente avevo sperato che lui rimanesse con noi e invece stava per andarsene di nuovo.
Un frastuono assordante ed eccoli comparire.
I grandi Oozaru.
Stavano distruggendo tutto e tutti.
La puzza del fumo giunse alle mie narici e tossì.
-Dobbiamo tagliar loro la coda- dissi non appena mi fui ripresa dall'attacco di tosse.
-NO, assolutamente no- dobbiamo riuscire a portarli lontano dalla città verso quei campi- guardai nella direzione indicata dal suo dito. La distesa di coltivazioni sembrava non finire mai e dato che quella zona non era ancora stata toccata dalla furia degli scimmioni trasmetteva una sensazione di sicurezza, estremamente falsa però.
Fra gli scimmioni uno si differenziava.
Il pelo di quattro Oozaru era scuro ma quello del quinto era del colore del sole.
-Nonno, quando ti trasformasti in scimmione per distruggere Baby, il colore del tuo hem... pelo era biondo, come quello- mi concentrai sulla sua aura e scoprì che era
-Gohan- sussurrò mio nonno.
-Pan, tu mi hai fatto rinsavire quando ero nella sua stessa situazione, quello stadio precede la trasformazione del quarto livello, credo che tu possa fare qualcosa, io cercherò di calmare gli altri, ora vai.-
Mi chiesi perché aveva escluso il taglio della coda come soluzione ma in quel momento non potevo pensarci dovevo solo far ragionare mio padre.
Mi avvicinai a lui in volo e guardai il suolo. Si potevano vedere le prime vittime.
Con un groppo in gola continuai ad avanzare e arrivai all'altezza dei suoi occhi.
Era la seconda volta che mi succedeva ma questa volta ero preparata -Papà- strillai ma lui non mi sentì.
Ci riprovai -Gohannn- gli occhi dello scimmione dorato si posarono su di me.

(Il punto di vista ora cambia, sarà Gohan a parlare e agire)

Era come se fossi prigioniero nel mio stesso corpo.

Non vedevo quello che avevo d'avanti.
Il dolore per la perdita della mia bambina era troppo forte. Sapevo cosa mi stava succedendo e sapevo che se avessi voluto avrei potuto riprendere il controllo di me stesso.
Ma in quello stadio, dove la bestia si era impossessata dell'uomo il dolore e la forza erano come due strade divise.
Potevo scegliere di intraprendere quella della sofferenza, ritornando ad essere un uomo.
Oppure potevo scegliere quella della forza, dove la mente umana non esisteva così come il dolore. Dovevo sbrigarmi a scegliere o il mostro avrebbe preso il sopravvento. Ero fortemente tentato dal scegliere la seconda strada.
-Papà-
Quella parola mi sembrava pronunciata ad alta voce mi fece rinsavire, solo per pochi attimi, ma poi pensai che fosse stata solo una parola detta dalla mia mente distrutta.
-Gohannn- quella voce. Chiara, squillante, dolce, melodiosa.
Ad un tratto decisi di dare un'occhiata al mondo e allora la vidi.
La mia piccolina, era li d'avanti a me.
Ma allora non era morta. Una parte lontana di me si chiese come fosse possibile che lei fosse li ma non vi badai.
I miei occhi si bagnarono di lacrime e il mio corpo che fino a quel momento si era mosso continuamente restò immobile.
Pan mi si avvicinò e posò una mano sul mio muso.
Quel tocco mi fece scegliere la strada giusta e scoprì che quella del dolore era anche quella della vita.
Il mio corpo cominciò a emettere una luce dorata.
Chiusi gli occhi dell'Oozaru e li riaprì con quelli del Super Saiyan di quarto livello.
Anche stavolta non m'importava del nuovo livello ma stavolta non era per il trauma di perdere una figlia, ma per la felicità di ritrovarla.

Angolo dell’autrice
Salve a tutti, ecco un nuovo capitolo.
Aggiornerò il più presto possibile.

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Capitolo 15
*** Vittoria ***


Ciao a tutti. Prima di leggere un paio di avvertimenti.
Questo capitolo è il penultimo. Pubblicherò il prossimo il più presto possibile. In questa parte della storia sarà Gohan a parlare. Nell'ultimo capitolo ci saranno chiarimenti su punti della storia che ancora non sono stati svelati. Detto questo vi lascio leggere. Buona lettura.


Riabbracciai mia figlia, non avrei permesso a nessuno di farle del male. 
Lei si staccò da me.
-Papà, papà, dobbiamo aiutare gli altri- 
Mi guardai attorno. Dalle macerie capì che quella era una città.
Il fuoco avvolgeva ogni cosa e non un solo edificio era in piedi.
-Sono stato io?-
Pan scosse la testa -Non pensarci ora, non eri in te, ora dobbiamo far ragionare gli altri-
Guardai i quattro Oozaru d'innanzi a me -Come? Dobbiamo tagliargli la coda?-
Credevo che fosse l'unica soluzione.
-No, il nonno lo ha escluso-
-Il nonno?- domandai alla ricerca di mio suocero, sapevo che non avrei visto lui ma era del tutto fuori questione che mio padre fosse tornato.
Allora lo vidi.
Era cresciuto nuovamente, non era più un bambino.
Mi lanciai a tutta velocità verso di lui che stava cercando di far rinsavire Vegeta.
-Papà- urlai.
-Gohan attento!- mi urlò ma era troppo tardi per avvisarmi. La coda dello scimmione si era schiantata su di me come una frusta e mi fece precipitare al suolo.
Mi rialzai in fretta mentre lo scimmione si avventava nuovamente su di me e poi vidi una cosa che non avevo mai visto prima.
Goku si era avvicinato alla faccia di Vegeta e gli aveva posato le mani sulla fronte.
Una luce dorata passò dalle mani di mio padre alla testa dell'Oozaru. 
Il mostro si riscosse e cominciò a rimpicciolire.
-Prendi papà- mi gridò Pan lanciandomi quelli che sembravano dei vestiti. 
Li lanciai a Vegeta che intanto si era ripreso. Ora toccava agli altri.
In breve tempo anche gli altri quattro tornarono normali.
-Finalmente liberi- disse Vegeta infilandosi la giacca -Ma ora come ce ne andiamo? Qui abbiamo distrutto...- ma non riuscì a concludere la frase che un esercito di Freezer ci circondò. No, non erano Freezer, era gente del suo stesso pianeta. Incredibile quanto si somigliassero.
-Afrgihu, friugh- disse uno che sembrava essere il comandante dell'esercito.
-Cosa?- chiese Goten con la faccia di un ebete.
L'uomo premette un dito in un rivelatore situato all'altezza dell'occhio.- Alzate le mani e non vi muovete siete in arresto-
-Sai che ti dico, ne ho abbastanza di essere catturato.- disse Vegeta con una vena pulsante sulla fronte.
Alzò una mano verso l'uomo e cominciò a caricare un colpo energetico.
-Vegeta non farlo- disse Goku -Ancora non è finita.-
Un secondo dopo una navicella atterrò alzando un'improvvisa folata di vento e facendo un gran frastuono.
Dalla navicella scese un alieno. Comias.
-ADESSO BASTA- si diresse verso mia figlia e mio padre -Come avete osato rovinarmi i piani, ci mancava poco così e avrei potuto avere la mia vendetta. COME AVETE OSATO!- la sua aura diventò potentissima e cominciò a spingerci all'indietro. La sua voce era diventata un ringhio.
-Non dovevate sfidarmi - la sua aura diventò nera e ci veniva incontro come potenti folate di vento.
Era potentissimo. Più forte di un Super Saiyan, Pan e Bra non potevano competere nonostante la loro trasformazione.
Sembrava che loro stesse se ne fossero accorte e si guardavano come se si stessero dicendo qualcosa.
Anche Goten e Trunks si guardavano in modo molto serio. Distolsi lo sguardo e guardai mio padre.
Sorrideva. Questo era segno che il suo avversario era davvero forte.
-Papà, ce la faremo?-
Lui mi sorrise -Dovranno combattere, insieme, io non darò loro nessun aiuto- lo guardai e mi sentì la gola improvvisamente secca.
-Ha ragione Gohan- mi disse Vegeta con aria seria.
-FU-SIO-NE- non appena sentì gridare quella parola mi voltai e vidi un Gotenks adulto.
Il guerriero non era trasformato in Super Saiyan ma si vedeva che aveva una forza oltre ogni limite.
-FU-SIO-NE- una luce abbagliante riempì la mia visuale e dovetti chiudere gli occhi.
Guardai la ragazza che mi stava d'avanti con la bocca aperta. O meglio, le ragazze unite in un solo corpo.
-Hey, come avete fatto, imbranate?- chiese Gotenks con aria di superiorità -Anzi, non m'importa siamo sempre noi i più forti-
-Non crediamo proprio, ci hanno raccontato che voi ci avete messo giorni per imparare- disse l'altra fusione.
-Scommetto che voi vi siete esercitate segretamente-
-Hey testa di sughero, come avremmo potuto imparare questa tecnica se nessuno era disposto a insegnarcela-
-Beh comunque noi siamo la fusione più forte, Super Gotenks, voi siete soltanto delle bambine-
-Vuoi scommettere? Se noi abbiamo imparato guardando i vostri movimenti in meno di cinque minuti un motivo ci sarà! Zucconi-
-Non è vero- ribatté Gotenks -E sentiamo com'è che ti chiameresti?-
-Pran- ribatterono Pan e Bra.
Gotenks scoppiò a ridere.
-Ahahaahah che nome ridicolo, solo voi potevate fare una scelta così ridicola!-
-Come vi permettete.-
Pran si avvicinò ad una velocità incredibile a Gotenks e lo atterrò con un pugno.
-Ma che quadretto. Solo voi vi potevate mettere a litigare un minuto prima di morire- disse Comias con un ghigno stampato in faccia. -Ora se permettete, non posso perdere altro tempo qui.- E detto questo cominciò a creare una sfera d'energia nera.
Avrebbe distrutto il pianeta.
-Gohan, Vegeta- gridò mio padre -Non combattete, ora tocca a loro- per la seconda volta vidi mio padre ritirarsi d'avanti a un combattimento, non perché fosse spaventato, semplicemente perché voleva lasciare spazio a quelli che venivano dopo di lui. La sua scelta di non far combattere ne me ne Vegeta era spiegata dal semplice motivo che Bra e Pan non avevano mai combattuto avversari di questo livello e ora toccava loro.
Comias scagliò la sfera verso il suolo e si voltò per andarsene ma Pran e Gotenks impedirono che essa toccasse la terra e la scagliarono nello spazio.
-Vi ucciderò tutti- gridò Comias lanciandosi versi i due ragazzi e fui tentato di andare ad aiutarli ma una mano si posò sulla mia spalla.
-No Gohan-
-Ma papà non posso permettermi di perdere nuovamente Pan.-
-Gohan, ti ho fatto combattere un sacco di volte mettendo in pericolo la tua vita, ma l'ho fatto soltanto per farti crescere e capire i tuoi limiti e ora è il tuo turno. Il turno di lasciar andare tua figlia nonostante la protezione che le vorresti dare. Non siamo terrestri Gohan, la lotta fa parte della nostra razza.-
Mi fermai e continuai a guardare il combattimento.
Comias si era lanciato su Gotenks che lo aveva prontamente evitato e Pran gli aveva dato un pugno sulla schiena che lo aveva atterrato.
Comias si rialzò all'istante cominciò a prendere a pugni Pran. Gotenks si lanciò su di lui e con un calcio lo colpì in viso facendogli cadere qualche dente e sputare sangue.
Lui per tutta risposta gridò e cominciò a prendere a pugni lo stomaco di Gotenks.
Pran, intanto, si era ripresa ed era tornata all'attacco.
Comias girò su se stesso e con un colpo di coda mandò Gotenks e Pran al tappeto, ma anche loro si rialzarono immediatamente e colpirono il mostro con due pugni all'addome. Lui indietreggiò di due passi e portò le mani dietro la schiena.
Caricò un colpo energetico che andò nella direzione di Gotenks, lui lo schivò e a sua volta caricò un altro colpo, ma all'ultimo minuto ci ripensò. Si tirò di tre passi indietro.
-E ORA- gridò -IL MIO COLPO SPECIALE. 
Super Ghost Kamikaze Attack
-
Cominciò a sputare dei fantasmini dalla bocca con le sue sembianze.
Notai che Pran lo guardava con un espressione disgustata sul viso.
I fantasmi andarono ad attaccare Comias riducendolo in fin di vita.
-Com'è che mi hai chiamata Comias?- chiese Pran -Ah si anello debole. Ora vedrai la mia tecnica speciale e vediamo come la definisci. Bigkamehamehabang-
Unì le mani come per formare un onda energetica.
Il colpo energetico era un miscuglio fra la kamehameha e il big bang attack. Era una cosa alquanto strana ma molto efficace.
Colpì Comias in pieno disintegrandolo.
-Vittoria!- urlarono Gotenks e Pran all'unisono. Goten e Trunks, uniti nel corpo di Gotenks stavano per dire qualcosa sul nome ridicolo della loro tecnica speciale ma la fusione si sciolse e la frase restò incompleta..
Intanto l'esercito si era fatto da parte e il comandante si era avvicinato.
-Vi dobbiamo le nostre scuse- disse -Non siete più in arresto e vi ringraziamo, vedete la famiglia di Comias era la più forte che c'era sul nostro pianeta ma erano forti quanto pazzi. Infatti, abbiamo dovuto mandarli via dal pianeta Frìò dopo che distrussero il pianeta Vegeta. I Saiyan erano ottimi conquistatori. La mente distorta di Comias ha partorito l'idea che noi li avessimo esiliati per prendere le loro ricchezze e che avessimo usato i Saiyan come scusa.-
-Lui ci ha catturato e ci ha mandati fin qui per distruggervi, non è stata colpa nostra.-
Disse Bra con aria seria. Era strano vederla nella parte della ragazza matura dato che sulla terra si comportava come una bambina.
-Potete andare, qui dobbiamo ricostruire tutto- disse la guardia in modo burbero.
-Aspettate- disse Goku -Forse vi posso aiutare.- Mio padre restò immobile e i suoi occhi diventarono del tutto rossi. Come quando  il drago Shenron esprimeva un desiderio. In un batter d'occhio la città tornò alla normalità sotto i nostri occhi meravigliati dopo di che ci dirigemmo verso la navicella di mio nonno che era atterrata sul pianeta grazie all'autopilota. O almeno così ci aveva detto Goku.
-Papà dov'è che hai preso questa navicella?- chiesi. 
Lui si grattò la testa e con un sorrisetto disse -Diciamo che l'ho presa in prestito da Bulma e gliela devo riportare. Vi spiegherò tutto una volta ritornati a casa-
Finalmente stavamo per tornare sulla Terra.

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Capitolo 16
*** Uniti per il futuro ***


Il viaggio di ritorno fu estenuante.
Durò nove giorni in totale e nella navicella regnava il caos.
L'ottavo giorno avevamo finito il cibo di  cui  la navicella era carica e mio nonno e mio zio non facevano altro che lamentarsi.
-Ho fame- diceva Goku.
-Ho fame- diceva Goten. 
Mi avvicinai  con una vena pulsante sulla fronte e gridai -ORA BASTA- e si procurarono un occhio nero a testa. Ovviamente avrei negato fino alla morte di essere stata io.
Inoltre Bra faceva la civetta con mio zio e questa cosa faceva saltare i nervi a Vegeta (Goten rischiò la vita ventisette volte in quel viaggio grazie alle avance della principessina dei Saiyan troppo spinte).
Sbuffai.
Gohan, mio padre, era il più calmo del gruppo. Infatti stava in un angolo scuro della finestra con gli occhi chiusi a metidare. Decisi di sedermi di fronte a lui.
-Tutto ok?- chiesi. Mi sembrava di parlare con un mio coetaneo e non con mio padre.
Lui annuì -Devo solo ragionare su una cosa che mi ha detto il nonno prima di partire- mi rispose.
Capì che voleva stare da solo r quel giorno mi ritrovai a girare per l'astronave non sapendo che fare.
Trunks era ai comandi.
-Hey, posso guidare io?- chiesi tutta allegra nonostante sapessi già la risposta. Lui inserì il pilota-automatico e si voltò.
Mi guardò in faccia per trenta secondi buoni e poi cominciò a pronunciare un lungo -Nnnnnnn- che finì con un -oooooo-.
Cominciai a ridere ricordando quando ci eravamo messi a litigare perché lui voleva che io ritornassi sulla Terra.
Lo contagiai e sentì il bellissimo suono delle sue risa.
Mi bloccai di colpo e lo fece anche lui con un espressione interrogativa sul  suo  bellissimo viso.
Bellissimo viso? Come avevo potuto pensare una cosa del genere! Divenni tutta rossa e con la scusa decisamente poco credibile di aver nascosto un panino nella mia stanza mi defilai da quella discussione imbarazzantissima.
Notai che quando uscì dalla sala comandi nessuno si era accorto di niente, o meglio, quasi tutti. Mio nonno mi fissava con lo stesso sorriso cretino di mio zio quando veniva a sapere qualcosa che non avrebbe dovuto nella maniera più assoluta sapere.
-Come ti sei permesso!- Vegeta aveva preso per il colletto della camicia Goten che lo fissava terrorizzato. 
Del tutto disinteressata a quell'ennesima dichiarazione d'"affetto" da parte di Vegeta mi rifugiai nella mia stanza.
Così passo l'ottavo giorno.

-Prepararsi all'atterraggio, prepararsi all'atterraggio- la voce metallica che proveniva dal megafono mi fece svegliare.
Mezza insonnolita mi chiesi cosa volessero dire quelle parole quando vennero ripetute nuovamente. 
-Prepararsi all'atterraggio, prepararsi all'atterraggio- mi svegliai del tutto e cominciai a correre verso la sala comandi dove tutti si erano gia seduti e avevano agganciato le cinture di sicurezza.
-Ma venire a chiamarmi no eh?- chiesi irritata. 
-Goten voleva provare il microfono- mi rispose Trunks e guardai mio zio con sguardo omicida con l'intento di rimproverarlo e fargli capire quanto era infantile. L'effetto sperato non arrivò e io sbuffai semplicemente andando a sedermi e agganciando le cinture di sicurezza.
-Sai Pan, sull'astronave c'era anche un telefono, mentre tu dormivi abbiamo spiegato a Bulma e Videl tutto quello che è successo. E anche che siamo rimasti senza cibo per un giorno.-
Atterrammo in una sperduta radura dei monti Paoz e quando la porta della navicella si aprì ci precipitammo verso l'uscita ma non seppi il come, mio nonno, che doveva essere il primo a scendere dall'astronave, inciampò e cadde sul suolo del pianeta facendoci fare la stessa fine.
Non mi rialzai subito. Respirai aria pura, finalmente. Restai sdraiata sul prato con i fili d'erba che mi solleticavano il viso e mi misi a ridere.
Non sapevo da dove venisse tutto quel buon umore, forse dal fatto che era quasi un mese che non rivedevo la mia casa, forse al fatto che mi sentivo così sollevata di non essere più osservata da qualche maniaco della vendetta, forse al fatto di aver raggiunto lo stadio di Super Saiyan che agognavo da tempo, ma stranamente sentivo che questo non era tutto.
Mi girai a pancia in su e vidi gli sguardi seri di Vegeta, mio nonno e mio padre.
-Cosa c'è?- chiesi tornando ad essere seria e guardandomi in torno alla ricerca di nuovi nemici.
-Il nonno vi deve dire una cosa Pan- disse mio padre.
Goku cominciò a parlare.
-Ragazzi: io, Gohan e Vegeta abbiamo vissuto un sacco di avventure. Facciamo parte di una razza quasi del tutto estinta e ora vi devo chiedere di fare un sacrificio.- disse guardando me, Goten, Trunks e Bra. -Il nostro ricordo andando avanti con gli anni continuerà a sFumare fino a diventare un vago ricordo se non scomparire del tutto e questo non può succedere. La Terra verrà sempre minacciata da nemici sempre più potenti e un giorno, quando voi sarete morti, o lo saranno i vostri nipoti, i nostri discendenti non sapranno la loro vera origine. Siete voi i sopravvissuti della Razza Saiyan quindi ho deciso di farvi un dono e una maledizione al tempo stesso, potete scegliere se accettarla o meno ma lo dovrete fare vagliando i pro e i contro. Quello che voglio dire è che ho deciso di farvi dono dell'immortalità.-  A queste parole trattenni il fiato, avevo tante domanda ma non volevo interromperlo. -Quando divenni tutt'uno col drago presi anche i suoi poteri ed è per questo, come già avevo detto a Pan senza specificarne il motivo, che non posso stare con voi. Vegeta e Gohan mi hanno già dato la loro risposta  ma dovrete scegliere da soli, quindi io non vi dirò niente fino a quando non avrete preso la vostra decisione. Posso stare solo due giorni ancora qui con voi. Vi do un giorno per scegliere. Vi aspetterò qui, ora tornate da vostri cari.-
-Non vieni con noi papà?- 
-No, vi aspetterò qui - disse sedendosi sul prato.
-Papà, guarda che Videl avrà sicuramente preparato qualcosa da mangiare insieme a Bulma, stanno dando una specie di festicciola di ben tornati.-
-Urca- disse Goku alzandosi di scatto, era bastato  poco a convincerlo e a dissuaderlo dalla sua "saggia decisione".
-Ma non c'eri quando hanno telefonato sulla Terra?- chiesi a mio nonno puntando le mani sui fianchi.
-Beh sai io non ci capisco molto di queste cose tecno... tecno... com'è che si dice?-
Io sbuffai. -Sei sempre il solito nonno. Non ti sforzare. Ho capito- risposi acida alzandomi in volo.
-Dove dobbiamo andare?- chiesi a mio padre.
-Prima a casa. Credo che una doccia sia d'obbligo- detto questo mio padre mi raggiunse seguito da Goten e Goku.
-Ma io volevo mangiare!- si lamentò quest'ultimo che misteriosamente si ritrovò con un altro occhio nero.

(Da qui il capitolo si divide in due parti, il ritorno a cada della famiglia Brief e il ritorno a casa della famiglia Son e i punti di vista saranno per la famiglia Brief, quello di Trunks, per la famiglia Son quello di Pan.)


I Brief

Non appena mia madre ci vide corse ad abbracciare me e Bra. Sapeva che a Vegeta non piaceva mostrare affetto in pubblico quindi ci sbrigammo e ci dirigemmo verso l'interno della capsule corporation.
-Bra come stai? E tu Trunks? Non sapete che giorni d''inferno ho passato. I miei tesori!- poi si diresse verso Vegeta e lo prese per mano. Lui ci guardò e divenne tutto rosso.
Mia madre non disse niente ma gli lanciò uno sguardo carico d'amore. Improvvisamente, sorprendendo tutti, Vegeta si avvicinò e l'abbracciò.
Lei scoppiò a piangere -Che-che d-dite venite anche voi?- ci chiese con voce tremante.
E restammo così per un pò, godendoci uno di quei rari dimostrazioni d'affetto da parte dell'orgoglioso principe.


I Son

Non eravamo ancora atterrati nel giardino della casa che mia madre ci raggiunse nel cielo piangendo come una pazza.
Cominciò a stringere me e mio padre tra le braccia tempestandoci  di baci.
Capiva la situazione, visto che ormai aveva imparato ad essere madre e moglie di Saiyan, e quindi non ci chiese più nulla del nostro viaggio.
-Ciao Videl- disse mio nonno un pò imbarazzato.
-Ciao papà- disse a sua volta imbarazzata. Non avevano mai avuto un rapporto molto stretto e mia madre non si era mai abituata a chiamarlo in quel modo.
Quando entrammo in casa crollai su una sedia. Non mi ero resa conto quanto fosse stato stancante quel viaggio.
Mi trovavo nella sala da pranzo e mio padre era andato a farsi una doccia. Mi dovevo chiarire le idee quindi aspettai un pò.
-Io devo ancora preparare qualche altra cosetta. Tra un pò arriveranno i Brief- e detto questo mia madre andò in cucina lasciandomi sola insieme a mio nonno. Avevo un sacco di domande che mi ronzavano in testa ma non riuscivo proprio a spiccicare parola. Lui intanto stava seduto con gli occhi chiusi. Come se avesse bisogno di riposare.
-Nonno io vado a fare la doccia-
-Pan, so delle domande che mi vuoi porre- mi rispose lui prendendomi in contropiede -Risponderò quando saremo tutt'insieme- ripeté nuovamente e con espressione triste aggiunse -Mi dispiace di essere così diverso da come mi ricordi ma per questa giorno devo essere molto serio. Urcaaa, è una faticaccia.-
-Già- risposi non sapendo cos'altro dire. Mi voltai e mi diressi verso il bagno.

La cena

Quando arrivarono i Brief io ero ancora nella ima camera.
Cercavo qualcosa di carino da mettere e un pensiero mi colpì improvviso.
Cosa stavo facendo? Io non ero mai stata una di quelle ragazze che stavano ore e ore d'avanti allo specchio perciò mi riscossi e presi i soliti jeans celesti e una maglietta rossa. Aprì il cassetto delle bandane e ne tirai fuori una dello stesso colore dei jeans, la infilai e scesi in sala da pranzo. Il cibo era già in tavola.
-Finalmente Pan.- Quasi gridò mio nonno, era chiaro che avessero aspettato me tutto quel tempo perciò mormorai delle scuse veloci e mi sedetti accanto a mio padre.
Con sei Saiyan a tavola il cibo finì presto.
Guardai Vegeta che guardava arrabbiato mio nonno per avergli soffiato l'ultima braciola dal piatto, guardai Bra fare un occhiolino a Goten senza farsi vedere dal padre, guardai mio padre stringere la mano a mia madre, guardai Bulma mettere una mano sulla spalla a Vegeta per calmarlo e infine guardai Trunks. Anche lui guardava me e distogliemmo entrambi lo sguardo diventando tutti rossi. Nessuno se ne accorse impegnati com'erano ad impedire a Vegeta di uccidere Goku.
Sorrisi, sembrava un ambiente familiare così tranquillo e normale, anche se "normale" era l'unica parola che non poteva descrivere la nostra famiglia.
-Ok, ragazzi- disse mio nonno tornando serio -Avete avuto modo di ragionare sulla mia proposta?-
Vegeta si alzò e disse -Prima di parlare credo sia d'obbligo mettervi a corrente della scelta mia e di Gohan- lo guardò e lui annuì leggermente -Noi abbiamo deciso di rifiutare. Secondo me siete voi a dover difendere la Terra da altre minacce future. Io già sarei dovuto morire varie volte ma mi sono state date varie possibilità sul riparare ai miei errori. Ora so di poter morire perché so che quando lo farò ... beh.. io- cominciò a balbettare.
-Vegeta vuole dire- proseguì mio padre -Che noi abbiamo già trovato una persona che ci aspetterà in "paradiso" diciamo e che ci ha amati durante la nostra vita. Quello che lui vuole dire e che noi due invecchieremo accanto a queste persone e che non vogliamo rinunciarvi- disse con tono serio. 
-Papà- sussurrai -Voi avete trovato questa persona ma se noi decidessimo di scegliere l'immortalità non avremo mai figli ne incontreremo mai la persona giusta- conclusi diventando tutta rossa in viso.
-Ragazzi, quando vi ho detto di questo mio dono vi ho anche detto che sarebbe stato un sacrificio, Gohan e Vegeta hanno scelto di proseguire le loro vite, è vero, ma ora tocca a voi e dovete sapere che prima o poi andando avanti con le generazioni i nostri poteri andranno più che persi dimenticati, infatti non ho concesso l'immortalità a Bulma o Videl perché non sarebbero ugualmente in grado di proteggere la Terra.-
-Per questo hai fatto morire la nonna da sola?- chiesi -Per questo ci hai lasciato? Credevi non fossimo all'altezza?- lui stranamente non rispose con uno dei suoi soliti modi spensierati -Non ho lasciato morire Chichi da sola. Quel giorno lei è morta fra le mie braccia.- prese fiato e per la prima volta vidi nei suoi occhi qualcosa che sembrava dolore. -Non l'ho lasciata sola neanche un attimo. Me ne sono andato solo quando ho sentito Goten rientrare. E no Pan, non vi ho lasciato perché credevo che non fosse all'altezza ma proprio per il contrario. In ogni lotta nonostante voi aveste raggiunto livelli di combattimenti elevati avevate lo stesso bisogno del mio aiuto e volevo cambiare le cose. Domani dovrò lasciare questa Terra per mille anni per ricaricare le sfere del drago di energia positiva. Questo è tutto quello che avevo da dire.-
-Io ho deciso- disse Goten con un espressione che mai gli avevo visto sul viso.
-Anche io- disse Trunks lanciando uno sguardo complice con mio zio.
Bra e io ci guardammo a lungo. Non eravamo mai state amiche ma in quel momento sapevamo di stare per prendere una decisione che avrebbe cambiato le nostre vite per sempre.
"Questa decisione va oltre la nostra semplice volontà" dissi a Bra, telepaticamente.
"Ho già preso la mia decisione. Ho  capito che la mia natura non è quella di una semplice terrestre. Lo avrei dovuto capire prima, combattendo e rischiando la vita ai tempi di Baby e dei draghi maligni, ma non l'ho fatto. Dopo questo viaggio ho capito veramente cosa significa essere la principessa di un popolo scomparso."
Quando finì di dirmi queste parole si alzò. -Anche io- disse con voce decisa.
Mancavo solo io. Guardai mio nonno con un sorriso.
-Ti perdono nonno.- sussurrai alzandomi. -Anche io ho preso la ma decisione.-
Mia mamma quasi scoppiò a piangere ma si trattenne all'ultimo minuto e mi disse -Ne sei sicura?-
Io annuì.
-Quindi e si?- chiese mio nonno ingenuamente non capendo dove volevamo andare a parare.
Noi quattro ci guardammo e annuimmo contemporaneamente.
-Ok. Crescerete fino all'età di ventisette anni, non oltre. Ovviamente Trunks smetterà già d'invecchiare e voi lo fare una volta raggiunta la sua età. Resterete immortali fino a quando la Terra stessa non morirà e fino ad allora dovrete proteggerla da ogni male. Accettate?- ci chiese cercando di mantenere un espressione neutra in viso ma si vedeva quanto fosse emozionato.
-Si- dicemmo all'unisono e allora gli occhi di Son Goku si accesero di rosso esprimendo l'unico desiderio tanto agognato dai tanti esseri che avevano attaccato il nostro pianeta ma che mai, grazie al suo stesso intervento, ci erano riusciti.
Chiusi gli occhi e li riaprì conscia del mio nuovo potere e delle mie nuove responsabilità.
Guardai gli altri tre e mi resi conto che fino a che il mondo non fosse finito non sarei mai stata sola. Guardai Trunks e mi resi conto che forse avevo trovato anche io una persona come Vegeta e mio padre avevano trovato la loro. Ma questo solo il tempo avrebbe potuto accertarlo. Guardai mio nonno che mi sorrideva e che cominciava a... scomparire.
-Nonno- dissi con voce strozzata -Stai, stai...-
Lui mi sorrise e disse con la sua solita voce allegra -Avrò sbagliato i calcoli, ma ricordate che vi guarderò sempre dal luogo in cui sarò.- Ormai era quasi divenuto del tutto incorporeo. A quel punto mi venne in mente una domanda.
-Nonno perché non hai voluto mozzare la coda agli Oozaru?-
Sentì il suono della sua risata spensierata -Perché dovrete sempre ricordare da dove venite, chi siete, perché solo così potrete essere uniti, uniti per il futuro.- E detto questo scomparve, lasciandoci con un sorriso sulle labbra e una nuova missione.

Angolo dell'autrice
La storia è finita, ci tenevo a ringraziare SonGome che ha recensito la mia storia sin dal primo capitolo, ma anche soN3 e Scream15,volevo ringraziare anche chi ha messo la storia nelle seguite, preferite o ricordate. Sono davvero molto contenta che il racconto vi sia piaciuto. Ringrazio anche chi si è limitato a leggere in silenzio.
Mi ero affezionata a questa mia nuova storia, spero di aver reso i caratteri dei personaggi il più possibile simile al manga. Questo finale esclude quello di Dragon Ball Gt, l’ho voluto cambiare perché non mi andava proprio giù l’idea che fossero morti tutti.
Detto questo vi saluto e vi ringrazio ancora.

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