Il cavaliere dell'ombra, la principessa del vento

di Kengha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno della giustizia ***
Capitolo 2: *** Tayuya ***
Capitolo 3: *** Notte Insonne ***
Capitolo 4: *** La trappola ***
Capitolo 5: *** Tsunade ***
Capitolo 6: *** Per sempre insieme, eternamente divisi ***
Capitolo 7: *** Le ali del falco ***



Capitolo 1
*** Il ritorno della giustizia ***


IL RITORNO DELLA GIUSTIZIA

“Konoha è da tre anni sotto il dominio del re Hidan dopo la morte del precedente re, Asuma, deceduto durante la battaglia contro Kiri ha sterminato e reso prigioniero ogni erede del precedente sovrano così da assicurarsi lui il trono.
I cittadini lo odiano, lo so bene, tuttavia cercano di entrare nelle sue grazie così da avere privilegi come una casa migliore o una diminuzione sulle imposte. Ma a me cosa importa? Non ho né casa né soldi da spendere per pagare le tasse che aumentano di mese in mese. L’esattore Kakuzu non guarda in faccia a nessuno o si paga o si viene catturati, questa è la regola; io sono in fuga da anni e per la prima volta, due mesi fa, sono stato catturato dalle guardie e rinchiuso nelle segrete del castello, dal quale son riuscito a fuggire soltanto ieri.
Per fortuna un vecchio pastore mi ha dato ospitalità della notte, dicendo che avrei potuto dormire nella stalla con il bestiame, ringraziando il cielo le guardie, quando sono venute a setacciare la casa del poveraccio da cima a fondo non hanno pensato a una balla di fieno come nascondiglio e l’ho fatta franca. Per fortuna la guardia dai capelli biondi e il suo assistente sono degli idioti.
Questa mattina il vecchio mi è venuto a svegliare presto, avvisandomi che le guardie erano uscite dalle mura del villaggio, cavalcando verso le campagne e che avrei avuto un po’ di tempo per raggiungere la foresta ai confini del Paese.
Mi ha regalato un po’ di formaggio e una borraccia con del latte prima di partire, ricorderò il suo nobile gesto: poca gente ormai si offrirebbe di aiutare un ricercato e di garantirgli un pasto. Brav’uomo.
Ormai il sole sta calando e la foresta non è molto distante, fra circa un’ora potrei considerarmi al sicuro. Beh, per quanto possa essere al sicuro uno che è ricercato da tre anni e che è fuggito dalle prigioni del palazzo reale.
Il tempo trascorso a fuggire mi ha permesso di imparare molte cose, fra le quali lo scassinare una serratura con un vecchio coltello arrugginito. Anche se l’idea di gettarmi nel fiume non è stata tra le migliori: sì, sono riuscito a sparire dalla visuale degli arcieri per un’oretta o due però ho perso sia il coltellino che la mappa del Paese che avevo in tasca.
Può sembrare strano, ma quel cartoccio mi aveva salvato la vita in più di un’occasione. Essendo una mappa strappata direttamente dalle pagine di un libro custodito nella biblioteca reale era molto dettagliata e aveva segnati molti nascondigli non conosciuti dalla gente comune. Fra questi una vecchia buca nella foresta, che porta direttamente in una galleria sotterranea abbandonata, è divenuta la mia tana.
Ho scoperto che quel lungo corridoio conduce alle cantine abbandonate del palazzo. Da lì ho potuto imbucarmi più volte al castello, fortunatamente la maggior parte della servitù è dalla mia parte e mi garantisce cibo e un nascondiglio sicuro nel breve periodo che passo fra le mura. E’ bello avere gente pronta a difenderti dai peggiori nemici.
Finalmente vedo stagliarsi i primi alberi, la foresta è lontana pochi più di un chilometro, ce l’ho quasi fatta! Potrò considerarmi nuovamente libero nell’istante in cui metterò piede nel mio rifugio. Lì non avrò problemi e a giudicare da tutte le provviste raccolte in questo tempo non avrò neppure necessità di uscire per qualche mese.
Sento i degli scricchiolii sotto i miei piedi e mi rendo conto di star a calpestare delle foglie secche, è autunno e la foresta è colorata di splendidi colori arancioni – dorati. Corro senza esitazione verso la grande quercia sotto il quale vi è un cespuglio che copre il mio nascondiglio, non vedo l’ora di riposare e mettere qualcosa sotto i denti.
Rallento quando arrivo vicino il tronco dell’albero e sposto leggermente i rami intricati che mi impediscono il passaggio nel tunnel.
Sento un rumore alle mie spalle, lo stesso rumore che causo anch’io quando cammino o corro sulle foglie secche, mi guardo rapidamente intorno per assicurarmi di essere da solo. In ogni caso devo sbrigarmi ad infilarmi in quel tunnel, ogni secondo che passo qua fuori è un passo più lontano dalla mia libertà e uno più vicino alle prigioni del palazzo.
Finalmente riesco a spezzare tutti i rami che avevano coperto il passaggio durante la mia assenza. Sto per entrare quando sento afferrarmi per le spalle
-Eccoti qua piccolo topo in fuga, certo che sei veloce per essere un ragazzino! Abbiam quasi fatto fatica a starti dietro!-
-Lasciatemi!- urlo tentando di divincolarmi mentre davanti a me compaiono altre guardie pronte a dar man forte a l’omaccione che mi ha preso.
-Ehy, cos’hai da scaldarti tanto, scricciolo?- la domanda mi viene posta da un uomo piuttosto grasso che mi guarda con un sorriso ironico, come se lo divertissi in chissà qual modo.
Senza pensarci troppo gli assesto un forte calcio genitali, non protetti da alcuna armatura, riuscendo a trasformare la sua espressione di scherno in una di puro dolore.
-Brutto, bastardo!- sibila accasciandosi a terra e portandosi una mano sulla parte appena colpita.
-Eheh, Sasuke lo stronzetto qui ha voglia di giocare con noi. Non credo che sua Maestà Hidan ci dirà qualcosa se lo castriamo. Che te ne pare come idea?- deglutisco. Quest’altro, nonostante sorrida, mi sembra alquanto serio.
-Pfs, fa quello che ti pare, Kidomaru. Io però non voglio entrarci niente in questa storia.- dice con fare seccato quello che mi tiene che, nonostante scalci, è ancora a cavallo e mi solleva senza alcuna fatica.
-Jirobo, vogliamo tagliarne una ciascuno? Credo che meriti di vendicarti.-
-Con piacere!- l’uomo che ho colpito poco fa si rialza da terra e mi guarda piuttosto torvo. Afferra un coltello e a quel punto inizio a sudare freddo, di certo questi qua non scherzano. Chiudo gli occhi ma una freccia stagliata in aria colpisce alla spalla l’uomo più grosso e un’altra manca di poco l’altro. Il capitano, Sasuke, mi lascia cadere a terra e fa indietreggiare di qualche passo il suo cavallo.
-Chi va là!- urla sguainando la spada.
-Sasuke, credo sia qualche spirito che ce l’ha con noi. Forse ci conviene tornare al palazzo e poi, Jirobo è ferito!- la voce dell’uomo a fianco il ciccione è piuttosto tremolante: è spaventato…mi verrebbe da sorridere se non fosse per il fatto che anche io abbia paura.
Dagli alberi diventa sempre più visibile la figura di un uomo su un cavallo nero. Un cavaliere, nero. Dagli alberi, dove filtra la luce del sole che sta per tramontare, si vede un’ombra e si ode un acuto verso sferzare il cielo.
-Tu. Shikamaru Nara.- il Capitano Sasuke sibila queste parole con odio, a quanto pare conosce questo misterioso cavaliere.
-L’ex capitano delle guardie di sua maestà…- quello ferito, credo Jirobo, sussurra queste parole con una faccia esterrefatta e terrorizzata.
-Sasuke, sparite di qui e lasciate in pace il ragazzo.- la voce calda e seria del cavaliere mi fa sussultare, il suo sguardo non tradisce alcuna emozione. Mi fa quasi paura.
-Il ragazzo deve essere giustiziato domattina all’alba, ordini di sua Maestà Hidan. Nessuno mi farà trasgredire a quest’ordine.-
-Come vuoi.- vedo un ghigno dipingersi sul volto dell’uomo in nero appena arrivato. Una leggera brezza gli scompiglia i capelli neri raccolti in un bizzarro codino. Un altro acuto stridio e poi un grande uccello piomba sulla testa del Capitano Sasuke ed è in quel momento che il misterioso cavaliere mi prende di peso sul suo cavallo e inizia a galoppare nella foresta.

___________________-L'angolo di Dolly-_______________________
Ed eccomi qui, riesordisco ad un anno esatto da "Seccatura ho vinto io" con una nuova ShikaTema ispirata ad un film che adoro. 
Questa storia era in progetto da quasi un anno ma poi per calamità naturali (scuola, esami, vacanze...) non ho più avuto modo di scriverla. Una settimana fa, però, mi son fatta coraggio ed ho ripreso quei vecchi appunti, rivisto il film, sistemato i personaggi e iniziato i capitoli. Decidendo poi di pubblicarla questo 23-01-2012.
Sono stata parecchio combattuta su chi far essere gli antagonisti della storia, fino a due ore fa c'era Orochimaru, ma poi ho notato che una serie di particolari avrebbe reso Hidan l'antagonista perfetto, assieme ad altri personaggi che ho sistemato attorno a lui dopo...
Spero che questa abbia successo proprio come "Seccatura ho vinto io"
Besos a todos

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Capitolo 2
*** Tayuya ***


TAYUYA

Sono in una posizione piuttosto scomoda e rischio di cadere da un momento all’altro. È quasi un quarto d’ora che galoppiamo eppure ancora non si è degnato di aiutarmi a sedere diritto. Ci ho quasi fatto l’abitudine, nonostante senta i polmoni schiacciati.
-Ehy…senti…io ti sono debitore ma…adesso potresti anche lasciarmi qui….- riesco finalmente a balbettare.
L’uomo non mi rivolge lo sguardo ma sento il cavallo rallentare. Improvvisamente un braccio possente mi afferra e mi rimette finalmente a sedere in maniera corretta sul cavallo. Che abbia ascoltato i miei pensieri?
-Neanche per sogno. Quelli lì ti continueranno a cercare, ne son certo. D’ora in poi starai con me se ci tieni alla pelle, anche perché quel nascondiglio è andato, non trovi?- la sua voce nasconde un filo d’ironia anche se sembra esser stata espulsa a fatica, quasi non avesse voglia di parlare.
Improvvisamente il grande uccello che poco fa ha aggredito la guardia di sua maestà viene verso di noi e si posa sulla spalla del mio salvatore. Ora che lo vedo da vicino riconosco un falco. Uno splendido falco dalle grandi ali dorate.
-E’…è il tuo?- domando quasi con timore di venir attaccato dall’uccello come quei tre.
-Sì, è il mio compagno. Devi ringraziare lui se sei vivo e siamo riusciti a fuggire. Come ti chiami, ragazzo?-
Tentenno, ho timore a rivelargli la mia vera identità. In quel caso potrebbe cambiare idea e consegnarmi nelle mani di quello sbruffone di Sasuke, e non ci tengo a venir giustiziato. Cerco di pensare il più rapidamente un nome
-…Renga.- dico con poca convinzione, in effetti è il nome di un prigioniero che avevo conosciuto qualche giorno prima nei sotterranei, ma almeno è qualcosa.
-Renga?! Sei sicuro?- mi domanda con uno sguardo poco convinto. Ecco, lo sapevo, chi voglio convincere! Ma almeno, anche se gli dirò un nome falso avrà comunque un modo per chiamarmi.
-Sì. Mi chiamo Renga. Renga Yuki.- dico cercando di convincere più me stesso che lui. Lo sento sospirare e vedo il cavallo cedere al trotto e poi a una normale camminata.
-Ci fermeremo in questa baracca, per la notte.-
Scende col suo falco, impassibile, da cavallo e io tento di seguirlo anche se quella casetta abbandonata sulle montagne dal quale esce un filo di fumo non mi convince più di tanto.
-Ehm…Shikamaru, giusto?- domando, con incertezza. L’uomo si volta appena e biascica un “Sì?”, deglutisco, senza quasi rendermene conto, quando incrociamo il nostro sguardo.
-Ecco…beh, questo posto. Non è forse troppo presto per accamparci? Il sole deve ancora tramontare, e probabilmente Sasuke e i suoi uomini ci stanno ancora dando la caccia.-
-Conosco bene Sasuke. Prima era un mio sottoposto. È soltanto un codardo che cerca di entrare nelle grazie di quel tiranno di sua maestà. Ma con un uomo terrorizzato e uno ferito non andrà da nessuna parte. Come minimo sarà tornato al palazzo con la coda fra le gambe a chiedere chissà quanti rinforzi.-
-Tu...tu, credi?-  quello che mi ha appena detto mi rassicura un po’, dalle sue parole comprendo che deve conoscerlo molto bene.
Shikamaru si volta nuovamente e bussa un paio di volte alla porta di legno della casetta. Nessuno però, gli apre, fra altri due o tre tentativi e ancora nessun “padrone” si degna di aprire.
-Credo sia abbandonata, Signore.- dico, spronandolo ad aprirla lasciando perdere “l’educazione”, ma lui come al solito mi zittisce.
-Non è abbandonata. Devi solo essere paziente.-
Finalmente si sentono dei rumori dall’interno, indietreggio appena, spaventato da chi possa aprire la misteriosa porta; resto quindi sorpreso quando compare una ragazza piuttosto bassa con dei magnetici occhi castani e dei lunghi capelli rosso fuoco.
-Sei tu, Nara.- dice sputando a terra.
Probabilmente deve avere la stessa età di Shikamaru…forse qualcosa in meno, anche se a giudicare dall’altezza sembrerebbe più che altro una mia coetanea.
-Tayuya, dovresti ospitare me e il ragazzo per la notte.-
-Ma certo che vi ospito! Come al solito tu hai la stanza in fondo al corridoio e per questo ragazzino…si farà andar bene il divano se non vuole dormire sul pavimento.- rispetto alla gentilezza con la quale aveva risposto a Shikamaru a me parla con disprezzo, guardandomi dall’alto in basso ed evidenziando quanto sia seccata nell’avermi in casa sua.
-Rilassati Tayuya, non c’entra niente con sua maestà. Questo ragazzo starà al suo posto tutta la notte.-
-Tks! Farai come dice, ragazzino?- il suo sguardo è pungente, mi fa quasi più paura lei che quelli omaccioni di poco fa.
Annuisco, timorosamente, e a quel punto con un sonoro calcio spalanca la porta e ci fa entrare.
-Ringraziando il cielo che ho preparato già la cena! Subito a stabilirvi che fra una decina di minuti si mangia, stronzetti!-
-Grazie mille Tayuya, te ne sono grato.- Shikamaru da un bacio sulla guancia alla ragazza
-Ma figurati, per voi questo ed altro.- vedo la rossa accarezzare con un dito il falco poggiato fedelmente sul braccio dell’ex Capitano, dopo di che sia lei che Shikamaru entrano in casa e capisco che debbo farlo anche io se non voglio sentire le grida di quella suscettibile ragazza.
-Wow, quante armi!- resto meravigliato dalla quantità di archi ,frecce e spade presenti in quella piccola abitazione. Giurerei che ci sono più armi che mobili lì dentro.
-Già, tutte appartenenti a Tayuya, ragazzo. Quando sua altezza Asuma era al trono di Konoha lei era uno dei suoi arceri più fidati, assieme altri quattro ragazzi.-
-Una donna, guardia?-
-Sì, Tayuya era un’eccellente arciere e faceva parte della squadra di inseguimento con la quale hai avuto a che fare durante la tua fuga di poco fa. Tuttavia ha deciso di non sottostare al comando di Sasuke così ha “tradito”, per così dire, i suoi compagni e si è rifugiata in questa baracca, dove vive da qualche anno. -
-Esatto! E quelli stronzi non mi hanno neppure trovata! Che idioti! Se comunque devo sottostare agli ordini di qualcuno quello è Shikamaru, altrimenti voglio la mia fottuta libertà!- sgrano gli occhi, la ragazza non usa mezzi termini. Dice tutto ciò che pensa senza farsi troppi, anzi, alcun problema.
-Modera il linguaggio, Tayuya, questo è un ragazzino.-
-Non ti preoccupare, Mio Signore. Io qui sono un ospite.- cerco subito di non apparire un peso. Quella donna mi calcerebbe a calci al primo passo falso, lo sento.
-Ben detto, marmocchio. Senti, come ti chiami e quanti anni avresti?- la voce della donna si fa più interessata e non esito a rispondergli.
-Mi chiamo…Renga Yuki e ho diciassette anni.-
-Renga, dici eh? Mi ricorda il nome di uno di quei bastardi che ho catturato quattro anni fa. Chissà se è ancora a marcire in quelle cazzo di prigioni!- sul volto della rossa si dipinge un sorriso sadico e sto per giustificarmi quando Shikamaru m’interrompe.
-Non fargli il terzo grado. Che Renga sia il suo vero nome o no a noi non interessa, l’importante è che avremo un modo per chiamarlo. Adesso, se non vi dispiace, io mi ritiro nella mia stanza. Sgozzo chiunque tenti di entrare. Ci vediamo domattina.-
-Buona notte, mio Capitano!- la rossa lo esclama con un gran sorriso, io, invece, resto un po’ stordito visto che sono appena le sei di pomeriggio.
-Ma, già va a dormire?- domando con curiosità.
-Beh, che vuoi! È un uomo che viaggia tutto il giorno arriva a quest’ora che è stanco morto! Anzi, ora che ci penso anche io sono stanca. Vado in camera mia. Vedi di non toccare nulla se non vuoi trovarti con qualche dito di meno!-
Okay, è ufficiale, quella donna mi fa paura. E non poca.
Mi allungo sul divano e, afferrando la coperta che “gentilmente” mi ha prestato, cerco di farmi venir sonno.


_____________________________-L'angolo di Dolly-_______________________________________
Ecco qui il secondo capitolo della mia nuova fiction. Man mano che passano i capitoli l'azione va crescendo (ma chi ha visto il film questo già lo sa), nonostante sia molto felice della piega che sta prendendo questa storia spero di ricevere più commenti con il passare del tempo ^^
Ringrazio le tre lettrici che hanno recensito il mio primo capitolo e spero che continueranno a farlo. :)
Besos 

 

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Capitolo 3
*** Notte Insonne ***


NOTTE INSONNE

Improvvisamente apro gli occhi. Non mi sono sbagliato, ho sentito dei rumori fuori dalla capanna. Come degli strani scalpiccii, zoccoli! Sì, precisamente zoccoli. Mi accorgo di tremare, il mio primo pensiero chiaro che sia andato a Sasuke e il resto della squadra di ricerche che mi avevano nominato qualche ora prima Shikamaru e quella strana ragazza di nome Tayuya. Mi alzo lentamente, Shikamaru aveva minacciato di sgozzarmi se fossi entrato nella sua stanza, per cui non mi sembra proprio il caso di giocare la fortuna. Ancor più Tayuya, quella mi sgozzerebbe anche senza una ragione valida. Sono tentato di aprire la finestra e controllare chi c’è fuori, ma  il sol pensiero di trovarmi davanti i perfidi occhi di Sasuke e la sua squadra mi fa rabbrividire. Faccio un respiro profondo e cerco di auto-convincermi di non essere un codardo. Vedo un affilato pugnale sul tavolo, non servirà a molto ma almeno non uscirò fuori disarmato.
Apro sperando di fare il minimo rumore la porta d’ingresso e sbircio fuori da uno spiraglio. Poi la apro sempre più quando son certo che non si tratti di soldati. Vedo il cavallo del Capitano Shikamaru e capisco che probabilmente è stato lui a fare quei rumori.
Sta buono Douglas, sussurro mentre gli carezzo il manto. Poi però sento ancora quei passi e sono certo che non è stato lo stallone del mio signore a farli. Mi nascondo prontamente dietro il mustang, sperando che mi coprisse il tempo necessario per tornare dentro casa e barricare la porta.
Capisco, però, che a far rumore è stato soltanto uno “spirito della foresta” quando vedo due grandi corna ergersi dietro la groppa di Douglas.
Esco allo scoperto per trovarmi davanti a un grande cervo dal pelo corvino. I suoi palchi sono giganteschi, di certo è l’animale più grande e maestoso che abbia mai visto; assieme al falco del mio Capitano.
Di sicuro sarebbe stato un fantastico premio per il mio signore. Entro lentamente dentro casa e, sebbene disubbidendo agli ordini impartitemi dalla rossa, prendo uno dei preziosissimi archi e prendo la mira per colpire al petto il grande animale.
La sua carne ci avrebbe sfamato per settimane e la sua testa sul muro sarebbe stata mia ragione di vanto. Chiudo un occhio con fare esperto e sto per scagliare la freccia quando, improvvisa e silenziosa, una ragazza si pone davanti l’animale a braccia spalancate.
Lascio cadere l’arco e la freccia a terra, stupito, sorpreso, incantato. Ho davanti agli occhi la donna più bella che abbia mai visto. I capelli biondi, lunghi fino le spalle le incorniciano il volto magro dal quale spiccano due profondi occhi verdi da gatta, che brillano alla luce della luna.
Il vestito lungo e di seta chiara, probabilmente azzurra, ma non so dirlo con certezza. Indossa un mantello nero sulle spalle, quello mi è familiare.
Passiamo lunghi, interminabili, secondi ad osservarci l’un l’altra. È una visione angelica, si potrebbe dire irreale.
Dei passi secchi e pesanti sono sempre più vicini alle mie spalle e dalla casa esce una Tayuya alquanto furibonda.
-Bastardo, ti avevo detto di non toccare la mia roba e di rimanere fermo! Sai quanto costa quest’arc….- la rossa lascia morire la frase e fissa per dei secondi la ragazza e il magnifico animale. Poi mi afferra violentemente per una spalla e mi costringe a voltarmi.
-Senti, marmocchio, non azzardarti più ad uscire senza permesso, che non ti hanno castrato oggi le guardie lo faccio io adesso. Domani ti ritrovi con un gioiello in meno, chiaro?-
-Sì…sì signora ma…quella ragazza e quel…- mi volto per poterla guardare un’ultima volta ma sia lei che l’animale sono spariti nel nulla.
-Sto sognando?- domando a Tayuya, incerto.
-Certo che stai sognando, idiota! Credi che qui esistano le ninfe del bosco? Certo che no, per cui torna dentro se non vuoi che fuori dal sogno, ti tagli qualcosa.-
-Sì…sissignora.- ubbidisco e mi riallungo sul divano, sento la rossa chiudere accuratamente tutto quanto e sibilarmi un “non muoverti” prima di sparire dietro il corridoio.
Improvvisamente mi riaddormento.

La mattina seguente vengo svegliato da Shikamaru.
-Renga, alzati, fra mezz’ora si riparte.-
-Sìssignore, dico, ubbidiente, mentre mi appresto a ripiegare la coperta- mi guardo attorno, l’arco che avevo preso ieri notte nel “sogno” è esattamente al suo posto, eppure non ricordo che Tayuya l’avesse riposto. Anzi, lo aveva lasciato fuori. Già, chiaro che avessi sognato, ma era tutto così strano così…reale!
-Ehy, marmocchio, datti una mossa a mangiare questo po’ di pane e di latte che ti ho preparato che Shikamaru non è l’uomo a cui piace attendere.- la finezza della donna che sta preparando la colazione è sempre più strabiliante. Probabilmente non ha mai detto una frase gentile in tutta la sua vita…beh eccetto al Capitano.
Mi siedo ad una sedia e mangio avidamente il pezzo di pane, sono due giorni che non tocco praticamente cibo.
Finisco in pochi minuti tutto ciò che mi è stato offerto e Shikamaru, senza attendere neppure che inghiottisca, mi richiama già per avvertirmi che si deve ripartire.
Monto in groppa a Douglas, esattamente dietro di lui.
Dal retro della casa compare il grande falco dorato e si posa, come di consueto, sul braccio del Capitano.
-Grazie dell’ospitalità Tayuya, spero di vederci presto.-
-Sai che il piacere è mio, Shikamaru. Insegna qualcosa a quel marmocchio!- la sue esclamazione è ben udibile nonostante siam già partiti al galoppo.
Cavalchiamo per circa due ore, poi Shikamaru fa fermare Douglas lungo le rive di un fiume e mi ordina di legarlo ad un albero vicino l’acqua, così che possa bere.
Quando mi rigiro lui è sdraiato a terra, con la testa appoggiata ad un tronco e il fedele falco accanto.
-Cos’è successo?- domando, non capendo.
-Ho bisogno di dormire un po’, il viaggio stanca e stanotte non ho dormito bene. Approfitta anche tu per riposare.- dice queste parole portandosi il cappuccio sul volto, coprendolo.
-Stanotte, per caso, sei stato svegliato da strani rumori?- chiedo, cercando risposte nel suo strano comportamento, ancora non convinto che si trattasse di un sogno.
-Di cosa parli?- improvvisamente si fa più interessato e si scopre il volto.
-Questa notte, ho sentito dei rumori provenire fuori dalla casa di Tayuya così sono uscito temendo che fossero dei soldati che ci avessero trovati. Mi sono ritrovato davanti ad un enorme cervo dal manto corvino e dalle corna enormi. Era alto almeno due metri, forse anche di più! Ho pensato che sarebbe stato un bellissimo trofeo e grande fonte di cibo. Volevo rendervi orgoglioso di un mio artefatto. Sono entrato ed ho preso uno degli “intoccabili” archi di Tayuya, quando sono riuscito, appena un istante prima che scagliassi la freccia, una ragazza si è posta davanti l’animale. A braccia divaricate, come a proteggerlo. E lui non si muoveva, era come se si fidasse di lei.-
Vedo lo sguardo di Shikamaru farsi profondo, pensieroso, poi mi guarda e mi domanda con un’espressione serena, curiosa.
-Com’era questa ragazza, ha detto qualcosa?-
-Era la donna  più bella che avessi mai visto in tutta la mia vita. Aveva i capelli biondi come il grano e nonostante fosse stata notte fonda metterei la mano sul fuoco giurando che avesse gli occhi di un verde così intenso, quasi ammaliatorio.
Indossava un lungo vestito chiaro, credo azzurro o forse lilla, non sono riuscito a distinguere le sfumature, purtroppo…non ha detto niente. Ma la sua espressione parlava, eccome se parlava. Mi fissava, i suoi occhi mi imploravano di fermarmi, era terrorizzata, temeva di perdere quella che forse era la cosa più importante della sua vita….-
mi interruppi, giurerei di aver visto Shikamaru abbozzare un sorriso mentre guardava in maniera stranamente passionale il suo falco.
-E poi?- mi incita
-Beh poi…è arrivata Tayuya a rimproverarmi, ha guardato anche lei un istante la ragazza e l’animale, mi ha fatto voltare per riportarmi dentro casa e un istante dopo. Un solo istante dopo, senza che alcun rumore li avesse traditi, non c’erano più. Né lei né il cervo. Tayuya mi ha detto stessi sognando. Ma tu devi credermi! Non sono un pazzo! Io non stavo sognando! L’ho vista davvero quella donna!- mi scaldo, cerco di convincerlo, sento sia importante per me sapere di avere il suo appoggio.
-Sta tranquillo, io credo nei sogni.- Il suo sorriso è così sincero che mi lascia senza espressione. Davvero mi crede!?
-Questa donna, perseguita anche i miei, di sogni. E prego ancora per poterla incontrare, sai? Sono certo che prima o poi accadrà Renga. Fidati di me.-
Resto sorpreso ancor più di prima. Davvero anche lui aveva visto questa ragazza? Quindi non si trattava di un sogno o di uno spettro, non era una semplice presenza.
-Adesso dormiamo un po’, avremo molto da cavalcare prima che cali il sole.-
Abbozza un sorriso prima di calarsi definitivamente il cappuccio sul volto. Mi sento tranquillo sapendo di non esser considerato pazzo dal mio signore. Adesso, forse, potrò recuperare un po’ di sonno perduto.


______________________-L'angolo di Dolly-__________________________________
Ecco il terzo capitolo della fiction, sono rimasta contenta dal fatto che il secondo capitolo abbia ricevuto più recensioni del primo. Spero in una continua crescita visto che tengo particolarmente a questa storia :)
Avrei aggiornato anche un po' prima ma con la neve sto perdendo la condizione del tempo... spero di essere perdonata.
A presto
Besos

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Capitolo 4
*** La trappola ***


LA TRAPPOLA

E’ Shikamaru a svegliarmi, non so di preciso quanto tempo sia passato da quando mi sono addormentato, comunque salgo in sella senza farmi pregare più di tanto e circa un’ora dopo la ripresa del viaggio pongo la domanda che mi sta assillando da quando siamo partiti. Shikamaru non mi sembra un uomo in pace, mi sembra più una di quelle anime tormentate di cui avevo letto nei libri presenti nella biblioteca reale.
-Shikamaru, ma qual è il tuo obbiettivo?-
Lui, però, non mi risponde. Continua a tenere gli occhi fissi sull’orizzonte e a cavalcare Douglas, impassibile. Non insisto, probabilmente non vuole rivelarmelo. Ma è comprensibile che non si fidi ancora abbastanza di me.
Ci fermiamo in una radura, quel pomeriggio tardi, e il Capitano mi rivela che sarà il luogo dove ci accamperemo.
-Comunque, il mio obbiettivo è di uccidere il Re Hidan.- confessa mentre lucida la sua spada splendente. Sento un brivido percorrermi il corpo snello e mi accorgo di tremare e respirare a fatica.
-U-uccidere sua ma-maestà Hidan?- balbetto, sperando di aver capito bene, che Shikamaru tenga leggermente di più alla sua pelle di quanto non sembri.
-Esatto, hai capito bene. E tu mi aiuterai.- mi guarda con aria seria, impassibile, come se mi stesse cercando di leggere dentro. Io? E cosa diavolo dovrei fare per aiutarlo? Questo qui non ha tutte le rotelle a posto…
-I-io?- ultimamente non mi esce una parola senza che balbetti, alla grande.
-Sì, proprio tu. Conosci bene il castello, da quanto so ti chiamano “il Passero” perché” nidifichi” ovunque senza che nessuno se ne accorga.-
-Le voci su di me girano, eh?-
-Le voci girano su tutti, ragazzo; se non fossi  in costante fuga sapresti di più anche su di noi…-
Accarezza nuovamente il petto al suo bellissimo falco dorato. Lo guarda in maniera profonda, perduta.
-Noi?- domando, forse mi è sfuggito qualche passaggio?!
-Oh, ho detto noi? Ho sbagliato. Volevo dire me…-
lo dice come se nulla fossa ma si vede chiaramente che non si era sbagliato poco fa, voleva proprio dire “noi”, ora devo solo capire a quale “noi” si riferisse.
-Comunque, aspetteremo un paio di giorni e poi torneremo a Konoha e attaccheremo. Il tuo vecchio passaggio è stato scoperto, sarebbe da stupidi passare da lì, di sicuro Hidan avrà messo delle sue guardie a controllare…-
-Se ci ha messo il biondo e l’amico mascherato sappi che sono due idioti.-
-Come scusa?-
-No, niente. Dicevi?- L’affermazione precedente mi era uscita spontanea, davvero non so da dove siano usciti quei due.
-Beh, credo che tu conosca altri passaggi per entrare nel palazzo. Dovrai condurmici. -
-Frena, frena, frena. Io, che sono ricercato, dovrei ritornare a Konoha e infiltrarmi con te nel palazzo reale…che sei più ricercato di me???-
-Esattamente.- la sua risposta secca per poco non mi fa sbraitare. Ma cosa ha questo che non va? Capisco che sia un temerario, che brami vendetta per non so quale motivo ma non può mettere in ballo anche la mia vita.
-Va bene. Senti, mio signore, io adesso vado a fare un giro. E poi ritorno. Tu però non venirmi a cercare eh…- mi alzo e lentamente indietreggio –potrei mancare ore, giorni, settimane…chi lo sa forse mesi! Eh beh, tranquillo. Non devi preoccuparti per me. Mi farò sentire io! Ciao ciao!- faccio dietrofront pronto a correre via da un momento all’altro ma la sua spada si pianta su un tronco a pochissimi centimetri dal mio volto. Sento il sudore scendermi improvvisamente dalle tempie. Mi volto con un gran sorriso.
-Dopodomani si parte!- annuncio con finto entusiasmo e lui mi sorride. Sono così ridicolo? Sa che non mi ribellerò se ci tengo alla vita.

-Era proprio necessario?-domando mentre lo vedo allontanarsi verso la piccola stalla deserta che abbiamo trovato poco distante.
-Sì. Ma tu sta tranquillo. Se non ti muovi non senti dolore per cui sta fermo e dormi. Domattina ti sveglio io. Buona notte.-
Seccamente scompare dietro quell’ammasso di legna (che come si regga in piedi non so) e mi lascia qui: su una pietra spigolosa e con le mani legate ad un albero in modo che non possa scappare. Però, è previdente quel tipo! Ha meritato di essere Capitano.  Almeno così starà sicuro che non scappi.
Sento dei rumori, dei fruscii nell’oscurità, mi rannicchio sulla roccia per poi rendermi conto che, in ogni caso, non abbia via di fuga. “Perfetto” penso tra me e me.
I fruscii diventano passi sempre più svelti e vicini, tremo e mi guardo attorno ininterrottamente quando vedo sbucare da dietro una grande quercia la stessa ragazza bionda che ho visto la notte precedente. E’ vestita diversamente: una leggera maglia viola e un paio di pantaloni; e sta rincorrendo una lepre.
Già, ne ero sicuro, non l’avevo sognata: esiste sul serio questa donna.
A meno che non stia sognando anche questa volta! Do una testata all’albero dove sono legato e mi rendo conto di esser sveglio quando il dolore si propaga dalla fronte alle tempie e così via. –Ahia!- esclamo di riflesso e la mia voce acuta fa arrestare improvvisamente la misteriosa donna, facendole sfuggire la sua preda.
Resta immobile un istante per poi voltarsi all’improvviso con un arco teso e una freccia puntata in mia direzione.
-Ehy, Ehy! Fermatevi! Vi prego! Non volevo spaventarla, non sono un nemico! Vi prego non mi uccidete!- esclamo come una macchinetta, sperando di farla desistere.
La bionda sospira e ripone arco e frecce dietro la sua schiena. Lo sapevo, non è una minaccia.
-Chi sei?- mi domanda facendo un passo verso di me.
-Io mi chiamo…Renga. Sono stato legato qui dal mio signore: Shikamaru Nara, aveva timore che potessi fuggire. Ma non è così, io non fuggirò…però vorrei essere sciolto. Sareste così gentile da tagliare le corde che legano i miei polsi, per favore?-
La donna sospira e si avvicina lentamente a me. Ora che la guardo a così poca distanza mi sembra ancora più bella di quanto già non mi era parsa la notte precedente. I capelli biondi come il grano, il fisico snello e gli occhi verde smeraldo. Una figura a dir poco angelica!
Si arrampica agilmente sul masso per poi aggirare l’albero ed estrarre un coltello da una piccola tasca.
Sento le corde allentarsi: le ha tagliate.
Senza attendere altro tempo salto giù dal masso
-Vi ringrazio mia signora! Avete salvato una vita! Che siate benedetta!- e corro via nella foresta.
La sento sussurrare qualcosa mentre mi allontano, ma non m’importa. Sono libero!


Non so quante ore sono che corro, ma si è fatta l’alba. Il cielo è sereno e il sole irradia le dolci colline con i suoi gelidi raggi mattutini. Il capitano di sicuro mi starà cercando, ma io sono lontano oramai. Non gli sarà facile ritrovarmi…anche perché non so neppure io dove sono.
Mi fermo per riprendere fiato; sto correndo lungo le sponde di un fiume. Probabilmente lo stesso che avevo visto il giorno prima con Shikamaru, quindi se il fiume è questo procedendo verso Nord oltre la collina ci dovrebbe essere un villaggio. Lì potrò chiedere ospitalità a qualcuno. Sospiro e guardo verso l’alto.
“Non è ciò che ti aspettavi da me, non è vero?”. La mia domanda non può avere risposta, lo so. Mi abbasso e dopo essermi immerso con le caviglie nell’acqua metto le mani a coppa e prendo un po’ di fresca acqua corrente e mi bagno il volto. Che sensazione piacevole.
-Eccoti qui!- qualcuno mi prende brutalmente per la giacca e mi solleva da terra.
-Il passerotto è uscito dal nido ma a quanto pare non è stato in grado di volare. Ahahahah!-
Mi volto appena e riesco a distinguere tre guardie: due li conosco, sono il cretino biondo e l’idiota con la maschera. Uno mi è nuovo, ha i capelli rossi e l’aria scocciata. Lo capisco, star insieme a quei due non deve essere divertente.
-Tobi, idiota, non iniziare con i tuoi aneddoti e metafore. Ora che lo abbiamo preso dobbiamo tornare di corsa a Konoha e portarlo a sua maestà Hidan…così poi potrò rimettermi lo smalto.-
Roteo gli occhi: ci fanno o ci sono?
-Ma, Senpai, le metafore sono belle e il passerotto è divertente!-
Okay, ci sono.
-Basta così, voi due! Tobi tu monta a cavallo e precedici, assicurati che la strada da qui al primo punto di raccolta sia libera e poi fermati lì. Deidara tu chiudi la fila e coprimi le spalle.-
-Ma Sasori, che intenzioni hai? Il nostro compito è quello di tornare a Konoha non di raggiungere il punto di raccolta. Dobbiamo consegnare il pass…-
-Ho parlato con sua maestà. Mi ha dato egli stesso ordini ben precisi: sai come si dice…due piccioni con una fava.-
Sorride sinistramente e prende a cavalcare seguendo quello con la maschera. Questo non è un coglione, questo ci sa fare sul serio e con lui non si scherza. Va bene, sì, sono nei guai.

Legato. Di nuovo legato! Solo che questa volta sono con i nemici, considerando le situazioni credo, anzi son certo, sarebbe stato meglio rimanere con Shikamaru. Almeno non avrei corso il rischio di perdere improvvisamente la testa e da un momento all’altro.
-Sasori la pattuglia ad est, quella con a capo Kisame, dice di aver avvistato il bersaglio: si sta dirigendo qui ad alta velocità.- un uomo con una strana armatura, metà nera e metà bianca, dice atono queste parole. Di che cosa stanno parlando? Che bersaglio? Cerco di fare due più due e quando temo di esser giunto ad una conclusione mi balena un terribile idea per la testa: e se io fossi soltanto un’esca per catturare…
-Sasori, Nara sta correndo verso il nostro punto di ritrovo, lo crede un accampamento di poveracci è dunque ignaro della nostra presenza.-
-Perfetto! Zetsu preparati.-
Sono legato in mezzo ad uno spiazzo, alla mia destra e alla mia sinistra si ergono due tende dietro e dentro le quali sono nascosti gli uomini del re per porre l’imboscata al mio signore. Lo vedo in lontananza, il manto nero di Douglas, lo stallone sta galoppando ad altissime velocità, saranno qui fra poche decine di secondi. E io non posso fare niente.
Che stupido. Mi hanno gettato un esca ed ho abboccato fingendo di non aver visto l’amo.
-Renga!- sento la sua voce chiamarmi, è arrivato, forse mi sentirà.
-SHIKAMARU! VATTENE DA QUI, E’ UNA TRAPPOLA!- urlo queste parole con tutte le mie forze, improvvisamente fa impennare Douglas e in quell’istante le guardie di Hidan escono allo scoperto, non si è avvicinato troppo, forse può ancora farcela.
Lo vedo estrarre una grande balestra e tirare dei colpi ferendo delle guardie. Poi punta verso di me e scaglia una freccia che, precisissima, taglia la corda che mi tiene legato a quel dannato paletto orizzontale come fossi una specie di cinghiale pronto per essere arrostito.
Cado a terra e sbatto sonoramente il coccige, diamine che botto. Mi massaggio il fondo schiena e poi mi rendo conto che non è proprio l’occasione e il tempismo migliore per pensare a ciò. Mi alzo e faccio appena in tempo ad assalire una guardia che stava puntando la sua balestra dritta verso il mio signore così da impedire che il colpo lo ferisca e facendoglielo scagliare in aria.
La guardia cade da cavallo, Shikamaru l’ha colpita, ma un istante dopo che la freccia nemica fosse stata scagliata nel cielo ho sentito uno stridio.
Alzo gli occhi e vedo il grande falco dorato del mio Signore perdere rapidamente quota per poi accasciarsi sul terreno con la freccia conficcata nel petto, vicino l’ala sinistra.
Corro istintivamente verso il grande uccello: la freccia è entrata in profondità, cosa posso fare?
Sposto gli occhi dall’animale al campo di battaglia e vedo Shikamaru abbattersi come una furia contro i suoi avversari costringendoli, infine, alla ritirata.
I cavalieri non sono ancora spariti all’orizzonte che subito il capitano Shikamaru scende da cavallo e si precipita verso di me o meglio, verso il suo falco. Ha un’espressione sconvolta in volto.

________________________________L'angolo di Dolly-_________________________________
Eccoci giunti al quarto capitolo! :)
Dal prossimo la situazione si farà un po' "bollente ed estrema", ringrazio tutti coloro che hanno lasciato delle recensioni ai miei precedenti capitoli. 
Spero di riuscire ad aggiornare presto.
Besos y Gracias a todos

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Capitolo 5
*** Tsunade ***


TSUNADE

Mi strappo una manica della maglia e gliela porgo, mi ringrazia con un filo di voce e delicatamente avvolge la stoffa attorno la testa del grande rapace. Ho sentito che si usa farlo per tranquillizzare l’animale, ed in effetti sembra funzionare visto che mi sembra già più tranquillo nonostante il grande dolore che credo stia provando.
-Guarirai, guarirai molto presto… vedrai.- ripete queste parole, probabilmente incoraggiandolo oppure credendoci davvero con tutto il cuore, guardo l’espressione un po’ perplesso… come può il legame fra uomo ed animale essere tanto profondo? Ma nonostante mi interrogo su questo provo compassione per Shikamaru, è evidente che stia soffrendo.
Improvvisamente il Capitano si alza e mi viene incontro con il falco tra le braccia:
-Prendilo e cerca aiuto. Sei l’unico che può salvarlo.- mi ordina mentre si avvicina a grandi falcate, nel frattempo io indietreggio.
-Ma il poverino è spacciato, signore…- provo, tentando di farlo desistere. Mi prende improvvisamente per la maglia, un’espressione adirata in volto. Le mie parole lo han fatto innervosire non poco, evidentemente.
-Non dirlo neppure per scherzo! Monta a cavallo e cavalca ad Est fino a quando non trovi un castello diroccato. È abitato da una donna di nome Tsunade, una ex dama di Re Asuma. Portalo da lei e dille che ti manda Shikamaru, saprà aiutarti.-
-Ma signore io…-
-Và! Ho detto.- urla secco e decido non sia più il caso di obbiettare. Prendo il falco tra le braccia e monto a cavallo, lui da due pacche sul garrese dell’equino e questo inizia subito a galoppare. Incerto, all’inizio, tiro poco le redini e mi rendo conto che basta davvero un minimo movimento per farmi ubbidire: non sarà troppo difficile cavalcarlo.
Mentre proseguo per la direzione indicata ripenso a delle parole che gli ho sentito pronunciare nel preciso istante in cui Douglas ha preso la sua corsa “Vedi di non fallire, ti affido la mia vita”.
Chissà cosa vorranno dire.

Arrivo al castello che il sole sta per tramontare, è un luogo desolato ed anche abbastanza inquietante. Non c’è nessuno, sembra abbandonato. Faccio fermare lo stallone e osservo dal basso il grande palazzo.
-Ehy! C’è nessuno? Rispondete!- chiamo più volte, attendendo la risposta di questa misteriosa donna, una dama della quale non ho mai sentito parlare.
Lentamente si affaccia una signora bionda, non particolarmente alta ma molto magra e con seno estremamente prosperoso: cosa che si nota nono stante la considerevole distanza.
-Che vuoi, ragazzo?-
-Mi è stato detto di portarti quest’uccello. È stato ferito durante un’imboscata. Sei l’unica che può aiutarmi.-
-Grandioso! Capitano di rado queste occasioni! Portalo dentro, lo cucineremo per cena. Ci sarà da banchettare, te lo garantisco! Dovrei avere anche del sakè, sì di sicuro sarà una serata con i fiocchi. Sali ragazzo!- esclama tutto ciò molto entusiasmata, è chiaro sia una tipa alla quale piace fare baldoria… ma deve capire che qui non posso scherzare.
-Mia signora, non possiamo mangiare quest’uccello. Non è un falco qualunque… è il falco di Shikamaru!- le rivelo, dopo aver riflettuto qualche istante su cosa dire.
Noto la sua espressione farsi improvvisamente preoccupata –Portalo dentro! Presto, non c’è tempo da perdere.-
si allontana dalla sporgenza e poco dopo vedo la porta principale aprirsi, ha già sceso le scale ed è venuta da me. Strano come il suo interesse sia completamente cambiato non appena ha scoperto il padrone del falco.
-Andiamo, sbrigati. Corri di sopra, non c’è tempo da perdere!- inizia a salire le scale a passo spedito, sembra aver molta fretta. Ora che la guardo bene mi rendo conto che non mi ero sbagliato: nonostante la voce un po’ anziana e consumata l’aspetto di questa donna è pari a quello di una ragazzina, una cosa impressionante.
Mi conduce all’interno del castello e poi mi fa posare l’uccello del mio signore su un letto all’interno di una stanza leggermente più isolata rispetto le altre. Mi invita ad uscire e poi chiude attentamente la porta a chiave.
-Non ti azzardare ad entrare prima di domattina. Sono stata chiara?- mi guarda con aria seria e dal suo sguardo determinato mi rendo conto che non è il tipo con il quale si può scherzare.
-Sì signora…- biascico, incerto.
-Bene, vedo che c’intendiamo.- mi sorride benevola, sembra aver cambiato di nuovo umore. Un po’ lunatica la tipa, qui.
-Sali al piano di sopra, la prima stanza a sinistra… ci sono una serie di creme ed unguenti prendimi il barattolo con l’etichetta gialla.-
-Sì.- mi allontano rapidamente su per le scale anche se, non appena svoltato l’angolo di certo non proseguo verso la stanza. Sento i suoi passi allontanarsi e da una finestra controllo che si sia allontanata, sta correndo per il giardino, evidentemente in cerca di qualcosa… inoltre mi accorgo appena che il sole è tramontato. Scendo nuovamente le scale fino a ritrovarmi di nuovo davanti la stanza dove si trova il falco, ha chiuso tutto a chiave come stesse nascondendo qualcosa… qualcosa d’importante. La situazione mi pareva strana già da parecchio, a dire il vero, già dalla prima notte passata con il mio padrone. Se qui dentro ci sarà il modo di scoprire la verità a costo di ritrovarmi pieno di lividi e con la faccia gonfia per le sberle io aprirò questa porta e controllerò.
Mi ricordo improvvisamente del lucchetto e mi guardo intorno fra i numerosi scaffali fin quando non trovo ciò che mi serve: un coltello. Con le mia abilità di scassinatore sarà un giochetto forzare quella vecchia chiusura arrugginita!
Infatti mi bastano poche manovre e il lucchetto cede, mi metto il pugnale in tasca nel caso dovesse servirmi nuovamente più tardi ed apro lentamente la porta di legno che cigola durante il suo avanzamento.
La chiudo dietro le mie spalle e una volta dentro la stanza, illuminata soltanto da poche candele, mi rendo conto di non esser solo, un altro essere umano è lì con me: una donna con l’esattezza. La stessa donna delle sere precedenti.
È allungata nel letto, coperta di solo una coperta, esattamente nel posto dove si trovava il falco poco prima e con una freccia, la stessa freccia, conficcata nel petto poco sopra i seni. Mi volto e faccio per uscire ma la sua voce mi arresta.
-Shikamaru sta…- biascica debolmente e subito capisco che voglia essere tranquillizzata
-Sta bene, signora. Molto bene. C’è stata una terribile battaglia e nonostante abbia combattuto coraggiosamente il falco è stato ferito. Lo sai, non è vero?- domando alla fine, mentre mi avvicino a lei, lentamente ed incerto.
-Sì…-
-Ma tu sei vera, o sei uno spirito?- domando quando ormai sono a pochi passi da lei. Senza l’ombra di dubbio è la creatura più bella che abbia mai visto.
Non fa in tempo a rispondermi che dietro di me compare Tsunade.
-Ma che diavolo…- impreca non appena mi vede nella stanza, poi però guarda me e la ragazza, poi di nuovo me.
-Fuori di qui! Esci subito, ragazzo.- mi dice due volte spingendomi fuori. Io mi accascio davanti la porta, incredulo e spaventato di ciò che sta per succedere.
Aspetto silenziosamente, con le mani alla testa, la luna illumina in maniera sinistra il castello… sembra essere anche lei in attesa. In lontananza, nella prateria, vedo una figura muoversi monotona… in tondo e per la prima volta giurerei di sapere di chi si tratti e garantirei che lui stia provando il dolore peggiore.
Troppe cose mi sono accadute e troppo rapidamente, forse son incapace di reggere un simile peso. Ma il capitano Shikamaru pensa davvero che io sia la sua ultima speranza. La loro ultima speranza.
Mi sto ancora interrogando quando dalla stanza alle mie spalle proviene un urlo straziato. È finita.

____________________-L'angolo di Dolly-_____________________________
E finalmente sono riuscita ad aggiornare con questo capitolo piuttosto breve ma complicato. Le fan del film avranno notato che qui ho ripreso moltissimo dalla scena originale, anche i dialoghi sono abbastanza fedeli. Questo perché per quanto corto è stato il capitolo più complesso che finora abbia scritto... tuttavia possiamo considerarlo di "transizione" anche perché sarà il prossimo uno dei più importanti di tutta la storia. 
A presto
Besos

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Capitolo 6
*** Per sempre insieme, eternamente divisi ***


PER SEMPRE INSIEME, ETERNAMENTE DIVISI

Dopo il grido la notte è silenziosa, il mondo sembra essersi d’improvviso fermato. Dalla stanza esce Tsunade con la freccia insanguinata in mano, mi alzo di riflesso e vedo nei suoi occhi ambrati un filo di sollievo. Cammina lentamente sul balcone del palazzo, alle spalle un grande fuoco; prendo un paio di bicchieri con dentro del saké caldo: sento ne abbia bisogno.
La donna guarda la prateria che si estende sotto la sua rocca e io la raggiungo di lì a poco. L’ombra dell’animale è ben distinguibile sotto i raggi della luna
-E’ lui, non è vero?- domando, in cerca di bramate spiegazioni
-Come ti chiami?- mi domanda, d’un tratto curiosa
-Renga.-
-Renga come?-
-Renga e basta.- rispondo, con semplicità
-Ci tieni a mantenere la tua identità segreta, non è vero? Comunque, io so chi sei veramente.- non mi guarda negli occhi mentre dice queste parole, ma dal tono di voce potrei giurare che stia dicendo il vero.
 Decido di non andare più a fondo, così cambio argomento
-Com’è successo?- domando mentre la seguo verso il grande fuoco.
-Che cosa?-
-La loro storia, voglio sapere cos'è accaduto! Perché son costretti a vivere così.- ripeto, fermamente. Entrambi ci sediamo su una lastra di pietra e lei beve fa un paio di avidi sorsi al suo sakè.
-Si chiama Temari Sabaku,  suo padre era il conte Sabaku: un importante uomo di Sunagakure. Era un tipo piuttosto schivo e solitario, non gli importava gran che della sua vita o di quella dei suoi familiari, per lui era importante la guerra. Viveva per le battaglie, nelle quali si distingueva sempre per la sua spietatezza, morì durante lo scontro con Iwagakure e lei si trasferì con due giovani ragazzi, si dice fossero i suoi fratelli minori. Non ci volle molto che tutti gli uomini di Konoha iniziarono a chiederle la mano, era bella, piena di vita, forte e determinata. Tutto ciò che voi maschi potreste mai volere al mondo. Il nostro attuale re, sua maestà Hidan, anche perse la testa per lei, era impazzito bruciava dalla passione si stava vendendo al demonio per poterla avere. Ma Temari percepì in lui tutta quella malvagità e lo rifiutò, più volte, anche perché lei era già innamorata. Il Capitano della guardia le aveva rubato il cuore…-
-Shikamaru Nara.- constatai rapidamente.
La bionda annuì e riprese il raccontò –Hidan non diede peso al legame dei due giovani, troppo fragile credeva il loro rapporto. Ma si sbagliava, eccome se sbagliava: ogni giorno il loro amore cresceva e i due finirono in breve a dipendere l’uno dall’altro, a vivere per stare insieme. Fin quando non accadde…-
si ferma un attimo e beve di nuovo il suo sakè, io la guardo e attendo che riprenda il racconto.
-Temari e i suoi fratelli erano ospiti al palazzo presso sua maestà Asuma che era lieto della presenza della giovane. Nello stesso palazzo il consigliere Hidan approfittava dell’ospitalità di sua altezza per poter vedere la ragazza ogni giorno. Io ero complice dell’amore tra i due, lavoravo come domestica al palazzo e spesso come medico, parlavo di frequente con Temari: ero sua amica, una sorta di madre per lei. Mi aveva rivelato ogni dettaglio della sua storia con Shikamaru e, da sbronza, confessai senza voler il tutto niente meno che ad Hidan. Non avrei mai potuto immaginare che quel pazzo sarebbe giunto a tanto: se non l’avesse potuta avere lui nessun’altro l’avrebbe dovuta avere, così disse. All’insaputa di sua maestà Asuma entrò nella biblioteca segreta del castello: un luogo dove soltanto la famiglia reale ha accesso, rubò volumi di magia, strinse un patto col diavolo e lanciò  ai due amanti un terribile incantesimo: di giorno Temari avrebbe avuto le sembianze di un magnifico falco dalle piume color dell’oro, di notte Shikamaru sarebbe stato un cervo con grandi corna e dal pelo corvino. I due non sarebbero potuti più stare insieme… l’unico istante in cui possono guardarsi negli occhi così come sono in realtà e un attimo prima che avvengano le due trasformazioni e proprio quando i due stanno per toccarsi quel momento finisce e uno dei due assume le sue sembianze animali. Hidan credeva che così i due, per esser liberati dalla maledizione, sarebbero stati capaci di lasciarsi: a quel punto lui avrebbe convinto Temari a sposarlo. Non andò esattamente com’egli voleva, Shikamaru si ritirò dal suo servizio e da allora organizza la sua vendetta… una cosa alquanto complessa da quando quel perfido di Hidan è divenuto niente meno che sua maestà.
Comunque, la maledizione non ha potuto impedire a Temari o Shikamaru di stare insieme, perlomeno in parte.-
-Per sempre insieme, eternamente divisi.- constatai, incantato da questa storia
-Renga, sei incappato nella più tragica storia d’amore che fosse mai esistita! Come me, adesso fai parte del segreto e non potrai mai più uscirne.-
Tsunade dice queste parole con immensa tristezza, è evidente che si senta profondamente in colpa per tutto ciò che è accaduto al mio Signore e alla sua donna. Ripercorro lentamente tutti i passi della storia e poi una domanda mi sorge spontanea:
-Tsunade, dove sono i ragazzi che accompagnarono Temari a Konoha la prima volta?-
La bionda sospira, abbassa lo sguardo. Non demordo, mi avvicino ancor di più a lei e fissandole gli occhi ambrati ripeto calmo ma autoritario la mia domanda –Dove sono i suoi fratelli?-
-Dopo la maledizione i due ragazzi, distrutti, fuggirono dalla città: nonostante la loro forza non potevano vedere la loro sorella maggiore soffrire o peggio, essere un falco per amore, si dice si nascondano tra le montagne che circondano Konoha, un luogo parecchio insidioso dove le guardie non andrebbero mai senza validi motivi. Portano rancore a Shikamaru, probabilmente vogliono ucciderlo!- esclamò in conclusione ridacchiando. Non che ci sia gran che da ridere, un circolo vendicativo senza fine non può essere una cosa divertente. Probabilmente vuole solo sdrammatizzare… inutilmente.
-Shikamaru o Temari, non hanno tentato di raggiungerli? In cerca di aiuto?-
-Figliolo, se è vero che quei due vogliono uccidere il Capitano, Temari non lo condurrebbe nelle fauci del leone. Neppure fosse la sua ultima possibilità!-
Sospiro. Di certo la situazione è più drammatica di quanto temessi, Shikamaru crede davvero che io possa aiutarlo nella sua vendetta contro Re Hidan? In un certo senso, così, potrei avere anche io la mia… ma non potrò più fuggire dal passato che mi perseguita e dovrò prendere la mia decisione definitiva.
-Parlerò con Temari! La convincerò ad andare dai suoi fratelli: potranno aiutarci!-
-La vedo complicata, Renga, dovrai trovare un metodo affinché Shikamaru non sia esposto…-
-Lo troverò, hai detto proprio tu che una volta incappati in questa storia non se ne può più uscire: se è vero che sarò costretto a vedere il loro amore proibito per sempre, almeno un tentativo di aiutarli debbo farlo! Se è vero che sai chi in realtà sono, sai anche che è mio dovere aiutarli…-
Mi alzo in piedi e sento lo sguardo penetrante di Tsunade addosso, mi volto e noto nei suoi occhi pura ammirazione. Sorrido sinceramente, sono deciso a fare quanto ho appena detto.

_______________-L'angolo di Dolly-________________________
Salve a tutti, vorrei scusarmi per l'insolito ritardo e assicurarvi che d'ora in poi l'aggiornamento settimanale verrà ripreso.
Purtroppo si sono succeduti due lutti in famiglia a pochi giorni di distanza e lievi problemi scolastici. Spero di esser perdonata da voi lettori...
A presto! 
Besos

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Capitolo 7
*** Le ali del falco ***


LE ALI DEL FALCO

Apro lentamente la porta di legno cigolante, sento il suo respiro regolare spandersi nella stanza buia. E’ sdraiata su un basso letto di quercia e dorme serenamente, è vestita di un largo completo bianco e vi si distingue una macchia rosso scuro all’altezza dei seni, esattamente dove è stata ferita. I capelli biondi splendono come le sue piume di giorno, i lineamenti delicati ma allo stesso tempo appartenenti ad una donna forte e decisa. Mugugna leggermente, si scosta un poco e apre gli immensi occhi verdi. Si drizza, probabilmente preoccupata dalla mia presenza.
-No, no, non ti sforzare. Non sono una minaccia.- cerco di calmarla.
Mi guarda leggermente accigliata e non si lascia convincere dalle mie parole, gli occhi ridotti a due spilli, prende un cauto respiro e risponde.
-Non ho affatto paura di te, so che non mi faresti del male. E comunque anche se fossi un soggetto pericoloso non ci metterei troppo a conciarti per le feste. Per cui vedi cosa devi fare; è un avvertimento per il futuro.-
Resto sorpreso da tanta durezza, a dispetto del suo fisico angelico è una tipa che sa come farsi rispettare e come intimorire le persone. Un brivido mi percorre fugacemente la schiena.
-Come ti chiami?-
-Il mio nome è Renga.-
Mi guarda, sempre duramente –E un cognome non lo hai? Se devi inventare nomi falsi almeno fa sì che siano completi.-
Boccheggio leggermente, ho dimenticato il cognome che avevo detto a Shikamaru e quella donna, Tayuya, sarebbe sconveniente inventarne uno nuovo. Tuttavia ha capito subito che celassi un’altra identità: che sappia anche lei chi io sia?
Quel dialogo muore in quel modo e non ho modo di indagare più a fondo. Sospira e vedo i muscoli tirati del volto rilassarsi lentamente, sembra più tranquilla adesso.
-Sei sempre con lui, non è vero?- domanda con un filo di voce mentre si riallunga sul letto
-Sì..- le rispondo cautamente.
Ci scambiamo un intenso sguardo, i miei occhi rosso fuoco si perdono nei suoi, nonostante la sua durezza apparente gli occhi restano lo specchio dell’anima, e io posso vedere quanto dolore vi nasconda.
Lentamente mi alzo e la lascio sola, fuori  Tsunade sta ancora bevendo il suo sakè. Ho perso il conto di quanti bicchieri ha buttato giù, ma certamente più di una decina.
-Lei lo sa?- esordisco
-Cosa?- mi domanda con straordinaria lucidità. È evidente che sia una donna abituata a bere in maniera anche eccessiva.
-Che sei stata tu a tradirli, rivelando a Hidan il loro amore.- concludo riassumendo il tutto nella maniera più breve e concisa possibile.
Si alza dalla sedia cui è seduta e si avvicina a me, posa l’alcoolico su un tavolo e poi mi si mette accanto.
-Ti rivelerò una cosa. Il fato vuole che questa lunga storia abbia una fine e quindi mi ha illuminato con la soluzione. C’è un modo di spezzare la maledizione. So qual è il momento in cui Shikamaru potrà affrontare sua maestà e far cessare così l’incantesimo.-
-E’ il suo obbiettivo affrontarlo ed ucciderlo, sta facendo tutto questo solo per raggiungere il suo scopo: la vendetta.-
-No! Non deve farlo. La vendetta non porta a nulla, in che modo lo si deve capire? Se ucciderà l’artefice la maledizione non potrà essere mai più spezzata!-
Improvvisamente sentiamo il rumore dei cavalli al galoppo farsi sempre più forte. Tsunade si allarma e mi spinge –Presto, va’ dentro e prenditi cura di Temari. Di questi brutti ceffi mi occuperò io.-
Ubbidisco, nonostante stia morendo dalla curiosità: voglio conoscere il modo di spezzare la maledizione.
La bionda corre ad affacciarsi dalla rocca e sento delle voci maschili urlare di essere guardie di sua maestà Hidan. Riconosco il tono seccato: appartiene al rosso che mi ha catturato, quel poveraccio accompagnato dai due idioti. Sembra abbastanza nervoso, non sarà l’occasione per giocare.
Apro la porta della stanza di Temari e la inizio a smuovere.
-Mia signora, per favore, svegliati! Mia signora…-
-Che diamine c’è?- mi domanda scocciata, aprendo appena un poco gli occhi
-Non c’è tempo per una ramanzina, fidati di me non parlare e seguimi!-
-Ma quante cose vuoi farmi…- non la faccio finir di parlare che già la sto trascinando fuori. Cammina impacciatamente, inciampando nel, troppo grande, vestito bianco. Comunque riesce a seguirmi, le tengo la mano così eviterò di perderla durante la fuga.
Vedo Tsunade sbarazzarsi abilmente della guardia bionda e di quella con la maschera, il rosso però riesce ad evitare tutte le sue trappole. Presto ci vede e inizia a correrci incontro.
Faccio entrare Temari dentro una piccola torre e la incito a salire.
Arriviamo alla fine e mi accorgo che la guardia è pochi gradini sotto di noi; spingo la mia signora fuori dalle scale, sulla terrazza circolare, e poi salgo anch’io e mi preoccupo di richiudere rapidamente la botola che ci ha condotto fin lassù sperando di guadagnare tempo.
-Renga, inseguono me!- esclama Temari cercando di essere quanto più atona e diffidente possibile
-Non farne motivo di vanto!- la riprendo mentre lotto affinché la botola non venga aperta.
Una botta più forte mi fa indietreggiare bruscamente e sbatto alla bionda che scivola giù dalla torre.
-Temari!- urlo afferrandole immediatamente le mani e tirando con tutte le mie forze.
La bionda stringe i denti e mi afferra più saldamente –Tienimi, cazzo!- esclama senza troppi problemi.
Impiego tutta la mia forza per tentare di tirarla su, ma è una donna adulta e io ho soltanto diciassette anni. Per non parlare poi della mia esile statura. Sappiamo entrambi che non ce la farò per molto: ma non voglio mollare.
Sento le sue mani farsi più scivolose e la presa allentarsi fin quando non cessa del tutto. La bionda precipita giù dalla torre e io mi copro gli occhi d’istinto, non voglio assistere alla sua morte. Improvvisamente i raggi del sole mi illuminano il volto e riapro gli occhi, catturato. Improvvisamente il corpo di Temari viene circondato da un intenso bagliore e poco prima dell’impatto con le acute rocce la ragazza riassume le sembianze dello splendido falco e con le ampie ali riesce a riprendere quota.
Ce l’ha fatta.

_______________________-L'angolo di Dolly-______________________________
Salve a tutti lettori e soprattutto lettrici di questa piccola fiction senza pretese! Scusate il lieve ritardo ma ho voluto attendere che una lettrice a me molto cara leggesse il capitolo 6. Inoltre questa nuova parte è stata un po' più complessa visto che nel film si svolge tutto molto velocemente ma è anche molto dettagliato.
Sto modificando quasi radicalmente Isabeau per quanto riguarda a carattere, non voglio una Temari orribilmente OOC, tuttavia sono costretta a lasciarle qualche leggero tratto di malinconia, tristezza e dolcezza un po' più evidente. Insomma, è sempre una donna che è costretta a vivere da falco, poveretta! XD

Spero che questo nuovo capitolo piaccia.
Besos y Gracias 

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