Vendetta e amore

di Seby1993
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro ***
Capitolo 3: *** In cerca di risposte ***
Capitolo 4: *** Scegliere ***
Capitolo 5: *** Perdonami ***
Capitolo 6: *** ...Naruto... ***
Capitolo 7: *** ...Ino... ***
Capitolo 8: *** Aspettare ***
Capitolo 9: *** Vicini ma lontani ***
Capitolo 10: *** Domani ***
Capitolo 11: *** Felicità ***



Capitolo 1
*** prologo ***


PROLOGO...

Lui non era un mostro, non era neanche un eroe, lui non era niente se non se stesso. Lui era felice di ciò che era ma non riusciva a sopportare ciò che gli altri lo consideravano. Lui non aveva mai avuto una famiglia, era sempre stato solo, tenuto lontano da tutto e da tutti ma lui era forte, sorrideva anche quando voleva piangere, andava avanti anche quando sarebbe stato più facile cedere, amava anche se tutti sembravano odiarlo. Era cresciuto ed aveva scoperto che quel sentimento che lo aveva sempre ferito non era odio ma paura, credeva sarebbe stato più facile cacciare la paura dell’odio ma si sbagliava, perché l’odio distrugge tutto ma la paura ti corrode dentro fino a renderti solo un fantasma, cancella ciò che c’è di buono lasciando solo pregiudizi e dolore. Pensava di essere destinato a rimanere solo, era convinto che per quanto avesse lottato non sarebbe mai stato libero di essere felice, di trovare qualcuno che lo amasse e non lo temesse. Stava per arrendersi ma poi aveva incontrato Iruka-sensei che, anche se un po’ lo temeva, gli voleva comunque bene. Non era più solo e ben presto trovò amici e una sua famiglia, Sasuke e Sakura erano la sua famiglia, sarebbe morto per loro. Erano cresciuti insieme e loro erano tutto, fratelli, amici, compagni, amore… In loro Naruto aveva trovato tutto ciò che desiderava. Ma lui non aveva il diritto di essere felice, sembrava questo che i Kami cercavano di dirgli. Sasuke lo abbandonò, suo fratello se ne andò in cerca di quella vendetta che alimentata dall’odio era semplicemente troppo, anche per lui. Poi, c’era Sakura, Sakura che gli aveva strappato una promessa che sapeva impossibile da mantenere, Sakura troppo innamorata di Sasuke per vedere lui e il suo amore. Lei era lì ma lui non riusciva neanche più ad accorgersene, si sentiva di nuovo solo, ora la gente non lo allontanava ma non gli si avvicinava nemmeno, si limitava a vivere e a lasciarlo vivere. Credeva andasse bene lo stesso, credeva di poter andare avanti anche così ma poi comparvero loro, l’organizzazione Alba, loro gli portarono via tutto ciò che si illudeva di avere. Attaccarono il villaggio per prenderlo, per quella dannatissima Volpe, distrussero ogni cosa, uccisero ninja, uomini, donne e bambini, non faceva differenza, loro volevano lui. Sarebbe stato facile lasciarsi catturare, smettere di lottare, ma lui aveva un sogno, promesse da mantenere e persone da proteggere. Konoha superò l’attacco, le case vennero ricostruite e ben presto tutto tornò come prima, esattamente come quando era bambino. Era colpa sua, lo sapeva, questa volta non era paura ma odio, tutti lo odiavano. Quindi perché restare? Se loro lo odiavano nonostante tutti i suoi sforzi che senso aveva? Konoha non era mai stata la sua casa, l’unica cosa che lo legava a quel villaggio era la sua famiglia, famiglia che non esisteva più, famiglia che forse lui stesso aveva distrutto. Naruto lasciò il villaggio, sarebbe stato solo ma in fondo lo era sempre stato, sarebbe stato infelice ma nessuno lo avrebbe più tenuto lontano, nessuno lo avrebbe più odiato. Naruto lasciò il villaggio e prima di andarsene graffiò il suo coprifronte, il simbolo di tutto ciò che non era e non sarebbe mai stato suo. Scappò, ora era un traditore, gli avrebbero dato la caccia? Forse. Lo avrebbero ucciso? No, lui era troppo forte per loro. Ma c’era solo una falla nel suo piano, la solitudine, era l’unica cosa che lo aveva sempre terrorizzato, l’unica che non poteva sconfiggere. Nessuno lo avrebbe accettato, nessuno lo avrebbe aiutato, lui non serviva a niente e a nessuno se non per portare odio e distruzione. Questo era Naruto Uzumaki per gli abitanti di Konoha, un mostro da temere ed odiare e allora, per la prima volta in vita sua, accettò di essere solo questo, solo un mostro. Non sarebbe stato solo, sapeva chi lo avrebbe accettato, sapeva chi l’avrebbe aiutato… Loro volevano la Volpe? Loro volevano il mostro? E Naruto lo sarebbe stato, lui sarebbe stato il mostro dell’organizzazione Alba, lui avrebbe portato terrore e distruzione, non sarebbe mai più stato se stesso ma ciò non importava, con loro non sarebbe più stato solo.

Ps: Questa è la mia prima fic e la faccio in collaborazione con sweetygirl95, io la mente e lei il braccio

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Capitolo 2
*** Incontro ***


INCONTRO

Ino Yamanaka, nei suoi 20 anni aveva tutto. La natura senza dubbio era stata molto generosa con lei, Ino era davvero molto bella, aveva lunghi capelli biondi, occhi azzurro cielo e un fisico mozzafiato. Lei aveva una famiglia che l’amava, amici sinceri ed era anche una kunoichi molto rispettata. Ino aveva tutto ma le mancava l’amore, quello però lei non lo cercava, aveva smesso di credere al principe azzurro quando all’accademia si era accorta che l’algido e bellissimo Sasuke Uchiha non sarebbe mai stato suo. Forse è per questo che quando sentì una mano tapparle la bocca e la punta di un kunai sfiorarle il collo, Ino rimase immobile tra le braccia del suo sconosciuto aggressore, per questo o per quel calore che non sentiva da anni, da quando Shikamaru l’aveva abbracciata dicendole che si trasferiva a Suna per stare con Temari. Ino chiuse gli occhi, pensava che se doveva morire voleva farlo avvolta da quel calore, con le dita calde e sottili del suo assassino che le accarezzavano le labbra, con l’odore dei ciliegi in fiore nei polmoni. Rimase assolutamente immobile finché la figura dietro di lei non fece perno col braccio per farla voltare accarezzandole la guancia per farle aprire gli occhi. Quando Ino li aprì per un attimo pensò di essersi sbagliata, perché il principe azzurro esisteva e lei lo aveva davanti agli occhi. Quello che Ino aveva davanti era un ragazzo che doveva avere circa la sua età, poco più alto di lei e bellissimo. Aveva dei capelli biondi come il grano, la pelle biscottata e i lineamenti gentili in contrasto con un fisico muscoloso e tonico, Ino non poté fare a meno di pensare che assomigliasse in maniera incredibile ad uno dei volti sulla montagna degli Hokage. Il suo cuore perse un battito quando vide cosa indossava lo sconosciuto, era una cappa nera con nuvole rosse contornate di bianco, il simbolo dell’organizzazione Alba, la stessa che quasi sei anni prima aveva raso al suolo Konoha. Ma non fu la cappa a terrorizzare Ino ma bensì gli occhi del ragazzo: erano azzurri come i suoi, forse anche più belli, ma erano vuoti, illuminati da una strana luce rossa. Ino ricordava altri occhi di quello stesso azzurro, occhi pieni di vita e ottimismo, occhi che anche se aveva incontrato raramente l’avevano sempre fatta sentire bene, ma non potevano essere gli stessi occhi. Ino per un attimo cercò di ricordare quel ragazzo, aveva sempre il sorriso ed era sempre allegro. Quel ragazzo se ne era andato, accusato di colpe non sue e allontanato da tutti, quel ragazzo aveva lasciato tutto ed era sparito, quel ragazzo era il “mostro” di Konoha, Naruto Uzumaki. Solo quando quel nome le tornò in mente Ino capì, erano suoi quegli occhi tristi e spenti, era lui che lei stava guardando, lui era tornato.
Naruto continuava a fissarla, Ino non era mai stato il suo tipo, troppo stupida, lei non era aggraziata e fragile come la sua Sakura, non aveva le forme di Hinata o il temperamento di Ten Ten, Ino era semplicemente una come tante. Guardandola bene però era davvero bella, a Naruto pareva quasi di rivedere i suoi occhi riflessi in quelli della ragazza, ma erano occhi diversi, occhi limpidi come il cielo in primavera. Ino stava per dire qualcosa, non per gridare o chiamare aiuto, lei sentiva solo il bisogno di dire quel nome, perché non era ancora del tutto convinta che il ragazzo davanti a lei fosse reale. “Tu mi aiuterai”, la voce del ragazzo era pacata e atona, non sembrava neanche aver pensato quelle parole, le aveva dette e basta, quella voce era diversa da quella del ragazzino che aveva abbandonato Konoha. Ino stava per rispondere, chiedere, reagire, ma prima che potesse farlo gli occhi del ragazzo diventarono rossi, la pupilla si allungò e l’ultima cosa che Ino sentì prima di perdere i sensi furono le labbra calde e morbide di quello sconosciuto poggiarsi sulle sue.
 
Ecco un altro capitolo, spero vi piaccia!

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Capitolo 3
*** In cerca di risposte ***


Quando Ino si svegliò non sapeva esattamente dove fosse, era sola in una stanza buia e spoglia, c’erano solo un letto piuttosto grande, una sedia con un piccolo tavolo e un grande armadio. Non riusciva a capire come mai si sentisse così intorpidita, le facevano male tutte le ossa e il cuore batteva un po’ più lentamente del dovuto. Provò ad alzarsi e ad avvicinarsi alla finestra che c’era nel lato opposto della stanza per aprirla e respirare un po’ d’aria fresca ma solo allora si accorse di essere legata alla piccola poltrona su cui era stata lasciata. Sentì dei passi nel corridoio, vide la porta aprirsi e Naruto comparire insieme ad una ragazza che doveva avere qualche anno più di loro. Era bella quella ragazza, Konan, così l’aveva chiamata Naruto, aveva i capelli di una strana tonalità di blu e gli occhi color miele che a Ino ricordarono immediatamente quelli di Tsunade e per un attimo le venne da piangere, solo per un attimo si rese conto che qualsiasi cosa le fosse successa in quel posto lei probabilmente non avrebbe più rivisto Konoha, non avrebbe mai riabbracciato la sua famiglia, non avrebbe mai potuto dire a Shikamaru che anni prima era stato proprio un idiota a scegliere Temari e non lei.  Naruto rimase sulla porta, gli occhi vuoti non avevano più quell’accento di rosso, ma per Ino rimanevano comunque freddi e distanti. La ragazza le si avvicinò, la slegò e l’aiutò ad alzarsi, doveva proprio servirgli, pensò Ino, se la trattavano con tutta quella premura. Naruto continuava a guardare quella maledetta finestra chiusa, sapeva che oltre c’era solo un cielo grigio piombo che piangeva ininterrottamente ma non era neanche questo a renderlo inquieto, in realtà era tutta colpa di quella ragazza. Lui l’aveva baciata prima di usare il potere della Volpe su di lei ma non ne sapeva il motivo. Ino Yamanaka gli serviva, lei avrebbe usato il suo potere per permettergli finalmente di stringere un contratto con il demone e assumere il controllo di tutto il suo potere, potere grazie al quale si sarebbe finalmente preso la sua rivincita su Konoha, potere con il quale sarebbe diventato invincibile. Ino continuava a guardarlo e lui non poteva fare a meno di chiedersi se anche i suoi occhi una volta apparivano come quelli della ragazza, così puri e sereni perché il loro azzurro in fondo si assomigliava, ma a lui degli occhi non erano mai sembrati così diversi dai suoi. Ino iniziava a preoccuparsi, Konan aveva lasciato la stanza e lui continuava a fissarla senza dire una parola, come assorto in chissà quali pensieri. “Tu mi aiuterai”, ancora quelle parole, a Ino se possibile sembrarono ancora più vuote, poi lui le offrì le mano e un brivido le attraversò la schiena. Titubante afferrò la mano di Naruto e per un attimo tutto si fece buio, le tornò alla mente l’immagine del ruscello dove si allenava, l’odore dei ciliegi, l’arrivo di Naruto e poi, poi lui l’aveva baciata e da quel momento tutto era assolutamente vuoto. Non appena mise a fuoco i suoi ricordi, Ino allontanò immediatamente la mano e se la portò sulle labbra. Era un comportamento strano, pensò Naruto, in fondo era stato solo un bacio, che c’era di così sconvolgente? “Senti tu mi servi per fare un contratto con la volpe, mi serve l’abilità del tuo clan, niente di più, quindi ora smettila di fare la verginella impaurita e seguimi.” Naruto si voltò e uscì dalla stanza, Ino non voleva seguirlo, lui l’aveva rapita, le aveva tolto tutto e probabilmente l’avrebbe anche uccisa ma non riusciva a capire. Ino non lo odiava, non lo disprezzava, non aveva neanche veramente paura di lui, per la prima volta in vita sua si sentiva davvero una verginella. Uscì anche lei dalla porta e si ritrovò in un lungo corridoio, Naruto era appoggiato al muro e la guardava iniziando a pensare che forse Ino Yamanaka non era semplicemente una come tante. Dopo aver camminato per vari minuti entrarono in una grande sala piena di candele, con un grande sigillo dipinto sul pavimento. Naruto si inginocchiò al centro e con un cenno della testa invitò Ino a sedersi di fronte a lui. “Perché dovrei aiutarti? Tu mi ucciderai comunque quindi perché dovrei fare ciò che dici senza nemmeno provare ad oppormi?” Quando Naruto rivolse i suoi occhi liquidi verso i suoi, Ino per la prima volta ebbe paura, erano di nuovo rossi e sembravano malvagi. “Tu mi aiuterai perché non hai altra scelta, mi aiuterai ad ottenere il potere e poi la vendetta”, voce fredda, vuota, distante, di nuovo. “Se ti servo solo a questo va bene, evidentemente non ho scelta, ma ad una sola condizione” lo aveva detto con un sorrisino un po’ bastardo, dopo quella frase Ino si sentiva finalmente tornata quella di prima, fiera e combattiva, forse seccante ma decisamente forte. “Perché mi hai baciato?” Naruto non aveva smesso di guardarla ma ora i suoi occhi erano azzurri, e Ino non poté fare a meno di pensare che per la prima volta sembravano ancora quelli di un tempo, si sarebbe potuta perdere in quei due squarci di cielo se non fosse stato per il sorrisino che comparve sul viso di Naruto. L’ultima cosa che Ino sentì prima di perdere i sensi furono le mani di Naruto stringere le sue.   

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Capitolo 4
*** Scegliere ***


SCEGLIERE
Era la seconda volta quel giorno che si risvegliava in un posto che non conosceva ma decisamente aveva preferito il primo. Era legata con delle catene al centro di una grande stanza buia e umida, sentiva chiaramente lo sgocciolio dell’acqua che cadeva dal soffitto anche se non riusciva a vedere nulla. Si concentrò, sapeva che doveva essere nel subconscio di Naruto ma normalmente, in situazioni come quella, vedeva ricordi o provava sensazioni, in quel caso invece non sentiva assolutamente nulla. Voleva muoversi, tentare di liberarsi, ma era come se sentisse che fosse del tutto inutile, il suo corpo era pesante e la sua mente vuota. “Lasciala, abbiamo bisogno di lei per concludere il nostro affare”, voce fredda, non riusciva a capire da dove venisse ma sapeva con certezza a chi appartenesse. D’un tratto due occhi rossi illuminarono la stanza, Ino tremò e cercò di muoversi, ma proprio in quel momento le catene che la tenevano si dissolsero e lei precipitò nel vuoto. Aveva paura Ino, non sapeva perché ma aveva la sensazione che sarebbe stato doloroso, più di qualunque altra cosa. Chiuse gli occhi chiusi si preparò all’impatto, ma sentì solo delle braccia avvolgerla e quello strano calore che bruciava nel petto. “Trattala bene, ci serve tutta intera”. Ino aprì gli occhi e Naruto la appoggiò a terra, “Ti presento lo spirito della Volpe a Nove Code, ti assicuro che è onorato di fare la tua conoscenza” Naruto lo disse con un tono sarcastico che a Ino non sfuggì, “Mai quanto lo sono io” rispose spigliata lei. Naruto non poté fare a meno di notare quanto iniziasse a piacergli quella ragazza… Ino aveva paura, lui lo sapeva, ma riusciva comunque a mostrarsi forte, per un attimo guardandola rivide la determinazione di Sakura, l’orgoglio di Sasuke e la fragilità che forse più di ogni altra cosa caratterizzava il vecchio se stesso, per un attimo si sentì di nuovo a casa. “Mi piace la tua amica, è quasi meno sgradevole di te”, la Volpe lo disse ghignando, i suoi occhi terrorizzavano Ino, erano uguali a quelli di Naruto quando usava il suo potere, ma più malvagi e spettrali. “S-se volete fare il contratto dovete chiarire anticipatamente in che termini quest’ultimo dovrà agire, insomma, dovete accordarvi su un obbiettivo comune”, la voce di Ino tremò, maledizione, sapeva di dover sembrare forte in quel momento, ma non riusciva davvero a far finta di non avere davanti il vero mostro. “Vendicarci e distruggere Konoha, siamo già d’accordo, inizia il rituale per il contratto”, la voce di Naruto le spezzò il cuore, davvero voleva solo questo? Davvero aveva vissuto tutto quel tempo diventando ciò che era solo per una vendetta? “Mi ricordi tanto Sasuke-kun, hai i suoi stessi occhi, credevo che volessi salvarlo, non diventare esattamente come lui” una lacrima bagnò la guancia di Ino, non sapeva perché ma si sentiva vuota e tradita, non era distrutta al pensiero della sorte del suo villaggio ma per qualcos’altro, era preoccupata per Naruto. Lui stava per risponderle, lei non aveva il diritto, lei non sapeva niente né di lui né tanto meno della sua vita, come si permetteva di giudicare? Lui era cambiato, loro lo avevano costretto a diventare quello che era ora, loro avevano distrutto tutto ciò che aveva e dovevano pagare, non importava se era giusto o meno, non importava se poi sarebbe stato meglio, lui voleva solo che loro sapessero cosa significasse essere distrutti da chi pensavi ti avrebbe protetto. Si avvicinò a Ino, ma prima che potesse parlare lei lo graffio con il kunai, qualche goccia di sangue cadde nell’acqua che diventò rossa all’istante, i cancelli che rinchiudevano la Volpe iniziarono a tremare, lei non lo guardava, diceva parole che lui non aveva mai sentito e faceva strani gesti con le mani. Naruto si sentì stanco, la testa gli girava e il sigillo faceva un male assurdo, sbatte per un istante le palpebre e quando le riaprì era tornato nella stanza del covo, il sigillo era scomparso, sentiva distintamente il potere della volpe scorrere dentro di lui, sentiva tutti i suoi pensieri. Guardò davanti a se e vide Ino, il cuore gli mancò un battito, lei continuava a piangere silenziosamente guardandosi le mani sporche di sangue, era come se pensasse che presto quello stesso sangue sarebbe stato della gente di Konoha. Ino sapeva che non doveva farlo, sapeva che non doveva piangere davanti a lui ma non riusciva a smettere, si sentiva colpevole, lei aveva appena condannato la sua famiglia, i suoi amici e tutto il suo villaggio e non le importava, l’unica cosa che riusciva a pensare era il fatto che anche se Naruto non l’avesse uccisa ora lei non gli sarebbe stata più di alcun aiuto e lui si sarebbe sbarazzato di lei, non riusciva a pensare che non avrebbe più visto quegli occhi azzurri vuoti ma allo stesso tempo che le dicevano più cose di quanto avrebbero mai potuto fare mille parole. Ino lo sapeva, sapeva che Naruto non era un mostro senza cuore e sentimenti, lo aveva capito dal suo sguardo nel sentirle nominare il nome di Sasuke, forse lo sapeva fin da quando l’aveva baciata. Alzò lo sguardo incontrando gli occhi cerulei dell’altro, perse un battito al pensiero che forse non li avrebbe più rivisti, ma se così doveva essere, allora esigeva la sua risposta, doveva sapere cos’era quel bacio che continuava a tormentarla. “Avevamo un accordo, tu mi devi una risp-” Ino non finì neanche di parlare che Naruto se la ritrovò tra le braccia. “sembra davvero perfetta”, era questo che pensò Naruto mentre si alzava e si dirigeva verso la sua stanza con Ino stretta a se. Naruto stese Ino sul letto e poi avvicinò la poltrona per sedersi accanto a lei. Istintivamente iniziò ad accarezzarle i capelli, era davvero bella ma non era solo questo, non era solo il suo corpo ad attrarlo, era come se gli occhi di Ino lo vedessero davvero, vedessero ancora la persona che lui aveva cercato in tutti i modi di cancellare. “Ti devo una risposta, hai ragione”, Naruto lo disse con voce calda e gentile, se Ino fosse stata sveglia sicuramente non le sarebbe sfuggito, sembrava che le parole del ragazzo per la prima volta fossero vere reali. Naruto non andava avanti, stava in silenzio a fissare le labbra rosee della ragazza e a farsi la stessa domanda che gli aveva fatto lei, perché l’aveva baciata? Quello era il suo primo vero bacio, il primo che avesse avuto un qualche significato ma non sapeva quale attribuirgli. Non era amore, era troppo diverso da quello che provava per Sakura e lui l’aveva amata, di questo ne era sicuro. Non era istinto, aveva baciato altre ragazze solo perché lo attraevano ma non gli era mai minimamente importato. Forse era rabbia, in quel momento aveva sentito lo stomaco attorcigliarsi. Si accorse che la mano con cui accarezzava Ino tremava, dannazione, tutto quello non era da lui, non più. Lui non poteva permettersi di legarsi a nessuno, non lo aveva fatto nemmeno con i membri dell’organizzazione con cui viveva da anni, non l’aveva fatto perché non voleva rischiare di soffrire ancora, di essere tradito di nuovo. Forse Ino era solo questo, una bella ragazza che gli ricordava qualcosa a cui aveva rinunciato tempo prima, qualcosa che pensava di non meritare. “Non so cosa risponderti” lo sussurrò con dolcezza all’orecchio della giovane che per un attimo sembrò tornare cosciente, solo per un attimo, “So solo che per la prima volta sarei voluto restare a Konoha, so solo che il pensiero di dovermi sbarazzare di te mi ferisce, so solo che vorrei poter vedere nei tuoi occhi la persona che ero un tempo per poterti dare ciò che meriti, per poterti dare una risposta diversa da non lo so. So solo che per la prima volta dopo tanto vorrei poter amare di nuovo, vorrei esserne ancora capace” Ino non aveva sentito queste parole, Ino era persa in un mondo di grida e terrore, Ino stava vedendo la sua famiglia venire uccisa e gli amici massacrati, Ino voleva piangere e urlare, voleva aiutarli, voleva salvarli ma qualcosa la tratteneva. Ino aveva paura di girarsi per sapere chi le teneva la mano, non voleva sapere per chi stava permettendo tutto quello. “Vorrei poter amare di nuovo, vorrei esserne di nuovo capace”, la ragazza sentì chiaramente quelle parole anche tra le urla, si girò di scatto e lo vide, era per lui che lo stava facendo, era lui che voleva salvare, era lui che voleva amare, era per lui che desiderava lottare. Ino non aveva mai scelto nulla, gli altri lo avevano sempre fatto per lei e a lei andava bene, ma ora Ino sentiva il bisogno di farlo, Ino aveva bisogno di scegliere Naruto. 

Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti quelli che hanno recensito, in particolare Cristopher94.
Speriamo che lasciate qualche recensione, grazie in anticipo
Maiservo90 e Sweetygirl95

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Capitolo 5
*** Perdonami ***


Ino si svegliò dopo due giorni, sentiva la testa pesante ma era stranamente felice, era come se quel peso che sentiva da anni fosse più leggero, forse addirittura scomparso. Cercò di alzarsi ma solo in quel momento si accorse che aveva qualcuno accanto, girò la testa e vide Naruto, era seduto sulla poltrona accanto al letto, aveva la testa poggiata all’altezza della sua vita e le teneva stretta una mano tra le sue.

Ino sorrise quasi involontariamente e iniziò ad accarezzargli i capelli per svegliarlo ma, non appena lo sfiorò, Naruto scattò, le si lanciò addosso e le teneva il collo tanto forte da soffocarla. Ino era terrorizzata, aveva davvero paura di lui, di quelle iridi rosse come il sangue, dei denti leggermente sporgenti e dello sguardo assente del ragazzo. “N-na...ru…” improvvisamente le iridi del ragazzo tornarono azzurre come il cielo e ripresero vita. Naruto la liberò dalla stretta, la guardò per un secondo e poi si alzò di scatto per dirigersi verso la porta. Ormai aveva quasi afferrato la maniglia quando sentì il corpo di Ino aderire perfettamente alla sua schiena e le sue lacrime bagnargli il collo. “Non te ne andare”.

Ino stava piangendo, l’aveva ferita anche se si era ripromesso di non farlo, quel dolore non lo sentiva più da tempo, aveva dimenticato quanto fosse doloroso far soffrire qualcuno che ami. “Lasciami! Sei libera di tornartene a casa o di andare ovunque tu voglia, purché sia lontano da me” Naruto cercò di allontanarsi ma la ragazza lo costrinse a girarsi, vedendo solo in quel momento la lacrima che rigava la guancia del ragazzo. In un secondo si alzò sulle punte e appoggiò delicatamente le sue labbra su quelle del ragazzo… Quello sarebbe dovuto essere il loro primo bacio, lo pensavano entrambi mentre quel contatto leggero li scaldava dentro, mentre per la prima volta sentivano di poter davvero dire di essere amati. Quando il bacio finì sembrava che non ci fosse niente da dire, Ino guardava Naruto come se quello bastasse a chiarire tutto ma non poteva essere tutto così semplice, non per lui. “Devi andartene, io sono un mostro, avrei potuto ucciderti pochi minuti fa e sono riuscito a fermarmi per miracolo, solo perché io…” Naruto si fermò all’istante e continuò a guardare la ragazza negli occhi.

Ino allora gli prese una mano e se la portò vicino al cuore, il contatto con le dita fredde del ragazzo le causò dei brividi quando sfiorò la cicatrice che aveva ma fece finta di nulla, gli sorrise e disse con voce gentile: “Avevo sedici anni, io e Shikamaru ci stavamo allenando, lui mi lanciò un kunai, io non riuscì a schivarlo e per poco non ci rimanevo secca.” Sorrise divertita e poi continuò: “Lui è forse la persona più gentile e pacifica che conosca, non mi farebbe mai del male eppure stava per uccidermi. Non ha importanza cosa fai, questo non cambierà ciò che provo per te” Si premette di più la mano del ragazzo sul cuore sperando che lui capisse che batteva per lui. “Tu non sei un mostro, la Volpe lo è, è questo che Konoha non ha mai capito è questo che neanche tu riesci a capire”. Naruto la guardò, lei non sembrava odiarlo ne tanto meno temerlo, lei gli teneva la mano premuta sul cuore come per fargli capire che era suo. Lei lo amava? Non ne era sicuro, lui non sapeva esattamente cos’era l’amore, ma voleva che Ino glielo insegnasse, voleva imparare ad amare con lei, per lei. 

Il ragazzo la strinse a sé, la teneva stretta e respirava il profumo di gelsomino dei suoi capelli, “Non puoi restare comunque, non posso farti tradire Konoha, non la distruggerò, te lo prometto, scioglierò il contratto con la Volpe e sarà tutto finito. Lascerò Alba e me ne andrò per sempre, perché io ti amo, credo davvero di amarti e non posso rischiare di farti del male, non lo sopporterei”. Ino aveva ricominciato a piangere, lui l’amava proprio come lei amava lui, eppure era pronto a rinunciare a lei, ai suoi sentimenti, Naruto le stava dicendo addio. “Non voglio tornare senza di te, non voglio più essere sola, torna con me, io sarò tua amica, io sarò la tua famiglia, io sarò il tuo amore ma ti prego… Non lasciarmi” Naruto la strinse a sé più forte, tanto da farle quasi male e Ino non sapeva perché ma iniziava a sentirsi debole. Ricordò per un secondo quella sensazione, era quella di giorni prima quando lui l’aveva rapita. Cercò di liberarsi ma ormai era troppo debole.

Ino si risvegliò verso sera nel campo dove si stava allenando quel giorno, nell’aria c’era ancora odore di ciliegi e il cielo era limpido. Improvvisamente sentì un dolore al petto, era vuota, lui l’aveva lasciata e non sarebbe più tornato. Cercò d’alzarsi ma faceva tutto troppo male, si sdraiò nuovamente sull’erba fresca e singhiozzando tentò di ricordare qualcosa, un qualsiasi dettaglio che l’aiutasse a capire che il loro non era stato un addio, che lui non l’aveva lasciata, ma l’unica cosa che le rimaneva era quella parola, l’unica cosa a cui attaccarsi era il ricordo di quell’istante… “Perdonami”


Ecco il nuovo capitolo, speriamo vi piaccia=)

 

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Capitolo 6
*** ...Naruto... ***


Per Naruto era stato facile trovare l’Akatsuki tempo prima, gli era bastato far sapere in giro che la Volpe voleva unirsi a loro e dopo pochi giorni era lì, davanti ad una caverna ai confini del paese della pioggia. Una parte di lui desiderava fuggire, tornare a casa da quella famiglia che non aveva mai avuto, provare ancora  a lottare per qualcosa che non sapeva neanche bene cosa fosse, ma un’altra parte di lui desiderava solo quello, desiderava persone che avessero bisogno di lui, che non lo lasciassero mai andare via, che in un qualche modo potessero essere la famiglia che non aveva mai trovato.

Si stupì non poco ritrovandosi davanti Itachi Uchiha, lui era molto simile a Sasuke ma allo stesso tempo sembravano non avere niente in comune, niente tranne quegli occhi freddi e vuoti. Pensò che ancora una volta il destino si stesse prendendo gioco di lui, che gli avesse messo davanti Itachi solo per ricordargli Sasuke e Konoha, la promessa che non avrebbe mai mantenuto, la casa alla quale non sarebbe più ritornato. Naruto aveva paura mentre attraversava i corridoi alle spalle di Itachi, tremava mentre gli altri membri dell’organizzazione si presentavano, gli si gelava il sangue nelle vene osservando le iridi circolari di Pain, il capo dell’organizzazione. Se Naruto credeva di poter trovare una nuova famiglia in quel luogo, si sbagliava di grosso. Non che i membri dell’organizzazione non fossero in qualche modo legati a lui, ma sentiva che gli mancava qualcosa, sentiva che non aveva quel legame che ti fa essere a casa.

Si sorprese quando, mandato a Konoha per recuperare Ino Yamanaka, ragazza che con conoscendo la tecnica del ribaltamento spirituale l’avrebbe aiutato ad ottenere il potere della Volpe, provò un brivido, lo stesso che aveva già sentito un tempo in compagnia del maestro Iruka, di Sasuke, Sakura e del maestro Kakashi. Quella ragazza aveva qualcosa di particolare, era come se i suoi occhi lo chiamassero, si sentiva attratto dal messaggio che nascondevano. Naruto non era più solo da anni, ma non si era mai sentito amato, mai fino all’istante in cui le sue labbra non toccarono quelle della ragazza. Non sapeva perché l’aveva baciata, a lui era da tempo che non importava più nulla delle persone, ma una parte di lui, forse l’unica che rimaneva legata al suo passato, sentiva di aver bisogno di quel contatto, di sentire quella sconosciuta vicino, di riflettersi nei suoi occhi color del cielo.

Non aveva capito cosa lo legasse a lei fino a quando lei non era svenuta tra le sue braccia, in quel momento sentì il bisogno di proteggerla, il bisogno di amarla e di farsi amare da lei. Ma mentre il suo cuore non voleva altro che lei, la sua testa sapeva che avrebbe dovuto tenerla lontana, lui era un mostro, lui portava terrore e morte, non avrebbe mai potuto renderla felice, non avrebbe mai potuto darle il futuro che l’aspettava a Konoha.

La cosa che lo fece soffrire più di ogni altra fu sapere che anche lei lo amava, fu sapere di non essere più solo, la certezza che non lo sarebbe stato mai più. Ma lui non poteva stare con lei, non poteva lasciare che lei cadesse in quel baratro dove si trovava lui solo per salvarlo, se l’amava davvero avrebbe dovuto rinunciare a lei. Questa consapevolezza lo distruggeva, l’idea di rinunciare a l’unica persona che lo aveva amato, a l’unica casa e all’unica famiglia che la vita gli aveva dato gli sembrava sempre più sbagliato ma sempre più necessario. E’ per questo che avrebbe rinunciato alla Volpe, lui non voleva che anche lei lo vedesse come il mostro che in realtà non era e non era mai stato. E’ per questo che avrebbe lasciato l’organizzazione, perché ora non era più solo, ora aveva lei.

Quando arrivato a Konoha lasciò Ino stesa sul prato ancora umido il suo cuore si spezzò, lui aveva bisogno di lei e sapeva anche che lei aveva bisogno di lui ma non poteva. Lui non voleva tornare a Konoha, non lo aveva mai voluto, ma per lei avrebbe anche potuto provarci. Lui desiderava più di ogni altra cosa poter stare lì con lei, ma prima doveva tornare il Naruto di un tempo. Doveva tornare il Naruto che vedeva riflesso negli occhi di lei, quello che sorrideva sempre, quello che non si arrendeva mai, quello che manteneva le promesse e lottava per le persone che amava. Ed è quello che avrebbe fatto, avrebbe ritrovato se stesso e poi sarebbe tornato da lei, sarebbe tornato perché doveva farsi perdonare, sarebbe tornato perché poteva farsi amare. 

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Capitolo 7
*** ...Ino... ***


Non avevo mai capito cosa volesse dire la parola amore, cosa fosse quel legame che ti lega indissolubilmente ad una persona, nonostante cosa ti faccia, nonostante cosa ti dica, nonostante tutto. Non avevo mai pensato a come sarebbe stato innamorarmi davvero, ma non pensavo sarebbe stato così. Tutti quelli che hanno amato dicono che l’amore fa male, che distrugge il cuore e l’anima, tutti quelli che sono stati amati dicono che l’amore è magico, stupendo, fantastico. Io sono stata amata, l’ho sempre saputo, ma non avevo mai amato nessuno, mai prima di lui.

Come tutte le bambine volevo vedere il principe azzurro anche dove non c’era, immaginare di vivere in una favola dove poter essere la principessa per sempre felice. Sasuke Uchiha, lui era il mio principe, per lui persi la mia migliore amica, ma non mi importava, io lo “amavo”… Troppo tardi capii che lui non era un principe, ma solo un angelo dalle ali nere. Come tutte le ragazze sognavo una storia d’amore come quelle nei film, dove non c’era più il principe azzurro ma il ragazzo dei sogni. Shikamaru Nara, lui era il mio ragazzo ideale, era lui che volevo amare e da cui volevo essere amata… Troppo tardi capii che lui non era il ragazzo dei sogni, ma solo un amico che non potevo perdere.

Come tutte le donne, che sono state bambine e ragazze, e che, come tali, avevano perso ogni speranza riguardo a quell’amore bello quanto impossibile, mi limitavo a vedere negli uomini degli amici, dei compagni, degli amanti, niente di più e niente di meno. Perché era questo che credevo di essere a 20 anni, una donna illusa dall’amore e che aveva smesso di credere esistesse davvero.

Quel giorno, quando Naruto mi baciò, non riuscì a capire cosa sentivo, il cuore era leggero e la testa vuota, non un pensiero, non un’esitazione, nulla. Non pensavo certo di potermi innamorare di lui, ma inconsciamente amavo già i suoi occhi: occhi perfetti, limpidi come il cielo e profondi come il mare. Erano quelli gli occhi che vedevo, non occhi rossi, non occhi pieni di odio e rancore, occhi che erano cielo, occhi che erano casa. Volevo sapere il motivo di quei pensieri, di quel dolore al petto quando la sua voce era vuota, il perché mi sentivo così sola non appena mi voltava le spalle. Non pensavo fosse amore, non volevo pensarlo. Capii quanto mi fossi sbagliata solo quando mi svegliai con lui al mio fianco, solo quando capii che lui era importante, necessario.

Era questo che ero a 20 anni, una donna troppo sciocca per capire che l’amore perfetto non esiste, che il principe azzurro non è altro che una favola, troppo sciocca per capire che l’amore era quel bisogno di vedere l’altro felice, di averlo vicino solo per non lasciarlo solo. Era questo ciò che pensavo stesa sull’erba ancora umida, era di questo che mi ero resa conto mentre lacrime silenziose bagnavano il mio viso. Tutti quelli che sono stati amati dicono che l’amore è magico, stupendo, fantastico, ma solo chi ha amato davvero sa che l’amore ferisce, distrugge il cuore e l’anima ma è necessario, essenziale, semplicemente indispensabile. Per questo io l’avrei aspettato, per questo ero sicura che sarebbe tornato, perché lui mi amava, lo sapevo, e non avrebbe mai permesso che io fossi infelice o rimanessi sola, lui mi amava e sarebbe tornato, sarebbe tornato per lasciarsi amare da me.  

Ps: sono Sweetygirl95.... Volevo ringraziare anche io per tutte le recensioni e ringraziare in particolare tutti quelli che hanno apprezzato il mio modo di scrivere... Spero che il cap vi piaccia=)

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Capitolo 8
*** Aspettare ***


Non volevo tornare a casa, mi sarebbe piaciuto rimanere stesa sull’erba fresca a pensare, ad aspettare il suo ritorno, ma sapevo che c’era sicuramente qualcuno che mi cercava, qualcuno che si preoccupava per me e io ero già via da troppo tempo. Non potevo raccontare niente di Naruto, sapevo che dovevo tenere per me tutto ciò che avevo visto e fatto in quei giorni, ma una parte di me desiderava solo dire a tutti cos’era successo, rendere reali quei momenti, far si che non potessero più essere solo un sogno.

Non appena arrivai nei pressi di casa mia una squadra di Ambu mi accerchiò, ero spaventata. E se avessero già saputo tutto? E se mi avessero interrogato fino a farmi parlare? No, dovevo riuscire a scappare, non potevo metterlo in pericolo, avevo giurato a me stessa che mi sarei presa cura di lui. Da dietro alla squadra di Ambu comparve Shikamaru, probabilmente essendo lo stratega del villaggio era stato chiamato per indagare sulla mia scomparsa.

Rivederlo non suscitò in me nessuna reazione, ero certo contenta di poter rivedere un vecchio amico ma niente di più, anzi ad essere sincera ero inquieta… Shikamaru era un genio e io non ero mai riuscita a nascondergli nulla, se mi avesse interrogato lui sicuramente avrebbe capito tutto. “Seccatura dove sei stata? Erano tutti in pensiero per te!” Abbassai lo sguardo, avevo già deciso che non avrei detto nulla di compromettente, ma visto che era con Shikamaru che dovevo parlare, sarebbe stato sicuramente meglio stare del tutto zitta. Lui mi si avvicinò, mi afferrò con forza il mento affinché le nostre iridi non si rispecchiassero le une nelle altre e poi mi rifece la sua domanda: “Ino, ti ho chiesto dove sei stata, mi serve una risposta!” Il modo in cui calcò le parole di quella frase mi fece scendere una lacrima che andò a finire sulle dita con cui mi teneva ancora ferma. Avrei voluto dirgli di non chiedermi nulla, scongiurarlo di fare finta di niente, volevo solo tornare a casa e continuare ad aspettare il ritorno di Naruto, volevo solo potermi lasciare tutto alle spalle e guardare al futuro. Shikamaru lasciò la presa e fece qualche passo indietro, una guardia Ambu mi si avvicino e mi colpì alle spalle facendomi perdere i sensi.

Quando mi risvegliai ero nella sala interrogatori di Konoha, legata ad una sedia. Dall’altro lato della stanza c’era Shikamaru, continuava a fissarmi come se avesse potuto leggere la verità scritta sulla mia pelle, nei miei occhi. Mi si avvicinò e iniziò a slegarmi i polsi: “Ino, io voglio aiutarti, davvero, ti assicuro che l’ultima cosa che voglio è lasciarti qui legata ad una sedia e tormentarti di domande a cui penso che non risponderai, ma alcune risposte mi servono, per aiutarti ho bisogno che tu mi dica cosa è successo…” Lui voleva veramente aiutarmi, lo sapevo, ma io non potevo tradire Naruto, non potevo e non l’avrei fatto. “Mi dispiace, non posso dirti nulla di quello che vuoi sapere”

Shikamaru la guardò per qualche secondo, Ino era sempre stata testarda, forse anche questo la rendeva speciale ai suoi occhi, ma non era mai stata stupida. Se si comportava così doveva avere un buon motivo, il ragazzo era quasi sicuro che lo facesse per proteggere qualcuno, ma chi? Stava per uscire dalla porta per lasciare che Ino riflettesse sulla sua situazione, sperando che capisse che doveva rispondergli se voleva il suo aiuto, quando delle urla arrivarono dall’entrata del villaggio.

Shikamaru si voltò guardando la ragazza, aveva gli occhi pieni di lacrime ma sorrideva, era come se quello fosse esattamente ciò che stava aspettando. Ino si alzò in piedi di scatto e avvicinandosi all’amico disse: “Vuoi davvero aiutarmi? Allora fammi venire con te”. Shikamaru non capì il significato di quelle parole, non seppe neanche spiegarsi il perché si stesse richiudendo alle spalle la porta di una stanza vuota, sapeva solo che davanti a lui c’era la sua migliore amica, la ragazza che forse un tempo aveva addirittura amato, che sorrideva speranzosa guardando con insistenza la folla che si era accalcata intorno alle mura, come se lei sapesse, come se lei stesse aspettando solo quello.



GgGG Grazie per le recensioni.... Al prossimo capitolo=)

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Capitolo 9
*** Vicini ma lontani ***


Quando Ino arrivò alle porte del villaggio, la gente stava iniziando ad andarsene e la folla diminuendo. Ino doveva sapere se era lui, doveva sapere se era tornato. Una parte di lei non ci sperava, non voleva illudersi, non voleva soffrire più di quanto non stesse già facendo. Una volta arrivata al di là della folla l’unica cosa che vide fu Sakura inginocchiata a terra in lacrime e delle tracce di sangue davanti a lei.

Le si avvicinò e le si inginocchio a fianco, la ragazza piangeva ma sembrava quasi sollevata. Ino non riusciva a capire, era confusa, Sakura aveva sofferto dopo la partenza di Naruto ma se ne era fatta ben presto una ragione, quindi perché si comportava in quel modo? Ino capì la risposta solo quando vide cosa Sakura stringeva tra le mani… Erano due coprifronte, due coprifronte con il simbolo della Foglia graffiato. Ad un tratto Ino capì, lui era tornato per lei, era tornato a casa e aveva riportato con se anche Sasuke. Lui le aveva promesso che per lei sarebbe tornato quello di prima e il ragazzo che era un tempo manteneva sempre le sue promesse. Ino aiutò Sakura ad alzarsi, la ragazza era felice quasi quanto lei, infondo anche il suo amore era appena ritornato a casa. Le due si precipitarono nell’ufficio dell’Hokage, volevano aiutare i due ragazzi, volevano vederli, stargli vicino.

Erano passati giorni dal ritorno dei due ma i ragazzi non si erano ancora svegliati. Le circostanze avevano costretto Ino a raccontare tutto a Tsunade, ma era stata ben attenta a non nominare mai neanche una volta quale era stato il punto d’accordo tra Naruto e la Volpe… Lei voleva che lui potesse restare lì con lei, se era necessario avrebbe mentito, avrebbe lottato ma non avrebbe mai permesso a nessuno di dividerli ancora. Non era potuta entrare all’ospedale, nessuno poteva vedere i due nukenin, ma era riuscita a corrompere una sua amica infermiera affinché le desse qualche informazione. Né Naruto né Sasuke avevano riportato ferite letali, ma non davano alcun segno di ripresa, era come se il loro chacra fosse congelato e questo sembrava preoccupare non poco l’Hokage. Ogni giorno li visitava sperando di cogliere qualche miglioramento ma era tutto inutile. I due sembravano non volersi proprio svegliare.

Ormai era quasi un mese che i due erano in ospedale e Ino non poteva più aspettare. Non aveva avuto l’autorizzazione per vedere Naruto ed era sempre più preoccupata. Dopo che lui l’aveva lasciata a Konoha si era in qualche modo rassegnata all’idea che non l’avrebbe rivisto per molto tempo e, nonostante cercasse di nasconderlo anche a se stessa, una parte di lei temeva di non rivederlo mai più. Ma poi lui era tornato, per lei, per loro, e Ino davvero non poteva sopportare l’idea di averlo così vicino senza potergli parlare, senza poterlo toccare, senza potersi prendere cura di lui. Decise che si sarebbe infiltrata all’ospedale, se necessario avrebbe stordito guardie e infermiere, ma lei doveva vederlo, doveva assicurarsi di persona delle notizie che le erano arrivate, semplicemente lei aveva bisogno di stare con lui.

Quella notte Ino entrò nella stanza di Naruto attraverso la finestra che aveva fatto lasciare aperta da un’infermiera e dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno in giro si sdraiò sul letto accanto a lui. Ino non riusciva a spiegarsi la situazione, aveva controllato e ricontrollato ma sembrava davvero che il chacra del ragazzo fosse bloccato, come trattenuto da qualcosa. Alla ragazza pareva assurdo ma era come se sentisse un potere che non apparteneva né al ragazzo né alla Volpe, era un chacra potente, ma allo stesso tempo sembrava solo un’ombra. Lei non poteva stare lì a guardare, non poteva stare semplicemente ad aspettare sperando che le cose si sistemassero, lei doveva sapere e avrebbe fatto di tutto per ottenere le risposte che cercava. Prese la mano del ragazzo e con la tecnica del capovolgimento spirituale entrò dentro di lui.

Quando Ino riaprì gli occhi il luogo intorno a lei era diverso da come lo ricordava, non era più buio e umido, l’aria era calda, profumata, ed era come se il sole splendesse anche lì. Ino iniziò a camminare nella direzione da dove sentiva provenire quella scia di chacra sconosciuto, era sicura che lì avrebbe trovato la risposta. Ad un tratto arrivò a quella che le sembrava una radura con al centro un piccolo lago e a quel punto Ino capì… Al centro dello stagno c’erano due figure che si guardavano, erano vicine ma sembrava che non riuscissero a raggiungersi, al centro di quello stagno Naruto e Sasuke lottavano per potersi toccare, per poter ricreare quel legame che entrambi desideravano ricostruire da anni. Ino si avvicinò alle spalle di Naruto, sapeva che la cosa non la riguardava, ma lei non poteva star lì a guardare, se non potevano farcela da soli li avrebbe aiutati lei.

Non appena fu abbastanza vicina sfiorò la spalla del biondo che si voltò guardandola felice con i suoi occhi cerulei. Era davvero il ragazzo di un tempo. Ino non poté far altro che sorridergli di rimando, ma Naruto si era già voltato nuovamente verso Sasuke. Il ragazzo aveva uno sguardo triste, era come se stava aspettando qualcosa anche se infondo non ci sperasse davvero. Ino gli si avvicinò, Sasuke era senza dubbio un bel ragazzo, aveva i capelli corvini più lunghi rispetto a quando aveva lasciato Konoha, ma senza dubbio la cosa che colpì di più la ragazza furono i suoi occhi, erano tristi e vuoti proprio come quelli di Naruto il giorno che l’aveva rapita. Ino sorrise anche a lui e poi gli prese la mano, era fredda e sottile, sembrava quasi quella di una ragazza. Con l’altra afferrò quella di Naruto che, proprio come ricordava era calda e decisamente più grande della sua, avvicinò le mani dei due ragazzi affinché le loro dita si intrecciassero. Improvvisamente una luce calda si diffuse intorno a loro e, l’ultima cosa che Ino vide prima di essere costretta a chiudere gli occhi, fu il sorriso comparso sul volto dei due.

Grazie per tutte le recensioni e al prossimo cap=) Un saluto da Maiservo90 e Sweetygirl95
 

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Capitolo 10
*** Domani ***


Quando mi sveglio ormai è l’alba, il sole inizia a scaldare l’aria e dalla finestra ancora aperta si sente la brezza tipica del primo mattino. Allungo la mano cercando quella di Naruto, sperando di poterla stringere, sperando che lui la stringa, ma il letto è vuoto. Mi alzo di scatto ma la testa gira, mi fa terribilmente male e per non cadere devo appoggiarmi al comodino. Mi tornano alla mente i ricordi della notte, Naruto e Sasuke in mezzo al lago, le loro mani, il calore che mi avvolgeva.

Anche se a fatica esco dalla stanza e mi dirigo in quella di Sasuke. Una parte di me si sente ferita, non posso negarlo, ancora una volta lui mi ha lasciata per qualcosa che riteneva più importante, mi ha lasciata ed è andato via, di nuovo. Un’altra parte di me invece è felice perché lui si è svegliato e sta bene, sono felice perché solo il Naruto di un tempo, solo quello che credeva ancora che ci fosse davvero qualcosa per cui valesse la pena lottare, solo quel Naruto mi avrebbe lasciata per andare da Sasuke, per assicurarsi di aver riportato suo fratello a casa.

Entro nella stanza e sono tutti lì, Naruto, Sasuke, Sakura, Iruka e Kakashi-sensei. L’aria è tesa, si vede, ma sembrano tutti felici. Vorrei entrare, vorrei stringere Naruto, vorrei che tutti capissero quanto lo amo, ma questo momento non è né per me né per noi, questo momento è solo per loro, è per lui e la sua famiglia e così deve essere. So già che probabilmente entrambi saranno giudicati e forse anche condannati, ma non ci voglio pensare. Naruto è tornato, lo ha fatto per me, perché potessimo stare insieme. Loro sono la sua famiglia, sono tutto quello che aveva ma io lo so che non è tornato per loro, lui è tornato affinché il futuro che desidera per noi possa realizzarsi. Io sarò la sua famiglia, io sarò la persona che amerà, io sarò quella che lo renderà felice perché tutto quello che aveva a Konoha è sempre stato qui ad aspettarlo, l’affetto delle persone che lo amavano non è cambiato col tempo, non è stato distrutto dalle distanze.

Mentre esco dall’ospedale e cammino sotto i ciliegi ancora in fiore lo capisco… Tutti lo vedevano come un mostro, avevano paura di lui e questo li ha portati ad odiarlo. Lui ha lasciato che il dolore lo distruggesse, ha smesso di vedere l’affetto credendo di non meritarlo, convincendosi di poter essere solo ciò che vedevano gli altri.

Ma loro non hanno mai capito nulla e neanche lui… Lui non era ciò che tutti vedevano, lui era ciò che chi lo amava conosceva, ed è per questo che avrebbe dovuto lottare, è per questo che sarebbe dovuto restare. Ma il passato non ha importanza, è per il futuro che si lotta, è il domani che si cerca di rendere migliore. Io sono pronta a lottare, a rendere il domani migliore per noi, io farò in modo che ciò che tutti vedono non abbia importanza, farò in modo che ciò che tutti vedono non possa distruggere ciò che in realtà c’è.   

Ciao sono sweetygirl95, volevo ringraziare cris94 per la sua ultima recensione... I tuoi complimenti mi hanno fatto molto piacere e sono veramente contenta che il mio modo di scrivere ti piaccia tanto! Grazie mille anche a tutti quelli che continuano a recensire=)

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Capitolo 11
*** Felicità ***


Erano passati quasi dieci anni dal ritorno di Naruto a Konoha e le cose piano piano si erano sistemate…

Naruto e Sasuke, anche se gran parte della popolazione del villaggio era stata contraria, non erano stati condannati. Entrambi avevano avuto una seconda possibilità, era così che a Naruto piaceva definirla, per Ino invece non c’entravano niente perdono e nuove occasioni, la loro non era un’altra possibilità, ma semplicemente quella che non gli era mai stata data, il diritto di avere una casa e una famiglia e di essere felici. Anche ora che era passato del tempo Ino non riusciva a sopportare le persone che guardavano di traverso l’amore della sua vita, lui non meritava quel trattamento, era lui che avrebbe dovuto perdonarli, non il contrario.

A volte la ragazza si ritrovava a pensare al tempo trascorso e a tutte le cose che erano successe, belle e brutte…

Ricordava quando l’organizzazione Alba era stata definitivamente sconfitta, ricordava il velo di tristezza che per un attimo aveva attraversato gli occhi di Naruto e ricordava anche come quella notte lui fosse stato tutto il tempo solo sotto la pioggia. Loro erano un pericolo, questo lo sapeva anche lui, ma in qualche modo, anche solo per un proprio interesse, lo avevano accolto e gli erano stati accanto, erano stati la sua “famiglia” quando lui non ne aveva una.

Ricordava il giorno in cui Tsunade decise di ritirarsi dal ruolo di Hokage e questo fu dato a Naruto, al traditore, al mostro. Sapevano perfettamente entrambi che era questo che pensava la gente, ma Ino ricordava anche il sorriso che lui si ostinava a regalare a tutti, ricordava l’impegno che ci aveva messo affinché potessero accettarlo, affinché lo vedessero per chi era davvero.

Ino ricordava molti momenti con gioia, ma quello che più di tutti la rendeva felice, era quello degli occhi di Naruto che prendevano magicamente vita mentre lei gli diceva che sarebbero diventati una famiglia, era quell’azzurro cielo diventare tanto intenso e profondo da lasciare senza fiato, tanto caldo da metterti in pace col mondo.

Sapeva che avrebbe mentito a se stessa se avesse detto che ora, a distanza di anni, il pensiero del suo incontro con lui la emozionava come allora, avrebbe detto una bugia dicendo di ricordare perfettamente ogni gesto e ogni parola di quei giorni, di avere impressi nella memoria i momenti di tutti i giorni passati insieme dopo il ritorno di Naruto a Konoha, Ino avrebbe  mentito e lei non era certo una bugiarda. Lei non ricordava tutti i momenti, ma ricordava perfettamente il numero di battiti persi, il numero dei sorrisi che lui le aveva dato, quello dei baci. Ino aveva conservato tutto come fosse un tesoro ed infondo per lei era proprio questo Naruto, lui era quello per cui lei aveva lottato, quello per cui sarebbe stata disposta a rinunciare a tutto, per Ino Naruto era tutto.

E lei sapeva che forse la sua era una mentalità stupida, assimilabile a quelle bambine che sognano il principe azzurro che lei sapeva di non essere più da tempo, ma non poteva non sorridere vedendo il piccolo Minato giocare con il cappello dell’Hokage del padre, non potevano non salirle le lacrime agli occhi vedendo il marito cullare dolcemente la piccola Kushina per farla addormentare… Ino era veramente felice.

Quando Naruto era tornato a Konoha lei credeva di dover essere la sua famiglia, era convinta di dover essere l’unica che sarebbe stata sempre e comunque dalla sua parte, Ino era sicura che lei per lui sarebbe sempre stata indispensabile, ma era in quei momenti, mentre guardava sorridendo la sua famiglia che Ino non poteva fare a meno di darsi della stupida… Naruto era la sua famiglia, lui era l’unico di cui aveva bisogno sempre e comunque, lui le era indispensabile perché lei aveva capito. Non importa quanto puoi amare qualcuno, non ha importanza ciò che tu puoi essere per l’altro, ma è l’amore che ricevi, è la sensazione di non essere mai solo che ti rende veramente felice. 


Volevamo ringraziare tutti per aver finito la storia anche se ormai è finita!
Grazie mille Maiservo90 e Sweetygirl95

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