Con la forza del cuore

di Nami
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi arrivi! ***
Capitolo 2: *** La ragazza dal volto d'angelo ***
Capitolo 3: *** Una strana coppia ***
Capitolo 4: *** La profezia ***
Capitolo 5: *** Saturday morning ***
Capitolo 6: *** Poteri misteriosi ***
Capitolo 7: *** Il principe Enma ***
Capitolo 8: *** Prendere coraggio ***
Capitolo 9: *** Hiei: il demone dal terzo occhio ***
Capitolo 10: *** Duri ricordi ***
Capitolo 11: *** Un' importante promessa ***
Capitolo 12: *** La decisione ***
Capitolo 13: *** L'occhio del diavolo ***
Capitolo 14: *** Verità da nascondere ***
Capitolo 15: *** Minaccia ***
Capitolo 16: *** La squadra ***
Capitolo 17: *** L'importanza di un sogno ***
Capitolo 18: *** Youko Kurama ***
Capitolo 19: *** Gelosia ***
Capitolo 20: *** Il segreto di Kurama ***
Capitolo 21: *** Inizia la missione ***
Capitolo 22: *** La gita ***
Capitolo 23: *** Qualcuno nell'ombra...... ***
Capitolo 24: *** KURISUMASU! - La festa di Natale ***



Capitolo 1
*** Nuovi arrivi! ***


Con la forza del cuore



CAPITOLO 1: Nuovi arrivi!



Non conosceva il motivo, ma quella notte non riusciva a chiudere occhio. Forse non era nemmeno poi così stanco, anzi. A dirla tutta, benchè fossero ormai le undici passate, si sentiva talmente in forza da poter ridurre a pezzi un intero palazzo. Forse non aveva più nemmeno voglia si starsene a letto. Si era fermato da sua madre, era molto che non passava a trovarla. Negli ultimi tempi poi, era così impegnato con le varie battaglie, che non ne aveva più avuto il tempo. Quella notte però, sembrava così tranquilla, in giro non c'era quasi più nessuno ormai, soltanto qualche coppia che usciva dai locali e qualche auto che percorreva la strada. La luna era quasi piena ormai ed era così grande, così luminosa.. gli era venuta voglia di passeggiare per la strada sotto quella meravigliosa luce lunare.
Lasciò che il vento leggero della sera soffiasse fra i suoi capelli rossi, gli piaceva quella sensazione, non capitava spesso di poter camminare in pace, senza pensieri, senza nessuno. Ci voleva proprio quella tranquillità.
Non poteva immaginare che pur essendo appena cominciata, stesse per giungere al suo termine.
Continuò il cammino, dritto davanti a sè, senza una meta, senza sapere dove stesse andando, ormai le sue gambe erano diventate due muscoli involontari e agivano da sole, per conto loro. Ma gli andava bene così, perferiva lasciarsi trasportare.
Ma in quel silenzio notturno, sotto quella luce lunare che appariva più forte dei lampioni accesi, qualcosa gli penetrò nei timpani, costringendolo a fermarsi. Con le mani in tasca, completamente immobile, si limitò a voltare di poco il capo, cercando la fonte di quel suono. Era certa di aver sentito un bidone della spazzatura che si ribaltava, da quella parte c'erano i cassonetti, in un piccolo e stretto viale. Non vide nessuno.
Sorrise fra sé e sé.
Era talmente abituato ad essere circondato dai guai, che si sentiva seguito d'appertutto. In fondo, un demone famoso come lui, dall'aura spirituale così potente, faceva gola a qualunque mostro che ormai popolava la città. Probabilmente era stato solo un gatto, perciò perchè preoccuparsi per niente? Riportò lo sguardo davanti a sè, mantenendo le mani nelle tasche sei suoi bianchi pantaloni. Non fece in tempo a mettere il piede d'innanzi all'altro, che un'ombra al quanto strana, sbucò da quel vicolo stretto e buio. Vide due individui, di cui soltanto uno possedeva un odore demoniaco. Il tizio di corporatura esile con il cappotto e il cappuccio, doveva essere umano. Si fissavano in silenzio. Lo yookai ringhiava e si mise in posizione d'attacco. Lui non aveva la minima idea di cosa quell'umano avesse fatto per renderlo così furioso, sapeva soltanto che di li a poco, sarebbe certamente stato ridotto in pezzi. E lui ne aveva abbastanza di vedere cadaveri umani disseminati qua e la. Anche ai telegiornali non parlavano d'altro.
Il demone si lanciò contro l'umano, il quale con una capriola all'indietro, riuscì a schivare il suo colpo, che se non avesse cercato di evitare, l'avrebbe ammazzato.
Si voltò verso di lui, ansante. Aveva due occhi marroni che brillavano sotto la luna e un viso che, seppur nascosto dal cappuccio, appariva liscio e lineare. Non voleva sbagliarsi, ma quei linemanti così delicati, quel profumo.. appartenevano ad una ragazza.
Fece in tempo a guardarla attentamente, prima che lei cominciasse a correre nel centro della strada, inseguita da quell'essere schifoso. Li ripugnava. Li ripugnava tutti quelli come lui, anche se apparteneva alla sua stessa razza. Prendersela con una ragazzina nel cuore della notte poi, lo trovava un gesto ripugnante e per nulla cortese. Spinto dal suo carattere di indole buona, si precipitò all'inseguimento del mostro, sperando di fare in tempo, di salvare l'umana prima che potesse finire ridotta in poltiglia. Lui, Kurama, colui che un tempo era conosciuto da tutti nel mondo degli spiriti con il nome di Youko, ormai avrebbe dovuto essere nominato il paladino del Giappone. Non era certo la persona più adatta a questo incarico, accanto a lui, c'era chi meritava davvero quella missione, chi da tempo la possedeva. Ma dovunque andasse, in quel periodo, i demoni c'erano, intorno a lui, a volte anche impregnati di sangue umano.

- Che schifo.. -

Gli venne da pensare.
Era veloce. Quell'umana andava davvero forte per avere le gambe più corte delle sue. Li aveva del tutto persi di vista. Non ce l'avrebbe fatta, ormai era troppo tardi. Pensò soltanto che era stanco di quella vita, era stufo di girare la città con la certezza che qualcuno, davanti ai suoi occhi, ci avrebbe rimesso le penne. Si soffermò per un attimo a prendere fiato, finchè, un urlo straziante di dolore, gli indicò la via esatta. Svoltò a sinistra e come previsto, davanti a lui, c'era un cadavere. Eppure.. il morto era lui, lo yookai. Era quel demone a non emanare più alcun sengo di vita. Era disteso con gli occhi spalancati con qualcosa conficcato nello stomaco. Si avvicinò di poco e notò un asta di metallo, simile a quella di un palo. Si accorse che accanto a lui, per terra c'era un cartello stradale, di poca importanza visto che veniva sempre ignorato. Da quanto rammentava, il palo sul quale stava attaccato era in bilico da parecchio tempo.. doveva dunque essere caduto. Eppure non si spiegava come fosse finito nel suo stomaco. Qualuno lo aveva ucciso, ma chi? Si guardò intorno. Dell'umana alcuna traccia, era sparita. Che fosse.. no, era assurdo. Per quale motivo fuggire se avrebbe potuto difendersi sin dall'inizio? Ormai più nulla aveva una spiegazione.

Quella mattina, il sole era sorto luminoso nel cielo azzurro e la gente si preparava per la solita vita quotidiana. C'era chi andava al lavoro, chi andava a scuola e chi invece poltriva davanti alla televisione.
Yusuke Urameshi, si ritrovò nella stessa identica situazione di sempre. Steso nel suo letto, dormiva profondamente, finchè la voce perforante di sua madre, lo costrinse ad aprire gli occhi.

- Uffa che rottura di scatole! -

Sbottò sollevandosi faticosamente.

- Mai una volta che mi lascia saltare la scuola! Non ha idea di quanto mi sbatto durante la settimana! -

Proteggere il mondo purtroppo, non era un'impresa semplice, specie negli ultimi tempi. Gli sembrava che il numero degli yookai fosse aumentato e alla tv, si parlava spesso di strani incidenti avvenuti in circostanze strane. Alcuni farneticavano su qualche possibile bestia feroce scappata dallo zoo o durante l'importazione, chi invece pensava ad uno psicopatico che si divertiva a dilagnare i corpi dei passanti. Però loro tutti sapevano, qual era la verità. Lui e i suoi amici, erano a conoscienza dei fatti e purtroppo, non potevano fare a meno di sentirsi responsabili. Erano loro i predestinati, il piccolo Enma aveva nominato lui "detective del mondo spirituale". Tuttavia, la sua vita non comprendeva solamente la sua pericolosissima missione. Era soltanto un ragazzo del liceo. Come poteva occuparsi sempre di tutto? Nessuno di loro purtroppo, era in grado di impedire ogni singolo incidente.

- Uffa.. -

In fondo in fondo, preferiva di gran lunga combattere piuttosto che andare a rinchiudersi fra quattro mura dietro ad un lurido e insulso banco di scuola. Quel giorno aveva persino un compito in classe e già sapeva quale sarebbe stato il suo voto. Nello scorso test aveva ottenuto 20 punti su 100, nonostante avesse letto almeno qualche frase sugli appunti scopiazzati. Quella volta si trovava nei guai fino al collo. Chi la sentiva sua madre se si fosse presentato a casa con in mano un compito nullo? Perchè era quello il votaccio che si sarebbe beccato.
Fu inutile quindi cercare di sorridere, perchè di primo mattino era già di cattivo umore. Sperava soltanto di non incontrare quella rompiscatole di Keiko o gli sarebbe venuto pure il mal di testa.

- Hai studiato per il compito? Non hai nemmeno aperto libro? Vergognati, sei un somaro! No che non ti faccio copiare, arrangiati da solo! -

Sarebbero state queste le sue parole e non voleva rischiare di farle del male.

Immerso fra i suoi mille pensieri e le mille bestemmie per le schede da compilare che si sarebbe presto ritrovato davanti agli occhi, giunse d'innanzi all'istituto in un lampo. Lanciò qualche occhiata intorno a sé. La vide, Keiko stava chiacchierando con il sorriso sulle labbra insieme alle sue amiche. Persino in una mattina così orribile riusciva a mostrarsi allegra.

Cercando di non farsi notare da lei, si mischiò fra la folla di studenti che si riunivano in cortile prima del suono della campana e sgambettando a tutta velocità, si rintanò all'interno della scuola sospirando sollevato. Pericolo scampato, almeno, il primo della sua giornata. Decise di salire in aula, a quell'ora non ci sarebbe stato ancora nessuno, ne avrebbe approfittato per godersi un pò di quella tranquillità che da tempo gli mancava.
Fece scorrere la porta e imbronciato si recò al posto che gli spettava. Accavallò le gambe sul banco e incrociò le braccia dietro alla nuca.

- Uffa! -

Disse mentre i raggi del sole mattutino gli illuminavano il volto.
Non si era accorto di niente.
Proprio in quell'istante, ebbe come la sensazione di non trovarsi da solo. C'era qualcuno insieme a lui in quella classe, qualcuno che era sicuro, non aveva mai visto in vita sua. Alzò lo sguardo e così i suoi occhi, s'incontrarono con quelli scuri di una ragazza alla finestra che lo fissava in silenzio, quasi stupita.

- E tu chi sei! -

Disse paralizzato da quell'immagine così sublime. Non aveva la minima idea di chi si trattasse, sapeva solo che era terribilmente affascinante e che il suo volto, illuminato dal sole, sembrava ancora più perfetto. Portava i capelli lunghi, che ricadevano dolcemente sulle spalle. Erano castani, come quelli di Keiko e piuttosto arricciati. Il suo sguardo sembrava così dolce e il suo corpo sotto la divisa scolastica, appariva snello e privo d'imperfezioni.

- Hai sbagliato classe! -

Disse cercando di darsi un tono da duro.

- No, non ho sbagliato! -

Rispose naturalmente lei.

- Come? -

- Mpf! -

Che bel sorriso..

- Si può sapere a cosa stavi pensando? Non mi hai nemmeno notata quando sei entrato! -

Eppure era proprio sulla sua traiettoria.

- A niente di particolare.. -

Lei allargò maggiormente le labbra, prima di portare le braccia dietro alla schiena e di scostare lo sguardo sul vetro della finestra.

- Quest'aula da proprio sul cortile ed è anche ben esposta al sole! Mi piace! -

Disse.

- Non la penserei così se fossi in te.. -

Lui la detestava.

- Sarà.. comunque.. io la trovo perfetta! -

- Perfetta per cosa? -

- Che sciocca! Non mi sono ancora presentata! -

Osservò sbadatamente.

- Io sono Max (mi piace troppo questo nome, non posso fare a meno di usarlo, nda) Okino! La tua nuova compagna di classe! Molto piacere! -

Sorrise di nuovo calma.

Restò in silenzio a fissare quella bella ragazza che sosteneva di essere una sua nuova compagna di classe.

- Ah si? -

- Già! Sai com'è.. ho appena cambiato città! -

- E da dove verresti? -

- Kyoto! -

Cercò di rammentare il suo nome. Come aveva detto di chiamarsi? Okino.. il cognome lo ricordava. Max..

- Allora non è molto lontano da qui! E io che credevo provenissi dall'estero! -

- Perchè? -

- Il tuo nome.. non è di origine giapponese! -

- No, infatti! Mio padre era americano! -

Spiegò.

- Wow! Allora devi essere un genio in inglese! -

- Diciamo che me la cavo! -

Chissà. Magari avrebbe potuto trovare il lei un valido aiuto.

- Oh, la campanella.. -

Esclamò ascoltando quel suono che ormai, non udiva da tempo.

- Sai indicarmi il posto che generalmente resta vuoto? -

Le avevano detto che avrebbe certamente trovato un banco libero.
Yusuke sollevò lentamente il braccio e con il dito indicò il posto accanto al suo.

- Questo! -

Disse.

- Grazie! -

Raccolse la sua cartella e raggiunse la sua postazione. Si sedette dietro al banco, si stirò le braccia stanche e sbadigliò portandosi la candida mano bianca sulla bocca.

- E tu? -

Riprese in seguito.

- Io cosa? -

- Non mi hai detto il tuo nome! -

- E' vero, hai ragione! -

E per la prima volta dopo qualche minuto, lo vide sorridere.

- Yusuke Urameshi! -

Allungò la mano verso di lei.

- Piacere! -

Lei annuì e ricambiò la stretta di mano.

- Piacere Urameshi! -

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Capitolo 2
*** La ragazza dal volto d'angelo ***


CAPITOLO 2: La ragazza dal volto d'angelo



L'aula si riempì in fretta e ognuno prese posto al proprio banco. Si salutarono tutti come ogni mattina, aspettando dolorosamente il momento del suicidio: il compito in classe.

- Ehi, psst! Urameshi! -

Il ragazzo scostò il capo verso l'amico.

- Chi è quella ragazza? -

Era abituato a vedere il posto da lei occupato sempre vuoto.

- Viene da Kyoto, ha appena fatto l'iscrizione! -

Spiegò.

- Ah! Però.. è carina! -

Disse con un sorriso che non gli piacque per niente.

- Buon giorno! -

Bastò la voce del professore per ammutolire quel caos che ogni giorno si accendeva in classe prima delle lezioni.
Sembravano tutti al patibolo, nessuno pronunciava una sola parola.

- Dunque! -

Tossicchiò per attirare l'attenzione.

- Come sapete.. oggi dovrebbe esserci il test.. -

Di nuovo silenzio.

- Ma vi comunico che è rinviato alla settimana prossima, quindi usate questi sette giorni per studiare! -

Immediatamente sui loro volti, comparve un sorriso larghissimo e il brusio che poco prima si era spento, riprese come se nulla fosse accaduto.

- Calma! Capisco la vostra gioia! Lasciate almeno che vi spieghi il motivo! -

E con lo sguardo vagò fra i banchi.

- Se ho spostato il test, è solo perchè quest'oggi è giunta in classe la vostra nuova compagna! -

Si scambiarono delle occhiate interrogative, erano talmente presi dalla paura di quel compito, che non si erano accorti di nulla.

- Okino c'è? -

- Si! -

Esclamò la ragazza alzandosi in piedi. Tutti gli occhi erano puntati su di lei. Doveva ammettere di sentirsi a disagio, ma mantenne lo sguardo serio a testa alta.

- Dunque! Lei è.. Max Okino! Viene da Kyoto e si è iscritta ieri! Mi raccomando, siate gentili e prestatele gli appunti! -

Si aspettava che i suoi nuovi compagni iniziassero a bisbigliare cose strane su di lei, del resto era ancora una novità. Invece tutti la salutarono amichevolmente, con la gioia dipinta sul volto.

- Che schianto! -

Discutevano i ragazzi.

- Benvenuta! -

Ma in realtà forse, l'unica ragione di quel caloroso benvenuto, era il fatto che grazie al suo arrivo non avrebbero dovuto tenere il test scritto di matematica.
Sospirò e tornò a sedersi.

- Ciao splendore! -

Un ragazzo alto con i capelli rossi, scavalcò Yusuke con il braccio e lo allungò verso di lei.

- Io sono Kazuma Kuwabara! Ma tu puoi chiamarmi Kazuma! -

Mille stelline brillavano intorno a lui.

- Modestamente.. sono l'idolo della scuola.. e anche delle donne! -

- Ah si? -

Doveva essere tutto suonato.

- Piacere! -

Disse soltanto mentre Yusuke tratteneva una risata. Kuwabara non perdeva mai occasione per sfoggiare il suo "fascino", se mai ne avesse posseduto uno.

Come al solito, la lezione di matematica si rivelò una noia mortale, più volte era sul punto di addormentarsi. L'aveva osservata spesso, sembrava la classica secchiona. Prendeva appunti tutto il tempo, non aveva staccato un momento gli occhi dal quaderno. Ci mancava solo un'altra studiosa come Keiko. Poi, la campanella della ricreazione, rimbombò nella classe e finalmente, poteva chiudere quel quaderno, sul quale non aveva segnato nemmeno un calcolo. Tutti ne approfittarono per scambiare almeno due parole con Okino, a quanto sembrava, aveva riscosso già un gran successo e nella scuola era già girata la voce. Molti studenti delle altre classe fecero capolino da loro solo per vedere il volto della nuova arrivata.

- Okino! Ti chiami così vero? -

- Si! -

Keiko era riuscita a farsi spazio fra i compagni.

- Ciao! Io sono Keiko Yukimura! -

Aveva uno sguardo molto dolce.

- Ciao! Io sono Max! -

- Max.. americana? -

- No! Sono giapponese! -

Era molto facile scambiarla per una straniera. Anche i suoi lineamenti erano molto differenti.

- Capisco.. -

Disse poco convinta.

- Ascolta, oggi devo trovarmi con un'amica! C'è un negozio molto carino qui vicino a scuola! Ti va di venire insieme a noi? -

Aveva proprio voglia di fare acquisti.

- Perchè no! Volentieri, grazie! -

- Perfetto! -

Non avrebbe mai pensato che fare amicizia sarebbe stato così semplice.

- Mannaggia! -

Sbottò Kuwabara deluso.

- Non sono riusciti a parlarci nemmeno per un secondo.. è sommersa! -

- Di che ti stupisci, è ancora una novità per la scuola! -

E poi era così carina.

- Già.. ma guardala! Non è stupenda? -

- Hai fatto in fretta a dimenticare Yukina, vedo.. -

- Non l'ho dimenticata! Solo che lei non è qui ora.. no? -

- Si si.. certo.. perchè non ammetti una buona volta che sei soltanto un cascamorto? -

Amava le donne. Più di qualunque altra cosa.

- E se anche fosse? E' un reato innamorarsi? -

- Ah, quindi ti innamori di qualunque bella donna ti si presenti davanti! -

- Non è affatto così! Non mi infastidire! -

- Come vuoi.. -

Notò Keiko mentre trascinava Okino lontano dalla classe. Credeva fosse carino portarla in giro per la scuola. Era la prima volta che la vedeva così entusiasta, la conosceva da pochi secondi, e già la stringeva per mano. Le donne, non sarebbe mai riuscito a comprenderle.

Incredibile come volavano le giornate, il suo primo giorno di scuola era già terminato. Per tutto il giorno Keiko, le era stata appiccicata come un francobollo, ma non le aveva dato per nulla fastidio, al contrario.

- Dove ci aspetta la tua amica? -

- Alla fermata! Vieni! -

Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva percorso il cortile di una scuola fra così tanti ragazzi? Ormai non lo rammentava più. Erano passati dei mesi ormai, si era tenuta in pari, ma la sua vita era completamente cambiata. Il trasloco si era rivelato piuttosto duro, anche per sua madre.

- Posso farti una domanda Max? Oh, non ti dispiace se ti chiamo per nome, vero? -

- Affatto! Dimmi pure! -

Per la verità detestava tutte quelle formalità.

- Come mai hai un nome straniero? -

- Lo sai, non sei la prima a domandarmelo! -

A Kyoto, molte persone volevano sapere la stessa cosa.

- Io sono giapponese, ma mio padre era americano! Per questo.. i miei hanno voluto darmi un nome straniero! -

- Ora ho capito.. ma sbaglio o hai detto "era"? Come mai parli al passato? -

Si rese immediatamente conto di aver domandato qualcosa di inopportuno. Max si soffermò con lo sguardo posato sui suoi piedi e per diversi secondi non disse una parola.

- E' morto.. -

Rispose in fine.

- Scusa, non lo sapevo! Perdonami! -

- Non ha inportanza! -

Ripresero dunque il cammino. Quella città era proprio bellissima. Sembrava addirittura più grande di Kyoto. Non c'erano paragoni. E poi possedeva così tanti negozi e dei locali dalle insegne a dir poco spettacolari.

- Ah, scusa un attimo! -

Qualcosa vibrava nella sua cartella. La aprì cautamente e tirò fuori un cellulare.

- Mamma? Si ciao! Tutto ok! Si.. come? Adesso? Veramente.. -

Era sua madre..

- Capisco.. va bene! A dopo! -

Sospirando delusa, ripose il telefonino in cartella.

- Keiko, sono desolata! Purtroppo abbiamo appena traslocato e.. mio fratello ha bisogno di qualcuno che badi a lui, mia madre deve cercarsi un lavoro.. -

- Hai un fratellino? Non preoccuparti, sarà per un'altra volta! Ci vediamo domani allora! -

- A domani! -

L'idea di fare shopping l'aveva così elettrizzata.. peccato, si sarebbe divertita.

Percorse il cortile in silenzio, da solo, mentre sentiva i brusii delle ragazze che ridacchiavano senza togliergli gli occhi di dosso. Era molto popolare nella sua scuola e non solo come studente di primo livello. Ma ormai, non ci faceva più nemmeno caso. In realtà sapeva di non essere come loro, era diverso. Ai loro occhi appariva come un essere umano, ma sapeva, che nelle sue vene scorreva il sangue di uno yookai. Lui era Kurama, un demone. Loro non lo sapevano. A testa alta proseguì fino al semaforo. Come ogni giorno aspettò di attraversare la strada. Che vita strana la sua.. sembrava quasi che avesse due personalità, che si sdoppiasse come per magia.. in realtà, l'essere umano che camminava in quelle strade con addosso una divisa scolastica, era lo stesso demone dai capelli d'argento, lo stesso ragazzo che usava le piante come armi taglienti, lo stesso yookai che combatteva ogni giorno.
Ebbe una strana sensazione. Avvertiva la presenza di qualcuno.. qualcuno che gli sembrava di aver già conosciuto. Eppure.. intorno a lui sembrava tutto tranquillo.
Attraversando la strada notò una persona davanti a lui, una ragazza.. ma non pensò nemmeno di guardarla in faccia, non gli interessava. Ma non appena i due s'incrociarono, sentì qualcosa d' insolito dentro di lui. Cosa rappresentava? Non era il male, ma neanche il bene. Si voltò di scatto e i loro sguardi, verde smeraldo e marrone scuro, si unirono in silenzio. Si guardarono per qualche istante. Quei capelli castani, quei lineamenti.. quegli occhi.. quell'espressione così angelica, dove l'aveva già vista?
Il clacson dell'auto lo avvertì del pericolo.
Non si era accorto che il semaforo era tornato rosso e che se non si fosse spostato da li, la macchina lo avrebbe preso in pieno. Con un balzo all'indietro la schivò per un soffio e udì le grida infuriate del guidatore che gli lanciava dietro tante di quelle parole.

- IMBECILLE! IMPARA A GUARDARE IL SEMAFORO LA PROSSIMA VOLTA! -

Riportò lo sguardo dall'altra parte della strada. Vide che la ragazza era ormai lontana, camminava elegantemente verso l'ignoto e in quell'istante, rammentò ogni cosa. Era buio, ma ricordava perfettamente il suo volto, quei lineamenti. Era lei la ragazza che fuggiva da quel demone, colei che aveva cercato di proteggere e che all'improvviso, era sparita dai suoi occhi. L'unica cosa che trovò fu il cadavere di quel mostro, di lei nessuna traccia. Morta o viva, era certo di non rivederla mai più. Invece.. invece eccola li, viva, sana e salva. Aspettò pazientemente che svoltasse l'angolo, finchè davanti a lui, non ci fu solamente l'asfalto.
E mentre si allontanava anch'egli da quell'incrocio, una domanda si formò nella sua mente, anzi, forse più di una. "Chi era quella ragazza? Ma soprattutto e cosa più importante, cos'aveva sentito nell'istante in cui i loro corpi si erano sfiorati in quella strada?"

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Capitolo 3
*** Una strana coppia ***


CAPITOLO 3: Una strana coppia



C'erano scatoloni seminati d'appertutto, quasi era impossibile muoversi. Si ascugò la fronte madida di sudore, aspettando il ritorno di sua figlia.
Lanciò un'occhiata sul divano, il piccolo si era addormentato, anche lui aveva risentito del trasloco. Era stata dura cambiare vita, specie per lei, la sua adorata bambina che portava ancora nel cuore quella grossa ferita. Aveva lasciato ogni cosa: la sua casa, i suoi amici, la sua scuola.. suo padre.

- Sono a casa! -

- Cara, ciao! -

L'accolse calorosamente.

- Com'è andata a scuola? -

- Bene! -

- Tutto qui? -

- Perchè? -

- Accidenti, non usare tutto questo entusiasmo.. rischi di contagiarmi.. -

Mostrò un sorriso tirato, prima di posare la cartella e di slacciare il nodo della divisa.

- Ma.. c'è qualche problema? Non hai fatto amicizia con qualcuno? -

- Si, ma non è questo il punto! -

- E allora cosa c'è? -

- Lo sai qual è il problema, mamma! -

Sempre lo stesso, giorno dopo giorno.

- Lo so che soffri molto.. credi forse che io abbia dimenticato? E poi.. nemmeno io sono felice di aver lasciato la città nella quale tuo padre riposa.. -

- Mi chiedo cosa ci siamo venute a fare qui! -

E salutò il suo fratellino, che appena svegliato, cercò di saltarle in braccio.

- Va bene, ho capito.. sei di cattivo umore! Io esco, vado a cercarmi un lavoro.. non aspettarmi presto! -

- Si, come vuoi! -

Era abituata a vederla rincasare tardi.


- Mi chiedevo dove ti fossi cacciato! -

La voce dell'amico lo costrinse a fermarsi.

- Ciao anche a te! Io sto bene, grazie! -

- Non te l'ho chiesto! -

- Infatti! -

Del resto, cosa pretendere da lui? Esprimeva in quel modo il suo affetto.

- Si può sapere dove ti eri cacciato? Sono giorni che non ti fai vedere in giro! Dimmi, stai ancora da tua madre? -

- Non dovrei? Era più di un mese che non passavo del tempo con lei! Con tutti i nostri impegni.. -

- Già.. -

Scese dall'alto ramo dell'albero.

- E come sta? Si è ripresa bene? -

- E' in forma perfetta! Del resto lo sai che l'energia spirituale fa grandi miracoli! -

Ricordava ancora quella notte, in cui per la prima volta, aveva scambiato un discorso con Yusuke, la stessa notte in cui entrambi, avevano quasi sacrificato la loro vita per salvare quella di sua madre. Aveva ordinato allo specchio magico, uno dei tre oggetti malefici del regno degli spiriti, di salvare la sua povera mamma malata, che lo aveva cresciuto con tanto affetto e che purtroppo, se non avesse fatto qualcosa, sarebbe morta. Il prezzo da pagare, era la sua vita, ma non gli importava. Per sua madre, la persona più cara che possedeva, lo avrebbe fatto senza rimpianti. Sollevò la sua mano e la posò sulla superficie d'argento dello specchio. Lo spirito dello specchio lo avrebbe ucciso.. se non fosse stato per Yusuke. Alzò la mano sopra la sua, disposto a consegnare la sua vita al posto suo. Non poteva dimenticare le sue parole..

- Non hai idea di cosa significhi vedere piangere la propria madre per te. E' un dolore straziante che ti farà rinpiangere ogni cosa! -

Gli aveva detto.

- Se muori per salvarla, lei ne soffrirà tantissimo e probabilmente non si darà pace per il resto della sua vita! E' davvero questo quello che vuoi? -

Così, visto il loro grande coraggio e la loro forza di volontà nel cuore, lo spirito dell'oggetto magico, decise di risparmiare entrambi e di guarire sua madre senza nulla in cambio.

- Che cosa c'è? Hai una faccia.. -

Osservò il ragazzo.

- Non preoccuparti Hiei, stavo solo pensando! -

Dalla notte precedente non faceva altro.

- Sarà.. -

Constatò prima di scomparire nel nulla.

- Sempre il solito! -

Forse era l'unico in grado di comprenderlo. Hiei si comportava sempre allo stesso modo, era misterioso, non si lasciava andare con nessuno, tranne forse con lui. Sapeva capirlo, perchè era a conoscenza del suo passato. Un passato doloroso da ricordare, che gli aveva procurato una brutta ferita, una ferita ancora aperta. Probabilmente, non sarebbe mai scomparsa.

- Sono a casa! -

Disse ad alta voce varcando la porta.

- Oh Shuichi, ciao caro! Bentornato! -

- Stai uscendo? -

- Si! -

Indossò la giacca e prese le chiavi dell'auto.

- Sto andando in ufficio, ma non rientrerò tardi! Ceniamo insieme anche stasera? -

- Certo! -

Dov'altro avrebbe potuto andare? Quello era l'unico luogo dove si sentiva veramente a casa.

- Allora a dopo! -

Gli scoccò un bacio sulla guancia e chiuse la porta alle sue spalle. E pensare che lei, avrebbe potuto non essere li in quel momento, se non fosse stato per lo specchio magico. Solo per salvare lei, lo aveva rubato dal regno degli spiriti. Così facendo, insieme a Hiei e un altro demone del quale ormai non ricordava più nemmeno il nome, si era macchiato di un crimine terribile, del resto nella sua vita passata, era il famoso demone volpe Youko, bandito del regno spirituale. Fuggendo si era rifugiato nel corpo di sua madre e così, un bel giorno, nacque lui, Shuichi Minamino.

Finalmente, dopo una dura settimana di studio, giunse il venerdì, la fine delle lezioni. Non vedevano l'ora di passare un bel week end.
Si era ambientata bene nella sua nuova scuola, aveva famigliarizzato con molti studenti, anche delle altre classi. Sembrava una persona socevole, sempre allegra, sorridente. Piaceva a tutti, specialmente ai ragazzi. Facevano la fila per parlarle, non si stancavano mai.

- Ehi Max, sto andando al centro commerciale, vuoi venire? -

- Grazie Keiko, ma purtroppo sono impegnata, devo cercarmi un lavoro! -

- Come? Un lavoro? -

Esclamarono in coro.

- Okino.. vuoi lavorare? -

Così giovane.

- Si! Vorrei aiutare mia madre! Lavora sempre moltissimo durante la settimana, ha appena trovato un posto, ma a quanto pare è piuttosto dura! -

Come sempre.

- E tu vuoi andare a lavorare per dare un contributo? Caspita, sei veramente in gamba! -

Osservò Keiko entusiasta, mentre Yusuke e Kuwabara si scambiarono un'occhiata di perplessità.

- Allora ti auguro buona fortuna! Ci vediamo lunedì! Piuttosto, hai bisogno di una mano per il compito? -

- Non credo.. ho già tutti gli appunti e mi sono messa in pari senza problemi.. nel caso ho il tuo numero! -

- Certo! Non esitare a telefonarmi se hai bisogno d'aiuto! -

Keiko era una delle migliori studentesse.

- Grazie, sei molto gentile! -

Nessuno si era rivelato così disponibile con lei, nemmeno alla vecchia scuola.
Uno dopo l'altro, lasciarono l'istituto pronti a passare un venerdì pomeriggio con i fiocchi, del resto sapevano, che nei due giorni a seguire, si sarebbero dovuti immergere nei libri, senza un attimo di riposo.
Girò parecchi negozi, senza successo. O erano colmi di personale, o stavano chiudendo, o non avevano bisogno di qualcuno. Dove avrebbe potuto andare a lavorare? Ci teneva davvero ad aiutare sua madre, purtroppo non la vedeva quasi mai, soltanto la domenica poteva riposarsi, ma non era abbastanza. Si sbatteva come un guanto, solo per mantenere lei e suo fratello, tutto perchè suo padre, non era più in vita. Faceva più di quanto avrebbe dovuto fare, si erano appena trasferite e non aveva nemmeno avuto il tempo di sdraiarsi sul divano davanti alla televisione.
Immersa nei suoi pensieri, si ritrovò in fondo alla strada. Quella zona non l'aveva ancora visitata. Quanta vegetazione, sembrava un bosco. Aveva proprio voglia di camminare in mezzo al verde, per lei era un modo come un altro per rilassarsi dopo una giornata faticosa. Scavalcò la ringhiera di metallo e si fece spazio fra le folte foglie delle piante. Faticando sbucò dalla parte opposta, in mezzo al prato, fra gli alberi che coprivano il viale dal sole.

- Che meraviglia! -

Stringendo la cartella fra le mani, cominciò il suo cammino. C'era un profumo buonissimo nell'aria, lo adorava, un odore forte di muschio verde, le piaceva tantissimo. Ma le mancava quello del mare. Dove abitava lei, lo vedeva spesso, ne sentiva il profumo. Li dov'era invece, non udiva più nemmeno il verso dei gabbiani, lo rimpiangeva. Si soffermò facendosi cogliere dalla tristezza. Sospirò e sollevò lo sguardo. Le foglie degli alberi, quasi si intrecciavano fra loro, qualche raggio di sole passava attraverso i rami e si rinfrangeva sul terreno. In mezzo a quella tranquillità così avvolgente, non si accorse nemmeno che in realtà, era solo apparente.
Senza che potesse muovere un dito, due grosse mani le tapparono la bocca. Una risata alle sue spalle.. un odore nauseabondo. Lasciò cadere la cartella e cercò di liberarsi dalla presa.

- Ma guarda un pò che dolce bocconcino! L'ideale per il mio appetito! -

Quasi le mancava il respiro, si sentì sollevare da terra con una forza disumana. Probabilmente fino a quel momento, era stata pedinata ed era così intenta a pensare al mare che non aveva sentito nemmeno un passo dietro di lei. Si sentiva mancare, non riusciva a respirare. Finchè all'improvviso, i suoi piedi non toccarono di nuovo terra e il corpo robusto di quell'essere le cadde pesantemente addosso, costringendola ad accasciarsi sull'erba.

- Ahi! -

Disse cercando di liberarsi da quelle braccia.

- Stai bene? -

Una voce dolce.. a chi apparteneva?

- Emm.. si.. -

Rispose spostando il corpo. Era forse morto? Notò una ferita nella schiena.

- Non dovresti venire qui da sola, è pericoloso! -

Quella foresta, all'apparenza così bella e tranquilla, era la dimora perfetta per gli yookai.

- Non lo sapevo.. -

Una mano comparve davanti ai suoi occhi. Sollevò lo sguardo. Occhi verde smeraldo, capelli rossi, un bellissimo sorriso. Ma quel ragazzo.. ancora..

- Ce la fai ad alzarti? -

Era paralizzata, ma non era paura quella che sentiva. I suoi occhi la bloccavano.

- Credo.. -

Titubante afferrò la sua mano e tornò in piedi perfettamente eretta. Com'era alto..

- Grazie.. -

Disse solamente.

- Tsè.. forse ti sei dimenticato di me.. -

C'era qualcuno con lui? Non ci aveva fatto caso.

- Scusa Hiei.. -

Un giovane ragazzo con i capelli scuri, una fascia bianca sulla frotte, occhi rossi come il fuoco, una veste nera.

- Sei stata fortunata! -

Irruppe sgarbato.

- Ma la prossima volta potremmo non trovarci nelle vicinanze! -

Ma chi era quel maleducato?

- E chi ti ha chiesto niente? -

Sbottò lei.

- Tsk! -

- Piuttosto, non mi hai ancora risposto! Che ci facevi qui da sola? -

Riprese Kurama.

- Ah.. ecco.. a dire il vero volevo soltanto dare un'occhiata.. io sono nuova di qui, non conosco la zona! -

- Ho capito! -

Non poteva immaginare che in quel luogo così bello, potessero esserci pericoli simili.

- Kurama! -

- Che cosa c'è? Sei ancora di cattivo umore? Andiamo, rilassati un pò! -

Disse calmo l'amico.

- Ma falla finita! Non credi che ora possa cavarsela da sola? -

- L'abbiamo salvata.. ma finchè resta qui, è sempre in pericolo! -

Ecco, doveva immaginarlo.

- Io non vengo più da nessuna parte insieme a te! -

- Posso fartela una domanda? -

Chiese ironica lei.

- No! -

Rispose seccato.

- E io te lo chiedo ugualmente! Sei sempre così simpatico? Complimenti, la tua allegria è contagiosa, mi fai sorridere! -

Spiegò divertita. Kurama voltò il capo dalla parte opposta, cercando di mascherare la sua silenziosa risata.

- Non sei affatto spiritosa! -

- Beh, non sono l'unica! -

Non sapeva chi era, non conosceva il suo nome, nè da dove saltasse fuori. Sapeva soltanto che gli stava venendo una grande voglia di prenderla a ceffoni. Non avrebbero dovuto soccorrerla.

- Kurama, se ti sposti la faccio secca! -

- Provaci! -

Disse lei con aria di sfida.

- E' una minaccia? -

- No, cosa fai a pensare! -

- Ok, basta così ragazzi! E' meglio se usciamo da qui! -

Esclamò Kurama ricomponendosi.
Hiei s'incamminò lasciandoli indietro, l'idea di camminare accanto a quella mocciosa, lo irritava parecchio. Ma come si era permessa di trattarlo in quel modo? Non lo permetteva a Kurama, figuriamoci ad una perfetta sconosciuta.

- Senti ma.. fa così anche con te? -

- Qualche volta.. -

- E lo sopporti? -

- Ci sono abituato! -

- Mah.. -

Si era subito accorto di lei, benchè fra di loro ci fossero parecchi metri di distanza. Aveva percepito la sua presenza, la stessa della altre volte, e poi, quel viso.. era inconfondibile.

- Ora vorrei fartela io una domanda! -

Ruppe il silenzio.

- Dimmi! -

- L'altra notte.. eri tu, vero? -

- .. -

Sperava che non se ne fosse accorto, che non l'avesse riconosciuta, in fondo era buio pesto.

- Si, ero io! -

Rispose dunque.

- Ma non è come credi! -

Disse nervosamente.

- E secondo te cosa credo? -

Chiese mantenendo il sorriso.

- Beh.. non lo so.. dimmelo tu.. -

- Io non credo niente, era solo una curiosità! -

- Ah.. ok, scusa! -

Abbassò nuovamente lo sguardo, arrossendo timidamente. Che figura..

- Qual' è il tuo nome? Posso saperlo? -

- Come? -

Quasi sussutò.

- Vorrei sapere come ti chiami.. -

Nel caso, anzi, nella certezza, di rivederla ancora.

- Oh, io mi chiamo Max! Max Okino.. e.. premetto che non sono americana! Vengo da Kyoto! -

Era stanca di dover raccontare sempre la stessa storia.

- Ah, allora sei giapponese.. eppure, hai dei lineamenti molto particolari.. -

Osservò.

- Forse uno dei tuoi genitori è nato all'estero? -

- Bravo, è proprio così! -

- Tuo padre? -

- Si! -

Annuì stupita.

- Come hai fatto a.. -

- Intuito! - Era la prima volta che incontrava qualcuno di così straordinario.

- Comunque, il mio nome è Kurama! -

Quasi se ne stava dimenticando.

- Piacere.. Max, giusto? E' un nome veramente carino! -

- Grazie! Sei il primo che me lo dice... tutti lo hanno sempre trovato strano.. e insolito per una ragazza! -

Un nome fuori dal comune.

- E' proprio questo che lo rende particolare! -

Non ci aveva mai pensato.

- Ah.. il tuo amico.. -

Si accorse che davanti a loro c'era soltanto erba e niente più.

- E' sparito.. -

- Non preoccuparti, fa sempre così! -

- Non è molto educato, vero? -

- E' il suo carattere.. ma in fondo non è così male! Credimi! Standoci insieme ho imparato a conoscerlo! -

Sin dal primo incontro aveva capito che tipo era. Gli era bastata una sola occhiata, una sola, per leggere la sofferenza, il dolore nei suoi occhi.

- Ecco, ora sei al sicuro! -

Disse uscendo dalla fitta vegetazione.

- Grazie! -

- Di niente! -

Fece per allontanarsi, ma si bloccò.

- Beh.. allora.. -

Riprese scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.

- Ci si vede eh? -

- Posso chiederti in che scuola vai? Quella divisa mi sembra famigliare.. per caso.. non è che conosci Yusuke o Kuwabara? -

Era loro amico?

- Si! Urameshi e Kuwabara! Sono nella mia classe! -

- Ah, ora capisco! -

- E così li conosci anche tu.. che coincidenza! -

Pazzesco.

- E' vero! Me li saluti? -

- Volentieri! -

Allungò nuovamente la mano verso di lei.

- A presto Max! -

- Si, a presto, Kurama! -

Si strinsero la mano di nuovo. Non capivano il motivo.. ma avvertirono qualcosa, un certo calore dentro di loro, come se sapessero che potevano ciecamente fidarsi l'uno dell'altra.

- Ciao! -

E attraversò attentamente la strada, fino a scomparire dietro l'angolo.

- Max.. -

Finalmente l'aveva conosciuta, quella ragazza così strana.. così carina.

- Che strana coppia.. -

Pensò, mentre un cartello appeso alla vetrina di un fast food, attirò la sua attenzione.

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Capitolo 4
*** La profezia ***


CAPITOLO 4: La profezia



Camminava da una parte all'altra nel corridoio, leggendo una dopo l'altra, le pratiche del mondo spirituale. Erano tutte da timbrare, questo perchè evidentemente, come al solito il piccolo Enma non aveva avuto intenzione di lavorare. Scosse la testa esasperata.

- E poi chi lo sente suo padre.. -

Il sovrano dell'aldilà non lo avrebbe certamente perdonato per questo, e di sicuro avrebbe rimproverato persino lei. No, non poteva permettere che accadesse. Non faceva nulla di male, anzi, eseguiva gli incarichi che il figlio le consegnava sempre alla perfezione, gli portava i fogli da timbrare, lo serviva, faceva del suo meglio. Non ci teneva proprio a perdere il lavoro, nè tantomeno a subirsi la ramanzina del re Enma.
Senza neanche bussare, spalancò il portone della sala.

- Maestà! -

Avanzò con passo pesante, sbattendo i fogli sul tavolo.

- E' inammissibile! -

Ma non ricevette risposta. Notò quell'incapace del servo portare l'indice sulla bocca e intimarla a fare silenzio. Si accorse che il piccolo Enma era immobile alla finestra.

- Maestà! -

Ripetè a voce alta.

- MAESTA'!! -

- EH, CHE C'E'! -

Sussultò voltandosi di scatto.

- Maestà.. -

Disse ancora sospirando per recuperare il controllo.

- Questi fogli sono arrivati una settimana fa! Per quale motivo non gli ha ancora timbrati? -

Si aspettava la solita scusa.

- Ho avuto molto da fare! -

- Ah si? E che cosa oltre a starsene immobile a godersi il paesaggio? Maestà vi prego, abbiate pietà di me! -

S'inginocchiò piagnucolando.

- Vostro padre mi ha ordinato di mettervi sotto durante la sua assenza.. se la prenderà con me se non lavorate! Vi prego, siate gentile.. non mandatemi nei pasticci! -

Era stanca di avere sempre a che fare con i suoi capricci da bambino.

- Non preoccuparti.. non sono così crudele! -

- Quindi si metterà a lavorare? -

- No, dirò a mio padre che è soltanto colpa mia! -

La ragazza finì nuovamente con il viso al suolo.

- MAESTAAAAAAAAAA'! -

- Calma, calma, stavo solo scherzando.. -

Con un salto ritornò sulla sua poltrona.

- Allora.. cosa devo timbrare? Questi? -

- Si! -

Spiegò tirando su con il naso.

- Vede.. qui! -

- Mh! -

Si asciugò gli occhi ancora umidi e si rasserenò nel rivederlo finalmente all'opera.

- Ditemi signore.. a cosa stavate pensando poco fa? Mi sembravate.. piuttosto assorto.. è forse successo qualcosa? Devo avvertire Yusuke e gli altri? -

Sperava di sbagliarsi, ormai il mondo non aveva più pace.

- No, stai tranquilla, per il momento sembrerebbe tutto a posto.. ho solo.. come una sensazione.. -

- Come dite? Una sensazione? -

- Già.. -

- Di che tipo? Non tenetemi sulle spine! -

Posò il suo timbro nell'inchiostro e incrociò le braccia sul tavolo.

- Ricordi quella profezia di cui ti ho parlato tempo fa? -

- Ah.. quella che allo scadere dei cento anni.. -

- Esatto, proprio quella! -

Piombò il silenzio.

- Vedi.. forse mi sto sbagliando, probabilmente è la mia immaginazione.. però.. ecco.. ho come la sensazione che.. si sia appena avverata! -

- COOSAA? NE E' SICURO? -

- Sssst! Abbassa la voce! -

Era meglio non seminare l'allarme inutilmente.

- Non ne sono sicuro, per questo è meglio non affrettare le cose! -

- Ma maestà, se davvero è come voi dite, de davvero la persona che compare una volta ogni cento anni è davvero giunta.. questo significa che.. Yusuke e gli altri non dovranno più combattere da soli! -

- Già, infatti, sarebbe una cosa positiva, avrebbero un valido aiuto.. senza contare.. che non dovrò affidare sempre tutto al povero Yusuke.. dopotutto è ancora un liceale! -

E ne aveva passate fin troppe.

- Cosa intendete fare? -

- Aspettare Botan! E' l'unica soluzione! Aspettiamo! -

- Come volete! -

Salì velocemente le scale guardando l'orologio con preoccupazione. Era così presa da quel fast-food, che non si era accorta di aver già superato l'orario.
Bussò alla porta nervosamente e non appena essa fu aperta, s'inchinò terrorizzata.

- Mi dispiace tanto signora! -

Che guaio, l'aveva fatta grossa.

- Ho avuto un imprevisto! La prego di scusarmi! -

- Lo so, non devi scusarti, cara! -

Spalancò gli occhi stupita e sollevò lentamente il capo, scoprendo un viso tranquillo e sorridente.

- Ti chiami Max, vero? -

- Si.. -

- Sapevo che avevi avuto un contrattempo, in fondo devi occuparti di tante cose insieme e hai soltanto sedici anni.. stai tranquilla! -

Che solievo, sua madre l'avrebbe letteralmente ammazzata.

- Allora.. non è arrabbiata? Sono arrivata in ritardo.. -

- Si, ma solo di dieci minuti, che vuoi che sia! E poi guardali! Hanno già fatto amicizia! -

Si sporse leggermente verso il salotto. Suo fratello e il figlio di quella donna così gentile, stavano giocando insieme come se si conoscessero da tempo. Erano così carini..

- Non stare sulla porta, entra! -

- Grazie! -

Si tolse le scarpe e con cura le posò all'ingresso.

- Noah.. -

Il bambino si voltò con un biscotto al cioccolato in bocca, notando sua sorella lo ingioò di fretta e felice le corse incontro, facendole le feste come un cagnolino.

- Ciao sorellona! Ciao! -

- Ciao tesoro! Hai fatto il bravo? -

Gli chiese sollevandolo in alto.

- Oh, è un angioletto! Così ben educato.. ma a quanto vedo, lo è anche sua sorella! Siete due giovanotti per bene! -

Arrossì sugli zigomi abbassando lo sguardo.

- Ma no.. che dice.. -

- Sono davvero contenta di avervi come vicini.. la famiglia che abitava da voi poco tempo fa, salutava a stento! Nulla a che vedere con voi! -

Era la prima volta che riceveva tanti complimenti.

- Ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con tua madre stamattina, prima che andasse a lavorare! E' una donna in gamba, si vede che tiene ai suoi figli! -

Tantissimo.

- Si.. -

- Allora, sarei felice se mi lasciassi il piccolo Noah anche domani! Ti va bene? -

- Lo farebbe davvero? -

- Nessun disturbo per me! -

- Allora va bene, grazie! -

Che donna straordinaria, un vero colpo di fortuna averla come vicina di casa.

- E' pronta la cena caro! -

Disse varcando la porta della sua stanza.

- Arrivo subito! -

Esclamò senza staccare gli occhi dal quaderno.

- Ma stai ancora studiando? Vi hanno dato così tanti compiti? -

- Un pò.. è molto dura come scuola.. ma cerco di impegnarmi al massimo! Non voglio deluderti! -

Quanto la rendevano felice quelle parole.

- Shuichi, lo sai che non devi faticare solo per me, perchè io sono già orgogliosa di te, lo sono da quando sei nato! -

Aveva sempre pensato che suo figlio fosse stato un grande dono del cielo.

- Lo so! Ma va benissimo così! Ti è costato molto iscrivermi in un liceo privato, voglio essere degno di questa scuola! -

Riusciva sempre a prendere degli ottimi voti, così da poterla rendere ancora più felice.

- Ho capito! Adesso andiamo a mangiare o si fredda tutto! -

- Si! -

Disse richiudendo spegnendo la luce prima di richiudere la porta della stanza alle sue spalle.

- Ora che ci penso.. è da parecchio che non mi racconti come vanno le tue giornate! -

Osservò sedendosi a tavola.

- Non è che ci sia molto da dire.. -

- Beh, dimmi come ti trovi a scuola, se hai dei bravi compagni, se gli insegnati spiegano bene.. -

Non sapeva quasi nulla di lui, non era al corrente nemmeno della sua forma demoniaca e non avrebbe dovuto mai saperlo.

- A scuola mi trovo bene! Vado d'accordo con tutti, compagni e professori! -

- Ah, buono! E dimmi Shuichi... non è che magari hai conosciuto qualcuno d'interessante? Una bella ragazza, magari? -

Desiderava vederlo felice.

- Andiamo mamma.. non ricominciare! -

- Lo dico per te, caro! Lo sai che ormai sei un uomo, non hai voglia di trovarti una bella fidanzata? -

Sorrise, non cambiava mai.

- Non ne sento il bisogno per il momento! -

- Allora non hai conosciuto proprio nessuno? -

- Beh.. veramente.. qualcuna l'ho conosciuta in effetti.. -

Gli tornò in mente il suo incontro con quella ragazza, Max.. ancora non era riuscito a comprendere per quale motivo aveva provato quella sensazione mentre i loro corpi si erano incontrati per strada.. non era bene e nemmeno il male.. cos'era? Standole accanto l'ultima volta, era riuscito a percepire la bontà nel suo cuore.. non aveva nulla di demoniaco.. allora perchè?

- Ah, allora immagino che me la farai conoscere! -

- Se si presenterà l'occasione, magari.. -

- Guarda che ci conto! -

- Ok! -

Stava bene con sua madre, riusciva a farlo ridere, ad accudirlo come se fosse ancora un bambino, ma in fondo, lui stesso non desiderava altro che ricevere il suo affetto ancora e ancora. Per il resto dei suoi giorni sarebbe stato sempre il suo adorato bambino, il suo piccolo Shuichi.

- Sono a casa! -

Che giornataccia, non pensava che avrebbe faticato così tanto lavorando all'ospedale.

- Ciao mamma! Ho già preparato la cena! -

- Che brava! -

Una perfetta donnina di casa.

- CIAO MAMMA! BENTORNATA! -

- Ehi, come sta il mio bambino! -

Non si vedevano da quella mattina, la sera era sempre un mare di coccole e baci.

- Mi lavo le mani e arrivo! -

- Ok! -

Appese la sua giacca di jeans e fece per incamminarsi alla toilette, ma qualcosa attirò la sua attenzione.

- Max.. cosa c'è il quel sacchetto? -

C'era una scritta sulla carta, affiancata al disegno di un grosso hamburger..

- Ah li dentro.. ci sarebbe la divisa del mio lavoro.. -

Confessò temendo la sua reazione.

- Mi stai dicendo.. che hai trovato un lavoro? -

- Ecco.. si.. -

- Mi sembrava di averti detto che non era necessario! -

Si tappò le orecchie e si fece piccola piccola.

- Mamma lo so che approvi.. ma io non posso vederti sgobbare tutto il giorno senza muovere un dito! E' giusto che anch'io faccia la mia parte! -

Era quasi adulta, ne aveva il diritto.

- Lo so.. ma sei ancora una ragazzina.. hai già la scuola a cui pensare! -

- Lavoro solo tre volte durante la settimana e una nel week end! Sono poche ore, ce la faccio! -

Dopo la scuola.

- Max.. io non lo so.. -

- Andiamo! Lasciami provare! Papaà non avrebbe mai voluto che ti lasciassi fare tutto da sola! -

Restò in silenzio per un attimo, finchè esasperata, si arrese priva di forza.

- E va bene! Ma sia chiaro! Se vedo che non ce la fai, ti faccio licenziare personalmente! -

- Ok! Ora lavati le mani e siediti a tavola che si fredda la cena! -

- Ehi la madre sono io! -

E come una famigliola felice, si riunirono a tavola ridendo fra di loro.. anche se ancora, nessuno di loro si era abituato a quel posto vuoto..

Camminava avanti e indietro per la sua stanza, mentre uno ad uno, i fogli da timbrare aumentavano di numero sul suo ampio tavolo.

- Maestà.. che vi prende.. non vedete quanto lavoro c'è da fare? Cos'avete? -

Aveva un'espressione così insolita..

- Avevo ragione, è come pensavo Botan! -

La ragazza si fece seria.

- Ah si? -

- Si! La profezia, si è finalmente avverata! -

Quanto tempo.

- Dopo mille anni.. colui che aspettavamo.. è arrivato per fare da successore ai guerrieri del passato! -

Botan deglutì amaramente.

- E allora.. cosa dobbiamo fare? Avvertire Yusuke? -

- Ora si! Non c'è scelta! L'unico in grado di trovare questa persona.. è soltanto lui! Il detective del mondo spirituale! -

- Bene! Farò in modo di avvisarlo immediatamente! -

E presa dall'agitazione, corse fuori dalla stanza, montò a cavallo del suo remo magico e partì volando nel cielo, verso il mondo della realtà.

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Capitolo 5
*** Saturday morning ***


CAPITOLO 5: Saturday morning



La luce dei raggi solari di quel sabato mattina, entrarono nei vetri sottili delle finestre, risvegliando la popolazione fino a quel momento nel dolce mondo dei sogni. Il loro venerdì pomeriggio era stato fantastico. Sale giochi, partite di calcio con gli amici, corsi extrascolastici di musica, danza, canto, basket e altro ancora. Il sorriso sui loro volti era talmente largo, che quasi sembrava uscire dal loro viso. Purtroppo in quel momento, sapevano che nulla sarebbe stato come il giono precedente. Niente scuola, certo.. ma le ore sui libri di studio, non gliele avrebbe tolte nessuno.
Lui per primo, si alzò dal letto di pessimo umore.

- Uffa! Shizuru! Ti vuoi muovere? Ho bisogno del bagno! -

Sbraitava infuriato bussando ripetutamente alla porta.

- Mi senti? Maledetta sorella! Cosa passi a fare il tempo davanti allo specchio! Anche se ti trucchi non fai colpo su nessuno! -

E non appena terminò la frase, gli arrivò la porta sul naso. Si distese a terra premendo le narici doloranti, bofonchiando qualcosa d'incomprensibile.

- Te lo sei meritato razza di deficiente! -

Esclamò sprezzante la sorella scostandosi i capelli dalle spalle.

- Non devo rendere conto a te di quello che faccio davanti allo specchio! E comunque sai cosa me ne importa del parere di un fratello così idiota! Che ne sai di queste cose, tu che non hai un minimo di tatto! -

E scavalcandolo si diresse verso la rampa di scale.

- E vedi di metterti qualcosa di decente, in quello stato sei inguardabile! -

Lo trovava disgustoso anche con la divisa scolastica o con qualunque altra cosa addosso.. ma la mattina in boxer e canotta, le trasmetteva un senso terribile di nausea.

- Ma sentila.. ha parlato la regina della bellezza! Quando si mette i bigodini in testa o le maschere di fango in faccia.. -

Quante volte aveva gridato per lo spavento.

- Le donne! -

Per quanto impazzisse per loro, non sarebbe mai riuscito a comprenderle.
Si lavò con dura, indossò una tuta confortevole e si preparò a studiare la matematica, anche se la detestava. Non aveva altra scelta. Nel compito precedente sia lui che Yusuke avevano preso il voto peggiore della classe, erano stati talmente occupati con le loro battaglie, che non erano riusciti ad aprire un libro. Quella volta però sarebbe stato diverso. Sarebbe riuscito a stupire il professore, avrebbe preso un bel voto, così da cancellare quello precedente. Chiuse la porta a chiave, sistemò i libri sulla scrivania e impugnò la penna pronto a svolgere gli esercizi di prova, ma non appena posò la punta della biro sul foglio di carta, udì il telefono squillare.

- FRATELLOOOOOO! C'E' YUSUKE AL TELEFONOOO! -

Gridò Shizuru.

- Sii ho capito, sto arrivando! -

Disse scendendo le scale.

- Proprio ora che mi ero messo in testa di studiare seriamente! -

Pensò.

- Si? -

- Kuwabara, ho bisogno di parlarti di una cosa importante! -

- Uffa! Non dirmi che il piccolo Enma ci ha affidato un'altra missione... abbiamo il compito lunedì, te ne sei dimenticato? -

- No.. però.. è proprio così! In effetti una missione ce l'ha data! -

Non potevano mai stare tranquilli. Di quel passo li avrebbero persino sospesi da scuola.

- Di che si tratta! -

- Botan è venuta da me ieri sera! Mi ha raccontato un fatto piuttosto interessante.. ma devo spiegartelo di persona! Dove ci incontriamo? -

- Eh no, io devo studiare! Se tu vuoi prendere un altro votaccio affari tuoi! Io un'altra ramanzina di Shizuru non me la voglio sorbire! -

Sapeva perforargli le orecchie se voleva.

- Eddai.. non mi puoi abbandonare, amico! E poi hai due giorni a disposizione! Ti sto chiedendo soltanto una mattinata.. -

Sembrava una cosa importante.

- Hai davvero bisogno di me? -

- Assolutamente! Se esci di casa ti dirò tutto! -

Lui era l'unico in grado di affiancarlo.

- E va bene, ho capito! Incontriamoci davanti al cinema allora! -

- Grande! A dopo! -

Forse il destino si era accanito su di lui, forse voleva a tutti i costi fargli perdere la scuola.

- Shizuru, io esco! -

- Ma non dovevi studiare? -

- Chiudi il becco! Lo farò più tardi! -

Rispose acido infilandosi le scarpe.

- Come ti pare, ma ricordati che se porti a casa un'altra insufficienza, te la farò pagare cara! -

Tremava al sol pensiero.

- Si... certo.. -

E sgattaiolò velocemente fuori di casa.


- Esci? -

- Si, vado in biblioteca! -

Spiegò.

- Ho capito! Pensi di tornare per pranzo? -

- Penso di si! Nel caso ti telefono! -

- Ok! Ciao Shuichi, non stancarti! -

Si preoccupava sempre per lui, nello stesso modo in cui lui si preoccupava per lei. Quando era in ospedale, non lasciava mai il suo letto, passava spesso e volentieri le notti in bianco per vegliarla, nel terrore che potesse morire mentre lui dormiva. Doveva assicurarsi che ogni cosa andasse nel modo giusto, che il siero nelle flebo fosse nella perfetta quantità, che il battito cardiaco fosse regolare. Aveva rischiato di ammalarsi anche lui, ma non gli importava. Lei era sua madre, la donna che l'aveva cresciuto, che l'aveva maturato come uomo.
Gli piaceva andare in biblioteca, per lui era così rilassante leggere accanto alla finestra, nel silenzio, lontano da tutti i suoi pensieri. Per questo adorava il sabato mattina. Pensandoci da quanto tempo era che non metteva piede in biblioteca?
Aveva smesso di contare i giorni, ormai. Finalmente era ritornato alla sua vita normale, alla vita di sempre, come Shuichi Minamino. Nei giorni passati invece, era stato sempre e solo Kurama, lo yookai.

Dopo tanto tempo si ritrovò davanti a quelle porte scorrevoli, vi entrò raggiungendo il banco informazioni.

- Salve! -

Disse.

- Oh, salve! Era da un pò che non la vedevo qui! -

Osservò il bibliotecario. Aveva sempre avuto un'adulazione per quel ragazzo. Era così educato, studioso, perfetto sotto ogni aspetto.

- Sono stato molto impegnato con la scuola! -

Mentì.

- Ecco la tessera! -

- Buona lettura! -

Gli augurò dunque sistemando la tessera nell'apposita scatola.
Che bello ritrovarsi di nuovo fra quei vasti scaffali colmi di volumi che aspettavano soltanto di essere consultati. Camminando fra quelle persone, cercando il libro che faceva per lui, si sentiva un essere umano al completo, poteva reprimere la sua forma demoniaca, anche se soltanto momentaneamente. Almeno, poteva confondersi fra la gente, senza doversi preoccupare troppo.

Tornò al computer per terminare la sua partita a solitario. Quando non aveva nulla da fare, si metteva a giocare qualche partita, usava quella macchina soltanto per svago, quasi mai per lavoro, preferiva carta e penna.

- Buon giorno! -

Una candida voce femminile, lo fece distogliere dallo schermo colorato.

- Buon giorno, desidera? -

- Ecco, vorrei un'informazione! -

Che bella fanciulla. Pelle bianca e liscia, capelli lunghi, castani, mossi come piacevano a lui in una donna. Due occhi bellissimi e un sorriso dolcissimo. Se fosse stato giovane come un tempo..

- A Kyoto usavo questo tesserino per la biblioteca! Vorrei sapere se posso utilizzarlo anche qui o se mi occorre una tessera nuova! -

- Vediamo! -

Le sfilò delicatamente il tesserino di mano e per un attimo si perse nella piccola foto attaccata nell'angolo in alto a destra, era proprio carina. Poi, passò a guardare i dettagli. Sedici anni.. beh.. forse avrebbe dovuto essere parecchio più giovane..

- Non ci sono problemi! -

Disse riconsegnandola.

- La può utilizzare benissimo anche qui! Penso cambi solamente se vieni dall'estero! -

- Ho capito, grazie mille! Allora, posso lasciargliela? Vorrei fermarmi a leggere qualche libro.. -

- Certamente! Se ha bisogno venga pure a chiedere! -

- Grazie! -

Finalmente una bella biblioteca e com'era grande. Quella di Kyoto era almeno la metà.

Cercava un libro di letteratura, a scuola la stavano studiando in maniera molto dettagliata, ma sentiva che aveva bisogno di approfondire, sarebbe stato molto più semplice assistere alle spiegazioni. Scrutò parecchi scaffali, ma ancora non c'era nulla di adatto. Vedeva un sacco di volumi altissimi sulla storia della letteratura giapponese, ma ancora non ci era arrivato. Poi riuscì a trovare qualcosa di adatto; un libro sulla letteratura generale, anche piuttosto semplice da capire. Avrebbe preso appunti, ricopiando il necessario. Si guardò intorno cercando qualcos'altro, ma all'improvviso sentì qualcosa. Fu come se intorno a lui sparisse tutto con tutti, c'era solo il buio e una strana energia gli penetrò nel corpo. Un'energia molto potente.. ma per nulla preoccupante. A quanto sembrava, l'unico demone li dentro, era soltanto lui. Ma allora che cos'era quella forza astrale? Da dove proveniva? Ma soprattutto.. a chi apparteneva? Inoltre non gli sembrava affatto sconosciuta, l'aveva già sentita, e anche di recente.
Tutto sembrò tornare alla normalità, quando un ragazzo gli chiese cortesemente di allontanarsi dallo scaffale, gli bloccava la visuale.
Si concentrò, cercando di sentirla ancora, di trovare la fonte.. ma senza successo. Sospirò e si voltò di scatto per raggiungere un tavolo libero, ma così facendo urtò qualcosa.. o meglio qualcuno.

- Mi scusi! -

- Oh, niente, è colpa mia! -

Precisò lui.

Finchè di nuovo, non si perse nel bel colore di due occhi a dir poco incantevoli.

- Oh.. ma sei tu! -

- Kurama.. anche tu qui! -

Max e Kurama, di nuovo scontrati.. nel vero senso della parola.

- Già! Vengo spesso qui durante il week end! -

- Beh.. anch'io ci andavo sempre a Kyoto.. così.. ho pensato di fare un salto! E' davvero gigantesca! -

La trovava meravigliosa.

- Quella di Kyoto non era così grande? -

- Scherzi? Non c'era paragone.. era anche piuttosto difficile trovare ciò che si cercava.. qui invece è un gioco da ragazzi, c'è di tutto! -

- Capisco! -

Non era mai stato a Kyoto.. a dire la verità, l'unica volta in cui si era allontanato dalla città, era stato per parteciparevi alla manifestazione su quell'isola, il famoso torneo delle arti marziali.

- Andiamo a sederci? -

- Mh! -

Non pensava che l'avrebbe rivisto così presto. Ci sperava proprio, era curiosa di conoscerlo meglio, di parlarci più a fondo. Le dava un senso di sicurezza.. che non riusciva a spiegarsi.

- Che libro hai preso? -

Le domandò curioso. Tanto per rompere il ghiaccio.

- Aritmetica.. -

Rispose disgustata.

- E' una delle materie che più detesto.. ma c'è un compito lunedì, ho pensato di approfondire meglio in biblioteca! -

Piccolo il mondo.

- Poveretta, appena arrivata a scuola e già hai un compito in classe! -

Quella si che era sfortuna.

- Che ci vuoi fare.. e poi l'insegnante l'ha già rimandato a causa mia! Avrebbe dovuto farlo fare il giorno in cui sono arrivata a scuola.. -

Imaginava la faccia contenta di Yusuke e Kuwabara, ma soprattutto chissà quanto avevano continuato ad adularla per questo.

- E tu invece? Che leggi? -

- Letteratura! -

Che invidia.

- Beh, direi molto meglio! -

- Forse.. ma è piuttosto difficile! L'hai cominciata l'anno scorso? -

- Già! Non so perchè.. ma mi piace molto! La trovo affascinante! -

La storia del giapponese. Una cultura interessante, la sua cultura..

- E immagino che ti piaccia anche l'inglese! -

Doveva essere anche piuttosto semplice per lei studiarlo.

- Ovviamente lo adoro! -

- Posso farti una domanda? -

- Si! -

Voleva sapere il più possibile di lei.

- Sei mai stata in America? -

Il sorriso si fece meno tirato, nei suoi occhi si accese la tristezza e nella sua voce si aggiunse una strana malinconia.

- No, non ci sono mai stata.. ma mi piacerebbe molto! -

L'America.. solo il nome l'affascinava.

- Tuo padre non ti ci ha mai portato? Nemmeno durante le vacanze estive? -

Scosse la testa.

- Stava per farlo a dire la verità.. due anni fa.. ma poi.. -

Era così difficile anche solo pensarlo, figuriamoci dirlo.

- E' sorto un inprevisto.. e così.. non siamo più potuti andare.. -

Riuscì a capire, perfettamente.

- Lui è morto, vero? -

- Eh? -

Era la seconda volta che indovinava a quel modo. Come faceva a leggere dentro di lei, benchè non la conoscesse neppure?

- L'ho capito dal tuo sguardo! C'è tristezza! Lui aveva promesso di portarti in America per le vacanze estive.. ma poi è morto all'improvviso! -

Aveva ricostruito i fatti alla perfezione.

- Sei incredibile! -

Gli disse tornando a sorridere.

- Come ci riesci! -

- Come riesco a far cosa! -

- A leggere dentro alle persone in questo modo! Anche ieri! Come riesci a farlo con una perfetta sconosciuta? -

Spesso se lo domandava anche lui.

- A dire il vero non lo so.. mi viene naturale! -

- Beh, lascia che te lo dica, è davvero un dono eccezionale.. magari fossi così anch'io.. invece.. -

Invece era diversa, già. Molto diversa.

- Credimi, non è nulla di speciale! -

Se avesse saputo chi era in realtà, probabilmente si sarebbe rimangiata ogni cosa.

- Beh.. è meglio studiare! -

- Si, scusami, non volevo distrarti! -

- Non importa, l'ho fatto anch'io! -

Così, in quel soleggiato sabato mattina, l'uno di fronte all'altra si concentrarono sui libri, nella più totale tranquillità, come due vecchi amici. Entrambi all'oscuro, di ciò che stava per accadere.

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Capitolo 6
*** Poteri misteriosi ***


CAPITOLO 6: Poteri misteriosi



Erano passate tre ore da quando si erano accomodati su quella sedia. Leggevano e scrivevano in silenzio, ininterrottamente senza fermarsi un momento, completamente assorti nei pesanti volumi da loro scelti.
Numeri, decimali, divisioni, equazioni.. ormai le andavano completamente insieme gli occhi, era troppo stanca per continuare. Contò le pagine del quaderno, a occhio e croce, ne aveva riempite una decina, poteva dunque ritenersi soddisfatta. Si portò la penna sulle labbra, intenta a pensare, mentre con la coda dell'occhio osservò Kurama che a quanto sembrava, non voleva saperne di distogliere lo sguardo dal libro. Di quel passo lo avrebbe letto tutto quanto. Però.. aveva davvero due occhi bellissimi, brillanti come smeraldi e verdi come le foglie fresche di primavera. E poi emanava un dolce profumo che da quando si erano seduti a quel tavolo, l'avvolgeva dolcemente. Aveva un bel viso, così perfetto, lineare. Manteneva gli occhi sulla pagina e con un'espressione seria, quasi vuota, leggeva senza sosta. Sentiva qualcosa in lui, di molto buono, un qualcosa di forte, qualcosa di mai provato prima. Voleva conoscerlo, passare più tempo insieme a lui, avrebbe potuto guardarlo incessantemente, finchè lui non alzò lo sguardo. Riportò velocemente gli occhi sul quaderno.

- Ti vibra qualcosa.. -

Disse.

- Eh? -

- Nella borsa! -

L'aveva posata sul tavolo e immediatamente si accorse che esso vibrava rumorosamente.

- Oh! -

Frugò frettolosamente nella borsa e dopo aver estratto un cellulare, lo aprì e lo portò all'orecchio.

- Si? -

Rispose a bassa voce, in biblioteca non si doveva parlare ad alto volume.

- Sono ancora in biblioteca mamma! Tu sei già a casa? -

Dimenticava. Le aveva promesso che si sarebbe presa qualche ora di pausa per pranzare insieme ai suoi figli.

- Ho capito! Penso di arrivare entro un quarto d'ora, comincia a preparare! -

Velocemente chiuse libro e quaderno e risistemò la penna nell'astuccio di metallo.

- Va bene, a dopo! -

Non si era nemmeno accorta dell'ora.

- Scusami! -

Lo aveva distratto dalla sua concentrata lettura.

- Non preoccuparti, era tua madre? -

Ma si limitò a sorridere come sempre.

- Già! Mi ero dimenticata che avrebbe pranzato a casa quest'oggi! Devo scappare! -

A forza dell'abitudine. Era abituata a trovare la casa vuota. Sua madre era sempre al lavoro, Noah in custodia da qualcuno.

- In effetti è molto tardi! -

Osservò guardando l'orologio appeso alla parete.

- E' meglio che vada anch'io! -

Anche lui avrebbe dovuto pranzare con sua madre. Si alzarono insieme dal tavolo, riposero i libri nei rispettivi scaffali e ritirarono la tessera al bancone. Però, com'erano volate quelle ore, era la prima volta che passava così tanto tempo in biblioteca.

- Vai di qua anche tu? -

- Si, abito qui vicino! -

- Allora.. ti posso accompagnare? Tanto sono di strada! -

Non aveva avuto molte occasioni di parlare insieme a lui, per tre ore di fila non si erano detti una parola.

- Certo! Anzi, mi fa bene un pò di compagnia! -

Si sentiva ancora estranea in quella grande città.

- Come ti trovi qui? -

- Mah, direi abbastanza bene! Mi sono già ambientata a scuola e piano piano sto memorizzando i vari luoghi della città.. ma non è semplice! Kyoto è molto più piccola! -

La metà esatta.

- Capisco! -

Prima o poi si sarebbe persa.

- Posso farti una domanda? -

- Si! -

- Se non sono indiscreto.. come mai ti sei trasferita? -

- Beh.. ecco.. è un pò complicato.. -

Dopo la morte di sua padre era stato tutto un inferno.

- Ci sono stati vari problemi.. e poi mia madre ha pensato di trovare un lavoro migliore in una città come questa, così grande! -

Non sapeva nemmeno per quale motivo le aveva rivolto una simile domanda, dopotutto non erano affari suoi.

- Scusa se sono invadente.. -

- Oh no! Ma figurati, non lo sei affatto! -

E poi sentiva che di lui, ci si poteva fidare davvero.

- Sicura? Guarda che se ti do fastidio devi dirmelo! -

- Assolutamente, non pensarlo nemmeno! -

Al contrario, era davvero felice di essere insieme a lui. Era la seconda volta che gli parlava e la quarta in totale che lo incontrava. Però.. si sentiva libera, libera di essere se stessa.


- Caspita.. che storia.. -

Osservò sgranocchiando il suo panino.

- Chi l'avrebbe mai detto che nel mondo degli spettri, ci fosse una simile leggenda.. -

- Già.. e a quanto sembra questa misteriosa profezia si è appena avverata! -

Non pensavano che al mondo esistesse qualcuno al livello del detective del mondo spirituale. Credevano tutti che fosse lui l'unico.. invece..

- E il piccolo Enma vuole che noi due cerchiamo questa persona, giusto? -

Un' impresa al quanto difficile.

- Eh già! Stando da quanto mi ha detto Botan, la persona in questione è un essere umano, con dei poteri soprannaturali! Per questo mi servi tu! Sei imbattibile in questo campo! -

Sapeva percepire qualunque potere anche a grande distanza. - Modestamente.. -

- Si.. adesso però non te la tirare, eh? -

- Comunque Yusuke.. chi dovrebbe essere esattamente? Insomma, un uomo, un ragazzo.. -

- Un guerriero! Non so dirti di più! -

Qualcuno di leggendario.

- Mh.. un guerriero eh? Secondo te anche lui è stato allievo della maestra Genkai? -

- Possibile.. ma io credo che se così fosse, il piccolo Enma se ne sarebbe accorto prima, no? Botan mi ha detto che questa persona, è appena giunta da un luogo indefinito! I suoi poteri sono ancora piuttosto deboli.. ma se combattesse al nostro fianco, la sua energia astrale si sprigionerebbe poco a poco, fino a renderlo imbattibile! -

Un brivido gli percorse la schiena.

- Mamma.. ha l'aria di essere.. piuttosto pericoloso, non credi? -

- Mah.. secondo me è solo una perdita di tempo.. insomma dai! Ci siamo già noi a proteggere il mondo! Che ce ne facciamo di un guerriero? -

Addentò l'ultimo pezzo di cheese-burger rimasto.

- Non sarà che la tua è soltanto invidia? -

- Invidoso io? Ma figurati! -

- Urameshi.. io ti conosco da parecchio tempo ormai, o sbaglio? Non sopporti l'idea che ci sia qualcuno in grado di diventare forte quanto te.. o forse anche di più! -

Ingerì tutta la sua bibita in un sorso.

- Ma smettila! Non è affatto così! -

- Ah no? Allora devo credere che sei così nervoso solo per il compito in classe! -

- Sai cosa me ne frega del compito... ora dobbiamo pensare a fare come Enma ci ha chiesto! -

Era troppo curioso di conoscere questo guerriero, di saperne di più sul suo conto, di scoprire i suoi poteri. E forse si, anche di confrontarsi. Dopotutto la profezia diceva che, il detective del mondo spirituale e questo misterioso guerriero, un giorno avrebbero dovuto combattere fianco a fianco.

Sfogliavano ripetutamente quelle schede, sperando di vederci male, non potevano essere davvero cinque in tutto.. come avrebbero fatto a finire in un'ora sola di lezione? A dire la verità.. non sapevano nemmeno come cominciare. Avevano passato il week end a cercare il guerriero della profezia per tutta la città, si erano fatti coinvolgere a tal punto, che non avevano nemmeno aperto libro.
Si grattò nervosamente la nuca, immaginando il momento in cui il preside lo avrebbe convocato in segreteria. La sua unica consolazione era che almeno, non si sarebbe ritrovato da solo.
Si guardò intorno, parecchi sembravano in difficoltà. L'ultimo argomento spiegato dal prof era piuttosto difficile e praticamente nessuno in classe l'aveva compreso alla perfezione, a parte come al solito, Keiko. Ma fu piuttosto sorpreso di vedere Max assorta nella scrittura. Sembrava aver completato già due schede. Era in quella scuola da solo una settimana, eppure, appariva perfettamente preparata, si domandava come avesse fatto.

- Uffa! Io lo sapevo! E' tutta colpa tua! -

Sbraitò Kuwabara camminando nervosamente per la classe.

- Mia? E che c'entro, scusa? Non me la sono inventata io la profezia! -

- Già, ma sei tu che mi hai trascinato in questa faccenda! Avresti benissimo potuto cercare da solo, in fondo sei tu il detective, no? -

- Ssst! Vuoi che gli altri ci sentono? Potrebbero rientrare in classe da un momento all'altro! Solo perchè è ricreazione non pensare che il nostro segreto sia al sicuro! -

- Ok, ok! Starò più attento! -

Ma nulla avrebbe impedito la ramanzina di sua sorella.

- Comunque, hai visto la faccia che ha fatto il prof quando gli abbiamo consegnato il compito mezzo in bianco? Siamo rovinati! Dovremo trattenerci a scuola oltre l'orario per i corsi di recupero! Come facciamo? -

La loro vita era fin troppo movimentata, non avevano il tempo per i corsi pomeridiani.

- In effetti è un gran bel problema.. maledetto Enma.. mi mette sempre nei casini! -

Se gli capitava a tiro quel marmocchio lo avrebbe ridotto in poltiglia con il suo raggio astrale.

- Mia sorella mi ammazzerà... -

Shizuru sapeva menarlo pericolosamente, se si arrabbiava sul serio poi..

- Non dirmi niente.. io ho mia madre di cui preoccuparmi! E Keiko non mi risparmierà di certo, tornerò a casa con il mal di testa! -

Ormai ci aveva fatto l'abitudine.

- Che si dice? -

Domandò la ragazza facendo ritorno in aula.

- Oh, Okino! Com'è andato il compito in classe? -

- Mh, direi piuttosto bene! Me l'aspettavo più difficile! -

Quella frase li lasciò completamente a bocca aperta.

- Cosaaa? Vuoi dire che l'hai trovato semplice? -

- Beh.. non semplicissimo.. ma non è stata dura come m'immaginavo! -

Ecco, un'altra secchiona.

- Incredibile! Come hai fatto? Non hai avuto difficoltà? Noi abbiamo studiato (per così dire) questo argomento per un mese! Tu sei qui da una settimana.. -

Un mistero.

- E' che ho studiato molto! Mi sono fatta dare gli appunti e ho passato il sabato mattina in biblioteca! -

In dolce compagnia.

- Capito.. -

Disse con una smorfia.

- A voi com'è andata? -

- Un disastro! -

Se riuscivano a prendere venti punti era già un miracolo voluto dal cielo.

- Ah.. mi dispiace.. -

- Non importa! E' sempre così! -

- Ah si? -

- Urameshi.. non farmi fare la figura del somaro! -

Ringhiò Kuwabara.

- Vedi dolcezza.. questo qui non apre mai un libro! Io m'impegno sempre.. solo che questa volta.. mi ha trascinato in una faccenda.. -

- Ehi! Non scaricare tutta la colpa su di me! Avevi solo da rifiutare! -

Gli scagliò un cazzotto sul cranio.

- Infatti all'inizio l'avevo fatto testa di rapa! Mi hai costretto! -

Si portò le dita sulle labbra, cercando di non ridere. Non sarebbe stato molto corretto nei loro confronti.

- Oh a proposito! -

S'illuminò. Fino a quel momento, le era completamente passato di testa.

- Vi saluta Kurama! -

Immediatamente si bloccarono. Kurama aveva detto? Voleva forse dire che lo conosceva? Non fecero in tempo a domandarglielo, perchè sparì nuovamente dalla classe.

- Ha detto proprio Kurama? -

- Così sembrerebbe! -

E si scrutarono con aria interrogativa.

Con la cartella in una mano e l'altra in tasca, attraversò il lungo corridoio affollato di ragazzi che correvano avanti e indietro, giendo per quella dura giornata scolastica appena terminata.

- Ehi Minamino! Hai un momento? -

Una ragazza con dei lunghi capelli neri, lo avvicinò ansimando.

- Che succede? -

- Ecco.. potresti venire un attimo? -

- Si.. va bene! -

Non aveva fretta di tornare a casa, sua madre era in ufficio.. sarebbe rientrata verso sera.
Seguì la sua compagna di classe e si ritrovò in sala d'informatica. C'era qualcuno, una studentessa del primo anno.. l'aveva vista qualche volta, ma non si erano mai scambiati una parola.

- Eccomi, te l'ho portato! -

Disse la mora.

- Perdonami Minamino.. è che vedi.. la mia amica deve dirti una cosa importante! Perciò.. levo le tende! -

E velocemente sgattaiolò fuori dalla classe.

- I..io.. -

Arrossì sulle guance, quasi tremava.

- Si, dimmi! -

- Ecco.. vedi.. -

Era popolare in quella scuola, immaginava già ciò che la ragazza stava per dirgli.

- Tu.. si insomma.. tu mi piaci molto! -

Ecco.

- E' da parecchio che ti osservo.. sei sempre ben attento a ciò che fai, svolgi il ruolo di capoclasse alla perfezione, almeno da quanto mi hanno detto! E poi.. sei sempre gentile e disponibile con tutti! -

Ascoltava le sue parole nel più totale silenzio.

- Quindi.. vorrei chiederti.. ti andrebbe.. di stare con me? Posso essere la tua ragazza? -

Sorrise abbassando lo sguardo. Le sue parole gli fecero piacere, ma purtroppo per lei, era destinata a soffrire.

- Mi dispiace! -

Disse cercando le parole adatte per non ferirla.

- Purtroppo non posso ricambiare i tuoi sentimenti! -

- E' forse perchè.. non mi conosci bene? -

- No, non si tratta di questo! -

La fissò negli occhi, quegli occhi così dolci, che si stavano lentamente riempiendo di lacrime.

- Io non sono quello che credi! -

Non era perfetto.

- Beh.. nemmeno io in fondo ti conosco bene.. ma tutti abbiamo dei difetti! Non importa se non sei sempre come appari! -

Sembrava innamorata davvero.

- Ti prego, scusami! -

E in silenzio, ascoltando quella povera ragazza piangere, s'incamminò lontano dalla classe, allontanandosi da lei, sapendo che il giorno dopo, sarebbero stati entrambi sulla bocca di tutti. In fondo le voci giravano a scuola. Probabilmente quella poverina, lo stava reputando un bastardo insensibile, le aveva spezzato il cuore. Ma lui aveva giurato a se stesso, che almeno fino alla fine delle superiori, non si sarebbe innamorato. Nessuno conosceva la sua identità, se avesse permesso ad una fanciulla di restargli accanto, presto o tardi lo avrebbe scoperto e anche se così non fosse stato, lui non se la sarebbe sentita di mentirle. Senza contare che accanto a lui, non sarebbe mai stata al sicuro.


- Accidenti.. il frigo è vuoto! -

Come avrebbe fatto per preparare la cena? Era così presa dalla scuola, che non se n'era minimamente accorta. Le provviste erano praticamente terminate, le toccava andare al supermercato. Per fortuna la sua vicina si era offerta di tenere suo fratello anche a cena, altrimenti come avrebbe potuto assentarsi da casa?
Scritte frettolosamente un biglietto e lo lasciò sul tavolo. Se sua madre fosse rientrata prima del suo ritorno, lo avrebbe letto.

Bentornata a casa mamma!
Siccome il nostro frigorifero è ormai a secco, vado a fare la spesa. Noah è dalla vicina, lo terrà a cena.
A dopo.
Baci Max



- Mamma mia! Per fortuna siamo riusciti a sfuggirgli! -

Osservò Kuwabara senza fiato.

- Già.. ma purtroppo siamo a scuola tutta la settimana.. non possiamo scappare in eterno, prima o poi ci prende! -

- Te l'avevo detto che Takenaka non ci avrebbe risparmiato! Se riesce a beccarci finiamo di filato in presidenza! Già non so come affrontare mia sorella.. -

Un vero grattacapo.

- Non farmici pensare.. adesso a fur di correre sono senza fiato.. -

- Non dirlo a me! -

Avevano il terrore di trovarsi il professore ancora alle calcagna. Sapeva essere peggio di qualunque demone quell'uomo.


- Ecco fatto, ho preso tutto! -

Poteva tranquillamente buttare la lista, ormai non serviva più. S'incamminò con i sacchi della spesa verso casa sua.

- Ehi guarda laggiù! Ma quella non è Okino? -

Una ragazza dagli splendidi capelli castani, quel portamente elegante, non c'era alcun dubbio.

- Hai ragione! EHI OKI... -

Ma qualcosa lo costrinse a fermarsi. Max si soffermò a guardare l'entrata di un vicolo buoio e al quanto inquietante. Senza pensarci troppo su, vi entrò.

- Ma.. dove va? Abita forse da quella parte? -

- No, è impossibile! Quella è una strada senza uscita! -

Che avesse imboccato la direzione errata? Dopotutto era comprensibile. Prima o poi, doveva perdersi in una città così grande a lei ancora sconosciuta.

- Dai, andiamo, meglio seguirla o si caccia nei guai! -

Quella era l'ora perfetta per i demoni. Al buio colpivano senza pietà chiunque gli capitasse a tiro. Erano come i vampiri; detestavano il giorno e vivevano nella notte.

Forse si era sbagliata, ma aveva udito qualcuno implorare aiuto, una voce tremante, quasi sottile. Avanzava lentamente con i sacchetti stretti in mano e i capelli che ondeggiavano al vento leggero e fresco.

- Qualcuno mi aiuti! -

No, non si era sbagliata. Qualcuno era nei guai. La stava chiamando.

- E' inutile che implori! Nessuno può sentirti ormai! -

Quell'odore nauseante..

- Avanti, fatti divorare senza opporre troppa resistenza! Prometto che la tua sarà una morte veloce! Non te ne accorgerai nemmeno! -

Si sporse leggermente. Un'ombra scura e grossa davanti ad un povero ragazzo accucciato fra i cassonetti della spazzatura.

- Ti... ti prego.. lasciami stare! Ero uscito solo per buttare la pattumiera.. -

Quale sfortuna.

- Eh eh eh! Devi imparare a non uscire da solo! Può essere pericoloso! -

- Ehi! -

Non poteva tollerare altro.

- Mh? -

Riuscì a scorgere due occhi gialli e accecanti come due fanali.

- E tu che vuoi microbo? -

Non poteva essere altro che..

- Non hai proprio niente di meglio da fare che aggredire un ragazzo innocente? -

Sembrava quasi di recitare dentro a un film.

- Ma guarda! E tu interrompi la mia cena con queste cavolate? -

Le si avvicinò ancor più affamato, mettendo ben in vista il suo volto rivoltante.
Un demone.

- Mi è venua un'idea! Che ne dici se comincio da te? Sarai il mio antipasto! -

- Ti avverto, sono piuttosto indigesta! Ti rimarrò sullo stomaco! -

- Può darsi! Ma provare non costa niente! Aaaaaaaaah! -

Si lanciò contro di lei spalancando la bocca, ma le cose non andarono secondo i suoi piani. All'improvviso sentì un dolore lancinante nello stomaco, un pugno alla piena potenza, come fosse d'acciaio.

- Ma... male... dett.. -

- Così impari a fare i tuoi porci comodi nel nostro mondo! -

Si sentì sollevare come da una corrente, fu sballottato ripetutamente sui cassonetti della spazzatura, quasi come fosse una palla di gomma. Finchè alla fine, non cadde al suolo completamente sfinito.

- Allora? Hai imparato la lezione? -

Gli afferrò il collo e lo sollevò fissandolo con sguardo omicida. Aveva paura, si, tremava. Aveva paura di lei, temeva i suoi occhi.

- Urameshi, non hai sentito anche tu un rumore? -

- Già.. spero non le sia successo niente, andiamo! -

Aumentarono il passo, ma si nascosero immediatamente dietro l'angolo, non appena si ritrovarono davanti una scena a dir poco incredibile. Okino era li, immobile, con un demone ferito fra le mani. Un ragazzo si teneva la testa fra le braccia, piagnucolando come un bimbo indifeso.

- Dio, mi fate schifo! -

Riprese lei.

- Voi, orripilanti creature sudice e inutile! Ve ne andate in giro pensando di essere i padroni del mondo, ma dove pensate di stare? -

In quel preciso istante, qualcosa costrinse Kuwabara ad accasciarsi a terra. Una fitta tremenda allo stomaco, un brivido lungo la spina dorsale.

- Kuwabara, che ti prende! -

- Yusuke... sento.. sento un'energia astrale potentissima.. fa quasi male! -

- Come? -

Energia astrale aveva detto? Una forza potentissima? Proveniva forse da..

- Pensate che noi umani dobbiamo solo tremare e inchinarci ai vostri piedi? Credete davvero di poter comandare in un mondo che non vi appartiene? -

Lentamente allentò la presa e lasciò che il collo dello yookai le scivolasse dalla mano. Il mostro ormai privo di sensi ricadde pesantemente sulla schiena, mentre la terra tremò ai loro piedi.

- Che significa! -

Una voce la fece sussultare.

- Ancora? -

Fu piuttosto sorpresa di vedere loro.

- Urameshi.. Kuwabara! -

Non era possibile. Si era fatta scoprire. Loro, i suoi compagni di classe, avevano visto ogni cosa.

- Non.. non è come sembra! -

Poteva solo cercare delle giustificazioni, che sapeva, non li avrebbero convinti.
Il ragazzo spaventato, si alzò barcollante e urlando corse lontano, probabilmente a gettarsi nel lago. Dev'essere stato solo un brutto sogno, pensava certamente, ho soltanto sognato, si, o ho sognato o sono impazzito, devo rinfrescarmi le idee.

- Okino.. tu.. tu sei una guerriera! -

E le parole di Botan, gli tornarono in mente come un fumine a ciel sereno.

- La profezia racconta di un umano! Un guerriero venuto da un luogo indefinito per affiancare il detective del regno spirituale! Ogni cento anni compare un successore, così dice la profezia! -

Un guerriero, appena giunto da un luogo indefinito. Un potere astrale ancora assopito.. ma potentissimo..

- Tu sei.. la persona della profezia! -

Rimase per un attimo in silenzio.

- Come? Guerriera? Profezia? Urameshi, ti senti bene? -

- Okino, sei tu! Non c'è alcun dubbio! -

Avanzò verso di lei, che intimorita indietreggiò di riflesso.

- Che.. che vuoi fare? -

- Tu non sai chi sono io, vero? -

Quello sguardo così serio..

- Si, un pazzo! Allontanati subito! -

- Allora lascia che mi presenti come si deve! Sono Yusuke Urameshi, detective del mondo spirituale! -

Era lei la persona destinata a diventare la sua partner.

- Tu saresti che cosa di cosa? -

- Il mondo spirituale, è un luogo sacro dove le anime si rifugiano dopo la morte! Laggiù vengono classificate secondo le azoni commesse e vengono destinate all'inferno o al paradiso! -

Lo guardò come se fosse uscito da un manicomio.

- Ah ah ah ah ah ah ah ah ah! -

Comprese. La stava solo prendendo in giro.

- Questa è bella Urameshi! Vuoi insegnarmi la divina commedia? Ah ah ah ah ah! -

- Ma.. veramente.. io.. dico sul serio! -

- No, non dici sul serio! -

Tornò seria immediatamente.

- Okino ascolta.. forse non sei a conoscienza dei fatti... -

Intervenne Kazuma premendosi lo stomaco ancora dolente.

- Ma hai appena sconfitto un demone a mani nude! Possiedi un potere astrale dentro di te.. un potere grandissimo, che ti condurrà alla piena potenza! -

Ci si metteva anche lui, erano d'accordo? -

- Anche noi siamo come te! Esseri umani con un immenso potere astrale! Non devi avere paura di noi! Siamo tuoi amici! -

La sua futura squadra.

- No! No, voi.. non sapete quello che dite! -

- Tu sei la prescelta! Colei che deve affiancare il detective del mondo degli spiriti e degli spettri! Per ripulire la realtà dagli yookai! -

Sconfiggere quegli esseri, difendere il mondo..

- Quindi io dovrei.. occuparmi degli esseri umani? Devo difendere l'umanità? E' questo che mi state dicendo? -

Cominciò a girarle la testa.

- Ma cos'è, un film di fantascienza? -

- Hai dei poteri, questo non ti dice tutto? -

- Non mi dice proprio niente! Sono sedici anni che combatto contro il mio potere! Faccio di tutto per reprimerlo e tenerlo nascosto! Come potete chiedermi così, di punto in bianco, soltanto perchè ho saputo proteggere un ragazzo che se n'è pure andato senza nemmeno ringraziare, di diventare la paladina della giustizia? -

Non si aspettavano una simile reazione. Okino era sempre dolce, di buon umore, gentile con tutti. Come poteva odiarli in quel modo? Che stesse soltanto recitando? Portava dunque una maschera ben costruita? -

- Non devi vergognarti per quello che sei! Noi siamo come te! Possiamo aiutarti! -

- No, non potete! Vi sbagliate! Siete soltanto due svitati che si divertono a importunare una ragazza soprannaturale! -

E dopo aver raccolto di fretta i sacchi della spesa, corse via. Yusuke cercò invano di seguirla, Kuwabara lo bloccò per la spalla, doveva lasciarla andare.

- Ora è troppo scossa! E' meglio se riprendiamo l'argomento con più calma! -

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Capitolo 7
*** Il principe Enma ***


CAPITOLO 7: Il principe Enma



Correva senza fermarsi, con i sacchetti che ondeggiavano colpendole ripetutamente le gambe. Ancora non poteva credere a ciò che avevano udito le sue orecchie. Urameshi e Kuwabara erano come lei, due esseri diversi. Avevano dei poteri, come i suoi. Allora perchè non si sentì felice a quella notizia? Non era l'unica, non era sola.. ma le lacrime non poterono fare a meno di scenderle dagli occhi.
Nella fretta qualcosa la urtò. Perse l'equilibrio e i sacchetti caddero sull'asfalto rovesciando la metà del loro contenuto. Le uova erano di sicuro andate in pezzi.

- Max? -

Quella voce.

- Kurama.. -

La guardava preoccupato. Perchè quelle lacrime? Perchè piangeva?

- Va tutto bene? -

- No! -

Rispose raccogliendo la spesa ormai ridotta in poltiglia.

- Aspetta, ti do una mano! -

L'aiutò ad infilare tutto nei sacchetti, con la massima cura.

- Cos'è successo? -

- Niente d'importante! -

- Deve esserlo se ti fa stare così.. -

Non poteva, non voleva fermarsi a parlare con lui, come gli avrebbe detto che in realtà, lei non era chi credeva? Non era normale?

- Scusami, devo andare! -

- Ma.. -

- Scusami! -

E riprendendo la corsa nella disperazione, scomparve dai suoi occhi color smeraldo, rimasti spalancati su di lei, stampata nella testa, l'immagine di quella dolce e splendida ragazza in lacrime.

- Mi sento un pò in colpa, sai Kuwabara? -

- In colpa? -

- Si! Hai sentito che cos'ha detto, no? E' tutta la vita che combatte per tenere nascosti i suoi poteri.. forse non vuole avere nulla a che vedere con il mondo spirituale, forse vuole solo avere una vita normale.. -

E lui aveva guastato tutto.

- Urameshi, hai fatto solo la cosa giusta! Lavori per il piccolo Enma, è stato lui a chiederti di farlo! Hai voluto tenere fede alla profezia! -

Probabilmente non avrebbe più voluto avere nulla a che fare con loro. Peccato, stava cominciando a creare un rapporto d'amicizia con lei. Un'amicizia brevissima, durata poco più di sette giorni.
Del resto doveva aspettarsi che come impresa affidatogli dal mondo spirituale, si sarebbe rivelata come tutte, complicata.



- Vorrei proprio sapere cosa ti passa per la testa! -

Si soffermò nel bel mezzo del marciapiede, sorridendo fra sè e sè. Era proprio da lui, comparire all'improvviso.

- Che fine hai fatto? E' dall'altro giorno che non ti vedo! -

- Avevo bisogno di starmene un pò da solo a riflettere! Comunque, hai avuto una buona compagnia da quanto ho visto! -

- Ah, adesso hai iniziato anche a pedinarmi! -

Disse con una punta di ironia. Non riusciva mai ad arrabbiarsi con lui, erano legati da una profonda amicizia.

- Ero solo in pensiero per te! -

- E perchè? Non sono in pericolo di vita! -

- Ne sei sicuro? -

Alzò lievemente il sopracciglio, facendolo precipitare nella più totale confusione.

- Non capisco Hiei! Cosa c'è che non va? -

- E' un'ottima domanda, ma dovresti rivolgerla a lei! -

Non si fidava, doveva capirlo.

- Andiamo, rilassati! Non c'è bisogno di essere così scettici! E' solo una ragazza! -

- Ti sbagli! Non è così e mi stupisco che tu non l'abbia notato! -

Era sempre il primo ad accorgersi dei guai, così come della vera essenza di una persona.

- Tu sai bene cosa nasconde, non è forse così Kurama? -

Si rassegnò all'evidenza.

- Si, certo che lo so! Me ne sono accorto subito, sin dal primo momento che l'ho incontrata! -

Possedeva una grande forza interiore.

- Possiede un forte potere astrale, l'altro giorno, ho potuto sentirlo dentro di me! -

In biblioteca.. quella forza misteriosa che lo aveva avvolto nella più totale quiete. Quando era comparsa lei, ancora di fronte ai suoi occhi, ne aveva avuto la conferma.

- E nonostante questo continui a starle accanto come se nulla fosse! -

- Non è un demone! E' diversa da noi! -

- Forse, ma c'è qualcosa.. che non mi convince in lei! -

Probabilmente, niente e nessuno avrebbe mai potuto distoglierlo dalla sua idea.

- Hiei, capisco la tua preoccupazione, ma puoi stare tranquillo! Quella ragazza non è il male, ha un animo.. molto gentile! -

Lo aveva percepito distintamente.

- E nasconde anche.. una gran brutta ferita! -

L'aveva letto nei suoi bellissimi occhi.

- Già.. dimenticavo che tu sei un esperto in queste cose! Ti sei comportato allo stesso modo anche con me! -

Il solito umano dal cuore tenero.

- Ho sbagliato forse? -

Gli chiese sorridendo nuovamente.

- Non con me! -

- Stai tranquillo Hiei, so quello che faccio! Fidati! Non è pericolosa! -

- Ah no? Allora lascia che ti dica una cosa, roba da niente! -

Era una storia che ormai conosceva alla perfezione.

- Girano delle voci, pare che un'antica profezia del mondo spirituale si sia appena avverata! -

- So già tutto, quindi ti risparmio la fatica! -

Quando occorreva, sapeva mantenere le orecchie molto tese.

- Pare che un guerriero venuto da un luogo imprecisato, sia giunto qui per sterminare qualunque demone popoli la terra! -

Lo disse con un tono talmente tranquillo.. tipico di Kurama.

- Non pensi di essere incluso nella lista? Mi risulta che anche tu sia un demone, a tutti gli effetti! Anche se hai l'aspetto di un normale essere umano! -

Continuava a mantenere il sorriso.

- Non guardarmi in quel modo! Sai bene cosa voglio dire! Per ora ti è andata bene, perchè non ha ancora scoperto chi sei in realtà! Ma quando i suoi poteri aumenteranno, non esiterà.. ad eliminarti! -

Terminò la frase spalancando gli occhi e abbassando lievemente il timbro della voce. Sperava di squoterlo, di riportarlo in sè, di spaventarlo affinchè alzasse la guardia.

- E' vero, sono un demone e ancora lei non lo sa! Ma non mi eliminerà mai Hiei, perchè la profezia si riferisce agli yookai di classe demoniaca! Nelle mie vene, scorre sangue umano, non dimenticarlo! Piuttosto.. non credi che quello che hai detto valga anche per te? -

Lui non temeva niente e nessuno. Lui era Hiei, il demone dal terzo occhio.

- Io sto sempre attento alle mie spalle! -

Specialmente una mocciosa come quella. Una donna.. che disgusto.

- Comunque fa come ti pare, io ti ho avvisato! -

E ancora una volta, com'era da classica tradizione, scomparve dal nulla con un balzo.


Si soffermò al solito incrocio, attendendo nervosamente che il semaforo gli permettesse di attraversare la strada. Batteva ripetutamente il piede a terra, digrignando i denti per la rabbia. Aveva trascorso una notte allucinante, soltanto incubi e nulla di buono. Se poi pensava a quello che lo stava attendendo a scuola.. avrebbe passato l'intera mattinata in presidenza a litigare con i professori, ormai era un classico per lui, era diventato famosissimo fra gli studenti. Ma quella mattina non ne aveva la minima intenzione. Se ne sarebbe volentieri stato a casa sua, poltrendo sotto le coperte calde del suo letto.

- Ehi, Yusuke! -

Una voce lo distolse dai suoi orridi pensieri; una voce a lui molto conosciuta.

- Ehilà! Kurama! -

Era la prima volta che s'incontravano sulla strada di scuola.

- Ne è passato di tempo, eh? -

- Già! Ho avuto molto da fare.. scusa se non mi sono fatto sentire! -

- Non preoccuparti! Anche noi abbiamo avuto dei grattacapi.. dai quali sia chiaro, non ci siamo ancora liberati! -

E quando mai ci riuscivano?

- Come al solito! -

- Puoi ben dirlo! -

Da quando li conosceva, lui e Kuwabara avevano sempre avuto qualche guaio alle calcagna.

- Ah, a proposito Kurama, vorrei farti una domana... -

- Dimmi! -

- Ecco.. per caso tu.. conosci una ragazza.. si chiama Max Okino! -

- Ma si! Certo, Max! -

Rispose dunque.

- Capisco! Perchè vedi, l'altro giorno, ci ha detto questa frase: "Vi saluta Kurama!" Siamo rimasti piuttosto sorpresi, non immaginavamo che vi conosceste! -

- Allora se n'è ricordata! -

Pensava che ormai le fosse completamente uscito di testa.

- Comunque, l'ho conosciuta solo la scorsa settimana! -

Era ancora una new entry per loro.

- Ho capito! -

- Senti Yusuke, per caso sai come sta? -

- Perchè? -

- Ecco, l'ho incontrata ieri sera! Era sconvolta! -

Doveva immaginarlo.

- Capisco... -

Si soffermò a riflettere.

- Kurama, forse tu non lo sai, ma vedi.. c'è una profezia.. -

- Non preoccuparti, so già tutto! -

- Ah si? -

- Le voci corrono! -

Specialmente fra gli yookai.

- Allora sai che qualcuno, presto o tardi dovrà affiancarci.. -

- Si, so anche questo! -

- Beh, ecco, quella persona.. io e Kuwabara l'abbiamo trovata! -

- E' Max, vero? -

- Lo sai? -

Non si stupì granchè. Kurama era sempre la mente, in tutto.

- Già, l'ho capito quasi subito che in lei c'era un potere speciale! -

- Beh, vedi, ieri sera l'abbiamo vista anche noi! Ha fronteggiato un demone a mani nude, l'ha letteralmente conciato, capisci? Kuwabara ha percepito un'energia astrale talmente potente, da fargli venire il mal di stomaco! -

Difficilmente gli era passato. Aveva dovuto riaccompagnarlo a casa sostenendolo.

- Dovevi vedere i suoi occhi, la sua espressione.. -

Aveva quasi avuto paura ad avvicinarsi a lei.

- Ma soprattutto non hai sentito le sue parole! -

Così piene di rabbia, di odio..

- Forse mi sbaglio.. ma ho avuto come l'impressione, che quella non fosse la prima volta per lei! Ha già avuto a che fare con i demoni! -

Sicuramente. Kurama ricordava ancora la sera in cui la vide per la prima volta. Fuggiva da uno di loro e alla fine, senza che lui potesse alzare un dito o nel suo caso, una sola spina di rose, si era liberato del suo nemico con un palo.

- Dalle sue parole ho dedotto, che lei odia profondamente i demoni! -

Non seppe il motivo, ma all'improvviso si sentì pervadere da un'immensa tristezza.

- Kurama, lei non sa niente di te, vero? -

- No! Non gliel'ho detto! -

E come avrebbe fatto?

- Secondo me.. dovresti farlo! Per il suo bene! Potrebbe essere troppo tardi quando lo scoprirà.. magari quando fra voi due si sarà instaurato un bel legame d'amicizia! -

- Lo so! E lo farò, non preoccuparti! Solo sto aspettando il momento più opportuno! -

Temeva la sua reazione. Si era fidata ciecamente di lui, era come dire, rimasta affascinata. Era riuscito a capirla, a leggerle nel profondo e questo l'aveva molto colpita.

Se le avesse rivelato la sua vera identità, probabilmente si sarebbe sentita delusa, tradita, ingannata. Non voleva ferirla, aveva già spezzato il cuore a troppe ragazze. Perchè lui era un demone, il famigerato Youko Kurama e anche se nei corridoi della scuola, o nella sua classe circondato da studenti della sua età, veniva chiamato "Shuichi Minamino" e trattato come uno di loro, lui sapeva, qual era la verità. Era diverso. Poteva ingannare loro con il suo normalissimo aspetto umano, ma non se stesso.

- Ti auguro buona fortuna.. ha un tale carattere quella.. -

La credeva diversa.

- A me è sembrata piuttosto tranquilla.. -

- Forse perchè non l'hai vista arrabbiata! Per questo ti ho augurato "buona fortuna"! -

- Cercherò di ricordarmelo allora! -

In ogni caso presto o tardi, le avrebbe detto la verità.

- Ciao Kurama, io vado di qua! -

- A presto Yusuke, salutami Kuwabara.. e anche Max! -

- Certamente! E tu porta i miei saluti a quel musone di Hiei! -

- Ah ah! Si! -

Così, nella normale vita di tutti i giorni, i due amici si separarono imboccando ciascuno la propria strada.

Raggiunse i tabelloni nel corridoio, dove una fila di ragazzi urlanti, chi di gioia e chi di rabbia, chi di delusione, chi di stupore, si spintonavano per leggere i risultati.

- Permesso! -

Disse con un filo di voce, ma sembrò aver dettato un ordine. Tutti si scostarono al suo passaggio, come le guardie di fronte al loro re. Mentre cercava con lo sguardo il suo nome, sentiva delle voci dietro di lui, parole che capì all'istante. Stavano discutendo sull'accaduto, in giro, come si aspettava, si era già sparsa la voce della vicenda fra lui e quella ragazza del primo anno e di come l'aveva scaricata, distruggendo il suo animo. Ma non gli importava, del resto, aveva solamente seguito il suo istinto.
Trovò il suo nome, spiccava al primo posto. Ancora una volta era riuscito ad ottenere degli ottimi voti.
Fiero di se stesso si allontanò percorrendo il corridoio in silenzio, fino a raggiungere la sua aula. Restò immobile per un momento a fissare la maniglia, tirò un sospiro profondo e cercando di apparire più naturale possibile, l'afferrò facendo scorrere la porta.

- Buon giorno! -

Disse salutando cordialmente i suoi compagni.

- Giorno Minamino! -

- Ciao Minamino! -

Ma come in tutta la scuola, anche nella sua classe circolava la notizia.

- Ehi Minamino! -

Una ragazza dai capelli dorati, si accomodò di fronte a lui.

- Dimmi, è vero che una del primo anno si è dichiarata? -

Con la coda dell'occhio fissò la sua compagna, che lo aveva accompagnato in aula d'informatica lasciandolo all'oscuro di ogni cosa. Sembrò fulminarlo con lo sguardo, prima di sedersi al suo banco e di ripassare nervosamente gli appunti di storia. Lei e quella del primo evidentemente, si conoscevano già da un pò di tempo e da buona amica, non aveva apprezzato il suo comportamento verso quella povera ragazza che desiderava solo essere amata. Come poteva darle torto?

- Si, è vero! -

Rispose solamente.

- E.... tu cosa le hai risposto? -

Lo osservava con sguardo furbo, sapeva perfettamente cos'aveva detto per ferirla, come tutti del resto, ma era chiaro che voleva sentirglielo dire esplicitamente.

- Semplicemente.. che non posso ricambiare i suoi sentimenti! -

- Acc.. poverina, chissà che shock! -

Ma in fondo non le dispiaceva. Quasi tutte loro avevano sempre avuto un debole per lui.

- Non avrei voluto farle del male.. ma non la conosco abbastanza per starci insieme! -

Mentì sapendo che quello, era solamente il motivo basilare. Quello principale, lo conosceva soltanto lui e doveva mantenerlo segreto.

- Ho capito! Allora perchè non esci con me uno di questi giorni? -

Sollevò nuovamente lo sguardo dal suo blocco.

- Come? -

- Ah ah ah! Tranquillo, stavo solo scherzando! -

E si allontanò ridacchiando emozionata. Le bastava una sola sua espressione per essere felice? Desiderava molto non essere così popolare, così ammirato dalle ragazze. Gli tornerebbe tutto più semplice.

Si gettò pesantemente sulla sedia ringhiando infuriato. Se qualcuno avesse anche solo provato ad avvicinarsi, probabilmente si sarebbe ritrovato incenerito all'istante.

- Ciao Yusuke! -

- Mmmmmmmmmmmmmmmmmh! -

- Ahi.. siamo di cattivo umore eh? -

- Lo sai chi abbiamo alla prima ora? -

- Purtroppo si.. ma che ti importa.. tanto non possiamo certo fuggire in eterno! -

- Già... piuttosto come va il tuo stomaco? -

- Oh, meglio, grazie per avermi accompagnato a casa ieri! -

Il rumore della porta che scivolava sul pavimento..

- Oh.. Okino.. -

Senza neanche degnarli di un'occhiata, raggiunse il suo posto.

- Buo..buongiorno! -

Posò gli occhi su di loro, un'espressione piena di odio.

- E-- ehm... -

Non immaginavano che si sarebbe arrabbiata così tanto. Yusuke sapeva bene che probabilmente non sarebbe stato semplice convincerla di una cosa tanto insolita, ma a suo parere aveva reagito oltre la norma, in maniera a dir poco esagerata.

- Ti.. saluta Kurama! -

Disse, trovando un pretesto per agganciare un discorso.

- Grazie! -

Rispose solamente sistemando i libri sul banco.

- Sei ancora arrabbiata? -

- Tu che dici? -

No, non comprendeva la sua reazione.

- Okino, ti chiadiamo scusa.. forse abbiamo esagerato nei modi.. ma.. abbiamo solo detto la verità... -

Ciò che stava scritto nel suo destino e anche nel loro.

- Falla finita! -

Per lei era una storia chiusa. Se solo non avesse mai avuto l'impulso di proteggere quel ragazzo, se solo non avesse combattuto contro quel mostro.. in passato si era fatta una promessa: non avere nulla a che vedere con i demoni, mai più. E invece, da quando era giunta in quella città, tutti i suoi buoni propositi erano andati in fumo.

- Buon giorno ragazzi! -

Takenaka attraversò l'ingresso richiudendo la porta alle sue spalle. Posò la valigia sulla cattedra e dopo averla aperta, cominciò a frugarvi dentro. Sollevò un malloppo di fogli squadrando Yusuke e Kuwabara, i quali tentarono in ogni modo si scansare il suo sguardo.

- Sapete cosa sono questi, vero ragazzi? -

Chiese con un malizioso sorriso sulle labbra.

- I vostri compiti in classe! -

Era sempre velocissimo nel correggere i test, lo detestavano per questo.

- Devo ammettere che mi avete molto deluso! Nonostante tutte le lezioni che ho tenuto su quest'argomento, molti di voi non hanno raggiunto la sufficienza! -

Gli insegnanti sanno sempre trovare il modo giusto per smontarti, specialmente quando parlano direttamente, senza troppi giri di parole. Naturalmente, anche quella volta, Takenata riuscì mandare in fumo tutte le loro speranze. Stringeva in mano il foglio del compito, lo guardava soddisfatta. 98 punti erano una bella conquista, specialmente per lei, che aveva fatto da poco il suo ingresso in quella scuola. Probabilmente era stata la presenza di Kurama a portarle fortuna quella mattina.

- Salve ragazzi! Come va? -

Quella vocetta perforante, così fastidiosa e inattesa. Non poteva essere..

- BOTAN! -

Una giovane ragazza dai capelli corvini, legati con un'alta coda di cavallo, entrò nella classe salutando con la mano, stampato sul volto un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

- Che fai qui! -

Portava la divisa scolastica. Che anche lei fosse una nuova arrivata?

- Sono venuta a vedere come vi butta! Allora? Novità? -

- Di che tipo? -

- Come di che tipo! Sapete bene a cosa mi riferisco! -

Spiegò allegramente.

- Parlo di q-u-e-l-l-a q-u-e-s-t-i-o-n-e! -

Disse scandendo le parole alla perfezione. Compresero all'istante.

- Ah.. capisco.. -

- Bene e allora? Che mi dite? -

La verità era che il piccolo Enma era molto esigente. Il tempo passava e lui aveva un assoluto bisogno di ricevere una risposta. Non poteva subirsi sempre le sue ramanzine. Per una cosa o per un'altra incolpava sempre e solo lei, ne aveva un diavolo per capello.

- Avete trovato chi sapete? -

- In effetti si! -

Rispose Yusuke scartando una caramella.

- Come? E me lo dici così? -

Tranquillamente, come se nulla fosse stato.
Lanciò in aria la caramella tonda e aprì la bocca per ingoiarla. La ragazza dai capelli celesti, afferrò la pallina di zucchero prima che potesse mangiarla.

- E cosa aspettavate a dirmelo? Possibile che debba sempre rincorrervi? Guarda te.. tutto vi è dovuto, vero? -

- Siamo molto impegnati! -

Spiegò Kuwabara dandosi un tono.

- Si.. come no! Dal risultato del vostro ultimo test scritto non si direbbe! -

L'imbarazzo si dipinse sui loro volti.

- E.. tu come fai a saperlo? -

Si portò una mano sulle labbra ridacchiando silenziosamente.

- Mi sono intrufolata in sala professori e ho curiosato fra i test! Complimenti, non potevate prendere un voto peggiore! -

- DANNATA IMPICCIONA! -

Yusuke si lanciò verso di lei, la quale lo schivò con un veloce movimento, costringendolo a crollare per terra.

- Ahio! Non potevi farti colpire? -

- Non sono qui per farmi prendere a botte, ma per avere una spiegazione! Avete trovato chi ci serve, giusto? E allora? Chi è? -

Tornò composto sulla sedia, riprendendo serietà. Yusuke e Kuwabara, sollevarono l'indice e lo posarono poco distante da loro. Seguì la direzione indicata dalle dita, fu così che la notà.
Una ragazza dai capelli castani e lo sguardo fisso sul quaderno. La guardò per un istante, prima che lei si accorgesse del suo sguardo puntato addosso e sollevasse il viso perfetto, lineare, senza alcuna imperfezione.

- Beh? Che hai da guardare? -

Le chiese dunque.

- Ho qualcosa sulla faccia? -

Sbattè le palpebre numerose volte, finchè la sorpresa, non ebbe il sopravvento.

- COOOOSAAAAAAAAA? -

- Sssssst! Che urli, sei pazza? Siamo in una scuola, ricordalo! -

- Ops, scusate! -

Sussurrò tappandosi la bocca.

- Va.. tutto bene? -

Max non amava origliare, perciò preferì concentrarsi sulla storia, materia dell'ora successiva.

- Emm.. si certo.... -

Si grattò la testa con agitazione.

- Ma ne siete proprio sicuri? -

Si rivolse nuovamente ai suoi amici, i quali, si limitarono ad annuire.

- Ma.. non ci posso credere.. deve per forza esserci un errore.. -

Si aspettavano una reazione del genere.

- Il detective Botan, sono io, no? -

Si, aveva ragione. Doveva fidarsi di lui. Di sicuro non aveva parlato a casaccio, si era impegnato nella ricerca e alla fine, la sua fatica era stata ricompensata. Il piccolo Enma, non doveva attendere più.

- Ciao, piacere di conoscerti, sei nuova? Il mio nome è Botan! -

Si precipitò a stringerle la mano.

- Ah... piacere.. io mi chiamo Max... sei della scuola anche tu? -

- Veramente no! -

Continuò sorridendo.

- Ma.. e la divisa allora.. -

- Serve per confondermi! Mi sta bene, vero? -

- Si.. certo.. -

Si vedeva chiaramente che conosceva quei due. Poveretta, non aveva tutte le rotelle a posto.

- Sono molto felice di fare la tua conoscenza, Max (che nome curioso)! Ci si vede dopo la scuola! -

La campanella segnò il termine della ricreazione e com'era venuta, Botan scomparve dietro la porta.

- Perchè.. vuole vedermi dopo la scuola? -

Si domandò a voce alta.

- Emm... ti.. ti prego di scusarla.. è un pò agitata.. è fatta così.. -

Posò lo sguardo su un imbarazzato Yusuke, prima di scostarlo ancora, gelidamente.

- Secondo te ci terrà il muso per tutto l'anno scolastico? -

- Boh.. una cosa è certa.. adesso è incavolata sul serio.. -

Per cosa poi, solo per aver scoperto di essere necessaria per l'umanità? Quando loro erano venuti a conoscienza del loro destino, non avevano fatto la minima tragedia, al contrario. L'emozione li pervase completamente. Ma in fondo è risaputo. Le ragazze, ragionano in modo molto differente dagli uomini.

La giornata era passato davvero in fretta e non si sentiva affatto stanca, al contrario. Non vedeva l'ora di mostrare a sua madre il risultato del compito, avrebbe fatto i salti di gioia e si sarebbe sentita orgogliosa di sua figlia. Sorrise fra sè e sè.

- EHILAAAAAAAAAAAAA! -

Sussultò. Botan salutava felice come una pasqua all'uscita della scuola.

- Co..come? Ma allora.. diceva sul serio.. -

Non immaginava che fosse realmente intenzionata ad incontrarla.

- Ciao! Vieni, devo portarti in un posto! Dove sono Yusuke e Kuwabara? -

- Veramente io... -

- Botan, sei ancora qui? -

- Eccovi, muovetevi! Seguitemi tutti, non c'è un momento da perdere! -

- Ma.. -

- Muovetevi! -

Tenendo Max per mano, corse veloce verso dove, ancora non lo sapevano.

- Ehi, aspettateci! -

- Senti.. non per essere scortese, ma.. -

A fatica riusciva a parlare, quasi le mancava il fiato.

- ..ma io devo tornare a casa! Non posso.. -

- Eddai, solo qualche minuto! Il piccolo Enma vuole vederti! -

- Il piccolo chi? -

- Come! Non hai mai sentito parlare del principe dell'aldilà? -

- CHEEE? -

Ecco, lo sapeva. Ancora quella storiella così insensata.

- Aspetta un attimo! -

La costrinse a fermarsi.

- Che significa! Il principe Enma? Sovrano dell'aldilà? -

- Cos'è quella faccia? Ma scusa.. sei o non sei la prescelta? -

- NOOOOOO! -

Non poteva crederci.

- Basta con sta storia, io non sono nessuno, capito? E poi.. questo Enma.. nemmeno lo conosco, che vuole da me? -

- Lo scoprirai presto, dai vieni! -

- BOTAAAN! RALLENTA UN PO, NON RIUSCIAMO A STARTI DIETRO! -

Gridarono in coro i due ragazzi, mentre Botan scomparve nella foresta senza mollare Max per un secondo.
Il principe Enma.. sovrano dell'aldià. Se ci pensava, aveva letto qualcosa in proposito su qualche libro quando era piccola. Naturalmente, aveva sempre pensato che si trattasse di una favoletta per bambini.

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Capitolo 8
*** Prendere coraggio ***


CAPITOLO 8: Prendere coraggio



Si sentì tirare il polso, era certa che di quel passo gliel'avrebbe staccato.

- Ma si può sapere dove mi stai portando? -

Era già stata in quella foresta. Se la ricordava bene. Un demone l'aveva attaccata alle spalle.. Kurama era andato in suo soccorso. Era in quell'occasione che si erano conosciuti.

- Ci siamo quasi! MAESTA'! DOVE SIETE! HO LA RAGAZZA! MAESTA'! -

Silenzio.

- Oh.. accidenti.. speriamo che non gli sia successo niente.. -

Si bloccò all'istante, finalmente Max, riuscì a liberare il polso.

- Questo posto pullula di demoni.. -

Rammentò.

- E se per caso.. lo avessero divorato? -

Lui era il principe dell'aldilà.. ci avrebbero certamente guadagnato facendolo fuori.

- AAAAAAAAH! PICCOLO ENMAAAAAAAA! CHE DISASTRO! CHE TRAGEEEDIAAA! -

Si disperò la ragazza.

- NOOOOOOOOOOOO! PICCOLO ENMAAAAAAAAAAAAAA! -

- Eccomi! -

Sussultando si accasciò al suolo. Un ragazzo alto dall'aspetto strambo, una veste insolita, la scritta JR sulla fronte... e... forse si sbagliava.. ma quello era mica un ciucciotto?

- Ma....maestà... mi avete.. fatto prendere un colpo... -

- Scusami Botan... non intendevo spaventarti! -

- Ma perchè non mi avete risposto! Credevo che vi fosse successo qualcosa.. -

- Beh.. forse non ti ho sentita.. mi sono appena svegliato! -

E quello era il principe dell'aldilà?

- STAVATE DORMENDO? MA VI PARE IL MOMENTO? -

- Che ci posso fare.. tu non arrivavi e mi è venuto sonno! -

Lottò con tutte le sue forze. Si sentì pervadere, dilagnare, cominciò a tremare, fece appello a tutte le energie che possedeva in corpo, inutilmente.
Cercando con ogni mezzo di trattenersi, scoppiò in una risatina a labbra serrate.

- Mh? -

Si fermò all'istante, non appena lui si accorse della sua presenza.

- E questa chi è? -

- Come chi è! E' la ragazza di cui vi parlavo! -

- Ah si, certo, ora ricordo! Allora è lei.. -

Osservò squadrandola da capo a piedi.

- EEEEEEHIIIIIIII! -

- Ma guarda che lumache.. sono rimasti indietro.. -

Forse sei tu che sei andata troppo in fretta, pensò Max snervata. Quanto vorrei tornarmene a casa.

- Anf! Anf! Ma si può sapere.. cosa diavolo.. avevi da... correre così? Siamo senza... anf! Senza fiato! -

- Vedo.. -

- Piccolo Enma... anf! Anf, ciao, che fai qui? Anf! -

Raramente scendeva sulla terra. Il mondo degli umani non faceva per lui. Lasciava il suo posto solamente in occasioni speciali e quella, lo era senza alcun dubbio.

- Sono in missione! -

Rispose.

- Missione? -

- Già! -

Sistemò meglio la lunga sciarpa rossa intorno al collo riposando lo sguardo su quella misteriosa fanciulla.

- Torniamo a noi! -

Disse.

- Il tuo nome? -

- Eh? Mi chiamo Max.. -

- Max.. -

La guardò attentamente negli occhi. Quei lineamenti, quei capelli, quel viso.. non c'era alcun dubbio.
Lei e quella donna, erano assolutamente identiche. Se c'era un particolare che le differenziava, era l'età, per il resto.. ogni cosa era perfettamente simile.

- Le somigli veramente molto.. -

Sussurrò con un filo di voce.

- Eh? Cos'hai detto? -

- No, niente! -

Scostò lo sguardo. Non era a conoscienza dei fatti, dopotutto lei, anni prima gli aveva fatto una promessa. A quanto sembrava, l'aveva mantenuta.

- Sei una guerriera? -

- No! -

- Una maga? -

- No! -

- Però sai combattere! -

- Se anche fosse? -

Anche lui e quella ragazza ci si mettevano con la favoletta.. dov'era finita, nel club de matti? Altro che principe del regno degli spiriti.. semmai degli svitati..

- Mh.. -

Camminò lentamente intorno a lei, osservando ogni più piccolo particolare. Doveva ammetterlo, lui stesso non si sarebbe mai immaginato una cosa simile. Si fidava di Yusuke e credeva ciecamente nel fiuto di Kuwabara. Quindi lei, doveva necessariamente essere chi loro sostenevano. Si aspettava un guerriero, per di più di età adulta. Così era sempre stato. Invece.. invece davanti ai suoi occhi c'era solamente una liceale.. però.. era veramente bella..

- Ehi, perchè continui a girarmi intorno? Sei fastidioso! -

Caratterino piccante..

- Vorrei verificare una cosa.. -

- Cosa! -

Esclamò irritata.

- Io non ho tempo da perdere, ok? C'è un bimbo di cinque anni che mi attente con impazienza! Fra un quarto d'ora devo portarlo a casa, mi lasciate andare via da qui? -

La sua vicina di casa era sempre molto premurosa e disponibile, ma non poteva approfittare di lei.

- Non ci vorrà molto.. vorrei sapere.. tu hai dei poteri, vero? -

- No, ti sbagli! -

Lo liquidò.

- Non ce li ho! Non ce li ho più! -

Non li avrebbe usati mai più.

- Che stai dicendo? -

- Sto dicendo.. che siete tutti matti! Che io non sono chi pensate che io sia e che non avrò mai nulla a che vedere nè con i mostri nè con il potere che tanto odio! -

Che aveva cercato di tenere nascosto per sedici lunghi anni.

- Capisco.. quindi tu.. non accetti affatto il tuo destino.. -

- Io non credo nel destino! -

- E' ildestino a decidere della nostra vita! -

- No affatto! Siamo solo noi i responsabili della nostra esistenza! -

Prevedeva un compito difficile.

- Ascolta, vorrei verificare solo una cosa! Mostrami il tuo potere.. un qualcosa di semplice! -

- E perchè dovrei! -

- Devo farmi un'idea, non credi? -

Mostrare il suo potere nascosto..

- E va bene, d'accordo, hai vinto! Se proprio ci tieni, ti farò vedere! -

Prima finiva quella discussione, prima se te tornava da suo fratello.
Tirò un profondo respiro, cercando qualcosa che potesse usare come esperimento. Alla fine, soddisfatta, si concentrò sull'oggetto da lei optato.
Fissò il ciuccio del piccolo Enma. Scacciò ogni tipo di pensiero dalla sua mente. Un alone rosato comparve intorno a lei, rendendola simile ad una figurina fluerescente. Si alzò un leggero venticello e poi, il suo potere, che si rivelò essere mentale, mostrò i suoi effetti.
Il succhiotto gli uscì di colpo dalle labbra e si bloccò a mezz'aria. Poi, lentamente prese a volteggiare su se stesso. Sempre più veloce, più veloce, velocissimo... fino a ritornare nella bocca del ragazzo con violenza, costringendolo a ricadere dolorosamente sulla schiena.

- Sono promossa? -

Domandò con una punta di ironia.

- Beh.. dipende.. -

Disse faticando per rialzarsi.
I due ragazzi esplosero in una sguaiata e fastidiosa risata, del resto, doveva aspettarselo da loro. Anche Botan purtroppo, non riuscì a fare a meno di prenderlo in giro. Ma non aveva tempo per rimproverarli, ci avrebbe pensato più tardi.

- Ora.. resta immobile! -

- Immobile? -

- Si, aspetta! -

Frugando nella tasca dei pantaloni, prese qualcosa molto simile ad un amuleto, i raggi sottili del sole che filtravano dalle foglie verdi di autunno, lo facevano brillare.
Le si avvicinò e senza dire una parola glielo mise al collo.

- Ehi, ma che fai? -

- Allontanatevi! -

Si scostò da lei di qualche passo.

- Perchè? -

Chiese un Yusuke spiazzato.

- Fra poco lo vedrai! -

Max sbuffò spazientita, battendo nervosamente il piede sul terreno. Quando all'improvviso, accadde qualcosa, che la lasciò di stucco più di tutti loro. Da quel ciondolo così strano, si sprigionò un raggio potentissimo, che illuminò la foresta intera. Furono costretti a coprirsi gli occhi con il braccio, era accecante.

Una forte sensazione gli passò attraverso il corpo.
Sollevò il capo di scatto avvertendo in lui un'immensa forza astrale.

- Che ti prende Minamino? Stai bene? -

Si era bloccato con il libro di matematica ancora in mano, mentre rifaceva attentamente la cartella.

- Si.. si, sto bene! -

- Sicuro? Sei un pò pallido.. -

Si preoccupò la sua compagna.

- Non è niente! Ciao, ci vediamo! -

Schizzò come un lampo fuori dalla classe, correndo lungo il corridoio, per la rampa di scale, fino a raggiungere il cortile dell'istituto. Si allontanò di qualche metro, riuscì a notare la foresta. Proveniva da laggiù. Cos'era? D'un tratto scomparve. Quell'energia astrale, si placò all'improvviso.

- L'hai sentita, vero? -

La voce di Hiei, alle sue spalle.

- Hiei! -

- Immagino saprai anche a chi appartiene, vero? -

- Cosa? -

No, non poteva essere di..

- La prova.. è iniziata! -

- La prova? -

- Non ne sai niente? Il piccolo Enma è giunto fin qui apposta per incontrarla! -

Aveva lasciato il regno dell'aldilà, solo per sottoporla alla prova degli spiriti passati.

- Ma allora quella forza... -

- Esatto! -

Con le mani in tasca, si voltò dandogli le spalle.

- Inutile dirti, di stare attento! Dico bene? -

- Hiei, ma.. -

Prima che potesse terminare la frase, lo yookai sparì come sempre.

- Max.. -

Sussurrò riportando lo sguardo su quei vasti alberi che la coprivano.

- Allora era questo che nascondevi? -

Che cercava in ogni modo di rinchiudere.

- Sei davvero così forte? -

In fondo, nelle parole gelide di Hiei, qualcosa di vero c'era..


- Posso sapere.. che diavolo è successo? Cos'era, una luce al neon? -

- Allora.. è proprio così.. ragazzi.. avete trovato la persona giusta! -

- Certo che abbiamo trovato la persona giusta! -

Sbottò Kuwabara, rammentando il suo terrificante dolore allo stomaco.

- Per chi ci hai preso? Siamo proffessionisti! -

- La persona giusta per cosa! -

Continuò lei maggiormente irritata.

- Per affiancare il detective del mondo spirituale! Quell'amuleto è molto particolare! In esso risiedono gli spiriti dei cacciatori passati! Si insomma.. coloro che un tempo, facevano il tuo lavoro! -

- Il mio lavoro? -

Quasi le venne da ridere, di nuovo.

- Ascoltami.. tu sei destinata a fare grandi cose, esattamente come Yusuke e Kuwabara. Loro sono come te, sono speciali e combattono per proteggere il mondo reale! -

- Non ci posso credere, ancora! -

La prendevano per cretina?

- Quindi io dovrei.. in altre parole.. cacciare i demoni insieme a questi due? -

- Questi due avrebbero un nome.. -

Precisò Yusuke.

- Chiudi il becco! -

- Ok, scusa Max.. -

- COME? -

Si voltò verso di lui, ringhiando come un cane inferocito.

- Che..che c'è'?? -

- Ti ho sentito..perchè non mi hai chiamata per cognome? -

Non glielo permetteva.

- Non prenderti tutta questa confidenza! E' chiaro? -

- Ok ok.. scusa.. -

Non credeva di dire nulla di male.

- Tornando a noi due principino.. te lo puoi anche scordare! -

- Ma.. -

- Non ho intenzione di trascorrere le mie giornate con loro, per di più a.. cacciare demoni, neanche fossimo della disinfestazione.. -

Non aveva tempo lei. Non poteva, non voleva..

- Io sono molto impegnata, ok? Quindi trovati qualcun altro da torturare con queste stupidaggini! -

- Non posso cercare qualcun altro, servi tu! Gli antichi spiriti hanno scelto te, sei tu la persona adatta! Un comune umano avrebbe indossato quell'amuleto.. e non sarebbe successo assolutamente niente! Si è illuminato perchè tu sei la prescelta! -

- No! Io non sono adatta a nulla di tutto ciò! Sono adatta soltanto alla mia vita normale! Sarebbe casa, scuola, famiglia! Chiaro? -

Velocemente tolse dal collo l'amuleto e glilo lanciò con forza.

- Ti saluto! -

- No, dai.. aspetta! Uffa.. che testona... peggio di te, Botan! -

- Come dite? Io non sono testona! -

Protestò la ragazza.

- E voi due fermatela, che state facendo li impalati? -

- Non possiamo.. -

- Che? -

- Non capisci? Non vogliamo forzarla.. non è giusto! -

- Che m'importa di ciò che è giusto! Il suo destino è scritto chiaramente in questo modo! -

Ma lui, in realtà, conosceva tutta la storia, dall'inizio alla fine, da prima che lei nascesse. Voleva dunque aiutarla, tener fede.. al giuramente fatto a quella donna.


- La prescelta.. -

Camminava di fretta, battendo rumorosamente i tacchi delle scarpe sull'asfalto.

- Salvare il mondo.. -

Fumava per la rabbia.

- Cacciare demoni... ma dove sono capitata, in un videogioco di ruolo? Mi manca solo la spada, l'armatura e l'omino che compare per darmi indicazioni! Poi sono perfetta per imbarcarmi in quest'oscura avventura! -

Non avrebbe più messo piede in salagiochi per parecchio tempo.
Solo quando la rabbia si spense lentamente, si accorse che qualcuno a lei famigliare, attraversò la strada poco lontano da lei. Raggiunse il marciapiede e senza notarla, proseguì sempre dritto.
Aumentò il passo svoltando l'angolo. Quei capelli rossi, quella divisa scolastica, non poteva sbagliarsi.

- Kurama! -

Per fortuna riuscì a raggiungerlo. Il ragazzo si fermò dal suo cammino e voltando il capo, la vide. Sorrise.

- Ciao Max! Non ti avevo vista! -

- Non fa niente, tanto anch'io devo andare di qua! -

- Allora? Come stai? -

L'ultima volta, l'aveva vista in lacrime.

- Meglio, grazie! -

In realtà, il mondo le crollava addosso giorno dopo giorno, ma quel ragazzo, sapeva darle il buon umore.

- A proposito di questo, volevo scusarmi con te! -

- Scusarti con me? -

Chiese sorpreso.

- Si! Non sono stata molto carina l'altra sera.. tu ti sei fermato ad aiutarmi.. io invece me ne sono andata senza neanche prestarti attenzione.. -

Era troppo scossa per parlare con lui.

- Non devi preoccuparti! Non me la sono affatto presa! Al contrario! -

- Davvero? -

- Certo! Dimmi, adesso ti senti meglio? -

- Si! -

- Meno male, mi fa piacere! -

Si preoccupava per lei, eppure, non la conosceva.

- Allora è tutto a posto? Non sei arrabbiato? -

- E perchè dovrei? Stavi male, la tua reazione è stata più che normale! -

Anche se in realtà, non vedeva l'ora di parlarne con qualcuno. Desiderava svuotarsi, liberare quel pesantissimo peso.. da tutta una vita desiderava farlo.. e ancora una volta, non poteva.

- Max.. -

Divenne serio all'improvviso.

- C'è una cosa.. che devo dirti.. -

La verità, doveva farlo finchè ne aveva la possibilità, finchè era ancora in tempo.

- Si dimmi! Di che si tratta? -

Ma gli bastò vedere il suo sorriso, così aperto e spontaneo, così allegro.. per bloccarsi e perdere coraggio.

- No niente! Non farci caso scusa! -

- Ah.. d'accordo come vuoi! -

Le era parsa una cosa importante, forse si era sbagliata.

- Io vado da questa parte! -

Disse.

- Allora ci salutiamo qui! Ciao Max, a presto! -

- Certo! Ciao! -

E di nuovo presero direzioni differenti.

Si odiava. Lui, che non si tirava mai indietro d'innanzi alle difficoltà, quella volta non ebbe la forza per confessare la sua vera natura. E come poteva? Lei credeva in lui, aveva persino avuto paura che lui se la fosse presa in qualche modo.. ci teneva davvero a conoscerlo meglio, a coltivare un'amicizia appena trovata. Non voleva ferirla.

- Quando verrà a saperlo, potrebbe essere troppo tardi, fra voi due, potrebbe nascere un forte legame d'amicizia.. -

Le parole di Yusuke, si riaccesero in lui.

- Perdonami Max! -

Pensò.

- Scusami, ma presto o tardi, dovrò ferirti! -

Era strettamente necessario metterla a conoscienza dei fatti. Assolutamente, doveva.. anche se non voleva essere lui, la prossima causa delle sue lacrime.

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Capitolo 9
*** Hiei: il demone dal terzo occhio ***


CAPITOLO 9: Hiei: il demone dal terzo occhio



- Sono a casa! -

Annunciò ad alta voce varcando la soglia.

- Mamma? -

Non ricevette risposta. In casa, non c'era ancora nessuno.

- Sarà in ufficio! -

Constatò.
Posò la cartella sul tavolo, tolse le scarpe e si sedette comodamente sul divano, davanti alla televisione spenta. Avvolto in quel silenzio, non potè fare a meno di riprendere a pensare.

- Inutile dirti di stare attento, dico bene? -

Hiei aveva ragione. Max poteva essere molto pericolosa. Quell'energia astrale avvertita dentro di lui, quella forza così potente, apparteneva a lei, a quella ragazza apparentemente indifesa. Ma non era malvagia, non era cattiva. Ogni volta che la incontrava, aveva voglia di proteggerla, di restarle accanto, di aiutarla. Sapeva che possedeva una profonda ferita, ma di che genere? Quasi sicuramente, aveva a che vedere con i demoni, altrimenti non si spiegava quella frase di Yusuke.

- Forse è solo un'impressione.. ma.. lei odia profondamente i demoni! -

Si, non c'erano spiegazioni. Ecco anche risolto il mistero delle sue lacrime quella sera. L'idea di dover avere di nuovo a che vedere con loro, le riportava alla mente brutti ricordi. Poverina.
Avrebbe odiato anche lui.
Quando sarebbe venuta a conoscienza dei fatti, quando lui le avrebbe rivelato la sua vera identità, lei, avrebbe detestato anche lui. Non sapeva perchè, ma la sola idea lo mandava in paranoia.
Il rumore della chiave che girava nella serratura, attirò la sua attenzione, distogliendolo dai suoi pensieri.

- Oh, ciao caro! Sei già a casa? -

- Sono appena tornato! Com'è andata al lavoro? -

- Bene! E tu? Che mi racconti? Novità a scuola? -

- Nessuna! -

Si guardò intorno. Sperava sempre di vedere qualcun altro, oltre a lui in quella stanza.

- Ma come! Ancora non hai portato nessuno? -

- E chi avrei dovuto portare? -

- Come chi! Quella misteriosa ragazza della quale ti sei tanto invaghito! -

Spiegò allegramente.

- Io non mi sono invaghito di nessuno mamma! E' solo un'amica! -

- E allora? Fammela conoscere ugualmente! Sono proprio curiosa! Non passa mai nessuno a trovarti, questo mi rende molto triste! -

Vederlo così solo, per una madre era una cosa terribile.

- Stai tranquilla! Ti prometto che prima o poi te la presenterò! -

Ma temeva di non poter mantenere quella promessa, se Max lo avesse ripugnato.

- Ci conto! -

- Certo! -

Tutta contenta appese la sua giacca e si avviò verso i fornelli.

- Pensavo di preparare una torta per stasera! La mangi volentieri? -

- Certamente! -

- Allora mi metto subito all'opera! -

Detestava mentirle. Era veramente durissima per lui. Desiderava tanto essere sincero il più possibile con la sua mamma che lo amava così tanto. Purtroppo, ignorava la sua vera identità e mai ne sarebbe venuta a conoscienza. Quando i fratelli Toguro li avevano invitati a partecipare alla manifestazione del torneo di arti marziali nere, aveva dovuto inventarsi una scusa credibile. Le aveva raccontato che la sua scuola stava organizzando una gita di qualche giorno e che per tanto, avebbe dovuto prendere il pulman la mattina presto e allontanarsi da casa. La sua in realtà, era tutt'altro che una semplice gita di piacere.


Doveva iniziare a lavorare quel giorno. L'idea la rendeva parecchio nervosa. Era la prima volta che faceva un part-time. Sperava di esserne all'altezza.

- Max, hai qualche impegno oggi pomeriggio? -

Keiko le si avvicinò con la cartella fra le mani.

- Veramente si.. devo cominciare a lavorare! -

- Hai trovato un lavoro? Non lo sapevo! E dove devi andare? -

- Al fast-food qui vicino! -

- Ah, ma lo conosco! Ci vado spesso! Se vuoi ti accompagno, posso? -

Le avrebbe fatto bene un pò di compagnia.

- Ma certo! -

Per la verità sapeva che lavorando in un posto del genere, non avrebbe certamente guadagnato moltissimo, ma almeno poteva dare un contributo a sua madre, questo le bastava.

- Salve! -

- Oh, ciao Keiko, ben tornata! Tutto bene? Il solito immagino! -

A quanto sembrava conosceva molto bene il proprietario del locale.

- No grazie, oggi no! Ho solo accompagnato la mia amica! -

- Ah, se non ricordo male tu.. ti chiami Max, giusto? -

- Si! Quando posso cominciare? -

- Anche subito, c'è molto gente oggi.. ci occorre una mano in più! Di la ci sono gli spogliatoi, va pure a cambiarti! -

- Ok! -

Disse prima di sparire dietro alla porta. L'uomo rimase immobile a guardarla, nel più totale silenzio.

- Senti Keiko... -

- Si, mi dica! -

- Ecco.. per caso tu.. -

Ma si bloccò all'istante.

- No niente! Non farci caso, sono un pò stanco! -

Dandole le spalle, tornò in cucina a friggere la carne. Che strano, pensò. Aveva uno sguardo.. quasi triste..

- Eccomi! -

- Oh Max! La divisa ti sta benissimo! -

Le donava moltissimo.

- Eh eh.. dici? -

- Allora Max, vieni di la, ti spieghiamo cosa devi fare! -

Le fece segno di entrare in cucina.

- D'accordo! Grazie Keiko per avermi accompagnata, ci vediamo domani! -

- E' stato un piacere, a domani! -

Si trovava bene con lei. Era molto gentile e premurosa. Nulla a che vedere con quei due impiastri che si divertivano a complicarle la vita.

Con i piedi ben piantati sul tetto di un edificio, osservava il fast-food con un ghigno soddisfatto stampato sul volto.

- Ti sto aspettando! -

Disse.

- Preparati! -

E nella più totale tranquillità, Hiei aspettò di vederla uscire da quelle porte scorrevoli.


Come primo giorno era andato meglio del previsto. Aveva imparato tutto alla perfezione e i suoi colleghi si erano complimentati con lei per le sue straordinarie capacità. Aveva anche guadagnato parecchi soldi, non si sarebbe mai aspettata di stringere in mano quelle banconote.
L'unico inconvegnente era l'odore terribile di hamburger che le si era impregnato addosso, per fortuna c'erano le docce in quel posto, non ci teneva ad andare in giro in quello stato.
Ripose la divisa nel suo armadio e riprendendo la sua cartella uscì nuovamente all'aria aperta. Com'erano corte quelle giornate, le mettevano tristezza. Alle cinque del pomeriggio, il cielo era già scuro e alle sette, era come notte fonda in giro. Preferiva l'estate, era così bella, così rilassante.
Imboccò la strada verso casa. Avanzava lentamente, senza nessuno intorno, nemmeno un gatto. Era così inquietante quel viale di sera, avvertì un brivido lungo la schiena.

Saltava da un tetto all'altro, senza perderla di vista un momento.

L'unico suono che avvertiva era quello delle sue scarpe a contatto con l'asfalto. Continuava il cammino, finchè d'un tratto, non si fermò. Rimase immobile per qualche secondo, prima di costringerlo ad uscire allo scoperto.

- E' tardi, sono stanca e non ho tempo da perdere, quindi smettiamola di giocare! -

Si era accorta di lui.

- Fatti vedere! -

Con un agile balzo, comparve d'innanzi a lei.

- Ah.. sei tu! -

Disse ricordando il suo volto.

- Cosa vuoi? -

- Errore! -

Sorrise maliziosamente.

- La domanda giusta è: cosa vuoi tu! -

- Io? -

Si sorprese.

- Cosa diavolo sei venuta a fare qui! -

A cacciare loro?

- Non capisco.. -

- Se pensi di mettermi i bastoni fra le ruote, ti sbagli di grosso! Io riuscirò a tornare nel regno dei demoni, perciò.. non ti permetterò di eliminarmi! -

Tutto le fu chiaro.

- Mi stai dicendo.. che tu sei un demone? -

Lui? Dall'aspetto così umano?

- Non lo sapevi? Mi sorprendi! Sei o non sei la famosa prescelta? -

- La volete piantere con questa pagliacciata? -

- Hai detto la parola giusta! Tutto questo è solo una ridicola pagliacciata! E io dovrei temere una donna? Mi viene da ridere! -

Terminò la frase in tempo, prima di ricevere un pugno violento che lo scaraventò a terra.

- Stai lontano da me, maledetto mostro! -

Lui era uno di loro, era un demone, uno di quegli esseri schifosi.

- Eh! -

Si pulì il labbro sanguinante e lentamente si rialzò in piedi.

- Complimenti, bel gancio! -

- Te lo ripeto ancora! Vattene! Sparisci dalla mia vista ora e non farti più vedere.. se non vuoi che ti riduca in poltiglia! -

Le bastava la sola parola "demone" per innescare la rabbia dentro di lei.
Quelle immagini, quel momento che desiderava tanto dimenticare, comparivano davanti ai suoi occhi non appena ne vedeva uno.

- Se pensi di spaventarmi, ti sbagli di grosso! Io non sono come gli altri! Sono molto più pericoloso! -

Con un gesto scaltro estrasse la sua fidata spada e la conficcò nel muro, a pochi centimetri dal suo viso. Fu al quanto sorpreso, si scorgere il suo volto così tranquillo. Lo fissava con occhi gelidi, completamente seria.

- Hai fegato! -

Disse.

- Se ti buco lo stomaco pensi di fare ancora quella faccia? -

Non avrebbe avuto problemi a sperimentarlo.

- Ma vai al diavolo! -

Ringhiò irata. Fece per colpirlo un'altra volta, ma lo yookai schivò il colpo in fretta.

- Tutto qui? -

- STA ZITTO! -

Si lanciò sopra di lui, il quale si ritrovò nuovamente con la schiena per terra. Lei sopra di lui, mentre gli stringeva la collottola.

- NON SEI ALTRO CHE UN MOSTRO! LO SIETE TUTTI! MI FATE SCHIFO! VI ODIO! VI DETESTO! -

Quello sguardo..

- NON VI PERMETTERO' DI FARMI ANCORA DEL MALE! NON VE LO PERMETTERO'! -

Immediatamente fu scagliata violentemente contro la parete.

- Sei ridicola! -

Continuò.

- Speravi forse di spaventarmi? Certo che è davvero strano.. non hai esitato a mettermi le mani addosso, a scaraventarmi a terra! Mi hai insultato, chiamandomi "mostro", eppure con Kurama ti sei comportata diversamente, o mi sbaglio? -

Raccolse la sua spada e la rinfoderò tranquillamente.

- Lui non è come te! -

- Ne sei proprio sicura? -

Quegli occhi di fuoco.. le incutevano terrore.

- E' vero, Kurama è molto diverso da me! Vivendo con gli esseri umani, si è rammollito parecchio! Ha un cuore troppo tenero e questo non gioca certo a suo favore! -

Che stava farneticando?

- Ma lui, è e rimarrà sempre quello che è! -

- Come puoi parlare così di lui? E' tuo amico! -

- Forse tu non lo sai.. ma vedi.. anche Kurama è un demone a tutti gli effetti! -

Restò in silenzio, riflettendo su quella parola che lei detestava, che riusciva a malapena a pronunciare. Poi, nella sua mente comparve il volto di Kurama, sorridente e sincero. E poi.. li associò insieme. Kurama era un demone, non poteva crederci. Sgranò gli occhi per la sorpresa.

- E così non te l'ha detto! Lo sapevo.. si vede che aveva paura di ferire il tuo cuoricino! -

Perchè era così malvagio, perchè.

- SMETTILA! -

- Ah ah ah ah! E' proprio così! Kurama non vuole dirtelo! Ma tu.. ora lo sai! E' un demone, uno come me, uno di quegli esseri che tanto disprezzi! -

Kurama, lui, quel bel ragazzo così gentile, così premuroso.. era un mostro. Lui era uno yookai e lei.. si era ciecamente fidata.

- Non mi guardare in quel modo, sono solo stato sincero, dovresti ringraziarmi! -

- Ma tu... tu.. chi diavolo sei! -

Restò per un momento a labbra serrate, guardandola negli occhi scuri. Sollevò la mano e la posò sulla fascia bianca che portava sulla fronte.

- Il mio nome è Hiei! Sono il demone dal terzo occhio! -

Delicatamente la tolse dal capo con un gesto e gli restò stretta in mano. Sulla sua fronte notò una fessura, che dilatandosi sempre di più, mostrò chiaramente un occhio demoniaco.

- AH! -

Che orrore.

- Hai capito adesso mocciosa? Non puoi fermarmi! Vattene da qui finchè sei ancora in tempo! Sparisci e ti prometto che non ti farò del male! -

Così, il demone dall'occhio del diavolo, scomparve nell'oscurità lasciandola nella più totale agonia.

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Capitolo 10
*** Duri ricordi ***


CAPITOLO 10: Duri ricordi



Completamente immobile, con la schiena posata sul muro e lo sguado perso chissà dove, rifletteva e poneva tante di quelle domande alle quali non riusciva in alcun modo a rispondere.
L'incontro con Hiei, si era rivelato più duro del previsto. Aveva avuto paura, per un attimo. I suoi occhi color del fuoco, quell'espressione così gelida.. e poi.. quell'occhio in mezzo alla fronte.
Sollevò lo sguardo al cielo e ringraziò il signore per averle donato una vita umana.
Poi, le parole di quello yookai, la fecero nuovamente rabbrividire dentro di lei.

- Kurama è un demone! -

Lui, Kurama, l'amico che credeva di aver appena trovato, quella persona così gentile, sempre sorridende, colui che aveva studiato ad avampetto a lei in biblioteca lo scorso sabato mattina.. lui, quel ragazzo dall'aspetto umano era uno di loro.. e lei si era fidata, aveva creduto nei suoi buoni propositi.

- Perchè! -

Ovunque andasse, in qualunque momento, ovunque si voltasse, la vita le riservava sorprese, ma soprattutto e cosa più importante, delusioni.
Era così contenta di essere laggiù, in quella città così grande. Nonostante sentisse molto la mancanza di Kyoto, lì si era trovata molto bene, in una bella casa, in una scuola promettente.. non aveva avuto divergenze con i suoi compagni di classe, nè con gli altri studenti. Tutti si erano dimostrati gentili, premurosi.. finchè Urameshi e Kuwabara, non le mandarono la testa in confusione per quella dannata storia.
Quando vide Kurama per la prima volta, era buio e non ebbe il tempo di notarlo con attenzione. Ma non appena i loro sguardi s'incontrarono, quando gli occhi di lui, verde smeraldo, si rifletterono nei suoi, in quel preciso istante, sentì che voleva conoscerlo. Le aveva mandato un segnale, uno strano calore. Ancora non si spiegava che cosa fosse stato, ma certo non immaginava che uno come lui, fosse esattamente come loro: un mostro.
Tornò in piedi barcollando e nel silenzio serale, si diresse verso casa.
Certamente non avrebbe potuto immaginare, che proprio quella stessa sera in cui scoprì la verità, proprio sotto casa sua, lo avrebbe incontrato di nuovo.


Si avviò alla cassa con la spesa, attendendo il suo turno.

- Oh, ciao Shuichi! Tutto bene? -

- Buona sera! Si, tutto a posto! -

- Come sta tua madre? Si è ripresa bene? -

- Si, sta benissimo, grazie! -

Sistemò tutto sulla pedana mobile e preparò il sacchetto.

- Meno male! Sono proprio contento! -

In quella zona, tutti conoscevano sua madre e la terribile situazione che aveva vissuto. Si erano preoccupati e informati parecchie volte, un valido sostegno.

- Ecco a te! -

- Grazie, arrivederci! -

- Porta i miei saluti a tua madre! -

- Senz'altro! -

Passò attraverso le porte scorrevoli e s'incamminò verso casa. Sua madre aveva lavorato tutto il giorno, non gli sembrava giusto farla uscire ancora per la spesa. Ci pensava lui alla casa durante la sua assenza e si occupava anche dei pasti qualche volta. E poi gli piaceva andare al supermercato, era un modo come un altro per distrarsi, per sentirsi più umano e uguale a tutti gli altri.
D'un tratto notò qualcuno, che attirò la sua attenzione. Una ragazza dagli inconfondibile capelli mossi, castani e dai riflessi dorati, la divisa azzurro scuro e il suo portamento elegante e femminile.
Non credeva che l'avrebbe rivista così presto.
Aumentò il passo per raggiungerla e quando giunse perfettamente dietro di lei, la salutò gentilmente.

- Ciao! -

Quella voce famigliare alle sue spalle. Rimase ferma, senza nemmeno voltarsi.

- Sono andato a fare la spesa! Abiti qui? -

Non molto lontano da lui.

- Max? -

Non disse una parola.

- Va tutto bene? -

- Stammi lontano! -

Disse digrignando i denti furibonda, stringendo il pugno sinistro, l'altra mano quasi distrusse il manico della cartella.

- Come? -

- STAI LONTANO DA ME! NON AVVICINARTI DI UN ALTRO PASSO O SEI MORTO! -

Lo guardava con un odio mai visto, un odio che si sarebbe aspettato solo molto più tardi.

- Ma.. cos'è successo? -

- Smettila! Piantala di fissarmi in quel modo, con quella tua aria da santarellino! Ormai ho scoperto tutto! -

Divenne immediatamente serio.

- L'hai scoperto? -

- Come hai potuto! -

Disse mentre i suoi occhi si riempirono riflessivamente di lacrime.

- COME HAI POTUTO PRENDERTI GIOCO DI ME! COME HAI POTUTO INGANNARMI! IO MI FIDAVO! -

Sollevò la cartella e lo colpì numerose volte con forza, costringendolo ad indietreggiare.

- Calmati! Non è come pensi! -

- Ah no? E cosa dovrei pensare allora eh? Che mi sono inventata tutto? Che sto soltanto vaneggiando? -

- Sei molto scossa.. ascoltami! Posso spiegarti! -

Fece per afferrarla per le spalle, ma la ragazza lo scansò.

- TI HO DETTO DI NON AVVICINARTI, DEMONE! -

Sembrò sottolineare quest'ultima parola. Allora aveva visto giusto. Il motivo per cui all'improvviso lo detestava così tanto, era esattamente quello che più temeva. Ma lui, non le aveva detto una sola parola.. come faceva dunque a saperlo? Che l'avesse scoperto da sola?

- Max, ti prego, ascoltami.. -

- Non voglio ascoltarti! Sai invece di cosa avrei voglia? -

Dovette lottare con tutta se stessa per trattenere la rabbia.

- Vorrei spaccarti la faccia ma.. credo proprio che non servirebbe a niente! -

Anche dopo, i ricordi non l'avrebbero lasciata.

- Ho fatto male a fidarmi! -

Si voltò, dandogli le spalle. Cominciò ad avanzare, raggiungendo casa sua passo dopo passo.

- Aspetta! -

Due mani l'afferrarono con forza. Si dimenò cercando di liberarsi dalla sua presa, ma finì col ritrovarsi ancora una volta, contro il muro, mentre lui la fissava serio e le stringeva le spalle.

- Ma che succede stasera! Avete tutti intenzione di distruggermi la schiena? -

- Devi ascoltarmi! -

Ormai, non aveva altra scelta.

- Hai ragione, non sono stato sincero! Sono un demone, è vero! -

Era vero.

- Ma non devi temermi! Non voglio farti del male! Io, non sono malvagio! Amo gli esseri umani, sono cresciuto fra di loro, come loro.. -

Non avrebbe mai fatto del male a nessuno.

- Devi credermi! -

La guardava con una tale dolcezza, la pietrificò.
Allentando la presa, sollevò una mano posandola sul suo volto e con l'indice le tolse le lacrime ben visibili sotto la luce serale dei lampioni.

- Perchè dovrei! Mi hai ingannata una volta! -

Non poteva fidarsi più di nessuno.

- Io so tutto su di te! So chi sei! Conosco la leggenda, sei tu la persona che è destinata ad affiancare il detective del mondo spirituale, l'ho sempre saputo! -

Chiuse gli occhi esasperata. Ormai non aveva più la forza per ribattere, era stanca di quell'assurda situazione.

- Sappi che non avevo alcuna intenzione di tenerti nascosta la verità, intendevo parlartene io stesso! Era questo che volevo dirti oggi! -

D'un tratto ricordò le sue parole.

- C'è una cosa.. che devo dirti! -

Le era sembrata importante.

- No, niente! Non importa! -

- Ti ho vista così allegra, così sorridente, così carina.. -

Le venne spontaneo abbassare lo sguardo e arrossire sugli zigomi.

- Non me la sono sentita di ferirti! -

- Ma l'hai fatto! -

Riprese lei.

- Lo so! -

- Io vi odio! -

Spiegò.

- Vi odio! I demoni.. io li detesto tutti, dal primo all'ultimo! Mi avete rovinato la vita, lo sai questo? -

- I demoni.. ti hanno fatto qualcosa? -

- ... -

- Dimmelo! Ti hanno fatto qualcosa? -

Si sforzò di mantenere il silenzio, di tenere tutto per sè come sempre. Ma le bastò guardarlo ancora nei suoi bellissimi occhi del colore delle foglie di primavera, per cedere perdendo ogni forza di volontà.

- Un demone.. ha ucciso mio padre! -

Il solo ricordarlo, la faceva stare malissimo.

- Lo ha ammazzato, davanti ai miei occhi, due anni fa! -

D'impulso l'avvolse a sè, stavolta con affetto. Sentì il bisogno di consolarla, di proteggerla, nonostante fosse la persona meno indicata per farlo.

- Mi dispiace! -

Si sentiva in colpa da morire, come se a compiere quel terribile delitto, fosse stato lui.

- Anche a me! -

Disse dunque.

- Non posso dimenticare! E' stato.. terribile! E io non ho potuto fare niente! Nulla, capisci? -

Nel giro di pochi minuti, aveva perso la persona a lei più cara.

- Per questo non posso perdonarvi, proprio non posso! -

- I demoni, non sono tutti uguali! -

Forse, ma lei era della sua opinione.

- Kurama, i demoni non cambiano, restano tali! -

- Questo è vero! Ma io per esempio, non potrei mai farti del male! Se avessi cattive intenzioni, non pensi che forse, a quest'ora non saresti qui? -

Si rese conto che in fondo, aveva sempre ragione lui.

- Dimmi, non vorresti, diventare chi devi diventare? -

- Intendi la prescelta? Assolutamente no! -

- Ma sarebbe un'occasione per riscattarti, non ti pare? Se odi i demoni, allora falli fuori! Uccidili tutti senza pietà! Ti sentirai meglio, vedrai! -

Lei non voleva più vederne uno.. a parte.. forse Kurama.

- Non posso! E poi.. ho già abbastanza problemi con mia madre.. non voglio crearne degli altri! -

- Problemi? -

- Kurama, sono sedici anni che lotto per nasconderle i miei poteri, questo perchè.. se venisse a sapere la verità su di me.. -

Non ebbe la forza per terminare la frase.

- Non ti accetterebbe più come figlia? -

Terminò per lei.

- Già.. -

- Tua madre è importante per te, vero? -

Sorrise, gli sembrò di vedere se stesso.

- Lei e il mio fratellino, sono tutto quello che ho! Sono la mia famiglia! Ho già perso mio padre, non potrei andare avanti senza di lei! -

- Ti capisco! -

Meglio di chiunque altro.

- Posso confidarti un segreto? -

- Che genere di segreto.. -

- Io e te siamo molto simili! -

- Cosa? -

Sbottò di rabbia.

- Non in senso negativo! Intendo nella vita! -

Nella sua vita da essere umano.

- Anch'io ho perso mio padre quando ero piccolo.. e per questo.. sono molto affezionato a mia madre! Lei mi ha cresciuto da sola, senza sapere chi fossi in realtà! Mi ha dato tanto amore, le sono riconosciente! -

Anche lui.

- Darei la vita per lei! -

- Anch' io! -

E ancora, le lacrime bagnarono il suo viso.

- Dai, non piangere! Sei molto più carina quando sorridi! -

Allargò instintivamente le labbra. E questo sarebbe un demone? Pensò. Nulla a che vedere con loro, nemmeno con quel maledetto, Hiei.

- Mi manca tanto! -

Confessò.

- Lui mi manca da morire! -

C'era sempre. Nei momenti belli e in quelli tristi. Negli attimi di gioia e di dolore. Era il suo amico più fidato, il suo confidente, il suo adorato papà. Quando stava male lui restava sempre accanto a lei e l'avvolgeva, proprio come Kurama stava facendo in quell'istante.
Perchè si stava liberando proprio con lui? Con un ragazzo che conosceva da quanto.. una settimana o poco più? Eppure le sembrava di conoscerlo da una vita. Poco prima desiderava incenerirlo, farlo a pezzi.. lui era un demone.. ma per un attimo se ne dimenticò.

- Fa male, lo sai? Io sono uno di loro, sono un demone e purtroppo non posso fare altro che vergognarmene! -

Anche se un tempo era lo spietato ladro Youko Kurama, anche se prima di rinascere era un demone completo. Lei non lo immaginava. Quando l'aveva salvata in quella foresta, non si era minimamente domandata come avesse fatto, lo trattò come un comune essere umano, credeva davvero che lo fosse.

- Perdonami! -

Gli disse.

- Prima sono stata molto fredda! Ti chiedo scusa! -

In fondo non poteva andarci di mezzo lui. La colpa era solo di quel demone, di nessun altro. Ma era più forte di lei.

- Non posso fare a meno di detestare la tua razza, mi capisci? -

- Certo! - Lui avrebbe represso se stesso se un demone avesse ucciso per disgrazia, la sua adorata madre.

- Mi odi? -

- Eh? -

- Odi anche me? -

Sperava di no, desiderava esserle amico, restarle accanto. Riprese a guardarlo negli occhi, mentre quel noto profumo di rose, la inebriava penetrandole nei polmoni.

- Non ti conosco bene, ma.. non ti odio! -

Già, non lo detestava.

- Meno male! -

Sorrise apertamente.

- Mi hai reso felice! Hai detto proprio quello che volevo sentirmi dire! -

- Kurama.. dimmi, ti ho fatto male? -

- Male? -

- .. quando ti ho colpito con la cartella.. i libri sono molti pesanti.. -

- No, non preoccuparti! -

Era il cuore ad avergli procurato dolore.

- Sono un demone io, non scordarlo! -

- Allora.. posso fidarmi di te? Sul serio? -

Voleva avere una conferma.

- Beh.. dipende.. -

Le afferrò nuovamente le spalle e ancora, la portò verso di sè. Il cuore prese a batterle forte non appena le sue labbra calde, si posarono sulla sua fronte.

- Ti basta come risposta? -

- Ah.. emm.. si.. credo di si! -

- Sei tutta rossa! -

Ridacchiò divertito.

- Vorrei vedere te! -

- Ah ah ah ah! -

Era la prima volta, in assoluto. Kurama fu Il primo e forse l' unico demone, che ammise di non odiare con tutto il cuore.

- Beh.. è tardi.. è meglio.. che salga.. -

- Si! Buona serata! -

- Grazie, anche a te! -

- Ah Max, posso farti una domanda? -

Doveva saperlo.

- Si! -

- Come l'hai scoperto? Te l'ha detto qualcuno? -

Doveva davvero?

- Beh.. ecco.. non so se faccio a bene a dirtelo.. -

Non le piaceva fare la spia.

- Ti dico solamente.. che è stato un tuo amico! -

Se lo si poteva definire tale.

- Ho capito tutto! Grazie per non avermi detto di più, sei molto corretta! -

- Beh, era la cosa giusta da fare.. -

- Comunque non preoccuparti, non saprà mai che me l'hai accennato tu! -

- D'accordo! -

Per la verità non le importava affatto.
La guardò scomparire dietro il portone del suo palazzo, prima di raccogliere il sacco della spesa e di avviarsi anch'egli verso la sua abitazione.

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Capitolo 11
*** Un' importante promessa ***


CAPITOLO 11: Un'importante promessa



Camminava nel cuore della notte, la città appariva tranquilla, il silenzio dominava e nell'aria si udiva soltanto il suono dei tacchi delle sue scarpe che eccheggiavano tutt'intorno con un leggero rimbombo. Era come se in quel luogo, ci fosse solamente lei.
Nessuno si affacciava alla finestra, persona alcuna usciva ubriaca dai locali notturni, non una macchina al centro di quella strada isolata nella quale lei avanzava senza meta. Non sapeva dove le sue gambe la stessero portando, solamente udiva qualcosa, un dolce richiamo.. che le penetrava nell'anima. Cos'era? Voleva scoprirlo.
D'un tratto un fumo all'orizzonte, molto simile ad una fitta nebbia bianca, attirò la sua attenzione. Avanzò senza fermarsi, verso quella nuvola di fumo color latte. Qualcosa, o meglio qualcuno, comparve al suo interno. Una sagoma nera, una persona piuttosto slanciata.
La nebbia si diradò lentamente e nell'ombra, quella persona misteriosa, della quale non riusciva a vederne il volto, avanzò verso di lei.
Si bloccò all'istante, attendendo che la luce del lampione lo colpisse in viso.
La luce illuminò quella figura, prima notò una veste insolita, quasi antica, anch'essa bianca. Due braccia maschili, forti e con due bicipiti ben delineati nella luce serale. Lunghi capelli color argento, in fine, il suo viso. Labbra serrate, occhi dorati che la fissavano fermi, non un battito di ciglio. Si limitava ad osservarla nel più totale silenzio.
Com'era alto. Chi era? Lo guardò con maggiore attenzione. Sul suo capo spuntavano due orecchie di volpe, in quel preciso istante, comprese ogni cosa. Non esistevano esseri umani con un simile aspetto, lui, quel ragazzo mai visto prima, era un essere demoniaco, uno yookai.
Prese a fissarlo con odio, indietreggiando di un passo, ma questi le si avvicinò maggiormente.

- Che cosa vuoi! -

Disse dunque lei preparandosi ad attaccarlo. Il demone sollevò una mano e l'avvicinò a lei, la quale si scansò leggermente, evitando il suo tocco. Ma non appena notò la sua immagine riflessa negli occhi dorati di lui, perse ogni sentimento. Non provava più niente, se non una terribile confusione e un forte battito del cuore. Lo yookai posò delicatamente la mano sulla sua guancia, facendola sussultare.

- Chi sei! -

Gli domandò curiosa. Quel dolce tocco.. dove lo aveva già sentito? Le sembrava famigliare.. eppure non aveva mai visto quel demone in vita sua.
Lo spettro aprì di poco le labbra, prima di pronunciare qualcosa.

- Shuichi Minamino! -

Un nome.. un nome a lei sconosciuto.

Allontanò la mano dal suo viso e la chiuse mantenendo sollevati solamente l'indice e il medio. Portò le due dita sulla fronte, in segno di saluto, poi mostrò un sorriso e in quell'istante un flash la riportò alla realtà.
Ciò che vedeva, era solamente il soffitto della sua stanza. Si sollevò di scatto dal cuscino, guardandosi intorno. Non c'era nessuno, solamente lei, in pigiama, nel suo letto.

- Ho sognato.. -

Un sogno totalmente diverso dal solito. Era abituata a sognare la morte di suo padre, o di essere inseguita da quello stesso demone che gliel'aveva portato via.
Quella notte, fece un sogno privo di spiegazione, privo di alcun senso estetico. Del resto, era quella la caratteristica dei sogni. Eppure sapeva, sentiva, che voleva dirle qualcosa.
La nebbia bianca, la comparsa di quello yookai dai capelli d'argento, i suoi occhi color dell'oro, il suo tocco, il suo saluto.. quasi sembrava.. un "arrivederci" che la riportò nel mondo reale. In fine c'era quel nome; Shuichi Minamino. A chi mai poteva appartenere? A lui? Un nome piuttosto insolito per uno yookai.. no, quello sembrava un nome umano.
Purtroppo, più si scervellava per trovare una risposta, più si sentiva stanca e assonnata; in breve tempo si riaddormentò.

Era la prima ad entrare in classe. L'aula appariva così vuota, così spaziosa, i raggi solari del mattino penetravano dolcemente nei vetri della finestra illuminando i banchi in legno. Era innamorata di quella stanza.
Si accomodò al suo posto e aspettando l'inizio delle lezioni, si mise a leggere il libro di storia. Il suo insegnante avrebbe introdotto un nuovo argomento. Voleva avere le idee più chiare.

Per sfuggire dalle grinfie di sua madre, anche quella mattina aveva dovuto uscire presto di casa. Sapeva che non l'avrebbe evitata all'infinito, ma per il momento, non trovava il coraggio di mostrarle quel votaccio. E pensare che lui era il famoso detective del mondo spirituale, godeva di grande popolarità, specie dopo la conclusione del torneo di arti marziali nere.. eppure proprio lui, aveva paura di sua madre.
Fece scorrere la porta d'ingresso e fu sorpreso di vederla seduta al suo posto, concentrata sulla storia.

- Buon giorno! -

Disse, sapendo con certezza, che lo avrebbe congelato con lo sguardo senza nemmeno rivolgergli una parola.

Invece..

- Buon giorno! -

Le sue labbra si allargarono un un sorriso, il suo viso s'illuminò, la sua espressione divenne dolce. Era esattamente come il primo giorno che la vide in quella classe.

- Ti senti bene? -

- Benissimo perchè? -

- Beh.. pensavo che dopo ieri.. non mi avresti più voluto nemmeno guardare in faccia! -

Già. Lo detestava, li odiava tutti; lui, Kuwabara, quella ragazza di nome Botan e pure quel principe scemo con il ciuccio in bocca.
Allora perchè quella mattina, si sentiva di buon umore?

- Lo sai che hai ragione? -

Guardandolo negli occhi, si rese conto che fino a quel momento, aveva sbagliato ogni cosa.

- Senti, perchè non ci mettiamo una pietra sopra? -

- Volentieri, ma.. è successo qualcosa? -

- No, nulla! -

Era totalmente diversa. Forse, dipendeva dal suo chiarimento con Kurama? Possibile..

- Facciamo così! Se mi prometti che mi lascerai scegliere da sola, potrai chiamarmi per nome! Ti va bene? -

Lasciarla decidere per conto suo, in altre parole, sorvolare l'argomento "prescelta" e non starle con il fiato sul collo.

- Ci sto, va bene! -

- Allora d'accordo.. Yusuke! -

- Perfetto... Max! -

Sorridendo, riportò lo sguardo sul suo libro e lentamente, la classe si riempì di studenti.
Non amava avere tensioni con i suoi compagni, specialmente con lei. Non la conosceva molto bene, per questo voleva avere l'opportunità di approfondire una possibile amicizia. Se poi decideva di diventare ciò che era destinata a diventare, probabilmente avrebbero passato molto tempo insieme.

Lo guardava in silenzio, seduto sul davanzale della finestra mentre lui sorseggiava il suo caffè.

- Cos'hai da fissarmi in quel modo! -

Disse posando la tazza.

- Sai com'è.. non posso fare a meno di guardarti.. sono pazzo di te! -

Portò la tazza nel lavandino, sollevò le maniche della casacca e la portò sotto l'acqua.

- Mi stupisco di te, no? Non è chiaro? -

Proseguì irritato.

- Per niente! -

- Kurama, possibile che tu non capisca? Cosa ti succede, non ti riconosco più! -

- Sei troppo agitato Hiei, dimmi perchè! Hai paura di lei per caso? -

Lui? Paura di quella?

- Non dire idiozie per favore! -

- E allora dove sta il problema? Se non le pesti i piedi, non ti vedrà come suo nemico! E poi.. lei non ce l'ha con te, ma con chi veramente merita si sparire! -

Con chi l'aveva fatta soffrire.

- Perchè la difendi tanto! Non la conosci nemmeno! -

- Ti sbagli! La conosco già abbastanza! -

Sapeva tutto, sapeva com'era.

- E se la sua fosse solo una maschera? -

- La maschera ce l'ha è vero.. ma per mascherare il suo dolore interiore! Va in giro tranquillamente, apparentemente senza alcun tipo di problema! Sorride, vive la sua vita.. ma in realtà è solo apparenza! -

Stava malissimo.

- Questo è poco ma sicuro! Dovevi vederla ieri sera.. sembrava.. una pazza fuoriosa! -

- Non è pazza! E' solo ferita gravemente! Tu non hai idea di quello che ha passato! -

- Invece tu si? -

- Mi ha detto tutto! -

Tutto il necessario per capire.

- Un demone le ha portato via suo padre, lo sai? -

Rimase un attimo in silenzio, fissando il vuoto.

- Sai quanto me ne frega! -

- Non puoi essere così insensibile! -

- Cosa vuoi che mi importi di lei! -

Richiuse il lavandino e si asciugò le mani con il panno.

- E' tardi! -

Disse.

- Devo andare a scuola! -

Aveva già la fortuna di entrare un'ora dopo.

- Come ti pare! -

Non poteva rischiare che Kurama si affezionasse troppo a lei, doveva fare qualcosa, qualunque cosa, pur di tenerli lontani.
Quando Kurama si sarebbe accorto accorto della sua trappola, sarebbe stato troppo tardi.


- Allora? Siete arrivato ad una conclusione? -

Erano ore che se ne stava chiuso nella sua stanza in solitudine, a pensare, a rimuginare, senza come al solito, svolgere il suo lavoro.

- No.. -

- Ancora niente.. -

- Vedi Botan, tu non lo sai, ma io, ho fatto una promessa molto tempo fa! -

- Una promessa? -

Si sbalordì la ragazza.

- Già, ad una donna! Ti avevo parlato di quel caso, vero? Quello della storia d'amore nata fra un'umana e un essere demoniaco! -

- Ah, già, certo! E voi vi riferite proprio a quella donna? -

- Si! -

Si domandava quale patto fosse stato stipulato fra di loro.

- Vedi, ho dato la mia parola... e voglio assolutamente mantenerla.. purtroppo però.. temo si rivelerà molto più complicato.. -

- Se non sono indiscreta maestà.. di che genere di promessa si tratta? -

Doveva tenere la bocca chiusa, almeno per il momento.

- Ecco, è ancora troppo presto per parlartene.. un giorno forse.. ma adesso.. preferisco mantenere questo segreto! Mi capisci? -

- Si, certo! Perdonatemi! -

Non lo sapeva nessuno, soltanto lui e quella donna.

- Piuttosto.. come si fa con la quella ragazza? Se non intende accettare il suo destino.. Yusuke dovrà continuare senza un'assistente? -

- Beh ecco.. in teoria le cose stanno scritte diversamente.. -

Disse sfogliando la sua inseparabile "agenda del destino".

- Presto o tardi la ragazza, capirà il suo destino.. -

Anche se per lei, quella parola non significava niente. Anche se non credeva in ciò che già era prescritto.

- Perciò aspettiamo! -

- Ho capito! -

Aspettare.

Per la sua gioia, la giornata stava per concludersi e lui avrebbe finalmente potuto sentirsi libero e divertirsi come amava fare. Risse, salegiochi, o semplicemente, restare comodamente spaparanzato su una panchina al parco, godendosi l'aria fresca sul volto.
Purtroppo mancavano ancora una manciata di minuti alla fine di quella noiosissima lezione d'inglese. Non ci capiva niente e per lui, un libro di verbi o regole basilari di quella materia, era come un rompicapo inrisolvibile.
Si dondolava sulla sedia, lanciando occhiate disperate al vetro della finestra. Desiderava solamente uscire da quella classe. Gli mancava il respiro. Era come se lo avessero arrestato e portato in cella, la stessa sensazione di prigionia.

- Urameshi! Vuoi rispondere tu? -

- ... -

Totalmente preso dalla stanchezza e dalla pesantezza delle sue palpebre.

- Urameshi? -

Sbadigliò stravaccato, prima che Kuwabara gli lanciasse la gomma in faccia, facendolo barcollare sulla sedia.

- Chi diavolo è stato? -

Disse alzandosi di scatto.

- E-ehm! -

La voce dell'uomo alle sue spalle.

- Urameshi! -

Sospirò combattendo con tutto se stesso per mantenere la calma. Quel ragazzo, si sapeva, era un caso senza soluzione.

- Ti ho chiesto di rispondere alla mia domanda! -

- Uffa! Quale domanda! -

Domandò spazientito risistemandosi al suo posto.

- Ho domandato cosa c'è di sbagliato nella frase numero cinque dell'esercizio due a pagina trentotto.. nel caso abbia accidentalmente perso il segno! -

In realtà, non aveva nemmeno aperto il libro. Spazientito girò le pagine velocemente, fino a raggiungere l'apposito esercizio.

- Allora Urameshi! Saresti così gentile da dirmi, cosa c'è di sbagliato in questa frase? -

La lesse più volte, senza capirci niente.

- E io che diavolo ne so! -

Rispose seccamente.

- Urameshi.. -

Ringhiò l'uomo.

- Concentrati per favore.. -

Senza impegnarsi, riprese a controllare la frase. Niente. Per lui era arabo.

- Il verbo! -

Una voce uscì da due candide labbra in un sottile sussurro. Yusuke voltò leggermente il capo. Max, con aria disinvolta, gli stava suggerendo la risposta.

- Il tempo del verbo è sbagliato! Va coniugato al passato! -

Gli sembrava così assurdo. Fino al giorno prima lo avrebbe volentieri preso a ceffoni e invece..

- Il verbo è messo male! Va coniugato al passato! -

Rispose dunque seguendo il suggerimento della compagna.

- Ooh! Visto che se vuoi puoi arrivarci anche tu? -

Soddisfatto, ma sfinito, il professore si passò un fazzoletto sulle fronte. Con Urameshi era sempre una dura lotta.

- Allora, avete capito? Il tempo del verbo in questa frase, è stato messo al presente! Ma la frase parla al passato, di conseguenza, anche il verbo va coniugato! -

Chiuse nuovamente il libro ed incrociò le braccia dietro alla nuca. Scostò nuovamente lo sguardo, incontrando gli occhi scuri e insolitamente dolci, della ragazza.

- Grazie! -

Sussurrò rincuorato. In tutta risposta, Max sorrise apertamente, prima di riprendere a segnare appunti sul quaderno.
Che strana persona, pensò. Cambia umore così facilmente.. chissà cosa le sarà accaduto..
Certamente qualcosa di indescrivibile. C'era una luce nel suo sguardo, una luce nuova. Qualunque cosa le fosse successa, l'aveva resa felice.


Non fu per nulla stupida della quantità indecifrabile di fogli da timbrare che le giunsero fra le mani. Del resto, nessuno meglio di lei sapeva, quanto pigro e irresponsabile fosse il principe del regno degli spiriti. Cercando di mantenersi in equilibrio, mantenendo un certo tono per evitare brutte figure, s'incamminò verso la sua stanza.

- Piccolo Enma! -

Senza nemmeno bussare, le sarebbe risultato impossibile con entrambe le mani impegnate, fece capolino nella sala, facendo attenzione a non far cadere nemmeno un foglio.

- C'è altra roba da timbrare! Posso sapere quando lavoro arretrato possedete? -

- Ehmm.. -

Ciò che la stupì invece, fu sentire la voce di quel fallito del suo servo.

- E tu.. che diavolo ci fai sulla poltrona del piccolo Enma? E perchè hai il timbro in mano? -

Con un grosso gocciolone sulla testa e un viso sconvolto dallo sconforto, sospirò amareggiato.

- Sua maestà Enma non c'è! -

Spiegò.

- Si è dovuto assentare per una questione importante! -

- Come si è dovuto assentare, che significa! -

Posò rumorosamente la montagna di fogli sulla larga scrivania.

- E chi lo svolge il suo lavoro? -

Un altro sospiro.

- Io.. -

Disse timbrando una pagina.

- Cooooosaaaa? Tuuuu? No! Non ci posso credere.. il piccolo Enma non avrebbe mai affidato un lavoro così importante proprio a te.. -

- Si, è quello che pensavo anch'io! -

Osservò timbrando il secondo foglio.

- Ma ha detto che non poteva affidarlo a nessun altro.. io ero proprio davanti a lui.. ha deciso così su due piedi.. -

- Non ci posso credere! -

Si portò una mano sulla fronte, stanca e sconsolata.

- Almeno.. posso sapere dove si è diretto? -

- Nel mondo degli umani credo! -

- Nel mondo umano? Cosa doveva fare di tanto urgente! Ha forse a che vedere con la prescelta? -

- Non ne ho idea.. so soltanto che ha ricevuto un appello da una persona.. e voleva vederla al più presto per parlare di una questione.. -

Una storia sconosciuta a tutti. Tranne che a lui.. forse..

- Mah.. -

Poteva essere andato da quella donna così misteriosa della quale lei non sapeva nulla, se non che aveva stipulato un patto con il principe Enma. Ma questo, era ancora tutto un mistero inrisolto.


- Ti confesso che sono molto sorpreso! Non mi aspettavo una tua chiamata così all'improvviso! -

Però doveva ammettere, che quell'appartamente era veramente accogliente.

- Mi dispiace, so che sei molto impegnato nel regno degli spiriti! Vuoi una tazza di tè? -

- No grazie! Sono a posto così! -

Osservò "quella donna" posare il tè in cucina, prima che ritornasse a sedersi sul divano, accavallando le gambe con eleganza.

- Piuttosto, dimmi, cosa c'è di tanto urgente? -

- E' presto detto! -

Spiegò lei scostandosi una ciocca di capelli all'indietro.

- Mi è giunta voce.. che un'antica leggenda del mondo spirituale, si è da poco avverata! -

- E così, le voci hanno cominciato a girare.. -

I demoni ricevevano le notizie piuttosto in fretta.

- Allora è vero.. -

- Si, è così! Sai anche di quale leggenda si tratta? -

- Si! -

Sapeva già tutto.

- Dimmi Enma, la persona che dovrà affiancare il detective del mondo spirituale.. è chi penso io? -

Sperava di sbagliarsi, ma ormai, la sua speranza, era del tutto inutile e lo sapeva bene.

- Temo di si! -

Rispose abbassando il capo dispiaciuto.

- Mi dispiace, ti giuro che non me lo sarei mai immaginato! Sedici anni fa non sapevo che sarebbe stata proprio lei! -

La leggenda parlava chiaro. Raccontava di un guerriero, con straordinari poteri e forza fisica. Invece, ecco che all'improvviso, davanti ai suoi occhi, comparve una liceale.

- Lo so, non preoccuparti! Non te ne faccio una colpa! -

Esclamò amareggiata.

- In fondo, a chi posso darla? -

Proprio a nessuno, se non al destino.

- Già... -

Restarono in silenzio per alcuni minuti, finchè il principe dell'aldilà, non ruppe nuovamente quella quiete.

- Ascolta, so bene per quale motivo mi hai chiesto di venire qui! -

Sapeva anche che lo avrebbe fatto, prima ancora di ricevere la sua chiamata.

- Tu vuoi ricordarmi la promessa che ti ho fatto sedici anni fa, non è vero? -

- Beh, si! Perdonami, non intendo dire che non sei una persona affidabile.. però.. vedi.. -

- Sei preoccupata.. lo so! -

- Mh! -

Ma in fondo n'era al corrente tempo prima.

- Non devi temere! Ho tutta l'intenzione di mantenerla! Specialmente adesso, che so chi è destinata a diventare! -

Qualcuno di importante, per l'umanità.

- Allora, la proteggerai? -

- Assolutamente si! Puoi stare tranquilla! Ti ho promesso che avrei sostenuto il nascituro una volta che i suoi poteri si fossero risvegliati a pieno! Perciò, ora che è quel momento, lo farò! -

Senz'altro.

- Grazie! -

- Di cosa! Erano i nostri accordi, no? E poi.. è il minimo che posso fare.. dopo che ti ho rovinato la vita! -

- Non dire così. non è affatto vero! -

- Si, lo so che ora sei felice.. anche se.. è successo quel che è successo tempo fa.. però, io.. ti ho separata dall'uomo che amavi! -

- Enma, non c'era scelta, l'hai detto tu stesso sedici anni fa! -

Non era destino.

- Si, è vero però.. ciò non toglie che ti ho fatto soffrire.. anzi, vi ho fatto soffrire entrambi! Per questo, mi sento in colpa! -

- Non devi! Non devi più! -

Era sbagliato.

- Ricordi le tue parole? Mi dissi che quello che stavi facendo, era solo per proteggerci! L'hai fatto per una giusta causa! E poi, conosci le regole! Me le hai mostrate tu stesso! -

- Si, le conosco bene! Perciò capirai che sono stato obbligato a fare quello che ho fatto! Perdonami! -

Un senso di colpa terribile.

- Io non ce l'ho con te! Non sono mai stata arrabbiata con colui che ha solo agito per il mio bene! -

- Ma.. -

- E poi, mi hai fatto quella promessa, quindi, ti sono grata, davvero! -

- Ma no, non devi! -

E poi, se avesse chiuso un occhio e lasciato perdere il regolamente, suo padre non gliel'avrebbe risparmiata e se la sarebbe presa con il mondo degli uomini, provocando chissà quale strage.

- Si è fatto tardi.. è meglio che torni a palazzo, ho ancora tanto di quel lavoro arretrato.. -

Si grattò la testa scocciato.

- Non ti è mai piaciuto lavorare, vero? -

Rise lei.

- In effetti no.. ma è meglio se comincio a darmi da fare, altrimenti chi lo sento mio padre! -

- Ancora terrorizzato da tuo padre? Non sei abbastanza grande ormai? -

Un bambino dall'aria così ingenua e quel bel ragazzo alto. Entrambi rappresentavano la stessa persona; una persona importante e ben vista nell'aldilà.

- Non mi preoccupo solo per me! -

Ci tenne a precisare.

- Lo sai che quando si infuria, se la vuole prendere con il mondo degli umani! Non voglio farvi correre rischi inutili! -

- Si, certo, lo so! Ti stavo solo prendendo un pò in giro! -

- Spiritosa! -

Si sistemò bene il suo lungo scialle rosso sulle spalle e si preparò a fare ritorno nel suo regno lontano.

- Allora mi raccomando, abbi cura di te! -

Le disse.

- Certo, ci vediamo presto..e.. ricorda! La promessa! -

- Tranquilla! -

In tutti quei lunghi anni, non gli era mai uscito di testa. Si era impegnato a fondo e lui, quando dava la sua parola a qualcuno, la manteneva sempre e comunque. E poi quella promessa, era troppo importante perchè lui potesse spezzarla.

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Capitolo 12
*** La decisione ***


CAPITOLO 12: La decisione



Sedeva sull'altalena nel buio della sera e si dondolava lentamente mentre il vento leggero soffiava fra i suoi capelli raccolti. Quel parco era già così solitario a quell'ora.. ma forse dipendeva dalle giornate autunnali troppo brevi. Cominciava a fare freddo e di li a poco, avrebbe dovuto indossare cappotto e sciarpa. Le piaceva l'inverno, per l'esattezza adorava la neve bianca, ma soprattutto, amava il natale e la sua atmosfera così magica.
Purtroppo nel pensarci, un sentimento di tristezza pervase il suo cuore.
Il giorno della vigilia, negli ultimi due anni, era andata alla tomba di suo padre.
Purtroppo quell'anno sarebbe stato diverso. Era in una città differente e probabilmente non avrebbe trovato alcun modo per raggiungere il cimitero di Kyoto. Sua madre, non aveva mai voluto farle prendere il treno da sola.
Sospirò amareggiata mentre il vapore d'aria fredda usciva dalle sue labbra ad ogni suo respiro.
Sentiva che desiderava restare in quel parco deserto ancora per un pò, lontana da tutto e da tutti, ma soprattutto, lontana da casa sua, che avrebbe trovato completamente vuota.
Sua madre aveva una cena di lavoro al terime del suo turno. Quanto a Noah, era stato invitato alla grande cena che la sua vicina di casa e suo marito avrebbero tenuto al ristorante per festeggiare la promozione di quest'ultimo. Le sue intenzioni insomma, erano quelle di offrirgli la cena. Nè lei nè sua madre si erano rivelate favorevoli, ma la gentilezza insistente di quella donna era così toccante che non se l'erano sentita di dirle di no.
In fondo era meglio così. Era stanca, non aveva molta voglia di cucinare anche per suo fratello.

Due forti e calde mani, si posarono delicatamente sui suoi occhi, oscurando ogni cosa. Rimase in silenzio per un attimo, toccando quelle mani, che le sembravano famigliari. Lasciarono la presa e voltò di poco il capo. Kurama era li e le sorrideva.

- Ciao! -

Esclamò sorpresa.

- Non dovresti stare qui da sola a quest'ora! -

Si sedette sull'altalena accanto, guardandola negli occhi.

- Mh.. so badare a me stessa! -

- Non ho dubbi! E' solo che.. il parco diventa molto triste di sera! -

Niente più bambini che giocavano allegri e spensierati, niente più rimproveri delle madri o sorrisi gioiosi. Solo il buio e il silenzio.

- Si, forse.. ma è l'ideale per pensare! -

- Già, ho visto com'eri assorta! -

- Eh? Ma scusa.. come hai fatto a riconoscermi? Nel buio poi.. -

- Ho solo fatto il giro, in realtà stavo arrivando dalla parte opposta, ti ho vista bene in faccia! Ma eri così pensierosa che non mi hai nemmeno notato! -

Rise.

- Scusa.. -

Non potè fare a meno di vedere la sua preoccupazione, la sua malinconia.

- Piuttosto dimmi, come stai? -

- Bene.. credo.. -

- Te lo chiedo perchè, l'altra sera hai subito uno shock.. da parte mia! E poi.. adesso c'è una luce di tristezza nei tuoi occhi! -

- Non preoccuparti! -

Rispose sospirando.

- Quella dell'altra sera è un capitolo chiuso! E' vero che la tua natura reale mi ha molto spaventata all'inizio ma.. ora sono tranquilla! Mi fido di te! -

Gli sorrise.

- So che non ti conosco da molto tempo, però.. ecco.. non prendermi per sciocca ma.. avverto.. molta sicurezza quando sono con te! -

Quelle parole pronunciate dolcemente, lo resero felice.

- Perchè dovrei pensar male di te! Sono contento di avere la tua fiducia! Ti confesso.. che non ci speravo.. -

E lei era felice di aver incontrato una persona così straordinaria. Sempre preoccupato, sempre presente. S'informava, le chiedeva come stava, si offriva di consigliarla.

- Allora, non vuoi proprio dirmi cosa ti rende così triste? -

- Non è niente.. -

- Max, con me puoi parlare! Non sono certo il tipo che va in giro a spifferare tutto... ma soprattutto non potrei mai giudicarti! -

- Ti ringrazio! -

Quella sensazione di solitudine, di vuoto.. in sua compagnia svaniva completamente. Chissà come mai.

- .. stavo solo pensando.. a mio padre e al modo in cui.. se n'è andato! -

- Dev'essere stato terribile vederlo morire.. -

Poteva immaginare il dolore straziante.

- Puoi dirlo forte.. quella notte... è proprio da dimenticare, ne sono successe di tutti i colori.. -

- Perchè? C'è forse dell'altro? -

- Oh, eccome se c'è! -

Sospirò nuovamente.

- Ma se non ti dispiace.. preferirei non parlarne.. -

- D'accordo, non preoccuparti! -

Abbassò lo sguardo.

- Max, io non vorrei sembrarti invadente! La scelta spetta solo a te e io non voglio costringerti a fare qualcosa che non vuoi.. -

Almeno doveva dirle come la pensava.

- Io credo.. che se tu affiancassi Yusuke in battaglia, avresti a che vedere con molti demoni, dei peggiori.. perciò forse, c'è la possibilità che tu possa trovare quello che ha ucciso tuo padre! Sono sicuro che smetteresti di soffrire! Non a dimenticare, sia chiaro! Una ferita del genere non si potrà mai rimarginare! Però almeno, sarai in pace con te stessa! Perchè tu, ti senti in colpa per non averlo protetto, non è forse così? -

Restò un attimo in silenzio.

- Si, ancora una volta hai ragione tu! Però, vedi Kurama.. purtroppo questo è impossibile! -

- Niente è impossibile! -

- Ti sbagli! Io non riuscirò mai a vendicare mio padre.. perchè.. quella notte.. io non ho visto in faccia quel mostro! -

- Cosa? -

- Era buio pesto.. sono riuscita a distinguere solamente i suoi denti mentre rideva e i suoi occhi del colore di un fanale acciecante.. null'altro! -

Non aveva indizi.

- Capisco.. allora è al quanto complicato.. -

Lei annuì.

- Ma sono sicuro che ci riuscirai ugualmente! -

Sembrava così convinto..

- Tuo padre ti manca moltissimo! Hai sofferto e soffri tutt'ora! Odi i demoni per quello che ti hanno fatto, allora.. uccidili! Combattili! -

Dopotutto le sue parole, non erano del tutto sbagliate.

- Tu credi.. che io possa farcela? Insomma.. è un compito molto difficile.. senza contare che sono una ragazza.. -

- Ne sono sicuro! -

Rispose deciso.

- C'è un grande potere dentro di te, lo percepisco distintamente! -

- Mh.. -

- Mi prometti che ci penserai? -

- Va bene, te lo prometto! -

Kurama allargò il suo splendido sorriso e sollevò il migliolo della mano destra.

- L'hai promesso! -

Disse.

- Si! -

Le venne spontaneo fare lo stesso.
Sollevò a sua volta il migliolo e strinse il suo. Quello fu il loro patto. Lei avrebbe preso in considerazione il suo consiglio, le sue sagge parole.

- Posso accompagnarti a casa? -

- Ah.. si.. -

- Beh? Cos'è quel visetto triste? -

- E' che.. non c'è nessuno a casa mia.. devo cenare da sola e onestamente.. non mi va molto! -

- Ho capito! -

Non voleva sentirsi sola.

- Allora, perchè non ceniamo insieme! -

- Come? Vuoi cenare con me? -

Le avrebbe tenuto compagnia volentieri.

- Si! Anche mia madre è fuori per lavoro! E poi non mi va di saperti da sola.. -

- Ti ringrazio, ma.. non ho molta voglia di cucinare stasera.. anche se è il minimo che possa fare per te.. -

- Allora andiamo da qualche parte! Ti piace la cucina italiana? -

- L'adoro! -

- Allora è deciso! -

Sarebbe stata la prima volta che cenava fuori casa da quando abitava laggiù. Ma pensandoci, sarebbe stata anche la prima volta che usciva con un ragazzo.

- Però devo passare a casa a prendere i soldi.. -

- Non preoccuparti, offro io! -

- Cosa? No, non se ne parla proprio! -

- Guarda che non è un problema! E poi non sta bene portare a cena fuori una signorina e farla pagare! -

Scosse la testa.

- La mia vicina di casa, paga per mio fratello la cena di stasera.. non posso approfittare anche di te! -

- Ma.. -

- Niente "ma"! La mia parte la pago io! -

- Beh.. almeno ho scoperto un'altro lato del tuo carattere! -

- Sarebbe a dire? -

- La tua testardaggine! -

Spiegò divertito.

- Io non sono testarda.. -

- No? -

- Uff... forse solo un pò.. -

- Solo un pò? -

- Ve bene.. parecchio.. lo dice sempre anche mia madre... -

- Allora dev'essere vero! -

- Hai finito? -

- Ah ah ah! -



Il cielo era coperto da un tappeto di stelle luminose, la luna brillava alta in cielo, quasi completata. Le luci di quella vasta città illuminavano quasi ogni angolo e s'infrangevano sui volti della gente. Una serata veramente spettacolare, l'ideale per cenare fuori.
Di solito usciva tutti i week end con la sua famiglia, quando suo padre ovviamente, era ancora vivo. Tutti i sabati sera quest'ultimo organizzava sempre uscite nei migliori ristoranti della città, ma doveva ammetterlo, quello in cui si trovava in quell'istante, li batteva tutti. Era magnifico.

- Ma.. non costerà un pò caro? -

- Non preoccuparti.. nonostante l'aspetto così shick, ci sono degli ottimi prezzi! -

- Ah.. capisco.. -

- Siamo piuttosto tirchie eh? -

- Non sono tirchia... è solo che non mi piace spendere troppo inutilmente.. questi sono i soldi che mia madre ha guadagnato con fatica! Fossero miei è un altro conto.. ma purtroppo mi pagano alla fine della settimana... -

- Mpf.. ho capito, non preoccuparti! -

Un ometto in giacca e cravatta, gli si avvicinò elegantemente con una bottiglia di champagne in mano e un tovagliolo piegato sul braccio destro.

- Buona sera! Avete una prenotazione? -

Domandò sistemandosi i baffetti neri.

- No, vorremmo un tavolo per due! -

- Certamente! Prego, da questa parte! -

Attraversando l'ampia sala, li accompagnò ad un piccolo tavolo per due persone, accanto alla finestra.

- Prego, accomodatevi! Permette signorina? -

Le scostò gentilmente la sedia.

- Grazie! -

- Si figuri! Il cliente è sacro per noi! Specialmente se si tratta di una bella ragazza! -

- Ah.. grazie... -

Abbassò lo sguardo mentre Kurama trattenne una risata divertita. Era così buffa..

- Eccovi i menu! Gradite qualche aperitivo? Antipasto? -

- Non lo so! Tu Max? -

- Eh? Oh no, preferisco passare direttamente al primo! -

- Allora niente, grazie! -

- A lei! Sono a vostra disposizione! Ora scusatemi, ma il tavolo cinque è in attesa dello champagne! -

Ondeggiando, si allontanò dal tavolo.

- Però.. un tipo piuttosto.. originale... -

- Già.. ci ho parlato qualche volta! Devo ammettere che è molto simpatico, mi fa ridere! Comunque.. tu non sei abituata, vero? -

- A cosa? -

- A ricevere complimenti! Sei ancora tutta rossa in faccia.. -

- Eh? Da..davvero? -

Si toccò le guance, scoprendole bollenti.

- Beh.. in effetti.. è vero.. per me è una novità! -

- Ma scusa.. a Kyoto avrai avuto un ragazzo.. -

- Un..ragazzo? -

Scostò lo sguardo imbarazzata.

- Scusami.. l'ho fatto di nuovo.. finisco sempre con l'essere invadente.. -

- No, figurati.. è che.. beh... c'è stato un ragazzo in effetti.. ma... -

- Non è andata, vero? -

- No, non è andata! -

Se ci ripensava, le venivano i nervi a fior di pelle.

- Beh.. dev'essere comunque stata una storia importante, no? -

- Pff.. ah ah ah ah! Importante.... -

- Mh? Perchè ridi? Ho detto qualcosa di male forse? -

- No, assolutamente! E' che.. definire "importante" una storia, chiamiamola così, di sole due settimane.. -

Restò in silenzio a guardarla, con il menu ancora aperto fra le mani.

- Mi dispiace.. -

- Va bene così! -

Disse ricomponendosi.

- Vedi.. ho trovato il ragazzo sbagliato.. e poi.. in fondo non ero neanche innamorata... mi ha solo fatto arrabbiare il modo in cui mi ha scaricata.. -

- Ti ha scaricata? -

- OH! - Si tappò immediatamente la bocca con le mani. Aveva dimenticato uno dei tanti consigli del suo defunto padre: mai dire ai ragazzi che sei stata mollata in malo modo! Inventa anzi un pò di panzane! Così cadranno maggiormente ai tuoi piedi!
Lei invece, aveva fatto il contrario.

- Beh? Perchè quella faccia? Non c'è assolutamente niente di male! -

- No.. è solo che.. -

- In fondo è stato meglio così non credi? Se quel ragazzo ti ha lasciata dopo solo due settimane, vuol dire che non ti meritava! -

- ... -

- Evidentemente non teneva a te in modo particolare! Tu meriti di essere felice e di avere accanto qualcuno che sappia amarti e darti tantissimo, anche l'impossibile! Sei una bella ragazza e hai molte qualità! Non soffrire per qualcuno che non sa essere alla tua altezza, non ne vale la pena! -

Immobile, come una statua, a fissare i suoi occhi color smeraldo.

- Max? Stai bene? -

Il suo volto si riempì di un rosa scuro misto al rosso all'improvviso, quasi fumando. Abbassò il capo e si guardò la gonna in silenzio.

- Ah ah ah! Scusa, ti ho messa a disagio? -

- No.. beh.. io ti.. ti ringrazio! -

Sorrise solamente.

- Kurama.. posso fartela una domanda? -

- Certo! -

- Ecco.. dalle tue parole.. dal modo in cui mi hai parlato... mi è quasi sembrato che tu.. stessi parlando per esperienza personale... ho ragione o.. mi sono clamorosamente sbagliata? -

Mantenne il sorriso riposando il menu sul tavolo.

- Non esattamente! -

Disse con naturalezza.

- Sono solo stato sincero! Tu non meriti di soffrire.. specie dopo quello che hai dovuto passare in tutti questi anni! -

- Grazie.. nessuno a parte mio padre.. mi aveva mai parlato così! -

- Beh.. io sono molto diverso dagli altri.. in tutti i sensi.. -

- Puoi ben dirlo! -

Non avrebbe mai immaginato di uscire a cena con uno yookai.



- Ecco qui gli altri fogli maestà! -

Botan posò una pila di fogli privi di timbro. Il piccolo Enma sbucò fra quella massa di pagine delle quali ne aveva fin sopra i capelli.

- MA SI PUO' SAPERE QUANTO LAVORO ANCORA DEVO FARE? -

Con una sberla fece volare i fogli per la stanza, poi si rotolò numerose volte sulla scrivania, urlando e assordando i presenti.

- Certo che avete proprio delle belle pretese maestà.. oltre che non svolgete il vostro lavoro regolarmente, trovate pure il coraggio di lamentarvi? -

- Sta zitta Botan! Nessuno ha chiesto il tuo parere! E tu!! -

Indicò furioso il suo servo.

- Ti avevo affidato il mio incarico! Perchè non l'hai eseguito? -

- Ma io.. veramente... -

- Ma come vi permettete! Questo poverino ha sgobbato per ore mentre voi eravate chissà dove nel regno degli uomini! -

Incrociò le braccia al petto, priva di altre parole.

- Per tua informazione era un incontro importantissimo! E poi.. se davvero tu hai lavorato tutto il tempo.. PERCHE' CI SONO TUTTI QUESTI FOGLI??? -

- Non ci arrivate maestà? Se voi ve ne state perennemente in panciolle, è chiaro che anche impegnandosi al massimo, non si riuscirebbe mai a terminare tutto quanto in poche ore! -

- Hai superato il limite! -

La fulminò.

- La prossima volta che mi contraddici, ti licenzio! -

- COSA? MAESTA'! SIETE CRUDELE! -

- Non fare la bambina e torna a lavorare! Forza, avanti, fila! -

- Ha parlato il poppante.. -

- Come hai detto? -

- NIENTE, CORRO SUBITO AL LAVORO! A DOPO MAESTA'! -

Aspettò che Botan sparisse dietro al pesante portone prima di riacquistare la massima serietà, di scendere dalla scrivania e di dirigersi nel silenzio verso la finestra. Fissò il vetro avvolto nei suoi pensieri.

- Che vi prende maestà? -

Ma la sua domanda fu del tutto ignorata; non ricevette risposta.



- COOOMEEEE? SEI USCITA A CENA CON KURAMAAA??? -

- Sssst! Zitti, non gridate così!! -

I due si scambiarono un'occhiata, poi le si avvicinarono strettamente.

- Allora racconta! Fino a che punto fate sul serio? -

Bisbigliò Kuwabara concentrato perfettamente sul discorso.

- Cheee?? Ma che ti salta in mente! Io e Kurama non stiamo insieme!! -

- Ma scusa.. non hai appena detto che siete usciti a cena insieme, ieri? -

- Si e allora? Se esco con un ragazzo devo necessariamente starci insieme? -

- Beh.. si.. -

- Ma si può sapere come diavolo ragioni, Yusuke? -

Fece spallucce.

- Sentite.. siete stati voi a chiedermi se ho più visto Kurama e io sono stata sincera! Eravamo entrambi da soli ieri sera, così ne abbiamo approfittato per andare al ristorante e scambiare quattro chiacchiere per conoscerci meglio! Tutto qui! Siamo solo amici! -

Dopo un attimo di silenzio, scoppiarono in una risata irritante.

- AH AH AH AH AH AH AH AH! HAI SENTITO KUWABARA? AH AH AH AH AH! -

- HO SENTITO! BELLA QUESTA! AH AH AH AH! -

- Posso sapere che diavolo c'è da ridere tanto?? -

Sollevò una mano chudendola a pugno, pronta a spaccare la faccia ad entrambi.

- Scusaci Max.. è solo che.. eh eh eh... dicono tutti così al primo appuntamento! -

- Ma quale primo appuntamento! Era solo una cena improvvisata fra due ragazzi che si conoscono da poco tempo e che vogliono approfondire la loro conoscienza! Cosa c'è di male in questo? L'ho incontrato per puro caso! -

- Si si! D'accordo Max! -

Yusuke le diede un'amichevole pacca sulla schiena.

- Buona fortuna! Mi raccomando, tienici informati! -

- Io...Io vi.... -

- Oh oh.. meglio filare... -

- VI UCCIDOOOO! -

- WAAAAAAA! -

Corsero veloci per il corridoio, lasciandola nell'aula a sbollire la sua rabbia. Primo appuntamento.. la stavano prendendo in giro? Lei e Kurama avevano passato davvero una bella serata, era vero, ma da li, pensare addirittura che stessero insieme.. però doveva ammettere, che era da parecchio tempo, che non si divertiva così tanto. Kurama, benchè fosse un demone, era una persona davvero fantastica. Nessuno dopo suo padre, era mai riuscito a leggerle così bene nell'animo.
Uno strano rumore, la fece sussultare all'improvviso. Sentì bussare al vetro della finestra.

- AH!! -

Botan se ne stava li, a testa in giù e come se nulla fosse la salutava agitando tranquillamente la mano.

- CIAAAAOOOOO! -

Si precipitò a spalancarla.

- Ma.. che diavolo combini tu! Sei matta? Vuoi che ti vedano? -

- Scusa! -

A cavallo del suo remo, tornò alla posizione eretta.

- Devo parlare con te, vieni in terrazza? -

- Parlarmi? E a che proposito? -

- Beh.. per la solita questione.. -

Senza neanche dare una risposta, richiuse la finestra.

- EHI!! -

Bussò ripetutamente.

- APRI!! PER FAVORE!! IL PICCOLO ENMA MI LICENZIERA'!!! -

- Uff... dimmi.. cosa vuoi! -

La riaprì.

- Ah.. meno male, grazie.. vieni in terrazza, qui è un pò scomodo... e poi non posso rischiare di essere vista.. -

- Ma se fino a un secondo fa te ne stavi sospesa a testa in giù come una scema! Sembrava anche che ti stessi divertendo.. -

- Emm... andiamo in terrazza.. ti aspetto lì.. -

Sospirò angosciata. Purtroppo sapeva per quale motivo il principe dell'aldilà aveva mandato quella buffa ragazza nel suo mondo.
S'incamminò velocemente verso il terrazzo, spalancò la porta in acciaio e la trovò li, seduta sulla ringhiera con quel suo kimono rosa che dava così tanto nell'occhio, appoggiato accanto a lei, c'era quello strano remo volante.

- Eccoti! -

Sorrise apertamente.

- Allora.. dimmi... cosa c'è.. guarda che non ho molto tempo, fra poco ricominciano le lezioni! -

- Non preoccuparti, sarò breve! -

Scese dalla ringhiera e le si avvicinò lentamente.

- Ti ricordi di me, vero? Io sono Botan.. e tu.. -

Portò l'indice sotto al mento e sollevò gli occhi al cielo pensierosa.

- Tu ti chiami Max se non sbaglio! -

- Complimenti per la memoria.. il mio nome non è molto facile da imparare.. -

- Ah si? Trovi? E' composto solamente da tre lettere.. non è così complicato.. -

- Lasciamo perdere! Arriva al dunque per favore! -

- Si! -

Tossicchiò per acquisire un tono serio.

- Vedi, nessuno di noi ha intenzione di pressarti, ma nel mondo spirituale vige questa legge che non può assolutamente essere ignorata! -

- Perchè.. cosa succede se qualcuno non le presta attenzione.. -

- Assolutamente niente! -

SDENG!

- Mh? Max, va.. tutto bene? Non farmi preoccupare, dai alzati.. -

L'afferrò per le braccia.

- Ah.. ah ah ah... ma che simpatica questa ragazza... -

- Grazie, mi rendi felice!! -

- Vuoi arrivare al punto?? -

- Certo, scusami.. emm.. ecco.. apparentemente, non succede nulla se la legge viene ignorata.. però vedi.. il re Enma, il padre del piccolo Enma, il signore assoluto del regno dell'aldilà, è talmente severo che non permette errori! Impone che ogni singola legge venga rispettata.. perchè.. se così non succede.. farà passare a questo mondo.. un brutto quarto d'ora.. -

Si sollevò da terra e la fissò dritta negli occhi.

- Cosa intendi dire.. -

- Beh.. quando il grande Enma si infuria.. se la vuole prendere sempre con il mondo degli esseri umani! In passato lo ha già fatto e ti garantisco.. non è stato certo un bello spettacolo.. ci sono andati di mezzo molti innocienti! -

- Ma che razza di sovrano è! Non spetterebbe a lui proteggere gli esseri umani? -

- Ecco.. in teoria.. anche se.. diciamo che ogni incarico spetta solo ed esclusivamente al piccolo Enma! E' lui che si occupa di tutto, suo padre fa solo in modo che le regole vengano rispettate! Quando se la prende con il vostro mondo, lo fa diciamo... per punire suo figlio.. -

- MA QUESTO NON E' GIUSTO! -

S'infuriò.

- Emm.. lo so.. ma vedi.. purtroppo è così... per questo il principe Enma ha così tanta paura di sua padre.. ed è anche per questo che mi ha mandata qui! Lui vuole una risposta.. deve sapere cos'hai intenzione di fare con il tuo destino.. e soprattutto.. deve sapere in anticipo quale scusa raccontare a suo padre.. anche se.. sarà piuttosto dura.. -

In silenzio si avvicinò alla ringhiera, gettando uno sguardo tutt'intorno.

- E' una città così bella.. -

Disse.

- Potrebbe venire distrutta se Enma decide di attaccare questo mondo, vero? -

- Purtroppo.. -

- E di conseguenza.. molti esseri umani ci rimetterebbero la vita per niente.. -

- Proprio così.. -

- Ma questo è... essere barbari.. -

Annuì ripetutamente.

- Però.. che non ti scappi mai nel regno spirituale.. le voci corrono fra gli spiriti e.. se giunge alle orecchie del grande Enma.. -

- Mi ridurrebbe in poltiglia... -

- Già! -

Un altro profondo respiro.

- Quindi.. mi sembra di non avere altra scelta.. se non accetto il mio incarico.. questo mondo potrebbe venire spazzato via.. in un modo o nell'altro.. sulle mie spalle graverà sempre la responsabilità degli esseri umani.. -

- Mi dispiace molto... se dipendesse da me.. -

- Non preoccuparti! Non c'entri.. fai solo il tuo lavoro.. -

Se non accettava, tutti quanti, lei compresa, avrebbero potuto morire per mano di un sovrano senza scrupoli. Se accettava, rischiava di morire comunque in qualsiasi momento.. come suo padre. Però..

- Sono sicuro che ce la farai! -

Le parole di Kurama erano così sincere, così dolci e profonde..

- Promettimi che ci penserai! -

Sollevò il mignolo con il quale loro avevano sugellato la loro promessa e restò a contemplarlo. Lei avrebbe dovuto pensare ad un'eventuale possibilità... di diventare davvero chi avrebbe dovuto diventare. Di affiancare Yusuke in battaglia, di scontrarsi con la razza che tanto odiava..
Avrebbe potuto vendicare suo padre...

- E va bene! -

- Eh? -

- Accetterò Botan... dì al tuo principe che io, sono pronta per cominciare la missione al fianco.. del detective del regno spirituale! -

- Non.. non mi stai prendendo in giro.. vero? -

- Se per merito mio questo mondo verrà risparmiato.. allora.. sono d'accordo! -

- EVVIVAAAA! SAPEVO CHE AVRESTI CAPITO!!! GRAZIE! -

L'abbracciò fortissimo, quasi togliendole il respiro.

- Prego, ma... lasciami... -

- Ops.. scusa.... -

La campana della scuola, segnò il termine della ricreazione.

- Oh, inizia la lezione.. scusami.. ma devo correre! -

- Si si! Vai pure! -

Disse canticchiando.

- Ciao, a presto Botan! -

- Ciaaoo! -

La porta della terrazza si chiudesse alle sue spalle, e lei, esultò entusiasta.

- Sono un'attrice nata! E bravo il piccolo Enma.. ha avuto un'idea geniale!! -

Non le piaceva mentire.. ma purtroppo si era rivelato necessario.

- Uff.. forse però ci sono andata un pò pesante.. dopotutto il grande Enma non è nemmeno a conoscienza di questa leggenda... non è quasi mai presente.. -

Montò sul suo remo e volò nell'ampio cielo azzurro verso il regno dell'aldilà.

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Capitolo 13
*** L'occhio del diavolo ***


CAPITOLO 14: L'occhio del diavolo




- Yusuke! -

Lo aveva rincorso per tutta la strada, al termine delle lezioni c'era così tanta confusione che non era riuscita in alcun modo a rivolgergli una sola parola.

- Si, dimmi, cosa c'è? -

Lui e Kuwabara si fermarono all'angolo con la cartella in spalla.

- Ho dimenticato di darti questo! -

Dalla tasca prese un foglietto di carta piegato a metà.

- Che cos'è? -

Chiese prendendolo.

- E' il mio numero di cellulare! Ti servirà visto che ora siamo soci! -

- Eh? Come dici? Soci? -

- Si! Botan non te l'ha ancora detto? -

- Detto cosa? -

- E' venuta a parlarmi nella ricreazione.. ho accettato l'incarico affidatomi dal mondo spirituale! -

Quell'esclamazione, lasciò entrambi di stucco.

- Cooooosa?? -

- Perchè quelle facce? Non siete contenti? -

- Si si, lo siamo, è solo che... beh.. pensavamo che non.. -

- Che non volessi saperne, lo so! Vi chiedo scusa per come mi sono comportata con voi! Vi prego di perdonarmi! -

S'inchinò dispiaciuta.

- Ma no.. non serve dai, sul serio! -

- Si però.. ho esagerato.. -

- Tranquilla, è tutto a posto! Vero Kuwabara? -

- Vero! Non è il caso di buttarsi giù per così poco! -

Sorrisero così apertamente.

- Grazie... allora.. oh.. com'è tardi, devo correre al lavoro! Ci vediamo ragazzi! -

Velocemente si allontanò mentre la sua gonna ondeggiò ad ogni passo.

- Congratulazioni Urameshi! Ora hai trovato una socia! Così carina per di più! Un pò ti invidio... -

- Ma dai, falla finita! -

- Cosa? Vuoi farmi credere che non te ne importa niente? Avresti preferito un uomo, magari raggrinzito? Io conto ogni giorno i km che mi separano dalla mia adorata Yukina.. e tu che hai accanto una ragazza splendida non fai una piega! -

Sbuffò.

- Non sono come te Kuwabara... -

- Bah.. -



Corse veloce verso il fast-food. Sistemò la cartella nell'armadietto, indossò la divisa con berretto e corse immediatamente in cucina.

- Scusate il ritardo! Che lavoro c'è per me? -

- Potresti dare il cambio ad Akane al banco ordinazioni? -

- Certo, corro! -

Era appena il suo terzo giorno di lavoro, ma si era abituata benissimo. Non sapeva perchè ma in quel luogo si trovava a suo agio, non poteva trovare un lavoro migliore. E poi il suo principale, era sempre così gentile e disponibile.. aveva notato una certa sintonia fra di loro.. benchè non lo avesse mai visto in vita sua. Inoltre con lei, si comportava in un modo così dolce, cosa che stranamente, non faceva con i suoi colleghi. Ma non diede troppo peso alla cosa, probabilmente gli trasmetteva solo simpatia, o forse era il suo comportamento iniziale, più avanti avrebbe cominciato a rimproverare anche lei.

- Buona sera e benvenuto! Mi dica, vuole ordinare? -

S'impegnava sempre nel suo lavoro, ma forse lo faceva solamente per guadagnare il massimo che poteva nel fine settimana. Si sentiva una sciocca.. ma purtroppo sapeva anche che sua madre non aveva mai un attimo di tregua. Se avesse portato a casa una bella sommetta di denaro, l'avrebbe divisa equamente con lei, anzi, forse le avrebbe dato anche più della metà, se lo meritava. Si faceva in otto, solamente per loro, i suoi figli. In qualche modo doveva pur ricambiare.

- Grazie e arrivederci! A chi tocca? Salve, benvenuto! -

I colleghi sbirciavano la ragazza dalla cucina, perfettamente incollati alla parete. Sorridevano soddisfatti, pensando che avrebbero tanto voluto essere come lei.

- Ehi! Che vi succede? Chi vi ha dato il permesso di fare una pausa? -

- Ah.. ci scusi signore! -

- Tornate immediatamente al lavoro se non volete che vi licenzi! -

- Agli ordini! -

Corsero ai fornelli riprendendo l'attività.

- Uff.. -

Posò lo sguardo su Max, quella ragazza che in qualche modo, riusciva sempre a renderlo malinconico. Poi, nel silenzio, abbassando il berretto affinchè gli coprisse gli occhi, si allontanò nel silenzio.

Non avrebbe mai immaginato di trovare una fila simile a quell'ora del pomeriggio. Evidentemente dopo la scuola, erano tutti molto affamati. Come biasimarli? Lui stesso dopo una lunga e faticosa giornata scolastica, doveva assolutamente mettere qualcosa nello stomaco prima di concentrarsi sullo studio.
Quando arrivò il suo turno, fu al quanto sorpreso di sentire quella voce e di vedere quegli occhi leggermente coperti dall'ombra del cappello.

- Benvenuto, cosa posso... -

S'interruppe all'istante non appena lo vide.

- Kurama! Ciao! -

- Che sorpresa! Allora è qui che lavori! -

- Già.. non te l'avevo detto? -

- Ora che ci penso mi avevi accennato qualcosa.. ti sta bene questa divisa, sei molto carina! -

Le abbassò leggermente il cappello in modo scherzoso.

- Grazie.. -

La riempiva sempre di complimenti.

- Mangi qui o porti a casa? -

- No, lo porto via! Un hamburger! -

- Nient'altro? -

- No, grazie! Meglio se sto leggero, altrimenti a cena non mangio più! -

- Hai ragione.. allora.. un hamburger! Arriva subito! -

Corse in cucina dando l'ordinazione e in pochi minuti l'hamburger arrivò impacchettato nell'apposito sacchetto.

- Ecco a te! -

- Grazie! -

Pagò quanto doveva e prese il sacchetto fra le mani.

- Ciao Max, ci vediamo presto! -

Ormai la incontrava tutti i giorni.

- Si, mi piacerebbe molto fermarmi un attimo a chiacchierare.. ma purtroppo non ho un attimo di respiro.. -

- Tranquilla, avremo altre occasioni! -

- Oh, aspetta! -

Strappò velocemente un foglio dal tacquino lì accanto, scrisse qualcosa e glielo consegnò.

- Tieni, i miei numeri di casa e del cellulare! -

- Ah! Grazie! -

Sorrise contento.

- Allora ti chiamerò! A presto! -

Lo salutò con un cenno della mano, prima di riprendere il lavoro.
Sistemò accuratamente il foglietto piegato nella tasca dei pantaloni della divisa scolastica, incamminandosi verso casa sua.
Infilò la chiave nella serratura e dopo due giri spalancò la porta che si aprì con il solito cigolio. Entrò nell'appartamento avvolto in una semioscurità e si tolse le scarpe all'ingresso. Accese la lampada accanto al divano, posò la cartella sul tavolino di fronte e si sedette comodamente togliendo il panino dall'involucro di carta. Con un morso lo addentò, ma ingoiando si soffermò con lo sguardo verso il mobile in legno antico sistemato contro la parete. C'erano delle cornici con molte fotografie che lo ritraevano da piccolo, da solo e con sua madre. In fine ce n'era un'altra, della quale non era riuscito in alcun modo a sbarazzarsi. Posò il panino accanto alla cartella e lentamente si alzò, camminando verso il mobile. Nell'ombra afferrò la cornice e per un attimo si fermò a pensare.

- Mi è sembrato che tu.. parlassi per esperienza personale.. è così o mi sono clamorosamente sbagliata? -

Le parole di Max in un certo senso, rappresentavano il vero. Lui le aveva dato dei consigli preziosissimi che lei aveva ascoltato con la massima attenzione. Quelle cose gli uscirono dal cuore. Perchè non voleva che lei soffrisse, come aveva sofferto lui ai tempi delle scuole medie. Certo, la sua storia era molto diversa.. ma preferiva tanto dimenticare e non vedere più nessuno soffrire a quel modo.
Ripose la cornice al suo posto e portò le mani in tasca. Abbassò il capo lasciando che la frangia rossa gli coprisse gli occhi e malinconicamente, pronunciò quel nome che da tempo, credeva di aver dimenticato. Purtroppo lo aveva solo creduto, Max stessa forse, aveva riacceso in lui quei ricordi, perchè le somigliava..

- Maya.. -*



Seguì attentamente le fiamme dei fornelli, mentre cuoceva attentamente la carne, affinchè non bruciasse. Quella sera avrebbero cenato tutti insieme, lei, suo fratello e sua madre. Ultimamente passava così poco tempo con lei.. praticamente non la vedeva nemmeno. La sentiva rientrare tardi, nel cuore della notte e faceva in tempo a salutarla la mattina prima che prendendo direzioni diverse. Non riuscivano nemmeno a fare colazione insieme, sua madre la batteva sul tempo, si alzava alle sei del mattino e mangiava sempre prima di lei. Ogni mattina sedeva al tavolo da sola, prima di accompagnare Noah dalla sua vicina di casa e andare a scuola.
Non stava nella pelle. Aveva così tante cose da raccontarle, tralasciando la faccenda della prescelta, avrebbe tanto voluto parlarle della scuola, descriverle i suoi nuovi amici, Yusuke, Kuwabara, Keiko.. anche Botan.. ma soprattutto, voleva parlarle di Kurama. Era solo grazie a lui se in quel momento era così di buon umore. Per quanto la scelta fatta le pesasse.. se non avesse parlato con lui, probabilmente il suo umore sarebbe molto differente.
La carne era pronta e la ripose nei piatti sulla tavola perfettamente apparecchiata. Lanciò un'occhiata all'orologio, avrebbe dovuto prendere suo fratello dopo dieci minuti, il tempo giusto per lasciar leggermente raffreddare la cena.
D'un tratto il telefono squillò e velocemente corse a rispondere.

- Pronto? -

- Tesoro, sono io! -

- Ah, ciao mamma! Dove sei? La cena è pronta in tavola, sbrigati o si fredda! -

Seguì un attimo di quiete.

- ... emm... cara.. mi dispiace molto ma.. purtroppo c'è stato un contrattempo.. -

- Ah, non importa! Te la scaldo se fai tardi, non preoccuparti! Io e Noah ti aspetteremo, non c'è fretta! -

Moriva di fame, ma sarebbe stata dispostissima ad attendere.

- Veramente tesoro.. non rientro per cena.. -

Il sorriso fu immediatamente cancellato dal suo volto e un'espressione di tristezza vi si dipinse sopra.

- Come sarebbe che non torni.. -

- Vedi.. c'è stato un intoppo.. e mi ritrovo costretta a lavorare oltre l'orario.. mi hanno prolungato il turno, capisci? Mangerò un boccone con i miei colleghi.. non aspettarmi, rientrerò tardi.. -

Quasi aveva paura di dirle quelle parole, sapeva perfettamente quale sarebbe stata la sua rezione.

- Si, certo! Come al solito, niente di nuovo! -

- Max.. mi dispiace.. lo sai che se potessi mi fionderei subito da voi, bambina mia.. ma il lavoro.. -

- Il lavoro chiama! Lo so! Non preoccuparti, tanto ci sono abituata! Vorrà dire che quello che avanza lo surgelo per domani.. ammesso che tu non debba lavorare ancora fino a notte fonda! -

Era troppo bello per essere vero. Loro tre tutti insieme.. ci aveva creduto davvero.

- Mi dispiace... -

- Si, si! -

Riattaccò bruscamente la cornetta, senza neanche lasciarle il tempo di salutarla a dovere. Sapeva che non era colpa sua, lei non c'entrava affatto, le avevano prolungato l'orario, cos'altro poteva fare? Ma lei non ce la faceva più a continuare in quel modo, aveva perso suo padre due anni prima e quasi non aveva più nemmeno una madre. Se poi cominciava anche la sua missione "spirituale" al fianco di Yusuke, probabilmente non avrebbe visto tanto spesso nemmeno il piccolo Noah. Si sentiva morire..
La sua famiglia stava lentamente cadendo in pezzi e lei non poteva fare altro che starsene a guardare con le braccia incrociate al petto. Si sedette al tavolo frustrata, sbattento violentemente il sale per terra lasciando che la boccetta in vetro si frantumasse rumorosamente sul pavimento di granito. Sospirò amareggiata. Il suo umore era cambiato in un attimo, bastò quella telefonata, per mandare in fumo tutte le sue convinzioni, la sua buona volontà. Cominciava a pentirsi seriamente di aver dato retta a Botan.. ma cos'altro avrebbe dovuto dire? Se non accettava, tutto il mondo umano ci sarebbe andato di mezzo.. e non poteva permetterlo.
Il telefono squillò di nuovo. Sperò che fosse ancora sua madre, che le dicesse di aver trovato una scusa per liberarsi e cenare insieme a loro.. ma sapeva di pretendere troppo..

- Pronto.. -

Rispose, stavolta più sostenuta.

- Max? -

Come s'aspettava, quella voce, non era affatto la sua.

- Si.. -

- Sono Kurama, ti ho disturbato? -

- Oh, Kurama! -

Cambiò immediatamente tono di voce. Anche se si aspettava sua madre, era felice di sentirlo.

- No, non mi disturbi affatto! -

- Scusa per l'ora, stavi cenando? -

- Non ancora.. -

Le bastò la parola "cena" per renderla nuovamente giù di morale.

- Volevo sapere come stavi, ieri sera eri così triste e oggi eri molto indaffarata.. ma a quanto sento non è cambiato niente, dimmi, cos'è successo? -

- Eh? Proprio niente, perchè? -

- Lo capisco dal tono della tua voce che c'è qualcosa che non va.. -

- ... -

- Max? Va tutto bene? -

- Ma si, si.. non preoccuparti, è una scocchezza.. -

Si preoccupava sempre per lei, com'era gentile.

- Beh, non dovresti tenerti tutto dentro. Sono sedici anni che porti un grosso segreto dentro di te.. non aggiungerne altri! -

Aveva ragione.

- Dovresti fare l'investigatore privato dopo la scuola, lo sai? -

- Investigatore privato? -

- Si.. riesci sempre a capire cosa provo, sai perfettamente leggermi lo sguardo, la voce.. è come se fossi un libro aperto per te.. -

- Ehe.. -

Si sedette sul divano, premendo il cordless all'orecchio.

- Dico davvero.. -

- Come ti ho già detto quella volta in biblioteca, mi viene naturale! Allora.. ti va di parlarne con me? -

- Vedi, avrei dovuto cenare con mia madre stasera, è da molto che non passo un pò di tempo insieme a lei, è sempre fuori e rincasa tardi.. ti confesso che all'idea, era veramente felice.. purtroppo mi ha chiamato un attimo fa e.. si deve trattenere al lavoro fino a tarda sera, quindi.. -

Quale delusione.

- Ma davvero, non vale la pena di preoccuparsi! E' una cavolata.. -

- Ti sbagli, non lo è affatto! -

- Davvero? -

- Stai tranquilla Max, io ti capisco.. non preoccuparti! Allora.. anche stasera sei a casa da sola.. -

Poverina.

- Con mio fratello.. devo andarlo a prendere! -

- Mh... aspetta un secondo, resta in linea! -

Restò immobile con il cordless sull'orecchio, ascoltando il silenzio dall'altra parte della comunicazione.

- Max, venite a cena da me! Mia madre ha detto che non ci sono problemi! -

- Cosa? Vuoi invitarmi da te? Ma.. -

- Hai avuto una giornata pesante, un pò di compagnia ti farà bene! Dai, passo a prendervi! -

- Si, però.. ho già cucinato... -

- Puoi surgelare? -

- Beh.. si.. -

- Allora è tutto a posto! -

In effetti aveva proprio voglia di scambiare quattro chiacchere con lui e poi era curiosa di conoscere sua madre. Se la immaginava come lui, gentile e disponibile.

- D'accordo, grazie Kurama! Grazie ancora! -

- Figurati! Dai preparati! -

- Ok! A dopo! Ah senti.. ti ricordi dove abito? -

- Certamente! -

Come dimenticarlo, aveva cercato di tranquillizzarla sulla sua vera natura, proprio sotto il suo portone..

- Allora ti aspetto! -

- Si, arrivo! -

Dopo aver riposto la cornetta al suo posto, di fretta surgelò la carne nel frigo, poi corse nella sua stanza e si guardò allo specchio. Orribile. Non poteva andare da lui conciata in quel modo, con la tuta da ginnastica.. voleva fare una bella impressione, soprattutto a sua madre, che non aveva mai visto.
Spalancò l'armadio, per fortuna aveva fatto shopping di recente, altrimenti sarebbe stata in guai seri. Indossò una lunga gonna nera e una maglietta dello stesso colore. Scaldamuscoli rosa e scarpe scure. Passò all'acconciatura. Studiò tutte le pettinature possibile e pensò che forse era meglio lasciarli sciolti, naturali.
Uscì di casa e corse a prendere suo fratello. Lo fece preparare mentre sul suo volto di bambino, si dipingeva un grosso punto interrogativo.

- Ecco qua! Devi essere elegante, stasera siamo da amici.. -

Gli allacciò il cravattino e proprio in quell'istante sentì suonare al campanello.

- Oh no, non mi sono ancora truccata... emm.. ARRIVO! -

Gridò fiondandosi in bagno. Passò velocemente la matita nera sugli occhi, si diede un'ultima sistematina ai capelli e corse alla porta.

- Ciao! Hai fatto in fretta! -

Gli disse.

- Beh.. abito qui vicino.. però! Che eleganza! -

- Eh.. non avevo nulla di adatto.. -

- Garda che non devi impressionare nessuno, specialmente mia madre! A lei non interessa come si vestono i suoi ospiti! -

- Si.. però.. una gonna ogni tanto non fa male.. -

Sorrise. Lei lo divertiva davvero.

- Mh? Ah, allora è lui il tuo famoso fratellino! -

Disse notando un bambino aggrappato alla sua gonna.

- Già.. è molto timido però! Su Noah, saluta il mio amico! -

Il bambino si nascose maggiormente dietro la sorella. Kurama si chinò verso di lui.

- Ciao! Sei molto carino! Io sono Kurama! -

- Ciao.. -

Disse timidamente.

- Tutto qui? Andiamo.. sii educato, saluta come si deve, avanti! -

Si scostò lasciando che il fratellino non avesse più appigli, con lo sguardo basso fece un mezzo inchino.

- Piacere di conoscerti.. -

- Ah, come siamo educati! -

Era adorabile.

- Gliel'hai insegnato tu? -

Si rattristò leggermente.

- No.. è stato mio padre.. -

- Ah, scusa, lo faccio sempre! Riesco in ogni modo a renderti malinconica.. -

- Ma no, figurati.. piuttosto.. ormai ci vediamo quasi tutti i giorni ed è la seconda sera consecutiva che ceniamo insieme! Non ti stancherai di vedere la mia faccia? -

Chiese divertita.

- No, affatto, anzi! Credo che sarai tu a stancarti della mia.. -

- Sarebbe impossibile! -

Come stancarsi di una persona tanto gentile?

- Allora, andiamo? Mi piacerebbe molto visitare questo appartamento.. ma mia madre ha già preparato, manchiamo solo noi! -

- Stai tranquillo, andiamo! Avrai altre occasioni per visitare casa mia.. ma non c'è molto da vedere! -

Infilò la giacca, sistemò il giubbottino al piccolo Noah e chiuse a chiave la porta alle sue spalle.
Avanzavano per il marciapiede sotto la luce dei lampioni.

- Fratellone, quando si mangia? -

Afferrò Kurama per i pantoloni.

- Eh? -

- Oh, non farci caso.. lui si affeziona subito a tutti i miei amici.. e li chiama così... forse.. ti da fastidio? -

- No, affatto! -

Sorrise di nuovo.

- Siamo quasi arrivati Noah.. -

Gli faceva un certo effetto pronunciare quel nome, così americano.. con Max gli riusciva molto più semplice. Gli bastò sentire il suo nome una volta, una soltanto, per immagazzinarlo perfettamente nell'archivio del suo cervello. Era un nome piuttosto curioso e insolito per una ragazza giapponese. Ma a lei quel nome stava benissimo. E più la guardava negli occhi, più osservava i suoi modi di fare, di parlare.. più si rendeva conto di quanto somigliasse a Maya.
Sentì il suo sguardo smeraldo addosso. Lentamente voltò il capo e alzò il viso per guardarlo negli occhi.

- Che c'è? -

Gli chiese sorpresa. La sua domanda fu destinata a restare tale, senza ricevere alcuna risposta. Kurama mantenne il silenzio e sorrise dolcemente. Max restò a ricambiare lo sguardo, con una stupita ed interrogativa espressione sul volto.
Quel momento di dolce silenzio fu interrotto dal bambino che con la mano libera afferrò quella di Kurama, il quale abbassò lo sguardo, incrociando quello allegro di Noah, che gli sorrideva ingenuamente.

- Fratellone! -

L'aveva preso in simpatia.
Kurama e Max si scambiarono un altro sguardo, poi risero a bassa voce fra di loro.
Da lontano apparivano sereni, come una vera famiglia, come se Kurama fosse il suo terzo fratello. Pensandoci, le sarebbe piaciuto molto avere un fratello o una sorella più grandi, anche solo di un anno, come lui. Non avrebbe dovuto passare le sue giornate in quella casa, come nella precedente, tutta sola, senza poter parlare con nessuno. Magari qualcuno come lei, con poteri inspiegabili e fuori dal comune, così da non sentirsi completamente diversa. Kurama era proprio quello cercava in un fratello se ne avesse avuto uno.

- Ah Max.. dimenticavo di dirti una cosa.. -

Divenne serio all'improvviso.

- Dimmi! -

- E' più una richiesta, ma.. è molto importante! Dovresti farmi un favore! -

- Un favore? -

- Si.. vorrei chiederti di non chiamarmi "Kurama" davanti a mia madre! -

Non capì.

- Perchè? -

- Perchè lei non mi conosce con questo nome, bensì con quello umano che lei e mio padre mi hanno dato alla nascita! -

Restò per un attimo in silenzio.

- Mi stai dicendo che "Kurama", non è il tuo vero nome? -

- Ti sbagli! E' proprio questo il mio nome effettivo! Ma come ti ho appena detto, mia madre non ne sa niente! Sei disposta a non usare questo nome in sua presenza? -

- Beh.. non ho capito nulla di quello che hai detto.. però.. va bene, se è questo che vuoi, eviterò! -

- Grazie! -

Sorrise nuovamente, prima di riportare lo sguardo davanti a sè.
Restò immersa nei suoi pensieri, domandandosi quale fosse il reale significato di quelle parole. Dopotutto, Kurama era un mistero. Non sapeva nulla di lui, a parte la sua natura demoniaca. Il resto era pura nebbia, molto fitta e non riusciva in alcun modo a vedere il confine.

- Siamo arrivati! -

Disse.
Entrarono nel piccolo cortile, pieno di alberi e piante profumate.

- Che bello! -

Adorava la natura, le trasmetteva così tanta pace. Entrando in quella meraviglia, non si era nemmeno accorta nel cartellino in marmo appeso alla parete fuori dal giardino. La targa con inciso il cognome di Kurama, che lei ignorava, quel cognome che solo leggendolo, le avrebbe suscitato ricordi e avrebbe colmato i suoi dubbi e risposto ai suoi quesiti.


Che cena fantastica. Non aveva mai mangiato tanto in vita sua, seppure aveva tentato in ogni modo di contenersi evitando brutte figure. Quando il suo stomaco reclamava, non poteva fermarsi, avrebbe divorato qualunque cosa.. ma era da amici, per tanto aveva cercato di apparire più femminile possibile, senza mangiare come un animale affamato.
Fuori, su quella terrazza all'aria aperta, dalla parte opposta all'ingresso, mentre il suo fratellino sedeva felice ai suoi piedi, sollevò la mano destra e sorrise fra sè e sè ripensando alla quantità di tempo in cui quella donna gliel'aveva stretta. La madre di Kurama si era rivelata splendida e così gentile, proprio come si aspettava. Ma non avrebbe mai immaginato una simile accoglienza. Era così felice di conoscerla, quasi aveva le lacrime agli occhi e proprio non se lo spiegava, ma le andava bene così.

- Shuichi, caro, vai pure a tenere compagnia alla tua amica! Ci penso io a pulire la cucina! -

- Sicura? Ti aiuto volentieri.. -

- Vai, non lasciarla sola poverina, non è corretto! -

- D'accordo! -

Si soffermò nuovamente a pensare. Era già la seconda volta quella sera, che sentiva sua madre chiamarlo "Shuichi". Probabilmente era quello il nome umano di cui Kurama le aveva parlato. Eppure non sapeva perchè, ma aveva come la sensazione di averlo già sentito da qualche parte.. ma non riusciva proprio a ricordare dove.

- Si sta bene fuori, vero? -

Kurama interruppe i suoi pensieri raggiungendola sul terrazzo.

- Già, è una serata così fresca.. e poi guarda che bella luna! Ormai è completamente piena! -

- E' vero! -

Si voltò, posando le braccia sulla ringhiera.

- Si vede perfettamente anche l'orsa maggiore, guarda! -

- Ah, non sapevo fossi un'appassionata di astrologia! -

- Beh.. non ne so nulla a dire la verità, ma mi è sempre piaciuto guardare le stelle e distinguerne le forme! Sai lo facevo sempre con.. -

Si bloccò all'istante e abbassò lo sguardo.

- Con tuo padre? -

- Si.. scusami! In un modo o nell'altro finisco sempre per parlarti di lui.. immagino che ti starai stufando.. -

Scosse la testa.

- Per niente! Anzi.. sarei proprio curioso di sapere che tipo era, parlami di lui! -

- Cosa? Vuoi che ti parli di mio padre? -

- Perchè no! Doveva essere speciale per volergli così bene! Sono molto curioso! -

- Oh si, lo era! -

Rispose persa nei ricordi più belli.

- Fin da quando ero piccola, lui mi trattava con affetto, mi ricopriva di attenzioni e mi portava sempre in giro con lui. Ci divertivamo molto. Con il tempo non è cambiato. Si comportava allo stesso modo anche con Noah, ci amava entrambi così tanto... -

E lei amava lui a sua volta, tantissimo.

- Poi sono cambiata, sono cresciuta e ho cominciato ad avere.. quei problemi che hanno tutte le ragazze quando raggiungono lo stadio adolescenziale.. mi sono spiegata, no? -

- Certo! -

- Beh lui.. essendo un uomo, non ci capiva un bel niente di quelle cose, eppure, nonostante tutto, non volle mai lasciare il campo libero a mia madre, fece di tutto per restarmi vicino, sempre, anche quando non poteva in alcun modo aiutarmi! Con il suo appoggio, un suo bacio, una sua carezza, un suo abbraccio.. solo con la sua presenza io riuscivo a sentirmi amata, viva, ma sopratutto felice.. -

Quale somiglianza..

- Quella sera però.. quella sera in cui morì, noi... lui... -

Non trovò la forza per continuare.

- Non preoccuparti, va bene così! -

Posò una mano sulla sua spalla.

- Scusami.. -

- Stai tranquilla! Quello che volevo sapere l'hai detto, mi basta! Grazie per avermi parlato di tuo padre! -

Era contento.

- Figurati! -

- Lo sai, mentre ascoltavo le tue parole, ho rivisto me stesso qualche anno fa.. -

- Davvero? -

- Si! Come ti ho detto ho perso mio padre quando ero molto piccolo, perciò non ho praticamente ricordi di lui, a parte qualche fotografia.. mia madre invece, mi ha accudito fino ad ora e continuerà a farlo, riempiendomi d'amore, perchè sono la persona a lei più cara, il suo tesoro più grande! -

Si. Aveva letto distintamente l'affetto che entrambi provavano l'uno per l'altra durante la cena.

- Io le devo moltissimo, per questo non posso fare a meno di lei! Sai, tempo fa è stata colpita da una brutta malattia, all'epoca creduta incurabile... è rimasta in un letto d'ospedale per moltissimo tempo! -

Non lo sapeva.

- E' terribile.. -

- Già, credo che quello sia stato il periodo peggiore di tutta la mia vita.. due anni fa.. proprio come a te.. -

- Che coincidenza.. -

O forse era destino?
Destino..
Come poteva proprio lei parlare di destino? Lei che fino a poco tempo prima non credeva alla sua esistenza.. Che strano.. non si era resa conto del cambiamento enorme che stava facendo così in fretta..

- Già! -

- Beh, alla fine è finita bene, no? Tua madre è qui e.. in perfetta forma! -

Sprizzava amore e gioia da tutti i pori.

- Si! Si è salvata per miracolo.. -

- Caspita.. -

Kurama si chinò leggermente su di lei e le sussurrò qualcosa all'orecchio.

- Veramene.. sono stato io a salvarla.. con l'aiuto di Yusuke... il merito va esclusivamente al mondo spirituale.. -

- Oooh... capito! -

Era ovvio che sua madre ne era perfettamente all' oscuro.

- Quindi.. -

Sussurrò a sua volta.

- La magia del regno degli spiriti.. può anche guarire le persone in punto di morte? E magari... non è che può anche riportarle in vita? -

Kurama sospirò, prima di posare una mano sul suo capo, come fosse un gattino da accudire.

- Capisco, vorresti che tuo padre tornasse fra voi, vero? Purtroppo il regno spirituale non possiede questo potere! Solo una volta è stato possibile riportare alla vita una persona per noi tutti molto cara.. ma per un desiderio che ci è stato permesso di esprimere come premio.. -

- Come premio? Per cosa? -

Domandò curiosa.

- Hai mai sentito perlare del torneo di arti marziali nere? -

- Io no! -

Scosse velocemente la testa.

- E' una manifestazione che ha luogo in un posto sperduto da qui.. un torneo organizzato da esseri umani che amano scommettere denaro. Per renderlo più interessante, i concorrenti vengono scelti fra i demoni! Se un umano viene invitato a disputare gli incontri e questi rifiuta, viene ucciso all'istante! Io, Yusuke, Kuwabara e Hiei vi abbiamo partecipato molto tempo fa! Abbiamo vinto, così ci è stato permesso di esprimere un desiderio a testa, che era per tutti lo stesso! -

Lo guardò con sguardo interrogativo.

- Sei piuttosto confusa, vero? -

- Parecchio.. -

Sorrise imbarazzata.

- Quello che voglio dire è.. che tutti vorremo tanto riavere accanto una persona per noi importante.. ma purtroppo questo non è possibile. I morti non si possono resuscitare! Almeno.. che io sappia, il mondo spirituale non ne è in grado.. -

Si rattristò.

- Capisco.. -

- Max, le persone che amiamo, non ci lasciano mai davvero! -

Disse.

- Basta che ci soffermiamo a cercarle in un angolo dentro di noi! Le possiamo trovare.. qui dentro! -

Posò la mano sul petto.

- Nel nostro cuore! -

Esclamarono in coro.

- Hai ragione... Shuichi... -

Disse divertita.

- Ehi, non ti azzardare a chiamarmi così, tu! Conosci il mio vero nome quindi vedi di usarlo! -

Rise.

- Stavo solo scherzando! -

Risero ancora, felicemente, come due veri fratelli uniti da un legame di sangue, come due amici che si conoscevano da tempo..


Non poteva tollerarlo. No, doveva agire, non sopportava di vederli così uniti, così felici.
Non si fidava. Li guardava da quell'albero così alto, e non si fidava. Kurama era uno sciocco, ci stava cascando. Quando si sarebbe reso conto della realtà, delle reali intenzioni di quella mocciosa, sarebbe stato troppo tardi. Lui Hiei, il demone dall'occhio del diavolo, avrebbe fatto di tutto per cacciare quella ragazzina, parola di yookai.



Notte.
Silenzio, oscurità, intorno a lei una città deserta... camminava lungo la strada, di nuovo. Stava facendo ancora quel sogno, eppure era certa di averlo dimenticato. Avanzava lentamente, ascoltando il suono prodotto dai suoi tacchi, finchè il lontananza, non notò per la seconda volta, quel fumo bianco. Quella nebbia nella quale si formò una sagoma scura, che camminò verso di lei non appena questo scomparve. Lei si soffermò come la volta precedente, sotto la luce del lampione aspettando di vedere bene quella figura che ricordava alla perfezione. Lunghi capelli d'argento, orecchie di volpe, veste bianca, pelle candida, muscoli d'acciaio..
Lo yookai sollevò ancora la mano, ma questa volta lei non oppose resistenza, non tentò di schivarlo.
Lui sorrise con un ghigno che lo rendeva ancora più accattivante.

- Ci si rivede.. -

Disse lui con quella voce così sensuale.

- Ah.. io.. -

Le parole le rimesero congelate in bocca, non appena fissò i suoi occhi del color dell'oro.

- Vorrei sapere.. chi sei... -

Perchè lo sognava..

- Hai già scordato il mio nome? -

Le chiese piano.

- Ecco... -

- Shuichi Minamino! -

Ripetè dunque.

- Ah.. -

Spalancò gli occhi per la sorpresa e ciò che vide in seguito fu solamente la sua scrivania. Si ritrovò nel suo letto, seduta con la coperta stretta in mano.

- Ha detto proprio... Shuichi? -

Ora rammentava. Ecco perchè quel nome non le sembrò affatto nuovo. Lo aveva sognato.

- Possibile... -

Disse a bassa voce.

- Possibile che quella persona sia... -

Quello splendido Yookai era..

- ..Kurama? -

Forse si sbagliava, forse era solo una coincidenza.. eppure.. eppure sentiva un legame fra i due.. il modo di comportarsi, così dolce.. il loro tocco delicato.. i loro occhi, i lineamenti, l'espressione... erano molti simili.. eppure.. com'era il cognome di Kurama? Non lo sapeva.. se si fosse ricordata di leggere la targa..


Una voce in lontananza la riportò nel mondo reale. Sua madre la stava chiamando dal piano di sotto.

- Svegliati! E' ora! -

Diceva.
Si sollevò con gli occhi brucianti e i capelli spettinati. Uscì dal letto e sbadigliò stiracchiandosi a trecentosessanta gradi e chiuse la finestra che aveva lasciato semiaperta per tutta la notte. Spalancò l'armadio e prese la divisa scolastica. Fece per cambiarsi, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Appeso al muro sopra il suo letto, c'era qualcosa, un foglio di carta attaccato con un pugnale..
Si avvicinò lentamente e lo staccò dal muro. Il cuore prese a batterle all'impazzata e uno strano presentimento le percorse la schiena. Si voltò di scatto, guardando fuori dalla finestra. Non c'era nessuno.
Eppure, qualcuno era stato nella sua stanza quella notte, perchè era certa che quel biglietto tenuto immobile sulla parete dal coltello, la sera precedente non c'era.. a meno che non fosse troppo stanca per notarlo.. ma n'era sicura.. non vide nulla sul quel muro se non l'ombra prodotta dalla finestra..
Quel qualcuno sapeva dove abitava e probabilmente si era divertito a guardarla mentre dormiva.
Riportò lo sguardo sul pezzo di carta e rilesse con maggior attenzione.

Ti tengo d'occhio!

C'era scritto a lettere cubitali. Sotto la frase, un occhio disegnato in modo minaccioso.
Lanciò un altro sguardo al vetro della finestra e ciò che vide fu solamente il grosso albero che spiccava di fronte alla camera.
In seguito, prese a fissare il pugnale che ancora stringeva per l'elsa. Il manico erain legno duro circondato di sottili fili dorati. La lama era corta ma affilata e rifletteva perfettamente il suo volto.

- Max, ci sei? Dai che è tardi! -

La chiamò di nuovo sua madre.
Instintivamente corse alla scrivania, aprì il cassetto e vi nascose con attenzione il pugnale.

- Arrivo! -

Gridò prima di scendere le scale.

E in un lampo, gradino su gradino, si ricordò perfettamente di quell'occhio raffigurato a penna sulla carta. Era lo stesso occhio del diavolo che qualche sera prima, aveva visto sulla fronte dello yookai che portava il nome di Hiei.



*Come sapete non ho letto il manga.. ma alcune cose sono venuta a saperle tramite internet.. ma non conosco i dettagli. Vi chiedo dunque scusa se le cose che scriverò in seguito si riveleranno probabilmente sbagliate.. ma mi baso su ciò che so.

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Capitolo 14
*** Verità da nascondere ***


CAPITOLO 15: Verità da nascondere




Trangugiò la sua colazione in fretta, sorseggiando la sua tazza di cappuccino e divorando un biscotto al cioccolato.

- Ehi, calma o ti andrà tutto di traverso! -

Le fece notare sua madre.

- E poi non hai tutta questa fretta! E' ancora presto, arriverai in anticipo! -

- E' che prima devo passare in un posto.. -

Spiegò la ragazza.

- Come? E dove dovresti andare? -

S'informò.

- Non credo che siano affari tuoi! -

Rispose veemente.

- Si invece, perchè si da il caso che sono tua madre! -

Disse.

- Ah.. adesso sei mia madre.. -

Riprese Max ironica.

- E dov'eri ieri sera? -

- Oh andiamo.. non dirmi che ce l'hai ancora con me... -

- E dove sei quando ho bisogno di parlare con qualcuno? -

La squadrò con odio pulendosi la bocca dalla schiuma del cappuccino. La donna rimase in silenzio.

- Dov'è mia madre quando ho bisogno di lei? Non c'è.. non c'è mai! Troppo comodo interpretare la parte del genitore durante l'unico momento in cui riesco a vederti! -

Abbassò lo sguardo mentre la figlia si alzava dalla sedia sistemandola sotto il tavolo, prima di posare la tazza nel lavandino e di chiudere la scatola dei biscotti nell'armadio sovrastante.

- Io non ti critico! -

Proseguì.

- Sto solo cercando di farti notare alcune piccole cose che ho cercato d'ingoiare fino ad ora.. senza successo come hai potuto notare.. -

Era convinta di potercela fare a superare tutto da sola..

- Da quando papà è morto non ho più una famiglia! Sono costretta a spendere quattrini al ristorante in compagnia di un amico o cenare da quest'ultimo quando egli potrebbe benissimo passare una serata tranquilla comodamente spalmato sul diavano davanti alla televisione, sgranocchiando arachidi o patatine o gustandosi un bel gelato confezionato! -

Ascoltò in silenzio.

- Eppure si sacrifica! Lo fa rinunciando ai suoi piaceri perchè a me ci tiene davvero! E da quanto mi connosce.. due? Tre settimane? -

Così poco, eppure si fidavano ciecamente l'uno dell'altra.

- Tu da quanto tempo mi conosci mamma? -

Tutta la sua vita.

- Sono sedici anni che viviamo sotto lo stesso tetto.. eppure.. ormai è come se fossimo due estranee! Io e te.. cosa siamo? -

Lei lo sapeva bene.

- Niente! -

Disse acida.

- Noi due non siamo niente! Hai capito? N-I-E-N-T-E! -

Ribadì scandendo a fondo le parole mentre queste ferirono sua madre più di quanto si potesse aspettare.

- Anche la madre del mio amico lavora, anche lei è vedova.. eppure trova il tempo di cenare con suo figlio e si preoccupa di conoscere i suoi nuovi amici! -

Salì di corsa la rampa di scale e afferrò nervosamente la cartella ribaltando la sedia con un calcio. Tornò al piano terra e senza nemmeno guardarla negli occhi, chiuse la porta di casa alle sue spalle con un frastuono che costrinse la donna a sobbalzare.
Camminò velocemente, fumando dalla rabbia già di prima mattina, si era perfino scordata del biglietto... il biglietto..
Si soffermò sul marciapiede brandendo il manico della cartella con entrambe le mani, contemplando le sue scarpe scure. Poi infilò la mano nella tasca della gonna. Senza nemmeno farci caso ci aveva infilato il foglio di carta piegato in quattro. Lo aprì e lo lesse di nuovo. Tre semplici parole e uno stilizzato disegno.. quattro cose astratte che la mandavano in bestia.

- Ti tengo d'occhio.. -

Disse a bassa voce.

- Ma dico, scherziamo? Mi tieni d'occhio?? Tu osi minacciare me?? Ma brutto... -

Accartocciò il foglio e lo lanciò verso il cestino, mancandolo clamorosamente per la mano che le tremava dalla rabbia.

- Grrr! -

Si avvicinò velocemente verso il cestino, gli tirò un pugno e si chinò a raccogliere la pallina di carta prima di gettarla tra i rifiuti.

- Ecco cosa ci faccio con le tue minacce!! -

Cacciò fuori la lingua e sotto gli sguardi attoniti dei passanti, che per un secondo temettero di aver di fronte una malata mentale fuggita dal manicomio, riprese il veloce cammino.
Senza rendersene conto, finì esattamente dove voleva andare, senza quasi nemmeno notarlo, raggiunse la casa di Kurama. Era inconfondibile, con quel giardino, quel profumo che le ricordava tanto il suo.. poi ebbe come un'illuminazione, rammentando l'unico vero motivo per il quale desiderava giungere in quel luogo e immediatamente posò lo sguardo sulla targa di marmo attaccata al muretto. Minamino.
In quel preciso istante tutto le fu chiaro.

- Shuichi.. Minamino.. -

Disse.
Quello stesso nome che lo yookai dai capelli d'argento, le aveva detto in sogno per ben due volte.
Capì che Kurama e quel demone volpe bellissimo, rappresentavano la stessa persona. Ma ancora non si spiegava come questo fenomeno fosse possibile.. forse Kurama possedeva una doppia identità.. eppure.. era come se lo yookai, fosse cosciente di essere Shuichi, di essere in parte umano.
Mentre cercava di trovare come sempre, una risposta a quell'enigma, udì una voce familiare provenire poco più lontano, dalla porta d'ingresso.

- Allora vado! Ci vediamo più tardi! -

Kurama, nella sua divisa color prugna, richiuse la porta tranquillamente.
D'istinto corse dietro l'angolo e lo osservò uscire dal giardino e incamminarsi verso la sua scuola. Restò lì dietro, guardando la sua schiena scomparire all'angolo opposto. Non seppe nemmeno lei il motivo di quel gesto, avrebbe potuto chiedergli spiegazioni, lui non le avrebbe negato niente e certo non si sarebbe infuriato accusandola d'impicciarsi troppo.. o forse si? Non lo sapeva.. forse preferì solamente aspettare, o probabilmente, non sapeva proprio da che parte cominciare.
Era in assoluto la prima volta che prevedeva qualcosa in sogno.. a meno che non si trattasse di una semplce fantasia.. ma perchè proprio il suo nome? E poi, quel demone volpe era troppo perfetto perchè fosse uscito dalla sua testa. No, doveva esserci un fondo veritiero, lei d'altro canto, non credeva mai alle coincidenze.

- Cos'è, ti sei messa a pedinarlo? -

Quella voce alle sue spalle, la fece sussultare. Urlando si attaccò al muro, portando una mano al petto, sentendo il cuore palpitare all'impazzata.
Hiei era comparso dietro di lei così, all'improvviso, non aveva minimamente udito i suoi passi, non aveva percepito alcuna presenza.

- Ma dico, che diavolo ti salta in testa! Lo fai spesso? Compari sempre in questo modo facendo morire le persone d'infarto? -

- Tsk! -

Scostò leggermente lo sguardo, le mani in tasca e la benda bianca sulla fronte leggermente coperta dalla frangia. Quella stessa benda che qualche sera prima, si era tolto esclusivamente per lei, mostrandole l'occhio del diavolo. Fece in tempo a scostare nuovamente gli occhi color fuoco su di lei, che provò un dolore forte,ma sopportabile sulla guancia.
Lei immobile e furibonda, la mano sollevato che lo aveva appena colpito in viso con uno schiaffo.

- Come ti sei permesso!! -

Ringhiò.

- Come hai osato entrare nella mia stanza nel cuore della notte, bastardo!! -

Non poteva perdonarlo. Se prima lo odiava per quello che era, ora lo voleva ridurre in poltiglia solo per il fatto che esisteva.

- Allora l'hai capito che sono stato io! -

Disse tranquillo.

- Guarda che non sono cretina! Credi che sia nata ieri per caso?? -

- No.. cosa vai a pensare.. -

Rispose in un modo tale che sembrava fatto apposta per prenderla per i fondelli.

- Vuoi un altro ceffone? O preferisci un bel cazzotto su quella tua faccia da schiaffi?? -

- Che è da schiaffi me lo hai già dimostrato.. -

- Ti metti a fare lo spiritoso adesso? Sei un gran maleducato, ecco cosa sei! Un infame! Uno psicopatico! Un.. -

Le parole le restarono ghiacciate in bocca, perchè Hiei le afferrò il collo con forza e la sollevò da terra prima che potesse finire d'insultarlo. La cartella scivolò dalla sua mano, ricandendo con un tonfo sull'asfalto dal quale i suoi piedi si erano appena staccati.

- Ah... agh... -

- Ora te la dirò io una cosetta! -

Disse minaccioso.

- Vai a muovere il tuo fondoschiena alla larga da qui! Vattene via! Perchè ti avverto! Avrai di che pentinterne! -

- MA TIE'! -

Con una mossa scaltra lo colpì nello stomaco con il ginocchio, costringendolo a lasciare di scatto la presa e ad accasciarsi a terra dolorante.

- Maledetta.. mocciosa! -

- Oh scusa.. ti ho fatto male? Mi spiace, mi è scappata la gamba! -

Si sollevò a fatica e riprese a fissarla con l'odio dipinto sul volto, le piaghe della pelle intorno alla bocca e sotto gli occhi.

- E comunque, se qui c'è qualcuno che pedina, quello sei tu! Entra ancora in casa mia.. e sei morto! -

Si voltò di scatto pronta ad andarsene, ma udì Hiei trattenere una risata.

- Ah ah ah ah ah ah! -

- Beh? Sei impazzito? -

Lo guardò perplessa.

- Ah ah... molto bene.. si sta facendo divertente! -

- Ah si? E che diamine ci trovi di divertente? -

Chiese aspra.

- He.. quando una sfida si fa dura.. allora diventa molto più interessante! -

- Ma quale sfida, di che cavolo stai parlando! -

Cominciava a perdere la pazienza.

- La nostra sfida! -

Disse puntando il dito indice contro di lei. Lo scrutò con un'espressione interrogativa sul viso, prima di riposare lo sguardo su di lui.

- La.. nostra.. cosa? -

Cominciò a pensare che forse era davvero uscito di testa.

- Oh lo capirai molto presto! -

Un ghigno beffardo stampato sulle labbra.

- Ma lasciami perdere e impara a crescere! -

In un attimo si ritrovò contro la parete del muretto, il viso di Hiei vicinissimo al suo. Una mano appoggiata al muro di fianco al suo viso, l'altra le teneva il mento. Gli occhi rossi, penetranti e luccicanti la ghiacciarono.

- Pensi forse che l'essere una ragazza influisca sul fatto che non ti ho ancora uccisa? -

Disse ghignando nuovamente.

- Attenta dolcezza! Non sai cosa ti aspetta! -

Quasi tremò.

- Sei stata scelta per affiancare Yusuke in battaglia, dico bene? Devi essere dotata di insospettati poteri! Altrimenti.. che gusto ci sarebbe? -

Si fece più vicino, così vicino per permetterle di sentire il suo respiro.

- Sarà piuttosto interessante tenerti sott'occhio.. non mi dispiacerebbe affatto vedere di cosa sei capace! -

Notò il terzo occhio brillare di una flebile luce rossa sotto la fascia bianca.
Voleva rispondere, metterlo in guardia, avvisarlo finchè era ancora in tempo. Forse lui non sapeva ancora che lei aveva accettato il suo incarico. Lui era uno yookai, di conseguenza faceva parte dei suoi nemici. Essendo così malvagio, non avrebbe avuto alcun rimorso nel farlo fuori, ma sapeva che fra lui e Kurama c'era una profonda amicizia, almeno.. quest'ultimo sembrava esserne convinto. Era solo questo l'unico vero motivo per cui non lo aveva ancora attaccato seriamente.
Ogni movimento le fu negato, come se qualcosa, la costringesse a restare immobile. Che fosse l' occhio del diavolo o semplicemente il suo sguardo di fuoco, non lo sapeva.
Si sentiva indifesa, come se non avesse posseduto alcun potere.

- Lasciami.. -

Fu l'unica parola che riuscì a pronunciare, seppur debolmente.

- Altrimenti? -

Stavolta non fu in grado di rispondere. Hiei sorrise di gusto.

- E tu credi forse di fermarmi? Sei brava a parole.. ma per il resto fai pena! -

Max sollevò un sopracciglio e sorrise maliziosamente, come se d'un tratto, ogni campo di forza che l'imprigionava nella morsa del demone, si spezzasse. Non appena smise di fissare la sua fronte.

- Davvero? -

Quasi rise.

- Allora guardati il labbro! -

- Eh? -

Non comprese all'istante ciò che la ragazza volesse dire, poi si accorse che all'improvviso, il suo labbro inferiore aveva cominciato a sanguinare. Una goccia rosso scuro cadde al suolo macchiandolo. Si staccò da lei lentamente e si pulì il viso con il dorso della mano che si soffermò a contemplare, sporca del suo sangue.

- Ma quando mi hai.. -

In un attimo ricordò.

Lo schiaffo...

Il dolore era scomparso subito e sul momento non sentì alcuna ferita. Poi, il sangue aveva cominciato a scorrere dal suo labbro e si rese conto che il dolore esplose più forte di prima.

Tutto per uno schiaffo..

Fissò di nuovo la ragazza che lo guardava beffarda e soddisfatta.

- Brutta... -

Un brivido gli percorse la schiena. Se con un semplice schiaffo provocava simili graffi, cos' erano in grado di fare i suoi reali poteri messi insieme?

- Pensi davvero di potermi controllare a tuo piacimento? -

Si sentì più in forza che mai, pronta a prenderlo a pugni se necessario. Quella sensazione di confusione era scomparsa e in quell'istante capì che era solo colpa dell'influenza del terzo occhio.

- Credi davvero di potermi minacciare, di entrare in casa mia e appendere fogli di carta alle pareti con un pugnale sperando magari che mi possa accidentalmente tagliare, di influenzare il mio corpo e la mia mente con l'occhio del diavolo senza che io possa in alcun modo reagire? -

Assurdo.

- Pensi di potermi dire quello che devo o non devo fare... -

Incrociò le braccia al petto.

- Adesso te la do io una dritta! -

Continuò.

- Abbassa la cresta e non tentare di fregarmi! Perchè tanto io non vado da nessuna parte! -

Hiei tremò di rabbia, digrignando i denti strettamente. Si aspettava di ricevere un colpo, ma con un balzo sparì senza lasciare traccia alcuna. Si guardò intorno e scrollò le spalle. Raccolse la cartella che le era scivolata dalle mani nel momento in cui Hiei la sollevò per il collo e lanciò un'occhiata all'orologio da polso.

- OCCAVOLO!!! MA E' TARDISSIMO!! -

Senza pensarci cominciò a correre più che poteva, ma purtroppo non avrebbe raggiunto la scuola in tempo.



Yusuke sbadigliò senza portarsi la mano sulla bocca, gli occhi umidi dalla stanchezza, le gambe incrociate sopra il banco, la sedia in bilico sulle gambe posteriori. Un altro sbadiglio prima che il rumore della porta scorrevole dell'aula si spalancasse. Vide Max inchinarsi ferma all'ingresso, profondamente imbarazzata.

- Le chiedo scusa per il ritardo professore! -

Si aspettava un brusio da parte dei suoi compagni di classe e un rimprovero dell'insegnante.

- Buon giorno Max! -

Fu dunque sorpresa di sentire la voce tranquilla di Yusuke.

- Eh? -

Sollevò di poco lo sguardo, restando inchinata sulla porta. Ciò che vide fu una grande confusione e udì un forte fracasso.

- Puoi stare tranquilla, Takenaka oggi non c'è! Abbiamo ora buca! -

Spiegò felice.

- Ah.. uff -

Sospirò rasserenata tornando alla posizione eretta.

- Meno male.. l'ho scampata.. -

- Come mai hai fatto tardi? Di solito sei in anticipo.. -

- Beh.. ho avuto un piccolo contrattempo.. -

Disse senza perdersi in chiacchiere. Forse avrebbe dovuto dirgli la verità.. ma pensò che per il momento fosse meglio accantonare il discorso. Mentre si avviò al banco, una miriade di saluti calorosi.

- Buon giorno Okino! -

- Ciao Okino! -

- Giorno Okino! -

Salutò a sua volta con un bel sorriso sul volto.
Sospirando si abbandonò sulla sedia e posò la cartella sul banco senza nemmeno aprirla.

- Qualcosa non va? -

Domandò preoccupato Kuwabara.

- Eh? Oh no, va tutto bene! Diciamo solo che ho avuto una mattina piuttosto movimentata! -

Spiegò.

- Ah.. -

Ma non sembrò convincersi.

- Emm... senti Kuwabara.. posso farti una domanda? -

- Ma certo! Chiedi pure! -

- Ecco.. tu conosci Hiei, vero? -

- Beh.. si, perchè? -

Non sapeva che avesse a che vedere con lui.

- .. che tipo è? Voglio dire.. come si comporta con te? -

- Beh.. è un presuntuoso che si da sempre un sacco di arie! Pensa di sapere tutto lui, critica con la sua aria beffarda da saccente e mi fa sempre saltare i nervi! Ma a parte questo è un guerriero straordinario e poi, in fondo in fondo non è poi così antipatico.. -

Annuì lentamente senza dire alcuna parola.

- Perchè ti interessa? -

- Oh beh.. è solo curiosità! Quando ho conosciuto Kurama erano insieme.. volevo solo sapere che tipo è, tutto qui! -

- ... -

Rimase in silenzio ad osservarla.

- Che c'è? -

- No, niente! -

Una strana vibrazione emanava il suo corpo. La sentiva distintamente. Per la verità, da quando aveva scoperto che in lei c'erano enormi poteri, da quella sera in cui per la prima volta dopo tanto tempo provò un dolore lancinante, quasi straziante allo stomaco solo per aver percepito la sua aura immensa, gli risultava più facile leggere il suo stato interiore. Nemmeno lui sapeva perchè, forse semplicemente, vi prestava maggiore attenzione. Dopotutto, all'inizio non ci fece alcun caso. Per lui era solamente una bella ragazza da conoscere e magari, da invitare fuori qualche volta.



- Vostra maestà! Chiedo umilmente perdono, non vorrei mai disturbarvi mentre lavorate! -

Uno degli aiutanti del mondo spirituale al servizio del piccolo Enma, spalancò lentamente, quasi intimorito, la grossa e pesante porta. In verità come tutti all'interno del palazzo, per non parlare di Botan, era al quanto sorpreso di vederlo all'opera dopo che per un lasso incredibile di tempo, non aveva osato nemmeno prendere in mano un foglio per una lettura attenta. Per la verità era quasi commosso. Tutti lì dentro temevano una mossa fulminea del sovrano dell'aldilà se fosse venuto a conoscenza del fatto che suo figlio trascurava i suoi doveri.

- Si dimmi! Che cosa c'è? -

Chiese il piccolo Enma timbrando un foglio dopo l'altro.

- Ecco.. c'è una chiamata per voi... sulla linea 8 del grande schermo.. -

Spiegò l'aiutante.

- Chiunque sia temo che dovrà rimandare un eventuale discorso con il sottoscritto.. adesso sono piuttosto impegnato! Come voi tutti sapete ho un sacco di lavoro arretrato! -

Disse senza staccare gli occhi dai fogli di carta.

- Maestà... ve la siete cercata voi.. -

Osservò il suo servo.

- Tu chiudi il becco! -

Disse Enma, lanciandogli un'occhiata di traverso.

- .. è quello che le ho detto maestà.. ma.. quella donna ha ribadito... che è piuttosto urgente.. -

Rirpese l'altro.

- Come hai detto? Una donna? E' per caso.. "lei"? -

- Esattamente vostra altezza! -

Rimase immobile per una manciata di secondi, nel più totale silenzio. Poi posò accuratamente il timbro sulla scrivania e con un balzo scese dalla grossa poltrona regale.

- Ho capito! -

Disse solamente facendogli segno di tornare al suo lavoro.

- Con permesso altezza! -

Disse questi con un inchino, camminando all'indietro richiudendo la porta davanti a lui.

- Secondo voi cosa sarà successo maestà? -

- Non lo so... è quello che intendo scoprire! -

Si soffermò in piedi davanti allo schermo.

- Presto, vai sul canale 8! -

Gli ordinò.

- Subito! -

Con l'indice schiacciò il tasto indicato e l'immagine di "quella" donna, comparve sullo schermo.
Rimase un attimo privo di alcuna parola, scosso e senza trovare la frase giusta da dire per consolarla dalle lacrime che bagnava inspiegabilmente il suo viso.

- Lo so che stavi lavorando.. scusa, non era mia intenzione disturbarti! -

Disse asciugandosi gli occhi lucidi.

- Cos'è successo? -

Riuscì solamente a chiedere.

- Non devi preoccuparti, non è successo nulla... è solo che io.. sono stanca! Non ce la faccio più, capisci? -

- Veramente no.. spiegati! -

- Ha a che vedere con il nostro patto piccolo Enma.. tu stai mantenendo la tua parola... e ti ringrazio! Ma io.. temo che non riuscirò a mantenere la mia ancora per molto! -

Tirò su con il naso, soffiandolo con un fazzoletto bianco.

- Vedi.. avevamo deciso di non dire nulla, non una parola a riguardo! Avremmo dovuto tenerla strettamente all'oscuro e così abbiamo fatto! Però io.. è da quando è nata che devo agire nell'ombra, senza dirle cos'è successo veramente sedici anni fa.. -

Si disperò nascondendo il volto con il fazzoletto ormai da strizzare.

- Ah.. stai parlando di Max.. -

- E DI CHI SENNO'!!! -

- Scusa.. non ti arrabbiare.. -

Tornò a sedere sulla sua poltrona, per una massima comodità e una visuale più alta.

- Allora, dunque! Ricapitolando.. tu ritieni complicato tenere nascosta questa verità e desidereresti rivelarle cosa accadde quand'era ancora un embrione, dico bene? -

- Benissimo! -

Soffiò nuovamente il naso.

- Per me è veramente difficile osservarla di nascosto! Devo costantemente stare attenta, vivere una vita apparentemente normale, senza la minima preoccupazione per non destare sospetti! Ma lei... lei ha il diritto di sapere.. -

- Mi rendo conto! -

Abbassò lo sguardo.

- Ma lo sai che ora come ora è troppo rischioso! Ha appena scoperto di essere destinata a combattere per la salvezza del mondo! Deve affrontare ogni giorno coloro che sono in grado di portare il mondo alla distruzione! I demoni, i mostri.. gli spettri... senza potersi in alcun modo opporre a quanto è scritto nelle pagine del suo futuro! -

Riprese.

- Ha sedici anni! E' ancora una bambina, eppure su di lei, grava la responsabilità degli esseri umani! Esattamente come Yusuke, il detective del nostro mondo e il suo amico Kuwabara! Loro sono solo dei liceali, ma nonostante vivano la vita nel modo più naturale possibile, come se fossero effettivamente solo degli adoloscenti. Devono condividere con questo peso! -

Senza potersi rifiutare.

- Così anche Max! -

Continuò.

- Forse non lo sai, ma.. lei ha accettato.. anche se comunque non aveva altra scelta! -

- Si lo so.. mi è giunta questa voce.. -

Parve calmarsi.

- Beh.. come sai, è stato un duro colpo per lei quando l'ha saputo! Preferiva darmi dello svitato piuttosto che affrontare la verità! Perchè sin da bambina ha avuto una vita difficile! Quindi capisci, che adesso non è proprio il caso di rivelarle la verità! Perchè se lo facessimo.. potrebbe subire uno shock talmente forte che.. potrebbe anche non essere più in grado di riprendersi! Chi meglio di te che la tieni costantemente sott'occhio, conosce l'odio che nutre per i demoni? -

Nessun altro al mondo.

- Eh si.. lo so molto bene.. del resto è stato.. proprio un demone a.. portarle via suo padre... -

I suoi occhi si riempirono nuovamente di lacrime ed esplose in un pianto più forte.

- Eddai, adesso calmati... -

- MA COME FACCIO A CALMARMI! -

Si pulì il naso gocciolante.

- E' ancora così giovane povera stella... per quanto ancora dovrà soffrire... -

Affondò nuovamente il volto nel fazzoletto sciupato.

- Comprendo il tuo dolore, credimi.. -

Sospirò.

- Ma per ora non possiamo fare altro che osservarla in silenzio e intervenire solo se dovesse rilevarsi strettamente necessario! Dopotutto non devi dimenticare che può contare sull'aiuto di Yusuke! Ma per nessun motivo! Ripeto, per nessuno, dovrai uscire allo scoperto e tirare fuori gli scheletri dall'armadio! -

Tirò un profondo respiro e annuì.

- Va bene.. se lo reputi necessario.. -

- Ne va della sua felità.. è questo che hai promesso quando hai saputo che sarebbe venuta al mondo! -

- Felicità? FELICITA'?? -

Si alzò dal divano, furibonda.

- Ti sembra forse che sia felice? Io la vedo sai.. la vedo sempre.. so leggere chiaramente la tristezza nei suoi occhi! Ma ti pare giusto affidare a una ragazzina un compito tanto impegnativo? -

- Lo sai che non dipende da me... ma dal suo de.. -

- DAL SUO DESTINO! LO SO, LO SO! SONO SEDICI ANNI CHE NON FAI CHE PARLARNE! E' DESTINO DI QUA, E' DESTINO DI LA'.. NE HO FIN SOPRA I CAPELLI DEL TUO SENSO DEL DESTINO DEL CAVOLO! -

Ansimò cercando di riprendere fiato. Enma rimase in silenzio per un istante a contemplarla. Aspettò che il suo respiro tornasse regolare, poi riprese.

- Ti sei calmata adesso? -

- Si.. un pò.. -

- Beh.. dopotutto fa sempre bene sfogarsi... -

- Già... io sono costantemente sola... non posso sfogarmi con nessuno se non con te.. scusami.. -

- Non preoccuparti! -

Dopotutto anche lui possedeva i suoi sensi di colpa.

- Devi pensare a cosa è meglio per lei! Vuoi liberarti di questo peso... farle sapere come realmante stanno le cose e soprattutto chi lei è davvero! Se vedi che questo segreto si fa sempre più pesante e insopportabile da mantenere.. allora liberatene! Parlale, svuotati, non sarò certo io ad impedirtelo! -

Spiegò.

- Ma ricorda: se decidi di vuotare il sacco, dovrai assumerti ogni responsabiltà, dovrai essere in grado di accettare la sua reazione, qualunque essa sia.. e soprattutto, dovrai essere consapevole che questa verità potrà infliggerle il colpo di grazia e affondarla per sempre! -

Silenzio dall'altra parte dello schermo.

- Si.. hai proprio ragione.. io.. non so se ce la farei.. le voglio bene.. -

- Lo so, dopotutto la segui fin da prima che nascesse.. perciò non vorresti mai vederla soffrire di nuovo, più di quanto abbia sofferto in passato, vero? -

- Vero.. non lo sopporterei! -

- Allora siamo d'accordo! -

- Si, va bene! Aspetterò ancora un pò.. almeno il momento più opportuno! -

Si stiracchiò e sbadigliò sistemandosi meglio il suo ciuccio.

- Bene, se non ti dispiace ora vorrei tornare al mio lavoro! Così forse dopo posso riposare un pò, sono così stanco.. -

- Si certo! Scusami ancora per il disturbo Enma, ci sentiamo presto! -

- Tienimi informato! -

Il servo pigiò un tasto del telecomando e lo schermo si oscurò tornando una semplice tavola nera.

- Avete sentito altezza? -

- Cosa? -

- Si preoccupa davvero per lei.. voi non credete che.. facendo passare il tempo sia un grosso sbaglio? -

- Osi forse darmi dell'irresponsabile? -

- No, questo mai! -

Si fece piccolo.

- E' solo che... la ragazza potrebbe rinfacciarvi di esservi presi gioco di lei per tutto questo tempo.. se fate passare altri mesi, per non parlare di anni, non credete che il dolore sarà ancora peggiore di come ci aspettiamo? -

Si soffermò a riflettere.

- Lo sai.. dopotutto non è un pensiero sbagliato.. -

Osservò. Lui sorrise compiaciuto.

- Ma è anche vero che ora è troppo giovane per affrontare una cosa così grande! -

Il sorriso scomparve immediatamente, lasciando spazio a un'espressione di disappunto, ma non replicò.

- Forse non lo puoi capire... ma se lasciamo che il tempo passi, maturandola ulteriormente, forse sarà in grado di accettare la realtà con più forza nell'animo! Ora come ha detto Mako.. è ancora così giovane e al momento accuserebbe il colpo troppo violentemente! -

Doveva crescere, solo due o tre anni e sarebbe diventata una donna. All'ora avrebbero potuto sedersi intorno a un tavolo sorseggiando una tazza di tè e parlare per filo e per segno, raccontandole ciò che accadde la notte in cui fu concepita.

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Capitolo 15
*** Minaccia ***


CAPITOLO 16: Minaccia




- Uffa!! Keiko, ti vuoi dare una mossa? -

Yusuke era stato trascinato a fare shopping, è risaputo che si costringe un ragazzo ad accompagnarti per negozi, solo per un unico scopo: farsi portare i pacchi. E lui, stanco e annoiato, ne aveva già una decina sotto braccio.

- Aspetta un attimo, no? Fammi finire di provare questo vestito! -

Esclamò Keiko irata.

- E che rottura... -

Scostò lo sguardo verso Max. Stava davanti allo specchio in silenzio e si contemplava con addosso un completo blu scuro, elegante. Le donava moltissimo.
Notò il suo sguardo nel vetro dello specchio. Smise di contemplarsi e si rivolse a Yusuke.

- Mi sta male? -

- Eh? Oh no no! Anzi, ti sta molto bene! -

Disse arrossendo lievemente.

- Dici? -

Riprese a guardarsi.

- Non è troppo appariscente? -

- Appariscente? A me sembra normalissimo.. -

- Mh.. -

Rimase un attimo a guardare la sua immagine riflessa, in fine prese la sua decisione.

- E va bene, lo prendo! Grazie mille Yusuke! -

- Ah.. di niente.. -

Tornò nel camerino di fronte a quello di Keiko e tirò la tenda scura.

- Yusuke! -

- Hai finito? Era ora! -

Si voltò euforico, ma la sua appena ritrovata allegria, svanì in un lampo.

- Ma.. non ti sei ancora cambiata?? -

Indossava una minigonna rossa e una maglietta a maniche corte dello stesso colore.

- Volevo un parere.. mi sta bene? -

- Bene dici? -

Si portò una mano sotto il mento e la osservò con attenzione.

- Mmmmh... -

- Non è male, vero? -

Chiese lei sorridente.

- No, infatti! E' un bel completo.. se non fosse per un piccolo particolare.. -

- Sarebbe? Ha forse qualche imperfezione? -

Prese la gonna fra le mani alla ricerca di una macchia o di una cucitura fatta male.

- No! La gonna va bene! -

Spiegò lui.

- E allora che c'è? -

Sorrise beffardo.

- Sei un pò ingrassata eh? -

- Co... come hai detto?? -

- Eh si.. hai messo su qualche chilo.. specialmente qui.. -

Disse indicando le cosce.

- Dovresti mangiare meno schifezze Keiko.. -

- Ma.. brutto... brutto.... COME TI PERMETTI! -

Max allacciò attentamente la camicia della divisa e ripiegò perfettamente il completo nuovo. Da dietro la tenda, avvertì un suono, il rumore di un potente schiaffo.

- Che succede? -

Disse uscendo dal camerino. Yusuke giaceva a terra sommerso dai pacchi rovesciati, la guancia rossa e gonfia, Keiko ansimava furiosa.

- E NON TI AZZARDARE MAI PIU' A DIRE CHE SONO GRASSA!! -

Tirò con forza la tenda del camerino e in fretta si cambiò d'abito.

- Oh Yusuke! Ma si può sapere che le hai detto? -

Domandò chinandosi su di lui.

- Non pensavo di dire nulla di male... ahio.. lei mi ha chiesto un parere e io sono stato sincero! -

- E sei andato a dirle che è grassa?? -

- Non esattamente.. ho solo detto che ha messo su qualche chilo.. non mi sembra il caso di farne un dramma! -

Si tirò su furibondo.

- Ma Yusuke! Non bisogna mai dire una cosa del genere a una ragazza, non lo sapevi? -

- Perchè? -

- Vedi.. noi siamo molto delicate.. quando ci sentiamo dire che siamo ingrassate da un ragazzo.. ci sentiamo offese, ma soprattutto ferite! -

- Ferite? -

La guardò perplesso. Max sospirò.

- E' inutile, i ragazzi sono tutti uguali! Non potranno mai capire! -

Insieme a Keiko, la quale decise di ignorare il parere offensivo di Yusuke, si diresse alla cassa per pagare il completo.



Sotto la flebile luce della lampadina sulla sua scrivania, scriveva incessantemente sul quaderno mentre il cielo fuori dalla finestra cominciava ad oscurarsi. Immerso nel più totale silenzio svolgeva i compiti di scienze, materia nella quale era in assoluto il migliore.
Udì il suono del suo cellulare che vibrava nella tasca davanti della cartella e si alzò rumorosamente dalla sedia per raggiungerla. Lo estrasse dalla tasca e rispose.

- Pronto? -

- Bonne soir! -

Una candida voce femminile.

- Ehilà! Max! -

Fu felice di sentirla.

- Ciao! Disturbo? -

- Lo sai che per te ci sono sempre! Dimmi tutto! -

- Beh, in realtà volevo solo chiederti una cosa! -

- Di che si tratta? -

- Ecco.. -

Si accorse di arrossire sulle guance.

- Hai impegni per stasera? -

- No, perchè? Hai in mente qualcosa di particolare? -

- .. vorrei sdebitarmi con te.. ti va di venire a cena da me? Mia madre mi ha appena telefonato! Ha detto che sarebbe molto felice di conoscere qualcuno dei miei nuovi amici! -

Spiegò.

- Capisco! -

- Scusa.. forse non vuoi lasciare da sola tua madre.. è comprensibile! -

- Mia madre non rientra stasera! -

Disse.

- Ah no? -

- E' con degli amici, cena fuori! -

- Quindi saresti a casa da solo, giusto? -

- In pratica! -

- E non me lo dici?? -

Parve irritarsi.

- L'ho appena fatto! -

RIspose divertito.

- Ma scusa.. tu hai fatto di tutto in questi ultimi giorni per non lasciarmi sola.. e non mi dici che stasera tua madre non sarà a casa con te? -

- E' vero ma.. ho pensato che forse avevi altro da fare.. -

- Non dirlo nemmeno per scherzo! Tu stasera vieni a casa mia! Ho deciso! -

- Decidi tu per me? -

- Si! -

- Ah però! -

Rise.

- Perchè, non vuoi? -

- Ma si, certo! Mi farebbe molto piacere conoscere tua madre! E poi.. sto molto bene in tua compagnia! -

Rimase un attimo in silenzio.

- Grazie.. -

Disse timidamente.

- Per cosa? -

- Nessuno mi ha mai detto una cosa simile.. anzi.. per la verità nessuno mi ha mai trattata con tanta gentilezza! Kurama, persona alcuna ha mai fatto quello che stai facendo tu per me! -

Era felice.

- Beh, forse nessuno si è reso conto di avere accanto una persona eccezionale! -

- Tu mi sopravvaluti, lo sai? -

- Sei tu che ti sottovaluti! -

Precisò.

- Mh.. forse hai ragione.. non ho una buona considerazione di me stessa.. -

- E' qui che sbagli! -

Come poteva lei, non ritenersi speciale?

- Max, tu sei una ragazza fantastica, dico sul serio! -

- Io? -

- Di chi stiamo parlando scusa? -

Rise ancora.

- .. è proprio questo il punto! Nessuno ha mai parlato così di me! -

- Cerca di tirarti su! -

Le disse dolce.

- Di me ti puoi fidare... lo so che non sono proprio come forse ti aspettavi all'inizio.. sono un demone e mi rendo conto che purtroppo questo può darti fastidio.. -

- Kurama! -

Lo bloccò all'istante.

- E' vero, sei un demone.. e quando l'ho scoperto.. per un attimo, seppure breve, ti ho detestato! -

Lo rammentava bene.

- Però.. tu non sei come gli altri! Non sei come colui che mi ha rovinato la vita, tu sei diverso, sei umano per metà, e poi.. e poi lasciatelo dire! Sei ancora meglio di come mi aspettavo! -

Un amico prezioso.

- Non sai quanto mi fa piacere sentirtelo dire! Max, tu mi piaci davvero... intendo come persona! E soprattutto come amica! -

- Sono davvero contenta di essere tua amica! -

- Lo sono anch'io! Perciò, abbi fede nelle tue qualità! -

- D'accordo! -

Bastarono le sue dolci parole per farla sentire al piano delle sue forze.

- Dove sei? A casa? -

- Veramente sono al parco! Ho da poco salutato Keiko e Yusuke! Sono andata con loro a fare shopping! Ah.. la conosci Keiko? -

- Si, certo! Ma.. a fare shopping? Yusuke? -

- Ecco.. diciamo che lo abbiamo.. convinto.. un pochino.. -

S'imbarazzò.

- Convinto? -

- Ok.. diciamo costretto.. -

- Max! -

- Volevamo solo un aiuto per portare i nostri pacchi.. e poi.. che male c'è ad uscire tutti insieme? -

- Ah ah! Povero Yusuke! -

Tutte così le ragazze.

- Che ci vuoi fare.. quando si tratta di fare shopping.. lo sai come siamo fatte noi donne.. -

- Eh si, lo so bene! Lascia stare che mia madre mi fa disperare! -

- Come? Tu disperare? Non ti ci vedo.. sei sempre così calmo e tranquillo.. -

Era certa che niente gli avrebbe fatto perdere la calma.

- Beh.. a volte anch'io devo indossare una maschera.. -

- Ah si? -

- Già! Anzi.. non lo sai ma.. tutti i giorni porto sempre la stessa.. non è facile fingere di essere un perfetto essere umano quando so chi sono in realtà.. -

- Immagino.. ma devi pensare che in fondo.. siamo tutti diversi l'uno dall'altro! E' questo che ci rende speciali! -

Attese una risposta, ma sentì muto dalla parte opposta della conversazione.

- Kurama? Sei ancora lì? -

- Si! Stavo solo pensando a quello che hai detto! Lo vedi che se vuoi anche tu riesci a ritenerti speciale? -

- Oh.. io non parlavo di me.. anzi! Parlavo di te.. -

- Beh.. hai detto: Tutti! Quindi dovevi necessariamente parlare anche di te stessa! -

- Ma la smetti? -

- Ah ah ah! Va bene non insisto! Allora.. -

Tornò a sedere alla scrivania, impugnando nuovamente la penna a biro.

- A che ora posso passare da te? -

- Quando vuoi.. alle otto? -

- Perfetto! -

- Allora a dopo, ciao! -

Spense la chiamata e ripose il cellulare accanto a lui prima di riprendere a scrivere sul quaderno serenamente.

Si dondolò sull'altalena, la stessa di quella sera in cui lui le andò incontro, la prima sera che passò insieme a lui, al ristorante.
Kurama stava bene con lei, gliel'aveva detto chiaramente.. perchè era così felice? Forse perchè come gli aveva spiegato, mai nessuno le aveva rivolto simili parole, cosparse di così tanta dolcezza?
Per un attimo si era perfino dimenticata del suo sogno, di quel demone dai capelli d'argento che aveva capito, rappresentava lui.
Tuttavia doveva saperlo da Kurama. Aveva scoperto la verità, ma non sapeva chi davvero fosse.. se quel ragazzo che incontrava tutti i giorni, dagli occhi di smeraldo e dal sorriso più bello e dolce del mondo o quel demone slanciato dai lunghi capelli argentei, le orecchie di volpe, la coda, gli occhi del colore dell'oro e i muscoli d'acciaio.
Quella sera sarebbe stata un'ottima occasione per parlargliene e per rivolgergli una piccola semplice domanda: Chi sei veramente?
Ma non voleva rischiare di perdere la sua amicizia, non ora che stava veramente bene con qualcuno dopo suo padre. Non era mai successo in quei due lunghi anni, mai, con nessuno. Nemmeno con i suoi vecchi amici.



- Vuoi un altro pò di dolce caro? -

La donna, con il sorriso largo e dolce che gli ricordava molto quello della figlia, gli porse nuovamente il vassoio.

- No grazie, sono a posto così! -

Rispose allegro.

- Sicuro? Non fare complimenti! -

Insistette.

- Davvero, sono pieno, grazie! -

- Insomma mamma! Non ti sembra di averlo rimpinzato abbastanza? -

La ragazza le prese il vassoio di mano e lo posò sul tavolo.

- Dici? -

- Vuoi farlo esplodere? -

Doveva cercare di lottare con tutte le sue forze per trattenersi, ma gli fu impossibile.

- Ah ah ah! -

- Perchè ridi? -

Lo guardò con aria interrogativa.

- Scusa.. è che.. sei così buffa! -

- Buffa? -

- Non in senso negativo! -

Spiegò.

- Mi fai ridere! -

- Ah... in altre parole mi hai scambiata per un clown.. grazie, ne terrò conto! Mamma, ricordami di comprare il naso rosso dei pagliacci, così sono completa! -

- Ah ah ah ah ah! -

- Ah no...dimenticavo la parrucca.... -

- Ah ah ah ah ah! Ti prego smettila, mi fa male la pancia! -

- Ti basta così poco? Hai la risata facile.. -

Osservò ironica.

- Andiamo tesoro, non essere sgradevole! -

Intervenne la donna.

- Non capita tutti i giorni di divertirsi così! -

- Ah, sei d'accordo con lui sul fatto che sono un clown, grazie! Una congiura contro di me! -

- Ah ah ah ah! -

Risero in coro.
Stava bene in quella casa. Era calda e accogliente e la signora Okino rispecchiava sotto ogni aspetto sua madre, sia nella spontaneità che nel carattere. Il piccolo Noah invece, era così dolce, così carino, un fratellino adorabile.
A volte si soffermava a riflettere. Se avesse avuto un fratello o una sorella, cosa sarebbe cambiato? Avrebbe rivelato almeno a lui o lei, di essere ciò che era? Non lo sapeva, ma una cosa era chiara. Non si sarebbe ritrovato solo e avrebbe avuto qualcuno con cui chiacchierare in un momento libero.
Non aveva mai sentito il bisogno di un fratello.. ma qualche volta desiderava tanto parlare con qualcuno, al di fuori di Hiei, Yusuke o Kuwabara, qualcuno... si, qualcuno come Max.
Per questo si stava lentamente affezionando a lei, desiderava proteggerla, come una sorellina. E poi.. non sapeva perchè, con la quale riusciva a parlare apertamente, alcune cose purtroppo, non riusciva a rivelarle nemmeno a Hiei nonostante egli fosse il suo amico più caro.
Con Max era diverso. Era l'unica, forse la prima, ragazza che dopo Maya era riuscita a fargli aprire di nuovo il suo cuore con il sesso opposto. Si, si dimostrava sempre gentile e disponibile con tutti, ma solo con il team Urameshi riusciva ad essere veramente se stesso. Con le sue compagne di classe, famigliarizzava, chiacchierava, con naturalezza e tranquillità.
Ma non era la stessa cosa.
Con Maya aveva avuto un rapporto molto speciale, unico forse, che era certo di non avere mai più con nessun'altra. Invece.. da quando Max fece la sua comparsa nella sua vita, dovette ricredersi.



- Max? Sei qui? -

Si era alzata dal divano e non l'aveva più vista tornare. Trovò la porta di una stanza aperta al piano di sopra, pensò di entrare in silenzio.

- Ssst! -

Disse lei portandosi l'indice sulle labbra.

- Si è addormentato! -

Sussurrò guardando verso il lettino, nel quale c'era Noah con il dito in bocca e l'aria sognate. Kurama sorrise e socchiuse la porta alle sue spalle.

- Ero venuta a chiamarlo, volevo che fossimo tutti insieme, ma quando sono arrivata l'ho visto appisolato sui giocattoli! -

Spiegò sistemando i giochi sparsi per il tappeto nell'apposita scatola.

- Dopotutto è ancora un bambino, non è abituato a fare le ore piccole! Di solito va a dormire alle otto e mezza, sono già le nove e un quarto! -

- Poverino, doveva essere proprio stanco! -

- Già! -

Lo guardò con un volto diverso, mai visto prima, un viso dolcissimo e un sorriso meraviglioso. Lo guardava con aria felice.

- Gli vuoi molto bene, non è vero? -

- Tantissimo! Da quando è morto nostro padre, siamo diventati molto uniti! Non fraintendere, fra di noi c'è sempre stato un bel rapporto.. però, dopo che lui è venuto a mancare, nostra madre si è dovuta trovare un lavoro dopo l'altro per poterci mantenere e spettava sempre a me occuparmi di lui! Ovviamente.. nei miei momenti liberi! -

Si rattristò all'istante.

- Sono due anni che passa il tempo con altre persone! A Kyoto abbiamo dovuto cambiare tre baby sitter perchè non ne voleva sapere di essere preso in custode da loro, così si stancavano e davano tutte le dimissioni! Da quando siamo venuti qui a Tokyo, è la nostra vicina a prendersi cura di lui! Sai, ha un figlio della sua età e sono diventati praticamente inseparabili, giocano sempre insieme! -

Era solo quello a darle la forza per continuare.

- Ma mi chiedo, se è davvero questo ciò che lo rende felice! Certo, a Kyoto non aveva nessun amichetto con cui giocare, si sentiva solo, per questo si lamentava sempre della baby sitter benchè fosse così piccolo! Però vedi.. anche se apparentemente è contento, anche se si diverte ogni giorno a casa di quella donna.. io mi chiedo se... -

- Ho capito! -

Le si avvicinò lentamente e si fermò davanti a lei costringendola ad alzare il capo verso d lui. I loro visi erano contornati dalla luce serale, quasi notturna che penetrava dolcemente dalla finestra, attraverso le leggere tende bianche.

- Pensi che tuo fratello abbia bisogno di restare con i suoi famigliari, vero? Pensi che dentro di lui, ci sia un gran dolore! Non può passare più tempo con la sua mamma come una volta! -

Max sorrise e annuì in silenzio.

- Ogni giorno è costretto a guardare quella donna riempire d'affetto suo figlio! E' una gran bella persona, così a modo, così disponibile... ma per quanto sia sempre così premurosa nei suoi confronti.. non basta a colmare il vuoto dentro di sè! E' solo un bambino... ne ho risentito io che avevo quattordici anni.. figurati lui.. -

L'ascoltò in silenzio, mentre i suoi occhi erano costantemente posati sul bambino nel mondo dei sogni. Si avvicinò maggiormente a lei e le portò un ciuffo di capelli castani dietro l'orecchio con affetto.

- Sei una ragazza molto sensibile Max! -

- .. lo so... è che... se ci penso mi sento così male per lui... cosà proverà nel vedere il suo amico ricoperto d'attenzioni dalla propria madre, cosa sentirà il suo cuore nel vederla abbracciare suo figlio o porgergli quella carezza che lui non ha più da tempo.. -

- Dev'essere molto doloroso per lui.. -

Osservò.

- Ma sono sicuro che con una sorella come te, gli sarà più facile tirarsi su! -

Le rivolse un bellissimo sorriso.
Max restò un attimo in silenzio, sorrise a sua volta e timidamente abbassò lo sguardo per poi rialzarlo ancora verso di lui lievemente arrossata sugli zigomi di pesca.

- Grazie Kurama! -

- Di cosa! Io stesso mi sentirei fortunato ad averti come sorella! -

- La vuoi smettere di adularmi in questo modo? Guarda che non sono così speciale come credi! -

- Sei tu che non hai questa considerazione di stessa e sbagli! Sono certo che te l'avranno detto in molti! -

- Kurama.. -

Scosse la testa.

- Come ti ho detto oggi al telefono, nessuno prima di te, mi aveva mai parlato in questo modo.. -

- Si vede che nessuno aveva gli occhi per guardare.. -

Le scappò un sorriso.

- EHI VOI DUE! VI HA RISUCCHIATI UN BUCO NERO? -

La voce della signora Okino che li chiamava dal salotto.

- STATE POMICIANDO? -

- Uff.. eccola che ricomincia... -

Dsse Max esasperata.

- Non ascoltare le cavolate che spara... -

- Ah ah ah! Non sai quanto è simile a mia madre! -

- Davvero? Ma no.. tua madre non è così sfacciata... -

- Non con gli ospiti forse... ma con me lo è eccome! -

Rise ancora.

- Beh.. se non altro è ben posata! Mia madre non pensa mai a quello che dice e lo esclama davanti a tutti! Ragazze, ragazzi, uomini o donne, vecchi o bambini.. per lei non fa differenza! -

- Ah ah ah! Invece a me piace molto tua madre! Forse perchè siete così simili... -

- Ehi! Io non sono come mia madre, chiaro? -

Sollevò il dito sarcastica posando l'altra mano sul fianco.

- Ok, scusa, non volevo offendere! -

- Dai.. torniamo di sotto prima che pensi di peggio.. -

Kurama rise ancora mentre Max chiuse silenziosamente la porta alle loro spalle.

- Ah, dimenticavo! Volevo dirti una cosa importante.. ma poi devo essermene dimenticata.. -

- Si? Dimmi, di che si tratta! -

- Beh.. ho deciso.. di diventare l'alleata di Yusuke! -

Spiegò soddisfatta.

- Davvero? Hai deciso di accettare? -

Non sapeva perchè, ma ne fu davvero contento.

- Già.. sai.. in realtà.. all'inizio ero tentata a rifiutare.. ma poi... ho riflettuto sulle tue parole.. e Botan mi ha in qualche modo convinta quindi... -

- Sono contento! Hai fatto la cosa giusta! -

- Dici? Io ho la sensazione di pentirmi quanto prima.. -

- No, anzi! Sono sicuro che non rimpiangerai affatto questa scelta! -

- Mah.. -

- Fidati! Te lo dico io! -

- Allora mi fido! -

- Brava! -

Le sfiorò la guancia liscia con il pugno strettamente chiuso. Lentamente scesero la rampa di scale e fecero nuovamente capolino in salotto.



- E' stata una bella serata! -

Disse la donna lavando i piatti.

- Già.. ci siamo divertiti.. -

Rispose spegnendo la televisione.

- Allora... in fondo in fondo mi consideri ancora tua madre, in un piccolo angolo del tuo cuore? -

- ... -

Non seppe davvero cosa risponderle. Per la verità si era totalmente scordata della discussione avuta quella mattina.. o meglio, delle sue aspre parole nei confronti della donna. Era furibondo per ovvi motivi.. e aveva scaricato tutta la sua rabbia su di lei. Solo in quel momento si rese conto delle enormi cattiverie che le aveva rivolto.

- Mamma... a proposito di questo.. io.. ti devo delle scuse! -

Disse timidamente mentre sua madre le rivolgeva la schiena mentre asciugava i piatti in silenzio.

- Mi dispiace immensamente di.. averti detto quelle cose... ero solo un pò arrabbiata.. tutto qui... -

Lei non poteva capire, non sapeva nulla, nè dei suoi poteri, nè del suo destino, nè di Hiei. Nè, tanto meno, che il suo amico Kurama, quel ragazzo per il quale già travedeva, era uno yookai.

- Max.. mi hai ferita davvero! -

Disse lei.

- Lo so.. -

In quell'attimò provo un morso straziante allo stomaco e un nodo in gola. Cosa le era saltato in testa di pronunciare simili parole con tanto disprezzo?

- Tu hai tutti i diritti di avercela con me.. mi rendo conto che non ti vedo più molto spesso e mi rendo conto che Noah ha bisogno di una madre! -

Spiegò.

- Ma.. se non sono io a farmi in otto.. chi altro può mantenere voi e questa casa? Chi vi porta i soldi per comprare da mangiare? -

Purtroppo aveva ragione.

- Si certo, ora lavori part-time.. ma non basta di certo per sfamare te e tuo fratello tutti i giorni, non basta per mantenere un simile appartamento a due piani e non basta per avere una vita serena! -

Abbassò lo sguardo.

- Ti sono grata per il tuo aiuto Max, davvero.. ma.. spetta a me tirare su la grana.. e non posso farci niente se questo comporta perdere il rapporto che avevo con i miei figli prima che mio marito morisse... -

Anche se soffriva.

- Per quanto io soffra.. non posso farci niente! Se decido di dedicarmi esclusivamente a voi, non avremo più da mangiare e ci ritroveremo in mezzo alla strada, è questo che vuoi? -

- Certo che no! Mi rendo conto che per te è un grosso sacrificio e che.. se lo fai è solo per noi! -

- Stamattina non la pensavi così però! -

Parve irritarsi e Max pensò che ne aveva tutte le ragioni.

- Scusami...-

- Non pensavi veramente le cose che mi hai detto, vero? -

Sperava davvero che non fosse così.

Max le si avvicinò silenziosamene e tristemente. Sollevò il capo verso di lei e le prese le mani con le lacrime agli occhi.

- No! -

Rispose solamente. La donna in tutta risposta sorrise, le accarezzò il capo e la strinse a sè.

- Ti voglio bene tesoro! -

- Ti voglio bene anch'io mamma! -

Nulla avrebbe mai potuto cambiare questo, nemmeno se un giorno, disgraziatamente sarebbe morta anche lei in battaglia..



Infilò silenziosamente la chiave nella serratura della porta. Sapeva che sua madre sarebbe rientrata prima di lui, non voleva svegliarla. Richiuse la porta alle sue spalle e appese il giubbino. Si sfilò le scarpe e con passo felpato raggiuse la sua stanza.
Si slacciò la camicia e in quel momento si accorse di non trovarsi da solo.

- Ah, sei tu! -

Disse tranquillo. Hiei era seduto comodamente sul davanzale della finestra e guardava il cielo stellato.

- Dove sei stato? -

Gli chiese freddamente.

- Non credo siano affari tuoi.. -

Continuò calmo lui.

- Sei andato da lei, vero? Quante volte devo dirti che quella è pericolosa? -

- Hiei.. -

Tirò un profondo sospiro. Ormai lo conosceva da molto tempo e sapeva bene come comportarsi con lui.

- Lo so.. sei abituato a diffidare dalle apparenze.. ma non la conosci come la conosco io! -

Disse.

- Ma non farmi ridere! -

Esclamò irato.

- Fino a tre settimane fa non sapevi nemmeno della sua esistenza! E adesso, ti basta un sorrisino recitato alla perfezione o una storiella strappalacrime perchè tu posso convincerti delle sue nobili intenzioni nei tuoi confronti? -

- No Hiei! Lei è sincera! -

- Come no! -

Scese dal davanzale portandosi le mani in tasca.

- Ora ti dirò una cosetta della quale forse non sei al corrente! -

Qualcosa d'importante.

- Questo pomeriggio mi è capitato di assistere per caso a una conversazione fra demoni! -

Una conversazione molto interessante.

- Discutevano di un loro compagno rimasto ucciso tre settimane fa! Una bella coincidenza, non trovi? -

Kurama sorrise fra sè e sè, restando in silenzio.

- Pare sia stato ammazzato a sangue freddo, trafitto allo stomaco con un palo di ferro! Dicono sia stata la nuova cacciatrice a farlo fuori! -

- Hiei lo so! Ero lì quella sera! -

- Cosa? Eri lì e non hai mosso un dito? -

Sospirò ancora.

- Ero preoccupato per lei! Quel mostro la stava rincorrendo affamato, le sono andato dietro! -

- Ma? -

- Ma quando sono giunto sul posto lei non c'era più! -

- Già, ma il cadavere di quel demone c'era però! -

- E con questo? Era malvagio! Tu stesso lo avresti fatto fuori se ti avesse intralciato la strada! -

Osservò.

- Non è questo il punto! -

Insistette lui.

- Questo è poco! Non sai cosa davvero è capace di fare Kurama! Guarda! -

Inicò la ferita sul suo labbro.

- Che ti è successo? Hai fatto a botte? -

- No! Se proprio ci tieni a saperlo è stata la tua nuova amichetta! -

- Come? -

- Hai capito bene! Mi ha tirato un semplice schiaffo e guarda che ferita mi è venuta! -

Una forza inimmaginabile.

- Sentiamo! Che le hai fatto? L'hai spaventata di nuovo? -

- Forse non lo sai.. -

Ghignò.

- Ma questa mattina ho avuto il piacere d'incontrarla.. davanti a casa tua! -

- Eh? -

Hiei sorrise ancora maligno.

- Ti stava pedinando! -

Spiegò.

- Probabilmente ti avrebbe seguito fino a scuola se io non l'avessi fermata! -

- Ci dev'essere sicuramente un motivo! -

- Certo che c'è! -

Esclamò alzando la voce.

- Vuole farti fuori! Per questo è qui! Per sterminarci tutti! E' questo il suo compito no? E' scritto nel suo destino! -

- Il suo compito è quello di ripulire Tokyo dai mostri che spopolano disseminando cadaveri umani! Noi non siamo malvagi! -

- Parla per te! -

Tornò a sedersi sul davanzale, incrociando le braccia dietro la nuca.

- Ancora non hai capito? Sta recitando la parte della brava ragazza per attirarti nella tua trappola! Quando sarei diventato indipendente da lei, un giocattolo nelle sue mani, per te diverrà troppo tardi! -

Testardo il ragazzo.

- E' solo un'illusa se spera di addomesticarci per poi farci fare la fine del topo! -

- Adesso smettila! -

Cominciò ad irritarsi.

- E abbassa la voce, mia madre sta dormendo! -

- Tsk! -

- Hiei.. -

Riprese con calma.

- Non devi pensare così di lei! Non l'hai vista stasera.. era sincera! Lei non è quella che tu credi! -

- E allora perchè ti segue? Non ci hai pensato? -

- Te l'ho detto! Ci sarà un motivo.. -

- E io te l'ho appena spiegato! -

Era inutile tentare di convincerlo, Hiei era purtroppo una causa persa e se si metteva in testa una cosa, non c'era verso di fargli cambiare idea.

- Pensala come vuoi.. ora devo chiederti di andartene, sono stanco! Voglio andare a letto! -

- Mi raccomando! -

Disse ancora più aspro.

- Fai sonni tranquilli! Visto che fra poco non ne avrai più l'occasione! Lei è e rimarrà sempre una minaccia per noi! -

Immediatamente sparì.
No, Max non era così, non lo era affatto. Lui la conosceva.. da poco tempo, era vero.. ma la conosceva bene. Sapeva leggerle le espressioni, la mente, il cuore. E lei era sinceramente ferita nell'animo.

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Capitolo 16
*** La squadra ***


CAPITOLO 17: La squadra





Si guardò da una parte e poi dall'altra attraversando la strada mentre il semaforo si accendeva di arancione. Corse all'altro lato del marciapiede e riprese il cammino lentamente.
D'un tratto una figura a lei conosciuta, attirò la sua attenzione. Una ragazza slanciata con lunghi capelli castani. Era da parecchio tempo che non la vedeva, avrebbe scambiato quattro chiacchiere con lei più che volentieri.

- Ehi Shizuru! -

La salutò allegramente.

- Keiko, ciao! Ne è passato di tempo! -

Si voltò raggiante, la solita sigaretta in bocca. In quel momento si accorse che Shizuru non era sola.

- Ah Max! Non ti avevo vista! -

Disse sbadata.

- Non preoccuparti! -

- Ci siamo incrociate per caso! -

Spiegò Shizuru.

- Non sapevo aveste una nuova compagna di scuola! -

- No? Ma scusa.. Kazuma non te ne ha parlato? -

Domandò Keiko sorpresa.

- Figurati! -

Rise.

- Quello più mi sta lontano meglio è! Preferisce chiudersi in quel buco che è la sua camera e non parlarmi della sua vita sociale! -

- Capisco.. è un peccato però.. siete una bella coppia... -

- Si.. specie quando facciamo a pugni! -

- Ah ah ah! Ma no dai! -

La ragazza sfilò delicatamente la sigaretta dalle labbra ed espulse il fumo.

- Allora, hai detto di chiamarti Max, giusto? -

- Esatto! Tu sei Shizuru... è incredibile, somigli davvero moltissimo a tuo fratello! -

- Me lo dicono tutti.. -

Disse sconcertata.

- Vorrei tanto non assomigliare a quel pesce lesso! -

- Ah ah ah ah! -

Rise divertita.

- Max, per caso lavori anche oggi? -

Domandò Keiko curiosa.

- Oh si! A proposito, sarà meglio che mi sbrighi.. -

- Lavori? E dove? -

- Beh.. non aspettarti chissà cosa.. è solo un fast food! -

Spiegò con una gocciolina sulla testa.

- Beh? E' sempre un lavoro! -

- Già.. perchè non venite con me? Non avete fame? -

Lei sentiva lo stomaco in subbuglio, ma il dovere la chiamava.

- In effetti un pò.. -

Disse Keiko.

- Io non ho messo nulla nello stomaco nemmeno a pranzo... non ci vedo dalla fame.. -

Disse Shizuru.

- Allora venite, vi offro da mangiare! -

- Ma no! -

- Non preoccuparti Keiko, lo faccio volentieri! Parlo io con il capo, non si arrabbierà.. spero.. -

- Su questo puoi stare tranquilla! Lui è una persona molto gentile! Io lo dicevo per te.. ti fai in quattro e non ci fai nemmeno pagare! -

Osservò Keiko dispiaciuta.

- Già. non è giusto! -

Fu d'accordo Shizuru.

- Ragazze.. insisto! -

- Ma... -

- Niente ma! Su, andiamo a mangiare... si fa per dire.. io lavoro! In marcia! -

Restarono per un attimo immobili dov'erano mentre Max avanzava allegra con la cartella in mano.

- E' simpatica! -

Osservò Shizuru.

- Si! -

Rispose Keiko.

- Sai cos'ho notato? Che non vuole mai far mancare niente a nessuno! -

- Mh... è quello che ho pensato anch'io! Dimmi.. lei non lavora per se stessa, vero? -

- No.. mi pare di aver capito che lo fa esclusivamente per sua madre.. sai, purtroppo suo padre non c'è più.. e lei lavora tutto il giorno e torna a casa che è uno straccio... perciò ha voluto rendersi utile in qualche modo.. ops! Ma che ho fatto.. forse ho parlato troppo... magari non voleva dirtelo.. -

Si tappò la bocca con la mano.

- Non ho intenzione di parlarne, stai tranquilla.. ma.. quella ragazza.. ha subito un forte trauma.. non è così? -

- Eh? Beh si.. penso di si.. ma tu come lo sai? -

- Intuito! -

Rispose gettando il mozzicone di sigaretta sull'asfalto.

- Ah già.. dimenticavo che come tuo fratello sei in grado di leggere l'animo delle persone! -

- Mh! -

- EHI RAGAZZE! -

Strillò Max poco più lontano.

- CHE FATE LI' IMPALATE, MUOVETEVI O NON VI OFFRO NIENTE! -

Cacciò fuori la lingua scherzosamente.

- Eccoci! -

Disse Keiko correndo verso di lei.
Shizuru avanzò lentamente mentre le due ragazze chiacchieravano allegre della vita di tutti i giorni. Avvertiva una grossa voragine fra loro.. entrambe due esseri umani.. eppure qualcosa le differenziava. In Keiko sentiva la normale energia di sempre.. in Max sentiva qualcosa di più forte, come una concentrazione di energia all'interno del suo corpo. Doveva parlarne con suo fratello, certamente anche lui aveva percepito la stessa cosa.




- Ti prego! -

Piagnucolò lo yookai in ginocchio ai suoi piedi.

- Pietà! -

Lo guardò con disgusto, come fosse un cadavere nauseante.

- Risparmiami ti supplico! Non ti darò mai più fastidio, lo giuro!! -

- Smettila! Non m'impietosisci! -

Disse Hiei.

- Hai osato metterti contro di me! E chi mi sottovaluta mi fa un affronto! -

- Per favore... mi.. mi dispiace davvero, chiedo umilmente perdono! Non uccidermi!!! -

Pianse ancora chinandosi nuovamente a lui, avvinghiandosi alla sua caviglia. Hiei la scansò di scatto, quasi come se il demone ai suoi piedi fosse infettato dalla peste.

- Non mi toccare schifoso! -

I suoi occhi color fuoco s'incendiarono.

- GULP!! -

Lo yookai indietreggiò terrorizzato.

- Ma... cosa ci guadagni a farmi fuori... niente no? Io.. io sono solo un demone di classe inferiore... -

- E' vero! Ma hai osato sfidarmi! -

Spiegò Hiei alzando la lama della sua spada.

- Per questo non la passi liscia! -

- No no! Pietà! Pietà! -

Sudò freddo scrutando quella lama affilata.

- Pietà? -

Aggrottò la fronte, strizzò gli occhi furente.

- I demoni non hanno pietà per nessuno! Dovresti saperlo! -

- S..si... ma io.. io sono come te.. ho il tuo stesso sangue... vuoi fare fuori un tuo simile? -

Piagnucolò di nuovo.

- Non paragonarmi a te! -

Rinfoderò la spada.

- Avremo anche lo stesso sangue demoniaco nelle vene, ma io non potrò mai somigliare a un vigliacco come te, che s'inginocchia implorando pietà! -

- Si... hai ragione! Hai ragione! Sono un misero demone... chiedo perdono! -

Sorrise rincuorato nel vedere la sua spada tornare al suo posto.

- Tsk! Non vale la pena uccidere uno come te! Và via, sparisci! -

Si voltò dandogli le spalle e s'incamminò. Quello fu il segnale che il demone interpretò come il momento più appropriato per agire.
Scattò in piedi e si lanciò verso di lui affilando le unghie.

- SEI MORTO! -

Gridò.

Ma non potè in alcun modo proseguire, rimase paralizzato per qualche istante, sentendo la lama della spada di Hiei penetrargli dolorosamente lo stomaco. Il ragazzo era immobile, gli dava costantemente le spalle ma con un rapido gesto aveva girato la spada verso di lui.

- Hai firmato la tua condanna! -

Disse serio.

- Addio! -

Staccò la spada dalla sua carne ripulendola dal sangue, mentre lo yookai cadeva sulla schiena senza vita.

- Tsk! Povero idiota! -

- Non ti smentisci mai eh? -

Una voce familiare lo fece sussultare.

- Non comparire così! -

Disse Hiei.

- Mi hai fatto prendere un colpo! -

- Scusa! -

Rise.

- Cosa ti ha fatto quel poveretto? -

Chiese Kurama vedendo il cadavere per terra.

- Mi ha intralciato! -

- Ci avrei giurato.. ti lamenti tanto di Max.. ma tu sei peggio! -

- Chiudi il becco! Piuttosto non dovresti essere a scuola? -

- Oggi sono uscito prima! C'era assemblea! -

Spiegò con la mano in tasca.

- E che ci fai qui! Casa tua è dall'altra parte! -

- Lo so! -

Sorrise tranquillo.

- Volevo vedere se il tuo umore era migliorato.. ma a quanto pare è sempre peggio.. -

- Sta zitto! -

- Ok.. ti lascio solo! -

- Aspetta! -

Gli disse, il ragazzo si bloccò.

- Dimmi! -

- Cosa ci trovi.. di tanto speciale in lei? -

- Ah! Sei geloso? -

Chiese divertito.

- Attento! -

Lo sfidò con lo sguardo.

- Non dire mai più una sciocchezza del genere! -

- Ah ah! Scusa, ti prendevo solo un pò in giro! -

- Lo sai che non lo accetto! -

Strofinò la mano sulla sua spada.

- Vuoi una lezione? -

- Dai, calmati Hiei! -

Si sedette posando la schiena al tronco di un albero.

- Allora.. cosa ci trovo di speciale in lei hai detto.. -

Riprese calmo.

- Ad essere sincero non lo so! -

Spiegò.

- Lei è.. una ragazza con una grossa ferita, come te del resto.. -

- Guarda che lo so dove vuoi andare a parare! -

S'irritò nuovamente.

- Sul serio Hiei, non capisco perchè la odi così tanto.. -

Hiei rimase in silenzio.

- Saprebbe esserti amica, ne sono certo! E' molto sensibile.. e sono sicuro che se sapesse la tua situazione.. -

- Beh, non la sa! -

Riprese freddo.

- E non lo saprà mai! Non la riguarda! -

- Come vuoi! -

Continuò.

- Comunque.. se lei ne fosse al corrente, stai pur certo che farebbe di tutto per aiutarti, ormai ho capito com'è fatta! E' una ragazza eccezionale Hiei, dico sul serio! -

- Pensala come vuoi! -

Sospirò.

- Lei non mi piace! -

Continuò.

- L'hai già detto! -

- E allora? Finchè continuerai a farmi il lavaggio del cervello con questa storia, io insisterò con la mia opinione! -

- Hai ragione scusa.. ma ti prego Hiei, non perseguitarla! Sta già abbastanza male poverina... -

- Tsk! Non posso crederci! Sei cascato davvero nella sua recita! Le hai creduto.. mi hai deluso! -

Profondamente.

- Andiamo Hiei! Qui nessuno sta recitando, questa è la vita, non un palcoscenico! Non siamo a teatro! -

- Questo devi dirlo a lei! Non a me! -

S'incamminò.

- Ora lasciami solo! -

Lo osservò allontanarsi e in quel momento comprese ogni cosa. Si, aveva capito il vero motivo per cui nutriva tanto odio nei confronti di una persona che nemmeno conosceva. Ma non ebbe alcuna intenzione di fermarlo per parlarne, nè tanto meno intendeva farlo in futuro. Doveva essere Hiei stesso a dirlo, perchè forse non voleva ammetterlo nemmeno con sè stesso. In reltà davvero la sua era gelosia, o invidia... in ogni caso si sentiva messo da parte, ecco la verità. Lui era abituato a stare solo, faceva sempre di tutto per restare lontano dagli altri, mostrandosi scostante, ma dopotutto gli faceva piacere avere qualcuno con cui parlare, con cui combattere, per una volta riuscì a non sentirsi solo. Aveva passato tutta la vita a rincorrere il suo obiettivo; quello stesso obiettivo che ancora non era riuscito a raggiungere.. la vendetta.. ancora bruciava dentro di lui... ma gli bastava avere qualcuno accanto per metterla da parte anche solo per un istante. Poi arrivò Max e da allora tutte le attenzioni ricaddero su di lei; la nuova arrivata, la mezza americana, la prescelta... lui stesso forse si era lasciato trasportare... si sentiva in colpa, anche lui aveva contribuito all'accrescita della frustrazione di Hiei e non faceva che peggiorare la situazione continuando a parlargli di lei. Che sciocco.. avrebbe dovuto capirlo subito. Conosceva Hiei da tanto tempo, non voleva in alcun modo ferire il suo migliore amico, più di quanto già non lo fosse.
Ma non poteva combattere la sua attrazione per Max. Stava bene con lei, si divertiva, era un male questo? Dopotutto, un' amica in più non ha mai fatto male a nessuno. Lui non aveva alcuna intenzione di sostituirla a Hiei, mai per nessun motivo. Ci sarebbe stato sempre per lei se mai avesse avuto bisogno di una spalla su cui piangere, ma era pronto ad ascoltare anche Hiei se si fosse rivelato necessario. Sempre.




La mattina dopo fu piuttosto leggera a scuola, scoprirono di avere due lunghe ore buche, le altre ore di lezione trascorsero senza la minima difficoltà o stanchezza. Yusuke e Kuwabara avevano ottenuto il permesso di utilizzare la palestra al termine della giornata scolastica, era da parecchio che non combattevano, sentivano i muscoli raffreddati. "Non voglio correre il rischio di restare bloccato appena tento di tirare un pugno!" Aveva detto Kuwabara. "Già! Un bel colpo della strega a sedici anni, sai che storia?" Aveva risposto Yusuke, sapendo che quanto l'amico aveva appena detto, avrebbe potuto rivelarsi vero. Se la maestra Genkai avesse saputo che non si allenava più da tempo lo avrebbe certamente riempito di cazzotti, rischiando di farlo finire dritto al pronto soccorso in sala di rianimazione. Così, per evitare eventuali rischi, s'incamminò nella palestra che si rivelò deserta, insieme a Kuwabara.

- Ma... non dovrebbe esserci il club di basket? -

Domandò Kazuma sorpreso.

- Già.. forse hanno spostato il giorno delle prove... ho sentito dire che c'è un problema con il canestro... -

Spiegò Urameshi.

- Ah si, è veeroo... ora che mi ci fai pensare l'ho sentito anch'io da Takenaka... beh... prima o poi era inevitabile che quel canestro partisse... è talmente vecchio... lo si capisce lontano un miglio che è da cambiare.. cosa succederebbe se cadesse in testa a uno studente? -

- Come minimo gli romperebbe la testa! -

Rise.

- Non scherzare su queste cose, è una cosa seria! -

- Ma si, lo so! Non farla lunga! Perchè credi che abbiano rinviato l'allenamento! Proprio per evitare questo pericolo, no? Sono sicuro che lo cambieranno nel giro di pochi giorni, vedrai! -

D'un tratto si fermò.

- Beh? Che ti prende Urameshi? -

- Hai sentito anche tu? -

- Sentito cosa? -

Rimase in ascolto quando un rumore penetrò nelle sue orecchie. Qualcuno stava tirando di boxe sulla sacca appesa al soffitto.

- Ma guarda.. a quanto pare non siamo gli unici ad aver chiesto il permesso per usufruire della palestra, chi sarà mai? -

- Non lo so, andiamo a vedere! -

Attraversarono la sala da basket ed entrarono nella stanza degli attrezzi. La sacca veniva sballottata avanti e indietro per i violenti colpi che subiva. Furono piuttosto sorpresi di vedere quella persona.

- Max!! -

Esclamò Yusuke correndole incontro.

- Che ci fai qui? -

- Spostati! -

Gli disse fredda.

- Come? -

- Ti ho detto di levarti! Vuoi che la sacca ti prenda in pieno? -

- Ah... è vero, scusa! -

Si scansò prima che la ragazza gli tirasse un altro cazzotto, le mani fasciate con cura, al posto della divisa, un'apposito completo da palestra composto da canotta e pantaloncini.

- Che ci fai qui? Hai chiesto il permesso? -

- Già! Stamattina! -

Rispose ansante asciugandosi il mento sudato.

- E come mai? -

Domandò Kuwabara.

- Non è chiaro? -

Chiese furiosa.

- Per scaricare i nervi no? -

Un altro pugno alla piena potenza che quasi fece staccare la sacca dal soffitto.

- Ma che ti è successo... è da stamattina che hai un'aria strana.. come mai così di cattivo umore? -

- Non credo siano affari tuoi Yusuke! -

Disse fra un pugno e l'altro.

- Va bene, scusa.. mi preoccupavo per te! Credevo fosse successo qualcosa, ma se non ti va di parlarne, pazienza! -

Max non rispose e continuò a mantenere lo sguardo furente, fisso sulla sacca rossa. Sembrava quasi che volesse dirle qualcosa del tipo: "Resisti quanto vuoi, tanto prima o poi ti spacco!" Kuwabara la guardò a lungo e in silenzio.

- Dai Kuwabara! Andiamo a cambiarci! Non dirmi che ti è già passata la voglia di allenarti! -

- No no! Arrivo! Max.. non vuoi allenarti con noi? -

- No grazie! -

Rispose bloccando la sacca con un calcio.

- Non vorrete correre il rischio di finire in poltiglia! -

Andava tranquilla finchè c'era una sacca di sabbia davanti a lei. Se avesse dovuto prendere a pugni Yusuke o Kuwabara, quasi sicuramente li avrebbe spediti in infermeria.

- Già, meglio di no! -

Ridacchiò Kazuma raggiungendo l'amico.

- Secondo te cosa le è successo? -

Chiese a Yusuke allacciandosi le scarpe.

- E io che ne so! Gliel'ho chiesto e ha detto NO COMMENT! Io non so leggere le menti! -

- Si.. è vero.. mmmmh... -

Si soffermò a riflettere.

- Eppure.. hai visto il suo sguardo? -

- Il suo sguardo? Ancora un pò m'inceneriva! E' furiosa.. -

Sistemò la divisa scolastica nell'armadietto.

- E' proprio questo il punto! -

Spiegò.

- Non capisco.. dove vuoi arrivare Kuwabara? Avrà dormito male stanotte.. io non me lo posso immaginare! -

- Nemmeno io però.. ho avvertito una forte vibrazione quando mi sono avvicinato.. -

- Ah si? Di che tipo? -

- Non lo so.. Nulla a che vedere con bene o male.. era qualcosa.. di molto diverso... mah... quella ragazza è ancora un mistero per me! -

Si alzò pronto per il riscaldamento.

- Su forza, andiamo! E' il momento di sgranchirsi i muscoli! Uno due! Uno due! Uno due! Uno... -

Uscì dallo spogliatoio correndo.




- Ehilà, Minamino! Dove vai? -

Gli chiese raggiungendolo.

- Ah, Nakigawa.. -

- Non abiti dall'altra parte? -

- Si, infatti non sto andando a casa! Raggiungo degli amici in un altro istituto! -

Spiegò con il sorriso sulle labbra.

- Ah!! Io vado proprio di qua! Ti spiace se facciamo un pò di strada insieme? -

- No, affatto! -

- Fantastico!! -

Gioì lei. Kaori Nakigawa era una sua compagna di classe. Naturalmente, come quasi tutte le studentesse della sua scuola, stravedeva per lui e cercava sempre qualche occasione per passare del tempo insieme, per chiacchierare o anche solo per restare l'uno accanto all'altra. Quel pomeriggio fu uno di quei momenti. Nakigawa era una ragazza molto simpatica, spontanea, allegra, gli trasmetteva il buon umore. Forse era una delle sue amicizie migliori all'interno della sua classe. La sua natura di yookai lo costringeva a mostrarsi leggermente costante, per questo a volte non familiarizzava molto con i suoi compagni. Lei fu la prima con la quale instaurò un dialogo, gli era simpatica.
Ma non era la stessa cosa.. con Max.. tutto era diverso. Con lei c'era sintonia, era come se si conoscessero da una vita, da prima ancora che lui nascesse sotto la forma di Shuichi Minamino. Invece.. invece era passato così poco tempo, ma sentiva già di volerle bene.

- Così ho pensato.. cha diavolo! Meglio buttarsi nella vita, altrimenti perdo tutte le occasioni migliori! -

In quel momento si rese conto che Kaori gli stava parlando.

- Eh? -

- Minamino.. va tutto bene? Sei così assorto.. a che pensi? -

- A niente.. ti stavo ascoltando! -

Sorrise spudoratamente.

- Bugiardo... -

Disse lei divertita.

- Puoi dirmelo che ti annoio! Non mi offendo mica! -

- Ma no, non mi annoi affatto Nakigawa.. è che sono un pò stanco.. e la mia mente vaga.. -

- Si certo, capisco! Del resto devi aver studiato moltissimo per raggiungere ancora il primo posto e il massimo punteggio nel test! -

- Beh si! -

Mentì.

- Sono proprio sfinito! -

- Ma chi te lo fa fare di studiare sempre così tanto.. dovresti pensare a svagarti qualche volta.. devi proprio trovarti una ragazza, lo sai? -

- Mi ricordi mia madre! -

Rise.

- Ah si? Si vede che ho ragione! -

Si soffermò con la cartella dietro la schiena, in mezzo al marciapiede.

- Nakigawa? -

Restò per un attimo in silenzio.

- Ti prego.. chiamami Kaori.. Shuichi! -

- Ah.. va bene, come vuoi! -

- Senti.. ti dicevo che.. avresti bisogno di una ragazza, giusto? -

Si fece improvvisamente seria.

- Che ne dici se.. quella ragazza.. fossi proprio io? -

Finse uno stupore sul momento. Sapeva che prima o poi si sarebbe dichiarata, ma sperava fosse il più tardi possibile.

- Nakigawa.. io.. -

- Kaori! -

Lo interruppe.

- Kaori... sono lusingato, davvero.. ma... -

- Ma non vuoi saperne,vero? -

- Non fraintendere, non intendevo dire questo! -

Quanti cuori infranti avrebbe dovuto collezionare ancora?

- Sei una mia compagna di classe, sto bene con te.. però.. -

- Ah.. quindi sono solo.. una compagna di classe.. -

Abbassò lo sguardo.

- No.. -

Sospirò.

- Ascolta.. non voglio farti del male, sul serio.. siamo ottimi amici, perchè rovinare tutto? -

- Si.. forse hai ragione... -

Disse tristemente.

- Però io.. prima.. ti ho detto che nella vita mi capita spesso di ritrovarmi di fronte a delle occasioni imperdibili.. e spesso e volentieri resto immobile e me le lascio sfuggire, capisci? -

Una persona insicura.

- Oggi, ho un'altra opportunità! Questa! Finalmente siamo soli Shuichi.. lontani da occhi indiscreti.. in classe non posso lasciarmi andare come vorrei, ci sono anche gli insegnanti.. ma ora non c'è nessun altro a parte noi e... io.. ho deciso di non aspettare più e di confessarti i miei sentimenti! Sono stanca di mostrarmi sempre debole, sono stufa di buttare tutto all'aria! -

La capiva perfettamente.

- Tu mi piaci molto.. -

Proseguì avvicinandosi lentamente a lui.

- Sin dal primo momento che ti ho incontrato.. -

Restò immobile a guardarlo in quegli splendidi iridi verde smeraldo.

- Ma non ho mai trovato il coraggio di dirtelo... -

Con la cartella stretta fra le mani si sollevò leggermente con i piedi e avvicinò il viso al suo per baciarlo sulle labra rosate. Riuscì a percepire il suo respiro, quasi lo sfiorò con le labbra, ma non le permise di andare oltre. Una mano impegnata a tenere la cartella, l'altra fino a un attimo prima nella tasca dei pantaloni. Quella stessa mano la posò sulla sua spalla e la allontanò da sè.

- Non è il caso! -

Le disse chiudendo gli occhi dispiaciuto.

- Ho capito.. -

Rispose solamente lei.

- Nakiga.... Kaori.. ti chiedo scusa! Vedi io... io non posso ricambiare... i tuoi sentimenti! -

- Questa è la solita frase che dici sempre a tutte.. -

Si asciugò gli occhi lucidi con la manica della divisa.

- Ora capisco perchè non hai una ragazza! -

Tirò su con il naso.

- Con questo comportamento resterai sempre da solo! -

Lo superò con una spallata e corse via in lacrime.

- Kaori.. -

Sapeva che ogni tentativo di fermarla era inutile. Aveva fatto piangere una ragazza, ancora una volta. Stava così male.. perchè non riusciva a innamorarsi?

Entrò nella scuola semideserta. Ricordava che Yusuke gli aveva detto di cercarli in palestra, che si sarebbero fermati lì dopo le lezioni.

Pensandoci non era mai stato all'interno di quella scuola e non sapeva da che parte trovare la palestra.. ma non appena udì quelle voci inconfondibili, quel frastuono e quegli schiamazzi, sorrise fra sè e sè e raggiunse la palestra senza alcuna difficoltà.

- Brutto..... ti spezzo in dueeee! -

- No! Lo farò io..... aaaargh! -

Kurama fece scorrere la porta e li trovò l'uno incastrato con l'altro, intenti a farsi del male a vicenda.

- Ma che combinate voi due? -

Un grosso gocciolone sulla testa.

- Oh! Ciao Kurama! -

Yusuke, nel salutarlo si ribaltò.

- Kurama! Ehilà... ci stiamo allenando, ti unisci a noi? -

- Avete uno strano concetto di "allenamento" voi due... -

Si avvicinò portando la cartella sotto braccio.

- Beh.. sai com'è... io e Urameshi del resto siamo sempre stati un pò avversari.. -

- Come prego? Io ti batto ad occhi chiusi! -

- Ah si? E come mai ti ho fatto più male io di te? -

Portò il dito sotto l'occhio e mostrò la linguaccia.

- Perchè non voglio rischiare di ammazzarti, razza di idiota! -

- Come mi hai chiamato? -

- Ti ho chiamato idiota, sei sordo forse? -

Ringhiando si misero l'uno contro l'altro mentre una miriade di saette fuoriuscivano dai loro occhi.

- Ragazzi calmatevi.. guardate che me ne vado se continuate così! -

- Tsk! E va bene, non ne vale la pena! Su Kuwabara, andiamo a cambiarci! -

- Ti ho messo paura eh? -

- Come no! -

E sparirono negli spogliatoi.
Kurama posò la cartella su una panca, ridacchiando silenziosamente. Erano una forza i suoi amici, non cambiavano mai.

- MALEDETTOOO! -

- Mh? -

Sentì qualcuno gridare. Si precipitò nella saletta accanto.

- Oh, Max! -

- Kurama.. -

Disse riprendendo fiato.

- Cosa ci fai qui? -

- Sono venuto a prendere Yusuke e Kuwabara, vogliamo andare a mangiare qualcosa insieme come ai vecchi tempi.. vieni anche tu? -

- No! -

Rispose solamente risistemando la sacca alla sua posizione.

- Ma.. va tutto bene? -

- Alla grande!! -

Ricominciò a scagliare pugni a raffica.

- Ah.. vedo! -

Rise avvicinandosi. La guardò fissa negli occhi, era arrabbiatissima, si vedeva.

- Max.. cos'è accaduto? -

- Proprio niente! -

- .. allora perchè stai così... -

- Ho solo bisogno di sfogarmi, va bene? -

Un calcio fortissimo, poi altri pugni.

- D'accordo scusa, non volevo farti arrabbiare! -

- Non sono arrabbiata! -

- Beh.. si direbbe il contrario... ce l'hai con Yusuke, o Kuwabara? Ti hanno fatto qualcosa quei due? -

- No! -

Continuò la scarica di cazzotti sulla sacca che si faceva sempre più molle.

- Non me lo vuoi dire? -

- No! -

- Come vuoi! -

Si accomodò.

- Posso sedermi qui? O ti do fastidio? -

- Fa' pure! -

Flebili e minuscole gocce di sudore scesero dalla sua fronte, i capelli castani raccolti in un' alta coda, la canotta stretta le lasciava libere le esili e candide braccia, i pantaloncini corti lasciavano scoperte le gambe sottili. Le mani innalzate e bendate, chiuse a pugni.

- Come mai hai urlato prima? Con chi ce l'avevi? Con la sacca? -

Rise ancora.

- Vuoi romperla a tutti i costi? -

Non ricevette risposta. Max aumentò la frequenza di pugni, La sacca che quasi roteava su se stessa. Forza, velocità, sembrava non volerne sapere di terminare. Finchè non si disperò. Era come se stesse picchiando qualcuno che detestava da morire, qualcuno.. che le aveva rovinato la vita.

- Max! -

Le andò in contro.

- Calmati! -

Pugni sempre più forti.

- Max! Max! Fermati! -

Le afferrò le braccia e la trascinò indietro. Si dimenò a lungo, quasi come se avesse paura della sua stretta.

- Basta! Max, calmati! -

- No!! Lasciami, no!! -

- Max! -

La strinse maggiormente, finchè ansante non si fermò.

- Max! -

La voltò verso di lui affinchè i loro sguardi s'incontrassero, poi l'abbracciò dolcemente.

- Stai tranquilla! -

Ancora senza fiato, si abbandonò alla sua stretta amichevole, le braccia a penzoloni, le mani gocciolanti di sangue..

- Fammi vedere! -

Gliele afferrò delicatamente.

- Devi stare più attenta! -

Tolse le bende bagnate di sangue e sudore.

- Ma quanta forza hai usato Max... -

- ... -

- Dai, non è niente! Me ne occupo io! -

Frugò nello scatolone accanto ai pesi e prese delle apposite bende adoperate per la boxe.
Con cura le pulì le mani con un fazzoletto e gliele avvolse con le bende pulite.

- ...grazie... -

- Di niente! -

Sorrise ancora.

- Non pretendo di sapere cosa ti è accaduto, però... credo di sapere perchè sei così nervosa! -

Allacciò bene le bende, che aderivano perfettamente con le mani.

- Tu non riesci in alcun modo, a superare il trauma di due anni fa, vero? -

Max scosse la testa.

- Lo so, è dura.. -

- Certo che è dura! -

Rispose a tono.

- Stanotte... stanotte.. come quasi ogni notte.. io ho sognato quella sera... -

Restò in silenzio, dispiaciuto per lei.

- Sono stanca.. non posso dimenticare.. se continuo a rivivere tutto quanto! -

- Lo so... ma se rivivi tutto in sogno, è proprio perchè nella tua testa ci sono fissate quelle immagini! -

- E come posso scacciarle.. sono passati due anni ma io... -

Kurama le strinse le mani.

- Non puoi in alcun modo scacciarle! Non puoi! -

Lei abbassò lo sguardo addolorata.

- Ma c'è una cosa che puoi fare! -

- Sarebbe? -

- Guardare avanti! Dimostrare a te stessa di essere forte! Piangere, o ferirti le mani, non riporterà mai in vita tuo padre! -

Max annuì in silenzio, lo sapeva bene.

- Perciò fatti forza! Mh? -

Le sollevò il viso con un dito.

- Che ne sarà del tuo fratellino se ti lasci andare così? E tua madre? Loro contano su di te! -

Era vero.

- Sono la cosa a te più preziosa! Se sei così triste, loro soffrono con te! Nessuno di voi riuscirà mai a dimenticare.. ma tu che conosci la verità, tu che hai visto con i tuoi occhi ciò che è realmente accaduto due anni fa.. devi farti forza e vendicarti per tutto il male che hai provato! Ora sei la cacciatrice, giusto? La prescelta.. combatterai e pulirai Tokyo da tutta quella spazzatura! -

Le strappò un sorriso.

- Se non vuoi farlo per te stessa.. fallo almeno per la tua famiglia! -

- Kurama, non è più una famiglia! -

Tornò immediatamente cupa. Si alzò dalla panca e si massaggiò le mani bendate.

- La mia vita è caduta in pezzi due anni fa! -

Le si avvicinò nuovamente e posò le mani sulle sue spalle.

- Eppure sei qui! -

Sorrise di nuovo.

- Sei qui, davanti a me, più forte che mai! -

Lo ascoltò persa nel bel colore dei suoi occhi.

- Se avessi davvero voluto lasciarti andare... a quest'ora non saresti qui! -

- Che altro avrei dovuto fare? -

- Proprio niente, hai fatto la cosa più giusta! Se continui a vivere la tua vita nonostante la grave perdita, se frequenti la scuola benchè tu porti un simile peso nel cuore, se lavori costantemente e con impegno.. è perchè tu stessa non ce la fai ad abbandonare tutto! Ne hai bisogno! Come hai bisogno di vedere tua madre e tuo fratello felici! -

Come lui avrebbe fatto di tutto per rendere felice sua madre.

- Un loro sorriso ti basta, per essere serena! Per questo non hai ancora mollato tutto quanto, per questo non ti arrendi! Un attimo di debolezza può capitare a chiunque.. basta cadere in piedi e vedrai che non ti succederà niente! -

Le fece l'occhiolino.

- Caspita, come sei profondo.. -

Sorrise a sua volta.

- Dico davvero! Sono due anni che senti di non farcela più, di non riuscire a contenere un simile dolore e un simile segreto! Sei caduta un sacco di volte, ma ti sei rimessa in piedi! Sempre e subito! Ce la farai anche stavolta! Ora sei ferma, a terra e aspetti di trovare la forza per rialzarti! Se cerchi nel tuo cuore, sono sicuro che ci riuscirai di nuovo! -

Lei sospirò.

- Non so se ce la faccio... -

- Si che ce la fai! Ho fiducia in te! -

- Perchè? -

Gli chiese sorpresa.

- Come fai ad essere così convinto di quello che dici? Come.. come riesci a fidarti così ciecamente delle mie capacità? Non mi conosci neanche.. -

- Intuito! -

Le disse.

- Non dimenticare che sono un demone, io ho buon fiuto! -

- Magari ce lo avessi anch'io... -

- Ma tu hai un sacco di qualità! E poi sono sicuro che non vorresti mai buttarti via! Mai, nè per te stessa nè per la tua famiglia! Perchè lo è ancora Max! Non importa quanto tempo passate lontano l'uno dall'altro, basta solo un attimo, in cui siete tutti e tre insieme, per sentire l'amore e l'affetto che vi lega! Sono certo che in quel momento, tu senti, di avere una famiglia! -

Rimase in silenzio.

- Non basta la morte di uno di voi per sciogliere quel rapporto che vi mantiene uniti! Fidati! -

Lo guardò nuovamente negli occhi.

- Grazie! -

- Di cosa! -

- Di tutto! Grazie! -

Tirò un profondo respiro e si allontanò.

- Vado a farmi una doccia! -

Disse.

- Allora, ci vediamo! -

- Non vuoi proprio venire insieme a noi? Ti divertiresti.. -

Disse Kurama.

- Non ho dubbi su questo.. ma non posso! Devo tornare a casa! E poi non potete certo aspettarmi, te lo dico! Io sono molto lenta nel prepararmi! -

- Questo non è un problema! -

Rise.

- Ma se proprio non puoi, allora sarà per un' altra volta! -

- Senz'altro! -

Accaldata e più tranquilla, si ritirò negli spogliatoi femminili.


Una bella doccia è quello che ci vuole per rinfrescarsi. Si vestì con calma e si stiracchiò. Si era allenata talmente tanto che non sentiva più nè le braccia nè le gambe, forse aveva esagerato.. le nocche doloranti, ma perfettamente bendate dalle mani esperte di Kurama. Prese la sua cartella e richiuse lo spogliatoio con la chiave. Poi si diresse in sala professori.

- Oh Okino! Sei ancora qui? -

Chiese sorpreso il professor Takenaka.

- Già.. ho fatto un pò di ginnastica, grazie per avermi lasciato la chiave, tenga! -

Gliela riconsegnò.

- Figurati! C'erano anche Urameshi e Kuwabara, li hai incontrati vero? Sono andati via circa un quarto d'ora fa! -

- Si lo so! -

Rispose lei.

- A domani professore! -

- Oh aspetta Okino! -

- Mi dica! -

Si soffermò sulla soglia della stanza.

- Come ti trovi in questa scuola? -

- Bene! Molto! -

- Mi fa piacere! Ho notato il tuo impegno e hai già degli ottimi voti! Tu e Yukimura siete due degli alunni migliori della scuola! Come sono i rapporti fra di voi? Andate d'accordo? -

- Certamente, siamo buone amiche! -

Sorrise apertamente.

- Bene! -

Annuì soddisfatto.

- Non voglio trattenerti oltre, sarai stanca! Vai pure a casa, ci vediamo domani! -

- Ok! Buona serata professore! -

Fece un mezzo inchino cordiale e si allontanò per i corridoi vuoti.
Raggiunse l'ingresso e spalancò il portone. Respirò a pieni polmoni l'aria fresca che le accarezzò la pelle, guardò il cielo pomeridiano, quasi serale, ormai completamente scuro.

- Eccoti! -

Una voce alle sue spalle.

- Kurama? -

Il ragazzo era appoggiato alla parete di fianco alla porta d'ingresso, le mani in tasca, la cartella accanto alla sua gamba e le sorrideva come sempre.

- Ma.. che ci fai qui! Non dovresti essere con Yusuke e Kuwabara? -

- Si... ma abbiamo deciso di cambiare programma! -

- Non capisco.. -

Sorrise maggiormente.

- Ho deciso di aspettarti! Ti accompagno a casa, ti va? -

- Beh.. si, ma... mi hai aspettato fino ad ora? Non ti sei annoiato? Te l'avevo detto che sono molto lenta... -

- Non preoccuparti! Ho aspettato solo quindici minuti! -

Riprese la cartella e le si mise di fianco.

- Ma scusa.. e quei due... voglio dire, non ci tenevano a passare la serata tutti e tre insieme? -

- Max, non preoccuparti! Sono stati proprio loro a dirmi di aspettarti! Io non me la sentivo di ferirli perciò non ho detto niente, invece mi hanno tranquillamente detto di restare! -

- Loro ti hanno.. -

- Erano preoccupati per te! Mi hanno detto di averti vista molto tesa.. e che forse avresti avuto bisogno di compagnia! -

Gli tornarono in mente le parole di Yusuke.

- Tu hai molta più confidenza, siete in ottimi rapporti, perciò resta tu con lei! Credo che si sentirebbe molto meglio se parlasse un pò con te! -

- Mi sarebbe piaciuto passare del tempo con loro, certo.. ma onestamente preferisco di gran lunga accompagnarti! -

Si sentì in colpa, ma ne fu felice.

- Grazie di nuovo! -

- Smettila di ringraziarmi! Non lo faccio per cortesia! -

Posò la mano sul suo capo.

- Lo faccio perchè ci tengo! -

Proseguì. Max arrossì lievemente.

- E poi ormai sei una di noi Max! -

- In che senso? -

- Una del gruppo! Hai ufficialmente accettato il tuo incarico giusto? Perciò ormai fai parte della nostra squadra, che ti piaccia o no! -

Disse ironico.

- Non mi dispiace! -

Un gruppo. Un gruppo di amici nel quale lei faceva ufficialmente parte, sia come alleata che come.. amica. Era la prima volta che trovava degli amici veri, disposti a sacrificarsi per lei sempre, come Kurama, pronti a darle una mano o a preoccuparsi, come Kuwabara e Yusuke. Una squadra.

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Capitolo 17
*** L'importanza di un sogno ***


CAPITOLO 18: L'importanza di un sogno





Aprì lentamente gli occhi, l'aria gelida soffiava fra i suoi capelli raccolti e le punzecchiava la pelle come tanti spilli. Le mani strette sulle lunghe e imbottite maniche del cappotto, le gambe tremanti e il vapore che usciva dalla sua bocca ad ogni suo resiro per il freddo. La strada costantemente deserta, così come i marciapiedi. Ciò che regnava era solamente il silenzio, le strade illuminate dai lampioni, la luna quasi piena spiccava alta, grande e luminosa nel cielo della notte.

- Sono ancora qui.. -

Si disse. Ancora una volta stava facendo quel sogno. Prese a camminare, forse la sua unica intenzione, fu quella di riscaldarsi, benchè fosse solamente un sogno, non sentiva più le gambe. Camminava a passo regolare, di nuovo il rumore dei suoi tacchetti che rimbombavano nell'ambiente deserto. Avanzava sempre di più, senza sapere dove andare, sapeva solo che voleva camminare. Giunse in una zona d'ombra, dove le volte precedenti, comparì quel demone dai capelli d'argento. Ma fu diverso. Niente nebbia, niente orecchie nè coda di volpe, niente occhi del color dell'oro. Probabilmente quel sogno era differente dagli altri.
Sospirò e si strinse maggiormente cercando di riscaldarsi. Socchiuse gli occhi che si fecero sottili come quelli di un serpente e guardò dritto davanti a lei, nell'infinito, all'orizzonte. Sempre e solo desolazione. Non una voce, non un respiro che non fosse il suo. Nulla. Pensò che si sarebbe rivelato inutile proseguire, non avrebbe trovato niente e soprattutto nessuno.
Girò i tacchi e si voltò per tornare indietro, ma in quel momento una figura slanciata e bianca che spiccava davanti a lei, la fece indietreggiare di colpo, un grido spaventato che rimbombò con un eco.
Respirò affannosamente, mentre il demone volte la fissava immobile e serio.

- Dico, sei pazzo? -

Disse, in quel silenzio la sua voce risuonò come fosse al megafono.

- Mi hai fatto prendere un colpo.. -

Si portò la mano al petto, benchè fosse coperto da un imbottito cappotto, riuscì a sentire il cuore battere a mille.

- Come mai.. ti sogno sempre? -

Lo yookai rimase in silenzio, gli occhi dorati sempre fissi su di lei. Non un battito di ciglio..

- Perchè questa desolazione? Ogni volta... non c'è mai nessuno! Tu mi sai spiegare? -

Mantenne ancora il silenzio per un istante, poi le sue labbra rosate si aprirono leggermente.

- Dovresti saperlo... questo è il tuo sogno! -

Rispose dunque.

- Ma.. -

- Tutto questo è frutto della tua mente! Come me! -

Si guardò intorno. Era vero. Quello era il suo sogno, era solamente lei che proiettava quelle immagini.

- Però... io non capisco... perchè sogno questo! Perchè.. sogno te! -

- Non lo sai? -

- No... -

Lo yookai fece un mezzo sorriso e s'incamminò lentamente sorpassandola, i lunghi capelli d'argento che svolazzavano leggeri nell'aria.

- Dove vai? -

Gli chiese voltandosi verso di lui.

- Ehi, aspettami!! -

Corse per raggiungerlo e rallentò affiancandolo, lo sguardo su di lui mentre i suoi occhi brillanti fissavano la strada, le labbra serrate, il volto serio.

- Io non so.. perchè sogno tutto questo.. non so perchè qui intorno.. ci sono sempre e solo io... con te! Non so se tutto questo è solo frutto della mia immaginazione o.. un qualcosa che deve accadere! -

Riprese lei.

- Hai mai avuto una premonizione? -

Le chiese dunque con la sua voce calda e sensuale.

- Mai! -

Rispose.

- Allora questo potrebbe essere solo un sogno! -

- Si ma.. allora.. perchè compari sempre! Io non ti ho mai visto in tutta la mia vita, mai! Eppure.. tu.. sei Shuichi! Me l'hai detto tu stesso, no? -

- Lui non lo sa.. -

- Eh? -

Lo yookai si fermò di colpo, costringendo anche lei a fermarsi al centro della strada.

- Shuichi.. non sa che tu conosci.. la sua vera identità! -

- Beh.. no... ma come faccio a dirglielo, non è mica cosa facile! Non vorrei dire qualcosa di sbagliato.. o qualcosa di troppo... -

Riprese il cammino, lei di nuovo accanto a lui.

- Ma io ora.. vorrei capire... Tokyo è così grande.. eppure è tutto desolato.. -

- Hai paura? -

- Paura? -

- Questo potrebbe rappresentare... la tua paura! -

Si soffermò a riflettere. Paura.... paura di ritrovarsi un giorno solamente lei, da sola... senza nessuno al mondo..

- Ho paura! -

Disse convinta.

- La mia vita è un pasticcio... se mai la posso ancora definire tale... non faccio che correre da una parte all'altra.. casa, scuola, lavoro... non oso pensare a come diventerà... quando inizierò la mia missione! -

Ma non poteva più tornare indietro.

- La tua missione è già cominciata! -

Precisò il demone.

- Come? -

- Solamente non hai ancora avuto occasione per entrare in azione! Ma la tua missione è cominciata il giorno in cui hai preso atto del tuo destino e hai accettato le condizioni! -

Aveva ragione.

- E' vero, ma... si ritorna sempre a questo punto! Perchè questo sogno? Io ho paura di fallire, temo che non riuscirò a proteggere Tokyo e.. temo.. di restare sola.. come non lo sono mai stata.. -

La forte mano dello yookai l'afferrò per un braccio, stringendolo appena. I loro occhi s'incontrarono e lei di nuovo si sentì ghiacciata.

- Fai attenzione! -

Le disse.

- A.. a cosa? -

- Quello che stai per affrontare è.. una dura prova! -

- Una prova? -

Lo guardò sorpresa.

- Una prova di che cosa? -

- Questo.. tocca a te scoprirlo! -

- E come scusa? -

Lo yookai sorrise ancora.

- Ora ci siamo! Questa, è la domanda giusta! -

Disse.

- Che? Ma.. non capisco... allora vuoi rispondermi? -

- Io non posso risponderti! Sei tu che devi trovare la soluzione! -

Si dimenò liberandosi dalla sua presa e fece un passo avanti.

- Devo sempre sbrigarmela da sola! Sempre! Mai una volta qualcuno mi ha detto quello che dovevo fare, nemmeno quando ero piccola! Ho sempre dovuto prendere le mie decisioni da sola e ora che potrebbero rimetterci tutti gli abitanti di Tokyo, anzi forse di tutto il Giappone.. mi vieni a dire che tocca a me scoprire come sedare tutto questo? -

Sbuffò.

- Mai una volta che qualcuno mi dia una mano, sono stufa! Io.. non riesco proprio a capire come.. -

Si bloccò non appena voltandosi, si accorse che lo yookai non c'era più. Era sparito nel nulla. In quella strada c'era ancora solamente lei e nessun altro.

- Come una persona può sparire in questo modo... -

Terminò la frase modificando il finale. Si guardò intorno e riprese a camminare da dove era arrivata. Dello yookai nessuna traccia.
All'improvviso il vento si fece più gelido, un brivido freddo le percorse la schiena e le fece battere i denti. Aveva come la sensazione, di aver già provato un simile gelo, sia fuori.. che dentro.
Poi un rumore, attirò la sua attenzione. Si voltò verso il luogo dal quale provenì, notò un vicolo buio a lei familiare. Un corpo esamine cadde al suolo, il petto coperto di sangue.. quel volto.. era suo padre. Prese a tremare.

- Papà.. -

Sussurrò appena avvicinandosi di un passo, ma due occhi gialli come fanali comparvero nel buio della strada stretta e la fissarono con odio.
Una fredda risata a squarciagola, poi un'ombra sbucò dal vicolo e si lanciò contro di lei. Due denti affilati come zanne, gli occhi grandi e grotteschi. La larga bocca si spalancò e le prese la faccia fra le fauci.
Un altro grido, il respiro soffocato. Tremava.. come una foglia d'inverno. Poi alzò lo sguardo e fu piuttosto rasserenata nel vedere la sua scrivania. Era di nuovo nel suo letto.
Si portò la mano fra i capelli, gocce di sudore colavano dalla sua fronte, la coperta stretta in mano quasi si stava strappando.
Si accorse solo in quell'istante che nel suo sogno, indossava lo stesso cappotto di quella sera.... e tirava lo stesso vento gelido, faceva freddo, sia fuori che dentro di lei.
Ansimava sfinita, le mancava il respiro.

- Fai sempre questo baccano quando dormi? -

Una voce la fece sussultare e si voltò di scatto verso la finestra. Hiei era seduto sul davanzale e guardava nella sua direzione, gli occhi rossi come il fuoco.
Fu sorpreso di scorgere quello sguardo sul volto di lei, quasi terrorizzato, ma non se ne preoccupò più di tanto.

- Tu.. -

Disse lei con un filo di voce, poi aggrottò le sopracciglia, gli occhi sottili, i denti stretti.

- Fuori!! -

Ringhiò.

- Che educazione! Potresti almeno chiedermelo in modo un pò più garbato! -

Disse lui.

- Non è colpa mia se lasci sempre la finestra aperta! -

- HO DETTO FUORI!!! -

Alzò il tono di voce e riprese ad ansimare. Hiei la guardò per un istante, poi decise che forse era meglio sparire da quell'insulsa stanza.

- Tsk! -

Come un ologramma che viene spento, sparì davanti ai suoi occhi.
Sentì dei passi correre verso la sua camera, poi la porta si spalancò.

- Max! Che succede! -

Sua madre con la torcia accesa in mano, si avvicinò al letto preoccupata.

- Niente.. niente mamma! Torna pure a dormire! -

- Ma.. ti ho sentito gridare! Che c'è!! Hai visto qualcosa? Qualcuno è entrato e ti ha aggredito?? -

Si affacciò alla finestra e guardò fuori alla ricerca di qualcuno.

- No.. non è successo nulla mamma! Ho solo.. ho solo avuto un incubo, tutto qui! -

Sospirò tranquillizzandosi e si sedette sul materasso accanto a lei, accarezzandole i capelli.

- Sei.. tutta sudata.. e sei calda... -

Le toccò la guancia.

- Non è che hai la febbre? -

- No, sto bene, davvero! Te l'ho detto, ho fatto un brutto sogno, per questo sono agitata! Non devi preoccuparti per me, sto bene, vai pure a letto, domani mattina devi alzarti molto presto! -

Non l'avrebbe nemmeno incontrata.

- Già.. mi spiace di non poter fare colazione con te... ricorda di portare tuo fratello dalla vicina! -

- Come dimenticarlo... ormai è lì che vive... -

- Ti manca tuo fratello eh? Lo so.. ma purtroppo lo sai che.. -

Si fermò all'istante. Non voleva dire qualcosa che l'avrebbe mandata nuovamente in bestia.

- Si lo so! -

Ma rispose ugualmente abbassando lo sguardo.

- Ora, vado a darmi una lavata alla faccia e torno a dormire! Vai pure a letto mamma! -

- Ok.. se hai bisogno non esitare a chiamarmi, d'accordo? -

- D'accordo! -

La donna si chinò su di lei e le diede un bacio affettuoso sulla fronte.

- Ma.. sei bollente!! -

Si preoccupò di nuovo.

- No no, tu non stai bene.. guarda come sei sudata.. sei fradicia! -

- Mamma! -

- Domani resti a casa da scuola! Mi prendo un giorno di vacanza e chiamo un dottore! -

- Mamma!! -

Le prese la mano e l'accarezzò per calmarla.

- Se avessi la febbre.. mi sentirei a pezzi! Invece sto benissimo! -

- Sarà.. ma domani non vai a scuola! -

- Sei pazza? Ho appena cominciato e già mi dici di saltare? Non ci penso neanche! Sto bene perciò non ho motivi di marinare la scuola! Dai, vai a letto! -

Si alzò dal materasso e s'incamminò verso il corridoio.

- Max... -

- Notte mamma! -

Sparì nell'oscurità camminando verso il bagno. Aprì il lavandino e si bagnò il viso con l'acqua gelata, cercando di scacciare quelle immagini che ancora una volta, si erano insediate nei suoi sogni. Prese l'asciugamano e si asciugò la pelle, mentre lentamente lo fece scendere affinchè potesse scorgere la sua immagine riflessa nello specchio. Aveva due occhi.. da quanto era che non faceva più un bel sogno? Ormai non lo rammentava.
Si scostò un ciuffo di capelli dal viso e in quel momento si accorse di non essere sola. Nello specchio oltre la sua immagine, ce n'era un'altra. Quella del demone dai capelli d'argento. Le braccia conserte, gli occhi d'oro su di lei. Si voltò velocemente, ma non vide nessuno. Nel bagno come nella strada del suo sogno, c'era solamente lei. Tornò a guardare lo specchio, la sua immagine era scomparsa, vedeva unicamente la propria.




- Ehi Max! Hai preso appunti? -

Si sedette a cavalcioni sulla sedia davanti a lei, che sistemava il quaderno nella cartella.

- Si, perchè? Tu no? -

- Io dormivo! -

Spiegò sbadigliando.

- Ah... -

Allungò la mano verso di lei.

- Me li puoi prestare? -

- E perchè lo chiedi a me, Yusuke? Fatteli dare da Keiko, no? -

- Emm.. -

Si grattò la guancia imbarazzato.

- Non te li vuole dare, giusto? -

- Per la verità non gliel'ho nemmeno chiesto.. ma so già cosa mi risponderebbe! "Sei sempre il solito, non presti mai attenzione alle lezioni! Non venire da me a lamentarti se prendi un brutto voto, arrangiati!" -

Disse imitando la voce di Keiko. Max rise con un dolce sorriso.

- Ho capito! E va bene, te li presto, ma riportameli domani, ok? Devo studiare! -

- D'accordo! Grazie, sei la mia salvezza! -

Sapeva benissimo che avrebbe semplicemente fotocopiato i suoi appunti per inserirli nel quaderno, poi avrebbe chiuso tutto lì e non avrebbe dato nemmeno la minima occhiata. Era solo per avere qualcosa di scritto nel quaderno quasi perennemente bianco, il professore di storia passava spesso fra i banchi a controllare.

- Figurati! Se posso rendermi utile sono contenta! -

- Meno male che posso contare su di te... se aspetto Keiko.. -

Le lanciò un'occhiata maligna mentre la ragazza entrò in classe sgranocchiando una merendina.

- Che hai da guardarmi così? -

Chiese incrociando le braccia al petto.

- Niente, niente! -

E riprese a parlare con Max come se nulla fosse.

- Piuttosto... come stai oggi? -

- Mh? -

- Beh, ieri.. mi sembravi piuttosto tesa! Va meglio ora? -

- Oh si! Molto meglio, grazie! -

Mentì.

Gli cadde l'occhio sulle sue mani che tenevano strettamente un quaderno; erano fasciate con cura, evidentemente aveva finito col farsi del male, lo sospettava.

- Sicura? -

Lo sguardo di Yusuke si fece improvvisamente serio.

- Si, perchè? -

- Mh.. forse è solo una mia impressione ma.. hai l'aria di una che non ha chiuso occhio tutta la notte.. -

- Beh... -

Abbassò il capo e rimase in silenzio.

- Su con la vita! Oggi ti porto a divertirti! -

- Come? -

- Si! Ti porto in salagiochi! Un bel pomeriggio lì dentro vedrai che ti farà bene! -

- Io non credo.. -

Sudò freddo.

- Non ho un buon rapporto con i giochi virtuali.. finiscono sempre per procurarmi rabbia maggiore! -

- Ah si? -

- Già.. temo che peggiorerebbero le cose.. ma grazie comunque per il pensiero! -

Yusuke si portò la mano chiusa sotto il mento pensieroso.

- Allora andiamo da un'altra parte! -

- Non posso.. lavoro! -

- Anche oggi? -

Si stupì.

- Eh si.. -

- Che noia... allora mi offri un panino? -

- Volentieri! Oh, a proposito Yusuke, sai per caso come mai Kuwabara non è venuto a scuola? -

- A dire il vero no.. non mi ha avvisato.. eppure ieri sera stava benissimo.. -

Osservò rammentando la serata di baldoria.

- Probabilmente se l'è bigiata alla grande! -

Ghignò.

- Siete due begli elementi voi due! -

- Eh eh! -

Ridacchiò. La ragazza lo fissò un istante, sopresa per il fatto che la sua reazione dimostrava chiaramente che ne andava orgoglioso.

- Ah senti.. mi spiace per ieri.. volevate passare un pò di tempo tutti insieme.. invece Kurama alla fine è rimasto con me.. -

- Non devi preoccuparti! Siamo stati tutti e tre perfettamente d'accordo! Non ti abbattere, non sei responsabile di niente! E poi io e Kuwabara ci siamo divertiti comunque, senza contare che avremo un sacco di altre occasioni per cenare insieme! -

Lei annuì poco convinta, ma alla fine, era stata bene con Kurama. Avevano chiacchierato a lungo, finchè non erano giunti sotto casa sua.

- Salutami Kuwabara se lo senti.. e digli di chiamarmi pure se ha bisogno dei compiti o di qualche appunto! Ma forse preferirà telefonare a Keiko.. -

- Glielo dirò! Non preoccuparti, se ti vede così disponibile non esita! Quello è un Don Giovanni.. -

Sorrise, prima che la campanella segnasse il termine della ricreazione.

- Uffa che noia! -

Esclamò Yusuke sbadigliando un'altra volta.

- Beh, si ritorna a dormire! -

- Oh ma dai! Cerca di seguire almeno un pochino! Se ti chiedono di svolgere gli esercizi oralmente? -

- Ci sei tu che suggerisci! -

Alzò il pollice soddisfatto.

- Ehi.. non contare sempre su di me.. -

Yusuke cacciò fuori la lingua, poi riprese a sonnecchiare stanco. Max scosse la testa divertita e posò il libro di matematica sul banco per un'altra lezione.




Il telefono squillò, ma per un lasso di tempo non rispose nessuno. Pensò che forse Kuwabara se n'era andato davvero a zonzo per i fatti suoi, saltando la scuola e girovagando da una parte all'altra.
Stava per riagganciare il telefono, quando udì la voce di Shizuru.

- Casa Kuwabara, sono Shizuru, chi parla? -

- Ciao Shizuru, sono Yusuke! -

Disse.

- Oh Yusuke! Come te la passi? -

- Alla grande e tu? -

- Non c'è male! -

La sentì soffiare, probabilmente aveva cominciato a fumare una delle sue classiche sigarette.

- Emm... -

Non sapeva come chiederle se il suo amico era in casa oppure no. Se davvero se l'era bigiata, marinando la scuola all'insaputa di tutti, era meglio non metterlo nei guai con sua sorella.

- Vuoi mio fratello? -

- Ah... -

Ma a quanto sembrava era già rientrato.

- Si grazie... -

- Vedi di dargli una strigliata come si deve, a me non da ascolto! Non capisco cosa diavolo gli sia successo.. ma pare sia ridotto veramente male! -

- Male? Allora è malato? -

- Sembrerebbe... ma non ha una linea di febbre.. -

La sentì espellere dell'altro fumo.

- Capisco.. magari ha preso un colpo di freddo.. -

- Si, può essere... è da ieri che non riempie lo stomaco, non è da lui.. -

Doveva stare malissimo per non mangiare..

- Però.. allora forse è meglio se lo lascio riposare.. -

- Ma no! Te lo passo! Cerca di tirarlo un pò su.. a stendo parla oggi.. da quando si è svegliato non fa che rispondermi a versi! -

Cominciò a preoccuparsi.

- Ok.. -

Udì i passi della ragazza percorrere le scale, poi il rumore di una porta che si apriva.

- Ehi fratellino.. c'è Yusuke al telefono! Vedi di parlare almeno con lui! -

Un attimo di silenzio, poi la sua voce.

- Pronto Yusuke! -

- Ah! Allora riesci a parlare eh? -

Si tranquillizzò, per un momento aveva pensato al peggio.

- Non scherzare! -

Ma il suo tono di voce sembrava più serio del solito.

- Shizuru, ti spiace uscire? -

- Come vuoi! -

La sentì allontanarsi chiudendo la porta della stanza alle sue spalle.

- Yusuke.. -

- Dimmi.. cosa c'è Kuwabara, è successo qualcosa? -

Fino alla sera prima era in perfetta forma.

- A dire il vero.. si.. -

Yusuke si fece più rigido e attendo.

- Dimmi tutto! -

- Ecco.. è un pò complicato da spiegare... forse è meglio se passi qui.. -

- Ma non ho il tempo Kuwabara.. devo ancora fare i compiti.. anche se credo che copierò da Keiko.. -

Il pensiero non lo rese affatto felice.

- Yusuke.. devo parlarti di una cosa importante.. -

- Va bene, dimmela pure al telefono.. -

- ... -

- Kuwabara? -

Lo sentì sospirare.

- E va bene! -

Si sedette sul divano pronto ad ascoltarlo.

- Questa notte.. ho intercettato.. il sogno di un'altra persona.. -

- Come? Il sogno di un'altra persona hai detto? -

- Già! -

Un altro sospiro.

- Quella persona è Max! -

- MAX?? -

- Si esatto, Max! -

Rimase un attimo a riflettere.

- Ma scusa.. da quando puoi intercettare i sogni degli altri? -

- A dire il vero non lo so neanch'io.. forse i miei poteri stanno aumentando.. non lo so.. comunque non è questo ciò di cui devo parlarti! -

Si grattò il mento curioso.

- Allora parla! -

- Ecco.. il suo sogno era piuttosto strano.. c'era lei al centro della strada.. e in tutta Tokyo non vi era nessun altro! Nessuno capisci? Nemmeno una persona! -

- E questo che significa? -

- Non lo so.. -

Qualcosa che non lo rese affatto tranquillo.

- Ma.. non è tutto qui! All'improvviso, è comparso Kurama, nella sua forma reale.. e.. ha cominciato a parlare con lei di cose molto strane..-

- Youko Kurama?? E lei come diavolo fa a conoscere Youko?? -

- Non ne ho idea.. forse Kurama gliene ha parlato... ma comunque.. -

Si sdraiò allungando le gambe sul divano e posò comodamente la testa sul cuscino.

- E allora cosa si dicevano? -

- Lei gli ha fatto alcune domande.. del tipo: come mai tutte le volte che fa quel sogno, la città è completamente deserta.. non era la prima volta che sognava un simile paesaggio..-

Avrebbe voluto saperlo anche lui.

- Ebbene? -

- Beh.. Kurama le ha detto che probabilmente rappresentava solo una sua inconscia paura.. e lei sembrava essere d'accordo però.. non lo so.. ho uno strano presentimento.. -

Che tutto quello poteva in futuro rivelarsi reale.

- Ma no.. che vuoi che sia! Era solamente un sogno! -

- No! Non era SOLAMENTE un sogno Yusuke.. non è finito qui, c'è dell'altro!! -

S'irritò.

- E allora spara! -

- Kurama le ha anche detto.. di stare attenta.. perchè una dura prova l'attende.. dopodichè, è sparito nel nulla! -

- Una prova.. forse.. la prova della prescelta? -

- Può darsi.. ma quello che mi ha letteralmente sconvolto.. è stato.. un fatto accaduto subito dopo! -

Il sogno non era finito.

- Yusuke.. ho visto suo padre morire! -

- Che? -

- Ho visto il corpo di suo padre cadere senza vita.. in un lago di sangue.. e poi un demone.. un demone dagli occhi.. dagli occhi del colore di un fanale.. -

La sua voce tremò.

- Faceva freddo... tirava un'aria gelida e io.. io riuscivo a sentirla! Percepivo il gelo sulla mia pelle.. e dentro di me! E poi un dolore straziante al petto, una paura folle.. Yusuke.. io ho provato i suoi stessi sentimenti, come se in quell'istante.. dentro il corpo di Max ci fossi io.. -

Tremò ancora.

- E' orribile... -

- Quel.. quel demone.. ha cominciato a ridere come.. uno psicopatico.. ho provato tanto di quell'odio e tanta rabbia, la sua rabbia... che non sapevo come diavolo spegnere... -

Kuwabara aveva dei poteri così grandi.. che sapevano farlo stare malissimo..

- Quel mostro.. si è.. lanciato contro di lei... le zanne d'acciaio e affilate come lame.. due occhi.. spaventosi.. una sagoma scura come la notte, avvolta nell'oscurità.. e lì.. mi sono svegliato! -

Provò un brivido lungo la schiena.

- Mi sono sentito così male..a livello emotivo.. e fisico... ho provato un dolore lancinate allo stomaco e al petto, brividi ovunque.. e poi.. una sensazione di smarrimento, di terrore.. tremavo... e.. ero completamente fradicio.. scottavo.. credevo di avere la febbre... e poi.. i miei occhi.. i miei occhi bruciavano e sulle lenzuola.. ho visto cadere una lacrima.. -

Kuwabara che piangeva...

- Sono certo che anche quella lacrima era sua... sono stato così male.. e pensa che lei.. lei ha vissuto tutto questo nella realtà.. una notte.. così all'improvviso... riesci ad immaginare quale... sentimento la pervade ora? Dopo una simile esperienza? -

Entrambi s'illuminarono.

- Ieri pomeriggio.. -

Disse Yusuke ricordando.

- Ecco perchè era così furiosa... -

- Se.. se sogna spesso quella notte.. non c'è da stupirsi che durante il giorno sia così agitata.. sfido io che non voleva accettare assolutamente il suo destino... -

Un destino che le avrebbe solamente fatto riaffiorire i ricordi uno ad uno, sempre più assillanti.

- Sento ancora.. dolore allo stomaco.. ho un blocco nel petto e.. ho freddo Yusuke, molto freddo.. come nel sogno.. e ho un tale senso di nausea... -

- Si.. non vomitarmi al telefono.. -

- Devi sempre fare l'idiota?? -

- Scusa.. cercavo solo di sdrammatizzare.. -

Di distrarlo da quei malesseri.

- Sdrammatizzare una cosa tanto grave? Non oso immaginare ciò che prova quella povera ragazza... se io sto così male lei.. lei come starà? -

- Mah.. oggi.. in effetti non mi sebrava che stesse molto bene.. da quanto ho capito ha dormito male.. e ora capisco anche il perchè.. -

Chissà quante volte qualcuno, i suoi amici o sua madre, preoccupati le avevano chiesto il suo stato d'animo o se semplicemente era malata. Quante volte aveva dovuto rispondere a quella domanda come se non avesse chiuso occhio la notte o avesse un comune mal di testa. In realtà il suo male era ben peggiore di una qualsiasi malattia fisica.

- Non so come comportarmi.. come guardarla negli occhi.. sapendo quello che ha passato.. perchè l'ho provato anch'io! -

- Basta che ti comporti come al solito! Sono certo che parlarne la farebbe solamente stare peggio Kuwabara, perciò lascia stare ok? Non dirle nulla! -

- Però.. -

- Lo so, non è facile sorridere con un simile peso allo stomaco! Ma dobbiamo farlo per lei! Ora è una nostra compagna, sia a scuola che nella vita! Dovremo combattere al suo fianco! Lei non vorrebbe essere compatita! -

E lui non amava compatire. Se poteva aiutare qualcuno, trovava sempre una soluzione, ma mai nella sua vita, aveva infierito su qualcuno.

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Capitolo 18
*** Youko Kurama ***


CAPITOLO 19: Youko Kurama





- Svegliati..... svegliati..... -

Le diceva una voce.

- Svegliati! Torna indietro! -

Diceva il demone volpe, lo sentiva, pur essendo molto distante da lui.

- Svegliati... -

Ripeteva la voce.

- Svegliati... -

- Ma.. io.. devo capire... -

Disse.

- Non c'è tempo... svegliati... -

Continuava.

- Svegliati.... -

- Svegliati! -

La sua voce così sensuale e profonda, d'un tratto divenne quella dolce di Shuichi, che la squoteva più volte con la preoccupazione dipinta sul volto.

- Max.. -

- Ku... Kurama.. -

Sussurrò appena, gli occhi brucianti.

- Stai bene? -

Scostò lo sguardo e si accorse che sua madre era in piedi accanto a lui, la mano sulla bocca spaventata, le lacrime che quasi sgorgavano dai suoi occhi. Un uomo mai visto, con un camice bianco e una cartella clinica in mano la fissava in silenzio. Ma ciò che più la lasciò sbalordita, fu il fatto di ritrovarsi in una stanza d'ospedale, le flebo conficcate nel braccio.

- Si.... -

Rispose posando le mani sul materasso sollevandosi.

- Ma.. cos'è successo? Perchè mi trovo qui? -

Kurama le passò un fazzoletto sulla fronte bagnata che gocciolava di sudore.

- Non ricordi? -

Le chiese esterrefatto.

- No.. -

- Ti sei sentita male! -

Spiegò.

- Ci siamo incontrati davanti alla biblioteca.. eri così pallida.. -

S'illuminò. Le tornò in mente ogni cosa. Ricordò di essere uscita di casa quel sabato mattina, voleva fare una capatina in biblioteca, magari per prendere in prestito qualche libro, poi aveva incontrato Kurama, lo aveva visto arrivare nella sua direzione. E poi cosa accadde? Era tutto così confuso e sfocato.. ricordava di non sentirsi molto bene.. aveva come un cerchio alla testa e un eco vi rimbombava dentro...

- Ho perso i sensi? -

Chiese dunque.

- Si! Ti ho portato subito qui e ho chiamato tua madre! Per fortuna non era ancora andata al lavoro, l'ho trovata a casa per un soffio! -

Spiegò tamponando il fazzoletto sul suo viso.

- I tuoi valori erano piuttosto bassi! -

Intervenne l'uomo.

- Anche la pressione... sei forse sottoposta a stress di vario genere ultimamente? -

Max sospirò.

- No.. -

- Si! -

Esclamò Kurama lasciandola senza parole.

- Max, non devi nasconderti! Lo sai meglio di me che non stai affatto bene! -

Abbassò lo sguardo e annuì.

- Davvero?? Non stai bene?? -

Sua madre si lanciò su di lei in lacrime.

- PERCHE' NON MI HAI DETTO NIENTE???? -

- Mamma... sto... sto bene è solo che... sono... molto stanca.. tra la scuola e il lavoro... è un pò faticoso lo ammetto.. ma... non sono ancora abituata! -

Mentì. In realtà sapeva benissimo che tutto ciò non c'entrava affatto.

- Dovevi dirmelo!! -

Singhiozzò, la sua voce assordante.

- Mamma... -

- Se non mi parli mi spieghi come faccio a capire queste cose?? Io sono sempre fuori e rientro tardi! Non mi dici mai niente! Guarda che la tua mamma si spaventa!! Aaaaaaaaaaaaaaaaah! -

Si lasciò cadere in ginocchio sul pavimento freddo, lacrime di coccodrillo scorrevano sulle sue guance, il naso umido.
Gli occhi puntati su di lei, goccioline sulle loro teste.

- .. vieni, forse è meglio se prendi un tè caldo.. ti rilasserà! -

Disse il dottore chinandosi su di lei.

- IO NON VOGLIO RILASSARMI! VOGLIO CHE MIA FIGLIA SIA SINCERA! BUAAAAAAAAAAAAAH! -

Il medico si chinò su di lei e l'aiutò a rimettersi in piedi.

- Vieni con me! -

Le disse dolce accompagnandola fuori fra i singhiozzi.

- Non sapevo che tua madre lavora qui.. -

Osservò Kurama.

- Già.. -

- Vedo che si è ambientata bene... -

- Mh.. -

Sospirò.

- Max, perchè hai gridato? -

Posò nuovamente i suoi smeraldi su di lei.

- Eh? Ho gridato? -

- Si.. io e tua madre eravamo qui fuori, il medico era venuto a dirci le tue condizioni e all'improvviso.. abbiamo sentito la tua voce.. -

Spiegò.

- Sei bagnata.. -

Quasi sembrava che la sua pelle fosse stata colpita da un secchio d'acqua. Il suo respiro affannoso..

- Sei calda.. -

Disse ancora, toccandole la fronte.

- Non è niente, sto bene, davvero! -

- ... -

Continuò a tamponare il fazzoletto sulla sua bella pelle bagnata.

- Eccomi qua! -

Disse il dottore facendo nuovamente capolino nella camera.

- Tua madre è proprio disperata... poverina, si è presa uno spavento.. l'ho fatta calmare, ora sta bevendo un tè caldo accanto al distributore, c'è una nostra collega con lei! -

Sorrise.

- Grazie.. mia madre è fatta così.. la perdoni se fa rumore.. -

- Non preoccuparti, dopotutto capita a tutte le madri un momento di sconforto.. e poi.. è un'ottima impiegata, svolge sempre bene il suo lavoro qui! -

Le fece un immenso piacere quella frase.

- Piuttosto ora.. occupiamoci di te! Hai dolori da qualche parte? -

- No.. -

Scosse la testa velocemente.

- Giramenti di testa? Nausea? Fiacchezza? -

- Mh mh! -

Negò ancora.

- Sto bene.. -

- Mh... eppure.. non hai un bell'aspetto.. sei ancora pallida.. e poi quarda quanto stai sudando.. fammi sentire.. -

Portò la mano sulla sua dolce guancia rosata.

- Mh... sei caldina... forse è meglio se ti faccio misurare la temperatura! -

Frugò nella tasca del camice bianco e tirò fuori un termometro in vetro.

- Tieni! -

Scocciata lo prese e lo portò sotto braccio. Detestava gli ospedali, con tutto il cuore.
Aspettarono qualche minuto, prima che l'uomo riprese il termometro e lo scrutasse con attenzione.

- Mh.. che strano.. non hai febbre... eppure.. -

Toccò nuovamente la sua pelle.

- Oh.. adesso sei fresca... -

Si stupì.

- Gliel'ho detto che sto bene! Ora posso andare a casa? -

- Sarebbe meglio se ti tenessi in osservazione almeno fino a stasera! Lo svenimento che hai avuto non è da sottovalutare! Il fatto che ora tu stia bene, non significa che il pericolo è scampato! -

- Dottore.. non devo mica morire.. -

E sotto le lenzuola sollevò il dito mignolo e quello indice per scaramanzia, ma nessuno dei presenti lo notò..

- No certo! Ma vedi.. potresti sentirti male di nuovo.. per questo devo controllarti spesso.. devo valutare i tuoi valori e misurarti la pressione, parecchie volte nell'arco della giornata! -

- Ma.. -

- Max! -

La interruppe Kurama.

- Ha ragione! E' meglio se gli dai ascolto! -

Disse dolcemente.

- Lo so che non è una bella situazione, però.. -

Abbassò lo sguardo.

- Mi hai fatto prendere un bello spavento stamattina.. -

L'aveva vista così bianca, così debole.. e poi ricadere fra le sue braccia. L'aveva chiamata più e più volte, ma lei non era riuscita ad avvertire la sua voce, non aveva risposto in alcun modo. Non sapeva perchè.. ma il suo cuore aveva battuto davvero, fortissimo, aveva avuto paura.
Le voleva già così bene? Fino a quel punto? La risposta era semplice.. si. Le voleva bene, si era affezionato. A volte basta così poco tempo per imparare ad amare una persona così com' è.. capitano addirittura i colpi di fulmine, in cui un ragazzo e una ragazza capiscono di aver davanti la persona destinata ad affiancarli per il resto della vita. Qualcosa del genere era successa a lui. Sin dal primo momento che la vide, capì che in lei c'era qualcosa di speciale. Voleva poterla rivedere e così fu. L'aveva incontrata, ancora e ancora ed era diventato suo amico. L'aveva ascoltata parlare così poche volte, ma aveva scherzato con lei sempre con spontaneità. Avevano cenato insieme più di una volta e quando la incontrava avvertiva tanta felicità. Con lei stava bene, poteva parlare. Sentiva che avrebbe potuto dirle tutto, proprio tutto. Anche della sua vita passata, di quando era Youko. Eppure su questo ultimo punto, c'era un piccolo blocco in lui che non sapeva come abbattere. Lei sorrise dolcemente e gli prese la mano con affetto.

- Grazie per esserti occupato di me! -

Sorrise a sua volta.

- Figurati! -

L'uomo li osservò con invidia, ma soddisfazione.

- Sono così romantici i ragazzi di oggi... eh si! -

Annuì contento.

- Siete davvero una bella coppia! Complimenti Shuichi! -

- Ma.. no! Ha preso un granchio.. -

Spiegò Kurama con un leggero imbarazzo.

- Si infatti.. noi.. non stiamo insieme.. -

Precisò Max rossa in volto.

- Ah no? -

Rimase deluso.

- No.. siamo solo amici! Ma grazie ugualmente dottore! -

Sorrise ancora Kurama.

- Ah.. va beh.. chiedo scusa... -

Tossicchiò riacquistando serietà.

- Allora.. vado un attimo nel mio ufficio! Torno subito e tu... -

Disse indicando Max con sguardo serio.

- Guai a te se ti alzi, è chiaro? -

- E va bene.. -

Esclamò sospirando.

- Mi raccomando Shuichi! Tienila ferma eh? -

- Certo! Ci penso io! -

- Grazie tante della fiducia Shuichi! -

Lo fissò con sarcasmo.

- Scusa.. -

Rise.

- E poi mi sarebbe impossibile alzarmi con questa cosa infilata nel braccio! -

Disse indicando le flebo.

- Meglio così no? Vado e torno! Oh.. a proposito... forse è solo una mia impressione... ma.. come lo hai chiamato prima? Kura...Kura...qualcosa del genere... -

- OPS!! -

Si tappò la bocca con le mani. Cosa le era saltato in testa. Era talmente fuori di sè che non ci aveva fatto caso.

- Emm.. ma no! In realtà non ho capito nemmeno io quello che ha detto, probabilmente era ancora piuttosto debole e... -

Si giustificò lui salvandosi in extremis.

- Si, hai ragione! -

Si grattò la testa confuso.

- Torno fra un attimo! -

Disse richiudendo in seguito la porta alle sue spalle.

- Scusami.. -

Disse sinceramente dispiaciuta.

- Ma no! Non preoccuparti! Ti eri appena risvegliata dal malore, non potevi capire subito quello che stava succedendo! -

- Mh.. ho detto a mia madre che.. Kurama.. è il tuo soprannome.. sai.. per evitare incomprensioni come questa.. -

- Grazie, hai fatto bene! Forse avrei dovuto presentarmi direttamente con il mio nome umano.. ma ormai mi è molto difficile, ci ho fatto l'abitudine ad essere chiamato con il mio vero nome! -

Yusuke, Kuwabara, Hiei, Botan, Keiko, Shizuru, il piccolo Enma.. e anche Max. Erano talmente tanti a chiamarlo con il nome che portava nel Makai.. per lui ormai, Shuichi Minamino suonava così insolito..

- E' un bravo medico! -

Disse cambiando discorso.

- Si è preso cura di mia madre quando era malata, lo sai? -

- Ah si? -

- Già.. so bene che purtroppo non è stato lui a salvarle la vita.. ma ha fatto tutto il possibile per aiutarla e le è stato vicino.. più come un amico che come medico! -

Lo ammirava tantissimo.

- Capisco.. in effetti, ha l'aria di amare molto il suo lavoro! -

- Eh si, si vede! E poi.. non avrebbe mai scelto questo lavoro se non lo amasse! -

- .. ho detto una sciocchezza! -

Si picchiò piano il capo con la mano chiusa in un pugno. Kurama rise dolcemente, come era solito a fare. Poi, posò ancora una volta, la mano sul suo capo. Adorava fare quel gesto, era come se lei fosse un piccolo gattino da accudire. Era un gesto che le prometteva fiducia e prima di tutto, protezione.

- Hai fatto una giusta osservazione invece! -

Sussurrò appena.

- Vedi, un uomo si laurea in medicina perchè desidera occuparsi dei suoi simili, poter rendersi utile e guarire anche le malattie più gravi. Ma lui.. lui ci mette passione, volontà come nessun altro al mondo! Per lui non è solo un modo per aiutare gli altri.. ma anche se stesso! -

- Se stesso? -

Kurama annuì.

- Salvando una vita umana, sente di essere davvero un uomo capace di fare qualunque cosa. Poter creare un farmaco contro le malattie incurabili o scoprire cosa non va in un paziente e fermare la malattia prima che questa peggiori, per lui è una grande soddisfazione! Quando lavora, si nota una luce particolare nei suoi occhi.. una luce... diversa... -

Kurama aveva ragione.

- Perdonami, forse non sono riuscito a spiegarmi bene.. non è molto semplice da dire.. -

- Stai tranquillo, ho capito benissimo! -

Sapeva essere sempre così chiaro.

- Piuttosto Kurama.. ecco.. prima mi hai chiesto perchè ho gridato.. -

- Si.. hai per caso avuto un incubo? -

- Beh ecco.. vedi.. da un pò di tempo.. faccio dei sogni molto strani... -

- Vuoi parlarmene? -

Annuì convinta. In realtà non aspettava altro.

- Ecco.. sogno sempre l'episodio di due anni fa ma... c'è dell'altro! Il sogno inizia sempre con me, cammino al centro della strada e.. in tutta Tokyo, non c'è nessuno, la città è.. completamente deserta! -

La città deserta.. non sapeva cosa volesse significare, ma certo sapeva, sentiva.. che quello non era solamente un sogno.

- Continua.. -

Disse curioso.

- Ecco.. io.. avanzo nel cuore della notte.. nel silenzio... finchè all'improvviso.. non compare una persona.. -

- Chi è? -

- Ecco.. -

Si tormenò le dita delle mani con nervosismo.

- E' proprio di questo che volevo parlarti... è... è così difficile.. -

- Provaci! -

Le disse con dolcezza.

- Ecco.. la persona che compare sempre nei miei sogni... è un de... -

- Eccomi qui! Scusate, ci ho messo più del previsto! -

Disse l'uomo in tono di scusa.

- Allora, se entro stasera non hai più mancamenti o cerchi alla testa di alcun genere, potremo rilasciarti tranquillamente.. in caso contrario, saremo costretti a ricoverarti! -

Sperava davvero che non le capitasse più nulla.

- Ho capito.. grazie dottore.. come sta mia madre? -

- E' ancora un pò tesa, le ho appena parlato! Ma sta bene, è decisamente più tranquilla! Vuoi che te la chiami? Lei ha paura di non essere ben accetta.. -

- In che senso? -

Si portò una mano sulla bocca e trattenne una risata.

- Come fai a non capire? -

- Ma.. -

Li osservò divertito, lievemente arrossito sotto gli occhi.

- Oh! -

Capì. Sua madre pensava che forse, preferiva restare in compagnia di Kurama. Anche lei era certamente convinta, che fra di loro ci fosse qualcosa.

- Ma no! Può.. può entrare tranquillamente... solo.. che la conosco.. comincerà a tempestarmi di domande e... io non me la sento di rispondere.. -

Non avrebbe saputo nemmeno cosa dire per la verità.

- Si certo, capisco perfettamente! -

Un suono dalla sua tasca.

- Ops, scusate, il cercapersone! -

Tirò fuori un piccolo oggetto rettangolare e pigiò un tasto che risuonò con un lieve "bip".

- Chiedo scusa, ma hanno bisogno di me per un altro caso! Avverto l'infermiera di occuparsi di te! -

- Grazie.. -

Ne avrebbe fatto volentieri a meno.

- Va bene, allora vado! Ciao Shuichi, salutami tua madre! -

- Sicuro! -

Lo salutò muovendo lentamente la mano, aspettando che li lasciasse nuovamente soli.

- Allora, mi dicevi? -

Tornò serio e si preparò ad ascoltarla.

- Si dunque.. emm... ecco.. -

Allargò nuovamente le labbra.

- Non fa niente! -

Di nuovo la mano sul suo capo. Chissà perchè, se lo chiedeva spesso. Le avevano sempre dato fastidio le mani addosso, da chiunque, perfino da sua madre per certi versi.. eppure da lui.. Avvertiva così tanta sicurezza, e tranquillità quando la toccava...

- Non sei costretta a dirmelo! Se per te rappresenta un problema allora non insisto! -

- Ma no.. io.. tu... -

Doveva sapere.

- Questa è una faccenda.. che riguarda molto da vicino persino te Kurama! -

- Me? -

Non capiva.

- Cos'ho a che fare con i tuoi sogni? -

Era proprio curioso di saperlo.

- Vedi... la persona che compare sempre nei miei sogni... è.. -

- MAX TESORO! TI HO PORTATO QUALCOSA DA MANGIARE! -

Sua madre spalancò la porta della camera, fra le braccia una montagna di merendine.
Max quasi cadde dal letto, una goccia enorme sulla testa. Kurama, anch'egli imbarazzato, afferrò la ragazza riportandola alla posizione eretta, evitandole una brutta caduta sul pavimento gelato e duro come il marmo.

- Ma.. ops... ho interrotto qualcosa? -

Ridacchiò maliziosa.

- No no! Assolutamente niente! -

Mentì. Ancora una volta era sul punto di dirgli la verità sul suo sogno e cioè che lui stesso, quasi ogni notte, compariva nella sua testa sotto la forma di un demone volpe.
Per lei era già così complicato.. temeva di dire una parola di troppo e di conseguenza, di farlo arrabbiare impicciandosi nei fatti suoi.

- Dicevo.. ti ho preso qualcosa da mangiare! Tieni! -

Lasciò cadere le merendine sul letto, sopra di lei.

- Ma.. quanta roba hai preso, si può sapere? -

- Sono le tue preferite! Al cioccolato! Hai bisogno di zuccheri tesoro! -

Lei adorava il cioccolato e quelle merendine erano così invitanti..

- Ma sei pazza? Vuoi farmi diventare una bomba??? -

Kurama scoppiò a ridere divertito.

- Ma no amore! Non voglio farti diventare una bomba.. voglio solo.. che tu... torni ad essere in forma.. sennò.. la tua mamma... -

Tirò su con il naso.

- Oh no mamma.. non ti rimetterai a piangere adesso... -

- Mh....mmmh.... buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! -

Affondò il viso fra le braccia che posò sul materasso.

- TI PREEEGOOOOO! -

Si tappò le orecchie furiosa. La voce della donna sapeva romperle i timpani, Kurama voltò il capo affinchè Max non lo vedesse ridere a crepapelle, gli occhi che quasi lacrimavano dalle risate scompisciate.

- VUOI FARMI DIVENTARE PAZZA???? SMETTILA!!! -

- La tua mamma.. si preoccupa per te... pensavo.. di farti contenta portandoti i tuoi dolci preferiti.. e invece... e invece... BUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -

- MAMMAAAAA! -

Kurama era sul punto di scoppiare. Dovette alzarsi dalla sedia, che quasi si ribaltò per il brusco movimento, e raggiunse la finestra fingendo di guardare attravero il vetro.

- Mi hai presa per cretina? Guarda che lo so che te la stai facendo addosso dalle risate Shuichi-san! -

Sapeva che chiamandolo in quel modo avrebbe certamente cambiato il suo umore, non gli piaceva che lei lo chiamasse con il suo nome da essere umano.
Scoprì di aver avuto ragione. Kurama smise subito di ridere e la fissò. Calmo, quasi stupito, ma finalmente aveva smesso di schernirla. Gli lanciò un'occhiata maliziosa, un sorriso altrettanto furbo, un modo come un altro per dire: "Ti ho messo con le spalle al muro!" Ma non appena sua madre ricominciò a sgolarsi fra i singhiozzi, la sua tranquillità svanì di nuovo e sotto a farsi venire il mal di pancia.

- KURAMA!! -

Incrociò le braccia al petto e fece sprofondare la testa nel cuscino. Decise che l'unica soluzione era quella si rilassarsi e attendere che le cose tornassero normali. Purtroppo dovette guardare l'orologio da polso parecchie volte prima che la donna smettesse di piangere e Kurama di contorcere il volto burlandosi come un idiota.

- Forse ve lo siete scordati.. -

Disse lei ingiuriata mentre finalmente nella stanza regnava maggior quiete.

- Qui la vittima sono io... un pò di rispetto! -

- Io... ti ho portato.. -

Gemette sua madre.

- Le merendine al cioccolato.... mh..... buaaaaaaaaaaaaaah! -

- OH NO!!! -

Kurama fece appello a tutte le sue energie, persino a quelle nascoste dentro di lui, quelle che usava solamente in battaglia per restare immobile e zitto. Non ci riuscì, si divertiva a dismisura.

- NON NE POSSO PIU'! DOTTORE!!!! TORNI QUI, LA PREGOOOO!! -

Un'infermiera entrò in apprensione spalancando la porta. Lo stetoscopio intorno al collo.

- Che succede qui? -

Sua madre si alzò di scatto e andò ad avvolgere la vita della donna.

- Aaaaaah!! -

- Ma... ancora... -

Sospirò amareggiata.

- Su, vieni, forse è meglio se prendi un'altro bicchiere di tè.. -

Si lasciò accompagnare, mentre la collega le offriva un fazzoletto pulito che in un attimo fu da buttare.

- Hai finito? -

Chiese schernita e irata a Kurama che faticava a fermare le risate.

- Si.. scusa... -

- Mi chiedo cosa diavolo ci trovi di tanto divertente.. mia madre è una piagnona.. grazie a Dio non ho preso da lei! -

- Ehe! -

Tornò a sedersi accanto a lei, ora più calmo e rilassato.

- Allora, ti va di finire quel discorso? -

- Quale.. -

- Il tuo sogno.. -

- Ah.. già... -

Voltò il capo dalla parte opposta, le braccia ancora incrociate al petto.

- Mi è passata la voglia, non ti dico più niente! -

- Ti sei offesa? -

- Tsk! -

Quanto erano simili..

- Lo sai.. tu e Hiei vi somigliate molto! -

- CHE? -

Riuscì ad irritarla ancor di più.

- Non paragonarmi a quel bastardo senza cervello, chiaro?? -

- Accidenti.. scusa.. non volevo.. ma allora lo odi proprio eh? -

- Se lo vedi mandalo a quel paese da parte mia! -

E di nuovo girò la testa.

- Ma.. andiamo sei davvero arabbiata con me? -

- Mh! -

Si chinò in avanti per poter vedere il suo sguardo.

- Cosa posso fare.. per farmi perdonare? -

Le disse con dolcezza, il sorriso costantemente sulle labbra.. e quegli occhi...

- Boh.. -

Rispose lei mantenendo la serietà.

- Allora.. questo.. pensi che basti? -

- Questo cosa? -

Non appena terminò la domanda, avvertì il suo profumo tutt'intorno e il tepore delle sue labbra che toccavano delicatamente e con dolcezza la sua guancia.
La mano destra pigiata sul materasso per mantenersi in equilibrio, quella destra posata affettuosamente sulla sua spalla. D'un tratto sentì la rabbia svanire e la temperatura del suo corpo salire di colpo.
Kurama si stacco da lei e le sorrise ancora una volta, in silenzio. Lei divampò e la sua pelle rosata assunse il colore di un lampone, fumi di calore le uscirono dal capo.

- Ah ah ah! -

In un modo o nell'altro, con lei riusciva sempre a divertirsi.

- Perdonato? -

Strizzò l'occhiolino.

- Uffa.. -

Scostò lo sguardo tentando di riprendersi dalla vergogna.

- Così non vale però.. -

- Dai, sciocchina! -

Accavallò la gamba e si mise a braccia conserte.

- Dimmi tutto! Ti ascolto! -

- Eh? Ah.. si.. -

Lentamente la sua pelle riprese il colore normale. Meno male, non era più pallida come quella mattina.

- Ecco dunque... ti dicevo.. che da un pò di notti sogno sempre una persona.. -

- Si.. e hai anche detto che il tuo sogno mi riguarda molto da vicino.. spiegati meglio! -

- Ora.. ti dirò chi è quella persona.. e capirai tutto! -

Tirò un profondo respiro.

- La persona che sogno sempre.. è.. -

Si fermò per un attimo, aspettando che qualcuno, ancora una volta, facesse irruzione in camera interrompendo la sua frase. Quando vide che stavolta non accadde nulla, prese coraggio e disse tutto fino alla fine.

- Un demone volpe dai capelli d'argento! -

Si stupì, sbarrò gli occhi color smeraldo, le labbra semichiuse. Il vento soffiava delicato e fresco fra i loro capelli penetrando furtivo dalla finestra della camera.

- Quel.. quel demone.. sei.. sei tu.. non è vero? -

Le dita ancora tormentate, il capo chino per evitare il suo sguardo. Kurama non disse una parola.

- Kurama? -

Deglutì e alzò lentamente gli occhi. Fu al quanto sorpresa di scorgerlo sorridente.

- Che.. che c'è? Ho.. ho detto.. qualcosa di sbagliato? Ho forse.. preso un granchio? Ho detto una stupidaggine? -

Soddisfatto scosse lentamente la testa.

- No! Hai detto la verità! -

Disse dunque.

- Si, è vero! Quel demone volpe.. sono io! -

Non si arrabbiò, nè le intimò di starsene al suo posto. Meno male, che gioia.

- Ma.. ecco.. come.. com'è possibile.. voglio dire.. tu chi sei in realtà.. quale dei due intendo.. -

- Ti dirò tutto! -

Il blocco che aveva nel doverle raccontare il suo passato svanì.

- Vedi.. un tempo io.. ero una volpe! Un ladro a dire il vero... vivevo nel mondo dei demoni! -

- Il mondo dei demoni.. -

- Il Makai.. -

- Mh! -

Il regno nemico.

- Ero molto famoso e temuto da chiunque! Nessuno riusciva a prendermi, ero astuto e veloce, riuscivo sempre a farla franca! -

Disse.

- Nel Makai ero conosciuto.. con il nome di Youko Kurama! -

- Youko... -

Nel suo sogno non aveva mai detto quel nome..

- Un giorno.. fui inseguito da un cacciatore... che mi ferì.. così scappai nel Rekkai, il mondo degli umani, questo mondo... e mi rifugiai nel corpo di una donna! -

Nel corpo di un'umana all'oscuro di tutto.

- Mia madre! -

Proseguì.

- Così.. divenni Shuichi Minamino! Sono rinato sotto forma di essere umano, in una parola ho unito le nostre entità e sono stato partorito diciassette anni fa! -

- Quindi.. questa sarebbe.. la tua seconda vita... -

- Esatto! Ero troppo debole per condurre una vita nel regno umano, pensai di rinascere e diventare un'altra persona! Così eccomi qui.. -

Sperava solo di non spaventarla o allarmarla in qualche modo. Per fortuna, rimase tranquilla.

- Ora è tutto chiaro! Ecco perchè nel mio sogno.. Youko.. ha detto di chiamarsi "Shuichi Minamino".. voleva farmi arrivare a te! -

- E' incredibile! -

Non lo avrebbe mai immaginato.

- Hai un grande potere Max! Lo sai? -

- Un potere? -

- Si! Sei riuscita a scoprire la mia vera identità attraverso un sogno! Io non ti avevo ancora detto niente.. e mi dispiace.. forse avrei dovuto parlartene subito.. -

Quella sera in cui scoprì la sua natura di yookai.

- No, tranquillo.. non eri tenuto a dirmi un bel niente.. non erano affari miei.. comunque.. tu dici che.. ho avuto.. una specie di premonizione? -

Rammentò la domanda di Youko Kurama due notti prima...

- Hai mai avuto una premonizione? -


- Qualcosa del genere.. forse hai dei poteri.. molto simili a quelli di Kuwabara! Anche lui può prevedere le cose in sogno! Te l'ha detto? -

- No.. non lo sapevo.. -

Già.. quante cose non sapeva dei suoi nuovi amici.. non sapeva niente nemmeno di Kurama.. almeno fino a un attimo prima.

- Come vedi, non sei più l'unica a possedere un potere incontrollabile! Noi ti siamo vicini, perciò.. abbi fede! -

Doveva avere fiducia nelle sue capacità..e nei suoi poteri. Perchè prima o poi, presto o tardi, che fosse il giorno dopo o a distanza di settimane.. avrebbe dovuto affrontare la missione per la quale era nata.. combattere gli essere che più detestava: i demoni oscuri.
Certo si sarebbe rivelato difficile. Ma con accanto delle persone straordinarie come loro, soprattutto come Kurama, persone dai poteri sconosciuti in grado di capirla, aiutarla.. sicuramente ce l'avebbe fatta a tirare avanti.

- Si, grazie Kurama.. ora mi faresti un favore? - - Certo! Dimmi! - - Mi aiuteresti.. a levarmi da qui questa montagna di merendine..? - Un'altra dolce risata. - D'accordo! Vuoi riposare? - - Si, sono stanca.. chissà.. magari ti sogno ancora! - Avrebbe tanto voluto saperne di più su di lui.. e su quel sogno così trano.. Posarono le merende sul comodino, poi Max affondò la testa nel cuscino e sospirò assonnata. - Non sei più sola! -

Sussurrò appena prima che cullata dal calore delle coperta e dall'affetto della sua amicizia, Max, si addormentasse.
Era certo che la sua conoscenza delle arti marziali, l'avrebbe condotta lontano e che i suoi poteri col passare del tempo, sarebbero diventati sempre più forti.

"La nostra conoscenza se paragonata alla realtà, è primitiva e infantile.. eppure è il bene più grande di cui disponiamo. (Albert Einstein)

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Capitolo 19
*** Gelosia ***


CAPITOLO 20: Gelosia




Aveva trascorso tutto il pomeriggio in ospedale insieme alle "donne" Okino. Max lo aveva pregato più volte di fornirle un alibi mentre fuggiva dalla finestra pur considerando che si trovavano al settimo piano, oppure, fra una pausa di conversazione e l'altra, gli aveva chiesto di andarsene insieme a lei perchè da un momento all'altro sarebbe impazzita. Gli aveva confessato di detestare gli ospedali con tutto il suo cuore, specialmente perchè le ricordavano l'episodio di due anni prima, certamente inerente alla morte di suo padre. Dopodichè non aveva aggiunto altro e si era chiusa nel suo silenzio, nel suo guscio, lasciandolo con svariati vuoti in testa per il fatto che non era riuscito a comprendere di più.
Per fortuna, per il resto della giornata Max non aveva più avuto malesseri di alcun tipo, per un paio d'ore era andata persino in giro per l'ospedale allegramente. Così, alla fine della giornata l'avevano dimessa.
Trascorse la domenica in biblioteca, aveva studiato tutto il giorno, l'unico momento di pausa che si era concesso era stato a pranzo per sgranocchiare un panino nel cortile, dopodichè, il resto del tempo, lo aveva speso sui libri di biologia, scienze e matematica.
La mattina del lunedì cominciò come al solito. Sua madre che usciva presto di casa per recarsi in ufficio, lui che sorseggiava lentamente un caffè caldo leggendo il giornale quotidiano, lui che usciva di casa per camminare sulla strada di scuola.
Niente di nuovo, la normale vita di tutti i giorni come fosse stato un comune essere umano.
Era giunto in classe fra i primi, del resto, arrivare in anticipo era una caratteristica tipica di Shuichi Minamino. Non amava ritardare e benchp ammirasse la puntualità, preverifa essere il primo, per evitare intoppi e cose del genere. Ma forse ormai era solamente abitudine. Lesse in silenzio il libro dei verbi d'inglese, regolari e irregolari, non per dover affrontare compiti scritti o interrogazioni, semplicemente per passare il tempo. Era così che iniziava la sua mattina in classe; richiudeva la porta alle sue spalle, salutava cordialmente i suoi compagni e si sedeva al suo posto prima di iniziare a leggere un libro. Ogni mattina ne divorava uno diverso. Il rumore della porta scorrevole, una voce a lui familiare che camminava lentamente fra i compagni.

- Buon giorno Nakigawa! Come stai? Venerdì non sei venuta a scuola.. -

- No.. non sono stata molto bene.. -

Aveva detto.

- Ma ora mi sono ripresa, sarà stato solo un calo di pressione! -

Lui sapeva che il motivo della sua assenza era ben diverso. Il gorno prima lei gli aveva confessato di amarlo e di voler da tempo diventare la sua ragazza. Cosa avrebbe potuto risponderle se non di no? Ormai era tipico per lui, si era guadagnato il titolo di "Spezza cuori", quell'appellativo girava per tutti i corridoi dell'istituto. Era però abituato a non dar peso ai pettegolezzi e forse quella volta, non si sarebbe sparsa la voce dell'ennesimo due di picche, conosceva bene Nakigawa, non amava sparlare della gente.
In quel momento la vide avvicinarsi, camminare piano e a testa china, verso il suo banco, poi con la coda dell'occhio, lo guardò in silenzio. Lui non amava essere scortese, certo neanche ipocrita o menefreghista. Se l'avesse salutata con il sorriso sulle labbra, lei avrebbe certamente pensato che per lui era come se nulla fosse accaduto, come se mai gliene fosse importato qualcosa. Era anche vero che se manteneva le labbra serrate, senza rivolgerle nemmeno un misero saluto, avrebbe fatto la figura del maleducato e proprio non ci teneva.
Bastava una via di mezzo, un qualcosa, un tono di voce che le avrebbe fatto capire quanto gli era dispiaciuto farla soffrire in quel modo, a tal punto da saltare un giorno di scuola e che gli avrebbe fatto molto piacere mantenere un normale rapporto di amicizia.

- Buon giorno Nakigawa! -

Così fece. La salutò, quasi con un tono di scusa. Lei avrebbe capito.
Rimase un attimo in silenzio a guardarlo con il dolore nel cuore. Subito capì il motivo. Era ben diverso. Lei quel famoso giovedì, lo aveva pregato di chiamarla per nome e lui se n'era già dimenticato. Si sentì un autentico idiota. Voleva migliorare un pò le cose, invece era stato grande nel peggiorarle. Probabilmente dopo quella cavolata, lei non gli avrebbe mai più rivolto la parola. Invece sorrise appena, ma tristemente e rispose al saluto.

- Buon giorno Minamino! -

E si sedette al suo posto disfando la cartella. Riusciva a vederla di schiena, i capelli raccolti in una treccia sistemata su una spalla.




- Te l'ho detto.. io non ce la faccio ad affrontarla con il sorriso sulle labbra! -

Disse Kuwabara nervosamente.

- Andiamo, che ci vuole! Basta non guardarla negli occhi! -

- Eh si! E come faccio a non guardarla più negli occhi? Prima o poi dovrò affrontarla a viso aperto, no? -

- Si.. ma senza parlarle di niente! Ricorda Kuwabara, non dobbiamo divulgarci, non possiamo toccare l'argomento, altrimenti finisce male per lei.. e per noi che non avremo più una cacciatrice accanto.. perchè se le riveli ciò che hai scoperto, infierendo di più sui suoi già provati sentimenti, potresti anche darle il colpo di grazia, farla cadere in uno stato di depressione talmente grande da non poter più tirarcela fuori! Che se ne fa il mondo di una cacciatrice depressa? E poi.. -

Per lei..

- Non ha bisogno di altro dolore! Ti pare? -

- Mh.. -

- Anche Botan ci ha vietato di dirglielo... dobbiamo aiutarla ad uscire dallo stato in cui è da due anni.. non a buttarcela dentro maggiormente! Allora, pensi di farcela? -

- ... -

Si fermò davanti alla porta e allungò la mano posandola sulla maniglia. Quasi tremò.

- No! Non posso! Non ce la faccio, io torno a casa! -

Disse voltando i tacchi.

- NO CHE NON CI VAI, CODARDO!! -

Lo afferrò per le gambe facendolo cadere a terra sbattendo il naso.

- AHIO!! MA SEI PAZZO URAMESHI? -

- Ascoltami testone! -

Ringhiò Yusuke.

- Non puoi evitarla in eterno, lo hai detto tu stesso no? E poi.. -

Aveva già saltato un giorno di scuola.

- Non è giusto scusa! Ti pare un buon pretesto per marinare la scuola? -

- Allora saltala anche tu no? -

- Mh.. -

Fu tentato di dare una risposta affermativa, di svignarsela immediatamente.

- Ehi voi due! Sbrigatevi a entrare in classe, non avete sentito che la campana è suonata? -

Ma Takenaka sopraggiunse e per loro fu troppo tardi. Sospirando entrarono tristemente in classe.

- Ah buon giorno ragazzi! -

Li salutò Max allegramente.

- Ciao Kuwabara! Come stai? -

- ... -

La guardò negli occhi con un'espressione mai vista, era così serio..
Se pensava a quello che aveva passato e che stava passando in quel preciso momento.. gli sorrideva, non poteva fare a meno di pensare che quella era solamente una maschera.Si sforzava di apparire gioiosa e spensierata.. invece.. invece.... quei dolori al petto, allo stomaco.. quei.. quei brividi di freddo... gli sembrava di provarli ancora.

- Bene.. sto bene! -

Rispose sedendosi al banco.

- Ah... -

Non ne fu convinta, ma riprese a leggere gli appunti di matematica che il professore avrebbe certamente ritirato per un attento controllo.

Durante la lezione, ebbe come la sensazione di essere osservata. Con la coda dell'occhio notò che Kuwabara le teneva costantemente gli occhi addosso, si girava molto spesso e lei ignorava il motivo di quel controllo continuo. Si voltò chiaramente verso di lui e lo fissò esterrefatta, chiedendogli con lo sguardo cos'avesse da quella mattina.
Non appena i loro sguardi s'incontrarono, Kuwabara riportò gli occhi sul quaderno, che era sicura, sarebbe rimasto bianco per tutta l'ora.




Era rimasto in aula oltre l'orario di scuola quel pomeriggio. Si era incaricato di riempire i moduli per il comitato studentesco. Caso volle, o destino volle.. che in quella classe ci fosse anche lei, Kaori. Era stata incaricata di pulire l'aula e lei, seppur di rammarico, aveva accettato di compiere il suo dovere, anche se nel dare una risposta affermativa, l'aveva guardato con la coda dell'occhio. Sapeva che sarebbe rimasto anche lui, per questo si era certamente sentita a disagio.
Sistemò il malloppo di fogli nel cassetto della scrivania, mentre con la coda dell'occhio, la osservò pulire la lavagna. Inforcò la sua cartella al banco, posò con cura la sedia sotto il banco e si diresse verso la porta, ma non appena giunse davanti a lei, si fermò. Non era educato andarsene senza salutare.

- Ciao Kaori! A domani! -

Quella volta si era ricordato di chiamarla per nome. La ragazza si bloccò, lentamente abbassò il cancellino e senza nemmeno guardarlo negli occhi rispose..

- A domani Minamino! -

Quella fu la prova inconfutabile, oramai lo odiava profondamente. Aveva insistito così tanto per chiamarlo per nome, invece, aveva ricominciato a usare il suo cognome. Amareggiato, ma con la sua classica aria tranquilla, fece scorrere la porta dell'aula e la richiuse immediatamente nascondendo dentro l'aula la sua figura femminile. In quel momento, notò una presenza familiare posata alla parete.

- Max? -

- Ciao! -

Lo salutò sollevando la mano.

- Ma.. che ci fai qui! -

Domandò sorpreso.

- Ho chiesto a Yusuke quale scuola frequenti! E così ho pensato di passare a trovarti! Mi ha anche detto che ti trattieni spesso oltre l'orario di fine lezione! -

- Già, ho parecchie cose da fare! -

Spiegò ricambiando il sorriso.

- Mi hanno indicato la tua classe.. ma ho preferito aspettarti fuori! Stai andando a casa? -

- Si, vieni con me? -

- Veramente.. volevo invitarti a bere qualcosa.. l'ho chiesto anche a Yusuke, Kuwabara e Keiko, ma avevano già un altro impegno.. -

Sperava che almeno lui fosse libero. Aveva così tanta voglia di chiacchierare con qualcuno.. specie con lui.

- Ma forse.. anche tu devi tornare subito a casa.. -

- No! Vengo molto volentieri! -

- Davvero? Sono contenta! -

Come divenne radiosa, quasi gli illuminò il volto. In quel momento udì la porta della classe aprirsi accanto a lui, Kaori uscì e alla vista di loro due insieme, lui, il suo Shuichi con quella ragazza così bella, mai vista prima, si bloccò profondamente scossa dalla delusione.

- Nakigawa.. -

Sussurrò lui appena, ma Kaori non disse alcuna parola. Abbassò lo sguardo, la frangia le coprì gli occhi e velocemente corse via.

- Chi è quella? La tua ragazza? -

Domandò maliziosa.

- Eh? No no! E' solo una mia compagna di classe! -

Spiegò in preda al panico.

- Ah si? Eppure lei mi sembrava più di una semplice compagna di classe.. non hai visto come ha reagito appena mi ha vista? -

- Si.. beh ma.. non stiamo insieme, siamo solo amici! -

- Ah si? -

Non sembrò convincersene.

- Certo, su, andiamo che ti spiego! -

E s'incamminarono lungo il corridoio..



Sorseggiò una calda tazza di caffè, si sentiva così stanca..

- Capisco! E così si è dichiarata.. ma ti sei ritrovato costretto a respingerla! -

- Già! Non ricambio i suoi sentimenti.. cos'altro avrei potuto fare.. -

- Kurama.. -

Posò la tazza mezza vuota sul piattino e lo guardò nei suoi smeraldi.

- Guarda che non ti sto giudicando! -

Disse.

- Al contrario, sono perfettamente d'accordo con te! Non sei costretto a stare con una ragazza se per lei non provi altro che un profondo senso d' amicizia! E' vero, hai dovuto respingere molte studentesse.. ma non è colpa tua se sei così popolare! -

Sorrise.

- Hai ragione.. però vedi.. spezzare cuori continuamente.. non mi rende certo orgoglioso! -

- E' più che comprensibile! Ma te lo ripeto! Non puoi fare altrimenti! Ti faccio un esempio! Se tu avessi una ragazza che frequenta un altro istututo, cosa faresti? -

Domandò.

- Ovviamente direi le cose come stanno! -

- Esattamente! Quindi ti ritroveresti comunque ad affrontare la delusione delle tue ammiratrici, no? Lo vedi? E' la stessa cosa! -

Si pulì le labbra rosate.

- Si, forse hai ragione.. -

Rise.

- E tu? -

- Io cosa? -

- C'è qualcuno che ti piace nella vostra scuola? -

Poggiò il mento sulle mani e la fissò sorridente.

- Come? No.. no, non c'è nessuno! -

Arrossì lievemente.

- E che mi dici di Yusuke? Come ti trovi con lui? -

- Io? Bene.. si.. è molto simpatico! -

L'aveva giudicato male.

- E Kuwabara? -

- Kuwabara.. -

Si fece seria all'improvviso.

- Oggi.. era molto strano.. -

- Strano? -

- Non lo so.. era così giù di corda.. ma.. ho l'impressione che.. abbia a che vedere con me.. e non so perchè! -

- Con te? -

Si sbalordì. Come poteva qualcuno essere triste in sua compagnia?

- Lo so, sembra strano.. ma.. non faceva che fissarmi... per tutto il giorno.. ma non come un ragazzo innamorato.. era.. te l'ho detto, triste.. come.. dispiaciuto per me.. -

E non se lo spiegava.

- Dispiaciuto.. è forse successo qualcosa? -

- Non che io sappia... -

- Non gliel'hai chiesto? -

- Volevo, ma ho pensato che l'avrei solo fatto sentire a disagio.. -

Non voleva peggiorare la situazione.

- Ho capito.. mi dispiace purtroppo io non ne so niente.. ma posso sondare se vuoi.. -

- Ti ringrazio.. ma capirà che te ne ho parlato io e..no, meglio di no! -

- Ehi! -

Portò il dito indice sulle labbra.

- Non ho detto che glielo riferirò! -

- Ma.. -

- Io ho un buon fiuto, ricordi? Mi accorgerò di sicuro che qualcosa non va in lui.. vedrai che non si tirerà indietro.. mi parlerà, siamo molto amici! -

Da tanto tempo.

- Si, ma.. lui sa molto bene che tu e io siamo in buoni rapporti.. se davvero ha qualcosa che non va con me.. non verrà certo a riferirtelo! -

- Stai tranquilla! Lui si fida di me! Mi conosce, non sono il tipo che va in giro a spifferare i segreti degli altri.. -

- Ma scusa.. è quello che intendi fare.. -

Sogghignò divertita.

- No! -

Scosse la testa.

- Perchè vedi, tu sai già tutto! Conosci la verità! -

Faticava a comprendere.

- Beh, promettimi una cosa! -

- Di che si tratta? -

- Se dovesse parlarti di qualcosa del tutto diverso.. promettimi di non dirmi una sola parola a riguardo! -

Non voleva entrare nei suoi affari, non le piaceva affatto.

- Ho capito! D'accordo, promesso! -

- Grazie! -

Sorseggiò l'ultimo sorso di caffè rimasto.

- Che mi dici di te! -

- Mh? -

- Come ti senti, non sei più stata male dopo ieri? -

Ora che ci pensava, non aveva pià avuto alcun disturbo fisico. Se n'era anzi, del tutto dimenticata.

- No! Sto bene.. -

- Certo che è strano.. nemmeno i medici hanno saputo trovare una diagnosi.. dicono sia tutto collegato allo stress e nulla di più, però... -

- Pensi si siano sbagliati? -

Un disturbo causato da un anomalo fenomeno..

- Beh.. non esattamente.. però.. Max, non vorrei sbagliarmi, ma potrebbe essere per via di quei sogni che fai sempre.. -

- I miei sogni? Ma cosa c'entrano, non capisco! -

Le fece segno di avvicinarsi di più, doveva essere il più discreto possibile. Le orecchie della gente sapevano essere molto tese.

- Tu hai un potere mentale! Un potere che ti permette di captare qualcosa, qualunque cosa! Compreso il passato degli altri! Come hai fatto con me! -

Aveva scoperto che lui e Youko Kurama, erano la stessa persona.

- Si, ma io non ho scoperto il tuo passato! Ho solo sognato il tuo aspetto in Youko, non avevo la minima idea che fossi rinato come essere umano.. non ci capivo niente.. -

Aveva solo una gran confusione in testa, specie dopo che Youko le aveva rivelato di chiamarsi Shuichi Minamino.

- Però.. pensaci! Non mi avevi mai visto nella forma di Youko, eppure mi hai sognato più di una volta! -

- Mh... -

Ancora non si spiegava come questo era stato possibile. Sapeva soltanto che da qualche notte, Youko Kurama compariva nei suoi sogni per guidarla verso un qualcosa a lei sconosciuto.

Era così assorta nei suoi pensieri, che non si era nemmeno accorta che Kurama, si era alzato dal tavolo.

- Possiamo andare! Vieni, ti accompagno a casa! -

- Eh? Ma.. e il conto? -

Sorrise tranquillamente.

- L'ho già pagato io! -

- Eeh?? Hai pagato anche per me? -

- Si! Perchè? -

- Come sarebbe a dire perchè!! -

Frugò nella cartella e prese il portafogli dal quale estrasse una banconata.

- Quanto ti devo? -

- Nulla! Te l'ho offerto io! -

- Non me l'avevi detto! -

Disse pungente.

- No? Devo essermi dimenticato! -

- L'hai fatto apposta eh? Non me l'hai detto perchè sapevi che avrei rifiutato! Toh, prendi! -

Gli ficcò i soldi in mano.

- Non li voglio! -

Glieli mise in tasca.

- Ma!! -

- Senti, già non mi hai permesso di offrirti la cena dell'altra sera! Almeno lascia che ti paghi un caffè! -

- Non capisco perchè ci tieni così tanto a offrirmi qualcosa! I soldi non crescono sugli alberi e io non mi merito tanta gentilezza! -

Non meritava di essere viziata.

- Smettila di crearti tanti problemi inutilmente! -

Si recò verso l'uscita.

- Ehi! Non pensare di sviare il discorso! Kurama.. -

Per un lungo tragitto, non fecero che discutere sul poco denaro speso per pagare anche il suo caffè. Max era talmente cocciuta.. se si impuntava niente e nessuno probabilmente, sarebbe mai riuscito a farle cambiare idea.

- Ti ho detto che non voglio niente! -

Ribadì divertito.

- E io ti ripeto che intendo pagarti! Quindi o ti prendi sti soldi o ti sto addosso finchè non te li metti nella giacca! -

- Non importa ti ho detto! E poi, cosa fai, vieni fino a casa mia? -

- Vengo anche IN casa tua se necessario! -

- Ah si? Senza invito? -

La fulminò con sarcasmo.

- Si! Anche senza invito! -

Gli mostrò la lingua.

- Max, Max! Hai veramente una testolina dura! -

- Lo so! Sono cocciuta! Mettiti il cuore in pace! -

- Non intendo arrendermi! Non li voglio i tuoi soldi! Non volevi metterli da parte per tua madre? Su! Fai la brava bambina e mettili via! -

Rise.

- Non trattarmi come una bambina o ti picchio! -

- Ah ah ah! -

Con qualun altro avrebbe perso gran parte della sua pazienza, benchè di suo, non ne avesse mai più di tanta. Con lui non riusciva mai ad arrabbiarsi, al contrario. Le trasmetteva il buon umore, la riempiva di affetto e di attenzioni, questo per lei voleva dire moltissimo.

- Se ti agiti starai di nuovo male! -

Osservò.

- Non preoccuparti, sto magnificamente! Ho un fisico d'acciaio io, cosa credi! -

Non ne dubitava. Altrimenti non sarebbe stata eletta cacciatrice.

- Dico sul serio! E' meglio non trascurarti troppo! Piuttosto.. il dottore non ti aveva detto di restare a casa da scuola oggi? -

Era semrbato quasi che la stesse pregando quel pomeriggio, si era preso molto a cuore il suo problema seppur incompreso.

- Beh si.. l'aveva detto.. -

Disse.

- Anche mia madre ha tentato in tutti i modi di dissuadermi.. ma vedi.. a parte il fatto che ho da poco iniziato a frequentare questa scuola.. mi sento benissimo! Perciò che motivo ho di rimanere a casa? -

Nessuno.

- Sempre meglio non rischiare! Se stavi male in classe, avresti potuto risvegliarti di nuovo all'ospedale, non ci hai pensato? -

- Beh.. in effetti si... ma.. -

- Ma sei voluta andare ugualmente.. questo ti fa onore Max, sei una ragazza modello.. ma onestamente.. sei stata davvero imprudente.. -

Lo sapeva bene lei stessa.

- Vedi Kurama.. in verità io.. ho voluto andarci per un motivo ben preciso.. -

- Sarebbe? -

Si soffermò accanto alla vetrina di un negozio, si avvicinò e curiosò in silenzio al suo interno. Le si avvicinò con cautela e le rivolse ancora il suo dolce tono, che sapeva bloccarle la voce in gola.

- Non vuoi dirmelo? -

- ... -

Non doveva vergognarsi, lui poteva capire.

- Non volevo restare sola... -

Confessò tristemente.
Con sua madre al lavoro e il fratello dai vicini, sarebbe rimasta completamente sola in quell'appartamento così grande. Avrebbe avuto malinconia e probabilmente si sarebbe soffermata a pensare, o meglio, a ricordare le cose più spiacevoli.

- Piccola! -

L'avvicinò a sè e l'avvolse dolcemente. Il suo viso affondò nel suo petto caldo, una mano le cinse la spalla, l'altra toccava delicata i suoi capelli. Quel suo buon profumo di primavera di nuovo l'accolse.
Le faceva così tanta tenerezza, non poteva fare a meno di stringerla fra le braccia.

- Pensi che sia ridicola? -

Le riuscì difficile parlare, le faccia incollata al suo petto.

- Affatto! Stai tranquilla! -

- Grazie! -

Disse.

- Sei l'unico che mi capisce! -

Era felice.

- Lo sai che su di me puoi sempre contare! -

Max annuì.

- Ti voglio bene! -

Quasi il suo cuore salì in gola. Non poteva credere di averle sentito pronunciare tali parole. Nessuno oltre sua madre, gli aveva mai detto di volergli bene. Molte ragazze gli avevano confessato amore.. ma lei.. lei era diversa, come i suoi sentimenti.
Dunque sorrise, sollevato e contento.

- Anch'io te ne voglio! -

Era così. Le voleva bene davvero.

- Grazie! -

- Per cosa? -

- Per volermi bene anche tu! -

Per un attimo temeva di sentirsi dare una risposta acida e scaltra.. pur sapendo che lui, non era affatto quel genere di persona.

- Non preoccuparti! -

Non capiva come quel ragazzo di Kyoto che le aveva spezzato il cuore senza pensarci, avesse potuto respingere una ragazza come lei. Aveva solo qualità e lui avrebbe dovuto sentirsi il ragazzo più fortunato del mondo per averla accanto. Se lo domandava davvero.



Camminava nel buio del tardo pomeriggio, l'aria iniziava a farsi più fredda e le strade erano illuminate dalle luce dei lampioni, dei negozi e dalle bellissime luminarie di Tokyo. Le piacevano così tanto quei colori, a Kyoto non ne aveva mai visti di così belli.
Ogni qualvolta doveva attraversare quella strada che l'avrebbe fatta sbucare nella via di casa sua, così buia e a dir poco inquietante, le creava un certo disagio. Non sapeva perchè, ma provava un brivido lungo la schiena che non le piaceva per niente, quando attraversava quel viotto. Doveva sbrigarsi a trovare una scoriciatoia. Quel silenzio fu interrotto del suono del suo cellulare che squillò all'improvviso risuonando come un eco. Era sempre deserto quel quartiere, specie a quell'ora. Quella desolazione.. le ricordava così profondamente il suo sogno.. se ci pensava stava malissimo.

- Pronto? Ah mamma.. si.. dimmi..... no sto arrivando... si... come? Ah.. non rientri... va bene... si si sto benone, tranquilla! Mamma.. ti ho detto che sto bene! Si! Ok.. a stasera... -

Sospirando ripose il cellulare nella cartella. Avrebbe dovuto cenare sola con il suo fratellino.. che tristezza. Sul momento pensò subito di avvertire Kurama, ma riflettendoci con attenzione, non poteva approfittare di lui in quel modo, tutto perchè non aveva alcuna intenzione di rimanere da sola. Stava per diventare una donna, quel piccolo blocco, andava necessariamente superato.

D'un tratto, l'ombra di qualcuno alle sue spalle attirò la sua attenzione. Un'ombra familiare.

- Caspita! -

Esclamò lei.

- Questa via è la tua preferita eh? -

Nessuna risposta, solo un passo più avanti, sentì il suo corpo appiccicato alla sua schiena. Avvertiva il suo petto sentendo perfino ogni singolo solco dei muscoli. La sua mano che le scostava i capelli dal collo, il suo caldo respiro sulla sua pelle. Poi una risata.. una risata che detestava con tutta se stessa perchè gli ricordava la SUA risata..

- NON MI TOCCARE! -

Con una gomitata all'indietro fece per colpirlo, ma la sua straordinaria velocità le impedì anche solo di sfiorarlo. Hiei si materializzò nuovamente dietro di lei.

- Nervosette! -

Disse sprezzante.

- Sta zitto! -

Lo guardò di sbieco.

- Ma che cosa vuoi da me! Entri nella mia stanza durante la notte, mi segui ovunque, mi minacci.. quale diavolo è il tuo scopo! -

- Mi sembrava di essere stato chiaro! O sei ritardata o dura d'orecchi! -

- COME TI PERMETTI! -

Innalzò la mano certamente pronta a gonfiargli il volto con un altro dei suoi schiaffi, ma con un rapido gesto, Hiei le bloccò il braccio prima che potesse colpirlo.

- Lasciami! -

Rinchiò a denti stretti.

- Sennò? -

- Ti ammazzo! -

- Oh, muoio di paura! Ce l'hai un pannolino di ricambio? Ne ho bisogno! -

Non lo sopportava.

- Ti odio! -

- Felice di saperlo! -

Perchè faceva di tutto per complicarle la vita? Perchè ce l'aveva così tanto con lei?

- Mollami il braccio! Lasciami ho detto! -

Ma non lasciò la presa, al contrario, strinse maggiormente.

- Potrei anche staccartelo, lo sai? -

- E io posso staccarti qualcos'altro! Vuoi che facciamo una prova? -

- Smettila! -

La sua espressione si fece seria.

- E allora lasciami, schifoso! -

- Tsk! Disprezzi i demoni, li guardi dall'alto al basso come fossero spazzatura! Eppure, Kurama te lo porteresti anche a letto! -

Questa volta ci riuscì, a tirargli uno schiaffo.

- Sei tu che mi fai schifo! Il fatto che nelle tue vene scorra il sangue di un demone, passa in secondo piano! -

Si dimenò per liberarsi della sua presa, inutilmente.

- LASCIAMI!! -

- STA ZITTA! -

La fulminò con i suoi occhi infuocati.

- Tu non sei nessuno! Hai capito? -

Non contava nulla.

- Anche Kurama prima o poi si stuferà di te! In fonfo.. è e rimarrà sempre un kitsune! Lui è un demone, non dimenticarlo! -

- Già.. ma non lo è nell'animo... tu invece lo sei! Ti ho detto di lasciarmi! -

- Gira alla larga da qui e ti prometto.. che avrai salva la vita! Bada non intendo ripetertelo di nuovo! -

Sospirò per mantenere la calma. Non aveva la minima intenzione di fare a botte, non quella sera.

- Hiei, guarda bene il labbiale! -

Gli disse.

- Va-a-farti-fottere! -

- Ragazzina impudente! -

Aumentò la forza nella stretta.

- Mi stai facendo male, mollami!! -

- Hiei! Lasciala andare! -

Entrambi sussultarono.

- Kurama.. -

- Hai sentito? Lasciala andare! Subito! -

Sembrava piuttosto arrabbiato. Pensò di non urtarlo ulteriormente e lasciò il polso di Max che se lo massaggiò dolorante.

- Che diavolo ci fai qui! A quest'ora non dovresti essere a casa con tua madre? -

- Devo fare la spesa.. mia madre è molto stanca in questo periodo.. non si è accorta che la dispensa era vuota.. -

Un tempismo perfetto.

- Posso sapere cosa diavolo stavi combinando? -

Le si avvicinò preoccupato.

- Fammi vedere.. ti fa male? -

Le afferrò la mano.

- No.. è tutto a posto.. -

Perchè, pensò. Perchè si preoccupava per lei, perchè tutte quelle attenzioni.

- Ti accompagno a casa! -

- Non preoccuparti, è qui dietro.. -

- E' sulla strada del supermercato, lo faccio volentieri! E sarà bene che tu.. -

Si rivolse nuovamente a Hiei.

- La prossima volta mi dia una spiegazione logica a questo tuo assurdo comportamento! -

Lo guardò allontanarsi con lei. Si sentiva così strano.. Kurama non si era mai arrabbiato con lui... mai. Lo aveva sempre capito, in ogni istante.. eppure, da quando c'era lei, lo sentiva così lontano..
In quel momento capì. La sua non era semplice mancanza di fiducia.. la sua era gelosia, perchè da quando quella Max era giunta in città, tutti, specialmente Kurama, non facevano che parlare di lei e di quanto fosse straordinaria. Si sentiva tagliato fuori e questo non gli andava giù. Kurama era il suo migliore amico e solo in quel momento si accorse di aver bisogno della sua presenza. Non aveva mai voluto ammetterlo, nemmeno con se stesso. Adesso finalmente riuscì a mettere le cose in chiaro. Rivoleva indietro il suo amico, rivoleva il Kurama di una volta che era sempre disposto ad ascoltarlo. Perchè si sentiva talmente malinconico da un pò di tempo.. il suo triste e duro passato era ricomparso nei suoi sogni..e non aveva nessuno con cui parlarne. Perchè Kuwabara e Yusuke erano troppo immaturi, dunque pensò di non metterli al corrente della sua situazione. Kurama era ormai distante, per colpa di quella mocciosa che gli calpestava i piedi dovunque andasse. Era di nuovo solo.. come quando venne abbandonato quel lontano giorno.. che lui rammentava meglio di ogni altra cosa.
Frugò nella sua casacca nera e tirò fuori la pietra Hirui che portava sempre al collo, dalla quale non si separava mai.

- Yukina... -



- Mi dispiace... lui è fatto così.. è impulsivo, non si rende conto di quello che fa quando è arrabbiato! -

- Ah, cioè sempre! -

Sbottò lei.

- Lo so.. non ha un carattere facile.. ma te lo assicuro, lui non è cattivo! -

- Nooo.. fosse per lui mi ammazzerebbe senza pensarci! -

- Non dire così.. è vero che la cavalleria non è il suo forte.. ma se pur sempre una ragazza.. e non gli hai mai fatto niente di male! -

- E' proprio questo che non capisco! -

Sbuffò.

- Cos'ha contro di me? Non me lo spiego.. -

- Hiei non è un tipo semplice da comprendere.. con il tempo.. io ho imparato a decifrare il suo stato d'animo.. ma ti confesso che non è stato per niente facile! -

Comprendeva bene il perchè.

- Ti ha fatto male? -

- Eh? Oh no no! Non è nulla! -

- Fammi vedere! -

- Ma non è niente... davvero... -

Le afferrò nuovamente il polso e le sollevò la manica della camicia. Vide un lieve livido circolare apparire sulla sua pelle bianca.

- E' stato veramente indelicato! -

- Non preoccuparti! Sono o non sono la prescelta? Ci vuole ben altro per farmi veramente male! E poi.. ancora non conosce i miei poteri! Di sicuro se la farebbe sotto! -

- Oh, prendi molto sul serio la faccenda della cacciatrice ora! -

Era così diversa da quando la conobbe..

- Ah beh... mi viene spontaneo.. forse perchè mi sono messa il cuore in pace.. -

- Comunque.. nemmeno io conosco i tuoi poteri.. -

Sapeva solamente quanta forza possedeva dentro di lei.

- Ogni cosa a suo tempo! Nemmeno io conosco i tuoi perciò.. siamo pari! -

Gli mostrò la lingua.

- A questo c'è rimedio! -

- A cosa? -

Kurama sorrise ed infilò una mano nei capelli.

- Per te! -

Come per magia, gli spuntò una splendida rosa in mano.. rossa come i suoi capelli.

- Ma.. e questa?? -

- Non la vuoi? -

- Ah si, certo! -

- Attenta a non pungerti! -

Con attenzione la prese fra le dita. Era così bella.. non ne aveva mai viste di così perfette.

- Questo sarebbe il tuo potere? -

- Beh.. non proprio tutto.. il mio potere! Non vinco le battaglie facendo omaggi floreali ai miei nemici! -

- Ah ah ah! Non avevo dubbi! -

- Il mio potere consiste in questo! Manipolare le piante! Crearne in quantità, anche direttamente dal mondo spettrale! -

Lei si mostrò compiaciuta.

- Buona a sapersi! -

- Cosa? -

- Ora che lo so.. non dovrò più spendere soldi dal fioraio! -

- Ah ah ah! Non sapevo ti piacessero i fiori! -

- Li adoro! -

Le trasmettevano il buon umore.

- Chissà quanti ragazzi te ne avranno mandati! -

- Ah.. beh.. veramente nessuno... -

- Come sarebbe a dire nessuno! Se mi dici che non hai mai avuto una schiera di ammiratori non ti credo! -

Lei abbassò lo sguardo.

- Sei libero di non crederci ma.. è proprio così.. -

Kurama sospirò ed infilò nuovamente la mano nei capelli.

- Tieni! -

- Un'altra? -

- Perchè no! Per una bella ragazza come te, questo ed altro! -

Strizzò l'occhio.

- Grazie.. -

- Mi raccomando, metti qualcosa su quel livido.. altrimenti peggiorerà.. -

- Va bene.. grazie per avermi accompagnata.. ancora.. -

- Lo faccio volentieri! -

Si sentiva viziatissima, come non mai in vita sua.

- Allora.. ciao! Buona spesa! -

Rise.

- Grazie! Ah.. aspetta un attimo.. -

Le si avvicinò e la guardò negli occhi. In silenzio la prese per le spalle e le baciò caldamente la fronte.

- Ci vediamo! -

Disse staccandosi da lei.

- Ci vediamo.. -

Ripetè colpita.
Lo osservò allontanarsi dal quartiere, sospirò profondamente e infilò la mano in tasca.

- Ma.. -

In quel momento si accorse di avere qualcosa.

- No.. -

Soldi.
I soldi che era riuscita a restituirgli con tanta fatica quel pomeriggio.. aveva adoperato la scusa del bacio per infilarglieli furtivamente in tasca....

- KURAMAAAAAA! GRRR!!! -

Non pensava fosse furbo fino a quel punto.
Il ragazzo la udì gridare e fra sè e sè ridacchiò divertito e soddisfatto.




Su quel ramo di corteccia che ormai era diventato come casa sua, fissava la luna quasi piena e si rigirava la pietra Hirui nella mano. Ogni qualvolta i suoi occhi si posavano su quella perla così luccicante, generata da una lacrima della donna che lo mise al mondo, rivedeva l'immagine della sua sorellina che ignorava la sua vera identità. Il giorno in cui gli donò la perla chiedendogli con tutto il cuore di darla a suo fratello se lo avesse ritrovato per lei, aveva potuto parlarle come mai era successo e starle vicino, molto vicino, anche se in realtà erano così lontani..
Era talmente tentato.. l'unico suo desiderio era dirle la verità, raggiungerla nella terra dei ghiacci e confessarle la sua identità, dirgli che lui era il fratello che tanto sperava di ritrovare sin dalla più tenera età, stringerla fra le braccia e proteggerla per sempre. Ma aveva paura. Lui era un demone del fuoco, possedeva l'occhio del diavolo..
Si era fatto impiantare il terzo occhio per due scopi: ritrovare la pietra Hirui perduta un giorno in battaglia e vendicarsi di tutto quello che aveva dovuto patire da quando era precipitato nel Makai. Ma forse, lo scopo principale, il solo e unico, era quello di trovare lei, Yukina.
Aveva potuto riabbracciarla e possedeva una pietra Hirui ben più preziosa di quella che le dame dei ghiacci gli darono prima di abbandonarlo. Quella di sua sorella. Eppure soffriva, come mai aveva sofferto in vita sua. Come se non bastasse ora c'era lei, quella sciocca ragazzina, che gli stava portando via tutto; la dignità, la superiorità.. e il suo migliore amico.
Per questo non poteva perdonarla. Donna o non donna.. lui non faceva distinzioni. L'unica ragazza che non si poteva assolutamente sfiorare, era la sua adoratissima sorellina. Ma lei no, lei non meritava alcun trattamento speciale, al contrario. Quanto la odiava..
Sapeva bene che sotto la sua maschera da santerellina, si celava la sua vera natura; una natura che ancora non aveva mostrato del tutto nemmeno con lui. Era solo questione di tempo, e le avrebbe rotto quella faccia così falsa, facendo venire a galla nient'altro che la verità. E allora nessuno avrebbe più detto il suo nome, nessuno, nemmeno Kurama, avrebbe più parlato di lei, sarebbe rimasta solo un lontano ricordo e lei se ne sarebbe andata, via per sempre dalle loro vite.

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Capitolo 20
*** Il segreto di Kurama ***


CAPITOLO 20: Il segreto di Kurama



Udiva un suono, un trillo lontano, che cercava con ogni mezzo di chiamarla, di avvertirla.
Sdraiata sul suo materasso, la faccia affondata nel morbido e accogliente cuscino, la luce serale che penetrava attraverso il vetro.. aprendo lentamente gli occhi pesanti come non mai, si accorse che il telefono stava squillando.
Faticando e cascando dal sonno, si alzò dal letto morbido e uscì dalla camera. Il suo fratellino era a dormire da più di un'ora e sua madre di lì a poco sarebbe rientrare. Si era ripromessa di aspettarla sveglia, ma la stanchezza prese purtroppo il sopravvento.
Scese la rampa e raggiunse l'ingresso. Era così assonnata che le sembrava di avere due pali di piombo al posto delle gambe, che le impedivano in ogni modo una camminata veloce. Era sicura di non riuscire a rispondere in tempo. Invece il telefono suonò a lungo, quasi come se aspettasse solamente la sua mano che sollevava la cornetta.
Il sonno si faceva sentire, ogni singolo movimento le pareva eterno. Sollevò finalmente il telefono e rispose.

- Pronto? -

Quasi la voce le restò bloccata in gola. Era da tanto tempo che non si sentiva così stanca.

- ... -

Dalla parte opposta, nessuna voce.

- Pronto.. -

Ripeté lei, ma ancora nessuna risposta.

- Pronto.. ma chi parla? -

Udì il rumore della cornetta che fu riposta e la chiamata interrotta.
.......Tuu tuu tuu tuu...............

Rimase per un attimo con la cornetta poggiata all'orecchio, poi, guardandola di sbieco, la sistemò al proprio posto.

- Chissà chi era... -

Disse.
Probabilmente qualcuno che aveva accidentalmente sbagliato numero.


- Posso sapere che stai combinando? -

Domandò Shizuru ai piedi della porta.

- Mi hai spiato? -

Domandò Kazuma spazientito.

- No! Era venuta a controllare il tuo stato.. è da un pò di tempo che ti vedo molto strano.. io mi preoccupo per il mio fratellino! -

Osservò accendendo una sigaretta.

- Se davvero ti preoccupassi per me.. smetteresti di fumare nella mia stanza! Lo sai che mi da fastidio il fumo!! -

- Quante storie! -

Si avvicinò alla finestra e gettò via la sigaretta appena accesa.

- Allora? A chi hai cercato di telefonare? -

- Non sono affari tuoi, ora esci per cortesia, voglio andare a dormire, sono stanco! -

Shizuru sospirò e si sedette sul materasso accanto a lui.

- Kazuma.. ho capito tutto.. la verità è che.. questa volta.. ti sei innamorato sul serio! -

- Eh? -

- Si! Hai cercato di telefonare alla ragazza per la quale hai una terribile cotta.. solo che.. appena hai udito la sua voce ti sei spaventato e hai riattaccato senza nemmeno rispondere! -

Kuwabara scoppiò in una fragorosa risata.

- Ne hai d’immaginazione! -

- Non mi sto immaginando nulla! E' tipico degli uomini! Allora dimmi.. ho indovinato? -

- Per niente! Acqua Shizuru! -

Si stese sotto la coperta.

- Notte! -

- Vuoi affermarmi che non era una ragazza al telefono? Perchè giurerei di aver sentito una voce femminile.. -

- Si può sapere che razza d’udito hai?? -

Sbadigliò e sprofondò dentro il cuscino abbracciando il suo adorato gattino.

- Ci sento magnificamente io sai.. anche da una certa distanza... allora.. era una ragazza? -

- Si.. ma.. non sono innamorato di lei.. vorrei dirle una cosa importante.. una cosa.. che è meglio non farle sapere! Per questo ho riattaccato! -

L’avrebbe certamente distrutta.

- Intendi il tuo amore folle? -

- INSISTI!! -

- Scusa.. -

Rise.

- No! Va bene? Non sono innamorato di lei!! Ho scoperto una cosa.. ok? Una cosa.. che la riguarda.. ma che non posso farle sapere.. -

- Non dirmi che si droga... -

Kazuma cadde dal letto piombando sul pavimento con un tonfo.

- MA CHE TI SALTA IN TESTA?? QUI L'UNICA DROGATA SEI TU!! -

Urlò furibondo.

- Stavo solo scherzando.. mamma mia come la fai lunga.. buona notte eh, fratellino.. -

Chiuse la porta rumorosamente, lasciandolo nuovamente solo.

- Finalmente l'hai capita.. -

Spense la luce e si rannicchiò stringendo l'animale fra le braccia. Max aveva un duro passato alle spalle. Provava ogni giorno dei sentimenti terribili, che le impedivano di vivere normalmente. Lui poteva capirla alla perfezione, perchè quelle stesse orribili sensazioni, le provava anche lui da quella notte, in cui scoprì la verità.



- Minamino... cosa..? -

- Ah, ti sei svegliata? E' tutto a posto? -

- Si.. io.. credo di aver sognato.... -

Abbassò lo sguardo, mascherando il suo dolore immenso.

- Si.. tutto questo è solo un sogno.. e quando ti risveglierai non ricorderai niente.. dimenticherai.. anche il tuo amore... -

- Mh.. che buon profumo hai.. -

Sussurrò chiudendo gli occhi, abbandonando per sempre i suoi ricordi... e anche lui.

- Qual è il tuo nome? Cercherò di ricordarmelo... -

Disse Hiei camminando al suo fianco, mentre lui la portava addormentata sulle spalle.

- Kurama... -

Gli aveva risposto e da quel momento proseguirono il cammino nel più totale silenzio..



Spalancò gli occhi verdi come smeraldi, circondato dal buio della stanza nella notte.
Si sollevò lentamente e sospirò. Aveva sognato quel giorno, in cui conobbe Hiei, in cui aveva usato le spore della dimenticanza su di lei...
Aveva la gola secca, doveva bere un bicchiere d'acqua. Scese in cucina con cautela prestando attenzione a non urtare nulla. Non voleva svegliare sua madre. Riempì il bicchiere d’acqua limpida e la mandò giù tutta d'un sorso. Più il tempo passava, più credeva di aver quasi dimenticato, di aver ormai da tempo superato quel dolore... invece si era clamorosamente sbagliato, come mai era accaduto. Non n’aveva mai fatto parola con nessuno, l'unico a conoscere la vicenda era lo stesso Hiei, che si trovava insieme con lui quella sera, che aveva combattuto al suo fianco.
Non bastava. Sentiva che doveva confidarsi con qualcuno.. qualcuno che avrebbe saputo capirlo, ascoltarlo..



- Il tuo turno è finito! A domani! -

Non si era resa conto di quanto il tempo fosse trascorso in fretta. Non era per nulla stanca, si divertiva sul posto di lavoro. Ormai era arrivata l'ora di tornare alla sua solita vita; a casa, completamente sola. Anche quella sera sua madre sarebbe rientrata tardi e suo fratello avrebbe passato la notte dai vicini. Le mancava tanto.. era come se non abitasse più insieme a lei, ci stava talmente male.. la sua famiglia non era più in grado di essere considerata tale.. rimpiangeva tanto quegli anni passati in cui tutto sembrava andare bene per il semplice fatto che suo padre era sempre lì per lei. Sentiva il bisogno di parlargli, di raccontargli tutto quanto, della sua nuova vita, dei suoi poteri che aumentavano giorno dopo giorno.. anche se mai era stato al corrente della loro esistenza. Voleva parlarne almeno con lui, mille volte tentò di liberarsi di quel peso.. ma fu inutile. Ripose la divisa da lavoro nel suo armadio e lo richiuse con il lucchetto. Si guardò allo specchio e sciolse i capelli fino ad un attimo prima raccolti in una coda di cavallo. Per un attimo rivide suo padre lì, vicino a lei. Gli era sempre piaciuto guardarla allo specchio. La riempiva d’attenzioni e complimenti e n’approfittava sempre per indicarle la sua immagine riflessa. "Chi è quella bella ragazza? Me la presenti?" Non aveva fatto che ripeterglielo quando era in vita e lei rideva, divertita come non mai. Quello era destinato a rimanere solo un bellissimo e lontano ricordo.
Raccolse la sua cartella e uscì dallo spogliatoio.



- Non lo sapevi..? -

Gli disse incrociando il suo sguardo sorpreso.

- Non mi hai ancora risposto.. -

Gli aveva detto in seguito.

- Bene.. sono pronta, ti ascolto.. -

- Non posso dirglielo! -

Aveva pensato.

- Accanto a me sarà sempre in pericolo! -

- Mi dispiace.. -

Rispose, ferendo il suo cuore innamorato.

- Capisco... bene allora.. vado a casa.. -


Quei ricordi lo assalivano spesso ormai e non capiva il perchè. L'aveva superato, aveva quasi dimenticato.. quasi... e ora?


Sentì suonare il campanello, mentre sfogliava un libro di ricette, non per cucinare qualcosa di speciale, del resto non c'era gusto nel mangiarlo in solitudine.. il suo era solamente un modo per occupare il tempo, per farlo viaggiare più in fretta, rendendosi conto che in realtà lo stava solamente rallentando.

- Magari è mamma che rientra per cena.. le avranno lasciato la serata libera.. -

Si disse correndo alla porta. In cuor suo sperava fosse così, di non dover restare sola..

- Ciao! Ti ho disturbato? -

- Oh, Kurama! -

Fu in ogni caso felice di vedere lui al posto suo.

- No affatto! Accomodati! -

- Stavi mangiando? -

- Veramente no.. ho appena acceso i fornelli.. -

Spiegò.

- Ah, allora sono arrivato in tempo.. ti va di cenare insieme? -

- Come? Sì certo, ma.. tua madre non è a casa stasera? -

- No! Resta fuori per lavoro.. anche la tua a quanto vedo.. e tuo fratello non c'è? -

- Mh mh! -

Scosse la testa.

- Resta a dormire qui accanto.. -

- Capisco.. e così si trova bene con i vostri vicini di casa.. -

- Eh si.. fin troppo bene.. -

Disse sconsolata.

- Dai, non essere triste! E' sempre il tuo fratellino e non si dimenticherà di te! -

- No questo no.. però.. -

- Tranquilla! Secondo me gli fa bene avere compagnia.. intendo qualcuno della sua età con cui giocare.. mi hai detto che la tua vicina ha un figlio, no? -

Gli aveva raccontato così tante cose.. si ricordava tutto?

- Già.. forse hai ragione.. beh, non stare lì impalato! Dammi la giacca! -

- Veramente, volevo invitarti da me! -

- Da te? -

- E' che mi sono fermato a comprare un paio di pizze.. poi mia madre mi ha telefonato! Così ora n’avanza una... pensavo di offrirla a te! -

- Sei gentile! Grazie! Accetto l'invito! -

Nel suo appartamento o a casa di Kurama.. per lei non faceva differenza. Ciò che desiderava era solo fare quattro chiacchiere con qualcuno. Perchè solo così riusciva a sorridere.


- Scusa se ti ho fatto portare qui così all'improvviso... ma avevo una certa urgenza di parlarti.. -

Spiegò Il piccolo Enma portando le mani in tasca.

- Non preoccuparti.. -

Disse lei tranquilla.

- Che succede? -

- Ecco, nulla di grave in realtà.. piuttosto.. tu come stai? L'ultima volta non eri in gran forma.. -

- Già.. beh non è che sia felice, sai anche tu il motivo.. ma sto cercando di tirare avanti.. non posso proprio mollare ora, devo assolutamente starle vicino.. -

Enma annuì e indicò una poltrona invitandola ad accomodarsi.

- Ti sarai certamente accorta che i suoi poteri stanno crescendo.. -

Proseguì.

- Certo che si.. come non accorgermene.. ultimamente è sempre così agitata.. fa dei sogni strani.. ed è anche finita all'ospedale.. io credo che sia tutto collegato.. -

- .. vedi, i suoi poteri momentaneamente si stanno manifestando in sogno. Probabilmente ha delle visioni... qualcosa che deve accadere o che probabilmente è già accaduto.. se non è abituata ad avere sogni del genere, si creano delle vibrazioni intorno a lei, che le provocano quella sensazione di vertigine.. -

Lei si sedette sulla morbida poltrona che sembrò assorbirla.

- Spiegati meglio.. non riesco a capire.. -

- Vedi.. noi siamo abituati a sognare normalmente, di conseguenza non sprechiamo alcuna energia. Noi riposiamo, ci rilassiamo, insomma dormiamo comunemente. Per lei è esattamente il contrario. I suoi sogni sono come delle premonizioni, usa parecchia forza mentale per averle.. solo che non dipende da lei.. -

La donna sollevò un sopracciglio interrogativa.

- Continuo a non comprendere piccolo Enma.. sono solo sogni.. -

- No.. non sono semplici sogni.. sono premonizioni! -

- Va bene.. sogni premonitori e con questo? -

- Quei sogni, quelle immagini provengono dalla sua mente. Sono i suoi poteri a darle la capacità di prevedere il futuro.. o di tornare indietro nel passato! Hai affermato che grida spesso il nome di suo padre.. beh.. apparentemente può sembrare solo un ricordo doloroso.. ma io penso.. anzi! Ho la convinzione che tutto sia collegato, che anche il suo passato c'entri con il futuro.. lo so non è facile da capire.. -

Raggiunse la finestra e guardò un punto indefinito attraverso il vetro.

- Direi impossibile! Quello che è stato è stato e quello che sarà sarà! Non è ciò che hai sempre sostenuto? -

Disse lei.

- Si.. ma questo è un caso differente! Sento che.. le premonizioni che ha nel sonno.. hanno a che vedere con il suo passato.. non posso dirti altro perchè il resto è buio anche per me! -

- E' questo quel che dovevi dirmi? -

- Si.. è tutto.. -

- Ah.. -

Tirò un profondo sospiro e si alzò dalla poltrona.

- Questo è un modo... per dirmi di starle più vicina, vero? -

- Esattamente.. spetta solo a te controllare che tutto vada bene.. dopotutto.. è la persona a te più cara.. -

- Max è.. più di una persona cara.. per me è tutto.. la mia unica ragione di vita... -

Precisò, gli occhi lucidi.

- Si lo so.. -

- Mi sento così triste.. perchè lei.. lei non sa nemmeno chi sono in realtà.. -

Le si avvicinò tristemente e posò le mani sulle sue spalle delicate.

- Lo so che è dura.. e ribadisco il concetto dell'altra volta! Se senti di non poter più andare avanti a nasconderti, a tenerle nascosta una verità tanto grande.. io non ti fermerò se vorrai dirglielo.. però tieni conto dei suoi già provati sentimenti.. rifletti attentamente su quello che potrebbe pensare di te.. di me e anche.. di quell'uomo.. -

Annuì in silenzio e appoggiò la fronte al suo petto caldo.

- Grazie.. -

- Di cosa.. è il mio lavoro... -

- Di tutto piccolo Enma.. io.. mi sento così sola.. solo tu mi sei vicino.. -

Lui sorrise e le accarezzò la schiena avvolgendola con le braccia.

- Lo sai che su di me potrai sempre contare! Ti sono vicino! -

- Si... in fondo.. anche se l'hai vista solamente una volta.. le vuoi bene anche tu no? -

- L'ho in sostanza vista crescere.. è normale che le voglia bene.. come ne voglio agli esseri umani! -

Aveva così tanta voglia di proteggerla.

- Mi ricordo benissimo quel giorno sai.. quando l'hai vista per la prima volta.. ricordo ancora le tue parole: "E' così piccola che a momenti non la vedevo.." Tutto solo per mascherare la tua commozione! -

Rise.

- Non è vero.. non ero commosso.. solo felice per sua madre.. -

- Appunto.. -

Si asciugò gli occhi. Ripensare agli anni in cui ancora lei era così piccola, provocava nostalgia.

- Presto sarà una donna eh? -

Disse Enma sorridente.

- Già.. chissà come sarà quando avrà la mia età.. -

- Sicuramente una donna in gamba! -

- .. il contrario di me.. -

- Non dire così! Anche tu lo sei! Più di quanto si possa credere! Io lo so, ti conosco bene! -

Botan non poté fare a meno di trattenere le lacrime. Adorava origliare e in quell'occasione non poteva proprio rinunciarvi. Certamente non immaginava che il passato di quella donna fosse così complicato e doloroso. Restò in silenzio dietro al portone senza smettere di frenare le sue lacrime.


- Ti va un dolce? Mia madre ha lasciato una torta nel frigo! -

Chiese Kurama.

- No grazie.. se mangio qualcos'altro scoppio! -

Disse Max.

- Ma.. se hai avanzato metà pizza! -

- Sul serio.. non ho più fame.. non riuscirei a mangiare nient'altro! Quella pizza riempie sai.. non dimenticare che sono una ragazza, ho lo stomaco molto più delicato di voi uomini! -

- Certo, certo! -

Rise.

- E va bene, allora non insisto! -

- Grazie! -

Prese a guardarsi intorno. Quella casa le piaceva tantissimo. Era arredata benissimo, di sicuro era l'ambiente perfetto per uno come Kurama. I suoi occhi vagarono a lungo seguendo ogni angolo della stanza, ogni tratto, ogni colore; finchè qualcosa sul mobile in fondo alla parete del salotto, attirò maggiormente la sua attenzione. Una fotografia ornata da una cornice d'argento.

- Oh, non avevo notato quella foto.. posso vederla? -

- Quale foto? -

- Quella lì, sul mobile.. -

- Ah.. quella... -

Si rattristò. Quella stessa foto che lo riportava al passato ogni giorno, quella foto della quale non era riuscito a liberarsi nonostante gli procurasse una grossa fitta nel petto.

- Certo, fa pure.. -

Disse.
Max raggiunse il mobile in legno antico e afferrò la cornice guardando la foto al suo interno con attenzione. Raffigurava un ragazzo e una ragazza. Lui doveva certamente essere Kurama, aveva i capelli corti, ma aveva lo stesso viso.

- Questo sei tu vero? Frequentavi le medie? -

- Già! Quella foto risale più o meno a tre anni e mezzo fa.. -

Spiegò. - Capito! E questa chi è? La tua ragazza della vecchia scuola? -

Gli si avvicinò con la curiosità dipinta sul volto.

- Maya? No, eravamo solo amici! -

Rispose.

- Come no! Kurama, andiamo! Questa foto ha l'aria di essere molto importante per te.. la cornice da subito nell'occhio e poi.. è l'unica foto qui! Dubito che fosse la tua sola amica perciò.. doveva necessariamente rappresentare qualcosa di più! Mi sbaglio? -

- Mi hai beccato! -

Sorrise.

- Hai indovinato.. eravamo più di due semplici amici.. in effetti lei mi confessò di essere innamorata di me, ma.. -

Fermò le sue parole camminando silenziosamente verso la finestra che dava sul cortile, la luce quasi notturna filtrava nella casa e il salotto era illuminato solamente dalla flebile luce della lampada.

- Ma? -

Domandò Max.

- E' piuttosto complicato.. ora.. ti racconto tutta la storia! -

- Oh, una storia? Mi piacciono i romanzi! -

Kurama accennò un mezzo sorriso, che sembrò contraddittorio, ma questa volta non porse domanda alcuna e rimase ad ascoltare.

- All'epoca vi erano strani incidenti.. anche piuttosto violenti e sconcertanti..ne parlavano ovunque, alla televisione o sui giornali. Persino a scuola ormai era l'argomento del giorno, un vero cult! -

Lo ricordava alla perfezione. Escursionisti e liceali, entrati in una grotta poco lontana dalla città, ben nascosta, quasi introvabile, non fecero mai più ritorno. Ciò che la scientifica scoprì al suo interno fu terribile. Corpi maciullati da qualcosa che poteva essere descritto come disumano. I cadaveri parevano masticati, per nulla trafitti o tagliati con armi affilate.
A scuola questi misteriosi e terribili omicidi erano famosi in ogni classe, non vi era studente che non ne fosse al corrente.


- Ancora? -

- Si, alcuni studenti sono scomparsi.. -

- Li conosco... -

- Non sono scappati via? E' spaventoso! -

- Hai ragione! -


Ricordava le ore buche come quella, banchi sparsi per la classe, ragazzi seduti scomposti, brusii e racconti di ogni tipo.

- E se fosse un fenomeno supernaturale? -

- Si! Ne sono sicura! Questa storia è così assurda! -

Tutti facevano a gara per stabilire quale fosse la spiegazione più logica, ma soprattutto, quale fosse la più umana.

Lui era sicuro che non c'entrasse nè il supernaturale, nè uno psicopatico assassino. Poteva essere opera solamente di un mostro. Nessuno tuttavia avrebbe dovuto scoprirlo. Nemmeno lei, che chiese ancora una spiegazione da lui.

- Shuichi! Tu cosa ne pensi? -

- ...che avrebbero dovuto scappare via.. -

Aveva risposto lui.

- Non è divertente, proprio no! -

Disse lei.

- Alieni? Vampiri? Un buco nero? -

Proseguì.

- Impossibile! -

- Perchè? Non guardi la tv? Sono ovunque! -

Non gli era chiaro il quadro generico della situazione. Era sicuro che fosse qualcosa, o qualcuno, che i comuni esseri umani non potevano minimamente immaginare.

- I ragazzi scomparsi.. è impossibile.. è vero che c'è una strana aura intorno alla città.. -

Aveva pensato camminando nel corridoio deserto della scuola.
Poi all'improvviso una sagoma scura, una specie di gelatina scura apparve da sotto la parete, dal nulla.

- KURAMAAAAAAA -

Gridò mentre prendeva forma, due corna spuntarono sul capo, due denti aguzzi, occhi famelici e assassini.

- Kurama, stai per morire! E questa città diventerà il nostro territorio! -

Disse.

- Ti ucciderò! Sono troppo forte! -

Kurama sollevò un braccio con un rapido gesto, ma prima ancora che potesse colpirlo, la cosa viscida e mostruosa scomparì com'era apparsa.

- Non posso usare i miei poteri... apparentemente non mi lasciano alcuna scelta, ma.. combatterò! Non posso lasciargli la città! -

Sin da quando nacque, il mondo fu subito in pericolo. Che lui ricordasse, ogni giorno moriva qualcuno, oppure della gente scompariva nel nulla senza neanche lasciare traccia. Correvano sempre le stesse voci in giro. Assassini.. rapitori... pazzi....
La realtà era ben diversa e lui era l'unico a saperla.
- Cos'era?? Non dirmi che.. era un fantasma!! -
In quel momento si accorse che Maya era immobile alle sue spalle. il cuore in gola.
- Ho visto tutto! E' stato terribile! Non ne avevo mai visto uno prima d'ora.. -

- E' riuscita a vederlo? -

Si disse.

- Devi esserti sbagliata.. sei confusa.. -

- Riesco a sentire il suo potere intorno a me.. non l'avrei mai pensato.. -

Pensò nuovamente.


Lungo la strada di ritorno, gli fece un sacco di domande alle quali non potè in alcun modo rispondere. Cercò solamente di dissuaderla, di farle credere di aver sbagliato, di aver solamente immaginato tutto, ma non ci riuscì.

- Non devi prendermi in giro! L'ho sempre saputo che avevi dei poteri speciali! -

Disse una Maya allegra, le gambe che tremavano per la voglia di saltellare per la felicità.

- Ho sempre saputo che eri differente! Ho sempre sognato di incontrare qualcuno come te!! -

Proseguì al colmo dell'emozione.

- E anche il mio primo amore! E' così romantico.. -

Kurama si fermò, un piede bloccato davanti all'altro, gli occhi spalancati per lo stupore.

- Non lo sapevi? -

Gli chiese lei riacquistando la tranquillità.

- .. dovresti tornare a casa.. -

Furono le uniche parole che potè pronunciare.

- Ma.. non mi hai ancora risposto! -

Sapeva che non avrebbe mai imboccato la strada di casa, finchè lui non le avesse parlato dei suoi sentimenti.

- Dai, dillo... sono pronta, sto ascoltando.. -

Una vena di agitazione le fece quasi tremare la voce.

- Non posso. Se glielo dico.. la metterò in pericolo... -

Pensò ancora.

- Mi dispiace! -

Rispose.
Dopodichè non aggiunse altro e si chiuse in se stesso.

- Capisco... vado a casa.. -

Era ciò che desiderava, vederla allontanarsi da lui, per sempre, per quanto avesse voluto averla accanto ogni giorno. Ma d'un tratto ebbe una sensazione, avvertì una presenza, allungò il braccio all'indietro e le afferrò la spalla, bloccanto il suo cammino.

- Sono già qui... hanno fatto in fretta! Questo è male! -

Esclamò nella sua testa.

- Stai ferma.. -

Le disse. Poi attese finchè un luccichio lo fece sobbalzare. Prese Maya tra le braccia e spiccò un balzo, schivando un colpo che si rivelò mortale; aprì di netto in due le loro cartelle mentre esse cadevano al suolo.

- Tu! -

Una voce. Comparve un ragazzo. Indossava una casacca scura, aveva due occhi rossi come il fuoco, capelli neri. Nella mano destra impugnava una spada affilata.

- Stai bene? -

Domandò senza lasciarla andare.

- Si.. ma.. chi sei tu? Sei così strano... -

- Questo non è il momento! -

La riportò a terra ed evitò un altro colpo di spada. Kurama con un gesto della mano estrasse delle foglie sottili che s'intrecciarono intorno al suo polso e diventarono rigide e indistruttibili, come due coltelli.

- SCAPPA! -

Le gridò. Maya si accasciò a terra per lo stupore, non poteva credere ai suoi occhi, tutto era così assurdo. Kurama e il ragazzo misterioso scomparvero con una corsa talmente veloce che quasi non riuscì a vederli.

- Devo cambiare territorio! -

Pensò Kurama. La battaglia si faceva sempre più dura, tra clangori e forti colpi che rasero al suolo gli alberi accanto.

- Non male.. -

Disse il giovane.

- Cosa ci fa un ragazzo come te con Yatsude? -

- Yatsude? E' in città? -

Domandò stupito Kurama. Il giovane si fermò, ritrasse la spada e atterrò su una gamba.

- Cosa? Non sei con lui? -

- Capisco.. -

Disse Kurama.

- Puoi abbassare la tua arma! -

Si tranquillizzò. Per un attimo pensò al peggio.

- Sono giunto.. a conclusioni troppo affrettate.. -

Eslclamò il ragazzo, tremante, reggendosi in piedi a fatica. Poi una goccia di sangue cadde dal suo petto e s'impregnò nel terreno.

- Sangue?! -

Lo vide cadere al suolo privo di sensi, il respiro debole.

- Quel mostro, Yatsude... non posso batterlo da solo... -

Afferrò il ragazzo portandolo in spalla e in silenzio camminò verso la strada di casa.

Aprì gli occhi in un lampo ritrovandosi in un luogo mai visto prima. Una stanza..
Giaceva disteso su un morbido letto. Si sollevò con uno scatto e si accorse di non indossare più la maglietta. Notò delle cicatrici sul suo petto, le sue ferite, erano state curate.

- Era questione di qualche ora.. -

Disse Kurama, seduto al di sotto della finestra.

- Parlavi nel sonno.. chi è Yukina? -

Il ragazzo si stupì, ma non rispose.

- Non possiedi il Jagan da tanto tempo.. devi avere una buona ragione per usarlo.. qual'è il legame tra lei e Yatsude? -

- Hai parlato troppo! -

Ringhiò lui.

- Dovrò ucciderti! -

Indossò la sua casacca nera e s'incamminò verso la finestra.

- Per ringraziarti ti dirò una cosa! Il tuo ficcanasare sarà la tua fine un giorno! -

- Vai già a combattere? E' ancora presto.. -

Osservò Kurama.

- Più lui ne mangia, più diventa forte! -

Spiegò.

- Come ti chiami? -

- ..Hiei! -

Rispose prima di lasciare la sua stanza.

- Ha già una famosa reputazione.. ma non gli sarà facile combattere Yatsude.. -

Un attimo dopo udì il telefono squillare.

- Pronto? Casa Minamino! -

- Sono io! Tasaka! -

Seguì qualche secondo di silenzio.

- Maya non è ancora tornata a casa! E' con te? -

La cosa peggiore che poteva accadere.
Non poteva crederci, Maya non era ancora rientrata. L'aveva lasciata in quella strada per combattere Hiei, era certo che se ne sarebbe andata. Invece..

- Vengo con te! -

Disse saltando da un tetto all'altro raggiungendolo.

- Oh davvero, perchè? -

- Ho le mie ragioni! -

- E' per quella ragazza, vero? -

- Non essere invadente! -

Hiei gli corse accanto.

- Hai di nuovo parlato troppo! -

Gli disse.

- Ne parlaremo dopo Yatsude! -

Disse Kurama.
Quando raggiunsero il covo di quel mostro, ciò che trovarono fu raccapricciante. Corpi di umani ridotti a pezzi, senza la minima pietà. Incontrarono Yatsude, un mostro con quattro braccia nel busto, altre due più piccole che spuntavano dal suo capo. Una forza disumana.

- Ti faccio una domanda! -

Disse Hiei.

- Chi era la donna dei ghiacci che hai mangiato? -

Doveva saperlo, la paura era folle.

- Non ricordo, eh eh eh! -

- Hai rapito una ragazza oggi! -

Aggiunse Kurama.

- Dov'è? -

- La conosci? -

Fino alla fine gli fece credere di averla divorata, di averla strappata alla vita.
Lo affrontarono insieme e si rivelò molto difficile sconfiggerlo. Gli esseri umani di cui si era cibato gli avevano dato quell'energia in più che lo aveva reso così potente. Ma il gioco di squadra è sempre una carta vincente e alla fine Kurama e Hiei insieme, lo uccisero per sempre.

- La ragazza è salva.. -

Aveva detto prima di morire.

- Non volevo.. perdere.. -

E Hiei ebbe la conferma. Yukina era sana e salva.

Camminarono fianco a fianco nella sera, Maya addormentata sulle spalle di Kurama.

- Minamino.. cosa..? -

Quando riaprì gli occhi, avvertì uno stato confusionale e nulla più.

- Devo aver sognato.. -

- Si.. è così.. quando ti sveglierai avrai dimenticato tutto! Anche il tuo amore! -

- Che buon profumo.. -

Disse Maya affondando il naso nei capelli rossi di lui, prima di ricadere nei suoi sogni, quei sogni che la divisero per sempre da Shuichi Minamino.

- Polline della dimenticanza.. -

Osservò Hiei.

- Amnesia parziale.. -

- E' per il suo bene! -

- E tu? Qual'è il tuo nome? Cercherò di ricordarmelo! -

Provò solo un dolore straziante. L'idea di averla perduta lo soffocò. Ma il pensiero che da quel momento lei sarebbe stata felice senza più finire nei guai per causa sua, gli diede la forza per continuare.

- Kurama! -

Così la disavventura finì. Maya dimenticò Kurama, Hiei proseguì la sua ricerca per trovare Yukina. Un anno dopo, Kurama e Hiei affrontarono Yusuke, prima di entrare a far parte della stessa squadra.



- Questo è quanto! -

Disse Kurama, le braccia incrociate al petto, la luce lunare che filtrava dalle tende e gli delineava i contorni delicati del corpo.

- Come vedi.. è una storia senza lieto fine! -

Continuò.

- E' buffo.. non ne ho mai parlato con nessuno, l'unico che ne è al corrente è lo stesso Hiei, che si trovava con me quella sera! Non so perchè te l'ho raccontato, forse volevo finalmente liberarmi di questo peso! Un peso che credevo di aver rimosso, ma che è ricomparso all'improvviso! In realtà.. era solo addormentato! -

Max non rispose. Aveva il capo chino, la frangia le copriva gli occhi scuri.

- Non è stato piacevole, vero? Perdonami, forse non avrei mai dovuto parlartene.. -

Ancora una volta, Max non proferì parola.

- Max..? -

La vide tremare e una lacrima cadde velocemente dal suo volto.

- Ma tu.. stai piangendo.. -

Disse colto dallo stupore. Senza volerlo era riuscito a farla piangere.

- Mi dispiace, non era mia intenzione.. -

Le si avvicinò.

- Max.. -

Posò lentamente le mani sulle sue spalle tremanti.

- Scusami.. -

Disse in fine lei.

- Ti prego.. perdonami! -

- Ma.. non hai fatto nulla che debba essere perdonato! -

- Io.. non avrei mai dovuto costringerti a parlarmi di una cosa tanto dolorosa! Io.. io.. mi dispiace tanto!! -

Si gettò su di lui e gli strinse la vita. Affondò il volto nel suo petto e singhiozzò a lungo.

- Mi sento un'idiota! Fino ad ora non ho fatto altro che buttarti addosso il mio dolore, la mia rabbia e le mie lacrime, mentre anche tu.. hai un passato tutt'altro che felice! -

Si era sempre confidata con lui e Kurama l'aveva consolata e ascoltata in silenzio mentre probabilmente sino a quel momento aveva solamente avuto voglia di urlare.

- Va tutto bene.. -

Disse accarezzandole la schiena.

- Max, Maya è un capitolo chiuso della mia vita! Lei è viva, sta bene e questo mi rende sollevato! Invece tu hai perso la persona più importante! Tuo padre è morto sotto i tuoi occhi e non tornerà mai più! -

Per quanto fosse indecoroso dirglielo.

- Lo so.. però tu... tu l'amavi.. vero? -

- Max.. -

- Vero? -

- Io.. si.. -

Tirò un profondo sospiro.

- Si, l'amavo.. ma ora.. ora io voglio prendermi cura di te! Hai bisogno di qualcuno che ti resti vicino! Puoi contare su di me! -

- SIGH! SIGH!! -

- Su, basta piangere! -

Le sfiorò i capelli.

- Hai già i tuoi problemi! Se piangi anche per me.. ti distruggi con le tue mani! -

- Però.. -

- Dai calmati! Sai, l'ho detto a te perchè.. credo che sia la persona più adatta! -

L'unica che sapeva avrebbe conservato dentro di sè quel segreto.

- Nemmeno Yusuke e Kuwabara ne sono al corrente, questo perchè non potrebbero mai comprendere.. non quanto dovrebbero almeno. Mi porrebbero un sacco di domande, come per esempio.. perchè non ho cancellato solo il ricordo di Yatsude affinchè tutto tornasse alla normalità! Oppure.. perchè non ho cercato di essere felice al suo fianco proteggendola sempre e dovunque! -

L'allontanò leggermente da sè e la fece sedere sul divano.

- Io.. io capisco.. -

Disse lei.

- Certo! Per questo mi fido di te! Lo so che non non ne parlerai mai con nessuno! -

- Te lo prometto! Io.. non lo dirò! Kurama... è così triste... -

- Lo so! -

La vita li conduceva sempre d'innanzi a prove difficili, all'apparenza insuperabili. La morte del padre di Max o la dimenticanza di Maya per Kurama, facevano parte di queste difficoltà. Eppure entrambi erano lì.

- Ora non pensare più a me! Fa come se non te l'avessi detto e.. pensa a stare bene.. -

- Mh.. -

- Tranquilla? -

- Si.. -

Tirò un profondo respiro e riacquistò la calma.

- Kurama.. -

- Si? -

Voleva dirglielo. Lui era stato sincero con lei, si era confidato apertamente, ora era giunto il suo turno. Ma forse, doveva aspettare, non era quello il momento adatto.

- ... no.. niente! Un'altra volta! -

Kurama sorrise.

- Un'altra volta! -

Ripetè.

- Si è fatto tardi.. forse è meglio se ti accompagno a casa.. -

- Non ancora.. -

Disse stringendogli la mano calda.

- Ecco io.. vorrei.. vorrei restare qui ancora per un pò.. mia madre tornerà molto tardi e.. non me la sento di stare a casa da sola.. -

- Ho capito! -

Lui stesso sapeva qual era il significato della parola "solitudine". A volte lui stesso pur essendo circondato da molte persone si sentiva del tutto solo. Ciò accadeva spesso soprattutto a scuola. Andava d'accordo con tutti, stava bene. Tuttavia la sua diversità, il suo essere yookai lo differenziava e lo faceva sentire del tutto estraneo.

Premetto che gran parte del capitolo non è frutto della mia mente ma di quella dell'autore di Yu Yu Hakusho. La storia di Kurama deriva da uno speciale fuori serie, ho pensato di aggiungerlo perchè è una storia molto toccante. N.d.a.

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Capitolo 21
*** Inizia la missione ***


CAPITOLO 22: Inizia la missione




- Si è fatto tardi.. ti accompagno a casa? -

Raggiunse il divano con passo lento. La vide lì, addormentata con la guancia appoggiata al cuscino. Aveva pianto talmente tanto, che alla fine era crollata come un sasso, il tutto solo per lui. Gli faceva così tanta tenerezza.

- Max! -

Sussurrò appena scostandole i capelli dal viso. Lei si mosse appena senza però destarsi dal suo sonno. Kurama rise fra sè e sè, poi la prese dolcemente sulle spalle, facendo attenzione a non svegliarla. Pensò di lasciarla dormire ancora per un pò, almeno finchè non l'avesse riportata a casa sua.
Camminò lungo la stradina, sotto la luce dei lampioni nell'atmosfera quasi notturna. Esattamente come quella sera, in cui Hiei camminava al suo fianco e Maya giaceva addormentata sulle sue spalle. Così come aveva sostenuto lei, ora reggeva Max, ma quella volta non avrebbe usato il polline della dimenticanza.
Raggiunse il suo palazzo e riuscì ad attraversare il portone mentre un uomo di mezza età vi usciva sostenendo una valigia da viaggio. L'accompagnò fin sopra le scale, fino a giungere davanti alla porta del suo appartamento.

- Max.. -

La chiamò.

- Ehi Max.. sei a casa, svegliati.. -

Ebbe quasi paura di svegliarla.

- Mmm.... cosa... -

- Ti ho portato a casa! -

Spiegò lui sorridente.

- Eh? Ah... ma.. mi sono addormentata? -

- Già! Dovevi essere molto stanca! -

Disse mettendola attentamente con i piedi per terra.

- Mi sono addormentata sul tuo divano? Cielo, scusami tanto! Mi dispiace! -

- Non preoccuparti! Non è da molto che stavi dormendo! -

In ogni caso sarebbe stato disposto a soffermarsi guardandola dormire sul suo divano, come una bambina da proteggere dal buio.

- Allora io vado! Ci vediamo domani? -

- Domani lavoro dopo la scuola.. ma se vuoi ti offro un hamburger! -

- Non disturbarti! -

- Quale disturbo! Almeno un hamburger te lo devo offrire scusa.. -

- E va bene, vada per l'hamburger! A domani! -

Si voltò e iniziò a percorrere la rampa di scale.

- Ah Kurama! -

Disse sporgendosi dalla ringhiera.

- Si, dimmi! -

Sollevò lo sguardo verso di lei.

- Ecco.. grazie per stasera... e... scusa se sono scoppiata a piangere.. -

Si sentiva talmente in imbarazzo che le sarebbe piaciuto sprofondare.

- Stai tranquilla! -

Sorrise apertamente.

- Buona notte! -

Disse allontanandosi.

- Si.. buona.. notte anche a te.. -

Disse piano guardandolo scomparire in fondo alle scale. Per quanto si sforzasse, non riusciva a non essere triste per lui. Le sembrava ancora così incredibile la sua storia con Maya..

Lui era un ragazzo speciale, in tutti i sensi. Aveva solo qualità, per quanto si sforzasse di trovare un lato negativo in lui. Certamente non meritava di soffrire, avrebbe potuto essere felice e chissà, probabilmente, se lui non avesse usato il polline della dimenticanza, ora conoscerebbe anche lei, li vedrebbe sempre insieme l'uno accanto all'altra. Invece tutto era finito nel modo peggiore. Kurama le aveva cancellato la memoria e ora lei, ovunque si trovasse, non si ricordava più nemmeno il suo volto.

Chissà se stava bene davvero, chissà se aveva smesso di piangere nel cuore, se era tutto a posto come sosteneva. Le sarebbe piaciuto saperlo..



Era buio, faceva freddo e non aveva la minima idea di dove andare. Intorno a lei vi era solamente l'oscurità e un fitto gelo che le pervadeva il corpo,quasi le penetrava le ossa.
Non sentiva niente, non avvertiva suoni nè null'altro. Intorno a lei non vi era un filo di vento, eppure congelava. Si sentiva pungere, come se tanti piccoli aghi le stessero penetrando nella carne. Era come se quel freddo così devastante, provenisse da dentro di lei.

- Ma che succede... dove sono... e perchè sono qui.. -

Domande prive di risposta.
Sentì qualcosa, o meglio qualcuno. Rimase in ascolto, dei passi alle sue spalle.. si facevano sempre più vicini, più vicini, vicinissimi e poi.. una mano si posò sulla sua spalla. Ebbe l'istinto di sollevare la gamba pronta a tirare un calcio a chicchefosse, ma le fu prontamente bloccato dal suo braccio forte ed esperto.

- Ah.. ma.. Kurama.. -

Youko Kurama, era di nuovo davanti a lei. Il braccio sollevato per bloccarle il calcio, gli occhi dorati costantemente su di lei, l'espressione come sempre vuota.

- Puoi abbassare la gamba.. -

Sussurrò.

- Ah.. si.. -

Disse riportandola alla sua posizione normale.

- Scusa se ho cercato di colpirti... è che.. -

- Mai fidarsi di nessuno! -

Disse gelandola.

- Restare sempre in guardia! Sono queste le regole! -

- Le regole di cosa? -

Kurama non rispose e ancora una volta la superò.

- Ehi aspetta!! -

Disse correndogli nuovamente dietro.

- Ma dove siamo.. io qui non vedo nulla a parte noi... -

Lui si fermò un istante, senza guardarla negli occhi. Mantenne lo sguardo fisso davanti a sè e all'improvviso comparve quel paesaggio che già conosceva. Tokyo nella notte, illuminata solamente dalla flebile luce dei lampioni, completamente deserta.

- Seguimi.. -

Disse riprendendo il cammino.

- E dove... -

- C'è una cosa che devo mostrarti.. -

C'era qualcosa che doveva vedere.. forse finalmente, avrebbe potuto capirci qualcosa di più, trovare la risposta alle sue domande. Prima di tutte, perchè faceva sempre quei sogni.

- Si.. aspettami però.. -

Gli camminò alle spalle senza poter in alcun modo scostare gli occhi dai suoi lunghi capelli d'argento. Sembrava così incredibile.. lui e Kurama, o meglio Shuichi, erano la stessa persona. Ma perchè Youko compariva sempre nei suoi sogni? E soprattutto perchè stava cercando di aiutarla? Da cosa voleva proteggerla?
Camminarono e camminarono, un passo dopo l'altro, senza fermarsi un momento.

- Ehi! Vuoi dirmi dove diavolo mi stai portando? Comincio ad essere stanca.. -

- Non essere impaziente! -

Rispose serio.

- Due anni sono lunghi.. -

- Eh? Due anni? -

Che cosa c'entrava il tempo?

- Per tornare indietro di due anni ci vuole un lungo cammino! -

Le spiegò.

- Continuo a non capire.. -

- C'è niente che rammenti? Qualcosa accaduto esattamente due anni fa? -

- Qualcosa accaduto due anni fa.. ma.. ah... -

L'unica cosa che rammentava di due anni prima, era la morte di suo padre, quella orribile notte.

- E.. e che cosa c'entra adesso? Cosa c'entra con il mio sogno? E soprattutto.. cosa c'entra con te? -

Youko si richiuse nel silenzio e continuò a percorrere la strada vuota.

- Sto parlando con te!! -

Sperava di svegliarsi al più presto, faceva così freddo nel suo sogno.

- Siamo arrivati.. -

Disse Youko fermandosi all'improvviso.

- E' successo qui.. ti ricorda niente questo posto? -

Si guardò intorno. Come poteva dimenticarlo?

- Siamo a Kyoto... -

- Esatto.. -

Nel punto preciso in cui accadde il fatto.

- E.. ora che siamo qui? -

- Guarda.. -

Le indicò un vicolo buio.. quel vicolo...
Sentì gridare.. vide un uomo scappare... e poi.. suo padre crollare a terra esamine.

- Papà!! -

Gridò. Fece per correre da lui, ma Kurama la fermò, afferrandola per un braccio.

- Che fai! Lasciami! Devo andare da lui! -

- Non puoi fare niente! -

La ghiacciò ancora una volta con i suoi occhi del color dell'oro puro.

- Guarda con attenzione... -

Le indicò il corpo dell'uomo in un lago di sangue.

- Perchè.. -

Pianse.

- Perchè mi fai questo! Perchè mi hai portato qui! Sto facendo di tutto per dimenticare.. e tu mi riporti indietro di due anni!! Non puoi giocare con i miei sentimenti! -

Si dimenò per liberarsi dalla sua presa, ma lui non ne voleva sapere di lasciarla andare.

- Riportami indietro! Riportami alla realtà! Voglio svegliarmi!! -

- Non puoi.. -

Rispose.

- Il tuo sogno non è ancora finito! -

- Sono io che sto sognando tutto questo! Io sono proprietaria della mia testa! Quindi decido io quando il sogno è finito! -

E lei voleva assolutamente svegliarsi.

- Allora perchè sei ancora qui? -

- Eh..? -

- Vuoi svegliarti, giusto? Vuoi porre fino a questo sogno assurdo, allora cosa aspetti a tornare indietro? -

Le parole non bastavano.. a quanto sembrava, nemmeno la volontà.

- Perchè non mi sveglio.. -

- Te l'ho spiegato! Il tuo sogno è destinato a continuare! Non ti ho portata qui per farti del male! In un modo o nell'altro sogni sempre questo avvenimento! Io voglio solo farti capire il perchè! -

La colonna portante del suo sogno era quello? Il ricordo più terribile che possedeva?

- Perchè per me è stato talmente doloroso da non riuscire in alcun modo a dimenticarlo! Non faccio che pensarci, ecco perchè la mia mente proietta queste immagini! -

- Sei sicura? -

Mantenne il suo tono sensuale.

- Certo.. che lo sono.. -

Youko la fissò immobile per un istante, poi riprese.

- Questo è solo il motivo apparente.. in realtà.. c'è qualcos'altro sotto che tu non riesci in alcun modo a capire.. -

- Ma cosa!! -

- Tutto questo ha un senso Max! Tu sei convinta di rivivere il passato solo perchè esso ha lasciato un segno indelebile dentro di te.. ma c'è dell'altro che tu ignori! Questo è.. la risposta.. -

Spostò lo sguardo su suo padre senza vita. Quella era la risposta.. ma di che cosa?

- Sta per succedere qualcosa che ha a che vedere con tutto questo! Io sono qui.. per metterti in guardia sul tuo futuro! -

- Il mio futuro?? E perchè tu poi? E... con che diavolo è collegato questo ricordo?? Rispondimi!! -

- Attenta.. -

Disse guardandola dritto negli occhi.

- Alle spalle.. -

- Eh.. -

Sentì una risata perforarle le orecchie. Una risata fastidiosa quanto malvagia.. quella risata che lei detestava. Due occhi gialli come fanali comparvero nel buio seguito da due canini bianchi e accuminati. Un'ombra si lanciò fuori dalla strada senza luce e piombò sopra di lei.

- NO!! -

Kuwabara si sollevò dal materasso a ansimò spossato e stravolto. Aveva fatto di nuovo quel sogno. Aveva nuovamente intercettato la mente di Max o semplicemente quello era frutto della sua immaginazione? Non lo sapeva, oramai era tutto così complicato e assurdo, che non avrebbe potuto capirci niente. Sapeva solamente che si sentiva malissimo.

Si tirò su in un colpo e tutto tornò alla normalità. Era seduta alla sua scrivania, appoggiata al libro di matematica. Si era addormentata mentre studiava.. e aveva fatto un altro sogno strano e inspiegabile. Si sentì mancare il respiro, aveva caldo, il suo stomaco brontolava, ma non sentiva fame, la sua fronte scottava e la sua pelle era fradicia dal sudore. Le ossa doloranti non le permisero di alzarsi per raggiungere il suo comodo letto.. non si era mai sentita così male in vita sua.



- Un confronto dite? -

Chiese Botan al piccolo Enma che si sistemava il rosso mantello specchiandosi nel vetro della grande finestra.

- Esatto! -

Rispose dunque lui.

- Ma siete sicuro? Voglio dire, ormai sapete per certo che ha accettato il suo destino! Max combatterà al fianco di Yusuke, allora a cosa vi servirebbe? -

Non avrebbe più dovuto convincerla.

- Vedi Botan, mi piacerebbe fare una lunga chiacchierata con questa ragazza.. voglio conoscerla bene, capire meglio i suoi sentimenti e se serve.. aiutarla a superare i suoi blocchi! -

Quelle difficoltà che le impedivano di portare avanti la sua vita con il sorriso sulle labbra ogni giorno.

- Ah.. -

Disse Botan riflettendo con una nota di perplessità.

- In altre parole.. volete verificare ciò che vi ha detto quella donna, giusto? -

- Si e no.. -

Rispose Enma.

- Vedi Botan, quella donna è seriamente preoccupata per lei! Sa come vive, sa cosa sente, cosa prova! Io voglio verificare fino a che punto arrivano i suoi provati sentimenti! Ho fatto una promessa Botan, intendo mantenerla! -

Spiegò.

- Si maestà, vi capisco! Però.. ecco.. secondo me è ancora troppo presto.. -

- Ormai ho deciso! -

- Ma.. -

- Botan! Invece di contraddirmi, perchè non torni al tuo lavoro? -

Botan tirò un profondo sospiro e mostrò un mezzo inchino.

- Perdonatemi maestà! La prossima volta starò al mio posto! -

Dopodichè non aggiunse altro e lasciò la stanza.

- George! -

Senza staccare gli occhi dal vetro spesso della finestra, chiamò il suo servitore che si precipitò accanto a lui in un lampo.

- Ai vostri ordini maestà! -

- Dì a mio padre che sono dovuto scendere nel mondo umano per sbrigare un'importante faccenda! -

- Ma.. ma sire.. io non ho nulla in contrario.. ma lo sapete che vostro padre non è mai stato favorevole in proposito.. -

Si mordicchiò le unghie temendo una propositata reazione.

- Lui vorrebbe.. che voi svolgeste il vostro lavoro da qui.. se la prenderà con me.. -

- D'accordo, allora non dirglielo! Ma ti ordino di svolgere il mio dovere! -

- Come?? -

- Certo! Se non vuoi parlare con mio padre non ha importanza, non posso costringerti! Ma c'è molto da fare e mio padre verrebbe subito a sapere che la scrivania è incustodita! Allora si che avrà un buon motivo per farti secco.. -

Fece per rispondere, ma pensò all'istante di tacere.

- D'accordo maestà.. glielo dirò... eh.. ai vostri ordini.. -

Il piccolo Enma sorrise compiaciuto.

- Bravo George! Così si che mi piaci! -

Gli diede una pacca sulla spalla e s'incamminò all'uscita.



Yusuke si era trattenuto insieme con Max nella biblioteca della scuola oltre l'orario. L'aveva pregata di aiutarlo con l'inglese, dopotutto suo padre era di origini americane. Certamente gli sarebbe stata molto utile. Dopo due giorni avrebbe dovuto sostenere il compito in classe, non che la cosa lo preoccupasse, ma sua madre era stata categorica: "Portami a casa un'altra insufficienza e ti gonfio di botte!". Sapeva bene di essere il detective del mondo spirituale, colui che vinse una manifestazione chiamata "Torneo delle Arti Marziali Nere". D'altro canto sapeva anche che la sua vena battagliera l'aveva certamente ereditata da qualcuno. Quella vena apparteneva a sua madre senza ombra di alcun dubbio e se l'avesse sfidata in un corpo a corpo non sarebbe stato certo di avere la vittoria in pugno.

- Allora ricapitolando! Se ti trovi una frase come questa, sapresti dirmi cosa c'è di sbagliato? -

Disse Max, la quale aveva preso sul serio il ruolo d'insegnante.

- Emm.. -

Yusuke dal canto suo, odiava studiare e per quanto ci tenesse a prendere un voto migliore, che superasse di gran lunga le sue insufficienze, dopo cinque minuti l'unica cosa che sapeva era sbadigliare dalla noia.

- Allora? -

- Boh.. -

Rispose grattandosi il capo con una nota di perplessità mista a incomprensione.

- Yusuke.. -

Sospirò Max.

- L'abbiamo riguardato sette volte questo argomento, ancora non ti è entrato in testa? -

- Evidentemente no! -

Sorrise disperato.

- Sono un somaro, non posso farci niente! -

Disse allegramente.

- Non pensarlo nemmeno! -

Max cambiò improvvisamente umore, come il tono di voce. D'apprima calmo, quasi in un sussurro, ora si era alzato di volume e quasi rimbombò nell'intera biblioteca. Fortunatamente tutti gli studenti avevano lasciato l'istituto.

- Tu non sei stupido è chiaro? Devi solo impegnarti di più! Se ti concentri a dovere sono sicura che saprai dare moltissimo! -

Disse nervosa.

- Non devi avere una considerazione così bassa del tuo cervello sono perchè non ti applichi e prendi sempre un'insufficienza! Il tuo problema è solamente questo: mancanza di buona volontà e concentrazione! -

Quasi ansimò, non si era fermata un secondo mentre parlava, nemmeno per respirare.

- .. i problemi mi sembrano due.. -

Disse Yusuke.

- Capito? -

Si calmò lievemente.

- Emm.. si.. capito.. -

Disse quasi spaventato di lei.

- Allora! -

Tirò un profondo respiro e riprese la sua spiegazione.

- Guarda bene! In frasi come questa manca sempre qualcosa oppure c'è un'aggiunta di troppo! Per esempio qui, vedi? C'è una desinenza sbagliata! Non è plurale e nemmeno in terza persona! Il tempo è presente e va lasciato così, cancellando la desinenza! Ti è più chiaro? -

Yusuke contemplò la pagina contrassegnata in matita e d'un tratto si rese conto di aver finalmente capito.

- Si.. chiaro e cristallino.. -

Disse stupito di se stesso.

- Hai visto? Non è difficile! Passiamo al prossimo esercizio.. -

- Ehi Max.. -

- Dimmi! -

Rimase in silenzio un istante e poi riprese.

- Grazie! Sei una delle poche.. anzi forse l'unica che ha tutta questa pazienza con me! Perfino Keiko avrebbe rinunciato e se ne sarebbe andata dopo dieci minuti! -

E lo conosceva sin dalla più tenera età.

- Come biasimarla.. sei veramente uno zuccone.. -

- Eh.. -

- Ma in fondo, se mi hai chiesto di aiutarti è perchè tu stesso sai di averne bisogno no? Perciò ti darò ripetizioni fin quando sarà necessario! Vedrai che entro la fine dell'anno saprai l'inglese alla perfezione! -

Sorrise tranquillamente e temperò con cura la matita.

- Beh.. su questo ho i miei dubbi ma.. grazie a te almeno riuscirò ad ottenere la sufficienza.. -

- Anche di più mio caro! Perchè ti farò sgobbare talmente tanto che alla fine dovrai per forza prendere un ottimo voto! -

Rise.

- Sicura? Non è un disturbo per te? Sei disposta veramente a sprecare un'ora del tuo tempo pomeridiano solo per insegnarmi l'inglese? -

- E dici "solo"? -

Gli diede un delicato pugno sulla fronte.

- Se posso esserti d'aiuto nella materia che più ti risulta difficile, per me è solo un piacere! Certo ho i miei impegni, spesso lavoro! Ma per quanto riguarda lo studio posso tranquillamente svolgere i compiti nel resto della serata! -

Si sentì sollevato. Sapeva benissimo che di sua volontà finiva sempre con il lasciare i quaderni in bianco senza nemmeno aprire i libri. Se aveva accanto qualcuno come Max che lo spronava a dare il meglio di sè, probabilmente sarebbe riuscito ad ottenere un minimo di concentrazione, quel poco che bastava per capire e apprendere con facilità.

- Ti ringrazio, sei un'amica! -

- Figurati! E poi sei proprio fortunato, ripetizioni gratis! -

- Ci puoi giurare! Non ho una sola lira in tasca.. -

Cacciò fuori la lingua in segno di scherzo.

- Beh.. non che mi interessi ma l'altro giorno ti ho visto tirare fuori degli spiccioli! -

- Certo! Ma mi servivano per la sala giochi! -

Spiegò convinto.

- Come? Sprechi i tuoi soldi con dei giochi virtuali che ti rendono solo pazzo? -

- Non li spreco! Li uso! E poi non mi rendono affatto svitato, anzi! Mi elettrizzano! -

Si alzò dalla sedia con uno scatto al sol pensiero di trovarsi davanti allo schermo di un video gioco di boxe.

- Se lo dici tu.. -

- Non sei convinta? -

- No.. torna a sederti forza! Si riprende a studiare! -

Yusuke sbuffò e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia mentre Max riprese con le sue spiegazioni. Più volte Yusuke fu sul punto di addormentarsi, ma lei risolvette il problema picchiandogli la testa e provocandogli un bernoccolo tutt'altro che invisibile. Dei modi rudi per metterlo sotto con i compiti forse, ma se non altro riuscì perfettamente a catturare la sua attenzione, perchè sapeva che se si lasciava sopraffare dalla stanchezza, entro pochi minuti si sarebbe ritrovato con la testa deturpata.



- Allora dimmi! -

Esclamò Kurama aprendo la conversazione.

- Come va? Ancora divergenze con Max? -

Hiei non rispose e scostò lo sguardo intenzionato a mantenere il silenzio.

- Ho capito! -

- Tsk! -

Sorseggiò una tazza di caffè caldo. Aveva una montagna di compiti da svolgere, aveva bisogno di restare sveglio per lungo tempo.

- Vuoi qualcosa da bere? -

- No! -

- Di niente! Non c'è di che! -

Scherzò Kurama con il sorriso sulle labbra.

- La pianti? Questa tua calma e indifferenza mi rende al quanto nervoso! -

S'irritò Hiei.

- Scusami! Ma cosa ci posso fare, è il mio carattere! -

- Già! Perchè sei rinato sotto forma di essere umano e come uno di loro ti sei rammollito! -

Precisò lo yookai.

- Pensala come vuoi! Ma ormai mi conosci da alcuni anni, dovresti esserti abituato ai miei modi di fare! Come del resto io.. mi sono abituato ai tuoi! -

- Cosa vorresti insinuare? -

Lo fulminò con uno sguardo di fuoco.

- Assolutamente niente! -

Ripose la tazza nel lavandino, ma non ebbe alcuna voglia di lavarla.

- Allora! E' una questione personale o.. posso sapere perchè la odi così tanto? -

- Affar mio! -

Disse seccamente.

- Oh, allora avevo ragione! E' un affare personale! E che cosa ti avrebbe fatto quella poveretta per meritarsi il tuo odio così profondo? -

- Ho detto che non ti riguarda! -

Ribadì.

- D'accordo! Allora non insisto! Ma da amico ti do un consiglio! -

Disse Kurama.

- Un consiglio? -

- Esatto! -

Hiei rimase in silenzio a guardarlo con i suoi occhi rossi come il fuoco e non disse una parola.

- Cerca di fartela passare! -

- Come, scusa? -

- Nei suoi confronti! Cerca di placare il tuo odio.. sempre ammesso che sia così! -

Hiei si voltò con uno scatto dandogli le spalle.

- Come? -

- .. io ti conosco meglio di chiunque altro! -

Spiegò mantenendo la sua immancabile calma.

- E so che la tua antipatia per la ragazza è dovuta da un motivo ben diverso dalla mancanza di ucia nei suoi confronti come vorresti far credere a tutti! -

Hiei strinse i pugni con forza e strillò.

- E tu che diavolo ne sai? -

- Ne so molto più di te! Hiei.. tu sei invidioso di lei! -

Della sua popolorità all'interno del team Urameshi, dell'affetto di Kurama per lei.

- CHE COSA? -

- E' inutile che ti arrabbi.. puoi negare quanto vuoi, ma io conosco la verità! Guarda che non c'è niente di cui vergognarsi! -

- Tu sei pazzo Kurama! Quella ti ha completamente fatto il lavaggio del cervello! Non intendo rimanere qui un minuto di più! -

Kurama rise in silenzio e lo osservò sparire dalla stanza con una velocità rapidissima.
Saltò in fredda da albero in albero, da tetto a tetto, mordendosi le labbra per il nervoso. Era arrabbiato, furibondo, senza sapere il perchè. Forse semplicemente perchè come sempre Kurama era riuscito a leggere la verità nella sua testa? Perchè aveva scoperto che lui, Hiei, il demone dal terzo occhio era invidioso di una sciocca umana di sedici anni? Si.
Non riusciva più a mantenere un segreto, a nascondere i suoi sentimenti, a rimanere distaccato da tutto e da tutti. Ma la vera domanda che gli tartassava il cervello era: gli dava davvero fastidio non essere più solo?



Era rimasta in biblioteca a studiare insieme a Yusuke sino alla chiusura della scuola. Era esausta. Fortunatamente non aveva compiti d'inglese per il giorno dopo, non voleva sentirne parlare almeno per dodici lunghe ore. Aveva le frasi e le regole fuori dagli occhi, non aveva mai studiato una sola lingua in così tanto tempo, doveva prenderci l'abitudine.
Camminava lentamente nel marciapiede sotto il buio della sera appena calata. Sentiva freddo alle gambe e non vedeva l'ora di stendersi sul divano davanti alla tv. Voleva riposare la mente prima di mettersi a fare i compiti o non sarebbe riuscita a connettere il cervello.
D'un tratto sentì il rumore di un paio si scarpe camminare dietro di lei. Rimbombavano lievemente e si facevano sempre più vicini. Qualcuno la stava forse seguendo? Probabilmente si trattava ancora di Hiei. Per quanto ancora avrebbe continuato a starle con il fiato sul collo? Quando l'avrebbe capito che lei non voleva fare del male a nessuno?
Aumentò il passo nel tentativo di seminarlo, ma all'improvviso qualcos'altro, o meglio qualcun altro, la distrasse dall'inseguitore. Vide una sagoma spuntare da un vicolo, all'apparenza sembrava un uomo sulla trentina con in mano un fagotto di tela bianca, che si guardava intorno. Tuttavia avvertiva qualcosa dentro di lui, qualcosa che non prometteva nulla di buono. Non era un semplice essere umano, anzi, eveva come la sensazione che in lui non vi era nulla di umano. Lo vide allontanarsi correndo sempre dritto e lei ricordava bene cosa c'era più avanti all'incrocio della strada: la foresta. Quella stessa foresta nella quale conobbe Kurama e in cui quello strano tipo con il ciuccio in bocca la sottopose a quell'assurda prova della prescelta. Lo ricordava come fosse stato ieri.
Persa nei suoi pensieri, quasi lo perse di vista. Aumentò il passo e si ritrovò a correre in fretta cercando di stargli dietro il più possibile. S'inoltrò fra le piante e si ritrovò nel bosco, buio e silenzioso, a dir poco inquietante. Si guardò intorno, da una parte e dall'altra e lo notò correre in lontananza. Riprese l'inseguimento finchè all'improvviso l'uomo, o qualunque altra cosa fosse, si fermò e posò lentamente il fagottino per terra. Lo aprì delicatamente con le mani e Max scoprì che in quel fagotto vi era un neonato che piangeva come un disperato, come se fino a quel momento gli fosse mancato il respiro. L'individuo gli accarezzò la testina pelata con l'indice della mano destra e ridacchiò soddisfatto prima di sollevarlo fra le braccia. Non poteva permettergli di tenerselo, sicuramente lo aveva portato via, rubato a qualcuno che molto probabilmente, in quel momento lo stava cercando d'appertutto con il terrore nel cuore.

- Giù le mani! -

Gridò lei facendosi più vicina.

- Lascia andare quel bambino! -

L'uomo voltò in fretta il capo e Max ebbe la conferma; quello non era un essere umano. Possedeva una lingua lunga circa un metro ed essa terminava con una gigantesca bocca piena di denti aguzzi e sbavanti.

- Blearg! Fai proprio schifo! -

Disse Max con una smorfia. Il mostro posò a terra il neonato che nn voleva saperne di smettere di piangere e si sollevò da terra ritraendo la lingua lunga e carnivora.

- E tu chi sei? -

Domandò infastidito.

- Io? Max Okino, molto lieta e tu? -

- Hai interrotto la mia cena! -

Rispose.

- Davvero? Quel bimbo sarebbe la tua cena? Dammi retta, lascia perdere! E' molto meglio una cena a base di pesce o verdure, come fanno tutte le persone normali! Oh.. dimenticavo.. tu non sei normale! -

Il mostro scoppiò in una fragorosa risata e fece un passo avanti verso di lei.

- Fai dello spirito eh? Mi sei simpatica.. peccato! Dal momento che hai disturbato la mia cena.. per prima cosa, mangerò te! Come antipasto! -

Aprì di poco la bocca e la lingua calò nuovamente allungandosi di un paio di metri, la bocca in fondo dentata si spalancò famelica e minacciosa.

- Sei contenta? -

Con un balzo in avanti cercò di colpirla con i denti accuminati della lingua, ma lei li schivò con un salto.

- Sei agile! Ma non riuscirai a scapparmi! -

Fece per colpirla nuovamente, ma ancora il suo colpo non andò a segno. Fu così per molte volte ancora, finchè il demone non iniziò a sudare vistosamente per la stanchezza.

- Come.. come diavolo fai a.. a sfuggirmi così.. pant! Pant! Nessuno.. è mai riuscito.. -

- Il segreto è fare sport e mangiare tanta verdura! -

Disse lei in tono scherzoso.

- Mi prendi in giro? Io ti... -

- Mi ammazzi? Emm.. non penso che ci riuscirai! -

Posò il piede sulla lingua che si era conficcata nel terreno nel tentativo di beccarla e schiacciò con forza.

- AAAAAAAAARGH!!! -

- Ti fa male? -

Aumentò la forza, tale da staccare la bocca accuminata dal resto della lingua. Il mostro la ritirò in bocca in un lampo e s'inginocchiò gemendo dal dolore.

- Spiacente amico, ma hai giocato male le tue carte! Sei venuto nel mio territorio e se becco uno della tua specie sul mio cammino.. lo uccido! Senza pietà! -

Lo fulminò con lo sguardo.

- Ma.. tu.. chi.. sei..? -

Chiese a fatica mentre la lingua doleva insopportabilmente.

- Io? -

Max gli si avvicinò e sollevò la mano chiusa in un pugno.

- Io sono.. la prescelta! -

Gli scagliò un cazzotto che lo stese in un attimo, ma lei non si limitò ad atterrarlo con un solo colpo, no, voleva di più, infierire su di lui come gatto col topo. Si chinò sopra il mostro che si premeva la bocca per il tremendo bruciore alla lingua mutilata. Iniziò a riempirlo di pugni, uno dopo l'altro, sempre più forti, il pianto straziante del bimbo da sottofondo.

- Implorami pietà, sempre se riesci a parlare!! -

Gli ordinò furbonda.

- Avanti! Se mi implori forse potrei anche risparmiarti! -

- Mh...mmmh..ghh.. -

- Come hai detto? Non ho sentito bene!! -

Si alzò in piedi e gli pestò violentemente lo stomaco.

- AAAAAAAAH!!! PIETAAAAA'!! -

- Così mi piaci! -

Tirò un sospiro e si sistemò il fiocco della divisa che nella colluttazione si era allargato, poi portò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, calma e tranquilla. Il demone sembrò rilassarsi anche se la tremarella non cessò di invadergli il corpo, ma in quel momento Max afferrò una pietra piuttosto grossa e la lanciò con forza sulla sua faccia insanguinata. Sentì il suo respiro terminare di colpo e il suo corpo smise di muoversi, l'aveva ammazzato. Che strana, ma piacevole sensazione che provava in quell'istante. Ne aveva eliminato uno, uno di loro, uno come quello che le aveva portato via suo padre. Avvertì il suono di due mani che battevano l'una contro l'altra in un applauso. Forse quel mostro aveva un compagno? Si voltò in fretta e si stupì nel ritrovarsi davanti l'immagine di Enma che con aria soddisfatta batteva le mani.

- Ottimo lavoro! Non immaginavo fossi così spietata! Un' ottima qualità per una che possiede il tuo incarico! Già! -

Incrociò le braccia al petto e sorrise apertamente.

- Ma.. allora eri tu che mi seguivi! -

- Ebbene si, lo ammetto! -

Si grattò la nuca imbarazzato.

- Temevo mi saltassi addosso.. ma ho voluto metterti alla prova, vedere se mi riconoscevi per ciò che sono o se mi scambiavi per un nemico come quello che hai ammazzato.. e come lo hai ammazzato, poveraccio.. mi fa male la testa solo a guardarlo! -

- E allora non farlo! -

Disse Max raccogliendo con cura il bambino che lentamente si calmò.

- Povero piccolo.. voleva divorarti in un sol boccone quella creatura dell'inferno.. ma per fortuna la zia Max è capitata giusto in tempo! -

- Zia..? -

- Si, beh.. si fa per dire! -

Lo cullò con dolcezza e lo avvolse con la coperta bianca dopo averla ripulita per bene dalla terra e dall'erba appiccicosa.

- Ma come si fa.. ad essere così meschini? -

SI domandò ad alta voce fissando quel dolce visino con gli occhietti azzurri socchiusi e le manine chiuse a pugnetti appoggiate al suo petto.

- E' una cosa ignobile! Rapire un neonato per poi mangiarselo!! Se lo sarebbe divorato in un sol boccone! Sono schifata!! -

Se solo il mondo in cui viveva fosse stato normale, se solo avesse potuto vivere come una ragazza spensierata ignara di tutto con accanto ancora il suo papà.

- Ti capisco.. -

Disse il piccolo Enma tirando un sospiro.

- Credimi! Al mondo ci sono esseri ben peggiori di quello che hai ucciso e anche molto più pericolosi! Non sarà un compito facile! -

Spiegò a malincuore.

- Ma con Yusuke al tuo fianco, per non parlare di Kuwabara, Kurama e Hiei.. -

- Lascia fuori Hiei per favore! -

Lo corresse lei.

- Si beh.. con persone come loro sono sicuro che riuscirai a cavartela! Ho visto quello che sei capace di fare! -

Si sistemò accuratamente la sciarpa rossa.

- Max Okino! Da questa sera dichiaro ufficialmente.. che la tua missione è cominciata! -

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Capitolo 22
*** La gita ***


CAPITOLO 23: La gita




- Max Okino! La tua missione è cominciata! -

Le aveva detto il piccolo Enma senza alcuna esitazione.

- Vuoi dire.. adesso? In questo preciso istante? -

- Certo! Hai fatto fuori il tuo primo demone! Quindi hai dato il via al tuo percorso! -

Raccontò lui.

- Ah.. -

Sostenne il bambino con affetto mentre questi si stava addormentando tra le sue braccia.

- CI sai fare con i bambini Di certo sarai una madre perfetta! -

Sorrise Enma.

- Emm.. può darsi, ma dato che ho solo sedici anni, non ti sembra un pò presto per parlarmi di figli? -

- Si certo.. hai ragione scusa! -

Si grattò timidamente la guancia.

- Bene! Andiamo! -

- E dove? -

- Beh, dovrai pur portare da qualche parte quel bambino no? O preferisci restare qui fino a domani? Guarda che è una pessima idea! E' pieno di mostri qui! -

Disse Enma tranquillo.

- Mh.. non me n'ero accorta sai.. -

Disse Max ironica.

- Allora? Dai, usciamo da qui! Questo posto mi mette i brividi! -

- Il grande principe dell'aldilà! Proprio tu te la fai sotto in questo modo? -

Lo prese in giro.

- Spiritosa.. -

CRICK!

Il rumore di un ramo che si spezzò sotto il piede di qualcuno, costrinse la ragazza a bloccarsi all'improvviso, tendendo bene le orecchio.

CRICK! CRACK! -

- Reggi qui! -

Consegnò all'istante il bimbo tra le braccia di Enma che lo sostenne goffamente e impacciatamente. Max camminò lentamente verso la fila di cespugli dietro di lei, pronta ad ammazzare chiunque ancora le avesse pestato i piedi. Vide un'ombra spuntare dalle foglie, senza nemmeno lasciargli il tempo di sollevare un dito, Lo afferrò con forza e lo scagliò per terra.

- Ahia... -

Il piccolo Enma osservò il ragazzo a terra con una nota perplessità.

- Emm.. Max? -

- Ah.. ops... -

Non poteva credere di averlo fatto proprio a lui. Rimase immobile per alcuni secondi, reggendogli ancora il braccio tra le mani.

- Max.. potresti.. lasciarmi andare ora? -

- Kurama scusa!! -

Lasciò immediatamente la presa aiutandolo a sollevarsi.

- Grazie! Ahi.. che male la mia schiena.. quanta forza Max! Qualcosa mi dice che il mostro laggiù l'hai ucciso tu! -

Disse Kurama massaggiandosi la schiena dolorante.

- Beh.. si! -

- Capisco! Allora la grande forza astrale che ho percepito un attimo fa era la tua! -

Sorrise.

- Forza.. che? -

Erano concetti del tutto sconosciuti per lei.

- Complimenti! Hai una forza incredibile nelle braccia! E dire che sei così minuta.. -

- Ti prego scusami! Sei sbucato all'improvviso, sembrava quasi che ti stessi nascondendo.. -

- No! Ho solo preso una scorciatoia! Ma non preoccuparti! Ci vuole ben altro per mettermi al tappeto! -

Strizzò l'occhio sorridente e solo in quel momento si accorse del piccolo Enma.

- Oh, salve maestà, non vi avevo visto! Ma.. è un bambino quello che tenete in braccio? -

- Si! -

Rispose Max.

- Quel mostro voleva pappasserlo per cena! Per fortuna l'ho fermato appena in tempo! -

- Già, beh.. ora non è che te lo puoi riprendere? Ho paura di farlo cadere! -

Disse Enma.

- Oh! Se io ci so fare con i bimbi, lasciatelo dire tu sei proprio una frana! -

- Si da il caso che ho già la vostra responsabilità sulle spalle! Mi devo occupare del bene di tutti gli esseri umani! Se toccasse a te dubito che ne saresti capace.. -

Osservò compiaciuto Enma.

- Perchè.. io non ce l'ho questa responsabilità? -

Disse Max

- Come? -

- Devo combattere per il bene dell'umanità! Non è la stessa cosa? -

- Ah.. beh, si.. forse hai ragione! -

Si grattò la guancia.

- Ecco! -

Il piccolo Enma si sedette su una ruvida roccia lì accanto e tirò un lungo sospiro. Kurama lo raggiunse con aria incuriosita.

- Come mai qui nel Ningenkai maestà? Siete forse venuto per parlare con Yusuke? -

- No! Questa volta non ho nulla da riferirgli! -

Spiegò Enma.

- In realtà.. -

Fece segno a Kurama di abbassarsi verso di lui.

- Sono venuto qui per lei! -

Sussurrò nel suo orecchio cogliendo la distrazione di Max che giocava con le piccole mani del bambino, come il momento migliore.

- Per Max? -

Disse Kurama sussurrando a sua volta.

- Esatto, ma... sssst! -

Si portò l'indice sulle labbra invitandolo a tenerla all'oscuro.

- C'è una cosa che ritengo tu debba sapere! Però devo chiederti di non parlarne con nessuno, nemmeno con Yusuke e kuwabara! Loro capirebbero ma.. potrebbero tradirsi in sua presenza e questa è una faccenda delicata che ancora Max non deve sapere! Non è pronta per una simile realtà.. la distruggerebbe! Non dimentichiamo che è già abbastanza provata! -

Kurama ascoltò le parole di Enma in silenzio, fino alla fine, dopodichè annuì e non aggiunse altro.

- Solo tu che le sei così vicino puoi proteggerla dalla verità! Veglia sempre su di lei! Io ho fatto una promessa tempo fa, a una donna! Ho giurato che l'avrei protetta sempre, fino alla fine dei suoi giorni! Così intendo fare! Ma io non sono sempre presente nel mondo degli esseri umani, non è questo il mio posto! Io posso vegliarla dal mondo degli spiriti! Ma tu che sei sempre qui, che la vedi tutti i giorni.. solo tu capisci, sei ingrado di garantirle una protezione concreta! -

Proseguì.

- Contate su di me! -

Non sapeva quale fosse questa realtà che avrebbe potuto distruggere l'animo di Max, non immaginava neppure lontanamente quanto fosse complicata e difficile da comprendere. Ma avrebbe ascoltato la verità fino in fondo e le sarebbe rimasto accanto, perchè ormai, non poteva fare a meno della sua amicizia. Non era da molto tempo che la frequentava, nonostante questo sentiva il bisogno di proteggerla da qualunque cosa minacciasse la sua vita, ma soprattutto la sua felicità.

- Ehi voi due! Avete finito di bisbigliare? Guardate che mi sento tagliata fuori! Non mi piace! -

Protestò Max cullando nuovamente il piccolo che di lì a poco sarebbe scoppiato a piangere un'altra volta.

- Scusaci Max, non volevamo escluderti! -

Disse Kurama dolcemente.

- Piuttosto, non sarebbe meglio riportare indietro quel bambino? -

- E dove? Non ho la minima idea di dove sia la sua casa.. -

- Allora portiamolo all'ospedale! Tua madre ha il turno serale giusto? Lo lasceremo in custodia, vedrai che lo troveranno facilmente! Se non altro lo portiamo in un luogo sicuro! Questa foresta è troppo pericolosa per lui! -

Disse guardandosi intorno. Ogni rumore, qualunque suono, li costringeva a rimanere allerta.

- Si, hai ragione Kurama! -

- Bene! Io andrei! -

Disse Enma.

- Come? E dove? -

- Me ne torno nel regno degli spiriti! Il mio dovere qui è finito! -

- Fammi capire! -

Disse Max.

- Sei venuto solo per dirmi che la mia missione è cominciata? -

- E per vedere di persona il tuo potere! Credimi ne sono rimasto più che soddisfatto! -

Sorrise Enma scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.

- Ah.. -

- Dai Max, andiamo! Si sta facendo tardi! -

Esclamò Kurama lanciando un'occhiata all'orologio da polso.

- Si, arrivo! Allora ciao Enma! -

Lui sollevò la mano in segno di saluto e si limitò a sorridere, senza dire una parola. Li osservò allontanarsi insieme, mentre chiacchieravano e scherzavano come se nulla fosse. Ne fu sicuro, Kurama era la persona giusta per custodire il segreto di Max, un segreto che lei stessa ignorava e che l'avrebbe sfinitia se avesse saputo la verità. Quella donna aveva detto chiaramente che Max negli ultimi tempi era molto provata, debole e sofferente. Da quanto aveva visto, i suoi poteri erano tutt'altro che fiacchi, però anche lui aveva notato la tristezza nel suo cuore, che risplendeva anche nei suoi bellissimi occhi scuri. Quegli stessi occhi che possedeva anche lei. Era certo che i suoi sogni erano più che reali, altrimenti per quale motivo le rubavano così tanta energia mentale? Doveva solamente attendere, presto o tardi, tutti loro avrebbero compreso qualcosa di più. Per il momento poteva solo osservare e nulla più, cercare di curare il suo cuore ferito, per quanto gli sarebbe risultato difficile, per non dire impossibile. Probabilmente nemmeno lei sarebbe mai riuscita a curarsi quella ferita. Poteva creare nella sua mente pensieri felici e lottare con tutte le sue forze per cancellare un ricordo che nn l'abbandonava mai. Non sarebbe mai riuscita a pensarci senza scoppiare in lacrime o senza sentire una fitta al cuore. Non avrebbe mai dimenticato e non sarebbe mai stata felice nel rammentare l'attimo peggiore della sua vita.

"Il ricordo della felicità non è più felicità. Il ricordo del dolore, è ancora dolore". (A. Einstein)



Poco dopo aver consegnato il bambino nelle mani dei medici dell'ospedale, i suoi genitori vennero a riprenderlo. L'avevano cercato ovunque, così dissero, si erano accorti di qualcuno nella camera del piccolo, ma prima ancora che potessero guardarlo in volto, egli sparì con un salto dalla finestra. Erano certi che mai più avrebbero riavuto il loro bambino, tant'è che l'ospedale era l'ultimo posto nel quale avrebbero guardato prima di mettersi il cuore in pace. Avevano sperato che qualcuno avesse fermato il malvivente e avesse avuto la brillante idea di portarlo lì per un controllo, ma soprattutto, per tenerlo al sicuro finchè qualcuno non sarebbe andato a riprenderlo. Versarono così tante lacrime quando lo riconobbero prima di stringerlo fra le braccia, quasi sembrarono non conoscere fine. Sia Max che Kurama, assistirono in silenzio e da lontano a quella scena così commuovente e si rallegrarono nel cuore per aver riportato un bambino ai propri genitori che lo credevano già morto. Specialmente Max. L'idea di aver ammazzato uno di quegli orribili mostri salvando il bambino dalle sue tremende fauci, l'aveva resa soddisfatta di sè, come non accadeva da tanto tempo. Da quando aveva assistito all'assassinio del suo povero papà, niente era più riuscito a rallegrarla davvero, a concederle anche solo una soddisfazione. Ora finalmente ne aveva avuta una e probabilmente nella sua missione ne avrebbe avute altre e altre ancora.
Ma in un attimo, non appena si rese conto che aveva infranto la promessa che fece a suo padre il giorno dei funerali, la sua appena ritrovata allegria nell'aver ucciso un demone, sparì come quando una foglia viene spazzata dal vento. Aveva giurato che non sarebbe mai più stata appagata in vita sua, perchè senza il suo amato padre, il suo amico più prezioso, l'uomo che sapeva darle tutto, persino l'universo se gliel'avesse chiesto, non sarebbe più stata capace di vivere come prima. Invece ora, aveva sorriso di cuore, era stata felice, per la prima volta dopo due lunghi anni. La paura di aver per un attimo dimenticato suo padre, l'attanagliò e dipinse il suo volto rosato con una spruzzata di lieve bianco pallido.
Avevano camminato a lungo lei e Kurama, fianco a fianco come ormai accadeva da quando si erano conosciuti. E per l'intero tragitto, Max si chiuse nel silenzio con lo sguardo perso chissà dove e la testa immersa nei suoi pensieri. Kurama si era accorto da tempo del suo colorito così sbiadito e del suo sguardo completamente diverso da un attimo primo. L'aveva portata al parco, deserto come ogni sera con le altalene che cigolavano e si muovevano avanti e indietro lentamente sotto il vento leggero e lì si erano accomodati su una panchina gelata. Erano seduti ai giardinetti da più di quindici minuti, ma sembrava che niente avrebbe smosso Max da quello stato di trance che la voleva immobile e totalmente in silenzio. Sembrava quasi che nemmeno respirasse. Kurama non volle porle una domanda sbagliata, nè ferirla in qualche modo, ma non poteva più starsene lì, seduto accanto a lei e guardarla in silenzio mentre Max non voleva muovere nemmeno un dito.

- Max! Va tutto bene? -

Probabilmente pose una domanda sbagliata, ma preferì comunque tentare.

- Si.. -

Era certo che in quelle condizioni non si sarebbe nemmeno accorta della sua voce.

- Davvero? All'improvviso hai cambiato umore.. è forse colpa mia..? -

- No! Come può esserlo? Non hai fatto niente! -

- E allora.. che cosa c'è? Sempre se mi è permesso chiedertelo.. -

Se lei gli avesse detto di tacere e farsi gli affari suoi, lui avrebbe acconsentito e avrebbe aspettato che lei avesse nuovamente proferito parola.

- Ecco.. non è niente, pensavo! -

- Alla tua missione? Sei preoccupata? E' questo? -

- Si.. e no.. -

In realtà non sapeva nemmeno lei cosa provare.

- Scusami! -

Disse dunque.

- Perchè ti scusi Max? -

- Perchè.. da quando mi conosci.. non fai altro che.. sopportare le mie lagne, i miei pianti e i miei malumori quando anche tu.. -

In quel momento le tornò in mente la storia di lui e quella ragazza, Maya. Kurama le aveva cancellato totalmente la memoria, così lei si era dimenticata di lui, del ragazzo che tanto amava. Ma lui ancora non si era dimenticato di lei e mai ci sarebbe riuscito.

- Quando anche tu hai sofferto immensamente! -

- Se ti riferisci a Maya e me.. ormai è una storia passata! E poi te l'ho già detto! Quello che passato io, non è minimamente paragonabile a ciò che è successo a te Max! -

Maya era viva da qualche parte, suo padre purtroppo no e non lo avrebbe rivisto mai più.

- Forse.. ma non voglio costringerti a sopportarmi! Se non ne puoi più lo capisco e.. sei libero di lasciarmi qui e tornare a casa! Stai saltando la cena per colpa mia! Tua madre ti starà aspettando con ansia! -

Sapeva quanto affetto vi era fra Kurama e la sua mamma.

- Non preoccuparti, questa sera è a cena fuori con una persona! -

- Eh? E con chi? Oh scusa.. forse non sono affari miei.. -

Kurama sorrise senza staccare gli occhi verde smeraldo dai suoi così dolci e marrone scuro, con lievi pagliuzze dorate.

- Con un uomo! -

Spiegò.

- Un uomo? E' forse il suo... -

- ..fidanzato? -

- Emm.. già, intendevo quello.. -

- Beh, non lo so con precisione.. -

Disse Kurama.

- So che si vogliono molto bene, si conoscono da tempo sai, ma solo di recente hanno preso a frequentarsi oltre il lavoro! -

- Ah, sono colleghi d'ufficio? -

- Si! Anch'io ho avuto modo di conoscerlo, è un uomo in gamba, molto disponibile, premuroso, sempre attento ai bisogni degli altri! Ma soprattutto.. so che con lui, mia madre potrebbe essere felice! Quell'uomo è sincero e secondo me.. ama profondamente mia madre! -

Max rimase affascinata dalla tranquillità con cui Kurama parlò del nuovo compagno di sua madre.

- Se un giorno loro dovessero sposarsi, quindi.. tu approveresti? -

- Certo! E non soltanto perchè lui mi piace! Anche se mia madre fosse innamorata di un uomo che detesto le permetterei di sposarlo! Questo perchè è ciò che lei vorrebbe e io non potrei fare altro che essere felice per lei! -

Max sorrise appena e riportò lo sguardo dritto davanti a sè, sullo scivolo freddo e cupo.

- Ti invidio sai? Ti confesso che.. se mia madre dovesse portare a casa un uomo e presentarmelo come suo fidanzato..non so se approverei! -

- Ma è pur sempre tua madre, ha il diritto di rifarsi una vita non credi? -

- Certo! Però.. sarebbe troppo dura! -

- Si, capisco.. non riesci a vedere un uomo in casa tua che non sia tuo padre, vero? -

A quella domanda Max non rispose, Kurama comprese subito di aver detto una parola di troppo.

- Scusa, non volevo rivangare il passato.. -

- No, non fa niente.. dopotutto hai detto la verità! E' proprio così che mi sento! -

Quella sera, su quella panchina, al buio in un parco isolato. Si accorse che tutto era uguale a quella notte se non fosse stato per il luogo e un orario differenti.

- Allora sei in partenza, vero? -

Pensò fosse una buona idea quella di cambiare argomento.

- Eh? Come lo sai? -

- Ho sentito Yusuke per telefono! Ultimamente mi chiama spesso.. si vede che gli manco! -

Rise.

- Ah, capisco! Te l'ha detto lui allora! -

- Già! Ebbene? Non sei contenta di partire? Starai via tre giorni giusto? In un bel posto in mezzo al verde, tranquillo.. secondo me è quello che ti ci vuole! E poi le gite scolastiche sono sempre un'ottima occasione per divertirsi con gli amici! -

Disse.

- Sono conciata così male? Secondo te sono davvero stressata? -

- Beh, non si vede, ma io lo so! Sei molto stanca e tre giorni lontano da Tokyo vedrai che ti faranno bene! -

- Mh! -

- Non sei convinta? -

- No.. ma non importa! Per tre giorni almeno non dovrò stare sui libri china nel banco! -

Kurama ammiccò per la sorpresa.

- Ma come? Non adori studiare? -

- Proprio no! -

- Yusuke mi ha detto che sei la prima della classe, prendi sempre degli ottimi voti! -

- Ma ti dice proprio tutto? -

Non avrebbe mai immaginato che Yusuke avrebbe parlato di lei a Kurama.

- Non tutto! Qualcosa! -

- Ah.. fra poco ti dirà persino che taglia porto, la marca e il colore della mia biancheria! -

Disse Max.

- Ma che dici? Ah ah ah! Non dirmi che Yusuke sa queste cose! -

- No no! Ci mancherebbe altro! Era solo una battuta! -

Si sollevò dalla panchina e spalancò la bocca in un largo sbadiglio.

- Mi accompagni a casa? -

- Certo! -

- Grazie mille! -

Furono le ultime parole che prinunciò, per lungo tempo rimase in silenzio, il capo chino, lo sguardo perso nel vuoto e quella luce, che ormai Kurama conosceva bene, quel luccichio di tristezza che invadeva i suoi iridi scuri. I capelli ondeggiavano ad ogni passo. Non si accorse nemmeno dello sguardo della Volpe che la fissò a lungo e immerso nei suoi mille pensieri. Era una ragazza così carina, così minuta, dalla corporatura sottile.. eppure una simile creatura aveva sulle spalle la responsabilità degli esseri umani, dei poteri tremendi dai quali ancora lei stessa non era in grado di difendersi, un passato che le doleva nel cuore. Faceva venire una gran voglia di stringere il suo corpo piccolo, femminile, ma con le forme giuste al posto giusto e di proteggerla, di tenerla stretta di offrirgli instintivamente una spalla su cui piangere. Poi per un attimo tornò indietro su ciò che aveva pensato un attimo prima. Carina.. osservò il suo viso perfettamente liscio, lineare, maturo, più della sua età, gli occhi lievemente a taglio mandorla per il sangue giappo-americano che le scorreva nelle vene e poi i suoi occhi... gli occhi.... Furono la prima cosa a colpirlo di lei. Sin da quella sera. La prima sera.. la vide per caso mentre fuggiva da un mostro, totalmente coperta da un cappotto col cappuccio. Le labbra seminascoste nell'oscurità e i suoi occhi brillanti sotto la luce notturna. Poi la seconda volta, in quella strada.. vedendola incamminarsi nella sua direzione non la notò, era impossibile riconoscerla, quella notte non aveva visto bene il suo volto, solo i suoi occhi. Poi, non appena incontrò quegli iridi, quello sguardo, capì immediatamente che era la lei di quella notte, una lei dotata di un'insolita energia astrale, che rappresentava bene e male uniti nello stesso carma. Che strano, pensò. Max era buona, su questo era pronto a metterci la mano sul fuoco. Non aveva mai conosciuto una persona più sensibile. E carina... nella sua scuola il numero delle ragazze aumentava ogni giorno, tutte con un certo fascino, ma un non so che di comune, come se fossero tutte uguali, fatte con lo stampino dall'inizio alla fine. A lui piaceva la personalità, un carattere proprio in una persona, la voglia di fare, di mangiare senza preoccuparsi della linea o dei brufoli in volto, di vestire sempre con stile diverso; elegante, sportivo, cool, casual... Queste qualità Max le aveva tutte. Ed era carina... carina... altro che. Ma chi voleva prendere in giro? Carina poteva dirlo a Botan o a Keiko, due ragazze simpatiche e certamente molto attraenti.. ma non poteva parlare così di lei, no, non di Max. Inutile negare, Max era veramente bella! Chissà, magari un giorno avrebbe anche potuto innamorarsi di lei.. ma per il momento l'amore non gli interessava.
Voleva parlare, farla sorridere, perchè il suo sorriso gli scaldava il cuore, era così bello e dolce.. ma probabilmente in quel momento Max aveva ben altro per la testa, altro che, era al quanto evidente, non le permetteva di sorridere. Dunque la lasciò così, in silenzio, nella quiete assoluta per tutta la strada verso casa sua, senza aprire bocca se non per respirare.
Camminarono fianco a fianco muti come pesci per circa mezz'ora. Poi d'un tratto Max si fermò, lo sguardo costantemente prostrato sul cemento della strada. Kurama proseguì solo di due passi, poi se ne accorse e dopo di lei fermò il cammino.

- Qualcosa non va..? -

Le domandò nel modo calma e preoccupato come era solito da lui.

- No.. -

Rispose normalmente lei.

- Senti.. -

- Dimmi! -

Kurama le si avvicino, lei sollevò il capo per guardarlo negli occhi.

- Posso farti.. una domanda un pò particolare..? -

- Va bene! Ti ascolto! -

- Ecco.. se.. se per assurda ipotesi...quella ragazza... Maya? Si chiama così? -

- ...si.. -

Maya.. la ragazza che un tempo amava e che ormai lo aveva dimenticato da tempo. Cosa c'entrava lei? Perchp ora? -

- Se Maya all'improvviso.. tornasse a vivere qui... si insomma, se dovessi rivederla.. cosa.. cosa faresti? -

- Beh.. io.. -

Quella domanda lo spiazzò. Non si aspettava un quesito simile, no, certo no.

- Non lo so.. sarei felice forse.. ma anche sorpreso.. impacciato, a disagio..e... -

- ..triste? -

Disse lei a bruciapelo.

- Si, triste! -

Confessò.

- Ma perchè me lo chiedi? -

- Era.. solo curiosità... sai.. stavo pensando.. -

- Si..? -

- Prima ho detto "assurda ipotesi".. ma.. in realtà non è poi così assurda! Vedi.. un giorno magari Maya potrebbe tornare qui.. se non per trasferirsi quanto meno per una gita.. o per altre cose, insomma, per qualunque motivo lei potrebbe tornare! -

- E' vero.. ma se anche fosse? -

- Kurama.. lei è viva.. e può tornare.. capisci? -

I suoi bellissimi occhi luccicarono ancora di più sotto la fioca luce serale. Era certo che di li a poco si sarebbero riempiti di lacrime, povera piccola.

- ..tuo padre invece no.. -

Comprese. In quel momento si sentiva veramente uno schifo. Lui sperava davvero di non dover più rivedere Maya, lo desiderava davvero perchè sapeva che avrebbe sofferto, ricordando la sua sofferenza sofferta quando la lasciò andare.

- Mi dispiace Max.. -

Max invece non avrebbe rivisto mai suo padre, mai più.

- Non fa niente.. -

Sorrise.

- Mi vengono sempre pensieri deprimenti.. ah ah ah! Mi ero ripromessa che non ti avrei più assillato! Da quando mi conosci non faccio che gettarti tutti i miei sentimenti addosso! Le mie paure, le mie angoscie.. e le mie lacrime! -

- Siamo amici! Puoi contare su di me! Io ti ascolto e ti aiuto se mi è possibile!-

- Lo so, grazie! Ma ora non c'è più nulla di cui parlare, stai tranquillo! Ho avuto solo un momento di cedimento.. sai è stata una giornata un pò stancante.. e gli avvenimenti di questa sera mi hanno scossa.. tutto qui! -

Diventare la prescelta... aveva accettato il suo ruolo, era certa di averne preso consapevolezza. Ma ora che Enma le aveva confermato l'inizio della sua pericolosa missione, si sentì come se in realtà non lo avesse mai saputo.

- Si, lo capisco! Non è facile affrontare la vita di tutti i giorni e allo stesso tempo combattere con le tenebre! Ma tu ce la farai! Hai il mio aiuto e quello di Yusuke! Possiamo combattere insieme, se avrai difficoltà basta chiamare! Noi correremo in tuo aiuto! -

- Grazie! -

Sorrise ancora.

- Dai, andiamo a casa ora, tua madre si preoccuperà! -

- Si, andiamo! -



Quella mattina il pullman partì verso le otto e mezza del mattino. Yusuke sperava che essendo un giorno di "non scuola" il preside avesse fissato la partenza per un orario decente affinchè lui avesse potuto dormire un poco di più. Purtroppo le sue speranze andarono in fumo e partì da Tokyo con un pessimo umore addosso. La gita scolastica sarebbe durata tre giorni e li avrebbero passati in una piccola città non molto lontana.. ma di sicuro nemmeno vicina pensò Yusuke. Il viaggio sarebbe durato all'incirca tre o quattro ore, gli sarebbe piaciuto schiacciare un pisolino, dormire fino all'arrivo, ma i suoi compagni facevano troppo rumore per permettergli di addormentarsi. Keiko chiacchierava con Max a proposito di ciò che gli insegnanti avevano organizzato per quei tre giorni e non stava letteralmente nella pelle. Max sorrideva e partecipava nel discorso, ma chiunque, tranne ovviamente Keiko, poteva accorgersi che quei sorrisini erano fin troppo tirati che l'entusiasmo in lei era inesistente.

- Saremo in stanza insieme! -

Disse Keiko senza riuscire a contenere la frenesia.

- Tu non russi vero? -

Chiese a Max ridendo.

- No no, tranquilla! -

Rispose l'altra.

- Ti dico.. di solito faccio fatica ad addormentarmi.. ma quando mi addormento nemmeno le cannonate riescono a svegliarmi! -

- Davvero? Non pensavo esistesse qualcuno come Yusuke! -

- Ehi!! -

Il ragazzo udì quelle parole. Spalancò gli occhi neri che fino a quel momento teneva semichiusi per il sonno terribile e balzò sulla poltrona davanti alle ragazze voltandosi furioso verso Yukimura.

- Che hai, le antenne al posto del cervello? -

Disse Keiko.

- Cos'è, è un problema se ci sento bene?? -

Protestò Yusuke. Max rise a bassa voce scostandosi un ciuffo di frangia dagli occhi.
Kuwabara si voltò in seguito appoggiando le braccia allo schienale del sedile.

- Lo sai che hai proprio una bella risata? -

Esclamò con gli occhi luccicanti.

- Chi? Io? -

Max si indicò.

- Si! -

Disse Kuwabara portandosi una mano sul petto, chiudendo gli occhi e sospirando.

- Se il mio cuore non fosse già di un'altra persona, mi sarei perdutamente innamorato di te! -

- Ah.. davvero? -

- Se.. lo dice a tutte! -

Osservò Yusuke con una nota di disappunto.

- Non è vero! Solo alle ragazze speciali!! E poi lo sai che non esiste una donna in grado di farmi dimenticare la mia dolce Yukina! -

Disse con sguardo sognante.

- Ah... -

Sospirò innamorato.

- E' da molto tempo che non la vedo.. chissà cosa starà facendo e se starà pensando a me come io penso a lei ogni giorno.. -

- Dubito! -

Disse Yusuke. - E' una dama dei ghiacci! Dove vive lei ha molto da fare! Figurati se pensa alla tua faccia da pesce lesso! -

Kuwabara divenne rigido e fremente di rabbia.

- Come hai detto? -

Lo afferrò per la magletta e lo sollevò dal sedile.

- Ahi!!! Mettimi giù, scherzavo!! -

- Chi sarebbe questa Yukina? -

Domandò una Max curiosa.

- Oh, è la sorella di.. -

In quel momento Yusuke si morse la lingua. Se avesse detto la verità e cioè che Yukina non era altri che la sorella gemella di Hiei, Kuwabara che n'era all'oscuro avrebbe posto una lista di domande infinite. Senza contare che Max era l'ultima arrivata. Se le avesse rivelato quel particolare, Hiei non l'avrebbe perdonato di sicuro.

- Emm.. -

- Yukina ha fratelli o sorelle?? -

Kuwabara si mostrò sbalordito.

- No no! -

Mentì Yusuke disperatamente.

- In realtà volevo dire che.. è la sorella dei ghiacci, già!! Lei viene da un luogo freddo.. e la neve è come se fosse sangue del suo sangue!! -

Non era sicuro di farla franca, ma almeno ci provò.

- Ah.. ok! -

Rispose Kuwabara.

- Senti Yusuke, esattamente cos'è una dama dei ghiacci? Cosa fa? -

Proseguì Max.

- Beh vedi, le dame dei ghiacci hanno una particolarità! Dalle loro lacrime si generano delle perle preziosissime che nel nostro mondo farebbero gola a chiunque! Inoltre, una dama dei ghiacci possiede enormi poteri, è in grado di guarire le ferite! -

Spiegò Urameshi nei dettagli.

- Quante volte la mia adorata Yukina ha guarito le mie profonde ferite dal mio corpo! -

Disse Kuwabara rammentando quei momenti.

- E' un vero angelo! -

- Caspita... -

Esclamò Max.

- Sarebbe bello se anch'io sapessi guarire le ferite.. -

- Anche Botan può farlo.. ma lei non è ai livelli di Yukina.. comunque se avrai bisogno di cure lei ti aiuterà di sicuro! -

- Si.. ma spero di non averne bisogno.. -

All'idea le venne un brivido lungo la schiena.

- Se solo anche quel giorno.. ci fosse stato qualcuno in grado di guarire le ferite.. -

Disse tra sè e sè.

- Come dici? -

- Eh? Oh niente! -

L'aveva fatto nuovamente, si era lasciata andare ai suoi tristi ricordi. Dopo due anni ci pensava ancora come fosse stato il giorno precedente. Doveva voltare pagina e andare avanti come tutti.

Il viaggio si rivelò più breve e più piacevole del previsto. All'arrivo la classe si precipitò giù dal pulman, inforcò i borsoni e s'incamminò all'ingresso dell'albergo a due stelle nel quale avrebbe alloggiato per due notti.

- Due stelle.. che schifo! -

Esclamò Kuwabara deluso.

- Perchè? Ti aspettavi forse che la scuola ci pagasse un hotel a cinque stelle? -

Osservò Max.

- Beh.. veramente si.. insomma, già ci tocca andare in classe tutti i santi giorni, stare attenti alle lezioni e studiare come cani sui libri! Il minimo che potevano fare era offrirci un alloggio decente! -

Spiegò Kazuma irritato.

- Ma Kuwabara! Un albergo a due stelle non è mica da buttare! Persino quelli a una stella sono più che soddisfacenti.. e pure cari! Figurati uno da cinque stelle con suites e camere di extra lusso! -

- Beh, quando abbiamo partecipato al torneo delle arti marziali nere abbiamo alloggiato in un hotel coi fiocchi! E gratuitamente! -

Precisò.

- Torneo..che? -

- Si, ma non dimenticare che avevamo a che fare con gente straricca! In più eravamo le attrazioni del torneo! -

Intervenne Yusuke.

- Si va beh.. ma uffa.. ci costringono a sgobbare e poi ci mandano in gita in un luogo dimenticato da Dio, in un albergo per poveracci! -

Continuò Kuwabara.

- Se non ti va bene allora torna indietro!! -

Disse una Max irata.

- Eh? -

- Guarda che non tutti hanno soldi che straripano dai vestiti! C'è addirittura chi non ha potuto pagare un misero affitto e ora vive in mezzo alla strada! Se andiamo a scuola è per imparare qualcosa, a meno che tu non voglia rimanere una capra per il resto della tua vita! E dopo che l'istituto ci organizza un viaggio, ti lamenti sia del luogo che di un albergo che stai vedendo solo dall'esterno! Secondo me hai qualche rotella fuori posto! -

Si sfogò. Poi sistemò meglio la borsa in spalla e li superò varcando la soglia dell'albergo.

- Ma che le è preso? Stavo solo esprimento un parere.. -

Disse.

- Bella figura! -

Rise Yusuke.

- Ma uffa.. -

Frignò trascinando la valigia. Si era posto nel modo sbagliato agli occhi di una bella ragazza, non avrebbe mai potuto perdonarselo.

- Allora mi raccomando ragazzi! Disciplina! Alloggerete in questo hotel per due notti! Siate civili e non fate baccano, intesi? La colazioe è servita tutte le mattine alle otto, il pranzo all'una e la cena alle diciannove e trenta! Se avete altre domande leggete gli opuscoli oppure fate domanda alla reception! Siamo d'accordo? -

Disse il professor Takenaka riponendo il deplian degli orari nella tasca del cappotto.

- Si prof! -

Esclamarono in coro i ragazzi.

- Benissimo! Ora.. sapete già le disposizioni per le camere! A ciascuno di voi verrà assegnata la chiave della rispettiva stanza! Fate attenzione a non perderla! Quando chiamo i vostri nomi siete pregati di farvi avanti! -



Quel giorno le lezioni passarono più in fretta del solito. Kurama chiuse per bene la sua cartella e uscì dall'aula salutando cordialmente i suoi compagni. Camminò lungo il corridoio affollato di studenti che si esaltavano per la fine delle lezioni.

- Shuichi! -

In mezzò a quel miscuglio di voci riuscì ad udire un richiamo.

- Si? -

Si fermò al centro del corridoio e si voltò per vedere chi l'aveva chiamato.

- Senti.. posso parlarti un momento? -

Nakigawa stava davanti a lui, lo sguardo che faticava a restare sul suo.

- ..ok! -

Rispose sorpreso Kurama. Era convinto che dopo il suo rifuito, Kaori non volesse più rivolgergli la parola.
Non potevano rimanere nel corridoio, non avrebbero sentito una parola in mezzo a quel baccano. Scesero le scale e andarono in cortile, lì sarebbero riusciti a parlarsi liberamente.

- Dimmi! -

- Ecco.. io vorrei che.. che non ci fossero incomprensioni tra di noi.. -

- Si, nemmeno io! -

Sorrise. Kaori arrossì. Kurama era troppo bello per i suoi occhi.

- Quindi.. siamo ancora amici? Perchè io.. ci tengo ad essere almeno tua amica.. mi dispiace se sono stata così brusca l'altro giorno.. mi sentivo ferita.. ma ora sto meglio! -

- Non preoccuparti! Certo che siamo amici! -

Sul volto della ragazza comparve immediatamente una luce di gioia.

- Sono felice! -

Disse mentre gli occhi quasi le si riempirono di lacrime.

- Mi dispiace di averti ferita! -

- Non fa niente.. non posso obbligarti a ricambiare i miei sentimenti.. anche perchè ormai il tuo cuore ha trovato la sua metà! -

Disse facendosi lievemente triste.

- Come? -

Kurama non afferrò.

- Si.. la ragazza che è venuta a scuola l'altra volta.. era qui per te no? -

- Beh si.. ma cosa c'entra il mio cuore? -

- Non sei innamorato di lei? Non è la tua ragazza? -

Kurama innamorato di Max?

- Ah ah! No! Siamo solo amici! -

Spiegò.

- Ah.. ma.. mi sembravate molto uniti.. -

- Si, siamo uniti.. ma fra noi due non c'è nulla di romantico! Non sono innamorato di lei, Kaori! -

Nakigawa sorrise nuovamente. Non solo perchè aveva scoperto che quella bella ragazza non era la sua fidanzata, il suo Shuichi si era ricordato di chiamarla per nome.

- Allora scusa, ho preso un granchio! -

Si allontanò.

- Io devo andare ora! Ci vediamo domani! -

Kurama sollevò la mano in segno di saluto mentre Kaori corse via lasciandosi la scuola alle spalle. Ora che sapeva che Kurama non aveva la ragazza, pensò che forse prima o poi sarebbe riuscita a farsi amare da lui.

Kurama era un demone agile, furbo, astuto, intelligente, calmo, determinato, orgoglioso, ma soprattutto, sapeva perfettamente captare un pericolo, una trappola o semplicemente un qualcuno nascosto chissà dove pronto ad attaccarlo. Sapeva riconoscere bene e male, era persino in grado di capire l'identità di quella certa persona nei paraggi. Così fu anche quella volta. Passando lungo il bosco per una via più breve, Kurama si soffermò.

- Cosa ci trovi di tanto particolare in questo posto? -

Domandò ad alta voce. All'improvviso un'ombra sbucò dalle foglie e piombò di fronte a lui. Hiei lo fissava con i suoi occhi rosso fuoco dal taglio a mandorla, la spada stretta in mano per l'elsa, gran parte della spada cosparsa di sangue che gocciolova sull'erba macchiandola.

- Niente di speciale! -

Rispose lui.

- Hai combattuto di nuovo? -

Chiese ancora.

- Già! -

- La tua spada mi fa dedurre che hai ammazzato un altro demone! -

- E che vuoi farci, è pieno di rompiscatole qui! Pronti persino a divorare quelli della loro stessa razza! E tu lo sai che non sopporto chi mi da fastidio! -

Agitò la spada per sgocciolare via il sangue, senza buon risultato. Kurama estrasse un fazzoletto di stoffa dalla tasca e glielo porse gentilmente.

- Tieni, usa questo! - Hiei guardò la sua mano per un attimo, poi scostò lo sguardo sui suoi occhi smeraldo, in fine di nuovo sulla mano e afferrò in fretta il fazzoletto.

- Si sporcherà! -

Disse pulendo la lama affilata.

- Non importa! Buttalo pure! -

- Beh di sicuro non te lo restituivo e io non amo particolarmente collezionare fazzoletti sporchi di sangue! -

Kurama sorrise.

- A volte anche tu riesci a fare qualche battuta! -

Osservò.

- E allora? -

- Dicevo così per dire! -

- Vai a casa? -

- Già! -

- Oggi l'hai vista? -

Kurama sbattè le palpebre.

- Chi? -

- Sai benissimo chi! -

Disse sprezzante Hiei.

- Ah, intendi Max! -

- Non mi importa rammentare il suo nome! -

Kurama sospirò amareggiato.

- .. ma perchè non capisci che non ha nulla contro di noi? -

- Questo lo dici tu! Lei odia i demoni no? E d'ora in poi li caccerà! Nonostante questo la vedi come una del gruppo? -

- Assolutamente si! Smettila! L'ho capito sai? Avevo ragione io, la tua è tutta invidia! -

Hiei gettò a terra il fazzoletto impregnato di sangue e rinfoderò con rabbia la sua spada.

- Invidioso di quella mocciosa?? -

- Si Hiei! -

Sorrise Kurama.

- Non ti va giù che qualcuno abbia così tante attenzioni, vero? Non ti va giù che una ragazza umana sia forte quasi quanto te! Anzi.. probabilmente senza il "quasi".. -

Disse toccandosi la schiena. Gli doleva ancora parecchio dopo la sera prima.

- Ha!! Ridicolo! Nessuno è forte quanto me, chiaro? -

- Oh scusa, mi ero dimenticato delle tue manie di protagonismo! -

- Ma falla finita! E tu piuttosto, perchè non ammetti di esserti innamorato di lei? -

- E' solo una buona amica! -

Hiei non sembrò convincersene e storse lo sguardo.

- Davvero? -

- Certo! Siete tutti convinti che io l'ami.. mi dimostro troppo attaccato forse..? -

Hiei annuì.

- Risposta esatta! -

- E cosa ho vinto? -

- Un bel pugno in testa! -

- Oh grazie! Ma non mi serve, tienilo pure! -

Scherzò. Hiei non afferrò lo spirito della situazione.

- Pensi di farmi ridere? -

- E' impossibile farti ridere.. ma ci ho comunque provato! -

- Tsk! Ti saluto! -

Sputò come un duro della saliva nell'erba e sparì con un balzo.



- Ho vinto ancora!! -

Esclamò Max disponendo le carte sul tavolo.

- Ah nooo!!! -

Kuwabara imprecò furioso.

- Ma come diavolo fai??! -

Sbuffò Yusuke esasperato dalle continue sconfitte.

- Talento caro! Talento! -

Sorrise Max sventolandogli una carta davanti agli occhi.

- Se! Ma che talento è solo fortuna!! -

- Come ti pare! -

Si sollevò dal tappeto e allungò le braccia per una lunga stirata.

- Sono tanca, vado a letto! E poi fra poco gli insegnanti passeranno per la routine, se mi beccano ancora nella vostra camera potrò dire addio alla mia immagine di "brava ragazza!"

- Perchè, lo sei? -

- Ah ah! Spiritoso! A domani ragazzi, notte! -

Disse richiudendo la porta silenziosamente prima di raggiungere la sua stanza.
Keiko era già addormentata nella piccola ma accogliente camera avvolta nel buio. Entrò piano, con passo felpato stando attenta a non urtare niente emettendo rumore. In silenzio si tolse i vestiti, infilò il pigiama e si mise nel letto sotto le calde coperte. La luce notturna illuminava delicatamente i volti delle ragazze, mentre anche lei venne avvolta dal mondo dei sogni.

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Capitolo 23
*** Qualcuno nell'ombra...... ***


Qualcuno nell'ombra...




Bianco e nero....

Il suo mondo era a colori...

E lei era in bianco e nero...

Qualcosa mancava, si, qualcosa. Un piccolo dettaglio, un dettaglio che un tempo la rendeva la persona più felice del mondo.

Poi un giorno, la tregedia.

E tutto finì.

Cessò la sua passione, la sua voglia di vivere, cessò il suo sorriso, tutto.

I suoi sogni vennero infranti, la sua vita, come il suo cuore, distrutta.

I suoi sogni infranti...


Un presentimento......


Una voce.......


Un grido.......


Una vita spenta....


La sua vita distrutta...........

Come avrebbe potuto fare per ricostruire tutto quanto? Ora che la sua vita aveva preso quella svolta, ora che aveva la responsabilità degli esseri umani sulle spalle, ora che lei era così diversa.





- Max? Ehi Max?? -

- Eh?! -

Sembrò risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti.

- Che ti è preso? Sembravi sotto ipnosi! -

Disse Yusuke.

- Ah si? Scusa, pensavo.. hai detto qualcosa..? -

- Chiedevo se hai voglia di accompagnarmi in missione domani.. -

- In.. missione..? -

La missione...

- Si! E' da un pò che non faccio a botte! Ho voglia di prendere a calci qualche demone! Allora ci stai? -

- Mi unisco anch'io! -

Si offrì Kuwabara.

- Ma... ok.. -

La sua vita era già abbastanza noiosa e monotona... dopotutto, lei stessa provava soddisfazione quando infliggeva colpi mortali a uno di quegli esseri..

- Grande! Domani dopo scuola! -

Esclamò Yusuke sollevano il pollice.

- Mh.. -

- Che barba.. domani si torna già a scuola.. -

Brontolò Kuwabara guardando fuori dal finestrino del pulmann.

- Già ci siamo persi un week end! Ci fanno tornare la domenica stanchi morti e poi ci fanno tornare a studiare in classe dopo neanche ventiquattro ore! Ma che siamo? I loro bambolotti? -

- Che vuoi farci.. -

Sospirò Yusuke.

- Certo, per te è facile parlare Urameshi! In classe tu dormi sempre.. -

- Puoi biasimarmi? -

- In effetti no.. -

Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi insieme, esplosero in una risata che invase l'intero mezzo di trasporto.

Invidiava quei ragazzi.
Si chiedeva come era possibile che dopo aver subito un cambiamento così forte, loro continuassero a ridere e scherzarci su.
Le loro vite erano del tutto normali una volta, eppure ora... ora...
Ora che tutto era così cambiato, ora che i loro poteri avrebbero potuto provocare devastazione, come potevano dunque? Ridere.. era da tempo che non rideva di gusto... una risata vera, in grado di farle scendere le lacrime agli occhi.



- Sei pensierosa? -

- Mh... -

- Lo sei spesso... -

- Si.. -

- Sai che pensare troppo fa male? -

- Me ne sono accorta.. -

Kurama sorseggiò la sua cioccolata calda fino a svuotare la tazza. Ci voleva proprio, il freddo aveva cominciato a farsi sentire ormai. Poi il suo sguardo si posò sulla tazza di Max. Piena.

- Scotta ancora? -

- Cosa? -

- La cioccolata! Non l'hai ancora bevuta! -

- Oh aspettavo che si raffreddasse.. e poi sai.. mi ero incantata a guardare quel pino.. -

Kurama segguì la direzione dei suoi occhi e osservò attraverso il vetro. Un grosso pino finto era stato sistemato in piazza, addobbato con tante colorate e brillanti decorazioni natalizie.

- E' bello vero? Ormai manca meno di un mese a natale.. -

- Si... sai mi è sempre piaciuto il natale.. -

Disse Max.

- Anche se a dirla tutta.. sono due anni che non lo festeggio più.. -

Due anni... probabilmente, per non dire sicuramente, dopo la morte di suo padre.

- Ciò che mi piace davvero in fondo, è l'atmosfera natalizia.. perchè il natale di per sè.. non lo so.. non lascia niente! Dura pochissimo, passa in fretta e in un attimo finisce! L'atmosfera è la cosa più bella, sembra quasi interminabile.. -

Spiegò Max cominciando a sorseggiare un'ormai fredda cioccolata.

- Si, hai ragione.. -

Rispose Kurama.

- Senti Max.. cosa vorresti per natale? -

- Eh? -

- Che regalo ti piacerebbe ricevere? Qualcosa in particolare? -

- Oh mamma.. mi cogli impreparata.. -

Esclamò lei.

- Vedi.. non ne ho la più pallida idea... già non so nemmeno cosa regalare agli altri.. a te per esempio! Che posso regalare? -

- Mi va bene qualsiasi cosa! -

- Mh.. così sono al punto di partenza.. -

Kurama rise piano, poi riportò gli occhi sulle luci del pino che splendevano sotto il cielo ormai scuro del pomeriggio.

- Max, davvero non c'è niente che ti piacerebbe? -

- No.. almeno, al momento non mi viene in mente.. -

Un attimo di silenzio, poi lo sguardo basso, gli occhi quasi chiusi per la tristezza.

- Quello che vorrei tanto... non me lo può dare nessuno.. -

- Come dici? -

- Eh? Oh lascia stare, bofonchiavo tra me e me! Stavo cercando di farmi venire qualche idea, ma non ci sono riuscita! Kurama come hai detto tu mi va bene qualunque cosa! Sul serio! Mi basta il pensiero! -

Sorseggiò l'ultima goccia di cioccolata, poi si alzò silenziosamente dalla sedia.

- Bene! Andiamo? -

Sorrise.

- D'accordo! E lascia stare quel portafogli! Offro io! -

- Ma.. -

Kurama le lanciò uno sguardo malizioso di sfida. Invitare una ragazza a bere qualcosa insieme e costringerla a pagare la sua parte non era certo quello che lui avrebbe definito galanteria.
Max si limitò a ringraziarlo, sapeva che anche se avesse cercato di convincerlo Kurama non avrebbe mai cambiato idea.
Il mezzo demone pagò per entrambi e insieme all'amica uscì dal bar, perfettamente coperti mentre l'aria pungente riprese ad investirli.



Era oramai inverno quasi inoltrato. Tutti camminavano per le strade avvolti in ampi e imbottiti cappotti, indossando caldi guanti e cappelli, portando intorno al proprio collo una lanosa e confortevole sciarpa.
Il vento gelido del tardo pomeriggio pizzicava i loro nasi rendendoli arrossati, picchiava sulle loro fronti divenute praticamente insensibili.

- Et....et.....ETCIUUUUUUUU'!! -

- Salute! -

Disse Kuwabara stringendosi nel cappotto per il freddo.

- Grazie! - Rispose Yusuke passandosi un dito sotto il naso congelato.

- Certo che mi sembri furbo.. non hai messo nemmeno una sciarpa! -

- Non ne ho mica bisogno! -

- Certo! E il raffreddore sta venendo a me per caso? -

Bofonchiò Kuwabara battendo i denti.

- Non mi sta venendo il raffreddore! Ho starnutito perchè mi pizzicava il naso! -

- Ma va? -

- Che c'è -

- No, n-niente! -

Balbettò l'amico.

- Forse avrei dovuto mettermi una giacca più pesante.. fa un bel freddo, vero? -

- Ah Kuwabara! Non mi dirai che ti lasci spaventare da un pò di freddo? -

- Io?? Ma ti pare? Non vorrei ammalarmi sai.. cosa che non porei dire di te.. a guardarti pare che tu lo faccia apposta! -

- Apposta a far cosa? -

Esclamò Yusuke aggrottando le sopracciglia irritato.

- Ad andare in giro mezzo spogliato! -

- Non ho mica freddo! -

- Se lo dici tu... -

Yusuke sollevò le braccia al cielo allungandosi. Si stirò emettendo dei suoni simili a fusa di gatto siamese. Poi spalancò la bocca in uno sbadiglio e si accomodò in maniera scomposta accanto a Kuwabara, sulla panchina fredda.

- Alla fine non mi hai più detto com'è finita! -

Disse.

- Di che parli? -

Domandò Kazuma ormai ridotto come un ghiacciolo.

- Di Max.. poco tempo fa mi hai parlato di un sogno... -

- Sogno? -

- Ehi sveglia!! Hai intercettato il sogno di Max, ricordi? -

Kuwabara guardò l'amico dritto negli occhi scuri, poi abbassò lo sguardo alla terra umida e fresca sotto le sue scarpe facendosi improvvisamente triste.

- Ah.. si.. -

- Ebbene? Da allora non me ne hai più parlato! -

- Semplicemente perchè non c'era nulla di cui parlare.. -

Spiegò Kazuma. In verità gli era capitato una seconda volta un'esperienza simile.

- Ah, quindi non è più successo.. -

- Beh.. una volta ancora si.. -

Yusuke sbuffò infastidito.

- Checcavolo! Possibile che se non sono io a chiedertelo, tu non mi dici mai niente? Bella amicizia! -

- Scusa.. -

Rispose solamente.

- Vedi Yusuke.. io non ho vissuto quello che ha passato lei.. tuttavia.. in quei sogni... io mi sono sentito dentro di lei! Te l'ho detto no? Ho provato lo stesso dolore, la stessa paura.. la medesima sofferenza! So bene che non è la stessa cosa, perchè lei convive con essi da due lunghi anni e probabilmente ci vorrà ancora tempo prima che questi svaniscano.. -

Yusuke si fece serio e cupo anch'egli, sollevando il capo al cielo scuro.

- Sempre ammesso che questo accada.. -

- Cosa vuoi dire..? -

- Vedi Kuwabara, quando si perde una persona cara, con il tempo si, si migliora, si torna alla vita normale fingendo che nulla sia successo.. però vedi, una ferita del genere con il tempo si può solo rimarginare! Ma non scompare mai! -

- Si.. hai ragione! -

Yusuke sapeva bene cosa voleva dire perdere qualcuno.

- Kuwabara, ricordi la morte di Genkai, vero? -

- Come dimenticarlo? Fui l'ultimo a sapere la verità.. -

- Certo è finita bene, la vecchia ora è di nuovo tra noi.. ma quando l'ho vista morire sotto i miei occhi.. è stato terrificante! Ho sentito il cuore lacerarsi, pensavo che non sarei mai riuscito a riprendermi! Il dolore per aver perso la mia maestra era così intenso che quasi mi pareva impossibile respirare.. tuttavia.. sapevo che se mi fossi lasciato andare non avrei mai superato il torneo delle arti marziali nere.. e se ben ricordi.. lo stesso è successo con te! -

A quei pensieri sorrise.

- Mi hai fregato alla grande quando hai finto di essere morto! -

- Ah ah ah ah! Già, devi ammettere che sono un grande attore! -

Rise Kuwabara.

- Si.. ricordo ancora quando Toguro ti ha inflitto quel corpo all'apparenza mortale.. tu sei crollato esamine.. Kurama ti sosteneva.. e d'accordo con te ha finto di non sentire più battere il tuo cuore.. l'idea di aver perduto il mio migliore amico, di non averti più potuto rivedere, mi faceva un male cane dentro.. -

Solo in quel momento Kuwabara, capì di aver probabilmente esagerato.

- Scusami..-

- Ma scherzi? Se non avessi fatto in questo modo io non avrei mai sconfitto Toguro.. -

- Questo è certo! Ti battevi come una pappa molle! -

- Come?? Non ti permettere sai!! -

Scattò in piedi come se il suo fondoschiena fosse stato morso da qualcosa e fissò con nota rabbia il compagno di avventure che se la spassava come un bambino.
Il loro rapporto era così. Naturale, semplice. Litigavano, ma se ne dimenticavano quasi subito. Si picchiavano, si insultavano, ma sapevano bene di poter contare sempre e dovunque l'uno sull'altro, perchè la loro amicizia era così forte che niente e nessuno avrebbe potuto mai spezzarla.



Quando Kurama e Max si presentarono davanti alla porta del vasto appartamento a due piani della ragazza, la signora Okina la spalancò in fretta.

- Mi sembrava di aver sentito delle voci familiari! -

Aveva detto prima di accogliere Kurama con un caloroso abbraccio prima ancora di farlo accomodare nell'abitazione. Il ragazzo era rimasto immobile, colto di sorpresa da quel gesto così inaspettato. Max gli aveva detto che sua madre era rimasta molto colpita da lui, certo non immaginava di piacergli fino a quel punto, tuttavia ne fu felice.

- Ti fermi a cena da noi Kurama? -

La donna ancora ignorava l'origine di quello che credeva essere il suo soprannome, ma ciò non le importava. Shuichi Minamino, o Kurama, in qualunque modo si chiamasse era un ragazzo a dir poco eccezionale. Era bello, bellissimo, a sua parere un ragazzo dotato di un grande fascino, era gentile, premuroso, si prendeva sempre molto cura di sua figlia e questo le bastava.

- Lo farei volentieri.. ma devo rientrare a casa ora, mia madre torna prima dall'ufficio stasera, ci teneva a cenare con me! -

Rispose lui.

- Capisco.. è giusto che ceni con la tua mamma! Sai mi piacerebbe tanto conoscerla! Che persona è? Ti somiglia immagino! -

Disse affettuosamente la signora Okino.

- Beh.. in effetti abbiamo un carattere molto simile! Mia madre è.. -

- E' una donna incredibile mamma! Proprio come suo figlio! -

Lo interruppe Max. Kurama restò un attimo in silenzio con lo sguardo posato sull'amica, poi chiuse le labbra in un sorrise, mentre lei facendo lo stesso ricambiò lo sguardo amichevole.

- Lo immaginavo! -

Disse soddisfatta la donna.

- Sa, mia madre parlava di organizzare una cena a casa nostra una di queste.. -

Riprese lo Youko.

- Ci terrebbe ad invitare lei e Max! -

- Sul serio? E' davvero un pensiero carino! Verremmo volentieri, vero tesoro? -

Disse rivolgendosi verso la figlia più raggiante che mai.

- Assolutamente si! -

Rispose Max.

- Perfetto! Vi farò sapere, ora mi dispiace davvero ma si è fatto tardi.. -

- Ti accompagno alla porta! -

- Grazie! -

La donna osservò i due ragazzi raggiungere l'ingresso, scambiandosi risatine e sorrisi. Non sapeva fino a che punto si estendeva il loro rapporto, nè poteva dare per certo che un giorno Kurama e sua figlia si sarebbero messi insieme, sapeva solamente da il giorno in cui loro arrivarono a Tokyo, Max era una persona del tutto spenta e priva di entusiasmo. Poi conobbe Kurama e tutto cambiò, lei cambiò.. e non poteva altro se non essere tremendamente felice per lei.


Novembre finì. Arrivò Dicembre, portando con sè anche il freddo pungente destinato a calare sulla città ogni giorno. Yusuke e i suoi amici, avevano trascorso il tempo come al solito. Andando a scuola, frequentando le lezioni, affrontando spesso e volentieri qualche battaglia improvvisa o programmata che fosse con un gruppo di demoni pianta grane, studianto quasi ogni pomeriggio fino allo sfinimento.
Le vacanze di natale si facevano sempre più vicine. Anche il mese di dicembre cominciò ad essere trascorso nello stesso modo in cui passarono quello di novembre, finchè, finalmente, per l'immensa gioia di tutti quanti, le lezioni terminarono e giunse l'attesissimo ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie. Per il sabato a seguire, era stato programmato il mercatino della scuola da Yusuke e gli altri, un'esposizione di natale con di tutto e di più in vendita. Decorazioni, accessori, oggetti, dolciumi, qualunque cosa per augurare a ciascuna famiglia un felice natale.
La scuola di Kurama invece, si era dimostrata a corto di idee. L'ultimo giorno gli studenti si erano sorbiti le chicchiere incessanti dei professori su ciò che avrebbero studiato al loro rientro dalle vacanze. Ma oramai nessuno stette più ad ascoltarli, nemmeno Kurama. Non era mai mancato un solo giorno da scuola, per lui lo studio era molto importante, doveva dimostrare di essere un ragazzo più che normale, ma soprattutto era sua dovere rendere orgogliosa sua madre, che per diciassette anni lo aveva accudito e cresciuto, che lavorare tutto il giorno tutti i giorni, per menterlo nel modo migliore.
Tuttavia la stanchezza mentale si faceva sentire anche su di lui. Un paio di settimane di vacanza gli avrebbero fatto molto bene e ne avrebbe certamente approfittato per organizzare una bella rimpatriata con i suoi migliori amici. Era da molto tempo che non trascorreva dei pomeriggi con tutti loro. Li vedeva a singhiozzo o li incontrava qualche volta lungo la strada, ma erano sempre tutti quanti di fretta, lui compreso e così non avevano mai l'occasione per vedersi spesso e uscire tutti insieme. Ultimamente, vedeva molpo raramente perfino Max. Si sentivano sempre per telefono, ma erano così sommersi di compiti che non riuscirono più ad incontrarsi nemmeno un pomeriggio.
Per non parlare di Hiei...
Hiei non lo vedeva dai primi di novembre.. era sparito.
Sapeva perfettamente che questo comportamento era assolutamente da lui, sparire per un certo periodo.. Hiei conviveva con la solitudine, lo sapeva, lui diceva sempre di star molto meglio per i fatti suoi, ma oramai Kurama sapeva la verità.
Si sentì improvvisamente triste.. sentiva che Hiei ci era rimasto molto male, da quando Max era entrata nella loro vita, aveva dedicato così poco tempo al suo migliore amico.. se sentì terribilmente in colpa.
Era solo questione di tempo, Hiei lo avrebbe cercato quando ne avrebbe sentito la necessità. Si sarebbe presentato alla finestra della sua stanza come aveva sempre fatto e gli avrebbe fatto una delle sue classiche brevi visite.
Lo avrebbe rivisto volentieri, gli voleva bene.. ma non aveva la più pallida idea di dove cercarlo. Aveva fatto spesso una capatina nella foresta, ma Hiei non era uno stupido. Sapeva bene che Kurama lo avrebbe cercato sicuramente laggiù, se voleva restare lontano da tutti per un pò, era logico pensare che avrebbe cambiato luogo. Quando Hiei non voleva farsi trovare era impossibile trovarlo.


- Ciao Max! -

Kurama arrivò davanti alle porte scorrevoli della farmacia, le quali furono sorpassate da una Max tranquilla, con un piccolo sacchetto in mano che ripose subito in borsa non appena si accorse di lui.

- Oh ciao! Pazzesco, ci incontriamo sempre! -

Disse.

- Già! -

Rispose un Kurama sorridente.

- Che facevi qui? Hai preso qualcosa? -

- Si! Pastiglie contro l'emicrania! In questo periodo mia madre ha spesso dei fastidiosi mal di testa, tra il lavoro e tutto il resto è piuttosto stanca! Sta persino organizzando una mega festa di natale! -

- Credevo non festeggiaste il natale, non me l'avevi detto tu? -

- Si, ma quest'anno vuole fare uno strappo alla regola.. credo abbia intenzione di invitarvi tutti quanti a casa nostra! -

Spiegò la ragazza.

- Ah! Davvero? -

- Si! Vuole invitare te, tua madre, Yusuke e tutti gli altri! E poi credo voglia conoscere anche gli altri genitori.. lei sai, non ha ancora legato molto da quando è qui.. -

Si rattristò.

- Capisco! In questo caso conta pure su di noi! Io e la mamma saremo felici di passare la vagilia a casa vostra! -

- Sono contenta! Allora glielo dirò! -

Sorrise.

- Beh, allora io vado, ho parecchie cose da comprare ancora per natale.. oh! Il tuo regalo l'ho già preso! -

Disse Max strizzando allegramente l'occhio sinistro.

- Ah! Io invece sono a un punto morto! Dai sul serio non hai nemmeno una mezza idea? Niente che ti piacerebbe avere? -

Max rimase in silenzio per qualche secondo, sollevò gli occhi al cielo intenta a riflettere, poi sospirò e scosse lentamente il capo.

- Nulla! Ma non preoccuparti! Mi va bene tutto! Ormai dovresti conoscere i miei gusti no? -

- Si.. però.. mi piacerebbe farti un bel regalo! -

- Ehi! Non spendere troppo per me, intesi? Sennò mi arrabbio! -

Kurama scrollò le spalle.

- I soldi non sono un problema! -

- Lo sono per me! Non voglio che mi prenda un regalo troppo costoso, mi sentirò in debito! -

- Figurati! Dai, ti lascio ai tuoi impegni! -

Si sistemò la sciarpa e infilò le mani congelate nelle tasche del cappotto.

- Ok! Ci vediamo! -

- Ciao! -

Kurama s'incamminò nella parte opposta, poi voltò l'angolo e sparì. Max si soffermò per un istante sul gradino del marciapiede attendendo che il semaforo diventasse verde per i pedoni. Frugò nella borsa, aprì il sacchettino e tirò fuori una scatoletta bianca. La scrutò a lungo, finchè non si accorse che le auto si erano fermate e le persone intorno a lei attraversarono sulle strisce pedonali. Ripose la scatola nella borsa e la richiuse. Tirò un lungo sospiro. Si domandava se aveva fatto bene a mentire a Kurama in quel modo spudorato.




Il cielo della sera si era fatto ormai buio, qualcuno, in silenzio, camminò lungo le strade con naturalezza, senza però riuscire a mascherare un certo mistero nei suoi occhi. S'infiltrò nella foresta buia e silenziosa. Camminò per diversi minuti finchè non si fermò. Un uomo alto e castano, con un paio di occhiali da vista e un completo di pantaloni, giacca e cravatta d'ufficio, lo attendeva con le braccia nevosamente incrociate al petto.

- Sei in ritardo! -

Esclamò con voce rauca.

- Mi dispiace! -

Rispose l'altro.

- Ho avuto più da fare del previsto! -

- Raccoltala al capo questa storiella! Non a me! Lo sai che ultimamente è molto nervoso! E non sopporta i ritardi! -

- Si lo so! Ma non dovete dimenticare che ho anche una vita normale da portare avanti! -

L'uomo gli si avvicinò, gli sfiorò una guancia con il dito indice poi con forza gli strinse il collo, l'altra mano ferma nella tasca della giacca.

- Inutile dirti che se fosse per me a quest'ora non avresti più alcuna vita da portare avanti!! -

Il ragazzo tuttavia, rimase impassibile, gli occhi color mandorla fissi nei suoi, neri come la pece.

- E non guardarmi in quel modo! -

Disse lasciando la presa.

- Seguimi! Il capo ti attende! -

I due s'incamminarono, l'uomo con li occhiali davanti a lui, mentre raggiungevano qualcuno nell'ombra...........





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Capitolo 24
*** KURISUMASU! - La festa di Natale ***


CAPITOLO 24: Kurisumasu - La festa di Natale



Non avrebbe mai immaginato che sua madre acrebbe dato così tanto di se stessa per organizzare la festa di natale a casa sua, la sera della vigilia. La donna da quando era in ferie dal lavoro era ancora meno presente in casa e sempre più occupata. Correva da un negozio all'altro per scegliere i regali giusti, aveva cambiato ben tre alberi di Natale poichè nessuno di essi, secondo lei, stava bene nel suo salotto. Aveva ordinato due settimane prima una marea di dolciumi e pasticcini per poi ricordarsi che che i dolci erano la specialità di sua figlia e si ritrovò costretta ad annullare la prenotazione. "I soldi sono sacri, specie se guadagnari con fatica! E' sempre meglio risparmiare anche sulle cose minime!" Aveva detto, e Max ne uscì solamente con un gran mal di testa. Certa volte sua madre non riusciva a comprenderla. Faceva tutto da sola, con frenesia e nervosismo per poi capire i suoi sbagli e incitarla a non commettere gli stessi errori.
"Sono abbastanza matura e responsabile da sapermi controllare!" Aveva risposto. Talmante responsabile da avere sulle spalle un fardello più grande di lei.. questo tuttavia rimase nella sua testa. Per quanto odiasse avere dei segreti con sua madre, non c'era altra scelta. Per di più negli ultimi tempi, la donna le sembrò più sbadata del solito, come se avesse ben altro per la testa oltre la vigilia di Natale.. tuttavia, tutte le volte che le domandava se qualcosa la preoccupava, ne ricavava soltanto una risposta negativa data di fretta.
Ringraziò Dio in quei momenti, per aver finalmente trovato l'unica persona in grado di capirla davvero, di ascoltarla nei momenti di confusione, l'amico migliore che avesse mai avuto. Kurama.

- Si Max, ti capisco benissimo, credimi.. io stesso avrei tanto voluto rivelare a mia madre la mia vera identità, dirle chi sono e come lei mi ha cambiato in positivo! -

Disse.

- Mi sarebbe piaciuto davvero.. raccontarle la mia storia.. avrei voluto.. dirle che sono un demone.. -

Credeva di sapere il motivo.. un motivo ben diverso da quello di Max.

- Dopo la morte di mio padre, si è presa cura di me raddoppiando il suo lavoro. Ha cercato di non farmi mancare nulla, di non farmi pensare alla mancanza di un padre.. -

Spiegò.

- La verità è... che le voglio troppo bene per darle un colpo simile.. una volta ha visto la morte in faccia.. non voglio essere io la causa di un possibile crollo nervoso.. mi ha cresciuto e accudito da quando sono nato, persino quando giaceva in un letto d'ospedale.. per questo non me la sono sentita di rivelarle la verità.. cosa sono.. -

Max voltò leggermente il capo per guardarlo negli occhi.

- Cosa saresti? -

- Un demone.. lo sai.. -

- E perchè parli di te come se fossi un oggetto? -

La guardò, in silenzio. Si domandava come quella ragazza potesse essere così speciale.. ma soprattutto si chiedeva come fosse possibile per lui, confidarsi così a fondo con una persona che dopotutto, ancora non conosceva bene. C'erano tante cose che non sapeva di lei e che gli sarebbe piaciuto conoscere.. tuttavia ciò di cui era al corrente per il momento gli bastava.

- I demoni non sono persone.. -

Rispose lui.

- Ma nemmeno cose.. -

- Tu non li odiavi? -

Rise.

- Si.. ma vedi.. da quando ti conosco, Kurama, ho capito che non tutti i demoni sono assassini.. o malvagi.. mi basta che quelli di questa razza se ne stiano alla larga da me e soprattutto dalle persone che amo.. e poi tu.. non dimenticare che sei umano per metà! -

- E..? -

- E.. la tua parte umana mi piace molto! -

Sorrise.

- La tua parte demoniaca comunque.. non mi pare così sgradevole.. non dimenticare che tu, Youko Kurama, mi stai aiutando a trovare le risposte che cerco.. -

- Già.. mi chiedo come questo sia possibile.. io non ricordo di esserti apparso in sogno.. -

- E' un mistero anche per me.. ma non ha importanza.. Shuichi Minamino o Youko Kurama.. che cosa mai può cambiare? Tu sei tu! E vai bene così come sei! -

Era davvero incredibile il cambiamente che quella ragazza aveva fatto da quando la conosceva. Mesi prima era molto più timida, agitata e non le sarebbe mai importato sapere che non tutti gli yookai portavano la stessa faccia. Era certo che all'inizio, anche dopo averle spiegato le sue buone intenzioni, lei non se ne sarebbe mai fatta una ragione. Saperlo demone, rappresentava certamente una delusione, quanto un problema.. Ora li, accanto a lei, poteva leggere la totale fiducia nei suoi occhi .. e l'affetto che provava nei suoi confronti.

- Ti ringrazio! -

Rispose sollevando una mano e sfiorandole una ciocca di capelli mossi e morbidi, che penzolava dall'orecchio.

- Ci sarai, vero? -

- Dove? -

- A casa mia.. il 24 sera.. -

- Certo! Te l'avevo promesso, no? -

C'era sempre così tanta dolcezza nella voce di Kurama..

- Si.. ma volevo esserne sicura! -

- Gli altri ci saranno? -

- Si.. -

- Bene! -

- Senti.. -

- Si? -

- Vorrei.. chiederti un favore.. -

D'un tratto si fece così seria.. le dita intrecciate nervosamente le une con le altre..

- Dimmi! -

- Ecco.. tu.. sei molto amico di Hiei.. giusto? Ecco.. mi chiedevo se.. potessi invitarlo.. da parte mia.. -

Kurama sbattè le palpebre, mentre sul suo volto si dipinse un più che visibile stupore.

- Ma.. io credevo lo odiassi.. -

- Infatti non mi è certo simpatico.. non pensare io abbia dimenticato! E' solo che.. vorrei smetterla di affrontarlo così.. se fa parte del gruppo è giusto mettere da parte i dissapori.. io voglio cominciare proprio il 24 sera.. dopotutto.. a Natale si diventa più buoni, no? -

Kurama rise.

- Hai preso una saggia decisione! -

- E poi.. -

- E poi? -

- Beh.. lui è un demone completo e lo ammetto, la cosa mi rende ancora scettica nei suoi confronti.. ma ho capito una cosa! -

- Cioè? -

- Hiei non è cattivo.. -

Kurama era in assoluto la persona più vicino a lui e nessuno poteva conoscerlo meglio.

- No.. Hiei non lo è.. -

- Sai, mi sono accorta che c'è qualcosa nei suoi occhi all'apparenza così glaciali.. -

- Cosa? -

- Rahbia, frustrazione, tristezza.. gelosia, dolore.. molto dolore.. -

- Sei incredibile.. è proprio così! -

Max abbozzò un sorriso, poi tornò seria e aspettò una manciata di secondi prima di riprendere.. -

- Ho come avuto la sensazione che quel ragazzo ha sofferto molto in passato.. solo che ero troppo arrabbiata e piena di odio per rendermene conto subito.. ora però.. voglio cambiare.. voglio essere felice, sono stanca di litigare inutilmente! -

- Max.. non posso dirti nulla su Hiei.. però hai un grande cuore.. e un occhio molto attento.. -

Questa volta sorrise di cuore. Si alzò dalla panchina fredda e bagnata di neve invernale e respirò a pieni polmoni.

- Aaah! Tutto sommato, dopo due anni è bello festeggiare il Natale! L'atmosfera è così colorata e piena di luci.. l'unica cosa che mi è sempre piaciuta dell'inverno! -

Si stirò le braccia e fece un altro lungo respiro.

- Ho voglia di una bella cioccolata calda.. mi accompagni Kurama? -

- Con piacere! -



Quella stessa notte qualcuno tramò nell'ombra. Un ragazzo s'inoltrò nella foresta, da solo. Avrebbe dovuto essere al corrente del pericolo di quel bosco. Ai telegiornali e sui giornali, apparivano spesso notizie notizie di morti di animali insolite o scomparse di esseri umani. Eppure, quel tizio aveva un'aria del tutto tranquilla. Camminava a passo lento, le mani in tasca, un berretto sul capo, sembrava sicuro del sentiero che stava percorrendo. Camminava, camminava e camminava... ignorando quella tetra atmosfera, senza preoccuparsi delle foglie che si muovevano nonostante l'assenza d'aria nell'atmosfera. Camminava..
Finchè ad un tratto si fermò.

- Chiedo scusa per il ritardo! -

Disse rivolto a qualcuno, ma nessuno si fece vedere. Si udì solamente una voce agghiacciante.

- Non è una novità.. ormai l'ho capito che la puntualità non è il tuo punto forte! -

- Chiedo scusa! -

Rispose lui inginocchiandosi in segno di inchino.

- Dimmi.. hai scoperto qualcosa? -

- Credo proprio di si, mio signore! -

Ancora, nessuno comparve.

- Bene bene bene....dimmi un pò.. -

- Ecco.. pare che la ragazza sia in ottimi rapporti con un demone! -

- Un demone?! Mi prendi in giro? La cacciatrice in confidenza con uno di noi? -

- Ecco.. non proprio.. -

Il ragazzo si schiarì la voce, poi riprese.

- E' umano per metà.. mi pare si chiami Kurama.. -

- Kurama?! Youko Kurama?!?! -

- Si.. -

Rise.

- Il famoso ladro volpe, amico di un'umana! -

- Si frequentano spesso.. come amici intendo.. -

- Aha! Ebbene? -

- Credo che magari.. seguendo lui.. -

- No! E' escluso! -

Rispose- La sua voce rimbombò per il bosco, tanto che un gruppo di uccelli abbandonò i propri alberi per fuggire, in volo.

- Kurama è in assoluto uno dei demoni più forti! Si accorgerebbe di essere pedinato prima ancora che l'inseguimento cominci! Non sottovalutare la sua forma umana! E' e resta sempre furbo come una volpe! Ha! Buona questa! -

Ghignò.

- Ma allora.. mi dica.. come dobbiamo agire? -

- Direi di scartare il pedinamento e di utilizzare invece un'altra strategia! -

- Di che si tratta! -

- Avvicinati.. -

- Signore? -

- Non ti mangio mica.. è sempre meglio parlare a bassa voce.. non bisogna dimenticare che quaggiù anche gli alberi hanno le orecchie... avanti, avvicinati.. -

Il ragazzo parve impaurito, ma obbedì senza opporsi al suo signore. Avanzò lentamente scomparendo nell'ombra. Immediatamente non si udì più nulla, per diversi minuti. In fine il ragazzo ricomparve dal buio e si sistemò il berretto.

- Sarà fatto signore! -

- Molto bene! E ricorda! -

Allargò la bocca in un vistoso sorriso.

- La prescelta morirà!! -



Aprì di scatto gli occhi e si sollevò dal cuscino. Ansimò, gli mancò il respiro, era un bagno di sudore e sentiva il cuore battere a mille. Cos'era quello? Un semplice sogno? No, ma chi voleva ingannare? Nessuno di quei sogni si era mai rivelato errato. Aveva avuto certamente un'altra delle sue premonizioni. In quel momento la porta della sua camera si spalancò e sua sorella apparve gridando.

- Kazuma!!!! -

Il ragazzo dai capelli color arancio si voltò verso di lei con aria sfinita.

- Che ti è successo? Stavi urlando.. -

- Tranquilla Shizuru! Solo un brutto sogno! -

- Ne sei sicuro? Kazuma, sei pallido!! Sicuro fosse solo un sogno? -

- Si! -

Sorrise. Non aveva intenzione di metterla in mezzo, nè tanto meno di darle inutili preoccupazioni.

- Ho sognato di prenderle da te perchè sono tornato a casa con un brutto voto! -

- Ma davvero..?! -

- Davvero! Ora se non ti dispiace vorrei dormire! Domani è la vigilia di Natale e mi devo alzare presto per comprare qualcosa da portare alla festa! -

- Si.. la festa.. -

- Siamo stati invitati entrambi! Quindi vai a letto anche tu dai.. o domani toccherà a me prendermi a scarpate per svegliarti! -

- Ma sentilo quello che non si sveglierebbe nemmeno se crollasse la casa! -

Kuwabara la guardò negli occhi, ma non rispose.

- Buona notte! -

Disse, prima di rimettersi sotto le coperte.

- Notte.. -

Rispose lei prima di chiudersi la porta alle spalle. Decise di fumarsi una sigaretta prima di rimettersi a letto, ne prese una dal pacchetto sul tavolo in cucina, la mise in bocca, l'accese e la fumò. L'aria fresca d'inverno riprese a soffiare dopo un attimo di calma, la neve ricominciò a cadere, sentiva freddo, ma non andò a chiudere la finestra. La sua mente era avvolta nei suoi pensieri e nella preoccupazione per suo fratello. Era da parecchio tempo che lo vedeva diverso dal solito.. qualcosa lo preoccupava.. e doveva essere qualcosa di veramente serio anche.. tuttavia preferì restare in silenzio e osservare le sue mosse da lontano.



La sera della vigilia di Natale giunse in un baleno. Tutti avevano terminato i propri acquisti ed erano pronti per una piacevole e tranquilla serata in compagnia. Max aveva preparato tutti i dessert per l'occasione e inoltre, rinnovato il suo look. Ora sfoggiava un taglio di capelli più corto che le arrivavano al collo. Quel tagli le stava d'incanto.
La casa era più lustra di uno specchio, l'albero natalizio perfettamente decorato, il salotto liberato per fare posto a un lungo tavolo apparecchiato per undici persone. Tutto era pronto e perfetto, anche se Max sapeva che quella sera sarebbero stati in dieci. Hiei non sarebbe mai venuto, lo sapeva. Il campanello suonò. Era Kurama, accompagnato dalla bella signora Shiori.

- Buona sera! -

Salutarono educatamente. La signora Okino quasi buttò le braccia al collo del ragazzo, lui le piaceva moltissimo, poi strinse la mano di Shiori per fare la sua conoscienza.

- Sono davvero lieta di conoscerla! Max mi ha tanto parlato di lei! -

- Oh! Max è una ragazza adorabile! -

Rispose la donna con un dolcissimo sorriso. In quel momento la signora Okino comprese da chi Kurama lo aveva ereditato.

- Quando Shuichi mi ha parlato di questa serata mi sono sentita al settimo cielo! E' la prima volta che festeggio il Natale con qualcun altro oltre mio figlio! Sono sempre stata bene con lui comunque.. non mi fraintenda.. -

- Oh no! Ho capito! Ma prego Shiori! Si accomodi! Anche tu Kurama, fai come se fossi a casa tua! -

Kurama rispose semplicemente con un grazie e si lasciò aiutare ad appendere il cappotto, poi si guardò in giro con attenzione.

- Dov'è Max? -

- Credo sia in camera a prepararsi! -

Sapeva molto bene che sua figlia ci metteva sempre molto tempo a scegliere l'abito adatto per un'occasione. Questa volta però, si vestì piuttosto in fretta, evidentemente aveva scelto l'abbigliamento nel pomeriggio.
Comparve sulle scale perfettamente truccata e in ordine, nulla sembrava fuori posto. Era bellissima.. indossava un vestito rosso e lungo fino alle caviglie che sua madre era sicura di non aver mai visto prima, un coprispalla nero e delle eleganti scarpette dello stesso colore dell'abito. Giunse in sala dove salutò entusiasta sia Kurama che sua madre e tutti e due si complimentarono con lei per lo splendido taglio di capelli. Le donava moltissimo, sembrava addirittura più grande della sua età.
Le due madri chiacchierarono allegramente come due amiche che si conoscono da molto tempo e poco a poco tutti gli invitati si presentarono sul luogo.
Max non passò inosservata a nessuno, Yusuke e Kuwabara la ammirarono per ore, sotto il disappunto di Keiko, delusa di non essere al contrario stata notata in tutta la sua eleganza da Yusuke. Certe volte quel ragazzo aveva davvero le fette di salame sugli occhi..

- Posso parlarti un attimo? -

Kurama si chinò su di lei alle sue spalle e la chiamò nell'orecchio. Max annuì e Kurama la prese in disparte.

- Si tratta di Hiei.. -

- Non vuole venire, vero? -

- Mi dispiace.. ci ho provato.. ma crede sia solamente una presa in giro.. -

- Tipico.. avrei dovuto immaginarlo.. -

Sorrise. Non pensava le sarebbe dispiaciuto così tanto.. sperava di poter chiarire con lui subito, una volta per tutte.. sperava che con quell'invito lui avrebbe capito.. e invece..
I suoi pensieri furono interrotti dalle risa di sua madre. Era seduta sul divano tra Atsuko, la madre di Yusuke, e Shiori. Era la prima volta che la sentiva ridere così.. non ricordava quando fu l'ultima volta che si liberò in una risata di gusto.
Alle otto si riunirono tutti intorno alla tavolata decorata con candele e manicaretti per tutti i gusti, da leccarsi i baffi. Prima di sedere a tavola, la signora Okino domandò alla figlia chi altri mancasse all'appello e se era il caso o meno, di aspettarlo prima di iniziare a mangiare. Max invece rispose semplicemente che un suo amico aveva avuto un contrattempo all'ultimo minuto e che di conseguenza non ce l'avrebbe fatta a passare. La donna annuì e liberò il tavolo dall'undicesimo, inutile posto.
La cena trascorse tra chiacchiere allegre, risate, brindisi, tutti i piatti furono svuotati finchè non arrivò il momento del dolce. Max servì le sue specialità, solo a guardarle ci si poteva sentire in paradiso. Cioccolata.. crema.. panna.... fragole... dolci di ogni tipo, torte e pasticcini.. in un solo pomeriggio aveva preparato tutto quel ben di Dio..

- Sono due anni che passo il tempo in cucina.. da quando mia madre lavora sono io a dovermi occupare della casa e di mio fratello! -

Aveva detto, notanto gli sguardi sbalorditi di tutti intuendo la loro domanda.
La signora Okina era sempre più soddisfatta ed orgogliosa di sua figlia. Kuwabara sorrise quando Max riempì anche il suo piatto di dolciumi, poi all'improvviso, si fece serio e sembrò morire dalla voglia di dirle qualcosa, ma si trattenne. Si morse la lingua per mantenere il silenzio e decise di concentrarsi sul suo piatto. Max aveva perfettamente notato quel comportamento insolito.. era da parecchio tempo che Kuwabara aveva assunto verso di lei uno strano distacco, spesso la osservava con malinconia, desiderava, lo sapeva, domandarle qualcosa, parlarle di qualcosa.. eppure non lo aveva mai fatto. Lei dal canto suo, non fece altro che fingere di non essersi accorta di niente e si comportò naturalmente come aveva sempre fatto.

Al termine del cenone di Natale, giunse il momento forse più bello e significativo di quella festività meravigliosa; lo scambio dei regali. Max aveva raggruppato i suoi in un grande sacco su, nella sua stanza. Era la prima volta che comprava così tanti regali.. a dire la verità era la prima volta che aveva qualcuno a cui donarli.. finalmente aveva degli amici.. amici veri, leali, sinceri.. dopo due anni un Natale con i fiocchi.
Sorrise. Salì le scale e raggiunse la sua camera. Cantando qualcosa a bocca chiusa si scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e afferrò il pesante sacco da terra. Se lo portò in spalla e lo trascinò verso la porta. Ma in quel momento, non appena strinse la maniglia nella mano, prima che potesse uscire dalla stanza, avvertì un glaciale sguardo su di lei. Respirò profondamente. Sapeva a chi apparteneva.. si, lo sapeva.. Posò delicatamente il sacco sul pavimento e chiuse lentamente la porta. Poi si voltò verso la finestra aperta, un'aria fredda pervase l'ambiente, un brivido la percosse, ma non capì se era dovuto al freddo o agli occhi color fuoco di quel demone.

- Allora.. sei venuto.. - PERDOOONOOOOOOOOOOOO!!! un ritardo imperdonabile, lo so.. purtroppo non sono stata bene negli ultimi tempi, poi le vacanze estive e tutto il resto.. questo capitolo l'ho scritto al lago una sera, seduta al tavolo traballante del salottino mentre mio padre guardava la tv (un film thriller, è stato "molto facile" concentrarsi direi.. -__-)questo è un capitolo abbastanza tranquillo, senza combattimenti o altro. Ma a partire dal prossimo prometto che vi sarà più azione e soprattutto cercherò di aggiornare spesso.. ^^''''''' chiedo ancora scusa.... bye! PS: cm sempre commenti please :P mi fanno sempre molto piacere

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