Winter's Moon

di Alice Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luna D'Inverno ***
Capitolo 2: *** Luna d'Inverno 2 ***



Capitolo 1
*** Luna D'Inverno ***


Luna d’Inverno
Era una notte gelida di febbraio e il cielo nero aveva nuvole grigiastre sparse qua e là. La luna era piena, posizionata sul basso monte come se fosse appoggiata, era luminosa e grande, bellissima e io passavo tanto tempo ad osservarla la notte.
Una brezza di vento secco mi spostò i capelli, neri come l’oscurità e i miei occhi smeraldo illuminati dalla luce lunare splendevano riflessi nel ruscello che scorreva accanto ai miei piedi.
Incantata come sempre dalla sua luce mi distesi sul prato e la guardai da un’altra prospettiva giocando con i miei capelli lunghi e ricci, di un riccio ampio ed ondulato, delicato e allo stesso tempo aggressivo.
Quella notte mi trovavo lì ad attendere la mia amica Julienne per andare a caccia.
Erano passate tre notti prima che mi nutrissi e sentivo un leggero tremolio agli arti, indice di debolezza. Julienne stava tardando ad arrivare, e infatti era già da una buona mezz’ora che l’aspettavo.
Mi decisi a farle una chiamata per velocizzare i tempi siccome l’alba non sarebbe tardata ad arrivare e io avevo bisogno di tempo per giungere ad un nutrimento completo.
Il telefono fece cinque squilli senza ottenere risposta. “Ma cosa diavolo starà facendo?” pensai. Riprovai. Ma niente non rispondeva.
Mi alzai in un attimo e raggiunsi la mia auto al margine della strada. Avevo una fuori serie rossa, che non passava per niente inosservata. Entrata nell’abitacolo feci un’ultima chiamata dopo di che sarei andata a caccia da sola. Al terzo squillo la chiamata partì, ma nessuno rispose quando pronunciai il nome di Julienne. Iniziai a gridare ed imprecare. Silenzio dall’altro capo. Gemetti furiosa. La mia pazienza era finita. Riagganciai.
Misi in moto l’auto. Suonò la spia della riserva. “Oddio e che serata!!!” Partì e andai a fare carburante.
Giunta lì, spensi il motore, scesi dall’auto e feci benzina. Con l’abituale velocità con cui faccio tutto ripartì sgommando. Il rumore dei miei pneumatici riecheggiò nella valle di Herewood. Non mi preoccupai di Julie ma andai in cerca di una preda da prosciugare.
Dopo un’ora di viaggio mi fermai in una campagna. Parcheggiai e chiusi l’auto con il pulsante. Proseguii a piedi, prima a passo normale poi sprigionando tutto il mio potere. Fiutai un umano alla mia sinistra e mi diressi lì, silenziosa. Poco prima di giungere vicino all’essere mi nascosi dietro un albero e osservai i suoi movimenti. Era un uomo, o meglio un ragazzo. Era moro e alto dal fisico palestrato e robusto, non di quelli imponenti che ti mettono in ombra ma di quelli dalla corporatura media, con corpo accuratamente scolpito. Si avvicinava a passo svelto con un jeans nero e felpa marrone scuro. “Niente cappotto? E’ di temperatura alta il tipo!” pensai.
Nello stesso istante in cui pensai, lui si bloccò, fiutando l’aria. Colsi quest’attimo per aggredirlo. Ma lui fu veloce, in modo pazzesco. Indietreggiò e mi guardò dritto negli occhi. Mi trovavo davanti a lui, non vicina ma neanche tanto lontana, fiutai finalmente cos’era, un lupo.
Delusa scaricai la tensione e cercai di parlare. Prima che dicessi qualcosa, si sentì in lontananza un ululato e il ragazzo reagì ad esso correndo via, verso il richiamo.
Rimasi per qualche minuto a pensare a ciò che era successo. “Lupi mannari in questa zona? Molto insolito. Non vorrei ci sia qualcosa in atto.”
Mi venne in mente l’assenza della mia amica, che era diventata irraggiungibile da qualche ora. Avrei dovuto accertarmi che stesse bene. La mano destra iniziò a tremare, violentemente. “Forse sarà meglio, cercare prima qualcosa che mi metta in forze”. Fiutai un altro umano più avanti. Ripresi a correre e lo raggiunsi. Era una donna, giovane che passeggiava nel suo giardino. Non persi tempo: la raggiusi, l’afferrai e mi nutrì. La carotide pulsava debolmente prima che la lasciai in erme. Si sarebbe ripresa. L’accomodai davanti la porta di casa e bussai. Fuggì verso l’auto, digitando il numero di William, marito di Julienne.
Rispose subito:
<< Ciao Will, dove è tua moglie? >> dissi affannata durante la corsa.
<< Non è con te dolcezza? >> disse
<< No. >>
<< Provo a chiamarla >>
<< Doveva venire a caccia, possibile si sia dimenticata? >>
<< Tutto è possibile, Alice >> e mise giù.
Raggiunta l’auto partì per Lake Sell la città in cui abitavano Will e Julie. “Questa vampira mi farà perdere la pazienza un giorno e anche l’altro si caccia nei guai”.pensai.
Alle cinque giunsi a casa loro e bussai al portone.
William mi aprì, invitandomi ad entrare.
Era un vampiro antico, di circa ottocento anni, con gli occhi rossi e la carnagione bruna. Portava i capelli lisci castani lunghi, fino alle spalle sciolti e aveva dei lineamenti mascolini. Dal suo modo di parlare capivi subito che era un uomo di altri tempi. Si era innamorato di Julienne quando lei aveva diciotto anni e siccome anche lei era innamorata persa di lui aveva acconsentito a legarsi per l’eternità. Indossava un completo blu scuro con una camicia di una sfumatura più chiara, mocassini panna e un orologio d’oro molto appariscente.
Entrammo nel salotto. E ci sedemmo sulle poltrone poste davanti al camino. La loro era una casa stile antico ed elegante, come si poteva pensare visti i modi di Will, solitamente sono le donne a scegliere l’arredamento e invece Julie aveva lasciato tutto al gusto del suo amato marito. Le poltrone erano tre, di colore avorio, riprendendo il colore delle pareti della stanza, alcuni tappeti bianchi, lampade dorate e bianche e dei centrini ricamati sull’imponente tavolo posto ad un lato della stanza, infine un grosso lampadario placcato in oro e un quadro raffigurante l’oceano pacifico.
Will si chiarì la voce e disse:
<< Non la trovo Alice, ho chiamato anche Axel e Sarah >> Mi alzai ed iniziai a passeggiare per la stanza. Riflettendo.
<< In che guaio si è messa? >>
<< Non né so niente… >>
<< Da quando non la vedi? >> dissi con fare irritato, molto irritato.
Quanto non sopporto le sparizioni. Mia madre aveva fatto così quando ero bambina e poi sono venuta a sapere che se ne stava bella e felice in un altro Stato con i suoi nuovi figli e il suo nuovo marito.
<< Dalle nove di ieri sera.. >> disse
<< Io le ho parlato alle undici, e mi ha detto che ci saremo incontrate alle due e mezza al solito posto. Era da Greg e Mia >>
<< Si. Sapevo doveva andare lì. I due stregoni forse hanno trovato una gemma che può proteggerci dai raggi solari ma solo da quelli più deboli. >>
<< Grande cosa.. Quindi dobbiamo parlare con Mia e sapere a che ora è andata via da casa sua. >>
Digitai il numero di casa di Mia e Greg e aspettai.
<< Pronto? >> rispose una voce maschile
<< Ciao Greg… come va? Senti hai visto Julienne? >>
<< Si. E’ stata da me. >>
<< Ma fino a che ora? >>
<< Fino alle due circa.. Perché? >>
Rimasi in silenzio qualche secondo.
<< Cosa dicevi Greg? >>
<< Come mai la cerchi? >>
<< E’ sparita. >>
<< Caspita. Ti faccio parlare con Mia >>
Si sentirono dei passi, Mia stava raggiungendo il ricevitore.
<< Ciao Alice >> disse con voce stanca
<< Ciao a te.. che mi dici di Julie? >>
<< Farò un incantesimo di localizzazione e ti richiamo >>
Senza dire altro misi giù e mi accomodai di nuovo sulla poltrona.


Nota dell'autrice: Sono alle prime armi e mi scuso in anticipo per i miei errori... Spero vi piaccia :) lasciate recensioni ^^ Alice

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Capitolo 2
*** Luna d'Inverno 2 ***


Dopo circa un’ora d’attesa, Mia mi richiamò.
<< Alice, Julienne si trova a Phantom Forest >> disse
<< Benissimo, adesso si che siamo messi male… >> sbuffai
<< Potrei andare io a parlare con Jason, non dovrei essere considerata una minaccia >>
Mi presi qualche minuto per rispondere.
<< Va bene.. non c’è altro modo >>.
Misi giù la chiamata e mi voltai verso William che intanto si era messo in piedi con una mano appoggiata al marmo del caminetto.
Fu lui per prima a rompere il silenzio:
<< Nella Phantom Forest si trova.. l’avranno rapita a causa delle sue scoperte. >>si interruppe , prosegui poco dopo:
<< .. Da tempo la lotta tra lupi mannari e vampiri aveva avuto una tregua, ma ora qualcosa è andato storto per spingerli a qualcosa di simile >>
Non commentai. Mi protesi a poggiare il cellulare sul tavolo massiccio in ciliegio e pronunciai:
<< Posso usare il computer? >>
<< Fai pure >> disse.
Mi recai nella camera alla destra del salotto, dove sapevo per certo ci fosse il notebook di Julie.
L’accesi e attesi. Esplorai le cartelle e i file contenuti in essere, all’interno c’erano diverse formule magiche inviate da Mia, alcune immagini scattate in ricordo dei nostri viaggi, documenti di studio, lavoro e qualche film.
Nulla mi portava a capire il motivo del suo rapimento, ammesso che ce ne fosse uno, dato che potevo essere possibile fosse stata sequestrata per causa di altro o di qualcun altro. Arrestai il sistema e rimisi al suo posto il notebook. Tornai in salotto.
William non era più lì, e siccome erano le otto, ormai non potevo più uscire di casa. Siccome casa di Julie era come casa mia, andai al piano di sopra a farmi una doccia. Prima però scelsi degli abiti nell’armadio della mia amica, portavamo su per giù la stessa taglia anche se Julie ha meno curve di me e un fisico più sottile. Optai per un pantalone nero in jeans, un pullover verde scuro e degli stivali neri dal tacco di otto centimetri. L’intimo di pizzo nero e una cinta di cuoio nero, siccome i pantaloni senza cinta non mi piacciono.
Lasciai nella lavatrice la mia maglietta bianca e i jeans chiari, le scarpe le rimisi apposto siccome erano le sue, delle puma rosse. Entrai nel bagno, dalle mattonelle panna e i tappetti marrone chiaro. Mi riempì il bagno con l’acqua calda e il bagnoschiuma alla vaniglia e mi immersi. Fare il bagno era un’abitudine che avevo da umana e siccome durante il giorno, chiusa in casa non sapevo spesso cosa fare lo trovavo simpatico e anti cattivo odore.
Finito il bagno mi asciugai e mi vestì. Asciugai i capelli e mi struccai un pochino. Uscì dal bagno e tornai di sotto.
Giunta nel salotto vi trovai Mia, Greg, William e Sarah.
Sarah mi corse incontro abbracciandomi e Greg e Mia accennarono ad un saluto affettuoso. Sarah era una cara amica di William, una vampira anche lei più giovane di quattrocento anni, circa la metà insomma. Era alta un metro e settanta dal fisico snello e capelli rossi corti ondulati, un viso molto particolare che ti colpisce ma alle lunghe ti stanca, con delle labbra carnose e degli occhi color miele. Ci eravamo incrociate spesse volte a casa di Julie e lei mi aveva trovata da subito simpatica.
<< Ciao a tutti >> dissi.
<< Mi fa piacere incontrarti di nuovo Alice, anche se la situazione non è delle più serene >> disse Sarah, allargando un sorriso, che si spense dopo aver pronunciato le ultime parole.
Nessuno era felice della scomparsa di Julie e il fatto che di mezzo ci fossero i licantropi non la rendeva più tranquilla.
<< Converrebbe chiamare altri vampiri e fare il culo a questi lupi presuntuosi.. Non si toccano i nostri simili..>> Le parole provennero dalla stanza dell’arte da dove arrivò Axel.
Lui era un ibrido, vampiro e leopardo mannaro, una combinazione che era durata solo grazie a Greg, che tramite un legame interiore tra le due creature era riuscito a non far morire nessuno delle due, mantenendole vive in Axel. Il fatto di essere un ibrido, come spesso si pensa, non lo rendeva più forte, siccome accogliendo le creature insieme, aveva dovuto rinunciare a qualcosa dell’una e dell’altra. Come ad esempio il soggiogamento del vampiro si era indebolito e la trasformazione avveniva in modo più lento. Di sicuro aveva un vantaggio in più rispetto ad un comune vampiro o lupo, ma un vantaggio trascurabile se gli anni dell’avversario erano nettamente superiori a lui.
<< In verità tu sei un incrocio, cane succhia sangue … non so da che parte dovresti schierarti >> intervenne Sarah, sghigniazzando
Axel le se avvicino e la strinse dandole un bacio sulla guancia.
Axel era un ibrido dal corpo esile e poco muscoloso, con un viso però molto bello ed attraente, dalla carnagione dorata, i capelli biondo cenere corti e gli occhi azzurro ghiaccio. Spesso era un gran burlone e tendeva a fare il figo anche se nessuno lo prendeva realmente in considerazione.
<< Sei troppo carina, che anche le tue cattiverie risultano dolci.. >> si accosto alla poltrona
<< Non sarebbe una cattiva idea Ax.. ma neanche quella giusta >> dissi
<< Una cosa è certa.. dobbiamo chiamare altri vampiri e Mia e Greg devono parlare con Jason.. almeno da capire cosa diavolo sta succedendo >> finì
Dopo poco meno di un istante suonò il cellulare, mi precipitai a prenderlo e riposi, senza neanche leggere chi fosse sul display.
<< Buongiorno Alice.. sono Jason >> disse con tono divertito
<< Parli del diavolo e … Cosa c’è? >>
<< Ho Julienne, come ben sai.. >>
<< Come mai? >> lo interruppi
<< Voi vampiri mi avete scocciando e adesso io vi dichiaro guerra >>
<< Oddio e che noia Jason… Cosa mai avremo fatto noi innocenti bastardi? >> la sua minaccia provocò una mia reazione sarcastica
<< Avete disturbato il mio branco e la mia tranquillità.. e io ne ho fin troppo dei vostri giochetti, o farai cessare i tuoi amici o farò una strage.. >>
<< Io non sono mai stata coinvolta in situazioni che riguardano il tuo branco e te.. so solo che vivi a Phantom Forest e che sei un gran rompi scatole psicopatico >> risposi con tono aspro
<< Non me ne frega un accidente.. Datti una mossa o entro tre giorni ti invio in un pacchetto la tua mica in polvere >>. Riagganciò.
<< Che infame lupo del cazzo! >> dichiarai
Tutti mi tennero gli occhi addosso per un po’, poi mi schiarì la voce ed iniziai a parlare.
<< Io non so un accidenti di questa storia, cosa dobbiamo fare? E a chi ci dobbiamo rivolgere? >>
Will prese parola:
<< Forse centra qualcosa il club di Thomas a Simmult Ill, sono un gruppo bizzarro e vivace poco vicino alla foresta >>
<< Io non ne so niente ragazzi >> disse Sarah
<< Neppure io.. ma posso informarmi >> intervenne Axel
<< Contatto Sheila a Simmult Ill magari è a conoscenza di qualche cosa >> s’inserì Mia e prese Greg per mano dirigendosi alla porta.
Mia Gloom era una donna sulla quarantina molto alta, dalla pelle scura e i capelli lunghi neri come l’ebano. Vestiva quasi sempre di bianco e di marrone, con abiti ampi e collane fatte di pietre. Le sue unghie erano sempre decorate in modo originale e vistoso, difficile non le notavo, e i suoi occhi verde chiarissimo li metteva in risalto tramite il trucco pesante che usava. Greg dall’altezza impressionante anche lui, aveva un corpo massiccio e forte, occhioni blu, capelli lunghi fino alla schiena ondulati neri e la carnagione chiara che contrastava con quella di Mia.
Erano due persone intelligenti ed ingamba dal tono cortese e i modi gentili, che ti affascinavano facilmente. Ben presto ci avrebbero permesso di girare anche di giorno dimostrando ancora una volta la potenza della loro magia e della loro esperienza.
Dopo che la porta si chiuse Sarah abbandonò la stanza, seguita da Axel. E io rimasi seduta sulla poltrona bianca a riflettere mentre William faceva delle telefonate.

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