Con te non ho bisogno del paradiso

di _Terens
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Si comincia bene ***
Capitolo 3: *** Non lo sopporto ***
Capitolo 4: *** La vendetta di Veronica ***
Capitolo 5: *** Maschera ***
Capitolo 6: *** Perchè? ***
Capitolo 7: *** Un taglio netto alla storia ***
Capitolo 8: *** Ci siamo messi insieme! ***
Capitolo 9: *** Mai giudicare un libro dalla copertina ***
Capitolo 10: *** Simone ***
Capitolo 11: *** Gelosia ***
Capitolo 12: *** Giornata a San Paolo ***
Capitolo 13: *** Chiarimenti e scuse ***
Capitolo 14: *** A giovedì allora ***
Capitolo 15: *** Maybe is it love? ***
Capitolo 16: *** Parlando con il nemico ***
Capitolo 17: *** Un giorno da non rivivere ***
Capitolo 18: *** Famiglie riunite, famiglie spezzate ***
Capitolo 19: *** Amici e basta? ***
Capitolo 20: *** Che amica sei? ***
Capitolo 21: *** Resisti ***
Capitolo 22: *** I pezzi della mia vita ***
Capitolo 23: *** Vivere a colori ***
Capitolo 24: *** Nullità- Luca's Pov ***
Capitolo 25: *** Troppo tardi ***
Capitolo 26: *** Voglia di riscatto- Veronica's Pov ***
Capitolo 27: *** Oggi so quello che voglio ***
Capitolo 28: *** Epilogo- Con te non ho bisogno del paradiso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Prologo

Mi chiamo Elisa, ho quattordici anni e domani sarà il mio primo giorno al liceo, precisamente il Ruiz, un liceo linguistico, a Roma.
Eh si vivo a Roma, una cosa positiva almeno... Adoro la mia città e credo che passerò il resto della mia vita qui.
Vediamo... come sono fisicamente?
Sono alta circa 1,52, sono abbastanza magra ma non come quegli stecchini che prendono per fare le modelle, ho lunghi capelli castani con una frangia laterale e gli occhi dello stesso colore.
Non ho mai avuto delle amiche, perchè a quanto pare le ragazze preferiscono quelle che come loro non fanno altro che spettegolare alle spalle dell'altra.
Non ho ancora avuto un ragazzo, il motivo? Non voglio averlo. 
E poi i ragazzi preferiscono le ragazze con chili di trucco in faccia, che si comportano da svitate e gli vanno dietro. Io sono diversa...
E ora passiamo alla mia famiglia.
Mia madre è morta per un incidente in macchina causato da mio padre, Giorgio, che odio profondamente con tutta me stessa.
Per questo motivo odio profondamente mio padre, lui era in guida della macchina, lui era ubriaco e consapevole che sarebbe potuta andare a finire male ma ha preferito rischiare... per colpa sua mia madre è morta.
Lo so, è sbagliato odiare qualcuno, ancora di più un padre, ma non riesco a perdonare ciò che ha fatto...
Adesso mio padre sta in carcere, un'altra conseguenza dell'incidente... non lo vedo da un anno, da quando mi sono stancata di sentire la sua voce.
Vivo con mia sorella maggiore, Stella, che è una ragazza vitale e sempre allegra, al contrario di me.
Riesce sempre a vedere il lato positivo delle cose.
Ho un altro fratello, Simone che però sta in riformatorio per dei piccoli crimini commessi. Gli voglio molto bene e lo vado a trovare spesso.
Mi vengono i brividi al ricordo di mia madre, mi ricordo ancora i suoi ultimi istanti di vita, avevo dieci anni.

-Stella, mamma ce la farà, vero?-
Stella cercò di rassicurarmi -Certo che ce la farà, la mamma è una donna forte e piena di vita.-
Simone invece sembrava l'unico ad accettare l'assurda verità -Ma che dici Stella? Non capisci che mentendole così è peggio? Non vorrai illuderla, sai che mamma non ce la farà, è in fin di vita, sta morendo e Elisa ha il diritto di sapere la verità!-
L'infermiera ci chiamò -Ragazzi potete entrare un attimo dentro.-
Entrati vedemmo mamma sdraiata con il minimo delle forze e con i tubi che portano l'ossigeno attaccati al naso -Tesori miei, veniti qui, fatevi salutare.-
Aveva tutta la testa bendata.
Noi ci avvicinammo e lei ci abbracciò uno ad uno -Giorgio, vieni anche tu.-
Anche mio padre si avvicinò.
La mamma si rivolse a lui -Giorgio, voglio che tu mantenga questa promessa. Quando uscirai dal carcere voglio che tu ti prenda cura dei nostri figli, che li ami come hai fatto finora.-
Papà -Lo prometto... per favore Angelica non lasciarci... Io ho bisogno di te.- poi aggiunse - Noi abbiamo bisogno di te.-
Mamma -Lo sai che ormai non c'è più niente da fare. Prenditi cura di loro. Io vi amerò per sempre e sarò sempre con voi nel momento del bisogno.-
Intanto io stavo piangendo mentre mia sorella Stella mi accarezzava affettuosamente i capelli.
La mamma si rivolse ancora a papà -Abbi cura soprattutto di Elisa, è la più debole e anche la più piccola. Per lei sarà difficile accettare tutto questo. Ora venite qui, e abbracciatemi forte.-
Andammo tutti lì, durante l'abbraccio mamma chiuse gli occhi lentamente come se fosse caduta in un sonno, peccato che non si sarebbe mai risvegliata.

Sto piangendo, si, i ricordi della morte di mia madre mi fanno stare male... mi fa stare male sapere che non c'è più e ricordare i momenti nei quali era presente.
Ma ora basta, il passato è il passato, non si può cambiare, è parte di noi, impressa dentro la nostra anima.
Ora voglio vivere il presente, non devo rimpiangere il passato ne tantomeno essere ansiosa per il futuro, il presente è l'unica cosa che deve contare.
Be', ora potete capire il motivo per il quale nessuna ragazza mi vuole essere amica e nessun ragazzo mi guarda... insomma, la mia famiglia...
Tutte le persone spettegolano e si fanno dei pregiudizi prima ancora di conoscersi...
Ma a me non importa, se troverò mai un'amica questa mi accetterà per quel che sono.
Per quanto riguarda l'amore, l'amore è soltanto uno spreco di tempo.
 
 
 
Angolo di ginnasta:
Salve a tutti!
Prima di tutto grazie a Vale(vale98) e Anny(marthiagojaznacho) per sopportarmi sempre, per averemi dato dei consigli su questa storia.
Premetto che è la mia prima storia in questa sezione quindi mi piacerebbe molto se lasciaste una recensione.
Questa storia è totalmente inventata dalla sottoscritta, io in verità ho tredici anni e mi chiamo Tiziana. Ho deciso di scrivere in prima persona per far capire meglio le emozione della protagonista.
Besos <3

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Capitolo 2
*** Si comincia bene ***


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Si comincia bene
 
-Eli svegliati che è tardi!- ecco la voce della mia adorata sorellina che mi richiama da uno dei miei sonni migliori...
-Ancora un secondo!- dico girandomi dall'altra parte del letto e mettendomi sotto il cuscino.
Mia sorella entra in stanza e mi minaccia -Guarda che se non ti alzi immediatamente dal letto ti butto un secchio d'acqua gelata addosso!-
Come se ne fosse capace!!!
Faccio finta di niente ignorandola...
Sento dei brividi percorrermi per tutta la schiena, l'acqua è davvero gelida.
Mi alzo dal letto furiosa -Tu! come hai potuto?-
Stella alza le spalle per giustificarsi -Io ti avevo avvertita!-
Corro immediatamente in bagno a prepararmi.
Dopo una doccia veloce prendo i vestiti da mettermi: una maglia a maniche corte nere con delle scritte, un paio di jeans stretti strappati e le mie adorate converse a stivali nere.
Lascio i capelli sciolti, che mi ricadono sulle spalle delicatamente.
Solo li scompiglio un po' perchè non mi piace averli in perfetto ordine.
Bene, sono le 8,00 e la scuola comincia alle 8,10.
Ce la posso fare!
-Ehi sorellina... mi puoi accompagnare a scuola che sono in ritardo?- cerco essere il più dolce possibile.
Stella viene da me e sbuffa -Solo per questa volta visto che è il tuo primo giorno!-
Dopo dieci minuti esatti entro nella mia amata scuola dove passerò i prossimi cinque anni della mia vita, forse anche di più se vengo bocciata.
Ah, mi sono dimenticata da dirvi che la scuola è cominciata da una settimana ma per me il primo giorno è oggi.
La scorsa settimana ho avuto dei problemi così ho dovuto rinunciare a delle divertentissime ore di lezione... si, certo, come no!
Sto correndo per il corridoio, alla ricerca disperata della mia classe. Purtroppo non ho capito una parola di quello che ha detto la bidella, tipo: gira a destra, vai dritto...
Vado addosso a qualcuno e cado a terra.
Maledetta goffaggine!
Afferro la mano che ho davanti e mi ritrovo di fronte a un ragazzo.
E' davvero carino. Ha i capelli castani, gli occhi azzurri... sembra che sto guardando il mare cristallino.
Ho ancora la sua mano per questo scanso subito la mia.
-In ritardo, eh?-
-Già..oggi è anche il primo giorno.-
-La scuola è cominciata da una settimana- puntualizza lui.
Mi invento velocemente una scusa, la più banale che possa esistere al mondo -Si, lo so. Ma avevo l'influenza.-
Mi porge la mano -Be', mi dispiace. Comunque io sono Luca.-
-Si, e io sono in ritardo. Ora se mi fai passare, per favore.- rispondo più scocciata di quanto lo sono in realtà.
-Che bel caratterino...-
Io alla fine mi arrendo -Sono Elisa, ok? E sono in un super ritardo.-
Lo supero e finalmente dopo un po' trovo la mia classe: la 1 N.
Entro in classe senza bussare alla porta.
-Si comincia proprio bene la scuola. Ricciardi Elisa, giusto?-
Io faccio segno di si con la testa.
La professoressa continua -Hai almeno la giustificazione?-
Annuisco di nuovo e le mostro il libretto con la giustificazione fatta da mia sorella.
Vedo una ragazza bionda in fondo alla fila che mi fissa. Poi la sento sussurrare alla sua compagna di banco -Quella è la figlia del carcerato.-
Sbuffo, ormai in qualunque posto che vado vengo riconosciuta dalla mia famiglia.
La professoressa mi dice -Siediti là in fondo. E' l'unico posto libero.-
Raggiungo il posto che mi ha detto la prof e mi siedo.
Sto vicino a una ragazza con i capelli rossi, sicuramente tinti e gli occhi castani.
La ragazza si rivolge a me -Lasciale perdere quelle oche!-
-Chi, scusa?-
La ragazza continua -Quella biondina che prima ti stava fissando. Non sa fare altro che parlare male della gente, te lasciala perdere e non esserle amica.-
-Esserle amica...diciamo che non è proprio un mio desiderio...-
La ragazza mi sorride e si presenta -Mi sei simpatica. Comunque io sono Martina Del Pinto.-
Le stringo la mano, mi sembra simpatica, in confronto a quell'altra -Sono Elisa Ricciardi, quella nuova.-
Poi le chiedo -Come hai detto che si chiama quella biondina?-
-Non l'ho detto. Comunque lei è Veronica Amati... e quella ragazza, quella con i capelli scuri, è l'ochetta che le sta dietro, è Samantha Marconi. Se non sei in cerca di guai stalle lontano, e soprattutto sta lontano dal ragazzo che piace a Veronica...è un consiglio.-
-Sentiamo...e chi sarebbe il fortunato?-
Martina mi sta per rispondere ma la professoressa si mette a urlare come un'isterica -Avete finito di parlare? Tu, Ricciardi. Già sei arrivata in ritardo, come minimo potresti seguire la lezione. E tu, Del Pinto, non mi piace come hai cominciato l'anno!-
La professoressa si rigira e continua a scrivere sulla lavagna.
ùMartina mi sussurra all'orecchio -Lasciala perdere quella lì...è soltanto una cornacchia. L'hai sentite come urla?-
Mi metto a ridere facendo ricadere tutta l'attenzione della classe, compresa la professoressa, su di me.
La professoressa -Adesso basta. In presidenza, tutte e due.-
Io e Martina ci alziamo rassegnate e vediamo Veronica e Samantha sorriderci falsamente.
Non la sopporto proprio quella biondina...
Usciamo dalla classe e io e Martina cominciamo a parlare.
Poi la rossa mi chiede -Sei mai stata in presidenza?-
-Un sacco di volte.-
-Anche io. Diciamo che la condotta non è proprio il mio forte.- mi rivela la mia compagna di classe.
-Idem... Ma del ragazzo che piace a Veronica mi sai dire qualcosa?-
Martina sta per rispondermi ma vengo travolta da qualcosa... o meglio qualcuno.
Sono sorpresa nello scoprire che "la cosa" con cui mi sono scontrata è Luca...
Mi aiuta ad alzarmi in piedi.
Poi mi chiede, con una punta di divertimento -Allora è destino incontrarci così, no?-
-Preferirei che il destino cambiasse le sue carte, allora. Non voglio ritrovarmi con tutti lividi il primo giorno di scuola.- rispondo abbastanza scocciata.
Lui sorride.
-Scusa, ma cos'hai da sorridere tutto il tempo?- è davvero irritante.
-Che c'è? Non sapevo che fosse vietato sorridere...- e ovviamente non perde il sorriso neanche adesso.
-Lasciamo perdere. Martina andiamo!-
Trascino Martina con me e lei mi sussurra -Lo conosci?-
-Mi ci sono scontrata stammattina. Perchè?-
-Be'... Luca è il ragazzo che piace a Veronica!-
-Che? A Veronica piace quello lì?"
Luca si intromette -Scusa a chi è che piaccio? A una tua amichetta?-
Mi avvicino a lui -Primo... perchè dovresti piacere a qualcuno? Secondo, ok, si piaci a Veronica per quanto possa essere strano. Terzo, e più importante di tutti, io non ho la minima intenzione di farmi amica quell'oca giuliva di Veronica, chiaro?-
-Chiarissimo... Ma dimmi. Questa Veronica com'è?- sembra davvero divertito dalla situazione.
-Sai. Penso che in fondo siate una bellissima coppia...due idioti senza cervello... Praticamente perfetti!-
Mi si avvicina sempre di più prendendomi una ciocca dei miei capelli -Senti un po', nessuno mi ha mai dell'idiota, tantomeno una ragazzina come te.-
Sposto il suo braccio -Allora... vediamo un po'. Da dove cominciare. Ah, si. Quella ragazzina ha un nome ed è Elisa. Poi non la chiamare ragazzina che non lo è. E infine chi ti credi di essere? Insomma, non stai al centro dell'universo, ok?-
La rossa sembra visibilmente a disagio -Sentite. Non vorrei interrompervi...-
Io e Luca le lanciamo un'occhiataccia.
Martina poi mi strattona per un braccio -Elisa. Dobbiamo andare in presidenza!-
-E' vero che stupida! Me ne ero totalmente dimenticata...tu sai dove sta, no?-
Martina mi fa segno di no...
Perfetto.
Luca -Dai seguitemi. Vi accompagno io.-
-Come mai hai cambiato umore così?- gli chiedo io, improvvisamente curiosa.
-Sta attenta perchè potrei cambiare idea!-
-Dai Elisa andiamo!- Martina mi lancia un'occhiata d'intesa così alla fine mi rassegno e seguo Luca.
Scendiamo due piani, la presidenza si trova al piano terra.
Dopo un po' la troviamo.
Luca resta impalato a guardarci -Allora? Che c'è ancora? Siamo arrivate, puoi anche andartene!-
Si avvicina a me -Dovresti imparare ad essere più gentile... non credo che qualche ragazzo si interessi a te se continui ad avere questo carattere.-
-Perfetto, a me non interessano i ragazzi ne tantomeno l'amore.-
Luca sospira e se ne va.
Martina mi guarda sorpresa -Ma come hai potuto trattarlo così?-
-Così come?-
-L'hai trattato malissimo! Poi ci ha anche accompagnate! E poi...-
-E poi che?- le chiedo, forse alzando un po' troppo la voce.
Martina mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio -Mi piace il suo migliore amico... E' stupendo.-
-Non credo.-
-Neanche lo conosci!-
-Mi basta sapere che è amico di quell'idiota.- poi le dico- Comunque sia entriamo!-
Entrati dentro la stanza ci ritroviamo davanti una donna sulla cinquantina... la preside.
Ci viene incontro -E voi siete?-
Risponde Martina anche per me -Io sono Martina Del Pinto e lei è Elisa Ricciardi. Siamo della 1 N.-
-E come mai siete qui?-
A questo punto sono io a parlare -Stavamo solo chiacchierando un po'!-
La preside comincia a parlare -Il nostro istituto è severissimo e pretende dagli studenti il rispetto di tutte le regole, tra cui il silenzio. Per questa volta ve la cavate con una punizione, ma la prossima volta non sarò così tollerante."
-E in che consiste la punizione?- chiede la rossa.
-Dovete restare qui dopo le lezioni a pulire tutte le aule.-
-Come? Ma non le sembra esagerato per aver parlato un po' durante le lezioni?- lo so che non dovrei rivolgermi così alla preside, ma davvero è più forte di me.
-No niente affatto... ci sono anche due alunni di 3 che vi aiuteranno.- risponde con noncuranza.
Io e Martina sbuffiamo e salutiamo la preside.
Ritorniamo in classe sotto i sorrisini di Veronica e Samantha...
Ma che hanno da sorridere quelle oche?
Se potessi glielo farei sparire io quel sorrisino..
Ci sediamo e Martina mi dice -Certo che ha proprio esagerato!-
-Già!-
La professoressa ci richiama -Tu devi essere Elisa Ricciardi, giusto?-
Annuisco.
La professoressa continua -Io sono la professoressa Volpe. Insegno inglese. Ho fatto fare una presentazione orale a tutti. Quindi se per favore vieni alla lavagna e ti presenti.-
Sbuffo... odio essere al centro dell'attenzione... per fortuna me la cavo con le lingue, proprio per questo ho scelto il linguistico.
Vado alla lavagna e comincio a presentarmi -Hi! I'm Elisa Ricciardi and I'm 14 years old. I've got a sister and a brother. My sister is Stella and she has 19 years old. My brother is Simone and he has 16 years old.-
Me ne ritorno al mio posto e la professoressa mi fa i complimenti -Hai un'ottima pronuncia. Complimenti.-
Passa la lezione a spiegarci la seconda rivoluzione industriale in inglese.
Si comincia bene.
Per domani bisogna esporre questo argomento...
Per fortuna suona la campanella dell'intervallo...non ce la facevo più!
Vedo Veronica e Samantha alzarsi ed andare verso un ragazzo.
La bionda lo squadra dall'alto al basso -Allora... ti vuoi spostare?-
Il ragazzo si sposta immediatamente ed io e Martina andiamo verso di lui.
Martina gli chiede -Lorenzo... ma perchè non ti fai rispettare da quelle lì?-
Ah... allora si chiama Lorenzo.
Poi gli parlo io -Senti Lorenzo... Non devi farti mettere i piedi in testa da nessuno ok? E soprattutto non da quell'oca giuliva bionda!-
Sento qualcuno arrivare verso di me -Scusa. L'oca giuliva bionda sarei io?-
-Ne vedi altre?- mi rivolgo a lei in modo strafottente.
Martina mi sussurra all'orecchio -Non la provocare. Ci ho passato tutti e tre gli anni delle medie. Non sai di che è capace.-
Non la ascolto e Veronica mi dice -Senti un po'. Tu sei appena arrivata e già credi di poter fare tutto quello che vuoi. Tu lo sai chi sono io?-
-Aspetta. Fammi indovinare. Una ragazza insopportabile che si crede al centro dell'universo? Ho indovinato?- le chiedo quasi divertita.
La vedo arrabbiarsi ma non mi risponde... esce dalla classe.
Poi la rossa esulta -Sei stata fantastica!-
-Si! Nessuno aveva mai saputo tener testa in quel modo a Veronica!- conferma Lorenzo.
Ma che ha questa Veronica? Sembra che tutti la temono... mi chiedo davvero di cosa sia capace.
Martina -Comunque sia ti consiglio di stare attenta. Nessuno le ha mai risposto così e di sicuro si vorrà vendicare. In più se scopre che hai detto a Luca che piace a Veronica... lì si che sono guai!-
Suona la fine dell'intervallo e ci rimettiamo tutti seduti.
Mi arriva un bigliettino da parte di Veronica:
Credi davvero di averla avuta vinta? Ti sbagli...
Mi giro verso di lei e la vedo sorridere insieme a Samantha.
Le altre ore di lezione passano in fretta per fortuna...
Alle 12,30 suona la fine della scuola.
-Finalmente la tortura è finita!-
Martina -Non credo proprio. Adesso ci tocca pulire tutte le aule!-
Sbuffo e esco dalla classe seguita da Martina... Mando un messaggio a Stella dove c'è scritto che devo restare a scuola per un po'.
Andiamo dalla bidella -Cominciate dalla 2 F... lì troverete gli altri due ragazzi!-
Entriamo nella 2 F.... vedo Martina passare dal rosa pallido al rosso porpora.
Mi giro e vedo un ragazzo biondo con gli occhi azzurri...
Sussurro a Martina -Ma che ti prende?-
Mi sussurra anche lei -E' il ragazzo che mi piace. Alessio...-
Dietro di lui appare un altro ragazzo, con quegli occhi azzurri... No, di nuovo lui! Ma è una persecuzione questa!
Primo giorno di scuola...
Si comincia bene!
 

Angolo dell'autrice:
Salve care lettrici!!!! Prima di tutto grazie a Caramel blonde, marthiagojaznacho e Saphira96 per le recensioni, e Giorgia__ per aver messo la storia tra le seguite. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e recensiate in tante.
Besos <3

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Capitolo 3
*** Non lo sopporto ***


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Non lo sopporto
 
-Di nuovo tu!- esclamiamo all'unisono.
-Che cavolo ci fai qua?- continuiamo non accorgendoci che Martina e Alessio se la stanno ridendo sotto i baffi.
Ad un certo punto scoppiano le risate....
Io e Luca li fulminiamo con gli sguardi. E se gli sguardi potessero uccidere! Be'... loro sarebbero già morti da un pezzo.
Continuiamo a guardarci in cagnesco finchè qualcuno non spalanca la porta facendo saltare in aria me e Martina.
-Scusate. Ero venuta a portarvi i detersivi, vi mancavano solo quelli.-
La bidella... io e Martina siamo saltate in aria per la bidella. Da non crederci!
Se ne va via mentre Luca e Alessio scoppiano a ridere.
-Che cavolo avete da ridere?- sbotto io, più acida che mai.
Luca mi si avvicina e gioca con una ciocca dei miei capelli -Ridiamo perchè siete divertenti... Avete urlato come due ragazzine!-
Sto veramente perdendo la pazienza, Luca mi sussurra all'orecchio -Te l'ha mai detto nessuno che sei davvero carina quando ti arrabbi?-
Questo è davvero troppo!
-Allora devo essere stupenda perchè sono infuriata!- urlo io contro di Luca.
Alessio e Martina ci fissano con uno sguardo indecifrabile.
-Che avete da guardare? Cominciamo a pulire così ce ne andiamo via subito!- ok, quando voglio so essere davvero terribile.
-Propongo di lavorare in coppia. Così faremo prima.- dice quell'idiota di Luca.
-Bene io con Martina così...- poi notanto il suo sguardo di supplica mi correggo -Ripensandoci Martina lavorerà meglio con Alessio, no?-
-Per me va bene. Dove andiamo?- il biondo è davvero gentile, a differenza di quell'altro.
-Io e Luca restiamo a pulire questa classe, voi non lo so.-
Martina mi sorride... mi deve proprio un favore questa ragazza!
Rimaniamo soli io e Luca dentro la classe.
Mi fissa con un sorrisino stampato in faccia.
-Dai mettiamoci a pulire questa classe!- cerco di ignorarlo.
Prendo una scopa, e comincio a spazzare la polvere per terra.
Luca tossisce.
-Che hai?-
-Sono allergico alla polvere!- mi dice lui continuando a tossire.
-Eh no caro mio! Tu sei allergico al lavoro. Lava la lavagna che è tutta bianca!-
Comincia a pulire la lavagna e tossisce più volte...
-Sei davvero allergico?-
-Si certo che...-
Io lo interrompo -Guarda che se scopro che non è così va a finire male!-
Luca mi si avvicina con fare provocatorio -Sentiamo e che vorresti farmi?-
Prendo il secchio con l'acqua e il detersivo e glielo getto addosso...
-Non dovevi farlo!-
Prende il cancellino e mi riempe di gesso .
Comincio a tossire forte.
Io -Questa me la paghi!-
Cominciamo a tirarci a vicenda tutti i detersivi, saponi e altre cose inimmaginabili.
Ad un certo punto scivolo e mi ritrovo sopra di lui... ha proprio degli occhi stupendi... azzurri come il mare.
Qualcuno tossisce... sono Alessio e Martina appena entrati che ci guardano stupefatti...
Io e Luca ci alziamo scivolati e cerchiamo di giustificarci -Siamo scivolati.-
-Si certo!- la rossa non mi da tregua.
-E comunque sia che casino avete combinato qui?- per fortuna Alessio cambia argomento.
Ci guardiamo intorno e effettivamente ha ragione. Abbiamo fatto proprio un casino.
Per terra c'è tutta acqua, il detersivo, la polvere dello gesso... di tutto.
Martina e Alessio si guardano e ci dicono contemporeanamente -Vi diamo una mano!-
Dopo mezz'ora abbiamo finito di sistemare questa classe.
-Bene. Ne abbiamo pulite due. In tutto quante classi ci sono in questa scuola?- chiedo io.
Martina -Noi stiamo nella N e siamo l'ultima classe in questa scuola, contando le prime, le seconde, le terze, le quarte e le quinte. Chi è bravo in matematica?-
Sbuffiamo tutti e quattro.
Qualcuno entra in classe, di nuovo la bidella -Ragazzi dai andate a casa. Qui ci pensiamo io e le mie colleghe.-
-Sul serio?- non sono mai stata così grata a una bidella.
-Si andate. Siete giovani uscite un po'.-
Martina rivolgendosi alla bidella -Grazie!-
Usciamo dalla classe, io prendo una bottiglia d'acqua, e Martina mi trascina da una parte per il braccio -Senti... Io e Alessio pensavamo di uscire.-
-Ma è fantastico!- sono davvero contenta per lei.
Alessio e Luca si girano verso di me, quest'ultimo ride.
Io all'orecchio di Martina -Però...- poi prende coraggio e continua -Però Alessio ha pensato di uscire tutti insieme. Io e lui, tu e Luca...
Sputo tutta l'acqua che avevo messo in bocca -Che cosa? Sei completamente impazzita? Non ci penso proprio!-
-Per favore. Fallo per me, la ragazza che ti è stata vicina il primo giorno di scuola, che...-
Alzo gli occhi al cielo rassegnata -Ok. Vengo. Ma finiscila con questa lagna!-
Usciamo da scuola e Alessio dice -Dove si va?-
Mi arriva un messaggio da Stella:
Vieni immediatamente a casa. Stella
Martina -Tutto bene?-
-Scusate ma non posso venire. Mia sorella mi ha mandato un messaggio, devo andare a casa...-
E' successo qualcosa?- mi chiede Luca, non sembra preoccupato, solo curioso.
-Non lo so, per questo devo tornare subito. Scusate.-
Luca si rivolge a Martina e Alessio -Forse è meglio che usciate da soli. Io accompagno Elisa a casa.-
Mi giro verso di lui -Grazie ma posso andare a casa benissimo da sola.-
Martina mi guarda sorridente e interviene -Sul serio Elisa, è meglio che ti fai accompagnare a casa da Luca. Non vedi che il cielo è nero.-
Alzo lo sguardo verso il cielo e dico a Martina -Veramente il cielo non è mai stato così sereno.-
Crollano tutte le sue speranze, ma non si arrende -Non fa niente. Abiti lontano, fatti accompagnare.- 
Ci conosciamo da sei ore, non sa neanche dove abito! E' tremenda!
Sbuffo e seguo Luca -Come si va a casa?-
Luca -Con il motorino.-
Mi lancia il casco che afferro al volo, me lo metto subito.
Salgo dietro di lui e mi aggrappo alla schiena.
Parte...
Dopo venti minuti non siamo ancora tornati a casa.
-Ti avevo detto di girare a sinistra.-
Luca -Ma lì è senso unico. Vuoi andare contro qualcuno?-
Sbuffo e dopo avergli dato altre indicazioni ci ritroviamo davanti casa mia.
Scendo dalla moto e gli tiro il casco -Grazie del passaggio. Ciao.-
Luca -Potresti essere meno fredda, lo sai? Insomma, ti ho pure accompagnato a casa.-
Vado verso di lui -Primo, sono stata costretta ad accettare il tuo passaggio. Secondo, avrei fatto prima a venire a piedi. E terzo, io mi comporto come voglio, ok?-
-Come siamo acide.-
Non lo sto ad ascoltare ed entro in casa...
Stella mi chiede preoccupata -Finalmente. Che è successo?-
Io alzo le spalle -Niente. Piuttosto che è successo qui?-
-Non puoi andare avanti così. Sabato prossimo andiamo insieme in carcere a trovare papà, ok?-
-Non ci penso proprio. Non lo voglio più vedere Giorgio!-
-Non chiamarlo per nome! E' tuo padre!-
-Dopo quello che ha fatto... riesci ancora a chiamarlo papà?-
-Non si discute. Sabato andiamo insieme.- la sua voce è dura, così capisco che non riuscirò mai a convincerla.
Scoppio in lacrime e corro nella mia stanza. Quando Stella ci si mette è più testarda di me, ed è irremovibile.
Come può pensare che lo possa perdonare dopo quello che ha fatto? Se quella sera non si fosse ubriacato, mamma sarebbe ancora qui con noi.
Prendo una foto dove stiamo tutti insieme. Io, mia madre, mio padre, Stella e Simone. Prendo delle forbici e taglio la parte dove c'è mio padre.
Se non fosse stato per lui mamma sarebbe ancora viva.
Prendo gli auricolari e comincio a sentire musica... non mi va di pensare di nuovo a questo.
Comincio a pensare al mio primo giorno di scuola... c'è stata Martina che mi ha aiutata subito.
Veronica e Samantha che non le sopporto più.
Alessio, il ragazzo che piace a Martina... e il suo migliore amico, Luca... non lo sopporto.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Salve a tutte! Eccomi tornata!
Grazie a Saphira96 per la recensione del capitolo scorso. Grazie anche a Giorgia__, sara99 e Bouquet94 per aver messo la storia tra le seguite. 
Se vi va recensite, fate come volete. Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Besos <3

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Capitolo 4
*** La vendetta di Veronica ***


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La vendetta di Veronica
 
-Elisa svegliati o fai la fine dell'altra volta- la mia adorata sorellina si fa sempre sentire!
Mi alzo svogliata e vado verso l'armadio, non ho idea di che mettermi.
Prendo i primi vestiti che mi capitano per le mani: una maglia lunga bianca con un paio di leggins neri. Prendo anche le mie converse nere e vado in bagno.
Dopo venti minuti sono pronta.
Esco di casa senza salutare Stella, sono ancora abbastanza arrabbiata con lei. Non ho la minima intenzione di andare in carcere da papà.
Sbuffo... alla fine sono sempre costretta a fare cose che non voglio.
Solo adesso mi accorgo di aver perso l'autobus...
Sbuffo, un'altra volta, urlando contro il cielo -Qualcuno più sfortunato di me non esiste al mondo!-
-Parli anche da sola?- mi giro di colpo ritrovandomi pochi centimetri distante da Luca... di nuovo lui.
Altro che persecuzione.
-Ma che fai? Mi segui?-
-Sai il mondo non gira solo intorno a te.- la sua frase mi lascia un momento spiazzata, ma riprendo subito sicurezza -Disse lo stupido che si crede l'ombelico del mondo e che crede di avere tutte le ragazze ai suoi piedi!-
Mi si avvicina di nuovo -Perchè... tu non cadi ai miei piedi?-
-Vediamo se posso spiegarmi. Tu ed io non potremo mai stare insieme ok? Ora fammi passare che sono già in ritardo.-
-Vuoi un passaggio?- dice indicandomi il motorino.
-Quindi sei venuto qui per darmi un passaggio?- gli chiedo scettica.
-No ma che dici. Dovevo fare una cosa e sono passato di qui. Ti ho vista e ho pensato che volessi un passaggio.- mi dice con non-chalance-
Hai pensato male! Vado a piedi.-
-A piedi ci arriverei tra venti minuti... sono già le 8,05 e dobbiamo stare a scuola alle 8,10... a te la scelta.-
Non ci posso credere... alla fine vince sempre lui.
1 a 0 per Luca.
Prendo il casco, mi sorride. Quanto lo odio quando mi sorride.
Arriviamo a scuola sotto gli occhi di tutti... e quando dico tutti intendo proprio tutti: Martina ci guarda con gli occhi e la bocca spalancata, Alessio lo stesso e Veronica se potesse mi farebbe fuori con il suo sguardo.
Do il casco a Luca e raggiungo Martina, o almeno ci provo. Luca mi trattiene -E' la seconda volta che non mi ringrazi.- 
-E' la seconda volta che non sono io a chiederti un passaggio... quindi con permesso.- detto questo lo supero, fiera di me.
Ho pareggiato i conti.
1 a 1
E la prossima vittoria sarà mia.
Appena arrivata da Martina questa mi fa tremila domande -Come mai? Tu e Luca? Perchè ti ha dato un passaggio? Non è che è successo qualcosa tra di voi ieri?-
-Ehi Martina frena il disco. Tra me e Luca non è successo niente, ok? Tra noi c'è solo odio puro. Mi ha dato un passaggio perchè me lo sono ritrovato davanti casa mia e ho perso l'autobus, ok?-
Martina sorride -Si certo. Come se a te non fosse dispiaciuto venire a scuola con Luca. E poi mia cara lo sanno tutti. L'odio è sempre il primo passo verso l'amore.- è davvero incredibile questa ragazza.
Cerco di cambiare discorso -Invece la tua uscita con Alessio?-
Comincia a raccontarmi tutto -E' così carino... siamo andati al cinema e dopo abbiamo visto un po' di negozi. Ha visto che sentivo freddo e mi ha dato la sua felpa. Poi mi ha chiesto se vogliamo vederci un'altra volta!-
Sorrido... sono contenta per Martina, se lo merita.
Entriamo in classe sotto lo sguardo minaccioso di Veronica.
Le lezioni cominciano... ma chi l'ha inventata la scuola?
Chi l'ha fatto dovrebbe morire con l'unico difetto che è già morto.
Finalmente dopo tre ore suona l'intervallo.
Io e Martina ci alziamo in piedi. Lorenzo viene verso di noi -Elisa ti devo parlare.-
Esco con lui dalla classe -Dimmi.-
-Ho sentito Veronica e Samantha che parlavano di te. Veronica si vuole vendicare per non so che cosa, per questo mi sembrava giusto che lo venissi a sapere.-
-Hai fatto bene a dirmelo. Grazie.- gli sorrido grata.
Lorenzo rientra in classe. Mi giro e vedo di nuovo Luca. Mi sta guardando. Quant'è irritante!
Mi avvicino a lui -Cos'hai da guardare?-
-Ti piace il secchione?-
-No, e anche se fosse a te cosa importa? Poi non lo chiamare secchione!-
-Dai sei ridicola ti metti pure a difenderli.-
-Eh già... Elisa è così, difende tutti. Anche chi non merita, non è vero amica mia?- appare Veronica seguita da Samantha proprio dietro di me.
-Che vuoi Veronica? Sei qui a sputare un po' del tuo veleno?- dico più acida che mai.
-Io no. Sono venuta soltanto a dire qualcosina su di te. Qui nessuno ti conosce bene.-
Sta per parlare ma non fa in tempo perchè suona la fine dell'intervallo.
Martina -Che voleva dire quella vipera?-
-Non lo so. Lorenzo mi ha detto che si voleva vendicare su di me.-
Martina -Per cosa?-
-Pensaci un po' su... a Veronica piace Luca, ha visto che mi ha accompagnata scuola. Era invidiosa.- questa almeno è la spiegazione più logica.
-Non sei preoccupata di quello che ti vuole fare?- Martina lo è fin troppo.
Io alzo le spalle indifferente -Non ho paura di Veronica. E poi di cosa è capace?-
Insomma, un po' di paura ce l'ho. Non ho idea di cosa voglia fare quella strega.
Dopo due ore ecco che suona la fine della scuola... finalmente! Due ore di storia consecutive sono pesantissime!
Usciamo di scuola e Veronica va al centro della piazza attirando l'attenzione di tutti -Scusate gente venite tutti qua! Prima non ho fatto in tempo a dirvi niente perchè è suonata la campanella ma ora ho tutto il tempo del mondo!-
Ridicola...
-Allora... avete visto tutti la nuova arrivata, no? Elisa Ricciardi.- se nessuno mi aveva notato ora tutti gli sguardi sono su di me.
Ma che ha in mente?
-Magari avete sentito solo il suo nome ma non conoscete niente di lei. Non fa niente... ora vi racconto qualcosina io. Lo sapevate che la madre di Elisa è morta? Poverina. Ma come è morta vi chiederete. Suo padre stava guidando la macchina e ha fatto un incidente... potete immaginarvi il seguito. Certo il padre non avrebbe fatto quell'incidente se non avesse bevuto, eh si... ha qualche problemino con l'alcool. E adesso il padre sta in carcere. Se lo è meritato o no? Vediamo qualcos'altro... ma si certo! Ha un fratello, che ha sedici anni. Sta in riformatorio e non vi dico altro su di lui. L'ultima cosa... vive con sua sorella maggiore, che ha diciannove anni. Vive in un piccolo appartamento da due soldi perchè non si può permettere altro. Capite come è messa? Io, che ho scoperto queste informazioni mi sono sentita in dovere a dirvele. Magari volevate diventare amica sua, ma pensiamoci bene? Chi sarebbe sua amica, o amico con un padre alcolizzato che sta in carcere, un fratello che sta in riformatorio e una sorella che non sa permettersi tanto. Allora Elisa non è vero?-
Martina cerca di negare l'evidenza -Non ascoltatela, quella vipera si è inventata tutto.-
Io cerco di trattenere le lacrime -No... non le darò questa soddisfazione. E' vero. Mio padre sta in carcere, mio fratello in riformatorio e vivo co mia sorella in un appartamento piccolino. E allora? Io non mi faccio problemi. Qui gli unici a crearli siete sempre voi! Si perchè subito giudicate la gente. Ma per giudicare bisogna prima conoscere una persona. E se voi non le date neanche il tempo per farsi conoscere non concluderete nulla!-
Corro dietro scuola e mi metto a piangere... Sento qualcuno dietro me. 
Mi giro e...
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Salve a tutte mie care lettrici!
*Lettrici che probabilmente, anzi sicuramente mi vorranno tirare frutta e verdura addosso per il ritardo*
Scusate davvero per il ritardo... ma l'ispirazione viene una volta si e l'altre cinque no...
Grazie a Saphira96 e Cynthia_Zizi per le recensioni dello scorso capitolo.
Grazie anche a sara99, ilathebest21, Giorgia__, Bouquet94 per aver messo la storia tra le seguiti, e di nuovo sara99 e Effy91 per averla messa tra le preferite. Potete recensire anche voi qualche volta :D
Allora, veniamo al capitolo. So a cosa starete pensando.
Ma quella Veronica è una... vabbè avete capito. Tanto per non essere volgari.
Ma chissà se cambierà...
Secondo voi chi è che ha seguito Elisa?
Be', recensite in tante! In tante ho detto, ok? Accetto recensioni positive, neutre o critiche.
Besos <3

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Capitolo 5
*** Maschera ***


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Maschera
 
Mi giro e mi ritrovo davanti Luca.
Comincio ad urlargli contro -Se sei qui per deridermi ha già fatto abbastanza Veronica!-
-No, mi dispiace per quello che ti ha fatto!- mi dice sinceramente dispiaciuto.
-Non ho bisognon della tua pietà!- perchè gli dispiace per questo è ovvio. Odio quando la gente ti compatisce.
Cerco di andarmene ma lui mi trattiene -Chi ti dice che sia pietà?-
-Allora sentiamo... come mai sei qui?-
-Te l'ho detto. Mi dispiace per te. Non chiedermi il motivo.- mi risponde semplicemente.
-Già, dispiace più a me però.-
Mi siedo su un gradino e Luca viene accanto a me.
-Qual'è la cosa che più ti dispiace?-
-Che mia madre sia morta... è morta ingiustamente, tutto per colpa di mio padre. Se mio padre non fosse stato in guida di quella macchina mia madre sarebbe ancora qui con me. Stavamo tutti in ospedale quando è morta. Tutti insieme...- 
Ecco che mi rivengono in mente le immagini della morte di mia madre.

Entrati vedemmo mamma sdraiata con il minimo delle forze e con i tubi che portano l'ossigeno attaccati al naso -Tesori miei, veniti qui, fatevi salutare.-
Aveva tutta la testa bendata.
Noi ci avvicinammo e lei ci abbracciò uno ad uno -Giorgio, vieni anche tu.-
Anche mio padre si avvicinò.
La mamma si rivolse a lui -Giorgio, voglio che tu mantenga questa promessa. Quando uscirai dal carcere voglio che tu ti prenda cura dei nostri figli, che li ami come hai fatto finora.-
Papà -Lo prometto... per favore Angelica non lasciarci... Io ho bisogno di te.- poi aggiunse - Noi abbiamo bisogno di te.-
Mamma -Lo sai che ormai non c'è più niente da fare. Prenditi cura di loro. Io vi amerò per sempre e sarò sempre con voi nel momento del bisogno.-
Intanto io stavo piangendo mentre mia sorella Stella mi accarezzava affettuosamente i capelli.
La mamma si rivolse ancora a papà -Abbi cura soprattutto di Elisa, è la più debole e anche la più piccola. Per lei sarà difficile accettare tutto questo. Ora venite qui, e abbracciatemi forte.-
Andammo tutti lì, durante l'abbraccio mamma chiuse gli occhi lentamente come se fosse caduta in un sonno, peccato che non si sarebbe mai risvegliata.
 
Dopo tutto questo tempo mi fa ancora male ripensare a lei... abbiamo passato così poco tempo insieme.
-Dai non piangere.-
Io mi alzo in piedi e comincio a urlargli contro -Per te è facile dire così! Ma se tu stessi nei miei panni capiresti tutto! Ogni volta che penso a mia madre mi viene da piangere e lo sai perchè? Perchè lei è morta... Rimpiango tutti i momenti che abbiamo passato insieme perchè non ne avremo più... Rimpiango tutto!-
Luca mi sbatte contro il suo petto. Sto singhiozzando, ma mi sento bene tra le sue braccia. Mi sento protetta...
Ci stacchiamo e mi guarda negli occhi -Tu non devi pensare così di tua madre. E' vero, lei è morta. Ma a parte la sua morte avete passato tanti momenti belli insieme.-
-Allora non capisci. Sono proprio quei momenti che rimpiango... quando eravamo tutti uniti, insieme, felici. Eravamo una famiglia. Poi dalla morte della mamma tutto si è scombussolato. Mio padre è andato in carcere, poco tempo dopo mio fratello Simone è finito in riformatorio e io mi sono ritrovata a vivere in un piccolo appartamento con mia sorella-
-Sai che c'è? Hai ragione. Io non capisco, non posso capire quello che ti succede. Ma tu aiutami a capire.- la sua risulta quasi come una supplica.
Aiutami a capire... Lo guardo negli occhi... quegli occhi così azzurri che... sposto immediatamente i miei occhi dai suoi.
-Scusa devo andare a casa.-
-Perchè non restiamo un po' a parlare?- mi propone gentilmente lui.
Mi sorride ed io mi rassegno. -Dai andiamo in un bar.-
Lo seguo e arrivati al bar ci sediamo in un tavolo.
-Cosa vuoi?-
-Non ho soldi.-
-Non importa offro io.- mi sorride rassicurante.
-Grazie.- poi dico -Prendo un succo di frutta.-
Luca va dal cassiere a pagare e ritorna con due succhi di frutta alla pesca.
-Sai... non pensavo che fossi così. Oggi ti ho vista in modo diverso.- se ne esce così lui.
Lo guardo in modo interrogativo e Luca continua a parlare -Insomma. Sembravi la tipica ragazza menefreghista del mondo intero, fredda, dura. Oggi invece ho conosciuto il tuo lato fragile... in realtà sei una ragazza dolce, che ha paura di mostrarsi per com'è realmente agli altri. Porti una maschera... che nasconde come sei veramente."
-Tu non mi conosci affatto. Non sai come sono.-
Mi alzo e mi dirigo all'uscita del bar... Luca non sa niente di me.
Prendo l'autobus, che passa dopo quindici minuti. Arrivo a casa circa venti minuti dopo.
-Come mai a casa a quest'ora?- mi chiede Stella.
Non la acolto e vado subito in camera mia. Chiudo la porta a chiave almeno Stella non può entrare.
Sul serio... come può dire questo Luca?
Neanche mi conosce.
Ma forse ha ragione lui. Nascondo la vera me sotto una maschera. Non voglio farmi vedere agli altri fragile. Non voglio farmi vedere così perchè altrimenti le persone approfitterebbero della mia fragilità. Voglio far credere a tutti che sono forte, quando in realtà dentro di me, mi cade il mondo addosso...
Eppure nessuno si è mai accorto che fingo. Nessuno tranne lui. Luca finora è stato l'unico a vedermi dentro... è stato l'unico a scoprire la mia maschera.
Ma si deve ricredere. Non mi mostrerò mai per quello che sono. Ormai questa maschera è parte di me.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Scusate il ritardo gente!!!!! E' da parecchio che non aggiorno in più il capitolo è cortino. Cercherò di scrivere un capitolo più lungo la prossima volta.
Grazie alle persone che hanno recensito lo scorso capitolo: virgyfienga e Saphira96... spero che questo capitolo non vi abbia deluso.
Ci sentiamo al prossimo capitolo. Besos <3

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Capitolo 6
*** Perchè? ***


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Perchè?
 
-Driiiiiiiiiiiiiiiiiin!- maledetta sveglia. Quando non c'è mia sorella a svegliarmi c'è questo dannato apparecchio che mi spacca i timpani.
Mi alzo indecisa se andare o no a scuola. Dopo quello che è successo sono lo scoop di tutta la scuola.
Magari mi hanno dimenticato.
Basta. Oggi non ci vado a scuola... è deciso.
Mi rimetto sotto le mie coperte e chiudo gli occhi lentamente.
Sento il cellulare squillare... possibile? O la sveglia o il cellulare... maledetti apparecchi elettronici!
Il cellulare continua a suonare insistentemente per questo mi rassegno e rispondo.
"Chi è?" chiedo ancora un po' assonnata.
"Martina!" esclama una voce esuberante dall'altra parte del telefono.
"Che c'è?"
"Oggi sei di poche parole... peccato. Affacciati alla finestra."
Ma che cavolo sta dicendo?
La ascolto e mi affaccio alla finestra di camera mia...
-Ehi!!!!!!- esclamano in coro Martina, Alessio e Luca... Ma che ci fa Martina qui? E che ci fa con quei due?
-Che volete?-
Luca: "Ci apri!!!"
Apro il portone rassegnata. Salgono su e Luca mi guarda con un sorrisino stampato in faccia -Sei molto carina con i capelli arruffati!-
Detto questo saluta dandomi un bacio sulla guancia ed io arrossisco.
Martina mi sorride e mi da una gomitata.
-Che cosa ci fate qui?- chiedo io impaziente sbattendo ripetutamente il piede a terra.
-Coma mai sei in pigiama?- Martina ignora beatamente la mia domanda.
-Non si risponde a una domanda con un'altra domanda.-
Luca -Sei brava a rigirarti la frittata.-
Non lo sto a sentire e alzo gli occhi al cielo -Io non ci vengo oggi.-
-Per quello che è successo ieri con Veronica? Non capisci che se non vieni gliela dai vinta così senza combattere... se vieni invece dimostri di essere davvero coraggiosa dopo tutto quello che ha detto. Allora vieni?- sarà per le parole che ha usato, o per il suo tono di voce, o ancora per la faccia da cucciolo che ha fatto, che alla fine mi convinco -Va bene! Vengo!-
-Perfetto. I vestiti però oggi te li scelgo io.-
Dopo un po' torna in salotto con dei vestiti in mano: una maglia a bretelle bianche e una minigonna di jeans.
-Non ci vado a scuola così. Sto tanto comoda con i jeans e...-
Luca mi interrompe -Peccato, ti ci vedevo con la gonna.-
Martina sorride -Vedi, lo dice pure lui. E dai farlo per me.-
Mi fa di nuovo la faccia da cucciolo ed io ci casco in pieno. Vado in bagno a cambiarmi.
-Sono pronta. Come andiamo?-
Alessio -Martina viene con me col motorino, tu vai con Luca invece.-
Non posso crederci, sono perseguitata dalla sfortuna.
Usciamo di casa e prendo il casco che Luca mi porge.
Mi tengo stretta a lui e riesco a intravedere un suo sorriso. Mi appoggio alla sua schiena e chiudo gli occhi. Respiro il profumo dell'aria, del vento che mi scompiglia i capelli.
-Ehi per quanto ancora vuoi starmi attaccata... Per me non ci sarebbero problemi ma non so per te.- esclama divertito.
Mi accorgo che ci siamo fermati e che stiamo davanti a scuola, scendo immediatamente e raggiungo Martina.
Veronica viene verso di me -Ma allora non ti è bastato ciò che è successo ieri... Cara mia ti conviene stare lontano da Luca, capito? Tanto lui non potrà mai interessarsi ad una come te!-
Luca viene verso di noi -Hai proprio ragione Veronica... Non credo che mi interesserò mai a una come Elisa. Ma di certo non mi interesserò a una come te. Lei almeno è vera. Tu sai soltanto dire e fare cavolate!-
Suona la campanella ed entriamo dentro la scuola.
Facciamo lezione. Cinque noiosissime ore di lezione. Nell'ultima ora entra la professoressa Murru, la professoressa di storia.
La prof -Devo dire che i compiti sono andati discretamente per tutti, salvo qualche eccezione.-
Comincia a ridarci i compiti.
Veronica dice sorridente -Nove. Come al solito.-
Samantha -Beh, cara mia era scontato. Sei bravissima a scuola!-
Martina esulta -Si ho preso sette, tu?-
La professoressa mi da il mio compito... quattro. Perfetto, con tanti problemi ci si mettevano pure i voti.
Mostro il mio compito a Martina. Martina -Mi dispiace... aspetta conosco qualcuno che in storia è bravissimo!-
-Chi?-
-Luca! Alessio mi ha detto che se la cava in storia e...-
La interrompo bruscamente -Non ne voglio sapere niente di Luca, ok?-
-Perchè?-
-Perchè dovrebbe aiutarmi?- rispondo io.
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. Lo hai detto tu!-
-Non vedo perchè dovrebbe aiutarmi. Non si interesserà mai a me...-
Martina si illumina -Aspetta... tu!-
-No, non è come pensi, ok?- mi affretto a giustificarmi prima che si faccia strane idee.
La professoressa ci richiama, o meglio richiama me -Ricciardi tu hai fatto un pessimo compito e non credo che ti sia utile parlare in continuazione.-
Sbuffo. La professoressa continua a parlare un'altra mezz'ora sul fatto che dovrei stare più attenta in classe...
Finalmente suona la campanella, l'uscita da scuola è sempre la parte più bella.
Uscite da scuola Martina mi trascina da Alessio e Luca.
Il biondo si rivolge a me e alla rossa -Come è andata la lezione?-
Martina mi guarda -Male. Almeno per lei. Ha preso quattro al compito di storia. Se magari ci fosse qualcuno che la aiutasse...-
Le do una gomitata. Questa volta è Alessio a parlare -Be'... Luca è un mito a storia. Insomma è l'unica materia in cui prende dei bei voti!-
Adesso è Luca che da una gomitata in pieno stomaco ad Alessio. Deve averla data proprio forte visto che Alessio si è piegato in due.
Martina porta via Alessio lasciando soli me e Luca... 
Luca si avvicina a me -Allora. Ti serve una mano a storia?-
-No, posso cavarmela benissimo da sola.- si... certo.
Mi giro e provo ad andarmene con scarsi risultati visto che Luca mi ferma per il polso.
-Sei strana.- afferma divertito. Qualcuno gli cancelli quel sorriso dalla faccia!
-E perchè?-
-Stamattina eri diversa. E' successo qualcosa?-
-Non vedo perchè mi vuoi aiutare... insomma tu non ti interesseresti mai ad una come me.-
Chiudo gli occhi. Perchè, perchè, perchè non chiudo mai la bocca per una volta?
Eppure non me la sono presa per quello che ha detto... credo.
Luca sorride ancor più divertito di prima -E' per questo? Te la sei presa?-
-Non me la sono presa, ok?- è solo che sono un po' permalosa.
Luca si avvicina sempre di più e comincia a giocare con una ciocca dei miei capelli -Senti... io non mi interesserei mai ad una come te, ok? E questo perchè se mi devo interessare a qualcuno mi interesserò solo a te... e non a qualcuno che ti somiglia.-
Lo guardo negli occhi... maledetti occhi azzurri. Perchè mi fanno questo effetto?
Scuoto la testa -Non mi interessa ok? Non mi interessa se in futuro ti interesserai di me, ok? Questo perchè non mi interessi tu e mai mi interesserai!-
Lo lascio fermo impalato lì. Cammino veloce. Non vedo l'ora di arrivare a casa.
Perchè gli ho detto quelle cose? Perchè mi sento angosciata adesso?
Perchè, perchè e perchè... sono piena di domande e non ho neanche una risposta.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Hola mie care lettrici!!!! (che sicuramente mi vorranno ammazzare per il ritardo nel pubblicare il capitolo)
Scusate, scusate e ancora scusate. In più perdonatemi anche per l'orario. Non credo che qualcuno legga alle 2 di notte, o meglio mattina...
Grazie a Saphira96, marthiagojaznacho e virgyfienga per le recensioni. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Che mi dite di bello??? Io sono super contentissima perchè Emma ha vinto Sanremo... si tifavo per lei e ho sperato che vincesse...XD
Voi lo avete visto?? Per chi tifavate?? Ok, adesso basta con le chiacchiere che ho molto sonno.
Fatevi sentire quindi recensite mi raccomando!!!!
Besos <3

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Capitolo 7
*** Un taglio netto alla storia ***


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Un taglio netto alla storia
 
E' finita la settima ed è domenica... il giorno che non volevo che arrivasse. Perchè? Più semplice di così...
Oggi devo andare a trovare mio padre in carcere, per quanto mi opponga Stella mi trascinerà via di casa.
Prendo un paio di jeans, una maglia a maniche corte, e una felpa nera e vado a vestirmi.
-Sei pronta Eli?- urla mia sorella Stella. Non le rispondo e vado da lei in salone.
Mi guarda e mi rimprovera -Almeno potresti levare quel broncio!-
Io le rispondo sarcastica -Cosa dovrei fare scusa, sorridere all'uomo che ha ucciso nostra madre?-
Mi da uno schiaffo... non lo ha mai fatto.
-Quell'uomo è nostro padre. Ed è stato tutto un incidente, ok? Andiamo su!-
Non ho intenzione di ascoltarla. Sento un fuoco ardere dentro di me. Perchè io sono l'unica a vedere in faccia la realtà?
Lui ha ucciso la mamma. Se non fosse stato per lui mamma sarebbe ancora viva.
Non posso perdonarlo... è più forte di me. E' vero, sono molto rancorosa, ma per me le persone che mi deludono non esistono più.
Stella mi scuote una mano davanti gli occhi -Ti sei incantata? Ti ho detto di venire!-
Le urlo contro -Non ci penso proprio ok? Non vado a trovare quel verme!-
Stella si avvicina con fare minaccioso -Non ti azzardare mai più a parlare così di lui, ok? Se ti sentisse la mamma...-
Ormai sono proprio partita in quarta -Già se mi sentisse. Ma non può perchè è morta, perchè papà l'ha uccisa!-
Stella mi punta il dito contro -Vai in macchina. E non osare ribattere di nuovo!-
Basta. Sono stanca di combattere una battaglia già persa in partenza. Questa volta ascolto Stella e scendo giù.
Dopo cinque minuti Stella scende giù -Sali in macchina.-
Salgo, senza proferire parola.
Accendo la radio e metto la prima canzone che capita. Nessuna delle due ha intenzione di parlare. Meglio così.
Dopo mezz'ora arriviamo al carcere.
Stella parla con la guardia -Siamo venute a trovare Giorgio Ricciardi.-
La guardia ci da il consenso di entrare poi ci dice -Adesso vado a riferirlo all'altra guardia. Voi accomodatevi nella stanza in fondo a destra.-
Andiamo dove ci ha detto le guardie e dopo dieci minuti arriva un'altra guardia e accanto... papà. Gli leva le manette e gli dice qualcosa all'orecchio.
-Io ci parlo dopo.-
Esco dalla stanza e lascio soli Stella e papà... papà. Se posso ancora chiamarlo così. E' come se non lo conoscessi affatto. Da quanto tempo non lo vedo... Mi sembra che sia passata un'eternità. Mi siedo davanti la porta e li ascolto.
 -Come si comporta Elisa con te?-... sento Stella singhiozzare -Non ce la faccio più papà. E' così ribelle, non mi ascolta. Oggi non voleva neanche venire qui.-
-Mi ricorda tanto tua madre. Quando l'ho conosciuta era proprio come Elisa, ribelle, testarda, combattiva, schietta.-
A questo punto non ce la faccio più a starlo a sentire ed entro nella stanza urlandogli contro -Tu! Tu non hai il diritto di parlare così della mamma... è per colpa tua se è morta ed osi ancora parlare di lei?-
Stella mi grida contro -Basta Elisa. Chiedi subito scusa a tuo padre.-
-Per quel che mi riguarda non è più mio padre.- la mia voce è aspra e tagliente.
Mi si avvicina e mi chiede -Per favore Elisa. Puoi ascoltarmi almeno?-
Sarei tentata di sbattergli la porta in faccia ma vedendo la faccia di Stella decido di rimanere ad ascoltarlo.
Stella esce e ci lascia da soli.
-Senti. So che hai ogni motivo di odiarmi... in fondo me lo merito. Tu mi disprezzi per quello che ho fatto e ti capisco. Io stesso non mi posso vedere... se potessi tornare indietro nel tempo non avrei mai preso quella macchina, non avrei mai bevuto. Quando ci siamo risvegliati in ospedale ho pregato perchè morissi io al posto di tua madre... ma il destino è crudele. Ti strappa dalla vita le persone a te più care... Hai già perso tua madre. Si per colpa mia. Ma non vorrai anche perdere tuo padre.-
-Ormai ti ho già perso. Per tutto questo tempo non ti sei fatto sentire. Non vedo perchè dovrei perdonarti. Ormai il danno è fatto. Non si può riparare...-
Mi si avvicina -Per favore Elisa... io ti voglio bene...-
Ti voglio bene... tre parole. Mille emozioni che mi travolgono il cuore... In tutto questo tempo mio padre non mi aveva mai detto un "ti voglio bene"...
Sento le lacrime scendere amare dai miei occhi...
-Ti voglio bene anche io!- sussurro tra singhiozzi e lacrime...
Mi stringe a se... in un abbraccio paterno. Come solo un padre può fare. Ti fa sentire al sicuro tra le sue braccia...
Ma a che cavolo sto pensando?
Mi stacco bruscamente da lui e gli dico -Ti voglio bene, è vero. E' inutile negarlo. Per quanto voglio odiarti non ci riesco. Ma non per questo sei perdonato... anche se ti voglio bene non perdonerò mai quello che hai fatto.-
Giro i tacchi ma papà mi trattiene -Ho promesso a tua madre che mi sarei preso cura di te.-
-E' una promessa che non puoi mantenere...- è la verità.
Esco dalla stanza ancora in lacrime. Chissà quanto l'ho fatto soffrire dicendogli quelle cose...
Be', lui ha fatto soffrire me... adesso se lo merita.
Non so neanche io quello che devo fare... una parte del mio cuore, quella sensibile, diceva di perdonarlo... di ricominciare tutto da capo. L'altra parte, quella orgogliosa che non mi permette di fare determinate cose, mi diceva di non perdonarlo, mi diceva che quello che aveva fatto era troppo... che non si merita perdono.
E' così... il mio cuore molte volte si divide in due... e prende il sopravvento sempre quella orgogliosa... ma ormai ho deciso. Non cambierò idea, cambiarla è da codardi e io non lo sono... Ti voglio bene papà, è vero, per quanto voglio odiarti non ci riesco e proprio per questo motivo odio me stessa. Ma non posso perdonarti. Mi hai fatto soffrire troppo. E per me le persone che ti deludono non devono avere altre possibilità. Io sono fatta così... se una persona mi delude è finita. Punto. Un taglio netto alla storia
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Si sono tornata e non sono morta!!!! O meglio... quasi. Scusate, sul serio. Pensavo che avrei aggiornato prima e invece...
Posso giustificarmi però... questa settimana sono andata a ginnastica artistica lunedì, martedì, mercoledì e ci devo andare pure domani. Sono  due ore ogni giorno quindi fatevi il conto... ben 8 ore. Poi metteteci da ripassare per una verifica di geometria sui poliedri, prismi, parallelepipedi e cubi... Risultato: Settimana stressante... Per ginnastica poi non ho potuto saltarla perchè domenica ho la gara, e devo vincerla...
Ok, passiamo ai ringraziamenti. Due nuove recensitrici!!!!!!! Quindi prima grazie a LittleKappa e a binca e poi ovviamente anche a Saphira96, virgyfienga e marthiagojaznacho. Poi grazie a, di nuovo a binca, a Effy91, sara99 e Vagnona94 per aver messo la storia tra le preferite; a missinterista98 per averla messa tra le ricordate; a anle06, Bouquet94, Giorgia__, ilathebest21, LittleKAPPA, marthiagojaznacho, meryj, sara88, e sara99 per averla messa tra le seguite. Per tutte quelle che non hanno ancora recensito potete farlo. Accetto recensioni positive, neutre e critiche... tutto insomma. Che ne pensate del capitolo?? Non c'è Luca ma appare il padre di Elisa, Giorgio. Secondo voi Elisa ha fatto bene o male?? Fatemi sapere.
Besos y buenas noches <3

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Capitolo 8
*** Ci siamo messi insieme! ***


 

Capitolo dedicato a  LittleKAPPA, binca, Saphira96 e marthiagojaznacho 
 

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Ci siamo messi insieme!
 
Un'altra settimana. Un'altra maledetta settimana di scuola.
Mi vibra il cellulare e lo prendo. E' un messaggio di Martina: "Facciamo la strada insieme oggi?"
Mi rassegno e le rispondo: "Si."
Dopo due minuti qualcuno suona al citofono. Mia sorella non è in casa e vado ad aprire.
Anche se abito al quarto piano riesco a distinguere la chioma rossa di Martina.
Entra in casa mia come se niente fosse: -Alessio. Mi ha detto che mi vuole parlare ti rendi conto? Quando un ragazzo dice così vuol dire che vuole essere solo amico o che vuole lasciare la sua ragazza.-
-Primo non state insieme... non ancora. E secondo, chiuditi la bocca con lo scotch, calmati un po' e fammi vestire!-
Entro in bagno con dei vestiti in mano. Dopo dieci minuti esco pronta.
-Dai andiamo. Se no facciamo tardi!-
Usciamo di casa e aspettiamo l'autobus. Dopo cinque minuti passa, per fortuna.
Dopo un po' arriviamo a scuola. 
Samantha sta parlando con Alessio e subito Martina si arrabbia -Che ci fa quella sottospecie di gallina senza piume a parlare con Alessio? Ah io la ammazzo. Vado lì e la ammazzo!-
Fortunatamente suona la campanella e quindi Martina non può fare niente. Entriamo a scuola.
Prima ora di buco. Stranamente si comincia bene. Estremamente bene.
La bidella, o meglio, collaboratrice scolastica manda me e Martina nella 3 F.
Martina mi urla nell'orecchio -E' la classe di Alessio!-
Bene. Quindi è anche la classe di Luca. Non potevo chiedere di meglio.
Bussiamo alla porta e la professoressa ci squadra da capo a piedi.
Visto che Martina non proferisce parola parlo io -Siamo della 1 N. Siamo state divise.-
La professoressa -I vostri cognomi?-
-Ricciardi e Del Pinto.- rispondo io per tutte e due.
La professoressa ci indica due posti liberi. Uno è vicino ad Alessio e l'altro vicino a Luca.
Faccio stare Martina vicino ad Alessio e sono pronta a subirmi la tortura.
-Tutto bene?-
-Perchè? Dovrebbe andare tutto male?- rispondo acida.
-Sai che c'è? Smetterò di essere carino con te.- 
-Bene. Perchè nessuno ti ha chiesto di essere gentile con me.- ribatto io tranquilla.
-Una cosa. Ti ricordi quando ho detto che se mi interesserò a qualcuno sarai te? Be' mi sono sbagliato di grosso. Non potr mai interessarmi a una ragazza come te. Sei carina si, ma il carattere fossi in te cercherei di cambiarlo...-
Ma il carattere cercherei di cambiarlo... ma chi si crede di essere questo qui?
Alzo gli occhi al cielo s sposto lo sguardo su Martina e Alessio. A volte Martina si gira a guardare Alessio e a volte il contrario.
Mi esce un sorriso spontaneo sulle labbra. Martina è proprio cotta. E qualcosa mi dice che anche Alessio ricambia.
Finalmente l'ora finisce e torniamo in classe.
-Allora come va con Alessio? Ti ha detto niente?- chiedo io.
-Abbiamo parlato così... ma deve dirmi qualcosa di importante all'intervallo.- la rossa sembra preoccupata per quello che Alessio le vuole dire.
Entriamo in classe e ci sediamo.  Entra la professoressa di matematica. Abbiamo due ore con lei.
Compito in classe a sorpresa. Di male in peggio. In più non so nulla...
Due ore... i minuti passano e il foglio resta bianco...
Quel maledetto orologio mi ricorda che il tempo passa... passa. Passa troppo velocemente...
Un trillo acuto risuona nelle mie orecchie. La campanella. C'è l'intervallo adesso.
La professoressa mi squadra -Come mai il compito in bianco Ricciardi?-
-Se sapevo che c'era una verifica mi preparavo.- mi giustifico io, alzando le spalle.
La professoressa continua a parlare rigida -Lo considero un impreparato.-
Detto questo gira i tacchi e torna in cattedra dove posa i compiti.
Martina è già uscita... doveva incontrare Alessio. Chissà cosa le deve dire...
Sono usciti tutti. Tranne io e... un attimo. Veronica?
In un angolo appartato della classe c'è Veronica che piange.
Non so cosa mi salta in mente ma mi dirigo verso di lei. Qualcuno però mi ferma in tempo.
Martina mi salta addosso e mi abbraccia forte, decisamente troppo forte.
Poi comincia a urlare come una matta.
Io la guardo più interrogativa che mai in cerca di una risposta.
Martina comincia a fare i salti i gioia e mi grida -Ci siamo messi insieme!-
-Ma è fantastico!- sorrido, veramente felice per la mia amica.
Martina mi abbraccia di nuovo felicemente -Lo so!-
 
 
 
Angolo dell'autrice:
E' da tantissimo che non aggiorno, sempre la solita storia.
Grazie a LittleKAPPA, binca, Saphira96 e marthiagojaznacho per le recensioni, vi è piaciuta la dedica??
E il capitolo. Che ne pensate??
Per me sinceramente fa schifo. (lo so, ho bassa autostima di me ma che ci posso fare??)
Il prossimo sarà migliore ed entrerà in scena un altro personaggio. Credo.
Chi può essere?? Fatemi sapere cosa ne pensate.
Besos <3

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Capitolo 9
*** Mai giudicare un libro dalla copertina ***


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Mai giudicare un libro dalla copertina
 
-Ehi Elisa svegliati!- ma che vuole mia sorella... oggi è domenica...
Stella entra bruscamente in camera mia sbattendo la porta e tirandomi giù dal letto.
Sento il mio corpo tastare il pavimento...
Borbotto qualcosa di incomprensibile contro mia sorella e mi alzo in piedi.
-Si può sapere che ti è preso? Sono le 7,30 di mattina!-
Mia sorella mi risponde molto più alterata di me -Appunto hai scuola possibile che devi fare sempre tutto all'ultimo momento?-
-Stella ma oggi è domenica non ho scuola!- alzo la voce ancor più di prima.
La vedo sbiancare di colpo, borbotta uno scusa ed esce dalla mia camera.
Bene... e adesso non so che fare.
Vado in cucina e prendo una tazza di te caldo. Comincio a berlo lentamente.
Ritorno in camera mia e prendo dei vestiti comodi da mettermi.
Dei pantaloni che arrivano fino a metà coscia, una canottiera bianca e una felpa.
Esco da casa e urlo a Stella -Vado a correre un po'!-
Vado in un parco vicino casa mia e comincio a correre e mi rilasso mettendomi gli auricolari.
E' da tanto tempo che non corro... Correre mi ha sempre aiutato a rilassarmi, a scaricarmi la tensione.
Ultimamente sono successe così tante cose.
Ho cominciato le superiori, sono diventata amica di Martina, Veronica non mi sopporta.
Ho parlato con papà dopo tutto questo tempo. Gli voglio bene, si. E' inutile negarlo però lo odio per quello che ha fatto.
Lo odio perchè lo devo odiare, altrimenti odierei me perchè non lo odierei...
Scuoto la testa. Non so neanche io cosa penso.
Cado a terra per distrazione e mi rialzo in piedi trovandomi di fronte a Luca...
-Devi stare più attenta. Tutto bene?- mi chiede premuroso.
-Si tutto bene... Come mai tanta preoccupazione? Pensavo che non mi volessi più parlare...- è più forte di me, non riesco ad essere gentile con lui.
-Ha importanza?-
-Per me no.. sei tu quello lunatico. Io rimango sempre della stessa opinione.- alzo le spalle.
Luca mi si avvicina -E quale sarebbe la tua opinione su di me?-
Io lo guardo con sfida -Ha importanza?-
Sorride dolcemente, non l'ho mai visto così. Poi mi risponde continuando a sorridermi -Per me si.-
Mi giro e gli dico -Non credo che vorresti saperlo.-
Mi raggiunge e mi si mette davanti -Lo voglio sapere. Allora?-
-Penso che tu sia uno stupido che non abbia meglio di fare che rompermi le scatole!-
Luca sorride -Mi hai scoperto. Ma il fatto è che mi diverto così tanto a farti arrabbiare.-
Mi metto a ridere. Stranamente oggi non ho la voglia di ammazzarlo come al solito.
-Posso correre con te?- mi propone gentilmente lui.
-Se non hai niente di meglio da fare.- ma alla fine neanche mi dispiace.
Mi si mette di fianco e mi chiede -Ho visto che piangevi prima... come mai?-
Piangevo... evidentemente quando pensavo a mio padre mi è caduta giù qualche lacrima.
Abbasso lo sguardo -Non è successo niente.-
-Senti come va con tuo padre?-
Ha proprio centrato il punto. Mi chiedo come abbia fatto.
-Come hai fatto a capirlo?- gli chiedo io, ignorando la sua domanda. 
-Non ci vuole una scienza... Comunque, ti va se ci sediamo e mi racconti?-
Annuisco e ci sediamo in una panchina.
Comincio a raccontargli della visita in carcere -L'ho visto un po' di tempo fa. E io l'ho trattato malissimo ma non ho potuto fare altrimenti. Gli voglio bene, ma per colpa sua mamma è morta e questo non posso perdonarglielo. Mi hanno insegnato ad avere un carattere forte, determinato e non posso tirarmi indietro proprio adesso.-
Luca prova a dirmi qualcosa -Ti hanno insegnato ad avere un carattere forte, determinato, bene. Ma questo non significa che non devi perdonare tuo padre, gli vuoi bene.-
-Si è vero gli voglio bene. Ma no, non posso perdonarlo. Non ci riesco...-
-Non ti dico di perdonarlo adesso, però magari con il tempo potrai farlo... Sai come si dice. Il tempo cura tutte le ferite.-
-Si, si dice così ma non è affatto vero. Il tempo man mano che passa peggiora soltanto le cose. Mia madre è morta quando avevo dieci anni, adesso ne ho quattordici e sto ancora male per lei... Il tempo non fa che riaprire le ferite.- è questa l'amara verità.
-Non so che dirti davvero.- sembra davvero dispiaciuto e io non capisco perchè.
Insomma... non è colpa sua.
-Non dire niente. A volte il silenzio è meglio delle parole.-
Con la mano Luca mi asciuga le lacrime che mi erano uscite dagli occhi.
Cambio argomento per non pensare più a mio padre -Piuttosto parlarmi tu della tua famiglia.-
Luca mi guarda indeciso se dire o no qualcosa.
Gli sorrido per incoraggiarlo.
-Mio padre, Luigi fa l'avvocato, mia madre, Anna lavora in ufficio. Ho una sorella più piccola che ha cinque anni, si chiama Ilaria. So che stai pensado. La famiglia perfetta, ma non lasciarti ingannare dalle apparenze. Anche la mia famiglia ha non pochi problemi...-
-Perchè?- adesso sono curiosa, voglio dire, io gli ho raccontato tutto su mio padre. Ora tocca a lui.
-Ultimamente i miei genitori pensano solo al loro lavoro, mia sorella sta sempre con la babysitter e si sente sola perchè le manca l'affetto dei nostri genitori. Anzi, non lo ha mai avuto. Da quando è nata Ilaria i miei genitori hanno avuto un po' di tensioni. Litigano spesso e molte volte dicono che vogliono separarsi. Certo il divorzio per fortuna non è ancora arrivato, ma penso che manca poco... Se accadrà mi chiedo solo che fine farà Ilaria, lei è piccola, ha bisogno sia dell'affetto materno che paterno. Vorrei che di mezzo non ci vada anche lei.-
Lo guardo stupita. L'amore che mostra verso la sorella è unico. E' così dolce.
Si accorge che lo sto fissando e mi chiede -Che succede?-
-Sei molto dolce... con tua sorella intendo. Le vuoi molto bene si vede.-
Luca si rialza in piedi -Ricominciamo a correre?-
Mi rialzo anche io e cominciamo a correre.
Cominciamo a parlare, ridere e scherzare. Mi sa proprio che Luca l'ho giudicato male.
Mia madre diceva sempre: "Mai giudicare un libro dalla copertina" e solo adesso mi accorgo che aveva ragione ha sempre avuto ragione.
Prima di giudicare una persona la devi conoscere, solo allora puoi esprimere il tuo giudizio al riguardo.
 
 
L'angolo dell'autrice:
Lo so, lo so, lo so. Sono imperdonabile, ma oltre a tutti gli impegni che ho la mia ispirazione è finita dentro il secchio...
Ringrazio comunque sia le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo: marthiagojaznacho, binca, TheTableIsUnderTheCat, Saphira96(sei stata carina a preoccuparti) e Bianca Angel.
Spero che con questo capitolo mi sono fatta perdonare. Non so quando scriverò il prossimo dipende tutto dai miei impegni e dall'ispirazione.
Grazie comunque a tutte. Besos <3

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Capitolo 10
*** Simone ***


 

Capitolo dedicato a  marthiagojaznacho, TheTableIsUnderTheCat, binca, Saphira96 e Max_19995,
spero che mi perdonerete per la mia assenza e che il capitolo sia di vostro gradimento.
 

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Simone
 
Eccomi. Appena uscita da scuola. Oggi mi tocca fare la strada da sola visto che Martina sta tutta appiccicata ad Alessio.
Luca mi viene incontro -Allora come va?-
-Bene ora che sono uscita da quella tortura che si chiama scuola.- forse è la prima volta che non lo aggredisco.
Accenna un sorriso. Un sorriso vero, amichevole. Mi piace quando sorride.
Luca mi scuote una mano davanti gli occhi: -Ti sei incantata?-
-No. Stavo pensando.- rispondo con un sorriso.
Mi vibra il cellulare dentro gli jeans. E' un messaggio. Di Simone. Da quanto tempo che non sento mio fratello.
Non posso fare a meno di sorridere.
Apro il messaggio e lo leggo: Ehi sorellina. Quanto tempo, no? Perchè non ti giri?
Non capisco cosa voglia dire ma mi giro, per curiosità...
Qualcuno mi accenna un saluto con la mano... poi lo riconosco. E' Simone... 
Gli corro incontro e gli salto letteralmente addosso. Mi è mancato tantissimo. Dopo un po' ci stacchiamo dall'abbraccio.
-E' bello rivederti.- mi dice lui parecchio divertito.
Sorrido -Si... ma che ci fai qui?-
-Resto qui. Vengo a vivere con te e con Stella.- mi dice come se niente fosse.
Comincio a urlare come una matta e gli risalto addosso solo che non riesce a reggermi e cadiamo a terra.
Ci mettiamo a ridere. Abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto.
Poi ritorna d'un tratto serio e comincia a balbettare -Sai Elisa quanto mi costi dirlo, ma.. ma mi sei mancata tanto.-
Comincio a balbettare anche io -Mi, m.. mi sei mancato anche tu!-
Devo ammettere che io e Simone ci assomigliamo molto caratterialmente.
Orgogliosi, testardi, schietti, senza peli sulla lingua...
Ci rialziamo in piedi. Simone mi mette un braccio intorno alle spalle -Devo dire che ti sei fatta proprio carina. Non è che devo menare qualcuno?-
Io scoppio a ridere -Non ti preoccupare. Piuttosto pensa a te, le ragazze faranno la fila per uscire con te.-
-Quindi non ti interessa nessuno? Pensavo che ti piacesse quel ragazzo. Quello con cui stavi parlando.- mi dice lui puntando lo sguardo su Luca.
Mi soffermo a guardarlo per qualche secondo poi dico -Tranquillo, tra noi non succederà niente.- poi cambio argomento -Quindi vieni a vivere con me e con Stella?-
-Be', ho sedici anni sono sempre minorenne. Un'altra cosa. Verrò nella tua scuola.- ecco un'altra bomba lanciata.
-Sul serio?-
-Si e pensa che sono capitato proprio nella tua classe!- mi sorride lui.
Lo guardo confusa -Come? Non dovresti stare in terzo?-
-Tecnicamente si, dovrei starci. Solo che ho perso un paio d'anni e non sono mai stato una cima a scuola.-
-Andare male a scuola a quanto pare è un vizio di famiglia.- mi metto a ridere e lui con me.
-Che vuoi fare?-
-Luna park. E' da tanto che non ci vado.-
Vedo Simone irrigidirsi. Al luna park ci andavamo sempre tutti insieme. Io, lui, Stella, papà... mamma.
Poi da quando è morta non ci siamo più entrati. Perchè fanno male i ricordi.
-Dovremmo affrontare queste cose ormai.- la mia voce appare talmente calma che non mi si addice.
-Hai ragione. Solo.. no niente. Andiamo.-
-Si andiamo alla fermata dell'autobus.-
Ci mettiamo seduti ad aspettare. Mi metto a fissare Simone. Ha preso molto dalla mamma.
Soprattutto gli occhi. Degli occhi tra l'azzurro e il verde.
Ed ecco che mi ritorna in mente l'immagine di mia madre. Bella, allegra, solare. Perfetta.
Simone mi chiede curioso -Hai fatto pace con papà?-
-No.. tu?-
-Non ci penso minimamente. Non so come abbia fatto Stella... di carattere assomiglia molto a mamma. Pronta a perdonare chiunque e sempre. A volte vorrei farlo anche io ma non ce la faccio.-
Un'altra cosa che ci accomuna è questa: nessuno dei due ha perdonato nostro padre.
Mi ricordo ancora il giorno dopo che la mamma è morta. Io e Simone eravamo ingestibili.
 
Stavamo tutti in salotto.
Simone urlava contro papà -E' soltanto colpa tua se la mamma è morta! E' sempre colpa tua!-
Papà non riusciva a dire nulla. Stella prendeva la sua difese, era sempre stata così buona d'animo.
-Adesso basta Simone! E' stato un incidente. Nessuno è responsabile di ciò che è successo!- forse però, neanche lei era tanto sicura di quello che diceva.
-Invece si. L'unico responsabile è lui. Non capisco perchè la mamma non l'abbia lasciato quando ne ha avuto la possibilità.- Simone sputò quelle parole come fossero veleno.
-La mamma lo amava!- Stella aveva cominciato ad alterarsi.
-Si e hai visto che fine ha fatto per amore? Per aiutarlo?-
Papà si alzò in piedi dalla poltrona -Basta ragazzino. Non ti permetto di parlarmi così!-
Io vado di fianco a Simone tenendolo per la maglia -E' vero papà? E' stata colpa tua se la mamma è morta?-
Papà mi si avvicinò -Tesoro è stato tutto un incidente. Ho bevuto troppo e...-
Mio fratello lo interruppe bruscamente -Si hai bevuto troppo e quella che ci ha rimesso è la mamma!-
Non potevo crederci. Allora era vero. Era stata colpa sua.
Cominciarono a scendermi delle lacrime dagli occhi e urlai contro mio padre -Sei un mostro! Brutto mostro hai ucciso la mamma!-
Cominciai a correre e uscii di casa sbattendo la porta. Poco dopo Simone mi venne accanto e mi abbracciò.
Io ancora in lacrime -Per favore dimmi che tutto questo è un sogno.-
-Lo vorrei tanto credimi. Senti ora te torna a casa. Io me ne vado.-
-Come non vorrai lasciarmi sola?- riuscii a dirgli tra un singhiozzo e l'altro.
-Sei troppo piccola. E' meglio se resti a casa con Stella e papà.- 
-No io con quel mostro non ci resto!- mi impuntai, come solo una bambina di dieci anni sa fare.
Simone provò a convincermi a rientrare a casa ma non gli diedi ascolto e lo seguii fuori casa.
Dopo un po' che avevamo camminato ci fermammo su una panchina.
Aveva cominciato a piovere. Simone mi porse la sua giacca per coprirmi.
-Voglio che ritorni tutto come prima... con la mamma.- cominciai a lamentarmi.
-Si. Con lei sarebbe tutto perfetto.-
 
Simone mi riscuote dai miei pensieri -Ehi è arrivato l'autobus!-
Entriamo dentro e poi mi domanda -Come mai piangevi?-
-Stavo pensando al giorno dopo in cui è morta la mamma... Adesso però non pensiamoci e godiamoci questa giornata.-
Simone annuisce poco convinto.
Dopo sette fermate arriviamo davanti un luna park. Entriamo dentro.
-Vuoi entrare nella casa dell'orrore?-
Sorrido -Si ti ricordi che da piccola mi mettevo sempre paura?-
Dopo quaranta minuti usciamo da lì e Simone si mette a prendermi in giro -Sei proprio una fifona!-
-Non credo proprio.- ribatto testarda io.
-Tutti gli urli che hai fatto dimostrano il contrario!-
-Adesso voglio salire sulla ruota panoramica. Da piccola non ci sono mai salita.-
Simone mi trascina per un braccio -Dai andiamo!-
Sistemati sui sedili cominciamo a salire lentamente. Io e Simone ci mettiamo a parlare del più e del meno senza accorgerci del tempo che passa.
Poi cominciamo a scendere molto più velocemente. Ed ecco che si sentono le urla della gente.
Chiudo gli occhi per godermi il momento. Poi mi metto a urlare anche io. Non perchè ho paura. Giusto per scaricare l'adrenalina e la rabbia. 
In men che non si dica stiamo già giù. Simone mi aiuta a scendere.
Mi rimette un braccio intorno alle spalle -Ora ci tocca tornare a casa altrimenti Stella ci ammazza.- poi si corregge -Anzi, ammazza solo me perchè dovrei comportarmi da fratello maggiore.-
Mi metto a ridere. Però tocca veramente fare in fretta altrimenti chi la sente più quella.
Oggi mi sono divertita un sacco. Mi è mancato tantissimo Simone. 
Mi sono mancate le sue chiacchierate con lui. Le nostre risate. I nostri sguardi. Tutto.
Per fortuna è tornato... Ci tengo troppo a lui per stare altro tempo lontano da lui.
Non che non voglio bene a Stella, anzi... adoro tutti e due nella stessa maniera.
Solo che con lui ho un rapporto speciale. Lui riesce a capirmi con un solo sguardo. C'è un'intesa tra di noi.
Forse mi capisce meglio di chiunque altro perchè lui è uguale identico a me nel carattere.
Forse è per questo che non posso fare a meno di lui. Di mio fratello.
 
 
Angolo dell'autrice:
Salve ragazze!!!!! Scusate davvero la mia assenza ma non sapevo che scrivere ad essere sincera.
Volevo far apparire il fratello di Elisa già da un po' ma non avevo idee. Oggi però mi sono impegnata e ho scritto questo capitolo.
Da come avete letto Simone ed Elisa hanno proprio lo stesso carattere, ecco da chi ha ripreso lei...
La parte in corsivo è il suo ricordo... credo che si sia capito.
Che ne pensate della copertina invece?? Spero che vi piaccia!!!
Grazie a tutte che continuete a seguirmi e a recensirmi. 
Besos <3

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Capitolo 11
*** Gelosia ***


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Gelosia

-Ehi sorellina svegliati!- il risveglio di Simone è decisamente migliore di quello di Stella.
Piano piano apro gli occhi e mi stiracchio un po'. Simone si mette a ridere, ma lo ignoro notando davanti a me un vassoio con due tazze di caffèlatte e fette biscottate con nutella.
-Sono per me?-
Simone sorride prendendo una tazza -Colazione in camera, come facevamo sempre.-
Io mi prendo una fetta biscottata, le do un morso e poi comincio a sorseggiare il mio caffèlatte.
Dopo dieci minuti finiamo di fare colazione.
Vado in bagno a lavarmi e a vestirmi e poi è il turno di Simone.
Alle 7:45 siamo pronti. Scendiamo giù e troviamo Martina e Alessio.
Ci guardano fissi senza mollare lo sguardo. Devo fare le presentazioni prima che fraintendano.
-Martina, Alessio. Lui è mio fratello, Simone.-
Sembrano vederci un po' più chiaro e si salutano.
-Deduco che tu stia in terzo.- dice allegra la rossa.
-Deduci male. Ho perso un paio di anni e mi ritrovo nella stessa classe di Elisa.-
-Quindi starai anche in classe con me!- esulta ancora Martina. Ma questa ragazza è sempre allegra?
-Ehi se non vi date una mossa perdiamo l'autobus!- ci informa Alessio.
Ale 8:00 precise arriviamo a scuola e dopo dieci minuti suona la campanella.
Entriamo in classe e subito la professoressa si rivolge a mio fratello -Abbiamo un nuovo alunno, il fratello di Elisa, perchè non ti presenti?-
-Sono Simone Ricciardi. Ho sedici anni, ma sto in primo perchè ho perso un paio di anni...-
Sento Veronica sussurrare a Samantha -Mica male il fratellino... potrei farci un pensierino.-
E io potrei vomitare. Che schifo... 
Di una cosa sono sicura. Se si azzarda ad avvicinarsi a mio fratello l'ammazzo.
La professoressa comincia a spiegare e per tutta la lezione Veronica non stacca gli occhi da dosso da Simone.
Suona l'intervallo e Simone esce seguito da Veronica. 
Li seguo per vedere cosa succede e Martina mi raggiunge.
-Che succede?- il suo problema è che alza sempre troppo la voce.
Io la fulmino con lo sguardo poi le rispondo -Ho sentito Veronica dire a Samantha che mio fratello non è niente male e che potrebbe farci un pensierino.-
-Be' perchè ti sorprendi? Tuo fratello è proprio un bel ragazzo!- le lancio un'altra occhiataccia per poi chiederle -Non sei fidanzata, tu?-
Lei alza le spalle -Ho soltanto detto che è carino!-
Io scuoto la testa rassegnata -Lasciamo perdere, ora fammi vedere che combinano!-
La bionda gli porge la mano -Io sono Veronica, non ho avuto il tempo per presentarmi. Piacere.-
Simone sorride -Piacere mio.-
Piacere mio?! Ora svengo, ora ci prova di sicuro, ma con Veronica! Perchè ho un fratello così idiota?
Veronica -Be' mi dispiace che hai perso un paio di anni, ma dall'altra parte non mi dispiace affatto averti in classe con me...-
Maledetta oca bionda. Io la ammazzo con le mie stesse mani se continua così.
-Già neanche a me... Te l'ha mai detto nessuno che sei proprio una bella ragazza?-
E dopo aver ammazzato lei, farò fuori anche mio fratello. E' deciso.
Veronica fa la smorfiosa e si rigira una ciocca di capelli tra le dita -A dir la verità me l'hanno detto ma sentirmelo dire da te è tutt'altra cosa.-
Ok, Elisa sta calma. Non sta succedendo niente. Tuo fratello e quella serpe di Veronica stanno solo parlando... parlando.
Cerco di mantenere un po' la calma finchè Martina dice -Ehi ma quei due stanno flirtando alla grande!-
La fulmino con lo sguardo... Mi giro a vedere come va avanti.
-So che sei stato in riformatorio, deve essere un posto proprio brutto. Mi dispiace.- certo le dispiace...
-Dispiace anche a me ma ormai è passato. Ora sono qui, e ho incontrato te.- le sorride, il classico sorriso da bravo ragazzo...
-Già ma immagino che tu sia già fidanzato...- no la carta del fidanzato no!
-Fidanzato io? Scherzi?- che idiota! C'è cascato in pieno!
Veronica sorride. Questa cosa non mi piace neanche un po'.
-Piuttosto tu sei fidanzata? Insomma sei una bellissima ragazza, scommetto che hai una fila di pretendenti.-
-Be' tanti mi vengono dietro ma finora non ho incontrato nessuno che fa per me.- o forse sono tutti scappati quando hanno visto chi sei veramente.
-Come.. ci sarà qualcuno che ti ha colpito più degli altri?- eh no fratellino, adesso stai proprio esagerando!
-Ad essere sincera si... e sta proprio davanti a me.-
Ok, sento che l'ultimo neurone rimasto nel mio cervello per farmi mantenere la calma è appena scomparso.
Cammino furiosamente verso Veronica e la faccio voltare verso di me bruscamente.
La biondina mi urla contro -Ma che fai? Sei completamente impazzita!-
-Vedi di stare lontana da mio fratello!-
-Non sarai di certo tu a farmi cambiare idea- dice questa sostenendo il mio sguardo.
Non mi lascia il tempo per finire di parlare che gira i tacchi e si dirige verso Samantha ad architettare chissà cosa.
Simone si rivolge a me piuttosto irritato -Si può sapere che ti prende?
-Mi prende che Veronica non è proprio un'angelo! Ho avuto dei problemi con lei, ok? E non vorrei che con te voglia solo giocare per fare un dispetto a me!-
-E anche se fosse? Ho sedici anni. So badare a me stesso. Veronica non proverà proprio a fare niente, ok?-
-Che intenzioni hai? Sembrava che ti piacesse!-
-In effetti a primo impatto mi è piaciuta, ma la devo ancora conoscere. Magari con me sarà diversa.-
Suona la campanella, è già finita la ricreazione.
Torniamo in classe e siamo pronti a subire una noiosissima ora di latino. La nostra odiata professoressa entra in classe, la Digiacomo.
Nessuno di noi sembra particolarmente attento a seguire la lezione.
Sto pensando ancora a mio fratello e Veronica. Non mi piacciono per niente, meglio dire non mi piace lei.
Sicuramente avrà in mente un piano, giusto per farmi arrabbiara.
-Allora Ricciardi mi traduci questa frase- alzo gli occhi verso la professoressa che aspetta una mia risposta.
Suona la campanella. Che sollievo.
La professoressa continua -Per questa volta ti sei salvata ma cerca di prestare maggiore attenzione durante le mie lezioni.-
Annuisco. Ora c'è un'ora di educazione fisica. Di male in peggio.
Scendiamo giù in palestra e ci andiamo a cambiarci.
Cominciamo il riscaldamento, facendo qualche giro di corsa.
Il professore poi forma le squadre di pallavolo e cominciamo la partita.
Dopo una partita persa andiamo negli spogliatoi.
Finalmente questa giornata di scuola è finita. Fuori da scuola vedo Luca seguirmi e venirmi incontro.
Lo fisso interrogativa -Serve qualcosa?-
-Non sapevo che fossi fidanzata.- dice sottolineando in particolar modo l'ultima parola.
-Se è per questo neanche io- ribatto piuttosto confusa.
-Be', è evidente. Ieri sei letteralmente saltata addosso a quel ragazzo e...-
Cerco di rimettere su i pezzi e poi dico -Aspetta, aspetta...- poi scoppio a ridere come una matta, quasi soffoco.
-E adesso perchè ridi?- chiede Luca cercando di nascondere l'irritazione.
-Simone, quello che hai visto è mio fratello!- dico ancora in preda alle risate.
 Dopo un po' mi fermo e vedo Luca estremamente imbarazzato.
-E poi anche se fossi fidanzata a te che ti importa?-
Luca non sa più che dire. Colpito nel segno.
Continuo -Comunque sia mi vuoi dire perchè ti ha dato così fastidio?-
-Ero geloso.- 
Lo guardo incredula -Cosa?-
-Lascia perdere...- guarda da un'altra parte.
Ha detto che era geloso... ma se qualcuno è geloso è perchè prova qualcosa...
Scuoto la testa. Che mi salta in mente? E' Luca. Non potrebbe mai provare qualcosa per me.
 
 
Angolo dell'autrice:
Si sono proprio io! Strano sentirmi, vero??? Mi dispiace tanto per il tremendo ritardo ma si avvicinano sempre di più gli esami e non trovo mai il tempo per scrivere qualcosa.
Grazie a Littlemisstneb, binca, TheTableIsUnderTheCat, Saphira96 e marthiagojaznacho per le recensioni. Siete davvero molto gentili.
Che ne pensate del capitolo??
Di Simone e Veronica? Per voi succederà qualcosa??
E Luca e Elisa?? Lui ha detto di essere geloso, ma perchè???
Mi piacerebbe tanto che continuiate a recensire.
Besos <3

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Capitolo 12
*** Giornata a San Paolo ***


Capitolo dedicato a marthiagojaznacho, binca, Saphira96, Bianca_DirectionerCarrot e kappachan_
 

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Giornata a San Paolo
 
Oggi è sabato, sono le 13:30 ed io e Martina ci siamo organizzate per mangiare insieme qualcosa dal McDonald.
Prendo una maglia a pipistrello di cotone bianca e dei pantaloni neri. Infine non possono mancare le mie adorate converse...
Metto un po' di lucidalabbra, un po' di matita nera sia sopra che sotto l'occhio e infine il mascara.
Prendo una borsa a tracollo bianca con dentro il portafogli, il cellulare, le cuffiette, le chiavi e i trucchi che ho appena usato.
-Ciao Stella! Non so verso che ora torno!- urlo.
Stella mi risponde di rimando -Va bene, poi fammi una telefonata!-
Solo ora mi accorgo dell'assenza di mio fratello così le chiedo -Ma sai dove è andato Simone?-
Mia sorella fa segno di no. Sospiro, chissà dove si è cacciato. Mi vibra il cellulare. E' un messaggio di Martina: Sono qui sotto scendi!
-Ciao!- saluto per l'ennesima volta mia sorella, poi scendo. Appena uscita dal portone Martina mi salta addosso.
Mi sussurra nell'orecchio -Per favore non mi ammazzare!-
La guardo interrogativa, non capendo perchè la debba ammazzare.
Qualcuno tossisce per richiamare la mia attenzione -Ciao Elisa!-
Non ci posso credere! Ha portato con se Alessio. La guardo imbestialita e la trascino il più lontano possibile da lui.
-Mi vuoi dire perchè cavolo c'è quel biondino da quattro soldi con noi?-
-Ehi, non offendere Alessio!- prende le sue difese la rossa.
Continuo a guardarla imbestialita, o anche peggio.
-Be' mi aveva chiesto se uscivamo oggi, io gli ho detto che ero già impegnata con te, quindi Alessio ha pensato di venire anche lui, e non è da solo...-
La guardo scettica, alzando un sopracciglio -Che vuol dire che non è solo?-
-Vuol dire esattamente che non è solo.- dice una voce alle mie spalle... una voce estremamente familiare.
Mi giro sperando di non trovarmi davanti a chi non voglio vedere... Come non detto. Sperare non serve a nulla.
Sbuffo e vado verso il portone di casa.
Martina mi insegue -Dai Eli non fare così!-
-Perchè non dovrei fare così? Spiegami... chi te l'ha detto di far venire anche lui? Questa è la mia vita, ok? E faccio quello che voglio. Non ho bisogno di nessuno che fa le cose al posto mio!- le dico infuriata nera.
-In fondo ha ragione. Abbiamo deciso noi per lei. E' normale che sia infuriata- dice Luca.
Bene. Adesso ci mancava solo lui che si metteva a farmi da avvocato difensore.
-Non ho bisogno di nessuno che mi dica che ho ragione. E ora scusate, ma me ne voglio andare a casa. Passate una bella giornata!-
Faccio per aprire il portone ma qualcuno mi ferma per il braccio... Potete capire chi sia.
Mi giro bruscamente e mi ritrovo davanti a un Luca fin troppo serio, deciso a non mollare la presa sul mio braccio.
-Non fa niente. Va' te con loro. In fondo io non c'entro niente.-
Ma chi la vuole dare a bere questo qui?
Credi davvero di potermi incantare con quest'aria da cucciolo e questi maledetti occhi azzurri?
-Non ti preoccupare. Va' te. A me è passata la voglia!-
Vedo Martina accanto ad Alessio che mi fa una faccia implorante. Fin troppo.
Ok. Le opzioni sono due.
1) Me ne ritorno a casa. Passo la giornata sul computer e a vedere film sdraiata sul divano.
2)Vado al Mc con loro, ignorando totalmente Luca, facendo finta che non esista.
In fondo se non vado con loro è un modo per darla vinta a Luca. E no, questo no! Tutto tranne questo!
Sorriso falsamente -Vengo, ma la prossima volta avverti quando decidi di invitare qualcuno!-
Martina mi salta letteralmente addosso -Grazie, grazie, grazie- la interrompo bruscamente -Ho capito non sono sorda!-
-Ah un'altra cosa!- non promette per niente bene.
-Che cosa?- le chiedo alquanto irritata e scocciata allo stesso tempo.
-Io sono venuta con il motorino insieme a Ale.- la sua voce si fa sempre più incerta e acuta -Tu dovrai stare con Luca nel suo motorino!- 
Spalanco gli occhi -Stai scherzando vero?-
Martina cerca di sdrammatizzare, in un modo un po' strano, si può dire -Guarda il lato positivo. Se lo stringi forte magari soffoca!-
Alzo un sopracciglio scettica. Davvero? Ma sta scherzando o fa sul serio?
Vabbè, tanto ormai questa giornata è rovinata quindi non può andarmi peggio.
-Che aspettiamo? Andiamo?- tutti mi guardano sorpresi dalla mia reazione ma decidono di non ribattere.
Martina sale felice dietro Alessio. E io? Be', devo stare sul motorino con Luca.
-Mi dispiace di averti rovinato la giornata.- sembra veramente dispiaciuto.
-Be' ormai l'hai rovinata, le scuse non servono a niente.- so che dovrei essere gentile, ma davvero non ci riesco. 
Almeno dovrei provare a tenere tutto per me, ma ovviamente non riesco a fare neanche questo.
-Sempre così schietta. In fondo mi piaci così. - come, come come? Cavolo, sto diventando peggio di Martina.
Però ha detto veramente che gli piaccio. Che carino... Scuoto la testa per togliermi immediatamente dalla mente quel pensiero.
-Che c'è hai perso la lingua?- ed ecco che ritorna il solito Luca.
-Ahahah, quanto sei divertente. No sul serio sto morendo dalle risate, che...- mi soffermo un attimo la strada. 
La stiamo percorrendo troppo velocemente per i miei gusti.
-Ma che sei scemo! Rallenta deficiente!- so che non dovrei urlare così, però è più forte di me. E poi ho sempre avuto paura di salire sulle moto o motorini. E questo cosa fa?
A quanto pare non ha intenzione di rallentare.
-Stupido! Cretino! Idiota! Ti ho detto di rallentare! Ho solo quattordici anni! Non voglio morire per colpa di uno scema, deficiente, stupido, cretino, idiota...- continuo a urlare isterica, totalmente fuori da me. 
'Sto scemo mi vuole morta sul serio.
Rallenta piano piano. Poi si mette a ridere.
Ma questo è veramente scemo. Adesso perchè cavolo si mette a ridere come un ritardato?
Gli chiedo piuttosto acida -Mi vuoi dire che cosa c'è da ridere?.
-E' che vederti sbraitare come un'isterica mi diverte.- e ovviamente non perde quel sorrisino divertito sulla faccia.
-Io non sono isterica! Ok?- ok, magari un pochino lo sono, ma solo un pochino.
-Siamo arrivati.- mi avverte Luca.
Meno male. Non potevo resistere un secondo di più nello stesso veicolo con un... non so neanche come chiamarlo!
Scendo dal motorino e gli tiro "delicatamente" il casco.
-Vuoi cercare di stare un po' attenta a come lanci le cose?-
Lo ignoro totalmente e vado verso Martina -Non ce la facevo più con quello lì!-
Il diretto interessato appare dietro me -Tu non ce la facevi più? Ed io? Che tra un po' non mi facevi perdere l'udito con le tue urla!-
Mi giro verso di lui pronta a rispondere ma l'affermazione che fa Martina ad Alessio mi fa perdere letteralmente il controllo -Guarda che carini. Tu lo sapevi che il primo passo per l'amore è l'odio?-
-Si, chi lo sa, può essere che il prossimo mese ci ritroveremo a nozze a fargli da testimoni!- adesso ci si mette pure Alessio? Mi piaceva quel ragazzo, ora ha perso dei punti.
Io e Luca stiamo per ribattere quando i nostri amici ci trascinano dentro al Mc.
Martina si rivolge a me e Luca -Voi andate a prendere i posti, mentre io e Ale ordiniamo!-
-E' meglio che io e te andiamo a prendere i posti, mentre Luca e il tuo Ale ordinano!-
La trascino per il braccio, e saliamo di sopra. Ogni volta che vado al Mc, preferisco di gran lunga godermi l'aria e stare fuori, piuttosto che schiattare dentro con tutti quei rumori e le grida della gente.
Ci sediamo in un tavolo e cominciamo a parlare.
-Dimmi la verità. Un po' ti piace Luca?- non so come fa a uscirsene così a volte. Sul serio.
-Come?- la mia voce diventa estremamente acuta.
Martina sospira -Vabbè lasciamo perdere...-
-Eccoci!- esclamano i due idioti con i vassoi pieni.
Alessio si rivolge a Martina -Patatine medie, CrispyMcbacon e una coca cola media.-
Martina sorride sognante -Che carino, ti sei ricordato tutto!-
E io devo vomitare. Troppo dolci per i miei gusti.
Luca mi porge il vassoio -Patatine medie anche per te, McChicken e una Sprite media. Ma come fai a bere 'sta roba?-
Adesso ha anche da ridire su quello che bevo.
Lo fulmino con lo sguardo e lui si mette seduto. Ha capito che è meglio se non dice altro.
Cominciamo a mangiare e a parlare.
-Che facciamo dopo?- ci chiede Alessio, dando un morso al suo BigMac.
-Be', stiamo a San Paolo. Possiamo passare da Oviesse e da Moda 775.- propone la rossa felice.
-Si! -esclamo entusiasta. Andare per negozi mi è sempre piaciuto un sacco.
-No!- esclamano invece disperati Luca e Alessio. Giusto, sono pur sempre ragazzi. Cosa ci dobbiamo aspettare?
Martina si rivolge a Alessio -Dai Ale! L'altra volta da Moda 775 ho visto una maglietta bellissima, ma non avevo soldi. Ora ce l'ho e tu non vuoi farmi andare. Che cattivo che sei!-
A quanto pare la rossa è un genio a ottenere quello che vuole. Basta che si mette a frignare. Mi viene quasi da ridere.
-No amore. Non fare così. Va bene. Facciamo una cosa. Tu ed Elisa andate a vedere i negozi mentre io e Luca vi aspettiamo qui.- 
Io e Martina ci diamo il cinque.
-Però dovete metterci pochissimo!- ci informa Luca.
Io e Martina ci guardiamo e scoppiamo a ridere -Certo!-
-Come no.- sussurro io in modo che nessuno mi senta. Finito da mangiare, posiamo i vassoi mentre io e Martina ci incamminiamo. 
Entriamo prima da Moda 775 e ad ogni passo prendiamo un vestito. Andiamo verso il camerino ed entriamo.
Provati i capi d'abbigliamento andiamo verso la cassa.
La rossa paga una maglia a pipistrello blu, dei pantaloni elasticizzati scuri. Io prendo la stessa maglia di Martina, ma nera.
Usciamo dal negozio, soddisfatte delle nostre compere. Poi andiamo verso Oviesse.
Non andiamo a vedere i vestiti, ma gli scaffali con i trucchi della Essence che stanno sempre davanti le casse.
Prendiamo un po' di cose e paghiamo. Martina ha preso una matita bicolore, da una parte bianca e dall'altra nera, un'eyeliner a penna in spugna nero, un blush rosato e uno smalto verde.
Io invece ho preso una matita argento, un correttore e un ombretto sul bronzo-marrone.
Usciamo anche ad Oviesse e Martina guarda l'orologio -Abbiamo battuto il nostro record solo quaranta minuti!-
Quando andiamo davanti al Mc Luca ed Alessio ci vengono incontro.
-Ci mettevate pochissimo?- il biondo è quasi disperato. Quasi.
-Ci abbiamo messo solo quaranta minuti!- ci giustifichiamo come se niente fosse, io e la mia amica.
-Soltanto quaranta minuti? Vi sembrano pochi?-esclamano all'unisono Luca e Alessio.
Ci guardiamo e Martina afferma tranquillamente -Ci abbiamo messo pochissimo. Di solito ci mettiamo più di un'ora!-
Luca ed Alessio si guardano in un modo indecifrabile. Come se avessimo appena detto uno scandalo.
Quei due decidono di non ribattere e Luca dice -Andiamo a casa va'!-
In lontananza però scorgo un volto familiare. O meglio. Due.
Quei due sembrano proprio Simone e Veronica.
No non possono essere loro. Li guardo meglio e li riconosco. Sono proprio loro. Ma che ci fanno insieme?
-Allora andiamo?- chiede la rossa, con la sua buon dose di allegria.
Annuisco e salgo in motorino con Luca. Mi volto un'ultima volta a guardarli. Mio fratello mi deve qualche spiegazione.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Si sono tornata!!!! Mi dispiace davvero tanto. E' tantissimo che non aggiorno.
Spero che mi perdonerete. Ma cercate di capirmi. Sono stata occupatissima per gli esami.
Inoltre l'orale l'ho fatto martedì 26. Si lo so che ho aggiornato a inizio maggio e gli esami sono cominciati a giugno.
Ma anche quel mese sono stata occupatissima per gli allenamenti per le nazionali.
Prometto che ora che non ho esami ne gare aggiornerò spesso. Ho promesso e potete fidarmi.
Vi piace la dedica?? E il capitolo??
Cosa ne pensate di Veronica e Simone? Beh, nel prossimo capitolo ne scopriremo di più.
Mi piacerebbe molto che recensiate.
Besos <3

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Capitolo 13
*** Chiarimenti e scuse ***


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Chiarimenti e scuse

Arrivata a casa sbatto la porta. Stella viene in camera mia -Tutto bene?-
-Si certo.- dico con un tono di voce che affermerebbe l'esatto contrario.
-Che ti è successo?- mi domanda apprensiva, mentre si siede sul letto accanto a me.
-Niente. Ok?- Stella sospira ed esce dalla cameretta.
Ma perchè? Perchè tra tante ragazze Simone doveva uscire proprio con Veronica. Con quella strega.
Spero che gli sia andata male. Lo so, è una cosa brutta da pensare ma non ci posso fare niente. Non mi posso immaginare mio fratello insieme a Veronica.
E poi a lei piaceva Luca. Sono sicura che ha in mente qualcosa quella vipera.
Eppure non credo che gli sia andata male. Insomma, dalle faccie che avevano si direbbe esattamente il contrario. Avevo il sorriso stampato in faccia.
Sento il portone aprirsi. Bene, è arrivato Simone. Così parliamo e chiariamo tutto.
Lo raggiungo in salone -Possiamo parlare?-
Simone annuisce e mi segue in camera. Chiudo la porta. Non mi va che Stella senta tutto.
Simone mi guarda come per dire che c'è.
Vado dritta al punto senza fare giri di parole -So che sei uscito con Veronica. Vi ho visti insieme.-
Lui sospira -Senti Elisa non ti sembra di esagerare con questa storia?-
Mi altero un po' -Esagerare? Come puoi dire che sto esagerando? Ti rendi conto con che razza di persona stai uscendo?-
-Si me ne rendo conto. E credimi forse non l'hai conosciuta bene. E' una persona fantastica. E se dovesse finire male mi potrai dire te l'ho detto. Ma non puoi decidere te della mia vita. Non puoi decidere con chi devo o non devo uscire, ok?- anche lui ora è abbastanza alterato.
-Ah, ok. Scusa tanto se mi preoccupo per te. Quella è una serpe e...-
Simone mi interrompe bruscamente -Se è una serpe come dici tu, so difendermi. Non ho bisogno di un avvocato. E comunque io cercherei di essere un po' meno egoista.-
Alzo un sopracciglio scettica -Egoista io? Mi stai prendendo in giro per caso?-
Lui mi guarda negli occhi -Credimi se te lo dico è perchè la penso così. Pensi solo a te stessa. Non vuoi che esca con Veronica solo perchè non sta simpatica a te.-
Ah, non ci posso credere. Adesso sarei egoista per Veronica.
-E non lo dico solo per Veronica.- mi dice, come se potesse leggermi nel pensiero.
-Ah no?- ribatto io piuttosto confusa.
-No. Dico pure per papà.-
Sgrano gli occhi allibita -Scusa ma riguardo papà tu la pensi esattamente come me.-
Simone chiarisce il punto -La pensavo come te. Poi però c'ho pensato bene e ho capito che sono stato uno stupido per tutto questo tempo. Papà si sente in colpa per quello che ha fatto, ma è questo il punto. Lui non ha colpa. Nessuno poteva prevedere cosa sarebbe potuto succedere. E le critiche contro di lui lo facevano crollare. Pensa come ci si possa sentire essendo odiati dai propri figli. Quindi l'altra settimana l'ho trovato e... Be' l'ho perdonato. E gli ho chiesto anche scusa per quello che ho fatto. E sinceramente, credo che ora tocchi a te. Perchè è da egoisti comportarsi così.-
Sono veramente senza parole. Non me lo sarei mai aspettata da Simone.
Soprattutto una predica da lui, voglio dire. Lui! Che lo aveva aggredito in quel modo dopo la morte di mamma!
Lo stesso ragazzo, che a dodici anni, preferiva scappare di casa piuttosto che rimanere con suo padre. Lo stesso ragazzo sedicenne, che fino a qualche giorno fa non aveva la minima intenzione di perdonarlo.
Faccio un respiro profondo e cerco di mantenere la calma -Non posso crederci, adesso ci mancavi solo tu che mi facevi la predica.-
Simone si alza in piedi irritato -Vedi. Con te non si può parlare. Se una cosa non sta bene a te è sbagliata. Mentre tutto quello che fai te è perfetto. Sai io ci penserei bene sul tuo comportamento.-
Detto questo esce furioso dalla mia stanza sbattendo rumorosamente la porta. Sbuffo. L'unica persona che ha sempre condiviso le mie idee adesso mi è contro.
Forse ha ragione. Forse. O forse ho ragione io. Forse.
Sospiro. Mi sa che Simone non ha tutti i torti. Sono stata egoista con lui, con papà. Ed anche oggi lo sono stata con Martina, Alessio e Luca.
Ho pensato solo al meglio per me. Eppure non mi sono mai comportata così. Non capisco cosa mi sta succedendo.
Esco dalla mia stanza e vado in quella di Simone.
-Non si bussa?- mi chiede ironico. A quanto pare la rabbia è sbollita.
Lo fulmino con lo sguardo. Poi mi siedo sul letto accanto a lui -Senti ci ho pensato. Ed hai ragione. Sono stata un'egoista. Non so davvero come chiederti scusa.-
-Perchè non provi?- lo sa quanto odi chiedere scusa...
Alla fine riesco a dirglielo -Scusa. Mi perdoni?-
Simone si alza in piedi -No mi dispiace troppo tardi per le scuse.-
Scatto in piedi pure io in un misto tra rabbia e sorpresa -Come?-
Poi mi abbraccia, scompigliandomi affettuosamente i capelli -Scherzavo.-
-Si però io non sto ridendo!- ribatto irritata.
-Allora se continuo ad uscire con Veronica prometti di non metterti in mezzo?- mi chiede lui speranzoso.
Le piace davvero. Questo è sicuro, e se gli piace chi sono io per impedirgli di starci insieme?
Sospiro rassegnata -Be', non ti garantisco niente. Però almeno ci provo.-
Devo scusarmi anche con Martina, Alessio e... neanche ci voglio pensare. Non ho proprio idea di come farò a chiedere scusa a Luca.
In fondo però ci devo riuscire. Se le merita.
Ritorno in camera mia e col cellulare compongo il numero di Martina.
"Si Eli?"
"Oi Marti. Senti, volevo chiederti scusa per come mi sono comportata oggi. Mi sono proprio comportata come una bambina capricciosa."
"Scuse accettate." ribatte allegra la rossa, dall'altra parte del telefono. 
"Davvero?"
"Certo. Sei la mia migliore amica. Come potrei non perdonarti?"
"Ah un'altra cosa. Puoi chiedere scusa da parte mia anche ad Alessio?"
"Si certo. Ora devo andare. Ci vediamo domani a scuola."
Martina attacca la chiamata. Quella ragazza è proprio incredibile. Nessuno può torglierle il buon umore.
Ed ora la parte più difficile. Devo chiedere scusa a Luca. 
Stella entra in camera mia e mi chiede premurosa -Tutto bene?-
Le sorrido -Si tutto bene.-
-Non ti credo. Non me la racconti giusta. Ti conosco Eli, sono tua sorella in fondo.-
-Be', oggi sono uscita con Martina. Lei ha invitato anche Alessio e Luca ed io mi sono arrabbiata. Mi sono comportata come una ragazzina e ho trattato male tutti, soprattutto Luca. A Martina e Alessio ho già chiesto scusa. Però non so come fare con Luca.- alla fine mi apro totalmente con lei, e mi aspetto già i suoi rimproveri.
-Non è che ti è così difficile chiedere scusa a questo Luca perchè lui ti piace?- azzarda Stella.
-Come? Non mi piace Luca!-
-Attenta Eli. La voce si è fatta acuta.- sorride divertita lei. 
-Non è vero. E comunque non mi piace.- mi ostino io.
-Tralasciamo un'attimo quest'argomento. Vedi, è molto difficile chiedere scusa, perchè è come riconoscere di aver sbagliato. Ma a volte bisogna lasciar via l'orgoglio e buttarci. Non far si che sia il tuo orgoglio a controllare le tue azioni.-
Mia sorella detto questo esce dalla mia stanza. Sono contenta di aver parlato con lei. Mi ha proprio schiarito le idee.
Guardo il telefono. Sono indecisa. Lo chiamo oppure no? Ma si! Al diavolo tutto. Che può succedere se lo chiamo?
Prendo il telefono e cerco il suo numero sulla rubrica. Eccolo. E adesso l'ultimo passo da fare è premere un dannato bottone.
Come aveva detto Stella? Ah si. Via l'orgoglio. Premo il bottone per are la chiamata. Sospiro. Ormai è fatta.
E'libero. Dopo due squilli una voce risponde dall'altra parte del telefono "Si chi è?"
"Elisa."
"Elisa chi?"
"Elisa Ricciardi. Chi altro sennò?" ok, sto già perdendo la pazienza.
"Non sei l'unica Elisa che conosco. E poi a che devo l'onore di questa tua chiamata?" mi chiede lui ironico.
Adesso mi provoca pure. Calma Elisa. Calma. "Smetti da fare il cretino. E'una cosa seria!"
"Cerca di non spaventarmi. Che può esserci di tanto serio da farmi una chiamata?"
Bene mi sta ancora prendendo in giro. "Senti un po'. Smettila di fare l'idiota. Io volevo solo chiederti scusa per come mi sono comportata oggi. Ma a quanto pare mi sono preoccupata troppo. Ciao."
Attacco immediatamente la chiamata. In fondo scusa gliel'ho chiesto. Più o meno...
 
 
Angolo dell'autrice:
Scusate per il ritardo. Avevo detto che avrei aggiornato presto ma il computer andava lentissimo e non caricava praticamente niente.
Per fortuna adesso sembra tutto a posto.
Grazie mille a marthiagojaznacho e Saphira96 per le recensioni dello scorso capitolo.
Sinceramente questo capitolo a me non piace molto. Potevo fare di meglio. Spero che il prossimo capitolo sarà migliore di questo.
Besos <3

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Capitolo 14
*** A giovedì allora ***


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A giovedì allora
 
-Eli, sveglia che fai tardi!- la 'soave' voce di mia sorella mi riscuote dal mio sogno e mi fa tornare alla realtà: sul mio letto.
Sto per ribattere quando leggo l'ora dal mio cellulare -Le 7:45? Stella perchè non mi hai svegliato prima?-
Mia sorella entra in camera mia e alza le spalle giustificandosi -Io ci ho provato a svegliarti, ma quando dormi sembra che sei finita in letargo!-
La fulmino con lo sguardo. Mi alzo in piedi e corro in bagno con dei vestiti presi a caso.
In tempo record sono già pronta e Stella mi dice -Sei riuscita a cambiarti in pochissimo tempo, ma adesso comincierei a correre per non perdere l'autobus!-
La saluto con un cenno del capo, prendo lo zaino e mi catapulto fuori. Simone deve essersi già avviato, magari con l'oca bionda.
Appena fuori dal palazzo vedo l'autobus poco avanti e comincio a corrergli dietro sbracciandomi e urlando (passando per una psicopatica), sperando che in qualche modo l'autista riesca a scorgermi.
Alla fine mi nota e ferma il mezzo permettendomi di salire. -Grazie.- dico ancora con l'affanno. L'autista mi sorride. Magari ne esistessero solo così gentili.
Dopo dieci minuti scendo dall'autobus, alla fermata proprio davanti la mia scuola.
Fortunatamente la campanella non è ancora suonata. Vedo Martina che mi saluta raggiante e la raggiungo.
-Ciao Eli! Pensavo che non saresti venuta.-
-Pensavi male. Solo che ho dormito decisamente troppo.- 
Martina mi guarda maliziosa -Magari stavi sognando qualcuno.-
Le do una leggera spinta amichevolmente -Sentiamo. Chi dovrei sognare?-
La rossa di rimando mi mostra un sorriso a trentadue denti -Non so magari Luca.- dice scandendo bene il nome.
Comincio a balbettare parole incomprensibile persino per me mentre lei dice -Sul serio, sareste una coppia bellissima. Lo pensa anche Alessio!-
Fortunatamente la campanella suona proprio adesso e lei mi rivolge uno sguardo deluso, poi sospira -Salvata dalla campanella, ma dopo mi racconti tutto.-
Entriamo a scuola e non ho davvero idea di cosa mi voglia dire Martina. 
E la cosa che mi preoccupa più di tutte è quella che potrei incontrare Luca in un momento o l'altro. Non saprei come affrontarlo.
Quegli occhi azzurri mi deconcentrano ogni volta. Scuoto la testa. I suoi occhi azzurri non mi dovrebbero fare alcun effetto.
Entriamo in classe mentre il nostro professore di geografia è già arrivato.
Apro il libro fingendo di ascoltare la lettura delle pagine, quando l'unica cosa, o meglio, persona, alla quale penso è Luca.
Si, lo so. E' tremendamente strano ma non posso smettere di pensare a lui. A cosa mi dirà quando ci vedremo, se ci vedremo, sperando vivamente che non ci vedremo.
Ma che spero, sfigata come sono! Esagerata direte voi? Affatto. La sfiga mi perseguita in un modo incredibile, ahimè da quando sono nata.
Tutti mi dicono che sarà il caso, ma non può essere il caso che le disgrazie capitino tutte a me...
-Ricciardi. Ricciardi vuoi continuare tu?- la voce del professore mi richiama dai miei pensieri.
Ed ecco la dimostrazione della mia sfiga, che non perde mai un colpo.
Ovviamente non ho seguito una parola. Scommetto pure che il libro è aperto alla pagina sbagliata.
Sto per improvvisare qualcosa quando la campanella suona. Tiro un sospiro di sollievo.
Martina, accanto a me sghignazza divertita -Salvata, ancora una volta dalla campanella. Mi devi spiegare da quando hai questa fortuna spacciata!-
Lo vorrei sapere anche io... speriamo che mi assista ancora.
La rossa diventa tutta seria d'un tratto -Allora. Hai chiesto scusa anche a Luca?-
-In un certo senso.- borbotto.
Lei alza un sopracciglio -Che intendi con un certo senso?-
-Niente.-
Lei capisce che è meglio non discuterne e cambia argomento -Non vorrei che avessi un'attacco di isteria, ma dovresti guardare tuo fratello e quell'oca di Veronica.-
Mi giro nella direzione che mi ha indicato la mia amica e quello che vedo è a dir poco raccapricciante: quella biondina da quattro soldi che si pavoneggia davanti mio fratello, e lui? 
Lui ride! Vi rendete contro che razza di fratello ho?
Sospiro. Devo cercare di stare calma. In fondo ho promesso a Simone che non avrei fatto niente.
Distolgo lo sguardo e la mia amica mi guarda a dir poco stupita -Mi vuoi dire che ti è preso?-
-Niente. E' solo che ho promesso a mio fratello che non mi sarei messa in mezzo tra lui e Veronica.-
Martina si mette a ridere -Scusa, ma penso che questa promessa la infrangerai presto.-
Martina del Pinto, questa è la mia migliore amica. Sempre allegra, spensierata, con la testa tra le nuvole, forse per questo è unica.
Ma soprattutto la cosa più importante di tutte: ha una 'grande fiducia' nelle mie capacità.
Non faccio in tempo per ribattere che entra la professoressa in classe -Tutti seduti.-
La professoressa Murru, quella di storia torna con le verifiche fatte due giorni prima. Sento puzza di guai...
Poi comincia a parlare -Come ho già detto alla prima verifica, siete andati tutti abbastanza bene, salvo qualcuno.-
Rivolge a me il suo sguardo, chissà perchè... Poi comincia a distribuire i fogli.
Sento Veronica esclamare -Un'altro 9. Era scontato.- e la cosa mi irrita ben poco. 
Mi sa che la fortuna sta dalla sua parte. E' bella, bionda, occhi azzurri, alta, forse anche troppo per avere quattordici anni. E come se non bastasse ha anche una media impeccabile a scuola!
-Ehi un 8 sono migliorata!- esclama raggiante la mia migliore amica, poi si rivolge a me -E tu Eli?-
Guardo angosciata il mio compito e sospiro -Un 5.-
Accenna un sorriso triste -Mi dispiace.-
Veronica mi mostra un sorriso compiaciuto -Ti capisco Elisa. Anche io sono stanca di prendere sempre lo stesso voto.-
Bene. Ci mancava solo lei che mi prende beatamente in giro.
La mia amica prende le mie difese -Elisa non prende sempre lo stesso voto!- poi esclama -L'altra volta ha preso un 4!-
Ok, effettivamente la rossa non ha una tattica così buona per difendermi... Anzi tutt'altra. Era meglio se chiudeva la bocca.
Alla bionda scappa una risata e ovviamente quella leccapiedi di Samantha la segue, mentre io lancio uno sguardo omicida alla mia 'carissima' amica, che dall'espressione si direbbe abbastanza mortificata.
La prof richiama la nostra attenzione -Basta con le chiacchiere. E ora veniamo al dunque. Ricciardi...-
-Si?- chiediamo all'unisono io e mio fratello.
-Elisa. Ricciardi Elisa.- dice poi chiarendo che si sta rivolgendo a me. -Non stai andando per niente bene alla mia materia. Non segui le lezioni, non ti applichi ed ecco i risultati. Se non trovi qualcuno che ti aiuta sarò costretta a rimandarti in questa materia.-
Cerco di ribattere -Ma prof...-
-Trova qualcuno che ti aiuti. Recupera i tuoi voti e andrà tutto al meglio.-
Facile a dirlo per lei. Insomma. Non è che gliene frega qualcosa se mi rimanda.
Sbuffo sonoramente e Martina mi dice -Ti aiuterei volentieri, ma lo sai che ultimamente sono molto impegnata. Con gli allenamenti di pallavolo. Tra un po' cominciamo il torneo.-
Già, mi ero dimenticata che lei pratica pallavolo. Tre volte a settimana. Per due ore. In più, aiuta i suoi genitori nel negozio di musica.
Le sorrido per farle capire che è tutto ok, anche se in raltà non è così -Non preoccuparti.-
La professoressa Murru dopo aver ritirato le nostre verifiche si mette a spiegare un nuovo argomento.
Questa volta, mi metto a prendere appunti, se si possono definire così delle parole scritte a caso su un foglio rovinato, cancellate più volte.
Finalmente suona la campanella ed è ora dell'intervallo.
-Ma certo! Ho trovato chi può aiutarti!- esclama, o per meglio dire urla, Martina accanto a me, facendo girare tutta la classe nella nostra direzione. 
Compresa la professoressa naturalmente -Del Pinto, capisco che è ricreazione. Ma ti sembra il caso di urlare in questo modo.-
Martina, dopo aver borbottato un mi scusi, mi trascina per un braccio fuori dall'aula.
-Ho la persona giusta per te.- mi dice con un sorriso a trentadue denti davvero inquietante.
Alzo un sopracciglio e lei continua a parlare -Allora. Pensa bene. Non ti avevo parlato di qualcuno che è molto bravo in storia.-
-No. Non credo.- affermo sicura di quello che sto dicendo.
-Su pensaci bene Eli!-
Sbuffo sonoramente. Non mi ha parlato assolutamente di nessuno. E poi c'è bisogno di tenermi così sulle spine?
Sgrano gli occhi -Un momento! Stai scherzando?-
-Allora hai capito chi è!- la rossa batte le mani entusiasta.
-Non ci penso proprio a farmi dare delle ripetizioni da Luca!-
Non mi accorgo però che mi ha sentito praticamente tutto il corridoio e vorrei sotterrarmi per la vergogna.
Poi incontro un paio di occhi azzurri. I suoi occhi azzuri. Abbasso all'istante la testa, incapace di sostenere il suo sguardo.
Rientro in classe seguita da Martina che borbotta qualcosa di incomprensibile.
-Ehi Elisa! Martina!-
Lorenzo ci viene incontro e noi lo salutiamo amichevolmente.
-Allora, le due ochette ti trattano ancora male? - chiedo.
Lui ci guarda imbarazzato -A proposito di loro due io...-
Marti lo interrompe -Se ti danno fastidio ci pensiamo noi.-
-No, non è quello. Solo penso che mi piaccia Samantha.-
Io e Martina non lo prendiamo sul serio e gli scoppiamo letteralmente a ridere in faccia, passando per delle ragazze senza cuore e con neanche un sentimento. Dalla faccia che fa però capiamo di esserci sbagliate e cambiamo espressione all'improvviso.
-Dici sul serio? - chiediamo all'unisono incredule.
Annuisce solamente. Inutile dire che io e la rossa siamo rimaste spiazzate dalla sua risposta.
Lui continua a parlare, anche se un po' a disagio dopo aver visto le nostre facce -E' che a me piace e vorrei piacergli anche io.-
Sto per dirgli qualcosa ma la campanella non me ne da il tempo: è finito l'intervallo.
Due ore di italiano adesso... due ore dico io. Ma perchè le mettono di seguito?
Durante queste due ore io e Martina non facciamo che parlare della cotta che ha Lorenzo per Samantha.
Sia io che lei siamo d'accordo sul fatto che è completamente andato. Insomma, quella la tratta male e a lui piace? Roba da non credere.
E inoltre proprio Samantha... la leccapiedi di Veronica. Eppure è proprio così. Che il mondo stia impazzendo? Mio fratello con Veronica, e solo a pensarci mi viene da rimettere. Non stanno ancora insieme, però si frequentano... Poi Lorenzo dietro l'altra ochetta. Roba veramente da matti!
Martina mi scuote per un braccio -Ehi Eli, allora ti fai aiutare da Luca?-
-Assolutamente no! Troverò qualcun'altro.-
-Dai, una volta tanto metti da parte il tuo stupido orgoglio e chiedigli se ti aiuta.- la rossa a quanto pare non demorde.
-Pensaci ok.-
Sbuffo, questa quando vuole è anche più testarda di me, e ce ne vuole per esserlo. Però forse ha ragione, Luca è bravo mentre io sono una schiappa. Inoltre non voglio essere rimandata in storia... Come se accettasse di farmi da ripetizioni. Non lo farebbe mai, neanche sotto tortura.
Suona la campanella. Devo ammettere che questa volta le due ore sono passate davvero in fretta. Sarà perchè io e Martina non abbiamo seguito un tubo della lezione...
Finalmente a casa, meno male. Un'altro giorno di scuola andato!
Appena uscite da scuola Martina mi saluta abbastanza sbrigativa e corre dal suo 'amato'... Povero Alessio.
Li guardo un po'. Non sono una brutta coppia dopo tutto, anzi stanno davvero bene insieme. Però troppo dolci per i miei gusti.
-Anche a te fanno venire il diabete quei due?- una voce fin troppo familiare mi riscuote dai miei pensieri, facendomi girare di scatto.
Luca si mette a ridere -Non pensavo che bastasse così poco a spaventarti!-
Lo rimprovero -Scemo!-
Ok, Elisa sta calma. In fondo non vorrà dirmi niente, no?
Luca torna serio -Ti devo parlare.-
Come non detto. Sfiga, ma perchè continui a perseguitarmi? Non puoi trovare qualcun'altro da tormentare? Non so, magari Veronica...
-Di cosa vuoi parlarmi?- mai mostrarsi insicura di fronte al nemico (?).
-Mi dispiace per ieri.-
-Per cosa? Non capisco.- cerco di essere vaga, ma soprattutto di non guardarlo in faccia, soffermandomi invece sulle mie scarpe...
Luca mi alza delicatamente il viso -Vorrei che quando parlo mi guardassi negli occhi.-
-Bene, adesso ti sto guardando, contento? Allora, mi dispiace per cosa?-
Lui sospira -Mi dispiace per non averti presa sul serio al telefono. E' che non riuscivo a crederci, tu che ti scusi... è così improbabile.-
Lo guardo scettica, e anche un po' incavolata -Improbabile? Vuoi dire che ti risulta così difficile che io chieda scusa a qualcuno?-
-Veramente si.- ammette lui imbarazzato.
-Ah, davvero?- alzo notevolmente il tono di voce.
-Non ti arrabbiare, è solo che pensavo che tu fossi il tipo di persona che non chiede mai scusa.-
-Be', allora pensavi male. Ora devo andare altrimenti perdo l'autobus.-
Mi dirigo verso la fermata, scocciata per la discussione con Luca. Arrivata mi siedo su un muretto e solo adesso mi accorgo che mi ha seguita.
Mi alzo in piedi e lo fronteggio, (anche se ha almeno 20 cm più di me) -Che vuoi ancora?-
Osservo le sue labbra che si distendono in un sorriso divertito -Sei buffa.-
-Come?-
-Lascia perdere...-
Ok, questo ragazzo mi sta seriamente irritando, e anche troppo.
Batto nervosamente il piede sul marciapiede -Allora?-
Lui sospira -Allora mi vuoi dire niente?-
Da non crederci, viene qui e mi chiede se io gli devo dire qualcosa. E poi cosa dovrei dirgli?
Scema, chiedigli se ti aiuta con storia
Mai e poi mai, non chiederò di certo aiuto a Luca. Mica è l'unico bravo a storia, chiederò a qualcun'altro.
Ma se non conosci nessuno a scuola!
Sbuffo, ormai è ufficiale: odio la mia coscienza.
-Allora?-
Com'è che mi ha detto Martina? Mettere da parte l'orgoglio? Forse non ha tutti i torti: non voglio farmi aiutare da Luca, semplicemente perchè è lui.
Ma pi per quale motivo? Sospiro. Però mi serve veramente aiuto a storia, non voglio essere rimandata quindi...
-Nonècheperfavorepotrestidarmidelleripetizionidistoria?- ok, le parole mi sono uscite fuori così, veloci, non ho capito niente neanche io.
-Come?- non c'è da sorprendersi se neanche Luca ovviamente ha capito niente.
Sospiro un'altra volta e scandisco le parole lentamente -Non è che potresti darmi delle ripetizioni di storia?-
Lui sembra pensarci un attimo poi scuote la testa -No.-
Come?
-Come?- gli chiedo abbastanza irritata.
Prima viene qui, mi spinge a dirgli delle ripetizioni, e poi neanche accetta.
Luca mi fa un sorriso -Scherzavo, ti aiuto volentieri.-
Quindi si diverte a prendermi in giro? Ma guarda questo! Di sicuro me la paga.
-A me non hai fatto ridere!-
Lui alza le spalle rassegnato -Allora casa mia o casa tua?-
Vediamo, casa mia assolutamente no. Regna il caos totale, no, no, non se ne parla.
-Casa tua.- affermo sicura.
.Ok, poi ti invio un messaggio con l'indirizzo. Per te va bene giovedì pomeriggio?-
Annuisco solamente. Tanto sono libera praticamente tutti i giorni.
-A giovedì allora.-
Lo saluto con un cenno della mano e lui fa lo stesso. Chissà perchè mi vuole aiutare. Beh, alla fine Martina sarà contenta di sapere che prendo ripetizioni da lui.
Già mi immagino la rossa, tutta impegnata con i preparativi del nostro matrimonio, solo per delle ripetizioni poi...
 
 
Angolo dell'autrice:
Aspettate, chi è questa, direte voi... Ah si, quella che non aggiorna da mesi...
Lo so, sono un completo disastro, scusatemi tanto, ma quando l'ispirazione non c'è, non c'è e basta, non è che te la puoi far venire!!!!
No, avete ragione voi, non ho scuse. Come già scritto nella riga precedente sono un completo disastro...
Spero solo che continuerete a seguirmi e a recensirmi, mi farebbe molto piacere sapere che non vi siete dimenticate di me.
Beh, passiamo al capitolo, so che non è il massimo, ok, siamo realiste, fa letteralmente schifo... ma al prossimo ne vedremo delle belle.
Sarà il giorno delle ripetizioni, però non vi anticipo nulla su quello che succederà. Questa volta aggiornerò prima visto che ho già delle idee in mente. Beh, io non ho nient'altro da dirvi. Solo recensite per favore!
Besos <3

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Capitolo 15
*** Maybe is it love? ***


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Maybe is it love?
 
Oggi è giovedì. Si, il fatidico giorno è arrivato. Che cambia? Direte voi. E forse è così. Per voi non fa nessuna differenza, ma per me si.
Tra meno di tre ore dovrò andare a casa di Luca, per le ripetizioni di storia.
Troppo tragica forse? Ok, forse un po' lo sono realmente, ma non ho idea di come comportarmi.
Non so cosa mi stia succedendo ma ultimamente mi fa uno strano effetto. Quegli occhi, ogni volta che li incontro, mi costringono a distogliere lo sguardo, perchè non riesco ad affrontarlo. Però non ne capisco il motivo. O forse sono io a non volerlo capire...
Martina si ostina a pensare che mi stia prendendo una sbandata per lui, ma è completamente ridicolo, non credete anche voi?
Siamo appena usciti di scuola e Martina non ha ancora finito di tormentarmi con le sue assurde ipotesi, che secondo lei assurde non lo sono per niente.
Si lascia sfuggire un sorriso malizioso e afferma con un tono pimpante -Ormai sei completamente cotta!-
Se gli sguardi potessero uccidere la rossa sarebbe morta già da un pezzo.
-Non mi guardare male. E' la spiegazione più ovvia. Non riesci a guardarlo negli occhi, sei cotta!-
-Non lo sono.- affermo neanche tanto sicura.
Con il suo tempismo perfetto, mio fratello Simone spunta dietro di noi -Chi è cotta di chi? Mi sono perso qualcosa?-
Ovviamente Martina non può tenere la bocca chiusa per più di due secondi infatti gli risponde -Tua sorella...-
Simone, come da copione, recita la parte del fratello protettivo -Come, cotta? E di chi? Dimmi il nome che gli vado a spaccare la faccia!-
La mia migliore amica di certo non aiuta infatti scoppia a ridere, peccato che non c'è nulla di divertente visto che mio fratello è serio.
Sbuca anche Veronica sottobraccio a Simone.Adesso ci si deve mettere anche la bionda?
Lei mi guarda con un sorriso falso quanto una banconata da sette euro e afferma -Ma si... Luca, quello del terzo anno con gli occhi azzurri. Sul serio, per me sareste una coppia bellissima. Fammi sapere come va a finire.-
Ok, in questo momento tutte le mie buone intenzioni verso Veronica sono finite nel secchio della spazzatura per non dire altro.
Ha davvero detto quelle cose? Si le ha dette, purtroppo. Prima mi fa una scenata di gelosia per Luca, poi si vendica pure con me e adesso
mi dice che saremmo una bella coppia? Roba da pazzi...Ah, certo... ora lei ha mio fratello, quindi giustamente Luca non esiste più per lei. Spero solo che non si stanchi anche di Simone, non lo merita...
Mio fratello dal canto suo, guarda male prima la sua ragazza, poi ovviamente me.
Per fortuna, strano a dirlo, Martina viene in mio soccorso: -Scusate, avrete modo per parlare, ma adesso Elisa serve a me!-
Detto ciò mi prende per un braccio e mi trascina via, lontano da loro.
La guardo perplessa -A che devo questo tuo atto di bontà?-
-Di che ti sorprendi? Sei la mia migliore amica, e poi sono io che ho cominciato, per questo mi pareva giusto di tenerti fuori dai guai.-
-Giusto- affermo io sorridendo.
Martina si finge offesa e si porta una mano sulla fronte, provando ad essere tragica -Giusto? E' tutto quello che sai dirmi? Stai scherzando? Avresti dovuto dirmi...-
La interrompo e mi metto a ridere -Te l'ho già detto che come attrice sei pessima?-
-Si, almeno una decina di volte.- ribatte tristemente lei.
Sto per dirle altro quando mi indica la strada -Quello non è il tuo autobus?-
Mi giro nella direzione indicatami dalla mia amica, la saluto e comincio a correre sbracciandomi per attirare l'attenzione.
Fortunatamente l'autista, sia lodato, ferma il mezzo e mi fa salire.
Ancora con l'affanno cerco di dirgli un grazie ma le parole non mi escono proprio dalla bocca, così lascio perdere e mi metto seduta a recuperare un po' d'aria.
Dopo dieci minuti di tragitto arrivo a casa. Stella ancora non è arrivata, oggi lavora fino a tarda sera, mentre Simone mangia fuori insieme a Veronica.
Così mi ritrovo in cucina a cercare di capire cosa posso cucinare.
Pasta? No, quella decisamente no. Non mi sono mai imparata a farla.
Alla fine decido di puntare sul sicuro, quindi tiro fuori un petto di pollo, lo metto in padella, aggiungo olio e sale ed accendo il fuoco.
Intanto prendo anche dei pomodori e comincio a tagliarli a spicchi. Di tanto in tanto passo a vedere come procede la cottura della carne.
Dopo dieci minuti posso affermare sicura che il mio pranzo è pronto. Lo guardo soddisfatta del mio lavoro (per me è già tanto che cucino quelle cose senza far saltare in aria la cucina)
Appena finito di mangiare mi arriva un messaggio al cellulare. Lo leggo, è di Luca, c'è scritto il suo indirizzo e come arrivarci.
Sbuffo, la voglia di andare da lui è minima, ma non posso rischiare di essere rimandata a scuola, quindi mi tocca.
Lavo frettolosamente ciò che usato e me ne vado in camera. Anche se svogliatamente comincio a fare i compiti. Oggi ho davvero poco tempo...
 
*****
 
Fortunatamente l'autobus è passato subito ed ora sono seduta su un sedile, non proprio comodo, ad ascoltare la musica. Intanto guardo fuori dal finestrino, e mi chiedo come potrebbero andare le ripetizioni di oggi, se potesse succedere qualcosa di inaspettato...
Ascolto la musica e mi immergo nelle parole. E' incredibile l'effetto che crea, è come se ti impersonificassi nel cantante e le parole delle canzoni le sentissi tue.
Comincio a canticchiare a bassa voce perdendo la cognizione del tempo. Poco dopo mi accorgo di essere alla mia fermata quindi scendo appena in tempo.
Mi guardo attorno e scorgo che il cartellino indica la via giusta. Ora devo solo individuare il numero e sono praticamente arrivata.
Comincio a camminare guardandomi a destra, e poi a sinistra e finalmente trovo il numero civico che cercavo: 11.
Mi dirigo subito lì, ritrovandomi davanti un portone nero. Guardo il citofono e non sapendo il cognome di Luca gli mando un messaggio dicendomi di aprire.
Dopo circa dieci secondi sento lo scatto del portone, segno che Luca ha aperto, quindi entro.
Poi mi arriva un messaggio dove c'è scritto il piano. Prendo l'ascensore visto che si trova proprio all'undicesimo piano.
Uscita da lì mi ritrovo sul pianerottolo e vedo una porta aperta. Deve essere quella casa di Luca. Così chiedo educatamente -Si può?-
Davanti la porta appare propio Luca, con i suoi meravigliosi occhi azzurri e un sorriso che ormai è il suo target -Entra.-
Lo saluto ed entro un po' titubante. Lui fa segno di seguirlo e così faccio. Mi guardo più volte intorno potendomi soffermare su quanto sia grande la casa, e su quanto sia in ordine. Devono tenerci parecchio a quanto pare. Entriamo in una sala abbastanza grande, che capisco debba essere il salone.
-Ti dispiace se studiamo qui? E' più grande di camera mia e...-
Lo interrompo -Qui va benissimo. Allora, cominciamo?-
Luca annuisce e mi fa segno di sedermi, lui fa lo stesso, sedendosi sulla sedia accanto alla mia. Prendo il libro dalla mia borsa e lo appoggio "delicatamente" sul tavolo.
Lui lo prende e comincia a sfogliarlo -Allora, vuoi dirmi un po' quello che ti ricordi?-
Niente, dalla mia bocca non esce una parola. Questo, perchè non mi ricordo esattamente niente.
Lui sospira e mi domanda paziente -Cos'è che non hai capito finora di quello che vi ha dato da studiare?-
Rifletto un'attimo prima di rispondere ma poi butto giù le cose come stanno -Quasi tutto... Insomma, la parte della preistoria l'ho capita abbastanza bene, sono le popolazioni che non mi entrano nella testa.-
-Tutte?-
-Tutte.- confermo io. Lo sento sussurrare un qualcosa di incomprensibile, poi apre il libro in una pagina esatta -Cominciamo dai popoli della Mesopotamia, poi dopo faremo gli egizi.-
Annuisco, mentre lui comincia a spiegarmi qualcosa dando di tanto in tanto qualche occhiata sul libro: "Allora, finora tutto ok?"
-Si!- dico con fin troppa enfasi, cosa che lo fa dubitare non poco -Sul serio?-
-No. Sono un caso disperato, non ci capisco niente!- ammetto alla fine.
Lui non demorde e mi chiede -Cos'è che non capisci?-
-Sono le date che mi confondono. E visto che non so collocare gli eventi alle date precise faccio un totale caos.-
-Le date devi cercare di ricordartele per...-
Lo interrompo bruscamente ed alzo la voce -Per te è facile, ma io non riesco davvero a ricordarle!-
-Luca, chi è lei?-
Mi giro nella direzione da cui è provenita una voce dolce appartenente probabilmente ad una bambina. Infatti è così, deve essere la sorella di Luca, gli assomiglia davvero molto, ha gli stessi occhi azzurri di lui, mentre i capelli sono più chiari, di un biondo scuro, a parte quella differenza però i lineamenti sono quasi uguali, solo più dolci e meno marcati.
Luca va verso sua sorella e la prende in braccio -Lei è mia sorella Ilaria, e questa sorellina è Elisa.-
-E' la tua ragazza?- la domanda le esce di getto con la spontaneità che solo una bambina può avere.
Io abbasso lo sguardo imbarazzata mentre Luca risponde per tutti e due -No, non è la mia ragazza.-
-E perchè non vi fidanzate?- chiede con innocenza la bambina.
Questa volta anticipo Luca -Siamo solo amici.-
Ilaria appare delusa, ma subito dopo pare abbia riacquistato l'allegria di poco prima -Che state facendo?-
-Stiamo studiando.-le risponde Luca. Lei gli si avvicina e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Lui sospira, ma le risponde dolcemente -Ok, dopo andiamo al parco però adesso torna in camera a guardare le Winx così noi studiamo.-
La bambina sorride mostrando alcuni denti da latte mancanti e schiocca un bacio sulla guancia del fratello.
Saltellando, Ilaria torna nella stanza accanto.
Involontariamente mi esce un sorriso che Luca nota immediatamente -Come mai sorridi?-
-Sembri molto dolce con tua sorella.-
All'inizio sembra sorpreso dalla mia risposta così schietta, ma poi sorride -Qualcuno deve pur darle un po' d'affetto, no?-
E subito capisco a cosa allude. Mi riviene in mente quella chiacchierata al parco, su mio padre... su sua sorella, i suoi genitori...
-Che hanno deciso i tuoi?-
Luca abbassa gli occhi, e quando rivolge di nuovo il suo sguardo a me posso notare gli occhi incupirsi -Stanno divorziando.-
Apro un paio di volte la bocca senza trovare nulla da dire così la richiudo. 
-Mi dispiace- riesco a dire alla fine. Lui mi guarda sconsolato e fa un sorriso amaro -Non dispiacerti, tu non c'entri nulla in questa storia.-
Capisco che parlare del divorzio dei suoi genitori lo fa soffrire così cambio argomento -Riprendiamo a studiare?-
Lui annuisce e ricomincia a spiegarmi l'argomento.
 
*****
 
E' passata un'ora da quando Luca ha ripreso a spiegarmi, e non è più tornato nell'argomento. Ed in fondo è meglio così, non saprei che dirgli per farlo stare meglio. 
Non sono brava con le parole... ho paura che una parola, magari sbagliata, pronunciata in un momento inopportuno, potrebbe soltanto peggiorare la situazione.
Luca mi riscuote dai miei pensieri: "Beh, direi di fermarci qui, magari poi ci vediamo un'altra volta per continuare altrimenti non ce la fai..."
-Direi che è perfetto.-
-Vuoi ripetere un po' te?- mi domanda.
-Devo proprio?-
-Se non te la senti no.-
-Allora, rimanderei alla prossima volta.-
Ilaria, la sorella di Luca esce dalla cameretta e va verso il fratello -Dai Luca... ora possiamo andare al parco?-
Lui mi guarda indeciso, così dico per rassicurarlo -Va pure, tanto adesso devo proprio andare.-
Ilaria si gira verso di me e mi chiede -Ma come, te ne vai?-
-E dove dovrei andare piccola?-
La bambina davanti a me sorride e mi dice -Puoi venire insieme a noi!-
Luca guarda prima la sorella, poi me -Dai Ila non insistere, Elisa ha detto che deve andare adesso.-
Ilaria sbatte i piedi per terra e urla -Voglio che viene anche Elisa! Così voi due mi spingete all'altalena!-
Lui tenta di ribattere ma io lo anticipo -Posso venire.-
Poi guardo Luca -Sempre se non è un problema.-
-No, nessun problema, io lo dicevo per te.-
-Andiamo ora?- la bambina riprende il suo buon umore. Sembra quasi una Martina in miniatura.
Sia io che Luca annuiamo, così prendo il libro e lo metto dentro la borsa. -Andiamo.-
Usciamo di casa e cominciamo a camminare. Luca si rivolge a me -Qui dietro casa nostra c'è il parco, anche se non è molto grande ci si può stare.-
Continuiamo a camminare per un po' fino a quando arriviamo e Ilaria si agita e comincia a esultare -Evvai! L'altalena è libera! Andiamo!-
E così trascina me e Luca verso l'altalena. Si mette seduta e ci sorride .Mi spingete?-
-Reggiti forte, mi raccomando!- Luca gli da la prima spinta, e la sorella comincia a ridere. Io gli do una seconda spinta, poi di nuovo Luca e così via.
Ilaria ride sempre di più e ci incita a continuare, finchè si stanca e scende.
Un bambino, forse di due anni più grande le si avvicina e le dice -Ciao, io sono Mattia.-
Lei gli sorride -Io mi chiamo Ilaria.-
-Ti va di venire con me sullo scivolo?-
Ilaria guarda il fratello con gli occhi imploranti e lui gli da il permesso per andare.
Noi intanto ci sediamo sulla panchina -Tua sorella è una forza della natura, è così carina.-
-Be', ha ripreso dal fratello, no?-
Sorrido beffarda -No, direi proprio di no. Di te si può dire di tutto tranne che sei carino!-
Lui pare offeso -Ah si?-
-Si.-
-Ritira subito quello che hai detto.-
-Non ci penso proprio.- ribatto io.
-L'hai voluto tu, hai fatto male a metterti contro di me!- quella che dovrebbe essere una minaccia mi fa scoppiare a ridergli in faccia.
-Adesso ti faccio ridere io.- mi dice lui divertito.
Poi comincia a farmi il solletico. Ed io rido, rido. Rido fino allo sfinimento. E le persone che ci stanno intorno si soffermano su di noi curiosi, ma a me non interessa.
-Ti prego smettila...-
Io continuo a ridere, mentre lui si avvicina sempre di più. Ha smesso di farmi il solletico, anche se io ho ancora l'affanno.
Siamo sempre molto vicini e tutti e due abbiamo lo sguardo fisso sull'altro.
Luca mi scosta una ciocca dal viso e prende ad accarezzarmi dolcemente la guancia.
Si avvicina sempre di più fino a quando si decide ad annullare le distanze tra noi e preme le sue labbra contro le mie.
Instintivamente chiudo gli occhi. Invece di respingerlo però resto immobile, indecisa su cosa fare.
E mi sento strana, e non so bene cosa fare, è il mio primo bacio. Si, avete capito bene, il primo... 
Alla fine mi lascio andare alle sensazioni che sto provando in questo momento ed invece che respingerlo, mi ritrovo a baciarlo anche io, affondando le mani sui suoi capelli attirandolo in questo modo ancora più vicino...
E mi sento bene, sto bene, con lui. E allora comincio a chiedermi se gli sono veramente indifferente o se magari c'è qualcosa di più...
La verità? No, non gli sono indifferente, non lo sono affatto... Ma allora cos'è questa cosa che provo. E' forse amore?
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Sono tornata chicas!!!! Prima di tutto grazie a Anny, Chiara e Rori che continuano a recensire, poi a chi segue la storia, chi l'ha messa tra le ricordate e chi tra le preferite.
Scusate tanto per il ritardo, spero tanto che con questo capitolo mi sia fatta perdonare.
*fa gli occhi dolci e implora il vostro perdono*
Sul serio, scusatemi tanto per il ritardo, e poi il capitolo è anche abbastanza lungo, e soprattutto, Elisa e Luca finalmente si sono baciati!!!!
Dai, a questo capitolo voglio tante, tante recensioni!!!!
Davvero, era da tanto che aspettavate il clamoroso bacio tra quei due, e adesso eccolo qui!
Dovete soprattutto ringraziare Ilaria, la sorella di Luca, che personalmente adoro, perchè se non fosse stato per lei quei due non si sarebbero mai baciati. Che ne pensate di Ilaria??? A me piace tanto, tanto, tanto, soprattutto nel pezzo in cui chiede con "innocenza" se Elisa è la ragazza di Luca.
Allora, secondo voi come si proseguirà la storia? Fatemi sapere mi raccomando e continuate a seguirmi e a recensire =)
A proposito, se vi interessa ho pubblicato una nuova storia sempre in questa sezione, si intitola "It's just attraction or is it love?", per ora ho pubblicato solo due capitoli, ma se vi va passate a leggere. Ora vado altrimenti mi dilungo troppo.
Besos <3

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Capitolo 16
*** Parlando con il nemico ***


Capitolo dedicato a Allegra_, Saphira96 e jaja_99 
che nonostante i ritardi nel postare i capitoli, nonostante non sempre siano ben fatti,
continuano a seguirmi dandomi il loro appoggio. Grazie davvero. Questo capitolo è per voi <3

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Parlando con il nemico
 
Qual'è il vero significato di amare? Qual'è la sua vera natura? 
E' più importante amare o essere amati? Molte volte uno si sforza tantodi essere amato, ma alla fine il suo tentativo sembra così inutile perchè uno non può costringere qualcuno ad amarlo.
Se ami veramente qualcuno sei disposto a dare il tutto per tutto per quella persona, faresti qualsiasi sacrificio per lei. Niente ti fa più felice di vedere l'altro felice, come niente ti rende più triste vedendo l'altro triste. Se ami veramente qualcuno, saresti capace di versare mille lacrime, pur di vedere un solo sorriso spuntare sulle labbra del tuo amato. 
Amare, non solo i pregi, ma anche i difetti dell'altro. Non è forse così? Amare a tal punto che per te esiste unicamente la tua persona, che vivi dei suo sguardi, dei suoi sorrisi, dei suoi baci... vivi solo per lei e di lei.
Quando ami, sei capace di tutto. Se ami qualcuno lascialo libero. Quante volte si è sentito questo proverbio? Tante, troppe... ma è esattamente così l'amore. Quando ami, ami così tanto, a tal punto che rinunceresti al tuo amore, per il tuo amore. Lo faresti soltanto per lui. Eppure quante persone sarebbero disposte a rinunciare a tutto?
L'amore è quando l'altro è più importante persino per te stesso. Ma quando arriva l'amore?
Non puoi trovare l'amore, perchè è lui che trova te. L'amore ti colpisce alle spalle quando meno te lo aspetti.
 
*****
 
E' forse amore? Questa domanda risuona ormai da un giorno nella mia mente. Sono così confusa. Quel bacio mi ha lasciato totalmente confusa, ma ancor di più la mia reazione. E mi tocco le labbra sentendo improvvisamente il sapore di quelle di Luca. E mi ritorna in mente, per l'ennesima volta il bacio di ieri al parco.
Perchè proprio lui? Sono già abbastanza incasinata di mio, poi se ci si mette pure lui e i suoi baci...
Sbuffo, devo sembrare totalmente disperata. E forse lo sono davvero. Sono soltanto una stupida ragazzina confusa, che non sa quello che prova per una persona.
Oggi non sono andata a scuola. Non me la sentivo, ho detto a Stella che stavo male, e anche se era un po' scettica alla fine ha lasciato perdere.
Il problema è che non saprei come affrontarlo. Se me lo ritrovassi davanti, quegli occhi mi manderebbero completamente in tilt.
Cosa gli avrei potuto dire poi? Scusa se ieri ti ho mollato lì in mezzo al parco dopo che mi hai baciato?
Ridicola. E lo sono veramente. Oggi non sono andata a scuola per paura di affrontarlo.
Non mi riconosco più, prima non ero così. Ero più coraggiosa, ma quel ragazzo ha mandato in aria tutta la mia sicurezza.
Incredibile, no? Come un ragazzo possa cambiare tutto. Come possa farti cambiare così tanto... però non posso essere cambiata da un giorno all'altro.
La reazione al bacio di ieri sarà stata soltanto una debolezza. Se dovesse baciarmi di nuovo, la mia reazione non sarebbe la stessa. Almeno credo...
Fisso l'orologio sul comodino. Sono le 16, 30 e non ho fatto praticamente nulla per tutta la giornata.
Mi guardo allo specchio e per poco non scoppio a ridere in faccia al mio riflesso. Sono totalmente trasandata: indosso ancora il pigiama, e i miei capelli si possono paragonare benissimo ad una foresta, se non peggio.
Decido che per oggi ho riposato abbastanza, così prendo i primi vestiti che mi capitano dall'armadio e corro in bagno.
Mi faccio una doccia fredda giusto per schiarirmi le idee. Poi mi asciugo e mi vesto.
Mi lavo i denti in fretta e furia, e comincio a spazzolare i miei capelli. Dopo di che prendo un elastico e li lego in una coda bella alta.
Poi esco dal bagno. Prendo la mia borsa a tracollo, ci infilo dentro portafoglio, cellulare, cuffiette e chiavi.
Finalmente esco di casa, non sapendo neanche io dove sono diretta.
Alla fine della via c'è un bar, così vado verso quella direzione.
Entro dentro, il bar non è molto affollato. Non ha mai avuto tanti clienti, ma in fondo lo preferisco così... senza quel caos che a volte non ti fa neanche respirare.
Prendo posto su un tavolino vicino la finestra. Subito un cameriere viene verso di me -Cosa vuole signorina?-
-Un succo di frutta alla pesca e un cornetto alla nutella.-
Il cameriere va verso il bancone. 
-Ehi Elisa!- quella voce stridula la riconoscerei ovunque. Infatti mi si presenta subito una chioma bionda, perfettamente liscia, davanti a me: Veronica.
Mi saluta dandomi due baci sulle guance, poi prende posto accanto a me. Io sbuffo... ma chi le ha detto di sedersi qui?
Come se niente fosse continua a sorridermi, poi si rivolge al cameriere -Scusi, potrei avere un thè freddo al limone per favore?-
-Certo signorina.-
Sempre con un sorriso si gira e torna a guardarmi -Allora?-
-Allora cosa?-
Mi scruta alzando un sopracciglio -Simone mi ha detto che stavi male. A me invece sembri viva e vegeta.-
La guardo scettica -E a te che importa, scusa?-
Lei in tutta risposta sbuffa stanca -Scusa, se provavo a essere gentile.-
Alzo le spalle -Se fai la gentile con me ci deve essere per forza qualcosa sotto.-
-Sai, può essere che per una volta non abbia un secondo fine.-
Non so per quale motivo ma questa volta mi sembra sincera. Sarà perchè non ha il suo solito ghigno, ma uno sguardo serio che non le ho mai visto prima.
Sospiro -Ti credo-
Lei mi guarda sorpresa e prima che una delle due possa dire qualcosa il cameriere arriva con le nostre ordinazioni -Un succo di frutta alla pesca, un cornetto alla nutella e un thè freddo al limone.-
-Grazie- rispondiamo all'unisono.
Veronica prende il suo thè e comincia a berlo un po' alla volta. Io comincio a mangiare il mio cornetto mentre di tanto in tanto sorseggio un po' il succo di frutta.
-Ti devo pregare per farmi dire che ti è successo?-
Sbuffo ma alla fine le svelo il nome di chi mi sta provocando non poca confusione -Luca.-
Lei sorride soddisfatta -C'era d'aspettarselo.-
La guardo interrogativa. Subito ha la risposta pronta -Sei cotta, e lui naturalmente lo è di te.-
-Veramente io... io- comincio a balbettare, non sapendo neanche io cosa voglio dire.
Lei sorride sinceramente -Ti va di raccontarmi un po' che è successo?-
Non so per quale motivo, forse per il suo tono di voce rassicurante, o i suoi occhi stranamente amichevoli con me, alla fine mi apro e comincio a raccontarle che è successo ieri.
 
Non sapevo neanche per quale motivo eravamo seduti su una panchina a parlare allegramente, senza le solite discussioni.
-Tua sorella è una forza della natura, è così carina.- gli dissi non staccando gli occhi da Ilaria, che giocava allegramente con il bambino che aveva appena conosciuto.
-Be', ha ripreso dal fratello, no?-
Sorrisi beffarda -No, direi proprio di no. Di te si può dire di tutto tranne che sei carino!-
Lui parve offeso -Ah si?-
-Si.-
-Ritira subito quello che hai detto.-
-Non ci penso proprio.- era divertente stuzzicarlo.
-L'hai voluto tu, hai fatto male a metterti contro di me!- quella che avrebbe dovuto essere una minaccia mi fece scoppiare a ridergli in faccia.
-Adesso ti faccio ridere io.-
E cominciò a farmi il solletico. Ed io ridevo, ridevo. Ridevo, dimenticandomi di ogni problema. E le persone che ci stavano intorno si soffermavano su di noi curiosi, ma a me non interessava.
-Ti prego smettila...-
Io continuavo a ridere, mentre lui si avvicinava sempre di più. Poi finì di farmi il solletico, mentre io avevo ancora l'affanno.
Eravamo sempre molto vicini e non sembravamo dispiaciuti di quella distanza così minima, quasi nulla.
Luca mi scostò una ciocca dal viso e cominciò ad accarezzarmi dolcemente la guancia.
Si avvicinò sempre di più fino a quando si decise ad annullare le distanze tra noi e premette le sue labbra contro le mie.
Instintivamente chiusi gli occhi. Invece di respingerlo però restai immobile, indecisa sul da fare.
E mi sentivo strana, e non sapevo bene cosa fare.
Totalmente inesperta alla fine mi lasciai trasportare dalle sensazioni che stavo provando in quel momento ed invece che respingerlo, mi ritrovai a baciarlo anche io, affondando le mani nei suoi capelli attirandolo in questo modo ancora più vicino...
 
Prendo un bel sospiro, e la guardo aspettandomi che dica qualcosa.
Lei sembra del tutto sorpresa -Ti ha baciato davvero?-
Annuisco.
Lei comincia a ridacchiare, così mi chiedo se abbia davvero qualche serio problema mentale e abbia bisogno di una clinica psichatrica.
Tra un singhiozzo e l'altro riesce a dire -E' completamente andato.-
La guardo accigliata, non capendo se mi sta prendendo in giro o se fa sul serio -Come?-
Riacquista un po' di serietà e mi fissa con intensità, facendo che aumentare l'ipotesi se ha bisogno di una clinica psichiatrica. Questa ragazza ha seri sbalzi d'umori. Mi chiedo se magari non abbia una doppia personalità -E' cotto, te l'avevo detto io. Quel bacio, era un modo chiaro e tondo per fartelo capire.-
Improvvisamente l'ipotesi che io gli piaccia sul serio entra davvero nella mia testa. Continuo a pensarci, ma ciò non mi sembra possibile.
Scuoto la testa -No. Come posso piacergli? Ho un carattere che fa davvero schifo e...-
-Ti sottovaluti.- mi dice semplicemente con sincerità.
Sto per dire qualcosa ma Veronica non mi da il tempo per parlare -E' la verità, ti sottovaluti. Ok, diciamo che su molti aspetti del tuo carattere c'è parecchio da ridire, ma ognuno ha i suoi pregi come ha i suoi difetti. E credimi, i tuoi pregi non sono da poco. Da quello che ho visto, sei un'amica leale, non ti fai mettere i piedi in testa, sei determinata... Se c'è una cosa che ho imparato è che non dobbiamo per nessun motivo sottovalutare noi stessi.-
Guardo la persona che ho di fronte, la stessa che proprio con le parole che mi ha detto, mi ha letteralmente spiazzato. Quella persona che all'inizio dell'anno mi ha giocato quel brutto scherzo, quella persona che ho sempre creduto un'oca senza cervello... senza cuore.
La persona che ho di fronte non assomiglia per niente a quella che ho conosciuto, quindi vuol dire che una delle due è sicuramente falsa. Mi chiedo solo quale...
Alla fine, dopo aver riacquistato un po' di lucidità, le chiedo con diffidenza -Sul serio. Come mai tutto questo interessamento verso di me?-
Fa un sorriso amaro, prima di rispondere con una punta di risentimento nella voce -Hai ragione a non fidarti di me. Sono stata una stronza, come darti torto? Ma appena sei arrivata ti ho visto come una minaccia. Andavo alle medie insieme a Luca, non nella stessa classe certo. Ma lui mi era sempre piaciuto, e quando ho visto che tu, appena arrivata, ti sei fatta subito notare, ho perso la ragione.-
Lascia un attimo in sospeso il discorso, alzando finalmente gli occhi verso di me. E subito posso leggere sofferenza in quegli occhi così espressivi.
-Non capisco, c'era bisogno di fare tutto ciò che hai fatto per lui?-
Abbassa nuovamente gli occhi -Mia madre mi ha insegnato, che se vuoi una cosa, devi andare contro tutto e tutti per averla, non importa quante teste calpesti, non importa quanti cuori infranti, importa solo alla fine che tu sei il vincitore, e nessun'altro.-
Prende un attimo fiato -Non sentire cosa dicono tutti gli altri. Hanno torto, l'unica cosa che conta davvero è vincere. Quando mia madre me lo ha detto per la prima volta, avevo circa sette anni. E solo ora capisco quanto quelle parole siano sbagliate. Quanto mia madre abbia sbagliato in tutto con me. Per questo mi comporto così, per questo faccio la stronza. Ho cercato di vincere da quando avevo sette anni, da quando mi ha detto per la prima volta quelle parole. E tutto ciò per farmi notare da mia madre, per darle qualche soddisfazione, ma a lei non basta mai quello che faccio. Non accontentarti di quello che hai, cerca l'impossibile. Ma poi per cosa lo faccio? Alla fine l'unica a rimetterci sono io.-
Quando incrocia il suo sguardo con il mio, posso notare che i suoi occhi azzurri sono lucidi. Solo ora capisco chi è la vera Veronica, non la stronza che ho conosciuta, neanche la lecchina quando c'è di mezzo mio fratello, ma la ragazza che ho davanti, ferita constantemente da sua madre. Una ragazza che ha avuto sicuramente un modello sbagliato da seguire.
-E tuo padre?-
Il suo sorriso se possibile, si fa ancora più amaro -Mio padre ha fatto l'unica cosa sensata che c'era da fare. Ha mollato mia madre, e se ne è andato. Ora vive a Siena, con la sua nuova compagna.-
-E non lo vedi?-
Si morde le labbra, ed è come se cercasse di trattenere le lacrime -Mia madre non me lo permette.-
La guardo, per la prima volta, provando vera compassione. Una madre stronza, che le ha dato insegnamenti sbagliati, un padre, a cui evidentemente tiene molto, e non può vedere.
E per un attimo, uno solo mi sento fortunata. Mia madre è morta si... ma ho Stella con me, ho Simone, con cui condivido il mio dolore. Loro sono la mia forza, che mi spingono ad andare avanti.
E poi c'è mio padre, certo ha sbagliato... ma mi vuole bene.
-Be', di qualcosa, no?-
-Io non so davvero che dire.- ed è vero. Per una volta le parole mi sono morte in gola.
Ancora una volta è lei a prendere parola -Scusami, scusami davvero. Per tutto.-
-Ti ho già perdonata.- non so perchè l'ho detto, forse perchè l'ho perdonata sul serio. Forse perchè in realtà lei non voleva comportarsi in questo modo...
-Grazie.-
Le sorrido, poi decido di cambiare argomento perchè ritengo che ormai sono state versate fin troppe lacrime -E come mai hai cambiato idea su di Luca?-
Lei mi sorride riconoscente, per non averle fatto domande su sua madre.
-Ho capito che non era fatto per me.-
-E quando l'hai capito?- le chiedo improvvisamente curiosa.
-Quando ho visto per la prima volta tuo fratello.-
Rimango piacevolmente sorpresa da questa scoperta. Lei mi guarda, asciugandosi gli occhi bagnati per le lacrime -Tuo fratello mi piace davvero, se era questo che ti chiedevi.-
E' sincera. Lo posso leggere nei suoi occhi.
-E quando hai capito che era lui? Voglio dire, quando hai capito che è lui quello adatto a te?-
Veronica comincia a raccontarmi... e mi immagino la scena, dove io sono soltanto lo spettatore.
 
Al parco, seduta in una panchina c'è Veronica che piange. Si morde le labbra, come se quel gesto potesse scacciare via il dolore.
-Ehi! Veronica, giusto?- all'improvviso compare mio fratello, che si siede accanto a lei.
Lei cerca di tirare dentro le lacrime, e con voce ferma si rivolge a lui -Che vuoi?-
Mio fratello le sorride, stranamente divertito -Come mai piangi?-
Lei lo guarda diffidente -Perchè ti interessa?-
Lui distoglie un attimo lo sguardo -Mi chiedo solo quale sia la causa, perchè una bella ragazza pianga in questo modo.-
Veronica è totalmente sorpresa dalle sue parole, e un sorriso involontario spunta sulle sue labbra.
Alla fine risponde, improvvisamente a suo agio -Mia madre.-
Simone la guarda curioso, scrutandola, come se lui volesse indovinare cosa le sia successo.
E mi sembra strano, il modo in cui Veronica si apre totalmente con mio fratello -I miei sono separati. Mio padre vive a Siena con la sua nuova compagna, e non mi è permesso di vederlo. Mia madre non me lo permette. Però ogni santo mese, io devo sopportare di vedere la sua nuova ''fiamma'', ti sembra giusto?-
Lui le scosta una ciocca dal viso -E perchè non ne parli con lei?-
E' sconsolata, lo si capisce dal tono di voce che usa -Tu non la conosci. Non si può parlare con lei, sente solo quello che vuole sentire. Ogni volta mi sembra di parlare ad un muro.-
Mio fratello la guarda serio, di una serietà che non gli ho mai visto addosso -E tu trova il modo di farti sentire.-
Veronica lo guarda in un modo che non riesco a decifrare, e riesco a scorgere un luccichio nei suoi occhi, improvvisamente luminosi.
E alla fine sorride -Grazie, grazie davvero per tutto. Per esserti preoccupato di me, per avermi ascoltato, per il consiglio.-
Anche Simone sorride, e poi le dice con sincerità -Ti brillano gli occhi quando sorridi, per questo non dovresti mai smettere di farlo.-
Se possibile il sorriso di Veronica si apre ancora di più e le gote si accendono di un rosso leggero.
-Ora devo andare. A presto principessa.- e prima di andarsene le fa un occhiolino.
 
-Nessuno mi ha mai detto una cosa del genere. E' per questo che poi quando mi ha chiesto di uscire, ho accettato.-
Sorrido -Che dire? Non ho mai visto questo lato di mio fratello.-
Sorride anche lei. E magari alla vista delle persone possiamo sembrare due amiche da sempre, che si conoscono da sempre, quando in realtà fino a questo momento ci siamo sempre date contro.
-Spero di piacere davvero a tuo fratello, perchè altrimenti non potrei sopportarlo.-
La rassicuro -Qualcosa mi dice che ci tiene davvero a te.-
E lo penso veramente. Il modo in cui mio fratello la difendeva sempre quando l'attaccavo... in fondo non ha tutti i torti mio fratello. Sto veramente cominciando a ricredermi su Veronica.
La biondina di fronte a me richiama la mia attenzione, e mi chiede con un sorriso malizioso -E tu? Non hai finito di raccontarmi cos'è successo dopo che tu e Luca vi siete baciati.-
Abbasso lo sguardo visibilmente imbarazzata. Be', ormai le ho raccontato del bacio, tanto vale raccontarle tutto, no?
 
Non sapevo quanto tempo fosse passato esattamente. Io e Luca ci stavamo ancora baciando, quando un applauso ci riportò improvvisamente alla realtà.
Ci staccammo bruscamente, per poi girarci ritrovandoci di fronte a un Ilaria fin troppo euforica, che continuava a battere le mani.
-Lo sapevo, lo sapevo!- cominciò a ridacchiare, mostrando un dentino mancante.
Io e Luca la guardammo imbarazzati.
-Quindi siete fidanzati?- chiese innocentemente.
Io e Luca cominciammmo a balbettare parole incomprensibile, non sapendo davvero cosa dire, ma alla fine la bambina prese il sopravvento I-o lo sapevo! E quando vi sposate?-
Alla fine Luca riuscì a rispondere alla sorella -Noi non ci sposiamo Ilaria.-
Lei di tutta risposta, sembrava intristita -Ma come? Ed Elisa come fa a diventare mia sorella?-
Cominciai a tossire, visibilmente a disagio. Dovevo andarmene al più presto, chissà che piega avrebbe preso quel discorso...
Mi alzai dalla panchina -Scusate, sono di fretta. Ora devo davvero andare.-
Si alzò di scatto anche Luca, che mi trattenne per un braccio -Aspetta io...-
Lo strattonai bruscamente, assumendo un tono freddo -Devo andare.-
Detto ciò me lo lasciai alle spalle, e cominciai a correre, lontano da quella situazione...
 
Veronica per poco non scoppia a ridere. Batte le mani euforica.
-Sul serio, dovevo assistere a quella scena. Quella bambina è fantastica!-
La guardo scettica -Ti prendi gioco delle mie sventure?-
Alza le mani in segno di resa -Scusa, scusa... Allora?-
-Allora cosa?-
Va dritta al punto, anche se con tono vago -Allora è per questo che oggi non sei venuta a scuola?-
Com'era? Ah si... negare sempre l'evidenza.
-No.-
Veronica mi guarda, per niente convinta della mia risposta e alla fine mi sorride scuotendo la testa -Sai negare, è il primo passo verso l'accettare.-
La guardo ancora più confusa di prima. 
-Poi capirai. Andiamo? Si è fatto tardi...-
Annuisco, così andiamo verso la cassa a pagare il conto. Usciamo dal bar e stiamo ancora a parlare, di cose stupide, senza senso... totalmente futili. Eppure mi sento stranamente bene a parlare con te.
Che con questa giornata di oggi sia davvero cambiato tutto?
 
*****
 
Incredibile, no? Come una persona, che fino a un giorno fa ritenevi senza cuore, possa mostrarsi sotto un aspetto così diverso.  Direi quasi insolito, come una persona, che hai sempre ritenuto nemica, possa dimostrarsi un'amica con la quale confidarsi. E' così strano che per un giorno uno metta da parte il passato, e si ritrovi a discutere in modo così aperto con colui dal quale teniamo sempre la guardia.
Eppure... com'era? Mai giudicare un libro dalla copertina. Perchè a volte può sorprenderti davvero.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Lo so, è da tanto che non mi faccio sentire, sono davvero imperdonabile. Ringrazio soltanto le persone, che nonostante i miei enormi ritardi, continuano a seguire la storia, dando il loro parere. Grazie davvero di cuore.
Inoltre volevo farvi anche gli auguri di Natale, anche se in ritardo, e se non ci sentiamo vi auguro anche un buon anno nuovo :)
Vi è piaciuto questo capitolo? Spero tanto di si. A me sinceramente è piaciuto perchè viene fuori la vera Veronica. Che ne pensate di lei?
E vi è piaciuto il ricordo dove ci sono lei e Simone? E che è successo dopo il bacio?
Ora vedremo più avanti come si evolverà la storia. Voi continuate a seguirmi, e lasciatemi recensioni con i vostri pareri.
Un bacio <3

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Capitolo 17
*** Un giorno da non rivivere ***


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Un giorno da non rivivere
 
A volte ci sono quei giorni che vorresti davvero dimenticare. Quei giorni in cui si comincia tutto per il verso giusto, ma basta un minimo particolare, anche il più piccolo, per rovinare tutto.
Ed in quel preciso istante che tutto sta andando male, il tempo improvvisamente rallenta rendendo il tutto ancora più complicato.
Eppure vorresti tanto tornare indietro nel tempo, per cambiare tutto, ma non è possibile. Sarebbe troppo facile, come prevedere il futuro. Chi non lo vorrebbe fare?
Sapere in anticipo se sbaglierai qualcosa, per far si che non accada. Ma alla fine a che serve programmare? A che serve cercare di non sbagliare se si sbaglia comunque?
A niente. Perchè anche se ce la stai mettendo tutta, se stai facendo il possibile per far andare tutto al verso giusto, la verità è che niente andrà come hai programmato.
Quindi a questo punto bisogna solo vivere la vita come possiamo, perchè come vogliamo non è possibile.
E quando capitano quelle giornatacce, che non vorresti mai passare, tocca sopportarle e andare avanti.
Anche se quei giorni sono i più difficili, forse perchè sono quelli che si rivivono più volte. La prima per capire dove hai sbagliato, la seconda volta per cercare di rimediare al tuo errore, e la terza e ultima perchè hai capito che niente si può riparare e allora non ti resta che prendere esempio dal passato per non ricommettere lo stesso sbaglio.
 
*****
 
-Dai non ci credo che non hai mai avuto un ragazzo!- e' da mezz'ora che Veronica mi sta stuzzicando.
Si avete capito bene. Veronica. Da quel pomeriggio passato insieme siamo diventate amiche. Strano a dirlo no? Eppure è così.
Ho scoperto che in fondo non è così male. Certo, ha i suoi difetti, ma chi non ne ha? E' una persona come tante, se a volte si comporta male è perchè è ferita.
-Dai cambiamo discorso... come è andata con tua madre?-
D'un tratto tutta l'esuberanza di poco prima sparisce nel suo volto -Ha detto che sto prendendo una brutta piega. Non devo risponderle male, contraddirla, o fare qualsiasi altra cosa che ostacoli i suoi piani.-
-Mi dispiace.- dico sincera.
Lei scuote la testa e mi sorride -Ma non è per questo che sei venuta qua da me. Allora, vuoi dirmi che succede?-
Mi mordo il labbro, indecisa se parlare o no. Tanto ormai sa tutto...
-Luca. Non so davvero che fare. E' passata una settimana, i primi giorni cercava di parlarmi ma io tiravo sempre fuori una scusa. E ora sembra che si sia rassegnato, neanche mi saluta.-
Lei sospira .E ci hai mai pensato al motivo per il quale hai paura di affrontarlo? Al perchè ora che ti evita anche lui tu ci stai male?-
-Io non ci sto male.-
Lei alza un sopracciglio contrariata -Ok, forse un po'- ammetto forse più per me stessa.
-E come mai?-
-Non lo so.- o forse non ho voglia di ammetterlo.
-Mio padre mi disse che il primo passo per crescere è accettare la verità. E la verità è che non sei per niente indifferente a Luca. E per lui di certo è lo stesso, te lo ha dimostrato. Ma non può stare tutta la vita a seguirti, ad aspettare che tu sia pronta. Devi esserlo se non vuoi perdere quest'occasione, se ti piace veramente.-
-Ho paura.-
-Devi affrontarla, come pensi che puoi superarla altrimenti?-
-Non lo so, ho paura di essere giudicata. Paura che se ora ci provassi lui mi rifiutasse.-
Lei mi sorride amichevolmente -Credimi non potrebbe mai rifiutarti. Si vede da come ti guarda. E anche tu, ti brillano gli occhi.-
-Mi brillano gli occhi?-
-Si. E quando vi guardate sembrate esistere solo voi due. Gli altri non ci sono più... e a vederti con lui sembri anche meno scontrosa!-
-Ehi!- le tiro un cuscino addosso, colpendola in pieno volto.
-Ora ti faccio vedere io!- mi tira un altro cuscino addosso non c'entrando pienamente la mira.
-Mancata!-
E così passa mezz'ora. Tra risate, piume e divertimento -Sei terribile! Guarda che hai combinato, ora chi la sente mia madre...- mi rimprovera la bionda.
La guardo scettica -Cosa ho combinato?-
Lei sbuffa contrariata -Cosa abbiamo combinato... va bene? Ora aiutami a rimettere a posto.-
-Agli ordini!-
Lei ride divertita mentre cominciamo a sistemare la camera. Dopo dieci minuti tutto è a posto. -Come nuova!.- esclama sorridente.
-Tutto merito mio.-
Lei scuote la testa in un misto tra il divertito e l'esasperato. Guardo l'orologio appeso sulla parete. Le 17,30. Prendo la borsa sulla sedia: -Ora devo proprio andare.-
-Ti accompagno a casa, così mi dici cosa hai deciso di fare con lui.-
Uscite di casa cominciamo a discutere, mentre camminiamo per strada.
E passiamo a parlare dalle cose più serie alle cavolate più assurde. E ci ritroviamo a ridere, attirando l'attenzione dei passanti che ci guardano curiosi. Curiosi di sapere il motivo per il quale ridiamo. 
Ma in fondo non c'è un motivo. Ridiamo e basta.
Dopo venti minuti siamo arrivate sotto casa mia.
La bionda davanti a me sembra non arrendersi -Su mi devi ancora dire che hai intenzione di fare con Luca.-
Sbuffo svogliatamente -Non lo so. Prima mi ha baciato, poi io l'ho evitato per tutto questo tempo. Se faccio qualcosa adesso mi prenderà per la classica ragazzina indecisa.- 
-Tu e Luca vi siete baciati?-
Una voce conosciuta, fin troppo bene. Mi volto e con me Veronica e la figura di Martina davanti a noi è indistinguibile.
Comincio a balbettare, non sapendo davvero cosa dire. Per tutto questo tempo ho tenuto nascosto l'accaduto a Martina. Non so per quale motivo, ma non riuscivo davvero a parlarne con lei.
-E l'hai detto a Veronica?-
Sentendo il suo nome, la bionda abbassa lo sguardo a terra, mentre io cerco qualcosa con cui giustificarmi.
-L'hai detto a lei e non ne hai parlato con me?- il suo tono di voce è tristo, deluso. Non se lo aspettava da me.
Nessuna delle due dice niente così cerca di dire qualcosa Veronica -Su Martina ora non te la prendere e...-
Lei di tutta risposta la interrompe bruscamente -Tu stanne fuori.-
Così lei capisce che forse è meglio che se ne vada -Io devo andare, sono in ritardo.-
Io la saluto mentre Martina non la degna neanche di uno sguardo. Così rimaniamo sole io e lei, faccia a faccia.
-Così ora siete amiche.- mi dice con un velo di risentimento. Non vedo perchè continuare a tenerglielo nascosto così annuisco: -Si.-
-E della tua migliore amica ti sei dimenticata? Perchè non ne hai parlato anche con me?-
-Io, non lo so.- ammetto sincera.
-In fondo sono io che ti ho consigliato cosa fare con Luca sin dall'inizio, io che ti sono sempre stata vicina dall'inizio di scuola. Io, non Veronica!-
La guardo e mi dispiace davvero. Continua sempre molto alterata -Sai che c'è? Non mi interessa se l'hai detto a Veronica, siete amiche ora? Bene ok... ma non è quella la faccenda. Il problema è che tu non ti sei fidata di me!-
-Non è che non mi fidavo è che...- E solo ora che non trovo niente con cui giustificarmi forse capisco che è così.
-Lascia perdere.-
Mi lascia un ultimo sguardo sprezzante, pieno di risentimento per poi andarsene via, senza che io faccia nulla.
Ma alla fine nessun mio gesto potrebbe cambiare la situazione. Almeno non nel momento.
Da quando l'ho conosciuta ho visto in lei un'amica, su cui poter sempre contare. La stimavo, per il suo carattere forte, ma anche per il suo stare sempre tra le nuvole e non essere mai arrabbiata veramente.
Eppure io devo essere l'eccezione che conferma la regola. Oggi non era semplicemente arrabbiata, ma peggio.
Dall'inizio di scuola siamo diventate amiche inseparabili. Lo eravamo davvero.
Come è possibile che tutto finisce sempre a causa mia? E' colpa mia se ora ce l'ha a morte con me, e per questo non la biasimo.
E' proprio vero che è così facile conquistare la fiducia di qualcuno proprio quanto è facile perderla.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
So che vi state chiedendo... ma chi cavolo è questa qui?
Ah si... quella che non aggiorna da secoli. Si, è esattamente lei. 
Sul serio mi dispiace che ultimamente non sono molto presente, ma proprio non ce la faccio ad aggiornare presto.
Scusatemi. 
Nonostante tutto vi ringrazio. Per esserci sempre, per sopportarmi ogni volta, ogni ritardo negli aggiornamenti, ogni schifezza che leggete.
So anche che questo capitolo fa schifo... ma volevo scrivere qualcosa e le idee nella mie mente erano migliori ma scrivendo è venuto fuori così.
Non so se alcune di voi si aspettavano che la storia prendesse questa piega, e se vi aspettavate di vedere Martina così.
Forse nessuno... comunque spero di aggiornare presto. Però non prometto nulla perchè alla fine vi deluderei soltanto.
Grazie di esserci sempre. GRAZIE DAVVERO.

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Capitolo 18
*** Famiglie riunite, famiglie spezzate ***


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Famiglie riunite, famiglie spezzate
 
Famiglia... qual'è il vero significato di questa parola?
Credo che un sinonimo che gli si addice potrebbe essere casa, o meglio rifugio.
La famiglia è un rifugio, il posto dove ti puoi sempre recare, dove sei sicuro che ci starà sempre qualcuno ad accoglierti a braccia aperte. 
Famiglia. Forse la famiglia è l'unica che resta sempre, non i fidanzati, non gli amici. Ma lei, la famiglia c'è sempre. Nel bene e nel male.
Non ti giudica, anzi ti appoggia sempre nelle tue idee giuste o sbagliate che siano.
Quindi la famiglia dovrebbe essere quel luogo dove ci si sente al sicuro, dove si è liberi di aprire il proprio cuore, ma non sempre è così.
Spesso infatti essa è luogo di tristi e crudi conflitti. E in quel caso, è ancora una famiglia?
Quando alcuni componenti smettono di essere tali e diventano degli estranei, quando non ci si fida più nessuno. E' lo stesso una famiglia?
Famiglie spezzate, riunite, allargate. Quante ne esistono?
 
*****
 
-Allora hai cambiato idea?- mi chiede mia sorella con cautela.
Annuisco -Sta già molto male di suo, senza che ci metto il carico io.-
Stella prende la borsa così usciamo di casa. Davanti il portone incontriamo Simone che saluta Veronica.
Dopodichè si gira verso di noi guardandoci perplesso -Andate da qualche parte?-
Sto per rispondere ma Stella mi anticipa -Andiamo a trovare papà. Elisa ha deciso di perdonarlo e di chiedere scusa per il suo comportamento.-
Lui sorride comprensivo -Lo sapevo che prima o poi avresti ceduto anche tu.-
Sbuffo e sono quasi sicura che le mie labbra in questo momento sono piegate in una smorfia. Come dargli torto in fondo?
Poi gli chiedo -Perchè non vieni anche te?-
-Bastava chiedere.- risponde lui con un sorriso sulle labbra. Così entriamo dentro la macchina e Stella comincia a guidare.
Dopo mezz'ora buona raggiungiamo il carcere di Rebibbia.
Entriamo dentro e subito una guardia si avvicina a noi e si rivolge a nostra sorella, visto che è la più grande -Siete qui per una visita?-
Stella annuisce -Siamo venuti a trovare Giorgio Ricciardi, nostro padre. Ho avvertito ieri per telefono che saremmo venuti.-
La guardia annuisce -Seguitemi.-
Così ci incamminiamo dietro di lui e alla fine entriamo dentro una stanza familiare... è quella dell'altra volta.
La guardia richiama la nostra attenzione -Ora aspettate qui che vado a richiamare il detenuto.-
Comincio a battere ripetutamente il piede per terra, impaziente, mentre fisso l'orologio che segna il tempo. Tic tac. Tic tac.
Odio profondamente il ticchettio dell'orologio, mi mette ansia.
Dopo un tempo che a me è sembrato infinito vedo riapparire la guardia con accanto mio padre. Ci fa un cenno col capo e ci lascia da soli.
Lui pare sorpreso di vedermi e posso giurarlo, che quello che ha sulle labbra è un sorriso. E' felice di vedermi.
E ad un tratto mi sento estremamente in colpa. Lui è felice, io l'ho trattato male. Non ho avuto pietà.
Mi accorgo solo ora di quante cose vorrei dirgli ma le parole mi muoiono in bocca. Non so da dove cominciare.
Stella nota il mio imbarazzo e prende Simone con se, così loro escono per lasciarci soli.
Non ricevendo alcun tipo di messaggio da me, mio padre prende l'iniziativa -Sei venuta.-
Annuisco, e alla fine glielo dico, per togliermi un peso -Mi dispiace.- prendo un respiro forte per tutto quanto e punto i miei occhi nei suoi
-Mi dispiace per tutto. Tutto quanto. Per non averti ascoltato, per aver dato a te la colpa della morte di mamma. Mi dispiace.-
Lui sembra, anzi è stupito dalla mia confessione -E' tutto a posto e - lo interrompo, perchè ora come ora le sue parole mi sembrano tanto ingiuste, non mi merito che sia così tollerante con me.
Non dopo quello che gli ho fatto, o quello che gli ho detto. -Ho sbagliato e tu ora dovresti essere arrabbiato con me.-
-Eri acciecata dalla rabbia, molti avrebbero fatto come te.- tenta di giustificarmi lui. Poi mi asciuga le lacrime che hanno cominciato a rigarmi il volto e mi attira a se abbracciandomi -Sei sempre mia figlia.-
-Sono una pessima figlia.- lo correggo io tra le sue braccia.
-Ed io un pessimo padre.- dice lui con un punto di ironia. E mi ritrovo a sorridere come una scema. Come ho potuto fare a meno di lui in tutto questo tempo?
Ci stacchiamo appena in tempo perchè entrano Stella e Simone. -Allora?- chiede mio fratello.
Mio padre ci guarda sorridente come non lo è mai stato -Penso che entro quest'anno potrò uscire dal carcere.-
Inutile dire le nostre reazioni. Il volto di Stella si apre in un sorriso luminoso e comincia a dire a vanvera su come tutto presto tornerà alla normalità.
Simone si sta contenendo, lo vedo. Il suo è un sorriso tirato, vuole fare il duro...
E per un attimo penso davvero che potremmo tornare ad essere una famiglia normale. Di nuovo insieme...
La guardia entra dentro avvertendoci che il tempo a disposizione è finito. Noi salutiamo papà e gli promettiamo di fargli visita al più presto.
Per tutto il viaggio Stella non fa che fantasticare sulla nostra vita, su cosa accadrà quando papà uscirà dal carcere.
Io e Simone ci limitiamo ad ascoltarla divertiti, rassegnati... nostra sorella è sempre stata una ragazza sognante, piena di aspettative, e lo è anche ora che ha ventidue anni.
-Senti non è che mi puoi lasciare al parco dietro casa nostra?- chiedo a Stella interrompendo il suo monologo che dura da circa mezz'ora.
Lei annuisce -Va bene, ma non fare tardi.-
Dopo dieci minuti sono già dentro il parco. In lontananza, seduto su una panchina scorso qualcuno che conosco bene...
Il diretto interessato alza lo sguardo e per puro caso punta i suoi occhi, azzurri, nei miei. 
Capisco che non lo posso evitare sempre così vado verso di lui e mi siedo sulla panchina.
-Ehi!- lo saluto tentando di sembrare almeno un poco gentile.
Luca si gira stranito verso di me e mi saluta freddamente -Ciao.-
Nessuno dei due dice più niente, lui si limita a fissare le sue scarpe, mentre io guardo un punto fisso davanti me.
Così per rompere il ghiaccio, per aprirmi con qualcuno, gli confesso -Ho fatto pace con mio padre.-
Lui per la prima volta alza lo sguardo verso di me, e non lo distoglie -Mi fa piacere.- dice sinceramente.
-Avevi ragione, sul fatto che devo riuscire a perdonare le persone.- lui annuisce alle mie parole.
-Come stai Ilaria?-
Si irrigidisce di colpo, quindi deve essere successo qualcosa alla sorella... 
-I miei si sono separati, ora io e mia sorella viviamo con mia madre.-  mi confessa, cercando di non mostrarmi il suo dolore.
-E' terribile.- è l'unica cosa che riesco a dire.
-Già.- concorda lui. -Mia sorella sta malissimo, gli manca papà e puntualmente ogni giorno non fa che chiederci quando tornerà.- 
Prende un respiro profondo per poi continuare -Nessuno le risponde, mamma semplicemente perchè è una vigliacca... ed io, perchè non voglio farla stare più male di quanto lo è ora.-
Non so che dirgli, poi mi riviene in mente una frase, detta proprio da lui -Sai... dicono che il tempo cura tutte le ferite.-
Lui sorride amareggiato -Così dicono.-
 
 
Angolo dell'autrice:
Here I am! Yeah!
Scusate, oggi sono un po' euforica :P Buona pasquetta comunque, e anche buon pesce d'aprile :3
Avete visto? Sono riuscita ad aggiornare prima! Ok, non ci credo neanche io, potete darmi un pizzicotto se volete.
Comunque, passando al capitolo... vi è piaciuto? Forse vi aspettavate qualcosa in più da Luca e Elisa, ma... la storia ancora non è finita e ne vedremo delle belle. Grazie a tutte per continuare a seguirmi sempre... ma quanto posso essere ripetitiva?
Vabbè, scusate tanto ora non vi rompo più :P
Ci sentiamo, spero presto (incrociate le dita insieme a me)
Un bacione a tutte <3 
E godetevi questi ultimi giorni di vacanza...

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Capitolo 19
*** Amici e basta? ***


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Amici e basta?
 
E' passato un mese da quel giorno. Un mese da quando ho chiarito con mio padre, un mese da quel pomeriggio al parco con Luca a discutere sulle nostre famiglie.
E da quel giorno qualcosa è cambiato nella mia vita. Da quel giorno ho riavuto indietro mio padre. E sempre da quel giorno, beh non ci crederete, io e Luca siamo diventati ottimi amici. Solo amici.
E' incredibile come possa cambiare tutto quanto da un momento all'altro. Che dire? Io e Luca amici... chi l'avrebbe mai detto? Soprattutto dopo quello che è successo.
Beh, in effetti abbiamo lasciato da parte il passato e abbiamo ricominciato da capo. Nessuno dei due ha mai accennato al bacio.
Ma in fondo a me sta bene così. Credo che per il momento sia meglio averlo come amico e basta.
Ah, un'altra cosa che non avreste mai pensato... Stella è orgogliosa di me. Diciamo che Luca sta avendo dei riscontri positivi su di me: abbiamo continuato le ripetizioni e da allora non ho preso più nessuna insufficienza. Neanche una!
Quindi in questo mese, la mia vita è migliorata notevolmente. L'unica cosa che non sono riuscita a cambiare è il mio rapporto con Martina.
Ho provato a parlarci, cercato di chiarire, ma erano tentativi buttati al vento. Non mi voleva sentire, così piano piano, non mi sono fatta sentire anche io.
E alla fine eccoci qua. Da migliori amiche a perfette estranee. E mi manca, ma non so davvero che fare per riaverla indietro.
E' cambiata. La ragazza allegra, sempre tra le nuvole, così sognante, non c'è. Non esiste più. Al suo posto c'è una ragazza che di uguale a quella di prima ha solo i capelli.
E' diventata fredda, distaccata... non le si può dire niente che subito se la prende. E so che il suo cambiamento è dovuto in gran parte da me.
 
*****
 
-Ehi! C'è il tuo ragazzo qui sotto che ti aspetta!-
Lancio uno sguardo omicida a mio fratello -E' un amico!.-
Poi prendo la mia borsa ed esco di casa. Luca è davanti al portone che mi aspetta. Lo saluto sorridente per poi chiedergli -Che ci fai qui?-
Lui mi tira il casco, che prendo al volo -Ti porto da una parte.-
Capisco che è inutile dire altro, così lo assecondo e salgo sul motorino dietro di lui.
-Reggiti forte.-
E dopo questa frase parte come un razzo, e io comincio a ridere come una matta, con il vento che mi scompiglia tutti i capelli, nonostante abbia il casco.
Cominciamo a parlare, dalle cose più insignificanti a quelle con più importanza.
-Con Martina proprio niente?- mi chiede lui.
-No.-
Lui non fa altre domande su di lei e gli sono davvero grata per questo.
Dopo un bel po' di tempo riconosco dove stiamo andando -Ehi! Mi stai portando al mare?- chiedo con un sorriso.
-Mi hai scoperto.- mi risponde lui con un sorriso divertito.
-Ma è quasi marzo!- esclamo scettica facendolo scoppiare in una risata. 
-E allora? Non dobbiamo per forza farci il bagno!- mi risponde ridendo. E così scoppio a ridere anche io...
Dopo dieci minuti arriviamo e Luca parcheggia il motorino accanto ad altri in fondo la strada.
-Andiamo?- 
Così lo seguo ed entriamo alla Stella Polare, una spiaggia libera di Ostia. Tira un forte vento che mi scompiglia tutti i capelli e solo ora mi accorgo che sono vestita piuttosto leggera.
Ho soltanto una magliettina con un maglioncino sopra. Luca nota il mio disagio -Hai freddo?-
-Si nota così tanto?- gli chiedo ironicamente.
Lui si toglie la giacca e me la avvolge sulla schiena -Mettitela, non vorrei che tuo fratello mi spezzasse il collo se ti porto a casa con 40 di febbre.-
Rimango sorpresa dal suo gesto, cerco però di non darlo a vedere. -Grazie.-
Lui annuisce e basta. Poi si siede sulla sabbia e mi invita a fare altrettanto. Così mi siedo pure io accanto a lui.
Non diciamo niente. Ci limitiamo a fissare le persone che ci stanno attorno.
Nell'acqua, gelida e per lo più sporca, due ragazzi, forse sui vent'anni, si stanno facendo il bagno. Masochisti. Si, perchè questo deve essere puro masochismo.
Mi spiegate cosa ci può essere d'eccitante a fare il bagno alla fine di febbraio?
Il gusto di provare adrenalina, direte voi. Ma quale adrenalina, questo è puro e semplice masochismo.
Li guardo scettica per poi sbuffare. Se a loro va bene farsi del male così. Ma provo quasi disgusto... in quell'acqua così sporca.
Poi alzo lo sguardo su dei gabbiani, che aprono le loro maestose ali nel cielo. Appaiono così liberi. E forse lo sono davvero.
Degli urli e alcune risate richiamano la mia attenzione. Ragazzi e ragazze della nostra età più o meno. Ridono, scherzano si divertono...
Un attimo e girano lo sguardo verso di noi. Ci scrutano attenti, curiosi, forse più le ragazze. I ragazzi alzano con noncuranza le spalle per poi ritornare a quello che stavano facendo prima; mentre le tre ragazze continuano a scrutarci e a parlottare tra di loro. Non do loro molto importanza, anzi me ne frego.
Sposto il mio sguardo altrove, su un bambino, sui cinque anni, che cammina ridendo a piedi scalzi. E mi esce un sorriso spontaneo, era tutto più facile quando eravamo dei bambini.
-Che hai da sorridere?- mi chiede Luca, improvvisamente interessato.
-Niente.- in fondo non è importante, no? Perchè dovrebbe interessarsi ai miei pensieri? Ah giusto, ora siamo AMICI.
-Dai lo voglio sapere.- ed è impossibile scoppiare a ridere davanti la sua espressione, assunta nel momento. E come si può dirgli di no? A quella faccia da cucciolo bastonato.
Distolgo lo sguardo però gli rispondo -Sarebbe tutto più facile se tornassimo bambini.-
Lui mi coglie di sorpresa, totalmente, spiazzandomi con la sua risposta -Potremmo farlo, sai?-
-E come scusa?-
Alla mia domanda gli esce un sorrisino divertito -Potremmo giocare ad acchiapparella.- 
Gli scoppio letteralmente a ridere in faccia. Di nuovo. -Stai scherzando, vero?-
Lui si alza in piedi, e porta in alto le mani -Sono sincero.-
-Assolutamente no.- affermo decisa. Non se ne parla neanche per sogno.
-Paura di perdere?- touchè. Ormai mi conosce proprio bene, ha toccato il tasto dolente. Ferita nell'orgoglio accetto la sfida -Vediamo se riesci a prendermi.-
E lo lascio così, senza parole, mentre corro senza una meta precisa. Corro, corro e basta. Ridendo fragorosamente, con Luca alle calcagna che si unisce anche lui alla mia risata.
E probabilmente, rettifico, sicuramente, le persone ci stanno prendendo per due matti. Ma non importa.
Improvvisamente mi dimentico di tutto il resto. Non c'è più nessuno. Siamo soli io e Luca nella spiaggia.
E per un attimo mi sembra davvero di tornare bambina a quando giocavo ad acchiapparella con mio fratello...
 
Ridevo, non riuscivo davvero a smettere di ridere.
Stavo correndo in un' immensa distesa verde. Correvo così veloce che a momenti inciampavo.
Ma recuperavo subito. Non potevo dargliela vinta a Simone.
Con i capelli raccolti in due treccine, un vestitino rosa non potevo che fare concorrenza ad Heidi.
Mio fratello mi aveva quasi raggiunto, così deviai per un sentiero alla mia destra.
Io avevo otto anni, lui dieci.
Odiavo perdere, me l'avrebbe rinfacciato a vita.
Ma anche quella volta non andò come volevo. In un attimo mi sentii afferrare da dietro e lanciai un urlo spaventato.
Simone mi aveva raggiunto.
Non mollava la presa, anzi mi sollevò un attimo da terra, così che urlai più forte di prima -Lasciami!-
E lui, ridendo di gusto mi mise a terra. Letteralmente.
Ero finita seduta sul prato e per mia fortuna ero atterrata sul morbido. Lui si sedette accanto a me, che in quel momento avevo il viso contratto in una smorfia.
-Però così non vale.- incrociai le braccia, portandole sul petto mentre mettevo il broncio.
Mio fratello continuò a ridere, senza fermarsi e tra una risata all'altra sussurrò -Permalosa.-
E dopo avermi ripreso mi imitò, facendo una faccia davvero buffa. Così inevitabilmente scoppiai in una risata anche io.
Lui mi cinse una spalla e mi attirò a sè stringendomi forte -Sai, ti voglio bene anche se sei davvero permalosa!-
E detto ciò mi diede un buffetto sulla guancia. Io sbuffai, ma poi gli sorrisi mostrando alcuni denti mancanti.
 
Rallento un po' il passo, fino a fermarmi del tutto. Sono davvero esausta.
A quanto pare Luca non è del mio stesso parere, infatti mi ha raggiunto e mi afferra da dietro.
-Presa.- mi sussurra con entusiasmo tra i capelli.
Io cerco di liberarmi alla sua presa con scarsi tentativi. Mi costringe a girarmi così mi ritrovo faccia a faccia con lui.
-Pensavi davvero che non ti avrei presa?- 
Sbuffo contrariata -Pura fortuna.-
Lui alza un sopracciglio scettico -Ah, si?-
Ho qualche strano presentimento... la sua faccia promette male. Ma non importa. Lo fronteggio come sempre -Si.-
Lui ghigna, forse soddisfatto -Allora te la sei cercata.-
Non faccio in tempo a capire la sua frase che mi ritrovo a ridere e a urlare pregando di smetterla.
Tra risate e urla la mia voce esce quasi strozzata -Ti prego basta!-
-Non ho sentito!-
Continuo a ridere, consapevole che tutti ci stanno guardando, ma nessuno dei due sembra tenerne conto.
E in un attimo perdo l'equilibrio e cado a terra e Luca con me.
Si ferma. E scoppia a ridere con me. Gli tiro un po' di sabbia addosso -Sei uno scemo.-
-Non mi dovevi provocare!- continua lui.
-Certo... voi ragazzi avete questa cosa dell'orgoglio.- lo stuzzico io. Luca mi guarda negli occhi, e mi sorprendo di quanto siano azzurri -Ricomincio?-
Mi affretto a rispondere, improvvisamente preoccupata -No, no. Scusa scherzavo.-
Lui mi sorride e io faccio altrettanto. Si avvicina sempre di più, e io come spaventata mi scanso.
Lui accenna a una risata -Tranquilla, non ti mordo.- Mi tocca una ciocca dei capelli -Avevi un po' di sabbia tra i capelli.-
Annuisco. Ora la sabbia l'ha tolta... eppure perchè continua a toccarmi i capelli? Perchè si avvicina sempre di più?
Siamo amici, giusto?
E allora se siamo amici, perchè ad un tratto mi trovo con le sue labbra premute contro le mie?
Siamo amici. Eppure perchè mi ritrovo a infilargli le mani tra i capelli e a ricambiare il bacio piuttosto che allontanarlo?
Amici. Solo ora mi accorgo che è una grandissima balla.
Lui ha preso l'iniziativa, e io non l'ho respinto. La verità: non potremmo mai essere amici.
Non dopo questo almeno.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Si! Sono tornata! Dopo 8 giorni!
Direi che questa volta ho battuto proprio il record, contente che ho aggiornato prima?
Allora... vi piace il capitolo? Luca ed Elisa? Cosa pensate che succederà tra di loro?
Ok, smetto di bombardarvi di domande. Voi come al solito scrivetemi tutto quello che pensate nelle recensioni.
Cercherò... non prometto nulla, di aggiornare presto anche questa volta. Ma non garantisco nulla! Io ci provo comunque.
E non finirò mai di ringraziarvi perchè nonostante tutto continuate sempre a seguirmi.
Un bacione a tutte <3

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Capitolo 20
*** Che amica sei? ***


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Che amica sei?
 
Che amica sei,
non tradirmi mai.
Gli amori vanno.
Tu resterai!
 
E' da un po' che sto correndo senza sosta per le strade di Roma. E' stimolante, mi aiuta davvero a scaricarmi.
Comincio a rallentare sempre di più, ormai esausta, e vedendo un parco entro dentro.
Su una panchina scorgo una persona conosciuta. E' Martina.
La vedo e non mi sembra lei. Nè la ragazza allegra, sognatrice che ho conosciuto, nè tantomeno la ragazza fredda e dura che è diventata.
Sta piangendo e deve essere successo qualcosa di davvero preoccupante, perchè in tutto questo tempo non l'ho mai vista che versava una lacrima.
Così, per istinto, anche se so che non vuole parlarmi mi avvicino e mi siedo accanto a lei.
La rossa alza lo sguardo verso di me e si tira su le lacrime. Ha il trucco tutto sciolto e il nero gli cola su tuttte le guancie. 
-Che hai fatto?- cerco di usare un tono di voce rassicurante, per farle capire che di me si può fidare, ma lo sguardo di fuoco che mi lancia è chiaro e tondo.
-Ti interessa?- mi chiede con tono freddo e tagliente.
-Ovvio che mi interessa, sei la mia migliore amica.- la mia risposta la spiazza totalmente facendola boccheggiare per un po'.
-Non siamo più amiche.- alla fine riacquista la sicurezza di poco prima.
-Tu hai smesso di essermi amica. Io non ho mai smesso. Anche se non ti fidi più di me, se non vuoi rivolgermi la parola, non smetterò mai di esserti amica.-
Le sue labbra si stendono in un sorriso amaro -Sei troppo gentile con me Elisa... dopo come ti ho trattato continui a venirmi incontro?-
-Sono io che ho sbagliato, il tuo comportamento è stata una conseguenza.- ed è la verità. La colpa del nostro allontanamento è unicamente mia.
Dopo un attimo che sembra un'eternità sospira e si apre con me -Ho litigato con Alessio.-
-Avete litigato altre volte, vedrai che domani sarà tutto a posto.- e ne sono davvero convinta. Credo davvero che siano una di quelle coppie che ci sia per sempre, sempre innamorati...
Lei scuote la testa amareggiata -Questa volta è diverso. Lui dice che sono cambiata, e non riconosce più la persona che gli piace.-
Mi mordo il labbro inferiore non sapendo davvero che risponderle.
Poi le dico con sincerità -Andrà tutto bene.-
-E come lo sai?-
-Tu e Alessio siete una di quelle coppie da film, di innamorati persi, che stanno sempre insieme e superano ogni difficoltà. Andrà tutto bene, fidati.-
Lei mi sorride sincera. -Grazie.-
-E di che?-
-Di esserci sempre. Mi dispiace per tutto.-
-Non scusarti, eri arrabbiata ti capisco.-
La rossa mi guarda titubante ma alla fine mi attira verso di se abbracciandomi -Mi sei mancata davvero Eli.-
La stringo forte, anche se non è da me -Anche tu.-

E stare ore a parlare 
e raccontarsi di noi 
io ti sto vicina 
non sarai sola mai!
 
E' già passata un'ora buona. Io e Martina stiamo passeggiando per le strade di Roma, mentre ci raccontiamo gli ultimi "scoop".
Ed ora finalmente la riconosco. La ragazza peperina, sorridente e sognante che ho conosciuto è di nuovo qui con me. 
E ne ho davvero bisogno. -Allora, mi devi ancora raccontare come mai sei amica di quella biondina ora!- esclama ad un certo punto la rossa.
-Primo: quella biondina ha un nome, ed è Veronica; secondo: non è così male se la conosci bene.-
Lei scoppia in una risata -Se lo dici te!-
Così non posso fare a meno che ridere anche io con lei. -Dovresti conoscerla meglio.-
-Sicuro. Magari possiamo prenderci un tè con i pasticcini sabato pomeriggio.-
Scoppio a ridere più forte di prima -Sono seria.-
-Anche io!- e la sua affermazione non può che confermare che in realtà non lo è per niente.
Cambia improvvisamente discorso cogliendomi alla sprovvista -E con Luca?-
Comincio a tossire parecchio a disagio. Luca è proprio l'argomento che non voglio affrontare. Ma devo delle spiegazioni a Martina quindi...
-Che vuoi sapere?-
-Tutto, a partire dal bacio. Poi ho visto che siete diventati molto amici questo periodo. Quindi che siete?-
Che siamo? Bella domanda. Fino a ventiquattro ore fa avrei avuto la risposta pronta. Amici. Eppure ormai ho la netta certezza che non lo siamo per niente.
Così comincio a raccontarle tutto a partire dal primo bacio al parco, a come io l'abbia evitato dopo, e a quando abbiamo passato un pomeriggio insieme a parlare delle nostre famiglie.
-Così siete diventati amici?-
-Si, ma...-
-Ma?- mi chiede curiosa la rossa.
-Fino a ieri ero convinta che fossimo amici. Lo ero davvero. Ma poi.- interrompo la frase a metà, incapace di continuare, poi riprendo fiato e alla fine le confesso -Ci siamo baciati di nuovo.
Lei batte le mani entusiasta -Ma è fantastico! Lo sapevo che prima o poi vi sareste messi insieme!-
-Veramente non stiamo insieme.-
-E perchè?-
Così comincio a raccontarle bene cosa è successo dal momento del bacio in poi...
 
Luca mi sorrise, così anche io feci altrettanto. Si avvicinava sempre di più, e io come spaventata mi scansai.
Lui accennò a una risata -Tranquilla, non ti mordo.- Mi scosse una ciocca dei capelli -Avevi un po' di sabbia tra i capelli.-
Annuì. La sabbia l'aveva tolta... eppure continuava a toccarmi i capelli.
Ripetevo più volte a me stessa che eravamo amici. Ma se eravamo amici perchè ad un tratto mi trovai con le sue labbra premute contro le mie?
Amici... eppure perchè mi trovai a ricambiare il bacio piuttosto che allontanarlo?
Dopo un po' mi staccai bruscamente, balbettando qualcosa, e mi alzai in piedi.
Cominciai a camminare frettolosamente, ignorando completamente Luca.
Lui d'altro canto mi stava seguendo, finchè non mi prese per un braccio e mi costrinse a voltarmi verso di lui.
-E ora che farai?- mi chiese con un sorriso amaro.
-Io non lo so.- risposi sincera. Non sapevo davvero che fare.
-Non lo sai? Dimmi un po' te, hai intenzione di evitarmi come l'altra volta?-
Touchè. 
Lo guardai negli occhi e solo allora notai il suo sguardo ferito. Possibile?
D'un tratto il suo sguardo divenne freddo e le sue parole taglienti -Ho capito, ti riporto a casa.-
Mi superò e io rimasi di spalle, completamente stordita.
Poi lo seguii senza dire una parola.
 
Recupero il fiato dopo averle raccontato tutto.
Lei mi rimprovera -Ma come? L'hai allontanato di nuovo?-
-Io non volevo ma...-
Lei alza un sopracciglio squadrandomi da capo a piedi. -Non sono sicura.- alla fine è l'unica cosa che riesco a dire.
Il suo sguardo si addolcisce -Tesoro, ma che ne sai te? Se non ci provi non saprai mai come andrà a finire.-
Ha completamente ragione. Non lo posso sapere se non lo vivo.
-Lui non ti verrà incontro tutta la vita, prima o poi si stancherà. Quindi ecco il mio consiglio: cogli l'opportunità.
Annuisco. -Lo farò-
E per una volta sono sicura, per una volta so quello che voglio e non mi tirerò indietro.
-Grazie. Di tutto.-
Lei mi sorride e mi abbraccia -Ehi! E di che? Sei la mia migliore amica o sbaglio? Lo sai che ti puoi fidare di me.-
-Non so davvero come ho fatto a dubitarne.-
 
Fidati di me!
Io mi fiderò di te!

 
Angolo dell'autrice:
Si... sono tornata. Dopo undici giorni :3
Direi che sto facendo progressi. 
1) Volevo ringraziare le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, siete fantastiche <3
2) Che ne pensate di questo capitolo? Avrei preferito scriverlo meglio ma alla fine è venuto fuori così... almeno guardate il lato positivo. Elisa e Martina sono tornate amiche :) 
3) Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? Cosa farà Elisa?
4) Cosa ne pensate della nuova copertina? Vi piace? L'ho fatta io, volevo cambiarla, perchè quella che c'era prima non mi piaceva molto...
5) Volevo fare un appello per tutti i lettori silenziosi che hanno inserito la storia tra le seguite che sono ben 26. Per me è tantissimo, non mi sarei mai aspettata che 26 persone seguissero la mia storia. Però recensiscono sempre le solite persone (che adoro siete degli angeli <3), mentre la maggior parte di voi non si fa sentire, quindi volevo sapere un po' cosa ne pensate, se la storia vi piace o no.
E dopo questo quinto e ultimo punto credo di aver detto tutto. Mi raccomando recensite ;)
Io cercherò di aggiornare presto.
Un bacione a tutte <3

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Capitolo 21
*** Resisti ***


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Resisti

Uno squillo. Due squilli.
Apro gli occhi ancora assonnata, guardo meccanicamente la sveglia. Le 2,30. Ma chi cavolo può essere a quest'ora?
Mi tiro fuori dalle coperte, mentre ascolto Simone rispondere al telefono -Si, va bene. Sarò lì tra poco.-
Accendo la luce e gli chiedo un po' titubante -Che è successo?-
Lui evita il mio sguardo -Torna a dormire.-
La sua risposta, secca e coincisa, mi fa preoccupare ancora di più, così gli chiedo alterata -Cosa è successo Simone?-
Questa volta mi fissa negli occhi senza distogliere lo sguardo -Stella ha avuto un incidente in macchina.-
Una frase, può una frase farmi crollare a pezzi? Evidentemente si. Le mie gambe hanno ceduto e ora sto sul pavimento a fissare il vuoto.
Mio fratello viene verso di me e mi stringe forte a lui -Andrà tutto bene.-
Non dico niente. Non posso esserne sicura però. Stella ha avuto un incidente in auto. Mia madre ha avuto un incidente in auto.
Mamma è morta.
Stella non può morire. Non saprei sopportare un'altra perdita.
-Io vado all'ospedale.- sussurra Simone tra i miei capelli. Si alza in piedi e io lo seguo -Vengo con te.-
Lui non sembra convinto, così mi ritrovo a supplicarlo -Per favore.-
-Prendi la giacca.-
Annuisco, così senza neanche cambiarmi metto la giacca ed esco insieme a lui.
-Come andiamo all'ospedale?- 
-Con la macchina di Stella.-
Lo guardo scettica -Ma come? Non ha avuto l'incidente con la sua macchina?-
-No, stava insieme a Roberto.-
Così senza dirmi altro mi supera ed entra in macchina. Io rimango ferma sulla soglia del nostro portone, finchè Simone non mi fa cenno di salire.
Così entro in macchina e non posso fare a meno che pensare all'incidente.
Non possono essere solo delle semplici coincidenze. Così ricollego tutto nella mia mente.
Incidente.
Auto.
Stella.
Mamma.
Roberto, il ragazzo di Stella.
Papà...
Scuoto la testa, anche se ci sono tutte queste coincidenze non vuol dire che Stella farà la stessa fine di mamma. Eppure non posso fare a meno che ricollegarlo al suo incidente.
Forse Simone ha capito tutto perchè prova a mostrare un sorriso rassicurante. E' più grande di me, quindi sta cercando di essere forte. Per tutti e due.
Ma lo so che anche lui dentro sta crollando, proprio come me. Non lo da a vedere però, perchè sa che in questo momento lui è il mio punto di riferimento, e che se lui crollasse, crollerei anche io.
Durante tutto il viaggio non diciamo una parola. Lui troppo preso a seguire la strada, e io troppo presa a guardare fuori dal finestrino.
Il vetro è appannato. E' umido fuori. Oggi ha piovuto.
L'acqua è bagnata, la strada è scivolosa.
Incidente...
Cerco di non pensarci ma è inutile, continuo a tenere il mio sguardo fisso fuori dal finestrino, consapevole delle lacrime che rigano ormai il mio viso.
Non posso farcela. Non posso rialzarmi in piedi un'altra volta.
E mi mordo le labbra con forza e crudeltà. Sono proprio debole, in questo momento Stella sta combattendo per rimanere in vita, mentre io piango disperata.
Poi penso a lei, al suo volto sorridente, al suo ottimismo, così mi asciugo le lacrime.
Devo essere forte per lei.
Dopo altri dieci minuti di viaggio arriviamo all'ospedale San Giovanni. Simone riesce per fortuna a trovare un parcheggio fuori.
Così entriamo dentro l'ospedale.
All'ingresso una signora, che si occupa forse delle visite ci chiede cordialmente -Serve qualcosa?-
Simone prende la parola -Stella Ricciardi ha avuto un incidente in auto. Siamo i suoi fratelli.-
Lei annuisce comprensiva -Sta in terapia intensiva.-
Terapia intensiva. Il mio cuore perde un battito, per poi accelerare tutto d'un colpo.
Tutto intorno a me perde senso. Non c'è più nessuno, non c'è nessun ospedale.
Metto una mano sul petto, proprio all'altezza del cuore. Respiro con fatica e sento che sto per crollare.
Eppure non tasto il pavimento, ma mi ritrovo tra le braccia forti e accoglienti di Simone che mi sostengono. La mia ancora di salvezza.
Non lo lascio andare, sapendo che se lo farei cadrei a terra, incapace di rialzarmi.
Stiamo così per un po', finchè non mi sussurra all'orecchio -Andiamo a sederci.-
Annuisco con gli occhi lucidi. Continua a sostenermi e gli sono davvero grata per questo. Così ci sediamo.
Fisso la parete di fronte a me, mentre Simone non molla neanche per un solo istante la mia mano.
E' tutto bianco qui. Pareti, luci, i camici dei dottori, i volti dei pazienti...
Non mi piace il bianco.
Il bianco da un'idea di vuoto, neanche si può considerare un colore. Bianco. Cosa rappresenta il bianco?
Ci penso un po' ma non mi viene fuori niente. Esattamente. Niente.
-Non ti sembra tutto troppo bianco qui dentro?- chiedo con schiettezza a mio fratello.
Lui mi guarda stupefatto, forse sorpreso dalla domanda, o anche solo che abbia parlato -Neanche a te piace il bianco, eh?-
Così per un attimo riesce a strapparmi un sorriso.
Poi vedo i suoi occhi azzurri segnati dal dolore. Vorrei fare qualcosa, fargli sentire che ci sono così gli stringo ancora più forte la mano.
Lui alza lo sguardo e mima con le labbra un "grazie"
-E di che.- dico con voce flebile.
 
*****
 
Quando apro gli occhi non riconosco subito l'ambiente intorno a me. Poi ricordo. 
Io e Simone abbiamo passato tutta la notte all'ospedale, in attesa di qualche notizia. Ma niente.
Guardo a destra, aspettandomi di trovare mio fratello accanto a me, ma lui non c'è.
Mi alzo in piedi preoccupata e comincio a guardarmi intorno alla sua ricerca.
Poi una voce mi fa sobbalzare -Ho preso dei caffè.-
Mi porto le mani al cuore per lo spavento, e per il sollievo di vedere Simone accanto a me.
La mia reazione lo fa ridere, così rido anche io. Finalmente.
Ci risediamo mentre lui mi porge un caffè. Ne bevo un sorso e per poco non sputo tutto sul pavimento intatto dell'ospedale.
Mio fratello scoppia a ridere e mi stuzzica un po'. Io lo fulmino con lo sguardo.
Poi prendo il mio caffè e lo butto in un cestino.
Mi appoggio alla parete per poi chiedere a mio fratello -Qualche novità?-
Lui scuote la testa, piuttosto amareggiato -Niente.-
Niente. La parola risuona più volte nella mia testa. Poi Simone mi abbraccia e io mi lascio andare.
Siamo così vulnerabili, deboli. Siamo umani, basta poco per farci crollare ma l'importante è rialzarsi. Sempre.
-Andrà tutto bene.-
E forse alla fine andrà tutto bene davvero. Non possiamo dire nè fare niente. Solo sperare, sperare che Stella resista.
Resistere, penso sia questa la parola chiave di tutto.
A che serve resistere, direte voi. Resistere è l'unica cosa che rimane. Quando non si ha più niente, è l'unica cosa che si può fare.
Resistere, anche se il corpo cede l'anima resiste. E' questo l'importante.
E sono sicura che anche se il corpo di Stella è così esule, inerme in questo momento, lei ce la sta davvero mettendo tutta per resistere.
Lo so e basta. E' Stella, tiene troppo alla vita per lasciarla andare via così.
Un infermiera viene verso di noi -Adesso se volete potete trovare vostra sorella.-
La ringraziamo, non aspettiamo altro da stanotte, così entriamo dentro la stanza dove è ricoverata.
Ha gli occhi chiusi, ovviamente. Ha dei tagli e lividi in vari punti, una fascia a ricoprirle la fronte, e dei tubi che le portano l'ossigeno.
Simone va da lei e le accarezza la mano, mentre dice qualcosa talmente a bassa voce che non riesco a distinguere le parole.
Non sembra lei. E' l'unica cosa che riesco a pensare.
Quella sdraiata, per poco senza vita sul lettino di un ospedale non può essere lei...
Eppure devo guardare in faccia la realtà.
Mi avvicino anche io, e le prendo l'altra mano, imitando Simone. Nessuno dei due la molla, ne dice niente.
D'un tratto la schermata del monitoraggio del cuore attira la nostra attenzione. L'aggeggio produce un suono stridulo, le linee diventano sempre più discontinue fino ad appiattirsi.
Simone corre subito fuori dalla stanza chiamando aiuto disperatamente.
-Per favore! Qualcuno venga qui subito!-
 Per fortuna vengono immediatamente dei medici. Uno di loro urla abbastanza preoccupato -Un arresto cardiaco! Serve il defibrillatore, presto! O la perdiamo!-
Alcuni di loro cercano di mandare fuori me e Simone, ma non ci riescono.
-E' nostra sorella cavolo!- sbraita mio fratello.
Così ci ignorano e cercano di eseguire il loro lavoro. Mentre li guardo che tentano di rianimarla, il mio respiro si fa sempre più veloce.
Simone mi tiene la mano, ma in questo momento forse, è più vulnerabile di me.
La guardiamo immobili, senza poter fare niente. Così, mentre le lacrime scendono impetuose sul mio viso, non posso fare a meno di sperare che debba resistere.
Mi accascio a terra, e Simone non fa niente per impedirlo. Anzi, lo ritrovo accanto a me, in uno stato peggiore del mio.
Stiamo piangendo tutti e due. 
Le parole degli infermieri non mi entrano più nelle orecchia, non sento più niente. Non vedo niente.
E in attimo è tutto nero intorno a me.




Angolo dell'autrice:
Avete visto? Sto aggiornando con più frequenza!
Ok, per prima cosa volevo ringraziarvi per le meravigliose recensioni del capitolo scorso. Grazie davvero <3
Seconda cosa: non mi ammazzate. Davvero, se lo fate non saprete mai come andrà a finire la storia.
Sul serio, so che vi aspettavate un capitolo tutto su Elisa e Luca, e invece avete letto un capitolo tristissimo sull'incidente di Stella.
Comunque, secondo voi come andrà a finire? Stella?
Ora devo lasciarvi. 
Un bacione <3

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Capitolo 22
*** I pezzi della mia vita ***


Questo capitolo lo volevo dedicare a Rori98, perchè lei c'è sempre,
e non ho mai avuto modo di ringraziarla per le sue bellissime recensioni.
Sei fantastica <3
A te e a tutte voi che continuate a seguirmi <3

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I pezzi della mia vita

Non sono mai stata brava a completare i puzzle. E' una cosa stupida, direte voi. E forse avete ragione, ma io davvero non ci riuscivo.
All'inizio è divertente, cercare di ricomporre i pezzi, per formare qualcosa di sensato.
E fino ad un certo punto ero pure brava. Poi però c'era qualcosa che mi impediva di andare avanti.
Mi fermavo sempre al solito punto: quando mancavano ormai pochi pezzi. I pezzi principali.
E se ci pensate è un po' come riordinare la propria vita. Si comincia dai fatti che hanno meno importanza, per poi passare a quelli sempre più importanti.
Ma quando si arriva quasi alla fine, quando la meta è a un passo da noi, qualcosa ci blocca. Ci impedisce di andare avanti.
Ma dobbiamo lottare, lottare fino allo sfinimento per collocare il pezzo mancante della nostra vita.
 
*****
 
Una bambina si siede sul divano incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
Sbatte ripetutamente il piede a terra in attesa che qualcuno la degni del suo sguardo. E' davvero buffa, con quelle braccia incrociate portate al petto, la coda di cavallo ormai sfatta.
Sbuffa sonoramente. Odia fallire. E' strano a dirsi per una bambina di nove anni, ma è così.
Le viene quasi da piangere. Ma non lo fa. Odia piangere. Crede che sia una cosa per bambini, e lei non lo è più. O almeno crede.
Una donna con dei lunghissimi capelli si avvicina e le sorride dolcemente accarezzandole la guancia -Che hai fatto tesoro?-
La bambina alza lo sguardo puntando i suoi occhi marroni in quelli azzurri di lei. Le sembra di vedere il mare ogni volta che la guarda.
-Non ci riesco.- sussurra imbarazzata abbassando lo sguardo verso il pavimento.
La donna le alza il viso, per permetterle di guardarla negli occhi -Cosa non riesci a fare?-
La bambina sembra sul punto di scoppiare a piangere, ma incredibilmente trattiene le lacrime -Non riesco a finire il puzzle!-
La donna sorride e prendendola per mano la porta verso il tavolo dove in disordine si trovano tutti i pezzi di quell'assurdo gioco.
Un bambino con la chioma nera arruffata e gli occhi, anche lui azzurri spunta fuori dal nulla -Vi aiuto anche io!-
Accanto a lui una ragazzina, con dei lunghi capelli castani sorride dolcemente -Non vorrete finirlo senza di me!-
Così i quattro cominciano a riordinare i pezzi del gioco, e a collocarli nel punto giusto.
Un uomo con i capelli brizzolati si avvicina alla bellissima donna e gli stampa un bacio sulle labbra.
Poi si allontana ed esclama entusiasta con la macchinetta in mano -Ora dite cheese!-
Così viene incorniciato un attimo della loro vita, che rimarrà per sempre racchiuso in una foto.
 
Apro gli occhi di scatto ritrovandomi sudata e agitata in un letto nel mio letto.
Ripenso immediatamente a quello che ho sognato. E' successo davvero... era un ricordo.
Poi penso a come sono arrivata qui. Nella mia camera. Mi guardo intorno cercando la conferma che questa è la mia camera. Lo è.
Ma come ci sono arrivata qui? Stavo in ospedale quando...
Stella. Mi rivedo la sua figura, distesa in un lettino di un ospedale, troppo bianco e troppo vuoto, per i miei gusti.
La rivedo mentre i medici tentano di rianimarla.
Poi rivedo me. Simone. Rivedo noi due accasciati a terra, in preda alle lacrime. E poi il nero. Non ricordo più nulla.
Guardo la sveglia sul comodino. Segna le 16:30.
Mi tiro su le coperte strattonandole e mi alzo in piedi uscendo da camera mia in fretta e furia.
Devo sapere che è successo dopo che sono svenuta. Così, sono sicura di trovare Simone in casa, ma di lui non c'è traccia.
Poi prendo il cellulare e vedo che ho varie chiamate perse, dei messaggi in segreteria telefonica e un SMS.
Apro il messaggio: Io sono all'ospedale. Penso che resto fino a stasera. Ti ho lasciato qualcosa da mangiare in frigo.
Lo rileggo più volte e più volte ancora. Perchè non dice niente di Stella?
Ho bisogno di un po' d'aria, così prendo la mia giacca di pelle nera, le chiavi ed esco di casa.
Non ho una meta precisa, ho solo bisogno di non pensare a Stella, perchè mi verrebbero in mente solo cose negative. Ed in questo momento davvero non reggo.
Così mi ritorna in mente il sogno... il ricordo.
Che avrà voluto dire?
Ripenso a mia madre, alla sua voce dolce e cristallina, ai suoi lunghissimi capelli, allo sguardo sempre rassicurante che mostrava ogni volta, anche nei momenti più difficili.
Poi mi riviene in mente una cosa che mi disse, proprio durante quella giornata.
Sai, a volte costruire un puzzle è un po' come riordinare i pezzi della tua vita.
I pezzi della mia vita. In questo momento dovrei riordinare così tante cose, che non saprei davvero da dove cominciare.
E ripenso a Stella, anche se mi ero ripromessa un attimo fa di non farlo. Ma è impossibile non pensare a lei in questo momento.
Il primo pezzo del puzzle che rimetterei a posto sarebbe lei. Ma purtroppo per lei non posso farci niente, lì sarà davvero il destino a pensarci.
Così cerco di pensare a qualcos'altro che vorrei mettere a posto nella mia vita.
Martina. Con lei ho risolto, ed è già un pezzo in meno da collocare.
Poi c'è mio padre. Ma tra qualche mese anche con lui sarà tutto risolto. Completamente. Saremo di nuovo una famiglia...
Una figura prende forma nella mia mente, e si fa sempre più nitida, mentre io cerco di scacciarla via.
Luca. Con lui che dovrei fare?
Poi mi rivengono in mente le parole di Martina. Il problema è: sono davvero pronta per questo passo?
Prendo una decisione così gli mando un messaggio al cellulare.
 
*****
 
Guardo l'ora. Sono le 17:15. L'appuntamento era alle 17:00, quindici minuti fa.
E se mi avesse dato buca? Se avesse avuto meglio da fare? Se...
Una voce interrompe i miei assurdi pensieri -Ehi!-
Mi volto, sorpresa di vederlo davanti a me, e felice -Ehi!-
Lui si avvicina e mi chiede interessato -Come mai mi hai chiesto di venire?- mi scruta, aspettandosi una risposta diretta da me, che purtroppo non viene.
Poi prendo coraggio e lo affronto -Io, mi chiedevo se...- lui mi incita a continuare. -Se volevi fare un giro.-
E' forse sorpresa quella che leggo nei suoi occhi? E' possibile. -Va bene.- la sua risposta mi spiazza totalmente, pensavo che non voleva avere più niente a che fare con me.
-Bene.- dico più a me stessa che a lui. -Dove andiamo?- mi chiede.
Comincio a balbettare, pensando ad un posto decente dove potremmo andare.
Vedendo che non ho niente in mente mi porge il casco -Facciamo che ti porto io da qualche parte?-
Sorrido spontaneamente, e piano piano, mi convinco che questa è la cosa giusta -Sarebbe fantastico.-
Così partiamo, e io come al solito mi stringo forte a lui per la paura.
Non chiedo niente per tutto il viaggio, e mi limito a guardare le vie che stiamo percorrendo di Roma. Se non mi sbaglio mi sta portando verso il centro storico.
Dopo dieci minuti Luca parcheggia il motorino e quando scendiamo ne ho la conferma: siamo al centro.
Gli porgo il casco sorridendo. Mi è sempre piaciuto il centro storico di Roma. Ci andavo spesso da piccola, con tutta la mia famiglia. Compresa mia madre.
Basta poco per farmi cambiare umore, infatti in questo momento non posso che rimpiangere tutti i momenti passati insieme.
Luca sembra accorgersene, infatti mi chiede -Tutto bene?-
Sorrido. E' così che si fa, no? -A meraviglia.- So che sto mentendo a lui, a me, però convincermi che sto bene, è una delle poche cose che mi spinge ad andare avanti.
Cominciamo a camminare, senza andare di preciso da nessuna parte. Ci guardiamo intorno, ammirando le bellezze che offre questa città.
Poi mi viene un'idea -Facciamo che chi arriva ultimo alla gelateria là in fondo paga per tutti e due!-
Così comincio a correre divertita, mentre Luca cerca di starmi dietro.
Ridiamo come due matti, attirando l'attenzione di tante persone, soprattutto turisti che ci guardano divertiti.
-No! Così non vale!- Luca mi prende da dietro, e riesce a superarmi. Non riesco a raggiungerlo, infatti il primo ad arrivare è lui.
-Mi sa che ti tocca pagare!- esclama lui soddisfatto.
Porto le braccia al petto, mettendo il broncio, fingendomi offesa -Vorresti far pagare a una signorina?- 
La ragazza che serve i gelati interrompe la nostra discussione -Allora che volete?-
Luca guarda prima lei, e poi me per poi rispondere -Prima le signorine!-
Sorrido irritata per poi ribattere -Quindi prima te?-
Touchè! Colpito in pieno.
-Spiritosa.-
Io alzo le spalle con nonchalance per poi riprendere -Allora se non vai te vado io. Un cono da due gusti con variegato nutella e nocciola!-
Poco dopo sembro davvero una bambina di otto anni, felice perchè può finalmente mangiare il suo gelato.
-Per me doppia panna, pistacchio e fragola!-
Lo guardo disgustata, per poi alzare un sopracciglio -Doppia panna?-
-Che c'è di male?- chiede lui. Se io sembro una bambina di otto anni, lui se ne dimostra sei.
Trattengo a stento una risata per poi riprendermi -Niente.-
-Ecco qui!- si rivolge a Luca, porgendogli il suo "gustoso" cono. Lui la ringrazia, mentre io sono già pronta con i soldi in mano. Sono di parola io, eh!
Inaspettatamente però Luca mi precede e paga anche per me.
Non faccio in tempo a ribattere che lui è già fuori, seduto, invitandomi a fare altrettanto.
Appena seduta, gli chiedo sospettosa -Non dovevo pagare io?-
Le sue labbra si distendono in un sorriso bellissimo -Credevi davvero che ti avrei fatto pagare?-
Non rispondo. Così lasciamo stare il discorso su chi doveva pagare.
Poi mi chiede -Come va?-
-Bene.- gli rispondo continuando a mangiare il mio gelato e a tenere lo sguardo fisso sul tavolo.
-Non ti credo.- chiaro, coinciso.
Alzo gli occhi per sostenere il suo sguardo -Questo è un problema tuo.-
Lui non demorde -Sul serio, non...-
Lo interrompo bruscamente -Mia sorella Stella sta in ospedale.-
Lui per un attimo rimane senza parole, poi tenta di tranquillizzarmi -Vedrai che andrà tutto bene.-
-Ha avuto un arresto cardiaco.- dirlo così ad alta voce mi fa sentire ancor più male.
Questa volta è davvero senza parole.
Decido di affrontarlo, cos' punto i miei occhi nei suoi e sorrido -Ma hai ragione. Sicuramente andrà tutto bene.-
Autoconvinzione. Dicono che sia efficace. Lo è davvero?
Non parliamo più per un po' di tempo, finchè Luca mi dice -Ti va di andare da una parte?-
Annuisco e seguo Luca. Gli chiedo più volte dove mi vuole portare, ma non c'è niente da fare. Non mi risponde.
Ci fermiamo a un punto che conosco bene. Mi guardo intorno poi mi rivolgo a lui -Fontana di Trevi? Ci sono stata un sacco di volte!-
Lui alza le spalle -Anche io, e allora?-
-Dai vieni!-
E mi trascina con se lì davanti. Turisti che si fanno foto, persone che chiacchierano allegre, altre che lanciano monete esprimendo un desiderio. 
Poi Luca mi porge una moneta da dieci centesimi -Dai non dirmi che non hai mai espresso un desiderio!-
-Certo che l'ho fatto! Ma è inutile, tanto non si avverà!-
Lui cerca di convincermi -Che ne sai? Magari ancora non è arrivato al momento giusto!-
Mi allontano da lui, mentre mi chiede -E ora che c'è che non va?-
Torno indietro e mi sfogo con lui -Non si avvererà mai niente! L'ultima volta che ho espresso un desiderio non è successo! Anzi, direi che si è avverato il contrario. Ho chiesto un'unica cosa: che la mia famiglia non mi avrebbe mai abbandonato. Mia madre è morta! Mio padre sta in carcere! E ora anche Stella... Stella...-
Non finisco la frase che sono scoppiata in lacrime, accasciandomi a terra. Luca si abbassa e mi porge una mano per alzarmi in piedi -Mi dispiace.-
Mi rialzo, asciugandomi le lacrime -Scusa te lo sfogo-
-Non ti preoccupare.-
Fa per rimettersi dentro le monete quando lo fermo -Provare non costa nulla, no?-
Lui mi sorride, riporgendomi la moneta. -Al tre?-
-Al tre!-
-Uno...- mi volto di spalle.
-Due...- cerco di concentrarmi più che posso sul mio desiderio. Fai che Stella stia bene...
-Tre...- apro gli occhi e lancio la moneta indietro, che al contatto con l'acqua crea un dolce suono.
Poi mi chiedo cosa abbia espresso lui. Ma non glielo chiedo.
Mi suona il cellulare, il numero è sconosciuto, ma rispondo ugualmente -Elisa, vieni subito qui in ospedale! E' importante!-
La voce di mio fratello mi risuona in testa diverse volte, poi mi rivolgo a Luca -E' Simone, devo andare in ospedale e...-
-Tranquilla vai.-
-Ok.- comincio a camminare pensando a cosa possa essere successo, poi mi fermo e guardo indietro. Luca è ancora fermo, mi sta fissando.
Così decido di tornare indietro. Lui mi guarda sorpreso, chiedendosi cosa cavolo stia facendo. E onestamente neanche io lo so.
Quando sono ormai davanti a lui, lascio che sia il mio istinto a guidarmi -Volevo darti questo.-
Prendo il suo volto tra le mie mani, e gli stampo un bacio a fior di labbra. Un semplice contatto, di un secondo, ma che lo lascia parecchio spiazzato.
Sorrido per la sua reazione -Ora devo andare!-
E mentre vado davvero, e mi giro per guardarlo, posso giurare di aver visto un sorriso su quelle labbra.



Angolo dell'autrice:
Eccomi tornata! Vi sono mancata? Dai, non ci ho messo così tanto ad aggiornare!
Comunque grazie infinite per le bellissime recensioni. Siete fantastiche <3
Allora, che ne pensate del capitolo? Vi è piaciuto? Non era così male... o si?
Cosa pensate che succederà in questo punto della storia? Ok, troppe domande...
Voi continuate a seguirmi e a recensire. Sul serio, le vostre recensioni mi spingono ad andare avanti, siete uniche <3
Un bacione <3

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Capitolo 23
*** Vivere a colori ***


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Vivere a colori

Non mi è mai piaciuto il bianco. Pensando al bianco mi veniva sempre in mente il vuoto. Non so perchè, sarà che il bianco è così neutro. Per me non rappresenta nulla.
Sarà il fatto che tutti gli ospedali sono bianchi. Le pareti, i pavimenti, i lettini. Persino i pazienti hanno il volto bianco. I morti sono bianchi.
Forse è per questo che odio il bianco.
Neanche il nero mi piace. Se il bianco mi fa pensare al vuoto, il nero per me rappresenta lo sconosciuto. E si sa, tutti sono spaventati dall'ignoto.
Il nero è oscurità, e a me non è mai piaciuto il buio. L'ho sempre odiato. Sarà perchè quel nero avvolgeva tutte le persone a cui tenevo, sarà perchè mi ha sempre fatto sentire persa, che non mi piace.
Il grigio è quello che mi piace di meno. Cos'è il grigio? Una via intermedia tra bianco e nero? No, grazie.
Il grigio non è un colore. E' qualcosa di indefinito. Non mi piace.
A me piacciono i colori veri, quelli che sono così belli da farti pensare alla vita...

*****
 
Dopo quaranta minuti mi trovo dentro l'ospedale. Al banco all'ingresso riconosco la signora con cui abbiamo parlato l'altra volta io e Simone.
-Cerchi tua sorella, no?-
Annuisco senza dire niente.
La signora, forse sulla cinquantina, mi sorride -Devi andare dritto. E' l'ultima stanza a destra.-
La ringrazio, e lei mi risponde semplicemente che è il suo lavoro. Seguo le sue indicazioni. Il corridoio mi sembra improvvisamente lunghissimo e la stanza irragiungibile. 
Le pareti sono semplicemente troppo bianche. Troppo vuote. 
Alla fine arrivo alla stanza che mi sembrava irragiungibile ed apro preoccupata la porta.
Ciò che mi si presenta davanti agli occhi mi fa sentire subito il cuore più leggero. Un sorriso spontaneo mi spunta sulle labbra.
Stella e Simone, che stavano ridendo fino a un attimo fa, si accorgono della mia presenza e mi sorridono.
Io vado verso di loro e subito abbraccio Stella.
Ovviamente Simone interrompe anche un momento come questo -Guarda che così la soffochi.-
Mi stacco, sbuffando e gli faccio la linguaccia. Alla mia reazione sia lui che Stella scoppiano a ridere.
Poi fisso Stella. Lei sembra stare bene. Certo, ha dei lividi, cerotti, fili attaccati un po' dappertutto. Ma lei sta bene. E' viva.
Così subito ripenso al giorno prima, a quando per poco abbiamo rischiata di perderla per sempre. Non posso evitare che una lacrima scenda sul mio viso.
Stella se ne accorge e stringe la mano ad Elisa sorridendole dolcemente -Ehi, non pensavi davvero che sarei morta?.-
Il mio silenzio le da la conferma. -Come hai potuto pensarlo?-
Non è un rimprovero, solo una domanda. Ed effettivamente me lo chiedo anche io guardandola nello stato in cui è messa.
Non è al massimo delle forze, ovviamente. Ma è viva.
E' una combattente. Lo è sempre stata. Sempre avanti fino alla fine.
Così le rispondo -Non lo so.-
Veniamo interrotti dall'infermiere -Scusate il disturbo, ma ora dovrei fare delle visite a vostra sorella. Domani potrete tornare a trovarla.-
Noi annuiamo e salutiamo Stella. Prima di chiudere la porta Simone gli dice -Vedi di rimettirti presto!-
Ovvio che si rimetterà presto. Il prima possibile. Perchè lei non mollerà mai. Perchè lei è una combattente. Lo è sempre stata.
Per questo l'ho sempre invidiata, è brutto da pensare, lo so. E' mia sorella...
Ma lei ha sempre avuto questa capacità di rialzarsi, di combattere, anche quando niente andava per il verso giusto. Lei ci ha tirato su, quando nessun altro è stato in grado di risistemare le nostre vite.
Lei continuava a combattere, nonostante tutto. Lei è stata in grado di fare tutto quello che io avrei sempre voluto.
Ma io sono sempre stata troppo debole, non sono stata in grado di fare neanche la metà di quello che ha fatto mia sorella.
Così mi sento davvero inutile. Stella ha fatto tantissimo per me, per noi. Per rimettere in sesto tutta la famiglia, quando ormai nessuno più ci credeva.
E io non le sono mai stata grata abbastanza. Ci sto pensando solo adesso, che era in punto di morte.
E ho deciso che anche io voglio rendermi utile, che voglio fare qualcosa per lei. Per farla sentire meglio.
 
*****
 
Circa un'ora dopo sono a casa da sola. Mio fratello è andato in una pizzeria insieme a Veronica. In questo modo la può tenere aggiornata sugli ultimi avvenimenti.
Così mi ritrovo al telefono ad ordinare pizza al taglio. Si prospetta davvero interessante questa serata... Poi mi viene un'idea e mando un messaggio a Luca.
Alla sua risposta sorrido. Chiamo di nuovo la pizzeria: la pizza che ho ordinato non basta per due persone.
Poi vado in camera di Stella e mi guardo intorno. La stanza è così vuota, e così bianca che non è da lei.
Mi viene in mente un'idea che potrebbe essere carina, per farla stare meglio. Così cerco nel cassetto del suo comodino una chiave. Sorrido quando finalmente la trovo.
Scendo giù. Al piano terra c'è un magazzino. Entro dentro e a fatica riesco a respirare. Tossisco un paio di volte, per poi riprendere il fiato. Qui dentro c'è tantissima polvere.
Accendo la luce, anche se illumina davvero poco. Mi guardo intorno alla ricerca di alcune cose. 
Poi le trovo proprio in fondo allo stanzino. Prendo due secchi di vernice, e ringrazio mentalmente perchè c'è l'ascensore, così salgo a portarli su casa.
Scendo di nuovo giù visto che ce ne sono altri due. Li prendo e a fatica riesco a reggerli. Per chiudere il magazzino, per poco non mi casca un secchio su un piede, ma qualcuno riesce ad afferarlo, seppur con fatica. 
-Stai attenta.- alzo lo sguardo incontrando gli occhi azzurri di Luca.
-Ehi!- mi spunta un sorriso spontaneo.
Lui prende anche l'altro secchio di vernice e mi fa -Ci penso io.-
Lo ringrazio mentre gli faccio spazio nell'ascensore. Lui sembra voler evitare il mio sguardo a tutti i costi. -Hai fatto presto a venire.- dico io per rompere il ghiaccio.
Lui continua a non guardarmi negli occhi -In realtà ero qui vicino.- mi confessa, più imbarazzato di prima.
-Ok.- è l'unica cosa che riesco a dire.
Finalmente punta il suo sguardo nel mio -Avevo intenzione di venire a trovarti, comunque.-
Mi schiarisco la gola, per poi chiedergli sorpresa -Davvero?-
Lui annuisce -Sai... volevo sapere come sta Stella.-
Stella. Certo, come ho fatto a non pensarci prima. Lui sapeva tutto. In fondo sono stata io a confidarmi con lui ieri. Ieri...
Solo ora mi torna in mente il mio gesto. Il bacio, cavolo. Come ho fatto a dimenticarmene?
Distolgo lo sguardo da lui e guardo la porta dell'ascensore. L'ho sempre detto che quest'ascensore va troppo lento.
Finalmente la porta si apre, dopo quello che mi è sembrato un'eternità di tempo. Usciamo e gli faccio strada verso casa mia.
Entrati gli rispondo -Sta bene, però per il momento sta ancora in ospedale. Sai, volevo farle una sorpresa per quando tornerà a casa.-
Luca indica i secchi di vernice -E questi c'entrano con la sorpresa?-
Annuisco. Poi gli chiedo -Mi aiuti?-
Lui mi sorride -Certo, non avevo per niente voglia di stare a casa.-
Adesso l'imbarazzo sembra non esserci più, per tutti e due. Solo ora mi accorgo che sta ancora tenendo i secchi con la vernice -Tranquillo, poggiali pure lì.-
Lui fa come gli dico, poi mi segue in cucina.
-Prepari qualcosa te?- mi chiede.
-Se vuoi morire avvelenato, ok.- alla mia affermazione posso notare un velo di preoccupazione negli occhi di Luca.
-Scherzavo, comunque ho ordinato la pizza.-
Lui sospira, sembra davvero sollevato. Io d'altro canto lo fulmino con lo sguardo.
-Allora, qual è la sorpresa per tua sorella?- 
Qualcuno suona al citofono -Devono essere arrivate le pizze.-
Così scendiamo tutti e due. Quando sto per prendere i soldi per pagare, Luca mi anticipa e porge al fattorino venti euro.
Ce ne torniamo su casa, quando io lo ammonisco -La vuoi smettere di pagare tu?-
Lui alza in alto le mani in segno di resa -Giuro che questa è l'ultima volta.-
Io scuoto la testa rassegnata. Andiamo in cucina e cominciamo a mangiare.
-Allora, mi vuoi spiegare la sorpresa?- insiste Luca. Così comincio a spiegargli, bene o male, quello che ho in mente. Lui annuisce più volte.
Appena ho finito chiedo il suo parere -Che ne pensi?-
-Si potrebbe fare.-
Sorrido e lo trascino per un braccio verso la camera di Stella. Lui si lamenta -Ma non ho finito di mangiare!- 
-Hai mangiato fin troppo!-
Lui continua a lamentarsi ma io non lo ascolto. Porto qui i secchi di vernici e prendo dei pennelli per pareti, dei rulli che non credevo di avere e delle spugne.
-Da dove cominciamo?-
Io scrollo le spalle e di tutta risposta apro il secchio con la vernice gialla. Poi gli passo un rullo -Io direi di cominciare dal giallo!-
Prendo l'altro rullo e cominciamo a passarlo un po' a caso sulla parete bianca di fronte a noi.
Il giallo da subito luce alla parete. Giallo è il colore del sole. Giallo è sinonimo di luminosità. Giallo mi fa pensare a quella "luce" che ha salvato Stella. Giallo è miracolo.
-Stai facendo un casino!- mi rimprovera Luca.
Io lo ignoro, e apro un altro secchio di vernice. Ora tocca al blu.
Comincio a schizzare col pennello un po' di colore in alcuni punti della parete.
Guardo gli occhi di Luca, che sono azzurri, più chiari del blu, ma sempre della stessa tonalità.
Solo ora mi accorgo quanto questo colore mi dona un senso di pace e tranquillità. Sarà perchè immediatamente lo ricollego al mare, oppure al cielo di notte, e mi da un senso di rilassamento.
E' questo più o meno l'effetto che hanno i suoi occhi con me. 
Lui se ne accorge che è da un po' che lo sto fissando e mi chiede -Che c'è?-
-Niente. Hai dei begli occhi.- dico semplicemente, lasciandolo un po' perplesso.
-Comincia a passare un po' di verde.- gli dico.
-Non ti sembra di mettere un po' troppi colori?-
Io lo fulmino con lo sguardo, lui d'altro canto si arrende e comincia a stendere un po' di verde. Sorrido come un'ebete mentre lo guardo stendere il colore.
Mi piace il verde. Mi è sempre piaciuto. Il verde rappresenta la speranza, giusto?
Beh, credo che questo sia il colore che meglio rappresenti Stella, perchè lei nonostante tutto, non ha mai messo di sperare, e ha continuato a lottare contro tutto e tutti.
Per ultimo passiamo il rosso. Per sbaglio uno schizzo di colore arriva sulla maglietta di Luca.
-Scusa non l'ho fatto apposta!- tento di giustificarmi, ma è inutile perchè lui mi ha già sporcato la guancia, lasciando un lungo tratto rosso. 
Mi giro di scatto, e col pennello, gli stendo un po' di colore sul naso -Così ti impari!- gli faccio la linguaccia.
Cominciamo a tirarci un po' di colore addosso fino a che lui non mi riesce a bloccare, tenendomi ferma per i polsi.
Mi fermo a fissare una linea rossa, tracciata lungo il suo collo. Così, giusto per curiosità, passo le dita proprio lungo quel tratto.
Rosso è il colore dell'amore.
Mi accorgo solo ora che le sue mani, che prima mi tenevano le mani, ora sono lungo i miei fianchi.
E non so neanche come mai, ma mi ritrovo con le mie labbra premute contro le sua, un'altra volta.
Forse questo è il bacio più consapevole che ci siamo dati. Un bacio che sa di rosso. Un bacio che sa di amore...




Angolo dell'autrice:
Yes, here I am. Lo so che sono scomparsa, perdonatemi. Lo so che mi vorrete ammazzare perchè sono in un mega-ritardo.
O mi vorrete ammazzare per la schifezza che è venuta fuori, ma vi prego, scusatemi.
Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, ma l'ultimo mese di scuola è stato decisamente il più duro, tutte interrogazioni e verifiche. Però ne è valsa la pena, niente debiti :)
Ok, so che non ve ne frega niente e passo al capitolo.
Voi che ne pensate? Come ho già detto a me non piace, però spero che almeno a voi sia piaciuto...
Poi che altro devo dirvi? Ah si... Non credo che manchi molto alla fine della storia, non so di preciso quanti capitoli, ma davvero, non manca molto. Comunque finita questa storia, ho già in mente di pubblicare qualcos'altro, e spero che continuerete a seguirmi.
Un'altra cosa... un po' di tempo fa avevo pubblicato due one-shot.
Se vi piace Hunger Games provate a leggere questa storia: 
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1884159&i=1
Poi ho provato a scrivere una one-shot drammatica, non so bene cosa ne sia venuto fuori, però se vi va date un'occhiata anche qui: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1868730&i=1
Detto questo spero di aggiornare presto. Insomma, è pur sempre estate, ce la dovrei fare.
Ah giusto... Passate tutte una buona estate <3
E mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo ;)
Un bacione <3

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Capitolo 24
*** Nullità- Luca's Pov ***


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Nullità- Luca's Pov


A volte penso che mi illudo troppo facilmente.
Il problema è che cerco di essere ottimista, non sono mai stato un ragazzo che vede il bicchiere mezzo vuoto.
Soprattutto sono sempre stato molto sicuro di me con le ragazze.
Eppure qualcosa è cambiato. Io sono cambiato.
Lei è diversa da tutte le altre. Lei è bella, è determinata, e ne ha passate davvero tante per avere soltanto quattordici anni.
Forse è per questo che mi piace. Lei è unica nel suo genere.
Ma lei è anche così insicura.
E io ho bisogno di certezze, di qualcuno che mi dice "Ci sono io, tranquillo.", e non qualcuno che mi chiama solo quando ne  ha bisogno.
Il problema è che fino a poco tempo fa ero convinto di piacergli. Ci avrei giurato.
Mentre adesso non so più niente. 
Lei è troppo insicura.
Cambia idea così facilmente.
Un attimo prima ci baciamo, l'attimo dopo dice che preferisce se restiamo amici, ma nemmeno sono sicuro che voglia essere mia amica.
Forse lei non ha fatto niente.
Forse sono solo io che mi illudo troppo facilmente. Forse do troppo importanza a dei piccoli dettagli, che in realtà si rivelano davvero insignificanti.
Solo che per una volta mi sono sentito come se contassi qualcosa per qualcuno. Mi sono sentito utile.
Lei mi ha fatto sentire così. 
Per la prima volta non mi sono sentito una nullità. E questo grazie a lei.
Ma la verità è che non sarò mai abbastanza. Nè per lei, nè per nessun'altro.
 
*****
 
-Scusa non l'ho fatto apposta!- Elisa cominciò a scusarsi, davvero mortificata. Ma non ci feci molto caso.
Gli avevo già sporcato la guancia, lasciandogli un lungo tratto rosso. 
Lei, col pennello, mi stese un po' di colore sul naso -Così ti impari!- 
Era così carina. Anche quando faceva le smorfie.
Cominciammo a tirarci un po' di colore addosso fino a che non riuscii a bloccarla, tenendola ferma per i polsi.
Lei sembrò non prestarmi attenzione, anzi, sembrava molto attenta a passare le sue morbide dita lungo il mio collo. Proprio dove ero sporco di vernice.
Non so perchè lo feci, forse per l'atmosfera, o forse semplicemente perchè lo volevo fare.
Al contatto con le mie labbra, all'inizio sembrò irrigidirsi, ma poi si lasciò lentamente andare e questo mi diede un po' di sicurezza.
Poi però, come scottata si allontanò da me.
Non mi guardò negli occhi, e mi sembrò così insicura in quel momento -Scusa.-
Scusa. Forse neanche lei sapeva perchè me lo aveva chiesto.
-Scusa?- gli feci eco io, non riuscendo a nascondere il mio scetticismo.
Questa volta sembrò più sicura -Si, scusa. Non doveva succedere, è stato solo uno sbaglio.-
-Sai che c'è? Tu sei stata uno sbaglio!- la mia voce risultò più fredda di quanto pensassi, e le mie paroli taglienti l'avevano ferita.
Ne ero sicuro.
Eppure lei non aveva idea di quanto io fossi ferito.
 
Continuo a pensare che il soffitto di camera mia non sia mai stato così interessante.
Ilaria viene a piagnucolare sulla mia maglietta, mentre io le accarezzo i capelli. -Che c'è piccola?-
Alla fine riesco a capirla tra un singhiozzo e l'altro -Mamma ha detto che mi portava al parco giochi, però ha detto che non può più!-
La diretta interessata entra in camera e si rivolge a me -Per favore, la puoi portare tu? Lo sai... il lavoro e-
La interrompo bruscamente, non degnandola di uno sguardo, mi rivolgo direttamente a mia sorella -Vatti ad asciugare la faccia e usciamo subito.-
Lei si aggrappa un po' alla mia maglietta, a mo' di abbraccio e corre verso il bagno.
Mia madre si siede al letto accanto a me -Grazie.-
Io alzo le spalle con nonchalance -Di niente.- In fondo la sto solo portando al parco.
-Sai cosa intendo. Voglio dire... grazie per tutto quanto. In questi mesi, durante il divorzio, non abbiamo pensato molto a tua sorella. mentre tu ci sei sempre stato per lei.- i suoi occhi si soffermano sui miei per qualche secondo, mentre si sposta una ciocca di capelli sfuggita dal suo ordinato chignon.
-Volevo dirti che sono fiera di te. E lo pensa anche tuo padre.-
Sono fiera di te.
Sembra strano sentirselo dire ad alta voce, qualcuno che è fiero di me... qualcuno che forse per una volta mi fa sentire davvero indispensabile per qualcuno.
Ma chi voglio prendere in giro? Non sono mai stato abbastanza per loro, o almeno abbastanza perchè mettessero da parte i loro problemi personali e pensare a me.
E' solo un attimo, poi tornerà tutto come prima.
I miei genitori torneranno a ignorarmi, come sempre. Sono sempre stati troppo impegnati a pensare a se stessi, per concedersi anche solo un minuto per pensare a qualcun altro.
Ma per me non cambia nulla. Sono sedici anni che è sempre la stessa storia. Mi dispiace solo per lei... ha solo cinque anni e dovrebbe avere dei genitori che si prendono cura di lei.
Ma a loro che importa? Ci sono io che mi prendo cura di lei.
-Ora devo tornare al lavoro.- ed eccola tornata al tono freddo che usa in ogni circostanza. Io annuisco e alzo una mano in segno di saluto, lei sospira e chiude la porta dietro di sè.
Mi sdraio di nuovo sul mio letto, mentre il cellulare comincia a vibrare sul comodino.
E' un messaggio di Alessio.
Alessio... ora che ci penso c'è anche lui. Perchè alla fine credo che alle persone a cui conto davvero siano solo Ilaria. E Alessio.
Lo conosco praticamente dalle elementari, e per me è come un fratello.
Si, solo a loro importa qualcosa di me. 
Fino a poco tempo fa pensavo che anche a Elisa importasse qualcosa di me. Ma forse mi sbagliavo. Mi sbaglio spesso.
Leggo il messaggio mentre mi esce un sorriso spontaneo sulle labbra: Stasera partita a calcetto al solito posto. Io porto Martina a vedermi, tu potresti portarti la sua amica.
Potrei. Ma qualcosa mi dice che non accadrà mai.
Comunque gli rispondo dicendo che non so chi porterò. Poi prendo il portafogli e lo infilo nella tasca dei jeans insieme alle chiavi.
Ilaria è appena ritornata in cameretta, e delle lacrime di poco prima ora non c'è più traccia -Andiamo?-
Io le sorrido affettuosamente, poi le rispondo -Certo.-
 
*****
 
Mezz'ora dopo sono seduto su una panchina a guardare Ilaria sullo scivolo.
Fino a cinque minuti fa l'ho spinta sull'altalena, ma poi si è stancata e ha preferito cambiare. 
-Luca sei tu?- non riconosco immediatamente la voce, così mi giro, eppure mi sembra di non conoscere questa ragazza.
E' abbastanza alta, con i capelli quasi neri e gli occhi color ghiaccio. Mi sorride mostrando una fila di denti bianchissimi, poi si tocca i capelli spensierata -Scusa, forse tu non mi conosci.-
Forse si. Però ora che ci penso la devo aver già visto da qualche parte. Lei mi porge la mano -Sono Samantha.-
Gliela stringo sorridente -Ti direi il mio nome ma già lo sai.-
Lei ride leggermente, poi ritrae la mano -Sto in classe con Veronica e Elisa.-
Ma certo... mi sembrava familiare, però proprio non riuscivo a ricordarmela. E' la ragazza che va sempre dietro a Veronica, ma da quando la bionda e Elisa sono diventate amiche, non l'ho più vista con Samantha.
-Ah si, ora mi ricordo di te Samantha!- lei mi sorride -Ti prego non chiamarmi Samantha!-
Io sorrido divertito -E' il tuo nome, come dovrei chiamarti?-
Lei alza le spalle tranquilla -Sam e basta. Non mi piace il mio nome per intero!-
-Va bene. D'ora in poi per me sarai Sam e basta!- lei scoppia a ridere di gusto, mentre poco dopo mi unisco anche io alla sua risata.
Sembra simpatica. E poi è carina.
-Come mai sei qui?- mi chiede con curiosità.
Mi metto le mani in tasca -Non posso venire in un parco?-
Lei comincia a scusarsi, e mi sembra davvero comica. Poi la interrompo -In realtà ho accompagnato mia sorella.-
I suoi occhi sembrano illuminarsi -Hai una sorella?-
Annuisco -Ha cinque anni. Tu hai fratelli?-
-Uno, però ha vent'anni ed è andato a vivere con la sua ragazza. Non va molto d'accordo con i nostri genitori, così non lo vedo spesso... Comunque tua sorella quanti anni ha?-
-Cinque.- poi torno a ricontrollare lo scivolo, ma Ilaria non c'è più. Mi guardo intorno preoccupato finchè non la vedo a terra, che si tiene la gamba stretta al petto, piangendo.
La raggiungo subito preoccupato.
Mi inginocchio per poter vedere cosa le è successo. Ha un taglietto sul ginocchio, niente di grave, però le brucia.
-Che è successo?-
Ilaria si asciuga gli occhi poi mi dice -Stavo venendo da te, poi - tira su col naso per poi riprendere il discorso -Poi sono caduta e ora mi fa male il ginocchio.-
Non mi accorgo che Sam mi ha seguito fino a quando non parla -Va tutto bene piccola. Ora ti accompagniamo a sciacquare la ferita con un po' d'acqua e poi vedrai che non ti brucerà più!-
Le sorride, come per confortarla e sembra avere l'effetto sperato. Ilaria annuisce, mentre Sam le porge la mano e mi fa l'occhiolino.
Le guardo che si allontanano, mano nella mano, mentre Sam comincia a parlare allegramente con Ilaria. E lei, be', sembra si sia quasi dimenticata della ferita!
Dopo cinque minuti tornano, sempre mano nella mano, mentre Ilaria comincia a raccontarmi di quanto Sam sia fantastica.
Lei sorride, un po' imbarazzata, ma non dice niente.
Poi chiedo a mia sorella -Come va la gamba?-
Lei la scuote in avanti, per farmi vedere che la muove benissimo -Bene. Sam aveva ragione! Con l'acqua non mi brucia più!-
Sorrido prima a lei, poi riconoscente alla mora. Lei mi sorride a sua volta e non posso che riconfermare quello che ho pensato poco prima.
E' davvero carina.
Alla fine Sam rimane con noi, soprattutto perchè vuole Ilaria, ma alla fine a me non dispiace.
Mi piace. E' carina, simpatica, allegra. Si mi piace.
Alla fine ci sediamo su una panchina, mentre Ilaria si mette a giocare con delle bambine della sua età.
-Ho sempre desiderato avere un fratello o una sorella più piccola.- se ne esce lei, con sincerità.
-Be' potresti fare da babysitter alla mia!-
I suoi occhi si illuminano -Davvero?-
-Be', non dicevo sul serio. Ma se ti piacerebbe potresti accompagnarla al parco con me, qualche volta.-
-Certo.- sorride entusiasta.
Poi non so come, ma ci ritroviamo a parlare delle nostre famiglie. Sam si dimostra davvero comprensiva ed è strano come io stia qui a raccontarle tutto su di me, dato che l'ho appena conosciuta.
-I tuoi genitori ti vogliono bene. Anzi, vi. Solo che non ve lo dimostrano.- mi sorride confortante, poi mi rivela -E poi come fai a sapere che non sei abbastanza?-
Io alzo le spalle senza dare una vera risposta -E' così.-
-Da quello che ho capito sei il pilastro fondamentale nella vita di tua sorella. Come fai a non essere abbastanza? Per lei tu sei tutto.-
Le sue parole mi sorprendono, quasi mi lasciano spiazzato e mi scuotono dentro.
Forse per qualcuno sono abbastanza. Non forse.
Lo sono. Ha ragione Sam, sono il fratello maggiore di Ilaria e per lei conto tutto. -Hai ragione. Forse non sono una completa nullità.-
La mora mi guarda seria -Tu non sei una nullità!-
Non ne sono sicuro, eppure qualcosa nel suo sguardo mi fa capire che lo pensa davvero. Almeno per lei non sono una nullità.
Eppure come fa a dire queste cose di me, se neanche mi conosce?
Veniamo interrotti da Ilaria -Luca sono stanca!- si lamenta lei.
Io mi alzo in piedi seguito a ruota da Sam -Andiamo a casa.-
-Vi accompagno.- 
-Non c'è bisogno che ti disturbi.-
Lei mi sorride di nuovo, e potrei giurare che è uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto -Per me non è affatto un disturbo!-
Mia sorella si intromette -E poi a me Sam sta simpatica!-
Scuoto la testa rassegnato mentre andiamo verso casa. Ilaria e Sam cominciano a parlare, non so bene di cosa, poi a volte mi includono nei loro discorsi.
Alla fine dopo quindici minuti siamo davanti al portone di casa mia.
Sam saluta affettuosamente Ilaria, mentre lei entra dentro. Io le sorrido -Be' grazie.-
-Di nulla.-
Sto per entrare dentro anche io quando mi viene un'idea in mente -Io stasera ho una partita a calcetto. Se ti va da venire.-
-Certo che mi va.- mi sorride raggiante, poi mi lascia un bacio sulla guancia -A dopo allora!-
-A dopo.- sussurro quando ormai lei si è già voltata, mentre mi tocco il punto dove mi ha baciato.
Forse ha ragione. Non sono una nullità.
Forse sono semplicemente troppo duro con  me stesso. Dovrei solo avere più fiducia in me stesso e contare sulle persone a cui conta, perchè adesso sono sicuro che ce ne sono.



Angolo dell'autrice:
Si! Sono tornata, dopo più di un mese d'assenza!
Scusatemi tanto, ma in questo mese mi sono dedicata a un'altra storia, che ho appena concluso, e non ho avuto il tempo di scrivere nuovi capitoli per questa. Ora terminata l'altra storia però, posso giurare che gli aggiornamenti saranno più costanti.
Comunque non manca molto alla fine della storia... penso quattro capitoli, se non sbaglio. Poi vedo...
Pensavo di inserirci anche un Pov di Veronica, voi cosa ne pensate?
Passando al capitolo... un Pov di Luca. Ve lo aspettavate? Ok, inizialmente neanche io. Lo volevo inserire, ma non pensavo di farlo adesso, e invece eccolo qua. Come avete capito Luca si sente una nullità, forse perchè i genitori non lo incoraggiano, o forse perchè ha semplice una bassa autostima...
So che mi odierete, dopo che quei due si baciano non faccio mai succedere nulla di buono, lo so!
Che ne pensate di Sam? Vi ricordavate di lei? Come vi è sembrata?
E soprattutto secondo voi, potrà essere d'intralcio tra Luca ed Elisa?
Eh... chi lo sa. Ah, si! Io lo so :3 (sono crudele, ma non uccidetemi sennò non saprete mai come va a finire la storia!)
Be', detto questo spero di leggere ancora le vostre meravigliose recensioni, e spero che voi non vi siate dimenticate di me. Alla prossima!
Un bacione <3

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Capitolo 25
*** Troppo tardi ***


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Troppo tardi

Molte volte non ci rendiamo conto del tempo che scorre. Gravissimo errore.
Il tempo è di fondamentale importanza. Non dobbiamo sprecare neanche un attimo, perchè anche un secondo potrebbe essere indispensabile.
Ce la tiriamo per le lunghe, ce la prendiamo con comodo... ma sbagliamo.
Il fatto è che crediamo di avere tutto il tempo del mondo, ma ci accorgiamo di quanto ci stiamo sbagliando solo quando ormai è troppo tardi.
E a quel punto non possiamo più fare niente.
Meglio tardi che mai, dicono.
Ma non è così. Tardi è tardi. E al ritardo non c'è rimedio.
Cinque minuti prima potrebbe essere il momento migliore della tua vita, ma quei minuti di ritardo ti possono costare caro. 
Ti possono anche far perdere tutto quanto. 
Ma alla fine è inutile che ti rimpiangi addosso, perchè la colpa è unicamente tua.
Perchè sei arrivato troppo tardi.
E al ritardo non c'è rimedio. Non puoi tentare di rimediare al tuo errore. Ormai è tardi e devi accettarlo.
 
*****
 
Ho appena finito di raccontare tutto a Martina e Veronica, quando le due mi guardano sbalordite e mi rimproverano -Tu sei una completa idiota!-
-Che c'è, ora siete d'accordo su qualcosa?- loro scuotono la testa rassegnate.
Sono da circa un'ora nella stessa stanza e ancora non si sono saltate addosso. Notevole.
-Perchè l'hai respinto un'altra volta?- mi chiede la rossa.
Capisco che non so rispondere alla sua domanda -Non lo so.- poi mi ritrovo ad abbassare lo sguardo mentre ammetto imbarazzata -Forse perchè ho paura.-
Veronica si siede al letto accanto a me e mi guarda comprensiva -Ne abbiamo già parlato. Lui non passerà tutta la vita a venirti dietro. Prima o poi si stancherà! E quando tu finalmente ti deciderai potrebbe essere troppo tardi!-
So che è vero. So che ha ragione, ma che ci posso fare se non mi sento pronta?
Poi ripenso a quello che mi ha detto, forse non gli importa tanto di me come mi vuole far credere...
-Ha detto che sono stata uno sbaglio.- sussurro afflitta, eppure loro mi hanno capito. Dirlo così, davanti a loro... non so, mi sento uno schifo. Non mi aspettavo che Luca fosse capace di dirmi qualcosa del genere, e si, inutile negarlo, ci sono rimasta male.
La bionda continua a guardarmi comprensiva, e giuro che non sembra affatto la stessa persona che ho conosciuto all'inizio dell'anno -Non lo pensa veramente. E' normale che sia un po' arrabbiato. Come pensi che debba sentirsi? In qualche modo vi avvicinate sempre, ma tu fai di tutto per respingerlo.- alza la voce come a rimproverarmi -Ogni volta!-
Come se non bastasse Martina rincara la dose -E' ferito. E' normale se adesso ti tratta così! Cosa ti aspettavi in fondo?-
Cosa mi aspettavo? Sinceramente non lo so.
Di certo non mi aspettavo che mi lanciasse quegli sguardi così freddi. Non mi aspettavo che mi avrebbe evitato come la peste.
Ma hanno entrambe ragione. Il motivo del cambiamento d'umore di Luca in quest'ultima settimana sono unicamente io.
E' tutta colpa mia.
Alla fine sbotto, improvvisamente isterica -Lo so! So che avete ragione!- riprendo un attimo fiato, per poi urlare quasi disperata -Ma che dovrei fare?-
-Dovresti parlarci.- dice come se niente fosse Martina.
Parlarci. So che non ce la farei, non riuscirei a sostenere quegli occhi così freddi.
-Non ce la faccio.- so anche che non è il comportamento giusto per affrontare una situazione, ma davvero non posso farne a meno di comportarmi così.
Perchè mi viene molto più facile evitare i problemi, piuttosto che affrontarli.
Veronica mi si para davanti, e ad un tratto il suo sguardo si fa impassibile -Non ce la fa.- dice rivolta verso Martina, continuando a guardare me -Ovvio che non ce la fa se sta qui a rimpiangersi addosso!-
Sento la rabbia ribollirmi dentro. Perchè deve fare così adesso? Come se non mi sentissi già abbastanza uno schifo.
Questa volta si rivolge a me -Sai, sei soltanto una codarda!- sputa le parole acida, quasi come se fossero veleno.
Codarda.
Le lancio uno sguardo omicida, mentre lei continua a squadrarmi dall'alto in basso, poi capisco cosa vuole fare. 
Mi vuole provocare. E' così evidente, avrei dovuto capirlo subito.
Vuole vedere come ho intenzione di reagire alle sue parole. Vuole vedere se ho coraggio di affrontare Luca faccia a faccia.
Poi ribatto decisa -Sai che c'è? Ora vado subito a parlarci!- alle mie parole, Veronica si apre in un sorriso di vittoria mentre Martina batte le mani entusiasta -Finalmente ti sei decisa!-
Poi chiedo quasi sconfitta -E dove lo trovo adesso?-
Martina alza le spalle spensierata -Di solito, ogni venerdì alle sette lui e Alessio giocano a calcetto.- poi si intristisce -L'altra volta dovevo andare a vederlo ma poi ho avuto un imprevisto!-
-Perfetto.- ribatte Veronica sorridente -Andiamo insieme?-
-Io in realtà ho una cena con dei parenti, però vi do l'indirizzo così andate voi due.-
-Ok.-
Cinque minuti dopo siamo già per strada mentre Martina si scusa un'altra volta per non poter venire con noi.
Controllo l'applicazione per vedere quando passa l'autobus, e sono sollevata nel vedere che passa tra cinque minuti.
Per spezzare il silenzio che si è creato tra noi Veronica mi dice -Scusa per prima. Sono stata troppo dura con te.-
Io la tranqullizzo -Se non mi avessi detto quelle cose, adesso sarei ancora in camera mia a lamentarmi!- poi scoppio a ridere e lei con me.
Ad un tratto si fa seria e mi chiede -Cosa pensi di dirgli?-
Cosa penso di dirgli? Dovrei saperlo, giusto? Ok... ci sono tantissime cose di cui vorrei parlargli, ma non so davvero da dove cominciare.
-Non lo so.- le mie parole vengono smorzate dal rumore dell'autobus, che è appena arrivato alla nostra fermata.
Noi entriamo dentro, trovando per pura fortuna dei posti liberi.
Non torniamo più sull'argomento, ma continuiamo a parlare. Poi me ne esco così -Con tua madre come va?-
Lei sospira rassegnata -Non va.-
E' triste, delusa, ferita, so che devo dirle qualcosa per farla sentire meglio, così le dico -Andrà tutto bene.- è un po' banale come frase, certo, così cerco di sorriderle confortante, sapendo che non sono il massimo per consolare la gente, ma Veronica sembra apprezzarlo ugualmente.
Infatti si apre in un sorriso radioso, e della ragazza triste di poco prima non c'è più traccia. -Grazie.-
Dopo dieci fermate scendiamo dall'autobus, ma dobbiamo camminare ancora un po' per arrivare al campetto, dove giovano Luca e Alessio.
Prima di andare però ci fermiamo a prendere un pezzo di pizza per cenare. Paghiamo e ci mettiamo sedute.
-Dovrai pensare a cosa dirgli!- mi ripete per l'ennesima volta Veronica.
-Non lo so.- poi alzo le spalle -Improvviserò.-
-Sul serio.- la bionda mi guarda scettica, mentre io la guardo con sfida -Qual'è il problema, scusa?-
Lei scuote la testa rassegnata, poi d'un tratto i suoi occhi si illuminano -Sai, a volte i gesti sono molto meglio delle parole.-
Odio quando fa la misteriosa e comincia con tutti questi giri di parole, così le chiedo scocciata -E cosa dovrei fare allora?-
La bionda si apre in un sorriso malizioso -Vai lì e bacialo!-
Per poco non mi strozzo con la mia aranciata -Come?-
Scoppia a ridere di gusto, attirando le persone sedute sugli altri tavolini. Io la fulmino con lo sguardo, mentre lei continua a ridere senza ritegno.
Alla fine riesce a riprendersi -Dovevi vedere la tua faccia!-
Poi notando la mia espressione torna seria -Comunque non stavo scherzando. Dovresti andare lì e baciarlo, è la soluzione più semplice.-
-Davvero?-
-Davvero.- conferma lei, poi mi dice -E una volta che l'hai baciato non ti tiri indietro e soprattutto non lo respingi un'altra volta!-
Poi mi prende per un braccio, mentre mollo l'ultimo pezzo di pizza sul tavolino -Andiamo.-
-Ma non avevo finito!- mi lamento, facendola scoppiare a ridere, un'altra volta.
Finalmente arriviamo al campetto di calcio. Ci sediamo sugli spalti a guardare la partita. Stanno ancora giocando.
Non riesco a vedere Luca, finchè Veronica me lo indica. 
Qualcuno gli ha appena passato la palla, e anche se non so praticamente nulla del calcio, riesco a capire che è un attaccante.
Qualche metro distante a lui riesco a distinguere anche Alessio, a cui ha appena passato la palla.
-Veronica? Elisa?- io e la bionda ci giriamo confuse, mentre Samantha si siede accanto a noi.
Noi la guardiamo ancora più confuse, mentre Veronica le chiede -Che ci fai qui?-
La mora alza le spalle, continuando a guardare verso il campo -Quello che fate voi. Guardo la partita.-
Poi ci chiede -E' da poco che siete qui vero?-
Entrambe annuiamo, mentre lei ci spiega un po' come sta andando la partita. -Stanno al recupero del secondo tempo, e sono uno pari. Non penso riusciranno a vincere, a meno che...-
Si fa un attimo pensierosa, poi si alza in piedi a gridare come una forsennata -Ehi! Quello è rigore!-
Io e Veronica ci guardiamo sorprese, poi passiamo lo sguardo sul campo. Dentro un'area rettangolare davanti la porta, c'è Alessio che si massaggia dolorante la gamba a terra.
Accanto a lui c'è Luca, che protesta contro l'arbitro.
Questo alla fine fischia e richiama tutti i giocatori. Io e la bionda ci guardiamo ancora confuse -Che è successo adesso?-
Samantha sospira paziente -Luca ha passato la palla ad Alessio, che è entrato in area di rigore. Lì un difensore dell'altra squadra è entrato in scivolata. E' rigore netto, capite?-
In realtà non capiamo niente. 
La bionda la guarda stupida -Da quando in qua ti intendi di calcio?-
-Lo sai che mio fratello è un patito di calcio e mi porta spesso allo stadio.- risponde semplicemente lei.
-E da quando in qua ti frequenti con Luca ed Alessio?- tutte e due si voltano verso di me, mentre la mora mi guarda imbarazzata.
Samantha non risponde, ma torna a guardare verso il campo. Solo ora noto Luca davanti la porta.
L'arbitro fischia e Luca tira il pallone dritto verso la porta.
Un po' di persone si alzano in piedi e cominciano ad esultare mentre Sam fa lo stesso.
Urla cori di incoraggiamento verso Luca, poi Veronica si spazientisce e le chiede nervosa -Allora ti stai frequentando con lui?-
Ti prego di di no.
Lei la guarda interdetta poi risponde spensierata con un sorriso -In realtà siamo solo amici.-
Amici.
-E perchè non mi hai detto niente?- continua a chiederle Veronica.
-Be', ultimamente ci siamo allontanate un po'. Stai sempre con Elisa- dice con un po' di risentimento, ma poi torna a parlare tranquillamente -E poi non vedo perchè non posso essere amica di Luca.-
La bionda rimane stupita dalla sua risposta, così come me.
E' vero. Quelle due erano inseparabili all'inizio, ma ho sempre pensato che Samantha fosse la tirapiedi di Veronica.
Forse erano davvero amiche.
-La partita è finita.- sussurra la mora.
-Hanno vinto?- chiedo.
-Hanno vinto.- conferma lei.
Mi accorgo solo ora che Luca è davanti a noi quando sorride a Sam -Sei venuta.-
E' felice, e non so definire cosa provo in questo momento. Fastidio forse?
La mora sorride imbarazzata, mentre lui si accorge della nostra presenza. Si rivolge a noi con un distaccato "ciao"
Poi torna di nuovo a parlare con Sam -Sono due volte di fila che vieni e che vinciamo! Sai, potresti essere il mio portafortuna!-
Luca le sorride, e giuro che se potessi gli cancellerei quel sorriso sulla faccia. Poi non so perchè mi dia tanto fastidio in fondo...
Forse perchè non è a te che sta sorridendo?
Samantha sembra imbarazzata, e non riesco a dire se sta fingendo oppure è sincera -Non ti sembra di esagerare?-
Lui sorride amichevolmente -No affatto.- poi le comunica entusiasta -Anzi, potresti mangiare qualcosa con noi per festeggiare!-
Non so dire esattamente cosa provo in questo momento.
Fastidio.
Rabbia.
Gelosia?
Luca in tutto questo tempo non mi rivolge neanche uno sguardo, mentre continua a guardare adorante Samantha.
Lei al contrario suo, sembra a disagio e passa lo sguardo da me a lui. Poi propone -Magari potrebbero venire anche Elisa e Veronica?-
Lui, finalmente si degna di guardarmi. Sembra impassibile, anzi, forse un po' infastidito. Ma poi perchè?
Ah si certo! Vuole stare da solo con la sua Sam!
Prendo Veronica per un braccio e mi rivolgo alla mora -Grazie per la considerazione Samantha! Ma non credo che la presenza mia e di Veronica sia ben gradita, poi a dirla tutta noi abbiamo già mangiato!-
Sam se possibile sembra ancora più a disagio di prima, mentre Luca sembra quasi sorpreso.
Io mi allontano con Veronica al mio fianco, che stenta a stare al mio passo.
Lui non passerà tutta la vita a venirti dietro. Prima o poi si stancherà! E quando tu finalmente ti deciderai potrebbe essere troppo tardi!
Le parole che la bionda mi ha rivolto neanche un'ora fa mi risuonano più volte nella testa.
Mi giro un'ultima volta per guardare nella loro direzione.
Dell'imbarazzo che Samantha aveva poco prima adesso non c'è più traccia.
Ora ride alle sue battute, scherzano come due amici. O forse anche qualcosa di più... chi lo sa?
Sorrido amaramente mentre guardo Luca che sposta a Sam una ciocca di capelli che le è finita davanti agli occhi.
Poi lui si china e poggia le labbra sulle sue.
Lei sembra sorpresa dal gesto, ma poi prende sicurezza e gli circonda il collo con le sue braccia.
E sulle labbra di lui, ancora poggiate in quelle di Sam, posso benissimo distinguere un sorriso.
Potrebbe essere troppo tardi.
E' già troppo tardi.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Avete visto? Ci ho messo pochissimo questa volta ad aggiornare! E mi sono pure impegnata!
Ho visto che le recensioni stanno diminuendo, e mi dispiace visto che invece le seguite e le preferite continuano ad aumentare.
Comunque non mi deprimo e continuo a scrivere.
Allora che ne pensate del capitolo? Ok, forse so già che pensate, e mi vorrete ammazzare, ma non lo farete perchè devo finire la storia! 
Vero che non mi ammazzate?
Luca e Sam. Ve lo aspettavate? Io no, ho pensato a loro due solo questa settimana :3
Comunque di lei che ne pensate? Quando stava anche con Veronica ed Elisa, sembrava imbarazzata e addirittura a disagio di tutte quelle attenzioni che le rivolgeva Luca. Però quando è restata sola con Lui si sono baciati.
E il sorriso di Luca come lo interpretate?
Mi farebbe piacere leggere tutte le vostre opinioni al riguardo, e soprattutto cosa vi aspettate a questo punto.
Mancano due capitoli alla fine, più epilogo. Quindi in tutto tre.
Grazie mille a chi continua a recensire e mi da sempre il loro appoggio <3
Spero di riuscire ad aggiornare di nuovo presto proprio come questa volta. Voi recensite mi raccomando! :)
Un bacione <3

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Capitolo 26
*** Voglia di riscatto- Veronica's Pov ***


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Questo capitolo è per chi ha recensito lo scorso capitolo,
perchè non mi sarei mai aspettata che questa storia potesse arrivare a 100 recensioni,
invece è successo.
Questo capitolo è per voi, perchè senza le vostre recensioni a tirarmi su il morale
niente sarebbe successo.
Grazie di cuore <3
Voglia di riscatto- Veronica's Pov

Mi guardo un ultimo momento allo specchio, sapendo già che a lei non piacerà.
Ma in fondo a chi importa?
A te
Ok, se mi vede così mi ammazza, ma il danno ormai è fatto. E poi io mi piaccio così.
Mia madre mi farà fuori, questo è sicuro.
Poi guardo la figura nello specchio. Non assomiglia affatto alla vecchia me, eppure finalmente mi sento veramente io.
La figura, alta e slanciata, ha uno sguardo duro e determinato, una luce diversa negli occhi azzurri.
Sorrido determinata. Questa sono io.
Ed in fondo l'avrei voluto fare da tanto tempo. Cambiare, far vedere a tutti chi è in realtà Veronica Amati.
Non la stronza che fa di tutto per ottenere quel che vuole, anche a costo di fare male alle persone che la circondano, alle persone a cui tiene...
Neanche quella ragazza vanitosa e sicura di sè che crede di essere la migliore di tutte.
Finora nessuno ha conosciuto la vera me.
Ed ora eccomi davanti allo specchio, in giacca di pelle nera, pantaloni neri e stivaletti da motociclista. Eccomi mentre una riga spessa di eyeliner con un ombretto grigio hanno sostituito il mio solito make-up naturale.
Ecco la vera Veronica Amati.
Una ragazza ferita, che per tutta la vita è sempre stata ubbidiente alla madre.
Una ragazza che si è stancata delle sue continue pretese, una ragazza che vuole dimostrare a sua madre che non è il suo burattino, e non ha il diritto di decidere sulla sua vita e faccende personale.
Una ragazza che vuole far vedere a tutti di che pasta è fatta, che vuole dimostrare che si sono sbagliati a giudicarla così.
Una ragazza che ha voglia di riscatto.
 
*****
 
Sono da cinque minuti sotto casa di Sam, mentre la aspetto impaziente battendo un piede sul marciapiede.
Finalmente la vedo uscire, mentre si guarda intorno. Sembra non notarmi, anzi, fatica davvero a trovarmi così la chiamo -Sam! Sono qui!-
Lei si volta verso di me, e spalanca gli occhi sbalordita -O. Mio. Dio. Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia amica Veronica?- 
Sussulto alla parola amica ma non lo do a vedere. Le vado incontro mentre lei stenta a guardarmi -Ho capito che non ti piace il mio nuovo look, ma potresti almeno guardarmi negli occhi?- sbotto irritata.
Ovviamente nessuno se lo aspettava.
Non dalla figlia perfetta, che fa tutto quello che le dice sua madre.
Lei si affretta a rispondermi -Non fraintendermi. Mi piace il tuo nuovo look! Forse il cambiamento è davvero drastico ma mi piace.- ma non sono convinta dalle sue parole. Lei riprende fiato e mi fronteggia seria -Il fatto è che non me lo aspettavo. La Veronica che conosco io non farebbe mai una cosa del genere, non provocherebbe sua madre in un modo così diretto!- poi sospira sconsolata e mi guarda di nuovo negli occhi -Ma forse non ti ho mai conosciuto veramente, vero?-
Alzo le spalle -Forse.-
-Sai, era strano che mi volessi parlare. Dopo tutto questo tempo intendo.- mi confessa lei. So che è strano, dopo che da due mesi ci siamo allontanate e siamo diventate praticamente due estranee.
-Lo so.- confermo io. -Infatti volevo parlarti di Luca.- mi guarda confusa poi le dico -E di Elisa.-
Sembra quasi delusa dalla mia rivelazione ma recupera subito il suo controllo e le chiedo -Sul serio? Tu e Luca?-
-Che c'è di male?-
-Me ne avresti parlato!- la accuso io. Sul serio, un po' fa male... Ci conosciamo dalle elementari e mi ha sempre detto tutto, come io a lei.
Ma forse nessuna delle due conosceva davvero l'altra.
-Perchè tu me ne hai parlato? Di come ti sei innamorata di Simone, intendo.- riprende un attimo fiato -Perchè è ovvio che te ne sei innamorata! E non mi hai detto niente...-
La sua voce è ferita e solo ora capisco che ho sbagliato. Samantha nonostante tutto è sempre stata una delle costanti nella mia vita.
Sapevo di poter contare su di lei, che non mi avrebbe mai delusa. E me ne approfittavo, ho sempre approfittato della sua gentilezza e della sua disponibilità.
Ma io le volevo bene. Le voglio bene sul serio.
-Mi dispiace.- ed è vero. Non ci sono sotterfugi, nemmeno bugie. Siamo sole io e lei, e le voglio dire la verità.
Lei alza le spalle e si pulisce gli occhi lucidi, poi mostra un sorriso rassicurante. E' questo quello che ho sempre invidiato di lei. Nonostante stesse male, non lo dava a vedere, preferiva mostrare a tutti il suo sorriso più rassicurante piuttosto che far vedere alla gente che stava crollando. Ha sempre avuto questa capacità di sorridere davvero, e di farti sorridere a tua volta.
E' per questo che non la voglio perdere. 
-Mi dispiace davvero.- sussurro un'altra volta. Lei alza lo sguardo e sorride comprensiva -Adesso lo so.-
Poi si volta dandomi le spalle e mi sorride furba -Comunque non mi piace Luca. E io non piaccio a lui.-
Dire che sono confusa è dire poco.
Lei vedendo la mia faccia scoppia a ridere di gusto poi si riprende -A Luca piace Elisa.-
-Di questo ero sicura anche io. Fino a ieri.- 
-Va bene, va bene! Ti racconto tutto. Io e Luca siamo amici, niente di più. Mi ha raccontato di Elisa e io gli ho detto che a lei sarebbe servita una bella scossa per darsi una svegliata.-
-Continuo a non capire.-
Sam mi sorride paziente -Era tutta una messa in scena. Per far ingelosire Elisa, capito?- poi mi rivolge uno sguardo curioso -Allora, ha funzionato?-
-Fin troppo bene.- al suo sguardo confuso le spiego -Ha funzionato fin troppo bene che invece di avere l'effetto sperato ora Elisa sembra aver rinunciato del tutto a Luca.-
Per una volta la mora sembra agitata -Ma come? Avevamo pensato a tutto e...- 
La interrompo sorridendole -Tranquilla ci penso io. Devo andare a casa di Simone, così la avverto.-
Faccio per andarmene poi però mi volto -Sai, dovremmo farle più spesso queste chiacchierate!-
 
*****
 
Mezz'ora dopo sono davanti ad Elisa, a spiegarle bene come è andata.
-Quindi non stanno insieme?- tira un sospiro di sollievo e mi viene da sorridere. Voglio bene anche a lei e mi dispiace averla trattata così male all'inizio dell'anno.
Annuisco, mentre lei mi guarda risoluta -Comunque non ho intenzione di parlarci!-
Alzo gli occhi al cielo. Quando prenderà una decisione questa ragazza? -Sei proprio testarda Eli!- la rimprovero io.
-Ne riparliamo più tardi, ok? Non voglio stare qui a parlare tutto il tempo di me! Poi mio fratello ti deve ancora vedere!-
Fisso il marciapiede imbarazzata, mentre Elisa mi sorride amichevole e mi fa l'occhiolino -Stai davvero bene, e cerca di non fare impazzire troppo Simone!-
Scoppiamo a ridere insieme, quasi non la smettiamo più, finchè qualcuno non ci interrompe.
-Posso sapere il motivo per cui ridete? Così magari rido anche io!-
Ci voltiamo tutte e due, poi Simone mi guarda scioccato -Sei.. sei..-
Elisa lo interrompe -Io vado!- mi saluta mentre avverte suo fratello che esce con Martina.
-Non dici niente?- chiedo speranzosa.
Ti piaccio? O magari dopo questo cambiamento mi lascerai?
-Stai davvero bene.- non sembra sicuro però. -Lo pensi davvero?-
Lui finalmente mi sorride, quel sorrido che conosco io e mi sussurra all'orecchio -Sei bellissima.-
Gli lascio un leggero bacio a fior di labbra, poi lo guardo seria -Andiamo a casa mia?-
Da sola non ce la farei ad affrontare mia madre, con lui mi sento più sicura. Simone annuisce, poi mi lascia un leggero bacio sulla fronte
-Andiamo.-
Ci mettiamo ad aspettare l'autobus. Poi lui rompe il silenzio -Ha a che fare con tua madre questo cambiamento?-
Distolgo subito lo sguardo mentre mi ritrovo a balbettare -No, certo che no!- poi ammetto -Ok, forse un po'-
Lui mi lancia un'occhiata rassegnata così mi giustifico -Però mi è sempre piaciuto questo look!-
-Be', se piace a te è un'altra cosa.-
Arriva l'autobus e noi prendiamo posto. Non torniamo più sull'argomento, anzi, non parliamo proprio più.
Simone si limita a fissare fuori il paesaggio, mentre io gli lancio delle occhiate furtive.
Lui se ne accorge e mi sorride. Dio, che sorriso.
Poi gli chiedo -Sei arrabbiato?-
-Come?-
-Sei arrabbiato. Non mi guardi negli occhi e se non te lo avessi chiesto avremmo passato tutto il viaggio senza dire una parola!- lo accuso io.
-Non sono arrabbiato.- il suo tono di voce è stanco.
-E allora che hai fatto?- lo incito io.
-Niente.- afferma lui.
Io lascio perdere e prendo il cellulare giusto per fare qualcosa. -Veronica...-
Non lo guardo e non gli rispondo, nonostante i suoi continui richiami. So che dovrei essere più matura, ma in fondo perchè?
Ho solo quattordici anni, c'è tempo per crescere!
-Veronica.- mi richiama per l'ennesima volta. Lo guardo seria mentre lui distoglie subito lo sguardo -Dobbiamo scendere alla prossima fermata.-
Annuisco mentre ci alziamo in piedi e prenotiamo la fermata.
Scesi dall'autobus facciamo un pezzo a piedi, sempre in silenzio. Arrivati al mio palazzo apro il portone, e finalmente Simone si degna di dire una parola -Forse è meglio che vada.-
-No resta.- gli rispondo d'impulso, poi mi schiarisco la gola -Ormai sei venuto.-
Lui annuisce e mi segue. Poso le chiavi sul comodino di camera mia, poi vado in salone dove trovo un bigliettino: Oggi mi devo trattenere al lavoro per più tempo. Quindi arrivo più tardi a casa.
Straccio il bigliettino e lo butto a terra, poi trovo il suo cellulare. L'ha dimenticato qui.
So che non dovrei prenderlo, o addirittura sbirciare i messaggi, ma è più forte di me. Mi mordo un labbro mentre leggo disgustata. Poi scaravento il cellulare a terra.
Sento gli occhi pizzicare e le lacrime cominciano a scendere. In fondo cosa mi aspettavo da lei?
Sento delle braccia calde che mi circondano. Sospiro mentre mi volto verso Simone.
Lui mi asciuga le lacrime -Perchè piangi?-
Mi stringo forte al suo petto, consapevole che gli sto bagnando la maglietta con le mie lacrime -La odio. La odio!-
Lui mi stringe più forte, e io mi sento un po' meglio. -Scusa per prima.-
-Scusa tu.-
-No, sono io che devo chiederti scusa perchè...- lui mi interrompe e ci stacchiamo dall'abbraccio. Mi fissa divertito -Ora dobbiamo metterci a litigare per chi deve chiedere scusa? Sul serio?-
Scoppio a ridere e poco dopo anche Simone si unisce alla mia risata.
-Eccolo il sorriso che voglio vedere!- mi ritrovo a sorridere ancora di più.
La porta si apre di scatto e una voce fredda risuona in tutta la stanza -Interrompo qualcosa?-
Ci giriamo tutti e due, mentre mia madre fa la sua entrata. Mi squadra dall'alto in basso, guardandomi inorridita -Allora?-
Prendo coraggio e le rispondo impertinente -In realtà si.-
Lei rimane un attimo interdetta alla mia risposta, poi però fa come se non avessi detto niente -Ho dimenticato il cellulare qui.-
-Lo so.- poi le indico un punto sul pavimento -Eccolo lì.-
Lei lo raccoglie da terra poi mi chiede -Come ci è finito lì?-
-L'ho buttato io a terra.- lei mi guarda sconvolta, ma io non ci faccio caso -Dopo aver letto alcuni tuoi messaggi.-
Mia madre continua a fissarmi stupita, mentre si sposta una ciocca bionda che le è ricaduta davanti gli occhi.
Poi passa lo sguardo accanto a me, e finalmente nota Simone. -Lui chi è?-
Gli prendo la mano mentre continuo a guardare lei -E' il mio ragazzo.-
-Fantastico.- ribatte per niente entusiasta. Simone mi stringe più forte la mano, è nervoso e mi fa tenerezza.
Poi prima che mia madre esca la fermo -Non pensi di dovermi dire qualcosa?-
Lei mi risponde ingenuamente -Non penso. Cosa ti dovrei dire?-
-Non lo so, potresti parlarmi del fatto che ti sei rimessa con Alberto!- alzo le spalle, poi continuo velenosa -O magari del fatto che lui verrà a vivere qui!-
-Non dovevi leggere i miei messaggi.-
-Hai ragione, non dovevo.- riprendo un attimo fiato poi rispondo arrogante -Ma l'ho fatto comunque!-
Pazza.
Si, devo essere davvero pazza per affrontarla in questo modo. Non c'è altra spiegazione plausibile.
-Ne riparliamo più tardi.- fa per andarsene ma io la fermo un'altra volta.
-No, ne parliamo adesso.- 
-Che cos'ha lui? Che ha lui che papà non ha?- la mia voce non è più sicura, come poco prima.
-E' tuo padre il problema?- mi chiede fredda lei.
-Problema?-
-Si, è per lui che ti comporti così ultimamente? E' per lui che ti sei conciata in questo modo assurdo? Perchè hai letto i miei messaggi?- 
-Continui a non capire.- l'accuso io. -Papà non c'entra in questa storia. Sei tu! Sei sempre stata tu! Come fai a non capire?-
Sento le lacrime scendere sul mio viso, mentre io non faccio niente per fermarle -Tu non fai che dirmi cosa devo fare! Io sono stanca delle tue continue pretese. Dei tuoi divieti. Come pensi che mi senta eh? Non posso vedere mio padre, e mia madre preferisce la compagnia di un qualsiasi uomo piuttosto di quella di sua figlia!-
Non mi sono resa conto che si è avvicinata, non finchè sento la sua mano sulla mia guancia. 
Mi porto la mano sul punto dove mi ha dato uno schiaffo e mi ritrovo a fissarla scioccata. 
-Sei soltanto una ragazzina! Ma guardati... vuoi fare la grande e poi piangi per niente.-
-Signora, con il dovuto rispetto ma mi sembra che lei stia esagerando.- alzo lo sguardo verso Simone, che prende le mie difese. Lui mi sorride debolmente.
-E tu chi saresti per dirmi questo?-
-Glielo ha già detto sua figlia. Sono Simone, il suo ragazzo.-
Mia madre scoppia in una risata sprezzante, da cattiva delle favole -Il suo ragazzo?-
-Si, esatto. Tengo molto a sua figlia e secondo me dovrebbe ascoltare più spesso quello che ha da dirle.-
Prima che mia madre possa ribattere trascino Simone -Andiamo via.-
Superiamo mia madre, mentre lei ci fissa in un misto di rabbia e stupore.
Fuori casa Simone mi chiede premuroso -Come ti senti?-
Io scoppio a ridere -Alla grande!-
Pazza.
No, felice.
Il mio ragazzo mi fissa non del tutto convinto, poi mi accarezza la guancia -Ti ha fatto male?-
Scuoto la testa, poi lo abbraccio. Lui mi stringe immediatamente a sè mentre io gli sussurro -Grazie.-
-Per cosa?-
-Senza di te non ce l'avrei mai fatta.-
Lui mi allontana, solo per guardarmi negli occhi -Hai fatto tutto da sola.-
-Sapevo che c'eri tu.- gli stringo la mano. -Grazie anche per aver preso le mie difese.- 
Simone alza le spalle mentre fissa da un'altra parte -Be', sei la mia ragazza.-
Mi spunta un sorriso sulle labbra -Sai, prima di oggi non me lo avevi mai detto. E questa è già la seconda volta che lo dici. Eppure penso che non mi ci abituerò mai!-
-Neanche se te lo ripeto all'infinito?- mi sussurra dolce.
-Forse, ma devi cominciare da subito.- lui ride e io con lui. 
Mi sento libera con lui. Forte. Sento che potrei sollevare il mondo con un dito, solo avendo lui al mio fianco.
-Secondo te avrà capito?- 
Simone mi sorride rassicurante -Fidati, con quello che le hai detto è rimasta senza parole.-
Annuisco, ma non ne sono così sicura. Poi guardo il mio ragazzo e sorrido. Per adesso va bene così.
Lui se ne accorge e mi guarda divertito -Allora... la smetti di fissarmi ogni volta che mi giro?- mi punzecchia lui.
Io distolgo subito lo sguardo poi gli do una leggera spinta -Ti odio.-
Simone mi si para davanti, i nostri corpi che si sfiorano. E' così vicino che posso sentirgli il battito del cuore -Non è vero.- continua a sorridermi divertito -Tu mi ami.-
Lo amo? Forse si, ma aspetto di essere davvero sicura per dirglielo.
O magari aspetti che lui te lo dica per primo.
Poi prendo coraggio e gli chiedo -E tu? Mi ami?-
Di tutta risposta mi ritrovo le sue labbra premute contro le mia. Gli circondo il collo con le braccia mentre lui mi tiene per i fianchi.
Dopo un po' ci stacchiamo mentre continuiamo a guardarci negli occhi. Mi mordo il labbro inferiore, mentre lui mi bacia la fronte.
Poi torna sulle mia labbra in un leggero contatto e mi sussurra -Si. Ti amo.-
Chiudo gli occhi, mentre sono consapevole che sto sorridendo come un'ebete. Ma ha importanza?
Simone mi ama. Ed io amo lui, ora ne sono davvero sicura. Così poggio delicatamente le mie labbra sulle sua e gli dico
-Ti amo anche io.-



Angolo dell'autrice:
Eccomi! Come promesso sono stata veloce ed ecco il Pov di Veronica.
Partiamo dall'inizio. Vi ho già ringraziato sopra ma non importa, lo faccio anche qui :3
Grazie di tutto, per le recensioni, per le vostre bellissime parole che riescono sempre a farmi uscire il sorriso. Grazie di cuore <3
Volevo dirvi che gran parte della storia è dovuto a voi, che con le vostre recensioni mi spingete a dare il massimo e a mandare avanti la storia. Quindi ancora grazie.
Passando al capitolo... odiate ancora Sam? Ve lo aspettavate che era tutto una messa in scena per far ingelosire Elisa?
E adesso lei cosa farà?
Ok, basta parlare di Elisa visto che questo capitolo è dedicato a Veronica. Ho voluto fare un capitolo dal suo punto di vista, perchè è un personaggio che adoro, e adoro la coppia che forma con Simone.
Allora... in questo capitolo finalmente Veronica ha avuto il coraggio di affrontare sua madre. La sua reazione non è stata delle migliori, anzi, è stata davvero pessima, ma a Veronica questo non importa perchè finalmente si è fatta valere e le ha detto quello che pensa.
Poi i due piccioncini si sono detti ti amo! Io li adoro, non smetterò mai di ripeterlo :3
Be', a questo punto cosa vi aspettate? Manca solo un capitolo e l'epilogo. Ci sarà un lieto fine oppure un finale dove si piange a dirotto?
Fatemi sapere cosa ne pensate e recensite mi raccomando ;)
Un bacione <3

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Capitolo 27
*** Oggi so quello che voglio ***


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Oggi so quello che voglio

Non sono mai stata una di quelle ragazze con le idee chiare sui loro desideri. Nè tantomeno una di quelle ragazze che fanno di tutto per ottenere ciò che vogliono.
Io, quando ho un desiderio, semplicemente non faccio nulla. Non perchè non voglio davvero quella cosa, ma perchè non me la sento ad affrontare tutti quegli ostacoli per ottenerla.
Mi limito a vivere la vita così come capita, e se è destino che ottenga quella cosa, be', tanto meglio per me.
Non ho mai fatto niente perchè un mio desiderio si avverasse.
Forse per paura di fallire, di rimanere delusa. E io odio sentirmi delusa, è come se mi crollasse il mondo addosso. Perchè è brutto vedere crollare tutte le proprie aspettative.
E ancora peggio è vedere che alla fine tutto ciò per cui hai lottato è rimasto solo un sogno.
Ma alla fine non importano i risultati. Non importa se alla fine uno non riesce ad avverare il proprio desiderio. 
Bisogna lottare, contro tutto e tutti, affinchè quello che desideri diventi reale.
E se non si avvera, non vuol dire che il destino non è dalla tua parte. Forse non è il desiderio giusto.
Ma si sa, che si avveri o no, a volte bisogna correre il rischio e dire "Questo è quello che voglio e farò di tutto per ottenerlo."
Perchè solo in questo modo c'è una possibilità che il tuo desiderio si avveri.
Non devi aspettare che lui venga da te.
Devi essere sicura di te stessa ed andarti a prendere quello che vuoi. Perchè è così che si fa.
 
*****
 
-Quindi... questo ragazzo, Luca, ti piace?- mi chiede Stella una volta che ho finito di raccontarle tutto quanto.
-Credo...-  prendo un respiro per poi ammettere -Si, mi piace.-
-Però ho rovinato tutto.- sospiro afflitta, mentre mia sorella mi prende per mano -Ehi, guardami.-
Faccio come mi dice e lei mi sorride rassicurante -Non hai rovinato tutto. Non eri pronta, cerca il modo di spiegarglielo e se gli piaci davvero lui capirà.-
-Ti piace davvero, eh?- continua lei.
-Me ne sono accorta troppo tardi.- ma forse, dico forse, c'è ancora una speranza.
-Per l'amore non è mai troppo tardi.- alzo lo sguardo verso di Stella, mentre lei continua a sorridermi premurosa.
-Ora vai e conquistalo!- mi esce un sorriso spontaneo. Mi piace parlare con mia sorella. Lei sa ascoltarmi e mi da sempre ottimi consigli.
Sembra in grando di leggermi dentro.
Prima che esca dalla mia stanza la fermo -Aspetta! Come sto?- mi alzo in piedi -Troppo semplice?-
Lei scoppia a ridere mentre viene verso di me e mi scompiglia affettuosamente i capelli -Sei proprio cotta!-
Abbasso lo sguardo imbarazzata, mentre lei mi dice -Stai bene, e resta così. Sii semplicemente te stessa e vedrai che a lui piacerà!-
Detto questo esce da camera mia mentre io vado verso lo specchio, e mi soffermo un po' sul mio riflesso.
In fondo cosa ci ha trovato Luca in me?
Sospiro mentre lascio scorrere le dita sui miei banalissimi capelli castani, mentre mi guardo con i miei banalissimi occhi marroni.
Come se non bastasse sono alta un metro e un tappo.
Sbuffo decisamente infastidita. Poi prendo la mia borsa a tracollo e ci infilo dentro chiavi, cellulare e portafogli.
Ormai ho deciso, e se non faccio quello che voglio adesso so che non lo farò mai.
-Io esco!- urlo, sapendo che in pratica soltanto Stella è a casa.
Vado a piedi verso il solito parco. Oggi è domenica, e ogni domenica Luca è solito portare al parco Ilaria.
Lo so perchè durante il mese in cui siamo diventati amici, lo accompagnavo praticamente sempre.
Magari adesso ci sarà Samantha con lui.
Scuoto la testa come a scacciar via quel pensiero. Veronica ha detto che era tutta una messa in scena, ma ogni volta che penso al bacio che si sono dati mi risale la rabbia.
Rabbia.
Fastidio.
Gelosia...
Al suo posto ci sarei potuta essere io, se solo mi fossi decisa prima. 
Potrei ancora.
Alimentata da questa nuova consapevolezza, che potrei non averlo perso, non ancora almeno, velocizzo il passo.
Mi maledico mentre per poco non inciampo sui miei piedi.
Dannate ballerine.
Rimpiango di non aver messo le mie amate converse. Sospiro, non è il momento di pensarci adesso.
Finalmente, dopo altri cinque minuti di camminata, passati pensando a quello che dirò a Luca, arrivo al parco. Sbuffo nel vedere quanta gente c'è, ma alla fine non ci faccio molto caso, e cerco di individuare Luca.
Poi noto una bambina con la chioma bionda. Questa si gira e appena mi vede mi viene incontro -Elisa!-
Io la saluto affettuosamente -Ilaria! Come stai piccola?-
La sorella di Luca mi sorride mostrandomi un dente mancante -Bene. Mi è caduto il dentino e il topolino mi ha portato i soldi!-
Sorrido divertita mentre le scompiglio i capelli -Fantastico.- poi cambio argomento -Senti, ma sai dov'è tuo fratello?-
-Sta da qualche parte con Sam.-
Cerco di nascondere l'irritazione nel sentire il suo nome e la ringrazio. In lontanaza riesco a scorgere i lunghi capelli neri di Sam.
E accanto a lei Luca. Mi avvicino silenziosamente, e di passo in passo mi faccio sempre più imbarazzata.
Sono quasi arrivata, e faccio un sospiro, quando mi blocco alle parole di Luca -Tu mi piaci, e anche molto. Quindi non vedo perchè dobbiamo andare avanti con questa sceneggiata perchè sono davvero stufo.-
Il mio cuore perde un battito. Luca ha detto a Sam che le piace. Ha detto che vuole finirla con questa sceneggiata.
Mi asciugo una lacrima che è scesa lungo il mio viso e mi volto dall'altra parte. Comincio a correre, tanto loro neanche si saranno accorti di me...
 
*****
 
Leggo l'ennesimo messaggio di Stella, che mi dice che è preoccupata per me e di tornare a casa al più presto.
Non le rispondo. Non mi va di farla preoccupare ancora di più, sapendo che nonostante tutto se non la chiamo sarà ancora più preoccupata.
Alla fine compongo il numero, e mia sorella dall'altra parte del telefono mi risponde ansiosa.
Cerco di tranquillizzarla e alla fine decide di lasciar perdere. La avverto che mangio a casa di Martina, anche se tecnicamente non è vero.
Mi guardo intorno, non sapendo bene in che zona mi trovo. Ho camminato molto, e sono quasi sicura che non sto più all'Eur.
Così mi dirigo verso la prima fermata che mi capita davanti e guardo le linee che passano qui. Mai sentite.
Ma decido di guardare lo stesso su internet e sono amareggiata quando vedo che non c'è nessun autobus in arrivo.
Potrei chiedere a qualcuno. Ma a chi?
Un auto fa una curva accelerando un po' troppo, e mi schizza tutta l'acqua addosso, così mi ritrovo completamente bagnata dalla testa ai piedi. Ieri sera ha fatto un temporale, e molte zone della città si sono allagate...
Sbuffo infastidita mentre impreco contro il cielo.
-Elisa?- quella voce... la riconoscerei tra mille.
E infatti è lui.
Mi volto imbarazzata, mentre lui mi squadra dalla testa ai piedi. Poi mi porge la sua felpa -E' meglio che metti questa, sei fradicia!-
Io non mi muovo, mi limito a fissarlo senza far trasparire alcuna emozione.
Non vedendo nessuna reazione da parte mia, mi avvolge lui stesso le spalle con la sua felpa. -E' meglio che ti accompagno a casa. Questa qui è una zonaccia!-
-Non voglio tornare a casa.- ed è vero, non m va per niente.
-Allora ti porto da qualche altra parte.-
Non cerco di oppormi, perchè forse passare del tempo con Luca è quello che voglio più adesso, ma poi mi ricordo di quello che ha detto a Sam...
-Non mi toccare!- lo allontano da me con uno strattone e gli tiro la felpa -E questa non la voglio!-
Luca mi guarda stralunato, cercando di capire se ho qualche serio problema mentale o meno. Ma a me non importa di quello che pensa lui di me.
Ti importa eccome. Sei solo troppo orgogliosa per ammetterlo.
Comincio a correre di nuovo. In fondo scappare dai problemi invece di andargli contro, mi è venuto sempre bene.
A mia sorpresa Luca si lancia al mio inseguimento.
Alla fine entro nel primo vicolo che mi capita sotto tiro, ma sbuffo ameraggiata quando scopro che non c'è via di uscita.
-Mi vuoi dire che ti prende?- mi dice con il fiatone.
Io indietreggio fino a trovarmi con la schiena premuta contro il muro. 
Cerco di nascondere l'effetto che mi fa averlo così vicino. L'effetto che ha sapendo che posso benissimo sentire il suo profumo.
E il suo battito del cuore.
O è il mio?
Alla fine riprende un po' di fiato, mentre io faccio altrettanto. Poi mi guarda così intensamente che mi sento mancare il respiro.
Chiudo gli occhi quando mi accarezza delicatamente la guancia.
-Tu mi farai impazzire.-
Apro gli occhi trovandomelo fin troppo vicino per i miei gusti. Lui mi è così serio che devo distogliere lo sguardo.
-Perchè?- gli chiedo io, trovando il coraggio per guardarlo negli occhi.
Luca si allontana da me -Dai Elisa, non dirmi che ancora non ci sei arrivata.-
Pensavo di piacerti. Fino a quando ti ho visto con Sam al parco... Adesso non so più niente.
-No, non ci sono arrivata. Quindi se per favore mi vuoi illuminare con la tua brillante spiegazione!- ribatto sarcastica.
-Tu mi piaci. E anche molto.-
Io ribatto amareggiata -E lo dici a tutte le ragazze che conosci?-
-Come scusa?-
-Sai, ero venuta al parco oggi. Per cercarti. Poi ti ho visto insieme a Samantha, e ho sentito quello che vi siete detti.- gli rivelo.
Luca mi guarda confusa, poi sospira e sorride. Chissà a cosa sta pensando...
-Perchè sorridi adesso?- gli chiedo abbastanza irritata.
-Non mi piace Sam, lei è soltanto un'amica.- poi mi guarda negli occhi e si avvicina di nuovo -A me piaci tu.-
-Ma io vi ho visti oggi e...- lui mi interrompe -Sam voleva che provassi con lei quello che ho da dirti.-
Apro la bocca più volte, per poi richiuderla sempre, non sapendo bene cosa dire.
Era tutto un equivoco...
-Perchè sorridi?- questa volta è lui che me lo chiede. Alzo lo sguardo verso di lui ed è come se lo vedessi per la prima volta.
Dimentico tutto. Ci siamo solo io e lui.
Premo le mie labbra contro le sua, e solo adesso mi accorgo di quanto desiderassi baciarlo di nuovo...
Luca si irrigidisce e mi allontana -Che fai?-
-Ti bacio.- rispondo ovvia.
-E...-
-E cosa?-
Lui mi fissa serio con quei suoi occhi azzurri -Sarà come le altre volte? Mi respingi, mi eviti o mi dici che è stato uno...-
Non gli lascio il tempo di finire la frase, che lo bacio di nuovo. Alla fine anche lui si lascia andare e risponde al bacio.
Io gli allaccio le braccia al collo e lo attiro ancora più di me.
Ancora sulle mie labbra mi sussurra -Quindi che hai intenzione di fare adesso?-
-Niente di tutto quello che ho fatto finora.- mi allontano un po', giusto per guardarlo negli occhi.
So quello che voglio.
-Mi piaci anche tu e non farò niente di tutto quello che ho fatto finora perchè...- sospiro per poi continuare determinata -Perchè voglio stare con te.-
Luca non dice nulla, semplicemente mi attira a sè per darmi un dolce bacio sulle labbra.
Poi mi circonda le spalle con un braccio. -Allora? Dove vuoi andare?-
Rido, per poi ritornare seria e chiedergli -E' un appuntamento questo?-
Lui mi guarda divertito -Se vuoi si.-
-Ma siamo usciti un sacco di volte!- ribatto io.
-Be'... però non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento.-
Io gli prendo la mano e gli sorrido dolcemente -E allora questo sarà il nostro primo appuntamento.- poi gli chiedo curiosa -Dove mi porti?-
-E' una sorpresa.-
 




Angolo dell'autrice:
Eccomi tornata con l'ultimo capitolo!
Come vedete non potevo lasciare Elisa e Luca separati, e in questo capitolo abbiamo visto lei molto determinata.
Certo, ci è rimasta male quando ha visto Luca che parlava con Sam, ma in realtà lui si stava esercitando con lei per quello che doveva dire ad Elisa.
Vi è piaciuto? Spero tanti di sì!
Allora... come vedete questo è l'ultimo capitolo, e devo dire che mi dispiace un po' lasciare questa storia, ma alla fine penso che sia lo stesso per tutti quanti. Non so, ma sento che sono cresciuta con questa storia. Proprio qualche giorno fa ho letto i primi capitolo, e mi sono resa conto che il mio stile è cambiato tantissimo. 
Comunque l'epilogo è già pronto, devo solo rivederlo e magari correggere qualcosa. Grazie tante se siete arrivati fin qui.
Siete dei lettori fantastici <3
Se volete continuare a seguirmi, ho appena pubblicato il prologo di una nuova storia, nella sezione angeli e demoni. Si intitola "Il bacio proibito", ecco il link per chi fosse interessato: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064265&i=1
Ok, ora vado, e che altro dire? Ci sentiamo all'epilogo! (mi fa ancora strano dirlo...)
Un bacione <3

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Capitolo 28
*** Epilogo- Con te non ho bisogno del paradiso ***


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Epilogo- Con te non ho bisogno del paradiso
 
-Dai Eli! Non capisco proprio perchè non vuoi venire! Guardati. Sei stupenda.- Veronica entra nella mia stanza.
Mi fisso allo specchio e sospiro rassegnata. Indosso un abito senza spalline blu, molto semplice, e soprattutto molto aderente, che la bionda mi ha costretto a mettere.
Arriva più o meno a metà coscia. Le scarpe, blu anch'esse, sono alte tipo 10 cm. Io non le volevo mettere.
Fisso i miei capelli, che in questi due anni mi sono impegnata a tenere lunghi, e alla fine sono davvero soddisfatta del risultato.
Poi fisso Veronica, accanto a me. E' cambiata moltissimo in questi due anni. Pensavamo tutti che quel suo nuovo look sarebbe durato sì o no un mese.
E invece eccola qui accanto a me, nel suo tubino nero, con degli stivali lunghissimi che le arrivano fin sopra il ginocchio, anch'essi neri.
I capelli ondulati sono di un biondo platino, quasi bianco. Mentre i suoi occhi azzurri sono contornati da un pesante smokey eyes nero.
-Allora, vieni?- mi chiede implorante la bionda.
Io alzo le spalle per niente entusiasta -Ormai sono vestita.-
Eppure io a quella festa non ci voglio proprio andare. Lui non mi vuole vedere. Non avrebbe senso.
-Lo so che è dura... siete stati insieme per quasi due anni e...- lascia in sospeso la frase, non sapendo bene come continuare.
Ma alla fine penso che non siamo mai stati insieme veramente. Con tutti quei tira e molla... alla fine abbiamo preferito chiuderla qui.
Però non riesco a dimenticarlo, lui è stato, anzi, è importante per me. E pensare che oggi andrò alla sua festa dei diciotto anni, dove starò lì a fissarlo, mentre lui si diverte con qualche ochetta senza cervello.
Cosa mi aspettavo in fondo? Che stessimo insieme per tutta la vita?
Ritorno ai miei pensieri, quando noto Veronica che fissa una foto mia e di Simone sul comodino. Sospira afflitta.
Mi avvicino a lei, e le prendo la mano -Anche per te è dura, vero?-
Lei alza lo sguardo, e solo ora mi accorgo che sta piangendo. In questi due anni che ci conosciamo non ha mai versato una lacrima...
Solo adesso capisco che per quanto Veronica voglia apparire dura e forte, in realtà è così fragile.
D'istinto la abbraccio, per farle capire che io per lei ci sono. Come lei c'è sempre stata per me.
E ad un tratto mi sento così egoista... in questi due mesi non ho fatto che pensare a me. Non facevo che piangermi addosso per la rottura con Luca, e non mi sono preoccupata minimamente di Veronica.
Da tempo le cose tra lei e mio fratello non andavano bene. Non so perchè, ma credo che c'entri una ragazza...
Veronica ricambia il mio abbraccio e ormai neanche tenta più di trattenere le lacrime -Io lo amavo...- poi si allontana da me e mi guarda seria -Anzi... lo amo ancora.-
Io non so davvero che dirle. Penso solo che mio fratello sia uno stupido, tutto qui.
Quei due stavano benissimo insieme, era come se si completassero a vicenda. Ma tutto ha una fine a quanto pare.
La bionda sembra leggermi nel pensiero -Sembra quasi che tutto abbia una fine...-
Annuisco, mentre lei sorride -Tutto tranne Martina e Alessio.-
Sorrido anche io pensando a quei due. In questi due anni non si sono allontanati neanche un po', se possibile sembrano sempre più innamorati col tempo che passa...
Mi chiedo come sia possibile.
Non hanno niente a che fare con me e Luca. O con Veronica e Simone.
La bionda prende un fazzoletto, mentre si ritocca il trucco, colato a causa del pianto. Poi viene verso di me e si apre in un sorriso raggiante 
-Sai che c'è? Stasera andiamo ad una festa e ci divertiremo! Eccome se ci divertiremo!-
Scoppio a ridere e lei con me. Qualcuno bussa alla porta -Avanti.- rispondiamo all'unisono io e la bionda.
Appena mio fratello entra Veronica si irrigidisce e perde il suo sorriso. Simone passa lo sguardo da me a lei, per poi soffermarsi soprattutto su di lei.
Lo vedo sbattere un paio di volte gli occhi, mentre lei alza lo sguardo verso di lui e la vedo trattenere il fiato.
Tra quei due c'è ancora del tenero... è così evidente.
Poi Simone si schiarisce la gola e dice -State benissimo.-
Non do molto importanza alla sua constatazione, sapendo che quel "state benissimo" si può tradurre benissimo come "Veronica sei stupenda.".
La bionda lo ringrazia -Stai bene anche tu.-
Lui annuisce, poi ci chiede -Siete pronte?-
Io e Veronica ci guardiamo per qualche secondo. Poi lei riacquista la sicurezza di poco prima e si fa strada, superando Simone -Andiamo.-
Lui la fissa per un po', mentre lei esce di casa e io non posso lasciarmi sfuggire l'occasione di stuzzicarlo -Chiudi la bocca che ti entrano le mosche!-
-Scema.-
Scuoto la testa, mentre lui segue Veronica. Mi guardo un'ultima volta allo specchio, poi mi accorgo della presenza di mio padre.
-Sei bellissima.- mi volto verso di lui, che mi sorride affettuoso.
Durante questi anni abbiamo recuperato il rapporto che abbiamo perso, e ne sono davvero felice.
Infatti, devo ammettere che la mia vita familiare sta andando piuttosto bene. Mi dispiace solo che Stella sia andata a vivere in un appartamento a parte con il suo ragazzo.
Be', in fondo ha ventiquattro anni, e sono felice per lei.
-Grazie.- gli sorrido anche io.
-Quella non la metti?- papà mi indica la collana d'argento sul comodino. Un regalo di Luca.
-Secondo me dovresti metterla.- continua lui.
Alla fine sospiro e gliela porgo -Me la metti tu?-
Lui annuisce -Ecco... così sei perfetta.-
-Ora devo andare.-
-Divertiti.-
Sorrido amareggiata mentre raggiungo Simone e Veronica davanti casa. Poi scuoto la testa.
E' pur sempre una festa e non devo stare tutto il tempo a piagnucolare. Mi divertirò.
Arrivata vedo quei due che si lasciano degli sguardi d'intesa, fin troppo evidenti. Ma non dico niente.
-Andiamo?- chiedo.
Così entriamo dentro l'auto di Simone. Veronica insiste perchè io debba stare davanti, ma alla fine riesco a cavarmela ed è lei a stare al sedile accanto mio fratello.
 
*****
 
Finalmente dopo circa mezz'ora di viaggio arriviamo davanti la discoteca. Una delle più famose al centro...
Entriamo dentro e subito parte della musica assordante, che a momenti mi spacca i timpani.
Sono costretta a urlare per farmi sentire -Ce l'hai tu il regalo?-
La bionda annuisce e mi trascina con sè -Cerchiamo di darglielo subito!-
Io annuisco mentre mi lascio trascinare da Veronica. Poi troviamo Alessio e Martina che stanno ballando.
Quei due prima o poi mi faranno venire il diabete!
-Ehi! Voi due! Si proprio voi due!- li richiama la bionda, e io non posso fare a meno di sorridere divertita.
-Si?- chiede la rossa, non prestandole per niente attenzione.
-Avete visto Luca?- chiedo io. Martina mi guarda maliziosa -Come mai lo cerchi?-
Io mi sento avvampare, ma per fortuna ci pensa Veronica -E' il suo compleanno, e volevamo dargli il regalo.-
-Qualche minuto fa stava parlando con Sam, adesso non so.- risponde Alessio.
Noi lo ringraziamo e ci mettiamo alla sua ricerca, o anche della mora. Quei due sono diventati inseparabili, penso che ormai siano un po' come fratello e sorella.
Dopo dieci minuti di ricerca infatti li troviamo insieme. Stanno ridendo per chissà quale battuta.
La mora si accorge di noi e ci saluta amichevolmente. Poi Veronica fa a Luca -Be', allora auguri.-
Poi molla a me il regalo, mentre lei se ne va da qualche parte con Sam, lasciando me e lui da soli. Maledico mentalmente la bionda.
-Auguri.- gli faccio io, porgendogli il regalo.
Lui prende la busta e la appoggia a terra. E' una semplice felpa dell'adidas.
-Be', spero che ti piaccia.- non sapendo che altro dire giro i tacchi, ma Luca mi trattiene per un braccio.
-Sono contento che sei venuta alla fine...- annuisco un po' in imbarazzo, mentre lui si avvicina a me e mi sussurra a un orecchio -Per quanto possa valere, sei bellissima.-
Trattengo il fiato, cercando di contenere tutte le emozioni che provo in questo momento. Lui si allontana, ma continua a tenere fisso i suoi occhi sui miei -Ma sei sempre bellissima.-
Poi sbatte un paio di volte le palpebre -Ti sei messa quella collana?-
Vengo colta alla sprovvista mentre fisso la catenina d'argento che ho sul collo, e impreco contro mio padre che mi ha praticamente costretto a metterla. -E' bella.- 
Poi cerco di cambiare argomento, e mi schiarisco la voce -Bel posto!-
-Davvero?-
Annuisco, mentre dico le prime cose che mi passano per la mente -E' grande, c'è buona musica... e poi devo ancora provare qualche drink!-
Bugiarda
-Be', allora ti posso offrire qualcosa?-
-Veramente io...- cerco di ribattere ma lui mi interrompe -Dai, sono il festeggiato.-
Alla fine sospiro e lo seguo. Andiamo al bancone dove servono i drink e lui mi chiede cortesemente -Cosa vuoi?-
Io alzo le spalle -Fa' tu.-
Luca ordina dei drink dai nomi strani, ma cerco di non farci caso. Poi mi porge un bicchiere con un liquido azzurro.
Io lo prendo, poi gli chiedo scettica -E' legale?-
Lui scoppia a ridere -Be', se vuoi posso ordinarti benissimo una coca-cola!-
Scuoto la testa, mentre porto il bicchiere alle labbra. Strizzo gli occhi quando sento il sapore del drink.
-Ok, vada per la coca-cola!- dice Luca divertito. Io lo fulmino con lo sguardo, mentre poso il drink sul bancone.
Poi mi porge la mia coca-cola. Lo ringrazio e gli chiedo -Non vai dagli altri?-
-Volevo stare un po' con te.- mi confessa lui.
Distolgo lo sguardo a disagio. Perchè, diamine, deve rendere tutto ancora più complicato?
-Elisa...- è quasi come una supplica. Alla fine mi volto e cerco di nascondere l'evidente imbarazzo.
-Cosa c'è?- chiedo fredda.
Non devo farmi incantare. No, non devo.
-Elisa guardami negli occhi.- alla fine alzo lo sguardo, e lui appare quasi stanco.
-Io...- lascia in sospeso la frase, non sapendo bene cosa dire.
Poso la coca-cola sul bancone, mentre giro i tacchi e mi allontano da lui. Se lo scopo di questa serata era divertirmi, be', direi che sto fallendo miseramente.
Sento la sua voce che mi richiama, ma non mi fermo.
Cerco con lo sguardo Veronica... ho bisogno di lei in questo momento. Poi la vedo che sta ridendo con mio fratello, e allora, proprio non me la sento di rovinarle il bel momento.
Sospiro afflitta, mentre esco dal locale per prendere una boccata d'aria fresca.
Mi siedo su un muretto, mentre cerco di riprendermi. Cosa avrà voluto dirmi?
Be', ormai è tardi, e credo proprio che non lo saprò mai. Sbuffo, non dovevo comportarmi così. Cavolo, sono stata una stupida!
-Ehi!- solo ora noto Samantha accanto a me che mi sorride amichevole.
-Tutto bene?- mi chiede comprensiva.
-Si.-
La mora alza un sopracciglio -Davvero?-
-No.- dico sconfitta.
-Luca?- 
Annuisco, mentre lei sospira -Siete così stupidi!-
Alzo lo sguardo verso di lei, irritata. Bel modo per consolare la gente! -Come scusa?-
-E' così evidente che tra voi due c'è ancora qualcosa... siete semplicemente troppo poco maturi per ammetterlo.-
La sua rivelazione mi lascia senza fiato. Davvero c'è ancora qualcosa tra noi due?
Insomma... io provo ancora qualcosa per lui, è evidente. Ma lui?
-Davvero non ti accorgi di niente?- continua Sam -Di come ti guarda... ti spoglia con gli occhi. E poi appena un ragazzo ti si avvicina impazzisce!-
-Veramente no.-
Lei alza le spalle -Be', se è per questo neanche lui si accorge di come tu lo guardi!-
-Io non lo guardo in nessun modo!- poi mi correggo -Anzi, non lo guardo affatto!-
Samantha scoppia a ridere, una di quelle risate belle, pure, che non puoi fare a meno di ridere anche te.
Dopo un po' torna seria -Comunque dovreste aprire gli occhi tutti e due, così vi fate solo del male.-
 
*****
 
Samantha dopo un po' è tornata dentro il locale, e mi ha chiesto se venivo con lei. Però ho preferito rimanere qui fuori, almeno un altro po'...
Mi tocco le spalle, colta dai brividi. Fa davvero freddo qui fuori.
Poi sento qualcosa avvolgermi... è la giacca di Luca.
Mi volto, mentre me lo ritrovo davanti -Ho visto che avevi freddo.- mi spiega lui.
Lo ringrazio, poi gli porgo la giacca inventandomi che sto rientrando, e quindi non ne ho bisogno.
Luca però mi ferma -Aspetta. Io...- sbuffa poi mi dice -Grazie per il regalo.-
-Di niente, ti è piaciuto?- gli chiedo cortesemente.
Lui annuisce, e io me ne esco così -Ti avevo fatto un'altra cosa...-
-Davvero?-
-Si però non ha importanza, perchè non ce l'ho con me.-
Stupida. E bugiarda.
Luca mi si avvicina e io d'istinto indietreggio di un passo -Non ce la faccio più.-
-Come?-
-Ogni volta che mi avvicino, tu ti allontani. E quando finalmente riesco a parlarti tu inventi sempre qualche scusa per liberarti di me.-
Vorrei dirgli che non è vero, ma mentirei ancora.
-Cosa dovrei fare?-
-Vorrei che fossimo amici.-
Sospiro delusa -Il fatto è che io non voglio essere una tua semplice amica.-
Vedo la sorpresa nei suoi occhi, poi mi sembra quasi compiaciuto. Possibile?
Non so perchè gliel'ho detto, però ora mi sento molto meglio. Almeno mi sono tolta un peso...
Poi mi stringo tra le mani un sacchettino di velluto rosso e glielo porgo -Era un pensierino che ti avevo fatto. Volevo dartelo prima, poi però ci siamo lasciati, e in realtà neanche te lo volevo dare però...- alla fine non finisco la frase. Piuttosto lo guardo aprire il sacchetto e tirare fuori un braccialetto di cuoio. Lui lo fissa per un po', poi se lo rigira tra le mani, e dalla sua espressione, sembra rimasto colpito.
-Te ne sei ricordata...-
 
-Sei proprio uno scemo!- constatai divertita.
-Così mi offendi!- ribattè Luca, con il sorriso tra le labbra.
Poi mi attirò a sè, dandomi un leggero bacio sulla fronte.
Mi strinsi un po' al suo petto, mentre inspiravo il suo odore.
-Comunque sono arrivato a una conclusione.- se ne uscì lui poco dopo.
-E sarebbe?- gli chiesi, guardandolo negli occhi.
Intrecciò le nostra dita -Sto bene con te e ho sempre pensato di aver bisogno di qualcosa di più per stare bene...-
-E?- lo incitai io, sorridendogli beffarda.
-Con te non ho bisogno del paradiso...- disse lui dopo un po', dandomi un bacio sulle labbra.
Rimasi molto colpita. Non mi aveva mai detto "ti amo", ma con quella dichiarazione è come se lo avesse fatto.
 
-Mi aiuti a metterlo?- mi chiede lui.
Annuisco, mentre gli allaccio il braccialetto sul polso e sorrido amareggiata.
-Mi piace molto.-
-Mi fa piacere.- dico senza guardarlo negli occhi.
-Comunque neanche io voglio essere tuo amico.- alzo lo sguardo furiosa. Prima mi dice che vuole che siamo amici, e all'improvviso ha cambiato idea?
Faccio per andarmene dentro, quando lui mi trattiene. Mi guarda un po' negli occhi, poi mi confessa -Tu non sai quanto ti vorrei baciare...-
Trattengo il fiato. -E allora fallo.-
Così senza dirci altro, ci ritroviamo a baciarci, e Dio solo sa quanto mi è mancato. Cavolo se mi è mancato.
Mi sciolgo totalmente tra le sue braccia mentre gli allaccio le braccia al collo, e comincio ad accarezzargli i capelli.
Ci stacchiamo, giusto per riprendere fiato, ma nessuno dei due vuole allontanarsi.
Lui mi accarezza una guancia -Cavolo se mi sei mancata!-
Lascio scendere una lacrima giù per il viso -E adesso?-
-So cosa ci siamo detti... ma la verità è che non riesco a starti lontano. Ho bisogno di stare con te.-
-Anche io.- mi ritrovo a confessargli.
Poi distogliendo lo sguardo gli dico -Credo di amarti...-
-Come?-
Ormai sono arrivata fin qui, tanto vale finirla. Lo guardo negli occhi, per poi affermare con sicurezza -Ho detto che ti amo.-
Luca sorride e fa per avvicinarsi. Penso che voglia baciarmi, ma alla fine mi sussurra a un orecchio -Penso di amarti anche io.-
Mi ritrovo a sorridere come un ebete, mentre gli rivolgo la stessa domanda che ha fatto a me -Come?-
-Ti amo anche io.-
Cerco di non far trasparire l'entusiasmo e mi mordo il labbro inferiore. Poi gli chiedo -Quindi cosa facciamo?-
Luca intreccia le nostra dita -Potremmo provare a stare di nuovo insieme...-
Lui mi guarda speranzoso, mentre io lo attiro a me, baciandolo di nuovo.
-E' un si?-
-Si.- ribatto felice.
Si apre in un sorriso radioso, un bellissimo sorriso capace di farmi sciogliere.
E non posso fare a meno di pensare a quello che abbiamo passato in questi due anni. Dalla mia dichiarazione ci siamo ufficialmente messi insieme. Molte volte però ci siamo ritrovati a litigare... io con il mio dannato orgoglio. E lui, sempre più stufo di quella situazione.
Ma preferisco ricordare i bei momenti passati insieme. Quelli che ti facevano desiderare di averni altri, e altri ancora.
Ho sempre pensato che avessi bisogno di più, per stare bene. Non so esattamente cosa, ma non mi sono mai sentita completa.
Come se mi mancasse qualcosa. Ora però ho trovato il puzzle mancante della mia vita, quello che la fa sembrare una perfezione.
Gli stringo la mano mentre gli rivelo -Anche io con te non ho bisogno del paradiso.-
La verità è molto più semplice. Pensavo di avere una vita disastrosa, e forse lo era. Ma in questi due anni le cose sono cambiate.
Ho degli amici veri, senza i quali non so come farei.
Veronica.
Martina.
Loro non mi volterebbero mai le spalle, e farebbero di tutto per me. Non le ho mai ringraziate esplicitamente, ma loro lo sanno in fondo.
Poi ho una famiglia.
Ho sempre desiderato che la mia famiglia si riunisse, nonostante ci ho messa tanto per ammettere con me stessa che era giusto che perdonassi papà. Perchè io ho bisogno di lui. Come ho bisogno di Stella e di Simone.
E' quello che mamma avrebbe voluto. E sarebbe orgogliosa di me, di tutti quanti.
Poi fisso Luca che mi sta sorridendo sornione. Ho anche lui, e allora non posso che riconfermare quello che ho detto.
Non ho bisogno del paradiso, perchè per quanto possa essere strano, ho tutto quello che mi serve qua.
-Ritorniamo dentro?- mi chiede poi lui.
Annuisco, mentre torniamo dentro il locale più sorridenti che mai, mano nella mano.
E in fondo sto bene così.
Con Luca al mio fianco.
 
Fine
 
Angolo dell'autrice:
Voi non sapete quanto mi è costato mettere la parola fine. Ancora non ci credo.
Ho cominciato questa storia più di un anno fa, e mi dispiace lasciarla così. Ma come ha detto Veronica, tutto ha una fine purtroppo...
*tutto tranne Alessio e Martina... e si spera lo stesso anche per Elisa e Luca :3
Ora ci tenevo a fare dei ringraziamenti, quindi tenetevi pronte...
Prima volevo ringraziare Allegra_ e Saphira96 che seguono questa storia sin dall'inizio, e mi hanno sempre sostenuta. Grazie davvero <3
Poi grazie a Rori98 e jaja_99, per le loro magnifiche recensioni <3
Grazie a Helyharu, che anche se non recensisce spesso so che legge e apprezza quello che scrivo (non si sa come eh!) e mi ritrovo a leggere le sue rencensioni sempre col sorriso stampato sin faccia <3
Grazie a Tiredoffeelingalone, perchè anche se segue la storia da poco, mi hanno fatto davvero piacere le sue parole <3
Grazie a binca, kappachan_ e Bianca_DirectionerCarrot, che anche se non sento da tanto tempo, era giusto ringraziare anche loro. 
Spero che non vi siate dimenticate della storia e che questo finale vi sia piaciuto <3
Grazie anche a chi ha lasciato almeno una recensione: Caramel blonde, Cynthia_Zizi, virgyfienga, Littlemisstneb, Iloveeverybody, 4Swarovski4, Bho_99, Cassandra_01, hollystar, Minelli e MarshmallowHappy.
Grazie a chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Grazie a chi semplicemente legge. Per me vuol dire tanto anche questo.
Grazie perchè senza di voi niente di tutto questo sarebbe stato possibile. Non smetterò mai di dirvelo.
Grazie, grazie e ancora grazie a tutti per tutto quanto <3

Be', tornando all'epilogo... spero che vi sia piaciuto e che non siate rimaste deluse. Mi ci sono impegnata per scriverlo, e alla fine sono abbastanza soddisfatta del risultato.
Non vedo l'ora di leggere cosa ne pensate, e spero che tutta la storia vi sia piaciuta.
Mi dispiace così tanto lasciare questa storia... così come mi dispiace lasciare voi lettrici. Non pensavo che mi sarebbe dispiaciuto così tanto a dire il vero. Dopo aver pubblicato dovrò cambiare lo stato della storia in completa... ancora non ci credo.

Comunque per chi volesse continuare a seguirmi, cosa che mi farebbe davvero piacere, ho da poco pubblicato una nuova long, questa volta nella sezione angeli e demoni. E' la prima storia che pubblico in quella sezione, e spero che riuscirò a portarla a termine come spero. La storia comunque si chiama "Il bacio proibito", e per ora è online solo il prologo.
Ecco il link per chi fosse curioso: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064265
Ok... ora vi saluto.
*cerca di non piangere.
Un bacione <3

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