La rinascita di freiii91 (/viewuser.php?uid=168971)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caro diario... ***
Capitolo 2: *** Di nuovo a casa ***
Capitolo 3: *** che dolore ***
Capitolo 4: *** Dolorose verità ***
Capitolo 5: *** Incontri inaspettati ***
Capitolo 1 *** Caro diario... ***
Per chi non avesse
letto tutti i libri:
Ho cercato di
spiegare e riassumere al meglio le recenti vicende. Elena prima era
umana, poi diventata un vampiro, morta come vampiro e tornata sulla
terra in forma umana con degli strani poteri: ha diverse paia di ali
utili per salvare gli altri, per volare, per distruggere ecc…
I suoi genitori
sono morti in un incidente stradale quando era più giovane e
le restano solo la zia Judith e la sorellina di 4 anni Margaret.
Damon e Stefan sono
due vampiri entrambi innamorati della bella Elena e dopo numerose
vicende che li hanno visti uno contro l’altro si sono
riappacificati.
La signora Flowers è la proprietaria di una pensione in
fondo ad un bosco a Fell's Church ed è anche una strega
bianca che aiuta i giovani.
Matt
è un caro amico di Elena, nonché suo ex-fidanzato.
Bonnie e Meredith
sono amiche di Elena: la prima è una strega/sensitiva, la
seconda ha appena scoperto di essere un mezzo-vampiro.
Caroline
è la tipica rivale che ogni ragazza ha a scuola, ma negli
ultimi mesi è impazzita odiando Elena con tutta se stessa,
rubandole prima il suo diario segreto (che poi è stato
recuperato) e facendo cose pessime nei suoi riguardi usando la magia
nera, finendo con l’essere andata a letto con Tyler (un
licantropo) e rimanendo incinta di bambini-lupo.
Sage è
un vampiro più potente degli altri, era il guardiano della
Guardiola (luogo in cui erano nascosti i 7 tesori kitsune rubati alle
guardiane molti anni prima, ma ora restituiti), è amico di
Damon e si accompagna sempre dal suo fedele cane Saber e dal suo falco.
(questo
capitolo è un riassunto dei libri in formato diario, chiedo
perdono se è un po' noiosetto)
BUONA LETTURA!
Caro
diario,
sono
tornata! Sono finalmente a casa mia, con zia Judith e Margaret che
dormono
nelle stanze di fianco. Non ci credo ancora del tutto… le
guardiane in fondo
sono state oneste e hanno mantenuto la parola.
Beh,
tu ovviamente non sai nulla quindi ti spiegherò tutto dal
principio visto che è
veramente tanto tempo che non scrivo qui. Pur di scrivere avevo preso
un altro
diario visto che tu eri stato rubato il giorno in cui sono diventata
vampiro,
ma partiamo dal principio…
Elena
scriveva e
raccontava nei minimi particolari tutto quello che le era successo
negli ultimi
dieci mesi lontana da casa, partendo dalla triste storia di Katherine a
causa
della quale era diventata un vampiro e aveva iniziato a provare
qualcosa per
Damon e poi era morta, sotto i raggi del sole, per salvare i due
fratelli che
tanto si detestavano in passato.
Poi
aveva fatto strani
sogni e in qualche modo dall’aldilà era riuscita a
comunicare con Bonnie perché
un altro male stava giungendo a Fell’s Church e non poteva
abbandonare i suoi
amici, era morta troppo giovane.
Il
giorno del solstizio
d’estate era miracolosamente tornata sulla terra prima in
forma angelica, per
salvare la città da Klaus, dopo in forma umana.
Le
era stata concessa
una seconda possibilità anche se ancora non ne capiva il
motivo, ma con se
aveva portato il potere delle ali e la saggezza della magia bianca per
usarle,
che si manifestava solo in determinate occasioni, solo quando era
necessario.
Tornata
in forma umana
anche il suo sangue era cambiato: era diventato speciale, forse troppo
visto
che aveva dovuto imparare in fretta a nascondere la sua aura se no
avrebbe
potuto far impazzire qualsiasi vampiro nelle vicinanze, ma era felice
perché
era di nuovo a casa con Stefan e i suoi amici, finché una
mattina si risvegliò
sola.
Stefan
se ne era
apparentemente andato via, ma poi scoprì come erano andate
veramente le cose:
Damon era stato manovrato da due crudeli spiriti volpe: i gemelli
kitsune Misao e
Shinichi che avevano rinchiuso Stefan
nella prigione della Dimensione Oscura ed avevano obbligato il fratello
maggiore a fare cose orribili agli umani che aveva accanto.
Elena,
grazie al potere
delle ali aveva salvato Damon e vinto la battaglia con i gemelli e con
lui era
partita alla ricerca del suo amato affrontando un lungo viaggio in
veste di
schiava, seguita anche da Bonnie e Meredith.
In
quel periodo di
ricerca delle chiavi-volpe per aprire la cella di Stefan, Elena aveva
scoperto
di essere attratta da Damon e di
non
riuscire a bloccare i suoi sentimenti che diventavano ogni giorno
più forti e
per lui era lo stesso.
Dopo
numerosi pericoli
erano riusciti a salvare Stefan e a tornare a casa, a Fell’s
Church, ma fu in
quel momento che iniziò la vera tragedia.
Damon
era tornato di
nuovo umano per aver aperto un regalo che un kitsune aveva fatto al
fratello, e
il pericolo era più vicino che mai mentre Stefan doveva
ancora riprendere le
forze.
Una
mattina si svegliò
e scoprì che Damon era tornato nella Dimensione Oscura
portando la piccola
Bonnie con se. Da quel momento aveva perso le loro tracce, mentre il
povero
Matt era stato preso e portato in tribunale per essere nominato
colpevole di
aver aggredito Caroline, che bugiarda!
Per
rendere peggiori le
cose aveva scoperto la terribile verità sulla sua amica
Meredith: da piccola
l’attacco da parte di Klaus le aveva portato via il fratello
rendendolo un
vampiro in continua crescita e aveva semi-vampirizzato anche lei
costringendo i
suoi genitori a farle ingurgitare qualche goccia di sangue
settimanalmente per
non morire, tutto senza che lei sapesse niente e per di più
discendeva da una
famiglia di cacciatori di vampiri.
Alla
fine era riuscita
a salvare Matt con l’aiuto di Saber, il cane infernale
dell’ormai amico vampiro
Sage, evitandogli la galera e poi era partita con Stefan alla volta
della
Dimensione Oscura lasciando Meredith, Matt e la signora Flowers a
proteggere la
città dall’ultima mezzanotte in cui tutti
sarebbero morti.
Arrivati
nella
Dimensione Oscura aveva trovato Bonnie e l’aveva consolata,
dopo aver ascoltato
la sua triste storia di essere diventata una schiava, mentre Damon
cercava di
diventare vampiro, ma che una volta trovata l’aveva ripresa e
riportata a casa
da Lady Ulma. Proprio in quella villa aveva trovato anche Damon e i
quattro
ragazzi avevano deciso di partire per andare alla ricerca dei sette
tesori
kitsune sui quali Bonnie aveva avuto una premonizione, per poter
trovare la
sfera stellata più grande al mondo ed usare il suo potere
per salvare Fell’s
Church.
Così
era iniziato il
loro lungo viaggio per il Mondo Sotterraneo e dopo diverse prove erano
riusciti
ad arrivare alla Guardiola: il luogo in cui erano tenuti i tesori;
entrando
avevano trovato il fidato Sage che gli aveva dato una mano a trovare la
giusta
porta e così si ritrovarono su una piccola luna a cercare la
sfera stellata,
con loro arrivò anche Shinichi che aveva inglobato Misao
perché troppo debole e
alla fine era morto a causa del suo senso di colpa, come era arrivato
se ne era
andato e aveva lasciato i ragazzi a cercare la sfera.
In
quel momento la
calligrafia di Elena iniziò ad essere incerta
perché era arrivata la parte più
dolorosa da scrivere, ma aveva fatto una promessa e doveva mantenerla.
…Dopo
aver visto il kitsune morire abbiamo iniziato ad incamminarci alla
ricerca
della sfera e alla fine l’abbiamo trovata su un ramo del
gigante albero che era
presente sulla luna, ma non abbiamo pensato al fatto che fosse protetta
finché
non è avvenuto l’imprevedibile.
Non
so bene cosa sia successo, è accaduto tutto troppo in
fretta, so solo che Damon
ha salvato Bonnie da una morte certa e l’albero
l’ha trafitto coi suoi rami!!
Non
ci volevo credere, eravamo arrivati fin lì e poi
è successo, Damon non riusciva
più ad aprire gli occhi e a parlare, mi sono arrabbiata
così tanto!
Io
lo sapevo, avrei dovuto saperlo visto il mio dolore premonitore*!!
Se
solo fossi stata più cauta, se avessi ragionato di
più ora sarebbe vivo e qui
con me!
Invece
no, quell’albero
me l’ha portato via per
sempre e l’unica cosa che ho potuto fare è stato
aiutarlo a morire in pace,
senza tutte le catene e il macigno che si portava dietro.
Io
l’ho amato così tanto e lo amo tutt’ora,
credo che sia stato proprio quello a
fargli capire che non sarà mai solo perché non lo
lascerò mai, non lo
dimenticherò mai, non posso perché è
parte di me!!
Oh,
non so proprio come farò…
La
storia purtroppo non è ancora finita, perché
l’albero stava uccidendo anche noi
e per la rabbia ho distrutto quella piccola luna e la sfera stellata,
con le
ali della distruzione e poi insieme a Sage e agli altri abbiamo preso
tutto ciò
che riuscivamo dalla Guardiola per essere ricevuti dalle tre regine del
loro
mondo e così è stato.
Ho
scoperto che avendo distrutto la sfera stellata abbiamo salvato
Fell’s Church
dall’ultima mezzanotte, ma ho
conosciuto
anche una bruttissima verità in compenso: ho ucciso io i
miei genitori il
giorno dell’incidente… perché ero
destinata ad essere una Guardiana, per via dei
miei geni, e ho visto la macchina dorata distraendo mio padre e
beh… i miei
genitori sono morti, ma io no perché le guardiane hanno
avuto ordini dall’alto
di rimandarmi in terra.
Sono
così confusa, così triste.
Perché
mi hanno fatto questo? Perché?
Credo
di essermi arrabbiata troppo in quella reggia incantata
però, perché ho chiesto
alle tre regine di riportare Fell’s Church allo splendore di
prima, come se
questi dieci mesi fossero stati normali e non fosse accaduto niente di
sovrannaturale e di riportare Damon in vita in cambio dei tesori
kitsune e
delle chiavi universali.
Il
problema è che loro avevano solo un potere limitato e non
potevano riuscire a
portare il mio Damon in vita e quindi stavo per scagliare contro di
loro le ali
della distruzione, ma non ci sono riuscita perché mi hanno
fermata in tempo e
in compenso mi hanno tagliato le ali, tutte le ali!!
Mi
sono comportata così male, meno male che Sage e Stefan le
hanno fermate quando
volevano purificarmi anche il sangue perché sarei di certo
morta e tornata
vampiro…
Però
una cosa l’ho portata con me: L’Acqua della Fonte
della Vita e dell’eterna
Giovinezza!
Potrò
essere immortale senza la maledizione del vampirismo, ma Stefan la
scorsa notte
mi ha detto di aspettare a berla e pensarci su. Ha ragione, non so se
riuscirei
a passare il resto della mia vita pensando a come avrei potuto salvare
Damon, a
come sarebbe stato tutto diverso con lui accanto.
La
scrittura di Elena
era diventata illeggibile talmente le tremava la mano e le sue pagine
di diario
erano piene di piccole gocce d’acqua: aveva pianto
così tanto e le lacrime non
volevano smettere di scendere copiose sul suo viso.
Chiuse
il diario e lo
nascose sotto la solita asse del fondo dell’armadio dove
nessuno avrebbe potuto
trovarlo.
#continua
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Capitolo 2 *** Di nuovo a casa ***
Il primo capitolo
è veramente noioso! Lo so, ma non
potevo tralasciare nulla, nel caso qualcuno non avesse letto tutti i
libri fino
all’ultimo doveva essere informato, quello era un bel
riassunto che Elena ha
scritto sul suo diario segreto. Adesso inizia la vera storia…
Quella
mattina
era iniziata nel peggiore dei modi, Elena si era alzata e si era messa
sul
letto in camera a piangere e a scrivere tutto sul suo diario
perché aveva paura
di dimenticare, aveva il terrore che le guardiane le formattassero la
memoria e
le mettessero qualche stupidaggine nel cervello per colmare il vuoto.
Ora,
se
l’avessero fatto lei avrebbe potuto rileggere il suo diario
nascosto e
ricordare in un modo o nell’altro.
Non
poteva
dimenticare, non doveva perché aveva promesso a Damon che lo
avrebbe portato
per sempre con se, però era così doloroso, era
difficile pensarlo morto su
quella luna grigia da cui cadeva solo cenere!
Almeno
Bonnie aveva
lasciato le loro ciocche di capelli sul petto di quel corpo, visto che
non
aveva avuto una degna sepoltura!
Non
si sentiva
così vuota dentro da quando le erano morti i genitori in
quell’incidente
maledetto…se fosse stata meno sveglia, se non avesse
distratto suo padre, cosa
sarebbe successo?
Forse
sarebbe
stata una guardiana senza cuore a quest’ora e non avrebbe
conosciuto i due
vampiri che l’avevano cambiata così
tanto… No!
Non
doveva
pensarci perché in qualche modo sentiva che era nel posto
giusto, lì sulla
terra per salvare chi amava e non poteva stare in un castello dorato
fuori dal
mondo a giudicare chi poteva essere aiutato e chi no.
Lei
era Elena
Gilbert, aveva 18 anni ed era nata con quei geni che le facevano
pianificare
tutto per aiutare il genere umano, perché lei era umana e
nessuno avrebbe
dovuto metterlo in discussione!
Decise
che era ora di
scendere al piano inferiore, doveva vedere la sua famiglia, doveva
sapere come
stavano la zia Judith e la sua sorellina Margaret.
<
Buon giorno
zietta, ciao piccolina! > disse appena intravide le due figure
in cucina e
poi le abbracciò con così tanto furore da
stritolarle quasi.
<
Tesoro, non
pensavo che un’intera notte senza di noi ti facesse questo
effetto! Ci siamo
lasciate solo poche ore fa. >
<
Lo so, ma è come
se fosse passata un’eternità! Oh, non ve lo dico
mai, ma vi voglio così bene! >
tornò a stritolarle un’ultima volta e poi si
diresse a fare colazione con loro.
In
quel momento si
accorse che non sapeva nemmeno in che mese si trovava, se doveva andare
a
scuola, se era in vacanza o… beh bastava chiederlo no?
<
Zia, non prendermi
per pazza, ma non mi ricordo proprio che giorno sia oggi. >
<
è venerdì. >
<
venerdì?! >
<
venerdì 29 luglio!
Hai finito due settimane fa gli esami e lunedì
c’è la cerimonia della consegna
del diploma! > le
rispose brusca la
zia.
Elena
si trovò
scaraventata con forza nella sua nuova vecchia vita che
iniziò ad esultare
dalla gioia, aveva già dato gli esami e non avrebbe dovuto
studiare per un po’ perché
era in vacanza! Quella notizia aveva reso la sua giornata migliore!
Finì
di bere la sua
tazza di latte e si alzò dal tavolo per prepararsi, Stefan
sarebbe passato in
mattinata da lei per portarla a casa della signora Flowers e ritrovarsi
con gli
altri ragazzi.
Durante
la doccia si
costrinse a pensare a cose belle e divertenti, non poteva essere
triste, non in
quel momento. Aveva passato gli esami e questa sì che era
una bella notizia.
Finita
la doccia passò
una spudorata mezz’ora a pettinarsi i riccioli dorati e a
provare un sacco di
vestiti, era così tanto tempo che non indossava i suoi!
Finalmente
sentì un
rumore provenire dalla finestra, era Stefan che le aveva lanciato
qualche
sassolino. Lei aprì la finestra e poi furono uno accanto
all’altra.
<
Buongiorno Elena
>
<
Ancora con questa
storia? Stefan i miei sentimenti per te non sono cambiati,
semplicemente devi
capire che io amo entrambi… ho amato entrambi > disse
con voce rotta.
<
Sono un tale
stupido! Oh amore non piangere, ti prego. >
Ma
ormai era troppo
tardi, le lacrime avevano rincominciato a scendere dal suo viso, ma lei
sorrideva perché finalmente quel testardo aveva capito che
lo amava.
Stefan
le asciugò
delicatamente e le disse: < I ragazzi ci aspettano alla
pensione, appena sei
pronta andiamo. >
<
Allora andiamo!
>
Si
ritrovarono in
macchina, nella vecchia Fell’s Church che era rinata, tutti i
bimbi erano a
casa e giocavano in cortile con le mamme che li sgridavano o
chiacchieravano
tra loro.
Tutto
era tornato
normale, la gente non sapeva che lei fosse morta e nemmeno che la
città era
stata quasi distrutta.
Quando
entrarono nell’Old
Wood ebbe quasi paura di rincontrare quei Malach che avevano posseduto
i
bambini, l’intero bosco e perfino Damon.
Ma
quello che successe
fu veramente strano, dalla paura aveva inspiegabilmente incanalato il
potere,
rimasto in piccola quantità dopo il taglio delle ali, negli
occhi e aveva
intravisto le famose linee energetiche che attraversavano
l’intera cittadina.
E
se si stesse
ritrasformando in vampiro? Non doveva succedere, non in quel
momento… però non
capiva come poteva avere ancora tutto quel potere visto che le era
stato tolto.
Arrivati
alla pensione
doveva togliersi quel dubbio…
<
Stefan, guardami
bene, sto diventando di nuovo un vampiro? I miei sensi sono troppo
vigili,
qualcosa non va, oh amore dimmelo! Devo saperlo!>
Stefan
la scrutò con
attenzione: i suoi capelli erano ancora dorati e luminosi, la
carnagione era
chiara, ma non troppo e non aveva nessun tipo di aura vampiresca.
<
No, tesoro. Rilassati, magari il potere delle ali non ti è
stato tolto del
tutto. Ricordati che il tuo sangue è ancora diverso da
quello umano, potrebbe
essere quello. > le sorrise e lei si calmò subito.
Entrarono così alla
pensione.
Nel
frattempo sulla
luna più piccola del mondo sotterraneo qualcosa si stava
risvegliando, o meglio
qualcuno. Era rimasto in posizione supina per diverse ore, non era
morto, era
semplicemente spento.
L’enorme
sfera stellata
aveva un potere immenso ed era stata cancellata proprio su quella
piccola luna,
il contenitore si era distrutto, ma delle gocce di potere non possono
distruggersi, semplicemente ricadono lì, dal luogo in cui
sono state lanciate.
Il
destino vuole che il
corpo fosse proprio sotto al punto in cui prima era la sfera stellata e
le
gocce opalescenti ricadevano proprio su di lui e, poco alla volta, lo
stavano
rianimando.
Avevano
già apportato i
primi cambiamenti, quel corpo senza vita aveva ripreso a pensare
incessantemente
a due angeli dai quali doveva tornare, non ricordava molto, solo che
loro lo
stavano aspettando.
Aveva
capito chi era in
quelle ore: lui era Damon, un vampiro centenario! Oltre a quello non
riuscivano
a tornare alla mente altri ricordi.
Appoggiò
al petto le
proprie mani e sentì qualcosa di soffice, diverso dalla
cenere che cadeva
incessantemente, diverso da quelle strane goccioline d’acqua
che lo stavano
rinvigorendo, era qualcosa che conosceva, ma non riusciva proprio a
ricordare e
aprire gli occhi era troppo difficile, troppo in quel momento.
Decise
che era più
sensato rimanere lì sdraiato e usufruire di quello strano
potere, forse con un
po’ di tempo avrebbe ricordato tutto…
#continua
|
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Capitolo 3 *** che dolore ***
Elena
e Stefan entrarono
alla pensione a trovare l’anziana donna e poco dopo furono
raggiunti dagli
amici. Si salutarono caldamente e si misero a sedere al tavolo della
cucina
mentre la signora Flowers preparava per loro una tisana alle erbe.
Matt
iniziò a parlare e
a spiegare cosa era successo in quel brutto periodo e poi fu il turno
di Bonnie
che spiegò cosa era avvenuto nel loro lungo viaggio ma,
inconsapevolmente si
ritrovò a piangere dopo poco.
<
è tutta colpa mia,
non mi sarei dovuta avvinghiare a Damon in quel modo, non sarei dovuta
andare
nella Dimensione Oscura… Ora magari sarebbe
ancora… >
<
sarebbe morto lo
stesso! > Rispose
subito Elena <
Bonnie, anche se tu non l’avessi seguito
probabilmente avresti avuto comunque la visione dei tesori kitsune e nel cercare di prendere la
sfera qualcuno
sarebbe morto >
<
e magari se non
fossi partita con lui non avresti avuto quella visione e ora non
potremmo
nemmeno essere qui a parlare, perché questo posto non
esisterebbe più >
Stavolta era Stefan a parlare con una
nota di tristezza nella voce.
Meredith,
che non aveva
mai dimostrato una vera e propria simpatia per Damon si costrinse ad
aprir
bocca: < è giusto che voi lo sappiate, Damon non ha
rubato la sfera. >
Sì
alzò un coro di <
cosa?! >
<
Diciamo che l’ha
vinta, in duello, contro di me. E noi cacciatori abbiamo un codice
d’onore e
anche lui, se no a quest’ora non sarei qui a parlarvene, ma
sarei cenere
proprio come lui… >
I
ragazzi rimasero a
bocca aperta, non tanto per la scoperta della notizia, ormai sapevano
che era
una cacciatrice, ma per il modo in cui l’amica parlava di
Damon.
<
Quando è arrivato
ci ha scombussolato le vite, si è comportato da vero
stronzo, ma alla fine si è
dimostrato meglio di tutti noi, ha salvato la nostra città,
ci ha salvato
tutti… > Elena disse ad alta voce ciò che
anche gli altri stavano pensando,
ma non avevano il coraggio di esprimere.
Poi
tutto accadde in pochi istanti: Elena tirò un urlo, si prese
la testa fra le
mani e cercò di bloccare quel dolore, Stefan corse verso di
lei, ma fu troppo
lento, come tutti gli altri in quella stanza.
Era
un mal di testa potentissimo, troppo forte da sopportare e
all’improvviso tutto
divenne nero: era
svenuta.
Damon
aprì gli occhi
dopo interminabili giorni… era successo tutto
così in fretta che ancora non
aveva compreso l’intera situazione.
Mentre
era sdraiato a
riposare l’aveva colto un dolore lancinante al cervello, un
ictus aveva pensato
e invece, dopo alcuni strazianti minuti era passato e aveva risvegliato
qualcosa in lui.
Riusciva
a sentirlo,
ora era vivo e iniziava pian piano a ricordare… sapeva chi
era, sapeva perché
era lì e come ci era arrivato, ma soprattutto si ricordava
con chi aveva
affrontato il lungo viaggio fin lì.
Le
sue mani si chiusero
con forza intorno alle due ciocche di capelli appoggiate al proprio
petto:
<
Mio pettirosso,
mia principessa sto tornando da voi! >
Sapeva
cosa doveva
fare: trovare la porta per uscire da quel mondo, ritrovarsi nella
Guardiola e
tornare a casa con la chiave universale che sicuramente era stata
lasciata a
Sage, che era lì fuori ad aspettarlo.
Nella
sua mente era
tutto così semplice, ma nei fatti era un po’
più complicato di così.
Prima
di tutto quale
sconsiderato avrebbe lasciato che il liquido della sfera stellata
andasse
perduto?
Col
potere di quelle
infinitesimali goccioline creò un recipiente abbastanza
grande per poter
raccogliere quella sostanza, poi si incamminò nella nebbia
di cenere che lo
circondava.
Sarebbe
tornato a casa
in un modo o nell’altro, doveva solo trovare quella maledetta
porta e ce
l’avrebbe fatta.
Scoprì
che la cosa era
più semplice di quanto potesse essere sembrata, dopo soli
pochi passi intravide
l’uscita, qualcuno doveva averla spostata… forse
Sage, l’aveva sicuramente fatto
per permettere agli altri di scappare dalla cenere.
La
oltrepassò e si
trovò nella Guardiola, ma ad aspettarlo non c’era
l’amico vampiro.
Una
donna con gli occhi
azzurri e i capelli d’oro aveva preso il suo posto.
<
Elena > si
ritrovò a dire senza pensare, e la donna gli sorrise
imbarazzata.
<
Non mi chiamo
Elena, ma tu cosa ci fai qui? Non ricordo di averti visto entrare
>
<
Nemmeno io mi
ricordo di te, prima c’era Sage. Dov’è
lui? >
La
donna lo guardò
sbalordita, l’unico vampiro che era rimasto lì da
tutto quel tempo era il
famoso Damon Salvatore, quello per il quale certi ragazzi venuti dal
mondo in
superficie avevano ridato i doni alle Guardiane, ma per il quale non
c’era
stato niente da fare.
<
Sage è stato
richiamato da suo padre alla Corte Infernale per il suo pessimo
comportamento,
tu chi sei? >
Come
per confermare le
sue ipotesi le rispose una voce calma e diretta <
Sono Damon Salvatore e voglio tornarmene
a casa >
<
Prima devi venire
con me e devi rispondere ad alcune domande, poi ti lasceremo tornare da
lei >
Damon
rimase impietrito
da quella frase, da lei? Allora sapevano chi era, doveva essere
sicuramente
successo qualcosa.
I
suoi ultimi ricordi
erano frammentati: sapeva solo che Elena lo aveva cullato fino a farlo
addormentare, ma lui era morto quindi non aveva molto senso nella sua
testa…
Poi
ricordò che lei aveva
scagliato qualcosa contro la luna, ma non rimembrava nulla di
più.
Seguì
la guardiana fino ad una automobile dorata e insieme partirono a razzo
<
Elena, cara? >
<
tesoro? >
<
è morta? >
<
oh diamine Elena,
alza quel sedere e vedi di svegliarti! >
<
Stefan fai
qualcosa! Prova con la telepatia, ma svegliala! >
I
ragazzi erano tutti
intorno al corpo della giovane distesa a terra, Bonnie con in mano i
sali da
bagno ed un ventaglio, Stefan che le teneva la testa, Matt che le
alzava le
gambe e Meredith che incitava Stefan a svegliarla in qualche modo con
la
telepatia, mentre le schizzava dell’acqua sul viso.
<
Elena, sono io tesoro! Svegliati ti prego,
ci saranno altri momenti per riposare, ora devi alzarti e spiegarci
cosa è
successo >
<
La mia testa, è scoppiata, l’ho
sentita… è… è ancora
attaccata al corpo? >
Stefan
cominciò a
ridere < Ragazzi sta bene, ed è la solita di sempre.
Diamole il tempo di
riprendersi, appoggiamola sul divano >
Dopo
un quarto d’ora
abbondante Elena si tastò il cranio, sì, era
ancora lì… allora decise di aprire
anche gli occhi e si alzò con un sorriso abbagliante!
<
Sono viva e la mia
testa è ancora qui, quindi non preoccupatevi >
<
Elena io ti
uccido! Ci hai fatto venire un colpo > Le rispose Meredith.
<
Non farlo mai più,
ok? > questa era la dolce Bonnie, troppo spaventata per
arrabbiarsi.
<
Lo prometto! >
La
signora Flowers
s’intromise portando un vassoio con le tisane: < Cosa
ti è successo
precisamente? Soffri di emicrania? È la prima volta che ti
vedo star così male.
>
<
Non ho mai avuto
mal di testa nella mia vita, ma credo che
fosse qualcosa di diverso. Era simile al dolore che ho
sentito quando ho
avuto la strana premonizione sulla morte di… >
<
Damon >
completò Stefan < Quindi potrebbe essere
un’altra? Su di lui? Su qualcuno di
noi? >
<
Sinceramente non
ne ho idea… e poi che premonizione stupida…
qualcuno di voi in settimana
potrebbe avere un forte mal di testa, ricordatelo > disse lei in
tono
scherzoso.
<
O forse potrebbe
avere un coltello nel cranio… > rispose Matt.
Tutti
lo guardarono
stupefatti, in effetti non aveva torto. Poteva essere di tutto.
<
Ragazzi io vi
saluto, credo che Elena debba riposare e voi anche, abbiamo fatto un
lungo
viaggio e affrontato cose più grandi di noi > Disse
Stefan.
<
Sì! Ci meritiamo
una bella dormita senza premonizioni o brutti sogni. Io ci sto >
rispose sorridente
Bonnie.
I
ragazzi si salutarono
e tornarono nelle loro case, alle loro nuove, vecchie vite da cui erano stati lontani
per troppo tempo.
#continua
|
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Capitolo 4 *** Dolorose verità ***
Spero
di non avervi fatto aspettare troppo, grazie a chi sta iniziando a
seguire la mia storia e a chi ha già commentato...
Spero
di non deludere le aspettative.
Sono
ben accetti i commenti e anche le critiche... servono per migliorare!!
Buona
lettura =)
Era
una sera come tutte
le altre: un cielo
blu scuro pieno di
stelle faceva da cornice ai predatori della notte, mentre il resto del
mondo
era assorto in un sonno profondo… o quasi.
C’era
chi dormiva beato
nel proprio letto e chi aveva sogni agitati, ma cercava di riposare
comunque.
Nel
bosco, un predatore
diverso dagli altri cercava di cibarsi del sangue di un coniglio,
mentre
qualcuno si rigirava nel letto della propria camera in preda a strani
dolori.
Fantastico!
Ci mancava solo il lenzuolo impregnato di sangue… domani chi
lo spiega alla zia
Judith?
Elena
si alzò
nervosamente dal letto e si diresse in bagno, quello che vide non la
spaventò
più di tanto: due tagli verticali appena sotto le scapole
stavano leggermente sanguinando.
Le
ferite causate dalla
perdita delle ali si erano riaperte, sporcandole la bianca camicia da
notte.
Era
molto strano visto
che poco dopo avergliele tagliate, esse si erano del tutto
cicatrizzate, come
potevano essersi aperte di nuovo?
Con
qualche movimento
da ginnasta riuscì a disinfettarle e a coprirle con i
cerotti, almeno non
avrebbe rovinato nient’altro, anche se il dolore non voleva
accennare a
diminuire.
E
se avessero fatto infezione? Magari si sono riaperte per quello. Non
c’è altra
spiegazione.
Con
questo pensiero in
testa Elena tornò a letto per cercare una posizione meno
dolorosa per dormire,
ma fu alquanto inutile.
Passò
la notte insonne
ripensando a quanto fosse stato stupido il modo in cui aveva sprecato
le sue ali.
Se
le fossero state
ancora necessarie?
Se
qualcuno fosse stato
ancora in pericolo?
Non
era giusto averle
perse proprio in quel momento, quando stava imparando ad
utilizzarle…
Forse
era una punizione
divina perché ne aveva abusato, doveva essere stato per
quello.
Era
la sua condanna per
non essere riuscita a salvare Damon, per non aver capito subito la
tragedia che
si stava consumando sotto i suoi occhi…
Il
mattino arrivò
presto e colse tutti di sorpresa, la notte era passata troppo in fretta
e non
era bastata a riprendersi da quei terribili mesi, ci sarebbe voluto
almeno un
altro giorno di pace.
Quella
domenica fu
insolitamente tranquilla, ognuno passò la giornata con la
propria famiglia
dalla quale mancava da tanto.
Stefan,
che l’aveva
persa, aveva passato il giorno ad aiutare la signora Flowers nelle
faccende pur
di non pensare a niente, pur di non pensare a suo fratello.
La
notte prima aveva
cercato di cibarsi come faceva da tempo ormai, eppure quel coniglio non
era
bastato, no… aveva dovuto dissanguare una decina di piccoli
animaletti prima di
ritrovare le forze.
Aveva
dato la colpa
alla fantastica dieta di sangue umano degli amici, a cui si era
abituato
tornato dal carcere dal quale lo avevano liberato, ma era impossibile.
Ormai
erano passati
mesi, si era disintossicato… no, il problema era un altro,
ma lui non lo voleva
ammettere…
<
Dove
diavolo siamo? >
<
Alla Corte
Celestiale. I Giudici Supremi saranno sicuramente sorpresi di vederti!
>
rispose la bionda guardiana.
Celestiale…wow!
La mia principessa deve averne combinate delle belle per farmi arrivare
fin
qui!
Damon
scrutava attentamente
ogni piccolo particolare di quell’immenso salone dorato dal
quale era appena
entrato.
Effettivamente
il nome
si addiceva molto, tutto era pregiato lì dentro: soffitto
d’oro, mura e
pavimenti dello stesso materiale impreziosito da diamanti, persino
fontane
dorate dalle quali zampillavano petali da un profumo dolce, ma deciso.
In
fondo al salone vi
erano tre donne sedute sui loro troni ricoperti di pietre preziose, che
parlottavano vivacemente, finché la guardiana che aveva
accompagnato Damon non
si avvicinò a loro.
Le
tre regine si
impietrirono:
< Vieni avanti
vampiro > pronunciò una
giovane dai capelli rossi.
Deve
essere la più importante tra i Giudici Supremi visto che
è seduta al centro,
meglio evitare le mie solite battute, almeno per ora…
<
Sai perché sei
qui? >
<
Speravo me lo
spiegaste voi… visto che non mi avete fatto tornare subito a
casa >
<
Tu dovresti essere
morto >
<
Sì, da un pezzo
> rispose con il suo beffardo sorriso, che durò poco
meno di un secondo.
Damon
non riusciva
proprio a contenersi, era più forte di lui.
La
sua sottile ironia
era l’unico modo che conosceva per affrontare i problemi e di
solito funzionava
alla grande.
<
Beh, a quanto pare
sei morto una seconda volta, ma sei tornato tra noi > rispose
con un sorriso
la donna dai capelli castani.
<
Come hai fatto?
Abbiamo provato a riportarti in vita, ma non ci siamo riuscite. Cosa ti
è
successo? >
<
Sfere stellate!
Evidentemente riportano indietro i morti >
<
Peccato che sia
andata distrutta da quell’umana! Dicci la verità
> la rossa sputava veleno
dalle labbra.
<
Io vi spiegherò
come sono tornato in vita ad una condizione: devo sapere quello che
è successo
dopo la mia morte, tutto! Un vampiro non viene convocato ai piani alti
senza un
ottimo motivo, diciamo che so di non essere il benvenuto. >
Stavolta
fu la bionda a
parlare timidamente < Tu sei stato salvato da Elena, quella
ragazza è così diversa
dalle altre >
<
Oh, lo so bene!
>
<
Lasciami finire:
quello che sto per dirti non ti piacerà… Elena ha
distrutto il pianeta grazie
alle Ali della Distruzione, ma per te non c’era
più alcuna speranza. I tuoi
amici però non si sono voluti arrendere, ci hanno riportato
indietro gli ormai
sei tesori kitsune per salvare la vostra città e riportare
in vita te. >
Damon
ascoltava attentamente
il racconto, i suoi amici avevano fatto tutto questo per lui, era
così assurdo.
Lo
odiavano, l’avevano
sempre odiato.
Lui
era il fratello
cattivo, beh poi era cambiato… per Elena, ma gli altri non
si erano mai fidati
del tutto e non poteva dargli torto…
<
Noi non abbiamo
tutto quel potere e non siamo riusciti a farlo. Ma Elena non era
disposta ad
ascoltare e ha quasi distrutto la Corte con le sue Ali. Per fortuna
siamo
riuscite a fermarla in tempo, era così arrabbiata con
me…> la
donna capì che non poteva continuare,
avrebbe scatenato una furia, ma Damon la spinse a parlare promettendole
che non
avrebbe fatto nulla di male a nessuna delle tre regine.
<
Elena era
destinata ad essere una guardiana, proprio come noi. Ha avuto un
incidente di
percorso durante il suo reclutamento. Quella ragazza era tremendamente
sveglia
fin da piccola, quando siamo andate e prenderla con la nostra macchina
d’oro
lei ci ha viste, ha fatto distrarre suo padre ed è avvenuto
l’incidente. Doveva
morire solo lei, invece sono deceduti i suoi genitori , ma ci
è stato ordinato
di lasciare lei sulla terra. Ecco il motivo della sua ira. >
Damon
era visibilmente
scioccato, se gliel’avesse raccontato qualcun altro avrebbe
sicuramente
iniziato a ridere per la fantasia del racconto.
Invece
era vero,
totalmente assurdo, ma non era frutto di una mente perversa,
bensì di un piano
divino del quale i comuni mortali non possono nemmeno immaginarne
l’esistenza.
<
Mettiamo che io
creda a questa assurdità, hai detto che l’avete
fermata… cose le avete fatto?
> Il suo tono non era più tanto ironico.
<
Le abbiamo
tagliato le ali, la farfallina non vola più! > la
regina rossa era veramente
adirata.
<
Un’ umana non
dovrebbe avere delle ali, ci stava uccidendo! Aveva il potere di
distruggere le
guardiane, ha mandato in mille pezzi la sfera stellata. Dovevano
esserle tolte
e noi l’abbiamo fatto. Ma ha ancora il suo sangue
sfortunatamente, berrai
ancora il nettare degli dei, vampiro >
Damon
stava per
attaccarsi alla gola della donna e prosciugarla, non poteva parlare
così di
Elena, poi per quale motivo?
Era
gelosa, ecco
svelato tutto, non se ne era accorto subito eppure era così
evidente.
Non
potevano averle
fatto del male, non avrebbero dovuto… in quel modo
poi… di certo non
l’avrebbero passata liscia…
All’improvviso
un
fulmine illuminò la stanza e bloccò ogni azione
di chi era lì presente.
Appena
scomparve lasciò
il posto ad una busta color avorio, sigillata da uno stemma cerato
rosso con
incise due lettere: C.E.
L’assistente
personale
delle Guardiane la aprì con cautela, estrasse il foglio
color avorio e iniziò a
leggere:
<
Il vampiro Damon Salvatore
è invitato a recarsi alla Corte Eterea per riparare ai danni
compiuti dalle
Guardiane in carica. Al sorgere della luna si faccia trovare di fronte
all’uscita secondaria del castello. I Giudici Supremi sono
momentaneamente revocati
dai loro incarichi fino al processo che si terrà a breve.
>
<
Ok, capisco di
essere diventato famoso. Ma cos’è questa storia?!
>
<
Sono ordini che
vengono dall’alto, da chi è più
importante di noi. Dobbiamo solo far quello che
ci impongono > Rispose la regina bionda.
<
Oppure? >
<
Damon so che sei
arrabbiato, ma la Corte Eterea è il più alto
livello esistente. Se sei stato
chiamato si tratta di una faccenda di vitale importanza. Mai nessun
vampiro ha
varcato quella soglia, tienilo a mente >
<
Lo farò. Ora
veniamo a noi, che non si dica che non mantengo le promesse! >
Per un attimo
s’intravide il suo sorriso, poi tornò serio:
< La sfera stellata non è stata
distrutta, solo il contenitore è andato perduto, non il suo
contenuto. >
<
Ma è impossibile!
> ringhiò la regina rossa.
<
Controlla tu
stessa su quel pianeta, ho ricreato un nuovo contenitore per non
sprecare quel
potere, ora è vostro, anche se non ve ne meritereste nemmeno
una goccia… Deve
essere stato quello a riportarmi in
vita, deve avere un enorme potere perché non mi sono mai
sentito così forte e non
ho nemmeno sete, assurdo! >
<
Quella sfera
racchiude la forza vitale di migliaia di persone, è per
questo che ti senti
così sazio e forte. Non farci l’abitudine, la sete
tornerà, ricordati che sei
un vampiro. > spiegò la regina dai capelli castani.
<
Come dimenticarlo?
>
Damon
si congedò e andò
ad aspettare impaziente il sorgere della luna, dopo quel viaggio
sarebbe
finalmente tornato a casa e questo motivo gli bastava per non uccidere
quelle
regine, più che altro quella donna dai capelli
rossi… in caso contrario avrebbe
dovuto trattenersi ancora e non aveva proprio tempo.
Doveva
tornare a casa,
dovevano sapere che era ancora vivo.
#continua
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Capitolo 5 *** Incontri inaspettati ***
La
luna sta sorgendo, ci siamo.
Un
istante dopo un
lampo dorato stava trapassando Damon dall’alto, arrivando
fino alla punta suoi piedi,
il tempo di un batter di ciglia e svanì
nel modo in cui era arrivato.
Lui,
accecato dalla
luce, aprì gli occhi dopo qualche secondo… poi
sbarrò quelle gemme che
riuscivano a trattenere in se un universo di stelle e rimase senza
parole…
Questo
è il paradiso, deve esserlo… Sono sicuro che ad
Elena piacerebbe vivere qui.
Damon
si trovò quasi
scaraventato in un mondo perfetto, circondato da distese di verde in
ogni dove,
c’erano frutteti e alberi di ogni tipo sui quali si
intravedevano alcuni
scoiattoli mangiucchiare ghiande.
Più
avanti, sulla
destra si intravedeva un’alta cascata che ricadeva in uno
specchio d’acqua
fresca, doveva esserlo visto che alcuni cavalli erano lì a
bere avidamente, uno
stallone in particolare destò la sua attenzione: era
completamente nero e
lucido.
Mentre
si avvicinava
alla bestiola, guardandosi intorno vide altri animali gironzolare
allegramente
per quei prati incantati e fioriti… c’erano una
miriade di colori che si
mescolavano tra loro, ma soprattutto c’era la cosa che per
anni aveva cercato
incessantemente: un intero cespuglio di rose nere, non erano le
preziose Black
Magic, erano ancora più scure… impossibile a
pensarlo eppure erano lì, davanti
ai suoi occhi… sì, quello doveva essere il
paradiso.
Sì
avvicinò cautamente
per assaporarne il profumo vellutato, ma una voce alle sue spalle lo
ridestò e
fu obbligato a voltarsi.
Un
uomo alto e moro dagli
occhi blu, che doveva avere sui quarant’anni lo aveva
chiamato.
“Damon
Salvatore,
giusto?”
“Sì,
mi avete fatto
chiamare… perché?”
L’uomo
che, Damon si accorse
dopo, era scortato da un’ angelica donna bionda
incredibilmente uguale ad Elena,
gli sorrise e gli fece segno di seguirlo.
“Vieni,
è tempo per voi
di sapere.”
Damon
seguì silenziosamente le due figure lungo un sentiero
intorno ai verdi prati,
mentre ancora ammirava il paesaggio, incantato da quella
semplicità che lo rendeva
unico.
Drin,
drin, drin…
Che…
Che succede qua dentro?
Elena
si alzò di scatto
dal letto, cercando di capire da dove provenisse quello strano rumore
temendo
il peggio per la sua vita, ma poi si ricordò… era
qualcosa di familiare.
Stupida
sveglia! Non mi ricordavo nemmeno della tua esistenza…
Zia…
è stata lei a puntarmela, ci scommetto!
“Tesoro
sveglia o farai
tardi per la cerimonia” disse
ridacchiando zia Judith aprendo e richiudendo la porta della camera.
Elena,
come ogni
mattina, sollevò le coperte e si infilò
velocemente nella doccia, lavò via il
sangue secco dalla schiena e finì lavandosi anche i capelli.
Fece
solo in tempo ad
asciugare e pettinare la mossa chioma che Stefan si presentò
in camera sua,
senza nemmeno aver bussato.
“Buongiorno
amore”
“Buongiorno
anche a te,
a cosa devo questa visita mattutina?”
“Mi
mancavi…” rispose
Stefan, ed immediatamente le sue labbra si poggiarono avidamente su
quelle di
Elena in un bacio alquanto passionale.
Lui
non l’aveva mai
baciata in quel modo, non in quella situazione, Stefan era sempre
piuttosto
calmo, era lei che ogni volta lo stuzzicava per farsi dare quei baci.
“Sicuro
sia tutto ok?”
“Sì,
è che mi sei
mancata veramente tanto. Negli ultimi tempi siamo stati sempre insieme
e questa
lontananza mi distrugge.”
Elena
sorrise a quelle
parole e tornò a vestirsi.
“Stefan?”
“Sì?”
“Visto
che sei qui, mi
daresti una mano a ripulire e disinfettare bene questi
tagli?” si alzò la
maglietta aspettando una sua riposta.
“Certo,
ma sono un po’
gonfi? Cosa ti è successo?”
“Credo
che si siano
semplicemente riaperte le ferite e abbiano fatto infezione”
Stefan
prese garze
pulite, acqua ossigenata e cerotti e si sedette sul letto, dietro di
lei.
Mentre
le ripuliva nel
modo meno doloroso possibile, iniziò a baciarle dolcemente
la guancia destra, a
mordicchiarle il lobo dell’orecchio, scendendo poi con altri
caldi baci sul
collo, sulla spalla e arrivando alle scapole fin dove c’erano
le due cicatrici
riaperte.
“Finito,
spero di non
averti fatto troppo male”
Elena
era avvampata
dall’emozione, Stefan, il suo Stefan, non aveva mai fatto una
cosa del genere. Era
indescrivibile, pazzesco…
Quello
era un
atteggiamento tipico da Damon… e poi, tristemente,
capì tutto.
“Stefan,
tu ancora non
l’hai capito, vero?”
“Cosa
amore?”
“Quello
che hai appena
fatto… non è da te, cosa ti succede?”
“Niente,
pensavo che ti
avesse fatto piacere visto il modo in cui
respiravi…”
“Mi
ha fatto piacere,
ma quello non sei tu…”
“Elena
ci sono solo io nella stanza…”
“Quello
che hai fatto… è una brutta copia degli
atteggiamenti di Damon! Perché?” Elena si
alzò irritata dal letto e lo guardò
dall’alto al basso.
“Mi
spiace”
“Ti
spiace? Ti ho
chiesto perché l’hai fatto, non se ti
dispiace”
“Scusa
Elena… è che
pensavo che così ti sarebbe mancato meno, se fossi cambiato
un po’ magari non
avresti più sentito la sua mancanza”
“Stai
scherzando vero?
Non hai veramente capito e fa male…
Come
puoi essere geloso
di un ricordo?
Damon
è morto, non
potrà più mettersi tra noi due, perché
devi farmi questo?!
Pensi
davvero che lo
potrei dimenticare?!”
“Pensavo che
magari avresti smesso di… amarlo
se io mi fossi comportato un po’ come lui” Stefan
era ancora seduto sul ciglio
del letto con la testa bassa.
“Stefan
gli abbiamo
fatto una promessa, ricordi? Non lo avremmo mai dimenticato,
mai…” Elena si
avvicinò a lui e gli prese la testa fra le mani in modo da
poterlo guardare
negli occhi.
“Lo
so, ma non pensavo
che tu lo amassi così, non riesco a sopportarlo…
pensare tutto quello che avete
condiviso e mi avete nascosto… e al fatto che io ero solo
d’intralcio.”
Stefan
si alzò dal
letto e fece presa sulle braccia di Elena per attirarla a se
“Tu dovevi essere
solo mia, non lo capisci?! Ora siamo solo io e te, ti prego non
rovinare
tutto!”
Elena
si dimenò per
staccarsi, invano. Lui era troppo forte e non accennava a lasciarla
andare.
“Stefan
siamo io e te,
ma non puoi chiedermi di non amarlo…” una lacrima
fuori dal suo controllo scese
rigandole la guancia.
“Allora
ti chiedo di
pensare a lui come se fosse una parte di me, siamo fratelli in fondo!
Così col
tempo cesserai di amarlo…”
“Io
non smetterò mai di
amarlo! Come puoi solo immaginarlo? Non puoi sostituirti a lui, non sei
lui,
non sarai mai lui!”
Elena,
con le forze che
le dava la rabbia, riuscì a strattonarsi dal vampiro e si
diresse verso lo
specchio.
Era
furiosa, come
poteva solo pensare di sostituirsi a suo fratello? In quel modo
poi… fino a
pochi giorni prima le
aveva detto di
aver capito e che avrebbe aspettato che lei fosse pronta, a quanto pare
erano
solo state bugie…
“Io
devo prepararmi per
la cerimonia, ci vedremo lì se ti sarai
calmato…” disse Elena, spazzolandosi
energicamente i biondi capelli.
A
quelle parole Stefan
se ne andò proprio come era arrivato e lasciò
Elena ai suoi tristi pensieri.
La
giovane finì in fretta
di vestirsi, mise un filo leggero di trucco per nascondere le occhiaie
e si
diresse a scuola dove trovò ad aspettarla le tre amiche:
Meredith, Bonnie e
Caroline… quella Caroline che le aveva rovinato la vita nei
mesi precedenti…
#continua
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