La rinascita

di freiii91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caro diario... ***
Capitolo 2: *** Di nuovo a casa ***
Capitolo 3: *** che dolore ***
Capitolo 4: *** Dolorose verità ***
Capitolo 5: *** Incontri inaspettati ***



Capitolo 1
*** Caro diario... ***


Per chi non avesse letto tutti i libri:

Ho cercato di spiegare e riassumere al meglio le recenti vicende. Elena prima era umana, poi diventata un vampiro, morta come vampiro e tornata sulla terra in forma umana con degli strani poteri: ha diverse paia di ali utili per salvare gli altri, per volare, per distruggere ecc…
I suoi genitori sono morti in un incidente stradale quando era più giovane e le restano solo la zia Judith e la sorellina di 4 anni Margaret.
Damon e Stefan sono due vampiri entrambi innamorati della bella Elena e dopo numerose vicende che li hanno visti uno contro l’altro si sono riappacificati.
La signora Flowers è la proprietaria di una pensione in fondo ad un bosco a Fell's Church ed è anche una strega bianca che aiuta i giovani.
Matt è un caro amico di Elena, nonché suo ex-fidanzato.
Bonnie e Meredith sono amiche di Elena: la prima è una strega/sensitiva, la seconda ha appena scoperto di essere un mezzo-vampiro.
Caroline è la tipica rivale che ogni ragazza ha a scuola, ma negli ultimi mesi è impazzita odiando Elena con tutta se stessa, rubandole prima il suo diario segreto (che poi è stato recuperato) e facendo cose pessime nei suoi riguardi usando la magia nera, finendo con l’essere andata a letto con Tyler (un licantropo) e rimanendo incinta di bambini-lupo.
Sage è un vampiro più potente degli altri, era il guardiano della Guardiola (luogo in cui erano nascosti i 7 tesori kitsune rubati alle guardiane molti anni prima, ma ora restituiti), è amico di Damon e si accompagna sempre dal suo fedele cane Saber e dal suo falco.

(questo capitolo è un riassunto dei libri in formato diario, chiedo perdono se è un po' noiosetto)
BUONA LETTURA!

 

 

 

Caro diario,

sono tornata! Sono finalmente a casa mia, con zia Judith e Margaret che dormono nelle stanze di fianco. Non ci credo ancora del tutto… le guardiane in fondo sono state oneste e hanno mantenuto la parola.

Beh, tu ovviamente non sai nulla quindi ti spiegherò tutto dal principio visto che è veramente tanto tempo che non scrivo qui. Pur di scrivere avevo preso un altro diario visto che tu eri stato rubato il giorno in cui sono diventata vampiro, ma partiamo dal principio…

 

Elena scriveva e raccontava nei minimi particolari tutto quello che le era successo negli ultimi dieci mesi lontana da casa, partendo dalla triste storia di Katherine a causa della quale era diventata un vampiro e aveva iniziato a provare qualcosa per Damon e poi era morta, sotto i raggi del sole, per salvare i due fratelli che tanto si detestavano in passato.

 

Poi aveva fatto strani sogni e in qualche modo dall’aldilà era riuscita a comunicare con Bonnie perché un altro male stava giungendo a Fell’s Church e non poteva abbandonare i suoi amici, era morta troppo giovane.

Il giorno del solstizio d’estate era miracolosamente tornata sulla terra prima in forma angelica, per salvare la città da Klaus, dopo in forma umana.

Le era stata concessa una seconda possibilità anche se ancora non ne capiva il motivo, ma con se aveva portato il potere delle ali e la saggezza della magia bianca per usarle, che si manifestava solo in determinate occasioni, solo quando era necessario.

 

Tornata in forma umana anche il suo sangue era cambiato: era diventato speciale, forse troppo visto che aveva dovuto imparare in fretta a nascondere la sua aura se no avrebbe potuto far impazzire qualsiasi vampiro nelle vicinanze, ma era felice perché era di nuovo a casa con Stefan e i suoi amici, finché una mattina si risvegliò sola.

Stefan se ne era apparentemente andato via, ma poi scoprì come erano andate veramente le cose: Damon era stato manovrato da due crudeli spiriti volpe: i gemelli kitsune  Misao e Shinichi che avevano rinchiuso Stefan nella prigione della Dimensione Oscura ed avevano obbligato il fratello maggiore a fare cose orribili agli umani che aveva accanto.

 

Elena, grazie al potere delle ali aveva salvato Damon e vinto la battaglia con i gemelli e con lui era partita alla ricerca del suo amato affrontando un lungo viaggio in veste di schiava, seguita anche da Bonnie e Meredith.

In quel periodo di ricerca delle chiavi-volpe per aprire la cella di Stefan, Elena aveva scoperto di essere attratta da Damon e  di non riuscire a bloccare i suoi sentimenti che diventavano ogni giorno più forti e per lui era lo stesso.

 

Dopo numerosi pericoli erano riusciti a salvare Stefan e a tornare a casa, a Fell’s Church, ma fu in quel momento che iniziò la vera tragedia.

Damon era tornato di nuovo umano per aver aperto un regalo che un kitsune aveva fatto al fratello, e il pericolo era più vicino che mai mentre Stefan doveva ancora riprendere le forze.

Una mattina si svegliò e scoprì che Damon era tornato nella Dimensione Oscura portando la piccola Bonnie con se. Da quel momento aveva perso le loro tracce, mentre il povero Matt era stato preso e portato in tribunale per essere nominato colpevole di aver aggredito Caroline, che bugiarda!

 

Per rendere peggiori le cose aveva scoperto la terribile verità sulla sua amica Meredith: da piccola l’attacco da parte di Klaus le aveva portato via il fratello rendendolo un vampiro in continua crescita e aveva semi-vampirizzato anche lei costringendo i suoi genitori a farle ingurgitare qualche goccia di sangue settimanalmente per non morire, tutto senza che lei sapesse niente e per di più discendeva da una famiglia di cacciatori di vampiri.

Alla fine era riuscita a salvare Matt con l’aiuto di Saber, il cane infernale dell’ormai amico vampiro Sage, evitandogli la galera e poi era partita con Stefan alla volta della Dimensione Oscura lasciando Meredith, Matt e la signora Flowers a proteggere la città dall’ultima mezzanotte in cui tutti sarebbero morti.

 

Arrivati nella Dimensione Oscura aveva trovato Bonnie e l’aveva consolata, dopo aver ascoltato la sua triste storia di essere diventata una schiava, mentre Damon cercava di diventare vampiro, ma che una volta trovata l’aveva ripresa e riportata a casa da Lady Ulma. Proprio in quella villa aveva trovato anche Damon e i quattro ragazzi avevano deciso di partire per andare alla ricerca dei sette tesori kitsune sui quali Bonnie aveva avuto una premonizione, per poter trovare la sfera stellata più grande al mondo ed usare il suo potere per salvare Fell’s Church.

 

Così era iniziato il loro lungo viaggio per il Mondo Sotterraneo e dopo diverse prove erano riusciti ad arrivare alla Guardiola: il luogo in cui erano tenuti i tesori; entrando avevano trovato il fidato Sage che gli aveva dato una mano a trovare la giusta porta e così si ritrovarono su una piccola luna a cercare la sfera stellata, con loro arrivò anche Shinichi che aveva inglobato Misao perché troppo debole e alla fine era morto a causa del suo senso di colpa, come era arrivato se ne era andato e aveva lasciato i ragazzi a cercare la sfera.

 

In quel momento la calligrafia di Elena iniziò ad essere incerta perché era arrivata la parte più dolorosa da scrivere, ma aveva fatto una promessa e doveva mantenerla.

…Dopo aver visto il kitsune morire abbiamo iniziato ad incamminarci alla ricerca della sfera e alla fine l’abbiamo trovata su un ramo del gigante albero che era presente sulla luna, ma non abbiamo pensato al fatto che fosse protetta finché non è avvenuto l’imprevedibile.

Non so bene cosa sia successo, è accaduto tutto troppo in fretta, so solo che Damon ha salvato Bonnie da una morte certa e l’albero l’ha trafitto coi suoi rami!!

Non ci volevo credere, eravamo arrivati fin lì e poi è successo, Damon non riusciva più ad aprire gli occhi e a parlare, mi sono arrabbiata così tanto!

Io lo sapevo, avrei dovuto saperlo visto il mio dolore premonitore*!!

Se solo fossi stata più cauta, se avessi ragionato di più ora sarebbe vivo e qui con me!

Invece no,  quell’albero me l’ha portato via per sempre e l’unica cosa che ho potuto fare è stato aiutarlo a morire in pace, senza tutte le catene e il macigno che si portava dietro.

Io l’ho amato così tanto e lo amo tutt’ora, credo che sia stato proprio quello a fargli capire che non sarà mai solo perché non lo lascerò mai, non lo dimenticherò mai, non posso perché è parte di me!!

Oh, non so proprio come farò…

La storia purtroppo non è ancora finita, perché l’albero stava uccidendo anche noi e per la rabbia ho distrutto quella piccola luna e la sfera stellata, con le ali della distruzione e poi insieme a Sage e agli altri abbiamo preso tutto ciò che riuscivamo dalla Guardiola per essere ricevuti dalle tre regine del loro mondo e così è stato.

Ho scoperto che avendo distrutto la sfera stellata abbiamo salvato Fell’s Church dall’ultima mezzanotte, ma  ho conosciuto anche una bruttissima verità in compenso: ho ucciso io i miei genitori il giorno dell’incidente… perché ero destinata ad essere una Guardiana, per via dei miei geni, e ho visto la macchina dorata distraendo mio padre e beh… i miei genitori sono morti, ma io no perché le guardiane hanno avuto ordini dall’alto di rimandarmi in terra.

Sono così confusa, così triste.

Perché mi hanno fatto questo? Perché?

Credo di essermi arrabbiata troppo in quella reggia incantata però, perché ho chiesto alle tre regine di riportare Fell’s Church allo splendore di prima, come se questi dieci mesi fossero stati normali e non fosse accaduto niente di sovrannaturale e di riportare Damon in vita in cambio dei tesori kitsune e delle chiavi universali.

Il problema è che loro avevano solo un potere limitato e non potevano riuscire a portare il mio Damon in vita e quindi stavo per scagliare contro di loro le ali della distruzione, ma non ci sono riuscita perché mi hanno fermata in tempo e in compenso mi hanno tagliato le ali, tutte le ali!!

Mi sono comportata così male, meno male che Sage e Stefan le hanno fermate quando volevano purificarmi anche il sangue perché sarei di certo morta e tornata vampiro…

Però una cosa l’ho portata con me: L’Acqua della Fonte della Vita e dell’eterna Giovinezza!

Potrò essere immortale senza la maledizione del vampirismo, ma Stefan la scorsa notte mi ha detto di aspettare a berla e pensarci su. Ha ragione, non so se riuscirei a passare il resto della mia vita pensando a come avrei potuto salvare Damon, a come sarebbe stato tutto diverso con lui accanto.

 

La scrittura di Elena era diventata illeggibile talmente le tremava la mano e le sue pagine di diario erano piene di piccole gocce d’acqua: aveva pianto così tanto e le lacrime non volevano smettere di scendere copiose sul suo viso.

Chiuse il diario e lo nascose sotto la solita asse del fondo dell’armadio dove nessuno avrebbe potuto trovarlo.

 


#continua

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Capitolo 2
*** Di nuovo a casa ***


Il primo capitolo è veramente noioso! Lo so, ma non potevo tralasciare nulla, nel caso qualcuno non avesse letto tutti i libri fino all’ultimo doveva essere informato, quello era un bel riassunto che Elena ha scritto sul suo diario segreto. Adesso inizia la vera storia…


 

 

Quella mattina era iniziata nel peggiore dei modi, Elena si era alzata e si era messa sul letto in camera a piangere e a scrivere tutto sul suo diario perché aveva paura di dimenticare, aveva il terrore che le guardiane le formattassero la memoria e le mettessero qualche stupidaggine nel cervello per colmare il vuoto.

Ora, se l’avessero fatto lei avrebbe potuto rileggere il suo diario nascosto e ricordare in un modo o nell’altro.

Non poteva dimenticare, non doveva perché aveva promesso a Damon che lo avrebbe portato per sempre con se, però era così doloroso, era difficile pensarlo morto su quella luna grigia da cui cadeva solo cenere!

Almeno Bonnie aveva lasciato le loro ciocche di capelli sul petto di quel corpo, visto che non aveva avuto una degna sepoltura!

Non si sentiva così vuota dentro da quando le erano morti i genitori in quell’incidente maledetto…se fosse stata meno sveglia, se non avesse distratto suo padre, cosa sarebbe successo?

Forse sarebbe stata una guardiana senza cuore a quest’ora e non avrebbe conosciuto i due vampiri che l’avevano cambiata così tanto… No!

Non doveva pensarci perché in qualche modo sentiva che era nel posto giusto, lì sulla terra per salvare chi amava e non poteva stare in un castello dorato fuori dal mondo a giudicare chi poteva essere aiutato e chi no.

Lei era Elena Gilbert, aveva 18 anni ed era nata con quei geni che le facevano pianificare tutto per aiutare il genere umano, perché lei era umana e nessuno avrebbe dovuto metterlo in discussione!

Decise che era ora di scendere al piano inferiore, doveva vedere la sua famiglia, doveva sapere come stavano la zia Judith e la sua sorellina Margaret.

< Buon giorno zietta, ciao piccolina! > disse appena intravide le due figure in cucina e poi le abbracciò con così tanto furore da stritolarle quasi.

< Tesoro, non pensavo che un’intera notte senza di noi ti facesse questo effetto! Ci siamo lasciate solo poche ore fa. >

< Lo so, ma è come se fosse passata un’eternità! Oh, non ve lo dico mai, ma vi voglio così bene! > tornò a stritolarle un’ultima volta e poi si diresse a fare colazione con loro.

In quel momento si accorse che non sapeva nemmeno in che mese si trovava, se doveva andare a scuola, se era in vacanza o… beh bastava chiederlo no?

< Zia, non prendermi per pazza, ma non mi ricordo proprio che giorno sia oggi. >

< è venerdì. >

< venerdì?! >

< venerdì 29 luglio! Hai finito due settimane fa gli esami e lunedì c’è la cerimonia della consegna del diploma! >  le rispose brusca la zia.

Elena si trovò scaraventata con forza nella sua nuova vecchia vita che iniziò ad esultare dalla gioia, aveva già dato gli esami e non avrebbe dovuto studiare per un po’ perché era in vacanza! Quella notizia aveva reso la sua giornata migliore!

Finì di bere la sua tazza di latte e si alzò dal tavolo per prepararsi, Stefan sarebbe passato in mattinata da lei per portarla a casa della signora Flowers e ritrovarsi con gli altri ragazzi.

Durante la doccia si costrinse a pensare a cose belle e divertenti, non poteva essere triste, non in quel momento. Aveva passato gli esami e questa sì che era una bella notizia.

Finita la doccia passò una spudorata mezz’ora a pettinarsi i riccioli dorati e a provare un sacco di vestiti, era così tanto tempo che non indossava i suoi!

Finalmente sentì un rumore provenire dalla finestra, era Stefan che le aveva lanciato qualche sassolino. Lei aprì la finestra e poi furono uno accanto all’altra.

< Buongiorno Elena >

< Ancora con questa storia? Stefan i miei sentimenti per te non sono cambiati, semplicemente devi capire che io amo entrambi… ho amato entrambi > disse con voce rotta.

< Sono un tale stupido! Oh amore non piangere, ti prego. >

Ma ormai era troppo tardi, le lacrime avevano rincominciato a scendere dal suo viso, ma lei sorrideva perché finalmente quel testardo aveva capito che lo amava.

Stefan le asciugò delicatamente e le disse: < I ragazzi ci aspettano alla pensione, appena sei pronta andiamo. >

< Allora andiamo! >

Si ritrovarono in macchina, nella vecchia Fell’s Church che era rinata, tutti i bimbi erano a casa e giocavano in cortile con le mamme che li sgridavano o chiacchieravano tra loro.

Tutto era tornato normale, la gente non sapeva che lei fosse morta e nemmeno che la città era stata quasi distrutta.

Quando entrarono nell’Old Wood ebbe quasi paura di rincontrare quei Malach che avevano posseduto i bambini, l’intero bosco e perfino Damon.

Ma quello che successe fu veramente strano, dalla paura aveva inspiegabilmente incanalato il potere, rimasto in piccola quantità dopo il taglio delle ali, negli occhi e aveva intravisto le famose linee energetiche che attraversavano l’intera cittadina.

E se si stesse ritrasformando in vampiro? Non doveva succedere, non in quel momento… però non capiva come poteva avere ancora tutto quel potere visto che le era stato tolto.

Arrivati alla pensione doveva togliersi quel dubbio…

< Stefan, guardami bene, sto diventando di nuovo un vampiro? I miei sensi sono troppo vigili, qualcosa non va, oh amore dimmelo! Devo saperlo!>

Stefan la scrutò con attenzione: i suoi capelli erano ancora dorati e luminosi, la carnagione era chiara, ma non troppo e non aveva nessun tipo di aura vampiresca.

< No, tesoro. Rilassati, magari il potere delle ali non ti è stato tolto del tutto. Ricordati che il tuo sangue è ancora diverso da quello umano, potrebbe essere quello. > le sorrise e lei si calmò subito. Entrarono così alla pensione.

 

 

Nel frattempo sulla luna più piccola del mondo sotterraneo qualcosa si stava risvegliando, o meglio qualcuno. Era rimasto in posizione supina per diverse ore, non era morto, era semplicemente spento.

L’enorme sfera stellata aveva un potere immenso ed era stata cancellata proprio su quella piccola luna, il contenitore si era distrutto, ma delle gocce di potere non possono distruggersi, semplicemente ricadono lì, dal luogo in cui sono state lanciate.

Il destino vuole che il corpo fosse proprio sotto al punto in cui prima era la sfera stellata e le gocce opalescenti ricadevano proprio su di lui e, poco alla volta, lo stavano rianimando.

Avevano già apportato i primi cambiamenti, quel corpo senza vita aveva ripreso a pensare incessantemente a due angeli dai quali doveva tornare, non ricordava molto, solo che loro lo stavano aspettando.

Aveva capito chi era in quelle ore: lui era Damon, un vampiro centenario! Oltre a quello non riuscivano a tornare alla mente altri ricordi.

Appoggiò al petto le proprie mani e sentì qualcosa di soffice, diverso dalla cenere che cadeva incessantemente, diverso da quelle strane goccioline d’acqua che lo stavano rinvigorendo, era qualcosa che conosceva, ma non riusciva proprio a ricordare e aprire gli occhi era troppo difficile, troppo in quel momento.

Decise che era più sensato rimanere lì sdraiato e usufruire di quello strano potere, forse con un po’ di tempo avrebbe ricordato tutto…

 

 

 #continua

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Capitolo 3
*** che dolore ***


 

 

Elena e Stefan entrarono alla pensione a trovare l’anziana donna e poco dopo furono raggiunti dagli amici. Si salutarono caldamente e si misero a sedere al tavolo della cucina mentre la signora Flowers preparava per loro una tisana alle erbe.

Matt iniziò a parlare e a spiegare cosa era successo in quel brutto periodo e poi fu il turno di Bonnie che spiegò cosa era avvenuto nel loro lungo viaggio ma, inconsapevolmente si ritrovò a piangere dopo poco.

< è tutta colpa mia, non mi sarei dovuta avvinghiare a Damon in quel modo, non sarei dovuta andare nella Dimensione Oscura… Ora magari sarebbe ancora… >

< sarebbe morto lo stesso! >  Rispose subito Elena  < Bonnie, anche se tu non l’avessi seguito probabilmente avresti avuto comunque la visione dei tesori kitsune e  nel cercare di prendere la sfera qualcuno sarebbe morto >

< e magari se non fossi partita con lui non avresti avuto quella visione e ora non potremmo nemmeno essere qui a parlare, perché questo posto non esisterebbe più  > Stavolta era Stefan a parlare con una nota di tristezza nella voce.

Meredith, che non aveva mai dimostrato una vera e propria simpatia per Damon si costrinse ad aprir bocca: < è giusto che voi lo sappiate, Damon non ha rubato la sfera. >

Sì alzò un coro di < cosa?! >

< Diciamo che l’ha vinta, in duello, contro di me. E noi cacciatori abbiamo un codice d’onore e anche lui, se no a quest’ora non sarei qui a parlarvene, ma sarei cenere proprio come lui… >

I ragazzi rimasero a bocca aperta, non tanto per la scoperta della notizia, ormai sapevano che era una cacciatrice, ma per il modo in cui l’amica parlava di Damon.

 

< Quando è arrivato ci ha scombussolato le vite, si è comportato da vero stronzo, ma alla fine si è dimostrato meglio di tutti noi, ha salvato la nostra città, ci ha salvato tutti… > Elena disse ad alta voce ciò che anche gli altri stavano pensando, ma non avevano il coraggio di esprimere.

 

Poi tutto accadde in pochi istanti: Elena tirò un urlo, si prese la testa fra le mani e cercò di bloccare quel dolore, Stefan corse verso di lei, ma fu troppo lento, come tutti gli altri in quella stanza.

Era un mal di testa potentissimo, troppo forte da sopportare e all’improvviso tutto divenne  nero: era svenuta.

 

 

Damon aprì gli occhi dopo interminabili giorni… era successo tutto così in fretta che ancora non aveva compreso l’intera situazione.

Mentre era sdraiato a riposare l’aveva colto un dolore lancinante al cervello, un ictus aveva pensato e invece, dopo alcuni strazianti minuti era passato e aveva risvegliato qualcosa in lui.

Riusciva a sentirlo, ora era vivo e iniziava pian piano a ricordare… sapeva chi era, sapeva perché era lì e come ci era arrivato, ma soprattutto si ricordava con chi aveva affrontato il lungo viaggio fin lì.

Le sue mani si chiusero con forza intorno alle due ciocche di capelli appoggiate al proprio petto:

< Mio pettirosso, mia principessa sto tornando da voi! >

Sapeva cosa doveva fare: trovare la porta per uscire da quel mondo, ritrovarsi nella Guardiola e tornare a casa con la chiave universale che sicuramente era stata lasciata a Sage, che era lì fuori ad aspettarlo.

Nella sua mente era tutto così semplice, ma nei fatti era un po’ più complicato di così.

Prima di tutto quale sconsiderato avrebbe lasciato che il liquido della sfera stellata andasse perduto?

Col potere di quelle infinitesimali goccioline creò un recipiente abbastanza grande per poter raccogliere quella sostanza, poi si incamminò nella nebbia di cenere che lo circondava.

Sarebbe tornato a casa in un modo o nell’altro, doveva solo trovare quella maledetta porta e ce l’avrebbe fatta.

 

Scoprì che la cosa era più semplice di quanto potesse essere sembrata, dopo soli pochi passi intravide l’uscita, qualcuno doveva averla spostata… forse Sage, l’aveva sicuramente fatto per permettere agli altri di scappare dalla cenere.

La oltrepassò e si trovò nella Guardiola, ma ad aspettarlo non c’era l’amico vampiro.

Una donna con gli occhi azzurri e i capelli d’oro aveva preso il suo posto.

< Elena > si ritrovò a dire senza pensare, e la donna gli sorrise imbarazzata.

< Non mi chiamo Elena, ma tu cosa ci fai qui? Non ricordo di averti visto entrare >

< Nemmeno io mi ricordo di te, prima c’era Sage. Dov’è lui? >

 

La donna lo guardò sbalordita, l’unico vampiro che era rimasto lì da tutto quel tempo era il famoso Damon Salvatore, quello per il quale certi ragazzi venuti dal mondo in superficie avevano ridato i doni alle Guardiane, ma per il quale non c’era stato niente da fare.

 

< Sage è stato richiamato da suo padre alla Corte Infernale per il suo pessimo comportamento, tu chi sei? >

Come per confermare le sue ipotesi le rispose una voce calma e diretta  < Sono Damon Salvatore e voglio tornarmene a casa >

< Prima devi venire con me e devi rispondere ad alcune domande, poi ti lasceremo tornare da lei >

 

Damon rimase impietrito da quella frase, da lei? Allora sapevano chi era, doveva essere sicuramente successo qualcosa.

I suoi ultimi ricordi erano frammentati: sapeva solo che Elena lo aveva cullato fino a farlo addormentare, ma lui era morto quindi non aveva molto senso nella sua testa…

Poi ricordò che lei aveva scagliato qualcosa contro la luna, ma non rimembrava nulla di più.

Seguì la guardiana fino ad una automobile dorata e insieme partirono a razzo

 

 

< Elena, cara? >

< tesoro? >

< è morta? >

< oh diamine Elena, alza quel sedere e vedi di svegliarti! >

< Stefan fai qualcosa! Prova con la telepatia, ma svegliala! >

I ragazzi erano tutti intorno al corpo della giovane distesa a terra, Bonnie con in mano i sali da bagno ed un ventaglio, Stefan che le teneva la testa, Matt che le alzava le gambe e Meredith che incitava Stefan a svegliarla in qualche modo con la telepatia, mentre le schizzava dell’acqua sul viso.

< Elena, sono io tesoro! Svegliati ti prego, ci saranno altri momenti per riposare, ora devi alzarti e spiegarci cosa è successo >

< La mia testa, è scoppiata, l’ho sentita… è… è ancora attaccata al corpo? >

Stefan cominciò a ridere < Ragazzi sta bene, ed è la solita di sempre. Diamole il tempo di riprendersi, appoggiamola sul divano >

 

Dopo un quarto d’ora abbondante Elena si tastò il cranio, sì, era ancora lì… allora decise di aprire anche gli occhi e si alzò con un sorriso abbagliante!

< Sono viva e la mia testa è ancora qui, quindi non preoccupatevi >

< Elena io ti uccido! Ci hai fatto venire un colpo > Le rispose Meredith.

< Non farlo mai più, ok? > questa era la dolce Bonnie, troppo spaventata per arrabbiarsi.

< Lo prometto! >

 

La signora Flowers s’intromise portando un vassoio con le tisane: < Cosa ti è successo precisamente? Soffri di emicrania? È la prima volta che ti vedo star così male. >

< Non ho mai avuto mal di testa nella mia vita, ma credo che  fosse qualcosa di diverso. Era simile al dolore che ho sentito quando ho avuto la strana premonizione sulla morte di… >

< Damon > completò Stefan < Quindi potrebbe essere un’altra? Su di lui? Su qualcuno di noi? >

< Sinceramente non ne ho idea… e poi che premonizione stupida… qualcuno di voi in settimana potrebbe avere un forte mal di testa, ricordatelo > disse lei in tono scherzoso.

< O forse potrebbe avere un coltello nel cranio… > rispose Matt.

Tutti lo guardarono stupefatti, in effetti non aveva torto. Poteva essere di tutto.

 

< Ragazzi io vi saluto, credo che Elena debba riposare e voi anche, abbiamo fatto un lungo viaggio e affrontato cose più grandi di noi > Disse Stefan.

< Sì! Ci meritiamo una bella dormita senza premonizioni o brutti sogni. Io ci sto >  rispose sorridente Bonnie.

I ragazzi si salutarono e tornarono nelle loro case, alle loro nuove, vecchie vite  da cui erano stati lontani per troppo tempo.

 

#continua

 

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Capitolo 4
*** Dolorose verità ***


Spero di non avervi fatto aspettare troppo, grazie a chi sta iniziando a seguire la mia storia e a chi ha già commentato... 

Spero di non deludere le aspettative.

Sono ben accetti i commenti e anche le critiche... servono per migliorare!!  

Buona lettura =)

 

 

Era una sera come tutte le altre:  un cielo blu scuro pieno di stelle faceva da cornice ai predatori della notte, mentre il resto del mondo era assorto in un sonno profondo… o quasi.

C’era chi dormiva beato nel proprio letto e chi aveva sogni agitati, ma cercava di riposare comunque.

 

Nel bosco, un predatore diverso dagli altri cercava di cibarsi del sangue di un coniglio, mentre qualcuno si rigirava nel letto della propria camera in preda a strani dolori.

Fantastico! Ci mancava solo il lenzuolo impregnato di sangue… domani chi lo spiega alla zia Judith?

Elena si alzò nervosamente dal letto e si diresse in bagno, quello che vide non la spaventò più di tanto: due tagli verticali appena sotto le scapole stavano leggermente sanguinando.

Le ferite causate dalla perdita delle ali si erano riaperte, sporcandole la bianca camicia da notte.

Era molto strano visto che poco dopo avergliele tagliate, esse si erano del tutto cicatrizzate, come potevano essersi aperte di nuovo?

Con qualche movimento da ginnasta riuscì a disinfettarle e a coprirle con i cerotti, almeno non avrebbe rovinato nient’altro, anche se il dolore non voleva accennare a diminuire.

E se avessero fatto infezione? Magari si sono riaperte per quello. Non c’è altra spiegazione.

Con questo pensiero in testa Elena tornò a letto per cercare una posizione meno dolorosa per dormire, ma fu alquanto inutile.

 

Passò la notte insonne ripensando a quanto fosse stato stupido il modo in cui aveva sprecato le sue ali.

Se le fossero state ancora necessarie?

Se qualcuno fosse stato ancora in pericolo?

Non era giusto averle perse proprio in quel momento, quando stava imparando ad utilizzarle…

Forse era una punizione divina perché ne aveva abusato, doveva essere stato per quello.

Era la sua condanna per non essere riuscita a salvare Damon, per non aver capito subito la tragedia che si stava consumando sotto i suoi occhi…

 

Il mattino arrivò presto e colse tutti di sorpresa, la notte era passata troppo in fretta e non era bastata a riprendersi da quei terribili mesi, ci sarebbe voluto almeno un altro giorno di pace.

Quella domenica fu insolitamente tranquilla, ognuno passò la giornata con la propria famiglia dalla quale mancava da tanto.

Stefan, che l’aveva persa, aveva passato il giorno ad aiutare la signora Flowers nelle faccende pur di non pensare a niente, pur di non pensare a suo fratello.

 

La notte prima aveva cercato di cibarsi come faceva da tempo ormai, eppure quel coniglio non era bastato, no… aveva dovuto dissanguare una decina di piccoli animaletti prima di ritrovare le forze.

Aveva dato la colpa alla fantastica dieta di sangue umano degli amici, a cui si era abituato tornato dal carcere dal quale lo avevano liberato, ma era impossibile.

Ormai erano passati mesi, si era disintossicato… no, il problema era un altro, ma lui non lo voleva ammettere…

 

 

< Dove diavolo siamo? >

< Alla Corte Celestiale. I Giudici Supremi saranno sicuramente sorpresi di vederti! > rispose la bionda guardiana.

 

Celestiale…wow! La mia principessa deve averne combinate delle belle per farmi arrivare fin qui!

 

Damon scrutava attentamente ogni piccolo particolare di quell’immenso salone dorato dal quale era appena entrato.

Effettivamente il nome si addiceva molto, tutto era pregiato lì dentro: soffitto d’oro, mura e pavimenti dello stesso materiale impreziosito da diamanti, persino fontane dorate dalle quali zampillavano petali da un profumo dolce, ma deciso.

In fondo al salone vi erano tre donne sedute sui loro troni ricoperti di pietre preziose, che parlottavano vivacemente, finché la guardiana che aveva accompagnato Damon non si avvicinò a loro.

Le tre regine si impietrirono:

 < Vieni avanti vampiro > pronunciò una giovane dai capelli rossi.

Deve essere la più importante tra i Giudici Supremi visto che è seduta al centro, meglio evitare le mie solite battute, almeno per ora…

< Sai perché sei qui? >

< Speravo me lo spiegaste voi… visto che non mi avete fatto tornare subito a casa >

< Tu dovresti essere morto >

< Sì, da un pezzo > rispose con il suo beffardo sorriso, che durò poco meno di un secondo.

 

Damon non riusciva proprio a contenersi, era più forte di lui.

La sua sottile ironia era l’unico modo che conosceva per affrontare i problemi e di solito funzionava alla grande.

 

< Beh, a quanto pare sei morto una seconda volta, ma sei tornato tra noi > rispose con un sorriso la donna dai capelli castani.

< Come hai fatto? Abbiamo provato a riportarti in vita, ma non ci siamo riuscite. Cosa ti è successo? >

< Sfere stellate! Evidentemente riportano indietro i morti >

< Peccato che sia andata distrutta da quell’umana! Dicci la verità > la rossa sputava veleno dalle labbra.

< Io vi spiegherò come sono tornato in vita ad una condizione: devo sapere quello che è successo dopo la mia morte, tutto! Un vampiro non viene convocato ai piani alti senza un ottimo motivo, diciamo che so di non essere il benvenuto. >

Stavolta fu la bionda a parlare timidamente < Tu sei stato salvato da Elena, quella ragazza è così diversa dalle altre >

< Oh, lo so bene! >

< Lasciami finire: quello che sto per dirti non ti piacerà… Elena ha distrutto il pianeta grazie alle Ali della Distruzione, ma per te non c’era più alcuna speranza. I tuoi amici però non si sono voluti arrendere, ci hanno riportato indietro gli ormai sei tesori kitsune per salvare la vostra città e riportare in vita te. >

 

Damon ascoltava attentamente il racconto, i suoi amici avevano fatto tutto questo per lui, era così assurdo.

Lo odiavano, l’avevano sempre odiato.

Lui era il fratello cattivo, beh poi era cambiato… per Elena, ma gli altri non si erano mai fidati del tutto e non poteva dargli torto…

 

< Noi non abbiamo tutto quel potere e non siamo riusciti a farlo. Ma Elena non era disposta ad ascoltare e ha quasi distrutto la Corte con le sue Ali. Per fortuna siamo riuscite a fermarla in tempo, era così arrabbiata con me…>  la donna capì che non poteva continuare, avrebbe scatenato una furia, ma Damon la spinse a parlare promettendole che non avrebbe fatto nulla di male a nessuna delle tre regine.

< Elena era destinata ad essere una guardiana, proprio come noi. Ha avuto un incidente di percorso durante il suo reclutamento. Quella ragazza era tremendamente sveglia fin da piccola, quando siamo andate e prenderla con la nostra macchina d’oro lei ci ha viste, ha fatto distrarre suo padre ed è avvenuto l’incidente. Doveva morire solo lei, invece sono deceduti i suoi genitori , ma ci è stato ordinato di lasciare lei sulla terra. Ecco il motivo della sua ira. >

 

Damon era visibilmente scioccato, se gliel’avesse raccontato qualcun altro avrebbe sicuramente iniziato a ridere per la fantasia del racconto.

Invece era vero, totalmente assurdo, ma non era frutto di una mente perversa, bensì di un piano divino del quale i comuni mortali non possono nemmeno immaginarne l’esistenza.

 

< Mettiamo che io creda a questa assurdità, hai detto che l’avete fermata… cose le avete fatto? > Il suo tono non era più tanto ironico.

< Le abbiamo tagliato le ali, la farfallina non vola più! > la regina rossa era veramente adirata.

< Un’ umana non dovrebbe avere delle ali, ci stava uccidendo! Aveva il potere di distruggere le guardiane, ha mandato in mille pezzi la sfera stellata. Dovevano esserle tolte e noi l’abbiamo fatto. Ma ha ancora il suo sangue sfortunatamente, berrai ancora il nettare degli dei, vampiro >

 

Damon stava per attaccarsi alla gola della donna e prosciugarla, non poteva parlare così di Elena, poi per quale motivo?

Era gelosa, ecco svelato tutto, non se ne era accorto subito eppure era così evidente.

Non potevano averle fatto del male, non avrebbero dovuto… in quel modo poi… di certo non l’avrebbero passata liscia…

 

All’improvviso un fulmine illuminò la stanza e bloccò ogni azione di chi era lì presente.

Appena scomparve lasciò il posto ad una busta color avorio, sigillata da uno stemma cerato rosso con incise due lettere: C.E.

L’assistente personale delle Guardiane la aprì con cautela, estrasse il foglio color avorio e iniziò a leggere: 

< Il vampiro Damon Salvatore è invitato a recarsi alla Corte Eterea per riparare ai danni compiuti dalle Guardiane in carica. Al sorgere della luna si faccia trovare di fronte all’uscita secondaria del castello. I Giudici Supremi sono momentaneamente revocati dai loro incarichi fino al processo che si terrà a breve. >

< Ok, capisco di essere diventato famoso. Ma cos’è questa storia?! >

< Sono ordini che vengono dall’alto, da chi è più importante di noi. Dobbiamo solo far quello che ci impongono > Rispose la regina bionda.

< Oppure? >

< Damon so che sei arrabbiato, ma la Corte Eterea è il più alto livello esistente. Se sei stato chiamato si tratta di una faccenda di vitale importanza. Mai nessun vampiro ha varcato quella soglia, tienilo a mente >

< Lo farò. Ora veniamo a noi, che non si dica che non mantengo le promesse! > Per un attimo s’intravide il suo sorriso, poi tornò serio: < La sfera stellata non è stata distrutta, solo il contenitore è andato perduto, non il suo contenuto. >

< Ma è impossibile! > ringhiò la regina rossa.

< Controlla tu stessa su quel pianeta, ho ricreato un nuovo contenitore per non sprecare quel potere, ora è vostro, anche se non ve ne meritereste nemmeno una goccia…  Deve essere stato quello a riportarmi in vita, deve avere un enorme potere perché non mi sono mai sentito così forte e non ho nemmeno sete, assurdo! >

< Quella sfera racchiude la forza vitale di migliaia di persone, è per questo che ti senti così sazio e forte. Non farci l’abitudine, la sete tornerà, ricordati che sei un vampiro. > spiegò la regina dai capelli castani.

< Come dimenticarlo? >

 

Damon si congedò e andò ad aspettare impaziente il sorgere della luna, dopo quel viaggio sarebbe finalmente tornato a casa e questo motivo gli bastava per non uccidere quelle regine, più che altro quella donna dai capelli rossi… in caso contrario avrebbe dovuto trattenersi ancora e non aveva proprio tempo.

Doveva tornare a casa, dovevano sapere che era ancora vivo.

 

#continua 


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Capitolo 5
*** Incontri inaspettati ***


 

 

 

La luna sta sorgendo, ci siamo.

Un istante dopo un lampo dorato stava trapassando Damon dall’alto, arrivando fino alla punta suoi  piedi, il tempo di un batter di ciglia e svanì nel modo in cui era arrivato.

Lui, accecato dalla luce, aprì gli occhi dopo qualche secondo… poi sbarrò quelle gemme che riuscivano a trattenere in se un universo di stelle e rimase senza parole…

Questo è il paradiso, deve esserlo… Sono sicuro che ad Elena piacerebbe vivere qui.

Damon si trovò quasi scaraventato in un mondo perfetto, circondato da distese di verde in ogni dove, c’erano frutteti e alberi di ogni tipo sui quali si intravedevano alcuni scoiattoli mangiucchiare ghiande.

Più avanti, sulla destra si intravedeva un’alta cascata che ricadeva in uno specchio d’acqua fresca, doveva esserlo visto che alcuni cavalli erano lì a bere avidamente, uno stallone in particolare destò la sua attenzione: era completamente nero e lucido.

Mentre si avvicinava alla bestiola, guardandosi intorno vide altri animali gironzolare allegramente per quei prati incantati e fioriti… c’erano una miriade di colori che si mescolavano tra loro, ma soprattutto c’era la cosa che per anni aveva cercato incessantemente: un intero cespuglio di rose nere, non erano le preziose Black Magic, erano ancora più scure… impossibile a pensarlo eppure erano lì, davanti ai suoi occhi… sì, quello doveva essere il paradiso.

 

Sì avvicinò cautamente per assaporarne il profumo vellutato, ma una voce alle sue spalle lo ridestò e fu obbligato a voltarsi.

Un uomo alto e moro dagli occhi blu, che doveva avere sui quarant’anni lo aveva chiamato.

“Damon Salvatore, giusto?”

“Sì, mi avete fatto chiamare… perché?”

L’uomo che, Damon si accorse dopo, era scortato da un’ angelica donna bionda incredibilmente uguale ad Elena, gli sorrise e gli fece segno di seguirlo.

“Vieni, è tempo per voi di sapere.”

Damon seguì silenziosamente le due figure lungo un sentiero intorno ai verdi prati, mentre ancora ammirava il paesaggio, incantato da quella semplicità che lo rendeva unico.

 

 

Drin, drin, drin…

Che… Che succede qua dentro?

 

Elena si alzò di scatto dal letto, cercando di capire da dove provenisse quello strano rumore temendo il peggio per la sua vita, ma poi si ricordò… era qualcosa di familiare.

 

Stupida sveglia! Non mi ricordavo nemmeno della tua esistenza…

Zia… è stata lei a puntarmela, ci scommetto!

 

“Tesoro sveglia o farai tardi per la cerimoniadisse ridacchiando zia Judith aprendo e richiudendo la porta della camera.

Elena, come ogni mattina, sollevò le coperte e si infilò velocemente nella doccia, lavò via il sangue secco dalla schiena e finì lavandosi anche i capelli.

Fece solo in tempo ad asciugare e pettinare la mossa chioma che Stefan si presentò in camera sua, senza nemmeno aver bussato.

 

“Buongiorno amore”

“Buongiorno anche a te, a cosa devo questa visita mattutina?”

“Mi mancavi…” rispose Stefan, ed immediatamente le sue labbra si poggiarono avidamente su quelle di Elena in un bacio alquanto passionale.

Lui non l’aveva mai baciata in quel modo, non in quella situazione, Stefan era sempre piuttosto calmo, era lei che ogni volta lo stuzzicava per farsi dare quei baci.

 

“Sicuro sia tutto ok?”

“Sì, è che mi sei mancata veramente tanto. Negli ultimi tempi siamo stati sempre insieme e questa lontananza mi distrugge.”

Elena sorrise a quelle parole e tornò a vestirsi.

 

“Stefan?”

“Sì?”

“Visto che sei qui, mi daresti una mano a ripulire e disinfettare bene questi tagli?” si alzò la maglietta aspettando una sua riposta.

“Certo, ma sono un po’ gonfi? Cosa ti è successo?”

“Credo che si siano semplicemente riaperte le ferite e abbiano fatto infezione”

 

Stefan prese garze pulite, acqua ossigenata e cerotti e si sedette sul letto, dietro di lei.

Mentre le ripuliva nel modo meno doloroso possibile, iniziò a baciarle dolcemente la guancia destra, a mordicchiarle il lobo dell’orecchio, scendendo poi con altri caldi baci sul collo, sulla spalla e arrivando alle scapole fin dove c’erano le due cicatrici riaperte.

“Finito, spero di non averti fatto troppo male”

 

Elena era avvampata dall’emozione, Stefan, il suo Stefan, non aveva mai fatto una cosa del genere. Era indescrivibile, pazzesco…

Quello era un atteggiamento tipico da Damon… e poi, tristemente, capì tutto.

 

“Stefan, tu ancora non l’hai capito, vero?”

“Cosa amore?”

“Quello che hai appena fatto… non è da te, cosa ti succede?”

“Niente, pensavo che ti avesse fatto piacere visto il modo in cui respiravi…”

“Mi ha fatto piacere, ma quello non sei tu…”

“Elena ci sono solo io nella stanza…”

“Quello che hai fatto… è una brutta copia degli atteggiamenti di Damon! Perché?” Elena si alzò irritata dal letto e lo guardò dall’alto al basso.

“Mi spiace”

“Ti spiace? Ti ho chiesto perché l’hai fatto, non se ti dispiace”

“Scusa Elena… è che pensavo che così ti sarebbe mancato meno, se fossi cambiato un po’ magari non avresti più sentito la sua mancanza”

 

“Stai scherzando vero? Non hai veramente capito e fa male…

Come puoi essere geloso di un ricordo?

Damon è morto, non potrà più mettersi tra noi due, perché devi farmi questo?!

Pensi davvero che lo potrei dimenticare?!”

 “Pensavo che magari avresti smesso di… amarlo se io mi fossi comportato un po’ come lui” Stefan era ancora seduto sul ciglio del letto con la testa bassa.

 

“Stefan gli abbiamo fatto una promessa, ricordi? Non lo avremmo mai dimenticato, mai…” Elena si avvicinò a lui e gli prese la testa fra le mani in modo da poterlo guardare negli occhi.

“Lo so, ma non pensavo che tu lo amassi così, non riesco a sopportarlo… pensare tutto quello che avete condiviso e mi avete nascosto… e al fatto che io ero solo d’intralcio.”

Stefan si alzò dal letto e fece presa sulle braccia di Elena per attirarla a se “Tu dovevi essere solo mia, non lo capisci?! Ora siamo solo io e te, ti prego non rovinare tutto!”

 

Elena si dimenò per staccarsi, invano. Lui era troppo forte e non accennava a lasciarla andare.

“Stefan siamo io e te, ma non puoi chiedermi di non amarlo…” una lacrima fuori dal suo controllo scese rigandole la guancia.

“Allora ti chiedo di pensare a lui come se fosse una parte di me, siamo fratelli in fondo! Così col tempo cesserai di amarlo…”

 

“Io non smetterò mai di amarlo! Come puoi solo immaginarlo? Non puoi sostituirti a lui, non sei lui, non sarai mai lui!”

Elena, con le forze che le dava la rabbia, riuscì a strattonarsi dal vampiro e si diresse verso lo specchio.

Era furiosa, come poteva solo pensare di sostituirsi a suo fratello? In quel modo poi… fino a pochi giorni prima  le aveva detto di aver capito e che avrebbe aspettato che lei fosse pronta, a quanto pare erano solo state bugie…

 

“Io devo prepararmi per la cerimonia, ci vedremo lì se ti sarai calmato…” disse Elena, spazzolandosi energicamente i biondi capelli.

A quelle parole Stefan se ne andò proprio come era arrivato e lasciò Elena ai suoi tristi pensieri.

 

La giovane finì in fretta di vestirsi, mise un filo leggero di trucco per nascondere le occhiaie e si diresse a scuola dove trovò ad aspettarla le tre amiche: Meredith, Bonnie e Caroline… quella Caroline che le aveva rovinato la vita nei mesi precedenti…

 

#continua

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