I Wish

di Hellenik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra un Pliét e un Cappuccino... ***
Capitolo 2: *** Shooting Stars ***



Capitolo 1
*** Tra un Pliét e un Cappuccino... ***


"E 1, 2, 3 Pliét. Su dritte quelle gambe Daphne. Quante volte te lo devo dire." - Bacchettò. Questa era la Signora Walrét nonchè quella strega di mia zia. Si era offerta "gentilmente" di uccidermi lentamente insegnandomi lei danza al posto di mia madre. -
"Se solo potessi riposarmi per 5 minuti." - Tuonai istericamente con il fiatone scendendo dalle punte. E questa invece sono io, Daphne Dubois una comune quasi 18 enne. Carnagione chiara, occhi nocciola, capelli lunghi biondi leggermente ondulati perennemente raccolti, statura nella media, corporatura magra. I miei primi passi nella danza li cominciai a muovere alla giovane età di 4 anni e da li la mia infanzia fu formata solo da pliét arabesque cambrè e gare su gare, mi piaceva danzare ma se ogni tanto invece di rinchiudermi in una sala e farmi eseguire passi per 4 - 5 ore di seguito mi avessero lasciato uscire con gli amici non avrei di certo pianto dal dispiacere, ecco. -
"Voglio vedere la posizione 4 seguita da un arabesque" - Niente, nemmeno mi ascoltava. -
"No ora basta." -Sbottai. Avevo un dolore atroce ai piedi e ad una caviglia dopo 5 ore di allenamento estenuante il mio livello di sopportazione era giunto al limite, sfido chiunque a sopportare un minuto di più. Non le diedi tempo di replicare niente, presi il mio borsone, l' asciugamano e uscii sbattendo la porta alle mie spalle lasciando sola l'arpia. Andai negli spogliatoi mi asciugai il sudore con l'asciugamano, mi vestì alla bene e meglio e mi precipitai fuori dall' accademia deserta. -
"Hannah, sono evasa, arrivo." - Mi limitai a dire una volta chiamata la mia migliore amica. Hannah era una seconda sorella a quella di sangue, carnagione caramellata, capelli lunghi mogano, occhi color miele, alta, magra. Pochi minuti a piedi e sarei arrivata a casa sua. Suonai al campanello. -
"Tesoro sei uno straccio, ti sei vista?" - Mi invitò ad entrare. -
"Vorrei vedere te." - Mi buttai sul divano stremata e in preda alle solite fitte lancinanti ai piedi, avevo timore a guardarli.  -
"E la strega? Come l'ha presa?" - Mi guardò incuriosita. -
"Non lo so. Me ne sono andata e basta. Conoscendola sarà in preda ad una crisi di nervi." - Ghignai divertita. Mi decisi a togliere le punte, i miei piedi erano tutti insanguinati e doloranti e lividi oramai ci avevo fatto l'abitudine. Alla vista del sangue Hannah rabbrividìì leggermente e andò a prendermi del ghiaccio e delle bende. -
"Devi smetterla di farti tartassare così. I tuoi allenamenti sono troppo duri. Nemmeno io riesco a seguirli." - Trillò Hannah. -
"Pensi che non lo sappia? Mi piace danza ma non voglio sia l'unica mia ragione di vita. Ma nessuno mi ascolta. Tutti dicono che è per il mio bene e che un giorno li ringrazierò." - Cantilenai con voce pacata intenta a medicarmi i piedi. -
"Cazzate. Oramai sei maggiorenne potrai ben decidere della tua vita." - Contestò convinta. -
"Non fino a quando vivrò sotto lo stesso tetto dei miei, a quanto pare." - Bofonchiai evidentemente contrariata. E nel mentre cominciai a massaggiarmi la caviglia gonfia. -
"Bè allora le cose cambieranno molto presto, dato che vincerai il Talent Show e con il premio ti prenderai un appartamentino tutto tuo." - E mi diede una pacca sulla spalla. -
"Ancora con questa storia? Non parteciperò mai a quella cosa. Smettila." - Il mio tono era serio. -
"Ok, allora subisci tutti i giorni 6 ore di danza estenuante. Poi non dire che non ti piace." - Si atteggiò con fare teatrale. - "Masochista!" - ora il suo tono era palesemente sarcastico. - "Come vanno i piedi? Riesci a camminare?" - Chiese tornando seria.
"Si, andiamo" - Ci mettemmo le giacche e andammo alla caffetteria di mio zio. Era il nostro appuntamento di interi anni a questa parte andare li a fine giornata. Persino lui non sopportava quella arpia di mia zia dato che si erano separati. -
"Ehi scricciolo." - Era così che mi chiamava mio zio Ed, lo faceva sin da quando ne avevo i ricordi. - "Hannah." -Salutò inclinando la testa con un sorriso. -
"Signor Harris" - Accennò Han un saluto con la mano. -
"Ciao zio." - Risposi con tono piatto sedendomi al nostro solito tavolo. -
"Giornata dura?" - Domandò avvicinandosi a noi con i nostri due cappuccini caldi macchiati e sedendosi. -
"Allenamenti estenuanti." - E indicai i piedi. -
"Mhh, capisco. Ma dimmi...Ti piace danzare?" - A quella domanda apparentemente ovvia invece ci misi un po prima di rispondere. -
"Si, mi piace molto... E' solo che vorrei fosse un divertimento, invece è sin da quando ero piccolina che non faccio altro che prenderla sul serio, salire sulle punte e dare spettacolo di me stessa ballando con ritmi insostenibili. La danza classica non è la mia strada. Io non voglio diventare una ballerina da scala come lo è stata mia madre e mia zia." - Ecco! La sacro santa verità. Non ero mai riuscita ad ammetterlo nemmeno a me stessa, invece con mio zio era stato tutto così semplice. -
"Capisco. Ne hai mai discusso con Elizabeth?" - Mi guardò dubbioso. -
"Non le ho mai parlato così direttamente... Ma penso che qualcosa possa anche averlo intuito da sola in fondo sono sua figlia, mi conosce, sa quando ho qualcosa che non mi va a genio. Ma secondo me non vuole fare i conti con la realtà." - Risposi con fare saggio sorseggiando il mio cappuccino. -
"Daphne, non ti girare!" - Esclamò dal nulla Hannah con voce agitata alternata da urletti, ovviamente la prima cosa che feci fu quella di girarmi... E una volta fatto... Me ne pentii subito imprecando tra me e me.-
"Oh ..." Disse mio zio una volta accortosi del nostro dialogo. Fece segno con la mano a un ragazzo di avvicinarsi a noi. "Daphe, Hannah; lui è Liam il nuovo cameriere." - Lo introdusse lo zio Ed. -

Fine 1° Capitolo.

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Salve, questa è la mia quinta storia e come ho detto nella prima non risparmiatevi con le critiche mi aiuteranno tantissimo a crescere e migliorare.
Fatemi sapere se vi piace e volete che vada avanti o che lo chiuda qui.

~ Ellie.

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Capitolo 2
*** Shooting Stars ***


"Salve, piacere sono Liam" - Si introduce porgendo la mano. -
"Liam ciao io sono Hannah.." - Si presenta Han stringendo la mano. -
"Piacere io invece mi chiamo Daphne" - E porgo anch' io la mano. -
"Ragazzo, vorrei ordinare" - La voce di un uomo proveniente dal fondo alla sala si intromette attirando l'attenzione di Liam. -
"Oh, scusate." - Si dirige verso il tavolo. -
"E' un bravo ragazzo, si è offerto di lavorare part-time dopo la scuola, e una mano in più fa sempre comodo, così ho accettato. - Spiega lo zio. - Be ora vi lascio che ho del lavoro da fare a dopo ragazze" - Si congeda. -
"A dopo Zio Ed" - Saluto con la mano. -
"A dopo Signor Harris - Ricambia il saluto Han. - Be cavoli dev' essere proprio interessante quel ragazzo, non hai smesso di guardarlo." -
"Mh? Scusa?" - Chiedo scendendo dalle nuvole. -
"No dico.. Quel ragazzo l'avrebbe notanto anche un non vedente che ti interessa..." - Risponde con aria piccata. -
"Ma no.. Cosa pensi scema.. E' solo che mi sembra di averlo già visto, non è un viso nuovo" - Controbatto assorta. -
"Mhh.. lo straniero dal viso conosciuto... Potrebbe essere un nuovo film" - Scoppiammo a ridere, finimmo il nostro cappuccino e ci avviammo, salutai lo zio e ricambiai il sorriso che Liam ci riservò dal bancone... Seguito da una gomitata di quella baldracca dell' Hann non esattamente anti-sgamo. Accompagno a casa la mia migliore amica e mi dirigo a mia volta a casa, mi butto sul letto e li mi addormento. La mattina dopo mi sveglio presto e dedico dieci buoni minuti a girarmi e a rigirarmi nel letto con il volto di Liam impresso, e sempre più convinta di averlo già conosciuto arresa dal fatto di non riuscire a combinare niente di buono così, mi alzo prima che la sveglia suoni, mi faccio la doccia e mi preparo per spararmi 5 belle ore di danza con mia zia, seguite dalla lezione alle bambine, la prima parte del programma non mi rendeva esattamente entusiasta, ma non avevo scelta.. per ora. Prendo il borsone scendo al piano di sotto rubo un toast dal piatto di mia sorella che poco dopo mi urla dietro non ci do peso, saluto e corro all' accademia. Una volta arrivata mi preparo mentalmente, psicologicamente e varco quella porta, dove trovo ovviamente la Signora Walrét già alla sbarra, che a sua volta nota la mia presenza e; solo dopo avermi fatto un bel mazzo per il comportamentento 'assolutamente inaudito, poco educato e fine per una ballerina che si rispetti' del giorno precedente comincia la lezione. Allo stremo delle forze e non al massimo della forma, con i piedi che oramai non erano più piedi finalmente finisce questo terzo Raid ehm.. volevo dire lezione, esco dalla sala vado negli spogliatoi tolgo le punte e dopo aver medicato i piedini vado a pranzare al parco, mi sdraio sotto il mio albero preferito e leggo un libro perdendo quasi la cognizione del tempo lasciando passare ben 4 ore, con il rischio di arrivare in ritardo alla lezione, corro negli spogliatoi metto le punte ed entro in sala trovando tutte le bambine già alla sbarra o comunque intente ad allenarsi, due battiti di mani fanno ritornare l'ordine ed il silenzio nella stanza, mi accingo a posizionare le ballerine con braccia e mani in posizioni giuste inizio la lezione. A distanza di cinque minuti dalla fine sento bussare la porta, accenno con la mano ad entrare, è Liam che porta; insolitamente lui la meritata merenda alle piccole allieve. Tentenna un po prima di entrare.
"Chiedo scusa, il Signor Harris doveva aspettare un fornitore così ha incaricato me di portare la merenda." - Esclama Liam. -
"Ah sisi appoggia pure qui, grazie - Indico con il dito il tavolo in fondo alla sala accompagnato con un sorriso. - Bene bambine la lezione di oggi è finita andate pure a fare merenda a poi a cambiarvi siete state tutte bravissime." Cala un silenzio imbarazzante una volta che le bimbe sono uscite dalla sala. -
"Io allora vado" - Se ne esce Liam. -
"Si, ciao." - Saluto un po tentennante. Accendo la radio e per un ultima volta in quel giorno ballo, ma questa volta la mia coreografia preferita, quella della recita di quand' ero bambina, ballo per piacere non per dovere, e mi lascio trasportare dalle note di quel brano. A fine melodia mi accorgo che non solo sola come pensavo ma appoggiato allo stipite della porta c'è proprio Liam che osserva e applaude. ME. -
"Sei veramente molto brava, così come mi racconta sempre il Signor Harris." - Esclama. -
"Grazie. - Sussurro, arrossendo e abbassando lo sguardo - Ma lo Zio esagera sempre."
"Sai non appena ti ho vista il tuo volto delicato e il tuo fare così grazioso mi ha riportato subito alla mente quello di una bambina che conoscevo quando ero piccolo, prima di trasferirmi dai miei nonni, anche lei era una ballerina, purtroppo però nonostante la promessa che ci eravamo fatti quando me ne sono andato non ci siamo più sentiti.."
"La promessa.. Al vecchio albero. " - Dissi guardando per terra con voce stupita e confusa, più a me stessa che riferendomi a lui.-
"Al vecchio albero" - Esclamammo all' unisono. -

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