Golden Light

di StregaSibilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *prologo* ***
Capitolo 2: *** symphony ***
Capitolo 3: *** a delicious dish ***
Capitolo 4: *** If the dish is sick ***
Capitolo 5: *** blossom flowers ***
Capitolo 6: *** news unexpected ***
Capitolo 7: *** suite ***
Capitolo 8: *** different eyes ***
Capitolo 9: *** your red eyes on me, please ***
Capitolo 10: *** touch of cold fingers ***
Capitolo 11: *** golden dreams ***
Capitolo 12: *** burning embers ***
Capitolo 13: *** an eternity in the shade ***
Capitolo 14: *** a strange taste ***
Capitolo 15: *** golden light ***



Capitolo 1
*** *prologo* ***


 

Il calderone della strega

 

Il ricettario del calderone è ricco di ricette alquanto insolite, curiose, perché la proprietaria è una strega a cui piace sperimentare, inventare nuovi modi di preparare ogni ricetta, scoprire da sola ingredienti nuovi e sconosciuti.

Ciò che oggi vi propone la strega è di prendere una ricetta alquanto famosa, di cui sono conosciuti tutti gli ingredienti alla perfezione e della quale sono state create mille e più varianti; scegliete a questo punto l'ingrediente meno importante, l'ingrediente che passa inosservato, a cui nessuno fa caso, quell'ingrediente che a volte ci si dimentica persino di aggiungere. Una volta preso, reinventate la ricetta utilizzando come base proprio quell'ingrediente e aggiungetene a questo punto uno nuovo e completamente diverso, in grado di amalgamarsi con la ricetta.

Dopodiché, non resta che attendere davanti al calderone, in attesa che la ricetta sia pronta, controllando sempre ogni punto della cottura.

E se pensate che iniziare subito con questa nuova portata, sia azzardato, ciò che occorre è cominciare con un buon antipasto, stuzzicante al punto giusto, perché prepari i commensali alla portata principale.

Dal ricettario del calderone della strega.

***

Prologo

 

Correva l'anno 1918 e la data era l'11 di novembre, questa data viene ricordata dai più come la fine del primo grande conflitto mondiale, la Grande Guerra, conclusasi ufficialmente proprio quel giorno con la resa della Germania, l'ultimo degli imperi a deporre le armi e a porre fine a quel sanguinoso periodo.

Ma, diversamente dai più, non è a questo ch'io penso quando mi viene in mente questa data, fin dalla nascita l'11 novembre del 1918 per me ha significato tutt'altro, dato che fu il giorno in cui venni al mondo.

Io, Francesco, nacqui in un modesto casale della campagna toscana proprio il giorno in cui le radio di tutto il Mondo annunciavano la fine della guerra; nacqui nella fattoria che era stata della mia famiglia da tre generazioni ormai, fui il primo di tre fratelli, dopo di me nacque, a breve distanza, la mia amata sorella Dora, e, quattro anni dopo, mio fratello Giacomo.

Amai la mia famiglia sin dal principio, da quando fui abbastanza maturo per decidere cosa sarei voluto diventare, il mio desiderio fu di prendermi cura del nostro terreno, come mio padre, mio nonno e il mio bisnonno avevano fatto prima di me, aiutare mia sorella a trovarsi un buon partito ed aiutare mio fratello a mettere su una famiglia propria.

Tuttavia non mi fu concesso di realizzare quel sogno, seppur molto semplice e modesto, dovetti infatti separarmi dalla mia famiglia 22 anni dopo, quando in tutto il Mondo imperversava la seconda guerra mondiale.

Non fu una bomba, una palla di cannone o un colpo di fucile a uccidermi, come toccò purtroppo a mio fratello minore, morto a soli vent'anni nel 1943, a Caporetto.

No, a strapparmi ai miei fu una donna bella come un angelo, dalla pelle candida e la chioma rossa come fosse in fiamme, conosciuta ad una festa di Paese il 15 giugno 1940, credo che il mio cuore umano, che ancora batteva, s'innamorò di lei in un istante, e altrettanto velocemente lei affondò i canini nel mio collo e mise fine alla mia vita da umano.

Sin dal principio, da quando mi risvegliai con gli occhi rossi come il sangue e la pelle bianca come la neve, il mio primo pensiero fu ricongiungermi alla mia famiglia, vi lascio immaginare l'orrore che provai quando scoprii che il mio primo pensiero era quello di affondare i denti nella giugulare della mia amata sorellina! Fuggii il più lontano possibile da loro.

Mi ci volle molto per riuscire a lottare contro il mio impulso omicida, ormai sono certo che fu il desiderio di tornare dai miei cari a spingermi all'autocontrollo, speravo, erroneamente, che se fossi riuscito a controllarmi sarei potuto tornare a vivere con loro, ma più i giorni passavano, più incontravo piacere a cibarmi d'ogni animale che trovassi (perlopiù magre pecore di qualche povero contadino), più mi rendevo conto che ritornare alla mia vita per me sarebbe stato impossibile.

Ciononostante, decisi che avrei continuato a vegliare sui miei da lontano, che, malgrado fossi diventato un demone, sarei stato per loro una sorta di angelo custode, che li avrebbe vegliati e protetti in eterno.

È per questo che posso narrarvi ciò che accadde quasi cento anni dopo.

Seguii il viaggio di mia sorella e di suo marito verso l'America, vidi la nascita ed osservai la crescita delle mie due meravigliose nipotine, conobbi i fidanzati di entrambe e gioii ai loro matrimoni, sempre nascosto nell'ombra; successivamente vidi la nascita della mia bisnipote, Jessica, che tanto assomigliava alla mia cara madre, mi distaccai con dolore dalle famiglie stabilitesi in America e seguii il viaggio di ritorno in Italia di Jessica e dell'uomo della sua vita, Marco, uno studente italiano che si trovava a Seattle (dove si erano conosciuti) per completare la sua laurea di ricercatore medico; infine, vidi la nascita di quella che ribattezzai mia “tris” nipotina, anche se non ero sicuro che ci fosse un termine esatto per definirla: quanti zii avevano avuto la fortuna di veder nascere tre generazioni di nipoti? E quanti zii avrebbero probabilmente assistito a una quarta, una quinta, una sesta generazione, fino a chissà quale eternità?

La piccola venne battezzata Emily; a differenza di tutte le altre donne della famiglia, che avevano i capelli molto scuri, lei era nata con una meravigliosa chioma castano-dorata. Adorai fin da subito quel piccolo tesoro, forse perché era di una bellezza che avrebbe potuto competere con i molti vampiri che avevo incontrato nel corso dei miei quasi cento anni da immortale, forse perché i suoi occhi erano pieni di una luce vitale che mai avevo incontrato prima.

Forse, perché era nata l'11 novembre del 2007.

 

Ed eccomi qua, quasi cinque anni dopo, in piena estate del 2012, a godermi il Sole della Toscana che tanto amo e che tanto mi era mancato nel mio soggiorno in America.

Poco importava che la mia pelle brillasse come fosse tempestata di diamanti quando mi crogiolavo a quel Sole, là, nel bosco che circonda la casa di campagna di Jessica, non temevo d'essere visto da nessuno, forse da qualche cervo, ma non avevo fame, non quel giorno, mi ero nutrito a sazietà la notte prima.

Sentii, ricordo bene, poco lontano, la mia bisnipote che chiamava suo marito, gli diceva “è tutto pronto” e che potevano partire, lui prese in braccio la piccola Emily e la baciò, il ricordo è nitidissimo nella mia mente, Jessica disse “ho chiamato Grace”, ripeté che era tutto pronto, potevano dirigersi a Volterra per la festa.

In quel momento ebbi un sussulto, un sussulto che ogni vampiro impara a conoscere bene durante la sua vita, un brivido che si propaga per tutta la schiena quando sente nominare il nome della città di Volterra.

Ricordo che tremai, sembra strano detto da un vampiro, ma fui scosso dai tremori, o forse erano solo i ricordi delle mie emozioni da umano, non so dirlo.

So che è cominciato tutto così, con quella gita a Volterra, è stata la decisione presa dalla mia povera, povera e adorata Jessica, ad innescare il resto della storia.

Tuttavia, mi duole fermarmi qui nel mio racconto, non sta a me continuare a narrare la storia adesso, io sono stato un protagonista non un narratore, anzi, per molti aspetti sono stato esterno a quella vicenda.

Ricomparirò di tanto in tanto, ma ora vi lascio alle magie di un narratore esterno, non sparirò da queste pagine e saltuariamente mi ritroverete a commentare ciò che successe dopo quel pomeriggio.

Ma adesso è davvero meglio che io sparisca.

 

Servo vostro

 

Francesco

 

 

 

 

 

 

***

 

Il calderone della strega

 

Sperando che l'antipasto sia stato di vostro gradimento, la strega vi invita a tuffarvi nella portata principale.

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Capitolo 2
*** symphony ***


 

Il calderone della strega

 

Incominciando una ricetta, è fondamentale introdurre quelli che saranno gli ingredienti necessari a crearla, forse elencandoli tutti non ci si renderà immediatamente conto di quale sia l'elemento fondamentale.

Ma tutto avverrà a suo tempo, quando il calderone sarà ormai pieno.

Dal ricettario del calderone della strega.

 

 

CAPITOLO UNO

 

Piazza dei Priori, Volterra.

Volterra, come tante altre cittadine toscane, era costantemente visitata da migliaia di turisti, perlopiù provenienti dall'Asia o dal Nord America: tutta quella gente, abituata a spazi sterminati, città immense, autostrade larghe quanto piste d'atterraggio, trovavano affascinanti le centinaia di viuzze dei centri storici, i vicoli così vicini e stretti gli uni agli altri, i muri che quasi andavano a toccarsi, tutti quei minuscoli borghi di cui la Toscana era piena. Se poi si aggiungeva che alcuni di quei borghi erano costruiti a picco sulle colline, il loro fascino saliva a dismisura: Volterra, Montepulciano, San Gimignano, erano centri storici in cui il flusso turistico era pressoché costante.

La famiglia di Jessica (lei, suo marito Marco e la piccola Emily) si era stabilita a Colle Val d'Elsa quando i due innamorati avevano deciso di sposarsi e tornare a vivere in Italia, patria di Marco ed anche patria natia di Jessica. Avevano preso una casa in affitto ed erano in attesa che il lavoro di ricercatore di Marco desse i suoi frutti e che Jessica trovasse un lavoro stabile, dopodiché si sarebbero trasferiti nelle zone più vicine al capoluogo toscano, Firenze; nel frattempo i due occupavano i loro giorni liberi visitando il più possibile le città sperse fra le colline toscane; in particolare San Gimignano, il paese delle cento torri, e Volterra, esercitavano un certo fascino su Jessica, perciò si ritrovavano a visitarle spesso.

Quella era un'occasione particolare per Jessica e Marco, essendo l'anniversario del loro primo incontro, Jessica era un'inguaribile romantica e amava festeggiare, anche solo simbolicamente, ogni più piccola ricorrenza: il loro primo appuntamento, il loro primo bacio, la loro prima volta.

Marco accontentava con immenso piacere le richieste della sua amata, avrebbe fatto qualunque cosa per renderla felice.

Essendo un'occasione speciale, i due avevano chiesto a Grace di fare da babysitter ad Emily.

Grace era una giovane di vent'anni che studiava architettura a Firenze, possedeva un innato talento artistico e un incredibile amore per l'arte, abitava anche lei a Colle Val d'Elsa; un piccolo particolare, che tanto divertiva Jessica, era che quest'ultima era di origini italiane, ma aveva vissuto in America per tutta la sua giovinezza, Grace, inversamente, era nata e cresciuta in America, sulla costa occidentale, e si era trasferita in Italia a quindici anni con i suoi genitori; si era ormai perfettamente adattata alla vita in Italia, accettava anche che i suoi amici sovente la chiamassero con versioni italiane del suo nome, quello che più le piaceva era Greta.

Grace (o Greta) faceva da babysitter ad Emily da quasi un anno, per Jessica era estremamente importante che Emily parlasse sia l'inglese sia l'italiano in modo eccellente ed una tata bilingue le era parso un sogno. Quel giorno Jessica aveva proposto a Grace di venire con loro a Volterra, in tal modo lei e Marco avrebbero potuto starsene un po' da soli e Grace avrebbe potuto visitare l'artistica Volterra facendo contemporaneamente da balia ad Emily.

Grace aveva accettato seduta stante.

Quella era la ragione per cui anche Grace si trovava insieme alla famiglia Cheti, in Piazza dei Priori, a Volterra.

 

Allora siamo d'accordo”, disse Jessica, passando Emily alla sua giovane tata, “ci ritroviamo qui in piazza alle sette, se Emily volesse qualcosa compraglielo pure, ti restituiremo ogni euro”

Grazie Jessica”, rispose sorridente Grace, “anche per avermi portato con voi, grazie, sapete bene quanto sia difficile spostarmi per me, senza una macchina, era da molto che volevo visitare Volterra, mi sembra che sia passato un secolo dall'ultima volta in cui ci sono venuta”

Figurati”, esclamò Jessica, prima di solleticare il naso di sua figlia e sorriderle caldamente

Divertitevi tesoro, fa la brava, mi raccomando”

Sì mamma”, rispose Emily, con il suo tono di voce simile al trillo di mille campanelli, alto e allegro, squillante come mai Grace ricordava di aver sentito: adorava la voce della piccola.

Mamma ti vuole tanto bene e anche papà”

Emily diede l'ultimo bacio a sua mamma e poi la coppia si allontanò, ansiosa di consumare quella giornata tutta per loro.

Bene Emily”, le disse Grace, sollevandola in aria, “ti va di andare a vedere qualche quadro interessante?”

Emily gridò di gioia

Sì sì! Mi piacciono tanto le tue storie sui arts . . . atrs . . .”

Artisti”

Mi piacciono tanto le tue storie sugli artisti!”

Andiamo allora, non facciamoli aspettare”.

Ed anche loro due intrapresero il loro itinerario.

 

Dopo un giro fra le diverse chiesette di Volterra e un buon pranzo a base di pizza (di cui Emily andava matta), Grace decise che era arrivato il momento di visitare il Palazzo dei Priori, forse il luogo più significativo della città

Ti piacerà tantissimo Emily, ho tante storie da raccontarti e in queste c'è anche un tocco di magia”

Magia?”, domandò la piccola

Sì: ti hanno mai raccontato la storia di San Marco?”

Di papà?”

Ma no! Ho detto il “San” Marco”

No”

E della sua guerra contro gli immortali?”

I cosa?”

Grace già si pregustava l'espressione di meraviglia che si dipingeva sul volto di Emily ogni volta che le raccontava una storia nuova

Andiamo, ti racconterò tutto quando saremo dentro”.

 

Non appena si trovarono all'interno, Grace notò che la folla di turisti era davvero immensa, una donna in completo rosso cercava di mantenerli calmi, ma non era facile gestire tanti turisti curiosi; ad un certo puntò, la giovane notò nel gruppo Jessica e Marco

Grace voglio scendere!”, esclamò Emily, tirandole un ciuffo dei suoi lunghi capelli neri, lievemente mossi

Sarà meglio non farle vedere i genitori”, pensò Grace, mettendo a terra Emily, “se li vede potrebbe voler stare con loro e mi sembra che quei due si stiano godendo appieno il loro “giorno libero””

Li fissò scambiarsi alcune tenere effusioni e le sfuggì un sorriso sulle labbra rosse

Ok Emily”, doveva pensare ad un percorso alternativo, lontano dal gruppo principale, “adesso . . . Emily?”

Grace notò che la bambina aveva superato la guida in rosso e si stava dirigendo un lungo una porta laterale che conduceva ad un'ala distaccata dal complesso principale

Gesù!”, esclamò Grace, entrando improvvisamente nel panico, “Emily!”

Doveva riprenderla immediatamente: il solo pensiero che potesse farsi male la faceva rabbrividire. Teneva davvero molto a quella bambina così piena di gioia, era come se la sua felicità contagiasse chiunque le stesse attorno.

Emily!”

Grace non voleva che Jessica e Marco si accorgessero di lei, ragion per cui oltrepassò velocemente il gruppo, che era intento ad ascoltare le spiegazioni della guida sulla costruzione dell'androne principale, e si diresse anche lei lungo il corridoio preso da Emily

Tu!”, esclamò, quando la vide in fondo alle scale, “Vieni qui!”

Ho visto mamma e papà!”, trillò Emily

Cosa?”, domandò Grace, stupita

Non voglio che ci trovano”, esclamò la bimba, esprimendosi in una forma non propriamente corretta, “facciamo un gioco: loro non ci devono trovare, gioca con me Grace”

Oh tesoro!”, esclamò la ragazza, sorpresa ancora una volta dall'intraprendenza e dalla vivacità di Emily

Andiamo!”

Grace ebbe il tempo di notare che si stavano dirigendo verso un cortiletto esterno, ma prima che potesse notarne il modello (i cortili interni erano una delle sue passioni, insieme alle torri), Emily aveva già trovato una scala di pietra oltre un cancello in ferro battuto, che conduceva ai piani sotterranei

Ehi Emily”, esclamò a quel punto Grace, tentando di fermarla, “forse non dovremmo . . .”, inutile, la bambina correva troppo svelta, “e va bene, mi dispiace ma dobbiamo tornare indietro”

Ma qui si può passare Grace!”, esclamò Emily, che si era fermata davanti ad una porta di metallo, “guarda!”

Grace notò a quel punto che la porta era quella di un'ascensore, con tanto di cartello laterale che indicava, in diverse lingue, i luoghi di visita sotterranei

Oh, bene, meglio così . . . è strano però che non ci sia nessuno”

Grace non era del tutto convinta, ma all'improvviso udirono diverse voci concitate e quella alta e forte della guida che invitava il gruppo a seguirla

Scappiamo!”, esclamò Emily, ma sottovoce, per non farsi udire, “Non devono trovarci!”

Quel gioco infantile stava coinvolgendo anche Grace, che non aveva conosciuto la gioia di avere un fratello minore, che non aveva mai provato il legame di complicità che si forma tra fratelli; la piccola Emily sembrava quasi averla adottata come sorella maggiore.

Ok piccola, seguimi”.

Continuarono a scendere lungo la scalinata di pietra che scendeva sempre più in basso, alcuni cartelli che indicavano divieti di accesso, e soprattutto frecce segnaletiche, inducevano Grace a pensare che quella doveva comunque essere una meta turistica, forse non proprio convenzionale, forse non permessa a tutti

Se qualcuno della sicurezza ci trova posso sempre spiegare che facciamo parte della comitiva al piano terra”, pensò Grace, mentre lasciava che Emily la precedesse lungo i corridoi, “gli dirò che la bambina è molto vivace e che mi è scappata . . . e in effetti è ciò che è successo”

La ragazza notò a quel punto che i gradini e gli stretti corridoi in pietra erano terminati, si trovavano a quello che sembrava un desk per accogliere i visitatori, anche se non così grande come quello situato all'ingresso; in quel momento era deserto.

Grace andiamo!”

Emily, tutta presa dalla sua fuga dai “nemici”, imboccò il corridoio più piccolo che trovò, seguendola Grace notò che qualsiasi forma di segnaletica stava svanendo

Forse è meglio se torniamo indietro Emily”

Ma la bambina, ergendosi in tutti i suoi sessantuno centimetri, aveva già aperto una porta di legno bianca e si era precipitata oltre, chiudendosela alle spalle

Emily!”

Stava esagerando: era pericoloso, non sapevano dove si trovavano né cosa ci fosse lungo quei corridoi.

Grace raggiunse velocemente la porta e la spalancò

Oh!”

Fu come aprire un varco temporale, come se quella porta fosse in realtà un'apertura verso il XII° secolo

. . .”

Si trovava all'entrata di un angusto corridoio di pietra, la cui illuminazione consisteva in delle torce lungo entrambi i lati, ma che in quel momento erano spente, l'unica altra fonte di luce proveniva da un immenso lucernario, lungo quasi quanto il corridoio

Incredibile . . .”

Grace si perse per qualche secondo, sentendosi sospesa a metà fra un'era ed un'altra, il tocco delle sue scarpe da ginnastica sul freddo pavimento di pietra le suonò come uno strappo, anzi, più precisamente come un taglio netto, fra la soffice moquette del XXI° secolo e la nuda roccia del XII°

. . .”

Si riscosse solo quando notò la piccola Emily che scompariva in chissà quale anfratto, all'estremità opposta del corridoio a destra

E . . .”

Qualcosa le impedì di urlare, forse per paura che la sua voce si sarebbe propagata lungo tutto il corridoio, suonandole come il grido di una prigioniera

Scosse il capo, maledicendosi per essere così suggestionabile, detestandosi per l'effetto che i luoghi antichi le producevano: troppe volte, visitando antichi castelli o monasteri, si era sentita una principessa infelice, una suora di clausura, o mille altri personaggi.

Non era quello il momento di immaginarsi in chissà quale ruolo storico: Emily le stava sfuggendo.

Tuttavia non urlò, ma le corse dietro più veloce che poté.

Non appena imboccato il suo stesso percorso, notò che la bambina si era arrestata davanti ad un'arcata di pietra.

Emily!”, esclamò Grace, a voce bassa, raggiungendola, la prese in braccio e continuò a parlarle sussurrando, “Adesso è meglio tornare indietro”

Guarda Grace”

La ragazza alzò dapprima gli occhi verso l'arcata, notando che le pietre erano di colore diverso rispetto a tutte le altre, erano infatti di un color grigio più chiaro e sopra sembrava esservici inciso qualcosa

Grace non ebbe il tempo di comprendere a quale lingua appartenessero quei segni, che si sentì tirare il colletto del vestito nero che indossava

Cosa c'è Emily?”

Guarda laggiù”

La bambina si sporgeva oltre la volta dell'arcata, per poi ritirare prontamente la testa. Grace la imitò e, a quel punto, le si parò davanti un luogo inimmaginabile

Oh”, riuscì solo a sussurrare.

Si trovavano all'ingresso di una stanza circolare immensa: tutte le pareti erano ornate di colonne e gradini di marmo bianco, intorno a essa si potevano contare almeno altre dieci arcate come quella sotto cui si trovavano le due; la luce proveniva da un lucernario situato a svariati metri d'altezza, che inondava di una luce perfettamente circolare, quasi incantata, tre troni situati su di un piano rialzato.

Che posto è mai questo?”, si domandò Grace, “Non ho mai visto niente del genere . . . almeno non costruito così in profondità”

Si trovavano ad una delle estremità laterali, dietro ai troni, molto distanti sia dal centro che dall'estremità opposta della stanza; in fondo, Grace scorse un'arcata che, concentrandosi meglio, identificò come quella principale

Emily spalancò gli occhi e la bocca, stupita, ma non lasciò andare che un flebile sussurro

È un posto incantato questo”, disse, mentre un enorme sorriso le si allargava sul volto roseo; Grace non rispose, totalmente rapita dall'irrealtà di quel luogo

Irrealtà: era stata la prima sensazione che aveva provato

Questo posto . . .”

Udì dei rumori e, di getto, si appiattì contro il muro, scomparendo dietro all'arcata

Emily lo prese come un gioco e la abbracciò, facendo scomparire il viso nel suo petto, fu lei stessa a stupirsi della sua reazione

Non c'è motivo di nascondersi, ma che sto facendo?”

Heidi arriverà a momenti”

Splendido”

Due voci, una giovane, piatta, quasi inespressiva, l'altra a primo impatto le parve allegra, gioviale

Non sto quasi nella pelle”

Ma alla frase successiva le parve tagliente come la lama affilata di una spada, come se

(come se la gioia di quella voce fosse legata ad eventi di disgrazia)

come se fosse soltanto gioia apparente.

Rimasero in silenzio, Emily divertita dallo sviluppo inaspettato del loro gioco, Grace incapace di spiegarsi il suo mutismo, ma continuando a non proferire parola.

Arriverà un gruppo molto numeroso”, continuò la voce giovane, sempre monotono

Sediamoci cari . . . dove sono Jane, Alec e tutti gli altri?”

Saranno qui a momenti”

Passi, passi lenti e strascicati e passi picchiettanti sul pavimento di marmo, il rumore di schiene che premevano contro il legno provocando dei deboli scricchiolii, che non esitarono comunque a rimbombare in quella stanza immensa

Poi rumore di passi, un infinità di scalpiccii provenienti dall'esterno, voci concitate, esclamazioni di stupore

E una voce che Grace riconobbe subito

Prego seguitemi, ci siamo quasi”

La guida in abito rosso

Ci hanno trovati”, sussurrò Emily

N-no”, le rispose Grace e la sua voce inizialmente ebbe un tremito, “no, restiamo nascoste e non ci troveranno”

Se il gruppo di turisti era arrivato fin laggiù, allora non c'era più ragione di preoccuparsi, anzi, non ce n'era mai stata ragione, ogni sensazione inquietante che l'aveva turbata non era necessaria

Perché mi sento spaventata?”.

L'enorme porta in legno si spalancò, lasciando entrare il numeroso gruppo di turisti

E solo a quel punto Grace si accorse, dalle voci, che erano inglesi, anzi, americani, le fu anche chiaro perché Jessica e Marco avessero deciso di unirsi proprio a quel gruppo

Chissà se sono con loro”, pensò la giovane, sollevando poi la testa di Emily dal suo petto e parlandole dolcemente

Senti tesoro: scendi, io mi sporgo e ti dico cosa vedo”

Emily annuì e andò a rintanarsi nell'angolo fra il muro e l'arcata, mentre Grace si sporse lentamente oltre la parete di pietra

Prima di compiere quel gesto, sentì il bisogno di prendere un lungo, lunghissimo respiro.

 

Eccoti qua Heidi!”

Aro osservò dal suo posto centrale il gran numero di cibo che Heidi era riuscita a procurare quel giorno

Bel lavoro, sei sempre la migliore”

Lo so”, rispose lei, agitando la folta chioma nero pece

Aro compì un impercettibile cenno con l'indice della mano sinistra e il portone alle spalle del gruppo venne chiuso da Felix e Demetri

Mio caro Eleazar!”, esclamò Aro, rivolgendosi al vampiro in basso alla sua sinistra, che in quel momento si trovava tra Jane e Alec, “È davvero una fortuna immensa che tu abbia deciso di farci visita proprio in questi giorni, dimmi”, ed allungò il braccio destro in un gesto teatrale, includendo tutto il gruppo radunatosi dietro ad Heidi, “Il tuo talento innato ti suggerisce qualche soggetto interessante?”

Il vampiro Eleazar scrutò attentamente le circa sessanta persone presenti nella sala

No”, rispose poi, a malincuore, “nessuno . . . e adesso, se permetti, vorrei allontanarmi”

La tentazione potrebbe essere troppo forte per te?”, domandò Aro, sorridendogli

Eleazar non prestò attenzione al classico falso sorriso di Aro, voltandosi, però, venne bloccato da Jane

E che mi dici delle due presenze inaspettate?”, gli sussurrò la vampira dallo sguardo infuocato

Compite quello che dovete compiere, al limite . . . com'è che dici solitamente tu cara? . . . “saranno il dessert”, giusto?”

Esattamente”, rispose Jane, prima di spingerlo via

Procediamo dunque”.

Chi colpì per primo fu Felix, bramoso di sangue come un drogato smania per la sua dose di eroina; poi lo seguì Demetri, eccitato dai migliori profumi che riuscì a captare; Chelsea, che adorava i giovani, sia maschi che femmine; Jane che prediligeva azzannare il collo di persone di bell'aspetto; Afton, Alec, Heidi.

I tre anziani.

Se” qualcuno avesse avuto la sfortuna di assistere da lontano ad un tale spettacolo, magari nascosto alla vista dei vampiri, avrebbe avuto l'impressione di assistere a un concerto di strumenti che emettevano suoni acuti e graffianti, una sinfonia di suoni gravi e lunghi, che andava scemando lentamente

l'orchestra preparata con cura diminuiva la sua intensità, via via che uno strumento cessava di suonare e lo spartito veniva riposto, i suoni, al contrario, si facevano più acuti e striduli, mano a mano che gli strumenti diminuivano di numero

Da orchestra si quaranta elementi, nella durata di due sinfonie brevi, gli strumenti si erano ridotti a un quintetto

Un quartetto

Un trio

Un duo

Un ultimo assolo si levò alto lungo la cupola della stanza, prima di spegnersi come gli altri ponendo fine al concerto.

Uno dei banchetti migliori, peccato che nessuno di loro avesse delle qualità, il loro sangue cantava in maniera sublime, seppur non eccellente”

Aro si passò la lingua lungo le labbra tinte di un bel rosso vivo e lasciò andare l'ultimo strumento, che cadde a terra sopra decine di altri strumenti ormai vuoti come lui

Fate tornare Eleazar, deve esaminare le ultime due”

Adoro il sangue giovane”, esclamò Chelsea, deliziata, “perciò lasciatemi sperare il contrario di ciò che sperate voi: che non ci sia alcun talento nascosto in loro”

Spera pure mia cara Chelsea, l'ultima parola non spetta a noi, bensì al nostro ospite”.

Jane aveva terminato il suo pasto per prima e si era già ripulita il volto bianco da ogni traccia di sangue

Vado io a chiamare il nostro ospite”, disse, offrendosi, ed Aro le diede il suo consenso con uno dei suoi teatrali movimenti delle mani

Prego cara, fa pure”, le rispose con voce soave, per poi voltarsi verso l'ultima delle arcate dietro ai troni, alla sua destra, “e non farlo tardare: sono impaziente”.

 

Grace aveva cessato di osservare ciò che si era consumato davanti ai suoi occhi nel momento in cui la donna vestita di rosso aveva azzannato il collo di Jessica, facendole morire in gola il suo ultimo grido

Aveva assistito alla morte di ben quaranta persone in circa dieci minuti, forse meno, non sarebbe mai stata in grado di dirlo

Quando il sangue aveva cominciato a scorrere dai fori sul collo di Jessica, Grace si era rintanata nell'angolo assieme ad Emily, impietrita e muta, stringendo forte a sé la bambina, che intanto continuava insistentemente a chiederle che cosa stesse succedendo

Si era interrotta soltanto quando Grace le aveva posato una mano tremante sulla bocca, sussurrandole di fare silenzio portandosi l'indice alle labbra e sospirando

Ed Emily, felice dell'ennesima parte del gioco, aveva obbedito.

 

Grace stava continuando a stringere Emily, mentre un qualsiasi pensiero che avesse forma razionale tentava di attraversarle la mente, ma per il momento dentro di lei c'era soltanto un turbine di parole e immagini confuse . . . e terribili

Morte, quella parola ritornava spesso, e sangue e denti e mostri e demoni e impossibile, quella parola cercava di farsi largo prepotentemente: impossibile, non poteva esistere.

Teneva gli occhi fissi sul muro dell'arcata senza vederla davvero, fin quando, da dietro essa, non comparve la testa di una giovane donna bionda

Buongiorno carissime”

Grace gridò, appiattendosi ancora di più contro il muro, stringendo forte Emily

Oh no, ci hanno trovato Grace”, trillò Emily, sorridendo alla donna dalla pelle bianca, a cui sfuggì un sorriso

Sì piccola”

La fissava come si fissa un piatto del proprio cibo preferito

Mi chiamo Chelsea, se volete seguirmi. . .”, allungò una mano smaltata di rosso verso i due, “ne sarei lieta”

Ma Grace non si mosse dal cantuccio in cui era rintanata, anche se il suo cervello continuava a ripeterle che era inutile opporsi a quella donna, a quel . . . demone

Non aveva mai sentito il cuore batterle tanto forte in petto come in quel momento.

Chelsea? Perché le nostre ospiti tardano?”

Era la voce che Grace aveva udito per prima all'interno della stanza, quella voce alta colma di falsa gioia, la quale sembrava appartenere, per quel poco che aveva compreso, ad un uomo dai lunghi capelli neri e il volto sorridente, era quello che aveva azzannato Marco e l'aveva . . .

Formulando l'ultimo pensiero, Grace si alzò di scatto, tanto che Emily rischiò di caderle dalle mani

Forse se ubbidiamo non ci faranno del . . .”

Interruppe la frase nella sua mente, accorgendosi già mentre la formulava che era inutile e stupido aggrapparsi ad una tale speranza

Allora”, continuò a parlare “Chelsea”, “volete seguirmi adesso?”

Grace dovette aggrapparsi a tutta la sua forza di volontà, ma riuscì nell'impresa di muovere un primo passo verso la vampira, che intanto continuava a sorridere

Prego”

Chelsea porse la sua mano candida, ma Grace le passò oltre, prendendo un profondo respiro e varcando l'arcata

Ciò che subito la colpì fu che la stanza, a prima vista, appariva come l'aveva vista non appena Emily l'aveva condotta lì: enorme, imponente e semivuota.

In realtà qualcosa di diverso c'era, tanto per cominciare nella stanza c'erano almeno altre otto persone per quante Grace riuscisse a vederne da dove si trovava e sul pavimento . . . sul pavimento c'erano tracce di un liquido rosso vermiglio, che luccicava al riflesso della luce solare, ma nessuna traccia dei corpi

Il pensiero dei corpi costrinse Grace a fermarsi per un altro secondo e stringere Emily nuovamente a sé

Mia cara!”

E lo vide in faccia, finalmente, l'uomo con quella voce

(malvagia)

tagliente, dal timbro alto, che le andò incontro a braccia aperte, seguito da un altro uomo dalla pelle chiara e dai capelli scuri, leggermente in disordine; quelli dell'altro erano invece lunghi e perfettamente lisci e la pelle . . .

Che pelle bianca che ha”

Si diede della sciocca per aver notato un particolare talmente insignificante in un frangente come quello, ma le fu davvero impossibile non notare come la sua pelle apparisse . . . fragile

L'uomo, avvicinandosi a loro, puntò i suoi occhi in quelli azzurri di Grace, occhi che, la ragazza ne era sicura, erano di colore rosso

Vorrei presentarmi a te e alla tua piccola amica”, esclamò dolcemente, “ma forse rimarrete con noi ancora per pochi secondi perciò sarebbe perfettamente inutile”, si voltò verso l'altro uomo e gli fece teatralmente gesto di avvicinarsi, “Eleazar che mi dici delle nostre ultime due ospiti?”

L'uomo, dagli stessi capelli neri del primo, ma più corti e molto meno ordinati, si avvicinò a malincuore (o forse fu solo un'espressione di Grace) a lei, osservandola con due occhi che, Grace ne era sicura, erano di colore castano-dorato.

Il silenzio che cadde nella stanza le sembrò interminabile, in una tale calma si meravigliò di non finire assordata dai battiti del suo stesso cuore

Allora!”, esclamò all'improvviso un giovane dall'aspetto imponente, alle spalle dei due, “Che ne facciamo di loro?”

Chi”, domandò Eleazar, “va matto per i bambini qui?”

Io!”, esclamò Chelsea a gran voce, facendo risuonare il suo grido per tutta la stanza

Sono spiacente per te allora”

Oh. . .”

Eleazar! Mio caro amico! Dimmi che ho capito bene: stai dicendo che ci troviamo di fronte a una talentuosa?”

L'uomo dai capelli lunghi fissò Eleazar entusiasta, sfregandosi le mani e allargando il suo già ampio sorriso

No Aro, debbo correggerti: qui non siamo in presenza di un talento, ma di due”

Meraviglioso!”

Il grido di gioia di Aro fece indietreggiare Grace di un paio di passi

Non tenerci sulle spine e rivelaci i loro talenti nascosti: siamo tutti ansiosi qui”

Il talento della bambina vi sorprenderà”

Eleazar coraggio, esprimiti”

A quanto pare vuoi avere l'esclusiva dei giochi di parole Aro . . . potresti avvicinarti Jane?”

Mentre Jane si avvicinava al gruppo, Eleazar cercò di prendere Emily dalle braccia di Grace, che immediatamente saldò la presa

No!”

Si sentì avvinghiare da due ragazzi e sollevare, mentre il corpo di Emily le sgusciava via dalle mani

No! No Emily! Lasciatela!”

Non le faremo del male sta tranquilla”, le rispose Eleazar, tenendo la bambina sollevata e mettendola davanti a Jane

Ora Jane, se non ti dispiace, vorrei che provassi il tuo potere sulla bimba . . . ma non troppo forte, se non ti spiace”

L'urlo lanciato da Grace non sembrò turbare Eleazar

Con piacere”.

Tutto avvenne nel giro di un battito di ciglia:

dapprima lo sguardo di Jane fisso su Emily, poi il grido della bambina, lo stesso che si emette quando ci si punge accidentalmente con una spina, e infine Jane che sgranò gli occhi e arretrò di circa due metri

Cosa diavolo è successo? Che è quella cosa?!”, urlò, sembrava furiosa

Eleazar! Ci troviamo forse di fronte ad uno scudo come quello della nostra cara Isabella Sw . . . Cullen? Sarebbe meraviglioso, potremmo servircene dato che non siamo riusciti a includere la giovane vampira nella nostra famiglia”

Grace ebbe il tempo di meditare solo un istante alla parola “vampiro” pronunciata dall'uomo dai capelli lunghi, Aro, prima che Eleazar parlasse nuovamente, mentre Emily iniziava ad agitarsi

No Aro, non si tratta di uno scudo come quello di Bella”

Voglio tornare in braccio a Grace”

È un altro tipo di scudo, nei modi più semplici per esprimerlo: chiunque faccia del male alla bambina riceve una dose di dolore pari a quella inflitta, la reazione è pressoché istantanea”

Ci vollero alcuni secondi perché il gruppo analizzasse il giudizio di Eleazar, Aro fu il primo a riscuotersi

Splendido!”

Pericoloso”, aggiunse un altro vampiro, che Grace ancora non aveva notato: si trattava del vampiro dalla voce monotono che aveva udito quando avevano fatto il loro ingresso nella stanza, si era alzato dal trono su cui era seduto e sfoggiava una chioma bianca quasi quanto il suo volto, anche se l'aspetto era quello di un giovane, sicuramente più giovane del volto di Aro, portava anche lui una tunica di un nero tenebra.

Pericoloso? Suvvia fratello, non lo ritengo pericoloso per noi, non hai sentito Eleazar? È pericoloso per chi vuol farle del male e noi non vogliamo farle del male”

Io vorrei tanto farle del male”, sibilò Jane, “e anche a te Eleazar: grazie per avermi usata come cavia”

Piuttosto”, riprese Aro, non badando a Jane, “mi domando come mai tra gli umani nessuno si sia accorto prima del suo potere, perché è così, non è vero Eleazar?”

In forma latente si manifesta solo su creature inumane, come i vampiri, i licantropi o i mutaforma, non escludo che una volta trasformata possa estendersi a ogni specie vivente”

Dietro ai tre vampiri, Grace si sentiva sempre più scossa e incredula, domandandosi se avesse davvero udito pronunciare quei nomi: vampiri, licantropi, mutaforma.

Ci tornerà sicuramente utile, ma”, il suono con cui Aro tagliò la frase assomigliò a un'accetta che si abbatte su un pezzo di legno troncandolo di netto, “sbaglio o ci stavi parlando di “due” particolari talenti?”

No non sbagli, anche la ragazza ne ha uno”

Grace rabbrividì, i due vampiri la trasportarono davanti ad Aro, che le si avvicinò fin quasi a sfiorarle la punta del naso, si sentì intrappolata dai suoi occhi rossi lattiginosi, dal suo sorriso inumano, fin quasi a sentirsi sul punto di svenire

E quale sarebbe?”

Per lei è più difficile, quel che è strano è che percepisco più di una fonte”

Più di una fonte? È ridicolo!”

Il vampiro biondo, a quel punto, si avvicinò a Eleazar, fissandolo con sguardo accusatorio

Non mi sembra il caso di prenderci in giro”, disse, abbandonando il timbro atono, ma continuando a parlare a voce bassa, “che la bambina possegga un tale potere non è da escludere, ma l'ultimo vampiro custode di due talenti faceva parte del clan rumeno ed è stato annientato secoli or sono”

Solo perché non ne siete a conoscenza non significa che non esistano molti vampiri con più di una dote”, replicò Eleazar, perfettamente calmo, “in realtà anche la bambina mi sembra custode di qualcosa di più, ma in genere uno dei poteri può essere facilmente controllato dal possessore, mentre l'altro . . . è più un condizionamento dell'esterno, qualcosa di incontrollabile per il possessore, più . . . indipendente”

E cosa leggi nella ragazza?”

Quel che leggo è un forte talento indagatore, ma non diverrà un segugio come il vostro fidato Demetri, è qualcos'altro, forse avrà a che fare con la lettura della mente come il tuo potere o quello del figlio di Carlisle, tuttavia non posso dire altro, è molto più sopito rispetto al talento della bambina”

E il secondo talento?”

Quello che so dire per certo è che non si tratta di qualcosa di maligno come il talento della nostra incantevole Jane”

L'espressione che Jane assunse a quel complimento avrebbe fatto pensare che le avesse rivolto tutt'altro epiteto.

Non credevo di poter sperare in una tale fortuna”, esclamò Aro

Dimentichi un particolare Aro”, lo interruppe Caius, “la bambina avrà si e no quattro anni”

Ne ho quattro e mezzo!”, esclamò Emily

E, per un attimo, sul volto dei vampiri comparve un sorriso, quella di Chelsea fu una vera e propria risata, quello di Felix un ghigno, quello di Aro ampio e divertito, per gli altri fu un lieve accenno, non Jane, né Caius, che riprese

Ha quattro anni e mezzo e noi Volturi sappiamo meglio di chiunque altro che è proibito creare bambini immortali”

Ciò che dici è vero Caius, ma la soluzione è semplice: basterà far crescere la bambina e trasformarla al momento opportuno, certo ci vorrà del tempo, ma che cos'è il tempo per noi vampiri? Per noi Volturi?”. A quel punto Aro allungò le mani verso Eleazar

Dammi la bambina”

No!”, gridò Grace

Intanto possiamo trasformare la ragazza e occuparci di lei”, proseguì Aro, mentre Eleazar gli passava Emily, “nel frattempo troveremo qualcuno che possa occuparsi della piccola”

Nell'esatto istante in cui le braccia di Aro si strinsero sul corpo di Emily, l'espressione del vampiro mutò, il suo flusso di parole si arrestò e il sorriso s'incrinò sul suo volto, ci furono attimi di silenzio in cui i vampiri fissarono perplessi l'anziano . . . finché un altro sorriso, più ampio, gli ricomparve in volto, per poi scomparire, fu talmente rapido che alcuni non se ne accorsero neanche

Sul volto di Aro adesso stava un'espressione amareggiata

Oh . . . sembra proprio che . . . abbiamo accidentalmente eliminato i genitori di questo tesorino”

Emily non parve comprendere le parole di Aro, Grace, invece, emise un gemito

Dici sul serio?”, domandò Chelsea

Erano nel gruppo che la nostra affascinante Heidi ci ha procurato . . . anzi, credo che abbia azzannato la madre . . . ed io di aver assaggiato il padre, che sfortunata coincidenza”

L'idea di riaffidarla ai genitori in attesa che cresca credo che fosse comunque impraticabile sin dall'inizio”, sentenziò Caius e Jane annuì, “anzi meglio così, non proveranno il dolore della perdita della figlia, pensiamo piuttosto a chi affidarla”

Se mi è permesso intromettermi nella discussione . . .”

Oh ma certo Eleazar, esponi il tuo parere senza riserbo”

Sono dell'opinione che nessun vampiro sarebbe in grado di occuparsi a lungo di una bambina umana, hanno un richiamo del sangue particolare, lo stesso dicasi per gli umani di cui vi servite, non la conoscono sufficientemente bene per occuparsi di lei; però”, Eleazar puntò i suoi occhi dorati, così diversi da quelli rosso intenso degli altri vampiri, su Grace, “potreste lasciare che la ragazza si occupi della bambina per voi: se la trasformate adesso non potrà servirvi, sarebbe ingestibile da neonata, inoltre sembra che si conoscano bene, anche se non so che tipo di legame ci sia fra loro”

Proposta interessante, molto interessante Eleazar”, rispose Aro, voltandosi poi verso i troni, “in effetti era un'idea che mi era già balenata in mente, ma sono curioso di conoscere bene il loro legame, sono forse sorelle Marcus?”

Grace a quel punto poté vedere che chi occupava l'ultimo dei tre troni era un vampiro con la stessa tunica nera, gli stessi occhi rossi e la stessa pelle bianchissima degli altri due, si distingueva solo per i tratti del viso più marcati, i capelli ugualmente lunghi e scuri, ma più chiari di quelli di Aro ed un'aria . . . annoiata, in effetti Grace non l'aveva né sentito parlare né aveva fatto caso alla sua presenza prima

Non sono sorelle”, rispose il vampiro con voce bassa e lievemente roca, “ma sono legate da una forte amicizia”

Grace è la mia tata”, trillò Emily, talmente forte che la testa di Aro ebbe un guizzo

Splendido!”, esclamò il vampiro, “Allora direi che è tutto deciso”

Il vampiro mosse la mano sinistra e Grace venne liberata, rischiando quasi di perdere l'equilibrio

Mia cara, posso sapere il tuo nome?”, domandò Aro, avvicinandosi a lei

Grace”, rispose la ragazza, congratulandosi con se stessa per riuscire ancora a parlare, “e lei è Emily”

Bene, allora Grace, Emily”, continuò Aro, rendendole la bambina che Grace immediatamente strinse a sé, “benvenute tra i Volturi: la casata reale del mondo dei vampiri”.

 

 

 

***

 

Eccomi qui.

Sì, non me ne sono andato, l'avrei detto che ogni tanto sarei riapparso, anche se non avrei mai voluto narrare eventi del genere

Ciò a cui assistetti mi straziò l'anima, se mai i vampiri ne posseggano una, mi lacerò il cuore seppure avesse cessato di battere da quasi ottant'anni, mi avrebbe fatto gridare il mio dolore a pieni polmoni, che pure avevano terminato di funzionare da molto, se solo non avessi rischiato di attirare l'attenzione su di me.

Quanto, quanto sono rimasto ad aspettare fuori dall'imponente palazzo, sperando che i miei tesori riemergessero, ma la mia attesa fu totalmente inutile e ad ogni minuto che passava il mio dolore aumentava.

Avevo seguito la mia piccola Emily in compagnia di quella bella ragazza dai capelli corvini e mossi, gli occhi azzurri molto chiari e le labbra rosse, dal volto magro, con un'espressione già da adulta, e un naso un po' particolare, piccolo e con la punta impercettibilmente rivolta in su; le avevo viste giocare, ridere, avevo ascoltato le storie di Grace stando bene attento a non farmi scoprire, né da loro né da altri umani

Poi le avevo viste entrare, insieme alla mia adorata Jessica e a suo marito, li avevo visti entrare e mi ero precipitato il più vicino possibile alle mura, da un cortile avevo intravisto Emily e Grace scendere per le scalinate di pietra

Poi, più niente.

Mi ero trattenuto per un'eternità davanti al palazzo, mentre il Sole tramontava e potevo finalmente togliermi il mio pesante cappuccio, avevo continuato a fissare l'entrata come se sperassi che Jessica, Marco e Emily potessero uscirne sorridendomi.

Invece era stato Eleazar, che avevo conosciuto a Seattle, ad apparirmi davanti e per fortuna che lo intravidi mentre usciva, gli ero corso incontro e l'avevo trascinato lontano, per poi riempirlo di domande e scoprire l'agghiacciante verità: la mia Jessica e suo marito morti, divenuti cibo per vampiri, la mia adorata Emily prigioniera condannata a diventare una di loro molto presto.

Eleazar era rimasto con me finché non mi ero ripreso

E adesso sono qui.

Sono qui all'aeroporto di Pisa che penso alla decisione che ho preso e che sto ultimando le procedure per l'imbarco, stringendo fra le mie mani tremanti il biglietto per l'America

So bene che difficilmente i Cullen mi aiuteranno, ma debbo tentare perché la mia Emily è ancora viva ed io, so che sembra strano, sono l'unico membro della sua famiglia che la può aiutare.

Perciò adesso, col cuore ancora colmo di dolore, devo lasciarvi nuovamente.

Spero solo che Carlisle, il mio vecchio amico Carlisle, mi aiuti a strappare Emily dalle mani dei Volturi.

 

 

 

 

 

 

 

***

 

Il calderone della strega

 

Ed ora che ogni ingrediente è stato presentato, non resta che gettarli tutti nel calderone.

Se la ricetta è gradita, i clienti facciano il piacere alla strega di farglielo sapere.

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Capitolo 3
*** a delicious dish ***


 

Il calderone della strega

 

Quando si sperimenta un nuovo ingrediente, è essenziale trovare il suo complemento ideale, che si sposa perfettamente con il primo; così, due ingredienti già ottimi, se mescolati insieme nel modo giusto, danno vita ad un ingrediente dieci volte migliore. Ma se si vuole raggiungere un tale squisito risultato, bisogna sperimentare molti ingredienti diversi, prima di trovare quello che potrà sposarsi con l'ingrediente di partenza.

Dal ricettario del calderone della strega

 

 

 

 

 

CAPITOLO DUE

 

 

Palazzo dei Priori, Volterra.

Quando hai il cuore colmo di angoscia, quando un turbine infinito di pensieri ti affolla la mente, quando ti trovi in una situazione da cui sembra non ci sia via d'uscita; quando vivi tutto questo, doverti coricare è un vero inferno.

Non appena la tua testa si posa sul cuscino la tua mente inizia a vagare, nessun freno inibitore dovuto alle normali occupazioni in cui ti cimenti da sveglio, i pensieri scorrono liberi e arrivano senza alcun filtro al tuo cervello, sovraccaricandoti di immagini e prospettive orribili.

È il momento della paura. Fu lo stesso che Grace provò quando si distese sul grande letto dalle lenzuola rosse, nella stanza in cui avevano deciso di farla dormire: immediatamente aveva cominciato a pensare a ciò che era successo quel giorno a lei e ad Emily, al fatto che si trovassero prigioniere di un clan di vampiri, senza possibilità di fuga, condannate (se ciò che aveva detto Aro corrispondeva al vero) ad essere trasformate in vampire a loro volta a tempo debito.

Sapere che al momento del tuo risveglio ti troverai di nuovo ad affrontare tutto ti impedisce di prendere sonno, ci vogliono ore perché, finalmente, la mente ti lasci addormentare.

Il momento della quiete, una liberazione che nasconde sempre due insidie: il non poter essere coscienti e godersi la serenità del sonno e il pericolo che i pensieri che fino a quel momento ti affliggevano si trasformino in terribili incubi.

Poi, fin troppo presto, arriva il momento del risveglio, che ti concede solo un breve attimo, in cui poterti crogiolare nel caldo delle lenzuola, tranquillo e riposato, finché ogni cosa che avevi lasciato in sospeso la notte prima riaffiora, riportandoti nell'esatta condizione in cui eri prima di addormentarti. Fu ciò che Grace provò quando si sentì picchiettare sulla guancia, aprì gli occhi e si trovò di fronte il dolce viso di Emily che continuava a ripeterle di svegliarsi: il tempo per sorriderle, per farle una carezza arricciandole i capelli lievemente mossi, poi la realtà si fece prepotentemente largo dentro di lei e realizzò di trovarsi ancora lì, a Volterra, rinchiusa nei sotterranei del Palazzo dei Priori, insieme a chissà quanti vampiri assetati di sangue.

 

Grace, svegliati, ho fame”

Si erano coricate circa nove ore prima, se il vecchio orologio a pendolo posto nella sua stanza segnava l'ora giusta, dopo aver trascorso quasi tutta la sera là dentro.

Si sentì percorrere da un fremito, mentre nuovi pensieri le si accavallavano in testa: la prigionia nella stanza, come Emily sembrava non essersi resa conto di nulla, poi l'arrivo di Chelsea che le aveva spiegato . . . che cosa? Non ricordava. Molto su come dovessero comportarsi là dentro e tanto altro, ma ancora non ricordava nulla; e ancora il suo rifiuto di uscire, Emily che si era addormentata, svegliatasi poi perché aveva fame, il momento più difficile di quel giorno: Grace aveva raccolto tutto il suo coraggio ed aveva fatto capolino dalla stanza, fermando il primo vampiro in tunica che aveva incontrato, chiedendo del cibo per Emily. Era stata accontentata e alla bimba era stata portata la cena, che cosa aveva mangiato? Non ricordava. Altri pensieri, altre immagini, Emily si era addormentata presto, mentre lei aveva continuato a rigirarsi nel letto, per ore, per ore e ore . . .

Mio Dio, che mal di testa”, esclamò Grace, con la voce un po' impastata di chi è appena sveglio

Hai mal di testa Grace?”

Oh no piccola, sto bene, tranquilla”

Ho fame”

Grace ringraziò infinitamente il cielo per la calma che Emily aveva mostrato durante tutto il tempo trascorso nella loro camera, anzi, la bambina sembrava addirittura divertita da quel suo “nuovo gioco”, ma Grace sapeva che non poteva durare in eterno, prima o poi, ne era sicura, prima o poi le avrebbe chiesto cosa ci facevano lì, prima o poi le avrebbe chiesto . . . di sua madre, di suo padre . . .

Ho “fame”!”, trillò Emily, facendo sobbalzare Grace

Sì . . . va bene, adesso ci facciamo portare qualcosa”

No! Io voglio uscire!”

E, prima ancora che Grace potesse alzarsi, Emily aveva afferrato la maniglia della porta, l'aveva spalancata ed era scappata all'esterno

Oh Gesù!”

Perché quando quella bambina apriva una porta senza permesso, come minimo si scopriva l'esistenza di esseri leggendari i quali avrebbero dovuto essere, appunto, solo delle leggende?

Emily! Torna qui!”.

Non erano state considerate molto, Aro le aveva personalmente condotte in quella enorme stanza, poi, con voce (falsamente) dolce, gli aveva rivolto, se la memoria non la ingannava, parole di questo tipo:

Capisco che tu sia sconvolta mia cara, tu e questa “deliziosa” bambina prendetevi tutto il tempo che vi occorre per stare un po' da sole, quando ve la sentirete uscite pure, sarete trattate con ogni possibile riguardo, avete la mia parola, mia cara”

Dopodiché se n'era andato e, salvo per la cena di Emily, non avevano più ricevuto alcun tipo di visita.

La stanza dove avevano dormito era costituita da due parti distinte, separate da una tenda bianca, ma l'unico accesso all'intera stanza si trovava dalla parte di Grace, arredata come una vera camera reale del XV° secolo, o forse ancor più antica, con un grande armadio, comodini in stile barocco e quel sontuoso letto matrimoniale dove Grace aveva dormito, la parte di Emily era più piccola, il letto era ad una sola piazza, ma di una bellezza ugualmente regale, con lenzuola bianche e mobili più piccoli di legno chiaro

A Grace sembrava assurdo crederci, ma la prima impressione che ebbe fu che quella stanza sembrava fatta apposta per una madre e il suo bambino . . . o per una balia prigioniera di un clan di vampiri e per la bambina che le era stata affidata in attesa di venire trasformata a sua volta.

Emily! Torna qui!”

Grace corse fuori, con addosso gli stessi (e unici) vestiti con cui si era addormentata, infilandosi velocemente le scarpe, vide Emily correre lungo il corridoio illuminato da una miriade di torce e candele

Emily!”, gridò, pentendosene poi: l'ultima cosa che voleva era attirare l'attenzione di qualche vampiro.

La bambina correva veloce e sembrava sapere dove andava, Grace invece era ancora assonnata e totalmente spaesata, rabbrividì quando Emily imboccò un corridoio alla sua sinistra: se prendeva una biforcazione e lei la perdeva era la fine

Emily!”.

Non appena Grace ebbe svoltato, si trovò davanti ad un corridoio lungo e stretto, non illuminato da luce alcuna, era possibile vedere solo per la luce proveniente dalla stanza in cui esso sbucava, dopo avere sorpassato un'arcata; a prima vista Grace credette di trovarsi davanti a una delle arcate che conducevano alla stanza dei troni, ma poi si rese conto che l'interno, da quel che riusciva a vedere mentre si avvicinava, era diverso, riusciva a intravedere quello che sembrava un lungo tavolo completamente nero ed Emily . . .

No Emily!”, esclamò Grace, quando vide verso “chi” la bambina si stava dirigendo:

I tre anziani, Aro, Caius e Marcus, si trovavano nei pressi del lungo tavolo, ornato solo da un centrotavola composto da rose di un colore rosso molto scuro, Caius e Marcus erano seduti, probabilmente intenti a discutere, Aro invece era in piedi, forse invece i due stavano ascoltando ciò che diceva Aro.

Emily piombò nella stanza con un salto, gettandosi verso Caius e Marcus, forse ebbe un attimo d'esitazione ma poi, decisa, corse ridendo dietro alla sedia di Marcus esclamando

Tana!”.

Il silenzio che piombò nella sala ebbe qualcosa di irreale, Aro, con le mani giunte e la bocca dischiusa, nel mezzo di una frase interrotta, osservò stupito la bambina che si era catapultata fra di loro, l'espressione di Caius fu di assoluta incredulità, perfino Marcus voltò il capo per osservare chi si era rintanato dietro di lui. A Grace, per ultima, quella scena le ricordò un episodio avvenuto al suo primo anno all'università: era in estremo ritardo per una lezione molto importante sull'architettura neoclassica e quindi, dopo una corsa contro il tempo, aveva spalancato la porta dell'aula in maniera non proprio delicata, accorgendosi poi si trovarsi nel pieno di una discussione di una tesi di laurea.

Le facce ammutolite dei presenti le ricordava ancora molto bene . . . fu quasi felice di scoprirsi ancora in grado, trovandosi al cospetto di tre vampiri ultracentenari, di poter comparare la sua irreale situazione ad un'esperienza così umana.

Oh”, esclamò Aro, rompendo quel silenzio opprimente, “come si dice in questi casi . . .”, si voltò verso Grace e sfoderò un ampio sorriso “buongiorno, mie carissime ospiti”

Grace non riponeva molta fiducia sulla veridicità di quel sorriso, ma se Aro l'aveva accolta così bene, lo stesso non si poteva dire degli altri due: su Marcus non avrebbe saputo esprimere un giudizio, data la sua espressione totalmente apatica, ma Caius la fissava con una tale durezza che le sembrò di aver puntato addosso un mirino, presto avrebbe sentito il colpo di fucile e la sua testa sarebbe schizzata via di netto

Gesù Grace! Mantieni il controllo! Sta calma, santo cielo fallo per Emily: sta “calma”!”

Pregò che i tre vampiri non si accorgessero di quanta paura avesse.

Spero che abbiate riposato bene nelle vostre stanze”, continuò Aro in tono zuccheroso e Grace pensò che fosse doveroso rispondergli

S . . . sì”, rispose, dopo un iniziale tentennamento, “è una . . . le nostre stanze sono molto accoglienti”

Me ne compiaccio”

Intanto, Emily aveva spostato lo sguardo insistentemente da Caius a Marcus, incontrando finalmente gli occhi del vampiro bruno

Ho fame”

Per tutta risposta, il vampiro alzò gli occhi al cielo

Non è affar nostro”, sibilò invece Caius

Oh! Immagino che non sappiate ancora come fare a sostentarvi, naturale, assolutamente naturale”,

Aro si avvicinò a Grace e le prese le mani, malgrado lei avesse fatto un passo indietro, “sappiate che desideriamo solo che voi vi troviate a vostro agio”

In realtà, l'unico a cui sembrava importare qualcosa era solo e soltanto Aro, dagli altri due Grace leggeva solo indifferenza e, ancora peggio, ostilità

Si impose di farsi coraggio e cercò di parlare con voce più ferma possibile

In effetti non sappiamo ancora nulla di come dovremo muoverci qui, né come comportarci, né, in ultimo, come procurarci da mangiare”

Quel tono vagamente altezzoso non era da lei, forse l'ambiente la stava condizionando

Sì ne sono pienamente consapevole mia cara”, rispose Aro, lasciandole andare le mani, “e noi comprendiamo che sia stata una notte difficile per te, ce ne dispiaciamo”

Caius sembrava sul punto di rivolgersi ad Aro a male parole, se non avesse cessato di parlare al plurale

Credo che debba esserci una cucina e anche una dispensa da qualche parte”

Cosa se ne facessero i vampiri di una cucina, Grace non riusciva a spiegarselo

Abbiamo alcuni “dipendenti” umani, anche se non ricordo mai quanti sono, il loro numero cambia continuamente, qualcuno arriva, qualcuno se ne va”

Poteva facilmente intuire come il personale se ne “andasse”

Puoi chiedere a loro”

Finalmente comprese a che cosa servissero la cucina e la dispensa, si domandò se anche gli altri umani fossero obbligati a vivere là dentro come lei

Potete andare dove volete, purché restiate entro le mura dei giardini del palazzo”

Ho fame”

Il trillo di Emily ebbe l'effetto di ampliare il sorriso di Aro, e di accrescere allo stesso modo lo sguardo minaccioso di Caius, nessuna reazione significativa da parte di Marcus

Sarebbe meglio che adesso ve ne andiate”, le si rivolse Caius e Grace notò che, malgrado lo sguardo irritato, il suo tono di voce rimaneva monotono, non rispecchiando affatto i suoi reali pensieri . . . metteva terrore quasi quanto il sorriso di Aro

Dirigiti nell'ala di accettazione, te ne rammenti?”

Grace ricordava bene: dove i turisti venivano fatti accomodare prima di essere . . .

Lì la nostra segretaria . . . come si chiama l'ultima?”

Bianca”, rispose Caius

Sì, Bianca ti indicherà dove andare”, concluse Aro

Grazie signore”

Chiamami pure Aro”

Grazie”, ripeté semplicemente Grace, “Emily andiamo”

La bambina, con orrore di Grace, trovò più interessante concentrarsi sulla veste di Marcus, divertendosi a tracciare con le dita i ricami sugli orli

Fu quando il vampiro compì un'impercettibile movimento con la mano destra, che la paura di Grace prese il sopravvento: quel gesto poteva significare mille cose, quell'uomo, anzi, quel “vampiro” aveva mosso un dito verso Emily, verso la sua piccola, quell'essere che avrebbe potuto ucciderla in un istante si era mosso verso di “lei”

Si lanciò verso di loro

No!”

Afferrò Emily e se la strinse al petto, sentendosi addosso gli occhi rossi del vampiro ed era pur vero che dal suo volto non traspariva alcuna emozione, tuttavia non si sentì rassicurata

Mi dispiace”, esclamò Grace, “adesso noi ce ne andiamo . . . subito”

Detto ciò, si diresse verso una delle arcate, senza la minima idea di dove andare, ma col preciso intento di allontanarsi il più possibile dai tre.

 

Che ragazza coraggiosa”, esclamò Aro

Trovi?”, domandò Caius

Ha molto coraggio”, confermò Marcus, risistemandosi la tunica

Credo che abbiamo aggiunto due eccellenti membri alla nostra congrega, la ragazza ha del carattere e la bambina . . . oh! Diverrà una stupenda vampira”

Troppo irruenta”, commentò semplicemente Caius

Ritengo che porterà un qualche cambiamento”, osservò Marcus, “non c'è mai stato un bambino qui”

In verità, nessuno dei tre vampiri, con la loro esperienza di vita millenaria, era in grado di prevedere quali effetti avrebbe provocato la presenza di Emily all'interno del palazzo dei Volturi.

Passiamo oltre: di cosa volevi informarci fratello?”, domandò Caius, ponendo fine, per il momento, alla questione delle due umane.

 

Sala d'accettazione, sala d'accettazione . . . dove diavolo sarà?”

Grace stava camminando a passo spedito lungo un corridoio di pietra, illuminato da uno dei tanti lucernari disseminati per tutta la rete di anfratti, corridoi e cunicoli, non sapeva assolutamente dove portasse il corridoio che aveva imboccato, preoccupata solo di allontanarsi il più possibile dalla sala dei tre vampiri, ma credeva di essere vicino alla sua destinazione: per quel poco che aveva potuto memorizzare del complesso, i corridoi muniti di lucernari si trovavano più vicini agli ascensori e alla parte del palazzo destinata agli “umani”, oppure al percorso intrapreso dai turisti avviati alla sala dei troni; i corridoi illuminati dalle torce, viceversa, si trovavano più lontano, probabilmente perché portavano alle stanze destinate ai vampiri e dunque essi si trovavano più a loro agio al buio completo

Dunque dovrei essere sulla strada giusta”

Grace perché siamo scappate via?”

La piccola Emily era ancora in braccio a lei, la stava fissando con sguardo indagatore e vagamente contrariato

Hai detto che avevi fame no? Adesso andiamo a fare colazione”

Ma non abbiamo salutato i signori”

Li . . . li vedremo dopo, sta tranquilla Emily”

Non avrebbe voluto vederli mai più

Guarda Grace!”

Dove?”

Avevano appena sorpassato un bivio alla loro sinistra, che Grace tuttavia aveva ignorato, ma Emily aveva prontamente allungato il collo oltre la sua spalla e aveva puntato il suo piccolo dito indice dietro di loro

È da lì che arrivano i turisti vero?”

Eh?”

Ci siamo passate anche noi ieri quando giocavamo”

Grace tornò sui suoi passi, tuttavia non trovò niente di diverso fra quel corridoio e quello che stavano percorrendo, o fra tutti gli altri che aveva visto . . . era come tutti

Sono sicura che siamo passate di là”

Era pur vero che Emily era una bambina con un forte senso dell'orientamento, o forse, presa com'era nel loro gioco, passandoci aveva memorizzato il percorso supponendo di doverlo ripercorrere all'indietro, ma era inutile mettersi a fare supposizioni, dato che lei non era in grado di confermare l'affermazione di Emily

Anzi, dato che la bimba sembrava l'unica, fra le due, che avesse idea di dove si trovassero, era meglio seguire le sue indicazioni

Ok, passiamo di qua”

Grace percorse a passo svelto tutto il corridoio e dopodiché aprì con decisione la porta nera che si trovava alla fine di esso:

Oh!”

Si ritrovarono proprio nella sala d'accettazione, la forte luce delle lampade la costrinse a pararsi il viso e la gran varietà di colori creava uno spiccato contrasto con il tetro percorso che si erano lasciate alle spalle.

Una seconda volta, Grace provò la sensazione d'aver compiuto un viaggio nel tempo.

Te l'avevo detto Grace!”

Sì Emily, bravissima”

E voi che ci fate qui? Chi siete?”

Una giovane donna in abito nero si stava avvicinando a passo spedito verso di loro, dopo essere scattata fuori dal grande bancone di marmo della sala, indossava dei tacchi neri vertiginosi e i capelli biondi erano tenuti su in un'alta crocchia (a Grace sembrava sì e no 30 centimetri più alta di quanto non fosse in realtà)

Oh!”, esclamò la donna, quando ancora non si era arrestata davanti a loro, “Un momento, voi due siete . . .”

Le . . .”

Prigioniere”? “Recluse?” “Ospiti”? “Condannate”? Come qualificarsi?

Siete le nuove arrivate”

Se non altro una definizione piacevole

Sì, esatto”

I vostri nomi?”

Io mi chiamo Emily!”, trillò immediatamente la bimba: adorava presentarsi

Piacere”

E lei è Grace”, continuò la bambina

Sì bene, che cosa volete?”

Il suo tono era freddo e distaccato, per non dire ostile, la prima impressione che Grace ebbe fu che assomigliava ad un Caius in versione femminile: aveva lo stesso sguardo adirato.

In poche parole, Grace spiegò alla segretaria (supponendo che quello fosse il suo ruolo) che avrebbero voluto mangiare qualcosa, ma non sapevano in che modo

C'è la caffetteria al pianoterra”

Ed è possibile andarci?”

Certo, fossi in te però eviterei di tentare la fuga”

Come facciamo per pagare?”

Non è un problema mio questo”, rispose la donna, che portava un tesserino su cui era scritto il nome “Bianca”, “qua noi lavoriamo, riceviamo buste paga, non siamo ospiti”

E allora come . . .”

Arrangiatevi”

A quel punto, Emily congiunse le mani in segno di preghiera, rivolgendosi alla segretaria Bianca

Ti prego: ho tanta fame”

Bianca osservò per alcuni secondi la bambina, poi emise un lungo sospiro

Sentite”

Mentre parlava, si diresse al bancone e ne tirò fuori alcuni spiccioli, che cacciò nella mano di Grace in malo modo

Vedremo di farvi avere dei soldi: noi tutti . . .”

Grace suppose che per “noi tutti” intendesse gli umani che lavoravano per i Volturi

. . . ci serviamo alla caffetteria del palazzo, viviamo qui e non vogliamo problemi: sto aspettando da “secoli” di diventare una vampira, non sono una “predestinata” io; quindi, per favore, ambientatevi in fretta e non create problemi”

. . .”

A Grace quella giovane donna sembrò ancor più terrificante dei vampiri, per un istante

Andiamo Grace? Ho fame!”

Sì Emily”

Grace ringraziò Bianca, non ottenendo risposta, e si diresse al piano superiore, chiedendosi come fosse possibile che una ragazza come lei potesse desiderare di trasformarsi in un'assassina senza pietà.

Ad ogni modo, anche se, ovviamente, Bianca non lo sapeva, non lo sarebbe mai diventata.

 

Una volta giunta alla caffetteria, Grace non incontrò un ambiente più amichevole:

Mandar giù la colazione circondata da turisti, ignari del pericolo che correvano, sentirsi costantemente tenuta d'occhio, fu un vero incubo; cercò di distrarsi descrivendo a Emily la struttura del palazzo e la storia del suo autore, domandandosi poi se tutto ciò che sapeva fosse vero, se non ci fossero i vampiri stessi dietro la costruzione del Palazzo dei Priori, se tutto quello che sapeva non fosse solo un'enorme bugia.

Una volta terminata la sua ciambella abbondantemente ricoperta di zucchero, Grace si rese conto che, adesso, non aveva davvero idea di cosa fare

Si rese conto che, se avesse lasciato scorrere liberamente i suoi pensieri, se avesse “seriamente” cominciato a riflettere sulla sua situazione, le sarebbe venuto un attacco di panico e Dio solo sapeva cosa sarebbe potuto capitare

Doveva fare qualcosa, doveva pensare ad altro, distrarsi, in qualunque modo, ma non sapeva come fare, intanto, si sentiva sempre più vicina ad una crisi

Grace”

Che tu sia benedetta Emily”, pensò la ragazza, la bambina aveva interrotto il suo flusso di pensieri prima che raggiungesse il punto del “suicidio”

Torniamo dai Signori?”

Sembrava proprio che Emily avesse affibbiato ai tre capi dei Volturi l'appellativo di “Signori”

No Emily”

Perché no?”

I Signori sono molto impegnati”, mentì (anche se con tutta probabilità era vero), “non possiamo disturbarli”

Allora giochiamo!”, esclamò la bambina, con il suo solito trillo eccitato

E a cosa vorresti giocare?”, le domandò Grace, sorridendole

Io . . . io . . . iooooo”, Emily si poggiò un dito sotto al mento e guardò in alto, fingendosi pensierosa, perché Grace avrebbe scommesso qualunque cosa che la bambina sapeva benissimo a cosa volesse giocare, si divertiva solo a creare tensione.

Ma d'improvviso Emily alzò il braccio destro e cominciò a salutare vivacemente qualcuno che si trovava alle loro spalle

Grace si voltò, allarmata: chiunque fosse non sarebbe stata una faccia amichevole

C'è la signora in rosso!”

La seducente figura di Heidi stava avanzando verso di loro, avvolta in un abito rosso sgargiante, delle stesso colore di quello indossato il giorno prima, ma di un modello diverso, meno scollato, perché quel giorno non si stava occupando di attirare vittime sacrificali nella sala dei troni

Guarda guarda, i nostri ultimi due acquisti”

Heidi aveva uno sguardo magnetico e una voce incantevole, era pur vero che tutti i vampiri apparivano di una straordinaria bellezza, ma il suo potere la rendeva un autentico diamante fra le gemme

Tutto questo, Grace non poteva saperlo, perciò le era difficile trovare una spiegazione al magnetismo di Heidi.

Vi hanno lasciate libere di vagare per il palazzo? Siatene grate, non è concesso a tutti”

Non era intenzionata ad attendere una risposta, girò intorno al tavolo ove erano sedute, ancheggiando, visibilmente pur non apparendo volgare, provocante pur senza farlo intendere apertamente, una vera maestra dell'incanto

Tuttavia vi consiglio di non farvi vedere troppo ai piani alti e di restare ai piani inferiori”

Abbiamo fatto colazione”, le disse Emily e la vampira rispose con un ampio sorriso delle labbra rosse come coralli

Tesoro, sono “lieta” di saperlo, ma adesso dovete tornare giù”

Certo, andiamo a giocare”

In quello scambio di sorrisi e sguardi, Grace era rimasta immobile, priva di parole

Sto lasciando che Emily parli con una vampira?”

E, sull'onda di quel pensiero

Come fa Emily a parlarle così naturalmente?”

E, sull'onda di quel pensiero

Heidi potrebbe non gradire il fatto che Emily non sembri assoggettata da lei

E

Adesso dobbiamo andare, torniamo giù come ci hai suggerito”

Prese velocemente in braccio la bambina e salutò con un cenno del capo

Ti consiglio di stare attenta a dove vai”, la informò Heidi, puntando gli occhi rossi di fuoco dritti nei suoi, “e di tenere d'occhio la bambina, sai, il pericolo è sempre in agguato in palazzi come questi”

Grace dovette prendersi qualche secondo prima di rispondere, ma era più che decisa a non mostrare alcun tentennamento nella voce

Sì, grazie dei consigli”

Oh prego, è stato un piacere”.

La cosa migliore da fare, credeva Grace, era ritornare in camera e restarci per un po'

E dopo?

Meglio non pensarci, altrimenti avrebbe corso il rischio di impazzire

Andiamo Grace! Santo cielo, hai una bambina a cui pensare, Emily conta su di te”

Piuttosto che continuare a disperarsi sulla sua situazione, avrebbe dovuto cominciare a riflettere sul modo migliore per scappare da quel posto

Non sarà impossibile, non è una prigione né una fortezza . . . beh, una fortezza lo è, ma non è Fort Knox, puoi farcela”

Ormai si trovava in quel pasticcio, tutto ciò che poteva fare era accettarlo e trovare un modo per tirarsene fuori.

 

I bui corridoi di pietra le provocarono, inaspettatamente, sollievo.

Lontano da tutti, lontano da ignari turisti, lontano da ignare vittime sacrificali, lontano da vampire tentatrici.

Ehi Felix: guarda chi c'è”

Oooh, le nostre ospiti”

State facendo un giro del palazzo?”

Tre voci, appartenenti a tre vampiri, che comparvero davanti a Grace avvolti nelle loro tuniche scure, camminando a testa alta; la prima che Grace riconobbe fu Jane, impossibile dimenticare il suo volto, su cui era dipinta l'espressione di chi è in grado di procurare dolore e non vede l'ora di mettersi all'opera; dietro di lei si stagliava l'imponente figura di Felix, con un ampio ghigno stampato in faccia; per l'ultimo le occorse un po' più di tempo ma, alla fine, Grace riconobbe nel terzo mantello il vampiro Alec, si trovava anche lui nella sala dei troni il giorno prima.

Felix passò oltre Jane e gli bastarono pochi passi per trovarsi davanti a Grace e Emily, il ghigno sul suo viso si ampliò nell'incontrare gli occhi verdi della bambina

Che cosa ci fate qui “sole solette”? È pericoloso muoversi per questi corridoi senza una guida e senza sapere dove andare”

Sembravano essere precipitate direttamente nelle fauci del lupo, senza contare che Felix si passò la lingua sulle labbra come se si trovasse di fronte a una gustosa bistecca

Stavamo tornando in camera”, rispose Grace, imponendosi nuovamente un tono fermo e sicuro, tutto il contrario di come si sentiva in realtà

Abbiamo fatto colazione”, annunciò felice Emily

Noi invece non mangiamo niente da ieri”, esclamò Felix, facendo gelare il sangue nelle vene a Grace, “presto dovremo mangiare di nuovo”

Adesso basta Felix”, ordinò Jane, lasciando a Grace per qualche istante l'illusione che volesse salvarla, ma quando quegli occhi rossi si posarono su di lei, la ragazza si sentì ancor più terrorizzata

Vi consiglio di non girovagare troppo, né di “perdervi accidentalmente”, potreste fare incontri molto spiacevoli”

Mentre parlava, i suoi occhi restavano fissi, puntando dritti in quelli della vittima che subiva la sensazione d'essere prigioniera, in catene, incapace di muoversi soltanto perché Jane non distoglieva lo sguardo

Inoltre non riesco a capire cosa ci abbia trovato Eleazar in voi”, continuò Jane, avvicinando il volto pallido a quello roseo di Emily, lasciando trapelare una minima parte dell'odio che provava verso quella bambina, “come potrete esserci utili è davvero un mistero”

Forse le stai valutando troppo in fretta sorella”, esclamò Alec, interrompendo il contatto visivo fra le ragazze e Jane, cosa per cui Grace non poté fare a meno di essergli grata

So che è stata commessa un'imprudenza”, continuò lei, glaciale, “una bambina qui o sarà morsa e morirà o morsa e trasformata, quindi uccisa di nuovo, in ogni caso avrà vita breve e in ogni caso ci ritroveremo con una nuova giovane vampira totalmente inutile”

O al limite con due pasti di ottima qualità”, suggerì Felix dietro di lei

Non perdiamo tempo ragazzi: abbiamo del lavoro da fare”

Jane mosse teatralmente la sua tunica, un gesto che ricordava molto il suo maestro Aro, ed i tre sorpassarono Grace senza più degnarla di un solo sguardo

Ciao ciao!”

Il trillo di Emily fece rabbrividire Grace mentre, ormai dal fondo del corridoio, Alec e Felix si voltarono e sorrisero alla bambina, ricambiando con un gesto il saluto

Dopodiché Jane li richiamò all'ordine e i tre si allontanarono. Grace rimase alcuni secondi immobile dove l'avevano lasciata, con Emily stretta al petto

Andiamo Grace?”, domandò la bambina e lei avrebbe voluto davvero essere in grado di accontentarla, ma sentiva che, se si fosse mossa adesso, le gambe le avrebbero ceduto

Emily . . . scendi, fammi strada”, le disse, poggiandola a terra, sentendosi le braccia deboli. Non aveva intenzione di svenire, né di lasciarsi prendere dallo sconforto, non avrebbe ceduto altrimenti non sarebbe più stata in grado di badare correttamente a Emily, doveva farsi forza, malgrado si sentisse sola e impotente, ma doveva farsi forza

Se era vero, come le era sembrato, che tutti la odiavano in quel palazzo, escluso Aro che la trattava come un oggetto da collezione molto raro, allora l'unico modo per sopravvivere era mostrarsi altezzosa e sicura almeno quanto loro.

Muoviti Grace! Guarda che arrivo prima io!”.

Certo, orientarsi fra decine di corridoi sotterranei, con la mente intasata da mille pensieri, non era la scelta più saggia, perché si rischiava di imboccare la strada sbagliata e finire in luoghi sgraditi e ostili; Grace si accorse troppo tardi di ciò, quando, svoltato l'ennesimo angolo, si ritrovò nella sala dei troni.

Forse per mitigare quell'ennesima disgrazia, la stanza era vuota e vi si trovavano soltanto i tre troni in legno scuro, circondati da un cerchio di luce solare proveniente dall'alto soffitto, vi si respirava una calma innaturale

Non era norma che in quel luogo regnasse la quiete.

Con in testa le immagini, fin troppo nitide, del giorno prima, Grace si mosse lentamente verso il centro della sala, verso la parete opposta, verso un altro corridoio che, se era fortunata, avrebbe finalmente condotto lei e Grace alle loro stanze

Era appena arrivata al centro esatto della sala, quando, da un'arcata, spuntò fuori un vampiro dalla tunica scura, dalla stessa straordinaria bellezza degli altri vampiri e dagli stessi occhi rossi racchiusi in un'espressione da predatore

Grace tentennò per un attimo, tenendo Emily per mano, tuttavia riuscì a riprendere il passo e proseguì nella direzione nel vampiro, che intanto si avvicinava sempre di più, era decisa a tenere lo sguardo alto, incontrando, però, così il volto del vampiro, che la fissava intensamente annusando l'aria attorno a lui mentre camminava, una decina di passi e si trovarono affianco, fu a quel punto che il vampiro inspirò a fondo e poi le si rivolse semplicemente con

Ciao bel bocconcino”

Poi, Demetri, gustandosi l'inebriante odore proveniente da quella ragazza, si allontanò sicuro e spavaldo come prima, mentre l'andatura di Grace rallentò di mezzo passo; ciononostante la ragazza riuscì a non fermarsi, almeno fino a quando non si trovò al di là dell'arcata: non appena poggiati i piedi nell'ombra, si fermò, espirando.

Tenne gli occhi chiusi, cercando di concentrarsi solo sul suo respiro e sul silenzio intorno a lei, desiderando di togliersi dalla mente al più presto le parole del vampiro

Se le bastava solo un incontro del genere per sentirsi priva di forze, come avrebbe potuto resistere?

Grace? Andiamo?”

Si riscosse e, espirando, riprese per mano Emily, che iniziò a saltellarle affianco

Non mi hai ancora raccontato la storia dei passaggi segreti”

A Grace ci volle qualche secondo per capire che, per Emily, i “passaggi segreti” erano i corridoi sotterranei che stavano percorrendo

Come mai li hanno costruiti?”

Era la prima volta che Grace non sapeva rispondere a una domanda riguardante l'architettura e non era nelle condizioni ideali per risponderle adeguatamente, così lasciò che la bambina desse libero sfogo alla sua fantasia

Sentiamo: secondo te perché le hanno costruite Emily?”

Per nascondersi”

Non era esattamente quello che Grace stava pensando

Per nascondersi dici?”

Sì, per non farsi trovare dai cattivi di sopra”

No, mi spiace Emily, i cattivi non sono là sopra, i cattivi sono proprio qui, con noi”

Ovviamente, la ragazza si tenne per sé quel pensiero

E poi . . . e poi se i cattivi scendevano”, continuò Emily, inciampando su qualche verbo, “allora gli facevano un'imboscata e li sconfiggevano”

Costruzioni temporali a parte, Emily dimostrava ancora una volta di avere una fantasia fuori del comune

Tu dici?”

Però è brutto vivere sempre nascosti”

La mente dei bambini era così: passava da un argomento a un altro, una parola, una qualsiasi cosa che attirasse la loro attenzione, e il loro discorso mutava senza alcun filo conduttore, ad eccezione di quello, molto ingarbugliato, dei loro pensieri

E poi che fatica uscire per prendere da mangiare e . . . e la notte è pieno di mostri nei passaggi segreti”

Emily stava divagando molto, ma non aveva importanza dato l'effetto calmante che aveva su Grace la voce melodiosa della bambina, che le ticchettava nelle orecchie come tante note musicali battute su di uno xilofono. . .

Salve”

Se quel momento fosse stato messo in musica, l'entrata in scena di quella nuova voce sarebbe suonata come il tonfo sordo di un tamburo fra le delicate note di un violino

Oh mio Dio devo smetterla di pensare in maniera così teatrale”, pensò Grace, ma cominciava ad arrendersi al fatto che l'ambiente la stava suggestionando.

Dietro di loro era apparsa la vampira bionda che Grace aveva visto per prima, la donna che sembrava avere una certa affinità con i tre anziani

Ed infatti, anche se Grace ancora non lo sapeva, Chelsea era l'unica che poteva vantarsi del privilegio di portare la stessa tunica nera degli anziani, era un elemento estremamente prezioso per Aro.

Vi stavo proprio cercando”

Ciao!”, trillò felice Emily e Chelsea ricambiò con un ampio sorriso

Un sorriso che, Grace lo notò subito, non sembrava intaccato da nessuna intenzione predatoria, così come lo sguardo: gli occhi sembravano brillare di sincera allegria, invece che di bramosia per la caccia. Chelsea allungò una mano verso Emily e, prima che Grace avesse il tempo di reagire, si lasciò stringere le dita nel forte saluto della bambina, che sorrise divertita

Immagino che la prima notte non sia stata molto facile per voi, sono venuta a cercarvi appena Jane mi ha comunicato di avervi incontrate”

L'espressione esatta della vampira era stata “abbiamo incrociato i due spuntini”, ma Chelsea ritenne più saggio omettere gli epiteti che ormai erano stati affibbiati alle due: spuntini, bocconcini, ospiti indesiderate, umane con data di scadenza, cibo parlante, vampire a scoppio ritardato . . . e avrebbe potuto continuare.

Grace ebbe un leggero tremito provocato dal nome “Jane”, ma poi si riprese e rivolse uno sguardo dubbioso alla vampira

Sei venuta a cercarci?”, domandò, chiedendosi quale interesse potesse avere Chelsea nel parlare con loro

Sì certo, volevo sapere se avevate mangiato, se avete capito come ambientarvi qui”

Io ho bevuto il latte con il cioccolato”

Il sorriso di Chelsea si ampliò, “Io non lo bevo da moltissimo tempo”, rispose alla bambina

Che peccato”

Chelsea tornò a rivolgersi a Grace

Sono davvero eccitata sai? Tu e la piccola siete le prime umane che vivranno qui stabilmente, oh certo ci sono le segretarie ma quelle non durano mai a lungo, raramente qualcuna viene trasformata ma il più delle volte ci lasciano dopo un paio di mesi, tu e lei invece rimarrete qua a lungo e in più Emily è una “bambina”, lo sai che di bambini non se ne sono mai visti qui? Dico sul serio, sarà un piacere osservarla interagire con noi, certo istinti predatori permettendo, ti consiglio di tenerla lontana da Felix e anche da Demetri, in realtà anch'io prediligo i bambini ma la curiosità ha preso il sopravvento sul mio appetito”

Tu parli troppo veloce non capisco niente”

Stranamente, la frase che sarebbe dovuta partire da Grace, frastornata dall'improvviso fiume di parole che le si era riversata addosso, era invece scaturita da Emily

Oh! Sì certo, troppe informazioni lo ammetto”

Però, ora che Grace lo notava, Chelsea era la prima vampira che non le dava l'impressione di vederla come un pasto, o una minaccia

La vampira sembrava sinceramente curiosa e ansiosa di conoscere meglio “l'umana” Grace che si trovava nel suo palazzo

Sentite: vi va di seguirmi nel cortiletto esterno? Tu Emily potresti giocare un po' mentre io e Grace conversiamo”

La bambina rispose con un “sì!” eccitato, che Grace le invidiò profondamente

Vi prego, seguitemi”.

Grace non ebbe modo di prestare attenzione al percorso intrapreso da Chelsea, perché la bellissima vampira iniziò a porle domande a grande velocità, dandole a malapena il tempo di rispondere: le chiese come aveva dormito, se aveva incontrato i tre anziani, con chi aveva parlato, che cos'avevano mangiato lei e Emily, le chiese quanti anni avesse e da dove venisse, sembrava che Grace fosse la creatura più interessante che avesse mai visto.

Poi, le rivolse una domanda del tutto diversa:

Posso fare qualcosa per voi?”.

Grace non rispose, stupita che quella vampira le avesse fatto una simile domanda, ciò spinse Chelsea a continuare

Voglio dire . . . immagino che non sia facile per te ambientarti, lo stesso vale per la piccola, a proposito: come l'ha presa? Se posso aiutarvi in qualche modo non esitate a chiedere”

Grace, per tutta risposta, si mise a controllare Emily, che le precedeva di qualche passo

Perché non rispondi?”

Non è facile rispondere”, si giustificò lei, “fino ad ora ho ricevuto solo sguardi ostili . . . e affamati, quelli mi preoccupano ancora di più”

Chelsea sorrise per il tentativo malriuscito di Grace di fare una battuta

Non molti vampiri apprezzano gli umani, non come cibo intendo”, rispose Chelsea, “siamo in pochi a studiarvi con curiosità, noi vampiri ultracentenari troviamo affascinante osservare il mondo che cambia . . . ma molti si chiudono in uno stato di ostilità verso quella che non è più la loro specie”

Si interruppe per mostrare alle due il piccolo cortile esterno che aveva promesso a Emily, in realtà il palazzo era dotato di un cortile ben più ampio, ma quello era più isolato e protetto alla vista, sebbene non misurasse che pochi metri quadrati; Emily iniziò subito a correre fra le erbacce

Non è molto curato”

Non se ne occupa quasi nessuno”

I rampicanti stavano ormai prendendo possesso delle colonne che circondavano tutto il quadrato di verde, piante di ogni genere si mescolavano tra l'erba, in una strana combinazione artistica

Quello che voglio dire è che non devi spaventarti: stai per entrare in mondo totalmente nuovo e . . . migliore, infinitamente migliore”

Grace avrebbe voluto ribattere che la sua vita andava perfettamente bene così com'era, ma si accorse che quelle erano le prime vere parole di consolazione che riceveva da quando era arrivata, perciò decise di tenersele strette e di ascoltare Chelsea fino in fondo

Finora forse hai visto solo il peggio di noi vampiri, ma posso assicurarti che siamo in grado di donare felicità a chiunque”

Di nuovo, Grace pensò che l'unica cosa che avevano donato, almeno agli umani, era stata la morte, ma, di nuovo, decise di apprezzare quelle parole

Se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, non esitare a chiedere a me: soldi per mangiare, vestiti, passatempi, giocattoli per Grace”

Giocattoli!”

Che udito quella bambina”

A Grace sfuggì un timido sorriso, che le sembrò più prezioso che mai

Beh . . .”

Le ci volle un po' per riuscire a dirlo ma, alla fine, si ritrovò a dire

. . . grazie Chelsea”

Per quanto fosse terrorizzata dai vampiri e ancor di più dall'idea di trasformarsi in una di loro, che “Emily” venisse trasformata in una di loro, quella vampira, Chelsea, era la prima che cercava quantomeno di essere gentile con lei, la prima con cui la paura era lievemente diminuita

Senza contare (e non era cosa da poco) che solo lei non la fissava come se volesse continuamente saltarle addosso e azzannarle il collo

Tranne Aro.

Oh, perdonami un attimo Grace”

Chelsea si diresse velocemente oltre le spalle di Grace, la ragazza si voltò e notò che “qualcuno” aveva attirato l'attenzione della vampira

Splendido: trovo qualcuno che mostra un po' di gentilezza e subito . . .”

Si bloccò quando vide che la persona in questione era Aro: in quel momento aveva un gran sorriso stampato in faccia e le braccia spalancate in un gesto affettuoso, subito iniziò ad accarezzare le mani di Chelsea, che sorrideva tranquilla.

Dietro ad Aro, stavano Caius e Marcus, i due lanciarono una fugace occhiata a Emily, impegnata a cercare chissà cosa tra l'erba, Caius voltò velocemente lo sguardo nella direzione opposta, Marcus osservò per un altro istante la bambina e poi si immerse nuovamente nella sua conversazione con Caius, l'espressione del vampiro non era mutata di una virgola.

In effetti, non era esatto che soltanto Aro e, inaspettatamente, Chelsea non la vedessero come cibo o come un problema, anche l'altro anziano dai capelli bruni, a differenza del biondo, non mostrava né particolare interesse né ostilità verso di lei, ma certo non si poteva dire ambizioso, come Aro, né tantomeno disponibile come Chelsea, la sua totale indifferenza quasi la preoccupava . . . anche se non la spaventava tanto quanto gli sguardi affamati di Felix, o le occhiate cariche d'odio di Jane.

Su Marcus e Aro, però, Grace non poteva sperare in alcun tipo di aiuto, quello era escluso

Eccomi qui! Solo ordini superiori, di cosa stavamo parlando?”

Su Chelsea, invece, forse Grace poteva riporre qualche speranza

Vedi . . . avrei proprio bisogno di qualcosa per Emily”

E, a quel punto, Chelsea le rispose con la frase più dolce e gentile che le era stata rivolta finora

Chiedimi pure tutto quello che vuoi”.

E così, Grace si ritrovò a tentare di stringere amicizia con i Volturi (o almeno con una di loro).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

Il calderone della strega

 

Nessuna ricetta è immutabile, nessuna ricetta è abbastanza perfetta da non poter essere migliorata ancora: basta mutare di un pizzico la quantità degli ingredienti, sostituirne uno con un altro, aggiungere un ingrediente completamente nuovo. Si può sempre migliorare qualsiasi piatto, purché si abbia la pazienza di non lasciare mai il calderone sul fuoco senza controllo.

Per ogni strega conoscere il parere dei clienti è fondamentale. Strega Sibilla invita ogni cliente a valutare le sue pietanze. La Strega accoglie ogni lode con gioia ed ogni critica con voglia di migliorarsi. La Strega risponderà ad ogni domanda, di giovani apprendiste streghette e di vegliarde fattucchiere.

Eccetto sul contenuto finale della ricetta, Strega Sibilla detesta quelli che in questo mondo si chiamano “spoiler”.

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Capitolo 4
*** If the dish is sick ***


 

Il calderone della strega

 

Per preparare un'ottima ricetta, ogni ingrediente ha bisogno di essere trattato con cura prima di gettarlo nel calderone; certi ingredienti vanno sbucciati, ad altri va lavato via lo sporco, ad alcuni vanno tolte parti velenose. E se, malauguratamente, vi accorgerete di aver gettato in ingrediente nel calderone senza averlo prima curato, non vi resta che farvi coraggio e tirarlo fuori, a costo di bruciarvi, per rimediare al vostro errore. La strega è dell'opinione che gli ingredienti considerati intaccati spesso diano quel sapore speciale che occorre ad una buona ricetta.

Dal ricettario del calderone della strega

 

 

 

CAPITOLO TRE

 

 

Palazzo dei Priori, Volterra.

L'estate italiana era ormai arrivata al suo picco e a Volterra non c'era nessuno che indossasse qualcosa di più pesante di un prendisole; all'interno del Palazzo dei Priori le signore facevano ampio uso dei ventagli comperati ai tanti banchetti di souvenir, o si arrangiavano con mezzi di fortuna come giornali e riviste. Se solo fosse stato possibile accedere ai piani inferiori: nei sotterranei dello stesso palazzo, infatti, la temperatura era piacevolmente fresca, un vero toccasana per l'arsura di agosto.

Quel pomeriggio, Grace aveva immediatamente notato la differenza quando era salita nell'atrio e aveva usufruito del telefono della reception.

Sì mamma lo studio procede bene . . . oh, mi fa piacere, qua in Italia fa veramente molto caldo . . . sì, saluta papà da parte mia, adesso devo scappare, il nuovo semestre comincerà a breve e devo prepararmi . . . anch'io ti voglio bene, ciao mamma”.

Non appena ebbe posato la cornetta, Grace si girò verso Chelsea, che l'aveva osservata per tutto il tempo, sorridendole

Non so davvero come ringraziarti Chelsea, ancora qualche giorno e i miei genitori avrebbero cominciato a preoccuparsi seriamente”

Credevo che i giovani che vivono soli dovessero chiamare a casa ogni giorno”

Oh no, i miei si fidano molto di me, altrimenti non mi avrebbero mai permesso di continuare gli studi in Italia”.

Chelsea sembrava particolarmente curiosa di conoscere meglio i rapporti di Grace con i genitori: le rivelò di aver perso i suoi parenti in un incendio ad appena cinque anni e che in fondo quegli “affari di famiglia” un po' le mancavano

Anzi, sarebbe più preciso dire che è una delle poche cose che rimpiango di non aver vissuto nella mia vita umana, lo sai no? Tutti quei “discorsi in famiglia”, “riunioni di famiglia”, quelle cose lì”.

Interruppero momentaneamente il discorso quando Emily comparve al loro fianco, dopo essersi allontanata ad osservare le cartoline che vendevano al banco informazioni

La questione “famiglia” era ancora un punto delicato.

Devo ringraziarti anche per come mi hai aiutata con Emily”, disse Grace, mentre cominciavano a ripercorrere i passaggi sotterranei, con la bambina che trotterellava a qualche metro di distanza, “Non sono sicura di quello che sta pensando, voglio dire ha quattro anni, non credo che abbia una piena coscienza della realtà che le sta intorno, ma sicuramente non ne è del tutto estranea come una bimba di pochi mesi”

Posso comunque ribadire la mia opinione che avresti dovuto dirle la verità?”, esclamò Chelsea, con disappunto

Che i suoi genitori sono stati “mangiati”?”

Che sono “morti””, la corresse la vampira.

Era ormai passata più di una settimana da quando Grace ed Emily erano arrivate nel palazzo. Dal primo giorno, Grace non aveva stretto amicizia che con Chelsea, salvo qualche scambio di parole con Alec, parole non propriamente gentili, ma almeno non battute al vetriolo come quelle che le rivolgeva Jane.

Da alcuni giorni, Grace aveva preso l'abitudine di portare Emily nel piccolo cortiletto, dove la bambina si divertiva a giocare all'aria aperta, se erano fortunate vi trovavano un paio di gatti; a detta di Chelsea, i felini si trovavano a loro agio nell'ambiente vampiro.

Continuerò pure ad assecondarti con la tua bugia dell'impegno “imprevisto”, ma ti ripeto che non potrà andare avanti così”

Possiamo cambiare discorso?”, la implorò Grace

Come vuoi, comunque lasciami dire che stai migliorando”

In che senso?”

Una battuta come quella di prima non l'avresti mai fatta una settimana fa, allora ti stai ambientando qui?”

Oh non esageriamo”, esclamò Grace, mettendo le mani avanti, “non nego che conoscerti mi abbia in qualche modo aiutata, certe volte con te mi sembra di parlare con un'umana ma . . . andiamo Chelsea, tu ti nutri di “sangue””

Dì che ti da fastidio che il sangue in questione sia umano”

Credevo che questo fosse sottinteso”.

Arrivate nel cortile, le due si sistemarono sul muretto di pietra che circondava il quadrato di verde, mentre Emily iniziò a correr dietro ad esseri che solo lei vedeva, forse lucertole, forse cavallette (forse il frutto della sua immaginazione).

Sai Chelsea”, cominciò Grace, tentando di esprimere i propri pensieri in una forma comprensibile, che non fosse quell'accavallarsi di ipotesi e supposizioni che da un po' le ronzavano in testa, “credo che . . . la mia difficoltà sia che non riesca a vedere i vampiri come umani”

Noi non lo siamo”

Infatti, Chelsea aveva immediatamente frainteso le sue parole, Grace ritentò

Intendo dire che quando parlo con te mi sento come se stessi parlando con un'amica, come se non ci fosse differenza fra una Chelsea vampira e una Chelsea umana”

Oh, adesso capisco”

Ma questo vale solo per te, perché tutti gli altri . . . riesco a vedere gli altri soltanto come vampiri, è difficile ambientarsi quando vieni vista solo come un pasto”

Io ti vedevo come un pasto”, confessò Chelsea e Grace si trovò costretta a fermarsi per qualche istante e prendere un profondo respiro, prima di proseguire

Hai parlato al passato, cos'è cambiato adesso?”

Oh, ti ho conosciuta: tu mi hai parlato di te, io ti ho parlato di me, ti ho rivelato qualche particolare del mio passato e tu l'hai fatto con me . . . non che non senta più niente quando ti annuso, ma adesso

non desidero più ucci . . . morderti”

Molto rincuorante”, pensò Grace, analizzando poi la risposta di Chelsea, “dunque”, le disse, “credi che se riuscissi a interagire . . .”

Sicuramente la tua situazione migliorerebbe, voglio dire, la bambina non diventerà una vampira tanto presto, con te non credo che Aro conserverà la stessa pazienza, ma ci vorrà comunque del tempo, perciò prima ti ambienti meglio è”

Tutti i residenti del “piano” mi sembrano poco inclini a fraternizzare”

A quel punto, sul volto di Chelsea comparve un sorrisetto malizioso, che le si allungò sempre di più

Chelsea?”

C'è qualcosa che vuoi sapere? Su chiunque, posso darti tutte le informazioni che vuoi”

Sul serio?”

Nello sguardo di Chelsea si accese un luccichio, “Io conosco tutto dei vampiri che risiedono qui, “tutto”, anche cose sconosciute ai diretti interessati”

Oh santo cielo”, pensò Grace, “è una pettegola”

Chelsea non le era mai parsa così umana come in quel momento, mentre si sfregava le mani all'idea di poter rivelare chissà quali segreti sui Volturi

Ma non rischi qualche . . .”, quali tipi di punizione adottavano mai i vampiri? “qualche . . . richiamo?”

Lo vedi il colore della mia tunica?”, domandò Chelsea, indicandosi il cappuccio nero, “Sono la più vicina agli anziani qui, sono praticamente intoccabile”

Una vera e propria casta.

La prima domanda che Grace si sentì di porre fu che Chelsea le spiegasse, a grandi linee, la storia dei vampiri e il loro ruolo nello sviluppo della società umana, una domanda che si era già posta molte volte, a cominciare da quando aveva compreso che quello stesso palazzo potesse essere stato costruito per i vampiri: quanto potere avevano? Come si muovevano fra gli umani? Da quanto popolavano la Terra?

Chelsea le raccontò tutto molto volentieri (anche se forse avrebbe preferito parlarle dei singoli vampiri di Volterra, piuttosto che della sua razza), Grace dovette ammettere che ascoltarla era un piacere: quando raccontava, lo faceva con un totale coinvolgimento, sembrava quasi di vivere gli eventi che descriveva con dovizia di particolari, una dote affascinante.

Le parlò dei poteri speciali dei vampiri, cosa che servì a Grace per chiarirsi le particolarità che sembravano possedere Jane e Heidi, poteri incredibili . . . e terrificanti.

Quando Chelsea le spiegò che i Volturi erano a tutti gli effetti una “casata reale” e che normalmente i vampiri non vivevano in gruppi così numerosi, Grace la interruppe, perplessa:

Vuoi dire che . . . i vampiri accettano che ci sia un gruppo a capo di tutti loro? E come fate a controllarli tutti? E da quando esiste la casata dei Volturi?”

Felice di poter parlare della stirpe a cui apparteneva, Chelsea riprese con un vigore, se possibile, ancora maggiore.

Aro, Caius e Marcus regnano sui Volturi da più di tremila anni ormai”

Perché proprio loro?”

Sai è quasi . . . una specie di discendenza, niente di genetico, ovviamente, ma . . . non vivo da così tanto tempo da poterlo dire con certezza, tuttavia sono sicura che ci fossero altri vampiri prima di loro, una casata precedente a quella di Volturi, molto probabilmente aveva un nome diverso, ma sono dell'idea che da quando esistono i vampiri sia sempre esistita anche una casata reale; per tenere sotto controllo tutti gli altri, capisci? La casata reale si assicura da “sempre” che ci sia qualcuno in grado di sostituire uno dei tre anziani; Aro, Caius e Marcus erano i più adatti a sedere sul trono, anche se in fondo il vero e proprio “capo” è a tutti gli effetti Aro”

A me sembrano tutti e tre piuttosto strani”, osservò Grace

Immagino che se vivi per due o tre millenni tu non possa essere totalmente “normale”, anche per gli standard di noi vampiri”.

Vennero interrotte per alcuni istanti da Emily, che era riuscita a prendere in braccio un panciuto gatto rosso e lo aveva portato alle due, ebbero così la conferma che il felino non sembrava per nulla impaurito dalla vicinanza con Chelsea. Quando Emily si gettò nuovamente fra l'erba, Chelsea riprese

Non credere che non abbiano passato i loro momenti bui, hanno tutti e tre, più o meno, qualche turbamento”

““Turbamento”?”, domandò Grace, rimarcando bene la parola, “In che senso?”

Il sorriso di Chelsea si ampliò

È arrivato il momento dei segreti scottanti”, pensò Grace

Prendi Caius per esempio: ha subito una sconfitta eclatante da un licantropo”

Licantropi?”

Sì, non ne hai mai sentito . . . oh no, ovvio, certo che no, comunque sì, esistono i licantropi e sono i nemici giurati di noi vampiri”

Oh ma che . . . notizia”

Grace immaginò che la prossima rivelazione sarebbe stata conoscere lo Yeti, o il mostro di Lochness

Comunque sia, la sconfitta lo ha segnato profondamente, ci ha quasi rimesso la vita e da allora ha la tendenza a vedere chiunque come una possibile minaccia, se fosse stato per lui credo che tu e Emily non sareste mai state accettate fra noi Volturi, Grace, Caius è un tipo irascibile, anche se a prima vista non si direbbe; ha cara la sua vita, questo è poco ma sicuro”

E chi è che non ha cara la propria vita?”, obiettò Grace

Dopo secoli e secoli di esistenza, capita che certi vampiri comincino ad annoiarsi, specialmente se vivono soli, ma anche chi ha la fortuna di vivere in un clan numeroso, basti pensare a Marcus”

Oh”, esclamò Grace, dovendo ammettere che Chelsea aveva ragione: Marcus non sembrava molto interessato a . . . niente, sembrava che nulla potesse scuotere la sua inespressività

Non è sempre stato così, almeno credo, anche lui ha subito un grave choc”

E cioè?”

Ha perduto sua moglie”, confessò Chelsea, facendo sgranare gli occhi a Grace

I vampiri hanno “mogli”? E “mariti”?”

Certo cara, che cosa credi? Che passiamo la nostra interminabile esistenza da soli? Le coppie sono i gruppi più comuni di vampiri: i clan sono rarissimi e così i vampiri singoli, in genere noi viaggiamo in coppia”

Non l'avrei mai detto”

La compagna di Marcus, Didyme, era anche la sorella di Aro, la sorella biologica intendo, l'ha trasformata lui stesso”

Molte obiezioni vennero in mente a Grace, perlopiù sulla totale mancanza di morale di Aro e sulla probabile pazzia della sorella, che aveva accettato l'offerta del fratello divenuto vampiro

Ma Chelsea era ormai entrata nel vivo del racconto

Marcus e Didyme erano profondamente legati, lei aveva un dono molto particolare sai? Riusciva a rendere felice chi le stava intorno, un potere magnifico . . . anche se Aro non lo riteneva molto utile; avevano anche progettato di abbandonare il clan e di ritirarsi in una vita di coppia”

Sul serio?”

Già, ma purtroppo Didyme è morta, assassinata da un altro vampiro, non si è mai saputo chi è stato, ad ogni modo Marcus ne è uscito distrutto ed è tornato tra i Volturi, ma da allora è diventato . . . oh beh, vedi tu stessa”

In realtà, Grace non riusciva ad associare ad un vampiro, una creatura che si nutriva di sangue umano, un sentimento come l'amore, tanto più un amore così potente da ridurti in stato catatonico, come sembrava essersi ridotto Marcus; l'animo di Grace era sin troppo romantico, tuttavia la figura del vampiro come omicida senza cuore era ben radicata in lei e a ragione . . . come riuscire ad immaginarsi un vampiro intento ad “amare”?

E Aro?”, domandò infine, sapendo che non sarebbe riuscita a darsi una risposta al quesito precedente

La perdita della sorella è stato un duro colpo anche per lui, ovviamente, ma non è solo questo, Aro è . . . ossessionato dal meglio, deve avere al suo servizio i vampiri migliori, i più rari, i poteri più pregiati, le doti più potenti, necessita di primeggiare su chiunque, credo che mascheri così un forte complesso di inferiorità; sai che non era esattamente il più adatto al ruolo di capo anziano? Credo che propendessero per Marcus, chi sedeva sui troni prima di loro intendo, ma una volta che Marcus si è chiuso nella sua indifferenza la scelta è ricaduta su Aro . . . credo che lui sappia di essere stato una seconda scelta e ciò lo tormenta tutt'ora”

Chelsea appariva innaturalmente divertita mentre raccontava le turbe dei tre anziani, fu in quel momento che Grace comprese che la vampira aspirava a sedersi su uno dei tre troni e avrebbe volentieri sfruttato le debolezze di chiunque per ottenerlo

La lotta per la supremazia”, pensò la ragazza, “evidentemente non è una faccenda solo umana”.

Ecco, questi sono i nostri tre “cari” anziani”

I Signori sono molto simpatici”

Emily si era avvicinata lentamente alle due, allungando le braccia verso Grace

Prendimi in braccio”, ordinò e la ragazza obbedì, stringendola a sé

Credo che abbia sonno”, osservò Grace, accarezzandole il viso, “ha ancora l'abitudine di dormire un po' dopo pranzo”

Secondo te i “Signori” sono simpatici?”, domandò Chelsea

Sì, il Signore Aro sorride sempre e il Signore C . . . C . . .”

Caius”

Caius è un brontolone”

Su questo ti do ragione”

E il Signore Marco”

Marcus”

Marco, si chiama come papà”

Oh!”, esclamarono sia Grace che Chelsea, temendo che la bambina potesse riprendere a fare domande sui suoi genitori

Tuttavia, Emily si appoggiò a Grace e chiuse immediatamente gli occhi

È davvero molto stanca, sarà meglio che la porti in camera”, disse alzandosi

Spero che ti sia piaciuta la nostra chiacchierata”

Ehm . . . abbastanza”

Ho tanto altro da raccontarti”, la informò Chelsea in un sorriso, “quando vuoi, sono pronta ad aprirmi completamente e senza alcun riguardo”

E, a quel punto, Grace non poté fare a meno di lasciarsi andare a una breve risata, seppure appena accennata.

 

Ormai Grace aveva imparato a muoversi per i corridoi, anche se le ci erano voluti ben cinque giorni solo per ricordarsi come tornare nella sua stanza

Grace . . .”

La voce di Emily era stranamente calma e bassa, doveva avere proprio sonno

Mi fa male la testa”

La ragazza si bloccò all'istante

Cosa?”

Velocemente, le sfiorò la fronte con le labbra

Oh!”

Che c'è Grace?”

Non . . . non è niente piccola, adesso andiamo in camera e ti metti a dormire ok?”

Va bene, ho tanto sonno”

Grace accelerò il passo, improvvisamente in preda al panico

Se era come pensava, a Emily doveva essere salita la temperatura fino ai 37 gradi e mezzo, una linea di febbre non gravissima, ma se non interveniva in tempo sarebbe potuta arrivare ai 38, doveva trovare immediatamente . . .

Doveva tornare da Chelsea e chiederle di procurarle un antibiotico per Emily e in fretta, ma prima sarebbe stato meglio portarla a letto e cercare di farla dormire

Non posso mettermi a vagare per questi corridoi senza la minima idea di dove sia Chelsea con Emily in braccio”.

Grace sapeva bene che quando aveva la febbre la bambina perdeva completamente le forze: due volte si era occupata di lei quando era febbricitante e in entrambi i casi Emily aveva dormito per quasi tutto il tempo. Per svegliarla, per farla mangiare e farle prendere la medicina, le ci erano voluti diversi minuti; Emily si spiegava come poteva, dicendo che la testa iniziava a farle molto male e che si sentiva sempre stanca.

Come aveva previsto, quando Grace la posò nel suo letto bianco, Emily sprofondò all'istante nel sonno. Non restava sveglia a piangere lamentandosi del dolore, come alcuni bambini malati, ma la sua perdita di forza e la sua totale mancanza di appetito risultavano un problema serio: si riprendeva lentamente dalla febbre, restando a letto per giorni e ricominciando a mangiare “molto” lentamente.

Avrei dovuto stare più attenta”, si disse Grace, maledicendosi, “è una bambina e siamo in un covo di vampiri”

Era indubbio che l'essere circondate da vampiri risultava un'aggravante, in ogni caso.

Chiuse la porta della camera a doppia mandata e si precipitò per i corridoi

Devo trovare Chelsea”

Correndo, il primo posto dove pensò di trovarla fu la sala dei troni, ma all'interno vi scorse solo Caius, immerso in un fitto discorso con una vampira che riconobbe come Renata. Non aveva mai parlato con la femmina e Caius non l'avrebbe mai aiutata, lo sapeva ancor prima di provare a chiederglielo, perciò fece marcia indietro. Imboccò altri due corridoi, prima di trovarsi di fronte, a metà di uno dei corridoi più lunghi, Demetri: il vampiro annusò più volte l'aria e, come sempre, le passò davanti sorridendo e mostrando i denti

Decisamente, a Demetri non poteva chiedere nulla

Manca soltanto che incontri Jane”.

Il corridoio che stava percorrendo portava alla sala con il lungo tavolo nero, doveva aveva ritrovato i tre anziani la sua prima mattina, pensò che, se avesse trovato Aro, il vampiro l'avrebbe volentieri aiutata a preservare la salute del suo “pezzo pregiato”

Invece, la sala le apparve vuota

. . .”

Poi, quando vi entrò per oltrepassarla, scoprì che non era esattamente vuota

Oh . . .”

Seduto all'estremità del tavolo, lo sguardo perso chissà dove, stava Marcus, in assoluta immobilità, che venne infranta quando le scarpe di Grace risuonarono sul pavimento di pietra, a quel punto il vampiro girò il collo verso di lei, fissandola con i tipici occhi rossi dei vampiri . . . senza proferire parola

Ehm . . .”

Avrebbe preferito trovare Chelsea, si sarebbe accontentata anche di Aro, ma si sforzò di ripetersi che, a parte i due sopracitati, Marcus era quello che la osservava con sguardo meno famelico

(in effetti non la osservava proprio)

Sto cercando Chelsea”, azzardò

Le sembrò che il vampiro ci impiegasse un'eternità a rispondere

È a colloquio con Aro”, disse infine, con voce bassa

Dove?”

Aro non vuol essere disturbato”

Oh splendido”, esclamò Grace, prima di riuscire a trattenersi, provocando nel vampiro un impercettibile movimento del sopracciglio sinistro, si maledì per non essere stata capace di controllarsi

È così urgente?”, domandò Marcus, sempre con voce talmente bassa che Grace dovette sforzarsi molto per capirlo

Molto”, riuscì a rispondere infine, “Emily”, si chiese se quel vampiro dall'aria annoiata si ricordasse il nome di Emily, “la bambina che è con me, ha la febbre, ho bisogno di trovare delle medicine, è molto urgente”

Ci furono diversi, interminabili, secondi di assoluto silenzio nella sala; difficile capire come il vampiro avesse accolto la richiesta di Grace, dal momento che la sua espressione non mutò di una virgola; lei attese pazientemente, immobile. Non sapeva se era dovuto all'aria fresca della sala, o alla tensione, o alla preoccupazione per Emily, ma sentiva tutto il suo corpo irrigidirsi e le mani che si stringevano a pugno.

D'un tratto, Marcus si alzò, molto lentamente, dalla sua sedia, muovendo un paio di passi verso di lei, doveva essere una particolarità dei vampiri quella di spostarsi senza provocare il minimo rumore: le suole delle sue scarpe producevano appena un lieve suono ovattato quando toccavano il pavimento. Grace fece in tempo a notare ciò prima che Marcus si avvicinasse di un altro passo e la costringesse ad arretrare della stessa distanza, dubbiosa

Posso cercare Bianca, altrimenti”, propose, sperando che non fosse tardi per lasciar perdere e andarsene

Bianca è stata licenziata”, spiegò il vampiro, “e non verrà sostituita prima di domani”

Licenziata?”, pensò Grace, “Forse vuole dire che l'hanno mangiata”

Nella mente della ragazza si affacciò l'immagine del cadavere della giovane segretaria, le guance bianche per il mancato afflusso di sangue, i segni dei canini ben visibili nella gola; Grace deglutì, cercando di scacciarsi dalla mente quel pensiero e di concentrarsi sull'unica cosa che avesse importanza: Emily. Non poteva soppesare ogni parola che diceva, stare attenta ad ogni frase, in questo modo non sarebbe mai riuscita ad aiutare Emily.

Ti prego”, disse, “Emily ha bisogno di una medicina, quando le sale la febbre si debilita molto, non mangia, va curata subito”

Sì capisco”, rispose Marcus

Potresti . . . saresti così gentile da dirmi dove posso trovare un farmaco contro l'influenza?”

Il vampiro alzò gli occhi rosso vivo verso il soffitto, schiudendo appena le labbra e Grace si sentì rincuorata da quel gesto: ci stava riflettendo, quindi, forse, sarebbe stato in grado di aiutarla.

Sì, esiste una stanza dove i dipendenti umani depositano i loro oggetti, immagino che potrebbe trovarvisi anche qualche medicinale”, poi il suo sguardo ebbe come un guizzo, un gesto di vitalità insolito per il vampiro dall'aria perennemente assente, “anche se dubito che vi troverai un farmaco adatto all'età della bambina”

Grace si maledì per l'ennesima volta quel giorno, “Accidenti!”, esclamò, “Non ci avevo proprio pensato, Emily è una bambina e . . . e adesso che cosa faccio?”

Si rese conto di aver urlato, e non poco, il suo grido si era propagato per tutta la sala, rimbombando sulle fredde pareti di marmo

Oh”, disse, a voce molto più bassa, quasi un sussurro, “mi dispiace, non volevo gridare”, difficile comprendere se il vampiro se la fosse presa, “è che non so davvero che fare, Emily è malata e . . .”

Tieni molto a quella bambina”, la interruppe Marcus, all'inizio le parve una domanda, poi si accorse che era una semplice affermazione, rispose comunque di sì

Emily . . . forse è quanto ho di più caro al mondo”

Sì, l'avevo percepito”

Grace ricordò uno dei tanti dialoghi che aveva avuto con Chelsea in quei giorni, per la precisione quando la vampira le aveva parlato, in estasi, dei poteri speciali che possiedono taluni vampiri, elencandole i doni più famosi e i vampiri che ne erano in possesso, ricordò come avesse sorriso al dono di Jasper Cullen, capace di influenzare l'umore, di come fosse rimasta incredula di fronte al potere di Aro di leggere nella mente o di Alice Cullen di predire il futuro, di come fosse inorridita di fronte alle terribili capacità di Alec e Jane, come se la minuta vampira bionda non le sembrasse già abbastanza terrificante; si ricordò infine del potere di Marcus di percepire i legami tra le persone, un dono alquanto singolare, un dono che non le sarebbe dispiaciuto possedere, l'aveva definito come una sorta di potente empatia, una dote che apprezzava e riteneva preziosa.

Marcus si voltò e le fece segno, con una mano, di seguirla

Dove . . .”

Vieni con me”

Non osò ribattere al tono del vampiro che, per quanto ancora basso e disinteressato, le era suonato fermo e deciso, il tipico timbro con cui i capi impartiscono ordini, che sembrava restare immutato in qualunque capo, qualunque voce egli possedesse.

A Grace sembrò che, quel particolare timbro, fosse l'unica cosa che accomunasse i tre anziani del clan, che le apparivano così incredibilmente diversi l'uno dall'altro.

Si incamminarono lungo il corridoio principale dei sotterranei, quello che portava ai piani superiori e che, se Grace ricordava bene, portava anche ad una delle arcate che circondavano la stanza dei troni. Marcus sembrava non produrre il minimo rumore mentre si spostava, si avvertiva solo il lieve strascicare della sua tunica nera, lo sguardo era fisso avanti, ma appariva distante, come se i suoi occhi non stessero guardando davanti a lui, ma oltre, oltre quel corridoio, oltre quello stesso palazzo, forse addirittura fuori dalla città.

Grazie”, provò a dire Grace, non sapendo bene come comportarsi, dato che camminare affianco ad uno dei tre anziani (i “Signori”, come li definiva Emily) non era esattamente come chiacchierare passeggiando fianco a fianco con Chelsea; la ragazza concluse, tuttavia, che il vampiro si stava scomodando per lei e capiva da sola che non era un fatto all'ordine del giorno, trovò quindi giusto ringraziarlo. Da lì a intavolare un discorso, il passo era molto più lungo e difficoltoso. Restarono in silenzio da quel punto in poi.

Una volta imboccato un bivio sulla sinistra, Grace si vide comparire davanti una lunga serie di porte nere, Marcus diede un lieve colpo di nocche alla prima davanti a loro

Esci fuori Heidi”

Udendo quel nome, Grace fece istintivamente un passo indietro, rammentando come Heidi puntasse Emily ogni volta che compariva alla sua vista. La seducente vampira, vestita anche quel giorno di rosso sgargiante, comparve spalancando la porta, la vista di Grace dietro a Marcus le fece sbattere più volte le palpebre, ma distolse in fretta lo sguardo dalla ragazza, concentrandosi su quello del vampiro

Dimmi, è già stato deciso di trasformarla?”, domandò, sorridendo

No affatto, ti ho chiamato perché tu sei quella che si muove meglio fra gli umani dopo Chelsea”

E dunque?”

La bambina nostra ospite, Emily, è febbricitante, dovresti procurarti il più in fretta possibile un medicinale adatto a lei”

Grace sarebbe stata pronta a scommettere che, ad una tale richiesta, la vampira si sarebbe mostrata incredula, o almeno sorpresa, invece Heidi parve quasi divertita da quell'incarico così insolito

Ma certo, sarò di ritorno in un batter d'occhio, non dubitarne”

Quando le passò davanti, Grace ebbe la netta sensazione che la vampira stesse per mettersi a ridere

Probabilmente ride della debolezza umana”, concluse, cominciando a capire che ogni vampiro aveva un rapporto diverso con gli umani: per Caius sembravano rappresentare una costante minaccia ed era alquanto sospettoso, Jane li usava per scaricare i suoi poteri, ciò che invece piaceva fare a Heidi era schernirli, sottolineare le differenze fra la razza vampira e la razza umana.

Mentre aspettiamo”

La voce di Marcus la fece sobbalzare, si voltò e dovette scusarsi per aver gridato, di nuovo. Marcus sembrò non curarsene, di nuovo.

Mentre aspettiamo”, ripeté il vampiro, “il mio consiglio è ritornare alla sala da pranzo”

Il vampiro era inaspettatamente diventato, per Grace, il suo punto di riferimento per le medicine di Emily, ragion per cui lo seguì senza esitare, imboccando a ritroso i passaggi sotterranei, di nuovo verso il corridoio principale

Sala da pranzo?”, domandò lei

In realtà non è mai stato consumato alcun pasto umano qui, ma è stata costruita prendendo a modello le classiche sale da pranzo . . .”

. . . barocche”

Il vampiro si voltò verso di lei, con le labbra ancora dischiuse nella frase interrotta a metà

Oh perdonami”, si affrettò a scusarsi lei, “non era mia intenzione interrompere”

Non sono infastidito per quello, in realtà sono rimasto sorpreso dalla tua conoscenza sull'architettura barocca”

Dalla sua espressione, non si sarebbe detto né infastidito, né tantomeno sorpreso

Studio arte”, si giustificò Grace, mentre giungevano alla fine del corridoio, “amo la pittura, ma l'architettura artistica è la mia passione, in particolare i periodi neoclassico e barocco, li trovo meravigliosi”

Una studentesse di arte. Immagino che per te un palazzo come questo sia una gioia per gli occhi”

Infatti, trovo questo luogo affascinante”

Giunti infine nella sala da pranzo (che da pranzo non era), Marcus riprese posto sulla sedia nera che occupava prima dell'arrivo di Grace

Immagino che abitandoci per secoli anche il più sontuoso dei palazzi perda di fascino”, fu il commento del vampiro, anche se a Grace parve più un pensiero rivolto a se stesso che a lei; Marcus allungò una mano indicando le sedie disposte in fila lungo tutta la tavola di legno nero

Se vuoi sederti mentre aspetti, accomodati”

Grace ebbe qualche secondo d'esitazione, era ben lontana dal sentirsi (quasi) a suo agio come quando era in compagnia di Chelsea, ma doveva riconoscere che Marcus, malgrado la sua espressione apatica, non le infondeva terrore al pari di Jane o Demetri e in più le stava offrendo qualcosa che finora soltanto Chelsea le aveva offerto: una conversazione. E non una conversazione carica di battute al vetriolo o doppisensi fin troppo allusivi, come ne aveva dovute sopportare finora. Si domandò se fosse possibile aprire un dialogo anche con quel vampiro dall'aria annoiata e l'età millenaria: decise di provarci.

Prendendo posto su di una sedia, distante quanto le bastava sia per sentirsi sicura, sia per non apparire maleducata, Grace pensò a cosa dire adesso per mantenere vivo quello scambio di parole, ma, inaspettatamente, fu il vampiro a precederla

Hai detto che la bambina è la cosa più preziosa che hai”, disse, questa volta fu più difficile se fosse un'affermazione o una domanda

E lo ripeto”, rispose Grace

Se mi permetti, è bizzarro che una ragazza metta su un tale piedistallo una bambina con cui ha solo un legame di balia”

Ormai è un anno che mi prendo cura di Emily”, spiegò Grace, sulle labbra le si allargò un sorriso, come sempre le accadeva quando parlava della bambina, “la considero come se fosse mia sorella”

Un legame inusuale, ne ho incontrato soltanto un altro di questo tipo, non più di un anno fa, anche se il tipo di relazione era molto diverso”

Immagino che per chi possiede un dono come il tuo dopo qualche anno . . . perdonami, dopo qualche secolo, i legami finiscano per sembrare tutti . . . simili?”

Marcus sembrò rimuginarsi su per alcuni secondi, poi assentì

Il concetto può essere espresso così”

Grace si sentiva come nel centro di un campo minato, in cui per avanzare doveva soppesare attentamente ogni parola e fino a lì riteneva di essersela cavata bene, dato che Marcus sembrava incline alla conversazione; si domandò come mai gli altri due vampiri anziani non fossero così pacati come quel vampiro dall'aria assente, poi le tornarono in mente le parole di Chelsea e il lutto che aveva colpito Aro e Marcus, l'uno come fratello, l'altro come marito

Tentò di immaginare quel vampiro annoiato come un giovane (o, chissà, magari aveva lo stesso identico aspetto di secoli prima) in preda all'amore per la sua donna, ma la sua mente, ancora, proprio non riusciva ad associare un vampiro a un sentimento come l'amore, in particolare, com'era possibile immaginarsi “quel” vampiro, dagli occhi vacui e spenti, con lo sguardo intriso di amore e sentimento?

Si accorse di essere rimasta in silenzio a lungo, si riscosse dal suo torpore facendo fremere le spalle

Hai una mente viva”, le disse il vampiro, lei non riuscì a capire subito cosa intendesse, poi lui proseguì, “ogni volta che ti distrai, anche solo per un momento, la tua mente inizia a vagare e tu ti lasci guidare dai tuoi pensieri”

Che cos'era? Un rimprovero? Un complimento? Un modo gentile per farle notare che tendeva a distrarsi troppo?

Ho sempre pensato che avere molta fantasia fosse indispensabile per vivere felici”, rispose di getto, “anche se ammetto di staccare troppo spesso i piedi da terra”

Marcus assentì con un cenno del capo e Grace ritenne di aver dato la risposta corretta, qualunque fosse stata la domanda.

Fu di nuovo silenzio nella sala e Grace si adoperò per cercare di romperlo, ma cosa mai avrebbe potuto domandare ad un vampiro? La sua età, quanti millenni aveva vissuto? Da quanto si erano stabiliti nel palazzo? Ogni quanto si nutrivano? La metà delle domande che le venivano in mente erano terrificanti o inappropriate, dell'altra metà aveva già ottenuto risposta da Chelsea.

Stava ancora cercando le parole giuste quando Heidi le comparve davanti in un lampo rosso, Grace sobbalzò e gridò per l'ennesima volta quel giorno, era la prima volta che aveva modo di vedere con i suoi occhi la straordinaria velocità dei vampiri, anche se aveva sentito parlare di quel loro potere da Chelsea

Siamo nervosetti”, la punzecchiò Heidi, reggendo in mano una confezione rettangolare, si rivolse poi a Marcus, “ho fatto abbastanza in fretta?”

Sì, ottimo lavoro”

Heidi sorrise e porse la confezione a Grace, che subito saldò la presa intorno ai bordi, “Finalmente”, pensò, aveva finalmente la medicina per Emily

È stato un piacere aiutarvi, spero che la piccola si rimetta presto”, disse Heidi, prima di chiedere congedo, suonando volutamente falsa, trattenendo a stento lo scherno che provava per la debolezza degli umani.

Non appena Heidi si fu allontanata, Grace scattò in piedi

Ti ringrazio infinitamente”, disse, ed era sincera, l'aiuto di Marcus era stato del tutto insperato e inaspettato, ciononostante il vampiro l'aveva aiutata e lei sapeva bene che non erano molti i vampiri che avrebbero fatto la stessa cosa, Chelsea esclusa

Perdonami”, continuò, “devo andare immediatamente da Emily”

Per quanto tempo l'aveva lasciata da sola? Dieci minuti? Troppo poco. Venti? Forse di più?

Grazie ancora . . . di cuore”

Non sapendo bene come congedarsi, abbozzò un inchino inclinando testa e spalle, non udì alcuna risposta dal vampiro, neanche quando si voltò, così cominciò subito a camminare a passo svelto, quasi stava correndo, si lasciò alle spalle sala e corridoi nel giro di pochi secondi, tutti i suoi pensieri nuovamente e unicamente rivolti a Emily

Speriamo solo che la febbre non le sia aumentata”

Si rese conto che avrebbe potuto chiedere anche un termometro, un milione di altre cose utili per una bambina febbricitante

Che stupida sono stata”

Doveva rimediare, doveva darle la medicina al più presto.

Con suo grande sollievo, trovò la porta sbarrata esattamente come l'aveva lasciata, la spalancò e corse nell'altra stanza: Emily era nel suo letto, avvolta tra le coperte, dormiva profondamente, le tastò la fronte e si accorse che era molto calda.

Emily, svegliati piccola, svegliati”, la bambina mugolò qualcosa di incomprensibile, Grace lesse velocemente le indicazioni della medicina (uno sciroppo al gusto miele), le sembrò perfetto per la piccola e dovette ammettere che Heidi aveva fatto un'ottima scelta, riprese a scrollare Emily, non troppo, ma con decisione

Devi prendere lo sciroppo”

Ho sonno, ho tanto tanto sonno Grace”

Su piccola, prendilo e rimettiti a dormire”

Le ci volle molta pazienza per farle sollevare il capo, ma alla fine Emily bevve il suo cucchiaio di sciroppo, arricciando il naso e corrugando la fronte, non doveva essere il massimo quello sciroppo, malgrado il gusto miele; Grace le diede un bacio sulla fronte

Bravissima”

Ho sonno”, ripeté Emily, ricadendo a peso morto sul cuscino, Grace le risistemò le coperte e le scostò i capelli dalla fronte, sperando che la medicina facesse effetto il prima possibile. Nel giro di qualche secondo, Emily si era di nuovo addormentata.

Grace tornò nella sua stanza, chiuse gli occhi tirando un lungo, lunghissimo, sospiro di sollievo, si portò una mano al petto, felice di essere riuscita a darle ciò di cui aveva bisogno

La bambina sta bene?”

Emily possedeva un sonno straordinariamente pesante, nessuno sarebbe riuscito a risvegliarla solamente parlandole

Ciò era una vera fortuna, dato il grido che Grace lanciò, l'ennesimo, ormai aveva perso il conto

Mio Dio!”, esclamò, voltandosi verso la porta, accorgendosi che, nella fretta, l'aveva lasciata aperta, ebbe appena un secondo per pensare a cosa sarebbe successo se Jane o qualche altro vampiro fosse entrato di soppiatto, ma alla porta non stava Jane, né nessun altro: sulla soglia, immobile, Marcus la stava fissando, una mano poggiata sullo stipite, gli occhi che si muovevano da lei all'entrata della camera di Emily

Da come sei scappata, la bambina avrebbe potuto essere in punto di morte”

Non dirlo neanche per scherzo!”, esclamò Grace, sforzandosi poi di controllarsi e di assumere un altro tono, anche se lo spavento era stato grande, “Io . . . ero molto preoccupata per lei: quando sta male la febbre tende ad aumentare dopo qualche ora, si sente sempre stanca e non ha appetito, volevo darle la medicina al più presto”

Un motivo più che valido”

Comunque, non ha la febbre alta, ne sono quasi sicura, ma sta dormendo profondamente”

Mi fa piacere”

Marcus mosse un passo, dopodiché, non notando obiezioni in Grace, entrò nella stanza, lo sguardo fisso sulla parte destinata a Emily. In realtà Grace non era entusiasta all'idea che un vampiro si trovasse nella sua camera, anche con Chelsea era stato difficile, c'erano voluti ben cinque giorni perché le permettesse di toccare Emily, cosa che la vampira preferiva comunque evitare (per evitare tentazioni, diceva), di Marcus Grace non sapeva praticamente nulla, salvo quello che Chelsea le aveva raccontato

Ciononostante, opporsi a quel vampiro dall'aria annoiata, vecchio di millenni, non era come opporre resistenza a Chelsea, tanto più che tutti e tre i capi dei Volturi possedevano un'aura di autorità che nessuno dei loro adepti possedeva e Marcus, sebbene fosse il più tranquillo e silenzioso, non era da meno.

Non si è svegliata”, sussurrò il vampiro, entrando nella stanza, Grace lo seguì immediatamente, portandosi davanti al letto, dove Emily dormiva profondamente

Ha il sonno pesante”

Cercò di decifrare l'espressione con cui Marcus guardava Emily: nessun segno di agitazione, nessuna sete di sangue, niente curiosità; nuovamente, le sembrò che gli occhi di Marcus guardassero sempre oltre a ciò che vedevano

Non toccarla”, esclamò Grace, ad un passo di Marcus verso la bambina, “voglio dire . . . voi vampiri siete freddi, la sveglieresti”, aggiunse poi, cercando di non sembrare sgarbata

Non ho intenzione di toccarla, ma erano diversi decenni che non vedevo un umano così giovane”

Era semplice curiosità la sua?

In effetti, Marcus era il vampiro che Grace peggio immaginava intento a succhiare sangue umano, con tutti gli altri, persino con Chelsea, l'immagine si definiva in pochissimi istanti

È stato . . . gentile da parte tua, venire ad assicurarti che stesse bene”

La voce le tremava e Marcus parve accorgersene, dal momento che si allontanò dalla bambina

Ti mette a disagio che un vampiro stia così vicino a lei”, disse, Grace stava per ribattere ma si accorse che quella era una nuova affermazione, non una domanda, ragion per cui si limitò ad abbassare lo sguardo

Capisco quanto sia importante per te questa bambina, anche se il motivo mi rimane ancora oscuro”, continuò il vampiro, ritornando nell'altra camera, con un gran sollievo (mal celato) di Grace

Emily è una bambina molto speciale”

Altrimenti Aro non l'avrebbe voluta”

Non intendo per quei poteri che, almeno come dite voi, lei sembra avere, intendo anche come umana, Emily è unica”

Avrebbe potuto sbagliarsi, ma Marcus le parve vagamente interessato all'argomento

È sempre vivace, non perde mai la voglia di giocare, non ha mai paura di niente”

Neanche dei vampiri”

Grace ricordò la loro prima mattina nel palazzo, quando Emily si era gettata fra Marcus e Caius, chissà se anche al vampiro era tornato in mente quell'episodio

Infatti . . . sai, vi chiama “i Signori””

Noi vampiri?”

Voi tre anziani, tu, Aro, Caius”

È intraprendente”

Grace sorrise, “Sì, fin troppo”, si voltò istintivamente verso il letto della bambina, “è dura starle dietro, ma non è mai stato un peso per me”

Sembra che sia realmente una sorella per te”, le fece notare Marcus, lei si strinse nelle spalle

Credo che in pochi sarebbero in grado di non amarla, Emily ha un dono particolare”

Le tornarono in mente le parole dello strano vampiro dagli occhi dorati che aveva visto il primo giorno, Eleazar

Non riesco a capire quale strana dote potrei avere “io” invece”

Eleazar non sbaglia mai”

Ma se è vero, come almeno mi ha spiegato Chelsea, che certi poteri si manifestano già da umani, non riesco davvero a immaginare quale potrebbe essere il mio, io non ho alcuna dote particolare, anche in ciò che mi riesce meglio, disegnare per esempio, sono nella media”

Non ti viene in mente proprio nulla?”, domandò Marcus

No”, ripeté Grace, si morse il labbro inferiore e ci rifletté ancora, “Beh . . . so cucinare un dolce in maniera fenomenale”, disse, “ma dubito che questa possa essere considerata una dote”

L'espressione di Marcus restò immutata

Ah! E ho un ottimo pollice verde, questo sì”

Il vampiro, questa volta, arricciò lievemente un sopracciglio

Far crescere le piante è una mia vera dote naturale, solo che non comprendo quale potere potrebbe mai derivare da questo, voglio dire: se è vero che questi “poteri speciali” derivano dalle doti presenti in forma umana, quale potere potrebbe derivare dal sapersi prendere cura delle piante?”

Marcus non rispose, forse voleva che fosse lei stessa a formulare un'ipotesi

L'unico potere che un fiore ha è rallegrare un ambiente, aggiungere del colore, portare un po' di felicità”

Tu credi?”

C'è un antico proverbio cinese”, le sfuggì un sorriso pensando di star parlando di “antico” con un vampiro millenario, “che recita se vuoi essere felice un'intera vita cura un giardino”” *

Lo conoscevo”, rispose Marcus, distogliendo lo sguardo da lei

In realtà non so dire se sia vero oppure no”, continuò Grace, che comunque non aveva più modo di dimostrarlo dato che probabilmente non sarebbe più tornata a casa, non avrebbe più curato i fiori che faticosamente coltivava, facendoli crescere nell'ambiente ostile del piccolo appartamento dove abitava; ricordava bene quando, un giorno, era arrivata a casa di Jessica con un vaso contenente semi di orchidea per Emily, la bambina ne era rimasta totalmente estasiata e insieme avevano coltivato quell'orchidea fino alla sua stupenda fioritura. Quanto si era sentita colma di felicità, in quel momento. Adesso era Emily la sua orchidea, era Emily che riusciva a farle mantenere il sorriso nonostante la situazione in cui si trovava

Emily è un po' come un fiore”, si trovò ad affermare, “sembra che abbia il dono di rendere felici le persone che le stanno intorno”

Marcus si voltò verso di lei, facendole credere che volesse obiettare a quel paragone fra una bambina e un fiore, ma il vampiro si limitò a fissarla con i suoi occhi rossi, lievemente più scuri di quelli rosso vivo di Jane o Aro

Le ci volle qualche secondo, ma alla fine si accorse che sembrava guardarla in modo diverso, differente dallo sguardo perso che aveva avuto fino a quel momento

Si accorse, inaspettatamente, che Marcus la stava guardando, i suoi occhi non erano più puntati verso qualcosa di diverso, di lontano rispetto a ciò che vedevano, il vampiro la stava “guardando”

E Grace si accorse che non era affatto piacevole

Che ho detto?”, esclamò, preoccupata, vederlo con lo sguardo improvvisamente acceso, puntato su di lei e non su di un qualcosa invisibile a chiunque altro, sentirsi quegli occhi puntati addosso le fecero riaffiorare la sensazione di paura che provava con ogni vampiro, ma che con Marcus non si era ancora manifestata in modo così forte

Sul volto del vampiro era comparsa un'espressione diversa, forse solo un lieve corrugamento della fronte, ma era diversa, sembrava . . .

triste

Fu pensando a quello che un nome le balenò in testa, conficcandosi come la punta di uno spillo

Didyme

Oh!”, esclamò la ragazza, portandosi le mani alla bocca, “Mi spiace davvero, non volevo . . .”

Non volevi cosa?”, le domandò il vampiro e lei capì di essersi tradita: chi le assicurava che quel che Chelsea le aveva raccontato sui tre anziani non fossero informazioni riservate? Che non avrebbe dovuto fingere di esserne completamente all'oscuro? Chi le diceva che i tre non avevano niente in contrario riguardo al fatto che una semplice umana conoscesse il loro passato?

Io . . .”, provò, ma le parole le morirono in gola, non riusciva a trovare una valida giustificazione

Prima che potesse provare a dire altro, Marcus si diresse verso la porta e uscì dalla stanza, senza degnarla di uno sguardo o di una parola, Grace sarebbe stata pronta a giurare che avrebbe sbattuto la porta con violenza, come avrebbe potuto fare chiunque altro, chiunque avesse scoperto che un'estranea conosceva il suo passato non propriamente felice

Invece, la aprì lentamente e, altrettanto lentamente, la richiuse, senza produrre il minimo rumore, la chiuse alle sue spalle e se ne andò, anche se Grace non udì alcun passo fuori dalla stanza

In un attimo, Grace aveva cancellato qualunque tipo di rapporto si fosse instaurato con il vampiro durante quella giornata

Che stupida!”, esclamò, domandandosi perché si ostinava a non voler imparare a “pensare” prima di parlare

Se solo fosse riuscita ad avvicinarsi anche solo un po' a Marcus, le cose sarebbero potute cambiare, si ricordò che cosa le aveva detto Chelsea:

Io ti vedevo come un pasto, ma ti ho conosciuta: tu mi hai parlato di te, io ti ho parlato di me, ti ho rivelato qualche particolare del mio passato e tu l'hai fatto con me, adesso non desidero più morderti

Le aveva suggerito di interagire con i vampiri, dicendole, sorridendo, che “Sicuramente la tua situazione migliorerebbe, prima ti ambienti meglio è

Beh, aveva provato ad ambientarsi, con il solo risultato di aver compiuto un passo falso con l'unico vampiro che l'avesse degnata di attenzioni (non legate alla sete di sangue).

Si distese sul suo letto, sentendosi esausta, fissò la parete accanto a lei, ornata di un mobile in legno scuro, un dipinto vecchio di chissà quanti secoli e un vaso contenente solo terra

Guardandolo con più attenzione, le sembrò che dalla terra fosse spuntato un bioccolo

Che strano”, si disse, “beh, un fiore in questa stanza rallegrerebbe di sicuro l'ambiente”

Ma poi la stanchezza prese il sopravvento e, come la bambina che giaceva nella stanza accanto alla sua, anche lei si lasciò andare in un sonno profondo, riuscendo appena a porsi l'ultima domanda:

Come fare a chiedere scusa a uno dei tre capi anziani dei Volturi?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

Il calderone della strega

 

Se ci si accorge che un ingrediente provoca un sapore insolito alla nostra ricetta, non c'è da disperarsi: basta rimboccarsi le mani e aggiungere le spezie giuste per amalgamare il sapore che rende unico quell'ingrediente alla nostra ricetta. Se esso è essenziale al fine di preparare un buon pasto, nessuno sforzo sarà mai eccessivo per amalgamarlo bene nel calderone.

Alla strega piacciono i vecchi proverbi, alcuni danno persino ottimi consigli di cucina. Del proverbio utilizzato dall'ingrediente “Grace” esistono notevoli varianti, quella cinema è la preferita della vostra strega e, completo, recita così:

Se vuoi essere felice un mese, fai un viaggio

Se vuoi essere felice un anno, sposati

Se vuoi essere felice un'intera vita cura un giardino.

Alquanto poetico, StregaSibilla è commossa.

La strega cuoca ricorda che il parere dei clienti è sempre gradito e che un commento positivo alle sue portate la riempirà di grande gioia, un commento negativo la spingerà a migliorarsi.

La cuoca è aperta alle domande di tutte voi giovani streghette e navigate fattucchiere.

Dall'antro della strega.

 

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Capitolo 5
*** blossom flowers ***


 

Il calderone della strega

 

Certi ingredienti non sai proprio come trattarli: alcuni, nel bel mezzo della cottura, impazziscono, solitamente tentando di schizzare fuori del calderone in uno zampillo d'olio bollente. Non c'è da disperarsi: questi ingredienti sono restii a farsi cucinare, ma se si ha la pazienza di sopportare i loro capricci, a fine cottura il risultato sarà doppiamente soddisfacente.

Dal ricettario del calderone della strega.

P.S. Da questa portata StregaSibilla inaugura *** L'angolo dell'asterisco! ***

 

 

CAPITOLO QUATTRO

 

 

L'immenso giardino emanava il profumo di centinaia, migliaia di fiori diversi, in un arcobaleno di colori mai visto, ogni pianta era illuminata di luce dorata, le statue in marmo bianco sparse sull'erba risplendevano al Sole

Nell'atmosfera da fiaba che la circondava, Grace si mise alla ricerca di qualcuno con cui condividere la sua gioia, scorgeva un palazzo in lontananza ed una fontana di pietra bianca, colma di ninfee che galleggiavano sull'acqua e di pesci guizzanti

Oltrepassandola, Grace scorse finalmente una persona poco lontano, una figura femminile vestita di un lungo abito bianco, girata di spalle, i suoi capelli erano di un bellissimo color castano-dorato, i quali la luce solare faceva apparire come veri e propri filamenti d'oro

Non sapeva come chiamare una tale figura che, sebbene fosse girata di schiena, appariva di una bellezza senza eguali; le si avvicinò lentamente, voleva parlarle, toccarla, sapere chi fosse

Quando ella si voltò, un raggio di Sole colpì in pieno gli occhi di Grace, impedendole di scorgere il viso della donna, costringendola a mettersi velocemente una mano davanti agli occhi, accecata.

 

***

 

Ahi!”

Sentì la testa che cominciava a girarle, mentre si accorgeva di non essere in posizione eretta, bensì distesa, la luce del Sole divenne sempre più flebile, avvertì il peso delle coperte su di sé e il calore della luce solare venne trasformato in quello del suo letto, la sensazione del cuscino sotto la sua testa ricomparve

Rimase soltanto la sua mano, posata davanti agli occhi, per difendersi da una luce inesistente

Era un sogno . . .”

Attese che il ricordo del suo sogno svanisse e si tramutasse in una sequenza di immagini sfumate e confuse, ma ciò non avvenne, ricordò tutto perfettamente, ogni dettagli del giardino irrorato dalla luce del Sole e il profilo di quella figura, di quella donna che non era riuscita a vedere in viso

Ma avrebbe potuto giurare che stava sorridendole.

Non le capitava spesso di fare sogni così nitidi e di ricordarli così bene una volta sveglia. Si mise seduta, fissando il grande orologio antico appeso al muro, che le segnava le otto del mattino; quel sogno le aveva fatto da perfetta sveglia. Emily non si svegliava mai prima delle dieci del mattino, orario che permetteva a Grace di prendersi un'ora o due di tranquillità prima di svegliarla e cominciare la sua giornata con lei, due giorni prima si era concessa un'ora di disegno sul blocco che Chelsea le aveva regalato, con sua immensa gioia

Quella mattina, invece, Chelsea l'aveva finalmente convinta a fare “colazione” insieme, un rituale totalmente privo di senso per la vampira, che però trovava carina e fuori dagli schemi la prospettiva di una colazione con un'amica, diceva che non le era mai capitato, dato che, da quando era stata trasformata, frequentava soltanto vampiri che di certo non necessitavano di consumare alcun tipo di colazione umana.

Grace si alzò e andò a controllare Emily, che dormiva placidamente, circondata dai cuscini (la bambina aveva una passione per i cuscini, Grace era convinta che avrebbe volentieri fatto a meno del materasso e si sarebbe addormentata solo su tanti cuscini messi insieme), le tastò la fronte stando bene attenta a non svegliarla, notando con grande sollievo che la temperatura si era notevolmente abbassata, ciononostante le avrebbe fatto prendere la medicina ancora per un paio di giorni, per sicurezza. Una volta controllata la bambina, cominciò a scegliere l'abito da indossare, rammentandosi che c'erano diverse cose che doveva chiedere a Chelsea: un nuovo paio di vestiti per lei e per Emily, un nuovo giocattolo per la bambina e, cosa più importante, un orologio, il palazzo ne era pieno ma Grace sentiva il bisogno di averne uno suo, prima faceva affidamento sul cellulare, ma non le era più possibile utilizzarlo, il telefono era zona proibita, salvo rarissime occasioni, atte a tranquillizzare i parenti e gli amici più cari

Considerati fortunata”, le aveva detto Chelsea, “credo che la prima intenzione di Aro fosse semplicemente di farti dare per scomparsa, come succede a tutti i vampiri che vengono trasformati, perciò goditi questo periodo in cui per i tuoi parenti tu sei ancora in vita”

In effetti, all'università non avrebbero più avuto suo notizie, così come i suoi compagni di corso, gli amici di Jessica, i bambini amici di Emily . . .

Scosse il capo, ricordandosi che si era ripromessa di non pensare alla vita che era stata costretta a lasciare, i pensieri negativi non avrebbero fatto altro che renderla infelice, impedendole così di occuparsi al meglio di Emily.

Si stava cambiando, infilandosi una lunga maglietta nera, quando il suo sguardo cadde sull'antico mobile accanto al suo letto

. . .”

Le ci volle qualche istante per comprendere che c'era qualcosa di diverso in quella parte della stanza, qualcosa “in più”

Oh!”, esclamò, avvicinandosi e osservando il vaso di terracotta pieno di terra

Un vaso che “fino a ieri” era pieno di nient'altro che terra, ma dal quale, adesso, spuntava un bellissimo fiore porpora, dal colore tanto acceso che sembrava brillare di luce propria

Incredibile, ieri sera non c'era”

Si ricordava, però, che la scorsa notte, un attimo prima di addormentarsi, le era sembrato di scorgere qualcosa, un bocciolo, nel vaso

Allora c'erano dei semi”, pensò, felice, anzi, radiosa: aveva di nuovo una pianta di cui occuparsi

Non vedo l'ora di farlo vedere a Emily, ne sarà entusiasta”, pensò.

Felice per quel piccolo, ma gioioso, avvenimento, uscì dalla sua stanza chiudendola, come sempre, a doppia mandata, (considerata la forza dei vampiri, la sua preoccupazione era inutile, ma quel rituale la faceva sentire più tranquilla); oltrepassò velocemente i corridoi e si diresse verso la sala da pranzo dei sotterranei, Chelsea le aveva detto di svegliarsi con comodo, dicendole che, solitamente, durante la mattina si trovava appunto nella sala da pranzo o nell'atrio della “sala d'attesa” per i turisti, da lì l'avrebbe accompagnata a far colazione.

Non incontrò nessuno per i corridoi, almeno finché non arrivò a quello che conduceva alla sala, in esso vi trovò Demetri, diretto per chissà dove, si rassegnò immediatamente al suo rituale di sempre e cercò di non rabbrividire troppo quando lui le passò davanti, sussurrandole “ciao zuccherino”

Pregò che incontri di quel tipo si fossero già esauriti, per quel giorno.

Entrata nella sala, notò che Chelsea non era presente, in compenso nella stanza si trovavano Aro, Caius e, ciò le provocò un altro brivido, Jane

Buongiorno”, esclamò educatamente, chinando il capo

Oh! La nostra cara Grace: ben svegliata, dormito bene?”, le domandò Aro, sfoderando il suo ampio sorriso; da dietro, Jane la incenerì con lo sguardo

Una notte piacevole”, ammise

Splendido, dove sei diretta a quest'ora mia cara? Hai necessità di nutrirti? ”

Grace si domandò se i vampiri avessero la nozione del tempo, se per loro orari come “mattina”, “pomeriggio” o “notte” avessero dei particolari significati, o se il loro tempo non fosse scandito che dal desiderio di sangue; forse i Volturi, così inseriti da millenni nella società umana, regolavano le loro attività tenendo conto dell'orologio umano, o forse Aro stava semplicemente cercando di immedesimarsi negli stili di vita degli umani per metterla a suo agio. In effetti Aro era l'unico, a parte Chelsea, che si premurava di non farla sentire a disagio, forse perché voleva che la sua “specie rara” vivesse al meglio

Sì, infatti”

Da sola?”

Con Chelsea”, rispose, il sorriso di Aro si amplio, Jane serrò ancor di più la mascella

Chelsea dovrebbe adempiere meglio ai suoi doveri invece di perdere il suo tempo con un'umana”

Chi aveva parlato era Caius, seduto su di una sedia nera alle spalle di Aro, in mano teneva un libro e Grace non poté fare a meno di domandarsi se i vampiri amassero la lettura, se era una passione personale di Caius, se non era un libro ma una raccolta di appunti, che cosa contenesse

Sapeva “così poco” sui vampiri

Si accorse che Aro e Caius non erano soli, ma che, seduto dall'altra parte del tavolo, stava Marcus: non l'aveva notato subito perché la sua sedia era voltata quasi interamente dalla parte opposta e Aro le aveva inizialmente coperto la visuale; la ragazza restò indecisa, chiedendosi se dovesse salutarlo di nuovo, oppure se dovesse ignorarlo

Si morse il labbro inferiore, dubbiosa

Vai mia cara, non far attendere la nostra Chelsea, buona colazione”

Grazie molte”, rispose Grace, educatamente, “ossequi”, aggiunse, ennesima conferma che quel mondo sotterraneo, dall'atmosfera medievale, la stava condizionando non poco.

Passò davanti a Caius e mosse il capo, con sua sorpresa il vampiro ricambiò, anche se, probabilmente, se gli avesse rivolto la parola non si sarebbe sognato di risponderle

Passando infine davanti alla sedia di Marcus, la ragazza incrociò lo sguardo del vampiro e per un attimo si bloccò, quando si accorse dell'espressione totalmente vacua dei suoi occhi, quasi più del solito

Ehm . . . ossequi”, ripeté

Per tutta risposta, il vampiro voltò lo sguardo da tutt'altra parte, ignorandola

. . .”

Per essere chiari, Marcus sembrava ignorare ogni cosa intorno a lui, ma quella mancanza d'attenzione era stata mirata, indubbiamente rivolta a lei.

Quantomai perplessa, Grace lasciò la sala, allungando il passo, in preda a una serie infinita di ragionamenti:

Ritengo impossibile che ai vampiri possa importare qualcosa di me, Chelsea esclusa, credevo che il loro interesse fosse limitato alla mia salute fisica dato che sono, a detta loro, detentrice di chissà quali poteri, ma se così fosse a rigor di logica io dovrei essergli indifferente per ogni altro aspetto, giusto? Non dovrebbe importargli di relazionarsi con me e . . . e meno che mai dovrei essere in grado di condizionare il loro umore in qualche modo”

Quindi, sorgeva quell'inspiegabile interrogativo

Se è così allora perché Marcus sembrava avercela con me? È . . . è assurdo, non ne ha motivo, se non sono che una futura vampira, se non sono che un'umana momentaneamente inutile, perché qualcuno dovrebbe arrabbiarsi con me? Se sono indifferente a tutti com'è possibile che possa compiere azioni di un tale peso da far indispettire qualcuno?”

Di colpo, si ricordò del giorno prima e di come Marcus avesse lasciato la sua stanza, la tristezza che aveva letto nei suoi occhi per un attimo

Tutto ciò non ha senso”

C'era Jane che la detestava palesemente, ma il disprezzo per la sua condizione di semplice umana era un'emozione diversa da quella del vampiro dai capelli bruni

Avrebbe potuto mostrarsi indifferente come tutti gli altri . . . perché mi ha ignorata?”

Anzi, perché le aveva “fatto capire” che la stava volontariamente ignorando?

Non sarebbe stato più logico, per il vampiro, assumere l'aria di superiorità con cui la guardava Caius? Anche Caius sembrava avercela con lei perché la considerava un pericolo, ed infatti non le rivolgeva quasi mai la parola, fissandola duramente e facendole intendere quanto si considerava superiore a lei

Per quale motivo un vampiro millenario, a capo del clan di vampiri più potente del mondo, avrebbe dovuto mostrarsi offeso nei confronti di un'umana?

L'unica risposta, era che il tasto che aveva toccato inavvertitamente il giorno prima era più dolente di quanto pensasse

Se è così, allora dovrò chiedergli scusa”

Ma in che modo? Come si porgevano le proprie scuse in una situazione del genere?

Non posso certo piombare nella sala dei troni e prendere Marcus in disparte dicendogli “ti devo parlare””

A quel pensiero, però, le sfuggì una piccola risata, accorgendosi di non riuscire nemmeno ad immaginare una scena del genere

Buongiorno Grace! Ti vedo di buonumore oggi!”

Aveva spalancato la porta che dava nella sala d'attesa proprio mentre aveva iniziato a ridere, trovando davanti a lei Chelsea, intenta a leggere un foglio poggiata al bancone della reception

Oh! Buongiorno Chelsea, no, non sono esattamente di buonumore, ho solo . . .”

Stavi pensando a qualcosa di divertente? Mi fa piacere”

Preferì non farla partecipe di ciò che l'aveva fatta sorridere, però avrebbe potuto riferirle ciò che la preoccupava, Chelsea sarebbe stata in grado di aiutarla? Oppure l'avrebbe rimproverata per aver indispettito uno dei tre anziani?

Valeva la pena rischiare?

Mi hai detto che oggi avresti avuto alcune richieste da farmi”, le disse Chelsea, stringendo con le sue mani fredde e piccole quelle calde e sottili di Grace, “chiedimi pure tutto quello che vuoi cara”

Osservandola sorridere così sinceramente, Grace si convinse che, forse, poteva correre il rischio.

Raccontò la sua conversazione del giorno prima davanti ad una tazza di succo di frutta e una ciambella, la sua colazione estiva preferita, Chelsea assaggiò volentieri un pezzo del suo dolce, confidandole poi che non aveva alcun tipo di proprietà nutritive per il corpo dei vampiri; alla notizia del suo incontro con Marcus, la vampira sgranò gli occhi, incredula, sfoderando poi un sorriso da orecchio a orecchio

Grace! Ti avevo detto di fare amicizia ma non credevo che avresti scomodato addirittura uno dei tre anziani! E “Marcus” per di più”

Ma Grace frenò il suo entusiasmo, spiegandole di come avesse inavvertitamente fatto riferimento a Didyme e in più che Marcus aveva scoperto la sua conoscenza dei fatti

Chelsea, tuttavia, non sembrò scomporsi più di tanto, come invece Grace aveva temuto

Oh Didyme! È ovvio che abbia avuto una reazione del genere, erano “così” legati, beh in realtà io non ero presente all'epoca, è successo più di mille anni fa ed io non ero neanche venuta al mondo, ma Aro mi ha raccontato molto della sua amata sorella e di come lei e Marcus fossero uniti, sai Grace, quando i vampiri si scelgono un compagno è per l'eternità e comprenderai che la “nostra” eternità è un po' più lunga della vostra”

Grace annuì, invitandola a continuare

Nessuno nomina mai Didyme in presenza di Marcus, solo Aro ne tiene vivo il ricordo, sporadicamente; la sua reazione è perfettamente comprensibile”

La ragazza era stupita: sembrava che, invece di arrabbiarsi con lei, o viceversa cercare di prendere le sue difese, Chelsea stesse giustificando “lui”, come se ritenesse che fosse il vampiro ad essere in torto

Per la prima volta, sentì di potersi fidare completamente di Chelsea, al di là che fosse una vampira, la sentiva come un'amica, una “vera” amica.

Può essere che non avrei dovuto far comprendere che tu mi hai rivelato cos'è successo? Che Didyme è stata assassinata?”

Ti dirò Grace, non è mai stato un segreto: Aro parla volentieri ai nuovi arrivati della sua amata sorellina, forse con un'umana come te avrebbe osservato un po' più di riserbo, ma non è . . . come dite voi umani? Un “segreto di Fatima”, sì, non l'ho mai capita quella storia sai? La religione è così complicata da comprendere per me”

Grace sapeva bene che Chelsea passava a gran velocità da un argomento all'altro, perciò la rimise in fretta sul binario giusto: il suo problema

Che cosa dovrei fare secondo te?”

Scusati. Marcus non presta mai attenzione a niente, non vedo perché dovrebbe serbarti rancore a lungo”

È ciò che ho pensato anch'io”

Dal punto di vista di Chelsea, il problema sembrava estremamente facile da risolvere.

Terminarono la loro colazione (anche se solo Grace l'aveva consumata) e Chelsea riaccompagnò Grace fino all'entrata dei sotterranei, “Ti lascio qui”, disse la vampira, “devo parlare con Heidi riguardo a . . . oh beh, cose da vampiri, meglio non renderti partecipe; ci vediamo questo pomeriggio?”

Grace annuì e cominciò a scendere la scalinata di pietra che portava alla sala d'attesa sotterranea e infine alla residenza segreta dei Volturi

Eccomi di nuovo nel XII° secolo”, pensò distrattamente, staccando i piedi dal lucido parquet del 2011 e poggiandoli in un'epoca compresa tra il 1250 e il 1400. Le venne in mente che avrebbe potuto cercare subito Marcus, dato che era ancora troppo presto per svegliare Emily, tuttavia non amava lasciare la bambina da sola per troppo tempo, così decise che avrebbe prima controllato che stesse bene.

Attraversando i corridoi illuminati dai lunghi lucernari, Grace non incontrò nessuno, sebbene i vampiri fossero perfettamente attivi sia di giorno sia di notte (il che era un vero peccato, per lei).

Arrivata nella sala da pranzo, notò che sembrava deserta: non c'era nessuno poggiato al lungo bancone in marmo, simile ad un altare, sistemato su di un piano rialzato nella parte sinistra della sala, nessuno a contemplare i quadri lungo le pareti, seduto alla tavola nera . . .

Oh”

Era lì, nella stessa posizione in cui l'aveva visto quella mattina, con la stessa espressione vacua in volto, immobile, il vampiro si riscosse solo alla sua esclamazione di sorpresa, voltando il capo con una lentezza a dir poco innaturale, fissandola, senza vederla realmente, con i suoi occhi rosso vermiglio

Ehm . . .”

Né Aro né Caius erano in vista, Marcus si trovava da solo: quello era il momento ideale per porgere le sue scuse al vampiro.

Io . . .”

Il vampiro si alzò in piedi fin troppo velocemente, interrompendola prima ancora che potesse decidere il modo migliore per scusarsi, era molto più alto di lei, Grace non arrivava al metro e settanta mentre il vampiro era alto quasi due metri; la ragazza arretrò di un passo, stupita dal quel gesto

Marcus la fissò (se la stava guardando davvero) ancora per un attimo, prima di passarle davanti e incamminarsi lungo uno dei corridoi, in totale silenzio.

Seguirono alcuni secondi, quasi un minuto, di immobilità assoluta da parte della ragazza, che restò a fissare la sedia sulla quale un attimo prima stava seduto Marcus, incapace di trovare una spiegazione a ciò che era avvenuto

Fu il pensiero di Emily, che dormiva ancora da sola in camera, a farle finalmente sbattere le palpebre e scuoterla dalla trance in cui era caduta dopo che il vampiro aveva abbandonato la sala

Che cos'è successo?”, fu la domanda che si pose per tutto il tragitto, mentre si dirigeva da Emily, “Perché se n'è andato?”

Chelsea non le aveva forse detto che Marcus non era un vampiro in grado di serbare rancore? Che non era in grado di provare qualunque tipo di emozione al di fuori del rispetto per i suoi “fratelli” Aro e Caius? Se era così ciò che Grace aveva detto, ciò che sapeva, non avrebbe dovuto significare nulla per lui

Perché?”

Il dolore per la perdita di Didyme era così grande?

. . . Aro parla volentieri ai nuovi arrivati della sua amata sorellina, forse con un'umana come te avrebbe osservato un po' più di riserbo, ma non è . . . come dite voi umani? Un segreto di Fatima”

Non aveva senso.

Soltanto Emily riuscì a distarla dai suoi pensieri sul vampiro.

La bambina era tornata piena di vita e sembrava non accusare nessun sintomo dell'attacco di febbre avuto il giorno prima, Chelsea le aveva prontamente procurato un termometro e la temperatura segnava i 36.5 gradi, perfetto. Per scongiurare definitamente il pericolo, Grace somministrò ad Emily un'altra cucchiaiata dello sciroppo al miele, che la bambina sembrava proprio non gradire.

Non appena Emily si fu ripresa dal suo lungo sonno, chiese immediatamente di giocare e Grace le diede tutti i giocattoli che Chelsea le aveva procurato; ci sarebbe stato tempo per uscire all'aperto, sentiva il bisogno di rilassarsi.

Così, in quella grande stanza divisa a metà, c'erano due persone intente a disegnare: da una parte Emily, su di una lavagnetta elettronica cancellabile, che si divertiva a riempire lentamente, facendo finta che l'oscurità si stesse a poco a poco impadronendo del mondo in cui risiedevano gli sfortunati personaggi da lei creati; dall'altra parte Grace, su alcuni fogli di carta da disegno, con una serie di matite e lapis di qualità perfetta, per i quali aveva ringraziato Chelsea infinite volte (e anche Heidi, dato che era stata lei a comperarli, un favore decisamente inaspettato).

La ragazza non sapeva bene cosa disegnare, tuttavia le bastò posare lo sguardo sul fiore che era radiosamente sbocciato nel suo vaso, per decidere: avrebbe cercato di dar vita al sogno di quella notte.

Tutt'intorno ai bordi del foglio, presero vita una serie di rampicanti, dai quali sbocciarono decine di rose che, nella sua fantasia, portavano tutti i colori dell'arcobaleno, in alto sorse il palazzo bianco in lontananza e dall'erba sbocciarono cespugli colmi di rose e orchidee e altri fiori d'ogni tipo che spuntavano direttamente dal terreno; al centro di tutto quello, Grace si ritrovò a disegnare la sagoma di quella donna, in principio la sua intenzione era stata di disegnarla girata di spalle, come nel suo sogno, ma la matita la guidò su di un percorso diverso e ciò che le comparve davanti fu una creatura dall'aspetto fatato, con il volto vuoto.

Tentò di immaginarsi l'aspetto che avrebbe potuto avere, ma la matita si rifiutava categoricamente di rischiare di rovinare quella figura perfetta con un volto che non le apparteneva

Che cosa fare?

Mentre cercava una soluzione, il suo sguardo si posò nuovamente sul fiore alla sua sinistra

Ah!”

Per poco la matita non tracciò un orribile segno nero sul foglio, quando la ragazza vide che quel fiore fucsia non era più l'unico ad essere presente nel vaso

Ma cosa . . .”

Si alzò in piedi e, avvicinandosi, trovò un secondo fiore, quasi attaccato al primo, più basso, ma dello stesso color porpora del primo . . . anzi, non esattamente: quel fiore presentava delle piccole macchie giallo Sole sui petali, il più vicino possibile al centro del fiore

Ero sicura che non ci fosse quando ho guardato stamattina”

Forse era stata un'allucinazione, forse non aveva visto bene la prima volta

Grace”

Oh! Emily tesoro, che c'è?”

Ho finito il mio disegno”

La piccola le portò la lavagnetta, sulla quale erano disegnate sette sagome stilizzate e un grande palazzo

Ma che bello”, esclamò Grace, osservando che tre figure stavano a sinistra, tre stavano a destra e, al centro, era disegnata una figura più piccola, facilmente identificabile, “questa sei tu vero?”

Sì!”, esclamò tutta contenta la bambina, cominciando ad indicare il disegno, “Vuoi sapere chi sono gli altri?”

Ma certo”

Questi tre siete tu, la mamma e papà”

Grace ebbe un fremito, accarezzando quei bastoncini muniti di capelli che rappresentavano due persone ormai perdute per sempre

E gli altri tre chi sono?”, domandò

Sono i tre Signori che stanno per farci entrare nel castello”

Alla ragazza sfuggì un sorriso, di nuovo trovò incredibile come Emily riuscisse a farle cambiare umore così rapidamente

Per te questo è un castello?”

Sì e i tre Signori sono i re, però non c'è neanche una regina”

In realtà, Chelsea aveva raccontato a Grace che Aro e Caius erano entrambi sposati, sebbene non avesse mai avuto modo di incontrare le loro mogli

E tutti insieme stanno cercando la principessa”

La principessa?”, domandò stupita Grace

Nelle fiabe c'è sempre una principessa”

. . .”

Grace afferrò la “penna magica” di Emily e si sistemò sulla sedia

Vuoi trovare la principessa?”

Sì!”

Disegnando con quella penna elementare, Grace aggiunse al gruppo una figura proprio accanto alla bambina, stando bene attenta a delineare i suoi capelli lunghi e mossi

Lei è la principessa”

Che bella! Di che colore sono i suoi capelli?”

Sono castano-dorati e alla luce del Sole risplendono come l'oro”

Guardando la bambina, Grace ebbe un'illuminazione

Sono come i tuoi”

E, in effetti, nel suo sogno la fanciulla aveva i capelli dello stesso colore della piccola Emily

Che bella!”, ripeté la bambina, “Andiamo a raccontarlo a Chelsea!”

Vuoi uscire?”

Sì! Voglio andare a giocare nel cortile!”

Prima andiamo a pranzo”

Uffa!”

Non discutere: prima mangiamo, prima andiamo a giocare”.

 

Dopo pranzo, Grace si stava dirigendo al cortile esterno, con Emily che trotterellava qualche metro avanti a lei, i suoi sandali facevano un baccano immenso battendo sulla nuda pietra e la bambina sembrava quasi divertirsi del casino che provocava al suo passaggio

D'improvviso, Grace vide Emily bloccarsi proprio all'entrata del corridoio, agitare poi le manine freneticamente e correre verso di lei

Grace! Grace! C'è uno dei Signori!”

La ragazza pregò che non fosse Caius, l'avrebbe sicuramente rimproverata per il comportamento di Emily, Aro probabilmente avrebbe gioito della vivacità della bambina, invece Marcus . . .

Il vampiro comparve davanti a loro, seguito da Alec, che salutò la bambina sorridendole

Ciao piccola”

Ciao!”, trillò Emily, “Ciao Signore!”, continuò

Marcus fissò per qualche istante la piccola che gli sorrideva, Alec sembrava addirittura divertito; poco distante da loro, Grace cercava le parole giuste da dire

Forse farei meglio a dirgli che devo parlare con lui, così finalmente mi ascolterà”

Che cosa c'era di così difficile nel chiedere scusa?

Ehm, io dovrei . . .”

Marcus mosse appena la mano destra ed Alec abbandonò Emily, passandole avanti, allo stesso modo il vampiro la oltrepassò senza degnarla di uno sguardo, in perfetto silenzio, senza produrre il minimo rumore al suo passaggio

E . . . ehi”, esclamò Grace, dapprima sottovoce, poi, di scatto, voltò la testa verso di loro

Ehi!”

Fu Alec a voltarsi, salutandole entrambe con la mano

A presto ragazze”

Marcus continuò la sua camminata nella direzione opposta alla loro

. . .”

Era sbigottita

Non solo, adesso si sentiva diversamente da quella mattina, quando Marcus l'aveva ignorata la prima volta

Si sentiva . . . offesa.

 

Emily era una bambina che, nel pomeriggio, amava ancora concedersi un sonnellino, ma non prima di aver smaltito tutto il cibo correndo e saltando avanti e indietro, sua madre aveva cercato tante volte di farle cambiare abitudini, asserendo che “prima” avrebbe dovuto dormire e “poi”, nelle ore più fresche del pomeriggio, giocare fin quanto avesse voluto

Ma la bambina aveva ritmi del tutto diversi e, dopo due anni di inutili tentativi, la madre aveva rinunciato e così, da quando aveva circa due anni e mezzo, la piccola Emily si metteva a giocare mentre tutt'intorno la madre ripuliva la cucina dai resti del pranzo, dopodiché, nel primo pomeriggio, si addormentava fin quasi all'ora del tramonto. *

Però che bambina particolare”, esclamò Chelsea, che aveva ascoltato tutto il racconto riguardante le abitudini di Emily

Già”

Accidenti Grace, hai una faccia . . .”

Mh? Ma che stai dicendo?”

Sembri nervosa, è successo qualcosa di particolare?”

No Chelsea, niente d'importante”

Sicura?”, insistette la vampira e Grace fu quasi tentata di confessarle che non le era stato possibile scusarsi con Marcus perché, a quanto pareva, il vampiro sembrava aver deciso di ignorarla categoricamente, si chiese se Chelsea sarebbe stata in grado di darle qualche consiglio utile

Grace! Chelsea! Guardate!”

Emily aveva cominciato a sbracciarsi all'estremità opposta del cortile, indicando poi qualcosa a terra

Che cosa c'è piccola?”, domandò Chelsea, sorridendole

Venite a vedere!”, insistette la bimba, le due ragazze si alzarono e si chinarono a guardare cosa stesse indicando

Oh ma tu guarda!”, esclamò Chelsea

Davanti a loro, nel punto indicato dalla bambina, erano spuntati circa una decina di bellissimi iris, dai colori che andavano dal viola acceso all'azzurro chiaro

Erano secoli che non vedevo fiori in questo cortile e quando dico secoli intendo letteralmente”

Sono bellissimi vero Grace?”

Non erano solo bellissimi, la ragazza li trovava meravigliosi: gli iris, o giaggioli, erano il suo fiore preferito, assieme alle rose, le ninfee e quei piccoli fiorellini chiamati “non ti scordar di me”, un nome lungo, che racchiudeva una stupenda storia. **

Mi domando se riusciranno a sopravvivere in un ambiente del genere”, esclamò la ragazza preoccupata, guardandosi attorno, ricordando la gran quantità di erbacce e rampicanti presenti in quel prato

Sai Grace, in realtà il cortile mi sembra migliorato”, le fece notare Chelsea, “le erbacce sono diminuite e i rampicanti si sono concentrati solo sopra le colonne e . . . e sbaglio o sopra vi sono spuntati dei boccioli? Non l'avevo notato prima, affascinante”

Grace dovette riconoscere che Chelsea aveva pienamente ragione, su tutto

Il cortile sembra diverso”

In realtà ce n'è un altro, molto più curato e ampio di questo, se vuoi un giorno te lo mostrerò”

Con piacere”

Contemplarono i fiori ancora per un po', stando ben attente a non danneggiarli, Emily aveva chiesto di metterne uno in un vaso e Grace le promise che lo avrebbe fatto.

Quando la bambina cominciò ad accusare la stanchezza, Grace la prese in braccio e si congedò da Chelsea

Hai chiesto scusa a Marcus?”, le domandò la vampira, lei si morse il labbro inferiore, poi rispose

No, non ancora”, disse semplicemente

Fallo al più presto”

Non dubitare”.

Una volta messa a letto Emily, decise che sarebbe andata alla ricerca del vampiro e sarebbe riuscita a scusarsi

E se lui avesse continuato a impedirle di parlare, avrebbe preteso una spiegazione a quel trattamento.

 

Emily dormiva profondamente, con stretto a sé il peluche di un orsetto polare bianco, comperatole da Chelsea quando aveva saputo che ne possedeva uno uguale a casa sua, lei e Grace inventarono la storia dell'orsetto che era giunto fino a lei da casa e la bambina si era immediatamente coricata abbracciandolo forte, nel suo letto bianco invaso dai cuscini; tuttavia, prima di fare ciò, aveva preteso di raccontare all'orsetto tutto quello che aveva fatto durante la sua assenza,. Aveva ritardato il suo quotidiano sonnellino di più di un'ora, tanto che persino Grace si era leggermente assopita, ascoltandola narrare le vicende di lei, Chelsea e degli altri vampiri; vampiri dagli occhi “color fragola”, come li chiamava Emily, ridendo. quando aveva riaperto gli occhi, Emily dormiva profondamente, ma anche lei aveva riposato circa un'altra ora.

Grace lasciò la stanza in punta di piedi per non svegliare la bambina, dopodiché chiuse a doppia mandata la porta (come sempre) e si diresse alla ricerca del vampiro, stavolta con la meta precisa della sala da pranzo, sicura che l'avrebbe trovato lì, forse nella stessa posizione di quella mattina.

Invece, quando giunse all'interno della stanza, la trovò vuota

Oh perfetto”, esclamò, ricordandosi poi della sala dei troni . . . in effetti, era più logico che gli anziani passassero la maggior parte del loro tempo lì, piuttosto che in quella stanza.

Purtroppo erano passati molti giorni da quando Grace si era recata per l'ultima volta alla sala dei troni, dunque la ragazza faticò non poco a trovare la strada giusta; attraversò diversi cunicoli e passaggi che neanche ricordava

Finché, con sua grande sorpresa, non arrivò ad un corridoio che riconobbe all'istante:

Era quello che avevano imboccato lei ed Emily il primo giorno

Era il passaggio che conduceva all'arcata dietro la quale si erano nascoste.

Come quel primo giorno, Grace sbirciò oltre l'arcata, riconoscendo le sagome dei tre anziani, intenti a discutere

Accidenti”, esclamò, dato che aveva sperato di trovare Marcus da solo

La questione è ancora dolorosa da affrontare per me”, stava spiegando Aro, in tono sofferente, ma che suonava inconfondibilmente falso, “I Cullen hanno avuto la loro vittoria”

Per quanto ancora vorrai tirare avanti questa diatriba Aro?”, domandò Caius, a denti stretti

Fin quando sarà necessario”

Se non ti spiace preferirei evitare l'argomento per oggi, adesso, se non ricordi, dobbiamo incontrarci con Eliza per discutere i preparativi”

Mio caro fratello, sei sempre pronto a rimembrarmi i miei doveri”

Qualcuno deve pur farlo, Marcus vuoi . . .”
“Resterò qui ancora un po', voi andate pure”

Da dietro l'arcata, Grace ringraziò per quel colpo di fortuna, che le avrebbe permesso di parlare con il vampiro faccia a faccia, sarebbe stato più facile.

Attese alcuni secondi, il tempo di far allontanare Aro e Caius di quanto dovuto, dopodiché prese un respiro e uscì allo scoperto; bastò che i suoi sandali risuonassero nella sala il tempo di due passi, perché il vampiro dagli occhi rossi si voltasse verso di lei; Grace questa volta era decisa a non farsi intimidire né a bloccarsi, qualsiasi gesto il vampiro avrebbe compiuto

Devo parlar . . . le”

Avrebbe osservato tutta la cortesia possibile, persino rivolgersi a lui nello stesso tono cavalleresco che usavano i vampiri anziani di quel clan (persino Chelsea, a volte, le dava del lei, spiegandole che nell'alta società dei vampiri si usava così, che cosa fosse quell'“alta società” poi, restava un mistero)

Marcus non attese troppo, nel giro di un attimo si era già voltato e incamminato verso tutt'altra destinazione

Non questa volta

Ehi!”, esclamò Grace, correndogli dietro, sapendo bene che il suo comportamento adesso non aveva più del cordiale, ma non permetteva di essere evitata in quel modo

Gli arrivò davanti, frapponendosi a lui e ad una delle arcate, il vampiro sembrò perplesso da quel suo gesto

Le devo parlare e gradirei che mi ascoltasse”, esclamò Grace, scandendo bene ogni parola

Marcus alzò lo sguardo e lei sapeva che cosa sarebbe successo

La sorpassò, ignorandola nuovamente, ancora una volta

. . .”

Lei si voltò e, vedendolo allontanarsi senza il minimo rispetto, né per lei, né per le scuse che aveva cercato in tutti i modi di porre, si sentì montare addosso un'enorme rabbia

Credevo che circa tremila anni di vita le avessero insegnato un po' di buone maniere!”, esclamò, “Dove sarebbe la galanteria che voi Volturi vi vantate tanto di possedere‽‽”

A quel punto, Marcus si bloccò

Le sue parole avevano finalmente attirato l'attenzione del vampiro che, con grande lentezza, si voltò a guardarla

E forse, ma poteva essere un'illusione, per un attimo sembrò guardare lei

Ho cercato in tutti i modi di porle le mie scuse, ma a quanto pare non le interessano, ho cercato di scusarmi in modo cordiale ma . . .”

Ma, arrivati a quel punto, avrebbe dovuto essere lui a scusarsi con lei

Avrebbe voluto dirglielo, ma ritenne che avrebbe preteso troppo da un vampiro

Interrompendosi a metà, Grace girò i tacchi e si allontanò a grandi passi verso un corridoio, il più lontano possibile da quel vampiro.

Si accorse solo dopo diversi metri, di aver imboccato una strada che non conosceva minimamente, “Splendido!”, esclamò, ma di tornare indietro non se ne parlava, non avrebbe subito l'umiliazione di essere ignorata per l'ennesima volta, dunque aumentò il passo sperando che quel percorso finisse presto e la riconducesse nella sua stanza, da Emily.

Il realtà la sua camminata si rivelò molto più lunga del previsto: di porte neanche l'ombra, in compenso incontrò una gran quantità di bivi, percorsi, cunicoli, anfratti, ma niente che lasciasse presagire la fine di quel lungo percorso.

Forse questa è una strada senza uscita”

Si figurò l'immagine delle vecchie catacombe che si nascondevano in ogni vecchio palazzo, piene di mummie dimenticate da secoli, giacenti nella più totale oscurità

Per poco non si lasciò scappare un grido.

Fortunatamente, la sua previsione si rivelò errata: scovò finalmente una porta di legno, con maniglia e cardini in ferro nero, corse incontro ad essa a tutta velocità e afferrò saldamente la maniglia con entrambe le mani, sperando che non fosse chiusa

Non lo era

Meno male”

In qualunque luogo avesse condotto, non poteva essere peggio di quel corridoio interminabile

La spalancò.

Rimase accecata dalla luce del Sole al tramonto, i cui raggi, prima di scomparire all'orizzonte, picchiavano al suolo più splendenti che mai; lanciò un grido, coprendosi il volto con una mano

. . .”

Per un attimo, le tornò in mente il suo sogno di quella mattina, attese impaziente di riacquistare la vista

Ciò che le si delineò davanti, fu un luogo meraviglioso

Mio Dio”

Aveva sì chiesto un posto che fosse migliore del sotterraneo angusto che aveva appena lasciato, ma “quello” era doveva essere il giardino più bello di Volterra:

Era immenso, vi erano alberi piantati ovunque e tutti sembravano appartenere ad un tipo diverso, la luce del Sole rispondeva su mucchi di fiori sistemati in vasi di terracotta, o fra cespugli d'ogni colore, era circondato da mura di pietra e Grace, voltandosi, scoprì che quello che si era lasciata alle spalle non poteva essere il Palazzo dei Priori, le mura erano ricoperte d'erba e rampicanti in piena fioritura, tante piccole scalette davano l'accesso ai livelli superiori delle mura, permettendo di ammirare più da vicino gli splendidi fiori lungo di esse

Ma è . . . è meraviglioso”

Un simile giardino appariva irreale, magico, era come trovarsi all'interno di un sogno

Il suo sogno

Incredibile”

Possibile che avesse avuto una sorta di sogno premonitore? Era pur vero che non c'era traccia né del palazzo bianco né della fontana, ma la luce solare, la grande varietà di fiori, gli odori che sentiva, erano identici a quelli del suo sogno.

Sentì il bisogno di osservare attentamente ogni pianta, persa in quella meraviglia botanica, estasiata dai profumi, contemplò le rose, ammirò le orchidee, annusò gli iris, riconobbe piante che non aveva occasione di vedere da anni

Questo posto è un paradiso”, pensò, doveva assolutamente portare anche Emily laggiù.

Desiderò poter contemplare anche i fiori presenti sulle mura, sicura che sarebbero stati altrettanto splendidi, si voltò nuovamente verso il palazzo, in cerca di una scaletta dalla quale poter accedere ad esse

Fu allora che si accorse della figura che chiudeva la stessa porta dalla quale era entrata lei

Restò immobile per alcuni secondi, fissandolo mentre si guardava intorno e poi posava gli occhi rossi dritti su di lei. Erano diretti a lei, non all'immenso giardino alle sue spalle.

Marcus

Il vampiro l'aveva seguita, il vampiro che credeva avesse deciso di non prestarle più la minima attenzione, il vampiro a cui aveva urlato contro, prima di fuggire via; Marcus l'aveva seguita lungo tutto il suo tragitto, finché non era giunta in quel giardino.

Lasciò che il vampiro dai lunghi capelli bruni si avvicinasse a lei finché non le fu davanti, in silenzio; l'espressione della ragazza, seppur seria, ma la sua mente era scossa da un'infinità di pensieri, primo fra tutti, la consapevolezza che gli occhi di Marcus la stessero guardando, che non la attraversassero facendola apparire trasparente. Si chiedeva se ciò fosse un bene, oppure un male.

Quando Marcus si trovò a due passi di distanza, Grace vide per la prima volta, forse unica, nella sua vita, un vampiro chinare la testa di fronte a lei

Sono venuto a porgerti le mie scuse più sincere”, sussurrò il vampiro, alzando lo sguardo, “per il mio comportamento durante tutta questa lunga giornata”

Quelle parole suonarono, se possibile, più irreali di tutto ciò che stava intorno a lei, le parvero un'illusione tale e quale al suo sogno, “Cosa?”, non poté fare a meno di domandare e il vampiro ripeté le sue scuse

Mi sono comportato in modo estremamente indecoroso”, le disse, a voce bassa, ma indubbiamente sincera, al silenzio di Grace, lui sembrò riflettere attentamente su come continuare; le parve che i loro ruoli si fossero invertiti e che, adesso, c'erano una ragazza offesa ed un vampiro intento a trovare le parole giuste per scusarsi, non il contrario, com'era stato durante tutto quel giorno

Spero che vorrai perdonarmi”

Il tono era sincero, gli occhi rossi non si staccavano dai suoi, azzurri come il cielo, sul volto era visibile l'interesse per la sua risposta, ci teneva al suo perdono e stava mostrandosi più interessato di quanto lei l'avesse mai visto

Ciononostante, Grace non resistette alla tentazione di dare al vampiro un assaggio di ciò che aveva provato lei quel giorno

Ho cercato inutilmente di porgerti le mie scuse”, disse, abbandonando il tono reverenziale, mantenendosi tuttavia calma, “e ho ricevuto soltanto rifiuti che non mi hanno neanche permesso di cominciare”

Se non fosse che i vampiri non respiravano, Grace avrebbe giurato che Marcus avesse emesso un sospiro di rassegnazione

E adesso di punto in bianco vengo seguita e dopodiché mi si porgono delle scuse che dovrei accettare senza pretendere una minima spiegazione?”

Il vampiro distolse lo sguardo, chiaramente intenzionato a non soddisfare la sua richiesta di spiegazioni

Dovrei accettare senza pretendere una ragione del perché sono stata deliberatamente ignorata fino a adesso, solo perché ora con un voltafaccia, di cui non capisco assolutamente il senso, mi vengono porte delle scuse?”, continuò, ricevendo di risposta solo un muto silenzio

Non è possibile”

Come aveva fatto lui fin troppe volte, Grace si allontanò dirigendosi verso la porta di legno, oltrepassando il vampiro silenzioso, pronta a stringere quella maniglia rilucente al Sole e a tuffarsi nuovamente in quel corridoio illuminato solo dalla debole luce delle torce

Aspetta”

L'udire quella parola la fece girare di scatto, accorgendosi che Marcus si era voltato tanto velocemente quanto lei

La stava fissando con occhi che lei poteva definire solo come “imploranti”, ciò era assurdo e assolutamente illogico, ma era reale, reale come il luogo in cui si trovava, reale come le scuse che Marcus le aveva rivolto: quel vampiro dall'aria perennemente annoiata, l'aveva supplicata di non andarsene.

Non poté trattenersi dal guardarlo in volto, la cui espressione non aveva mia visto, né avrebbe mai creduto di poter vedere; venne tentata dal desiderio di accettare le sue scuse senza pensarci due volte

Tuttavia quegli occhi, quel viso, “vivi” come non erano mai stati in sua presenza, la spingevano a continuare, si accorse di sentirsi quasi divertita, non che fosse una sadica, anzi, non aveva mai sopportato neanche l'idea di provocare dolore ad altri, ma non riusciva a resistere a quel volto perennemente privo di vita che adesso sembrava bramare le sue attenzioni. Pur senza infierire, sentiva il bisogno di prolungare quella situazione

Si sciolse in un sorriso, in modo che fosse ben chiara la sua intenzione di perdonarlo, ma non prima di avere esposto le sue ragioni

Dovresti cercare di immaginare come mi sento”, disse, voltandosi, Marcus dovette credere che se ne stesse andando, perché si mosse verso di lei, ma Grace imboccò velocemente la scala di pietra che saliva al primo livello delle mura

Dove vai?”, fu la domanda del vampiro, lei si voltò e assaporò finalmente la gioia di guardare un vampiro dall'alto in basso, seppure in modo diverso da quello in cui loro guardavano lei

Il comportamento che hai tenuto non si addice affatto ad un vampiro di tremila anni”, disse, ripetendo ciò che gli aveva gridato contro nella sala dei troni, ma in modo più cordiale, vagamente scherzoso, sentendosi quasi in preda al riso nel vederlo avvicinarsi al muro sul quale lei si trovava; essendo molto alto riusciva ad arrivarle fin sopra le caviglie, avrebbe anche potuto afferrarla e trascinarla giù, se avesse voluto ***

Grace cominciò a camminare lungo il muro, sfiorando delicatamente le foglie e i boccioli dei rampicanti,“secoli e secoli di frequentazioni dovrebbero insegnare impeccabilmente le buone maniere”, continuò, stupendosi del fatto che lui sembrava prenderla sul serio

Stava cessando di prendersi sul serio lei stessa

Ammetto di essere stato sgarbato”

Mi sembra il minimo, dunque è troppo pretendere una spiegazione?”

A quel punto, Marcus sembrò prendere fiato (impossibile, i vampiri non respiravano), guardandola poi con i suoi occhi in cui si specchiava un misto di costernazione e rassegnazione

Sarebbe troppo chiedere che un vampiro vecchio di tremila anni sia possessore di segreti che non può rivelare, anche se causa di comportamenti indecorosi?”

A quelle parole, Grace si bloccò, davanti ad un mazzo di rose bianche, si concentrò a lungo sullo sguardo del vampiro, nel quale leggeva tutta la sua sincerità . . . e il suo bisogno di perdono

Vederlo in preda ad emozioni così umane lo fece sembrare, ai suoi occhi, come se fosse lui stesso un uomo, non un vampiro, non un essere che si nutriva di sangue, vecchio cento volte più di lei, ma un uomo . . . certo, dall'aspetto d'altri tempi, venuto fuori da un romanzo dell'ottocento, ma pur sempre un uomo

Sì”, sussurrò infine, “sì, immagino di sì”, aggiunse a voce più alta

Se non è troppo, allora vorrei porgerti nuovamente le mie scuse, anche se incomplete ma sincere”, prese una pausa, “e spero che vorrai accettarle”

Restò a guardarla, visibilmente teso e ansioso di una risposta

Grace si fece attendere solo un altro po', domandandosi se, una volta concluso tutto, lui sarebbe tornato il vampiro apatico e annoiato di prima

Sì, le accetto con piacere”

E accadde un ennesimo miracolo, nel momento in cui Marcus si abbandonò ad un mezzo sorriso

Sollevato

Puoi scendere adesso?”, domandò, allungando una mano verso di lei, ornata da un anello d'oro con su incastonato uno smeraldo

Va bene”, rispose lei, afferrando quella mano fredda e liscia e lasciandosi andare

Oh!”

Forse l'altezza di Marcus le aveva fatto credere che il muretto fosse più basso, forse la sua intenzione era di poggiare un sandalo sulla pietra e l'altro a terra, ma il muretto si rivelò più scivoloso del previsto

Ad ogni modo, Grace si ritrovò a perdere l'equilibrio sentendosi afferrare da due mani che la strinsero poco sotto le spalle, il contatto con quelle dita fredde sulla pelle le fece emettere un grido

Stai bene?”, le domandò il vampiro, credendo che si fosse ferita in qualche modo scendendo

Sì sto bene”, lo rassicurò lei, alzando lo sguardo

Si ritrovò con gli occhi del vampiro a pochi centimetri dai suoi

Non aveva mai osservato quegli occhi rossi così da vicino, neanche con Chelsea

Fu una piacevole sorpresa scoprire che stavano guardando proprio lei, avere lo sguardo di Marcus finalmente puntato addosso non era un brutto segno, come aveva temuto all'inizio; ricevere attenzioni da chi non ne prestava mai a nulla era indubbiamente piacevole.

Un gesto alquanto cavalleresco”, commentò Grace, sorridendo al vampiro, che sembrò non comprendere il suo umorismo, fissandola spaesato

Spaesato, un'altra espressione che non aveva mai visto in Marcus, né in lui, né in nessun altro vampiro

Posso ritenermi perdonato?”, domandò il vampiro, lasciandola andare

Non ne sono totalmente sicura”, rispose lei, incamminandosi, realmente questa volta, verso la porta, seguita a distanza di un passo dal vampiro, “resta il fatto che mi è stata fornita una spiegazione incompleta”

Troverò il modo di farmi perdonare in altro modo”, le assicurò Marcus, “perciò, qualunque cosa ti venga in mente finché non ti sentirai ripagata . . .”

Grace colse al volo l'occasione e, con una mezza piroetta, le mani incrociate dietro la schiena, fu di nuovo davanti al vampiro

Per cominciare, ho già in mente un'azione che sarebbe apprezzata”

Lui restò in silenzio, in attesa

Ho l'occasione di conversare con pochissime persone, Chelsea esclusa, per il resto da tutti voialtri vampiri sto ricevendo solo occhiate gelide . . . o predatorie, gradirei poter parlare anche con qualcun altro”

Attese ansiosa (ma cercando di mostrarsi indifferente) la risposta del vampiro, che soppesò attentamente la sua domanda, stupito che da lei potesse giungere una simile richiesta

O almeno, così Grace interpretò ciò che stava passando dietro quegli occhi rossi, durante i secondi di silenzio che seguirono alla sua richiesta

Sarà un onore”, rispose infine Marcus, chinando lievemente il capo

Splendido”, il suo tono fu calmo e pacato, ma avrebbe voluto poter gridare per la contentezza: non solo si era chiarita con il vampiro, ma aveva trovato un'altra persona con cui poter passare il tempo, oltre a Chelsea

Le tornarono in mente le parole della vampira bionda

Devi imparare a conoscerli”

Ci stava riuscendo, lentamente, ma sembrava proprio che ci stesse riuscendo.

Adesso”, disse lei, spalancando la porta, “saresti così gentile da mostrarmi come tornare indietro? Temo che se vado avanti da sola mi perderò per l'eternità”

Un altro vantaggio era che, fintanto che camminava affianco a Marcus, non si sarebbe persa più.

Difficile che un vampiro residente in quel palazzo da oltre un millennio potesse perdere la strada.

***

 

Non riesco a crederci: dorme ancora”

La piccola Emily stava abbracciando il suo orsetto polare come se Grace l'avesse lasciata dieci minuti prima, nella stessa posizione e con l'aria beata di chi sta sognando qualcosa di meraviglioso; la ragazza restò a contemplare per qualche secondo il corpicino addormentato della bambina, accarezzandole capelli, sentendosi in pace col mondo e con sé stessa, un'emozione che soltanto Emily era in grado di dare.

La scosse delicatamente e le diede un bacio, Emily cominciò a muovere braccia e gambe, mentre si staccava dal sonno e tornava nel mondo reale, le ci volevano dai trenta secondi al minuto esatto per aprire gli occhi dopo quella strana ginnastica e Grace decise di lasciarle tutto il tempo che voleva.

Marcus l'aveva accompagnata fino alla sala dei troni, era stato allora che si era accorta del fatto che era lei a non essersi scusata, non direttamente almeno: si era domandata se il vampiro ci avesse fatto caso, ma infine aveva deciso di salutarlo senza accennare più alla questione, decisa a ritornarci in seguito. La verità era che non voleva rischiare di rovinare il miracolo che sembrava fosse avvenuto in quel giardino.

Tornando nella sua stanza, si voltò a guardare il suo vaso brulicante di vita, ricordandosi che doveva chiedere a Chelsea una scorta d'acqua

Ah!”

Grace”, la chiamò Emily, con la voce impastata dal sonno, “pecché”, (con la voce “decisamente” ancora assonnata), “hai ur . . . ur . . . urlato?”

C'è una sorpresa per te quando sei pronta”, le rispose Grace

In realtà era stata una sorpresa anche per lei:

Sotto ai due grandi fiori fucsia, erano spuntati almeno una ventina di piccoli fiori bianchi che avevano occupato tutto il vaso

Credo che ci servirà un vaso più grande”

Se le piante continuavano a crescere con quel ritmo, presto sarebbe comparsa una vera e propria serra nel palazzo dei Volturi.

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

Non v'è situazione che non offra spunto per una nuova ricetta. L'ispirazione può giungere all'improvviso, persino nel sonno.

E se se ne cade preda, essa va conservata gelosamente. Potrebbero volerci giorni, settimane, prima di poterla utilizzare. Ma mai, per nulla al mondo, bisogna lasciarsi scappare un'idea che ha desiderato giungere fino a noi.

 

*** L'angolo dell'asterisco ***

*la piccola Emily ha l'abitudine di giocare dopo pranzo, cadendo finalmente preda della stanchezza intorno alle quattro del pomeriggio e risvegliandosi verso le sei o le sette; un gran problema per la defunta Jessica, che dopo pranzo avrebbe tanto voluto poter sbrigare le faccende in santa pace.

** Sui “non ti scordar di me” circola la leggenda di una ragazza bellissima quanto viziata: ella passeggiava per le campagne col suo pretendente, che qualunque cosa avrebbe fatto per conquistarla; lei ordinò al giovane di cogliere per lei alcuni fiori azzurri situati sull'urlo di un crepaccio, ma lui, nel tentativo, precipitò. Pare che i fiori, da quel triste giorno, racchiusero in essi il desiderio del giovane non di esser mai dimenticato dalla sua amata.

StregaSibilla si è commossa.

*** L'attore (beh, l'ingrediente) che presta il volto a Marcus è alto circa 1.95 metri, perciò molto più alto di Grace, che arriva all'altezza di 1.67.

 

In conclusione, StregaSibilla vuole consigliarvi una streghetta e uno stregone di tutto rispetto:

Il primo è IlConteSandstorm, per le amanti di quelle gustosissime ricette chiamate “Yaoi”: Storie originali scritte con uno stile e una maestria che cattura sin dalla primissima pagina; StregaSibilla non ha ancora trovato uno stile di scrittura migliore di quello del Conte.

La seconda è la promettente scrittrice di One-Shot (e non) Adria_Volturi: le sue One-Shot sono un piatto semplice quanto sfizioso, in grado di regalare sorrisi preziosi.

Dall'antro della strega, è tutto.

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Capitolo 6
*** news unexpected ***


Il calderone della strega

 

La cucina non è un luogo di solitudine: in cucina è bello osservare il viavai di persone che sbircia dentro ai calderoni, che annusa gli odori, che pregusta con l'acquolina in bocca i piatti che serviremo a tavola. Certe volte potremmo ricevere consigli preziosi per le nostre ricette e se avremo la pazienza di ascoltarli si potrà migliorare fino ad ottenere risultati inaspettati.

Spesso serve solo un piccolo incoraggiamento.

Dal ricettario del calderone della strega.

P.S. *** L'angolo dell'asterisco *** prosegue.

 

 

CAPITOLO CINQUE

 

 

Ritornare in quel giardino incantato fu come spingere nuovamente il tasto “play” dopo aver tenuto il film in pausa per tutto il giorno: ti metti comodo, ti sistemi sul divano, osservi le scene iniziali del film e inizi a chiederti “dove eravamo rimasti?”.

Grace cercò di mettere a fuoco gli splendidi fiori e le centinaia di piante di quel giardino, ma il Sole risplendeva forte su di ogni superficie, rendendone i contorni luminosi e indefiniti; tuttavia l'attenzione della ragazza si spostò presto verso la figura che l'aspettava oltre la fontana di pietra

Non si sarebbe permessa di svegliarsi senza prima aver finalmente parlato con lei.

Mosse il primo passo sull'erba colorata di luce, nello stesso istante la donna di voltò e le andò incontro, mostrando un ampio sorriso, dalle labbra rosse come coralli e dai denti bianchissimi e perfetti. Le sembrò strano riuscire a scorgere quel sorriso così nitidamente malgrado la distanza fra loro, ma in un certo senso fu come se se lo aspettasse. Mise a fuoco ogni dettagli del suo viso, a mano a mano che si avvicinava, vedendo comparire un volto che la sorprese sempre di più: le parve quasi blasfemo, ma non poté fare a meno di riconoscersi in qualche modo nella donna.

In realtà, la sua bellezza non aveva eguali e non poteva essere paragonata a quella di Grace, gli occhi erano verde smeraldo e non azzurri come quelli della ragazza, i capelli alla luce del Sole avevano il colore dell'oro, mentre Grace aveva i capelli molto scuri e lisci, non mossi

Eppure, nel suo naso piccolo e dalla punta tonda, lievemente rivolta all'insù, nelle sue labbra rosse e perfettamente definite, nello stesso contorno di tutto il viso, in tutto ciò, era così sbagliato notare una certa somiglianza? Una specie di specchio che la privava di ogni suo difetto, che amplificava i pregi del suo volto e ne eliminava ogni svantaggio; una bella copia in cui la figura originale si poteva riconoscere solamente con un grande sforzo

Chi sei?”, domandò Grace, prima che la donna (doveva avere due o tre anni più di lei) allungasse le braccia, facendole credere che fosse intenzionata a stringerla

Si sentì attraversare come da un vento caldo, non appena la ragazza passò oltre il suo corpo, dirigendosi dietro di lei

Voltandosi, Grace notò che non erano da sole in quel giardino, ma un'altra figura, alta e dai capelli bruni, vestita di un'uniforme cavalleresca, stava venendo incontro alle due

O meglio, alla donna dai capelli dorati

Marcus?”

Non poté confonderlo con nessun altro: i lineamenti erano indubbiamente quelli del vampiro, sebbene non indossasse abiti risalenti al 1800, bensì un'armatura che doveva appartenere, per le sue conoscenze, all'alto medioevo.

I due non parlavano, o forse era Grace a non essere in grado di sentirli, poteva solo osservarli stringersi l'uno le mani dell'altra e scambiarsi sguardi colmi d'affetto

Fu allora che si accorse che la pelle della donna era pallida tanto quella del vampiro e che i suoi occhi avevano perso il loro colore verde smeraldo, sostituiti da due iridi rosse tanto quanto le sue labbra

Malgrado fossero in controluce, riuscì a vederli avvicinare i visi e tendere le labbra, spazzando via ogni concetto di “bacio” che Grace avesse in mente

Ogni film, ogni sequenza intrisa di passione che lei avesse mai visto, che avesse giudicato ineguagliabile, venne ridotta a niente al confronto di quello che sembrava essere l'amore fra i vampiri, l'amore di due compagni che scelgono di restare insieme per l'eternità; un'eternità che, le parole di Chelsea parvero scriversi nel cielo dorato sopra il giardino, era indubbiamente più lunga di quella dei comuni mortali

E fu in quel momento che un nome le salì alle labbra, facendogliele dischiudere e uscendone fuori dolce e delicato com'era la donna che lo portava

Di . . .”

***

 

. . . dyme”

Il Sole accecante fu molto restio a lasciare il posto alla fioca luce che illuminava la stanza di Grace, la ragazza sentì gli occhi bruciarle e sussultò nel letto più volte, il suo corpo protestava per essere stato strappato a quel luogo fatato e trascinato contro la sua volontà nel freddo mondo reale

Didyme”, esclamò questa volta Grace, scandendo bene il nome nonostante si fosse appena svegliata, nessun accenno di incertezza nella sua voce, che al mattino era, come ogni altra voce, impastata dal sonno, malgrado ciò quel nome risuonò chiaro e distinto nella stanza.

La ragazza si mise a sedere, tenendosi una mano sulla fronte, sentendosi intontita e confusa, con i rimasugli del sogno che ancora si rifiutavano di abbandonarla; la sensazione dell'erba sotto i sandali non voleva lasciare il posto alle lenzuola di seta, il calore del Sole non voleva essere sostituito da quello generato dalle coperte, il suo corpo e la sua mente chiedevano solo di ripiombare in quel paradiso, ma purtroppo per lei non era possibile accontentare nessuno dei due.

Malgrado la contrarietà del suo corpo, sulle sue labbra era comparso un sorriso, nel momento in cui aveva ripensato alla donna e al volto che era finalmente riuscita a vedere.

Avrebbe potuto completare il suo disegno, se fosse riuscita a rendere giustizia a una tale bellezza com'era stata Didyme . . . si morse il labbro inferiore intaccando il suo sorriso, domandandosi se quella donna potesse essere davvero Didyme, in fondo che cosa ne sapeva lei? Non aveva mai visto la moglie di Marcus, non aveva mai visto neanche le mogli di Aro e Caius, come poteva esserne certa? Perché aveva pronunciato proprio quel nome?

Avrebbe potuto essere stata condizionata dalle storie che Chelsea le aveva raccontato sulla tragica fine della vampira che era stata sorella di Aro e moglie di Marcus; d'altra parte l'aveva vista baciarsi con Marcus, era ovvio che l'avesse chiamata in quel modo, ma allora quante probabilità c'erano che la vampira avesse avuto quell'aspetto da viva?

Lei credeva ai sogni premonitori?

Indubbiamente, era sempre stata una sognatrice, non che amasse particolarmente i miti e le leggende, salvo quando erano collegati alla storia di un palazzo o di qualsiasi altra costruzione che aveva avuto modo di studiare ed apprezzare; né si era mai interessata di occulto, leggeva l'oroscopo sporadicamente e vi trovava somiglianze con la sua vita come vi trovava evidenti discrepanze

Tuttavia, esistevano i vampiri, alcuni dotati addirittura di poteri, Chelsea le aveva rivelato che esistevano anche i licantropi

Poteva esistere qualcosa che al confronto era così semplice, come i sogni premonitori?

Mentre meditava su quella risposta, volse lo sguardo al suo vaso da fiori, domandandosi quanti altri piccoli fiorellini fossero spuntati durante la notte, ormai non si sarebbe meravigliata se i due fiori fucsia fossero divenuti alti mezzo metro e i fiori bianchi si fossero sparsi tutt'intorno

Ah!”

E, malgrado ciò, quelle piante furono ancora in grado di stupirla:

Dal vaso erano spuntate lunghe fronde di rampicanti di colore verde scuro, con foglie colorate da uno strano motivo tigrato, foglie verde chiaro su cui si delineavano righe più scure, a formare il comune manto del felino; i rampicanti e le foglie, a forma di punta di freccia, si erano sparsi sull'antico mobile in legno ed erano scesi a terra fin quasi a toccare il suolo, una parte si era già impossessata del palo della lampada a muro e presto avrebbe raggiunto il paralume.

Avrebbe dovuto anticipare i lavori di botanica al giorno stesso.

Svegliare Emily non fu un'impresa difficile, le bastò nominarle il “magico vaso dei fiori”, come la bambina l'aveva battezzato, per vederla correre giù dal letto e iniziare a saltellare di gioia alla vista delle nuove piante che si erano aggiunte al vaso

Purtroppo le dovremo togliere da qui, è un posto troppo buio e stretto per loro”

Ormai Grace non credeva più che fossero semplici piante, non sarebbero mai potute crescere in un luogo senza luce solare, malgrado la ragazza le innaffiasse regolarmente: si era ormai convinta che anche in quei fiori dovesse esserci qualcosa di soprannaturale

Perciò, era molto curiosa di scoprire come e quanto sarebbero cresciute se le avesse piantate su di un terreno adatto, il cortile interno per esempio.

 

Mi sembra un'ottima idea Grace, di più, è fantastica! Questo cortile sembra aver ripreso vita dopo secoli, sarebbe stupendo se tornasse ad essere un piccolo paradiso”

Grace aveva esposto la sua idea a Chelsea poche ore dopo, era quasi mezzogiorno e come sempre le due stavano trascorrendo un'ora insieme ad Emily nel piccolo quadrato di verde del palazzo; quando le aveva spiegato che intendeva mettersi a piantare fiori che crescevano a ritmo dieci volte superiore degli OGM, aveva immaginato che la vampira le avrebbe fatto i complimenti dicendole che era una buona idea, non certo che si sarebbe messa a saltellare per il cortile in preda a un'eccitazione che Grace credeva che i vampiri non manifestassero per nulla, eccetto per il sangue.

Hai notato che stanno spuntando boccioli perfino dalle erbacce e dalle ortiche? Le rose sulle colonne sono fiorite quasi del tutto e gli Iris stanno invadendo il cortile, non so davvero come sia possibile ma non avevo mai visto un luogo trasformarsi così velocemente, se quel vaso cresce a ritmo così veloce in capo ad una settimana questo piccolo cortile potrebbe competere con i giardini di Boboli!”

In effetti, quei giardini, una delle tante meraviglie di Firenze, visitati ogni giorno da migliaia di turisti, potevano vantare un fiore che stava sbocciando da una pianta di ortica?

In realtà c'era un luogo ancora più spettacolare, anzi, per l'esattezza ce n'erano due, uno Grace l'aveva visitato il giorno prima

L'altro, per quel che ne sapeva, esisteva solo nei suoi sogni.

Allora, hai poi chiarito il tuo problema con uno dei . . . come li chiami tu Emily?”

Signori!”

Hai poi chiarito il problema con uno dei nostri “Signori?”

Grace aprì la bocca per informarla che, sì, fortunatamente tutto era a posto, anzi, che sperava di aver trovato un altro vampiro con cui poter parlare, quando Chelsea la bloccò alzando una mano

No, aspetta, parli del diavolo, anzi, parli del vampiro: eccoli”

I Signori!”

Emily interruppe il suo gioco (correre dietro ad una povera lucertola) per andare incontro ai cinque vampiri che si stavano dirigendo verso di loro: Aro, in testa al gruppo, camminava tenendo le mani in modo che le punte delle dita si toccassero fra di loro, Renata lo seguiva quasi incollata alla sua tunica nera, Caius e Marcus camminavano più lenti, tanto quanto bastava per non essere troppo vicini ad Aro, Demetri chiudeva il gruppo.

Alla vista di Demetri, Grace si affrettò a correre dietro a Emily, prendendola in braccio prima che potesse compiere un gesto sconsiderato, come per esempio calpestare una delle tuniche dei vampiri

Mie care ospiti! Come ogni mattina è un piacere vedervi”

Il piacere è nostro”, rispose Grace, chinando il capo

Ciao Signori!”, trillò Emily, esibendosi in un inchino talmente lungo da rischiare di cadere dalle braccia di Grace

Aro, davanti a loro, sorrise, come Renata, Chelsea accanto a lei, e Demetri dietro a tutti, Caius parve rassegnarsi all'idea che, con quella bambina nei paraggi, la pace non poteva regnare nel suo amato palazzo

Volevi me Aro?”, domandò Chelsea

No, per la verità anche le due signorine dovrebbero prestare attenzione a ciò che sto per annunciare”

Ossia?”

Sul volto di Aro il sorriso si ampliò a dismisura

Fra quattro giorni si terrà un ricevimento qui a palazzo”

Chelsea apparve incredula, spalancò la bocca e fissò Aro estasiata

Sul serio? Sono circa . . . due anni che nel palazzo non si organizzano ricevimenti, temevo che ormai avessi deciso di far passare anche questo anno per organizzarne un altro”

Negli ultimi mesi, purtroppo, il nostro Clan è stato impegnato in questioni di grande rilevanza, ma non possiamo permetterci di mancare nuovamente l'annuale gran ricevimento della nostra specie, per quest'anno ho in mente qualcosa di “grandioso”, sarà un evento memorabile”

Aro espose il tutto muovendo teatralmente le mani e lanciando occhiate al cielo, come se volesse elevarsi fin sopra le nuvole per descrivere ciò che si aspettava da quell'evento; né Caius, né Marcus, neanche Demetri, sembravano particolarmente entusiasti della cosa, Grace invece non aveva idea di che cosa Aro stesse parlando, forse di un'annuale “riunione di famiglia” vampiresca

Il pezzo forte di quest'anno sarà il giovane Ishmael vero?”

Brillante e acuta come sempre mia cara”

Grace si domandò chi mai potesse essere Ishmael, forse un vampiro trasformato da poco?

Con lo sguardo, passò oltre ad Aro e Chelsea, che continuavano a discutere, e posò gli occhi sul vampiro che in quel momento stava fissando il piccolo cortile

Chissà se aveva notato una qualche differenza nel luogo

Chissà se lo stava guardando davvero

Chissà se avrebbe mantenuto la sua promessa di offrirle compagnia, o se l'apatia con la quale trascorreva le sue giornate avrebbe ripreso il sopravvento su di lui

Marcus distolse lo sguardo dal cortile e lo posò su di lei, sulle labbra della ragazza sfuggì un sorriso di saluto, ricambiato da un appena accennato movimento del capo del vampiro

E dunque voi mie care”, esclamò Aro, distogliendola da Marcus e concentrandola sull'altro anziano del clan, “voi due mie giovani ospiti, per quella serata dovrete farci l'immensa cortesia di osservare alcune particolari regole”

Regole?”, domandò Grace, “Regole?”, le fece eco Emily

Comprenderete che il nostro clan è pacifico e che i suoi membri sanno controllarsi”

Sulla prima affermazione, Grace aveva forti dubbi, ma sulla seconda doveva ammettere che Aro sembrava aver ragione

Ma temo che alcuni dei nostri invitati non saprebbero mantenere un controllo sufficiente alla vista di una bambina così giovane e indifesa, perciò ti pregherei”, smise di fissare Grace e puntò gli occhi rossi su Emily, “di rimanere nella tua camera piccola durante la festa”

Lo farò! Non mi farò prendere dai mostri!”, trillò Emily, strappando una risata acuta al vampiro

Splendido! E ora veniamo a te mia giovane amica: la maggior parte dei nostri invitati sono vampiri che camminano su questa terra da secoli, perciò ritengo che “dovrebbero” riuscire a controllarsi alla vista di un'umana . . . comune”

Alla vista di un'umana non destinata ad essere mangiata

Perché alla festa ci saranno persone che verranno mangiate

Grace ebbe un sussulto, cosa che fece sbattere le palpebre ad Aro, che la fissò perplesso

Va tutto bene cara?”

Io . . . grazie, se questo è un invito a partecipare, grazie, ma . . . preferirei restare con Emily, spero che comprenderà”

Perché un tale pensiero doveva tornare ad assillarle la mente proprio adesso? Aveva trascorso alcuni giorni in relativa tranquillità, non voleva tornare ad immaginare il palazzo dei Priori come luogo di banchetto per dei vampiri

Voleva che dentro di lei rimanessero solo le immagini della sua stanza, di quel cortile, della sala da pranzo, di quei lunghi e stretti corridoi che portavano al suo angolo di paradiso

Oh sì certo, capisco, naturale naturale, un vero peccato privare la festa di una giovane bellezza come te, ma pazienza”.

Quando Aro le salutò, invitando poi Chelsea a raggiungerlo il prima possibile, il gruppo di vampiri fece marcia indietro diretto in una delle tante sale dei sotterranei che Grace ancora non conosceva; quando i vampiri si voltarono, Marcus fu l'ultimo a distogliere gli occhi e ad incamminarsi

Tanto bastò a Grace per sperare che ciò che si erano detti il giorno prima non fossero state solo parole al vento.

Chi è Ishmael?”, fu la prima domanda che Grace pose a Chelsea

Oh lui? È un giovane vampiro del clan mediorientale, fa parte di una specie di “esperimento” che si protrae ormai da diversi decenni”

Quale?”, domandò curiosa Grace, poggiando Emily a terra, alla bambina era venuta nuovamente voglia di giocare e aveva iniziato a sgambettare per poter tornare nel cortile e proseguire l'inseguimento della sua lucertola

Beh, da quando i bambini vampiri sono stati proibiti, le donne non hanno comunque rinunciato all'idea di poter allevare figli così, quasi senza che nessuno se ne accorgesse, è cominciata una sorta di ricerca nel tentativo di raggiungere il limite minimo per la trasformazione di un vampiro”

Limite minimo?”, domandò Grace, scuotendo la testa, “Ma . . . ma che significa?”

Per poter comunque allevare altri vampiri come figli, alcune femmine hanno trasformato dei minori, ragazzi di diciassette anni, poi qualcuna ha tentato con dei sedicenni”, Chelsea prese una pausa e scosse il capo, evidentemente non condivideva l'idea di trasformare qualcuno in vampiro solo per soddisfare un istinto di maternità, “Ishmael, quando è stato trasformato, aveva quattordici anni, dieci mesi e sei giorni, quasi quindici dunque”

Oh!”

Sua “madre” asserisce che per lui è possibile controllarsi, se al ricevimento ciò verrà confermato sicuramente nel giro di qualche anno una vampira trasformerà un bambino appena quattordicenne”, la vampira lanciò uno sguardo alla piccola Emily, che correva felice tra l'erba, “ma io non sono convinta che tutto ciò sia una buona idea, presto o tardi una vampira si spingerà oltre il limite e trasformerà un bambino che non sarà in grado di controllarsi, per raggiungere il limite minimo occorre prima trovare qualcuno che lo superi e allora so come andrà a finire: verranno uccisi, lei e il bambino”

Anche Grace si voltò a guardare Emily, in preda ad una preoccupazione diversa da quella di Chelsea, ossia che anche la data della trasformazione di Emily potesse essere anticipata

Riusciva a vedere la sua bambina trasformata in un vampiro? Una creatura che uccideva esseri umani per vivere? Riusciva ad immaginare la sua pelle diventare pallida? I suoi occhi verde smeraldo cambiare colore in rosso vermiglio?

Occhi verdi . . . occhi rossi . . .

Fu sul punto di comprendere qualcosa di molto importante

Dovresti partecipare anche tu al ricevimento”, esclamò Chelsea, desiderosa di cambiare argomento

Oh no, voglio dire, Emily . . .”

La festa andrà avanti per tutta la notte, potresti metterla a letto e poi raggiungerci”

Ma io . . . no Chelsea, non me la sento . . .”

Sappi che passerò i prossimi quattro giorni a tormentarti per convincerti a partecipare”, la minacciò Chelsea, con gli occhi che brillavano, “ti divertirai un mondo”

Da morire”, commentò sarcasticamente Grace.

 

***

 

Scommetto che nessuno di voi, leggendo questa storia, stava pensando a me

Io, che ho affrontato un viaggio di migliaia di kilometri pur di salvare la mia Emily, io che ho abbandonato il caldo Sole dell'Italia e ho intrapreso un viaggio verso un luogo freddo e umido dell'America, questa cittadina così piccola e sperduta; ho promesso che sarei ricomparso di tanto in tanto, per narrarvi il mio ruolo in questa vicenda, il ruolo di Eleazar, il ruolo di Carlisle Cullen.

Sono giunto a Forks assieme al mio caro amico e ho avuto finalmente l'occasione di incontrare Carlisle dopo anni, a quei tempi la sua famiglia contava soltanto lui, sua moglie e tre figli, conoscere gli ultimi quattro arrivati è stato un piacere, soprattutto la celebre Renesmee, l'ibrida.

Suppongo che avrei gioito maggiormente di quella deliziosa compagnia, se il mio cuore non fosse stato colmo di dolore per il triste destino che stava subendo la mia Emily, mille orribili scenari si presentavano davanti a me, la mia piccola tris-nipotina circondata da un clan di vampiri assetati del suo giovane sangue, che cosa mai le sarebbe accaduto?

Ed eccomi qui, in questa pagina seggo su di una poltrona rossa e fisso questo gruppo di vampiri che mi cammina davanti: Carlisle che raccomanda di non fare mosse affrettate, Eleazar che concorda con lui, Esme che si copre il volto con le mani, triste per il destino della mia piccola, Isabella che stringe al petto sua figlia e Alice che se ne sta in un angolo aspettando una previsione. Solo Rosalie ed Emmett condividono la mia idea di agire: stanno organizzando un ricevimento e loro hanno ottenuto l'invito, perché non possiamo andarci e portare via Emily quella sera? Questo domando. Come perché non c'è tempo? Perché mi dici che saremmo in svantaggio numerico? Non lo capisci che ogni giorno Emily rischia la vita? Mi è rimasta solo lei, anzi, sono io ad essere rimasto l'unico per lei, non posso lasciarla lì

Calmati, troveremo una soluzione”, questo mi dice, mi assicura che mi aiuterà ed io lo ringrazio di nuovo, ma ciò che davvero vorrei è ripartire per l'Italia oggi stesso, non appena mi è capitato fra le mani l'invito al palazzo dei Priori.

Ciò che si sta delineando è un piano, ma un piano che non potrà essere messo in atto domani, né dopodomani, né fra quattro giorni, né fra una settimana.

Quanto, quanto dovrò aspettare per abbracciare la mia piccola? Per tenerla al sicuro?

Dentro di me si chiude un altro giorno privo di Jessica, privo di Emily, poi un altro, un altro ancora, rinuncio all'idea di portarla via al ricevimento e mi domando quando avverrà, quanto ancora dovrò attendere; i giorni senza Jessica aumenteranno sempre più, ma quelli senza Emily devono finire presto, ho giurato di proteggere la mia famiglia finché avrò vita e non smetterò, neanche se significa lottare contro la casata dei Volturi.

Fisso il pavimento senza vederlo davvero e mi domando cosa mai sta accadendo adesso alla mia Emily.

La risposta mi è negata

Ma forse, a voi, quel narratore la concederà.

 

***

 

Vedere un fiore sbocciare è un evento magico, capace di emozionare ogni volta come la prima, vedere quei petali che lentamente si dischiudono riempie il cuore di pace; o almeno era ciò che provava Grace, ogni volta che nei suoi vasi, nel suo giardino, si aggiungeva un nuovo fiore e lei aveva la fortuna di assistere alla “nascita”

Figuratevi dunque, la sua felicità nell'assistere alla fioritura di decine di boccioli tutti insieme.

Si trovava nel cortile esterno e stava approfittando del riposo pomeridiano di Emily per terminare il travaso dei suoi fiori nell'erba; tornare ad occuparsi di giardinaggio dopo settimane era stata una vera soddisfazione per lei, si era sentita subito più serena, più calma. In quei giorni Chelsea aveva mantenuto la sua parola e aveva cercato in ogni modo di convincerla a partecipare a quel ricevimento organizzato dai Volturi, ma lei si sentiva troppo spaventata all'idea di trovarsi in mezzo a decine di vampiri, sola.

Accarezzò le piccole foglie dei suoi fiori bianchi, e passò ai suoi rampicanti ricchi di boccioli, voltò lo sguardo da una parte all'altra del cortile in cerca del luogo migliore ove sistemarli, forse ai piedi di una delle colonne, in modo che la usassero poi come appoggio.

Un passatempo estremamente piacevole, occuparsi di fiori”

Quella voce la fece alzare in piedi di colpo, il suo sorriso, che già assumeva senza pensarci quando si occupava dei fiori, si ampliò

Marcus”, esclamò, felice di rivederlo, già due giorni erano trascorsi senza che avesse occasione di parlarci: l'ultima volta era stato un veloce saluto quando lei era passata per la sala da pranzo, dopo Marcus, così come Aro e Caius, era parso molto indaffarato e non avevano più avuto modo di parlare.

Il vampiro le si avvicinò e chinò il capo, nell'abituale saluto che le rivolgeva, poi si mise ad osservare con attenzione i fiori che stava piantando

Splendidi”, commentò

Sono i fiori del mio vaso, finalmente sono riuscita a trovare un posto a tutti”, spiegò lei, visibilmente contenta e soddisfatta del suo operato

Il vaso “magico” di cui mi hai parlato?”, domandò il vampiro, guardandola, “Quello dal quale sono comparse circa dieci specie di fiori diversi?”; in effetti, a cominciare da quattro giorni prima, i rampicanti avevano raggiunto la lunghezza di cinque metri, i primi due fiori avevano dato vita a decine di altri piccoli fiori fucsia ed i fiori bianchi avevano raggiunto la dimensione di rose, ad essi si erano aggiunti altri fiori di tonalità che andavano dal giallo al rosso scuro e Grace era stata costretta a svuotare nuovamente il vaso

Esatto”, esclamò lei, indicando poi i luoghi dove li aveva piantati, “adesso però mi mancano solo questi rampicanti e ho finito”

I boccioli stanno per fiorire”, osservò Marcus, sfiorandoli delicatamente con le dita bianche

Oh sì, purtroppo temo che ci vorrà ancora un giorno”

Avrei una domanda da farti”, le disse il vampiro, abbandonando i fiori e tornando a fissarla, “ma certo, dimmi pure”, gli rispose lei, non poté resistere dal cercare di indovinare l'umore di Marcus, dato che il vampiro conservava ancora il volto inespressivo di sempre, sebbene ormai, quando le parlava, i suoi occhi fossero puntati su di lei e non altrove

Non ti è parsa strana la crescita improvvisa di questi fiori, i tipi di piante così diversi nati da un unico vaso?”

Sì naturalmente”, rispose lei, “ma dato che meno di tre settimane fa ho scoperto l'esistenza dei vampiri, “continuò con un sorrisetto, “non me ne sono stupita più di tanto”

E non hai mai pensato che potresti . . .”, Marcus si interruppe, sembrava serio, evidentemente per lui la questione dei fiori non andava sottovalutata, come aveva creduto lei, così Grace lo spinse a continuare

Non ho mai pensato che cosa?”

Ciò che ti ha detto Eleazar il primo giorno, i poteri di cui tu e Emily siete in possesso, non credi”, sfiorò con le dita un fiore rosso come i suoi occhi, “che la causa di tutto questo possa essere tu?”

Grace reagì spalancando gli occhi e aprendo appena le labbra, il suo sguardo si posò su ogni fiore di quel cortile, accorgendosi che non era solo il suo vaso ad essere brulicante di flora, ma anche quel cortile

Chelsea non le aveva forse detto che quel luogo sembrava essersi ripreso dopo secoli?

Sei stata tu a dirmi che il tuo unico talento era saper curare le piante”

Te ne sei ricordato”

Non riuscì a trattenersi dal dirlo a voce alta, le era parso incredibile che Marcus potesse ricordarsi di un particolare di lei che aveva accennato solo di sfuggita, inoltre quel giorno Marcus aveva lasciato la sua stanza adirato (oppure triste, non era riuscita a comprenderlo)

Ma certo”, rispose il vampiro, come se la ritenesse una cosa ovvia, la incalzò nuovamente sull'argomento dei fiori, “ciò che credo io, Grace, è che sia tu a provocare questa . . . esplosione di vita nelle piante”

La ragazza si domandò se quello fosse un complimento, ma comprese che non era a quello che doveva dare importanza, nelle parole di Marcus era racchiuso ben altro

Tu lo credi davvero?”, gli domandò

Un modo per provarlo ci sarebbe”, le rispose il vampiro, “quale?”

Lui allungò lentamente una mano verso il suo braccio, Grace rimase per qualche secondo interdetta, ma poi lasciò che il vampiro le prendesse la mano, rabbrividendo per la sensazione di freddo che le attraversò il corpo, lui le mise fra le dita un rampicante, con le foglie tigrate che le solleticavano il palmo

Prova a far fiorire questa pianta”, le disse il vampiro, fissandola come mai aveva fatto prima

Ma tu credi davvero che . . .”

Sì”

Fiducia, ecco l'espressione nuova che scorgeva negli occhi del vampiro, ecco che cosa le stava trasmettendo, stava riponendo fiducia nelle sue capacità, c'era della speranza in lui

Conoscendo la sua storia, seppur minimamente, si domandò da quanto tempo Marcus non provasse più quell'emozione, non voleva rischiare di deluderlo; era vero che anche solo l'idea di possedere un qualche talento non l'aveva mai sfiorata, malgrado le parole di Eleazar, ma se Marcus era arrivato al punto di nutrire delle speranze su di lei, allora doveva almeno compiere un piccolo sforzo per accontentarlo.

Chiuse gli occhi e tentò di trovare il modo giusto di far sbocciare quei fiori, di trasmettere alle piante il suo desiderio di vederle fiorire, a che cosa doveva pensare per arrivare a quello?

Cercò di immaginarsi di nuovo la scena del suo vaso in cui sbocciava il primo fiore, il cortile che rifioriva a poco a poco, il meraviglioso giardino nel quale era stata pochi giorni prima

Il giardino colmo di Sole in cui passeggiava ogni notte, nei suoi sogni.

Grace”

La voce di Marcus che la chiamava le fece aprire gli occhi, incontrò quelli rossi del vampiro, che però non fissavano lei, ma il terreno sul quale erano posati i rampicanti colmi di boccioli

Grace guarda”

Mentre spostava lo sguardo da Marcus alle piante, Grace notò un bocciolo che si aprì quasi istantaneamente davanti a lei, poi il bulbo accanto ad esso si schiuse alla stessa incredibile velocità e così fece quello adiacente ai primi due, poi ne sbocciò un quarto, un quinto, un sesto

Nel giro di dieci secondi, ogni singolo fiore presente sui rampicanti era sbocciato, circondandoli di un arcobaleno di tonalità che andavano dall'azzurro chiaro al viola intenso, Grace avvertì un leggero solletico alle caviglie e, abbassando lo sguardo, vide che ai suoi piedi erano comparsi decine di fiori bianchi spuntati direttamente dall'erba ed erano andate a solleticarle la pelle nella parte lasciata scoperta dai sandali. Quei fiori non erano in alcun modo collegati a quelli che Grace aveva desiderato si schiudessero.

È incredibile”, esclamò a bocca aperta, fissando meravigliata ogni fiore che le si era schiuso davanti agli occhi, li riconobbe all'istante, non per nulla erano i suoi preferiti, “sono iris, dei bellissimi iris viola e azzurri”, si voltò estasiata verso Marcus, con un gran sorriso in volto, sentendosi pervasa dalla felicità, “È incredibile”, ripeté

No affatto”, le rispose il vampiro, scuotendo il capo, “hai desiderato tu che sbocciassero questi fiori”

Ma non avrei mai pensato di riuscirci davvero!”, esclamò lei, “Insomma . . . questo vuol dire . . . essere in grado di controllare la natura, è ciò che l'uomo tenta di fare da millenni”

Ed è ciò in cui i vampiri sono riusciti già da svariati secoli”, le rivelò Marcus, “il tuo potere, al confronto di quel giovane del clan egizio non è nulla di particolare”, Grace fu sul punto di chiedergli di chi stesse parlando, ma lui riprese immediatamente, alzando gli occhi verso le colonne ornate di fiori e rampicanti, “tuttavia la tua è una qualità sorprendente per il fatto che si sia manifestata in maniera così evidente, e aggiungerei involontaria, quando tu sei ancora umana, sono ben pochi i poteri in grado di svilupparsi così velocemente senza venire trasformati in vampiri”

Grace non poté fare a meno di sorridere a quelle parole, domandandosi allora di che cosa sarebbe stata capace se fosse divenuta una vampira

In fondo, il potere dei giovani Cullen, di cui Chelsea le aveva parlato, il potere di Marcus, il potere di Didyme, erano dei doni meravigliosi, come poteva essere considerato malvagio chi possedeva il dono di rendere felici le persone? O di salvare delle vite prevedendo il futuro?

Quello che i vampiri erano, ciò era totalmente sbagliato?

Ti perdi sempre nei tuoi pensieri”

Grace si riscosse, alzando gli occhi verso Marcus

Oh! Perdonami, io . . .”

Non scusarti”, la interruppe il vampiro, “non è necessario, piuttosto, tu accetta le mie scuse”

Scuse?”, domandò Grace, “Per che cosa?”

Ultimamente sono stato molto impegnato”, spiegò il vampiro e incominciò ad incamminarsi verso il palazzo, lei, automaticamente, lo seguì. Solo un'ultima occhiata alle sue piante, che avevano risolto i suoi problemi di botanica quando le radici si erano interrate da sole al momento della fioritura. “Il ricevimento che si terrà questa notte è un evento di grande importanza, l'unico che riguarda i vampiri di tutto il Mondo”, continuò Marcus, “parteciparvi non è obbligatorio, ma coloro che vi prendono parte sono più benvoluti dalla nostra comunità”

È un modo per entrare maggiormente nelle vostre grazie?”, domandò Grace, provocandolo, Marcus però distolse lo sguardo e si limitò a non rispondere, lei accettò e pose una domanda ben più importante, “che cosa avviene in queste occasioni?”

Conversazioni”, rispose Marcus, poi attese qualche istante, Grace immaginò che se stesse meditando su cosa potesse rivelarle e su cosa tenerla all'oscuro

Pensieroso, anche così non l'aveva mai visto

Credo che, per un'umana come te, sarebbe più facile immaginarlo come uno dei tanti ricevimenti che si soleva organizzare nel diciottesimo secolo”

Ciò a cui Grace pensò per primo, fu il libro della scrittrice Jane Austen, “Orgoglio e pregiudizio”, oltre a tutte le trasposizioni cinematografiche che aveva avuto modo di vedere, la descrizione dell'alta borghesia del 1700, i balli nelle sontuose ville di campagna, oltre ad una buona dose di intrighi politici e amorosi; avrebbe anche potuto essere così, in fondo era quello l'ambiente in cui Grace si era sentita trasportata, sin da quando aveva posato per la prima volta le scarpe sulla dura pietra dei corridoi sotterranei

Tuttavia, Grace dubitava che avrebbe mai potuto assistere alla scena in cui un signor Darcy e una signora Elizabeth pasteggiavano affondando i loro lunghi canini nel collo del cugino Mister Collins, di quello era proprio costretta a dubitare.

La tua capacità di vagare con la fantasia in qualunque situazione è ammirevole”

Perdonami”, risposte prontamente Grace, chinando il capo e concentrandosi su dove stava mettendo i piedi, “non ho resistito, dovevo cercare di immaginarmi la scena”

Se lo volessi potresti vederlo con i tuoi occhi”

Grace si bloccò nel bel mezzo del corridoio che stavano attraversando, dopo essersi lasciati alle spalle il cortile

Ti ha mandato Chelsea per caso?”

Era possibile che la vampira fosse arrivata, pur di convincerla a partecipare alla festa, a contattare Marcus pregandolo di convincerla?

Tuttavia, le bastò lo sguardo perplesso sul volto del vampiro per rendersi conto che non poteva essere così

Scusami”, esclamò e i due ripresero a camminare, “è che . . . sai Chelsea ha cercato di convincermi sin da quando Aro mi ha proposto di partecipare”

Posso immaginare che cosa ti turbi”, disse il vampiro, svoltando in un corridoio a destra, “sei pur sempre un'umana in un clan di vampiri”, lei assentì con un movimento del capo, “Chelsea si sarà offerta di starti accanto”

Di nuovo, Grace fece cenno di sì

Io stesso non lascerei che ti accadesse qualcosa di spiacevole”, si trattenne per alcuni istanti, “tuttavia credo di aver compreso che non sia questo il tuo problema, mi sbaglio?”

No infatti”, rispose Grace, per un attimo si bloccò, incuriosita dai vari dipinti che adornavano le pareti di quell'ala dei sotterranei, “credo che anche Aro non permetterebbe mai che mi accada qualcosa, è solo che . . .”. Avrebbe voluto spiegargli che, malgrado avesse incontrato Chelsea, malgrado avesse conosciuto lui, non era ancora in grado di mescolarsi tra i vampiri, di parlare con loro senza pensare che essi si nutrivano di sangue umano; era pur vero che in quel periodo aveva imparato molte cose: che i vampiri provavano le stesse emozioni degli umani, che erano capaci di “amare”, che alcuni vampiri sceglievano persino di nutrirsi di animali per non essere costretti ad uccidere. Malgrado tutto ciò, le era impossibile dimenticare il perché si trovasse lì, il perché “Emily” si trovasse lì

Non credeva di essere in grado di sopportare di trovarsi da sola in mezzo a decine, forse centinaia di vampiri

Capisco quello che vorresti dire”

A quelle parole, Grace non poté fare a meno di provare gratitudine verso Marcus, che aveva compreso ciò che provava e le aveva risparmiato l'imbarazzo di doverlo esprimere

Ma sarebbe più facile per te se lo superassi”, concluse il vampiro, fermandosi.

Grace non comprese immediatamente il motivo per cui Marcus aveva smesso di camminare, finché non notò che il corridoio terminava dopo pochi metri, la parete in fondo era adornata da drappi color porpora e da un arazzo posto al centro del muro, raffigurante un paesaggio collinare, forse un qualche luogo presente intorno a Volterra

Perché ci siamo fermati?”

Perdonami, ma adesso devo lasciarti”

Fu allora che la ragazza notò una porta affianco a Marcus, una porta di un colore molto strano, che nella luce soffusa del corridoio le parve dapprima marrone scuro, poi bordeaux, poi rosso, poi nuovamente marrone, poi rosso scuro, ogni tremolio delle torce la faceva apparire di un colore diverso; dovette spostare lo sguardo da essa a Marcus un paio di volte, prima di associare i due

Questa è la tua . . . stanza?”, domandò, visibilmente sorpresa

Non proprio, in realtà sarebbe più corretto dire che questa “ala” del palazzo è riservata a mio uso personale, un privilegio, se così possiamo chiamarlo, riservato ai “Signori”, come direbbe la tua bambina”

Oh capisco”, rispose Grace, in effetti avrebbe dovuto immaginare che ai tre anziani fossero riservate le stanze migliori di tutto il palazzo, anche se si domandava quanto davvero importasse il lusso per dei vampiri: per Aro forse, anzi sicuramente, il prestigio contava e molto, ma Grace era dell'idea che Caius e Marcus non badassero così tanto alle apparenze come il loro compagno.

Non ho mai visto la stanza di un vampiro”

Nel momento esatto in cui pronunciò quella frase, sapeva bene di stare avanzando una richiesta alquanto pericolosa, probabilmente si stava spingendo oltre il consentito, ma la curiosità si era impossessata di lei in un attimo, all'idea di poter entrare nella stanza di un vampiro, in uno “spazio privato”; la camera da letto non è forse il luogo che ognuno plasma secondo il suo carattere, nell'arco di tutta la sua vita? Non è ingombra dei propri film preferiti e dei libri che si sono sfogliati? I muri non sono adornati con i quadri che si sono scelti secondo i nostri gusti? I portafoto non ritraggono forse i momenti più significativi della nostra vita? Chi condivide la stanza con un'altra persona, un fratello, un amico, non cerca sempre di ritagliarsi un proprio spazio?

Quello era ciò che per Grace significava la propria camera . . . e alla luce di ciò non poteva che chiedersi come un vampiro potesse arredarla, un essere che aveva la possibilità di riempirla con i ricordi di secoli, di millenni, non di anni, come un umano.

Marcus rimase con la mano poggiata sulla maniglia, con lo sguardo immobile in un punto che non stava guardando davvero

Vorresti entrare?”, domandò, senza guardarla

Non volevo dire questo”, esclamò lei, ma le suonò falso, vergognosamente falso, si sentì pervadere da un forte imbarazzo e, dopo essersi morsa il labbro inferiore, capì che la cosa giusta da fare era essere semplicemente sincera, “sì, in realtà sarei molto curiosa di vedere la stanza di un vampiro”, ammise, fissando poi Marcus, tentando di decifrare cosa stesse passando dietro quegli occhi rosso vermiglio

Dovrebbe essere un'esperienza eccitante per un'umana?”, domandò, lei si strinse nelle spalle

Per me lo sarebbe”

Lo vide spalancare la porta e posizionarsi affianco ad essa, poi sollevò un braccio e allungò la mano verso di lei

Prego, entra pure”

Sul volto della ragazza comparve un ampio sorriso, non riusciva a credere di aver avuto tanta fortuna, era dell'idea che soltanto Chelsea le avrebbe permesso una cosa del genere e invece . . .

Grazie davvero”, esclamò, entrando.

La prima cosa che la colpì fu la mancanza di un letto, il centro della stanza era quasi vuoto ad eccezione per un enorme tappeto raffigurante una schiera di cavalieri intenta a combattere un enorme drago di color argento, poi il suo sguardo venne catturato dai mobili, di media e piccola grandezza, su cui erano posizionati oggetti di ogni tipo, principalmente dei portafoto e documenti incorniciati, alle pareti erano appese fotografie e non dipinti, tutte in bianco e nero; nell'insieme non poté fare a meno di notare che la stanza fosse arredata con uno stile meno antico rispetto a quello che si sarebbe aspettata, indubbiamente si trattava di un arredamento di lusso, ma caratterizzato da una ricchezza più moderna, i mobili erano in legno pregiato, ma il motivo barocco era completamente assente, la scrivania posta in un angolo era in radica di noce, materiale pregiato risalente agli anni trenta, la luce proveniva da un lampadario a gocce anni quaranta/cinquanta, di colore bianco. Il primo pensiero della ragazza fu che, escluso il tappeto, quella stanza assomigliasse alla postazione di una carica militare del secondo conflitto mondiale, o all'ufficio privato di un ministro del secondo dopoguerra.

È bellissima”

Non mi aspettavo un commento del genere”, rispose il vampiro, “non è esattamente in stile con il palazzo”

Non è certo un peccato”, obiettò Grace, posizionandosi al centro e osservando le numerose foto appese alle pareti, “questa stanza è così . . . viva, al contrario di tutte le altre”

Posso chiederti di spiegarti meglio?”, le domandò il vampiro, chiudendo la porta alle sue spalle

Tanto per cominciare, è la prima stanza in cui vedo un mobile che non abbia più di trecento anni e poi finora non avevo mai visto fotografie quaggiù”, la maggior parte raffiguravano paesaggi, riconobbe la Tour Eiffel e il Colosseo, ne prese una da un comodino, dato che essa raffigurava invece delle persone, prima di guardarla tornò a rivolgersi a Marcus, “credevo che accettaste di comparire solo in quadri e arazzi”

In effetti, Caius non ama particolarmente l'obbiettivo, Aro invece non lo disdegna”

Grace si mise ad osservare la fotografia

Oh mio Dio!”, gridò, rischiando di farsela sfuggire dalle mani, Marcus le si avvicinò per osservare su quale delle numerose foto avesse posato lo sguardo

Cos'è che ti ha turbato?”

Questo sei tu?”, esclamò Grace, indicando un uomo sul lato destro della foto, la fotografia era in bianco e nero, ma la divisa che indossava era di colore scuro, forse direttamente nera, ed apparteneva ad un'armata militare che Grace non riuscì a identificare

Oh sì”, rispose il vampiro, in tono spento, come se quella fotografia non rappresentasse niente di importante

E . . . e queste persone accanto a te sono militari?”

Un generale e tre sottufficiali, più precisamente”, le spiegò, quasi annoiato

E . . . queste due persone sedute . . . sono il re e la regina d'Inghilterra?”

Marcus rispose nello stesso tono delle prime due risposte: “sì”

Potresti . . . sarebbe troppo chiederti come è possibile?”, domandò Grace, posando la foto, improvvisamente spaventata dall'idea di guardarne altre, ma non riuscì ad evitare di posare lo sguardo su di una seconda foto: questa aveva l'aria di essere più antica e ritraeva tre uomini, seduti davanti ad un caminetto, i primi due vennero identificati da Grace come Aro e Marcus, il terzo, seduto sulla destra, le appariva incredibilmente somigliante all'imperatore Guglielmo II di Prussia

Oh mio . . .”

Immagino che, fino a questo momento, tu credessi che noi vampiri ci tenessimo il più lontano possibile dagli umani, ho ragione?”

Ti prego dimmi com'è possibile che esistano le foto che ho appena visto”, esclamò Grace, voltandosi verso di lui e porgendogli la fotografia dei tre uomini, “dimmi perché sei raffigurato insieme a due figure così importanti per la storia”

Marcus sembrò accennare un sorriso, ma lei non ne fu sicura, in questo abbassò il capo mettendosi ad osservare la foto, anche se ormai doveva conoscerne ogni particolare a memoria

Se compaio in questi scatti, lo devo ad Aro”, spiegò, “Cioè?”, lo incalzò Grace, sapeva che il vampiro tendeva a spiegarsi con lunghe pause tra una frase e l'altra, lei invece voleva conoscere la risposta al più presto; “Vivere in uno stesso luogo per millenni”, continuò allora il vampiro, “può causare noia, c'è il rischio di estraniarsi dal mondo esterno, di sentire il propri arti rattrappirsi per l'essere rimasti seduti su un trono troppo a lungo, come avvenne al clan rumeno, prima che noi li sterminassimo almeno”, fece una pausa per valutare se l'ultima frase avesse fatto sorgere nuovi interrogativi in Grace, ma tutta l'attenzione della ragazza era concentrata sulle fotografie, perciò riprese, “e così, ecco che compare l'occasione di decidere le sorti di una guerra, di cambiare le sorti del mondo con un proprio capriccio, di essere in grado, se si possiede il vampiro dal potere giusto, di mutare il corso della storia”

In che modo?”, domandò Grace, totalmente incantata dalle parole del vampiro, “Com'è possibile? Quali sono stati gli eventi storici influenzati dai vampiri? Perché proprio quelli e in che modo ci sono riusciti?”

Tu vorresti sentirti raccontare tutta la storia degli ultimi mille anni, questo non è possibile”

Grace si sentì mancare il fiato

Per quanto riguarda questa particolare foto”, disse poi Marcus, prendendo quella raffigurante lui e i due sovrani inglesi, “non è che un piccolo omaggio per la mia consulenza durante la seconda guerra mondiale”

Tu sei stato un consigliere del re d'Inghilterra nella seconda guerra mondiale?”

Che cosa mi risponderesti che ti dicessi che Aro trova interessante intromettersi in una guerra, influenzare entrambe le parti e osservare chi saprà sfruttare al meglio i nostri consigli?”

Oh Gesù”

Quando era arrivata, Grace aveva creduto di dover correggere soltanto la storia relativa al palazzo dei Priori, adesso scopriva che i vampiri avevano ricoperto ruoli chiave in chissà quanti eventi storici

Sembri sconvolta”

Per riprendersi dallo choc, Grace tentò con una battuta

Beh . . . se non altro, sono contenta che siano stati gli Alleati a sfruttare al meglio i vostri consigli nella seconda guerra mondiale”

Al contrario di Chelsea, che rideva spesso di quella sua abitudine di smorzare la tensione con una battuta, Marcus sembrava incapace di comprendere quando un'affermazione era dettata dal sarcasmo

Sì”, rispose infatti il vampiro, “in effetti reputo gli umani di razza inglese come i migliori in materia di strategie belliche”

Che sollievo”, pensò la ragazza. Abbassando gli occhi sulla foto, notò che Marcus sfoggiava una capigliatura diversa da quella attuale, il che la sorprese non poco, perché i tre anziani le avevano sempre dato l'idea di essere rimasti immutati nei secoli, che avessero conservato quell'aspetto da sempre; nella foto, Marcus aveva i capelli lievemente più corti e tirati indietro, lasciando la fronte e le orecchie scoperte, non sembravano raccolti in una coda ma piuttosto fissati con del gel per capelli o altro, il tutto per ottenere un aspetto impeccabile, come doveva essere consono per quel periodo. Concentrandosi sulla foto che ritraeva anche Aro e l'imperatore Guglielmo II, Grace notò che la capigliatura di Marcus era identica a quella della prima foto e che i capelli di Aro erano visibilmente più corti

Hai vampiri crescono i capelli?”, domandò al vampiro, “Credevo che . . . i vostri corpi fossero privi di vita e di conseguenza . . .”

Sei a conoscenza”, la interruppe Marcus, “ del fatto che ai cadaveri continuano a crescere i capelli anche dopo anni? Ne avrai sentito parlare”

La ragazza ricordò con orrore una sua visita al museo delle scienze naturali di Firenze, ai tempi del liceo, un'esperienza che si era rivelata tutt'altro piacevole per la ragazzina che era all'epoca: la guida aveva mostrato agli alunni vari animali impagliati, cosa che già aveva creato disagio in lei, dopodiché erano stati portati in una sala contenente una mummia, nella quale la guida aveva spiegato il mistero delle unghie e dei capelli che avevano continuato a crescere in quella mummia per secoli, Grace però aveva sentito ben poco di quella spiegazione, inorridita dal cadavere rinsecchito che le era comparso davanti, scoprendo così, nel modo peggiore, di essere terrorizzata dalle mummie. Dato che gli scheletri non le creavano problemi, i suoi genitori, ai quali aveva raccontato l'episodio, avevano concluso che fossero stati i lineamenti umani ancora riconoscibili nella mummia, ad averle creato disagio

Posso tollerare la tua abitudine a perderti nei tuoi pensieri, ma gradirei almeno che ti concentrassi su pensieri piacevoli”

Alzando lo sguardo verso Marcus, Grace si domandò che espressione avesse assunto mentre ripensava a quella gita al museo

Per rispondere semplicemente alla tua domanda”, continuò il vampiro, “sì, a noi vampiri continuano a crescere i capelli”

Oh”, esclamò Grace, non sapendo bene come commentare quella notizia, forse domandandogli se un vampiro era mai entrato dal parrucchiere per una spuntatina?

Fu la fotografia che ancora teneva in mano, che continuava a catturare prepotentemente la sua attenzione, a suggerirle un pensiero

Stavi bene con quell'aspetto”

Sembrava così “umano”

Così diverso dal vampiro apatico e annoiato che aveva conosciuto

C'era stato davvero un altro Marcus? Un Marcus capace di mostrare emozioni? Un Marcus simile a quello del suo sogno, un uomo capace di abbracciare la sua Didyme con lo sguardo colmo d'amore?

Già: Didyme. Avrebbe tanto voluto chiedergli che aspetto avesse, se la donna che da notti compariva nei suoi sogni fosse proprio lei, ma aveva paura ad chiederglielo, temendo di poterlo offendere, temendo di incrinare il difficile rapporto che aveva con il vampiro, così diverso da quello con Chelsea, che più di una volta aveva considerato come una vera amica; quando si trovava con Marcus, il tempo trascorreva piacevolmente, ma il rischio di mettere un piede in fallo era alto. Perciò che cos'avrebbe dovuto fare? Comportarsi come avrebbe fatto con Chelsea e chiederglielo? Oppure mostrarsi più rispettosa nei confronti di un vampiro vecchio di tremila anni, che pure si era dimostrato diverso dagli altri, avendo accettato di dedicarle del tempo pur di rimediare a un torto.

Il freddo che sentì sulle dita la fece sobbalzare, la fotografia sarebbe caduta a terra, se Marcus non l'avesse precedentemente presa dalle sue mani, provocandole così il brivido di freddo

Se la tua mente deve costringerti a riflettere così spesso, forse è meglio che tu torni in camera adesso”

Oh perdonami”, si scusò Grace, abbassò lo sguardo, comprendeva che dovesse essere seccante parlare con qualcuno che sembrava pensare ad altro . . . in effetti era ciò che lei stessa aveva provato con Marcus all'inizio e non era stato piacevole

È che ogni giorno scopro qualcosa di nuovo sui vampiri e mi vengono in mente così tante domande . . .”

Che non hai il coraggio di porre”

Non era una domanda, il vampiro ripose la fotografia al suo posto, “Quando te la sentirai, potrai domandare tutto ciò che vuoi”

Grazie”, gli rispose Grace, a voce bassa, “anzi . . . grazie per avermi mostrato queste foto e anche la stanza”

È stato un piacere”

Si domandò se Marcus stesse dicendo sul serio, i suoi occhi rossi erano così imperscrutabili per lei

Adesso è meglio che torni in camera, Emily si sveglierà tra poco”

Porta i miei saluti alla bambina”

Grace si incamminò verso la porta, non potendo fare a meno di osservare i documenti e le fotografie riposti sui mobili, domandandosi quali altri avvenimenti immortalassero; forse il rotolo su cui adesso stava posando lo sguardo, su cui era affisso un sigillo di ceralacca, riportava i ringraziamenti di un monarca per l'aiuto concessogli in tempo di guerra, forse quella fotografia sbiadita, che non riuscì ad osservare con attenzione, raffigurava il vampiro assieme al re di Spagna. Tutti quei ricordi, tutte quelle testimonianze del passato, sistemate con cura, le avevano fatto conoscere un lato più umano del vampiro, che forse non era così annoiato e apatico come appariva

Forse, dopo millenni, era semplicemente più comodo far credere di esserlo

Sarebbe mai riuscita a porgli una simile domanda?

E lui le avrebbe mai risposto?

Posò la mano sulla maniglia nera e spalancò la porta

A stasera”

Alle parole del vampiro, lei si voltò per guardarlo, Marcus era rimasto immobile, davanti alle fotografie, sul suo volto non traspariva alcuna emozione

Sempre se lo vorrai”

Lei abbassò lo sguardo, inspirò, ma proprio non riuscì a trovare una risposta da dare al vampiro

Si limitò ad annuire lievemente, un gesto che poteva assumere mille significati:

Sì, verrò”

Sì, se lo vorrò, verrò”

Sì, ci penserò”.

Si chiuse la porta alle spalle e immediatamente vi si appoggiò, sentendo di dover riprendere fiato prima di incamminarsi verso la sua stanza

Una serata circondata da decine di vampiri assetati di sangue . . . con Chelsea e Marcus affianco . . . e Emily da sola nella sua stanza . . . sorvegliata a vista dalle guardie di Aro”

Che cosa doveva fare?

Era veramente in grado di partecipare alla festa organizzata per quella sera dai Volturi?

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

Esercitarsi in una ricetta che non si conosce è un'impresa ardua, il terrore di fallire blocca le nostre dita e impedisce di farci lavorare serenamente. StregaSibilla sa che troppo spesso il successo viene bloccato dalla paura.

Mai commettere l'errore di non provarci, il rimpianto perseguita a lungo, forse per sempre; invece il rimorso dopo poco svanisce.

L'ingrediente Grace sta per imparare qual'è la scelta giusta da compiere.

 

*** L'angolo dell'asterisco ***

Un unico, gigantesco asterisco, per commentare la scelta di un ingrediente “onirico”, comparso in sogno:

StregaSibilla possiede i quattro libri di ricette della cuoca Meyer e li ha sfogliati a lungo, tuttavia non ha riscontrato alcuna descrizione dell'ingrediente denominato “Didyme”

Non avendo alcun riferimento preciso, la strega si è sentita libera di scegliere l'ingrediente che più le congegnava; StregaSibilla non crede che due ingredienti appartenenti alla stessa specie debbano per forza somigliarsi come gocce d'acqua, perciò l'aspetto di Didyme è risultato molto differente da quello di Aro.

Il perché, Oh! Se c'è un perché, sì che c'è

Basta andare avanti con le portate per scoprirlo =)

 

In conclusione, StregaSibilla segnala una fattucchiera che tanto ammira e a cui tanto vorrebbe somigliare: OttoNoveTre.

Ho gustato soltanto one-shot, ma “che” one-shot, lo stile di scrittura è spettacolare, molto maturo e perfettamente curato

In particolare segnalo “cinque per cinque”, essa spiega come la vittoria del clan dei Cullen sui Volturi non sia stata propriamente “merito loro”. Ma tante altre storie vi aspettano e scegliere la migliore è davvero difficile.

Oh!

StregaSibilla spera che la pietanza di oggi vi sia piaciuta

E, se così è stato, fatelo sapere alla cuoca.

Dall'antro della strega, ossequi. 

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Capitolo 7
*** suite ***


Il calderone della strega

 

Ciò che spaventa di più, nel cucinare, è il rimanere preda della sensazione che c'è qualcosa che non va. Nel mentre della preparazione, spesso ci convinciamo che il piatto non sta venendo bene e che sarà impossibile rimediare: il fuoco è troppo alto, bolle troppo, la porzione è insufficiente. Spesso cerchiamo di rimediare ad errori che neanche esistono ma che noi immaginiamo esserci.

Ma se avremo la pazienza, perché in cucina ci vuole “molta” pazienza, di restare fiduciosi ad aspettare, se supereremo queste paure, il risultato sarà strabiliante.

Dal ricettario del calderone della strega.

***L'angolo dell'asterisco*** prosegue con gioia.

 

 

CAPITOLO SEI

 

 

Nella grandi sale del Palazzo dei Priori si erano ormai riuniti cento vampiri e altrettanti ne sarebbero arrivati nel corso della serata. Nonostante il grande numero di ospiti, Aro aveva rispettosamente e impeccabilmente stretto la mano ad ognuno di loro, soffermandosi a parlare con ognuno dei suoi invitati: dai nomadi provenienti dall'est Europa sino al clan australiano, uno dei più riservati dopo il gruppo proveniente dall'Africa, eppure quella sera vi erano entrambi; sembrava che quasi nessuno avesse mancato all'appello del gran ricevimento annuale organizzato dai Volturi.

Aro abbandonò con un sorriso le due vampire asiatiche con cui stava conversando, pronto a porgere il suo benvenuto all'ultima arrivata

Cassandra mia cara, quale splendido onore averti qui con noi stasera”

Baciò la mano ad un'incantevole vampira dalla pelle olivastra e dai capelli ricci color dell'oro, l'età umana che avrebbe dimostrato sarebbe stata quella di un'affascinante donna sui quarant'anni

La più bella nomade d'Egitto proprio qui, nel mio palazzo”

Chissà cosa direbbe Amun se ti sentisse”, rispose la vampira con un sorriso, allargando le grandi labbra colorate di nero e oro, “non potevo certo mancare ad un tale evento, dopotutto è l'ingresso in società di un vampiro appena quindicenne”

Naturalmente”, rispose Aro

Ma a quel che ho capito non è l'unico fatto insolito avvenuto di recente”, continuò Cassandra, “girano voci che in questo palazzo sia presente un'umana”

Per la verità sarebbero due mia cara”, precisò Aro, ampliando il suo sorriso, “le voci sono vere ma . . .”, si avvicinò di più alla vampira, “gradirei non attirare troppo l'attenzione sulle nostre ospiti stasera”

Gli unici di cui ci si può preoccupare sono quei due nomadi rumeni, lo sanno tutti che i vampiri di quella zona mancano d'autocontrollo più degli altri”, puntò i suoi grandi occhi rossi contro due vampiri dai capelli biondi e corti, seduti a conversare poco lontano, “anzi, mi domando come tu abbia potuto invitarli e come Vladimir e Stefan li abbiano lasciati venire qui”

Stiamo cercando di rinsaldare i rapporti con il clan rumeno mia cara”, spiegò Aro, “e la loro presenza è un segno importante”

Se lo dici tu”, rispose Cassandra, non troppo convinta, poi tornò a fissare il vampiro italiano, “dunque non c'è speranza di vedere queste umane?”

Una dovrebbe essersi addormentata da poco, l'altra è stata gentilmente invitata a partecipare alla festa, ma mi duole ammettere che non sembrava affatto entusiasta di prendervi parte”

Devo dedurre che sia in attesa di unirsi al vostro clan, ma che la cosa non le vada a genio”

Dimostri sempre un formidabile intuito Cassandra, oh sì, devo purtroppo riconoscere che non accetta ancora il suo destino; eppure sono certo che diverrà una vampira straordinaria”

È perché tu non sei mai stato bravo a convincere le persone, o almeno con le buone maniere, Aro”, rispose Cassandra, sorridendo maliziosamente, “ma non voglio perdermi in questi discorsi, offrimi da bere, sto “morendo” di sete”

Con piacere mia cara”, rispose il vampiro, prendendole le mano, “così potrai raccontarmi ciò che hai fatto in questi due anni, anche se ho già avuto un buon assaggio dei tuoi ricordi”

Dimmi solo una cosa: cosa stanno facendo le tue due umane mentre tutto il palazzo pullula di vampiri?”

 

***

 

Accidenti, si è già addormentata”

Emily aveva chiuso gli occhi proprio alla fine della favola “Alex il cacciatore”*, resistendo imperterrita fino alla sconfitta del malvagio impero e alla vittoria dell'eroe Alex; dopodiché, felice e ansiosa di sognare ciò che le era stato appena letto, era crollata nel mondo dei sogni, poggiando la testa sul cuscino bianco e addormentandosi all'istante.

Vorrei poter dormire anch'io serena come lei”, pensò Grace, sospirando; chiuse e ripose il libro di favole che Chelsea le aveva regalato per Emily, un libro contenente favole leggermente diverse dalle classiche come “Pinocchio” o “Cenerentola”, rese famose anche dai classici della Disney: in quel libro si trovavano storie conosciute da una minor quantità di persone, ma non per questo meno ricche di fascino, Grace stessa le aveva trovate interessanti e coinvolgenti, pur avendo già ventidue anni.

E ora che Emily dormiva tranquilla, come avrebbe impiegato il tempo?

L'orologio che segnava le undici e trenta le suggeriva di coricarsi e andare a letto, dopo aver dato un'occhiata ai nuovo boccioli spuntati nel suo vaso, ma la sua mente sembrava volerla condannare all'insonnia: non avvertiva il minimo senso di stanchezza e gli occhi restavano sin troppo aperti, sbarrati.

Iniziò a camminare per la sua stanza, stando attenta a non fare rumore, anche se Emily aveva il sonno pesante; lo sguardo le cadde sul vestito sistemato con cura sopra al suo letto, incrociò le braccia e si portò una mano alla bocca, resistendo alla tentazione di mordersi un'unghia, abitudine contro cui aveva lottato per anni. Quel vestito sembrava fatto apposta per lei:era un lungo tubino di seta, nero, elegante restando semplice, non vistoso, ma non per questo anonimo, brillanti neri decoravano la parte inferiore, la stoffa, dalla vita fino all'orlo, andava via via alleggerendosi, cosicché il tessuto dell'orlo era così morbido e leggero che svolazzava quando chi lo indossava camminava, lo scollo era a “v”, non troppo vistoso, mentre invece un lungo spacco nella parte posteriore lasciava nuda parte della schiena; sulle spalline erano state applicate due piccole rose di stoffa, che Grace non poteva fare a meno di ammirare

Quel vestito era perfetto.

Quel vestito perfetto le chiedeva solo di essere indossato.

Cominciò a camminare per la stanza più nervosamente, si portò una mano alla testa, sospirò più volte, continuò a guardare l'abito, poi a distogliere lo sguardo, poi a guardarlo ancora

Non posso presentarmi ad un incontro di vampiri”, si disse, pensando poi che Chelsea le avrebbe sicuramente garantito sicurezza, ma poi perché mai avrebbe dovuto andarci? Per socializzare, così le avrebbe detto ancora Chelsea, le avrebbe ripetuto che i vampiri possedevano ancora tratti umani, che non erano dei mostri come Grace credeva; Chelsea, la sua cara amica Chelsea, sopportava sempre il modo in cui Grace parlava della sua razza, non poteva biasimarla dato che avevano ucciso Jessica e suo marito, ma aveva cominciato anche a difendere i suoi simili, lei faceva parte dei vampiri dopotutto: le aveva parlato dei Cullen, del clan di Denali, lei stessa e Marcus le avevano fatto capire che i vampiri non erano soltanto dei mostri assassini

Dovrei davvero andarci?”

Doveva sforzarsi di conoscerli seriamente? E qualcuno avrebbe ricambiato? O si sarebbe limitato a osservarla come si osserva un piatto prelibato? Come sarebbe stata trattata?

Che cosa devo fare?”

Uno strano fruscio la fece girare di scatto, verso il suo vaso

Che . . .”

Una pianta dal corpo verde e sottile stava crescendo a velocità sorprendente, compiendo lunghi movimenti sinuosi, nel giro di due secondi era arrivata al metro di altezza; Grace si avvicinò ad essa, allungò una mano e subito un “braccio” della pianta si insinuò fra le sue dita, disegnandole cinque piccoli anelli verdi

Era alquanto sciocco chiedere consiglio ad una pianta, anche Grace che spesso sorrideva alle sue piante, a volte persino intonava una canzone mentre le accudiva, trovava che fosse eccessivo parlare con loro; lievemente da pazzi sperare che le piante dessero una risposta

Era pur vero che, da quando era entrata al Palazzo dei Priori, il confine fra ciò che era o non era da pazzi non era più così ben delimitato, il confine tra il reale e l'irreale si era come spezzato e adesso ogni cosa che Grace aveva etichettato come “impossibile” le appariva possibile

Che cosa dovrei fare?”, domandò, rivolgendosi alla pianta, non sentendosi neanche tanto pazza quanto aveva creduto

Essa si ritirò e compì molti movimenti rotatori, alzandosi ancora di qualche centimetro, ogni “braccio” della pianta si avvinghiò intorno al corpo principale, per poi dispiegarsi finché, dalla cima, non spuntò il suo fiore preferito: un iris azzurro

Questo è un segno? Come devo interpretare un iris? Se fosse spuntato, non so, un fiore velenoso, una pianta carnivora, avrei dovuto rimanere in camera?”

Le sfuggì una piccola risata, si sentiva come un bambino alle prese con un giocattolo in grado di prevedere il futuro, quelle sfere contenenti varie risposte che sbucano a caso da un foro del giocattolo, il bambino scuote la sfera ponendo mille domande, alcune di cui già sa la risposta, per scoprire se la sfera indovina oppure no.

Grace ringraziò la sua “sfera”, dopodiché, con un sospiro, afferrò con decisione il vestito posto sul letto.

 

Non c'era nessun segno vita per i corridoi, gli unici rumori provenivano dalla sala del ricevimento, poteva già udire le voci del vampiri nonostante si trovasse molto lontana dalla sala.

Aveva un piano, un piano ben preciso: avrebbe cercato un luogo appartato dal quale osservare i vampiri senza venire scoperta, dopodiché, se l'impressione fosse stata positiva, avrebbe rintracciato Chelsea e passato alcuni minuti al suo fianco valutando la reazione dei vampiri, infine, se non avesse ricevuto troppi sguardi affamati, si sarebbe arrischiata a fare conversazione. Ma tutto questo solo dopo aver osservato con estrema cura il comportamento dei vampiri.

Il punto fondamentale del suo piano era perciò trovare un punto da cui poter osservare i vampiri senza essere notata, un luogo da cui avere la massima visuale, l'ideale sarebbe stato un posto situato in alto; le venne in mente che, in più di una delle sale, aveva notato alcuni balconi, simili ai palchi presenti nei grandi teatri, che permettevano una panoramica totale sulla scena; se ricordava bene vi erano anche delle colonne in marmo, dietro cui avrebbe potuto nascondersi per osservare l'ambiente sotto di lei. Decise che non potesse esserci luogo migliore e si adoperò alla ricerca di una rampa di scale, nei sotterranei ce n'erano molte poche, non sarebbe dovuto essere difficile trovare la rampa giusta.

La prima rampa che trovò la condusse per una lunga scala a chiocciola che terminò ad una porta di legno sbarrata, costringendola a fare velocemente marcia indietro. La seconda rampa che trovò la condusse fino ad una camera invasa da divani, poltrone e cuscini di colore viola, anche in questo caso dovette tornare indietro. La terza rampa terminava in un muro. Stava cominciando a stancarsi.

Finché non trovò una rampa di scale molto più larga e provvista di tappeto rosso, particolarità che mancava a tutte le altre rampe, in più sentiva le voci dei vampiri vicine (pericolosamente vicine), capì di essere sulla strada giusta e prestò attenzione a non fare il minimo rumore.

Arrivò infine in cima alla rampa di scale, non vi era nessuna porta o muro, ma soltanto un piccolo arco che dava direttamente sulla balconata; le risate, le alte voci dei vampiri, si mescolavano in un brusio indistinto, intenso e vicinissimo, riusciva anche a sentire della musica classica, si domandò se alcuni vampiri stessero suonando, se avessero ingaggiato dei musicisti, se possedessero dei dischi di musica.

Doveva muoversi bene e scegliere il punto migliore da dove guardare: la balconata doveva essere stata progettata appositamente per guardare sotto di essa, perché lassù non c'era niente, l'immenso tappeto persiano che ricopriva quasi tutto il pavimento era spoglio, salvo un paio di sedie di legno bianco dai cuscini rossi e un secondo arco dalla parte opposta, la cui rampa di scale sbucava chissà dove.

Grace notò quattro colonne, due poste ad ogni estremità della balconata, offrivano davvero un rifugio perfetto per sbirciare. Trattenendo il respiro, sporse la testa oltre il muro, per osservare meglio

Dio sia lodato”, sospirò, trovandosi davanti una tenda color porpora, ora che osservava meglio ce n'era una anche dalla parte opposta, “perfetto”, pensò ancora, non poteva chiedere di meglio

Protetta dalla tenda e la colonna, poteva sbirciare di sotto senza essere vista, le bastava fare la massima attenzione a non sporgersi troppo.

Si accorse, mentre poggiava le dita sulla colonna di marmo, che le sue mani stavano tremando, inspirò profondamente e si impose di calmarsi

Coraggio Grace”

Scostò così la tenda di un centimetro, quel tanto che le bastò per avere una visuale completa della sala.

Dovette trattenersi dal gridare di sorpresa.

Ciò che la colpì per prima fu l'ampiezza del luogo dove si trovava, non era una semplice stanza, era un vero e proprio salone: immenso, ampiamente illuminato, il soffitto altissimo terminava in un grande lucernario che faceva del cielo stellato il tetto di quel luogo

Subito dopo, appena ripresasi dal primo impatto, gli occhi le caddero in basso, immergendosi fra le decine e decine di vampiri accorsi al palazzo da ogni parte del mondo, sotto di lei si muovevano non solo i vampiri dalla pelle bianca e dalle tuniche nere che erano i Volturi, ma vampiri dalle lunghe gambe e braccia, vampiri dalla pelle olivastra, vampiri in abiti sfarzosi e vistosi, vampiri in abiti succinti e scintillanti, vampiri dai capelli di ogni colore; tutti accomunati da quella loro eterea, immortale bellezza. Alcuni stavano seduti sulle poltrone, le sedie, i divani presenti nel salone, tutti di colore nero, altri conversavano in piedi, generalmente in gruppi di due o al massimo di tre.

Il primo vampiro che Grace riconobbe fu Caius, la sua attenzione venne attirata da una bellissima vampira dalla chioma leonina color dell'oro e notò accanto a lei la chioma quasi bianca di Caius, era sicuramente il più visibile tra i vampiri che conosceva per quella sua caratteristica vistosa. Non vedeva nessuno dei vampiri della guardia, poi si accorse che Caius non indossava l'abituale tunica nera ma uno sfarzoso abito in stile francese, tipico delle corti parigine del XVII° secolo, se nessuno dei Volturi indossava la tunica ordinaria, allora sarebbe stato più difficile anche riconoscere Chelsea o Marcus, in quell'arcobaleno di colori che si stagliava sotto di lei.

Si sentì quasi mancare, sopraffatta da tutta quella bellezza, quella forza, l'aura d'invincibile immortalità proveniente da ognuno di quei vampiri. Dovevano essere più di cento, forse duecento.

Mi trovo sopra ad un salone con duecento vampiri sotto di me”, pensò Grace, sentendo il bisogno di ripararsi dietro la tenda per alcuni secondi, prima di essere in grado di tornare a sbirciare nuovamente.

La ragazza tentò di individuare qualche altro membro dei Volturi, finché non scorse Felix, in un angolo della sala, con le braccia incrociate, aveva tanto l'aria di un bodyguard incaricato di cacciare dalla sala gli esaltati o gli attaccabrighe, anche se era difficile immaginare che, in quel luogo così sfarzoso, nel palazzo della “casata reale” dei vampiri, potessero essere presenti vampiri paragonabili ai piantagrane delle discoteche.

La figura di Aro le si parò davanti agli occhi, lo notò perché quando passava, tenendo le braccia allargate, andando sempre incontro a qualcuno, tutti i vampiri intorno a lui si scostavano; per un attimo le parve il Mosè dei vampiri, intento a separare le acque

Non entrare sul blasfemo Grace”, si disse, doveva concentrarsi di più, capire se quei vampiri sembravano tranquilli

Dopo averli osservati per qualche secondo, aver visto decine e decine di occhi rosso vermiglio, intrisi di desiderio di sangue, dopo aver scorto dozzine di sorrisi maliziosi, affamati, il tutto in pochissimi secondi, si rispose di no

Accidenti!”, si disse, rintanandosi dietro la tenda, “Non ce la faccio! Non ce la faccio proprio!”

Non poteva scendere là sotto, sarebbe stato come gettarsi nella fossa dei leoni

E adesso?”

Stava per dirigersi giù per le scale, quando udì la voce di Aro levarsi alta e chiara sopra tutte le altre

Miei cari ospiti! Fratelli giunti da tutto il mondo”

Un re, anzi, un imperatore, intento ad elogiare la sua schiera di generali e cavalieri, questo le ricordò Aro

Siamo qui riuniti questa sera”

Parlava come un libro stampato, sulle labbra le sfuggì un sorriso che si parò con la mano, scioccamente, dato che nessuno poteva vederla

non solo per ritrovarci dopo due anni di lontananza, ma anche per sancire l'arrivo, nella nostra società, del più giovane vampiro mai creato”, la voce di Aro assunse un tono dispiaciuto, “da quando . . . si è tristemente conclusa nel sangue l'amara vicenda che tutti conosciamo, in merito ai giovani vampiri trasformati troppo presto”

Grace comprese che stava parlando dei vampiri neonati; si mosse molto lentamente, per poter sbirciare oltre la tenda, probabilmente tutti gli occhi dei vampiri erano puntati su Aro e nessuno avrebbe fatto caso a lei.

I suoi occhi vennero immediatamente catturati da un vampiro che identificò all'istante come Ishmael, a causa del suo volto estremamente “giovane”, del suo corpo magro e minuto rispetto a quello di tutti gli altri vampiri: il ragazzo aveva la pelle vagamente olivastra, non bianca come quella dei vampiri europei, i tratti erano ispanici, i capelli neri e mossi. Ma ciò che colpì più di tutto Grace fu il suo volto, perché benché fosse lontana riusciva a distinguere chiaramente l'enorme differenza fra Ishmael e ogni altro vampiro intorno a lui:

Emanava un'aura di giovinezza eterna.

Era giovane . . . era “piccolo”.

Somigliava molto di più ad un bambino che ad un adolescente, eppure gli occhi rosso sangue indicavano che era pronto ad uccidere come ogni suo simile, che malgrado il suo aspetto avrebbe potuto porre fine alla vita di un essere umano

Un ragazzo così “piccolo”

Nella mente di Grace, si stampò l'immagine di una Emily prossima all'adolescenza, dagli occhi rosso vermiglio e la pelle bianca come il latte, quell'immagine la lasciò impietrita, incapace di rintanarsi di nuovo dietro la tenda

Finché, quando lo sguardo si spostò nella folla, vide distintamente due occhi rossi puntati su di lei

Oh no”, si lasciò scappare

Imboccò le scale in tutta fretta, prendendo il primo corridoio che si trovò davanti, l'orlo che svolazzava a ogni suo passo, i tacchi bassi che picchiettavano sulla roccia.

Come sempre, quando si trovava nei guai, aveva imboccato una strada senza sapere minimamente dove conducesse; cercò di orientarsi, per capire in che zona dei sotterranei fosse, per riuscire a ritrovare il corridoio che conduceva alla sua stanza. Mentre camminava, continuò a rimproverarsi per aver pensato di poter partecipare a quella festa: non ne era in grado, riusciva a malapena a trattare come amica una vampira, come poteva sperare di riuscire a sopportare la presenza di duecento di loro?

Si diede per l'ennesima volta della stupida.

Chi l'aveva vista? E poi qualcuno l'aveva vista davvero o era stata solo un'illusione? Era stata seguita?

Sentì il bisogno di fermarsi, riprendere fiato, anzi, si sarebbe nascosta

Aprì la prima porta che si trovò di fronte

Un momento”, pensò, “se un vampiro mi avesse seguita mi troverei da sola con lui, intrappolata”

No, meglio non entrare in quella stanza che dava sul cortile

Eh?”

Riaprì la porta che aveva appena chiuso, notando che la stanza era illuminata da un'ampia vetrata, che copriva quasi un'intera parete, essa dava proprio sul suo piccolo cortile esterno, la luce proveniva direttamente dalla luna fuori dal palazzo.

Restò per alcuni secondi ad ammirare il cortile, che alla luce lunare si riempiva di colori bluastri completamente nuovi, si richiuse la porta alle spalle quasi senza pensare, non aveva mai notato quella vetrata dall'esterno, o forse sì, anzi, probabilmente sì, ma non ci aveva mai fatto caso sul serio

Chissà se c'è un interruttore qui”

Alcune stanze erano dotate di luce elettrica, altre disponevano solo di lampade a muro e abat-jour, come la sua e quella di Emily; tastò con la mano il muro alla sua destra e alla sua sinistra, finché non incontrò un interruttore

Un piccolo click, e scoprì che quel palazzo non finiva mai di sorprenderla:

Davanti a lei, comparvero un pianoforte nero lucente, un pavimento in parquet e un'immensa libreria, il tutto illuminato da un sontuoso lampadario a goccia

Wow”, non poté fare a meno di esclamare, quella doveva essere la stanza della musica, forse uno dei vampiri sapeva suonare il pianoforte e si dilettava in quella stessa stanza, probabilmente la libreria conteneva spartiti e saggi musicali.

Quella stanza venne immediatamente classificata da Grace come la più bella che avesse mai visto, pur essendo così semplice e spoglia, contenendo soltanto un pianoforte ed una libreria.

La prima cosa che sfiorò fu il pianoforte, sollevò il coperchio scoprendo i tasti bianchi e neri, ticchettò sopra ad ognuno, ripassando a mente le note delle poche canzoni che conosceva, strofe semplici, facili, come le canzoni di natale e di compleanno, oppure quei due o tre ritornelli che aveva imparato perché le piacevano particolarmente, la colonna sonora di “Titanic” per esempio, eccoli lì i tasti: “fa”, “fa”, “fa”, un altro “fa” ed ecco il “mi”

Il “mi” risuonò nella stanza, aveva fatto troppa pressione sui tasti

Ops”, disse, eppure non si sentiva spaventata, non temeva che qualcuno potesse entrare: quella stanza alle porte del suo cortile le donava sicurezza.

Che strano: era la prima volta che pensava ad una parte del palazzo come “sua”, non come la camera da letto, quella che le era stata assegnata

Quel cortile era una parte veramente sua.

Udì la maniglia della porta abbassarsi e il lieve cigolio dei cardini che si aprivano

Si voltò di scatto, lasciandosi sfuggire un grido, fece un passo indietro incontrando il pianoforte, il cuore cominciò a batterle forte in petto

Qualcuno l'aveva seguita

Chi c'è?”, domandò, a voce sin troppo alta, pregando fra sé

Ti prego fa che sia Chelsea”

Quale di quei vampiri dagli occhi intrisi di sangue l'aveva puntata?

Perdonami, non volevo spaventarti”

Il suono di quelle parole, pronunciate a voce bassa, le rallentarono all'istante il battito, tutto il suo corpo parve rilassarsi, si sciolse in un sospiro di sollievo, le sue labbra si aprirono in un sorriso quando la porta venne spalancata del tutto e Marcus comparve davanti a lei

Hai scelto un luogo incantevole dove rifugiarti”

Vedendolo, Grace sgranò gli occhi, sorpresa, si portò una mano alla bocca, mentre il suo sguardo veniva catturato da ogni particolare dell'aspetto del vampiro

Marcus . . .”

Lui intuì il motivo della sua sorpresa e lanciò uno sguardo a sé stesso e agli abiti che indossava, le sue labbra accennarono un sorriso

Questa serata mi ha dato l'occasione d'indossare un abito che non portavo da tempo ormai”

Il vampiro indossava un abito nero molto simile alla divisa che gli aveva visto indosso in quella vecchia foto in bianco e nero, accanto ai reali d'Inghilterra, una giacca nera con piccoli bottoni dorati, portava anche un paio di lunghi stivali neri a punta; sembrava in tutto e per tutto un ufficiale

Ciò che la colpì maggiormente, però, furono i suoi capelli, tirati indietro, lasciando la fronte scoperta . . . le parvero anche più corti

Aveva un aspetto completamente diverso dal vampiro che aveva conosciuto all'inizio, non sembrava più provenire dalle pagine di un manoscritto del settecento, piuttosto avrebbe detto che sembrava uscito dalle pagine di un romanzo anni trenta

Quell'abito è . . .”, cominciò Grace, cercando le parole adatte per descrivere quanto le apparisse diverso, “davvero insolito, credevo che i Volturi indossassero solo tuniche e vestiti ricchi di fronzoli”

Così impone il rango della casata”, si spiegò Marcus, chiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi a Grace, “ma non è raro che si indossino gli abiti che preferiamo”

Grace si domandò se gli abiti indossati da Aro e Caius quella sera fossero il loro stile preferito, oppure solo una convenzione

Ti dona molto”

Marcus si avvicinò a lei di un altro passo, le mani dietro la schiena

Può essere, ma non sono certo io ad essere incantevole stasera”

Il sorriso sulle labbra di Grace si ampliò, la ragazza stentò a credere che un tale complimento fosse rivolto a lei, eppure allo stesso tempo non poteva dubitare delle sue parole

Paragonata ai tanti vampiri presenti qui stasera . . .”

Tu non sfiguri di certo”, concluse per lei Marcus.

Il vampiro si guardò intorno, nonostante conoscesse la stanza a memoria

Sembra che tu abbia una particolare dote per scovare da sola i luoghi più belli del palazzo”

E del tutto involontariamente”, aggiunse Grace, ridendo, “stavo . . . camminando per i corridoi e . . .”

Credo che l'espressione più adeguata sia “scappando””

Grace abbassò lo sguardo, distogliendolo da Marcus, sentendosi profondamente in imbarazzo

Sì”, ammise, “in realtà prima mi trovavo nel salone”, Marcus aprì la bocca come se stesse per interromperla di nuovo, lei alzò una mano e si corresse da sola, “in realtà mi trovavo sulla balconata . . . dietro a una tenda per essere precisi”

Un ottimo nascondiglio per gli umani”

E . . . per i vampiri?”

Credo che tu sia stata notata da quasi tutti in sala, ma non preoccuparti, sono stati tenuti bene a bada”

Oh mio Dio”, esclamò Grace, “mi dispiace io . . .”

Non hai motivo di scusarti”, la interruppe ancora Marcus, “immagino che volessi osservare la situazione da lontano prima di fare il tuo ingresso in sala”

La ragazza si sentì completamente smascherata, non trovò migliore risposta di chinare la testa in un cenno d'assenso

Da come ti sei affrettata ad allontanarti, deduco che tu non riesca ancora a sopportare l'ambiente dei vampiri”

Forse è solo perché erano, cioè, eravate così numerosi che . . . mi sono spaventata un po'”

Fu Marcus, questa volta, a chinare il capo, “Mi spiace”, le sussurrò

Oh no, non serve che ti scusi, tu non hai alcuna colpa”

A quanto pare”, continuò Marcus, alzando gli occhi al cielo, “neanche la mia presenza al tuo fianco riesce a renderti più tranquilla”, Grace si sentì ancor più imbarazzata di prima, accorgendosi che qualsiasi sua giustificazione sarebbe suonata strana e illogica; in fondo, se con Marcus o Chelsea affianco si fosse sentita sicura, e se Marcus e Chelsea erano entrambi vampiri, come poteva spiegare che si sentiva a disagio, impaurita, in mezzo ai vampiri, ma allo stesso tempo loro le infondevano sicurezza? E come spiegare a Marcus l'angoscia che aveva provato quando aveva visto il giovane Ishmael?

Dalla tua reazione, dubito che ti sentirai in grado di presentarti in sala, sbaglio?”

Di nuovo, Grace rispose in silenzio, scuotendo il capo

Quindi”, esclamò Marcus, nel tono di chi sta facendo il punto della situazione, “c'è qualcosa che posso fare per renderti questa serata più piacevole?”

A quel punto, Grace trovò la forza di alzare lo sguardo, fissando alquanto sorpresa il vampiro, che le aveva posto quella domanda inaspettata: Marcus si stava davvero scomodando tanto per lei? In fondo aveva appena abbandonato un ricevimento annuale per correrle (aveva corso?) dietro

Sembrava aver preso sul serio la sua proposta di “sdebitarsi”, che le aveva fatto quel pomeriggio di pochi giorni prima, nel meraviglioso giardino che lei aveva avuto la fortuna di trovare; Marcus le aveva promesso che si sarebbe fatto perdonare, per averla ignorata e per non averle spiegato il motivo, all'inizio Grace aveva creduto che si sarebbe limitato a darle qualche attenzione, ad offrirle alcuni minuti di conversazione

Invece, adesso, comprese che Marcus si aspettava di dover fare molto di più e glielo stava dimostrando

Posso permettermi di dirti che”

Grace si riscosse

quando ti perdi nei tuoi pensieri . . .”

Abbassò in fretta lo sguardo, sorridendo imbarazzata, era stata sorpresa ancora una volta

. . . sei splendida”

Gli occhi rosso vermiglio del vampiro incontrarono i suoi azzurri come il cielo, spalancati e stupiti, imbarazzati, non poco, le sfuggì una piccola risata, volta a mascherare l'espressione lusingata che, sapeva, stava assumendo, ma cosa poteva farci? Le erano stati appena rivolti tali complimenti, Marcus l'aveva definita incantevole e adesso splendida, l'angoscia che l'aveva assalita poco prima era svanita del tutto; quando lui le parlava in quel modo, non riusciva quasi a vederlo come un vampiro, le appariva un uomo

Quando Chelsea la faceva ridere, quando si confidava con lei, da vampira diventava una giovane donna moderna e energica; quando Marcus si rivolgeva a lei, si trasformava da vampiro a uomo, un uomo del suo tempo certo, affatto integrato nel mondo moderno, ma appariva pur sempre come un uomo.

La musica, che fino a poco prima aveva udito appena, distratta dalla bellezza della camera e dall'arrivo di Marcus, tornò a farsi sentire più forte e chiara di prima e il motivo fu che riconobbe all'istante ciò che l'orchestra (era un'orchestra? Era un disco? Non aveva fatto in tempo a scoprirlo) stava suonando: una suite lenta barocca. Il tipo di musica che si poteva udire ai gran balli che si tenevano nelle corti nei primi dell'ottocento e che accompagnava il ballo dei convitati.

Marcus si accorse che la musica aveva catturato l'attenzione di Grace e restò anche lui in ascolto per qualche secondo, lo sguardo rivolto alla vetrata, anche se Grace era certa che non la stesse guardando davvero; ormai aveva imparato a distinguere l'espressione di Marcus, poteva dire con certezza quando i suoi occhi fissavano qualcosa passando oltre e quando, invece, si concentravano realmente su ciò su cui si posavano. Quando il vampiro tornò a rivolgersi a lei, Grace scoprì con piacere che la stava davvero guardando. In silenzio, Marcus allungò una mano verso di lei, ponendola con il palmo rivolto verso l'alto

Dato che non accompagnò alcuna parola a quel gesto, Grace ci mise qualche istante per comprenderne il significato, si portò lentamente una mano alle labbra, fissò il vampiro con crescente sorpresa, domandandosi se davvero la stesse invitando a . . .

Mi faresti”, le chiese Marcus, facendo poi una lunga pausa, Grace si era ripetuta più volte che i vampiri non respiravano, eppure sembrava che lui stesse prendendo fiato, o forse coraggio Quell'ultima ipotesi le parve ancora più impossibile

Mi faresti . . . questo onore?”, le chiese infine il vampiro.

Lo lasciò con la mano tesa ancora qualche istante, non perché fosse spaventata, non perché non volesse danzare con un vampiro, Grace semplicemente non credeva possibile che le venisse fatta una tale richiesta, che Marcus desiderasse ballare con lei; quella non era una richiesta di cortesia, non lo stava facendo per dovere, l'aveva letto nei suoi occhi e nella sua voce che il suo era un desiderio autentico

E ciò l'aveva fatta preda di un piacevole stupore.

Non voleva che Marcus scambiasse il suo esitare per paura o per un rifiuto, così si affrettò a posare la mano nella sua, tentando di farlo con la maggior grazie possibile

Nel momento in cui gli prese la mano, si sentì trasportata nell'epoca di Marcus, circa un secolo addietro rispetto al suo, forse anche di più. Stava per danzare a ritmo di una musica alla quale nessuno danzava più da tempo; e ciò la stava rendendo più felice di quanto si aspettasse**

Non credo di saper danzare molto bene”, si affrettò a dire, sperando di alleggerire la pessima figura che sicuramente avrebbe fatto, non si sentiva proprio in grado di muoversi come una dama di fine ottocento, Marcus invece non avrebbe avuto alcun problema, era pronta a scommetterci qualunque cosa

Allora lascia che ti guidi io”, le rispose il vampiro, “e non commettere l'errore di sottovalutarti”, aggiunse, poggiandole l'altra mano poco sotto la spalla, lei fece lo stesso, ignorando se fosse la posa giusta o meno, Marcus non fece obiezioni e lei lo interpretò come un sì.

Il vampiro si mosse proprio come lei sperava: lentamente, a piccoli passi, riuscendo a seguire comunque perfettamente il ritmo della musica che proveniva dall'altra sala, la fece danzare lentamente verso destra e poi verso sinistra, ciò che Grace temeva di più era restare coinvolta in una piroetta, già immaginava come avrebbe sbagliato la direzione costringendo Marcus a lasciarle la mano, invece il vampiro, forse intuendo la sua paura, non si limitò a fare gesti più audaci di uno sporadico cerchio, guidandola perfettamente per quegli antichi passi.

Ti avevo detto di non sottovalutarti”, disse il vampiro, spezzando il silenzio che si era creato nella stanza, prevenendole il disagio di un lungo ballo senza conversazione, lei lo ringraziò mentalmente

Riesco a danzare solo perché ho un ottimo insegnante”

E una dote naturale”

Mi permetto di dissentire”, esclamò Grace, trattenendosi poi dal ridere, si sentiva così diversa, le parole le uscivano di bocca come se fosse una Grace del secolo precedente a parlare, ciò la divertiva, la faceva sentire quasi ridicola, ma anche bene, bene come raramente riusciva a sentirsi in quel luogo. Volle cambiare argomento, non voleva che Marcus continuasse a farle complimenti, col rischio di farla sentire troppo compiaciuta, Grace si conosceva bene

Hai detto che non indossi questo abito da tempo”, disse, riprendendo l'osservazione che lui aveva fatto poco prima

Sì infatti”, fu la risposta, seguita da un breve giro ad una serie di note più alte, “Chissà se conosce la melodia a memoria”, pensò Grace, ma poi si riscosse, non voleva perdersi nei suoi pensieri, non questa volta

Eppure Aro ha detto che questi ricevimenti si tengono annualmente”, continuò

Anche questo è vero”

E allora perché non hai indossato quest'uniforme più spesso? Da come ne hai parlato sembra che tu ci tenga molto”

Questo è l'abito che preferisco”, confermò Marcus

E allora . . .”

Proprio perché è l'abito che più preferisco, credo sia giusto utilizzarlo solo in occasioni speciali”

Passarono alcuni secondi nei quali non si udì altro che la musica nella sala poco distante e i loro passi che risuonavano a ritmo sul parquet

E questa è un'occasione speciale?”, domandò infine Grace

Senza alcun dubbio”, rispose Marcus, eppure la sua voce aveva avuto un lieve tentennamento, un'esitazione, ma il vampiro non le aveva detto una bugia, a meno che non fosse magistralmente bravo a mentire, le era invece sembrato in imbarazzo, era possibile?

Avrebbe voluto chiedergli perché quella serata fosse diversa dalle altre, fosse una “occasione speciale”, ma non voleva sembrare troppo curiosa o troppo invadente, perciò tentò di esprimersi in altro modo

Per caso la fotografia che mi hai illustrato nella tua stanza ti ha riportato alla mente questa divisa?”

Ritenne di aver posto una domanda non troppo diretta, né troppo personale, si sentì soddisfatta di sé

È così”, le confermò il vampiro. Compirono un giro al di sotto del lampadario a goccia, poi Marcus si fermò un istante, Grace sentì una lieve spinta alla mano destra, che stava stringendo quella fredda del vampiro, esitò, chiuse gli occhi e, seguendo una fioritura della musica, si lasciò andare in una piroetta

La direzione fu quella giusta, quando riaprì gli occhi si ritrovò molto vicina a Marcus, che le aveva evitato di perdere l'equilibrio poggiandole l'altra mano sulla schiena, il vampiro le concesse un mezzo sorriso, sembrava soddisfatto

Le piroette non sono poi così terribili”

Mi terrorizzano”, fu la risposta di Grace, detta però con un sorriso, “preferisco farne il meno possibile”, dubitava che sarebbe riuscita ad azzeccarne una seconda.

Quelle musiche create apposta per i balli avevano il dono di non lasciar mai comprendere quanto mancasse alla loro conclusione, Grace non aveva idea di quanti minuti fossero trascorsi da quando avevano iniziato a ballare, forse neanche uno, forse appena due.

Perdonami se la mia interpretazione si rivelerà errata”, le disse Marcus, accompagnandola in un altro giro, risparmiandole un'altra giravolta, “tuttavia, mi sembra che tu sia più serena adesso”

Grace rispose senza esitare, “Sì, indubbiamente”

Mi fa piacere”, fu la risposta del vampiro, seguita da qualche secondo di sola musica, mentre lui posava lo sguardo altrove (chissà dove), riuscendo a non perdere un singolo passo della melodia

Ti ho vista scappare così in fretta che ho temuto che ti fossi spaventata molto di più”

Era stato lui ad averla guardata? Erano stati i suoi occhi rossi quelli che aveva scorto dal balcone? In fondo l'aveva seguita fino a quella stanza

Sì, in quel momento ero spaventata”, ammise Grace

Posso chiederti”, Marcus rallentò il passo, “perché?”, Grace abbassò lo sguardo e lui chiuse gli occhi un istante, “so che posso sbagliarmi”, continuò, lei rialzò gli occhi e in quel momento lui riaprì i suoi, “ma mi sei sembrata turbata da qualcosa in particolare, non dalla semplice presenza di tanti vampiri”

Temeva di turbarla, di offenderla, Marcus stava misurando le parole proprio come aveva fatto lei con lui molte volte, Grace non voleva che ci fosse una tale tensione, la musica e quella danza la stavano facendo sentire bene, non voleva perdere quella sensazione di serenità

Cercò di parlare normalmente, di spiegarsi, confidando nel fatto che Marcus sembrava sempre capirla (fin troppo) bene

È stata la vista di Ishmael a turbarmi”, confessò, “vedere un ragazzo così giovane già trasformato in vampiro mi ha angosciata”

Credi che non volesse? Che sia stato strappato troppo presto dalla sua vita umana?”

Sul suo volto non ho visto alcuna traccia di tristezza, anzi, sembrava felice”, rispose Grace, “posso comprendere che una persona sia felice di diventare un vampiro”, ammise, un'ammissione che non avrebbe mai concesso fino a una settimana prima, “ma che qualcuno sia costretto a cambiare totalmente vita quando è così “giovane” . . . iniziare una vita da vampiro senza neppure essere diventato adulto come umano . . .”

Hai pensato alla tua Emily vero?”

Grace lo ringraziò, lo ringraziò infinitamente, per essere così bravo a capirla

Ovviamente si tenne per sé quei ringraziamenti

Sì, ho pensato a lei”

Abbandonò per qualche istante la testa sul petto di Marcus, la divisa emanava il piacevole profumo dei vecchi abiti conservati negli armadi, il tessuto era leggermente ruvido e un freddo bottone dorato le punzecchiò la fronte

Immaginavo che fosse per lei, a dir la verità”, le sussurrò Marcus, “mi sorprendo sempre di quanto sia forte il vostro legame”

Si era quasi fermato, Grace non voleva che la credesse di nuovo triste, o turbata, rialzò lo sguardo, sorridendo, un sorriso che le risultò assai facile, erano bastati quei brevi momenti di calma e di comprensione per risollevarla

Sei stato gentile a seguirmi”

Dovevo, sei corsa via talmente tanto in fretta che ti ho creduta più spaventata di quanto non fossi in realtà”

Non dovevo correre poi così veloce, se mi hai raggiunta subito”
“In realtà all'inizio non avevo idea di dove ti fossi diretta”

Una nuova fioritura di note fece temere a Grace un passo di danza più audace, ma Marcus sembrava essersi rassegnato a compiere soltanto passi facili

E allora come mi hai trovata?”, domandò Grace, curiosa

Il vampiro distolse lo sguardo, voltandosi verso la vetrata, lei restò interdetta per alcuni istanti

È una domanda così scomoda?”, domandò

No affatto”, rispose Marcus, abbassando lo sguardo senza incontrare il suo, “il tuo profumo”, disse dopo poco, “il mio profumo?”, ripeté Grace, non comprendendo la risposta del vampiro

Tu hai un profumo molto particolare”

La ragazza ricordò una breve conversazione avuta con Chelsea, su come i vampiri fossero attirati dal profumo emanato dagli uomini, le aveva anche rivelato che certi umani potevano possedere un profumo particolare che li rendeva ancora più appetibili, inoltre, sempre secondo ciò che le aveva detto Chelsea, quel profumo poteva essere valido per tutti, oppure risultava irresistibile solo per un unico vampiro; tuttavia l'argomento non aveva entusiasmato particolarmente Grace e la ragazza si era affrettata a cambiare argomento.

Adesso invece si ritrovava a domandare

Io ho un profumo . . . particolare?”

Diverso da tutti gli altri”, continuò Marcus, Grace attese qualche altro giro e una lunga nota bassa, finché le strofe non ripresero, a quel punto pose una domanda che le parve quasi ridicola, ma che altro avrebbe potuto chiedere?

Che profumo . . . è?”

Domandare “di che cosa so” l'avrebbe fatta sentire come un cibo. Che cosa le avrebbe risposto Marcus? Forse gli odori che sentivano i vampiri erano diversi da quelli degli umani? E non era neanche sicura che i vampiri sentissero i comuni profumi, di cosa mai . . .

Fiori”

Quella risposta le fece mancare un passo, inciampò e Marcus fu pronto a sorreggerla, si aggrappò alle sue braccia e, risollevandosi, incontrò quegli occhi rosso vermiglio, sorprendendosi dell'intensità con la quale la stavano fissando in quel momento

Tu profumi di fiori, di ogni genere di fiore, come un intero giardino”

Era quello il vero sguardo dei vampiri? Era con quegli occhi che ammaliavano chiunque guardassero?

Si erano fermati, la musica stava sfumando, non c'erano che loro, in quella stanza, al termine di un ballo, estremamente vicini, non c'erano che lei e quegli occhi rossi, fissi nei suoi

Un grande applauso si levò dalla grande sala poco distante, le danze erano finite e qualcuno doveva aver dato prova di una grande abilità di ballo, gli applausi di decine di vampiri si mescolarono in un alto frastuono

Marcus alzò lo sguardo verso la vetrata e la sala illuminata, che era appena visibile dalla parte opposta, abbandonò lungo il fianco la mano che un attimo prima le poggiava sulla schiena, tornò a fissarla, ma le parve che i suoi occhi fossero già altrove

Dov'erano gli occhi rossi e intensi dell'attimo prima?

Temo di dover andare adesso”

Grace inclinò il capo, perplessa, sbatté le palpebre più volte, le sembrava di stare svegliandosi da una sorta di torpore

Non posso far mancare la mia presenza troppo a lungo, è pur sempre l'evento più importante per la comunità dei vampiri”

La mano che la stava stringendo, abbandonò le sue dita e le cinse il palmo, avvicinandola al suo petto

Mi auguro di averti regalato minuti piacevoli”

Indubbiamente”, rispose Grace, durante quel ballo si era sentita come mai avrebbe ritenuto possibile, non si aspettava di potersi sentire così serena quando aveva lasciato la sua stanza e si era diretta nella sala dei vampiri

Era pur vero che non era stata soltanto lì, era stata con Marcus

Grazie del ballo”, le sussurrò il vampiro

La sua mano sollevò quella di Grace, portandosela vicino al volto, puntò i suoi occhi rosso vermiglio su di lei e, lentamente, le sue labbra fredde le si posarono sul dorso della mano, Grace ebbe un leggero fremito, ma poté giurare che non fu dovuto al freddo, quanto alla sorpresa di quel gesto

Eccola lì, una dama di corte, a cui un perfetto gentiluomo stava baciando la mano

Sorrise a quel pensiero, sorrise per tutta la cavalleria che Marcus dimostrava ogni volta, sorrise perché l'aveva fatta sentire bene, sorrise perché era felice.

Grace era così: una ragazza innamorata del passato. Coltivava una grande passione per i modi e le usanze del periodo barocco e uno dei suoi più grandi desideri era poter partecipare ad uno di quei balli. Un classico esempio della sua passione lo ritrovava nel libro “Orgoglio e Pregiudizio” e nella sua trasposizione cinematografica, dove le sue scene preferite erano quelle svoltesi durante i balli; forse le amava più del finale romantico del libro. Adorava i rituali di corteggiamento, così velati, sottintesi, che usavano all'epoca; ciò le aveva procurato qualche presa in giro, d'altra parte quell'epoca era finita no?

Grace non si considerava una Elizabeth Bennet, non era neanche alla ricerca di un suo signor Darcy.

Eppure, mentre riceveva quel bacio dal vampiro, non poté non chiedersi se quel periodo che tanto amava fosse finito davvero, oppure no.

Ti consiglio di rientrare in camera adesso”

Sì, ci andrò presto”

Doveva dirgli qualcosa di più, voleva dirgli qualcosa di più, Marcus non era obbligato a fare niente di tutto ciò, eppure l'aveva fatto, l'aveva seguita, l'aveva ascoltata, le aveva regalato la sua parte di festa ballando insieme a lei

Ma non riuscì a sussurrare che un “grazie”, mentre il vampiro la salutava con un inchino (certi presunti “gentiluomini” dei suoi tempi si sarebbero sotterrati per lo smacco) e richiudeva la porta alle sue spalle, lasciandola sola, con ancora le note di quella musica in testa

E un gran sorriso sulle labbra.

 

Il corridoio sembrava così buio al confronto della luce che c'era in quella stanza, le camere provviste di lampade erano così rare, che tuffarsi nei corridoi illuminati da luci soffuse o torce faceva apparire tutto più scuro di quanto già non fosse, certo per i vampiri quello non era un problema.

Camminava a passi lenti lungo il corridoio, la musica nel salone aveva ripreso, un ritmo più leggero e veloce, meno armonico, adatto per l'accompagnamento di una conversazione

Hai passato un momento piacevole fratello mio?”

Quella voce sibillina riuscì a penetrargli a fondo nelle orecchie malgrado fosse appena un sussurro e Aro fosse alquanto lontano, ma non appena si voltò incontrò lo sguardo rosso del vampiro, molto più basso di lui, che lo fissava con un sorriso in volto tanto dolce quanto falso

La nostra cara ospite sembra gradire alquanto la tua compagnia fratello”

Aro allungò le lunghe dita adunche verso la sua mano, ma lui la scostò, riprendendo a camminare

Certo, avrei preferito che l'avessi convinta a partecipare alla nostra festa”

Marcus, a quel punto, rispose a voce bassa e tranquilla

Non sarebbe venuta in ogni caso”

Ma ciononostante ha trovato piacevole passare del tempo con te”

Aro si posizionò al fianco di Marcus, con il sorriso che pian piano si ampliava

È una ragazza dolce ma dal carattere forte, disponibile, gentile, anche molto intelligente, non mi stupisco che abbia catturato la tua attenzione fratello”, il vampiro abbassò poi lo sguardo, “certo non è minimamente paragonabile a ciò che era la mia povera sorella”

Marcus continuò a guardare fisso avanti a lui

Chissà cose ne penserebbe . . . oh beh, sappiamo entrambi che questa giovane umana non è che un capriccio giusto? In effetti noto una certa somiglianza, un qualcosa nel volto, ma non potrebbe mai sostituire Didyme, oh la mia Didyme, la mia cara sorellina”

Non è da te nominarla così spesso Aro”

Oh normalmente cerco di nominarla il meno possibile, specie in tua presenza fratello mio, è stato un duro colpo per entrambi, la sua prematura morte”, Aro si piazzò davanti a Marcus, interrompendo la sua camminata, “ma ho ritenuto necessario parlarne, dato l'insolito interesse che sembra avvicinarti alla ragazza”, tentò di prendergli la mano una seconda volta, di nuovo Marcus la scostò, “non è certo conveniente lasciarsi guidare da un istinto rimasto sopito per quasi due millenni, risvegliato solo da un viso vagamente somigliante al suo, ne convieni fratello?”

Marcus riprese a camminare verso il salone, Aro restò qualche istante fermo dov'era

Mi auguro che tu lo capisca fratello, non posso fare a meno di domandarmi cosa ne penserebbe Didyme”

Poi, le mani dietro la schiena, il sorriso sempre fisso in volto, si affiancò di nuovo a Marcus

Una giusta osservazione”, fu tutto ciò che Marcus riuscì a rispondere, la mente ancora in quella stanza, dove si trovava Grace, o forse era già uscita, tornando dalla sua piccola Emily

E poi, di colpo, il cortile all'esterno della stanza s'ingrandì, si riempì di piante, s'illuminò di un'intensa luce dorata

E si ritrovò, come Grace nei suoi sogni, di nuovo in quel giardino

In fondo Didyme era una donna senza eguali”, fu l'ultimo sussurro di Aro, prima che i due rientrassero nel salone

A quel punto, la mente di Marcus era tornata a quell'ultima volta in cui l'aveva vista viva.

Nell'esatto istante in cui Aro e Marcus rientravano in sala, Grace, sempre sorridente, dava un piccolo bacio ad Emily, stando attenta a non svegliarla, si gettava nel suo letto lanciando un'occhiata al suo vaso di fiori, e poggiava la testa sul cuscino

Stava per immergersi in quello stesso giardino che occupava la mente di Marcus

Il giardino che aveva visto spegnersi la vita di Didyme circa milleseicento anni prima.

 

***

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

Anticipazione:

Mai abbandonare da solo il calderone.

Anche quando conosciamo la ricetta a memoria, anche quando siamo certi che i tempi di cottura siano giusti, anche quando tutto va per il meglio

Mai lasciare da solo il calderone.

Non solo perché c'è il rischio che tutto si bruci, ma soprattutto perché, se ce ne andassimo, al nostro ritorno perderemo del tempo prezioso cercando di capire a che punto ci eravamo fermati.

Prosegue . . .

 

***L'angolo dell'asterisco***

*La fiaba “Alex il cacciatore” rientra nel ciclo delle “fiabe nordiche” che StregaSibilla medesima leggeva sin da piccola, questa storia in particolare narra di uno zar che decise di rubare la sposa di un cacciatore reputandola troppo bella per lui, diede quindi al cacciatore un compito assurdo “vai non so dove e portami non so cosa”; il cacciatore fu costretto ad obbedire, ma, grazie all'intervento di una fata e al dono di alcuni oggetti magici, infine riuscì a respingere lo zar e a vivere felice con la sua sposa.

StregaSibilla si commuove ancora ripensando a quella storia.

**In realtà l'espressione di Grace non è del tutto corretta, in quanto lo stile delle suite è stato ripreso da numerosissimi gruppi, soprattutto nell'ambito della musica che voi chiamate “Metal”

bah, StregaSibilla conosce soltanto i Sabba

Dall'antro della strega, ossequi.

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Capitolo 8
*** different eyes ***


Il calderone della strega

 

Mai abbandonare da solo il calderone.

Non solo perché c'è il rischio che tutto si bruci, ma soprattutto perché, se ce ne andassimo, al nostro ritorno perderemo del tempo prezioso cercando di capire a che punto ci eravamo fermati.

Se per caso vi trovaste di fronte ad un calderone che fa i capricci, ricordatevi però che:

niente che vi è stato aggiunto può essere tolto. Tutto ciò che è stato gettato nel calderone è ormai una parte di esso; perciò, cercate di assecondare i vostri ingredienti, al massimo aggiungetene altri che vadano ad amalgamarsi con essi.

Ma mai, mai e poi mai, cercare di togliere qualcosa dal calderone, se vi è finito dentro

Il passato è immutabile; ma il futuro potrebbe riservare decine di sorprese.

Dal ricettario del calderone della strega.

P.S. StregaSibilla si scusa per il ritardo, dovuto ad un problema dato che il segnale internet nel suo antro è rimasto fuori uso per due giorni e la squadra di tecnici pipistrelli tardava a giungere; dannate compagnie telefoniche! Per questo StregaSibilla usa solo corvi viaggiatori e segnali di fumo.

 

 

 

CAPITOLO SETTE

 

 

 

Ogni volta si trovavano lì, dove lei li aveva lasciati la notte precedente, ogni volta compivano gli stessi gesti ed ogni volta lei si limitava a guardarli da lontano, concentrandosi sulle tante specie di piante presenti nel giardino fatato.

Marcus e Didyme sedevano sul prato, Grace non udiva mai ciò che si dicevano e aveva rinunciato a capire il perché, le loro labbra si muovevano sussurrandosi dolci frasi d'amore che non le era concesso udire e a lei stava bene così; si intratteneva pensando alle piante, ai fiori, agli alberi, ai cespugli, lasciando ai due innamorati il loro spazio all'interno del giardino irrorato dal Sole.

Quel giorno era come tutti gli altri: Marcus parlava e Didyme rideva gioiosa, entrambi ignoravano la presenza di Grace a pochi metri da loro, come Grace ignorava i due innamorati. Quel giorno era concentrata su di una rosa azzurra che tardava a sbocciare, le sue compagne avevano ormai ricoperto l'intero cespuglio di colore azzurro, la ragazza tentava di convincere la rosa a sbocciare, parlandole dolcemente. Un lieve fruscio la fece voltare e notò che Didyme si era alzata, avvicinandosi al suo cespuglio di rose; Grace rimase molto sorpresa da quel gesto improvviso

Non dirmi che hai iniziato ad accorgerti di me”

Soltanto Didyme sembrava notarla: ogni tanto Grace poteva giurare che la bella vampira lanciasse dei sorrisi nella sua direzione, altre volte la guardava persino, rimettendosi poi a parlare con il suo amato come se niente fosse. Grace sapeva bene che nessuna legge poteva regolare i sogni e aveva accettato anche questo fatto con estrema facilità; malgrado questo, era la prima volta che Didyme non si limitava a sorridere, ma interagiva con lei, avvicinandola, perciò Grace ne era rimasta stupita

Vuoi dirmi qualcosa?”, domandò la ragazza, che da molte notti attendeva di udire finalmente la voce della vampira; Didyme sfoderò il suo luminoso sorriso, la sua pelle candida risplendeva alla luce del Sole e i suoi occhi brillavano come due stelle, ogni volta Grace restava senza fiato nell'osservare la bellezza della vampira. Dopo averle sorriso, Didyme accarezzò dolcemente la rosa e, con un delicato gesto della mano, invitò Grace a fare altrettanto, la ragazza obbedì all'istante e, non appena la sfiorò, la rosa sbocciò rivelandosi il fiore dal colore più intenso e dai petali più grandi, una rosa assolutamente perfetta

E adesso?”, domandò Grace, ma Didyme sembrava aver già smesso di darle attenzione, infatti si stava dirigendo da tutt'altra parte, verso la fontana

Aspetta!”

La vampira si voltò a guardarla, continuando a sorriderle

Parlami”, la implorò Grace, “davvero, adoro i tuoi sorrisi, ma parlami, almeno una volta”

Didyme si portò un dito al mento, nel gesto di chi sta pensandoci su, sulle labbra un sorrisetto malizioso

Avanti, non tormentarmi”

Scoppiò in una risata silenziosa, che a Grace non era permesso udire, poi la sua espressione mutò di colpo, il riso si interruppe, gli occhi si sgranarono

Didyme?”

La vampira guardava terrorizzata qualcosa dietro di lei, nel suo sguardo si stava dipingendo il terrore più puro

Didyme?”, ripeté Grace, voltandosi e trovandosi di fronte una scena agghiacciante: gridò.

Marcus era appena stato attaccato da un vampiro, un vampiro velocissimo, che lo colpiva provocandogli enormi crepe nel corpo (Grace sapeva che i vampiri combattevano in quel modo), per poi ritrarsi un istante prima che Marcus riuscisse a colpirlo

Marcus!”, gridò Grace ed altri due vampiri, sbucati da chissà dove, parvero averla udita, dato che si voltarono nella sua direzione, lei urlò in preda al terrore, indietreggiò vedendoli avvicinarsi sempre di più, i loro lineamenti erano duri come roccia e gli occhi iniettati di sangue, le labbra dischiuse in un ghigno malvagio

Le passarono attraverso, facendola sentire come se si fosse trovata improvvisamente sotto un getto d'acqua ghiacciata; la ragazza si voltò, comprendendo con orrore che non era lei che stavano puntando

Didyme era stata sopraffatta con estrema facilità, i due vampiri le tenevano ferme le braccia mentre lei cercava disperatamente di divincolarsi

Lasciatela stare!”

Voltandosi di nuovo, vide Marcus disteso a terra, immobile, e l'altro vampiro in piedi davanti a lui, vittorioso

No!”

Egli, attraversandola, facendola rabbrividire di gelo, si portò davanti a Didyme

Che cosa volete farle‽‽”, gridò Grace, terrorizzata, Marcus si stava faticosamente rimettendo in piedi, alzò lo sguardo verso la sua amata

Così fece Grace, voltandosi, scoprendo che il terzo vampiro si era posizionato dietro Didyme, afferrandole il collo, in modo che essa potesse guardare davanti a lei

Verso Marcus

Verso Grace

La vampira distolse lo sguardo dal suo amato, agonizzante, puntandolo poi su Grace

La ragazza non ebbe dubbi: Didyme la stava guardando. Sembrava prossima alle lacrime, eppure i vampiri non piangevano, Grace lo sapeva. La vampira aprì la bocca e, con le labbra tremolanti, le sussurrò una semplice parola, che risuonò chiara e limpida nella mente di Grace; malgrado ancora una volta non fosse riuscita a udire la voce di Didyme, comprese perfettamente quella parola, quella richiesta, che risuonò più e più volte dentro di lei

Aiutami”

Poi, bastò un gesto secco e deciso del vampiro dietro a lei, perché la testa di Didyme si staccasse di netto dal suo corpo e cadesse a terra, in mezzo ai suoi amati fiori di quel giardino

No!”, gridò Grace, con quanto fiato aveva in corpo, le lacrime le offuscarono la vista, risparmiandole così la visione del corpo di Didyme che veniva fatto a pezzi dai tre vampiri, e intanto lei continuava a gridare, sempre più forte: no, no, no, non Didyme, non lei, no!

Si sentì attraversare da un'altra corrente d'aria, quando Marcus le passò attraverso, giungendo troppo tardi in soccorso della sua sposa.

Con le lacrime che le rigavano il viso, Grace subì la vista di un vampiro privato della sua metà, un vampiro a cui veniva strappato via il compagno che si era scelto per un'eternità

E, lei lo sapeva bene, cosa significava per un vampiro

. . . quando i vampiri si scelgono un compagno è per l'eternità . . . e comprenderai che la “nostra” eternità è un po' più lunga della vostra”

Le parole di Chelsea la colpirono al cuore come la fredda lama di un pugnale, mentre osservava Marcus straziarsi per la morte della sua Didyme

Fino a quel momento, Grace non aveva creduto possibile che un vampiro potesse soffrire

Che potesse soffrire così tanto . . . e in modo così umano

La ragazza allungò una mano verso Marcus, ben sapendo di non poter fare niente per lui

D'improvviso, una mano gelida come il ghiaccio si posò sulla sua, la ragazza si girò di scatto, trovandosi a pochi centimetri dal bianco volto di Didyme, un urlo le morì in gola, gli occhi verdi come smeraldi della vampira la fissavano profondamente

Ma i vampiri non hanno tutti gli occhi rossi?”

Aiutami”, la supplicò lei, muovendo le grandi labbra rosse, “Aiutami Grace, aiutami”

Poi, dagli occhi color smeraldo, sgorgarono lacrime rosse come il sangue

E Grace, ancora, gridò.

 

***

 

Non le era mai capitato di svegliarsi urlando.

Grace si ritrovò seduta sul letto, gli occhi sgranati, madida di sudore, la bocca ancora aperta, dopo aver lanciato un urlo a metà fra il mondo dei suoi sogni e il mondo reale.

La ragazza si portò una mano al petto, poggiandola sul cuore, sentendolo battere a grande velocità, senza che fosse intenzionato a fermarsi, anche respirare le risultava difficoltoso; chiuse gli occhi, ma scoprì che così era ancora peggio: non vedeva altro che quel giardino, in cui giaceva il corpo fatto a pezzi di Didyme e il suo uomo in preda al dolore.

Calmati Grace, calmati”

Scoprì di avere gli occhi umidi e le guance rigate di lacrime, si asciugò il volto, ma venne scossa dai singhiozzi, nascose la testa sulle lenzuola, in preda a un doloroso tremore

Calmati, calmati, calmati”

Ma non ci riusciva, non vedeva altro che Didyme, il suo volto che non avrebbe mai più sorriso, i suoi occhi che non avrebbero più brillato, lei era morta e Grace non aveva potuto fare nulla.

Non riusciva a smettere di piangere.

Lacrimava, soffocando i singhiozzi nelle lenzuola, pregava di riuscire a calmarsi, ma questa volta le sembrava impossibile. Finché, non avvertì qualcosa sfiorarle la nuca, sollevò il capo e per poco non si lasciò sfuggire l'ennesimo grido: una pianta, un rampicante di colore verde scuro, ricolmo di foglie, partiva dal suo vaso di coccio posto sul suo mobile antico . . . e quanto pare le aveva appena accarezzato la testa

. . .”

Ricordandosi i pochi gesti di Didyme prima di morire, Grace sfiorò con le dita il lungo rampicante, il quale cominciò a ricoprirsi di boccioli, dai quali lei riuscì a intravedere petali azzurri e bianchi; contemplò quella pianta per alcuni secondi, sfiorando i boccioli uno ad uno, prima di accorgersi di aver smesso di piangere

Grazie”, sussurrò, dandosi poi della stupida per aver ringraziato una pianta, rimangiandosi poi all'istante quel secondo pensiero, in quanto ormai si riteneva disposta a credere a tutto, anche alle piante inclini alla solidarietà.

Grace”

La voce di Emily la fece sobbalzare, si maledì per averla svegliata, un rapido controllo all'ora, però, le rivelò che erano quasi le nove del mattino, la ragazza si domandò se Emily non si fosse semplicemente svegliata da sola, oppure se davvero l'aveva sentita piangere e gridare; l'ultima eventualità sarebbe stato un problema, dato che Grace aveva promesso che mai avrebbe pianto davanti a Emily.

Grace ho fame”

No, non l'aveva sentita.

Emily si era messa a sedere, i riccioli castani le ricadevano sul viso coprendole gli occhi, i cuscini erano sparsi in ogni parte del letto e le lenzuola appallottolate in uno strano gomitolo di cotone; la bambina, invece di togliersi i ciuffi dagli occhi, inclinò il capo sempre più all'indietro, per riuscire a vedere la sua Grace, che la osservava sullo stipite dell'ingresso, con un gran sorriso in volto

Ho fame”, ripeté Emily e subito Grace le andò incontro, scostandole i capelli e restituendole la vista

Adesso andiamo a fare colazione piccola”, le sussurrò dolcemente Grace, sfilandole il pigiamino (altro generoso dono di Chelsea)

Voglio andare a giocare in cortile”, trillò immediatamente Emily, cominciando svegliarsi

Prima facciamo una bella colazione”, propose Grace, “e dopo andiamo in cortile: oggi abbiamo una nuova pianta da interrare”

Con Chelsea!”, trillò ancora Emily, spalancando i grandi occhi verdi

Grace rise

Sì, con Chelsea”

E con Marco!”

Il sorriso si spense sul volto della ragazza, ma riuscì a recuperarlo un attimo prima che Emily si accorgesse del dolore nei suoi occhi

Si era fermata appena in tempo: la sua mente la stava già riconducendo in quel giardino, che sembrava aver perso, di colpo, tutto il suo incanto

Vedrò quello che posso fare piccola”, rispose alla bambina, sforzandosi di mantenere il sorriso in volto.

 

***

 

La sala da pranzo era quasi deserta e tetra come al solito, nessuno avrebbe mai potuto dire che, solo la sera prima, duecento vampiri si erano radunati al suo interno e nella sala da ballo adiacente.

I due vampiri presenti nella sala da pranzo udirono un risuonare di passi leggeri e veloci, seguiti poi dall'apparizione di Emily che entrò saltellando nella stanza; la bambina si guardò intorno alcuni istanti, poi trillò: “Marco!”

Grace comparve in quell'istante, proprio mentre la sua Emily si dirigeva verso Caius e Marcus, seduti alla lunga tavola nera, la bambina sorrise a entrambi, prima di esclamare a voce alta che lei e Grace stavano andando a fare colazione; Grace non aveva alcun timore riguardo Marcus, chi invece la preoccupava era il vampiro dalla chioma quasi argentea

Con enorme sorpresa della ragazza, Caius allungò una mano verso la bambina, poggiandogliela sulla testa e scompigliandole leggermente i capelli, nello stesso modo in cui un uomo avrebbe potuto accarezzare un cagnolino troppo esuberante nel tentativo di calmarlo

Bene”, esclamò Caius, alzandosi, “Aro ci aspetta fratello, raggiungimi appena puoi”, il vampiro si voltò verso Grace e inclinò il capo, “buona giornata”

Evidentemente dev'essersi svegliato di buon'umore”, pensò Grace, prendendo poi in braccio Emily, che aveva incominciato a giocherellare con la tunica di Marcus, la sistemò bene fra le sue braccia e poi rivolse un ampio sorriso al vampiro

Scusala, al mattino è fin troppo”

I suoi occhi incontrarono quelli del vampiro

. . . agitata”

Per alcuni istanti, vi fu il più completo silenzio nella fredda sala da pranzo, durante il quale gli occhi azzurri di Grace contemplarono, increduli, quelli rosso vermiglio del vampiro seduto davanti a lei; ciò che i suoi occhi videro la rese incapace di parlare, di muoversi, di compiere qualsiasi gesto:

Marcus non la stava guardando.

Davanti a lei, in quel momento, stava il vampiro che aveva incontrato il suo primo giorno in quei sotterranei, con lo stesso volto impassibile, la stessa espressione annoiata, gli stessi occhi spenti.

Marcus va tutto bene?”

Non sapeva se poteva permettersi di porre una simile domanda, non ci stava pensando

Si era talmente abituata agli occhi di Marcus, alla luce che ogni tanto compariva nei suoi occhi quando la guardava, che nel vederlo così impassibile temette che gli fosse successo qualcosa di brutto, anzi, di orribile.

Il vampiro, in risposta alla domanda della ragazza, si alzò in piedi e lanciò un'occhiata alla piccola Emily (ad Emily, non a lei, ad Emily), dopodiché si allontanò dalla sala raggiungendo Caius nel luogo dove Aro li stava aspettando.

Mentre il vampiro compiva questi gesti, Grace era rimasta immobile, con lo sguardo fisso sulla sedia nera ove un attimo prima Marcus era seduto, e chissà per quanto sarebbe rimasta ancora così se Emily, non le avesse premuto una manina sulla guancia

Che è successo al Signore Grace?”

La ragazza si riscosse, incontrò gli occhi verdi di Emily, poi il suo sguardo andò più volte dalla sedia all'arcata da dove Marcus era scomparso

Grace?”, esclamò ancora la bambina tra le sue braccia

Io . . . non lo so”, sussurrò piano Grace.

Le tornò in mente, senza che riuscisse a spiegarselo, il suo sogno, in cui Didyme aveva nuovamente perso la vita; senza che se ne accorgesse, le mani strinsero con maggior forza il corpicino di Emily.

Durante la notte, il vampiro del suo sogno aveva perso la sua amata

Che cos'era successo al vampiro del mondo reale?

 

***

 

Temo che qualcuno non apprezzerà molto le mie entrate in scena, forse potrebbero trovarmi addirittura noioso e inopportuno, ma, nessuno se la prenda, ciò ha davvero pochissima importanza per me.

Chissà a che punto della storia sarete giunti, io non avevo la minima idea di ciò che avveniva fra le mura di Volterra, non ho avuto la vostra fortuna: io me ne stavo in America, a migliaia di chilometri dalla mia piccola Emily.

Se non altro, oggi ho smesso di restarmene con le mani in mano, ho smesso di restare seduto a vegetare su di una poltrona, a contare sul calendario i giorni che erano passati da quando la mia Emily mi era stata strappata via. Oggi, finalmente, io e i Cullen abbiamo preso una decisione. Devo ringraziare Carlisle, che ha immediatamente accettato di aiutarmi anche se ciò significava mettersi contro i Volturi, devo ringraziare anche Emmett per avermi appoggiato sin dall'inizio, anche se ho l'impressione che lo faccia solo perché muore dalla voglia di menare le mani; ah, devo ringraziare anche Alice, che mi ha ascoltato quando sfogavo il mio dolore, e Edward e sua moglie Bella, che hanno compreso che cosa significa Emily per me; dovrei ringraziare anche Esme, Rosalie, Jasper, Renesmee, persino quell'odioso licantropo. È merito di tutti loro se possiedo una speranza di riabbracciare la mia Emily . . . anzi, teoricamente sarebbe la prima volta in cui potrei abbracciarla.

È questione di giorni ormai, forse di ore.

Aspettami piccola Emily, mia nipote adorata, aspettami.

Sto venendo a prenderti.

 

***

 

Il cortile interno era invaso dal ronzio di decine e decine di api e dallo sbatter d'ali di dozzine di farfalle variopinte; la rinascita a nuova vita del cortile aveva attirato al suo interno una gran quantità d'insetti, pronti a nutrirsi dei fiori per poi impollinarli (le api) o limitandosi a succhiarne la linfa e a volarsene via in cerca del prossimo bocciolo (le farfalle); da circa un paio di giorni anche un trio di gatti spelacchiati aveva fatto la sua comparsa, gettandosi nella caccia dei suddetti insetti, o rotolandosi fra i rampicanti e i tanti fiori sbocciati nel giro di sole due settimane.

Erano due giorni che Marcus non le rivolgeva la parola.

Grace riteneva di non aver imparato granché durante la sua esperienza con i Volturi, infatti la maggior parte di loro la considerava ancora una semplice pietanza e non riusciva ancora a dialogare normalmente con nessuno di loro, Chelsea esclusa; aveva difficoltà a comprendere il loro stile di vita e le loro abitudini. Tuttavia, una cosa l'aveva imparata, a proprie spese:

quando si aveva a che fare con i vampiri, in un attimo si poteva risalire dall'inferno al paradiso, o precipitare dal paradiso all'inferno. Bastava una frase avventata, un gesto sconsiderato, e la reazione dei vampiri risultava imprevedibile.

Non vi erano altre spiegazioni, doveva aver sbagliato qualcosa e doveva anche essere qualcosa di molto importante.

Erano due giorni che Marcus non le rivolgeva la parola.

Non era stato come la prima volta, quando il vampiro aveva tentato di ignorarla, pentendosene presto, implorando il suo perdono; questa volta Marcus aveva fatto attenzione a non incontrarla mai, a non incrociare mai il suo sguardo, il vampiro si era comportato, in quei due giorni, come se la ragazza non esistesse. Il motivo per cui lei non aveva reagito come in precedenza, arrabbiandosi e pretendendo spiegazioni, era che si sentiva sconvolta: avevano trascorso del tempo insieme quella sera, parlando, ballando, sorridendosi, Marcus l'aveva trattata come . . . come un vera regina, non avrebbe saputo descrivere in altro modo il suo atteggiamento verso di lei. E dopo, il giorno dopo, ossia meno di otto ore dopo quel ballo, il vampiro si era chiuso nel più totale silenzio e nella più totale indifferenza verso di lei. Era stata la mancanza di una motivazione a impedirle di reagire all'istante: non c'era stato nessun litigio, nessun commento fuori luogo, nessun riferimento a Didyme, niente di niente, eppure Marcus aveva smesso di guardarla e di parlarle.

In realtà, in Grace aveva preso forma la paura che lei stessa avesse compiuto qualcosa di sbagliato e che non riuscisse a capire cosa, per questo non aveva ancora chiesto spiegazioni al vampiro, per questo aveva esitato

Per questo aveva chiesto aiuto a Chelsea

Per questo aveva raccontato tutto alla vampira

Anche il suo sogno, l'ultimo, in cui aveva visto spegnersi la vita di Didyme. Forse avrebbe potuto tacere su quell'ultima parte, ma il dolore che provava aveva preso il sopravvento e la ragazza si era ritrovata a rivelare più del dovuto, perché

Erano due giorni che Marcus non le rivolgeva la parola.

Emily aveva avvicinato un gatto dal manto bianco, il quale la stava irritando non poco: il micio prima si avvicinava fin quasi a permetterle di accarezzarlo, poi si ritraeva, allontanandosi di poco, giusto quanto bastava perché Emily non perdesse la speranza di riuscire a toccarlo.

Grace come hai potuto tenerti dentro un tale sogno per così tanto tempo?”

La ragazza teneva lo sguardo basso, seduta sul muretto di pietra che circondava tutto il cortile, un raggio di Sole stava filtrando fra le piante, colpendo e facendo luccicare una mano di Chelsea, seduta davanti a lei

Hai ragione Chelsea, avrei dovuto farne parola prima, in fondo è un sogno che riguarda uno dei vostri anziani e la sua sposa, non avrei dovuto tenerlo nascosto ma . . .”

No Grace, non hai capito”, la interruppe la vampira, prendendole le mani e stringendole fra le sue dita fredde, “non ti sto rimproverando affatto, anzi ritengo che tu abbia fatto bene a non parlarne in giro, si tratta di un sogno stranissimo, non ho mai sentito di un simile dono in tutta la mia vita”

Grace alzò lo sguardo verso la vampira dai capelli biondi, “E allora cosa . . .”

Grace, io sono “stupita” dal fatto che tu sia riuscita a tenerti un tale peso dentro per tutto questo tempo, a farci i conti da sola senza rivelarlo; io credo che, dopo la seconda o terza notte in cui mi fosse capitato di riprendere lo stesso sogno, sarei corsa da Aro in preda al panico, ti dirò di più, se fossi stata umana probabilmente mi sarei rivolta a un'esorcista”

Oh ma che gentile”, scherzò Grace, la vampira rise, per poi ricomporsi in tutta fretta, “Seriamente”, le disse Chelsea, “si tratta di qualcosa di “molto” importante Grace, qualcosa di cui credo neanche i nostri tre anziani abbiano mai sentito parlare”

Davvero non è mai accaduto niente di simile? Neanche a qualcuno della vostra specie?”

C'era una vampira, una volta”, cominciò a raccontare Chelsea, alzando lo sguardo, corrugando la fronte, come chi cerca di afferrare un ricordo lontano, “non ricordo il suo nome, era una vampira dell'est-Europa, Aro me ne parlò e mi disse che quella vampira aveva un potere simile a quello dei sogni premonitori”

Prevedeva il futuro?”

Non esattamente, il futuro non le compariva sotto forma di visione, come accade a quella vampira di cui ti ho parlato, Alice Cullen, semplicemente quando si addormentava sognava puntualmente eventi che dovevano verificarsi, ma in maniera molto confusa e approssimativa, inoltre ciò che lei sognava si avverava puntualmente, non vi era alcuna possibilità di cambiare il futuro, pur conoscendolo . . . Aro mi disse che quella vampira considerava il suo dono come una sorta di maledizione”

Le mani di Grace iniziarono a tremare e non per il contatto con quelle fredde di Chelsea, la vampira sfoggiò immediatamente un ampio sorriso, “Ma questo non ti riguarda”, la rassicurò, “ciò che succede a te è completamente diverso, si tratta di sogni che si dividono in “parti”, come se tu stessi leggendo ogni notte il capitolo di un libro”

Credi che sia così semplice?”

Grace mi hai spiegato tu stessa che questo non è un semplice sogno che si ripete, i sogni ricorrenti capitano, ma un sogno che si interrompe ed ogni notte ricomincia dal punto in cui si era interrotto “non” è la consuetudine, non è normale, significa senz'altro qualcosa di più”

Grace abbassò lo sguardo, ripensando all'ultimo, disastroso, capitolo del suo sogno, fu scossa nuovamente dai tremori e lasciò andare le mani di Chelsea, incrociandole sopra le ginocchia.

Non è di questo che voglio parlare Chelsea”, disse la ragazza, dopo alcuni secondi di silenzio, “senz'altro l'ultima notte è stata drammatica, ma adesso ho un problema più grave, un problema che riguarda la mia realtà, non i miei sogni”

Stai parlando di Marcus?”, le domandò Chelsea e Grace rispose annuendo, muovendo timidamente il capo

Devo ammettere che da quando sei arrivata il “Signor” Marcus (come lo chiama la tua Emily) si comporta in modo piuttosto strano”

Grace si sorprese dell'osservazione di Chelsea, perché la ragazza, nella sua confessione, aveva comunque evitato di parlarle dei momenti avuti con Marcus, della loro passeggiata nel giardino fuori dalle mura di Volterra e del loro ballo nella sala della musica, si era semplicemente limitata a dire che i rapporti con il vampiro erano buoni e che lui le concedeva un po' di conversazione

Pur senza essere in possesso delle tessere più importanti del puzzle, Chelsea si era comunque accorta che uno dei tre anziani non si stava comportando come al solito?

Grace tutto bene?”, Chelsea non era abituata a vederla scivolare nei suoi pensieri come Marcus

Non so come devo comportarmi . . . non ho idea di cosa posso aver fatto per essere ignorata a tal punto”

Vennero momentaneamente interrotte da Emily, che esibiva soddisfatta un gatto completamente nero che le era saltato in braccio, il micio aveva il muso stretto, dai tratti siamesi, e giocherellava beato con i ciuffi di capelli di Emily. Dopo che la bimba si fu allontanata, Chelsea prese nuovamente le mani di Grace fra le sue

Avrei un'ipotesi alquanto azzardata da proporti in merito a Marcus”

E cioè?”, domandò Grace, “Per quanto azzardata sia, non sai cosa darei per uscire da questa situazione”

Perché non gli parli del tuo sogno?”

Oh no!”, esclamò Grace, lasciandola andare, spaventata al solo pensiero “No io . . . chissà cosa ne penserebbe!”

Fortuna che eri disposta a dare chissà cosa”

Figurati se posso rivelargli il contenuto di un sogno che lo riguarda! Di cui neanch'io conosco il significato”, la ragazza si morse il labbro inferiore, nervosa, distogliendo lo sguardo dagli occhi rossi di Chelsea, “e poi . . . temo che se provassi a parlargli lui si limiterebbe ad ignorarmi e ad andarsene via”

Chelsea si mise a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli biondi, pensierosa, “Certo che da quando sei arrivata qui non c'è niente che sia più lo stesso”, osservò, poi allargò un braccio andando a indicare, con quel gesto, tutto il cortile, “questo posto sembra rinato a nuova vita, Aro sembra aver quasi dimenticato i Cullen e Marcus è uscito dal suo nichilismo perpetuo”, si portò un dito sotto il mento, alzando gli occhi al cielo, “o almeno questo fino a due giorni fa; non puoi lamentarti Grace: tu ed Emily siete state proprio un grande cambiamento”

Per la terza volta, Chelsea prese le mani di Grace e le strinse fra le sue

Sono felice di averti incontrata sai?”

Gli occhi azzurri della ragazza si incontrarono con quelli rossi della vampira, un attimo prima che Chelsea la stringesse in un freddo abbraccio, che Grace ricambiò appieno

Anche io sono felice di averti conosciuta Chelsea”, sussurrò la ragazza

Grace! Chelsea! Grace! Chelsea!”

Che succede Emily?”, domandarono le due, all'unisono, la bambina stava indicando i batuffoli di pelo che erano i gatti presenti nel cortile, con una manina le invitava ad avvicinarsi

Quando furono davanti ai gatti, li osservarono alcuni istanti

Cos'avrebbero di speciale?”, domandò Grace, ma la risata di Chelsea interruppe la risposta di Emily

Ma dai! Le stranezze non finiscono mai con voi!”

Grace osservò più attentamente i tre gatti: il gatto dal manto nero se ne stava seduto, leccandosi una zampa, il gatto dal pelo bianco si stava accanendo su di un fiore viola, poco distante da loro, un gatto dal manto bruno sonnecchiava indifferente

Sono i gatti dei tre Signori!”, trillò

Sicuramente!”, confermò Chelsea, ridendo. Emily si mise ad accarezzare il gatto nero, mentre Chelsea prese a stuzzicare quello bianco; Grace restò alcuni secondi ferma davanti al gatto dal pelo bruno, che aprì alcuni secondi gli occhi marroni, spostandoli poi altrove

Persino tu mi ignori?”, domandò Grace, sentendosi colma di sconforto, “Che cosa devo fare?”, domandò a se stessa, incapace di trovare una soluzione al problema che la assillava.

Sentiva il bisogno di rilassarsi, di svuotare la mente da ogni pensiero, di restare da sola, da sola e perfettamente in pace

. . .”

Certo, trovare quel luogo di pace comportava un enorme rischio

Avrebbe potuto restare dispersa per sempre fra i sotterranei del Palazzo dei Priori.

 

***

 

La luce del Sole, benché ormai fosse prossimo al tramonto, brillava ancora così intensamente che i suoi raggi filtravano sotto e ai lati della piccola porta di legno, irrorando il corridoio di luce dorata per diversi metri. Quando Grace giunse davanti alla porta circondata di luce quasi non credette ai suoi occhi: ormai aveva perso il conto di quanti corridoio aveva attraversato per arrivare fino lì.

Spalancò la porta con impazienza, gettandosi nel calore che immediatamente la avvolse, inebriandosi del profumo delle centinaia di fiori presenti in quel giardino.

Quel giardino, il “suo” giardino. Ecco un altro luogo che considerava suo, un luogo che non faceva propriamente parte del palazzo dei Volturi, ma che vi era indiscutibilmente collegato.

La ragazza lanciò uno sguardo alle mura ornate di rose, fino a ritrovare il cespuglio davanti al quale si era lanciata a terra, imprudentemente, afferrata al volo da un vampiro alquanto preoccupato

Ripensando all'espressione sul volto di Marcus, quel giorno, le sfuggì un sorriso, domandandosi per l'ennesima volta cosa fosse successo al vampiro e perché avesse deciso di ignorarla di nuovo.

Spostando lo sguardo altrove, si godette l'incantevole luogo che era riuscita a ritrovare, posò lo sguardo su ogni pianta ed ogni albero, benedicendo la luce dorata del tramonto che conferiva a tutto un aspetto ancor più incantato; era quello il luogo di cui aveva bisogno in quel momento, era lì che, forse, avrebbe potuto trascorrere qualche minuto di pace, prima di ritornare dalla sua Emily, adesso immersa nel mondo dei sogni.

Sogni decisamente più tranquilli di quelli di Grace.

D'improvviso, però, i suoi occhi azzurri notarono qualcosa di diverso nel suo giardino fatato, un particolare che andava a rompere l'incanto in cui tutto sembrava essere avvolto

Oh mio Dio”, si ritrovò ad esclamare:

Un albero aveva ceduto, il tronco si era spezzato alla base e l'albero era precipitato al suolo, schiantandosi, frantumando alcuni rami e perdendo ogni foglia presente su di essi.

Oh no”, esclamò ancora Grace.

Corse a perdifiato fino al gruppo di alberi, situato molto lontano rispetto all'entrata del giardino, si inginocchiò ai piedi dell'albero caduto e osservò la profonda spaccatura creatasi nel tronco; probabilmente a causa del forte vento di quella notte, l'albero, che era piuttosto anziano, non aveva resistito e il suo fragile tronco si era piegato alla furia degli elementi, cadendo al suolo. La ragazza accarezzò con le dita il moncone rimasto ancorato a terra, poi strusciò la mano lungo il tronco caduto, la ruvida corteccia le solleticò i polsi, tracciò il contorno del tronco, sul quale erano ben visibili i segni in cui il legno si era incrinato e infine rotto, staccando il fusto dalle radici dell'albero. Lo sguardo di Grace cadde sulle foglie ancora verdi dell'albero, che presto sarebbero appassite, private prematuramente del loro nutrimento.

Non poteva essere soltanto a causa dell'albero, non poteva essersi trasformata in una persona così fragile da soffrire in tal modo per la morte di una pianta

Sicuramente c'era dell'altro

Eppure, qualunque fosse il motivo, Grace avvertì una lacrima sfuggirle dagli occhi e rigarle la guancia, si asciugò in fretta con il dorso della mano, ma un'altra lacrima seguì immediatamente la prima, fu poi un singhiozzo a sfuggirle dalle labbra.

Si ritrovò a versare lacrime su quel vecchio albero, il quale avrebbe potuto reggere qualche altro anno, ma la cui lunga vita era stata interrotta dalle intemperie.

Rendendosi conto che la luce del Sole irrorava anche quel vecchio tronco, Grace si domandò perché le fosse impossibile trovare pace persino nel suo giardino incantato, perché la luce dorata del Sole non avesse preservato anche quell'albero, perché si limitasse a illuminarlo, restando però indifferente di fronte alla sua morte

Sei una stupida Grace”, si disse, riuscendo a smettere di piangere, “la luce del Sole non sceglie proprio niente, non è certo colpa del Sole se quest'albero è morto”

Non era colpa del Sole, né di nient'altro, lo sapeva; eppure Grace si era così abituata al sovrannaturale da aver creduto che quel giardino potesse davvero essere incantato

. . .”

Però . . . forse . . .

Forse c'era una magia che era in grado di accadere in quel giardino.

La ragazza ci rifletté su a lungo, immersa nel silenzio dorato di quel luogo. Dopo una serie di profondi respiri, si decise a tentare:

Dapprima sfiorò la corteccia dell'albero con entrambe le mani, poi ne posò una sul moncone rimasto a terra, poteva distinguere la zona centrale di colore scuro, il durame, circondata dalla fascia più chiara che era l'alburno; i suoi occhi si posarono sui cerchi concentrici che rivelavano la veneranda età di quell'albero

Va bene Grace: vediamo cosa sei realmente capace di fare”.

Chiuse gli occhi, stando bene attenta a non perdere il contatto con il legno, inspirò ed espirò profondamente, concentrandosi sul suo desiderio

La prima volta non era stato necessario che pensasse a niente di specifico, i fiori attorno a lei erano sbocciati come per incanto, e dire che lei stava solo tentando di far schiudere dei boccioli; se si concentrava al massimo sarebbe stata di in grado di riportare in vita quell'albero?

Rimase in attesa, accorgendosi di non avvertire nessun cambiamento: il moncone rimaneva tale, il tronco continuava la sua agonia steso al suolo.

Che cosa c'è che non va?”, si domandò la ragazza, “Perché non ci riesco?”, provò a poggiare entrambe le mani sul legno secco, ma non servì a nulla, non accadeva niente

Strano”

A detta di Chelsea aveva riportato alla vita un intero cortile, allora perché non riusciva a riparare quell'albero? A risaldarne i due pezzi?

Non avrebbe pianto di nuovo, Grace non amava piangere per dare sfogo alle sue frustrazioni, non riteneva che fosse il modo giusto per scacciare il dolore; ciò che faceva, quando si sentiva stanca, frustrata, triste, era cercare la compagnia di qualcuno, parlare dei suoi problemi con une amico di cui si fidava, liberandosi così dai suoi pesi senza gettarsi nella disperazione di un pianto

Ma adesso era da sola e non vi era nessuno lì con lei, salvo un albero che inspiegabilmente non riusciva a curare.

Puoi farcela Grace”

Voleva credere di possedere un potere speciale, voleva credere alle parole di Chelsea, ai miracoli floreali che avveniva intorno a lei, voleva crederci

Puoi farcela Grace”

Si ripeté più volte, dentro la sua testa, che poteva riuscirci, poteva far rifiorire quella pianta, esattamente come tutte le altre piante che crescevano a dismisura davanti lei

Puoi farcela . . .”

Sapeva di esserne in grado

Puoi farcela”

Questo . . . questo non l'aveva pensato lei

A meno che, nella sua mente, non avesse cominciato a ragionare con la voce di un uomo.

Si voltò di scatto, sicura di non aver frainteso a chi appartenesse quella voce. Sebbene fossero due giorni che non la udiva.

Posso immaginare cosa stai cercando di fare con quell'albero”, le disse il vampiro comparso dietro di lei, parlandole con la sua voce bassa e lievemente roca, il volto privo di qualsiasi emozione che fosse comprensibile. Grace si domandò quando fosse arrivato, da quanto si trovasse lì, il “perché”.

Ebbe il tempo di formulare un piccolo pensiero, di consentirgli di prendere forma dentro di lei: quel giardino doveva possedere realmente una qualche forma di magia, essendo ormai la seconda volta che Grace vi incontrava il vampiro dall'aria sempre assente, di nuovo dopo un periodo in cui lui non le aveva rivolto parola. Giusto un paio di secondi furono concessi a quel pensiero, forse ingenuo, forse infantile, prima di venire messo da parte dalla domanda che Grace rivolse al vampiro, solo una delle tante che avrebbe potuto rivolgergli:

Perché sei qui Marcus?”.

Il Sole stava tramontando, proiettando i suoi raggi di luce dorata, alle spalle di Marcus, non riuscendo così a raggiungere il volto del vampiro;sembrò non far caso alla domanda che Grace gli aveva rivolto, “Non fiorisce niente?”, fu la domanda che invece lui rivolse a lei

No”, rispose Grace, scuotendo poi il capo, “ma ti ho fatto . . .”

E perché?”, domandò ancora il vampiro, la mano di lei, poggiata sul tronco, si strinse a pugno, “Non lo so”, rispose, fissando sconsolata il legno, “non riesco a capire che cosa dovrei fare per curarlo”

Lo sguardo si Marcus si concentrò sul lungo tronco al suo fianco, sui rami infranti e le foglie cadute a terra, poi sul moncone rimasto ancorato al terreno

Forse ti stai ponendo l'obbiettivo sbagliato”

Malgrado Grace gli avesse posto una domanda e lui non le avesse dato alcuna risposta, la ragazza non poté fare a meno di alzare nuovamente lo sguardo verso di lui

Non capisco che cosa vuoi dire”

Dico che forse”, spiegò il vampiro, indicando il tronco caduto, “non dovresti concentrarti sul curare un vecchio albero che è giunto ormai alla fine dei suoi giorni”

E allora cosa dovrei tentare di fare?”

Un nuovo albero deve pur nascere da qualcosa”, si limitò ad osservare il vampiro. Grace dovette riflettere sulle sue parole, mentre lui continuava a posare lo sguardo altrove, da quella posizione non riusciva a comprendere cosa i suoi occhi stessero guardando, né se stessero effettivamente fissando qualcosa, oppure se fossero proiettati oltre, come sempre.

Stai dicendo che dovrei cercare di far nascere una nuova pianta?”, domandò infine la ragazza, Marcus annuì, voltato sempre di profilo, gli occhi ben fissi chissà dove

Non credo di esserne in grado”

Invece credo proprio di sì”, le rispose lui, abbassando la testa, posando (finalmente) gli occhi rossi su di lei; Grace, controluce, cercò di comprendere se la stesse guardando

Non è come far sbocciare un fiore”

Un'appassionata come te dovrebbe sapere che è in questo modo che tutto comincia”

Era innegabile che Marcus avesse ragione, che ogni pianta, anche la più imponente e maestosa, nascesse sempre da un minuscolo seme piantato al suolo, eppure Grace avrebbe voluto obiettare, ribattere che non era così, negare ciò che anche lei sapeva solo per potergli andare contro; sì, Grace avrebbe voluto essere in grado di turbarlo, di mutare la sua espressione assente, anche a rischio di farlo arrabbiare

Perché si era comportato in quel modo inspiegabile con lei? Perché adesso ricompariva dal nulla?

Si stava scoprendo arrabbiata con il vampiro, forse per quello il suo cuore le suggeriva quei comportamenti un po' infantili.

Riesci sempre a perderti nei tuoi pensieri”

Distolse il fretta lo sguardo dal vampiro, avvampando, “Perfetto: riesco anche a farmi mettere in imbarazzo”, pensò

Grace?”

Che cosa dovrei fare?”, domandò, decidendo di assecondare i discorsi di Marcus, per quanto non riuscisse a trovarne il senso, per quanto si domandasse perché fosse comparso da lei, perché adesso le stesse parlando

Se vuoi donare la vita a qualcosa, cerca di creare un nuovo albero dalle radici di questo ormai giunto alla fine”

Ma lei ancora non era convinta, non si trattava di accelerare la crescita di un rampicante, o di schiudere un bocciolo, si trattava di donare la vita a una pianta assente, di cui neanche il seme era stato piantato

Non posso farlo”

Lo sai anche tu che puoi”, obiettò il vampiro, “ma forse non vuoi farlo, per una qualche ragione”

Grace si irrigidì, sentendosi offesa dall'ultimo commento di Marcus, pronunciato come se il vampiro non fosse a conoscenza di cosa la turbasse, quando era proprio lui la causa del suo disagio

Nella realtà . . . e nei suoi sogni

Poggiò all'istante entrambe le mani sul tronco, distendendo bene le braccia, il corpo in tensione

Se ci fosse riuscita . . . avrebbe potuto parlare con Marcus? Avrebbe potuto ricevere una spiegazione dal vampiro?

Non poteva sapere se la stesse guardando, se i suoi occhi fossero puntati su di lei oppure altrove, ma decise di dimenticarsene, di fingere che fosse da sola in quel giardino, come lo era stata pochi attimi prima; sentiva che così facendo non si sarebbe distratta

Doveva pensare a qualcos'altro

Qualcosa di bello

Qualcosa che la rendesse felice

Qualcosa che simboleggiasse una nuova vita, pronta a nascere dalle ceneri della precedente

Qualcosa come . . .

Emily”

Fece appena in tempo a sussurrare il nome della bimba, prima che dal moncone del tronco spuntasse un germoglio, una piccola piantina di colore verde chiaro, talmente ricco di linfa da risplendere di luce propria. A Grace sfuggì un grido di sorpresa.

La piantina si allungò, si allargò, le foglioline s'ingrandirono e si moltiplicarono, il gambo verde chiaro si scurì e indurì finché non si tramutò in un esile tronco di colore chiaro; la pianta continuò a salire verso l'alto, le foglie si tramutarono in rametti dai quali a loro volta spuntarono altre foglie, il tronco si faceva sempre più resistente. Lo sguardo di Grace si concentrò sul tronco divenuto di colore quasi bianco, ornato da strisce più scure simili a un manto tigrato: il suo occhio attento e allenato le permise di riconoscere all'istante quella pianta

Oh, è una betulla”.

La crescita del piccolo albero si arrestò quando esso raggiunse, verdi foglie comprese, l'altezza di Grace.

La ragazza restò a contemplare incantata ciò che lei stessa aveva creato, sulle sue labbra si era dipinto un largo sorriso, la tristezza che fino a poco prima l'aveva accompagnata sembrava essersi dissolta nell'aria.

Sapevo che saresti stata in grado di riuscirci”

Lei chinò il capo, inspirò ed espirò profondamente, le mani ancora posate sul vecchio tronco si strinsero intorno ad esso; una parte di lei sperava che quell'anziano albero accettasse di donarle la poca linfa che gli era rimasta, perché la sua voce non tremasse quando si sarebbe rivolta al vampiro.

Non era svanito, non sembrava intenzionato a farlo, era rimasto dietro di lei

No

Accanto a lei, anche lui con lo sguardo fisso sulla piccola betulla appena nata dalle radici del vecchio ceppo (un ceppo che, Grace ne era sicura, “non era” di betulla)

La ragazza sollevò lentamente la testa e il vampiro, simultaneamente, abbassò la sua, cosicché i loro occhi s'incrociarono per la prima volta dopo giorni.

Non la stava guardando, non del tutto almeno

Marcus”

Fece appello al vecchio tronco, al nuovo albero, a quel giardino, a quella luce dorata, fece appello a se stessa, al coraggio che si era sempre ripromessa di avere per Emily e che (diavolo) non poteva mancarle proprio adesso

Dimmi perché sei qui”.

Voleva parlare con lui

Non sapeva di che cosa, non sapeva cosa chiedergli, non sapeva come agire né cosa aspettarsi

Sapeva solo che desiderava con tutta sé stessa parlare con quel vampiro dagli occhi rossi.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

Spesso gli ingredienti ci mettono alla prova

Decidono di comportarsi in maniera inspiegabile; sanno che il loro destino è divenire parte di una ricetta, ma decidono di compiere mutamenti fuori della norma, certe volte sembra che ci stiano facendo un dispetto

Non è così

Spesso, voglio capire se ci fidiamo di loro, anche quando non si comportano come dovrebbero

Vogliono capire se li riteniamo comunque degni della nostra ricetta, anche se ci facessero dannare.

Dunque, non resta che avere pazienza e continuare a cullarli dolcemente nel calderone.

Ed essi comprenderanno . . .

Dall'antro della strega, ossequi.

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Capitolo 9
*** your red eyes on me, please ***


Il calderone della strega

 

Il calderone avverte la nostra paura. Chi cucina con il terrore di scottarsi, di sbagliare, chi salta una parte della ricetta perché troppo difficile; il mondo ne è pieno.

Essi non comprendono che il calderone chiede soltanto una cosa

Che noi vi si guardi dentro, se ne annusi il dolce profumo e si continui a mescolare.

Il calderone comprenderà.

Per chi saprà esporsi, vi sarà un piacevole calore e il dolce aroma degli ingredienti

Chi si affaccerà con sospetto resterà scottato.

Dal ricettario del calderone della strega.

 

 

 

 

 

CAPITOLO OTTO

 

 

Palazzo dei Priori, sala dei troni, Volterra.

Soltanto uno dei tre anziani sedeva sul trono, il posto che egli occupava era situato al centro dei tre, nel centro esatto della sala, al centro esatto del cono di luce che scendeva dall'alto lucernario. Non per niente, Aro adorava la sua postazione, si era preoccupato egli stesso che il suo seggio si trovasse al centro di tutta la sala e non soltanto di essa, ma anche al centro stesso del complesso di corridoi e cunicoli che costituivano i sotterranei del Palazzo dei Priori: il vampiro era al centro di tutto, lui era “il” centro di tutto.

La vampira dalla chioma bionda e il viso di bambola si portò al lato sinistro di Aro, guardandosi bene dal solo sfiorare uno dei troni

Oggi Chelsea si trovava di nuovo assieme alle due umane”

L'ho saputo”, rispose Aro, sorridendo deliziato, “lei e la ragazza diventano ogni giorno più amiche, fantastico no?”

Certo maestro”

Nessun tipo di entusiasmo era dipinto sul volto di Jane

Più diventeranno amiche, più l'umana si fiderà di lei, di conseguenza si fiderà di noi Volturi e accetterà finalmente l'idea di entrare a far parte del nostro clan”

Non vi siete mai fatto scrupoli a reclutare qualcuno nelle nostre fila con la forza maestro”

In realtà non amo ricorrere a mezzi così estremi”, confessò Aro, ma un guizzo dei suoi occhi lasciò trasparire che non fosse la completa verità, “ritengo che coloro i quali vengono reclutati con la forza non riescano a dare il meglio di sé”, quest'ultima affermazione era invece una vera convinzione del vampiro

E trovate saggio che una dei Volturi, Chelsea per di più, si affezioni così ad un'umana?”

Non vedo quali inconvenienti potrebbero sorgere se fra le due nascesse un rapporto di reciproco affetto, anzi, ne sarei oltremodo estasiato”

Jane abbandonò il suo posto affianco ad Aro e si posizionò davanti a lui, sul gradino più basso del rilievo ove poggiavano i tre troni, “Maestro”, sussurrò la vampira, chinando il capo, esponendo tutta la sua vulnerabilità al suo mentore, “posso allora domandare il motivo dei vostri provvedimenti nei confronti di vostro fratello?”

Oh Marcus”, esclamò Aro, portandosi teatralmente una mano alla fronte, “è così confuso, così fragile, il mio “caro” fratello, debbo pur proteggerlo”

Da che cosa?”

Da se stesso”, rispose gravemente Aro, “per il suo stesso bene, non deve abbandonare lo stato in cui è caduto da quando la mia “povera” Didyme è venuta a mancare; certo non gioisco nel vederlo così spento, così assente, ma so che sarebbe molto, molto peggio per lui se dovesse ricominciare a . . . “interessarsi” degli altri”

Jane intuiva quale potesse essere il vero motivo per cui Aro non desiderava che Marcus e l'umana interagissero, ed Aro allo stesso modo sapeva che Jane non era una stupida

Tuttavia, il vampiro volle continuare a recitare il ruolo del fratello premuroso e Jane, da allieva devota quale era, lo assecondò nella sua recita

Non c'è alcun motivo di preoccuparsi”, Aro scosse più volte la mano da una parte all'altra in gesto di diniego, “ho già parlato con mio fratello e so che ha compreso cosa è meglio per lui: non c'è più possibilità alcuna che lui e la ragazza interagiscano, in alcun modo”.

 

***

 

Seduta sul vecchio tronco caduto, accarezzava la sua ruvida corteccia, per nulla preoccupata che una scheggia potesse conficcarsi in una delle sue dita. Una volta capito il trucco, era stato facile far nascere nuovi boccioli e nuove piante dal vecchio tronco ormai in fin di vita; difatti, ovunque intorno a lei crescevano lentamente piantine minuscole e sporadici fiorellini azzurri, che andavano a ricoprire ogni angolo del tronco caduto.

Grace sollevò il capo verso il vampiro in piedi davanti a lei, trovandolo di nuovo intento a guardare altrove, a fissare qualcosa che non era lei

Dimmi perché sei qui”

Gli aveva lasciato del tempo, il Sole stava per scomparire oltre le mura del giardino; aveva atteso che Marcus trovasse le parole giuste con cui esprimersi, supponendo che fosse quello ciò a cui stava pensando il vampiro, ma adesso di tempo ne aveva avuto a sufficienza, adesso lei voleva delle risposte

Perché sei qui Marcus?”, era una domanda così difficile per lui? “Puoi dirmi almeno perché non mi hai più rivolto la parola dopo . . .”

Non voleva dire “dopo il nostro ballo”, non voleva rischiare di fraintendere un avvicinamento che poteva non esserci stato: per quanto Grace ne sapeva, Marcus avrebbe potuto fare tutto quello che aveva fatto per lei solo per pura cortesia, nient'altro

. . . dopo la sera del ricevimento?”

Ho ritenuto che fosse meglio frapporre una certa distanza fra te e me”, le rispose infine il vampiro

Certo: era naturale. Lui era un anziano, uno dei tre Signori a capo della nobile casata dei Volturi, aveva un'immagine, un ruolo ben definito, era prevedibile che non volesse sprecare il suo tempo in compagnia di una semplice umana, era quasi comprensibile, era naturale, era . . .

È una bugia!”

Marcus ebbe un sussulto, il suo volto assunse un'espressione quasi spaventata, quando Grace si alzò in piedi di scatto, i pugni chiusi, il cuore a mille

Non è questo il motivo: dimmi la verità”

Lui rimase a fissarla stupito da quel gesto così inusuale, così “istintivo” per lei

Come puoi affermare che la mia sia una bugia?”

Lo so”, fu la secca risposta di Grace, che trovò il coraggio per avvicinarsi di più al vampiro, “lo so e . . . e basta”, la ragazza si rese conto, tuttavia, che quella non era una risposta soddisfacente (non soddisfaceva neanche lei stessa), “non . . .”, provò a spiegare, “non è possibile che tu, di colpo, possa diventare così distaccato, quando fino a pochi giorni fa ti sei comportato come . . .”

Prese un respiro profondo

. . . come un amico”

Che effetto poteva avere una tale parola pronunciata in quel contesto? Stonava a tal punto riferita al vampiro dagli occhi rossi, eppure suonava così dannatamente bene se detta pensando a Chelsea.

Marcus continuava a tenere lo sguardo fisso sul tramonto, restando immobile, la pelle che emetteva solo un lieve luccichio

È così importante per te saperlo?”

Quella domanda pronunciata dal vampiro fu del tutto inaspettata per Grace, la quale, tuttavia, rispose all'istante

Certo”

E badò bene di non rispondere “sì”, o peggio ancora “abbastanza”

Voleva che il vampiro si rendesse ben conto di quanto lei tenesse al fragile rapporto che si era creato fra loro, per quanto strano e complicato

Immagino allora di non poterti negare una risposta”

Grace si protese verso il vampiro, sperando che lui, a quel punto, si voltasse: ciò non avvenne, ma, se non altro, Marcus le confessò la verità

Mio fratello Aro ha espresso il desiderio che io mantenga una certa . . . “distanza” da te”.

Dovettero trascorrere molti secondi di silenzio, perché Grace avesse il tempo di riflettere sulla risposta ottenuto dal vampiro; gli interrogativi che si pose, che pensò di porre a quel punto a Marcus, furono molti, primo fra tutti il motivo che aveva spinto Aro a compiere quel gesto, lui, che si era sempre mostrato così estasiato dall'arrivo di lei ed Emily al palazzo.

La ragazza comprese, al termine del suo lungo ragionamento, che tuttavia le motivazioni di Aro non erano ciò che desiderava conoscere, ciò che più le premeva sapere era invece . . .

Hai intenzione di obbedire alla sua richiesta?”

Ed a quel punto, grazie ad un Dio misericordioso che Grace ringraziò con tutto il cuore, Marcus voltò finalmente il capo verso di lei, guardandola

Guardandola

Ha le sue ragioni ed io dovrei obbedire”

Grace si sentì mancare, quel breve attimo di felicità concessole svanì, mentre abbassava lo sguardo al suolo intriso di luce dorata; si morse il labbro inferiore, inveì contro se stessa per non avere più il coraggio di parlargli guardandolo negli occhi, proprio adesso che quelli rossi del vampiro erano finalmente puntati su di lei

Quindi immagino che non parleremo più”.

Attese, attese che Marcus le ripetesse l'ordine di Aro, ponendo definitivamente fine ai momenti che aveva trascorso con il vampiro. Attese.

Ci tieni così tanto?”

Di nuovo, invece di una risposta, le venne posta una domanda

Tieni davvero così tanto a continuare questa . . .”, il vampiro alzò gli occhi al cielo, cercando le parole giuste, prendendo poi in prestito le stesse usate da Grace, “questa “amicizia” con uno come me? Con un vampiro?”

Chelsea è una vampira ed è mia amica”, si sentì in dovere di ribattere Grace, prima di rispondergli, “e comunque sì, ci tengo”

Non sai quanto”, avrebbe voluto aggiungere

Io non ho certo ricevuto il carattere solare della nostra Chelsea”, obiettò Marcus, “né ho trascorso tanto tempo con te come ha fatto lei; vuoi ugualmente la mia amicizia?”

Sì”

Perché?”, gli occhi rossi del vampiro erano ben fissi in quelli azzurri di lei, “Che cosa ti spinge a provare simpatia per me? Quali qualità credi che io abbia?”

Inaspettatamente, fu il vampiro a muovere un passo verso di lei

Come credi che io sia?”.

Persa in quegli occhi rossi, Grace si scoprì incapace di rispondere alla domanda del vampiro, eppure quella che gli aveva rivolto era così semplice, così elementare, avrebbe dovuto essere il fondo del suo desiderio di continuare quel rapporto

Ma lei ci aveva mai pensato? In quel momento stava scoprendo di no:

Che cosa mai la spingeva a provare simpatia verso Marcus?

Se solo Aro fosse stato lì, se solo avesse sfiorato la mano di Grace, la fronte del vampiro si sarebbe corrugata e avrebbe serrato gli occhi e i denti per il dolore, invaso, travolto dalla miriade di pensieri che si susseguivano veloci nella mente di Grace: Marcus le aveva offerto il suo aiuto, Dio solo sapeva quanto gli era grata per averle procurato gli antibiotici per Emily; Marcus era serio, silenzioso, apatico, disinteressato al mondo, eppure aveva parlato con lei, si era mostrato anche curioso; Marcus serbava dei segreti, segreti che non poteva rivelare e che erano stati la fonte del loro primo litigio, ma il vampiro le aveva aperto le porte di una fetta del suo passato, era stata nella sua stanza; Marcus aveva creduto che in lei fosse racchiuso un potere speciale. Cosa pensava continuamente lei del vampiro? Qual'era il pensiero che l'aveva accompagnata ogni volta che Marcus si era rivolto a lei? Quando le parlava, quando si preoccupava, nei suoi gesti d'altri tempi, nella sua cavallerie impeccabile. Come l'aveva fatta sentire il vampiro nella sala delle musica, durante il loro ballo? Un sorriso comparve inconsciamente sul suo volto mentre lo ricordava

Per me tu sei . . .”

Marcus era un vampiro dal volto imperscrutabile, il suo animo poi era racchiuso in una vera fortezza; eppure qualcosa Grace era riuscita a comprendere

La caratteristica che più le piaceva, i sorrisetti che le procurava, forse l'unica che aveva veramente compreso del vampiro

un gentiluomo”

Non era forse quello che aveva sempre pensato di lui?

D'altri tempi, superata, desueta, ma restava sempre la miglior qualità che un uomo potesse avere, per la mente romantica e un po' antica di Grace

Se dovessi descrivere come sei, direi che sei un vero gentiluomo”

E poi, senza che potesse aggiungere altro, accadde un vero e proprio miracolo

Un miracolo che evidentemente era possibile solo in quel giardino:

Marcus rise.

Forse definirla una risata sarebbe stato eccessivo, ma un sorriso, un vero e proprio sorriso, illuminò il volto del vampiro, già irradiato di luce dorata, e persino un suono, un accenno di riso, sfuggì dalle sue labbra

Marcus aveva riso

Grace”

La ragazza avvertì un brivido freddo, prima di accorgersi che le dita di Marcus avevano sfiorato le sue

Posso solo immaginare quanto a lungo tu abbia ragionato prima di rispondermi così”

Grace si sentì avvampare: lei Marcus non lo conosceva affatto, ma lui, ormai, sembrava conoscerla sin troppo bene

Se per te è così importante”, continuò il vampiro, “dovrò farlo”

Fare che cosa?”

Troverò un modo per convincere mio fratello a lasciarti continuare quest'amicizia”

Incredula, Grace si ritrovò a stringere la mano gelida del vampiro

Lo farai davvero?”

Come hai appena detto tu, sono un gentiluomo, sarebbe una grave pecca mancare alla parola data”

Il vampiro aveva davvero accettato? Malgrado le parole di Aro, non l'avrebbe abbandonata?

Sembrava essere bastato così poco a convincerlo, allora perché l'aveva ignorata per quasi tre giorni?

E, soprattutto, perché era comparso in quel giardino?

Grace si sentì scossa da un nuovo tremito, non dovuto alle dita di Marcus a contatto con le sue:

Possibile che la stesse cercando?

Immagino che tu”, la mano della ragazza aumentò la presa su quella del vampiro, temendo che lui potesse allontanarsi di nuovo, “non possa dirmi perché sei venuto qui oggi”

Ma, con suo enorme sollievo, il vampiro non perse la strana espressione serena che sembrava avere assunto, nessuna ombra cupa oscurò il suo volto; si limitò a risponderle in tono tranquillo

Sai già la risposta”

E lei ondeggiò il capo in un cenno d'assenso

Non puoi dirmi neanche perché Aro vuole che . . .”

Oh no”, la interruppe Marcus, senza tuttavia perdere la sua tranquillità, “questo fa parte della lunga serie di segreti che un clan di vampiri accumula in millenni di vita”

Marcus aveva tirato in ballo i Volturi, sottintendendo che la questione non riguardasse soltanto lui, ma anche altri membri del suo clan; Grace non ebbe però il tempo di riflettere su ciò (anche se la ragazza in verità non ci aveva fatto caso)

Però posso rivelarti un altro segreto, in sostituzione di questo”

Oh, quale incanto stava pervadendo quel luogo? Sembrava che gli ultimi raggi di Sole, prima di scomparire ad ovest, desiderassero risplendere al massimo, irradiando il giardino di una magia sempre più forte, prima che essa cessasse del tutto.

Il vampiro si staccò dalla ragazza, allontanandosi di qualche passo

Che intenzioni hai?”, domandò Grace, sorridente, tentando di nascondere quanto grande fosse la sua curiosità, accorgendosi poi che era impossibile

Resta ferma dove sei, è perfetto”

Grace si guardò intorno e non comprese che cos'avesse di particolare quel punto dell'immenso giardino rispetto a tutti gli altri: si trovava accanto al tronco abbattuto, con ai piedi decine di rami spezzati e centinaia, forse migliaia di foglie cadute. Probabilmente quello era il punto più “triste” di tutto il giardino

Che cosa voleva fare Marcus?

Ovviamente non dovrai rivelarlo a nessuno”

Non sapeva che cosa, né perché, ma rispose

Ovviamente”

Se quel segreto non riguardava tutto il clan voleva dire che era soltanto suo, forse Aro con i suoi poteri ne era venuto a conoscenza, ma era suo

Solo di Marcus.

L'avrebbe custodito gelosamente.

Il vampiro osservò attentamente (sì, Marcus, stava osservando “attentamente” qualcosa) il terreno intorno a Grace, compì qualche altro passo indietro, poi ci ripensò e tornò avanti di un passo

Alla ragazza quei movimenti ricordavano quelli di un fotografo, in cerca della luce e dell'angolatura giusta per una foto

Perfetto”, sussurrò il vampiro, accelerando i battiti del cuore di lei

Dapprincipio sembrava che nulla dovesse accadere, dato che Marcus restava immobile, finché Grace non notò che le dita della mano sinistra del vampiro si stavano muovendo, compiendo lievissimi movimenti sussultori

Stava lanciando un incantesimo?

Sciocchezze: i maghi non esistono”

Esistevano i vampiri, esistevano i licantropi

Figurati se può esistere un essere mezzo vampiro e mezzo mago”

Esistevano persone mezze umane e mezze vampire

Grace scosse il capo, cercando di scacciare dalla sua mente tutti quegli assurdi pensieri

Come posso perdere tempo con simili domande quando Marcus sta . . . oh”

Dovette interrompersi, quando avvertì una delle foglie poste ai suoi piedi sfiorarle le caviglie nude

Ma che . . .”

Come mossa da un'impercettibile alito di vento, ogni foglia sotto di lei sussultava, alcune si staccavano dal suolo, compiendo un volo di pochi centimetri prima di posarsi nuovamente sopra le altre

Fino a quando una di esse non si librò in aria, volteggiando intorno alle gambe di Grace, seguita da una seconda foglia e poi da molte altre

Librandosi sempre più in aria, volteggiando leggere, le foglie che fino a poco prima giacevano a terra si sollevarono in alto, compiendo voli concentrici intorno a Grace, girandole attorno creando un unico vortice di foglie

Oh mio Dio”

Nessun rametto si sollevò da terra, nessuna foglia la urtò più, nessuna di esse si disperse nell'aria o compì un volo irregolare

Esisteva solo quel perfetto cerchio di foglie di cui lei era il centro

Il Sole era ormai scomparso oltre le mura ed i suoi raggi non erano più visibili dal giardino, sebbene continuassero ad illuminarlo; tuttavia, l'ultimo fascio di luce, prima di abbandonare quel luogo, illuminò il sorriso che si dipinse sul volto di Grace, incorniciando la sua risata gioiosa

È bellissimo!”

Sentendosi pervasa da una felicità unica, Grace cominciò a volteggiare, unendosi al moto delle foglie, il giardino intorno a lei divenne un quadro astratto, coperto alla vista dalle centinaia di foglie danzanti insieme a lei

È bellissimo!”, ripeté ancora Grace, si sentiva come quando aveva fatto sbocciare i suoi primi fiori, provando cosa volesse dire essere un tutt'uno con la natura. La testa cominciò a girarle; mentre rallentava, scorse una figura scura, dai contorni sfocati, materializzarsi davanti a lei: era nel cerchio di foglie? Era all'esterno?

Rallentando fin quasi a fermarsi, scoprì che Marcus aveva allargato quel turbine quel tanto che bastava per immergervisi; seguendo i movimenti di Grace, le foglie intorno a lei cominciarono la loro discesa che le portò a posarsi al suolo

Così come lei si ritrovò, dopo un'ultima giravolta, a contatto con Marcus. Avrebbe perso l'equilibrio se non avesse trovato il corpo del vampiro pronto a sorreggerla.

Vedo che piroettare ti riesce piuttosto bene, in fondo”

Grace rise ancora, “Non so cosa mi è preso”, ed era vero: non riusciva a spiegare il suo stato d'animo, sapeva solo che una grande felicità si era instillata in lei e non sembrava intenzionata ad abbandonarla

Quello che è successo è magnifico”, continuò la ragazza, “anche se adesso avrei mille domande da farti”

Com'è possibile che io abbia questo potere? Perché la tua cara Chelsea non ne era a conoscenza? Se Aro ne è al corrente?”

Grace assunse un'espressione fintamente offesa, tradita dal sorriso radioso che ancora aveva in volto

Da quando Marcus la capiva così bene?

Forse, il vampiro celava dietro al suo sguardo assente la capacità di comprendere le persone meglio di molti altri.

Non importa se non intendi rispondermi”, assicurò Grace, “mi basta che . . .”

Ho promesso”, la rassicurò Marcus, precedendo ancora le sue parole, “non mi permetterò più di ignorarti”

Alzando lo sguardo, Grace incontro gli occhi rosso vermiglio del vampiro, sorpresa di quanto apparissero vivi in quel momento, stupita del lieve sorriso (un accenno, un timido accenno) dipinto sul volto di lui

Sono felice”

Non era la prima volta che si sentiva felice da quando era cominciata la sua permanenza al palazzo dei Priori: si era sentita felice insieme a Chelsea, si era sentita felice vedendo giocare Emily, era stata felice quando ogni sua pianta era cresciuta e ogni suo fiore sbocciato, era stata invasa dalla felicità nello scoprire quel giardino e si era sentita felice la sera del ricevimento.

Tuttavia, era la prima volta che Grace pronunciava ad alta voce quello stato d'animo, che lo confessava, che ammetteva che anche in quel mondo popolato dai vampiri poteva sentirsi felice

Tutto ciò grazie a Chelsea, grazie a Emily

Grazie a Marcus.

Forse fu il vampiro a muoversi per primo, forse fu lei, ma più probabilmente i due si avvicinarono all'unisono: Grace si strinse al petto del vampiro mentre lui la circondò con le braccia, Marcus dovette chinarsi molto per arrivare a poggiare la testa affianco alla sua, con Grace che senza accorgersene si sollevò sulle punte. Adesso che lo stava abbracciando, la ragazza si domandò come aveva potuto pensare che i tre anziani apparissero fragili, consumati dai loro millenni di vita: Marcus era alto, il suo petto ampio, le braccia che la stringevano celavano una forza sopita da secoli, ma ancora presente. Grace si ricordò di quando il vampiro le aveva rivelato come lei profumasse di fiori; poggiata sul suo petto, venne accolta dall'odore piacevolmente antico della sua giacca scura, che tanto le ricordava quello dei vecchi vestiti conservati negli armadi e quasi mai indossati; alzando lievemente il capo, provò a concentrarsi su di lui, ma dovette riconoscere di non possedere il fine olfatto dei vampiri, non riuscendo a distinguere quale profumo emanasse il vampiro.

Non poté fare a meno di domandarsi, Grace, che cosa Marcus stesse pensando; per la ragazza era difficile accettare che la sua mente fosse un libro aperto per il vampiro, ma che non fosse vero il contrario; tuttavia, pur di non perderlo, pur di non perdere l'amicizia che, in qualche strano modo, era nata fra loro, era disposta ad accettare i suoi segreti, la sua mente imperscrutabile, il fatto che comparisse nei suoi sogni.

La voce di Chelsea si intromise in quel momento, strappandole un sussulto

Perché non gli parli del tuo sogno?”

Marcus doveva essersi accorto del suo fremito, perché si scostò da lei, credendo di averle provocato un brivido di freddo; con grande sollievo di Grace, tuttavia, continuò a tenerle le mani di poco sopra i fianchi, non allontanandosi da lei

Va tutto bene”, esclamò lei, per rassicurarlo

Sicura?”

Avrebbe davvero desiderato che Marcus evitasse di porle quella domanda

. . .”

Grace non voleva sciupare quell'attimo. I raggi solari erano scomparsi dal giardino e si sentiva priva della protezione della loro magia. Non voleva rischiare di spezzare l'incanto che si era creato raccontando il suo sogno, raccontando che ogni notte lei sognava Didyme, la moglie del vampiro, e che nell'ultimo sogno Didyme era stata assassinata e le aveva chiesto di aiutarla.

Ne avrebbe parlato con Marcus, adesso comprendeva che la sua decisione di tenerlo all'oscuro era illogica e anche un po' egoista, ma non lì, non adesso, non in quel momento.

Era da molto che non mi sentivo così bene”

Il vampiro le concesse un ultimo accenno di sorriso, contraendo un angolo delle labbra; dopodiché le porse una mano:

Credo sia meglio rientrare”

Sì, Emily dovrebbe essere sul punto di svegliarsi”

Lo immaginavo”.

Da perfetto gentiluomo, quale Grace l'aveva etichettato, Marcus l'accompagnò fino all'ingresso dei sotterranei, le aprì la porta e subito dopo si voltò per richiuderla e successivamente farle strada per i cunicoli.

Dando un ultimo sguardo al giardino, ora immerso in una luce scura, Grace notò due stelle far capolino nella volta blu scuro del cielo

E dovette ammettere che, forse, la magia era ancora presente in quel luogo, pur senza che risplendesse della sua solita luce dorata.

 

***

 

Non le era mai capitato di immergersi nel suo sogno e di osservare una scena che aveva già vissuto; eppure Grace vedeva di nuovo Marcus e Didyme, felici e sorridenti, accovacciati fra i fiori del giardino intriso di luce d'oro.

Non le era capitato neppure che ci fossero due Didyme.

L'una accarezzava i capelli bruni di Marcus, ridendo, dipingendo sul volto del vampiro un'espressione gioiosa scomparsa ormai da millenni nel mondo della realtà; l'altra era seduta ai bordi della fontana di roccia bianca, affianco a Grace.

Perché sono di nuovo qui?”, domandò la ragazza, trovando poi da sola una possibile, terribile, risposta, “Non vorrai che assista di nuovo alla tua morte?”

È necessario Grace”, le rispose dolcemente la vampira dai capelli castano-dorati

No Didyme, ti prego! Non voglio vederti morire ancora”

So che sarà dura per te”, la vampira le prese le mani e le strinse nelle sue, la ragazza si accorse così che erano calde, calde come quelle di un'umana, che gli occhi erano verdi, come la prima volta che l'aveva vista, “credimi vorrei evitare che tu veda questo, ma tu sei l'unica che possiede il dono”

Quale dono?”

Tu puoi scoprire la verità, sei l'unica che può”

Le parole uscirono dalle labbra di Grace senza quasi che lei le formulasse nella sua mente

La verità sulla tua morte?”

Didyme chinò tristemente il capo ed annuì, “Non abbiamo più molto tempo ormai, perciò Grace, ti prego, scopri come sono realmente andate le cose”.

Un urlo lacerante infranse l'incantesimo del giardino, Grace si voltò di scatto e scoprì con orrore i tre vampiri incaricati di uccidere Didyme

Un momento . . .”

Incaricati . . . mandati . . .

Mandati . . . ma da chi?”, voltandosi, la ragazza scoprì che la Didyme al suo fianco era sparita e l'unica vampira rimasta si trovava ad un passo dalla morte, stretta fra le grinfie dei sicari

Sicari . . .

Grace scattò in piedi

Vi ha mandati qualcuno!”, gridò verso i tre, pur sapendo che non era in grado di farsi udire, “Era questo che Didyme cercava di dirmi!”

Se la morte di Didyme era stata un ordine, allora le fu chiaro che il suo compito era scoprire chi fosse il mandante dell'omicidio: Chi mai avrebbe potuto voler uccidere una simile creatura? Una donna con il dono di infondere felicità in ogni essere vivente?

Chi?

Mentre rifletteva, Grace dovette assistere alla straziante visione del corpo di Didyme che veniva (di nuovo) fatto a pezzi dai tre vampiri

Che sarebbero stati successivamente eliminati per evitare che parlassero

Che cosa?”

Non voleva assistere, non voleva vedere ancora Marcus piangere disperato la sua amata, voleva guardare altrove, ovunque non ci fosse il suo volto sofferente.

Gli occhi azzurri della ragazza si mossero da una parte all'altra del giardino, alla ricerca di un qualcosa, un minimo indizio che le rivelasse chi aveva dato l'ordine di porre fine alla vita di Didyme

Chi?

Finché, all'improvviso, i suoi occhi si posarono su di una figura, intenta ad osservare la scena da lontano

No . . .”, sussurrarono le sue labbra.

Non sapeva se fosse realmente presente al momento dell'omicidio, o se fosse solo una proiezione della sua mente, come il fantasma di Didyme; ciò non aveva molta importanza:

Se ne stava in disparte, sfoggiando un sorriso di pura esaltazione malvagia, gli occhi rosso vermiglio fissi sul vampiro chino sul cadavere di Didyme

Di sua sorella

Aro . . .”

Nell'attimo in cui pronunciò il suo nome, la scena mutò e, per la prima volta, Grace si ritrovò in un luogo diverso dal giardino: intorno a lei sorgevano muri di pietra nera, un corridoio illuminato dalla flebile luce di alcune torce. Si sentiva oppressa, schiacciata, imprigionata in un luogo senza via d'uscita

Dove sono?”

Davanti a lei comparvero due sagome, due persone, una delle quali, la più bassa, Aro, stava abbracciando l'altra, molto più alta, Marcus

Non temere fratello”

Quella voce s'insinuò nelle sue orecchie come un pezzo di ghiaccio, la ragazza si portò le mani alla testa

Didyme è morta, la mia amata sorella è morta, ma tu hai ancora noi, hai ancora la tua famiglia”

Come faceva Marcus a non accorgersi della falsità di Aro? Ogni sua parola le trafiggeva le orecchie, rendendola incapace di reggersi in piedi

Il tuo posto è qui con noi fratello mio”

Non gli credere Marcus!”, urlò Grace, con quanto fiato aveva in gola

Era stato Aro, aveva ucciso la sua stessa sorella e l'aveva fatto per tenersi stretto Marcus

Era certa che fosse così

La causa dell'immenso dolore di Marcus, il motivo per cui era diventato un vampiro apatico disinteressato del mondo, il responsabile di aver spento la luce nei suoi occhi rossi

Era Aro.

A quel punto, Grace cedette: si schiantò al suolo, sbattendo le ginocchia e i gomiti sul pavimento di pietra

Ed esso si spaccò

E il sogno intorno a lei s'infranse in mille pezzi.

 

***

 

Un tonfo sordo pose fine al bellissimo sogno che la piccola Emily stava vivendo, riportandola alla realtà; la bambina sbatté più volte gli occhietti, accorgendosi del baccano proveniente dall'altra parte della stanza

E di un gemito strozzato

Grace!”

La bimba scese velocemente dal suo letto bianco, stringendo a sé l'orsacchiotto di pezza donatole da Chelsea

Grace!”

Scostò la tenda che separava le due camere e vide la sua amata tata in ginocchio, impegnata a rimettersi in piedi. Gli occhi verde smeraldo della bambina scrutarono la scena per alcuni istanti, poi . . .

Sei caduta dal letto Grace?”

La ragazza sobbalzò e si voltò verso Emily, cosicché la bimba notò le sue guance rosse e gli occhi gonfi di pianto

Ha fatto un brutto sogno?”

Grace le corse incontro e strinse la sua piccola Emily in un forte abbraccio, facendo aderire a sé il più possibile il corpicino esile della bambina

Oh Emily”

Che succede Grace?”

Piccola . . . ascoltami”, le prese la testa fra le mani, “ascoltami molto molto attentamente va bene?”

Sì ti ascolto”.

Grace aveva lasciato solo una volta Emily da sola durante la notte e mai avrebbe voluto essere costretta a farlo di nuovo, ma il suo sogno, il suo incubo, adesso non poteva più essere ignorato

Emily, adesso Grace deve uscire fuori, deve andare a cercare una persona”

Chi?”

Decise che non le avrebbe mentito

Devo andare a cercare Marcus”, a quelle parole, gli occhi della piccola Emily si illuminarono e un gran sorriso comparve sul suo faccino roseo

Vai a cercare il Signore Marco?”

Sì tesoro mio”

E dopo lo porti qui?”

Grace non resistette e strinse di nuovo a sé la bambina

Tu resta qui e non uscire per nessuna ragione finché io non sarò tornata”

Le stava parlando in modo troppo agitato, abbandonando la calma con cui si era sempre sforzata di parlarle anche nelle situazioni più gravi, Grace lo comprendeva e si malediceva per quello

Sperò che Emily potesse perdonarla per non essere la solita Grace di sempre, la sua tata sempre sorridente. Grace aveva vissuto il peggiore incubo di tutta la sua vita: un incubo che era stato realtà.

Riuscendo a trattenere le lacrime, Grace rimise Emily a letto e la baciò più volte sulla fronte, abbracciandola

Ti aspetto qui Grace”

E la ragazza, con il cuore colmo d'angoscia, abbandonò la loro camera, con le lacrime agli occhi, un dolore lancinante al petto ed un solo nome in mente:

Marcus.

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

Mai concentrarsi su due calderoni, altrimenti entrambi si sentiranno esclusi

Falso!

Se ci si sente tanto forti da concentrarsi su due ricette contemporaneamente, i due calderoni non si sentiranno esclusi a vicenda

Al contrario, si sentiranno parte di un unico, delizioso pasto

Perciò non abbiate paura di avere in cura due calderoni, lo spazio non verrà dimezzato, semplicemente raddoppierà.

 

StregaSibilla cucina sempre e ringrazia coloro che ad ogni nuova portata spendono parte del loro tempo magico per lasciare un commento sui suoi piatti

Ma anche a coloro che si limitano a degustare, StregaSibilla augura sempre di tornare ad assaggiare i suoi piatti, sperando di non deluderli mai =).

Dall'antro della strega, ossequi.

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Capitolo 10
*** touch of cold fingers ***


Il calderone della strega

 

Una domanda che molti apprendisti cuochi si pongono è: se credo di stare sbagliando, come debbo comportarmi?

Se ritengo che il calderone non stia bollendo nel modo giusto? Debbo fidarmi del mio istinto? Oppure il mio è solo timore immotivato e debbo lasciare che la cottura proceda come deve?

StregaSibilla sa che entrambe le opzioni possono essere giuste e molto spesso è il calderone stesso a darci la risposta, se sappiamo ascoltarlo attentamente.

Ma, se ancora non ne fossimo in grado, non resta che chiedere aiuto a qualcuno che ha già visto bollire tanti calderoni

Non esitate mai a richiedere consigli a una vecchia fattucchiera o a un vecchio stregone, saranno ben felici di aiutarvi e magari suggerirvi quel piccolo tocco di magia in più.

StregaSibilla sa quanto fa pesa sulla coscienza una richiesta non fatta

Non abbiatene mai paura.

Qualche vecchia strega è sempre pronta lì per voi.

Dal ricettario del calderone della strega

P.S. L'angolo dell'asterisco si è preso una pausa, in compenso una comunicazione di servizio molto importante attende voi cari clienti al termine del pasto.

 

 

 

 

CAPITOLO NOVE

 

 

Palazzo dei Priori, sotterranei, Volterra.

Passi veloci che sbattono duramente su di un pavimento di roccia, percorrendo un lungo corridoio vuoto, provocano un rumore assordante; talmente assordante che dopo poco non riesci ad udire altro.

Si accorse troppo tardi di star correndo all'impazzata, che avrebbe sicuramente attirato l'attenzione di qualcuno: nessuno era umano in quei sotterranei, nessuno dormiva dentro quelle stanze, malgrado fossero le tre del mattino.

Rallentando, cominciò a guardarsi attorno, domandandosi se quella fosse la direzione giusta per arrivare alla sua stanza; vi era stata condotta una sola volta: sarebbe stata in grado di ricordarsi la strada?

Certi dettagli parevano familiari, altri totalmente estranei, un corridoio dapprima sembrava il percorso giusto e dopo pochi passi eccone un altro mai visto prima.

Era quella la strada giusta per giungere alla camera del vampiro?

Sì: il percorso che aveva imboccato era quello giusto, malgrado sembrasse così nuovo ai suoi occhi. Non è sbagliato pensare che fosse il suo istinto a guidare i suoi passi veloci.

Purtroppo, non era a conoscenza di percorrere la strada esatta, né le fu dato modo di percorrerla tutta; giacché venne interrotta prima di giungere alla fine del sotterraneo.

Non udì i suoi passi, ovvio: i vampiri non provocavano rumore quando si spostavano. Si ritrovò a svoltare un angolo e contemporaneamente udì una voce chiamarla:

Grace”.

Un brivido gelido le corse lungo tutta la schiena

Oh mia cara, che cosa chi fai qui tutta sola? Sola e senza la tua adorata protetta”

Emily, la sua piccola Emily; arrivata a quel punto poteva essere certa che l'avrebbe mai rivista?

Grace si voltò incontrando il vampiro dai lunghi capelli neri e gli occhi rossi

Quel dolce sorriso ampio le provocò un secondo, terribile, brivido d'orrore

Che cosa ti spinge a correre così veloce per questi bui sotterranei?”, domandò Aro, non ottenendo tuttavia risposta dalla ragazza, Grace infatti aveva perso la voce nel momento in cui aveva udito quella del vampiro

Oh!”, esclamò Aro, portandosi una mano alla bocca, “mi auguro vivamente che tu non stessi tentando la fuga”

Ancora una volta, Aro riprese a parlare prima che lei fosse in grado di esprimersi

Ma no: non avresti mai lasciato il tuo “tesoro” qui andandotene tu, da sola; no, ti stavi dirigendo da qualche altra parte, vero?”. Muovendo alcuni passi leggiadri, dando l'illusione di levitare a un palmo da terra, Aro fu davanti al suo corpo terrorizzato e tremante

Allora”, la sua voce era ridotta ad un sibilo, “dove ti stavi dirigendo?”

Occhi rossi così diversi da quelli di Chelsea, da quelli di Marcus, occhi che sembravano scavarle dentro alla ricerca delle sue debolezze

Sei a conoscenza di aver imboccato un corridoio che porta dritto alla camera di uno dei miei fratelli?”

Grace ebbe un sussulto a quella notizia: la direzione che aveva preso era giusta!

Ma adesso non poteva più giungerci.

Credevo di essere stato chiaro con Marcus”, sussurrò il vampiro, rivolto a se stesso, “evidentemente non mi sono fatto intendere a dovere”

Credevo che Marcus avesse . . .”, tentò Grace, non sapendo poi come poter continuare: Marcus non le aveva forse promesso che avrebbe tentato di far cambiare idea ad Aro?

Forse non c'era riuscito . . .

Mia cara”, la interruppe Aro, il suo sorriso e il suo tono amorevole così “falsi” cominciavano a provocarle l'emicrania, “voglio essere chiaro, così eviteremo ogni possibile tipo di equivoco: non gradisco “affatto” che tu e mio fratello vi ritroviate così intimi”

Fece una pausa, perché la prima affermazione s'impiantasse ben bene nella mente di Grace, poi continuò

Voglio che eviti ogni contatto con lui”

Invece, per il bene di Marcus, per il suo stesso bene, Grace avrebbe dovuto evitare qualsiasi tipo di contatto con “Aro”. Eppure non le si poteva dare torto, così impaurita com'era: fino a poche ore prima il vampiro dai capelli neri le era sembrato temibile, certo, un falso buono che celava dietro al suo sorriso una spietata malvagità; ma malgrado tutto ciò, fino a poche ore prima Aro era colui che aveva deciso di risparmiare la vita a lei e Grace, il vampiro che si sarebbe sempre preoccupato che le sue due “rarità” fossero il buona salute. Un vampiro che poteva rivelarsi spietato insomma, ma tutto sommato capace di gesti cordiali.

Adesso, invece, davanti a lei stava l'assassino di Didyme, colui che aveva assassinato la sua stessa sorella, rovinando per sempre la vita Marcus; Marcus, che era sempre stato all'oscuro di tutto.

Perciò, poteva Grace essere condannabile se, quando Aro tese una mano verso di lei e la sfiorò, non riuscì ad agire sufficientemente in tempo per scostarsi? Pietrificata dalla paura com'era in quel momento?

L'espressione di Aro mutò nel tempo di due secondi circa, più o meno lo stesso tempo che Grace impiegò per comprendere ciò che stava accadendo: il vampiro stava leggendo i suoi pensieri.

I suoi incontri con Marcus, le notti permeate dai suoi strani sogni, l'incontro con Didyme, la scoperta di chi fosse realmente il mandante di quell'assassinio. Grace rilesse tutti i suoi pensieri più segreti negli occhi di Aro, dapprima sgranati, increduli, che muovevano incessantemente le iridi rosse da una parte all'altra.

Per la prima volta, nel mondo reale, Grace udì un vampiro gridare:

Aro allontanò bruscamente la mano di Grace dalla sua, il respiro divenuto improvvisamente affannoso, gli occhi ridotti a due fessure

Tu!”

Quell'unica sillaba le parve una sicura condanna a morte

Come può essere‽ Perché Eleazar non ha predetto un simile dono‽”

Istintivamente, Grace tentò di arretrare, ma Aro le afferrò fulmineo un braccio, bloccandola contro il freddo muro di pietra del corridoio

Così sei a conoscenza del mio segreto”

Ed ecco, di colpo, la voce del vampiro calmarsi, il tono che si abbassava, le parole che fluivano lente dalla sua bocca; quell'unica perdita di controllo sembrava non essere mai avvenuta

E a Grace, il vampiro parve mille volte più terrificante, mentre le sibilava a un millimetro dal viso

A questo punto non mi restano molte scelte mia cara, tuttavia voglio essere generoso con te”

Le accarezzò i capelli con le dita adunche, provocando nella ragazza violenti tremori

Lascio a te la scelta donandoti la possibilità di salvarti la vita: da oggi in poi la tua “preziosa” Emily verrà separata da te, cosicché se rivelerai a mio fratello quel che sai io darò l'ordine di ucciderla all'istante”

No!”

Oppure, per essere sicuro che tu mai possa rivelare ciò che sai, mi prenderò la tua vita qui e adesso”

Aro le aveva appena rivelato di essere pronto ad ucciderla, sarebbe stato perfettamente naturale se fosse rimasta paralizzata dalla paura. Eppure Grace aveva in testa un solo ed unico pensiero

Ti stai chiedendo cosa succederà alla tua piccola Emily se muori”, esclamò Aro, dando voce alla sua domanda, “Oh mia cara Grace, naturalmente non sceglieresti mai di morire se ciò comportasse la morte della tua piccola Emily, ma se”, il vampiro prese una pausa, ampliando ulteriormente il suo sorriso, “ti promettessi che in cambio sarei disposto a rinunciare alla bambina? Oh non guardarmi come se non mi credessi: la tua stessa esistenza è un pericolo per me, preferisco lungamente rinunciare ad un futuro membro del mio clan pur di toglierti di mezzo”

Grace non faticava a credere che fosse vero: si trattava di Marcus, di Didyme, di sua “sorella”

Perciò se deciderai di porre fine alla tua vita, Emily potrà fare ritorno tra gli umani”

No, quello non era vero e Grace ne era sicura: Aro non avrebbe mai mantenuto una simile promessa.

Stai mentendo”

A quelle parole, il sorriso di Aro s'incrinò, “come puoi dirlo?”

So che farai di Emily quello che vuoi una volta morta io”

La pensi così?”, la staccò dal muro e le scostò i capelli, scoprendole il collo bianco, “Allora dovrei annullare le tue possibilità di scelta ed ucciderti subito”

Ne era in grado

Aro avrebbe potuto porre fine alla sua vita in meno di un secondo.

Nella situazione in cui si ritrovò, Grace venne salvata da un probabile attacco di panico dalla sua mente, la stessa che, Marcus gliel'aveva ripetuto decine di volte, aveva l'abitudine di perdersi, distaccarsi dalla realtà e compiere lunghi viaggi fra i suoi pensieri: il suo cervello si rifiutò di farle comprendere appieno che la sua vita era in pericolo, che si trovava realmente “ad un solo passo” dalla morte. Grace non recepì all'istante la minaccia di Aro e né realizzò che sarebbe potuta morire da lì ad un attimo.

Voglio darti un'ultima occasione: che cosa scegli Grace?”

Di abbandonare Emily non se ne parlava: non avrebbe “mai” abbandonato la sua piccola, le sarebbe sempre rimasta affianco, anche a rischio di sacrificare se stessa. La ragazza si domandò se quella scelta sarebbe andata bene ad Aro, oppure se per tutta risposta si sarebbe ritrovata i denti del vampiro piantati nella giugulare.

Sapeva che scegliere di continuare a vivere mantenendo il segreto (sempre ammesso che Aro gliel'avrebbe concesso) significava non poter riferire la verità a Marcus: il vampiro che chiamava “fratello” era il responsabile della morte della sua amata. Lei si rendeva conto che Marcus non si meritava di rimanere all'oscuro dei fatti.

Il vampiro l'avrebbe perdonata per aver anteposto la sua Emily a lui?

Forse un vampiro che così tanto aveva amato la sua donna, avrebbe potuto capire quanto fosse importante Emily per Grace.

Mia cara tu hai la sgradevole abitudine di perderti nei tuoi pensieri”

Come suonavano fredde e aride quelle parole, così diverse da come Marcus le pronunciava

Cosa scegli?”

Io . . .”

Aro!”

Difficile stabilire se l'urlo avesse preceduto il vampiro, oppure se Demetri fosse giunto davanti a loro alla velocità del suono

Che succede?”

Demetri ritenne più pratico sfiorare la mano di Aro e lasciar scorrere i suoi pensieri

La reazione del vampiro fu lievemente minore di quella avuta quando aveva letto i pensieri di Grace: non ritirò la mano, né balzò indietro, ma lanciò un'alta esclamazione di stupore e il suo corpo s'irrigidì, gli occhi che si sgranavano

Com'è potuto succedere‽‽”, gridò, lasciando andare Grace, “Avevo ordinato a Caius di . . .”, s'interruppe, voltò lo sguardo iniettato di sangue verso la ragazza, “. . . controllala Demetri”, le afferrò un braccio e la spinse verso il corpo freddo del vampiro, “non perderla di vista un solo istante o le conseguenze saranno alquanto spiacevoli: mi sono spiegato?”

Perfettamente maestro”

Aro scomparve nel nulla, diretto chissà dove, lasciando Grace sola col vampiro che più desiderava azzannarla.

La prima reazione di Grace, una volta andatosene Aro, fu di staccarsi da Demetri e frapporre qualche passo tra di loro; sapeva che era inutile, ma ne aveva abbastanza di sentirsi stretta dalla morsa gelida del corpo di un vampiro

Avete combinato proprio un bel casino voi due bocconcini”

Non si sarebbe lasciata intimidire da Demetri, non questa volta

Che intendi dire?”, domandò con fermezza, “Che sta succedendo?”

Avete persino messo i Cullen sul nostro cammino, di nuovo; Aro non si lascerà sfuggire quest'occasione per fargliela pagare”

Alla parola “Cullen” Grace ebbe un sobbalzo, prima di porsi la domanda successiva:

Cosa poteva essere avvenuto di così grave, tanto da costringere Aro a rimandare la sua (quasi certa) morte?

 

***

 

Trenta minuti prima

 

La situazione che si è venuta a creare è indubbiamente spiacevole, certo”

Aro passeggiava avanti e indietro per la sala dei troni, le braccia incrociate dietro la schiena; Jane seguiva con lo sguardo i movimenti del maestro, puntandolo sovente verso il gruppetto di tre vampiri che si era presentato alla loro porta quella notte

Così alla bimba non sei rimasto che tu”, il vampiro dai capelli neri si posizionò davanti all'altro italiano, “Francesco”

Emily è la mia vita”

Oh sì, l'ho letto, comprendo quanto dev'essere profondo ciò che ti lega a lei, anche senza l'ausilio del mio caro fratello”, detto ciò, Aro si voltò verso gli altri due vampiri seduti sui troni, Marcus e Caius; nessuno dei due reagì in alcun modo

Comprenderai Aro che far crescere una bimba in un simile ambiente è rischioso”, il tono calmo e pacato di Carlisle interruppe lo scambio di sguardi fra i tre anziani

Indubbio”, Aro voltò il capo verso il vampiro biondo dagli occhi castani, non allontanandosi tuttavia da Francesco, “certo la bambina crescerebbe meglio, come voi mi avete suggerito, in un ambiente familiare, assieme ad un suo parente (seppure molto alla lontana) e circondata da vampiri capaci di controllare la propria sete”

I tre vampiri, Francesco, Carlisle e Jasper, rivolsero uno sguardo speranzoso verso Aro

Il quale, con un rapido gesto, afferrò la mano di Francesco

Ma so per certo che se consegnassi la piccola nelle sue mani, lui farebbe di tutto per far perdere le loro tracce, la nasconderebbe, impedirebbe che subisca il suo stesso destino”, rivolse gli occhi rosso vermiglio verso Francesco, ampliando il suo sorriso, “ho ragione, Francesco?”

Il vampiro allontanò bruscamente la mano da Aro, provocando una reazione del corpo di guardia, che si mosse verso di lui

Calma calma”, Aro tranquillizzò i vampiri con un gesto della mano, “ripeto che si è venuta a creare una situazione molto spiacevole, ma immutabile”, tornò a rivolgersi a Carlisle, “comprendo il vostro tentativo di giungere da me a supplicarmi di lasciar andare la bambina, ma non posso permettermi di perdere una simile rarità”

Meglio che accetti il destino che spetta alla tua discendente”, esclamò Caius, rivolgendosi a Francesco, “e ti dimentichi di lei, almeno fino a quando non verrà tramutata in vampira”

No”, tentò il vampiro, “vi prego”

Non hai sentito forse?”, domandò Jane, glaciale, “Vuoi che ti faccia assaggiare il dolore che ti aspetta se non ti rassegni?”

Via via Jane, non c'è bisogno di torturare oltre questo derelitto”.

Aro mosse lievemente la mano destra e Felix, Afton e Alec si posizionarono alle spalle dei tre vampiri venuti in visita

Vi prego di lasciare il nostro palazzo adesso, con la speranza che quest'increscioso episodio non generi rancore fra noi”

Più di quanto non ve ne sia già da parte vostra”, scherzò Jasper ed Aro rispose con un altro dei suoi (falsi) sorrisi

Esattamente”.

L'anziano si diresse verso i troni, avvicinandosi a Caius:

Gradirei che controllassi che quel Francesco non compia gesti inconsulti”, sussurrò all'orecchio del fratello, “se sospetti anche solo un possibile attacco ordina all'istante di farlo fuori, ma lui soltanto”

E gli altri? Non crederai davvero che i Cullen siano venuti qui solo per . . .”

Tu attieniti alle mie direttive”, sibilò ancora Aro, “se tutto va come prevedo, anche nella peggiore delle ipotesi avremo finalmente la possibilità di regolare i conti con i Cullen; allora: farai ciò che ti ho chiesto fratello mio?”

Non dubitare”, rispose Caius, dopodiché si voltò verso Aro, “ma lasciatelo dire fratello: sapevo che le due umane sarebbero state solo portatrici di guai”

Sciocchezze: tre vampiri, per quanto membri di un clan numeroso e in possesso di molti alleati, non possono essere definiti “guaio” per noi Volturi”

In ultimo, Aro si voltò verso Marcus

Ho ragione fratello?”

Il vampiro, in risposta, distolse lo sguardo annoiato, poi sussurrò

Immagino che sia opportuno sorvegliare la stanza delle umane stanotte”

Procedura inutile fratello mio, ma apprezzo la tua prudenza. Bene: io torno nelle mie stanze fratelli miei, voi agite come più vi aggrada”.

Non appena Aro si fu incamminato verso una delle arcate, Caius si alzò per raggiungere il gruppo dei Cullen; Marcus, invece, chiamò a sé Chelsea con un gesto svogliato della mano

Sì maestro?”

Ho un incarico per te Chelsea”.

 

Venti minuti dopo (ossia dieci minuti prima)

 

Bene, a giudicare dall'odore la stanza è questa. Non posso sbagliarmi: ho l'olfatto migliore di tutta la famiglia”

Afferrò la maniglia della porta, notando che era chiusa a chiave

Peccato non poter essere sceso in prima linea”, esclamò, stroncando la maniglia e facendo saltare i cardini, “ma d'altra parte non sono fatto per la diplomazia”

Entrando nella stanza, i suoi occhi castani caddero sull'enorme vaso di terracotta pieno di fiori variopinti, con un lungo rampicante che stava lentamente prendendo possesso di tutto il muro

Accidenti! Questa si che è bella”, pensò, prima di esclamare, “Emily? Piccolina? Sei qui?”

Dall'altra stanza, dietro una tenda, sentì rispondere una voce alta e squillante: “Chi sei?”

Sono un amico”

Da dietro la tenda comparve la bambina, in pigiama e con stretto al petto un orsacchiotto di pezza

Mi hai svegliato, cattivo!”

Perdonami piccola”, le rispose lui, avvicinandosi, “è un piacere conoscerti”, le tese la mano, “io sono Emmett”

Che occhi strani che hai”

Sulle labbra di Emmett si dipinse un ampio sorriso, “I vampiri di qui hanno tutti gli occhi rossi vero?”

Sì tutti, come le fragole”

Fragole?”, il giovane vampiro emise una sonora risata, “Che descrizione “perfetta” piccola”

Dov'è Grace?”, trillò Emily

La tua tata?”

Sì, è andata via dicendo che doveva incontrare il Signore Marco”

Emmett, che era all'oscuro di come la bambina chiamasse i tre anziani, e che allo stesso modo non conosceva il legame fra Grace e Marcus, non poté comprendere ciò che Emily gli stava dicendo

Ascoltami bene bimba: sono venuto qui per portarti da un parente dei tuoi genitori”

Da un parente della mamma?” gridò Emily, “Che bello!”

Piano!”, esclamò Emmett, “O i vampiri ci scoprono!”

Viene anche Grace? Viene anche Grace vero?”

A quel punto, Emmett restò interdetto, indeciso su cosa rispondere alla bambina, “Sì”, rispose infine, ma con una lieve titubanza nella voce, “sì, viene anche lei”.

In realtà, durante i lunghi progetti su come recuperare Emily, la giovane che se ne occupava era stata menzionata solo marginalmente e comunque non era lui a doversi occupare di ciò. Ma Emmett, pur preferendo agire che riflettere, era abbastanza sveglio per comprendere che era meglio non contraddire la bambina.

Io senza Grace non vengo!”

Verrà”, le assicurò il vampiro, “adesso vieni in braccio a zio Emmett: ti portiamo in America”

Ah, dunque era questo il vostro piano”

Emmett si voltò di scatto, ritrovandosi davanti una dei Volturi, avvolta nella sua tunica nera

Bene bene bene”, esclamò, estasiato, “ho l'occasione di menare un po' le mani”

Chelsea!”

Il trillo di Emily precedette la corsa della bambina verso la vampira, che la strinse forte tra le sue braccia magre

Oh piccola”

Emmett non poté far altro che arricciare un sopracciglio, sorpreso dalla piega inaspettata degli eventi: che fare? Mozzare le braccia alla vampira e fuggire con la bambina? Oppure sprecare un minuto tentando di convincerla a lasciarli andare?

Ardua decisione, senza dubbio.

Che cosa state facendo voi due?”, domandò Chelsea alla bambina

Zio Emmett vuole portarmi da un parente della mamma”

A quella risposta, Chelsea dovette prendersi qualche secondo, prima di porre la successiva domanda, “E Grace dov'è?”

Ha detto che andava a cercare il Signore Marco”

Oh santo cielo”

Vieni anche tu con noi Chelsea?”

Eh?”, domandò stupita la vampira; Emily le prese le mani, come l'aveva vista fare tante volte con Grace, la bimba sembrò non curarsi affatto della temperatura glaciale delle dita di Chelsea

Io e Grace andiamo, vieni anche tu con noi Chelsea?”

Intanto, dietro di loro Emmett si domandava cosa fosse successo fra i Volturi e le due umane

E poi vorrei che venisse anche il Signore Marco”

Cosa “diavolo” era successo fra i Volturi e le umane?

Ascolta tu!”, esclamò il vampiro, rivolgendosi a Chelsea, “Non so cosa tu abbia in mente di fare, ma io ho intenzione di portare la bambina fuori di qua, dalla sua famiglia, perciò è meglio che non mi intralci; non mi farò scrupoli perché sei una femmina”

In realtà, Chelsea non ascoltò granché della minaccia del vampiro: con ancora stretta Emily al petto, la bionda pensava a tutt'altro

Ecco che cosa voleva dire . . . ecco perché ha mandato me”.

Marcus le aveva dato il compito di dirigersi verso la stanza di Grace e Emily, rivolgendole parole che la vampira inizialmente non aveva compreso:

Voglio che tu le protegga come meglio credi Chelsea. Se per caso qualcuno tentasse di farle fuggire, agisci come riterrai più giusto agire”.

Agisci come riterrai più giusto agire.

Chelsea? Vieni con noi? Venite con noi?”

La piccola Emily sentì le braccia della vampira che si stringevano ancora di più al suo corpo

Verremo Emily, verremo senz'altro”

Il difficile era stabilire con quale intento

Tu”, Chelsea si rivolse a Emmett, “prendila”, sollevò Emily e la mise in braccio al vampiro, “c'è un'uscita sicura, vedi di memorizzare bene il percorso perché te lo ripeterò una sola volta”

Aspetta un momento!”, esclamò un Emmett incredulo, “Mi stai dicendo che ci lasci andare‽”

Che intuito amico”

E perché mai? Rimorsi di coscienza forse?”

Non ho tempo di spiegare le mie ragioni a un bruto come te”, lo provocò Chelsea, “tu limitati a portare Emily fuori di qui, sana e salva . . .”, la bionda abbassò lo sguardo per un attimo, “e . . . porta un messaggio a Grace da parte mia ok?”

Un messaggio?”

Apri bene le orecchie”, cominciò la vampira, “e sta bene attento, se ti dimentichi anche solo una parola, la prossima volta che t'incontro ti uccido all'istante”

Che tipa”, pensò Emmett, sorridendo.

 

***

 

Dunque non vuoi proprio dirmi niente”

Esattamente mio bocconcino”

Grace impiegò qualche secondo per decidere se si fosse offesa maggiormente per il “mio” o per il “bocconcino”

Non sono tua”.

Si trovavano ancora nel corridoio semibuio ove Aro li aveva lasciati; non dovevano essere trascorsi più di cinque minuti. Grace aveva tentato di ottenere informazioni dal vampiro biondo, ma lui si era limitato a qualche battuta sulle debolezze umane e sulla loro capacità di attirare guai.

Potresti almeno spiegarmi quella pantomima di poco fa?”, tentò ancora Grace

Quale pantomima?”

La “teatralità” con la quale Aro ha finto di spaventarsi”

Il volto di Demetri si accigliò, per la prima volta il vampiro non riuscì a risponderle con una battuta, o un commento sulla prelibatezza del suo sangue

Perché pensi che stesse recitando?”, chiese Demetri, in tono più tranquillo

La reazione di Aro era stata troppo esagerata per Grace, così come tutti suoi sorrisi le erano sempre apparsi falsi, anzi, ogni emozione che traspariva dal suo volto le dava l'idea di essere attentamente costruita; la ragazza riteneva che il vampiro non avesse indossato una maschera in un'unica occasione: quando aveva letto nella sua mente, poco prima.

Sei strana tu ragazza”, affermò Demetri, evitando per la prima volta un appellativo inerente al cibo, “anche la tua piccola è strana”

Emily, chissà come stava

Quella bimbetta ci ha mandato in paranoia”

Che vorresti dire?”

Come? Chelsea è completamente fusa, Heidi le ha procurato giocattoli su giocattoli, Alec è arrivato a dire che la trova “adorabile”, io stesso devo ammettere che avrei difficoltà a morderla”

Il potere dell'innocenza dei bambini era così forte da contrastare persino i Volturi? Eppure Grace ricordava molto bene che in quel gruppo di turisti, dove Jessica e Marco avevano perso la vita, c'erano anche dei bambini.

Sembra quasi che quella bimba attiri la felicità”

Grace ebbe un sobbalzo, “Come hai detto?”

Demetri aprì la bocca per risponderle, ma venne interrotto da una figura che comparve fulminea alle sue spalle.

Sei congedato”

Una voce bassa, roca, pronunciò quelle parole, che echeggiarono appena lungo il corridoio

Demetri si voltò lentamente, trovandosi di fronte uno dei tre anziani

Signore . . .”

Non è più richiesta la tua presenza, Demetri”

I quattro occhi rossi si fissarono a lungo, prima che quelli del vampiro più giovane si scostassero, tornando a posarsi su Grace

Lo dicevo che voi due siete proprio strane”

E, senza aggiungere altro, il vampiro biondo si profuse in un inchino e sparì.

Seppur confusa, seppur spaventata, seppure scossa da tutti gli eventi che si erano susseguiti quella notte; malgrado quel suo stato d'animo colmo di pensieri, il primo istinto della ragazza, una volta scomparso Demetri, fu di gettarsi fra le braccia del vampiro davanti a lei

Marcus”

Si rendeva conto della precaria situazione in cui si trovava, mentre si stringeva al petto del vampiro. Sapeva di custodire un segreto, che rivelarlo o meno metteva in gioco la vita di Emily; sapeva anche che per qualche motivo il clan dei Cullen era finito dentro quella storia; sapeva di aver lasciato Emily da sola e di aver appena rischiato la vita. Tuttavia, prima di tornare a riflettere su tutto ciò, Grace aveva sentito il bisogno di un contatto con Marcus; voleva essere rassicurata, voleva sentirsi dire che l'avrebbe aiutata, che non l'avrebbe abbandonata in un simile frangente.

Marcus non l'aveva scacciata e quello le era bastato per sentirsi il cuore sollevato da un peso; per il momento il vampiro restava in silenzio, limitandosi ad abbracciarla, immobile

Immobile?

Ma . . .”

Non erano affatto immobili: Marcus si stava muovendo

Stava “correndo”

Marcus?”

Continua a reggerti forte Grace”

Tutt'intorno a lei non vedeva altro che macchie sfocate, riuscendo a distinguere appena le pareti dei corridoi, le torce disseminate per i sotterranei si mescolavano fra loro in un'unica luce continua. Grace sperimentò per la prima volta la straordinaria velocità dei vampiri. Per alcuni secondi la ragazza non fu in grado di parlare, stordita dalle confuse immagini che le apparivano davanti; ovviò al problema chiudendo gli occhi e poggiando il viso sul petto del vampiro

Dove stiamo andando?”

Manca poco”

Non è quello che ho chiesto”

Non c'è tempo”

Ma . . .”

Emily ti sta aspettando”

Con quelle semplici parole, Marcus riuscì a placare l'animo inquieto della ragazza: Emily stava bene, Emily era viva, Emily la aspettava

Tu pensa solo a non cadere”

E Grace fece come aveva detto il vampiro, stringendosi ancora di più al suo corpo freddo.

 

Ci volle meno di un minuto; dopodiché Grace percepì che Marcus stava rallentando e in pochi attimi il vampiro si era fermato. La ragazza avvertì dapprima l'aria fredda intorno a lei, poi aprì gli occhi: le sfuggì un'esclamazione, quando si ritrovò alla piccola porta che dava sul suo giardino

Il suo giardino incantato, per la prima volta immerso nella pallida luce della luna e di una miriade di stelle, privo della luce dorata del Sole.

Vai, ti stanno aspettando”

Grace, ancora stretta al vampiro, alzò lo sguardo sui suoi occhi rossi, fissi su un punto in lontananza; voltandosi, scorse tre figure nell'ombra

Una, piccola, in mezzo alle altre, la riconobbe all'istante

Emily”, le sfuggì in un sussurro

Sono membri della famiglia Cullen, vi porteranno via”

Forse, la prima domanda che Grace avrebbe dovuto porre sarebbe stata “Dove?”

Invece

Via? Perché?”

I suoi occhi azzurri, increduli, incrociarono finalmente quelli rosso vermiglio del vampiro; la stavano guardando, colmi di un'emozione che ancora non aveva mai scorto sul volto di Marcus

Tristezza? Rammarico?

Ascoltami Grace”, le sussurrò il vampiro, dita gelide s'insinuarono fra i suoi capelli neri, accarezzandoli, “Non finirà qui, Aro sfrutterà quanto è successo come un pretesto”

Avrebbe voluto bloccarlo, domandargli che cosa esattamente avesse in mente di fare Aro, ma il vampiro non le diede il tempo di parlare

Farò il possibile per convincerlo a desistere, tenterò di trattenerlo come posso, ma i Cullen devono essere preparati ad una visita dei Volturi”

Alle orecchie di lei, la quale era solo vagamente a conoscenza delle vicende legate al clan dei Cullen, quelle parole suonarono strane, mancandole il contesto nel quale inserirle

Tuttavia, aveva compreso perfettamente le prime parole pronunciate dal vampiro

Io farò il possibile qui a Volterra”

Marcus . . .”

Allora vi muovete?”

Un vampiro alto e muscoloso comparve davanti a loro e Grace si sentì afferrare un braccio dalla sua mano gelida, “Non abbiamo più tempo”

Va Grace”

E, nel momento in cui sentì Marcus allontanarsi da lei, la ragazza reagì di scatto, stringendo la mano fredda del vampiro nella sua

No”

Per la prima volta, si ritrovò a desiderare di restare in quel palazzo. Marcus restò sorpreso dal gesto di lei, Grace avvertì la carezza delle sue dita sulla pelle, prima che la lasciasse andare di nuovo

Sappiate che da questo momento la vostra incolumità è a rischio Cullen”

Amico abbiamo uno degli anziani dalla nostra parte (anche se fosse tutto un complotto di Aro almeno stanotte ci sei stato utile), vedrai ce la caveremo”

In quello strano scambio di battute, fra un vampiro millenario e un giovane irrequieto, Grace si riscoprì ancora a desiderare di non andarsene da Volterra

Non voleva lasciare il palazzo, non voleva lasciare Chelsea, non voleva . . . abbandonare Marcus

Non quando Didyme le aveva lasciato il compito di rivelare la verità sulla sua morte. Sopratutto, Grace non voleva conservare l'immagine di quegli occhi colmi di tristezza, non come ultimo ricordo del suo volto

No non ancora”, si ritrovò a pensare

Ma, ecco, le braccia di Emmett si strinsero intorno a lei e, mentre il paesaggio si confondeva in un'unica macchia scura, furono proprio quegli occhi rossi a scomparire per ultimi.

 

Eccola qua! Ce ne hai messo di tempo Emmett”

Alice, se non fosse stato per le tue visioni . . .”

Se non fosse stato per Marcus Emmett, avanti muoviamoci”

Grace!”, trillò Emily, nel buio del giardino

Cara”, la ragazza si accorse che la vampira dagli occhi dorati si stava rivolgendo a lei, “prendila tu la piccola”

Ritrovandosi il corpicino di Emily di nuovo stretto al petto, Grace si lasciò andare ad un lungo sospiro di sollievo; “Immagino che sarete entrambe scosse”, spiegava Alice, accarezzando i capelli della bambina, “vi spiegheremo tutto non appena saremo a casa”

L'aereo da Firenze parte fra un'ora Alice”

Oh accidenti! Non credevo avremmo dovuto attendere così tanto”

Grace”

Sentendosi tirare per i capelli, la ragazza abbassò lo sguardo su Emily

Marco non viene con noi?”

Mentre si voltava verso le mura, sperando che non fosse già scomparso nel nulla, Grace si sentì afferrare per l'ennesima volta da una mano gelida

E di nuovo tutt'intorno a lei sfumò

Mentre, stretta tra le sue braccia, Emily lanciava un urlo acuto

Marco!”

Poi, Alice e Emmett le trascinarono con un balzo oltre le mura del giardino, verso l'aeroporto.

 

***

 

Marco!”

L'aveva udito chiaramente quel grido, prima che le quattro figure scomparissero nella notte. Non era sparito, era rimasto immobile finché non gli era stato più possibile vederle.

Sul volto del vampiro millenario comparve un timido sorriso, mentre immaginava il turbine di pensieri che doveva affollarle la mente in quel momento; lei, a cui bastava un niente per perdersi nei suoi pensieri.

La bambina si era resa conto di quel che aveva passato? Oppure nei suoi occhi verde smeraldo si era solo riflesso l'ingenuo stupore degli infanti? Si sarebbe divertita a sfrecciare per le campagne in braccio ad un vampiro?

Oh sì, ne era certo.

Caro fratello mio”

Gioviale come sempre Aro, sfoggiante un perpetuo sorriso volto a nascondere i più trucidi progetti

Sono scomparse in questo istante Aro”, rispose Marcus, facendo per richiudere la porta di legno, ma Aro lo interruppe con un lento gesto della mano

Da tanto non avevo occasione di rimirare questo giardino”

Fra le tante particolarità di Aro, vi era quella di cominciare un discorso con una frase che nulla aveva a che fare con il vero argomento

Non credevo saresti arrivato a tanto fratello”

Gli occhi dei vampiri si incrociarono, il volto inespressivo di uno faceva a pugni con quello fintamente gioviale dell'altro

Certo c'è stato qualche piccolo intoppo, ma in fin dei conti . . . è andato tutto secondo i miei piani”

Come sempre fratello”, fu l'apatica risposta dell'altro Volturo.

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

Straordinario come ricettari di altre streghe appaiano così diversi dai nostri

Per non parlare di quelli provenienti da altri continenti

Questo perché un ricettario racchiude l'anima del Paese e soprattutto della persona che l'ha gelosamente custodito. Ma non crediate che ciò che è scritto in quei ricettari non possa essere valido per voi; anzi, beato chi riuscirà a far tesori di tanti ricettari diversi

Beato sia quel cuoco.

 

Comunicazione di servizio:

StregaSibilla partirà presto per l'annuale riunione delle streghe e si troverà fuori dall'Italia per qualche giorno, ragion per cui la vostra strega teme che mancherà al consueto aggiornamento del finesettimana e che la consegna di una prossima portata potrebbe slittare, a questo punto, alla fine di marzo

Per questo motivo, StregaSibilla vi consiglia di rasserenarvi: i vostri due ingredienti preferiti, Grace e Emily, sono al sicuro in un calderone tutto nuovo pronto ad accoglierle

E quando i due calderoni si incontreranno, tutto potrà succedere. Divertitevi a fantasticare su tutto ciò che potrà accadere giovani fattucchiere

Perché ciò che è magico non sono le portate che ogni volta una strega vi propone

La vera magia è la fantasia che vi pervade e vi fa perdere ad immaginarvi che cosa succederà dopo.

Dall'antro della strega, ossequi.

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Capitolo 11
*** golden dreams ***


Il calderone della strega

 

StregaSibilla si domanda perché i viaggi con VoliScopa siano così pericolosi

La povera cuoca ha vissuto una vera epopea stregonesca per ritornarsene a casa

Ma, purtroppo, una volta raggiunto il suo antro, s'è accorta di avere una ricetta da preparare e pochissimo tempo per farlo

Cosa si fa in questi casi?

In questi casi, la cosa migliore è preparare una sorta di contentino, un delizioso stuzzichino che mantenga vivo l'appetito dei commensali in attesa della portata principale

Questa ricetta che state per gustare potrebbe essere classificata così: semplice, leggera

Ma che, come tutte le buone ricette, racchiude un risvolto inaspettato

Una tessera importante del puzzle, un ingrediente fondamentale di tutto il ricettario sta per rivelarsi

Non resta che gustare.

Dal ricettario del calderone della strega

 

 

 

 

CAPITOLO DIECI

 

 

Il Sole su Forks brillava raramente e quella nuvolosa mattina non faceva eccezione.

Tra il fuso orario e la durata del volo, il gruppo era giunto a Forks quasi alla stessa ora di quando si erano imbarcati.

Tutta la famiglia Cullen, ospiti compresi, era riunita nell'enorme salotto, in cerchio; solo le due bambine si erano staccate dal gruppo, mettendosi a giocare all'esterno.

Francesco?”, domandò Carlisle, “Stai ascoltando?”

Ma il vampiro teneva gli occhi ben piantati sulle due bambine, osservandole dalla vetrata della cucina, sul suo volto pallido era dipinto un grande sorriso

Allora?”, esclamò Emmett, dandogli una pacca sulla testa, “Sei dei nostri?”

Chiedo perdono . . . è solo che non è facile staccarsi da lei”

Non stentiamo a crederlo”

Nelle ultime ore, Francesco non aveva fatto altro che tenere gli occhi fissi su Emily, pregando Grace più volte perché gliela lasciasse tenere in braccio, sommergendola di domande e gioendo ad ogni risposta della bambina. Alla famiglia Cullen aveva ricordato Jacob Black ed il suo imprinting istantaneo con la piccola Renesmee.

È così bello vederla giocare con qualcuno”, esclamò dolcemente Esme, “dimostrano quasi la stessa età”

Sì, credo che Emily le piaccia”, concordò Bella; lei e tutte le vampire della casa sembravano estasiate dall'arrivo di un'altra bambina nel gruppo

Sì che le piace e molto”, esclamò Edward, sorridente, “e alla bambina piace Renesmee, si considerano simili”

Non corrono pericoli là fuori vero?”, domandò preoccupato il “vecchio zio” della bambina

Jacob sta arrivando”, lo rassicurò Edward, “è già nei paraggi: ci penserà lui”

Non mi risulta facile fidarmi di uno di quei mutaforma pelosi, ma voglio crederti”

Credo che sia ora di concentrarci sul problema principale”

Alle parole di Carlisle, dieci paia di occhi dorati si puntarono sull'unica figura dalla pelle rosea, seduta su di un puff bianco

Ehm . . .”

Ti chiami Grace vero?”, domandò Carlisle

Sì, sono la tata di Emily”

Lascia che ti ringrazi ancora per esserti presa cura della mia nipotina per tutto questo tempo”, esclamò Francesco

Non c'è di che”

Tu sei la vera incognita in questa storia”, le parlò Alice, in tono divertito, “all'inizio la tua presenza è stata considerata solo marginalmente ma poi ti sei rivelata un punto fondamentale”

Nella mente della ragazza si stava affollando una gran quantità di interrogativi, ma quelli non erano i Volturi, vampiri assassini con i quali bisognava stare attenti alle domande che si ponevano: con i Cullen, Grace sentiva di poter parlare senza inibizioni

Posso sapere come avete fatto a portarci via? E che cosa contate di fare adesso? E poi . . .”, si voltò verso Eleazar, che se ne stava in piedi, poggiato al muro, “Eleazar, riguardo alle tue previsioni sui nostri poteri . . .”

Questo è un punto fondamentale”, la interruppe il vampiro moro, avvicinandosi, “come vi ho già spiegato”, disse rivolto ai Cullen, “avevo letto delle abilità davvero particolari in queste due umane la prima volta che lo ho viste, anche se a quel tempo l'esatta natura dei loro poteri mi era oscura”

E adesso invece?”, domandò Carlisle, dando voce alla curiosità di tutti

Edward gradirei che tu non mi anticipassi”

Oh no, fa pure Eleazar”

Questa ragazza ha un forte potere generativo, in pratica riesce a rendere fertile la terra: tempo due giorni ed ogni pianta che possedete produrrà centinaia di boccioli”

Di questo me n'ero resa conto”, rispose Grace, ricordandosi di tutti i fiori che aveva visto sbocciare nella residenza dei Volturi

Credo che, semmai diventassi una vampira, il tuo potere si estenderebbe: potresti anche essere in grado di controllare le piante a tuo piacimento”

Una specie di Dea della natura”, trillò Alice, estasiata, “saresti una vampira splendida! Oh! Non preoccuparti: nessuno di noi ti obbligherebbe mai a diventarlo, era solo un'informazione”

Grazie”, il pensiero di non essere più condannata a trasformarsi aveva tolto alla ragazza un enorme peso; “Eleazar, per quanto riguarda il secondo potere, credo di sapere in che cosa consiste: è una specie di sogno premonitore”

Eleazar si accigliò e la fissò perplessa, una reazione che non si sarebbe affatto aspettata dal vampiro

Che ho detto?”

Di che cosa stai parlando Grace? Hai avuto delle premonizioni durante il sonno?”

Beh . . . non proprio, io . . .”, la ragazza abbassò lo sguardo, pensierosa: doveva rivelare ai Cullen quello che sapeva? Certo non erano come tutti i vampiri che aveva incontrato fino ad allora, per di più avevano salvato lei ed Emily. Ma, si domandava, poteva rivelare ai Cullen un segreto così importante? Un segreto che riguardava la vita di Marcus, la morte della sua amata moglie. Poteva renderli partecipi del doloroso atto compiuto da Aro?

Edward Cullen risolse i suoi dubbi per lei:

Non puoi tenerti dentro un simile peso a lungo; e poi useremo le informazioni che ci darai solo per aiutarti, nient'altro”

Ehi!”

Grace, fra i sorrisi di tutti, aveva sperimentato per la prima volta la frustrazione causata dai poteri di Edward

Mio fratello è irritante”, scherzò Emmett, “ma ti ci abituerai”

Puoi fidarti di noi”, la rassicurò Esme, poggiandole una mano sulle ginocchia, “so che ti sembrerà strano detto da dei vampiri, specialmente dopo quello che hai passato, ma è la verità”

Sul volto di quella bellissima donna, Grace lesse la vera intenzione di aiutare

Sentì di potersi fidare del clan dei Cullen; così . . .

Si ritrovò a raccontare di come fosse venuta a conoscenza di Didyme e della sua morte, delle visioni che aveva avuto sulla vampira quand'era ancora in vita e sulla sua tragica fine. In ultimo, dopo una serie di lunghi respiri, Grace arrivò a raccontare il sogno che aveva avuto quella notte, prima che i Cullen arrivassero; il sogno che la aveva rivelato la verità.

Didyme è stata uccisa sotto ordine di Aro, per far sì che Marcus non lasciasse il clan”

Soltanto Esme, Bella e Alice mostrarono una reazione significativa, sgranando gli occhi color oro; gli altri vampiri non sembrarono particolarmente scossi alla notizia: evidentemente ritenevano i Volturi, Aro in particolare, capaci di questo e altro

Dunque Eleazar”, riprese Grace, “che tipo di potere è un dono del genere?”

Nuovamente, la ragazza si stupì quando il vampiro moro ebbe l'ennesima reazione inaspettata, infatti dischiuse le labbra in un sorriso, “Tutto si spiega ragazza, questo non fa che confermare la mia prima intuizione”

Ma . . .”, allora perché era rimasto così sorpreso all'inizio?

Non si è trattato di un sogno premonitore Grace, è stato piuttosto il culmine del risveglio del tuo potere”

La ragazza non comprese: culmine?

Quando sei venuta a conoscenza della morte di Didyme, della versione “ufficiale” della sua morte, eri arrivata nel palazzo da poco?”

Sì, da pochissimi giorni”, confermò Grace, rammentando una delle prime discussioni avute con Chelsea

Tutto torna”; Eleazar si inginocchiò davanti alla ragazza, in modo che i loro occhi fossero a diretto contatto, poi dischiuse le labbra

Grace: io ho tre figli adottivi, faccio parte di un clan di soli maschi, non ci sono femmine fra noi”

Oh no”

L'esclamazione di Grace, questa volta, provocò una sostanziale reazione nel gruppo, anche la ragazza rimase stupita dall'essersi lasciata andare a una simile affermazione

Perché no?”

Perché . . .”

Mentre Grace restava senza parole, il sorriso di Eleazar si ampliava; il vampiro si alzò in piedi e carezzò la testa di lei con fare paterno

Mia cara, credo proprio che tu possegga il dono di smascherare le bugie”.

Fu Edward a parlare per primo, dopo la rivelazione di Eleazar:

Un'altra Maggie?”

Oh no; credo che la natura di questo potere sia molto più forte”

Cioè?”

Questa ragazza possiede praticamente le stesse doti di Maggie pur essendo ancora in forma umana, è logico pensare che svilupperà un potere maggiore semmai dovesse trasformarsi”

Del tipo?”

Ecco . . .”

Nel mentre i vampiri discutevano, Grace era rimasta a fissarli senza parole, incredula: lei, dunque, avrebbe avuto il potere di scoprire quando qualcuno diceva una menzogna? Le sembrava impossibile

Eppure . . .

Ho ritenuto che fosse meglio frapporre una certa distanza tra te e me”

È una bugia!”

E poi, quando si trovava con Demetri . . .

Potresti almeno spiegarmi quella pantomima di poco fa?”

Quale pantomima?”

La “teatralità” con la quale Aro ha finto di spaventarsi”

Perché pensi che stesse recitando?”

Possibile che possedesse davvero un simile dono?

Le parole di Eleazar superarono la fitta nube dei suoi pensieri per giungerle alle orecchie:

Considerando il tipo di sogno che ha fatto, probabilmente Grace ha il potere non solo di smascherare una bugia, ma anche di intuire qual'è la verità”

La dolce voce di Didyme risuonò chiara nella sua mente

Tu puoi scoprire la verità, sei l'unica che può”

Una qualità sensazionale!”, esclamò Emmett

È raro che tu trovi interessante una dote che non abbia a che fare con il combattimento”, lo punzecchiò Rosalie

Evidentemente Grace, la bugia che ti è stata raccontata su Didyme era talmente grande che il tuo subconscio ci ha messo un po' per elaborarla e giungere alla verità”

Eleazar era davvero bravo nel parlare con le persone: la trattava con dolcezza, si esprimeva molto lentamente, dandole il tempo di incanalare e metabolizzare la gran quantità di notizie che apprendeva

Hai un dono straordinario, non sentirtene spaventata”

Lei scosse il capo: no, non era spaventata, solo incredula che un simile potere potesse appartenerle; per un attimo ritornò con la mente al momento in cui, insieme a Marcus, aveva fatto sbocciare i suoi primi fiori, a quando aveva donato nuova vita al ceppo d'albero. Marcus le aveva raccomandato di non sottovalutarsi

Marcus . . . .

Per quel che riguarda la bambina”, continuò Eleazar, “con Emily ci troviamo di fronte ad un altro caso particolare”

Sentendo pronunciare il nome di Emily, Grace e Francesco alzarono la testa di scatto, “Di che parli?”, chiese quest'ultimo, “avevi detto che il suo potere consisteva nel trasmettere il dolore o cose del genere”

Esatto, ma fortunatamente non ha avuto nessuna occasione per sperimentarlo vero?”, Grace scosse la testa e il vampiro continuò, “Invece per quel che riguarda il secondo dono . . .”, un mezzo sorriso increspò le labbra di Eleazar, “credo che ci troviamo di fronte ad un caso alquanto singolare”

Tutti attesero, chi poteva respirare restò con il fiato sospeso, che Eleazar proseguisse nella sua spiegazione; soltanto Edward anticipò la reazione degli altri, sorridendo

Emily riesce a rendere felici le persone attorno a lei”

Un dono talmente semplice, talmente evidente, che Grace non ci era arrivata; era troppo ovvio, troppo, Emily era sempre stata così fin da neonata: chiunque la guardasse dischiudeva la bocca in sorriso. Una caratteristica così propria di Emily che Grace non l'aveva mai associata ad un possibile potere.

Di colpo, un tassello importante del puzzle si collocò al suo posto e il quadro divenne chiaro. Grace venne colta da una tale folgorazione che scattò in piedi

Ehi! Tutto bene?”

Gli azzurri della ragazza si posarono sulle due bambine che giocavano all'esterno, a passo svelto, uscì dalla casa e chiamò a gran voce la bambina, “Emily!”, fece appena in tempo ad accorgersi del ragazzo dai lineamenti indiani che giocava con loro, prima che la bambina le corresse incontro

Ci stiamo divertendo tanto Grace!”, trillò

Oh piccola”

La ragazza s'inginocchiò e posò dolcemente le mani sulle spalle della bimba

Emily: guardami negli occhi”, chiese, e la bambina lo fece, fissandola con i suoi grandi occhi verdi

Occhi verdi . . . occhi rossi

Le dita di Grace si intrecciarono fra i capelli castano-dorati della bambina

Come ho fatto a non accorgermene prima?”

Emily la fissò perplessa, “Di che cosa Grace?”

Non era soltanto lei ad essere, in qualche modo, legata a Didyme, ma anche Emily: Emily possedeva lo stesso potere della vampira che era vissuta millecinquecento anni prima.

Grace non sapeva quale ruolo potesse avere lei, così piccola, così innocente, in quella storia; tuttavia non poteva essere un caso che somigliasse così tanto a Didyme, mentre lei ci aveva addirittura parlato in sogno. Un significato, anche se le sfuggiva, doveva pur essersi.

La bambina somiglia a Didyme”

La voce di Edward fece voltare Grace, la quale scoprì che i vampiri l'avevano seguita all'esterno

Può essere un caso dato che hanno lo stesso potere”

Emmett due vampiri con poteri simili non necessariamente si assomigliano: guarda Aro e Edward”

Rosalie ha ragione, ma allora come si spiega che lei somigli così tanto a Didyme?”

Sì!”, trillò Emily, “Io somiglio a Didyme”.

Ci furono molti attimi di silenzio, durante i quali tutto il gruppo fissò, stupito, la bambina

Come hai detto piccola?”, domandò finalmente Grace

Le hai parlato di Didyme?”, chiese Francesco alla ragazza

Le ho parlato della ragazza del mio sogno, ma quando l'ho fatto non avevo idea di chi fosse”

Come poteva Emily . . .

La Signora Didyme è venuta a trovarmi tutte le notti mentre dormivo e mi ha detto che ci somigliamo tanto tanto!”

Renesmee, dietro di lei, rise divertita, mentre il resto del gruppo restò a fissare, muto, la bambina

La Signora Didyme mi ha raccontato un sacco di cose quando è venuta a trovarmi”, si vantò Emily, felice

E potresti raccontarle anche a noi?”, le chiese Eleazar, visibilmente incuriosito dalla notizia

La Signora mi ha detto tante cose della sua vita, ma sono un segreto”

I segreti si mantengono!”, le fece eco Renesmee (le due erano immediatamente entrate in sintonia)

Non c'è proprio niente che puoi dirci Emily?”, provò ancora Grace; la notizia che anche Emily avesse sognato Didyme l'aveva sconvolta

Sul volto della bambina, a quel punto, scomparve il sorriso; la piccola abbassò gli occhi verdi a terra e tacque qualche secondo

La Signora mi ha detto che mamma e papà sono morti”

Grace fremette

Ho pianto tanto insieme a lei, però la Signora ha detto che dovevo stare tranquilla perché ero al sicuro e avrei trovato tanti amici, ma io sono stata male e ho avuto la febbre”

La febbre!

Quel giorno, il giorno in cui aveva parlato per la prima volta con Marcus a causa della febbre di Emily, quella febbre improvvisa che non era riuscita a spiegarsi. La bimba si era sentita male, perché il suo esile corpicino non aveva retto alla notizia della morte dei suoi genitori

E si era tenuta tutto dentro

Oh piccola mia”

All'abbraccio che Grace diede alla bambina, si unì Francesco, Grace avvertì il suo corpo freddo a contatto con il suo e quello di Emily; ma lo lasciò fare, ne aveva il diritto: in fondo era un suo parente.

I sogni della bambina sono un elemento importante della vicenda”, parlò Carlisle, “confermano le tue visioni Alice”

Grace, memore delle incredibili capacità della vampira, si voltò verso di lei: “visioni?”

Credi che avremmo attaccato i Volturi senza un piano?”, scherzò Emmett, “È stato grazie alle visioni di mia sorella che abbiamo deciso di agire”

Anche se all'inizio non volevamo crederle”, ammise Rosalie, “sembravano impossibili persino per lei”

Torniamo in casa: vi racconteremo tutto con più calma”.

 

Una volta rientrati in casa Cullen, Alice prese in disparte Grace e cominciò a raccontarle tutto dal principio: dall'arrivo di Francesco dai Cullen all'incursione di lei e Emmett nei sotterranei. La vampira spiegò, con Grace che la ascoltava attentamente, come l'idea principale fosse esattamente quella messa in atto da Carlisle: sollecitare Aro ad affidare la custodia della bambina a Francesco, fin quando non fosse divenuta adulta. Erano state mosse molte critiche a quell'ipotesi, la maggior parte di loro dubitava che Aro avrebbe accettato così facilmente di perdere la sua “specie rara”; contemporaneamente erano cominciate le visioni di Alice.

Ho avuto solo una volta visioni così confuse, è stato durante il periodo in cui è nata Renesmee, ne avevo di continuo; sai perché? Perché ogni singola decisione poteva cambiare tutto. È quello che dev'essere successo là a Volterra: ogni minuto qualcuno cambiava idea, qualcuno rimescolava le carte ed ecco una nuova visione. Ci abbiamo messo tanto ad agire anche per questo sai? Perché le mie visioni non volevano saperne di divenire chiare”

Grace faticava a seguire il fiume di parole che fuoriusciva dalle labbra di Alice, tuttavia si sforzava al massimo delle sue possibilità

L'unica presenza fissa era la donna dai capelli dorati, esatto Grace: Didyme era presente nelle mie visioni. Solo che non ero in grado di riconoscerla perché non l'avevo mai vista. Poi, finalmente, vi ho viste salire a bordo di un aereo con me ed Emmett; all'inizio ero molto perplessa perché non capivo come avremmo potuto portarvi fin lì. Finché l'ho visto Grace: ho visto Marcus dei Volturi aprirti la porta del giardino, l'ho visto dire a Chelsea di lasciarvi fuggire, l'ho visto salvarti da Demetri”

Sentendo pronunciare il nome di Marcus, Grace aveva avuto un fremito; Alice doveva essersene accorta, perché posò una delle sue mani pallide sulla spalla di Grace

Non so di preciso quale legame si sia creato fra voi”, sussurrò, gli occhi colmi della più sincera gentilezza, “né che rapporto ci sia fra voi e Chelsea, né tantomeno con Didyme; le mie visioni si sono limitate solo al necessario per farvi fuggire . . . ma sappi che io non ti giudico affatto per la tua simpatia verso di loro”

Aveva parlato al singolare, dunque qualcuno non era dello stesso avviso

A proposito di Chelsea”, Emmett interruppe la conversazione fra le due, “mi ha lasciato dette un paio di cosette per te”

Cosa?”, esclamò Grace, in ansia, “Che cosa?”

Chelsea aveva parlato con Emmett?

Ah! Non te l'ho detto: l'ho beccata mentre stavo portando via Emily, ma lei mi ha lasciato andare”

Oh sì, l'avevo previsto, fortunatamente”

Mi ha detto di dirti “Grace, non prendertela troppo se nel nostro prossimo incontro mi verrà ordinato di ucciderti””

La ragazza deglutì, rimanendo senza fiato alcuni secondi

Non . . . ha detto nient'altro?”

““Ti voglio bene””

Di nuovo, la ragazza si sentì mancare; dentro di sé ripercorse tutti i momenti passati insieme a Chelsea, la sua prima amica. La sua unica amica

È stata una vera fortuna per te averla incontrata vero?”, le domandò Alice, dolcemente

Grace sentì la necessità di spostare la conversazione su di un punto diverso, un punto che fosse meno doloroso, che non le ricordasse che Chelsea non era lì accanto a lei

Ho visto Aro esibirsi in una specie di . . . “recita”: per quale motivo l'ha fatto?”

Alice attese qualche secondo prima di rispondere

Una parte del nostro piano prevedeva che un gruppo si occupasse di prelevare te e Emily, l'altra doveva distrarre gli anziani mentre noi procedevamo; Carlisle, Francesco e Jasper non sapevano nulla del nostro piano, è stata un'idea di Edward, per evitare che Aro potesse leggere nelle loro menti il piano di fuga. Tuttavia, quello che noi crediamo è che Aro abbia “lasciato” che noi potessimo prelevarvi indisturbati . . . per poi avere il pretesto per attaccarci e distruggerci”

Oh no!”, esclamò Grace, afferrò le mani di Alice fra le sue, il cuore a mille, “Io . . . voi vi trovate in una simile situazione per colpa mia!”

Calmati”, la rassicurò Alice

Sì calmati”, le fece eco Bella, raggiungendole e sistemandosi accanto all'altra vampira, “abbiamo considerato anche questa ipotesi, puoi starne certa”

In modo molto confuso”, ammise Alice

Vi spiacerebbe spiegarvi meglio?”

Ci sarà uno scontro; è questo che ho profetizzato . . . ma non riguarderà noi”

E chi allora?”

Alice e Bella si diedero uno scambio di sguardi dorati, ma nessuna delle due rispose

Perché . . .”

Non possiamo dirtelo Grace”, confessò Alice, “certe parti del futuro debbono restare oscure finché non si compiono”

Non era facile accettare di non poter conoscere tutto . . . ma d'altra parte era molto facile comprendere le motivazioni di Alice. Dopo un lungo sospiro, la ragazza si limitò a sussurrare, “Quindi secondo voi abbiamo una possibilità?” e decise che si sarebbe fatta bastare il cenno d'assenso delle due vampire; in fondo doveva a loro la propria vita e quella di Emily.

 

Su suggerimento di Esme, Grace decise di portare Emily nella camera ove dormiva Renesmee, asserendo che la bambina dovesse aver bisogno di riposo. Non fu facile per la ragazza staccarla a Francesco, il quale si era totalmente attaccato alla bambina e godeva delle attenzioni da lei ricambiate. Grace non poteva fare a meno di ammirare il profondo amore che Francesco provava per Emily, pur avendola osservata per anni solo da lontano, pur avendo osservato la sua famiglia per “decenni” solo da lontano. Malgrado ciò, l'amore del vampiro per la sua piccola “tris-nipotina” era incontestabile.

Una volta che ebbe Emily in braccio, Grace la portò al piano superiore, stringendola forte e cullandola dolcemente. Alla luce degli ultimi avvenimenti, di ciò che aveva scoperto, la ragazza si era sentita molto stupida . . . e tremendamente in colpa: sentiva di aver trascurato la sua Emily.

Forse avrebbe dovuto accorgersi dei sogni della bambina, come avrebbe dovuto rendersi conto prima della straordinaria somiglianza fra lei e Didyme. Il motivo per cui Emily non aveva più fatto domande sui suoi genitori era che le erano già state date le risposte: da Didyme. Quante altre cose le aveva rivelato la vampira? Di cosa avevano parlato nelle lunghe notti nelle quali Grace era dispersa nel suo giardino? Che aspetto aveva la Didyme dei sogni di Emily?

Avrebbe tanto voluto chiederglielo, ma la priorità ora era riuscire a farla riposare un po': in aereo non aveva dormito e il cambio di fuso orario avrebbe potuto averla scombussolata; inoltre era stata svegliata nel cuore della notte, più volte.

Grace”

La voce di Emily, ancora così alta e viva, le provocò un gran sorriso

Sì piccola?”

Quando arrivano Chelsea e Marco?”

Prendendo un lungo respiro, Grace rispose, “Ho la sensazione che arriveranno presto”

Marco mi manca tanto”

. . . Marcus manca anche a me piccola”.

Mentre la cullava, Grace si domandò se Didyme le avesse parlato del suo Marcus, se le avesse raccontato di come erano stati felici insieme, prima del fatale ordine di Aro.

Forse non erano state un caso tutte quelle volte in cui la bambina si era lanciata verso il vampiro, afferrandogli la veste nera; forse no.

Marcus si era accorto della somiglianza fra Didyme ed Emily? Certo il volto della bambina era ancora immaturo e diverso rispetto a quello della vampira; ma gli occhi verdi, i capelli, la stessa espressione sempre viva e attenta . . . a Marcus potevano essere sfuggiti simili particolari?

Si domandò dove fosse e cosa mai era successo fra lui e Aro dal momento in cui era partita: Aro non poteva essere rimasto all'oscuro del ruolo di Marcus e Chelsea nella sua fuga.

Cosa comportava un simile tradimento per i Volturi?

Le braccia di Grace si strinsero con maggior forza intorno al corpo di Emily, la bimba ormai prossima a cadere nel mondo dei sogni . . . insieme a Didyme?

Aveva bisogno di sapere che stava bene. Aveva bisogno di vederlo, di parlargli, che le concedesse uno dei suoi rari sorrisi dicendole che sarebbe andato tutto bene. Voleva abbracciarlo, voleva sentirsi protetta come l'ultima volta, l'ultima volta nel loro giardino

Quel luogo era stato di Marcus, millenni prima che divenisse il suo. Chissà, forse il palazzo bianco c'era stato davvero secoli prima, forse il vampiro aveva desiderato trasformarlo perché gli ricordava troppo la sua Didyme.

Didyme . . . Grace sarebbe tornata immediatamente a Volterra pur di rivelare al vampiro la verità, svelargli quale essere immondo risiedeva al suo fianco da millenni senza che lui sospettasse nulla.

Come avrebbe reagito Marcus?

Scoprire che la morte della propria donna è stata ordinata da un vampiro ritenuto un “fratello”, con il quale aveva convissuto per millenni. I vampiri non avevano lacrime da versare, ma Grace poteva immaginare l'espressione di dolore che si sarebbe dipinta sul suo volto, la tristezza che gli avrebbe colmato il cuore nel ricevere una simile notizia. Quanto avrebbe voluto, invece, essere in grado di farlo sorridere. Sì, quando sorrideva, Marcus diventava l'uomo più bello del mondo, per lei.

L'aveva visto sorridere così poco . . . e adesso si domandava se l'avrebbe mai più rivisto

Oh”

Svegliatasi come da una trance, Grace si accorse in quel momento che stava continuando a cullare una bambina ormai addormentata. Dolcemente, la posò sul letto di Renesmee, sperando che la bambina non si offendesse, e la coprì, scostandole i capelli dagli occhi.

Grace”

La voce di Alice la raggiunse appena si sollevò dal letto; la vampira si accorse della bimba addormentata e si portò una mano alle labbra, sorridendo, “Scusa”, sussurrò

Non fa niente: si è appena addormentata ma ha il sonno pesante”

C'è una cosa che devo dirti”

Per certi versi, a Grace Alice ricordava molto Chelsea: nel modo in cui si rivolgeva a lei, nella sua simpatia per gli umani, senza contare il perenne sorriso che illuminava il suo volto.

Socchiusa la porta della stanza, Alice prese le mani di Grace prima di parlarle

Ascolta: quello che sto per dirti potrebbe sconvolgerti perciò ti prego di non dare di matto”

Se inizi dicendo così . . .”, scherzò Grace

Ho appena avuto una visione”

E la vampira sentì le mani di Grace che venivano scosse da un brivido

Su che cosa? Cosa riguardava?”

Grace voglio che tu comprenda che ci sono “certe” cose che è bene non sapere prima del tempo”

Ma se fosse stata una di quelle avresti evitato di mettermene al corrente, ho ragione?”

Alice sorrise, “Sei una ragazza acuta”

Dunque?”

Riceveremo la visita di uno dei Volturi”

Chi‽”

Quando Grace le afferrò le spalle, Alice si lasciò andare ad un sorriso, il cui significato la ragazza non poté cogliere: com'era diversa Grace da Bella. Questo era ciò che stava pensando Alice; Bella da umana covava una profonda paura per due soli vampiri: Victoria e uno qualsiasi dei Volturi. Alice ricordava bene di come a Bella si gelasse il sangue nelle vene nominando Victoria e di come fosse convinta che nessuno avrebbe avuto speranza contro i Volturi. Alice non era abituata ad una reazione di “impazienza” nel sentir pronunciare il nome del clan italiano, come se Grace “desiderasse” di vederli. Probabilmente sperava che fosse Chelsea

Oppure . . .

D'altra parte, aveva avuto una visione ben precisa.

Marcus”

Questa volta, Grace rimase in silenzio alcuni secondi ed Alice attese, comprensiva, che la ragazza si riprendesse

Quando?”

Dovette sforzarsi per non ridere, la vampira, nel leggere nei suoi occhi tutta la sua impazienza

Oggi stesso”

Oh santo cielo!”

E, di colpo, Grace si ritrovò a rivelare le sue paure a quella vampira semisconosciuta

Che cosa gli dirò?”

Cosa significava la visita di Marcus, soltanto di Marcus, alla casa dei Cullen? Forse Aro l'aveva mandato in veste di ambasciatore? Allora perché non incaricare Alec o (rabbrividì) Jane?

Ragazza mia”, esclamò Alice, interrompendo i suoi pensieri, “non sai neanche se ti sarà permesso parlargli, forse non dovresti pensarci troppo”

Perché non dovrebbe essermi permesso?”, domandò Grace stupita

Se è venuto in veste di ambasciatore ci penseranno Carlisle ed Eleazar a mediare”

Ma io voglio vederlo!”

A quell'esclamazione, Alice le poggiò una mano sulla spalla con fare fraterno

Se sei così ansiosa di vederlo, allora sono sicura che troverai anche le parole giuste da dirgli”

La dolcezza nelle parole di Alice lasciò Grace incapace di rispondere

Anche se dentro di lei avrebbe voluto avere il coraggio di chiederle: “ne sei proprio sicura?”

Forse, sperava che le confessasse di averlo predetto.

Ascolta Grace: perché non ti riposi un po'? Non appena riceveremo visite sarò io stessa ad avvisarti”

Detto ciò, Alice spinse gentilmente Grace verso la porta, invitandola ad entrare, “Hai l'aria esausta”, continuò la vampira e non era affatto difficile crederle

Grazie Alice”, riuscì solo a pronunciare la ragazza, prima che la vampira le richiudesse la porta con un sorriso.

Si ritrovò da sola, con la piccola Emily che sonnecchiava placidamente . . . chissà che cosa stava sognando, chissà se Didyme aveva deciso di rifarsi viva anche se ormai le due si trovavano lontane da Volterra. Grace non aveva sonno, o meglio, era troppo agitata per riuscire ad addormentarsi, così si mise a passeggiare per la camera, stando ben attenta a non fare troppo rumore.

Mentre poggiava i piedi sul lucido parquet chiaro, ripensava continuamente alle parole di Alice, al messaggio di Chelsea riferitole da Emmett . . . e a Marcus, all'ultima volta che l'aveva visto; il suo volto le era parso così triste. Che cosa aveva pensato il vampiro? Cosa l'aveva spinto a farle scappare, a mettersi contro il suo compagno Aro, suo “fratello”? Ed Aro come aveva reagito?

Non aveva difficoltà ad immaginarsi la scena: i tre anziani al centro della sala dei troni, con il corpo di guardia tutto attorno; Caius se ne sarebbe sicuramente rimasto seduto, mentre Aro si sarebbe posto al centro della sala assieme a Marcus: gli avrebbe camminato intorno, parlandogli con quel tono falsamente amabile, rivolgendogli il più orrido dei suoi sorrisi, mentre gli domandava “perché” avesse deciso di tradire la sua fiducia. Marcus gli avrebbe tenuto testa, Grace era convinta che la sua obbedienza verso Aro non fosse che una recita, nata dal fatto che fosse più comodo sopportare il fratello che non discuterci; ma la ragazza era convinta che, all'occorrenza, Marcus non avrebbe esitato a rivolgersi duramente ad Aro, come quel verme meritava. Ecco, allora, il corpo di guardia avrebbe potuto stringersi attorno a Marcus, forse con l'unica eccezione di Chelsea, e ad un ordine di Aro . . .

Grace scosse violentemente la testa, bloccando le sue fantasie prima che raggiungessero il punto più spaventoso. Dio, perché non c'era nessuno a distoglierla dai suoi pensieri?

Perché Marcus non era lì con lei? Il vampiro non avrebbe esitato a riportarla nel mondo reale.

Sussurrandole, tuttavia, quanto fosse splendida quando si perdeva nei suoi pensieri.

Marcus . . .

Assolutamente no!”

Ci pensò l'urlo di Francesco, questa volta, a riportare Grace alla realtà

È fuori discussione!”

La ragazza aprì la porta e, velocemente, la richiuse; fortuna che Emily aveva il sonno pesante

Non accetterò mai una visita di quella gentaglia!”

Verrà sicuramente per proporci una mediazione”, pronunciò la voce calma di Carlisle, che Grace udì dalla cima delle scale

Ma quale mediazione? Quel vampiro è in combutta con Aro, ne sono certo!”

Non puoi esserne così sicuro Francesco”

Di “una” cosa sono sicuro, statene certi: se quello prova a presentarsi a questa porta io lo ammazzo”

Da dove si trovava, Grace si sentì improvvisamente il cuore in gola:

Che diavolo stava succedendo?

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

Eccoci qui miei cari clienti

Persino nel comodo salotto di una villa isolata può succedere di tutto, la strega immagina che voi lo sappiate bene

Le portate sono quasi concluse

La portata principale è ormai alle porte

E chissà se il dolce avrà o meno un retrogusto amaro.

Dall'antro della strega, ossequi

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Capitolo 12
*** burning embers ***


Il calderone della strega

 

StregaSibilla è viva!

La vostra cuoca si scusa veramente per l'apocalittico ritardo con il quale consegna al vostro palato questa pietanza

Sfortunatamente gli impegni di una strega sono molti, fra il tagliando per la scopa e la visita medica al gufo, StregaSibilla è stata sommersa dagli impegni

Ma voi non disperate mai miei cari commensali!

Anche se con ampio ritardo, le portate continueranno a susseguirsi, probabilmente non più a cadenza settimanale forse, molto più probabilmente una ogni due

StregaSibilla spera che abbiate l'appetito necessario per quest'ultimo sforzo: la resa dei conti, la portata principale, è ormai alle porte e non resta che attendere di gustarla.

StregaSibilla vi da un consiglio: assaggiate sempre qualunque pietanza, meglio ancora se non riuscite a distinguere quali siano gli ingredienti

Le sorprese del palato, i sapori che non ti aspetti, sono le sorprese migliori

Dal ricettario del calderone della strega.

 

CAPITOLO UNDICI

 

 

Di “una” cosa sono sicuro, statene certi: se quello prova a presentarsi a questa porta io lo ammazzo”

La voce dal chiaro accento italiano di Francesco risuonò forte per tutta la residenza dei Cullen, soltanto chi possedeva il sonno pesante di Emily avrebbe potuto evitare di esserne svegliato.

Grace percorse lentamente le scale, le orecchie tese nel cercare di distinguere le parole dei Cullen sotto le urla di Francesco

Comprendo che non sia facile per te accettare di vederli . . .”

Carlisle, riconosceva il suo tono gentile e pacato, la sua voce venne tuttavia bruscamente interrotta da un'altra esclamazione di Francesco

Quei bastardi Volturi hanno ammazzato mia nipote e rapito Emily!”

Dimentichi che è stato grazie a Marcus se siamo riusciti a portare la tua nipotina fuori da Volterra”

Chi aveva parlato adesso era Alice, scendendo un altro gradino Grace fu in grado di scorgere le figure di alcuni membri della famiglia Cullen, in piedi nel salotto

Per favore!”, il tono di Francesco salì ancora, era la seconda volta che Grace osservava un vampiro perdere il controllo in quel modo e, come con Aro, le parve un umore davvero innaturale per quegli esseri immortali

I dubbi di Francesco sono fondati”, esclamò Edward Cullen, la sua Bella seduta affianco

Dubbi?”, Emmett

Oh! Abbiamo visite”

Esme era stata la prima a scorgerla, non appena terminò di scendere la rampa di scale

Io . . .”

Da quel che aveva compreso in quell'agitata conversazione, Marcus era in arrivo

E Francesco non era assolutamente d'accordo

Il tuo amico sta per venire a farci una visitina”, scherzò Emmett, un sorrisetto beffardo in volto, “e questo italiano non lo digerisce”

Porta rispetto ragazzino”, ringhiò Francesco e Grace si stupì che quel vampiro solitario non avesse timore a mostrarsi autoritario con un gruppo così numeroso di suoi simili

Evidentemente il desiderio di proteggere la sua piccola Emily andava oltre ogni paura

Grace poteva comprenderlo.

Perdonatemi se mi intrometto”, esclamò la ragazza, avvicinandosi al gruppo, “ho sentito che ne stavate discutendo e . . .”

Diciamo pure che hai sentito il nostro amico perdere le staffe”

Ed ho ottimi motivi per perderle”

Alice fece avvicinare Grace a sé, stringendole la mano con le sue dita fredde

Francesco non è d'accorso sulla visita di Marcus, è convinto che sia una trappola di Aro”

Una trappola?”

Grace”, esclamò Francesco, rivolgendosi direttamente alla ragazza, “cerca di ragionare, cerca di capire: tu hai vissuto assieme ai Volturi no? Sai di cosa sono capaci, sai di cos'è capace Aro, dunque puoi senz'altro comprendere che uno dei tre anziani che si presenta “da solo” alle porte di un clan di vampiri puzza di imbroglio”

Ma”, tentò Grace, domandandosi come Francesco potesse ritenere Marcus una minaccia, “Marcus ci ha aiutati a fuggire no?”

È quello che stavamo dicendo anche noi”, le fece eco Carlisle

Andiamo!”, esclamò Francesco, la voce sempre più simile a un ruggito, “Siete stati voi i primi a dire che Aro ci ha volutamente lasciati andare, per avere finalmente il pretesto per attaccarvi e distruggere per sempre il clan dei Cullen; se ha ordito un simile piano anche la visita di Marcus farà parte del suo gioco . . . anzi, non mi sorprenderei se quei due fossero in combutta sin dall'inizio”

A quel punto, con grande sorpresa di tutti, Grace scattò, staccandosi da Alice e avvicinandosi a Francesco

Come dici?”

I suoi occhi azzurri si piantarono decisi in quelli dorati del vampiro, ben decisa a non abbassare lo sguardo

Grace: non credi che sia altamente probabile che Marcus vi abbia aiutato a fuggire perché è stato Aro ad ordinarglielo?”

No”

E che la sua visita qui sia solo un'altra parte del gioco?”

Non è un'ipotesi da scartare”, osservò Edward

Per me i Volturi sarebbero capaci di questo e altro”, gli fece eco Rosalie, incrociando le braccia

Non è così”, li interruppe Grace, riuscendo miracolosamente a mantenere un tono di voce basso

E quali prove avresti?”

Nessuna, la verità era che Grace non aveva nessuna prova per affermare che quanto detto da Francesco non fosse vero

Anzi, le probabilità che il vampiro ci avesse azzeccato erano molto alte

Tutto tornava: Aro mirava a distruggere il clan dei Cullen, per questo lasciava fuggire le sue due umane in modo da avere un pretesto per attaccarli, contemporaneamente lasciava credere che Marcus fosse dalla loro parte; infine, mandava Marcus dai Cullen, in veste di finto mediatore, a proporre una tregua o un accordo che non sarebbe stato rispettato. Un successivo attacco a sorpresa, forse ad opera dello stesso Marcus, e del clan dei Cullen non sarebbe rimasto più niente e le due umane sarebbero tornate nelle grinfie di Aro. Tutto secondo i piani.

Ma . . .

No, Grace si rifiutava di credere che Marcus potesse prestarsi ad un simile gioco

Lei Marcus lo conosceva, lei “sapeva” che il vampiro non era una pedina come le altre, nelle mani del fratello, aveva compreso l'indipendenza che si celava dietro al nichilismo del Volturo

Non era possibile che proprio lui, proprio Marcus, potesse tradirla, non dopo le promesse che le aveva fatto: non le aveva forse giurato di aiutarla? Non aveva promesso di difendere quella strana amicizia che si era creata tra di loro?

Se veramente il suo potere consisteva nello smascherare le bugie, perché non aveva letto la falsità nei suoi sorrisi, nello sguardo intenso che aveva avuto le rare volte in cui l'aveva guardata davvero?

No, Marcus non agiva per conto di Aro, Grace avrebbe potuto scommettere la sua stessa vita su quello.

Marcus non sta facendo il doppio gioco”

In effetti il tuo ragionamento torna”

Edward Cullen diede voce alla confusione di pensieri che aveva affollato la mente di Grace, la ragazza all'inizio rimase scocciata da quell'ennesima intromissione, ma subito dopo gli fu grata per averla appoggiata

Che vuoi dire Edward?”, domandò Francesco

Non dimentichiamoci che Grace può smascherare le bugie, se è così avrebbe dovuto leggere falsità negli atteggiamenti di Marcus”

Avrebbe dovuto esplicitamente dirle che era dalla sua parte perché si accorgesse che stava mentendo”, ribatté Francesco

Grace durante tutta la sua permanenza è rimasta turbata dagli atteggiamenti di Aro, dai suoi falsi sorrisi e dalla menzogna nella sua gentilezza, non credi che sarebbe dovuto essere così anche con Marcus?”

““Tutti” rimangono turbati da Aro, non occorre certo saper smascherare la menzogne per capire che quel vampiro “è” la menzogna personificata”

In effetti, Francesco aveva le sue ragioni

Non posso certo fidarmi e lasciare che un Volturo si avvicini alla “mia” Emily solo basandomi sui sentimenti d'affetto di questa umana!”

Francesco tacque per alcuni istanti, un umano dopo aver gridato a gran voce in quel modo avrebbe avuto necessità di riprendere fiato; da vampiro, forse Francesco tentava di riconquistare un tono più pacato

Difatti, quando si rivolse a Grace, la sua voce era scesa di qualche ottava

Senza offesa per i tuoi sentimenti ragazza”

Dato che il vampiro aveva cessato di gridare a squarciagola, questa volta Grace ebbe il tempo di meditare sulle sue parole

Che aveva detto?

I miei cosa?”

I tuoi sentimenti, non ti biasimo di certo, anche perché credo che se lo facessi Bella mi ucciderebbe”

I suoi sentimenti?

Aveva un'espressione di sorpresa dipinta in volto e ciò era oggetto di tutti gli sguardi dorati presenti nella stanza

Va tutto bene cara?”, le domandò Esme, poggiandole una fredda mano sulla spalla; Grace contemplò gli sguardi di tutti ed in ultimo tornò a posarsi su quello di Francesco

Non capisco cosa volete dire”

Oh andiamo!”, esclamò il vampiro, nel suo tono insolitamente alto per un membro della sua specie, “Per quanto detesti i Volturi, non mi permetto di giudicare i tuoi gusti in fatto di vampiri”

Ma quali gusti?”, domandò Grace, contrariata, non capiva di cosa il vampiro stesse parlando e la cosa la metteva non poco a disagio

Fu Alice ad intromettersi nella conversazione, frapponendosi tra lei e Francesco

Perdonami, credevo che il motivo che ha spinto Marcus ad aiutarci . . .”

Sempre ammesso che ci abbia aiutato davvero”

. . . mi correggo, il motivo per cui “tu” credi che Marcus stia dalla nostra parte fosse chiaro”, con un gesto lento, la vampira accarezzò con le dita candide una mano di Grace, con fare premuroso, “c'è un legame fra voi due no?”

Un legame? Certo che c'era un legame, pensò Grace. Non sapeva come si fosse creato, sembrava essere stato deciso tutto dal fato, oppure, arrivati a questo punto, che fosse destino; indubbiamente il rapporto che aveva con il vampiro era più forte e profondo rispetto a quello che aveva con tutti gli altri. Non era stato facile, c'era voluta molta perseveranza da parte di Grace e una certa accondiscendenza da parte di Marcus, ma alla fine un qualcosa si era creato. Con Chelsea era stato tutto più facile, con lei il legame si era creato quasi istantaneamente e l'amicizia era fiorita come i tanti boccioli di quel piccolo cortile dove avevano passato i loro pomeriggi.

Però . . .

Però non era forse vero che Grace si era ripetuta, più e più volte, che il legame fra lei e Marcus “non era” come quello tra lei e Chelsea?

Rammentò quanto la parola “amico” suonasse naturale se riferita a Chelsea, ma così strana se vi accostava Marcus

Eppure se Marcus non poteva definirsi un amico, per lei allora cos'era?

Io . . .”

Mentre tentava di esprimere ciò che sentiva, Grace comprese che si stava rendendo conto di qualcosa di molto, molto importante, quei “sentimenti” che Francesco aveva invocato stavano prendendo corpo in lei istante dopo istante

Marcus per lei era . . .

I nove vampiri sollevarono la testa di scatto

La prima fu Alice, il secondo Edward, poi tutti gli altri

Che succede?”, domandò immediatamente Grace, unica umana priva di sesto senso vampiresco

Bella dì a Jacob di prendere Renesmee”, esclamò Rosalie

Credevo che ci avrebbe messo più tempo”, esclamò Carlisle, “solitamente le tue visioni non sono così prossime Alice”

Sì in effetti è insolito”, fu il commento della vampira, che si rivolse poi a Grace per chiarire il dubbio dipinto sul suo volto, “è arrivato”

O meglio, quasi, questione di pochi secondi”, la corresse Jasper

Chi è che . . .”

Meglio per lui che non si avvicini!”

L'urlo di Francesco fece scattare Carlisle, il quale afferrò saldamente il vampiro italiano per le spalle, cercando di tranquillizzarlo

Sta calmo Francesco”

Col cazzo che sto calmo! Quel Volturo non deve neanche avvicinarsi alla mia Emily”

Alla parola “Volturo” Grace sobbalzò: si stava riferendo a Marcus?

Istintivamente, la ragazza voltò lo sguardo verso una delle vetrate della casa, gli occhi fissi sulla radura, in quel momento ancora deserta

Marcus stava arrivando?

Ascolta Francesco: se Marcus avesse cattive intenzioni ci penserà Edward a leggergli nella mente e saremo perfettamente in grado di bloccarlo in tempo”

Non ho avuto nessuna visione di Emily morta”, asserì Alice, tentando anch'ella di tranquillizzare l'italiano, “o ferita in alcun modo”

Quei tre anziani conducono una vita sedentaria da secoli”, esclamò Emmett, “sono pronto a scommettere che le loro ossa ormai sono fragili come stecchini”.

Nel caos che la previsione di Alice aveva provocato, Grace restava muta e immobile, in perfetto contrasto con l'esagitato Francesco. Gli occhi azzurri della ragazza rimanevano fissi alla vetrata che dava sulla radura. Era da lì che sarebbe uscito Marcus? E con quali intenzioni? Francesco aveva ragione quando affermava che non fosse altro che un trucco di Aro?

No, lei non voleva crederlo, non voleva credere che Marcus fosse realmente in combutta con Aro, con il compagno che aveva assassinato la sua stessa sorella, si rifiutava anche solo di pensare che Marcus potesse essere una minaccia

Marcus l'aveva protetta, l'aveva incoraggiata, le era stato accanto e adesso un vampiro che a stento conosceva voleva insinuare nei Cullen il dubbio che fosse un nemico? Impossibile, non lui, non il suo Marcus.

Sta arrivando”

Jacob Black, il licantropo, comparve dal salotto, con la piccola Renesmee in braccio

Sembra impossibile ma pare proprio che sia da solo, certo c'è un altro vampiro che lo sta seguendo, probabilmente una scorta, ma si tiene a distanza”

Cosa dice il branco?”, gli domandò Bella

I Volturi si tengono a debita distanza dai confini di Forks, ma sono qui, potrebbero arrivarci alla porta di casa in meno di un minuto”

Quanti?”

Jacob Black aprì la bocca per rispondere, ma qualcosa dall'altra parte della vetrata attirò la sua attenzione, un mezzo sorriso gli comparve in volto

Perché non chiederlo direttamente a lui?”

Tutti e nove i vampiri si voltarono verso la vetrata, contemporaneamente la presa di Carlisle sulle spalle di Francesco aumentò

Lasciami andare!”, gridò quest'ultimo, i suoi occhi parvero scurirsi e perdere la loro doratura quando si posarono sul vampiro che stava emergendo dal fitto degli alberi

Calmati”

Gli occhi dell'italiano andarono poi a posarsi su Grace, la quale aveva mosso alcuni passi verso la porta d'ingresso della casa

Ehi tu!”

Probabilmente anche Carlisle credeva che non fosse del tutto saggio, per lei, uscire allo scoperto, per quello lasciò che Francesco si sottraesse alla sua presa ed afferrasse il polso di Grace, fermandola

Dove vorresti andare tu?”

La ragazza non rispose, non ne era in grado: era stato il suo corpo a muoversi automaticamente verso la porta

La sua mente stava appena appena realizzando che Marcus si trovava a poche decine di metri da lei

Non posso permetterti di uscire, quello è pericoloso!”

No”

Oh no, Marcus non poteva essere pericoloso, non per lei, non per Emily

Francesco stai esagerando”

Al tocco di Alice sulla sua spalla, il vampiro distolse lo sguardo ed allentò la presa su Grace

La ragazza approfittò di quell'attimo di insicurezza per far scivolare il polso magro fra le dita gelide del vampiro, liberandosi dalla sua stretta e potendo, di nuovo, dirigersi verso la porta.

 

Le giornate nuvolose erano la regola a Forks, in fondo c'era un motivo per cui i Cullen avevano scelto quella cittadina come loro residenza.

Non appena Grace mise piede fuori dalla casa dei Cullen, dovette coprirsi gli occhi quando un raggio di Sole la colpì in pieno, costringendola a portarsi una mano al volto. Era stato solo un breve spiraglio, un fascio di luce dorata che aveva penetrato la coltre di nubi per un istante, se ne accorse quando fu di nuovo in grado di mettere a fuoco e rivolse lo sguardo al cielo.

Poi, sbattendo le palpebre, puntò lo sguardo ben dritto davanti a sé, inizialmente tutto le parve ancora confuso e indistinto, riusciva solo ad intravedere le sagome degli alberi

Finché, una figura pallida, in abito nero, non le comparve davanti. A detta di Jacob Black si stava dirigendo verso la casa a passo spedito, ma in quel momento restava immobile, a circa metà strada tra il fitto della boscaglia e l'abitazione dei vampiri

Poteva darsi che fosse rimasto stupito nel vederla spalancare la porta e corrergli incontro?

Un momento: stava correndo? Non se n'era resa conto, aveva voluto solo varcare quella porta il prima possibile, ritrovarsi fuori, accorciare la distanza che la separava dal vampiro dagli occhi rossi; annullarla.

Quegli occhi rosso vermiglio brillavano nel grigiore del paesaggio come tizzoni ardenti e non le era possibile concentrare lo sguardo su nient'altro.

Marcus era lì.

Francesco vuoi calmarti?”

Lasciami andare: voglio fermarla”

No

Non l'avrebbe fermata, non si sarebbe lasciata trattenere, nessuno l'avrebbe strappata al vampiro un'altra volta. In quel giardino, nel “suo” giardino, era stata portata via dalle sue braccia in un istante, prima ancora che potesse rendersene conto, prima di potergli rivelare quello che sapeva di Didyme, prima che potesse ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per lei, prima che avesse il tempo di stringerlo un'ultima volta

Senza offesa per i tuoi sentimenti ragazza”

Sentimenti?

Marcus!”

L'aveva sentita? Ovviamente, in fondo era un vampiro

Poteva riconoscere l'abito che indossava, quella divisa nera così simile alla “sua” divisa, quella che amava; aveva continuato a portare i capelli come la sera del ballo; in volto aveva un'espressione sorpresa, esatto, come aveva immaginato; i suoi occhi rossi la stavano guardando. Sì, la stavano guardando

Marcus!”

Rabbrividì a contatto con il gelido vampiro, ma mai aveva atteso così tanto quei brividi freddi.

Certo che Francesco tutto sommato avrebbe avuto ragione a preoccuparsi: si era lanciata fra le braccia di Marcus senza esitazioni e il vampiro avrebbe potuto approfittarne in ogni modo.

Anche se Edward Cullen avesse potuto leggere le intenzioni del vampiro, erano talmente vicini che avrebbe potuto azzannarla e prosciugarla senza che nessuno potesse intervenire

Erano così vicini, così vicini.

Si sentì stringere dalle braccia del vampiro e sollevare da terra. Se i Cullen fossero stati umani avrebbero rabbrividito alla sua imprudenza: Marcus avrebbe potuto portarla via al cospetto di Aro in un istante.

Ma non avvenne niente di tutto ciò. I due rimasero dove si trovavano, a metà fra il bosco e la casa, in quella radura, con Marcus immobile che la teneva stretta e lei, le braccia attorno al suo collo, che aumentava la presa sempre di più

Era lì, era davvero lì assieme a lei.

Sei imprevedibile”

Fu ciò che si sentì sussurrare all'orecchio, dopo una separazione di poche ore, che le erano sembrate lunghe quanto tutta un'eternità

Scostò il volto dal suo corpo e si ritrovò a specchiare i suoi occhi azzurri in quelli vermiglio del vampiro; Emily amava ripetere che gli occhi dei Volturi le apparivano rossi come le fragole

Gli occhi di Marcus, in quel momento, le parvero due braci ardenti, tale era l'intensità con la quale la stavano fissando in quel momento

Non l'aveva mai guardata così, mai.

Credevo che . . .”

Non era da lei interrompere; se poi si considerava il fatto che Marcus fosse un tipo taciturno, avrebbe dovuto ascoltare con attenzione le sue parole. Ma non ci riuscì

Gli strinse il volto fra le mani e lasciò che le sue labbra si posassero su quelle del vampiro, abbandonò la percezione di tutto intorno a lei, cieca, qualunque inibitore di sensi, di Alec o di qualsiasi altro vampiro, non avrebbe significato niente in quell'istante. Riuscì soltanto a percepire la stretta di Marcus sulla sua vita che aumentava e tanto le bastò per stringerlo più forte, per cercarlo ancora di più. Nient'altro che quelle labbra a contatto con le sue.

Quando era stato?

Quando se ne era innamorata?

Le dita gelide del vampiro presero a passarle fra i capelli, non avvertiva altro che il freddo del suo corpo e il calore delle sue labbra, in un misto di percezioni a cui non le importava trovare spiegazione. Marcus non sarebbe scappato.

Per la prima volta, Grace non stava vivendo la sensazione che il vampiro potesse scomparire di colpo dalla sua vista e sfuggirle di mano come l'acqua.

Da quando lo amava così?

Rispondere “da sempre” sarebbe stato fiabesco, fin troppo irreale persino in un mondo di licantropi e vampiri; allora da quando?

Possibile che fosse quello il motivo per cui non aveva mai paragonato il rapporto con Marcus a quello creatosi con Chelsea? Forse perché . . . il sentimento era completamente diverso?

Sentì Marcus staccarsi da lei e fu sul punto di cercare di nuovo un contatto con lui, ma si trattenne; riaprì gli occhi, sussultando nello scoprire che l'intensità del suo sguardo non era diminuita

Sei alquanto imprevedibile”, ripeté Marcus; anche se non riusciva a decifrare nessuna emozione sul suo viso, gli occhi erano vivi come non mai

Marcus . . .”

Il volto di Aro rischiò per un attimo di sovrapporsi a quello del suo vampiro, Grace lo scacciò mentalmente mentre il ricordo del suo ultimo sogno le rammentava ciò che doveva assolutamente rivelargli: Didyme. Doveva dirglielo, doveva dirglielo “subito”

Detesto dover utilizzare questa frase”, affermò Marcus, continuando a tenerla stretta a lui, “ma non abbiamo molto tempo”

Marcus io devo . . .”

Ascoltami Grace”

Il solo suono della sua voce era più di quanto avesse osato sperare, una parte di lei era convinta che non l'avrebbe rivisto mai più; ma adesso era lui che doveva lasciarla parlare. Marcus non meritava di restare all'oscuro sulla vera fine della sua amata un istante di più

Aro ha in mente di distruggere il clan dei Cullen, adducendo come pretesto il rapimento tuo e della piccola Emily”

Emily! Chissà se stava ancora dormendo, o se lo strano legame che sembrava avere con Didyme l'aveva spinta a svegliarsi nel momento in cui Marcus aveva messo piede nella radura; Emily, lei che forse aveva rappresentato il vero tramite fra lei e Marcus

 

si chiese se quel vampiro dall'aria annoiata si ricordasse il nome di Emily, “la bambina che è con me, ha la febbre, ho bisogno di trovare delle medicine, è molto urgente”

 

Diavolo: com'era possibile che riuscisse a perdersi nei suoi pensieri anche in quel momento? Non era a quello che doveva pensare adesso

Didyme, Didyme

Aro mi ha mandato qui per due ragioni”

Quali?”, non riuscì a trattenersi dal chiedere

Informarvi che intende attaccare”

Per quello sarebbe bastato un membro qualunque della guardia, magari Jane così si sarebbe divertita ad infliggerle un po' di dolore prima di andarsene, oppure Demetri

Dunque per quale motivo era stato Marcus, uno dei tre anziani, a presentarsi alla porta dei Cullen?

Inoltre, vuole sincerarsi che io resti fedele al clan dei Volturi”

A quel punto, il vampiro distolse gli occhi dai suoi, le braci ardenti nelle sue iridi si spensero quando andarono a posarsi verso il bosco poco distante da loro

Il fuoco riprese a bruciare, tuttavia, quando incontrò di nuovo gli occhi azzurri di Grace

E in quale modo dovresti dimostrarglielo?”, domandò la ragazza, con voce tremante, aumentando la presa sulle spalle del vampiro

Lui lo sa”, sussurrò Marcus, staccandole le braccia dal suo corpo e stringendo poi le dita fredde nelle sue, “è al corrente dell'effetto che hai su di me”

Quale effetto?

Non capisco”

Tu vuoi davvero che la tua piccola Emily diventi un mostro senz'anima che si nutre di vite umane?”

No!”, esclamò Grace, “La mia piccola non verrà mai costretta a diventare un vampiro, non contro la sua volontà”

Grace si rese conto di aver lasciato la porta aperta, con quell'ultima frase, ad una possibile futura vita da vampira per Emily; ma l'aveva fatto soltanto perché in quelle poche settimane aveva compreso come esistessero alcuni vampiri migliori di certi umani. Ma non era sul futuro di Emily che doveva riflettere adesso: c'era un futuro molto più prossimo di cui preoccuparsi.

In che modo questo avrebbe a che fare con la tua fedeltà ai Volturi?”

Mi sembra piuttosto semplice”

Lo sguardo perplesso di Grace provocò un'increspatura sul volto di Marcus, un angolo della bocca si dischiuse in un sorriso accennato

Con una mano, le accarezzò i capelli

Se io intendessi aiutarvi, strappare te e Emily dal vostro destino di immortali, questo comporterebbe opporsi ai voleri di Aro . . . e del clan, sbaglio?”

Dunque, obbedire ad Aro significava riprendersi lei ed Emily e confinarle nuovamente nel Palazzo dei Priori

Eppure, nonostante quel pensiero avesse attraversato la mente di Grace, la ragazza non arretrò di un passo, ma continuò a fissare quegli occhi rosso vermiglio.

Aro ti ha mandato qui per metterti alla prova?”, domandò Grace, senza mai distogliere lo sguardo

Sa già quali sono le intenzioni che mi attraversano la mente”, ammise Marcus, “con il potere che gli è stato donato non mi è stato possibile celarglielo, per questo si augura che io cambi idea”

Quelle parole impiegarono alcuni secondi per giungere chiare alle orecchie di Grace, molti altri perché la sua testa così colma di pensieri le permettesse di ragionarci su:

Una scelta già fatta

Una scelta di cui Aro non era soddisfatto

Una scelta che Aro si augurava Marcus non avrebbe fatto

Ti ho fatto una promessa, mi sbaglio?”, Marcus aveva avvicinato il volto a lei, tanto che i loro nasi ormai si sfioravano, “Non posso certo rimangiarmi ciò che ho detto . . . e in più provocherei un gran dolore alla piccola Emily se agissi come vuole Aro”

La promessa che le aveva fatto, di aiutarla, era ben stampata nella memoria di Grace

Tuttavia, lei ancora non riusciva a credere a ciò che il vampiro sembrava stesse dicendo: che non si sarebbe schierato con Aro

Ma . . . avrebbe protetto lei e Emily

Ma ciò significa andare contro il clan che tu stesso hai creato”
“I Volturi esistono da molto più tempo, si sono chiamati in tanti modi nel corso dei millenni . . . e poi consideralo come un conto con mio fratello che avrei dovuto regolare molto tempo fa”

Ma non era così semplice! Si trattava di mettersi contro “Aro”, contro Jane e Alec, contro Demetri; rivoltarsi ed osare sfidare il clan che aveva comandato per millenni. E poi non doveva rivolgersi ad Aro chiamandolo “fratello”, Aro non meritava un simile epiteto, non dopo quello che gli aveva fatto,non dopo Didyme e . . . e . . . e un momento

Un conto che avresti dovuto regolare da tempo?”

Un conto?

A che cosa si riferiva Marcus?

Un refolo di vento precedette la comparsa di Edward Cullen al fianco di Grace, la ragazza ebbe un sussulto e lasciò istintivamente la presa sulle dita di Marcus

Che intenzioni ha la vampira?”

Vampira? Si domandò Grace, quale vampira?

Hai la capacità per scoprirlo tu stesso, adesso siete sufficientemente vicini”

Si sta chiedendo quale sia la tua decisione”

E immagino che sia quella che lei si augura”

Le quattro iridi rosse e dorate si fissavano sin troppo tranquille, mentre due occhi azzurri si spostavano rapidamente dalle une alle altre, cercando di comprendere di chi stessero parlando

Jane”, esclamò Edward, provocando un immediato brivido nella ragazza, “ha seguito Marcus a distanza e adesso sta cercando di comprendere la decisione presa dal suo capo”

Jane è una vampira sveglia”, rivelò Marcus, “nonostante pecchi di superbia; credo che abbia già capito cosa io intenda fare”

Il che ci lascia alquanto sorpresi”, gli rivelò Edward, riferendosi a tutta la sua famiglia

Quest'eventualità non era stata prevista dalla vostra veggente?”

Ultimamente le visioni di Alice sono state molto confuse”

Sia Marcus che Edward voltarono lo sguardo verso il punto, nel fitto della boscaglia, da cui Jane li stava osservando; anche Grace tentò di scorgere la tunica scura della vampira, oppure il luccichio dei suoi biondi capelli, ma non scorse assolutamente nulla.

Come reagirà Aro?”

Curiosa domanda da parte tua Cullen: il modo di operare dei Volturi dovrebbe esserti chiaro ormai”

Non prendermi in giro”, esclamò Edward, questa volta a denti stretti, “c'è in gioco la vita della mia famiglia e ho bisogno di risposte chiare”

A quel punto, un secondo refolo di vento scosse i capelli mori di Grace, mentre Carlisle poggiava una mano sulla spalla del figlio

Calmati Edward”

Il ragazzo ha le sue motivazioni”

Qui non si tratta della diserzione di un membro qualsiasi, ma di un vero e proprio conflitto tra due anziani del clan: voglio sapere se il metodo punitivo dei Volturi resterà lo stesso in ogni caso”

Il problema giovane Cullen”, rispose Marcus, in tono perfettamente apatico, “è che neanch'io so con certezza quali saranno le mosse di mio fratello”

Sentendogli pronunciare quella parola, Grace si riebbe e riuscì a sussurrare il suo nome

Marcus . . .”

Doveva dirglielo, doveva rivelargli al più presto ciò che sapeva.

Carlisle fece indietreggiare di qualche passo il figlio e si rivolse direttamente al vampiro dagli occhi rossi

Devo ammettere che non pensavo che avrei vissuto tanto da assistere ad una faida interna fra Volturi”

Io la considererei più una semplice divergenza d'opinioni”, rispose tranquillo Marcus, “in fondo anche sulla sorte della piccola mezza-vampira io e i miei fratelli ci siamo trovati in disaccordo”

Carlisle, come tutti i Cullen, ricordava bene il giorno in cui era avvenuta la singolare votazione sulla vita della piccola Renesmee: Caius aveva proposto di porre fine alla vita della bambina, Marcus invece aveva votato per lasciarla in vita; difficile dire se Aro avrebbe o meno votato a favore della vita della bimba, che rappresentava tanto un pericolo sconosciuto quanto un oggetto prezioso per la sua “collezione”. Ad ogni modo, l'intervento di Alice e Jasper aveva definitivamente convinto i Volturi a lasciare in vita la bambina.

A quel tempo”, riprese Carlisle, “se Caius, che propendeva per eliminare Renesmee, si fosse apertamente schierato contro la decisione dei Volturi, che cosa sarebbe avvenuto?”

Non amo fare congetture su eventi passati”, rivelò Marcus, “trovo il rimuginare su quanto è già avvenuto una perdita di tempo estremamente seccante”

A Grace sfuggì un sorriso amaro, domandandosi se il motivo fosse che Marcus conviveva con un fantasma del suo passato da molte centinaia di anni. Didyme: quando le sarebbe stato concesso di parlare?

Grace”

La ragazza si accorse che Edward Cullen le era comparso affianco e l'aveva chiamata a voce bassa

Sì?”

So bene che cosa ti angoscia”, le rivelò lui, parlandole lentamente, “ma . . . ti pregherei di aspettare a rivelare quello che sai”

E perché?”

Ti prego di comprendermi, c'è in gioco la vita di mia figlia e di tutta la mia famiglia e Marcus è un alleato inaspettato, una vera manna dal cielo”

E allora?”, domandò ancora lei, non capendo dove il vampiro volesse arrivare

Desidererei che Marcus fosse il più lucido e calmo possibile nell'eventualità di uno scontro, non necessariamente fisico, con Aro e . . . temo che rivelargli quello che sai gli provocherebbe uno stato d'animo imprevedibile e alquanto controproducente”

Grace aprì la bocca per ribattere, ma il vampiro la interruppe sollevando una mano

Capisco come ti senti e sono pienamente d'accordo con te: Marcus ha il diritto di sapere la verità sulla morte di sua moglie. Ma sarebbe troppo chiederti di rimandare fin quando non avremo risolto questo conflitto? Ha vissuto secoli all'oscuro della verità, pazientare solo un altro po' non lo ucciderà”

Forse non avrebbe ucciso Marcus, ma sicuramente avrebbe distrutto il sistema nervoso di Grace

Anche il solo “pensiero” che Marcus potesse considerare Aro come un fratello era per lei insopportabile

Lo capisco”, le ripeté ancora Edward, “ma un tale choc, in un simile frangente, peggiorerebbe soltanto le cose”

A malincuore, Grace dovette ammettere che Edward Cullen non aveva tutti i torti.

Jane si è messa in marcia”

La voce di Carlisle interruppe la discussione fra Edward e Grace, la quale si voltò allarmata verso gli alberi, un gesto quasi meccanico, anche se inutile

Presto riferirà ad Aro quello che ha visto”

E cosa succederà poi?”

Marcus si limitò a voltarsi anch'egli verso gli alberi

Posso solo affermare che Aro, almeno inconsciamente, è già consapevole della mia decisione, ragion per cui sa già come agire”

Dunque?”, domandò Carlisle

Dunque non dovremo attendere molto perché faccia la sua mossa . . . anche se voi potreste avere un'anteprima grazie alla vostra Alice”

Le sue visioni sono ancora molto incerte”; detto questo, Carlisle sembrò sospirare (o così avrebbe fatto se fosse stato umano), “Edward è meglio se torni dentro: Bella è preoccupata”

E Francesco?”

Emmett e Jasper lo stanno tenendo buono per il momento”

Grace sobbalzò: si era quasi dimenticata di Francesco

E di . . .

Emily?”

Dorme ancora come un ghiro”, le rispose Carlisle, sorridendo, “ha il sonno pesante”

Sì, assolutamente”

Me ne ricordo”

A quelle parole, pronunciate a voce bassa, Grace si voltò a fissare il vampiro dagli occhi rossi poco distante da lei

Andiamo Edward”

Sentì i due vampiri dagli occhi dorati allontanarsi, mentre il suo sguardo restò concentrato sul volto di Marcus.

Scommetto che Emily ha domandato come mai Chelsea non vi abbia seguite”, sussurrò il vampiro, non appena i due Cullen arrivarono alla porta d'ingresso

Non solo, ha anche detto che le manchi”, confessò Grace

Si era domandata spesso il perché dell'innata simpatia della bambina per i tre anziani, in particolare per Marcus

E adesso che, forse, aveva trovato una risposta, non poteva condividerla con il vampiro, ma era costretta a mordersi la lingua e tacere. Aveva avuto così poco tempo per indagare sul vero legame fra Emily e Didyme: possibile che le due fossero collegate? C'entrava qualcosa il fatto che possedessero lo stesso potere oppure esso derivava proprio dal fatto che ci fosse qualcosa che le univa? Forse una imprevedibile congiunzione astrale che le era oscura, o chissà quale bizzarro gioco del destino. Grace sapeva solo che Didyme era collegata a lei e alla sua Emily. E non le era concesso rivelarlo a Marcus, non ancora.

Che cos'è che ti angustia?”

Gli era mancata così tanto la sua voce, la sua voce bassa e calma che la riscuoteva dai suoi pensieri

Però questa volta era costretta a mentirgli, proprio lei che possedeva il dono di smascherare bugie

Tu non vuoi entrare in casa?”, gli domandò quindi, sperando di distogliere la sua attenzione su altro. Attenzione, che strana parola se pronunciata pensando a lui

Aveva sperato che lui le donasse attenzione così tante volte . . .

Temo di non essere molto gradito là dentro, in più credo che quel lontano “zio” di Emily mi salterebbe addosso se solo mi azzardassi a posare un piede sul pavimento dei Cullen”

Francesco è solo preoccupato per Emily”, tentò di giustificarlo Grace

Per quello sarebbe spiacevole se mi trovassi costretto ad ucciderlo”

A Grace occorse qualche secondo per comprendere che quella di Marcus era stata una vera e propria battuta

Non è questo ciò che ti turba vero?”

Lei per poco non sobbalzò

C'è qualcos'altro”, continuò il vampiro, sfiorandole i capelli, “che non puoi dirmi”

Vorrei davvero”, si lasciò sfuggire lei, per poi mordersi il labbro inferiore, accorgendosi di aver già detto troppo

Mi auguro che me lo dirai quando quest'incresciosa vicenda sarà finita”

Erano in gioco delle vite, letteralmente, eppure lui le stava parlando in tono così tranquillo; forse perché dopo millenni di vita anche la paura della morte perdeva d'importanza?

È qualcosa che ti porti dentro già dalla scorsa notte vero?”

In realtà Didyme aveva fatto capolino nella sua vita già da tempo, ma quel peso si era fatto insostenibile proprio dalla notte prima; così Grace annuì

Non dev'essere un peso facile, è come se ospitassi un'ombra nei tuoi occhi”

I suoi, invece, i suoi occhi rossi, erano così intensi e vivi che lei non riusciva a crederci

Vivi come . . .

Ebbe un fremito e, contemporaneamente, afferrò la mano di Marcus posata sui suoi capelli

Quegli occhi erano vivi come lo erano stati secoli, millenni primi

Erano gli stessi occhi vivi che Marcus aveva posseduto quando Didyme era in vita

La stessa intensità con la quale avevano osservato la vampira dai capelli dorati, adesso era presente mentre si specchiavano negli occhi azzurri di Grace.

Fu come una folgorazione, che spinse la ragazza a sussultare, a contatto con Marcus

Fu il rendersi conto di un'azione che aveva compiuto poco prima

Fu il percepire ancora il sapore delle labbra del vampiro sulle sue: l'aveva baciato. L'aveva baciato e l'aveva fatto perché ciò che provava per il vampiro non era mai stato amicizia, mai, sin dal primo istante. Perché non se ne era resa conto prima? Avrebbe dovuto prenderne coscienza una delle (rare, ma intense) volte in cui si era ritrovata da sola con lui.

E quegli occhi che sembravano aver riacquistato vita dopo secoli, cosa stavano a significare?

Marcus . . .”

Il vampiro sollevò il capo e chiuse gli occhi, corrugando appena la fronte

. . . che succede?”

Credo che a quest'ora Jane abbia informato Aro della mia decisione”

Ossia di proteggere lei ed Emily?

E . . . ?”

Il vampiro dagli occhi rossi si voltò verso l'abitazione dei Cullen

Attendo conferma dalla veggente, tuttavia credo di sapere come agirà mio fratello”

Non era suo fratello, diavolo! Aro non meritava di essere chiamato così!

Grace dovette sforzarsi per non gridare ciò che stava pensando, prese un profondo respiro e ricacciò indietro le urla che le salivano su per la gola

E come credi che agirà?”

Verrà qui da me, vorrà parlarmi di persona, da soli . . . o almeno con il corpo di guardia tenuto a debita distanza; cercherà di convincermi a recedere dai miei propositi”

La ragazza non aveva difficoltà ad immaginare quali stucchevoli parole Aro avrebbe rivolto a Marcus, come lo avrebbe lisciato, con la sua lingua intrisa di veleno

Oppure, chissà, magari avrebbe gettato la maschera e avrebbe scoperto le carte, minacciando il “fratello” di morte

Paradossalmente, Grace sarebbe stata più felice se Aro avesse tenuto quell'atteggiamento: almeno per una volta non avrebbe vissuto l'orribile sensazione di trovarsi davanti al Dio della menzogna.

E . . . cosa succederà se non riuscirà a convincerti?”, la voce di lei tremò, mentre pronunciava quelle parole

Vorrei essere in grado di risponderti con certezza Grace”, il vampiro le accarezzò ancora i capelli, “lo vorrei davvero, purtroppo non posso farlo”

Gli occhi di Marcus si distolsero da quelli di Grace, con suo grande dispiacere

Per poi puntarsi nel fitto della boscaglia

Sono sicuro che si è già messo in marcia”

Così anche lei si mise a scrutare fra gli alberi, stringendosi un po' di più al corpo freddo di Marcus.

Francesco sarebbe stato proprio contento: un altro dei Volturi stava per arrivargli ad un palmo dal naso

E Emily, che dormiva ancora, immersa nei suoi sogni, probabilmente assieme a Didyme

I Cullen stavano rischiando l'integrità del loro clan per lei.

Eppure, nonostante tutte le vite in gioco in quel momento, per un attimo Grace si concentrò soltanto sul corpo di Marcus stretto al suo.

Solo un attimo, prima che due iridi rosse sbucassero dal nulla

Mio caro fratello”

Ed il Dio della menzogna apparve.

 

***

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

Non v'è niente di peggio d'un “dolce con il fondo amaro” (come suole decantare quell'artista abbastanza famoso nel mondo umano)

StregaSibilla si augura che abbiate gradito questa pietanza e che avrete la gentilezza di farglielo sapere

Per il prossimo capitolo vi aspetta:

un'interessante lezione sul peperoncino.

Dall'antro della strega, ossequi.

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Capitolo 13
*** an eternity in the shade ***


Il calderone della strega

 

Prima di cominciare è necessaria una dolorosa premessa:

quanto tempo è passato dalla mia ultima ricetta? Più di un mese, ebbene sì

StregaSibilla non ha parole per scusarsi, potrebbe elencare mille impegni stregoneschi ma il risultato sarebbe sempre il solito, può solo ringraziare i clienti che abbiano avuto la pazienza di aspettarla

Promettendo di non incorrere mai più in un simile ritardo, ha cercato di dare il meglio di me in questo capitolo, in cui molti ingredienti dimenticati sul fondo del calderone decideranno finalmente di fare la loro comparsa.

A fine capitolo ritorna finalmente l'angolo dell'asterisco!

E una lezione sul . . . “peperoncino”.

 

 

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO DODICI

 

 

Via Appia, alle porte di Roma

 

Le figure incappucciate erano due, entrambe di corporatura massiccia ma di bassa statura, entrambe celanti vesti stracciate e volti arsi dal Sole sotto quelle lunghe mantelle scure. Le due figure parlottavano all'ombra delle mura di Roma, una di esse appariva estremamente agitata

Non sono sicuro che sia stata una buona idea”

Ormai è un po' tardi per tornare indietro non ti pare? Quando ci avranno pagato in monete sonanti non avrai più da lamentarti fidati di me”

Il figlio del console di Siracusa . . . rischiamo persino di sollevare un incidente diplomatico fra consolati”

Sai che ti dico? Meglio così: se questo schifo d'impero andasse in rovina non potrei che esserne contento”

Quanto credi che potremo chiedere per il riscatto?”

Credo . . .”

L'altra figura incappucciata, la terza, ascoltava attentamente ogni singola parola pronunciata dai due uomini, sfortunatamente gli era impossibile vederli in volto dato che il suo cappuccio gli era stato calato su tutto il volto; in aggiunta del cappuccio, al giovane erano state legate le mani con corde sfilacciate ma ancora resistenti, corde della stessa qualità scadente erano state fatte passare attorno al suo capo perché facessero ben aderire il cappuccio alla sua giovane testa, impedendogli di vedere alcunché.

Poggiato all'estremità di un vecchio muro di pietre sconnesse, inginocchiato a terra, il ragazzo stava lentamente prendendo coscienza di essere vittima di un sequestro di persona, ad opera quasi certa di due balordi ridotti alla fame che speravano di porre fine alla loro miseria con un cospicuo riscatto; non dovevano essere molto esperti di furfanterie, lo comprendeva dal loro tono di voce: lui aveva sempre avuto un sesto senso con le persone. Tuttavia, esperti o no, era in trappola e meno male che era toccato a lui: non voleva neanche immaginare cosa due simili individui avrebbero potuto fare alla sua adorata sorellina.

Mentre i due parlottavano, il ragazzo avvertì un lieve fruscio alle sue spalle, talmente impercettibile che all'inizio credette di esserselo solo immaginato; sussultò poi quando percepì il tocco di due mani, non molto più grandi delle sue, che trafficavano alle sue spalle

Un sussurro, “Tieniti pronto a scappare”, una voce dal timbro già adulto ma indiscutibilmente giovane

Si ritrovò le mani libere, ma fu abbastanza furbo da non darlo a vedere, rimanendo immobile mentre l'altra persona (un suo coetaneo?) armeggiava anche con le corde che tenevano saldo il cappuccio sulla sua testa

Quando te lo sfilo . . .”

Sì, doveva essere pronto a scappare, l'aveva già capito

E, di colpo, il mondo apparve ai suoi occhi, anche se la notte buia rendeva il paesaggio attorno a lui molto simile al nero che l'aveva circondato fino a quel momento; l'unica fonte di luce era una torcia in mano al più tarchiato dei suoi sequestratori. Il giovane fece appena in tempo a scorgere il guizzo di sorpresa negli occhi del rapitore, prima di venire afferrato saldamente dalla mano che l'aveva liberato

Corri!”

E lo fece: corse come un disperato, fuggendo nel buio della notte assieme alla figura che l'aveva liberato. L'altro si muoveva nella più totale oscurità con la sicurezza degna di una creatura della notte, avanzava a falcate lunghe e sicure stando attento a non perdere mai il contatto con il braccio magro del ragazzino che aveva sottratto ai due balordi

Il giovane, mentre le urla dei rapitori suonavano sempre più distanti, cominciò a pensare che quella creatura della notte fosse un Dio, venuto a salvarlo, in nome delle tante offerte che suo padre console di Siracusa consacrava ogni giorno agli altari degli Dei.

Nascondiamoci qui”

Al giovane il luogo appariva come il semplice mescolarsi di ombre nere e oggetti dalla forma indistinta, eppure all'occhio del suo salvatore quel luogo appariva chiaro e nitido come se fosse illuminato dalla piena luce del giorno e non dalla pallida luna presente nel cielo.

Venne condotto per una ripida discesa fino ad una delle tante insenature di roccia lungo il fiume Tevere, il giovane sentì i suoi preziosi calzari impregnarsi d'acqua, mentre il notturno lo faceva immergere fino alle ginocchia

Qua saremo al sicuro”, parlava l'altro, con voce sicura, “non possono trovarci”

Come fai ad esserne certo?”, domandò il più giovane, sebbene l'idea di contraddire il suo salvatore gli apparisse quasi blasfema

Solo chi è nato in questa parte di Roma può sperare di orientarsi qui”

L'altro non aveva mai smesso di tenergli la mano ben stretta nella sua e ancora non la lasciava, il giovane da parte sua stringeva quella mano calda come se ne andasse della sua stessa esistenza

Ne ho visti tanti di ladri, malfattori, assassini, tentare di fuggire in questi luoghi di notte, ma finiscono tutti per perdersi finché non compaiono le luci del mattino; normalmente avrei lasciato quei due manigoldi liberi di tentare la fuga”

E perché invece mi hai soccorso?”, insistette il giovane, ansioso di conoscere il perché di una simile benevolenza,il motivo per cui il suo salvatore era comparso da lui nella notte

Se della merce rubata lascia la città di Roma poco importa all'economia, anzi, ritengo che qualche ricchezza in meno non farebbe male alla mia città . . . ma il discorso cambia se si tratta di privarla di un suo cittadino”

La creatura notturna si esprimeva con un linguaggio perfetto, sin troppo per essere un abitante di quella parte di Roma

Chi era?

Non potevo certo restare a guardare”

Chi era?

Mentre si poneva quella domanda, il ragazzino strinse con maggior forza le dita intorno alla mano del suo salvatore

Dimmi il tuo nome, sono il figlio del console di Siracusa, se mi riporterai da mio padre ti giurerò eterna riconoscenza; ti prego, dimmi il tuo nome”

In quel momento, la luna fece capolino dalle nubi e la sua luce pallida bastò ad illuminare per alcuni istanti due grandi occhi azzurri*1

Riconoscenza eterna? Tu hai idea di quanto sia lunga un'eternità?”

 

***

 

 

Quella foglia sfiorò i suoi sandali neri mossa da un lieve alito di vento; non provocato dall'arrivo silenzioso del vampiro in tunica nera, ma da una brezza naturale, insolita per quella stagione, non così insolita per Forks

Grace ripensò all'ultima volta in cui una foglia le aveva accarezzato la pelle prima di librarsi in aria; Dio quanto sembrava essere passato, tutta un'eternità. E quanto adesso sembrava distante il luogo in cui era avvenuto, quel giardino, il suo giardino, nel quale avrebbe desiderato potersi trovare ora. Lo desiderava con tutta se stessa, poterci ritornare, assieme a Marcus, lasciare che lui smuovesse le foglie attorno a lei come quel pomeriggio, poter provare di nuovo quella sensazione di pace e di sicurezza.

Ma adesso quell'ipotesi le appariva tanto meravigliosa quanto improbabile, se non impossibile

Impossibile poter pensare che un altro momento di tale felicità potesse verificarsi, quando due occhi rosso vermiglio, intrisi letteralmente di sangue la stavano fissando, penetrandole nel cervello nel tentativo di annientare ogni pensiero di speranza che avesse potuto attraversarla.

Marcus le venne in aiuto, attirando lo sguardo del Dio della menzogna e liberandola dal peso di quegli occhi.

Mio caro fratello”

Aro, ti prego, non vorrai usare quel trucco anche con me?”

Grace non poteva esserne sicura, ma le parve di scorgere un'increspatura nell'espressione dolce ed affabile (in poche parole, finta come un fiore di plastica) di Aro; forse solo per un attimo. Ad ogni modo, il Volturo continuò a rivolgersi all'altro nello stesso tono

Non avrei motivo di utilizzare trucchi con te, fratello mio, li userei se ritenessi di avere la possibilità di farti cambiare idea . . .”

Allora è meglio che parli chiaro . . . sempre che tu abbia ancora la capacità di farlo”

Fu a quel punto che il sorriso, falso o vero che fosse, scomparve dal volto di Aro.

Accadde tutto a velocità così rapida che, paradossalmente, Grace si rese conto molto lentamente di ciò che era avvenuto: per primo venne il suono, solo poi venne l'immagine di Aro vicinissimo al corpo di Marcus, poi le loro mani chiuse a pugno e le braccia che erano andate a toccarsi; infine, molto dopo, una sfera d'energia (Grace non avrebbe saputo definirla altrimenti) che investì la zona circostante facendo smuovere il terreno e rischiando di far perdere l'equilibrio alla ragazza. Il tutto in pochi istanti.

La ragazza si accorse, alla fine, che ciò cui aveva assistito era stato uno scambio di colpi da parte di due vampiri, l'attacco sicuro di Aro e la parata, altrettanto sicura, di Marcus

Grace allontanati”, le ordinò Marcus, gli occhi ben piantati in quelli dell'altro Volturo

E dove si rifugerebbe?”, rispose Aro, “Non vi sarebbe distanza sicura a sufficienza se noi due ci dovessimo scatenare, fratello mio”

Stavolta Aro non stava affatto mentendo, a Grace era bastato quell'unico colpo per rendersi conto della potenza che erano in grado di sprigionare due vampiri millenari

Altro che gracili vecchi aggrappati ai loro troni”

Non era stato un colpo particolarmente violento, nulla a che vedere con i comuni scontri tra vampiri, durante i quali il cozzare dei corpi provocava rombi simili a tuoni e le ossa si infrangevano come cristalli

Eppure, quell'unico colpo era risultato più terrificante d'ogni altro combattimento.

Io non ho alcuna intenzione di scatenarmi Aro”, mormorò Marcus, il volto impassibile

Duole anche a me farlo, ma se tu non recedi dai tuoi propositi . . .”

Non lo farò”

Allora non mi lasci scelta”

Altro colpo, altra parata, altra onda d'urto che costrinse Grace ad arretrare

Riporterò a Volterra te come vi riporterò le due umane”, sibilò Aro a denti stretti

E l'altro rispose parando con facilità il terzo colpo, “Temo che non potrai soddisfare i tuoi capricci questa volta”

Marcus intimò nuovamente a Grace di allontanarsi, ma per la ragazza risultava impossibile staccarsi da quella visione: il corpo di Aro cambiava posizione senza che lei potesse accorgersi dei movimenti che compiva, non sarebbe stata in grado di distinguere alcun colpo se Marcus non li avesse puntualmente parati, bloccando Aro nella posa finale dell'attacco. Il vampiro più alto non arretrava di un solo passo, con gran sollievo Grace, mentre Aro continuava a compiere i suoi attacchi

Ma perché Grave aveva la sensazione che nessuno dei due stesse facendo sul serio? Eppure ad ogni colpo l'onda d'urto che ne seguiva rischiava di farle perdere l'equilibrio.

Aro sembrò cambiare tattica, abbandonando l'attacco frontale e muovendosi ripetutamente intorno a Marcus prima di sferrare i colpi successivi, ma la dinamica dello scontro non mutava: il primo continuava ad attaccare e il secondo continuava a parare, con lo stesso volto impassibile che aveva mantenuto nei secoli

Per quanto ancora hai intenzione di non reagire Marcus?”

Fin quando non mi darai una ragione per non farlo Aro”

Ho abbastanza energie per protrarre questo scontro per giorni Marcus”

Giorni o mesi, se la conclusione sarà vederti stremato, posso resistere”

Eppure avresti la forza per terminare questa diatriba molto più velocemente”

Aro aveva frapposto qualche passo tra lui e Marcus durante quell'ultimo scambio di battute

Sembra quasi che tu brami di essere sconfitto Aro”

Oh no fratello, io rido, rido della tua idiozia mascherata da nobiltà d'animo: hai sempre posseduto una forza fuori del comune ed è sempre stato necessario porti davanti alla morte per convincerti ad usarla”

Dopo l'ultimo sibilo di Aro, il senso della conversazione parve mutare

Alla ragazza che ancora li osservava, sembrò che Aro si stesse riferendo ad eventi molto, molto più antichi di quelli che avevano vissuto come vampiri

Come se si riferissero addirittura ad una vita precedente

Possibile?

 

***

 

Palazzo del senato, Roma.

La luce che filtrava nella sala dei congressi illuminava il gran via vai di toghe e rotoli di pergamena, com'era di prassi al termine di ogni votazione. Alcuni togati conversavano, altri si affrettavano a raggiungere le loro dimore o i luoghi di divertimento che avrebbero frequentato di lì a poco.

Un discorso eccellente mio caro”

Grazie Iulio, ma avrei preferito che anche il resto del senato la pensasse come te”

Vedrai che la prossima volta saprai fare ancora meglio, hai appena vent'anni, aspetta ancora un lustro prima di pretendere di essere preso troppo sul serio; inoltre ricorda che resti sempre il figlio del miglior console che Siracusa abbia mai avuto . . . e presto avrai ufficialmente un seggio qui in senato”

Già . . .”

Un seggio in senato, chissà se l'avrebbe ottenuto davvero o se non l'avrebbero ritenuto sufficientemente adatto

Proprio come suo padre non l'aveva ritenuto degno di continuare la sua opera a Siracusa . . .

Sempre con quell'aria pensierosa Aro, dovresti abbandonarla”

Iulio si fece da parte e si profuse in un reverenziale inchino verso chi era sopraggiunto in quel momento

Marcus”

Hai l'aria troppo distratta quando parli, assente, sembra quasi che trovarti all'interno del “senato romano” sia un peso per te”

Aro si limitò a sospirare e a commentare laconicamente, “anni e anni di istruzione e non riesco neanche a tenere un discorso sufficientemente ispirato”

Non serve l'istruzione per parlare in pubblico, basta essere convincenti e tu ci riesci perfettamente, quando vuoi, per questo mi domando se lo desideri realmente”

Al silenzio di Aro, l'altro gli diede un'amichevole pacca sulla spalla, “Vedi di non costringermi a sostituirti”, scherzò

E priveresti l'esercito di Roma di un guerriero così valoroso?”

In realtà, amico mio, non mi sento per niente a mio agio nelle vesti di combattente”

Non essere sciocco Marcus: sei nato per combattere, ce l'hai nel sangue”

Come tu sembri avere nel sangue l'arte della retorica, se solo ti impegnassi per tirarla fuori”

Aro sorrise, ammettendo così che Marcus aveva vinto anche quel dibattito

Impegniamoci entrambi al massimo allora”, concluse quest'ultimo, scompigliando poi i capelli all'altro, cosa alquanto facile vista la differenza d'altezza tra il ragazzo di Siracusa e il giovane uomo di Roma

Dovresti anche abbandonare questi atteggiamenti puerili Marcus”

L'altro ignorò palesemente il consiglio di Aro

Ricordati che io sarò sempre al tuo fianco quando avrai bisogno di me”

Sospirando, Aro dovette riconoscere che, malgrado fosse passato tanto tempo dal loro primo incontro, le cose non sembravano essere cambiate

Continuava ad aver bisogno della presenza di Marcus al suo fianco; e solo gli Dei sapevano per quanto ancora gli sarebbe stato necessario

Forse per tutta l'eternità . . .

 

***

 

Francesco cerca di ragionare”

Due vampiri si stanno scontrando a meno di cento metri da casa mia”, esclamò Emmett, “gradirei che andassero a spaccarsi le ossa il più lontano possibile”

Ci stanno mettendo in pericolo”, gli fecero eco Bella e Rosalie

Ma il vampiro italiano rimaneva dov'era stato da quando Aro era comparso nella radura: ben piantato sullo stipite della porta

Voi non muoverete un passo, lasciate che i due Volturi combattano, che si ammazzino pure fra loro”

Ma Francesco”, intervenne Esme, avvicinandosi a lui, “potremmo essere in pericolo”

E cosa volete fare? Cercare di fermarli? Convincerli ad allontanarsi? Vi rendete conto di “chi” si sta scontrando qua fuori?”

Due vecchietti”, scherzò Emmett, ma lo sguardo di Francesco restò impassibile

È qui che ti sbagli e ti sbagli di grosso Cullen: voi ragazzi non potete comprendere le forze che si potrebbero scatenare in uno scontro del genere”, l'italiano tacque per qualche istante, prima di posare gli occhi sul vampiro più anziano, “Carlisle: comprendi di cosa sto parlando non è vero?”

Sì perfettamente”, ammise il dottore, “e devo darti ragione Francesco: la presenza dei due anziani qui implica che siamo tutti in pericolo, ma se tenteremo di intervenire, in qualunque modo, lo saremo ancora di più”

Mi costa un certo sforzo ammetterlo, ma Francesco ha ragione”, concluse Edward, allontanando Emmett e gli altri dall'ingresso, “non facciamoci coinvolgere finché non saremo obbligati a farlo”

Esme, afferrando un braccio di Francesco, lo convinse ad allontanarsi dalla porta come gli altri e la richiuse alle sue spalle, mentre l'italiano si grattò la testa, pensieroso, in un gesto sin troppo umano per lui

Non ho idea del perché Aro non abbia fatto intervenire il suo corpo di guardia contro Marcus”, confessò, “c'è anche la possibilità che sia tutto un gigantesco complotto; ma francamente non chiedo di meglio che vedere due Volturi che si eliminano a vicenda”

A quel punto la piccola Renesmee, che era rimasta in salotto, ascoltando però attentamente ogni parola degli adulti, si pronunciò

Non sei più tu, Francesco, a dover essere trattenuto, ma Emily”

A quelle parole, Alice si avvicinò immediatamente alla bambina, allarmata

Che intendi dire piccola mia?”

Emily non vuole che Marcus muoia, se si sveglia vorrà correre da lui”

Sarà meglio che vada di sopra a tenerla d'occhio”, decise allora Alice

E riguardo a Grace?”, domandò Emmett, “Non pensate che dovremmo porre una certa distanza tra lei e quei due?”

Grace non corre alcun pericolo”, sentenziò però Alice, incamminandosi verso le scale, “di questo sono certa . . . e poi non si farebbe mai trascinare via”

Certo che l'amore fra umani e vampiri non conosce proprio mezze misure”, Emmett, diede una robusta pacca sulla spalla a suo fratello, mandandolo contro Bella

Infatti finisce sempre che qualcuno rischia di rimetterci la vita”

Quanto sei romantica Rosalie”

Sono realista, inoltre non mi sentirò tranquilla finché i Volturi non avranno frapposto un bel po' di chilometri tra loro e la mia casa”

La bionda non aveva smesso un istante di tenere d'occhio i due combattenti

Tutto ciò non ha il minimo senso: due anziani che combattono tra di loro”

Diede così voce all'interrogativo che albergava in ognuno di loro, nessuno escluso:

Aro e Marcus si stavano comportando in modo impensabile. Perché il primo aveva deciso di risolvere la questione con un vero e proprio “scontro di potere”? E perché Marcus non reagiva ai suoi attacchi?

Perché?

 

***

 

Forse dovrei impegnarmi un po' di più, magari così ti decideresti ad attaccare invece di limitarti a difenderti”

Marcus si era riposizionato sulla difensiva dopo aver parato l'ennesimo colpo di Aro, il quale adesso si era nuovamente messo a girargli intorno

Così tireresti fuori uno dei tuoi assi nella manica, chissà, magari quel potere che hai sviluppato ma che non hai mai voluto utilizzare”

Con quelle parole, pronunciate a denti stretti, Aro confermò i sospetti che Grace aveva avuto, che egli fosse a conoscenza del potere “non ufficiale” di Marcus. Fu proprio su Grace che gli occhi intrisi di sangue di Aro si posarono

Mi correggo”, sibilò, estraendo puro veleno dalle labbra, “un potere che non hai mai voluto utilizzare “per me””

E vorresti che lo utilizzassi “contro” di te Aro?”

Ne avresti il coraggio?”

Se tu mi costringessi Aro, ma per il momento non mi hai dato alcuna ragione”

Aro si arrestò esattamente davanti a Marcus, con le iridi rosse che si spostavano con un tempismo perfetto da lui a Grace, da lei a Marcus, da lui a lei

Arriveresti davvero e colpirmi? A tradirmi?”

Non ti sto affatto tradendo Aro: sto divergendo dalle tue decisioni e cerco di convincerti a recedere dai tuoi propositi”

E dunque mi impedisci di compiere ciò che ritengo più giusto per il nobile clan dei Volturi?”

Davvero due umane, di cui una niente più che una bambina, sono così fondamentali per il clan? O è la tua insaziabile sete di creature particolari che cerchi di soddisfare? È una sete che surclassa persino la nostra brama di sangue”

Io cerco soltanto di portare sotto le mie ali i vampiri più potenti al mondo, in modo che il clan dei Volturi continui a prosperare e a regnare senza temere rivali, in modo che mantenga il dominio incontrastato sul mondo che ha avuto dalla notte dei tempi, ancora prima che il nostro clan avesse un nome, ancora prima che noi due nascessimo”

Con un gesto teatrale, Aro si liberò del mantello della tunica nera

E tu, Marcus, che hai regnato su questo clan per millenni al mio fianco, oseresti davvero andar contro ad una mia decisione?”

La risposta di Marcus fu serafica, l'esatto opposto della drammatica affermazione del primo Volturo

Lo sto già facendo, mi pare”

E per che cosa?”

L'altro non rispose

Tuttavia, Grace avvertì lo sguardo di Marcus che si posava per un istante su di lei, gli occhi rossi del vampiro che si concedevano la fugace vista dei suoi

Anche Aro se ne accorse.

Grace udì un rumore come di vetri infranti, il suono le giunse alle orecchie prima ancora che davanti a lei prendesse forma l'immagine del pugno di Aro “incastrato” nella guancia sinistra di Marcus; minuscole increspature percorsero il vampiro fino all'altra metà del viso, per poi arrestarsi

Molto bene”, sussurrò Aro, “se così stanno le cose . . .”

E si arrestò, lasciando che fosse Marcus a terminare la frase

Ma in che modo?

Forse dicendogli che così non era?

Invece . . .

Stanno esattamente così fratello”

E poi, il paradosso

Non osare chiamarmi in questo modo, tu che mi stai pugnalando al cuore”

Quale cuore?

Grace era a dir poco esterrefatta

Quale cuore? Aro non possedeva un cuore, era Aro il traditore, l'assassino, era Aro che non aveva alcun diritto di chiamare Marcus “fratello”, non l'aveva mai avuto in tutti quegli anni, in tutti quei secoli

In tutti quei millenni . . .

C'era mai stato un tempo in cui chiamarsi “fratello” aveva avuto un senso per i due?

 

***

 

Via Appia, alle porte di Roma

Il cielo era nuvoloso quella notte; soltanto la luna riusciva a illuminare sporadicamente le mura romane, non una sola stella risultava visibile

Ma non vi era alcun problema per i due uomini incappucciati che si erano dati appuntamento in quel luogo. Entrambi erano dotati di torce, ma anche se così non fosse stato avrebbero saputo esattamente come muoversi: il più anziano conosceva quei luoghi a memoria, il più giovane si fidava dell'altro come di se stesso.

Deve esserci un motivo estremamente particolare per cui hai deciso che c'incontrassimo qui, Aro”

Infatti è così Marcus”

Il muro di pietra al quale eri poggiato non esiste più, tuttavia il luogo è esattamente lo stesso, non ho dubbi”

Neanche io ne ho, non scorderò mai quella notte”

Aro si guardava ripetutamente attorno, rabbrividendo ai refoli del gelido vento notturno

Temi che qualcuno possa udire le nostre parole?”, gli chiese Marcus, che invece non soffriva affatto quelle temperature autunnali

È così amico mio”

Sei sempre stato un tipo sospettoso Aro, diffidente ed estremamente prudente, eppure hai deciso di rischiare di essere spiato pretendendo di incontrarci qui piuttosto che in una delle tante stanze segrete della tua reggia. Dunque: perché? Il motivo è così importante?”

Il motivo è, letteralmente, di “vitale” importanza”

Calarono alcuni attimi di silenzio, durante i quali non si udì altro che il crepitare delle torce

Qui è dove gli Dei hanno voluto che ci incontrassimo per la prima volta Marcus, da quella notte gli Dei hanno voluto che percorressimo la strada della vita assieme; da quella notte non siamo mai stati separati, da giovani quando mio padre, che la sua anima riposi in pace, ti ha accolto nella sua dimora, da giovani uomini quando io ho intrapreso la carriera politica e tu quella militare, non ci siamo mai separati Marcus, amico mio, da quella notte, proprio in questo luogo”

Marcus dischiuse le labbra in un ampio sorriso, sorprendendosi ancora una volta delle lunghe digressioni che ora Aro era in grado di compiere; così diverso gli appariva quell'uomo dal giovane che aveva il timore di parlare in pubblico ed a cui tremava la voce alle assemblee del senato

Ebbene . . . qui ho deciso di incontrarci, perché qui debbo proporti una scelta, che potrebbe significare separarci per sempre, oppure vivere realmente un'eternità assieme, una “vera” eternità Marcus, mio caro amico”

Aro amava lasciare delle pause che conferissero maggiore effetto alle sue affermazioni, tuttavia questa volta Marcus era sicuro che non fosse affatto scena, che realmente l'uomo di fronte a lui necessitasse di riprendere fiato più volte prima di continuare

E lui sapeva il perché

Dunque avevo visto giusto: quelle due donne, quelle bellezze divine, sono realmente due creature demoniache, due esseri non morti in grado di donare a loro volta l'immortalità”

Aro sgranò gli occhi, sui quali si riflettevano le fiamme gialle delle torce

Tu lo sapevi?”

Lo sospettavo, sono un buon osservatore Aro . . . così come sospettavo che tu fossi attratto dalla loro natura”

Ah! Se solo la mia fosse pura e semplice attrazione, forse sarei stato in grado di trovare un modo per resistervi”

Invece . . . ?”

Non si tratta di un banale interesse nei confronti di quelle due donne e del loro mondo, io mi sento come se avessi finalmente scoperto la mia vera natura, come se mi si fosse rivelato il cammino che devo percorrere; Marcus, amico mio, io sento che fui “predestinato” per questa vita e che quelle due donne siano il dono che mi era necessario per rendermene conto”

Credi che il tuo destino sia percorrere la via immortale?”

La sola immortalità, sebbene già di per sé meravigliosa, non è l'unico motivo . . . sento che trasformandomi in una creatura della notte troverò finalmente il mio vero io”; a quel punto, Aro fece una lunga pausa, alzò gli occhi al cielo riuscendo a carpire il bagliore della luna, libera per un istante dalla coltre di nubi, “chi è l'uomo che sono adesso, Marcus? Null'altro che un senatore privo di potere, privo di qualsiasi forma di autorità, circondato da corrotti e corruttori, assediato dal marcio che domina la politica romana, ormai non più in possesso delle ricchezze che la mia famiglia ha vantato per decenni di possedere, la mia fiamma di grande oratore ha preso ad ardere troppo tardi e già rischia di spegnersi, vengo surclassato da giovani colmi di un talento che alla loro età io non possedetti mai; mi sento prossimo alla rovina Marcus, lo sono, lo so per certo e non voglio che ciò accada, voglio entrare in possesso di un potere completamente nuovo, solo così troverò il vero me stesso . . . e avrò la vita che sogno da sempre”*2

Un lungo sospiro concluse la confessione di Aro

Dunque hai deciso di abbandonare il mondo in cui hai vissuto fino ad oggi e la vita che hai vissuto finora?”

Non ti ho portato qui per dirti addio Marcus . . .”

Oh no, altrimenti non avresti menzionato la parola “scelta””

Gli occhi azzurri di Marcus e quelli verde smeraldo di Aro si incrociarono, mentre le labbra di entrambi rimasero immobili per alcuni istanti

Hai parlato di condividere insieme un cammino, oppure di separarci per sempre”

Con grande sollievo di Aro, Marcus diede voce alla domanda che il primo non aveva il coraggio di porgli, non apertamente

Vuoi che io ti segua in questo percorso immortale, non è vero Aro?”

Marcus tu sei l'amico più caro che ho”, lo sguardo di Aro divenne implorante, “posso affermare senza timore di mentire che sei come un fratello per me, è merito tuo se ho raggiunto la vetta di Roma, seppure sia ormai sull'orlo del declino”

Marcus pensò, approfittando della pausa di Aro, che avrebbe fatto volentieri a meno di quel merito, dati i mezzi che Aro aveva usato per conquistare la sua vetta

Anzi, fratello mio, potrei separarmi per sempre dalla mia stessa famiglia, dalla mia amata sorella, ma non da te: ho bisogno di te. Ti sto offrendo di seguirmi non più come ospite della mia dimora, non più come mia personale guardia, ma come “pari”. Desidero non solo far parte del mondo immortale, ma voglio regnare su esso . . . e ho bisogno di te al mio fianco perché ciò accada”

Aro si avvicinò all'altro, poggiandogli la manu su una spalla

Abbiamo condiviso anni assieme e guarda cosa siamo diventati: immagina dove potremmo arrivare se avessimo un'eternità a disposizione per farlo”

Continuò a tenere stretta la spalla di Marcus

Vuoi intraprendere questo viaggio con me, fratello mio?”

Il romano sollevò lo sguardo verso il cielo, nel mentre la luna faceva totalmente capolino dalle nubi, illuminando il suo volto di un bianco perlaceo

Un'eternità a disposizione?”, domandò, più a se stesso che all'uomo davanti a lui, “Tu ancora non hai compreso . . . fratello . . . quanto un'eternità possa essere lunga”.

 

***

 

Il secondo colpo di Aro, malgrado fosse stato sganciato alla velocità quasi identica del primo, questa volta venne immediatamente parato da Marcus; con una tale sicurezza che lasciava intuire che il non aver schivato il primo non fosse stata che una semplice distrazione.

Ma questa volta i colpi di Aro si susseguivano ad una tale velocità che distinguere i singoli pugni era impossibile, Marcus non poteva permettersi di riposarsi un solo istante, Aro menava fendenti su fendenti, cambiando ad ogni colpo posa e direzione, costringendo l'altro a schivate e parate continue

Non c'era alcuno schema in quei pugni, non c'era strategia, né una concentrazione così alta

Forse per la prima volta dopo secoli, Aro stava agendo guidato unicamente dall'istinto

E da una cieca rabbia che traspariva dal suo volto solitamente così impassibile. Sembrava incredibile che una tale emozione potesse dipingersi sul volto del vampiro, i lineamenti del volto parevano contorti, tanto erano disabituati a quell'espressione rabbiosa

E più la rabbia si accresceva, più i colpi si caricavano di forza e più Marcus faticava a stargli dietro

Finché . . .

Grace, a molti metri di distanza, aveva assistito ad una sequenza pressoché ininterrotta di colpi e parate, con la figura indistinta di Aro in preda agli spasmi e quella di Marcus, quasi immobile, che resisteva. Fino a quando quella sequenza non venne interrotta e la ragazza vide il corpo di Aro volare a molti metri di distanza e schiantarsi al suolo con un fragore assordante

Alla ragazza occorsero diversi secondi prima di realizzare ciò che era successo, Marcus, davanti ai suoi occhi, stava ritirando il braccio destro e riassumendo una posizione difensiva

Marcus aveva colpito Aro

Finiscila”

Un ordine, un tono autoritario che Marcus usava raramente

Finiscila Aro”

E . . . sofferto

Là dove era caduto, Aro si rimise in piedi, risistemandosi il collo che appariva storto in maniera innaturale, un ghigno demoniaco in volto

O cosa? Ci andrai giù pesante?”

Aro . . .”

Marcus stava soffrendo, Grace poteva udirlo in ogni nota della sua voce

Darai fondo alla tua forza finalmente Marcus?”, sibilava Aro, avvicinandosi lentamente, “E magari mi ucciderai?”

Marcus restava in guardia, ma i suoi occhi tradivano un evidente disagio

Sai bene che non ho intenzione di ucciderti Aro”

E allora dopo avermi sconfitto cosa farai?”, domandò Aro, puntando il suo sguardo di fuoco su Grace, “Lascerai il clan? Ti unirai a questo branco di “vegetariani” forse?”

E se anche decidessi così?”

L'intero volto di Aro parve esplodere nell'urlo che gli contorse la bocca

Tutto per “lei”‽ Tutto per due insulse “umane” Marcus‽ Vorresti dire che lei è più importante del tuo clan? Più importante di “me” Marcus‽‽”

In risposta a quel grido, che risuonò all'infinito nella radura, Aro ottenne solo il silenzio di Marcus, che rimase a fissarlo con sguardo grave; forse incapace di rispondere, forse rassegnato al fatto che, se avesse risposto, la reazione di Aro sarebbe stata una soltanto

E infatti . . .

Non te lo lascerò fare Marcus: non ti permetterò di abbandonare i Volturi!”

Aro si preparò ad attaccarlo nuovamente

Anche a costo di . . .”

Uccidermi?”, domandò Marcus, poi i suoi occhi rossi si posarono inaspettatamente su Grace

Uccidermi . . .”

Per poi tornare a piantarsi in quelli di Aro

. . . come hai fatto con Didyme?”

Gli occhi di Aro si ridussero a niente più di due fessure, prive di vita

Tu . . .”

Grace, poco distante, si portò le mani alla bocca e sgranò gli occhi, incredula per le parole che aveva appena sentito pronunciare: Marcus sapeva?

Marcus sapeva . . . e da quanto?

Da quanto il vampiro dallo sguardo sempre assente aveva compreso la verità dietro alla morte della sua amata Didyme? E se davvero ne era a conoscenza allora perché aveva continuato a vivere affianco ad Aro?

Le parole che le aveva sussurrato prima che Aro arrivasse nella radura, quelle parole, le risuonarono in testa

. . . consideralo come un conto con mio fratello che avrei dovuto regolare molto tempo fa”

Possibile che fosse quello ciò a cui Marcus si riferiva?

Tu!”

L'urlo di Aro interruppe i pensieri della ragazza, che si voltò per ritrovarsi trafitta dai suoi occhi intrisi di sangue

Tu!”, ringhiava il vampiro, “Sei riuscita a rivelarglielo!”

No . . .”, si lasciò sfuggire Grace, in un sussurro

Prima di vedere Aro piombare su di lei

Ti ammazzo!”.

 

***

 

Volterra

Il Sole illuminava il suo viso pallido, facendo risplendere la sua pelle in mille luccichii; da quell'altezza poteva scorgere i tanti umani che popolavano la città, indaffarati nelle loro insulse faccende quotidiane

Dunque è così fratello”

Aro distolse lo sguardo dalla finestra, fissando la figura immersa nella parte buia della stanza

Tu e Didyme avete preso la vostra decisione?”

Marcus mosse qualche passo, la parte del suo volto esposta al Sole cominciò a brillare

Sì Aro”

L'altro si spostò verso la penombra, dandogli le spalle, le braccia dietro la schiena e il capo chino

Lo sai che saresti dovuto essere tu a guidare il clan, vero Marcus?”

Credevo che l'avresti fatto tu, in ogni caso”

Ah!”, esclamò Aro, alzando gli occhi al soffitto maestosamente affrescato, “Non far finta di non sapere, fratello mio: gli anziani propendono affinché sia tu l'unica guida del clan, io sono stato più volte giudicato troppo inaffidabile, troppo avaro, troppo “infido” persino per un clan di vampiri . . . comprendi Marcus? Se non sarai tu a guidare il clan dovranno lasciarlo nelle mie mani e in quelle di Caius, nient'altro che un'irascibile testa calda”

E non ne sei felice Aro?”, Marcus si avvicinò ancora di più a lui, “Potrai finalmente raggiungere il trono che sognavi da secoli . . . non è forse per raggiungere quel potere che hai abbandonato la vita mortale? E adesso finalmente avrai ciò che hai sempre voluto. Non lasciarti condizionare da ciò che gli anziani pensano: tu sarai un ottimo capo per i Volturi . . . io ne sono certo”

A quelle parole seguirono molti secondi di silenzio, cosa che spinse Marcus a poggiare una mano sulla spalla dell'altro

Aro?”

In verità”, cominciò Aro, in niente più di un sussurro, “devo confessarti che io stesso non mi ritengo all'altezza di questo compito”

Inaspettatamente, fu Aro ad afferrare le spalle di Marcus, voltandosi

Non me la sento Marcus!”

Ma . . .”

Io ho . . . desiderato da “sempre” di ottenere il potere ma adesso . . . adesso mi rendo conto di non avere le doti necessarie per meritarlo”

Ma sei arrivato fin qui Aro”

Non prendermi in giro Marcus!”

A quel grido, Aro alzò le braccia al cielo e cominciò a camminare per la stanza

Sai benissimo il motivo per cui sono arrivato dove sono”

E quale sarebbe?”

Grazie a te!”, Aro gli puntò un dito contro, bloccandosi, “Se non ci fossi stato tu ad affiancarmi non sarei la metà di quello che sono adesso”

Aro . . .”

E non parlo solo della nostra vita da immortali, ma da prima, da molto prima, da quando eravamo umani, da quando non eravamo nient'altro che bambini Marcus: tu mi hai aiutato, sei tu che mi hai sempre guidato Marcus; certo ero io a prendermi il merito, ma chi mi consigliava in ogni mia scelta?”

I miei non erano che consigli Aro”

E se non li avessi ricevuti non sarei mai diventato nessuno Marcus, “nessuno””

Non parlare così di te stesso, come un uomo che vive aggrappandosi agli altri”

Ma è quello che sono”, esclamò sconsolato Aro, “lo sono diventato Marcus: vivo incapace di prendere decisioni senza prima consultarti, non lo capisci? Senza di te io non sono in grado di comandare assolutamente niente”

Smettila Aro”, Marcus gli afferrò le braccia, “non puoi rinnegare il talento innato che hai per il comando, il potere che hai ricevuto una volta trasformato in vampiro è la prova di questo tuo talento; certo forse ti manca la sicurezza necessaria per utilizzarlo degnamente, ma questa dote, questa abilità, l'hai sempre avuta e continuerai ad averla, che ci sia io al tuo fianco ad incalzarti oppure no”

No Marcus: non esiste che io possa farcela da solo”

Ce la farai invece”

Perché tu non puoi restare? Qui nel clan hai tutto, tu e Didyme avete “tutto”!”

No Aro, c'è qualcosa che non abbiamo”

Che cosa? Cosa che io non potrei darti?”

Ascoltami Aro”, esclamò Marcus, il tono ben fermo, le mani salde sulle braccia dell'altro, “noi due abbiamo vissuto fianco a fianco per secoli . . . adesso è il momento che tu trovi la tua strada; sei a un passo dal tuo sogno e io sono sicuro che diventerai una guida eccezionale per il clan, se crederai in te stesso”

No . . .”, lo implorò Aro

Riflettici su, adesso, scusami, Didyme mi stava cercando”

Lo lasciò andare, incamminandosi verso la porta, mentre Aro lo fissava, immobile e silenzioso

Tu non sei la mia ombra Aro, non lo sei mai stato . . . vorrei che tu te ne accorgessi”

No Marcus, non è così”

Avrebbe voluto dirgli che si sbagliava di grosso, avrebbe voluto fermarlo e invece lasciò che se ne andasse, che lo lasciasse solo in quella stanza, mentre intanto, dentro di lui, la sua testa confessava quello che la bocca non era riuscita a pronunciare

Tutti hanno sempre creduto che tu fossi la mia ombra Marcus, un vagabondo accolto nella mia casa, istruito con i soldi della mia famiglia, divenuto soldato solo per proteggere me, avanzato di grado in linea con l'aumento del mio prestigio, vampiro nato unicamente per servirmi, credevano che tu non fossi che la mia ombra. È l'opposto Marcus, sono io l'ombra qui, sono io che ho vissuto grazie a te, grazie ai tuoi consigli, grazie a te che mi aiutavi nello studio, che preparavi assieme a me i discorsi che avrei dovuto tenere al senato. È grazie a te se sono in vita, da solo sarei morto, ucciso in un agguato o da qualche altro vampiro; non sono mai stato abbastanza forte, né abbastanza intelligente, eri tu ad esserlo per tutti e due. E adesso vuoi lasciarmi solo Marcus? Sappiamo che io non sono che una seconda scelta, sei tu quello che dovrebbe avere il ruolo del comando. Ricordi che una volta ti dissi che se i nostri destini fossero stati scambiati, se io fossi nato vagabondo e tu figlio di nobili, ti ricordi che ti dissi che, se così fosse stato, tu avresti avuto tutto? Mi dicesti che non era vero, ma, vedi, avevo ragione? Da vampiri, nella nostra nuova vita, una volta che le nostre origini non hanno più contato, tu hai spiccato, io sono diventato la tua ombra. Ho tentato di superarti sai? Buffo no? Una parte di me tentava di superarti sforzandosi a più non posso, mentre l'altra avrebbe voluto non superarti mai, bearsi per sempre della sicurezza che la tua superiorità mi offriva. E adesso Marcus?

Adesso mi vuoi lasciare Marcus? Vuoi andartene? Dopo che la mia vita non si è basata altro che su di te? Cosa diventerò senza di te Marcus?

Non puoi andartene, sei la mia sicurezza, sei la mia ancora, sei colui che dovrà restarmi sempre accanto se voglio continuare ad essere qualcuno.

Non ti permetterò di andartene via Marcus, non lo permetterò

Ed eliminerò chiunque cercherà di strapparti a me

Chiunque.

Tu sei nato per darmi la forza

Ed io sono nato per dannarmi eternamente di questa condizione”.

 

***

 

Grace ormai aveva la conferma che, in uno scontro fra vampiri, dapprima giungeva il suono, poi l'immagine.

Il rumore di vetri infranti le giunse alle orecchie prima che potesse accorgersi di essere ancora illesa

E solo allora l'ampia schiena di Marcus comparve davanti a lei, facendole comprendere il perché Aro non fosse riuscita a colpirla

Marcus!”

Chi dei due era stato ferito? Marcus le aveva fatto scudo con il suo corpo subendo l'attacco di Aro? Oppure era stato Aro a ferirsi nello scontro?

Non è possibile . . .”

Era stato Aro, nascosto alla sua vista, a pronunciare quelle parole, la voce sofferente come mai aveva potuto udirla; dunque era lui ad essersi ferito?

Il suo corpo, ferito o meno che fosse, venne scaraventato in aria da un rapido gesto del braccio di Marcus, dapprima Grace credette che l'avesse colpito, almeno fino a quando non vide l'erba attorno a lei sollevarsi in piccoli turbinii: vento?

Stai bene?”

Prima il suono della sua voce, bassa, ma affaticata, poi i suoi occhi rossi che si voltavano a guardarla

E la presa di coscienza che il rumore di vetro proveniva dal suo petto, nel quale si allargava un'increspatura profonda. La vista di quella ferita, così irreale, priva di sangue eppure così evidente, le tolse la capacità di rispondere

Grace, stai bene?”

Ma “doveva” rispondergli, altrimenti avrebbe creduto che si fosse ferita

Io . . .”

Un grido inumano squarciò l'aria

Perché?!”

Oltre il corpo ferito di Marcus, Grace poteva distinguere due occhi in fiamme; in altro modo, lo sguardo di Aro, non si sarebbe potuto descrivere

Perché l'hai fatto Marcus‽ Perché l'hai difesa‽”

Il volto pallido di Aro era contratto in una smorfia innaturale, una smorfia di dolore che avrebbe dovuto essere accompagnata da . . .

Lacrime

Perché mi stai facendo questo‽”

Ma prima che l'altro Volturo potesse rispondergli, in qualunque modo, Aro si era già lanciato nuovamente contro Grace, per incontrare, ancora, il corpo di Marcus a frapporsi tra loro

Ma questa volta il vampiro ferito non si limitò ad incassare: atterrò violentemente Aro, tanto che Grace rischiò di perdere l'equilibrio per l'onda d'urto, e sollevò un pugno dritto sulla traiettoria del volto agonizzante (sì, agonizzante) di Aro

Il tutto, in un silenzio affranto.

Quel pugno restò sollevato in aria, senza decidersi a calare e colpire il suo obiettivo. Il silenzio continuava a regnare nella radura. Finché non venne interrotto da dei singhiozzi. Singhiozzi asciutti

Lamenti senza lacrime.

Il Dio della menzogna stava piangendo

E quel pugno non voleva decidersi a calare.

 

***

 

 

 

 

 

 

*** L'angolo dell'asterisco***

 

*1 La strega ha scelto di donare a Marcus un paio di occhi azzurri perché l'attore che lo interpreta ha gli occhi di quel colore, particolarmente chiari

*2 La strega è fermamente convinta che i vampiri di Twilight “non” invecchino, ella ammette di non avere un grande intuito quando si tratta di indovinare l'età altrui, ma dato che né Aro né Marcus le sembrano propriamente dei “giovani”, la loro trasformazione avviene in completa età adulta, intorno ai 35-40 anni.

 

Il calderone della strega

 

Sapete quali sono i recettori che vengono stimolati dal piccante?

Essi non sono presenti sulla lingua, come i recettori del gusto dolce, amaro, salato

I recettori che vengono stimolati dal piccante non sono che quelli del dolore

Eppure tantissime persone, la strega stessa, trovano irresistibile il sapore del piccante, come se avessero una propensione ad amare ciò che gli provoca dolore

Altre persone, invece, trovano insopportabile il piccante, come se avessero una intrinseca paura di provare qualunque tipo di dolore

Proprio come con il peperoncino, certe volte, malgrado il dolore, non riusciamo a fare a meno di ciò che amiamo.

Dall'antro della strega, ossequi.

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Capitolo 14
*** a strange taste ***


Il calderone della strega

 

Prima di cominciare è necessaria, di nuovo, una dolorosa premessa.

È passato un altro mese, ebbene sì.

Qualche cliente avrebbe potuto chiedersi se per caso la cuoca non fosse stata colta da mancanza d'ispirazione, o se si fosse dimenticata il calderone sul fuoco

Niente di tutto ciò, soltanto la sessione estiva degli esami all'accademia delle streghe, i miei colleghi o i più giovani del mondo umano alle prese con la maturità, mi capiranno.

Ma, spinta da un ottimo risultato all'esame di “storia della stregoneria”, rincuorata dal fatto che non vi saranno altri esami fino a settembre, StregaSibilla si è messa sotto di buona lena ed ha sfornato la sua “penultima” ricetta

Ebbene sì, ormai siamo giunti alla fine (quasi)

Perciò, StregaSibilla spera che i suoi clienti riescano a compiere un ultimo sforzo e seguirla fino in fondo.

Ed ecco una lezione: a volte una piccola ricetta di transizione è necessaria prima della portata finale.

Dal ricettario del calderone della strega.

 

 

 

 

CAPITOLO TREDICI

 

 

Erano tutti troppo occupati.

Troppo occupati a discutere, troppo occupati a cercare di calmarsi, troppo occupati ad osservare cosa accadeva all'esterno, troppo occupati ognuno a dire la sua su quella vicenda. Persino sua zia Alice aveva dovuto tornare indietro, dalle scale che aveva appena iniziato a percorrere, per placare uno scambio di battute non proprio cordiale tra Eleazar e quello strano vampiro italiano.

Così ci aveva pensato lei ad incamminarsi per quelle scale: Renesmee aveva raggiunto il piano superiore scorta solo dalla zia Alice, che aveva accennato un mezzo sorriso e l'aveva lasciata andare.

La porta della sua camera da letto era chiusa, ma dentro di sé Renesmee già sapeva, o intuiva, cosa aspettarsi

Renesmee”

Difatti, una Emily da poco sveglia stava scendendo dal suo letto, andandole incontro, mentre lei richiudeva la porta alle sue spalle

Non puoi uscire”

Ma io voglio uscire!”

Sì lo so”

Vieni a vedere”

Emily intrecciò la piccola mano in quella, altrettanto piccola, di Renesmee, invitandola a salire con lei sul letto per affacciarsi alla finestra

Guarda cosa succede”, esclamò allora la bimba dagli occhi verdi, schiacciando quasi tutta la faccia al vetro, imitata istantaneamente da Renesmee, che poi le rispose

Lo so cosa succede: i due Volturi stanno combattendo. La mamma, il papà e tutti gli altri sono molto nervosi, anche quel tuo zio”

Il Signore Aro ha attaccato il Signore Marcus”, piagnucolò Emily, il suo trillo distorto da una nota di preoccupazione

La mamma mi ha detto che il Signore Aro è cattivo . . . ma che anche gli altri Signori sono cattivi”

Marcus non è cattivo!”, trillò allora Emily, incontrando il volto di Renesmee, che annuì

È vero”

Io devo uscire, io lo devo aiutare”

Ma Renesmee scosse il capo

Non puoi fare niente, neanche io posso fare niente, dobbiamo restare qui al sicuro”

Ho paura che Grace si faccia male”

A quel punto, inaspettatamente, Renesmee sorrise

Io credo che sia Aro quello che si sta facendo male”, esclamò, mettendo in mostra i denti bianchi e socchiudendo gli occhi color cioccolato, “è a terra”

Ma Marcus non sta facendo niente . . . sono tutti e tre fermi”

Allora restiamo qui e vediamo come va”, decise Renesmee, mettendo un piccolo braccio intorno alle spalle di Emily, “va bene?”

Alla bambina occorsero alcuni secondi per decidere, ma alla fine annuì

Va bene, restiamo qui”

Sperava solo che tutto finisse bene, altrimenti la signora dai capelli dorati avrebbe sofferto molto.

Ed ecco, l'immobilità dei tre nella radura si ruppe.

 

***

 

Colpiscimi . . . che cosa stai aspettando Marcus? Colpiscimi”

Quattro iridi rosso fuoco di stavano fissando, l'una dal basso, l'altra dall'alto

Non vuoi colpirmi? Oh andiamo, lo so che vuoi farlo”

Gli occhi di Aro si muovevano freneticamente, dal volto pallido di Marcus sopra di lui a quello, altrettanto pallido, per la paura, di Grace

Io sono quello che ha ordinato di uccidere la sua sorellina”, sibilarono le labbra di Aro, il volto contratto in una smorfia di dolore che non poteva essere espresso con le lacrime, “io ho fatto assassinare “Didyme” e l'ho fatto per tenerti con me”

Le braccia erano abbassate in segno di totale resa, Marcus avrebbe potuto distruggergli il volto con un solo pugno

Perciò fa quello che sempre hai voluto fare e colpiscimi”

Gli occhi vermiglio di Marcus, il suo viso, non mostravano alcun tipo di emozione; per un attimo, Grace rivide il vampiro che aveva conosciuto la prima volta, quando si era avventurata nei sotterranei del palazzo dei Priori

Avanti Marcus che aspetti? Vuoi che ti supplichi? Vuoi umiliarmi prima di finirmi? Vuoi . . .”

La presa sulla veste di Aro cessò, fu un gesto così veloce che il vampiro non reagì in tempo e sbatté a terra, Marcus, chinato com'era su Aro, si rialzò in piedi, distendendo le braccia, anche se i suoi pugni restarono ben serrati. Senza una parola, il vampiro voltò gli occhi rossi verso Grace

Mi sta guardando”, pensò la ragazza, tirando un sospiro di sollievo, perché, per un attimo, gli era parso che gli occhi di Marcus avessero nuovamente perso vita

Ma la stava guardando

E questo che significa Marcus?”, domandò Aro, anzi, ringhiò, i denti stretti e il volto ancora corrucciato in una smorfia che poteva significare rabbia, oppure dolore, o entrambe le cose

Difficile dirlo, i vampiri non piangevano

Cosa vorresti fare?”

Per tutta risposta, l'altro voltò lo sguardo dapprima su Aro, poi tornò a fissare Grace . . . e la ragazza lo percepì, poi i suoi occhi che si posavano altrove, dietro di lei, verso la residenza dei Cullen, verso . . .

Emily”

Non era certa, non ne aveva prove, eppure per quale altro motivo Marcus avrebbe dovuto rivolgere lo sguardo alla casa?

Credi di risolvere tutto con questo gesto Marcus?”

Aro, dolorante, si stava faticosamente rimettendo in piedi

Non stai risolvendo proprio niente: non ti permetterò di andartene! Se non mi finisci non mi fermerò finché tu e le due umane non sarete . . .”

Tornerò”

Aveva pronunciato quella parola guardandola negli occhi, la voce aveva tremato per un attimo, come se gli costasse un grande sforzo pronunciarla; con altrettanto sforzo, i suoi occhi si spostarono da quelli azzurri di Grace a quelli rossi di Aro

Non ho intenzione di abbandonare il clan Aro”

Lo stupore che si dipinse sul volto di Aro fu paragonabile, per Grace, alla reazione che aveva avuto leggendo i suoi pensieri la notte prima

Cosa . . .”

Adesso tu e il clan farete ritorno in Italia . . . ed io vi seguirò”, lo sguardo di Marcus si posò ancora su Grace, bisognoso di quegli occhi azzurri per continuare a parlare, “tempo due giorni e siederemo tutti e tre sui nostri rispettivi troni Aro”

Mi stai prendendo in giro Marcus? È uno scherzo forse?”

Non lo è”

Credi che lo accetterei? Credi che ti permetterei di ritornare nel clan dopo . . .”

Sei tu che l'hai detto no? Devo restare nel clan: a qualsiasi costo”

L'espressione di Aro mutò in puro furore, tanto che Grace temette che avrebbe nuovamente attaccato Marcus

Sono io a proporti un costo, Aro: le due umane restano qui . . . ed io farò ritorno in Italia”

Quelle ultime parole le aveva pronunciate senza guardarla

Oppure posso ucciderti se preferisci, la tua cara Jane e qualche altro tuo sottoposto mi attaccheranno e forse uccideranno e il nostro regno finirà così, dopo più di due millenni”

Tu non . . .”, provò a ribattere Aro, ma la voce gli tremava, “tu non . . . non avresti il coraggio . . . di uccidermi, non ne avresti il coraggio, l'hai dimostrato adesso”

Lo avrò: se insisterai nel tuo proposito di riportarle a Volterra”

A quel punto, Aro esplose

Tutto per lei?! Tutto per una insulsa “umana” Marcus?! Didyme è morta! È morta!”

Apparentemente, non vi era alcuna connessione fra la prima frase gridata da Aro e la seconda; apparentemente.

Marcus si limitò a fissarlo immobile, il volto impassibile, ma stranamente disteso

Lo so”

Grace non avrebbe voluto sembrare presuntuosa, quando pensava di riuscire a comprendere quegli impercettibili mutamenti nell'espressione di Marcus; eppure alla ragazza era apparso disteso

Quasi sollevato

Lo so Aro”

L'altro emise in grido di disappunto, le mani fra i lunghi capelli neri

Ti rendi conto di quel che stai facendo Marcus? Di quello che “non” stai facendo?”, gridò ancora e al gesto d'assenso di Marcus gli voltò le spalle, contrariato

Niente è risolto, anche se adesso abbandono il campo, non c'è niente di risolto”

Noi vampiri abbiamo molto tempo a disposizione per chiarire Aro”

Difficile definire che espressione fosse dipinta sul volto di Aro in quell'istante.

Seguirono alcuni secondi di silenzio, che Grace spese per voltarsi finalmente verso la casa dei Cullen, gli occhi azzurri fissi sulla finestra della stanza in cui Emily stava dormendo; o forse la bambina era sveglia? A Grace parve di scorgere qualcuno che . . .

I passi di Aro, volti verso la foresta, la fecero girare di scatto. Se ne stava andando davvero?

Il vampiro procedeva lentamente, con gli alberi che si avvicinavano sempre di più, pronti ad inghiottirlo, con gran sollievo di Grace. Ma, ecco, Aro si fermava, lei lo sapeva che non poteva finire così facilmente

Tornerai . . .”, Aro voltò la testa verso di loro, scavalcando Grace con lo sguardo e puntandolo dritto in quello di Marcus, “. . . vero?”

Come si permetteva? Come poteva quell'essere, quel verme, il Dio della menzogna, come poteva permettersi di rivolgere a Marcus una simile richiesta? Dopo che lui lo aveva persino risparmiato dalla morte? Avrebbe dovuto solo scomparire e lasciarlo in pace, lasciarlo libero per sempre, come poteva . . .

Sì Aro, tornerò presto”

L'altro vampiro si limitò ad abbassare il capo, con un sorriso amaro dipinto in volto

Questa è un'umiliazione peggiore della sconfitta”

Per poi scomparire, sollevando lo strato di foglie attorno a sé.

Accadde tutto così in fretta che a Grace occorsero alcuni secondi per comprendere che Aro se n'era andato. Se n'era andato.

Quando la ragazza finalmente se ne accorse, voltò immediatamente il capo dietro di sé

Marcus”

Incontrando due occhi rossi, molto, molto vicini ai suoi

Perdonami”

Che cosa?

 

***

 

È andato via, il Signore cattivo è andato via . . . Emily dove vai?”

Renesmee aveva staccato il viso tondo dalla finestra, mentre Emily era già scesa dal letto

Voglio andare dal Signore Marcus”

Però, come se avesse compreso che la decisione non spettava a lei, non si era precipitata verso la porta, ma si era limitata a scendere dal letto, fermandosi e aspettando Renesmee con le mani giunte

Che dici Renesmee? Posso andare? Mi fanno andare?”

Non lo so”, rispose sinceramente l'altra bambina, scendendo anch'ella, “credo che dovremmo aspettare ancora”

Ma io voglio andare”

Renesmee conosceva i suoi genitori, così come conosceva i suoi zii e i suoi nonni, credeva di conoscere abbastanza anche quel vampiro italiano: non l'avrebbero fatta uscire. Eppure Renesmee era convinta, come Emily, che non ci fosse pericolo, che l'unico vero pericolo era appena scomparso oltre la radura

Fammi pensare”, i suoi occhi cioccolato si mossero per la stanza, per poi posarsi sulla finestra

Ho trovato!”

Cosa?”, domandò Emily, euforica, “Cosa hai trovato?”

Sul volto di Renesmee si dipinse un sorrisetto beffardo

Ti fidi di me Emily?”.

 

***

 

Perdonami”

Che cosa?

 

Nella radura era finalmente tornata la calma, non c'erano più pericoli, non c'era nessuno Dio della menzogna, nessun vampiro con intenzioni malvagie

C'erano soltanto loro, estremamente vicini, in un silenzio quasi surreale dopo i colpi, gli urti, le grida che si erano propagati tutt'intorno

E lui, gli occhi rossi d'improvviso abbassati, aveva chinato il capo

Perdonami”

Per che cosa?

Avrebbe voluto chiederglielo, ma lui mosse un passo indietro, come scusandosi per essersi avvicinato troppo, un gesto che la indusse ad allungare una mano verso di lui, ma riuscì in qualche modo a trattenersi

Forse questa situazione avrebbe potuto essere gestita in maniera diversa, avrei potuto evitare che Aro giungesse in America, ma si è rivelato più deciso di quanto pensassi”

Si passò le dita bianche lungo il volto e in petto, dove Aro l'aveva colpito, le incrinature sulla sua pelle già non erano più visibili, ma Grace non faticava a ricordarle, con orrore

Se avessi agito diversamente, forse avrei potuto evitarti tutto questo”

Aveva rischiato anche lei di venire travolta dalla furia in cui si era tramutato Aro

Ti ho messa in pericolo”

Non dire sciocchezze”, si affrettò ad interromperlo lei, poggiando la mano magra sulla sua, “tu mi hai salvata . . . ci hai salvate”

Emily, chissà se dormiva ancora

In realtà sono io ad essere stato la causa dei vostri guai”

Grace non sapeva cosa lui volesse intendere con quello, forse che la sua decisione di proteggerle aveva comportato la rabbia di Aro, non le importava, qualunque fosse la ragione non le importava, Marcus non poteva, non doveva permettersi di pensare una cosa del genere, dopo tutto quello che aveva fatto, per lei, per Emily, dopo che le aveva appena salvato la vita

In preda a quei pensieri, la sua stretta sulle sue dita aumentò

Non . . .”

Doveva rassicurarlo, doveva esprimergli la sua gratitudine, in qualche modo doveva riuscire a trovare le parole giuste

Posso solo immaginare quanti pensieri ti stiano affollando la mente, adesso”

L'aveva capita, un'altra volta

Io . . .”, tentò Grace, prendendo un lungo respiro, un gesto che solo lei, umana, poteva compiere, “in realtà è colpa mia, la furia di Aro è cominciata la notte scorsa”

Erano successi tanti avvenimenti in quelle ultime ore, Marcus si era appena scontrato (se scontro avrebbe potuto definirsi, dato che lui quasi non aveva attaccato) contro Aro

Dopo tutto ciò, sarebbe stato giusto rivelargli proprio in quel momento che lei era a conoscenza della sorte di Didyme?

In quegli ultimi, drammatici minuti, le era stato rivelato che anche Marcus sapeva, ponendola di fronte a decine di nuove domande: da quanto? In che modo? E allora perché era rimasto con i Volturi?

Era troppo, forse, rivelargli che anche lei sapeva? Poteva farlo?

Aro credeva che io ti avessi rivelato . . .”

Come avrebbe potuto prenderla, proprio lui?

L'indecisione, l'ignoranza di ciò che avrebbe potuto provocare in lui, le impedì di esprimersi, facendole mordere il labbro inferiore

Qualcosa che ha a che fare con una tua dote, vero?”

Negli occhi di Marcus non leggeva alcun segno dell'agitazione che invece attanagliava lei; che cos'avrebbe dato per ricevere anche solo un po' della sua sicurezza

Dunque il tuo potere non si limita ad una straordinaria sintonia con la natura”, continuò lui, accarezzandole i capelli corvini, “Eleazar aveva visto giusto . . . non che quel vampiro si sia mai sbagliato nell'interpretare le doti nascoste”

No, Eleazar non si era sbagliato

E quel suo dono aveva portato allo scontro decisivo tra Aro e Marcus. Scontro nel quale Marcus si era ferito, nel quale aveva dovuto difendersi da quello che, nel bene e nel male, era stato il suo compagno per millenni

Tuttavia, arrivati a questo punto, sarebbe presuntuoso se ritenessi . . . che non avrebbero ragione di esistere segreti, fra te e me?”

La mano di Marcus, dai suoi capelli, si era spostata lentamente ad accarezzarle la guancia destra, un gesto che ben teneva in considerazione la differenza di temperatura tra i loro corpi. Marcus era così accorto anche in quei piccoli gesti. Quel contatto non poteva che risultarle piacevole, sin troppo piacevole

Correva il rischio di abbandonarsi ad azioni per cui non era il momento: doveva farsi coraggio, doveva riuscire a rivelarglielo, alla fine

Il mio potere . . .”

. . . mi permette di smascherare le bugie e tramite ciò Didyme mi ha parlato in sogno, mi ha fatto vedere cosa è realmente successo e chi c'era dietro la sua morte

Se quelle parole avessero attraversato il filtro tra la sua mente e le sue labbra, avrebbe finalmente potuto porre tutte le sue domande: come aveva fatto Marcus a scoprirlo? Perché era rimasto accanto a Aro? Perché l'aveva risparmiato? Quale legame era esistito tra loro in tutti quei secoli, tale da diventare talmente forte da resistere a un simile evento?

Se solo, dalla sua mente, le parole le fossero uscite di bocca, ma ciò non avvenne.

Con suo enorme rammarico, gli occhi di Marcus, il suo sguardo, il suo volto, il suo corpo, si allontanarono da lei, girandosi verso la residenza dei Cullen

Grace si sporse per vedere chi mai avesse deciso di interromperla, proprio adesso che le parole sembravano essersi decise ad uscirle fuori; i suoi occhi si puntarono sulla casa giusto in tempo per scorgere Renesmee che faceva scendere Emily dalle sue spalle . . . dalle sue spalle?

Cosa . . .”

Hanno saltato dalla finestra”

Che cosa‽”

Marcus!”

Nessun “Marco”, Emily sembrava aver finalmente capito quale fosse il suo vero nome

Grace!”

Ed il suo, che pronunciò in un grido di gioia, nel suo solito, irresistibile, adorabile trillo.

La sua Emily si stava avvicinando rapidamente, quanto più le permettevano le sue gambe ancora piccole, e intanto pronunciava i loro nomi, “Grace”, “Marcus”, a ogni salto li ripeteva, le braccia aperte malgrado fosse ancora così distante.

Niente da fare, gli occhi verdi della sua Emily meritavano attenzione, persino più di quelli rossi di Marcus: sebbene finalmente avessero deciso di guardarla, là c'era la sua Emily. Ragion per cui Grace superò il vampiro rimasto immobile e le corse incontro, protendendo le braccia.

Non le era stato dato alcun motivo per dubitare del suo stato di salute

Era sempre rimasta in casa, al sicuro, con i Cullen

Tuttavia, nell'abbracciarla avvertì un'enorme sensazione di sollievo: stava bene

La sua bambina stava bene.

Ho avuto paura”

Li aveva visti? Aveva capito ciò che era successo? Che cosa doveva aver provato?

È tutto finito”, la rassicurò Grace, difficile trovare parole migliori da dirle, ma riteneva che fosse quello l'importante: farle sapere che era finito tutto, che adesso non correva più alcun pericolo

Il Signore Aro è scappato via”

Sia ringraziato il cielo”, pensò la ragazza, limitandosi, poi, solo ad annuire alla bambina e non resistendo alla tentazione di abbracciarla di nuovo. Oltre le spalle di Grace, gli occhi verdi di Emily si posarono su quelli rosso vermiglio del vampiro davanti a lei

Marcus”

Nessun “Signore”, nessun “Marco”, Grace se lo ricordava ancora quando Emily le aveva detto, tutta sorridente, che quel vampiro taciturno si chiamava come suo papà; ma questa volta l'aveva proprio chiamato Marcus

Sta bene anche lui”

La bambina incominciò a sbracciarsi e Grace, sollevandola, la trasportò fino a che non fu di fronte al vampiro, che era rimasto immobile ad attendere che le due si riunissero nei loro abbracci

Anche lui sta bene”

Emily, però, tenne gli occhi smeraldo fissi in quelli di Marcus, il viso tondo corrucciato in un'espressione fin troppo seria

Esattamente”, confermò Marcus, andando incontro a Grace (con somma gioia della ragazza), “mai stato meglio”

A quel punto, Emily si sciolse in un sorriso, protendendo poi le braccia fino a toccarlo

Ero preoccupata”

Eravamo tutti preoccupati”, intervenne a quel punto Renesmee, sbucata accanto a loro

Non mi è difficile crederlo”, sulle labbra di Marcus Grace scorse un accenno di sorriso, “ma direi che il pericolo è cessato adesso”

E poi, Emily

Anche la Signora era preoccupata”

La Signora . . .

Grace si sentì percorrere la schiena da un brivido di freddo

Chi?”

Didyme, la Signora Didyme”, trillò la piccola, “era molto molto preoccupata, me l'ha detto in sogno e così mi ha svegliata”

Oh piccola Emily”, ebbe giusto il tempo di pensare Grace, prima di incontrare gli occhi di Marcus . . . il volto restava inespressivo, ma non poteva sfuggirle la sorpresa che leggeva in quelle iridi sgranate

Tu hai sognato Didyme?”

Tante volte”, rispose candidamente Emily, “e anche Grace”

Emily!”, non riuscì a trattenersi la ragazza

Davvero?”

. . .”

Stava fissando gli occhi della sua piccola . . . quale sguardo l'avrebbe accolta che si fosse voltata?

Ma prima che potesse rifletterci, avvertì un tocco gelido sulla spalla, là dove si erano posate le dita di Marcus

Credo che fosse questo che stavi cercando di dirmi . . . e credo che adesso dovranno essere spiegate molte cose”

Quando si voltò, non riuscì a decifrare l'espressione dei suoi occhi, troppo concentrata su quanto fossero vicini ai suoi

Renesmee”, esclamò il vampiro, allontanandosi da lei, “saresti così gentile da rientrare in casa ed informarti se mi sia consentito accedervi?”

Nessun problema”, Renesmee tirò Emily per la maglietta, spingendo Grace a metterla giù, “vieni con me Emily”

Grace e Marcus vengono?”

Renesmee ci pensò su, poi voltò gli occhi cioccolato verso casa

Non ne sono “proprio” sicura sai?”.

 

***

 

Le previsioni di Renesmee non vennero smentite.

Lui non entra”

Francesco sii ragionevole . . .”

Lui “non” entra sono stato chiaro‽”

Li separavano circa una ventina di passi e, grazie al cielo, una porta chiusa: Marcus fuori ad attendere, Francesco in casa con attorno tutti i vampiri presenti . . . e una Grace che se ne restava in disparte

Ci ha salvati”

Chi vi dice che possiamo fidarci? È un Volturo!”

Avrebbe voluto potergli dire qualcosa, ciò che pensava, ma aveva ritenuto che i Cullen, Carlisle in particolare, sarebbero stati in grado di convincerlo meglio di quanto avrebbe potuto farlo lei

Non ha alcun pensiero ostile in mente”, assicurò Edward, giocando la carta che avrebbe dovuto convincere definitivamente Francesco

Avrebbe . . .

Quel vampiro è in vita da millenni, sono sicuro che riesce anche ad occultare i propri pensieri scomodi”

Stai esagerando Francesco”, tentò Carlisle, “e dimostri una mancanza di gratitudine verso colui che ha salvato tua nipote da un triste destino”

Il richiamo a Emily sembrò smuovere l'italiano, il quale puntò gli occhi dorati verso la sua piccola, in braccio a Grace; Emily non si lasciò sfuggire quell'occasione

Ti prego zio”, trillò, chiamandolo “zio” per la prima volta, l'emozione fu sin troppo visibile sul volto di Francesco

Emily . . . potrebbe essere pericoloso”, tentò

Marcus non è pericoloso”

Emily aveva dato perfettamente voce ai pensieri di chi la teneva fra le braccia, Grace, che voltava insistentemente lo sguardo verso la finestra, conscia che due occhi rossi la stavano guardando oltre il vetro

E se i Volturi . . .”

Il branco di Jacob è andato in ricognizione ed ha assicurato che stanno battendo in ritirata”

Bella aveva assestato un buon colpo, ma il knoc out decisivo arrivò da Alice

Emily ci tiene così tanto . . .”

Francesco lanciò un'occhiataccia a Grace, non potendola lanciare alla sua nipotina

Se si azzarda a comparirmi davanti lo ammazzo”

Oh, sarebbe lui ad ammazzare te”

Edward Cullen si lasciò sfuggire un mezzo sorriso e Grace temette di aver pronunciato quel pensiero ad alta voce, poi comprese e sorrise anch'ella. Francesco si diresse verso un angolo non meglio precisato della casa, scomparendo alla vista di tutti

Bene”, esclamò Carlisle, “direi che possiamo far entrare il nostro ospite adesso . . . Grace?”

Aprendo quella porta, la ragazza avvertì il cuore batterle forte in petto, chissà se i Cullen riuscivano a percepirlo

Edward . . .”

Il vampiro che cos'avrebbe letto nella sua mente? Marcus diceva sempre che era così piena di pensieri

Apri Grace”, trillò Emily: non era quello il momento di perdersi nella sua testa.

Oh avanti muoviamoci”

Emmett spalancò la porta tutto d'un botto, provocando una, Grace avrebbe potuto giurarci, piccola reazione di sorpresa in Marcus (che si aspettasse di trovarsi lei davanti?)

Marcus!”, il trillo di Emily provocò un immediato addolcimento degli sguardi di tutti i vampiri, anche se la circospezione nei confronti del Volturo era alta e fin troppo percepibile

È un piacere averti qui Marcus”

Grace non avvertì alcuna sensazione sgradevole in sé, nessun turbamento: Carlisle, che aveva accolto Marcus, stava dicendo la verità. Ne fu sorpresa, convinta che lo vedesse come una minaccia alla sua famiglia; forse la sua era gratitudine per aver allontanato Aro?ize="2">L'indecisione, l'ignoranza di ciò che avrebbe potuto provocare in lui, le impedì di esprimersi, facendole mordere il labbro inferiore

Qualcosa che ha a che fare con una tua dote, vero?”

Negli occhi di Marcus non leggeva alcun segno dell'agitazione che invece attanagliava lei; che cos'avrebbe dato per ricevere anche solo un po' della sua sicurezza

Dunque il tuo potere non si limita ad una straordinaria sintonia con la natura”, continuò lui, accarezzandole i capelli corvini, “Eleazar aveva visto giusto . . . non che quel vampiro si sia mai sbagliato nell'interpretare le doti nascoste”

No, Eleazar non si era sbagliato

E quel suo dono aveva portato allo scontro decisivo tra Aro e Marcus. Scontro nel quale Marcus si era ferito, nel quale aveva dovuto difendersi da quello che, nel bene e nel male, era stato il suo compagno per millenni

Tuttavia, arrivati a questo punto, sarebbe presuntuoso se ritenessi . . . che non avrebbero ragione di esistere segreti, fra te e me?”

La mano di Marcus, dai suoi capelli, si era spostata lentamente ad accarezzarle la guancia destra, un gesto che ben teneva in considerazione la differenza di temperatura tra i loro corpi. Marcus era così accorto anche in quei piccoli gesti. Quel contatto non poteva che risultarle piacevole, sin troppo piacevole

Correva il rischio di abbandonarsi ad azioni per cui non era il momento: doveva farsi coraggio, doveva riuscire a rivelarglielo, alla fine

Il mio potere . . .”

. . . mi permette di smascherare le bugie e tramite ciò Didyme mi ha parlato in sogno, mi ha fatto vedere cosa è realmente successo e chi c'era dietro la sua morte

Se quelle parole avessero attraversato il filtro tra la sua mente e le sue labbra, avrebbe finalmente potuto porre tutte le sue domande: come aveva fatto Marcus a scoprirlo? Perché era rimasto accanto a Aro? Perché l'aveva risparmiato? Quale legame era esistito tra loro in tutti quei secoli, tale da diventare talmente forte da resistere a un simile evento?

Se solo, dalla sua mente, le parole le fossero uscite di bocca, ma ciò non avvenne.

Con suo enorme rammarico, gli occhi di Marcus, il suo sguardo, il suo volto, il suo corpo, si allontanarono da lei, girandosi verso la residenza dei Cullen

Grace si sporse per vedere chi mai avesse deciso di interromperla, proprio adesso che le parole sembravano essersi decise ad uscirle fuori; i suoi occhi si puntarono sulla casa giusto in tempo per scorgere Renesmee che faceva scendere Emily dalle sue spalle . . . dalle sue spalle?

Cosa . . .”

Hanno saltato dalla finestra”

Che cosa

Marcus!”

Nessun “Marco”, Emily sembrava aver finalmente capito quale fosse il suo vero nome

Grace!”

Ed il suo, che pronunciò in un grido di gioia, nel suo solito, irresistibile, adorabile trillo.

La sua Emily si stava avvicinando rapidamente, quanto più le permettevano le sue gambe ancora piccole, e intanto pronunciava i loro nomi, “Grace”, “Marcus”, a ogni salto li ripeteva, le braccia aperte malgrado fosse ancora così distante.

Niente da fare, gli occhi verdi della sua Emily meritavano attenzione, persino più di quelli rossi di Marcus: sebbene finalmente avessero deciso di guardarla, là c'era la sua Emily. Ragion per cui Grace superò il vampiro rimasto immobile e le corse incontro, protendendo le braccia.

Non le era stato dato alcun motivo per dubitare del suo stato di salute

Era sempre rimasta in casa, al sicuro, con i Cullen

Tuttavia, nell'abbracciarla avvertì un'enorme sensazione di sollievo: stava bene

La sua bambina stava bene.

Ho avuto paura”

Li aveva visti? Aveva capito ciò che era successo? Che cosa doveva aver provato?

È tutto finito”, la rassicurò Grace, difficile trovare parole migliori da dirle, ma riteneva che fosse quello l'importante: farle sapere che era finito tutto, che adesso non correva più alcun pericolo

Il Signore Aro è scappato via”

Sia ringraziato il cielo”, pensò la ragazza, limitandosi, poi, solo ad annuire alla bambina e non resistendo alla tentazione di abbracciarla di nuovo. Oltre le spalle di Grace, gli occhi verdi di Emily si posarono su quelli rosso vermiglio del vampiro davanti a lei

Marcus”

Nessun “Signore”, nessun “Marco”, Grace se lo ricordava ancora quando Emily le aveva detto, tutta sorridente, che quel vampiro taciturno si chiamava come suo papà; ma questa volta l'aveva proprio chiamato Marcus

Sta bene anche lui”

La bambina incominciò a sbracciarsi e Grace, sollevandola, la trasportò fino a che non fu di fronte al vampiro, che era rimasto immobile ad attendere che le due si riunissero nei loro abbracci

Anche lui sta bene”

Emily, però, tenne gli occhi smeraldo fissi in quelli di Marcus, il viso tondo corrucciato in un'espressione fin troppo seria

Esattamente”, confermò Marcus, andando incontro a Grace (con somma gioia della ragazza), “mai stato meglio”

A quel punto, Emily si sciolse in un sorriso, protendendo poi le braccia fino a toccarlo

Ero preoccupata”

Eravamo tutti preoccupati”, intervenne a quel punto Renesmee, sbucata accanto a loro

Non mi è difficile crederlo”, sulle labbra di Marcus Grace scorse un accenno di sorriso, “ma direi che il pericolo è cessato adesso”

E poi, Emily

Anche la Signora era preoccupata”

La Signora . . .

Grace si sentì percorrere la schiena da un brivido di freddo

Chi?”

Didyme, la Signora Didyme”, trillò la piccola, “era molto molto preoccupata, me l'ha detto in sogno e così mi ha svegliata”

Oh piccola Emily”, ebbe giusto il tempo di pensare Grace, prima di incontrare gli occhi di Marcus . . . il volto restava inespressivo, ma non poteva sfuggirle la sorpresa che leggeva in quelle iridi sgranate

Tu hai sognato Didyme?”

Tante volte”, rispose candidamenteti si puntarono sulle due umane, salvo quello di Marcus e quello di Rosalie, poggiata a braccia conserte lungo un muro

Non credo che dovresti porre a noi questa domanda”, intervenne Bella, la quale si rivolgeva al Volturo per la prima volta, “ma a loro”

Sia io che Eleazar saremo più che disposti ad offrire ogni tipo di assistenza a Grace e alla bambina”, assicurò Carlisle, “Francesco è nostro vecchio amico da decenni oramai, tuttavia la mia figlioccia ha ragione: non è a noi che dovresti porre questa domanda”

Grace”

Sentirsi chiamare dalla voce dolce di Esme fu una sorpresa, la ragazza fino a quel momento si era sentita messa da parte, schiacciata dalla tensione che la presenza di Marcus provocava

Comprendiamo che la situazione per te e per Emily sia molto difficile, non so quali legami voi abbiate ancora in Italia”

Anche se con i Volturi in circolazione non credo vogliano tornarci”, scherzò Emmett

Perciò, proprio per questo, sappi che qui in America potrete contare su di noi per qualunque cosa”

Grazie”, fu la risposta di Grace, sussurrata in un filo di voce, la gentilezza che traspariva dagli occhi di Esme aveva l'effetto di un calmante

Credo però che prima dovresti dirci cos'hai intenzione di fare”

È a lui che dovrebbe parlare”, sbottò ancora Rosalie, avvicinandosi e frapponendosi tra Marcus e Grace, “noi abbiamo già dato la nostra disponibilità, qualunque sia la vostra decisione, perciò, Grace, perché non ne discuti con il Volturo?”, puntò gli dorati, stranamente molto più minacciosi di quelli vermiglio di Marcus, verso il vampiro, “magari fuori da questa casa”

Rosalie”, intervenne Alice, “non essere così scortese”

È a lui che deve rispondere; inoltre è a lui che deve “chiedere” cosa le succederà, se i Volturi torneranno all'attacco oppure no, perciò”, spalancò la porta ed invitò, non proprio gentilmente, Grace ad uscire, “discutetene”

Grace non ebbe alcuna reazione, se non quando avvertì le mani di Rosalie sul corpo della sua Emily, ancora tra le sue braccia

Ehi!”

La sua reazione provocò un generale sorriso divertito, almeno dai vampiro con gli occhi dorati

La teniamo noi, va piuttosto d'accordo con Renesmee”

Sì!”, confermarono le due bambine, all'unisono

Anche tu”, esclamò Rosalie, rivolta a Marcus, “ti puoi accomodare fuori”

Siete stati fin troppo ospitali”

Nessuno ti vieta di rientrare”

Lo sguardo di Rosalie rifletteva la frase “parla per te” e Francesco sarebbe stato dello stesso avviso

Molto bene: grazie ancora per la vostra disponibilità ad accogliere Grace e Emily”.

Rosalie richiuse la porta non appena Marcus ne fu fuori di un millimetro

Finalmente, non ne potevo più”

Ci sei andata pesante sai Rosalie?”

Tu forse ami avere Volturi in giro per casa Jasper?”

Oh no, ci mancherebbe”

Tuttavia Marcus si è rivelato una vera sorpresa”, esclamò Alice, un gran sorriso in volto, “un alleato prezioso, un aiuto indispensabile in questa . . . strana situazione”

Questa “strana situazione” non si sarebbe creata se i Volturi non fossero quello che sono e non fossero comandati da chi li comanda”

Chissà che cosa si diranno”, continuò Alice, eccitata, ignorando l'inveire della sorella contro i Volturi

Tutto sommato credo siano affari loro”, intervenne Carlisle, ma Rosalie sollevò una mano

Altro che affari loro Carlisle: c'entriamo tutti in questa storia, potremmo essere costretti a prendere in casa un'umana”

Non sarebbe la prima volta”, le rispose Esme, calma, indirizzando a Bella un gran sorriso

A Renesmee farebbe piacere una compagna di giochi”, confermò poi quest'ultima, osservando le bambine che già avevano ripreso a interagire; Bella posò poi lo sguardo alla finestra e le parve di scorgere i due allontanarsi. Tutto sommato a Bella Grace piaceva, c'era qualcosa in lei che le ricordava se stessa, anche se non avrebbe saputo definire cosa

Poi, uno sguardo del suo amato le fece capire: sorrise, in fondo era così ovvio

È per questo che li hai praticamente cacciati fuori di casa vero Rosalie?”, domandò Alice, “Perché potessero parlare”

E decidere”, concluse Jasper

E magari . . .”, iniziò mentalmente Bella, ma si trattenne

Per favore!”, sbottò Rosalie, “Piantatela con questi discorsi: io me ne vado di sopra”

Vengo con te”, esclamò Emmett, “hai bisogno di qualcuno che ti dia una calmata tesoro”

Vuoi il pugno che non ho sferrato a Marcus per caso?”

Quella battuta pose fine alla discussione sui Volturi

Almeno per il momento

Almeno fino a quando Grace e Marcus non sarebbero tornati

Chissà che cosa si diranno”, si domandò Bella e uno sguardo complice di Alice le rivelò, senza l'ausilio di Edward, che lei aveva pensato la stessa cosa.

 

***

 

La ragazza si ritrovò Marcus affianco, mentre la porta di casa Cullen si richiudeva davanti a loro

Quella Rosalie ha un caratterino davvero particolare”

Pronunciata da un vampiro millenario, quella frase doveva essere un gran complimento, ma chissà se Rosalie l'avrebbe percepito come tale

Mi ricorda Chelsea quando era una vampira neonata”

Chelsea . . .

Se la memoria non mi inganna, i Cullen dovrebbero disporre sul retro di un ampio giardino: ci incamminiamo?”

E poi, mentre Grace restava ancora a rendersi conto di ciò che era successo, gli occhi rossi di Marcus si posarono sui suoi

Oppure, se la tua mente necessita di più tempo . . .”

L'incontro con Aro sembrava aver donato a Marcus un inaspettato senso dell'umorismo

No, andiamo”

Di qua”

Avvertì un brivido freddo lungo la schiena, provocato dal contatto delle dita di Marcus con le sue

Mi sta prendendo per mano . . .”

Lo seguì, passando davanti ad una delle finestre dei Cullen, sperando che nessuno stesse guardando fuori, non le parve di scorgere nessuno affacciato ma . . .

Sto approfittandomi della pazienza di troppe persone”

Cosa?”

Dei Cullen, di mio fratello”

Grace pregò con tutta se stessa che si riferisse a Caius

E adesso della tua”

Intanto, aveva finalmente fatto la sua comparsa il giardino dei Cullen, luogo che aveva visto lo svolgersi del matrimonio di Bella ed Edward circa un anno prima. Malgrado cercasse di tenerla a bada, la mente di Grace si ritrovò a fare i conti su quanto fosse diverso quel luogo dal suo giardino: c'era qualcosa che mancava in quel posto, malgrado fosse stupendo, l'erba di un bel colore verde intenso, gli alberi maestosi, i fiori ben curati, principalmente color azzurro e lilla; tutto sembrava splendido, ma qualcosa le mancava, qualcosa che il “suo” giardino aveva e che non era presente in quel luogo. Cosa poteva essere? Cosa rendeva imperfetto quel quadro?

Potrei cominciare a chiederti a cosa stai pensando”

Le parole di Marcus la ricondussero, con suo enorme sollievo, alla realtà

Non l'ho mai fatto, ma ultimamente ho cominciato ad esserne curioso”

Ed era vero, raramente Marcus le aveva domandato dove fosse la sua mente, quando puntualmente si perdeva nei suoi pensieri

Stavo pensando che a questo giardino manca qualcosa”

Marcus sembrò pensarci su per qualche istante, pochi attimi di interessamento furono concessi al giardino dei Cullen, “Forse”, fu la risposta, “ma non è ciò di cui più mi preme parlare”

Marcus”

Senza rendersene conto, Grace si ritrovò ad afferrare le spalle del vampiro, tenendolo ben stretto

Non voleva essere interrotta, non ancora, non di nuovo

C'è una cosa che devo assolutamente dirti, devo, prima che . . .”

Ma furono le mani di Marcus a posarsi a loro volta sulle sue spalle

No Grace, prima che tu cominci . . .”

No!”, gridò lei, “No Marcus! Avrei dovuto dirtelo dall'inizio e forse sarebbe cambiato tutto, non sarebbe successo niente di ciò che è successo, perciò fammi . . .”

Grace”

È troppo importante”

Perdonami, ma se non lo faccio non sarò in grado di prestare attenzione a ciò che mi dirai”

Quelle parole riuscirono a frenare Grace

Fare cosa?”

Le braccia di Marcus la circondarono nel giro di un istante, facendo aderire il suo corpo caldo a quello gelido del vampiro, la stoffa della giacca le solleticò il volto e un bottone dorato le procurò un brivido sulla guancia

Perdonami”

Quante volte si era scusato da quando era giunto alla casa dei Cullen?

Tutto ciò non aveva senso, non aveva il minimo senso

Però . . . stretta così a lui, pensò che in fondo non fosse importante

Se dovessi spiegarti il motivo”, le sussurrò Marcus all'orecchio, anticipando la sua domanda sul perché del suo gesto, “ti risponderei che avevo bisogno di accertarmi che stessi bene”

Stringendola a sé?

Ebbe il tempo di domandarselo, prima che la sua mente le suggerisse che forse non le importasse, anzi, non le importava proprio per niente

Credevo che ti avrei trovata molto più scossa e molto più spaventata”

Lo sono stata”, confessò Grace, le mani sul suo petto, “però adesso . . .”

Adesso stava bene

Bene”

Il vampiro le si allontanò, voltando lo sguardo altrove

Allora adesso possiamo anche . . .”

Avrebbe voluto che la stringesse ancora, anzi, che non si limitasse a stringerla

Avrebbe voluto sentire quegli occhi rossi fissi su di lei e poi avrebbe voluto trovare la forza di baciarlo, come aveva fatto vedendolo comparire nella radura, avrebbe voluto solo . . .

No Grace”

No, quello non era il momento, malgrado desiderasse dal profondo del suo cuore solo attaccarsi a lui e non lasciarlo andare più

Non poteva distrarsi, non questa volta, anche se non sapeva come lui avrebbe reagito

Doveva parlare

ci sono molte cose di cui . . .”

Marcus io conosco la verità sulla morte di Didyme, e ne ho preso coscienza perché Didyme mi è apparsa in sogno”

Si maledì per essere così codarda, ma non riuscì a sostenere il suo sguardo, abbassando la testa

Non voleva guardare

Mi ha raccontato tutto, tutto ciò che è successo”

In realtà, più che raccontare, Didyme l'aveva resa in grado di “vedere”

E per questo Aro ha cercato di uccidermi”

Se solo glielo avesse detto prima, forse sarebbe stato tutto diverso

. . .”

Che occhi avrebbe incontrato rialzando i suoi?

Perdonami”

Sentì una mano gelida posarsi sulla sua spalla, facendola rabbrividire

Grace”

E una voce che dapprima le apparve troppo calma

Guardami”

Per poi accorgersi che sembrava stranamente tranquilla

Guardami . . .”

Quante volte aveva desiderato che fosse lui a guardare lei?

. . . ti prego”

. . .

Prendendo coraggio, e un bel respiro, Grace rialzò gli occhi.

 

***

 

 

 

 

 

 

 

 

Il calderone della strega

 

L'epilogo si sta avvicinando, ogni piatto è stato servito e disposto sul tavolo, manca soltanto la portata finale

Che porrà fine alla strana cena alla quale Grace ed Emily, e tutti i clienti della strega, hanno partecipato

Quali sono gli ingredienti giusti per un piatto finale?

StregaSibilla vi lascia questa domanda come introduzione al capitolo finale, che si augura possa uscire al più presto.

Dall'antro della strega, ossequi.

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Capitolo 15
*** golden light ***


Il calderone della strega

 

Anche per l'ultima ricetta, l'ultimo piatto, il tanto atteso dessert, StregaSibilla si è presa un bel mese di pausa.

Coloro i quali ancora non sono fuggiti dal suo antro adibito a ristorante, possono, finalmente, gustarsi il sospirato piatto finale

Ma quali sono gli ingredienti giusti per un degno fine-pasto?

Beh, StregaSibilla ha la sua ricetta

Innanzitutto, esso non deve surclassare tutti gli altri piatti, ma essere il coronamento di tutte le portate che si sono servite precedentemente, perciò la parola d'ordine è tentare di essere il più coerenti possibile

Secondo consiglio: soddisfare le aspettative di tutti è praticamente impossibile, ci sarà sempre qualcuno che avrebbe preferito un dolce più “dolce”, più amaro, più pesante, più leggero

Accontentatevi di soddisfare le aspettative che voi stessi avete dato e vi siete dati, oppure viceversa puntate su di un effetto sorpresa del tutto inaspettato.

Infine, è opportuno ricordare che, anche dopo il dolce, c'è sempre spazio per qualcos'altro

Perciò, lasciare sempre uno spiraglio, che successivamente venga riempito o meno, è buona cosa

Inoltre, come ultima cosa, spesso durante le cene viene fuori la frase del tipo

La prossima volta ordiniamo . . .”

Dunque, alla fine di questo degno (si spera) finale, StregaSibilla offrirà una piccola carta di quali sono le nuove ricette che andrà a proporvi nel futuro

La strega si è dilungata anche troppo, è il momento di servire il dolce

Dall'antro della strega, ossequi.

 

P.S. In risposta ad alcune recensioni e messaggi privati ricevuti dalla sottoscritta: le descrizioni fisiche dei suoi personaggi si ispirano al “film”, e non al libro, non è colpa della strega se le due versioni a volte (anzi, spesso, troppo spesso) non coincidono. Si fa quel che si può.

 

 

 

 

 

CAPITOLO QUATTORDICI

 

 

Quando un uomo muore davvero?

Quando, prescindendo che il cuore batta o meno, che il corpo sia in qualche modo attivo

Quando, malgrado sia fisicamente viva, una persona può essere considerata morta?

Si dice che un uomo muoia davvero quando viene dimenticato da tutti

Si dice che un uomo muoia davvero quando gli viene sottratto tutto

Si dice che un uomo muoia davvero quando non ha più niente per cui vivere

Una morte invisibile, una morte che non prevede lutti, funerali, angosce e dolori, una morte che si consuma nel profondo, senza che all'esterno traspaia alcunché.

La morte dell'anima; lui era arrivato ad un passo dal raggiungerla, un ultimo passo ancora e sarebbe sprofondato nel baratro. Qualcosa aveva impedito che ciò accadesse, qualcosa l'aveva tenuto in vita; una strana forza che aveva impedito alla sua anima di raggiungere quello che non era concesso al suo corpo, ossia la morte.

Finché quella stessa forza non si era più limitata ad impedire alla sua mente di crollare, ma aveva preteso dalla sua anima qualcosa di più, aveva preteso uno sforzo che sin dall'inizio era parso impossibile. Essa aveva preteso che trovasse qualcosa per cui vivere

Qualcosa per cui vivere.

 

***

 

Guardami . . . ti prego”

E lei, finalmente, alzò la testa. Nessuno sguardo d'odio, nessuna increspatura sul suo volto, alcun segno di rancore, delusione, amarezza; solo, le parve di scorgere, in quegli occhi rossi, un velo di preoccupazione.

Quel suo volto, da impassibile quale era sempre stato, da un po' di tempo aveva assunto un'altra perenne espressione: quella di un viso preoccupato. Se ne accorgeva solo adesso e non le fu dato molto tempo per rendersene conto e poterci ragionare su

Vorrei che mi raccontassi tutto”

Una stretta al cuore, al pensiero di dover esprimere a parole tutto quello che aveva visto, sentito, provato, nei suoi sogni

Sono passati secoli da quando Didyme ha smesso di far parte della mia vita e adesso”, dovette distogliere lo sguardo, puntandolo chissà dove per alcuni istanti, proprio lui che tanto l'aveva pregata affinché lo guardasse, “adesso vorrei conoscere ogni cosa su ciò che riguarda te, Emily e lei”

Un desiderio mascherato da semplice domanda, un desiderio che Marcus doveva aver tenuto sopito per secoli, poter sentir di nuovo parlare di Didyme, della “sua” Didyme

Grace mai avrebbe potuto sottrarsi ad una simile richiesta. Marcus la invitò a sedersi su una panca di pietra posta nel giardino, i loro occhi si incrociarono ancora. E Grace parlò.

Gli raccontò tutto e, forse per la prima volta, non si perse puntualmente nei suoi pensieri, ma lasciò che essi stessi sgorgassero dalle sue labbra, quasi senza alcun filtro, ignorando le frasi confuse che ne sarebbero scaturite. Così facendo gli raccontò della prima volta che aveva scorto Didyme

Era così bella, così incredibilmente pura e candida, non appena l'ho vista ho desiderato poterla guardare negli occhi, scoprire chi fosse e quale fosse il suo nome”

Confessò, timorosa tuttavia di poterlo infastidire, le visioni che Didyme aveva lasciato trasparire sul passato suo e di Marcus

Non sapevo se quel luogo fosse reale, se ciò che vedevo era realmente accaduto, ma ogni notte mi ritrovavo lì e ogni notte il sogno ricominciava”

Diede ampio spazio a quella prima parte dei suoi sogni, perché sapeva con quanto dolore avrebbe affrontato la seconda

La tragica visione della morte di Didyme

L'ho vista morire, davanti ai miei occhi, era come se realmente mi trovassi lì con lei”

La possibile reazione di Marcus la preoccupava ancor di più che rivivere quei momenti, tanto da spingerla ad afferrare e stringere saldamente la sua mano gelida, timorosa che potesse pregarla di smettere e scappare via, colpito dalla rievocazione di quel ricordo.

Certo Grace non sapeva che Marcus, quasi ogni giorno, per secoli, aveva rivisto quella stessa scena, e aveva patito un dolore infinitamente più atroce. Ma questo lei come poteva saperlo?

E i ricordi continuavano ad accavallarsi uno sull'altro, le parole non si arrestavano

La notte in cui tutto mi si è rivelato sono corsa fuori dalla mia stanza per cercarti”

I ricordi più dolorosi

Aro mi ha trovata prima”

Ma anche belli

Sono stata salvata dai Cullen”

E poi, finalmente, la spiegazione ad ogni sua visione, l'aveva appresa solo poco tempo prima e già le veniva dato il compito di spiegarla ad un'altra persona

È solo grazie a Eleazar se sono venuta a conoscenza del mio dono, quello grazie al quale Didyme è potuta apparirmi in sogno, quello per cui”, le fu necessaria una pausa, “Aro voleva eliminarmi”

Mentre parlava, si rendeva conto che qualcosa non tornava nella sua spiegazione

Ma doveva andare avanti, non fermarsi, non questa volta

Abbiamo scoperto che Didyme ha visitato in sogno anche Emily ma . . . non c'è stato tempo di chiederle che cosa abbia sognato, cosa Didyme le abbia detto, posso parlare solamente per me”

Assieme alla confessione, era arrivato il momento più difficile

So cosa stai pensando”

Lo sguardo perplesso di Marcus, le labbra forse appena dischiuse in un sorriso, ben riflettevano la stranezza di quell'affermazione: lei che, con naturalezza, asseriva di conoscere i pensieri di un vampiro il cui volto era rimasto indecifrabile per secoli, il tutto senza l'ausilio del tocco di Aro o dei poteri telepatici di Edward Cullen. Grace non sembrava essersi resa conto della stranezza delle sue parole, forse si era semplicemente lasciata andare ad una frase sin troppo “umana”

Sarebbe una domanda più che legittima e cioè . . . perché non te ne ho parlato prima”

Malgrado la sua precedente affermazione avesse potuto sembrare audace, uno scambio di sguardi con gli occhi rossi del vampiro le fecero capire di aver fatto centro: Marcus se l'era domandato, forse se lo stava domandando proprio in quegli stessi momenti

Potrei perdermi per ore a descrivere . . . ogni singola situazione in cui ho cercato di raccontarti la verità e di come ogni singola volta qualcosa mi bloccasse, qualcosa mi spingesse a dire altro”

Perché era lui stesso ad interromperla? Perché lui non le rivolgeva più la parola? Perché lui era tornata a rivolgergliela?

Non mi è difficile crederlo Grace, senza che tu mi spieghi nulla”

Quelle parole, le prime da quando lei aveva cominciato a parlare, diedero a Grace un attimo di respiro

I dialoghi fra noi non sono mai stati semplici, Grace”

Un modo rapido per spiegare tutto ciò che era accaduto tra loro

Anche discutere delle cose più semplici è stato profondamente complicato per noi”

Dunque, non lo era stato solo per lei?

Perciò, credo che sarebbe stato semplicemente impossibile poter discutere di un simile argomento, se non dopo essere giunti a questo punto”, Marcus concesse al cielo di specchiarsi nei suoi occhi rossi per qualche istante, alzando il capo, “e inoltre, devo confessarti che se mi avessi raccontato tutto sin dal tuo primo sogno, non credo che la mia reazione sarebbe stata la stessa di adesso”

Grace si concesse un attimo per domandarsi quale sarebbe stata

E se Marcus, dal loro primo incontro, fosse mutato così tanto

Era possibile?

Ciò non toglie che avrei dovuto dirtelo prima, forse io e Emily non avremmo rischiato la vita per mano di Aro, forse voi due . . .”

Lo credi davvero Grace?”

I suoi occhi rossi la fissavano dall'alto della sua statura, costringendola a sollevare il capo malgrado fossero seduti entrambi

Che intendi dire?”

Dopo una simile rivelazione, dopo la scoperta di chi si nascondeva dietro la morte della mia Didyme, quale reazione avrei potuto avere secondo te?”

Una domanda che costrinse Grace a riflettere, sebbene sapesse quali pericoli correva a lasciar vagare la sua mente senza alcun freno: che reazione avrebbe avuto Marcus, se gli avesse comunicato tutto sin dall'inizio?

. . .

Però . . .

Le parole, le frasi che Marcus e Aro si erano lanciato l'un l'altro durante il loro scontro . . .

 

. . . un conto con mio fratello che avrei dovuto regolare molto tempo fa”

 

Ma tu lo sapevi già, vero?”

Con tutto ciò che era avvenuto, non le era stato possibile realizzare appieno il significato di quelle parole, ma adesso poteva finalmente domandarglielo

Anche se avrebbe dovuto essere lei a spiegarsi, non intendeva rimandare ancora quella domanda

Sapevi che era stato Aro”

Non fu necessario specificare altro

Marcus non distolse gli occhi da lei, ciò permise alla ragazza di concentrarsi sulle sue iridi rosse, cercando di decifrare quei suoi minimi cambiamenti di espressione; per un primo momento non scorse nulla, finché . . .

Rassegnazione

Marcus abbassò il capo

 

***

 

Trovare qualcosa per cui vivere è una ricerca in cui ci incamminiamo tutti, a meno che non si decida di vivere sin dall'inizio un'esistenza vuota. Trovare qualcosa per cui vivere non è difficile, anzi, molto spesso se ne trovano molte di cose, che si accavallano tra loro, che si sostituiscono nel tempo, che a volte arrivano a scontrarsi.

Più difficile, molto più difficile, è trovare “nuovamente” qualcosa per cui vivere, quando si crede di aver perso tutto. E più passa il tempo meno si ha voglia di re incamminarsi nella ricerca. Più mesi, più anni passano, più si perdono le speranze, quasi a voler “negare” alla nostra vita un'altra occasione.

Può esser facile, dunque, immaginare la difficoltà di chi ha avuto secoli a disposizione per chiudersi nella rassegnazione, nella rassegnazione che qualcos'altro per cui vivere non ci sarà più.

Non voleva che qualcos'altro prendesse il posto di ciò che c'era stato prima, non vi sarebbe mai stata altra cosa più importante di quella che già c'era stata. Ma quella stessa forza che l'aveva tenuto in vita continuava a pressarlo, pressarlo affinché non si lasciasse andare, affinché trovasse, se non una fonte di vita, almeno una fonte di distrazione.

Un coppia formata da un'umana e da un vampiro poteva significare una fonte di distrazione, no?

Una bimba metà umana e metà vampira era indubbiamente una distrazione e avrebbe potuto portare a molte altre distrazioni in futuro, altrimenti perché avrebbe votato per lasciarla in vita?

E poi . . .

La presenza di due umane all'interno del palazzo, sarebbero potute essere fonte di distrazione?

Soltanto una piccola distrazione, che interrompesse la sua apatia

Era stato lui a cercarla, a costringere il suo corpo a mantenersi vivo

In fondo, non ce l'aveva mai avuto

Il coraggio di morire . . .

 

***

 

Sì, lo sapevo”

Pronunciò quella frase con il tono di chi ammette qualcosa per la prima volta

Come se non l'avesse mai detto prima

Sapevo che Didyme era morta per mano di Aro”

Immediatamente, Marcus avvertì il tocco di Grace sulla sua mano

Come l'hai scoperto?”

Era l'unico modo che era venuto in mente alla ragazza per tentare di consolarlo

Chi è stato a dirtelo?”

Nessuno Grace, assolutamente nessuno”, le rispose lui, continuando a tenere lo sguardo basso; “ma sai, ho avuto a disposizione diversi decenni, secoli, per riflettere su quanto era accaduto e alla fine . . . è stato come giungere ad una conclusione ovvia, quasi naturale, non so quando di preciso ho finalmente realizzato quale fosse la verità, so soltanto che mi è apparsa davanti”

E perché sei rimasto con i Volturi? Perché sei rimasto con Aro?”

Era impossibile per lei comprendere come Marcus avesse potuto sopportare per secoli di vivere così vicino ad Aro sapendo cos'aveva fatto alla sua Didyme

Perché”, pronunciò quella frase guardandola negli occhi, “altrimenti sarei morto Grace”.

Dovettero trascorrere alcuni secondi prima che la ragazza riuscisse a rispondere a quella rivelazione.

Saresti morto?”

Non che mi ritenessi vivo, a quel tempo mi trovavo già in uno stato . . . molto simile a quello in cui mi hai trovato la prima volta che ti ho visto”

Quando neanche si era accorta della presenza di Marcus nella sala dei troni?

Mi sono ritrovato di fronte ad una vera e propria scelta: potevo assassinare Aro e immediatamente subire la stessa sorte da parte dei suoi allievi, oppure potevo decidere di andarmene, il che avrebbe significato lasciarsi morire in poco tempo”

Si presa una pausa, giusto il tempo perché Grace potesse gustarsi un refolo di vento

Oppure, potevo restare nel clan e chiudermi in uno stato che voi umani definireste “catatonico”, lasciare da parte la vendetta per un'esistenza vuota”

Grace non si riteneva un'esperta di comportamento vampiresco, tuttavia . . .

Credo che molti vampiri al tuo posto avrebbero preferito la morte”

Ciò è vero, ancora mi domando che cosa mi abbia tenuto in vita”

Una breve pausa, tanto fu sufficiente perché Grace formulasse un pensiero: e se il suo ricordo, il ricordo di “lei”, avesse tenuto in vita Marcus per tutto quel tempo? Se l'amore della sua Didyme gli avesse impedito di togliersi la vita? Nessuna donna e, Grace ne era convinta, neanche nessuna vampira, avrebbe accettato che il suo uomo si togliesse la vita dopo la sua morte, ma anzi, avrebbe desiderato che continuasse a vivere anche per lei; era possibile che . . .

So a cosa stai pensando”, fu il turno di Marcus di pronunciare quella strana frase, “ma non è così che la vedo io”, lanciò un altro sguardo rassegnato al cielo, “la verità è che, nel profondo, non ho mai desiderato morire”

Suonava come un'amara confessione, quasi una sconfitta

In tutti i millenni che ho vissuto, credo di aver sempre avuto paura di morire . . . può sembrare strano detto da chi ha passato secoli in uno stato apatico come il mio”

Gli occorsero molti secondi per continuare

Ma in fondo, a me la vita è sempre piaciuta”

Ci fu un cambiamento nel suo sguardo, Grace fu sicura di aver visto le labbra dischiudersi in un sorriso, mentre gli occhi erano ancora fissi al cielo

Non poteva saperlo, ma aveva, per un attimo, incontrato lo stesso uomo, lo stesso ragazzo che Aro aveva conosciuto quella notte di molti secoli prima

L'unica spiegazione è che mi sia rintanato nel mio guscio, che mi sia rifiutato di vivere davvero, in attesa di qualcosa”

Il grigio del cielo che si specchiava nelle sue iridi venne sostituito dall'azzurro degli occhi di Grace, quando i loro sguardi si incontrarono

Ma non è stato facile Grace, non è stato per niente facile”.

 

***

 

Smettere di vivere tutto sommato risultava facile

Era ricominciare che si rivelava difficile, tremendamente difficile. Fintanto che si trattava di accettare la presenza di due umane nel palazzo, risultava facile, fintanto che si trattava di procurare dei medicinali alla più piccola, fintanto che si trattava di incuriosirsi per le particolarità della più grande

Poteva essere facile.

Ma qualcosa aveva smesso di quadrare, la semplice curiosità non giustificava un simile interessamento; no, non era neanche necessario spingersi così avanti: il semplice fatto di sentirsi curioso non tornava. E poi alla curiosità era subentrato un qualcosa di più forte: l'interesse.

Quelle due umane avevano incominciato ad occupare la sua mente, troppo a lungo e troppe volte in un solo giorno.

Altrimenti perché avrebbe cercato di ignorare lei?

Provare interesse significava assumersi impegni che aveva deciso di non onorare mai più, impegni che erano stati rivolti soltanto a una persona e che adesso, saltuariamente, poneva al servizio del suo clan; ma mai, mai, avrebbe permesso a qualcun altro di “esigere impegno da lui”.

Questo ciò che aveva pensato, questa la prima reazione che il suo corpo, il suo animo tenuto a freno per secoli, aveva avuto, che l'aveva spinto ad allontanarle entrambe da sé.

Eppure quegli occhi verdi si erano rivelati più pressanti del previsto

E quegli occhi azzurri non avevano voluto lasciarlo andare.

Avrebbe potuto dare la colpa a molti fattori, prendendo a prestito i caratteri evasivi di Aro o Caius, ad esempio il fatto che si era sentito ricercato dopo molti secoli

Menzogne degne di suo fratello

La verità era che quegli occhi azzurri avevano riacceso in lui la voglia di provare, almeno provare, a vivere.

 

***

 

Ma ci sei riuscito”

La pressione delle dita di Grace sulla sua mano non accennava a diminuire

Anche se dici che non è stato facile, hai continuato a vivere”

Doveva misurare attentamente le parole, non voleva rischiare di ferirlo in alcun modo

So che potrei sembrarti presuntuosa nel . . . cercare di capire cosa tu abbia provato per tutto questo tempo, ma non posso fare a meno di pensare che Didyme abbia avuto un ruolo in tutto ciò”

Alla pronuncia del suo solo nome, gli occhi di Marcus mutavano per un istante, ormai era in grado di percepire anche quei minuscoli cambiamenti

E perché credi questo?”

Basta pensare al mio potere no?”

Stranamente, Marcus sembrò non comprendere immediatamente ciò che Grace intendesse dire, ragion per cui la ragazza lasciò la sua mano, con una certa difficoltà, e prese un respiro profondo:

Il mio potere, anzi, il secondo dei miei poteri”

Continuava a considerare la sua empatia con la natura come la più importante

mi permette di smascherare le bugie no? E a detta di Eleazar anche di percepire qual'è la verità, almeno a livello inconscio finché sono ancora umana”

Un cenno d'assenso di Marcus, che tuttavia ancora non aveva compreso

Ma . . . Eleazar ha ipotizzato che i miei sogni fossero suddivisi in diverse notti perché quella bugia era troppo grande e mi era stata detta troppo presto, ma per quanto questa ipotesi possa essere valida, un simile dono non porta a vedere i fantasmi, non porta a dialogare con loro, non spiega come Didyme mi abbia “parlato”, non può essere solo merito del mio potere, altrimenti in quel giardino sarei stata da sola ad osservare Didyme e la sua morte, invece lei c'era, io la sentivo Marcus, lei . . .”, le occorsero alcuni secondi per riprendere fiato, “. . . lei era con me. Ne sono sicura”

E poi, soprattutto . . .

Inoltre, non si spiega come Didyme abbia potuto entrare anche nei sogni di Emily, perciò, per quello che ho avvertito quando le parlavo, continuerò sempre a pensare che lei ci fosse veramente, in qualche modo”.

La ragazza non ottenne alcuna risposta da parte del vampiro, una volta espresso ciò che pensava; ciò le permise di concentrarsi su un pensiero, una convinzione, che aveva cominciato a pervaderla da un po', ma che non aveva ancora realizzato appieno. Quella convinzione si era fatta strada nella sua mente da quando aveva scoperto che il potere di Emily, uno dei suoi poteri, era lo stesso di Didyme, quando si era resa conto dell'incredibile somiglianza che vi era tra le due; le era anche tornato in mente come, le prime volte che aveva incontrato Didyme, si era accorta di somigliarle.

Una tale affermazione non era facile da fare, ma ormai Grace sentiva di essere giunta ad un punto cruciale di quella sua surreale esperienza

E non voleva avere rimpianti.

Forse una reincarnazione è impossibile anche per un vampiro e così lei . . . si è reincarnata in due persone”

Sapeva che sarebbero trascorsi molti attimi silenziosi

Certo, non immaginava che Marcus l'avrebbe guardata in modo così sorpreso, così “emotivo”

E che le avrebbe domandato . . .

Che cosa?”

Sto dicendo che deve aver . . . suddiviso la sua anima, in modo da poter ritornare a vivere, in qualche modo”

Marcus continuava a guardarla stupito, tanto che fu lei a rivolgergli uno sguardo perplesso

Dev'essere andata così”

Era la conclusione più logica, no?

Didyme aveva cercato di ritornare ed aveva scelto lei ed Emily per farlo

La risposta di Marcus, tuttavia, fu totalmente inaspettata: il vampiro lasciò che sul suo volto si formasse un ampio sorriso, che mise perfettamente in mostra i denti bianchi, prima di coprirsi la bocca con una mano e voltare lo sguardo altrove, lasciando Grace totalmente di stucco

Perché stai ridendo?”

No, non ho riso”

Aveva ragione, in fondo quel sorriso, seppure ampio, non poteva essere paragonato ad una risata . . . tuttavia era sicura di non aver mai, mai visto Marcus così divertito

Solo che, è vero, dovevo immaginarmi che saresti potuta giungere a una simile conclusione, ma non credevo che avresti avuto la forza di dichiararlo apertamente”

Continuava a sentirsi sempre più confusa

Non capisco che cosa intendi dire”

Sto dicendo che”, sul volto di Marcus era ancora presente la traccia di quel sorriso, lo poteva scorgere nei suoi occhi vermiglio, “forse su Emily potrebbe esistere una possibilità, che Didyme possa rivivere in lei in qualche modo, ma riguardo a te . . .”

Riguardo a me cosa?”

Quando gli occhi di Marcus tornarono a posarsi sui suoi, Grace li scoprì intensi come raramente aveva potuto vederli prima

Tu sei completamente diversa da lei, Grace”

Non ebbe il tempo di riflettere su quello che Marcus aveva detto

So che queste parole non significano molto per te, forse non significano niente; ma per me hanno un significato molto, molto più importante”

Se così era, desiderava saperlo, gli prese una mano fra le dita, accarezzandogliela

Parlamene”

Potrei mai lasciarti con questo dubbio?”, le domandò lui, in tono quasi (quasi) scherzoso, “posso solo immaginare il flusso di pensieri che attraverserebbe la tua mente”

E allora non lasciare che accada”, esclamò lei di rimando, non staccandogli gli occhi di dosso.

 

***

 

Didyme aveva sempre posseduto il dono di rendere felici le persone attorno a sé, ancor prima che esso si trasformasse in un vero e proprio potere una volta divenuta una vampira. Didyme non perdeva mai il sorriso, si rivolgeva alla vita piena di ottimismo e il cupo vampiro che Marcus era diventato si era lasciato travolgere da quella vitalità che gli aveva fatto riscoprire le sensazioni che aveva provato da umano. Didyme era sempre sicura di sé, sin troppo, l'avrebbe definita come una testarda se solo non fosse stato a conoscenza di quanto se ne sarebbe indispettita, colma di una presuntuosità così infantile da rendere impossibile condannarla. La sua Didyme esprimeva sempre ciò che pensava, senza alcun filtro tra la sua mente e le sue dolci labbra, era difficile farle cambiare idea e ancor più difficile trovarla impreparata, aveva sempre la risposta pronta.

Non certo come lei

Lei tentava di mascherare i suoi timori mostrandosi sicura, rivelando sempre quell'insicurezza che l'accompagnava ad ogni passo. Se ne restava in silenzio tentando di trovare le parole giuste da dire, finendo per perdersi nei suoi tanti pensieri, lasciando agli altri il compito di intendere che cosa poteva star per dire. Si lasciava condizionare da mille preoccupazioni per poi confessarle con difficoltà agli altri. Era il ritratto di tutte quelle debolezze che un umano poteva avere, racchiuse nell'involucro fragile di una ragazza che sembrava camminare in punta di piedi sperando di non disturbare il mondo con il rumore della sua esistenza.

L'una, malgrado fosse una vampira, sprigionava solarità ad ogni gesto; l'altra, benché fosse umana, preferiva restare silenziosa quanto la notte.

Eppure . . .

Nonostante fosse conscia delle sue debolezze, lei cercava sempre di mostrarsi forte, faceva appello ad ogni energia che possedeva per apparire sicura agli occhi di chi, altrimenti, avrebbe potuto farle del male; la sua forza stava nel voler dimostrare di averne, anche quando così non era. Avrebbe sacrificato se stessa per coloro che amava. E per coloro che amava era disposta a tutto.

Quella sua strana forza interiore le permetteva di compiere azioni anche se dentro sé non possedeva il coraggio per farle; non si trattava di scoprire quel coraggio dentro di lei, si trattava di prendere atto di non averne abbastanza e tuttavia agire. Lei ci riusciva soltanto perché i rapporti che tesseva con gli altri le erano così cari che avrebbe fatto qualsiasi cosa per preservarli; era evidente ogni volta che parlava, ogni volta che quelle lunghe pause interrompevano le sue parole: semplicemente, cercava sempre di scegliere le parole più adatte per l'altro.

Se la sua Didyme coinvolgeva coloro che le stavano accanto nella sua vitalità, se infondeva la sua forza in tutti quelli che incontrava, lei cercava di parlare con gli altri, per poterli comprendere, per capire cosa non andasse nella loro personale visione del mondo, cercando di aiutarli senza tuttavia avere la presunzione di poterlo fare; soltanto provandoci.

Dentro sé lottavano due anime contrapposte, la prima delle quali avrebbe voluto che ogni essere attorno a lei vivesse serenamente, la seconda che non si riteneva in grado di poter fare niente per essi

Altrimenti non avrebbe letto nei suoi occhi azzurri quel desiderio di sapere tutto di lui, malgrado le sue labbra non si dischiudessero mai per paura di ferirlo. Finché non arrivava ad un punto in cui non riusciva più ad ignorare l'altro, finendo per urlargli contro

Gli aveva urlato contro, e aveva udito tutto il suo dolore nell'averlo dovuto fare, soltanto perché non voleva spezzare il legame che si stava costruendo fra di loro.

L'aveva allontanata, ma quella fragile forza, sì, quella forza costruita su di uno scheletro di fragilità, non aveva voluto lasciarlo andare

Così diversa, lei era così “diversa”, così complessa per se stessa e così facile da capire per gli altri.

Aveva desiderato di scoprire tutti i suoi pensieri, il desiderio di capirla era stato per lui un ritorno alla vita, quel ritorno alla vita che si era negato per secoli e che lei non aveva permesso si fermasse.

Era stato così diverso rispetto a Didyme

In fondo, quella era stata, senza dubbio, la parte più difficile . . .

Se si fosse trattato di un'altra Didyme, se loro due fossero state molto più simili

Se si fosse trattato di una donna che fosse il ritratto di Didyme, forse l'avrebbe accettato prima. Indubbiamente l'avrebbe amata perché in qualche modo gli avrebbe ricordato Didyme, perché ancora una volta si sarebbe innamorato di quelle qualità che l'avevano fatto cadere preda della sorellina di Aro. Invece non era stato così: quella ragazza, per molti aspetti, era l'esatto contrario di Didyme. Accettare una persona completamente diversa è molto più difficile che accettarne una simile

Ci si chiede: perché allora mi sono innamorato di lei?

Trovando interessante una persona che ne è l'opposto, ci si chiede perché allora si abbia amato a tal punto la precedente. Così, accettare lei sarebbe stato un po' come rinnegare la sua Didyme, tutti quei secoli trascorsi nel dolore per la sua scomparsa

Altrimenti perché avrebbe aspettato così tanto?

E mentre le parole fuoriuscivano dalla sua bocca . . .

 

***

 

. . . Marcus si domandava se Grace avrebbe potuto capire, se la ragazza avrebbe compreso quanto fosse stato difficile per lui rendersi conto dei suoi sentimenti. Ed accettarli.

Le cose stanno così”, concluse, abbassando il capo; durante il suo lungo discorso aveva quasi sempre evitato di guardarla negli occhi, salvo cedere un paio di volte alla tentazione di quel colore azzurro chiaro; “tu e lei siete così diverse che, per molto, mi sono rifiutato di accettare ciò che stavo iniziando a provare per te”

La presa di Grace sulla sua mano era scomparsa, lei aveva giunto le mani continuando ad ascoltarlo attentamente, la testa lievemente inclinata di lato

Accettare una persona così diversa è molto più difficile che accettarne una in qualche modo simile, Grace”

Non l'avrebbe guardata, tanto sapeva che lei, nella sua mente, stava riascoltando le parole che le aveva rivolto, cercando poi la frase più giusta da rivolgergli

Sei strano”

Non esattamente quella che si aspettava

Come dici?”

Si voltò e incontrò due occhi sereni

E un sorriso timido

Dico che sei strano . . . molte persone sarebbero felici di trovare una persona diversa dalla precedente, forse perché, se così non fosse, vivrebbero nel dubbio di averla scelta solo come ripiego”

Marcus non lo sapeva, o al limite poteva intuirlo, ma Grace si stava sforzando di parlare come se non fosse lei l'oggetto della discussione, come se Marcus non le avesse appena, implicitamente, dichiarato di provare qualcosa per lei

Altrimenti non sarebbe stata in grado di parlare

Sai Jessica . . .”, dopo aver pronunciato quel nome le occorse un attimo di pausa, ripensando al viso dolce della madre di Emily, “. . . una volta mi ha detto che, per lei, in amore esiste sempre una persona adatta a un determinato periodo della nostra vita; c'è una persona giusta per ogni tempo”

Sospirò

Magari qualcuno che inizialmente non è adatto può diventarlo in un secondo momento, oppure una persona che sembrava perfetta può poi rivelarsi inadatta”

tu e lei siete così diverse che, per molto, mi sono rifiutato di accettare ciò che stavo iniziando a provare per te”

Doveva sbrigarsi, sentiva che presto non sarebbe più stata in grado di parlare

Sto divagando, lo so, ma quello che sto cercando di dirti è che non devi assolutamente sentirti in colpa per . . .”

. . . ciò che stavo iniziando a provare per te”

. . . quello che provi”

Non si sentì in grado di aggiungere altro, gli stessi battiti del suo cuore le impedivano di udire chiaramente la sua voce.

Le nuvole stavano cominciando a diradarsi

La madre di Emily ha detto questo?”

A Forks il cielo restava nuvoloso per quasi tutto il periodo dell'anno

Sì”, rispose Grace con un filo di voce

Che esiste una persona giusta per ogni tempo?”

Le giornate di Sole erano estremamente rare

La ragazza si limitò ad annuire

Quindi per un vampiro risulta ancor più difficile, se non impossibile trovare la persona giusta, avendo a disposizione un'eternità”

I Cullen questo lo sapevano bene

Grace non comprese che cosa Marcus volesse dire

Dunque . . . incredibile, non avrei mai pensato di dirlo”

Il Sole illuminava raramente quella cittadina

Ma, allora, io devo considerarmi molto, molto fortunato”

E ancor più raramente la foresta che circondava la casa dei Cullen

Molto fortunato”

Gli occhi di Grace incontrarono per un istante quelli di Marcus

Prima che le nubi si diradassero e un raggio di Sole si proiettasse su di loro

Le nuvole presero a scomparire, aprendo un ampio squarcio nel cielo, che irradiò tutto il giardino della luce dorata che precedeva il tramonto

La luce dorata . . .

Ho capito!”

La ragazza staccò gli occhi da Marcus e si mise ad osservare il giardino dei Cullen, completamente avvolto dalla luce del Sole

La voce di Marcus suonò perplessa, sorpresa, “Che cosa?”

Ho capito che cosa mancava a questo giardino”

Lo aveva detto appena vi erano arrivati

 

Stavo pensando che a questo giardino manca qualcosa”

 

Cosa?”

La luce”

Anzi, non esattamente la luce

Quella luce dorata . . . che era sempre presente nell'altro”

Aveva persino creduto che quei raggi dorati fossero la fonte della magia di cui era impregnato il giardino di Volterra

Era meraviglioso”

Avvertì il tocco delle dita gelide di Marcus sfiorarle il viso

Riesci a perderti nei tuoi pensieri anche in un momento simile”

Rendendosene conto, Grace voltò rapidamente lo sguardo

Hai ragione, mi . . .”

Incontrando il volto di Marcus ad una distanza inesistente dal suo.

La baciò con passione, lasciò che il tocco sul suo viso restasse delicato, attirandola comunque a sé

Le accarezzò i capelli e avvicinò il più possibile il suo corpo gelido al suo

Così piccolo, così magro, così agitato, poteva sentire i battiti del suo cuore risuonargli nelle orecchie

E non cessò di baciarla, finché non si sentì sazio di tutte le volte in cui avrebbe voluto stringerla fra le braccia e non aveva potuto

Una sensazione mille volte più dissetante del nutrirsi di sangue.

 

***

 

A quanto pare mi sono preoccupata per niente”

Era certa di essere stata notata

Lui doveva averla notata di sicuro; lei invece no, lei era troppo concentrata a posare gli occhi su di lui, oppure a cercare di “non” posarli su di lui, a seconda delle parole che pronunciava

Era così “umana”.

Non erano mai riusciti a sradicare da dentro di lei l'amore per quella che era stata la sua vita umana, sebbene fosse stata ampiamente compensata dalla meraviglia che era essere un vampiro; tuttavia, non aveva mai odiato gli umani, al contrario di Jane e Alec, ma loro dovevano essere compresi, loro dagli umani avevano ricevuto soltanto una condanna a morte. Lei aveva sempre rimpianto quelle piccole esperienze umane che non le erano state mai concesse, o che non aveva occasione di vivere da secoli. L'arrivo di Grace nella sua vita aveva fatto sì che quei sentimenti da tempo incolti rifiorissero

Cominciava a pensare che fosse quello il vero potere di Grace, checché ne dicesse quel “so tutto io” di Eleazar:

Come la sua curiosità per la vita umana era sbocciata quando Grace era entrata nella sua vita, così l'amore e l'attaccamento alla vita di Marcus erano rifioriti

Grace non possedeva soltanto la capacità di far sbocciare la natura attorno a sé

Tutto, intorno a lei, si schiudeva come un fiore . . . nel bene e nel male, si disse, pensando ad Aro.

Marcus aveva deciso di ignorare la sua presenza, ma sperò almeno che il suo maestro comprendesse il motivo della sua visita e riferisse a Grace quello che tanto avrebbe voluto dirle di persona:

Sono felice che tu sia viva, sono felice che Emily sia viva

Ti voglio bene

E spero di rivederti presto, indipendentemente dal colore che avranno i tuoi occhi quando accadrà.

Con quell'ultimo pensiero, Chelsea scomparve a gran velocità, lasciando i due neo amanti immersi nella loro luce dorata

Sì, c'era davvero una splendida luce in quel giardino.

 

***

 

Grace . . .”

Si riteneva un uomo in grado di articolare lunghi discorsi con grande facilità

Eppure, adesso che la guardava negli occhi, dopo quel lungo bacio, si ritrovava incapace di proferire una parola. Sperò che lei lo comprendesse, come lui aveva compreso tante volte i suoi silenzi

In realtà neanche lei sapeva esattamente cosa dire. Aveva preso coscienza dei suoi sentimenti così recentemente, figurarsi se sarebbe stato possibile per lei pronunciare nella sua mente i sentimenti di Marcus

Io lo amo”

Ci aveva messo così tanto per comprendere quello

Marcus mi . . .”

Ancora non era neanche in grado di pensarlo

Quei gesti bastavano, i loro corpi abbracciati erano una spiegazione sufficiente per tutto, non occorreva altro, per il momento

Ci sarebbe stato tempo per dichiararsi apertamente i loro reciproci sentimenti, nella tradizione dei migliori romanzi rosa, in cui finalmente la bella e il suo amato si giurano amore eterno dopo interi capitoli di peripezie

Ma quello non era un romanzo rosa e forse di una dichiarazione non c'era bisogno

Se lo sarebbero detti, ma per il momento le loro labbra che si univano valevano più di mille parole.

Inoltre, c'erano alcune cose da sistemare, adesso.

 

***

 

Non vorrei che mi credeste un mostro

Non lo sono, a meno che voi non abbiate questa visione riguardo ai vampiri, certo, nel qual caso sarei un mostro a prescindere

Il fatto è che ho perduto un grande amore perché sapevo che lei non avrebbe mai voluto diventare una vampira

Il fatto è che mi sono lasciato sfuggire più di una vampira perché ho preferito restare accanto alla mia famiglia, per poter vegliare su di loro

Il fatto è che so cosa hanno dovuto passare questi due giovani, Bella e Edward, da quando si sono innamorati

Ho iniziato a maturare la convinzione che vampiri e umani non dovrebbero interagire in alcun modo

Se avete compreso i caratteri di Marcus, Aro, Jane e tutti loro, se li avete giustificati per via del loro passato, se avete preso coscienza che le loro azioni sono il frutto degli eventi dei loro passati

Allora, vi prego, giustificate anche me, giustificate la preoccupazione per la mia Emily e la mia diffidenza verso l'amore che pur sto vedendo sbocciare, come un fiore, fra quei due seduti là fuori

Ma ecco, stanno per rientrare

Sarà meglio che il sottoscritto, il vostro servo Francesco, vada a sincerarsi che questa storia si concluda nel migliore dei modi.

So che è, o almeno mi auguro che sia, quello che desiderate.

 

***

 

Alice sollevò in alto il capo, distogliendo lo sguardo dalle bambine che giocavano sul pavimento, Renesmee la imitò e così, di rimando, fece Emily

Che succede Alice?”, le domandò Carlisle

Stanno rientrando”

Grazie Edward”

Ci fu un leggero trambusto in casa Cullen, con Alice, Esme e Bella che si diressero, più impazienti degli altri, verso la porta; il resto della famiglia le seguì tenendosi un poco più distanti, in ultimo Francesco che si limitò a soffermarsi a metà delle scale tra i due piani della casa.

La porta fece appena in tempo a socchiudersi

Grace!”

Emily partì a razzo dal salotto per atterrare fra le braccia, o meglio, fra le ginocchia, di Grace, la quale si affrettò a sollevarla e prenderla in braccio

Mi auguro che abbiate chiarito ogni cosa”, cominciò Carlisle, parlando per primo, posando gli occhi dorati prima su Grace, ma poi rivolgendoli a Marcus

Posso confermarlo”, fu la risposta del vampiro, nel suo solito tono apatico

Cosa hai deciso Grace?”, domandò Bella, ma anche i suoi occhi si posarono più volte su Marcus; il suo timore era comprensibile: Marcus faceva pur sempre parte dei Volturi e le sue decisioni potevano significare o meno dei guai per la sua famiglia

Se le vostre intenzioni non sono mutate”, continuò Marcus, “e siete sempre disposti ad accoglierle nella vostra casa, Grace desidererebbe far crescere Emily qui, per il momento”

Non voglio approfittarmi troppo della vostra disponibilità”, si affrettò a precisare Grace, “soltanto il tempo necessario per garantirmi un sostegno”

Non devi assolutamente preoccuparti di questo Grace”, la rassicurò Alice, “potete restare qui quanto volete”

Hai detto “per il momento””, sottolineò Rosalie, rivolgendosi a Marcus in tono circospetto, “che significa? Fino a quando rimarranno qui a Forks . . . o qui in America?”

Vi furono alcuni secondi di silenzio, prima che il vampiro le rispondesse

Su questo Grace potrà rispondere in un secondo momento; so invece che ciò che più ti preme sapere è cosa potrebbero decidere i Volturi, dico bene Rosalie?”

La vampira, evidentemente, non amava che qualcuno, eccetto suo fratello, le leggesse nella mente, perciò rivolse a Marcus un ringhio fin troppo palese

Ebbene, ho intenzione di partire immediatamente”

La piccola Emily, in braccio a Grace, iniziò ad agitarsi, cercando un contatto tra i suoi piccoli occhi verdi e quelli vermiglio del vampiro

Marcus va via?”

Mi spiace molto Emily”, fu la risposta del vampiro, “ma ci rivedremo, te lo prometto”

Grace si sentì molto rincuorata nell'udire quelle parole

Ultimamente aveva cominciato a non nutrire il minimo dubbio sulle promesse di Marcus

Tuttavia”, continuò il vampiro, tornando a rivolgersi ai Cullen, “vi do la mia parola che non riceverete alcuna visita del clan che comporti . . . cattive intenzioni”

Figurati se mi fido delle tue parole”

La voce di Francesco indusse tutti i presenti a voltarsi verso le scale, ove il vampiro italiano se ne stava, poggiato al cornicione

Non puoi prevedere cosa Aro deciderà di fare”

Assolutamente no”, ammise Marcus, per poi puntare gli occhi su Bella, “inoltre, è innegabile che voi Cullen possediate una certa predisposizione a violare qualsiasi legge stabilita dal nostro clan”

Inaspettatamente, sul volto di Bella comparve un mezzo sorriso

Ma ciò che sono in grado di promettere è che né Grace né Emily corrono alcun pericolo, né tantomeno voi per averle ospitate”

Mi dai la tua parola che la mia piccola non corre il rischio di diventare un vampiro?”

Assolutamente . . . a meno che in futuro non sia lei a volerlo, certo”

Il sibilo di Francesco lasciò intendere che l'italiano non gradiva affatto che ad Emily potesse toccare il suo stesso destino

Grace ebbe il tempo perché un piccolo pensiero le attraversasse la mente:

Sembrava che i vampiri dagli occhi rossi, coloro che si nutrivano di umani, morissero dalla voglia di tramutarli in loro simili

E che invece i vampiri dagli occhi dorati non gradissero affatto tramutare in creature della notte gli esseri umani, che la ritenessero una condanna ad un triste destino

Qualunque pensiero riguardo la malvagità o la bontà dei vampiri avrebbe potuto coglierla; invece, tutto quello che riuscì a pensare era che, in quel quadro, Marcus costituiva l'eccezione fra i vampiri dagli occhi rossi

Credo che per me sia arrivato il momento di andare”

Gli sguardi dei due vampiri italiani si incrociarono

A meno che tu non abbia ancora qualche domanda da farmi, Francesco”

No, non ne ho, in compenso ho un avvertimento”

Si ritrovarono faccia a faccia in un istante, il volto di Francesco a un millimetro da quello di Marcus

Se per qualche ragione Emily si trovasse di nuovo in pericolo a causa del “tuo” clan, non m'importa cosa mi succederà, ti ammazzerò Marcus”

Un padre, probabilmente, avrebbe giurato la stessa cosa

Adesso so per certo che le sto lasciando in mani sicure”

Marcus diede una pacca sulla spalla di Francesco, prima di voltarsi e poggiare una mano sulla testa di Emily, accarezzandole i riccioli biondi

Ci rivedremo piccola”

Grace ne era sicura

Marcus non avrebbe mai abbandonato la sua donna dagli occhi color smeraldo

Grace . . .”

Accompagnalo tu fuori Grace”, esclamò Alice, avvicinandosi, “dai a me la bambina”

E così fece, affidando Emily al tocco gentile della vampira

Così dopo potrai spiegarci cos'hai deciso di fare”

Sempre se lo vorrai, ovvio”, precisò Esme, “perdona i miei figli: un paio di loro sono abituati a non essere mai all'oscuro di niente”.

Accompagnata dai sorrisi di (quasi) tutti i Cullen, Grace si ritrovò fuori dalla villa, con la porta che le si richiudeva alle spalle e Marcus accanto a lei

I Cullen sono persone eccezionali”

Una frase che non si sarebbe aspettata da nessuno dei Volturi, soltanto da Marcus

E anche quel Francesco è affidabile tutto sommato; adesso so di lasciarvi in buone mani”

Anche lei, già sapeva che si sarebbe sentita molto più al sicuro a Forks che a Volterra

Però Marcus non poteva andarsene, non ancora

Non la stava ancora guardando

Manterrai la promessa che mi hai fatto?”

Forse, nella sua voce si sarebbe potuto leggere quel tono pretenzioso che una ragazza assume nel momento in cui scopre che i suoi sentimenti sono ricambiati; ma la sua sincera preoccupazione, la lieve tristezza della sua voce, coprirono quasi interamente quell'unica nota di pretesa

Ho mantenuto tutte le promesse che ti ho fatto finora e non intendo smettere adesso, dunque sì”

Voltò il capo, però i suoi occhi rossi ancora erano fissi altrove

Mi scriverai?”

Ti scriverò”

Se ti risponderò, mi scriverai di nuovo?”

Ti riscriverò”

No, ancora erano troppo pensierosi

E . . .”

Ecco, non avrebbe voluto perdere le parole proprio adesso

Lo avrebbe costretto, ancora una volta, a leggere nei suoi occhi azzurri per capire cosa volesse dirgli

Grace”

Se non altro, adesso i suoi occhi rossi la stavano proprio guardando . . . ed erano estremamente vicini

Avrai tutto il tempo che vorrai per pensarci, per decidere che cosa fare della tua vita, di quella di Emily, se . . . se perdere i tuoi occhi azzurri e fra quanto questo dovrà accadere . . .”

Adesso, oltre ai suoi occhi, percepiva anche le sue mani fredde sul viso

. . . io posso aspettare anche in eterno, ormai l'hai capito no?”

Basta che resti quello di adesso”

Qualcosa dentro di lei, forse Didyme, forse semplice ottimismo, la rassicurava dicendole che era impossibile che Marcus potesse ricadere nello stato in cui aveva vissuto per tutti quei secoli

Però, non poteva fare a meno di provare ugualmente una gran paura

Credo di essere io quello che se ne sta andando lasciato in attesa di una risposta, non ho ragione?”

In effetti, adesso era a lei che venivano lasciate tutte le decisioni, soprattutto se avrebbe deciso o meno di diventare . . .

Oh, quante cose avrebbe dovuto spiegare ai Cullen

Hai intenzione di non ritornare finché non avrò una risposta da darti?”

Sapeva che, in qualche modo, le avrebbe risposto di no; ma un po', solo un po', voleva provocarlo

Ti sei preso una grande responsabilità con Emily, le hai detto che tornerai”

La loro piccola . . .

Ed ho intenzione di mantenere anche la promessa che ho fatto a lei”

Finalmente poteva porgli quella domanda; una volta risposto, avrebbe anche potuto lasciarlo andare senza rimpiangerlo troppo

Tornerai?”

Ma certo”

E quando?”

Un silenzio che avrebbe preferito non ci fosse

Seppure, Marcus avesse deciso di colmarlo con un altro, lungo, delicato bacio

Non essere scorretto”

Aveva per caso avuto intenzione di sviare a quella domanda con un simile espediente? No, ciò decisamente non era da lui

Non posso prometterti una data precisa Grace, non posso neanche promettere che sarà presto; purtroppo sono soltanto in grado di prometterti che avverrà, mi vedrai tornare Grace, posso giurarlo”

Chissà, magari per il compleanno di Emily”

I due rivolsero simultaneamente uno sguardo alla porta dietro di loro, oltre la quale la piccola Emily stava, probabilmente, giocando assieme a Renesmee

Quando è nata?”

La piccola dai capelli biondi e gli occhi verdi

A dicembre”

Una piccola pausa, quel tanto che bastò a Grace per farsi attraversare la mente da un pensiero, che la spinse a voltare di scatto la testa verso Marcus

Quando è nata Didyme?”

Il vampiro attese qualche istante prima di rispondere

Oh Gesù”, pensò lei

Poi, sul volto del vampiro comparve un mezzo sorriso, “In primavera”

Grace si lasciò andare ad una risata

Scusami, forse ho preso troppo sul serio tutto quel discorso su Didyme”

Forse solo un po' troppo, solo un po'”

Tuttavia, era innegabile che solo grazie a lei, solo grazie a Didyme, loro due adesso si trovavano così vicini, qualunque significato avessero avuto i suoi sogni e quelli di Emily.

Uno scambio di sguardi e Grace si domandò se alla defunta vampira quella conclusione andasse bene

Ovunque si trovasse, avrebbe riposto con fiducia il suo amore per Marcus nelle mani di Grace?

Con la coda dell'occhio, prima di chiuderli e avvicinare nuovamente le labbra a quelle del vampiro, prima di ciò, Grace fece in tempo a scorgere un altro squarcio fra le nuvole, attraverso il quale un raggio di Sole andava a posarsi poco distante da loro

E lo giudicò un sì.

A presto”

Era stato lui a pronunciarlo, non Grace; si permise di interpretarlo come un buon segno

A presto Marcus”.

Svanì in un lampo, non le lasciò neanche la melodrammatica soddisfazione di osservarlo allontanarsi

No, decisamente quello non era un romanzo rosa. Pensandoci le sfuggì un sorriso; le bastò quell'espressione felice del suo volto per convincersi che la permanenza in America e la lontananza da Marcus non sarebbero state impossibili.

Malgrado sapesse di non poterlo scorgere, Grace rivolse gli occhi azzurri al bosco, domandandosi dove fosse arrivato, che cosa sarebbe accaduto fra lui e Aro, quando lo avrebbe visto ricomparire tra quegli alberi

Grace”

Sobbalzò

Scusa se ti ho spaventata”

Bella”

La vampira, anzi, la persona, che forse aveva più cose in comune con lei, le era comparsa accanto, probabilmente appena si era resa conto che il Volturo aveva lasciato la sua abitazione

Non fa niente, in confronto alle emozioni che abbiamo passato oggi questo non è proprio niente”

Le labbra perfette della vampira si schiusero in sorriso, “Già, se solo tutti i miei spaventi fossero stati lievi come il tuo”

Quante volte il cuore di Bella, quando ancora batteva, aveva tremato di terrore, fin quasi a fermarsi

Vi sono davvero grata, per quello che avete fatto e per tutto quello che farete in futuro”

Figurati”, anche Bella si mise ad osservare l'orizzonte, anche se con sguardo sollevato, tutto il contrario del velo di tristezza negli occhi di Grace, “Francesco è un caro amico di Carlisle e come tale lo è di tutta la famiglia; inoltre sembra proprio che per le nostre due bambine sia stato amore a prima vista”

Non si poteva negare che fra Emily e Renesmee si fosse immediatamente creato del feeling

Così pare”

Non possiamo far interagire molto Renesmee con i suoi coetanei”, spiegò Bella, “cresce troppo rapidamente e qualsiasi normale umano si insospettirebbe; mi fa piacere che abbia trovato una compagna di giochi, anche se non so dire con certezza per quanto le loro età coincideranno”

A Grace era stato spiegato solo brevemente, durante una delle sue conversazioni con Chelsea, della particolarità di Renesmee e degli altri mezzi vampiri come lei, tuttavia fu in grado di comprendere cosa Bella intendesse per età che coincidevano

Mi sembra di aver capito che tu abbia preso delle importanti decisioni riguardo il tuo futuro”

In realtà ho solo rimandato queste decisioni”

Vorresti parlarmene?”, domandò Bella, avvicinandosi un po' di più a Grace, “probabilmente sono quella che può comprenderti meglio di tutti qua dentro”

Bella non poteva negare di rivedersi in qualche modo in quella giovane donna che era comparsa in casa sua: certo le loro storie erano profondamente diverse, erano venute a contatto con due gruppi di vampiri che avrebbero potuto definirsi “opposti”; tuttavia, Bella si sentiva legata a Grace da un unico, fondamentale punto

Un vampiro ormai onnipresente nella loro vita.

Si tratta del mio futuro e di quello di Emily”

Fammi indovinare”, la interruppe Bella, “del vostro futuro “da umane” e di un vostro possibile futuro da “vampire”?”

Hai colto nel segno”, confermò Grace, sospirando; “Sai Bella . . . inizialmente, quando ho conosciuto i Volturi, ero convinta che i vampiri fossero esseri spregevoli”

Non ti biasimo”

Tuttavia, col tempo, ho profondamente cambiato opinione riguardo la vostra specie”

Bella ancora si domandava come avesse potuto cambiare opinione, come il suo giudizio sui vampiri potesse essere mutato, solo stando a contatto con i “Volturi”

So che alcuni vampiri si ritengono solo dei mostri senz'anima . . . non è vero Bella?”

Mio marito è un esempio lampante di questa filosofia”, scherzò Bella, augurandosi che il suddetto stesse origliando da dietro la porta

Ma non tutti la pensano così, ho ragione?”

Bella abbassò gli occhi per un attimo, pensandoci su un momento, “Non riesco ad immaginarmi come un essere privo di anima”, disse infine

Nemmeno io vi immagino così”, le assicurò Grace, “è per questo che ho cominciato a pensare a un futuro del genere per me . . . e anche per Emily”, si affrettò a mettere le mani avanti, “non fraintendermi, non si tratta di una decisione da prendere “nell'immediato”, non ho intenzione di imporre alcunché ad Emily finché non sarà diventata capace di prendere le sue scelte in maniera coscienziosa”

Bella avrebbe voluto ribattere che molte delle scelte che aveva compiuto, trovandosi comunque nella maggiore età, non sarebbero state definite esattamente “coscienziose”, tuttavia trovò opportuno non interrompere il discorso della ragazza

Dico solo che, in futuro, se lei lo volesse, glielo lascerei fare”

E tu invece?”, domandò Bella, facendo sobbalzare Grace, “è una prospettiva che vedi nel tuo futuro? Diventare una vampira?”

Bella aveva avuto i suoi motivi per scegliere di cambiare il colore dei suoi occhi, adesso voleva conoscere quelli di Grace

Sicuramente, rispetto a poche settimane fa, adesso non lo considero più impossibile”, fu la risposta della ragazza

Per me non è stato traumatico”, le rivelò Bella, “beh . . . non fraintendermi, la trasformazione è un evento estremamente doloroso, non voglio illuderti, tuttavia, i giorni e le settimane successivi sono riuscita a gestirli, perché avevo accanto la mia famiglia; però, Grace, devi sapere che non per tutti è così semplice, purtroppo”

Non è certo una decisione che prenderò nell'immediato, se mai deciderò di prenderla”

E quando allora?”, domandò Bella, accigliandosi: lei aveva desiderato per più di un anno di poter diventare una vampira, Edward l'aveva fatta attendere un'infinità e per lei ogni giorno diventava più insopportabile il peso di essere più vecchia del suo uomo, più vecchia ogni giorno di più

Grace aveva più di vent'anni, le conveniva sbrigarsi

Non ho fretta”

Quella era una frase riservata ai vampiri, non agli umani

Invecchiare non mi spaventa di certo e ci sono ancora tante cose che voglio fare, tante cose che vorrei sperimentare da umana”

Di esperienze degne di essere vissute da umana, Bella ne conosceva una soltanto . . . chissà se anche Grace ci stava pensando

E poi il mio uo . . .”

Era un po' presto per affermazioni così audaci come “il mio uomo”

. . . Marcus, non ha certo l'aspetto di un'adolescente, posso permettermi di invecchiare ancora almeno dieci anni, se non venti, prima di iniziare a preoccuparmi di sembrare vecchia”

Bella ebbe per un attimo la sensazione che quella ragazza avesse letto nella sua mente, tale quale a Edward

L'età adulta non mi spaventa . . . e poi devo prima di tutto pensare a Emily, arresterò la mia età quando sarà il momento giusto, anche se occorressero degli anni questo non mi crea alcun problema”

Di nuovo, Bella si sentì quasi punta sul vivo

Come se quella ragazza avesse implicitamente affermato che lei si era trasformata perché detestava l'idea di invecchiare. Tuttavia, la mente di Bella si concentrò sul punto fondamentale: Grace aveva detto il vero, Marcus avrebbe conservato in eterno l'aspetto di un uomo adulto e la ragazza, prima di raggiungere la sua età, aveva a disposizione anni per pensarci.

La vampira alzò un istante gli occhi al cielo, stranamente sereno, di Forks:

Per lei attendere era sempre stata una tortura, quei pochi mesi di abbandono da parte di Edward, quelle poche settimane in cui non aveva potuto vedere Jacob, quei pochi “giorni” in attesa che Alice e Jasper tornassero, erano stati per lei una tortura insopportabile. Come avrebbe affrontato Grace, quella ragazza così particolare, la lontananza dal suo Marcus? Avrebbe resistito agli anni in cui non li avrebbe divisi solo la distanza, ma anche la specie? E avrebbe deciso di unirsi ai Volturi? Oppure i due sarebbero stati eternamente divisi da quel maledetto clan? Con lei in America e lui rinchiuso in quella sala dei troni nei sotterranei di Volterra?

A Bella, inizialmente, erano parse impossibili tutte quelle condizioni

Tuttavia . . .

Lo sguardo di speranza di Grace, quegli occhi azzurri puntati verso l'orizzonte, l'intensità dei suoi sentimenti per Marcus

Tutto ciò le fece credere che, forse, quei due avevano una possibilità

Perché non rientriamo adesso?”, domandò la vampira, “In casa vorranno tutti sapere cos'hai deciso e cosa ti servirà in futuro”

Improvvisamente, Grace realizzò di trovarsi in un continente straniero (seppure fosse quello da dove proveniva) e di dover ricominciare tutta una vita da capo

Hai ragione, meglio rientrare”

Ti aspetto dentro allora”, concluse Bella, intuendo che la ragazza avesse ancora bisogno di qualche secondo per sé.

In effetti, appena Bella si fu richiusa la porta alle sue spalle, Grace voltò nuovamente gli occhi verso il bosco, lasciandosi accompagnare da un refolo di vento che le scompigliò i capelli corvini

Le nuvole stavano tornando a ricoprire Forks, com'era solito, com'era naturale in quella piovosa cittadina

Ma la luce splendeva anche su Forks, lei l'aveva vista, ne aveva avvertito il calore sulla pelle

Proprio come Forks sopportava le nubi in attesa di quelle rare giornate di Sole, Grace avrebbe sopportato l'assenza di Marcus, finché non l'avesse rivisto comparire tra quegli alberi

Forse ogni volta avrebbero parlato un po' di più, si sarebbero scoperti un po' di più, forse ad ogni sua visita la strada del suo futuro le sarebbe apparsa più chiara, finché non le si sarebbe rivelata davanti la giusta via da imboccare

Quello non poteva saperlo

Ma contava sui prossimi raggi di luce

Grace! Grace!”

Il trillo dolce di Emily le fece ricordare a chi avrebbe dovuto rivolgere le sue attenzioni, da adesso in poi

Chissà, forse da ora e per sempre

Ci avrebbe pensato, adesso però era il momento di tornare da Emily, che forse era stata il tramite di Didyme, che forse lo sarebbe ancora stata, che forse sarebbe stata una futura vampira ma che, per il momento, era solo la “sua” Emily.

D'altronde, la amava come una figlia

E d'altronde amava anche lui, lo amava con tutta se stessa e lo avrebbe amato ogni giorno che la vita le avrebbe concesso, mortale o immortale che fosse stata

E si sa, per amore il cuore è disposto a sopportare ogni cosa

Con quell'ultimo pensiero a infonderle coraggio, Grace aprì la porta di casa Cullen, verso di loro, verso Emily e verso il suo nuovo futuro.

 

***

 

Sono certo che questo non sia il finale che tutti sognavano

Sono certo che avrebbero preferito vedere il vampiro Marcus abbandonare il “perfido clan dei Volturi” per vivere finalmente in pace con la sua amata

Tuttavia, non è esattamente così che stanno le cose

E il vampiro Marcus può confermarlo.

In verità non si tratta del perfido clan Volturo, si tratta invero di un clan nei cui precetti ancora credo, pur non condividendone sempre i metodi, esso è stata la mia casa per secoli, per millenni. Non si tratta solo di un clan, si tratta di Chelsea, colei che è stata la prima a cercare di scuotermi dal mio torpore, ma era troppo occupata a vivere appieno la sua nuova vita vampira per impegnarsi seriamente, Chelsea che forse per la prima volta ha sperimentato il vero affetto per una persona; si tratta di Caius, che io stesso ho istruito, cercato di mitigare il suo carattere impulsivo, il suo essere così testa calda; si tratta di Aro . . . soprattutto, si tratta di Aro

La spiegazione è la più semplice, com'è stato semplice lo spiegare tutto ciò che ho fatto per Grace e Emily, è altrettanto semplice:

Non posso negare che il mio animo nutra un sentimento d'affetto per Aro.

Io e Aro abbiamo vissuto insieme per un'eternità, anzi, ormai sono molte le eternità che abbiamo vissuto, abbiamo condiviso ogni momento della nostra vita da quando lo salvai in quella notte romana

E non me ne pento, non mi pento affatto di aver soccorso quel bambino. Era così fragile, così bisognoso di qualcuno che gli stesse accanto, eppure dentro sé covava un forte desiderio d'indipendenza, tuttavia, appena ne conquistava anche solo una briciola, si voltava indietro con negli occhi il terrore di rimanere solo

Gli ho voluto bene per secoli ed in un certo senso devo a lui ciò che sono, è inutile che lui continui a ripetere che sono diventato l'uomo che sono grazie solo a me stesso: è stato lui a fare di me quel che sono e di questo gli sarò grato per ogni nuova eternità che vivrò.

So bene il motivo per cui ha scelto di porre fine alla vita di Didyme: non voleva restare solo. Per lui, privarsi della mia presenza equivaleva a rimanere solo.

Ha sbagliato, ma la verità è che ho sbagliato anch'io:

Sapevo, leggevo nei suoi occhi, ciò che stava diventando, dentro di me si stava formando la coscienza di ciò che aveva fatto e dell'essere che era diventato; e tuttavia cos'ho fatto?

Per paura di odiarlo, per paura di vedermi crollare il mondo addosso, ho relegato dentro me la verità sulla morte della mia Didyme e ho scelto di precludermi ogni tipo di emozione, così non avrei sofferto ancora

Così non lo avrei odiato

Invece avrei potuto, avrei “dovuto” odiarlo, così forse avrebbe capito che stava sbagliando

E invece ho scelto di non aiutarlo, ho scelto di non provare a distoglierlo dalla strada che aveva intrapreso, la più errata che potesse prendere, ma non l'ho fermato, ho preferito rinchiudermi in me stesso e lasciarlo affondare nel baratro da solo.

Grace

Mia cara Grace

Capisci adesso perché non posso semplicemente abbandonarlo così?

È stato grazie a te, grazie ad Emily, se mi sono tirato fuori dall'oblio in cui ero immerso, i miei occhi hanno finalmente ripreso ad osservare, osservare realmente, ciò che avevano intorno

Ho potuto scorgere te, Grace, ma purtroppo mi sono anche accorto, finalmente, dello stato di Aro

Vorrei cercare di rimettere a posto le cose, anche se non saprei dire quanta forza mi rimane ancora.

Qualcosa dentro me mi spinge a credere che anche la mia Didyme avrebbe voluto così, anche se mi sono accorto che, forse, tu sei riuscita a comprenderla meglio di quanto abbia fatto io, è anche per questo che sei così meravigliosa.

Non posso abbandonare il clan e non obbligherò mai te o Emily o farne parte, perciò so bene che ciò potrebbe tenerci divisi per molto, molto tempo.

Era da tanto che il tempo non mi procurava fastidio.

Tuttavia spero che potrai attendere Grace, che attenderai il momento in cui tornerò a riabbracciarti.

Era da tanto che non provavo il desiderio di toccare qualcuno.

Non ti obbligherò a scegliere allora, ti darò tutto il tempo che vorrai, anche una delle mie eternità.

Era da tanto che non provavo emozioni nell'attendere qualcosa.

Non voglio neanche mettermi a sperare o a pensare a quale potrebbe essere la tua decisione

Tutto ciò che spero, l'unica cosa, è di essere in grado di dirti, degnamente, cosa non ti ho detto nel giardino dei Cullen, né nel nostro giardino

Dirti quanto ti amo

Era da tanto, troppo, che non amavo così., anzi, ormai sono molte le eternit

E non me ne pento, non mi pento affatto di aver soccorso quel bambino. Era così

Gli ho voluto bene per secoli ed in un certo senso devo a lui ciò

So bene il motivo per cui ha scelto di porre fine alla vita di Didyme: non voleva restare solo. Per lui, privarsi della mia presenza equivaleva a rimanere solo.

Ha sbagliato, ma la verità

Sapevo, leggevo nei suoi occhi, ciò

Per paura di odiarlo, per paura di vedermi crollare il mondo addosso, ho relegato dentro me la verità

Così

Invece avrei potuto, avrei “

E invece ho scelto di non aiutarlo, ho scelto di non provare a distoglierlo dalla strada che aveva intrapreso, la più

Grace

Mia cara Grace

Capisci adesso perché

È

Ho potuto scorgere te, Grace, ma purtroppo mi sono anche accorto, finalmente, dello stato di Aro

Vorrei cercare di rimettere a posto le cose, anche se non saprei dire quanta forza mi rimane ancora.

Qualcosa dentro me mi spinge a credere che anche la mia Didyme avrebbe voluto così

Non posso abbandonare il clan e non obbligherò

Era da tanto che il tempo non mi procurava fastidio.

Tuttavia spero che potrai attendere Grace, che attenderai il momento in cui tornerò

Era da tanto che non provavo il desiderio di toccare qualcuno.

Non ti obbligherò

Era da tanto che non provavo emozioni nell'

Non voglio neanche mettermi a sperare o a pensare a quale potrebbe essere la tua decisione

Tutto ciò

Dirti quanto ti amo

Era da tanto, troppo, che non amavo così

 

 

Inoltre, se siete, ripeto, amanti delle ricette che combinano non solo Het, ma anche Yaoi, e amate la serie “Supernatural”, StregaSibilla ha in cantiere da un po' una ricetta incentrata proprio su di essa

Onde evitare di terrorizzarvi: della ricetta “Supernatural” sono già state preparate una mezza dozzina di capitoli, ehm, cioè, “porzioni”, dunque, semmai decidessi di far cuocere due calderoni contemporaneamente, almeno una delle ricette non correrebbe il rischio, per un po', di fermarsi troppo a lungo.

Augurandosi di aver stuzzicato il vostro palato

E di avervi offerto un'ottima cena

StregaSibilla si conceda e torna nel suo antro, sperando che i clienti le facciano sapere se hanno apprezzato o meno i suoi piatti.

Dall'antro della strega

(almeno per ora)

ossequi.

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