Burial di Haruakira (/viewuser.php?uid=98001)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il suo dolore, che non parla ***
Capitolo 2: *** Il suo dolore, lo seguirà ***
Capitolo 3: *** Quando il sole si spegne ***
Capitolo 4: *** Colpa ***
Capitolo 1 *** Il suo dolore, che non parla ***
Il suo dolore, che non parla.
Dino Cavallone è steso su un letto di fiori e velluto dentro una scatola di legno pregiato.
Hibari Kyoya lo scruta ostinato:- Svegliati stupido cavallo.
A quella richiesta prepotente Cavallone non risponderà.
Il guardiano avverte il tocco leggero di una mano coraggiosa sulla spalla, e si volta:- Sawada Tsunayoshi- proferisce lentamente- non toccarmi.
Il Vongola ritira la mano tremando, il viso porta i segni della sofferenza. Pare che stia per piangere, di nuovo.
Come si permette?
Il suo dolore vince su tutti.
Ma avrebbe preferito perderla quella battaglia.
Il suo dolore tace, non viene ostentato.
Eppure vorrebbe gridare .
E impedire ai presenti di stringersi intorno a lui, picchiandoli.
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NOTE: 120 parole, titolo escluso ovviamente. E’ un miracolo visto che non ho mai scritto drabble e ovviamente la prima esperienza è una drammatica D18. Che dire? Semplicemente vorrei precisare che Hibari non ce l’ ha con i Vongola, ma mi piace pensare che veda quel riunirsi introno a Dino come una specie di invasione e picchiarli sarebbe un modo per sfogare il dolore.
Ora vado e vi saluto.
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Capitolo 2 *** Il suo dolore, lo seguirà ***
Il suo dolore, lo seguirà
Quando lo aveva dato per morto la prima volta aveva riso, ma allora sapeva che nonostante tutto era vivo e vegeto.
Ora si trova a bere whisky su una fottutissima tomba incapace di imprecare, si è fatto portare la poltrona lì da Levi.
Un sottoposto quel giorno aveva spalancato la porta del suo ufficio:-Boss, il comandante Squalo è stato ucciso!- come se questo solo fatto lo autorizzasse a mandare a puttane il suo terrore e a entrare a quel modo.
Dopo Xanxus aveva fatto la sua comparsa sul campo di battaglia macchiato di cenere e di sangue sullo sfondo distrutto di un vecchio casolare e di un tramonto che osava allungare le braccia cremisi su di loro.
Si era abbassato sul suo corpo sollevandolo con insolita delicatezza. Aveva il viso incazzato Squalo e il boss non se ne stupì –era sempre così- e i capelli sporchi di sangue raggrumato che si appiccicavano alle sue mani. Questo non lo poteva tollerare.
-Chi?
Voleva un nome mentre le macchie scure sul suo viso si dilatavano. Come si dilatava una macchia nera al centro del petto nata e cresciuta nello stesso momento –dolore- che era legno sull’ ira.
Poi c’ erano stati il loro terrore e la sua furia, castigo doloroso di un demone che bruciava tra le fiamme di un peccato infernale, tortura dalla mano di un uomo che ha preso a sua volta vite importanti per gli altri.
Lo sanno tutti che l’ ira diventa tanto più cieca se ribolle insieme a un dolore confuso e neonato. Perché i suoi assassini non lo sapevano?
L’ ira ora aveva una nuova sfumatura.
Ed è peggio di prima.
Tira il bicchiere semivuoto sul marmo bianco.
Ma l’ urlo che dovrebbe seguire a questo gesto non accade e resta muto.
E’ irritato, il boss:-Bella promessa. E ora pretendi che ti segua all’ inferno, feccia?
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Capitolo 3 *** Quando il sole si spegne ***
Quando il sole si spegne
In una stanza spoglia i guardiani sono riuniti, gli abiti sul corpo ancora neri.
Il silenzio è dolore e sbigottimento.
Non può essere. Si chiamava Reborn ed era nato due volte ma ora quel bambino che li aveva riuniti non c’ era più.
Il cielo quel giorno si era rotto.
Quale sole avrebbe bruciato ora?
Tsuna siede composto, la terra lo ha coperto, pensa guardando idealmente il cimitero dietro la montagna.
La morte scioglie la maledizione. Ora sarai più contento.
Nello stesso momento aveva perso il padre, l’ amico, il fratello –maggiore e minore-, la guida, il sole che guidava i suoi passi malfermi.
Kyoko lo guarda:- Tsuna, lui vorrebbe che tu fossi forte.
Lo so però…
-… ti prego non dirlo- la mano con il sigillo dei Vongola gli copre il viso esausto.
Il suono assordante dell’ allarme irrompe nella base. Fa paura.
-Ci attaccano!- grida qualcuno.
E’ buio.
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NOTE: Vogliamo considerarla una doppia drabble? 150 parole. Tsuna e i guardiani sono riuniti nello stesso luogo, la prima parte della drabble è proprio per i guardiani, l’ altra per Tsuna. Allo stesso modo nella prima parte il termine “cielo” non indica Tsuna ma tutti i Vongola intendendo il cielo come l’ insieme degli elementi che lo compongono (pioggia, nuvola, nebbia ecc…). Poi ho pensato che la morte potesse sciogliere la maledizione, quindi il corpo di Reborn sarebbe adulto. Ovviamente è una fantasticheria. Infine –sempre all’ inizio- dico “gli abiti sul corpo sono neri”, non so, mi è sembrato efficace per indicare un dolore che si appiccica sul corpo, è un segno evidente.
E Reborn avrebbe davvero voluto che Tsuna fosse forte, mica lo ha allenato per niente, ecco perché le parole di Kyoko fanno male in un certo senso, non le ho messe li a caso anche se sembrano scontate e riusate.
Ah… io personalmente shonen-ai tra Tsuna e Reborn non ne vedo - e ovviamente con Reborn versione bambino non lo concepisco neppure- ma voi ovviamente siete liberi di intendere la drabble come credete anche perchè Reborn qui è nella versione adulta.
Ok, la smetto o_O e fuggo. Ma torno. Seppiatelo
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Capitolo 4 *** Colpa ***
The shine for me 8059
Colpa.
Uno che
aveva a che fare con il mondo della mafia un giorno sì e l'
altro pure poteva morire in tanti modi e
in effetti le occasioni non gli erano mancate, nè con i
Varia,
nè contro Mukuro, tanto meno nel futuro.
Ma così forse era anche peggio e anche più
assurdo.
Chè se Yamamoto Takeshi fosse morto -ancora non riusciva a
dirlo- contro qualche bastardo, allora Gokudera avrebbe potuto buttare
fuori la rabbia e il dolore procurando un' altra morte in una sorta di
vendetta e di ripicca personale. Forse avrebbe agito secondo l' antico
e mai abbastanza dimenticato occhio per occhio.
Ma tutto ciò non gli era possibile perchè
Yamamoto Takeshi se ne era andato in un certo senso da eroe.
Lambo era sempre stato un bambino vivace -troppo vivace-, e Yamamoto
quello che i piccoli della famiglia se li caricava sulle spalle con un
sorriso, il primo che li prendeva tra le braccia di fronte al
pericolo.
Il semaforo non era ancora rosso, la strada come sempre piena
di
macchine. Fu un attimo. In questo genere di cose è sempre un
attimo.
Gokudera, una mano a scompigliarsi i capelli, gli occhi prima puntati
distrattamente su un cartellone pubblicitario, aveva buttato un'
occhiata giù in basso sulla sagoma pezzata che si agitava
intorno alle sue gambe, una risata alla sua sinistra gli ronzava
fastidiosa nelle orecchie. Non c' erano novità, come sempre,
in quella routine snervante che erano le
uscite -forzate- con la stupida mucca e l' diota del baseball.
Proprio un attimo -il tempo di guardare il piccoletto e di imprecare
contro Takeshi di smetterla- perchè Lambo avvistasse un
venditore ambulante
dall' altro lato della strada e quel meccanismo strano, fatale, si
mettesse in moto.
Gokudera allungò il braccio in un gesto immediato:-Ma n-
Ma non ti hanno
insegnato ad attraversare la strada?
Si era limitato a pensarlo.
Il clacson che suona, lo stridere dei freni, il puzzo di
bruciato
e le tracce sull' asfalto, il suo corpo contro il vetro sbalzato
lontano, il dannato rosso che scatta.
-YAMAMOTO!
Un brusio concitato di voci, un andirivieni di gente curiosa o agitata,
tre ambulanze chiamate contemporaneamente sul posto.
Gokudera si era piegato sul corpo di Takeshi, le braccia si allargavano
senza vita in quella macchia enorme di sangue lasciando intravedere il
corpo di un bambino spaventato.
Colpevole.
Si vive per una vita intera e a volte basta un attimo per andar via.
E si perdono così tante occasioni, così tante...
Tipo quella
per dichiararsi,
... pensando che tanto c' è tempo.
o per essere felici.
... e all' improvviso tempo non ne hai più e ti
rimane solo un amaro rimpianto.
Sulla lapide riposano mille varietà di fiori di ogni colore,
forse non avrebbe voluto quei musi lunghi al suo funerale, forse
avrebbe voluto che loro sorridessero.
Gokudera di fronte alla sua lapide allungò le labbra in una
smorfia che doveva essere una specie di sorriso tirato.
Non ci riusciva.
Mi dispiace.
Non se non lo avrebbe rivisto mai più, un tempo piuttosto
lungo a dire il vero.
Non lo avrebbe più visto nè sentito, non ci
avrebbe
più parlato, nè avrebbe più inveito
contro di lui.
Questo pensiero fisso era sempre un pugno nello stomaco.
Un fuoco che gli bruciava viva la carne.
Un pugno tirato contro il cuore con forza.
Un coltello che taglia, si infila, gratta e ancora taglia, attorciglia,
dissangua tutto quello che può riempiendo il tuo corpo di
sangue
sia dentro che fuori.
Di angoscia.
Di disperazione.
Gokudera si girò dando le spalle alla lapide grigia -ma
colorata-, guardò prima Tsuna e poi il bambino nascosto
dietro
alle sue gambe, gli occhi apparentemente vuoti -ma pieni- e le mani
tese dentro le tasche dell' impermeabile nero.
-E' colpa tua lo sai questo, vero?
...
silenzio.
Un pianto -disperato- di bambino.
E poi ci sono cose che ti segnano davvero la vita, altre che se ne
vanno e contemporaneamente a queste altre ancora che si
rompono
senza speranza di poterle riparare.
Interi equilibri che persino sotto il più splendente dei
cieli vengono meno, fratelli che non sono più tali.
Tempeste senza più pioggia che diventano solo venti che
urlano.
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ANGOLO AUTRICE:
Partiamo dal presupposto che non ho nulla contro Lambo, anzi mi piace
un sacco, però se una deve scrivere un angst tanto vale
farlo bene, no? Detto questo, vi avviso che questa è l'
ultima perchè non ne posso più. Mi sto
deprimendo, non ce la faccio proprio. Quindi stop, fine, basta ho
già fatto una strage e mi sento anche in colpa o.O
Nell' ultima parte oltre che del rapporto tra Lambo e Gokudera e quello
tra Yame e Gokudera, parlo anche di equilibri visto che credo che tra i
guardiani -mettendo in mezzo anche Tsuna- si è creato un
equilibrio, togli uno di loro e cadono tutti insieme.
Ringrazio chi ha avuto la bontà/la pietà di
commentare questa breve raccolta, chi l' ha messa in
preferite/ricordate/seguite.
Grazie.
Dimenticavo...
DISCLAIMER: Tutta questa raccolta, dal primo all' ultimo capitolo, non
è scritta a fine di lucro e KHR e nessuno dei suoi
personaggi citati -sempre dal primo all' ultimo capitolo- mi
appartengono ma sono degli aventi diritto.
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