Primo capitolo: La stele
Pochi mesi
fa Mark si era recato in Grecia alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarli.
Dopo pochi giorni trovò una tomba nascosta in un monte, quello che secondo la
mitologia greca doveva essere il monte degli dei, olimpo.
Mark vi si
era recato spinto da uno forza esterna, sapeva di non
potersi fidare, ma qualcosa gli diceva che tutto ciò sarebbe stato utile per
sconfiggere Deep Blue. Quando vi entrò non riuscì a capire il motivo per cui una donna, e quello che apparentemente sembrava un
uomo, condividevano la stessa tomba. Si avvicinò alla tomba dell’uomo, su di essa vi era incise poche parole in greco antico.
<< Edw’
sthrìzei Apòllona, hliou qeòn >>
Mark non
riusciva a crederci. Possibile che il dio del sole giacesse in quella caverna
sconosciuta? E poi per quanto si ricordava gli dei
erano immortali, come poteva essere che Apollo si trovasse in una tomba, per di
più con una donna? Mark si spostò dalla tomba di Apollo a quella della donna.
<< Edw’
sthrìzei…. >>
Il nome
della donna era stato cancellato, ma da chi? E perché cancellarlo? Si alzò ed
aprì la tomba. Dentro vi trovò solo qualche ossa e
della polvere. Stava per richiudere quando qualcosa
attirò la sua attenzione, era una sporgenza all’interno della tomba. Allungò la
mano verso di essa e appena la sfiorò sentì un rumore
sordo provenire dalla sue spalle. Non riusciva a crede
a quello che stava succedendo, davanti a se si era aperto uno scomparto nel
pavimento. Si avvicinò e ne tirò fuori una stele.
Una volta
recuperata ritornò a Tokyo.
Dal giorno
del suo ritorno si era dedicato soltanto alla sua traduzione e finalmente vi
era riuscito:
Come
il sole con la luna
Come
il cielo con il mare
Come
l'uomo con la donna
Così
anche le divinità con i mortali si attraggono
Un
amore difficile,
Un
amore sincero e puro
ostacolato dall'invidia e dai
pregiudizi
Due
amanti della lontana età classica
furono scacciati,perseguitati ed infine uccisi
Una
divinità e una donna umana, come poteva essere il loro un amore puro quando tutti lo credevano profano?
Una
divinità che rinunciò ai suoi poteri e alla sua immortalità
Una
donna che scappò dalla sua famiglia perchè considerata eretica
Questa
è la storia dell'amore fra una divinità e una donna mortale
Uccisi
per colpa del loro amore profano
Il
padre di tutte le divinità ordinò la loro uccisione
Dopo
che il figlio,
Il
dio del sole gli disse che rinunciava al suo ruolo per una donna
Acconsentì
certo...
Ma
rabbia e rancore verso il figlio si celavano nel suo cuore
E
quando lui tornò per chiedergli aiuto...
Fu
proprio allora che questi sentimenti uscirono allo scoperto
Egli
ordinò l'uccisione del figlio prediletto.
Ma
prima che ciò avvenne Apollo, dio del sole,
ci recò da cupido, suo cugino, per chiedergli
aiuto
Egli
non poté fare nulla tranne dirgli queste parole:
Un
giorno quando noi tutti non esisteremo più,
tu rinascerai a nuova vita insieme alla tua
amata
questo perchè io so che il vostro è un amore puro e non un amore profano
Incontrerete
difficoltà, perchè qualcuno di maligno purtroppo rinascerà con voi,
ma questa volta non temete perchè quando vi
troverete il vostro amore vi salverà
Questa
è la mia promessa verso di voi.
Leggeva quelle
poche righe senza capire, qualcosa gli diceva di conoscere le due persone a cui era rivolta l’incisone, eppure era sicuro che gli
stava sfuggendo qualcosa.
- Posso
entrare o ti disturbo? -Mark si girò per capire chi era la fautrice di quella
domanda, anche se già sapeva di chi trattava.
- Ichigo, non mi disturbi affatto, entra pure -
Ichigo era
la leader delle Mew Mew, si
era subito innamorata di Mark, la stessa persona che le aveva iniettato i geni
del gatto Iriomote. Ichigo era la ragazza più allegra e solare del gruppo,
sempre disposta ad aiutare i suoi amici. Era la più forte del gruppo delle Mew Mew e l’unica in grado di
sconfiggere i mostri in modo permanente. Incontrò Mark mentre
stava passeggiando al parco con le sue amiche, e fu quello il momento in cui si
trasformò per la prima volta.
Ichigo fece
il suo ingresso sorridente, quando vide che Mark le sorrideva arrossì
lievemente, ma stranamente il cuore non gli stava martellando nel petto.
*Sarà che
ormai mi sono abituata ad essere la sua ragazza* pensò Ichigo, ma forse si
stava sbagliando, forse non era ancora pronta per accettare la verità.
- Allora a
che punto sei arrivato con la traduzione? - chiese
Ichigo sorridendo e cercando di sbirciare il foglio accanto alla stele.
- Finalmente
ho finito, dovrò dirti la verità…non so come questa cosa ci potrà aiutare…però ho una strana sensazione in proposito… - Mark
rispose senza guardare Ichigo, aveva ancora gli occhi fissi sulla traduzione
che aveva eseguito, senza dubbio era giusta…aveva sempre avuto ottimi voti in
Greco e quindi era impossibile che lui avesse sbagliato, anche se sperò che
fosse così. Però, purtroppo per lui, non si sbagliava e presto avrebbe scoperto
che la sua interpretazione era fin troppo giusta.
- Perché?
Cosa c’è scritto? Fammi leggere che sono curiosa - Dopo aver detto ciò Ichigo
prese il foglio che le stava porgendo Mark, che però
stava continuando a fissare la stele.
- Non vedo
dove sia il problema. Parla semplicemente di due innamorati – Ichigo aveva
l’aria perplessa e non riusciva proprio a capire il motivo per
cui il suo adorato Mark fosse così preoccupato, infondo era solo una
stupidissima stele che parlava di due amanti di milioni di anni fa.
- Forse hai
ragione tu Ichigo, però sono stato spinto in quella caverna, e sono stato
spinto a trovare quella stele, quindi secondo me deve
aver a che fare con Deep Blue e con due persone a noi molto vicine. Ma la cosa
ancora più strana, che non mi ero riuscito a spiegare, era il motivo per cui il dio Apollo era stato sepolto e con una donna per
di più! Una volta che ho tradotto la stele ho capito. Eppure…- Improvvisamente
Mark si estraniò dal mondo esterno per pochi minuti, perché Ichigo lo riportò
presto alla realtà.
- Mark,
secondo me non ha alcun senso questa stele…vedremo…Dimenticavo
Retasu ti deve parlare. – Dopo aver pronunciato quel nome fece una smorfia, non
capiva proprio cosa volesse da Mark, infondo a lei piaceva Keiichiro e proprio
non riusciva a capacitarsi del motivo per cui lei
passasse tanto tempo con il suo fidanzato. Retasu era sempre stata una ragazza
timida, certo bisognava ammettere che la sua gentilezza colpiva
molte persone ma spesso quest’ultime se ne approfittavano.
Da un po’
di tempo a questa parte Ichigo non aveva fatto altro che chiedersi il motivo per cui Retasu andasse così d’accordo con Mark, e non si
trovasse a disagio a parlagli, ma soprattutto voleva sapere di che cosa
parlavano.
- Oh, certo
vado subito. Ti prego di non leggere a nessuno la traduzione, per il momento
vorrei che non sapessero nulla. – Così dicendo Mark uscì dalla stanza ma prima baciò Ichigo facendola trasformare in dolce
gattino.
Ichigo uscì
dalla stanza e decise di andare un po’ in giro, la sua trasformazione sarebbe
stata un’ottima scusa per non lavorare. Purtroppo i suoi piani vennero cancellati per via di Purin che come al solito stava
in piedi sul pallone, e che per sbaglio le aveva schiacciato la coda, facendola
urlare…o meglio un miagolare.
- Bene,
bene cosa abbiamo qui? Ichigo dove pensavi di andare? – Ora sarebbe stata costretta
a tornare al lavoro, Minto l’aveva presa in braccio.
*Proprio
lei parla! Invece di lavorare sta seduta a bersi il the! Sarà che arriva da una
famiglia ricca e quindi non è abituata a fare certe cose però
almeno potrebbe far finta di darci una mano* Ichigo era visibilmente
contrariata ma a Minto poco importava, usci dal caffè con Ichigo in braccio in
cerca di un gatto randagio. Appena l’ebbero trovato e Ichigo si fu
ritrasformata entrambe tornarono al caffè. Ichigo però aveva un muso che
arrivava fino a terra mentre Minto camminava felice.
- Avanti
Ichigo non fare quella faccia! Lo sai che devi darci una mano. – Era stata
Zakuro a parlare. Zakuro era la ragazza più fredda e riservata delle Mew Mew, probabilmente il suo
comportamento era dovuto al fatto che apparteneva al mondo dello spettacolo, o più
precisamente faceva la modella.
Ichigo dopo
aver sbuffato si mise a lavorare senza proferire parola.
Sentendo
qualcuno ridere tutte le Mew Mew
si voltarono, Ichigo non apprezzò molto la vista di Retasu e Mark che ridevano
felici, la infastidiva, ma si accorse che la sua gelosia era quasi svanita del
tutto, cosa le stava succedendo? Mark non era la persona più importante per
lei? Qualche mese fa sarebbe diventata verde per la gelosia ed ora nulla, solo
un leggero fastidio, perché? Cosa le stava succedendo? Ichigo si sentì strana,
i suoi sentimenti avevano iniziato a vacillare, come poteva essere che si
fossero affievoliti così facilmente? Lei amava Mark, o forse no? La paura la
avvolse completamente, si sentì smarrita, persa, come se le mancasse qualcosa,
qualcosa di importante che credeva di avere stando con Mark, ma da quando
quella dannatissima stele era arrivata nel caffè Mew Mew i suoi sentimenti erano iniziati ad affievolirsi
senza che lei potesse farci nulla, perché? Improvvisamente si sentì il rumore
di piatti rotti, Ichigo era scappata in lacrime dalla porta principale sotto
gli occhi sbalorditi dei clienti, delle sue amiche e soprattutto di Mark. Senza
pensarci due volte Mark iniziò a rincorrerla, cosa le era
preso?Perchè era scappata in quel modo? Doveva saperlo, da
quando quella stele era arrivata al caffè lei aveva preso a comportarsi
in modo strano, non sembrava più la dolce micetta che aveva occhi solo per lui,
la sentiva distante, assente come se la sua mente fosse altrove. Perché stava
accadendo tutto ciò non era possibile che lei avesse qualcosa a che fare con
quello scritto!.
- ICHIGO!
FERMATI… - Urlò senza successo, perché ella non si fermò, non si voltò nemmeno,
continuò a scappare, scappava dai suoi problemi, scappava da Mark, dal caffè ma soprattutto scappava da se stessa. Qualcosa dentro
di lei si stava risvegliando, ma non voleva. Tutto ciò non poteva accadere! Non
a lei, che già doveva sopportare tanta sofferenza e tanta pressione cercando di
salvare il mondo…
Il flusso dei
suoi pensieri si bloccò all’improvviso, era andata a sbattere contro qualcuno.
- Io…mi
dispiace…non l’avevo vista… - Tentò di scusarsi in tutti i modi
ma la persona che aveva urtato si era limitata a dire uno scocciato -
Non importa - per poi volatilizzarsi. Poco più avanti intravide una panchina,
era stanca aveva corso per tutto il parco e quindi decise di riposarsi. Poco
dopo sopraggiunse un preoccupato Mark con il fiatone.
- Ma dove…anf..anf…stavi…anf…correndo? – Ichigo non lo degnò nemmeno di uno sguardo
ed il ragazzo notando ciò decise di sedersi accanto a lei. Passarono alcuni minuti
durante i quali lui recuperò il fiato e prese a parlare ad Ichigo dolcemente.
- Perché
sei corsa via? –
- Io…io..non lo
so – Rispose Ichigo sospirando.
- Non è che
sei gelosa? – Le chiese Mark ridacchiando.
- No, ed è
proprio questo il problema… -
- Ma cosa?... – Non poté finire la frase perché vide Ichigo alzarsi.
- Mark mi
dispiace, davvero non so cosa mi sia preso…è meglio che torni a casa se non è
un problema… -
- No, non
ti preoccupare – Ichigo dopo aver udito queste parole prese a correre per
raggiungere al più presto la sua adorata casa, la sua adorata camera in cui poi
si sarebbe potuta rinchiudere a pensare, ma mentre stava andando via le pareva
aver udito Mark dire – Io credo di sapere cosa ti affligge…. – Eppure le era
sembrato solo il vento.
Mark si
alzò dalla panchina e mesto tornò al caffè.
- Allora
l’hai trovata? -
- Hai
scoperto perché è scappata via? –
- Come sta?
–
Fu sommerso
da un fiume di domande alle quali purtroppo non poteva rispondere…non ancora.
Senza dire una parola andò a ritirarsi nella sua camera.
- Devo
assolutamente scoprire il nome di quella donna -
Ichigo
intanto era tornata a casa. Aprì la porta senza salutare nessuno, tanto sarebbe
stato inutile considerando che la casa era vuota,
corse su per le scale, entrò nella sua camera e vi si chiuse dentro. Lentamente
si avvicinò allo specchio che era stato appeso solo pochi giorni prima. Prese a
fissare la sua immagine, quando improvvisamente svenne, ma prima che ciò
potesse avvenire una figura si sovrappose alla sua dicendole – Andrà tutto bene
non ti devi preoccupare piccola Ichigo –
Quando
riaprì gli occhi ormai era sera, i suoi genitori sarebbero tornati da un
momento all’altro o almeno era quello che credeva. Lentamente si alzò le doleva
la testa, decise quindi di recarsi in cucina per poter prendere un’aspirina.
Una volta presa tornò in camera sua, stava per accendere lo stereo
quando il telefono prese a suonare.
Driiiiiiiiiiiiiiiin………Driiiiiiiiiiiiiiiiiin………….Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
Allungò la
mano tremante verso il telefono che era appoggiato sulla sua scrivania.
* Ti prego
fa che non sia Mark, non ho proprio voglia di parlargli, e poi non saprei
nemmeno cosa dirgli… *
- Pr..Pronto? –
- Hey ciao
piccola! Come va li a casa? –
- A ciao
mamma, tutto bene ^_^, a proposito ma dove siete tu e papà? –
- Ti chiamo
proprio per questo motivo, questa sera rimaniamo fuori a cena. Però non ti
preoccupare nel congelatore c’è la pizza, se vuoi puoi mangiare quella –
- Ah, ok
grazie mamma. Ci vediamo domani allora. -
- D’accordo
ciao tesoro –
Premette il
tasto per concludere la chiamata ed andò a buttarsi sul letto.
* Qualcuno
ha ascoltato le mie preghiere! Meno male, non era Mark e per di più questa sera
potrò stare tranquilla *
Così
dicendo chiuse gli occhi e si lasciò cullare da Morfeo. Almeno nei suoi sogni
non avrebbe dovuto pensare a tutto quello che era successo quel giorno.
Certamente ora non avrebbe dovuto pensare a nulla, ma forse avrebbe volentieri
scambiato il sogno insolito che stava facendo con i suoi mille dubbi e le sue
mille perplessità.
Ichigo non
si recò al lavoro per un paio di giorni, ma Mark
sembrò non accorgersene perché immerso nelle sue ricerche.
Tuttavia
una volta tornata a lavorare, non vedendo in giro Mark si preoccupò, pensava di
essere lei la causa dell’isolamento del ragazzo e quindi andò a chiedere
spiegazioni a Keiichiro.
- Scusami
Kei, posso parlarti? -
- Certo
Ichigo dimmi pure. –
- Non è che
potresti dirmi il motivo dell’isolamento di Mark? –
- Mi ha
solamente detto che stava compiendo delle ricerche, però non so dirti su che
cosa di preciso… –
-
Capisco…ti ringrazio –
Ichigo uscì
dalla cucina,rassegnata ma anche rincuorata dalle parole
del ragazzo.
Nel
frattempo Mark era ancora davanti al computer disperato, quando finalmente
trovò il nome della donna sepolta con Apollo.
Il suo nome
era φράουλα, iniziò a cercare il significato di quella parola,
ma purtroppo fu interrottò dall’arrivo di Keiichiro.
- Mark,
posso parlarti un momento? –
Sentendo quelle parole chiuse il portatile davanti a se e dedicò
tutta la sua attenzione a Keiichiro che sembrava piuttosto preoccupato.
- Dimmi
Kei, c’è qualcosa che non va? –
- Prima è
venuta da me Ichigo chiedendomi di te…avete litigato per caso? –
Accidenti
come aveva potuto dimenticarsi di quello che era accaduto pochi giorni prima?
Era così immerso nelle ricerche che non si era accorto di aver trascurato
Ichigo.
- Non
abbiamo litigato. Quando lei è scappata dal caffè, io l’ho rincorsa e abbiamo fatto
quattro chiacchere. Aveva detto che tornava a casa e quindi io sono tornato qui per dedicarmi alle ricerche, e come avrei
notato mi sono completamente isolato dal resto. -
- Capisco,
ma forse sarebbe meglio se tu le parlassi. –
- Come al solito hai ragione tu Kei…ora vado –
- Prima di
andare volevo chiederti se avevi scoperto il nome
della ragazza sepolta con Apollo –
Mark lo
guardò, come faceva a sapere quello che stava cercando? Eppure non si ricordava
di avergliene parlato. * Me ne sarò dimenticato, in questi giorni non ho
dormito molto… * Tuttavia Mark senza accorgersene mentì a quello che era il suo
amico più fidato.
- No,
purtroppo sono in un vicolo cieco. Non ho trovato nulla…però
ora sarà meglio che vada da Ichigo – Così dicendo uscì dalla stanza, senza
capacitarsi del motivo della sua bugia. Eppure qualcosa gli diceva di non
potersi più fidare di lui. Scese le scale e titubante si avvicinò ad Ichigo.
Ichigo’s POV
Lo vidi
arrivare, il mio cuore continuò a battere regolare, perché non mi sono sentita esplodere per l’imbarazzo? Perché mi sembra di
non provare più nulla nei suoi confronti? Sarà solo stanchezza certo…
Lentamente si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio di seguirlo, entrammo in
cucina. Non riuscivo a guardarlo in faccia, mi vergognavo ancora per quello che
era successo pochi giorni fa. Lo considerai come un segno, forse il mio amore
per lui non si era spento ma era semplicemente
diminuito.
Passarono
diversi minuti durante i quali nessuno di noi due parlò, finalmente smisi di
fissarmi i piedi e lo guardai, era rosso e buffo, apriva la bocca per dirmi qualcosa ma poi la richiudeva immediatamente. Presi a
guardare le sue labbra, quanto mi manca quel contatto, senza pensarci molto mi
avvicinai e lo baciai, un bacio che valeva più di mille parole e più di mille
scuse, mi trasformai in un gatto ma Mark continuò a
baciarmi facendo si che io mi potessi tornare al mio aspetto originale.
Un tenero scusa uscì dalla sue labbra con il soffio leggero di un vento estivo, lo
guardai negli occhi e gli dissi di non preoccuparsi. Mi sorrise e io sentii il
mio viso scaldarsi. Cosa mi era preso? Perché fino a pochi giorni fa pensavo di
amarlo più? Forse mi manca sentirmi stringere dalle sue braccia e sentirmi
protetta e al sicuro? Forse si, forse la mia era solo semplice insicurezza.
Forse…già quanti forse, sono troppi.
Il flusso
dei miei pensieri fu bloccato dalle dolci parole di Mark che mi invitavano a
tornare a lavorare.
- Ti
prometto che quando avrai finito di lavorare andremo al parco -
Mi sorrise,
un sorriso sincero e dolce, feci un segno di assenso con la testa e tornai a
lavorare tutta felice.
Mark’s POV
Titubante
mi avvicinai ad Ichigo, avevo paura che lei non volesse parlarmi, mi avvicinai
al suo orecchio e le sussurrai di seguirmi in cucina, cosa che fece senza
obbiettare, ma anche senza proferire parola. Non riusciva a guardarmi in
faccia, continuava a fissare le sue scarpe come se ci fosse qualcosa di
interessante, per molti minuti non proferii parola, stavo li
a fissarla e a rendermi ridicolo. Aprivo la bocca e immediatamente la
richiudevo, nemmeno io sapevo cosa dirle. Ancora una volta la sentii distante,
mi sembrava che la sua mente fosse altrove, cosa le stava accadendo? Anzi, cosa
CI stava accadendo? Volevo avere delle risposte, aprii la bocca per chiedergli
spiegazioni ma quando la vidi fissarmi la richiusi ed
arrossii. La guardai negli occhi, erano tristi, aveva paura, ma di cosa? Prima
di poter trovare una risposta alla mia domanda, la vidi avvicinarsi a me e
baciarmi, rimasi spiazzato da quel gesto, ma risposi al bacio, anche se poco
dopo mi ritrovai fra le mani una dolce gattina, la mia gattina, continuai a
baciarla e lei riprese il suo aspetto normale. Ci separammo, quel bacio era
valso più di mille parole, più di mille scuse sia sue che mie. Mi sentivo bene,
dopo tanto tempo il mio cuore era leggero, forse ad entrambi mancava questo
contatto. Un tenero scusa uscì dalle mie labbra, mi
guardò negli occhi e mi disse di non preoccuparmi, finalmente sul suo viso
riuscivo a leggere un senso di felicità e di tranquillità che prima era stato
sostituito dall’insicurezza e dalla paura. Ma da cosa erano state scaturite
queste emozioni?
In quel
momento esistevamo solo io e lei e nulla era più importante, nulla era più
importante che stringerla fra le mie braccia e vederla felice. Interruppi il
suo e il mio flusso di pensieri. Dolcemente le chiesi di tornare al lavoro e le
promisi che quando avrebbe finito saremmo andati al parco. Il luogo in cui ci
eravamo incontrati, in cui i nostri cuori avevano smesso di battere per poi
ricominciare a battere all’unisono.
Facesti un
segno di assenso con la testa e tornasti a lavorare sorridente.
Sospirai
finalmente tutto si era risolto per il meglio, decisi di uscire a fare quattro
passi, volevo schiarirmi un po’ le idee. Uscii dal locale, e per sbaglio mi
scontrai con un ragazzo. Quando lo guardai rimasi stupefatto, era straniero,
occhi azzurri e capelli biondi erano la conferma alla mia supposizione, mi
sembrava di conoscerlo, mi sembrava che ben presto avrei avuto a che fare con
lui. Mi scusai e ripresi a camminare per poi sedermi su di una panchina vicino
al lago. Chiusi gli occhi.
Ichigo’s POV
Vidi Mark
uscire dalla porta principale e pensai che stesse andando da qualche parte per
continuare le sue ricerche. Mi sentii chiamare da un cliente e velocemente mi
diressi da colui che mi aveva chiamato per sapere di cosa aveva bisogno.
Dopo
qualche minuto la campanella che Mark aveva attaccato alla porta risuonò. Mi girai.
- Benvenuto
al Caffè Mew Mew -
Poche
parole prima di vederlo in viso. Rimasi sconvolta, il mio cuore perse un
battito e cominciò a battere sempre più forte. Ma cosa mi stava succedendo?
Fino a poco tempo prima arrossivo stando fra le
braccia di Mark e ora quest’individuo mi fa uno strano effetto…Deve essere perché
non mi sarei mai immaginata di trovarmelo davanti al Caffè, aveva sempre detto
che era un posto in cui andavano solo stupide ragazzine per vedere il
proprietario, in effetti la maggior parte della nostra clientela era femminile
ed infatti quando lui fece il suo ingresso si girarono tutte a guardarlo con
occhi sognanti. Cosa voleva? Perché era venuto nel luogo che diceva di odiare?
Retasu mi si avvicinò sconvolta come me.
- Ma cosa
ci fa qui? -
- Retasu
secondo te come faccio a sapere cosa ci fa qui!–
Improvvisamente
mi sorrise, era un sorriso divertito, come se si aspettava una mia reazione del
genere vedendolo comparire al Caffè in cui lavoravo.
- Ciao
Ichigo -
- Cosa sei venuto a fare qui Ryo? –
-Fine Primo
Capitolo-
Allora,
cari lettori, cosa ne pensate?
Accettiamo
di tutto, dai commenti più carini alle critiche più odiose!
Perciò,
se volete darci una mano a migliorare, RECENSITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A
presto,
Eternal
Life, Miyu e Sheila