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di RAB 95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Idioti ***
Capitolo 2: *** Nothing's wrong ***
Capitolo 3: *** c'est l'amour ***
Capitolo 4: *** NON SEMPRE QUELLO CHE IL MONDO CONSIGLIA E’ QUELLO CHE DOVRESTI FARE ***
Capitolo 5: *** AVVISO (?) ***



Capitolo 1
*** Idioti ***









Rose si avvicinò assieme alla sua amica Emma, tutte e due molto sorprese, alla bacheca degli annunci dove un volantino ritagliato dalla Gazzetta del Profeta era appeso nella Sala Comune di Grifondoro. Aveva sentito bene? Lesse:

 

“Parte il progetto babbani per i ragazzi di Hogwarts”

Il preside di Hogwarts, Filius Vitious, ha recentemente preso la decisione di cimentarsi in qualcosa di nuovo. I ragazzi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts saranno elettrizzati nel sentire la notizia: per loro, prima volta in assoluto nella storia, verrà una volta a settimana dopo le lezioni un esperto di Babbanologia, a insegnare loro le semplici regole per vivere da babbani. Questo accadrà per tre ore al giorno, nelle quali i ragazzi dovranno impegnarsi al massimo per non usare la magia. In questo periodo, i ragazzi di uno stesso anno si riuniranno in stanze diverse (vedi sotto) e si prepareranno alle attività. Alla fine, si farà una sorta di spettacolo in stile babbano, per dimostrare che la magia può esistere anche senza l’utilizzo della magia"

Rose ed Emma si fissarono per due secondi. Poi scorsero il dito per vedere sulla lista sottostante.

1 ANNO: gli studenti del primo anno, si ritroveranno al campo da Quidditch.
2 ANNO: gli studenti del secondo anno si ritroveranno nelle serre di Erbologia, le quali sono state allargate per l’occasione.
3 ANNO: gli studenti del terzo anno utilizzeranno l’aula di incantesimi.
4 ANNO: gli studenti del quarto anno avranno la sorprendente possibilità di utilizzare la nuova Stanza delle Necessità al settimo piano.
5 ANNO: il quinto anno starà nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure
6 – 7 ANNO: il sesto anno starà nella Sala Grande. Ovviamente, il settimo anno non è incluso nel progetto a causa degli esami, ma chi volesse partecipare, è il benvenuto.



Indugiarono sul sesto anno e poi si guardarono sorridenti; Sala Grande sia!


 

**


Albus Potter e Tom Nott lessero l’annuncio la mattina dopo, dopotutto, avevano ben altro da fare la sera prima, come recuperare tutti i compiti non svolti nel caso di Al, e le ronde da prefetti. La Sala Comune di Serpeverde era stranamente silenziosa quella mattina.
“Che palle, le idee di quel matto diventano sempre più strampalate” – commentò Nott appena letta l’imminente novità.
“Già – inizia oggi?” rispose preoccupato Al.
“A quanto pare sì. Sala Grande, almeno è grande!”
Albus fece una smorfia. L’amico sapeva essere davvero pesante quando voleva.
“Andiamo Al, era una battuta, una battuta dico!”
“Beh, non era una bella battuta” si intromise Michael Zabini, ridendo. Sorrise a Tom e ad Al, che ricambiò, prese le sue cose e fece per uscire. Al si trovava bene in Serpeverde, l’avevano accolto bene, e si era fatto un sacco di amici, ma quella mattina aveva dei conti in sospeso.
“Hey Al, dove vai?”
“ Vado a cercare Scorpius, credo. Lui l’avrà letto l’annuncio?”
“ Che annuncio?” chiese Zabini.
“Vai a leggerlo, Bell’Addormentato”
Michael si avvicinò alla bacheca, lesse e sbiancò. Intanto Albus se n’era andato.
Sapeva la strada da fare: salire dai sotterranei, girare a sinistra, fare la rampa di scale stando bene attento a saltare il terzo scalino, svoltare a destra e poi fare ancora una rampa di scale e si sarebbe trovato davanti alla Sala Comune di Grifondoro. Dopodiché non doveva fare altro che.. beh, lui lo sapeva, insomma, come sempre avrebbe dovuto cercare di sedurre la Signora Grassa, che magari per una volta sarebbe caduta ai suoi piedi e l’avrebbe fatto entrare. Fatto stava che, pur essendo Serpeverde, il nostro Al non era affatto capace di sedurre né di convincere la gente a far quello che voleva. Così sapeva anche che probabilmente avrebbe dovuto aspettare che Scorpius si svegliasse e che scendesse. E quindi ogni suo tentativo sarebbe stato inutile, ma valeva la pena di tentare.
“Salve Signora Grassa, sa che ha davvero dei…” Albus la guardò bene. Gli occhi erano grigi spenti, i vestiti slavati, la bocca era screpolata, i capelli arruffati e la faccia era sporca a causa dell’ultima battaglia, che aveva lasciato dei segni indelebili. Optò per i capelli.
“.. ha dei capelli stupendi, lisci..”
“sono ricci”
“sinuosi..”
“mio caro ragazzo, cosa vuoi?”
“devo entrare, oh mia bellissima Signora Grassa!” Albus s’inginocchiò ai suoi piedi.
“Come ti permetti ragazzino? Non si dà della grassa a una signora, robe da matti!”
“Mi scusi, io non vole – non se ne vada Signora, io devo entrare!”
“Si cerchi un’altra Signora Grassa da convincere. Arrivederci! E comunque la parola d’ordine non la sai, no?” fece scocciata e si allontanò in un altro quadro. Albus iniziò a dar testate contro il muro, demoralizzato perché non riusciva a fare nemmeno un complimento che sembrasse almeno un po’.. Serpeverde. Ricordava il momento dello Smistamento.

 

I nuovi arrivati a Hogwarts erano tanti, molti di più di quelli degli altri anni. Albus Severus Potter era terrorizzato all’idea di andare a Serpeverde, anche dopo le rassicurazioni del padre. Se n’era stato tutto il tempo appiccicato a sua cugina Rose, che continuava a rassicurarlo, e aveva fatto molta attenzione a stare lontano da James. Il fratello, ne era sicuro, non l’avrebbe lasciato in pace se fosse stato troppo vicino a lui. Quando il professor Rackwood (nuovo insegnante di Trasfigurazione) chiamò il suo nome, Albus iniziò a tremare. Poi si sedette su quel piccolo sgabello, e subito dopo il cappello gli calò in testa, oscurandogli la vista.    
“Oh, un altro Potter qui, vedo. C’è molta intelligenza, si, e molta astuzia. Di coraggio un po’ pecchi, ma direi che Grifon – no, aspetta, non vuoi?”
“Scusa, cosa?”mormorò incerto.
“Non vuoi andare a Grifondoro? Credevo fosse il tuo sogno. Vedo incertezza, tanta incertezza.”
“No, io voglio andare a Grifondoro” Che stava succedendo?
“Non mentire a te stesso. Grifondoro non è la tua casa, a te piace la solitudine, l’indipendenza, e lì saresti circondato dalla tua ingombrante famiglia. Bene, detto ciò, direi che la tua casa è SERPEVERDE!”
Tornò la vista subito dopo, e vide James, e tutti gli altri, a bocca aperta, prima di correre al suo tavolo, dove conobbe Nott. Il fratello maggiore subito aveva scritto ai genitori, prendendo in giro Al. Per risposta gli era arrivata una Strillettera, e dopo quello spavento, non si permise più di prendere in giro Al.. per la sua Casa.

Forse il Cappello non aveva tutti i torti. A Grifondoro non si sarebbe trovato così bene. Certo, amato, ma non bene come lo era nei sotterranei, o quando stava con Nott e Zabini.
Ad un tratto uscì qualcuno dal ritratto, e si ricordò solo in quel momento di quel che stava facendo contro il muro. Poi si girò.
“Oh, ciao tesoro, come stai? Io, ehmm, stavo -” Emma Merlin si trovava lì a guardare Albus con uno sguardo tra l’interrogativo  il sospettoso.
“Albus, amore, è mattina” rispose scorbutica “vado a mangiare e non ti farò nessuna domanda, ciao” e se ne andò con un muso lungo e trascinando i piedi. Di mattina era sempre così priva di vita, ma ad Albus piaceva proprio per quello. Non era diversa dalle altre e non aveva nulla in particolare, ma allo stesso tempo riusciva ogni giorno a piacergli di più. E poi non era tutta abbracci e baci o appiccicosa, e ad Al andava benissimo così.

Poi di nuovo il ritratto si aprì, e finalmente uscirono Scorpius e .. Rose?
“Ciao, Scorpius, Rose!” sorrise loro Albus.
“’Giorno cugino”
“Buon giorno Al”
“Ragazzi, che succede?”
“Malfo – Scorpius qui, ha deciso che d’ora in poi mi starà sempre appiccicato finché non imparo a usare il suo nome – dopotutto ci conosciamo da sei anni – parole testuali” Rose sbuffò con i libri in mano, e guardò Scorpius con un sorriso storto, che le sorrise di rimando.
“Beh, Rosellina, ormai siamo amiconi, mi sembra chiaro”
“Va bene, come vuoi. Io me ne vado in Sala Grande, raggiungetemi là. E no, Scorpius, non seguirmi, Albus deve dirti qualcosa” Rose sorrise ai due e se ne andò.
“Scorpius! Ti piace Rose, beh si, è proprio bella, se non fosse mia cugina anche io ci farei un pensierino, credo”
Scorpius si mise a ridere. “A me piacere la Weasley? Ma no, ma no che vai a pensare. No, no figurati. Pfft, la Weasley” rispose nervoso.
“Beh. Comunque, hai visto l’annuncio?”
“Certo, la scuola ormai non parla d’altro. Penso che mi divertirò a battere Rosie anche nei test babbani”
“Voi due siete matti. E competitivi. Vi metterete nei guai”
“Beh, i guai io li affronto” Scorpius fece un mezzo sorriso, e insieme si incamminarono per la colazione.
“Hai più risolto con Rachel?”
“No, non mi vuole stare a sentire. Ma oggi la convinco, oh, se la convinco” Albus era popolare tra le ragazze per la sua dolcezza e per la sua innocenza, a differenza di suo fratello. Ma lui, di dolce e di innocente aveva ben poco. Se qualcuno gli faceva un torto sapeva come fartela pagare. Se qualcuno voleva pareggiare i conti, era il benvenuto. Però, una cosa che Albus non sapeva assolutamente fare era scaricare una ragazza. Non sapeva dir loro di no, per paura di vederle soffrire. Quindi, quando qualcuna non le piaceva, Scorpius era incaricato a dir loro di lascarlo perdere. Era successo con Layla, con Mary, con Jane, con Melissa, con Nancy e con Masie. Poi era arrivata Emma, per la quale Scorpius non era affatto servito. Sì, come no. E adesso Scorpius si era rifiutato di scaricare una ragazza per Al, una certa Rachel Hummen. Aveva iniziato a perseguitarlo da qualche settimana, e Albus ancora non era riuscito a spiegarle per bene che non era interessato. Ma oggi si era svegliato con l’intento di dirle tutto, e nessuno l’avrebbe fermato.
“Oh, guarda chi arriva” esordì Scorpius
“Oh Merlino, arriva Rachel, ch – Scorpius, dove vai?”
“Buona fortuna amico!”
Albus inghiottì  e prese un respiro “C – ciao Rachel”


**


Rose ed Emma erano sedute al tavolo di Grifondoro con Lily e Hugo, che non facevano altro che parlare di Quidditch. La squadra di Grifondoro era capitanata da James, il portiere. I cacciatori erano Scorpius, con David Litterman e  Alice Paciock. I battitori erano Hugo e Ryan Haismond e la cercatrice era Lily. Tutto sommato era una squadra forte, e alla prima partita della stagione, Grifondoro contro Serpeverde, mancava poco. La scuola con il tifo si divideva esattamente a metà, ed era uno spettacolo da vedere. Le mattine delle partite erano cariche di tensione e di competitività, che poi esplodevano durante la partita. A Rose piaceva il Quidditch. Sì, era brava a scuola, ma leggere non era una delle sue più grandi passioni, tantomeno lo era studiare. A Rose Weasley piaceva dipingere e, a dirla tutta, la partite di Quidditch la ispiravano un sacco. Tanto vero che, come ogni artista che si rispetti, era sbadata, sognatrice e inciampava su tutto.
“Emma, Emma, guarda chi passa” fece Rose.
“Ohh, ancora con questa storia? Lascialo stare, non è interessato”
“Sono sicura che fa così perché in realtà vuole mostrarmi il suo lato freddo, ma io non ci casco. E poi, noi stiamo insieme!”
“Rose, per l’ennesima volta: il fatto che lui ti abbia tirata su e che ti abbia aiutata a prendere le tue cose quando sei caduta, perché il professor Paciock l’ha costretto, non fa di te la sua fidanzata”
“Sei solo invidiosa, mi ha chiesto anche se stavo bene” ribatté l’amica con un broncio e la bocca piena di muffin. A Rose, piaceva John Johnson, ma a lui Rose Weasley non piaceva. Lui era un bel Tassorosso, non molto popolare. Era il capitano della squadra di Quidditch della sua casa, nel ruolo di battitore.  

Continuarono a mangiare, poi arrivò Scorpius, che si sedette vicino a Rose.
“Hey, Rosie, mi sei mancata”
“Malfoy, anche tu” disse sarcastica.
“Scorpius Rose, Scorpius” Sorrise lui.
“Per me sarai Troll”
“Allora, che lezioni abbiamo prima di diventare babbani?” Chiese il biondo. Sapeva benissimo che Rose stava guardando John, ma non ci faceva tanto caso. Dopotutto le sarebbe passata in fretta quanto le era venuta.
“Allora, abbiamo un’ora di pozioni con i Tassorosso, due di Incantesimi con Corvonero e un’ora di Cura delle Creature Magiche con Serpeverde.” Si intromise Emma, che sorrise non appena Albus entrò in Sala Grande, tutto rosso. Fece un cenno al tavolo di Serpeverde e poi raggiunse Grifondoro di fretta, sedendosi vicino alla sua ragazza. Tutti lì sapevano di Rachel.
“Allora zuccherino, com’è andata?”
“Beh, diciamo che potrebbe non aver capito esattamente quello che le stavo dicendo” mentre parlava Albus si guardava le mani.
“Quindi, che le hai detto?” disse Scorpius, capendo che qualcosa non era andato secondo i piani.
“Beh..” da dove cominciare?
“Beh?” Fece eco Rose.
“Ecco. Io le ho detto: ho già una ragazza, e non mi interessi!”
“Ma?”
“Date per scontato che ci sia un ma”
“Albus, è ovvio che ci sia un ma” Emma commentò.
“E va bene. Ma lei si è messa a piangere, quindi l’ho consolata” Scorpius represse una risata, immaginandosi quello che era successo. Tutti gli altri risero spudoratamente.
“Dimmi che non l’hai fatto” disse Malfoy.
“E’ che era lì, atterrita e non ce l’ho fatta a lasciarla sola”
“E poi che è successo?”
Albus arrossì di colpo e divenne agitato.
“Al, che è successo?”
“Beh, può darsi che mi abbia baciato”
I 4 amici iniziarono a ridere tutti insieme, a Emma spuntarono perfino le lacrime agli occhi. No, non era affatto turbata, si fidava di Al.
“Amore, poverino!” disse riprendendo fiato e asciugandosi gli occhi.
“Non.. non sei arrabbiata?”
“Circe, no! E ora scusatemi, vado a recuperare i compiti che non ho fatto per oggi.  Vi raggiungo in classe”
“Va bene” risposero insieme Rose e Scorpius.
Anche Albus si alzò, fece un cenno con la mano e raggiunse gli amici a Serpeverde.
“Allora, vedo che siamo soli, Rosie Rosie”
“Mmmh, no, devo andare! Ciao!” Rose prese la borsa, addentò un pezzo di pane e si allontanò. Percorse un corridoio quando si accorse che qualcuno la stava seguendo.
“Malfoy, cosa vuoi?”
“Scorpius, e voglio andare ad Hogsmeade con te” sorrise malandrino il biodo.
“Io? Ad Hogsmeade con te?” a Rose le si illuminarono gli occhi.
“Certo”
“Non se ne parla nemmeno” rispose di botta.
“Ok, che peccato. Pensavo di lasciarti in pac –“
“Accetto!”
“Bene, a sabato fiorellino”
“Certo, ehmm.. Brocchetta”


**



“Bene, ragazzi voglio tre rotoli di pergamena sull’incantesimo considera motum, e ricordate, soltanto l’emozione più intensa vi sarà rivelata. È magia molto avanzata, non mi aspetto che a tutti riesca, quindi, esercitatevi” disse il professor Keats nuovo alla cattedra d’incantesimi. Dopodiché ci fu un rumore di sedie spostate, e le solite urla post-ogni lezione, per le quali il professore si era talmente abituato, che ormai aveva smesso di provare a separare i due ragazzi.
“No, Scorpietto, a me è venuto al primo colpo, e, inoltre, ho preso decisamente più appunti di te!”
“Io sono riuscito a far rivelare alla Megans il suo amore per me. Il mio incantesimo, era migliore del tuo sotto ogni punto di vista; il movimento della bacchetta era impeccable, la pronuncia perfetta, e l’effetto magnifico”
“CHIUNQUE riuscirebbe a strappare un ‘ti amo’ dalla Megans, basta avere un cioccolatino!”
“Beh, io non l’avevo”
“Oh, ma chi voglio prendere in giro. È ovvio che io sono migliore, non c’è bisogno di dimostrarlo a te, e farò un compito più lungo!”
I due si incamminarono verso la capanna di Hagrid, dietro Emma aspettava che finissero.
“Questo lo vedremo, mon amour
“Bene”
“Rosien, ci veni alla partita, vero?”
“Certo, non potrei perdermela!” Esclamò felicissima Rose. Parlarono di Quidditch per tutto il resto del viaggio, conversazione alla quale si unì anche Emma.

 

**

Albus finì la lezione di pozioni con un sospiro. Era la materia che più odiava, anche se, doveva ammetterlo, aveva un certo talento naturale.
Si incamminò con Nott, tra varie battute squallide, verso Cura delle Creature magiche. Segretamente, sperava in un ippogrifo.

 

**


“Ragazzi, per la prossima volta non ci do’ compiti, perché ho sentito del progetto babbano e immagino che voi sarete occupati con quello” la classe partì in un applauso fuori controllo, mentre piano piano, iniziarono tutti a incamminarsi verso la Sala Grande per il pranzo.
Albus, Nott, Scorpius, Rose, Emma e Oscar, un altro Grifondoro del loro anno, si incamminarono tutti insieme.
“Ragazzi, voi pensate di prendere una parte importante nel recital?”
“Oh, Oscar, non essere sciocco, i ragazzi non vogliono mai fare queste cose, ma sono sicurissima che io sarò la protagonista!” disse Rose con uno sguardo sognante.
Ma fleur, non potrai mai competere con moi, sarò io il protagonista, solo per dimostrarti che sono e sarò sempre il migliore”
“è una sfida, Scor Scor”
“è una sfida, Rosetta”
“Ehmm, ragazzi, la sfida sarebbe arrivare in tempo per il pranzo, di questo passo” si intromise Albus.
Andarono avanti, superando il prato, oltrepassando la porta principale e percorrendo il corridoio che portava alla Sala Grande. Scorpius e Rose continuarono a battibeccare, Albus ed Emma camminavano con Nott e Oscar, tutti e quattro impegnati in un’accesa discussione. Quando arrivarono in Sala Grande si sedettero tutti insieme (un posto per Al e per Nott lo si trovava sempre, anche tra i Grifondoro), e continuarono a parlare e a mangiare. Lily stava litigando con James, e di Hugo non c’era traccia.
“Lils, dov’è Hugo?” chiese Albus, mettendo fine al litigio tra i due fratelli.
Lily scrollò le spalle e schioccò la lingua.
“Abbiamo litigato – disse scontrosa – credo sia andato giù al lago”
“E perché mai voi due avreste litigato?” chiese Rose.
“Beh, lui ha scoperto che sono andata a letto con Blanch mentre stavo con Pierce, e non gli va a genio”
“Chissà perché” commentò Scorpius sottovoce ricevendo una gomitata nelle costole.
“Lily, ma ti pare il modo?” sbottò James.
“Che c’è, sono solo una ragazza che vuole divertirsi!” Lily si alzò, prese un biscotto e se ne andò.
“Bel modo di divertirsi” commentò il fratello maggiore “Io alla sua età giocavo con le macchinine babbane di nonno Arthur, di certo non facevo sesso
Albus si morse la guancia. Erano ormai mesi che lui ed Emma stavano insieme, eppure non si erano ancora spinti oltre. Non che non avesse preso in considerazione l’idea, anzi, non vedeva l’ora, ma chiederle così di farlo, gli sembrava una cosa brutta, così stava sempre zitto. Guardò Emma, e si accorse che lei stava ricambiando lo sguardo. Sorrise, e le prese la mano, interrompendo il contatto visivo.
“Bene ragazzi!” la voce del preside risuonò nella Sala zittendo tutti.
“E ora, andate a mettere via libri e penne e a sistemarvi. Ci troviamo qua alle 15.30!”
D’un tratto le pietanze sulle quattro tavolate scomparirono, e gli studenti si alzarono dai loro rispettivi posti, per dirigersi in Sala Comune o nel prato per rilassarsi. Nott si alzò, mormorando un saluto, e andò tra i Serpeverde. Oscar invece corse dal suo ragazzo Corvonero. Oscar Heridge era un ragazzo tranquillo, con dei capelli ribelli di un biondo intenso. Tutto sommato era un bel ragazzo, e fino al quarto anno molte ragazze gli andavano dietro. Poi però si era scoperto della sua relazione con Gideon Miller, un Corvonero affascinante dai capelli corvini, e le ragazze se ne erano fatte una ragione, così come il resto della scuola.
Albus, Emma e Scorpius andarono al campo da Quidditch, Rose decise di rintanarsi sulla torre di astronomia.

**

Rose Weasley si incamminò, fece tutte le rampe di scale necessarie e arrivò finalmente alla torre di Astronomia. Poi, con un semplice gesto della bacchetta, fece comparire le sue solite attrezzature: dei pennelli, una tela, una tavolozza e tanti, tanti colori a tempera babbani. Intinse il pennello e iniziò a dipingere. Dipingeva sempre le sue emozioni, magari affacciandosi a guardare il paesaggio e a respirare l’aria fresca di tanto in tanto. Sospirò, tirando l’ultima riga e si guardò l’interno coscia, coperta dalla calza. Il suo tatuaggio criminale stava lì, un piccolo ombrellino rovesciato. L’aveva fatto il giorno del suo quindicesimo compleanno, il 27 marzo, con l’aiuto del cugino James, il quale era anche l’unico a sapere che lei lo aveva. Dopodiché prese le sue cose e si incamminò ricurva per il peso verso la Sala Comune. Ormai mancava solo un quarto d’ora prima dell’inizio del progetto. Iniziò a correre, e finalmente arrivò al ritratto. “Fidelius”. Rose aprì il ritratto e subito trovò lì i suoi amici ad aspettarla.
“Oh, ciao ragazzi! Che dolci, mi state aspettando!”
“Ma certo biscottina, non saremmo mai potuti andare senza di te” rispose Scorpius.
“Rose! Muoviti, mancano cinque minuti! Per Merlino!” fece Albus parecchio agitato.
“Perdonalo Rosie, è ancora traumatizzato dal bacio. Però sul serio, se non ti muovi ti fatturo” disse Emma. Rose sorrise felicissima e andò veloce su per le scale. Appoggiò le sue cose sul letto e legò i suoi capelli rossi in una coda scomposta. Poi scese.

 

**
 

Oscar si sporse dal letto e guardò l’orologio. “Merda, Gideon, ho cinque minuti”
“No dai, rimani qui con me!”
“Gid, lo sai che non posso” il ragazzo sbuffò, e Oscar fece per alzarsi, quando si sentì ributtare sul letto.
“Dai, lasciami ti prego” Si ritrovò sotto il peso del suo fidanzato, e sentiva il suo respiro sul collo, che il diciassettenne iniziò a baciare. Oscar represse un gemito e si mise a ridacchiare. Solo in quel momento Gideon si decise a lasciarlo andare.
“Vai, vai a fare il babbano, e lasciami qui, da solo, nell’angoscia!” si diverte a fare il drammatico pensò divertito il Grifondoro.
“Tu dovresti studiare” disse mentre si vestiva.
Il ragazzo rispose buttandosi sul letto e abbracciando il cuscino. “Solo cinque minuti”

 

**
 

Albus e il resto del gruppo aprirono il grande portone. La Sala Grande era stata allestita in un modo molto strano. I tavoli erano stati rimossi, e al lato opposto era stato messo un palco. Il pavimento era stato rivestito di una gomma morbida rossa, e le candele che di solito si trovavano sopra la Sala Grande erano state rimosse. Inoltre, la stanza non emanava più magia, come invece di solito faceva. Decisero di entrare, incerti, e si sedettero per terra vicini alle pareti, come il resto dei ragazzi – mancavano solo poche persone all’appello. Tutti gli studenti presenti si guardavano un po’ smarriti. Rose si girò a guardare John. Parlava con un paio di Tassorosso e continuava a ridere. Era davvero bello, secondo lei. i suoi pensieri furono però interrotti da un respiro affannato che si sedette vicino a lei.
“Hey, scusate il ritardo ragazzi” disse Oscar.
“Oh, non preoccuparti” risposero Albus e Rose insieme. Poi il preside iniziò a parlare.
“Benissimo ragazzi, vedo che ci siamo tutti, possiamo cominciare. Non mi dilungherò tanto, ho altre classi da fare, sono qui solo per introdurvi il vostro professore - sì Jordan, è un professore anche lui. Bene, sig. Marchi, può entrare!”
I ragazzi si girarono verso l’entrata. Entrò un uomo alto e affascinante, sulla quarantina d’anni. Dai tratti e dal cognome si poteva capire che avesse origini italiane. Subito si presentò e chiese i nomi a tutti gli studenti, il che prese una decina di minuti.
“Bene, questa è la prima lezione. Alcuni di voi, se non sbaglio, seguono già le lezioni di Babbanologia” disse con un inglese un po’ incerto. Decisamente italiano, pensò Scorpius. “Per prima cosa, vorrei chiedere a tutti, alunni e professori presenti, di mettere le bacchette nell’apposita scatola che si trova laggiù” e indicò un punto verso il palco. Subito gli studenti si lamentarono sottovoce, ma uno alla volta, alla fine, si alzarono e misero la bacchetta nella scatola.

 

**


Il signor Marchi sogghignò alla vista della fila scomposta per mettere via le bacchette. Che idioti, senza bacchetta non avranno protezioni. Il piano ha inizio.
 

**


La lezione da babbani non fu male. Il professor Marchi si era rivelato una persona piena di carisma, simpatico e disponibile. Alla fine avevano fatto un test di base per apprendere quanto gli alunni sapessero riguardo i babbani, Rose era sicura di aver preso il massimo, come rinfacciò a Scorpius almeno una dozzina di volte.













Lo so, lo so. Uno schifo. Ma ci sto provando, e se anche solo una persona la seguirà, io la continuerò! A presto:)

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Capitolo 2
*** Nothing's wrong ***


2 – NOTHING’S WRONG


Sabato Rose venne svegliata da un rumore assordante. Quando aprì gli occhi, si ritrovò a un centimetro dalla faccia di Scorpius, sorridente. La ragazza urlò.
“SCORPIUS CHE CI FAI QUI?”
“Rosie, oggi dobbiamo andare a Hogsmeade! L’hai dimenticato? Mi offendo!”
“COME..” prese un respiro profondo “come hai fatto a salire?”
“Beh, la Larry mi ha portato sulle spalle” spiegò lui con un’alzata di spalle, sorridendo alla compagna di stanza di Rose dall’altra parte, che salutò i due e uscì. “Non può aver davvero funzionato”
“Beh, l’ha fatto. Sono qui no? Bando alle ciance, Morgana, vestiti che andiamo!” la esaltò lui.
“Ma che ore sono?” piagnucolò Rose.
“Le nove. E dire che è da un’ora che ti aspetto giù”
“Ma io ho sonno!” si lamentò come una bambina sotto le coperte la rossa.
“Su, su, ti prometto che ti comperò dei dolciumi a Mielandia”
“Anche quelli nuovi buonissimi?” Rose si mordicchiò le dita all’assenso del ragazzo.
“va bene, cinque minuti e vengo”
“No no, adesso ti cambi subito, ma belle Rose” la prese per una mano e la trascinò fuori dalle coperte. Le si presentò una ragazza magra con i capelli tutti spettinati e una maglia bianca con un’opera d’arte sopra, lunga fino a metà coscia. “Malfoy, dov’è Emma?” disse con la bocca impastata dal sonno.
“L’ho incrociata qualche minuto fa. Si è incamminata per andare a Hogsmeade con Al. Ha borbottato qualcosa sul fatto che le sue amiche sono tutte di breve memoria e svogliate
“Va bene, afferrato il concetto, mi cambio e scendo, Troll”
“Perfetto Copertina, ti aspetto giù. Mi mancherai!” le urlò da fuori. Sorrise tra sé e sé.

Scorpius quella mattina si era svegliato di gran foga, pronto per la nuova giornata. Era uscito dal suo dormitorio ancora in pigiama, aveva incontrato James e gli aveva sorriso. Lui lo aveva guardato con fare sospettoso, poi aveva deciso inaspettatamente di sorridergli di rimando, un po’ incerto e spaventato dall’esaltazione del ragazzo. Perché era una cosa certa: Scorpius Malfoy non era un tipo mattiniero. Per niente. Resosi conto poi di essere in pigiama, il ragazzo era ritornato canticchiando nel dormitorio, e si era vestito. Aveva deciso di indossare una maglietta blu e dei jeans normalissimi. Poi una sciarpa, perché era un ottobre freddo, e il suo mantello, a suo modesto parere, molto figo. Alle sette in punto era andato Sala Grande, vuota. Aveva aspettato un’ora, dopo aver fatto colazione, e alle otto era salito in Sala Comune per aspettare Rose. Tutte le coppiette a quell’ora se ne stavano andando, e lui era rimasto lì. Alle nove poi si era stancato di aspettare ed era salito a importunare l’amica.

 

**


Emma non avrebbe mai, nemmeno nei suoi più remoti sogni, immaginato la sua eventuale relazione con Albus. Non l’aveva mai considerato, era solo il dolce cugino della migliore amica con una faccia adorabile un po’ da bambino. Poi però era successo l’inevitabile, crescendo insieme durante gli anni e vedendosi ogni estate. E ad Emma, l’inevitabile era piaciuto.
“Al, voglio andare da Madama Piediburro!”
“Quel posto è inquietante, andiamo ai Tre Manici di Scopa, invece”
“Uhmmmm, va bene, però mi offri una burrobirra extra zuccherata”
“Andata” le sorrise. Aveva proprio un bel sorriso. Poi le prese la mano e continuarono a camminare con le mani intrecciate.
“Al.. hai le mani sudate”
“Ma, cosa.. cosa dici! Io, non sudo mai!”
“Al.. Hai. Le. Mani. Sudate. Accetta la realtà! Dimmi, cosa ti turba?”
“N – niente” figurati. Perché mi devono sudare le mani quando qualcosa mi turba? E perché proprio lei deve saperlo?
“Dai, dimmelo, guarda che noi ci dicia - ”
“Heilà, ragazzi!”
“Ciao Gideon, Oscar! Come state?” rispose Albus contentissimo per il tempismo dei due.
“Bene bene grazie. Abbiamo interrotto qualcosa?” continuò il Corvonero.
“Ma no, figurati, niente. Vi va una Burrobirra insieme? Sì dai, decido io, andiamo!”
Albus prese tutti a braccetto e li trascinò nel locale, accompagnato dallo sguardo di fuoco della sua ragazza.
Il calore emanato dall’interno de I Tre Manici di Scopa s’insinuò addosso a tutti, che si tolsero i mantelli e si sedettero a un tavolino all’angolo.
“Emms, dov’è Rose?” chiese Oscar.
La ragazza fece spallucce. “Stava dormendo quando me ne sono andata, ma penso che verrà dopo con Scorpius”
Il Potter presente sputò la Burrobirra per la notizia.
“Asp.. aspetta. Scorpius e R – Rose, mia cugina?”
“Sì, Al, loro”
“Ma.. come? Quando?”
“Sei l’unico che non se n’è accorto, amore mio, Scorpius è cotto di Rose”
In quel mentre si aprì la porta con un fruscio ed entrò il professor Marchi. I ragazzi notarono che era davvero spaesato, così gli fecero cenno di unirsi. Lui si avvicinò con un sorriso.
“Salve ragazzi” cosa volete?
“Salve, prof. Vuole unirsi a noi?”
“Beh, mi dispiace, ma ho da fare, magari un’altra volta” rispose con un sorriso. Cosa vi fa pensare che io abbia la minima voglia di sedermi con voi ragazzini? E poi la Weasley non c’è. Non sarebbe nemmeno utile.
“Va bene. Beh, ci vediamo mercoledì prossimo allora. Arrivederci!” disse Emma sorridente.
“Ciao ragazzi, buona bevuta”
Il professore uscì e andò dritto al camino della Testa di Porco. Niente domande e niente ragazzini, lì. L’uomo entrò nell’angusto spazio del locale, e s’insinuò nelle stanze private senza farsi vedere. Prese un po’ di metropolvere e se ne andò nel camino. Sento che questo piano andrà a buon fine.

 

**


“Hugo, Hugo aspetta!”
“No, Lily, basta! Non capisci”
“Ti prego Hughs, non lo farò più. Mai più, te lo giuro” il ragazzo si fermò, dandole le spalle.
“L’hai giurato un sacco di volte. Perché dovrei crederti, ora?”
“Ma perché sono cambiata, ho lasciato Pierce e ho detto a Blach che non se ne fa più niente!”
“Questo non aggiusta le cose!” finalmente Hugo si girò. Era arrabbiato, per motivi che nemmeno lui comprendeva bene. La ragazza gli si avvicinò, e lo abbracciò.
“Ti prego Hugo, perdonami, sei mio cugino e il mio migliore amico. Perdonami”
Come sempre, il cugino e migliore amico, cedette all’abbraccio della ragazza. Merlino,ci sono ricascato. L’amica sorrise compiaciuta nel sentire Hugo sciogliersi al suo abbraccio. Siamo proprio come Al e Rose.

 

**


Rose e Scorpius, dopo una bella mezz’ora di preparativi della ragazza, finalmente si incamminarono. “Scorpietto, guarda il cielo! Ha un azzurro stupendo!”
“No, rosellina bella, io sono più bello del cielo” sorrise lui.
“Presuntuoso!” rispose la Weasley. Scorpius allora le prese la manica e se la trascinò dietro a forza.
“Va bene, andiamo, ma voglio i miei dolc… oh! Guarda! C’è John là!” a Rose vennero i classici occhi a cuore. Malfoy si mise a ridere.
“Dai, rosellina mia, andiamo a parlare con John”
“D – Davvero?”
“Sul serio”
I due ragazzi s’incamminarono verso il gruppo di Tassorosso. Rose era indecisa sul cosa fare. Passò dal saltellare al sfregarsi le mani, dal sfregarsi le mani e mangiarsi le unghie, poi prese a proclamare le sue incertezze a Scorpius, che si limitò ad annuire ad ogni cosa. Arrivarono di fronte ai ragazzi e Scorpius salutò il capitano della squadra di Quidditch di Tassorosso con una pacca.
“Hey, John!”
“Ecco qua Malfoy. Come stai?”
“Non male, non male” Poi il Tassorosso si girò verso la ragazza che stava passando da pallida a rossa e viceversa e che si guardava continuamente le mani. “Tu sei..?”
Scorpius le sorrise incoraggiante. Rose pensò alla risposta per dieci minuti, poi esplose.
“Ciao, broh! Si, io sono Rose! Ma lo sai, no? Cioè, noi stiamo ins – ”  
“Lei è Rose Weasley!” s'immischiò Scorpius. “E’ una ragazza davvero brillante, non preoccuparti” fece l'occhiolino, che l'altro ragazzo interpretò male.
“E’ la tua ragazza, Scorp?”
“No, ma no, ma no!” s’intromise Rose prima che il biondo potesse replicare. Diventando di nuovo tutta rossa.
John sembrava davvero spaventato e incerto. “Bene, io dovrei andare. È stato un vero piacere rivederti, Scorpius. Ehmm, Rose, ci si vede in giro eh?”
Le tese la mano. Lei la guardò. Oh, no, si aspetta che la stringa o che gli batta il cinque? Oppure potrebbe volere.. non so, del tipo una stretta di mano segreta o qualcosa del genere. Cosa faccio? La rossa optò per tutto. Gli strinse la mano, gli batté il cinque e fece qualche mossa delle strette di mano segrete babbane.
Il ragazzo si trattenne a stento dallo scappare, allontanandosi invece con un sorriso di circostanza.  

“E’ andata benissimo, no, Scorpietto?” disse lei sorridente.
“Stupendamente petite. Andiamo a bere qualcosa, ti va?”
“Certissimamente!”
Insieme s’incamminarono per la volta dei Tre Manici di Scopa parlando della partita che si sarebbe giocata il giorno successivo. Arrivarono poi davanti alla porta e la spinsero. La scena che si presentò ai loro occhi era assai strana.
Albus, vicino ad Emma sembrava molto agitato e sorpreso. Accanto, la sua ragazza gli stava dicendo qualcosa per tranquillizzarlo, e dall’altra parte del tavolo, Oscar e Gideon, stavano ballando da seduti, sorridenti, mormorandosi qualcosa nell’orecchio di tanto in tanto. Solo loro avrebbero potuto riuscirci, non si sa come. Scorpius e Rose si guardarono un secondo, poi presero la decisione di unirsi agli amici.
“Heilà, ragazzi, che si dice?” fece Rose di lato al cugino. Lui la guardò scioccato.
“C – che si dice? Tu, chiedi a noi ‘che si dice?’ stai assieme a Malfoy, e non l’hai detto al tuo migliore amico!”
“Al, Al, io non sto insieme a Troll, dovresti saperlo” lo consolò Rose.
“Ma.. ma voi due siete qui. Insieme.”
“sì, ma non siamo una coppia!” sorrise la rossa.
“Albus, amico, va tutto bene, non sto con la Weasley, noi due siamo solo amici, come tu sai”
“Ok, ok, capisco, va bene. Va tuuutto bene” prese un respiro profondo.
“Visto, cretino?” commentò Emma.
“Quindi non state insieme? Io e Gideon ci eravamo già fatti una storiella dietro, sulle eventuali reazioni genitori che una volta erano acerrimi nemici” fece Oscar alzandosi. “Beh, direi che per me e Gid è ora di andare”
“Già” fece l’altro. Si alzò anche lui rumorosamente e insieme uscirono dalla stanza.
Tra il tavolo dei quattro amici scese un silenzio imbarazzante. Poi Scorpius, stufo, iniziò a canticchiare una canzone.

You could wait for a lifetime, to spend your days in the sunshine..

Rose si aggiunse a lui

..You might as well do the white line, ‘Cos when it comes on top..

E poi anche Emma e Albus

..You gotta make it happen!”*

In quegli anni, infatti, la musica babbana andava molto di moda. Tra i giovani maghi i gruppi più famosi erano gli Oasis, seguiti dai Queen e dai Beatles.
Poi si guardarono.
“Scorpi, io canto meglio”
“Non direi, fiorellino”
“Ah, no?”
Ti sfido!”
Fecero comparire due microfoni e un karaoke.
Emma e Albus si guardarono esasperati “Ci risiamo”

 

**


Oscar e Gideon tornarono al castello, ed entrarono nella Sala Comune di Corvonero. Oscar si buttò sul letto del ragazzo, e prese a rovistare nel cassetto lì vicino. Sentì con le mani delle foto, così si tirò su per guardarle meglio. Le prese fuori e le sfogliò. Di fronte a lui, Gideon si stava spogliando per far la doccia.
“Sì, Osc, puoi guardarle”
“Non pensavo fossero un segreto e servisse il permesso”
“infatti non serve” rispose lui sorridendo. Gideon gli si avvicinò a petto nudo a gli si sedette vicino.
“Quella foto è dei miei genitori”
“Sì, lo so. Avevo riconosciuto tua madre. Ma.. quello non è tuo padre”
“In realtà, quello che conosci tu non è mio padre. Lui è quello 'vero' ”
“E che fine ha fatto?”
“Beh, quando avevo due anni un lupo mannaro l’ha morso. Ha deciso di lasciarci per evitare imprevisti. Non l’ho più visto da allora” il ragazzo si ammutolì. Oscar l’abbracciò. “mi dispiace, non ne sapevo niente” gli sussurrò nell’orecchio, mordendosi l’interno guancia.
“Non preoccuparti, va tutto bene, ora ho Steve, e va bene così, davvero” gli sorrise.
“Gideon, io ti amo, ci sono io per te, lo sai?”
“Come potrei non saperlo?”
Gideon si sporse a baciare il suo ragazzo. Poco dopo si trovò sopra di lui. In poco tempo quelle che erano piccole dimostrazioni d'affetto, s'intensificarono e i vestiti scivolarono via dal letto come onde che si infrangono nel mare.

 

**


Si  erano fatte le una. In Sala Grande si sedettero insieme tra i Grifoni Emma, Scorpius e Rose: Albus si era riunito ai Serpeverde, dopo una mattinata con i Grifondoro.

Si sedette quindi tra i suoi compagni di casata.
 “Al, come stai? È da tanto che non ci si vede!”
“Beh, Nott, da stamattina, in realtà” sorrise con una smorfia il ragazzo.
“Come va con la Merlin?”
“Bene, bene, al solito”
“Merlino, Albus, che hai?”
“Nulla di concreto, nulla”
In realtà in quei giorni Albus stava pensando a un sacco di cose, soprattutto alla Lily che si diverte e io no, come la chiamava lui. La ragazza con cui stava non lo voleva in quel senso, e lui sentiva messa alla prova la sua mascolinità. Insomma, era davvero così poco attraente?

 

**


Tra i professori si era creato scompiglio: il professor Marchi era uscito la mattina alle sette e mezza e non era più rientrato. L’accordo era che entro le una e un quarto tutti i professori e tutti gli alunni dovevano essere dentro la scuola. Eppure, alle una e mezza passate, il professor Marchi non si era ancora visto. Il professor Keats decise di controllare in giro, così si allontanò con il consenso del preside. Oltrepassò le barriere di protezione della scuola e andò a Hogsmeade: se il professore era uscito e non era più rientrato, il posto più indicato era sicuramente Hogsmeade. Andò ai Tre Manici di Scopa, dove la barista l’aveva visto entrare, parlare con dei ragazzi, quali Albus, Emma, Gideon e Oscar, e poi uscire. Poi andò alla stazione, ma non trovò nessuno. Decise di lasciar perdere Madama Piediburro, Zonko e Mielandia, posti poco probabili, e s’incamminò per la Testa di Porco. Lì lo vide, seduto a bere un Whiskey Incendiario.
“Signor Marchi, sta bene?”
“No, non va bene. Lento, sono troppo lento rispetto al programma, me l’ha detto”
“Ma si figuri, lei va benissimo! I ragazzi sono molto entusiasti e molto contenti di lei”
“Ah, si, i ragazzi” l’uomo finì il suo bicchiere e si alzò con un cambio d’umore sorprendente.
“Allora, ci incamminiamo?”
“Ma certo, certo, andiamo, sa che è in ritardo?”
“Sì, me ne rammarico, professore. Problemi personali, sa” fece una smorfia.
“Capisco, ma non le consiglio di rifarlo, ha fatto prendere uno spavento a tutti!”
Keats si mise a ridere tra sé e sé, mentre l’uomo accanto a sé fece una smorfia. Non ho paura di voi, rammollito.

 

**


James era sicuro di sé. La partita del giorno dopo sarebbe stata vinta. La partita del secolo, quella che nessuno avrebbe dimenticato. Aveva intenzione di stracciare quei Serpeverde, e di non farsi mettere i piedi in testa da suo fratello. Quello era l’ultimo anno, non sarebbe andata come gli anni precedenti. Non ci sarebbero state una Corvonero o una Serpeverde migliore di una Grifondoro. Era il suo ultimo anno, l’anno d’oro. E la squadra prometteva bene.

Domenica mattina tutta la squadra si era riunita con mezz’ora di anticipo come al solito, per controllare la temperatura e le prestazioni di ogni giocatore.
Lily si era preparata bene con allenamenti extra su richiesta del fratello e il boccino ormai non aveva più vie di scampo per lei. Scorpius, Alice e David erano semplicemente i migliori cacciatori di sempre, non mancavano un goal da quando avevano iniziato a stancarsi di perdere. Hugo aveva un po’ da lavorare nel suo ruolo di battitore (qualche bolide finiva addosso ai componenti della squadra rompendo loro qualche braccio), ma più o meno se la cavava, e poi era solo il suo primo anno in squadra. Poi c’era Ryan che fortunatamente riusciva a bilanciare gli errori che a volte commetteva Hugo.

L’aria era leggera e fresca, il sole non scaldava per niente ed era tenue. Condizioni perfette.

Piano piano lo stadio iniziò a riempirsi. Alle dieci e mezza, Madama Bumb, finalmente diede inizio alla partita.
“Bene ragazzi, qui alla telecronaca c’è il mitico Harry Howard, della magnifica casata dei Tassorosso! Inizia la partita. Pluffa a Scorpius di Grifondoro, che passa alla Paciock. La ragazza va dritta verso l’area di goal, ma il portiere Nott la para! Si ricomincia – no, Hugo, quello è un Bumphing!**. Ha colpito sua sorella, la Weasley dovrà andare in infermeria. Che partita. Si ricomincia, fallo per i Grifondoro. Lancia la pluffa Larrington, di Serpeverde. La partita è calma, i cercatori sembrano non vedere il boccino. David di Grifondoro recupera la pluffa, che passa a Scorpius, che va.. GOAL! 10 a 0 per Grifondoro! oh, no, oh no, ecco Highlands che va e tira – ma il nostro portier Potter è più forte!”
Passò un’oretta. “80 a 20 per Grifondoro, ragazzi, questa sì che..” poi, finalmente, Lily scorse un luccichio a pochi metri sotto di lei e si lanciò in picchiata. Albus subito la seguì, dopotutto la sua bravura era seconda solo a quella di suo padre. Però andava detto che, mentre rispetto alla sorella il boccino era subito sotto, per lui era dall’altra parte del campo. Fece in tempo a sfiorarlo con un dito prima che la cercatrice di Grifondoro riuscisse ad acchiapparlo con un sorriso a trentadue denti. “Il risultato finale è di 230 a 20 per i Grifoni! Ragazzi, quest’anno la squadra promette bene! Complimenti! Ma Tassorosso vi batterà, quando arriverà il momento, non temete!”
James scese dalla scopa raggiante. Era solo l’inizio. Corse incontro alla sorella minore e l’abbracciò forte. Poi fece i complimenti al resto della squadra con un sorriso, invitando man mano tutti i Grifondoro alla festa che ci sarebbe stata quella sera in Sala Comune. Strinse poi la mano al fratello.
“Bella partita, Jamie”
“Grazie, Ally” scherzò lui.

 

**


La giornata passò per tutti fra i compiti per il giorni dopo e lo studio. A cena, Rose li raggiunse al tavolo, e si sedette tra Hugo e James, con Albus, Nott, Emma e Scorpius di fronte.
“Buonasera a tutti. Ho sentito che qualcuno qui ha vinto! Merlino, non sono riuscita a disegnare nulla. Grazie fratello” fece Rose.
“Dui nghulla!” rispose lui a bocca piena.
“Stai bene, ora?” chiese James.
“Si, ma stavo bene anche prima. Era la Chips che non voleva più farmi andare via” rise lei.
“Bene, stasera anche tu, festa. Ally, sei invitato anche tu, su richiesta di un’amabile fidanzata”
“Mi dispiace, non mi unirò ai festeggiamenti per la vittoria della squadra avversaria” ammiccò il fratello.
“Beh, peggio per te. Arrivederci ragazzi!” si alzò e uscì.

“Ok, veniamo a noi. Cipollina, come stai?” il biondo era l’unico, dopo James, che non era andato a trovarla in infermeria.
“Benissimo, dolcetto, ma non sei stato per niente carino. Potevi venire a trovarmi!”
“Perdonami, mademoiselle, ma avevo da fare, sai, ti ho fatto i compiti”
“Non ci credo, ti amo Scorpietto! No, aspetta. Qui c’è qualcosa sotto. Dammeli!”
Il ragazzo sorrise beffardo. “Te li darò domani in classe, non preoccuparti. Oh, guardate, si avvicina Rachel, da quanto!” e indicò un punto al di là Albus, che sbiancò. Tutti si girarono, e quando capirono che in realtà nessuna Rachel era in vista, tornarono a mangiare tranquilli. Nel frattempo, Scorpius si era volatilizzato.
“Al, non ci hai più detto niente di Rachel”
“Beh, non c’è niente da dire, nulla
“Andiamo, puoi dirlo a Rose!” s’intromise Emma.
“Zitta, tu!” l’ammonì Albus.
“E va bene, glielo dico io. Lei crede di starci insieme, e se questo qui non si muove a piantarla, sarò io che pianterò lui, perché inizia davvero a innervosirmi”
“D – davvero inizia a innervosirti? Non me l’hai mai detto” Albus guardò Emma.
Rose decise che era di troppo, allora si dileguò e uscì.

Percorse i corridoi, alla festa mancava poco. Poi, d’un tratto, un dolore lancinante alla gamba. Si guardò il tatuaggio: era diventato rosso e brillava. Si sentì cadere, ma delle braccia la tennero su. Il tatuaggio si spense e il dolore sparì. Rose se lo coprì per bene.
“Signorina Weasley, sta bene?”
“Certo, professor Marchi, la ringrazio”
“Forse è meglio un controllo da Madama Chips”
“No, no, si figuri, sto benissimo!” e fece un largo sorriso.
“Va bene, per questa volta” il professore sorrise. “Arrivederci, signorina Weasley”
“Arrivederci prof! Grazie ancora!” e salutò con la mano. Poi la ragazza si fissò la gamba, e, appuratasi che non avesse nulla di strano, continuò per la sua strada.
Il professore percorse il corridoio vuoto e arrivò al suo ufficio. Prese il suo specchio gemello. Devo contattarlo. Pronunciò il nome “Fabio”. Dopo due minuti apparve la figura di un uomo, illuminato appena da una luce fioca di una candela di fronte a lui.
Cosa c’è, Alessandro?” aveva una voce agghiacciante, profonda e roca allo stesso tempo. Parlavano in italiano.
L’oggetto, l’ho avvicinato.. è successo quello che avevi detto sarebbe successo
Bene, vedo che qualcosa di buono lo fai. La ragazza sta bene? Ha avuto qualche ripercussione?
No, signore, è sana come un pesce
Bene, lei ci serve. Bravo, Alessandro, hai fatto un buon lavoro, stavolta
Certo signore, m’impegnerò al massimo
Il volto dell’uomo scomparve dallo specchio, che il professore messe via, al sicuro, nel secondo cassetto nascosto da una coperta di lana all’interno del quarto armadio alla parete destra.





*Cigarettes & Alcohol degli Oasis.
**Bumphing è un fallo del Quidditch, quando un bolide viene lanciato verso il pubblico – Wikipedia.

Allora. Salve! Siete fantastici! Grazie per le recensioni, per averla aggiunta alle seguite, una alle preferite, e anche solo per le visualizzazione :’)
Allora, secondo capitolo, un po' lungo, ma non ne prevedo tantissimi per la conclusione, però, chi lo sa? Magari ne uscirà un poema. Mmmmmmmmmmmh, niente di speciale. Spero vi sia piaciuto! E' un normale week-end! :)

Per Scorpius a Grifondoro, come ho accertato, ho preso incoscientemente ispirazione da una storia che avevo letto tempo fa di DiraReal, Doppelgaenger, che, tra l’altro, è una storia che vi consiglio vivamente di leggere perché stupenda. Grazie ancora(:
RAB ♥

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Capitolo 3
*** c'est l'amour ***



 

3 - C'EST L'AMOUR


La settimana successiva arrivò e volò via come foglie al vento. Gli alunni seguirono le lezioni normali e quella babbana il mercoledì. Non ci furono risse, nuove coppie, non ci furono incidenti in campo; nulla. Ad Al piacevano le settimane tranquille. Non si accorgeva nemmeno dei giorni che passavano. Amava sedersi nel prato e non pensare a nulla, adorava gli allenamenti sotto la tenue luce del sole con il venticello fresco che gli scompigliava i capelli. Per non parlare delle risate genuine che quelle settimane causavano a tutti. Niente stress, pochi compiti. Settimane perfette, avrebbe detto quel cantante mago, tale George Werminong. Tuttavia, la settimana tranquilla che fu per il resto della scuola, non fu una settimana tranquilla per Albus. Rose da quella domenica se ne stava tutto il tempo in biblioteca, non se l’era nemmeno presa con Scorpius, che le aveva fatto apposta tutti i compiti sbagliati, e i suoi capelli erano diventati sfibrati e arruffati. Inoltre, lui ed Emma erano in crisi. Oltre alla storia di Rachel, ora la ragazza se la prendeva per ogni minima cosa. Era diventata in poco tempo la ragazza asfissiante, quella sempre con il fiato sul collo e gelosa. Il contrario dell’Emma che conosceva il secondogenito Potter.  Scorpius, senza Rose, se ne stava tutto il tempo con i suoi amici Grifondoro, e dedicava poco tempo ad Al, giusto per un saluto o per una breve chiacchierata. Non voleva stare troppo con Oscar e Gideon perché si sentiva di troppo, e quindi era costretto a stare tutto il tempo con Nott e Zabini, oltre che con Louise Larrington (una sottospecie di bisonte) e Harper Meil, un’altra Serpeverde che aveva una cotta per lui dal primo anno, anche se Al, questo, non avrebbe dovuto saperlo. E fu così che la domenica successiva, il cugino di Rose si ritrovò seduto sulla poltrona della Sala Comune sotto il lago nero a massaggiarsi le tempie.
“Ok, Nott. No, ho detto di no!”
“Come fai a dire di no? Dai, eh!” commentò arrabbiato Zabini. Louise aggrottò la fronte.
“Scusate, ma nemmeno secondo me è così!"
“Cioè, voi state dicendo che la Weasley, Dominique Weasley non era la più sexy di questa scuola?”
“Ragazzi, se vogliamo parlare di persone sexy, direi che il fratello di Dominique, Louis, batte tutti”
“Harper, lui è un ragazzo” ribatté Zabini.
“E io sono una ragazza” rispose con una smorfia.
Era da almeno due ore che i Serpeverde discutevano. Avevano discusso del cibo, dello scarso servizio degli elfi domestici, del fatto che non c’era abbastanza spazio per i duelli e di un sacco di altre cose. Era il loro modo per dimostrarsi affetto, discutere.
“Vi prego, vi scongiuro, basta! Mi scoppia la testa”
“Al, che hai?” Harper si sedette vicino a lui e fece per toccarlo, ma il ragazzo si alzò bruscamente.
“Scusa Harp, ho bisogno di una boccata d’aria” Albus sorrise amabilmente e uscì di fretta. Non aveva una meta ben precisa, solo un disperato bisogno di staccare un po’. Gli piacevano i suoi compagni di casa, quando non ci doveva stare tutto il tempo, ma una giornata intera con loro era davvero troppo.

Il ragazzo vagò un po’ per la scuola, tra le rampe di scale e i corridoi. Si fermò di tanto in tanto a parlare con delle persone che conosceva, ma poi continuò per la sua strada. Quando svoltò, si trovò davanti Emma e Sally Larry, una compagna di stanza della ragazza. Si fissarono immobili, quando l’amica ruppe il silenzio.
“Per Morgana, siete ridicoli, parlatene e basta!” e si allontanò. Quella ragazza era un portento, aiutava sempre tutti, nel bene o nel male. Molta gente si chiedeva cosa ci facesse a Grifondoro, visto il suo spirito da buona Tassorosso.
Emma annuì, e fece cenno ad Albus di seguirla. Fianco a fianco camminarono, arrivando al Lago. Lì si sedettero l’uno di fronte all’altro.
“Al, mi dispiace, ok? Sono stata così.. gelosa, attaccata, lo so. È che questa storia di Rose mi sta facendo impazzire, non mi vuole dire cos’ha.. e sono stressata dalla scuola, dai miei studi per entrare in medicina già quest’estate, dagli esercizi per suonare il sax, da te, da Rachel” strappava erba, mentre parlava. “Il fatto è che non so se posso continuare a stare con te, ora come ora, capisci?” una lacrima le scese sul viso. “Quando mi hai baciata per la prima volta, ero la ragazza più felice, davvero”

Erano le ultime settimane ad Hogwarts. Ormai gli esami G.U.F.O. si avvicinavano sempre di più ed Emma, Albus e Rose erano seduti in biblioteca a ripassare di tutto e di più. Antiche Rune, Aritmanzia, Difesa Contro le Arti Oscure, e chi più ne ha, più ne metta. Rose si era poi allontanata a prendere qualcosa, lasciando i due, all’epoca amici, da soli.
“Che studi, Al?”
“Storia della Magia. Una noia mortale, ma, che ci vuoi fare?”
“Oh, immagino non si possa fare nulla”
“Esatto. Posso farti una.. domanda?”
“Certo!” aveva sorriso lei.
“Posso fare qualcosa per quello che provo per te?”le guance del ragazzo erano diventate subito rosse, ed Emma ebbe appena il tempo di notarlo, prima che le sue labbra calde si posassero sulle sue.


“E allora, perché mi stai lasciando?” chiese Albus on un filo di voce.
“Non vederla come una fine, possiamo sempre rimanere amici” la ragazza fece un sorriso incoraggiante. Albus sbuffò, si alzò e se ne andò. Subito Emma lo raggiunse, e lo fermò da una manica. “Al, Al, davvero, non voglio smettere di parlarti e di starti vicina, ti prego” ora la ragazza stava piangendo davvero. “Va bene, rimaniamo amici. Intanto magari esco con Rachel, così non dovrò mollarla senza nemmeno starci insieme” ribatté Albus fuori di sé scrollandosela di dosso e andandosene. Emma rimase sola, a piangere sotto il suo albero preferito.
Passarono dei minuti, poi la ragazza decise di alzarsi e si asciugò le lacrime. Chi era Albus per determinare la sua felicità? Era ora di chiarire le cose con la sua migliore amica. Emma si incamminò così verso la biblioteca, dove era sicura che ci sarebbe stata Rose.

 

**


Rose, dopo il fatto, se ne stava sempre chiusa in biblioteca. Le erano spuntate le occhiaie, che giorno dopo giorno si rimarcavano sempre di più. Una volta la Pince le aveva persino portato uno spuntino. La ragazza si era isolata dal mondo, e faceva ricerche su ricerche. Ovviamente non si aspettava di trovare qualcosa; insomma, cosa cercare? Tatuaggi che si illuminano? No, non credeva proprio. Chiuse un tomo su degli incantesimi in via di sperimentazione, e sentì la porta principale aprirsi. In un primo momento non ci fece caso, da lì c’era gente che entrava e usciva continuamente. Aveva visto un sacco di persone che non aveva mai notato prima di allora, come il ragazzo che portava sempre la cresta. O la ragazza che non sapeva truccarsi. Oppure quei due gemelli che dicevano le stesse cose contemporaneamente. Inquietanti. Poi però alzò lo sguardo, e si trovò davanti la sua cosiddetta migliore amica.
“Hey, Emmy, come stai?” Rose esibì il suo sorriso più largo e innocente, mentre cercava di nascondere il grosso libro. Solo che spostandolo, lo spinse un po’ troppo, così che cadde dal tavolo e fece un rumore assordante.
“Shh”
“Scusi, Madama Pince” disse Rose facendole un segno “è particolarmente scorbutica ultimamente la Mad” aggiunse con sussurro all’amica.
“Cos’è quel libro?” chiese Emma.
“Beh, beh, quale libro?”
“Rose, quel libro”
“Ah, quello. Insomma, quello è un tomo della biblioteca, ora lo rimetto via, era per studiare, sai com’è. Voti bassi, mamma incazzata. Così va la vita.”
“Senti, va bene, non vuoi dirmi cos’hai, lo capisco. Però, potresti fare l’amica? di nuovo? Ho bisogno di te, soprattutto adesso, ti prego”
“Oh, Emms, che ti è successo?”
“Io e.. io ed Al ci siamo lasciati” pronunciare quelle parole le fece sentire le lacrime punzecchiarle gli occhi. Ma non avrebbe pianto. “L’ho.. l’ho lasciato io” disse schiarendosi la voce, per chiarire dopo lo sguardo sconcertato dell’amica. “E non l’ho mai visto così arrabbiato. Non pensavo che Al potesse arrabbiarsi così!”
“Oh, io l’ho fatto arrabbiare tante di quelle volte. Gli passa, all’inizio si comporta da stronzo per almeno due giorni, ma poi torna il dolce Al di sempre, tranquilla”
“Non sei per niente d’aiuto”
“Scusa, cosa vuoi che ti dica? Che tornerete insieme? Emma, tu l’hai lasciato, e lui, per quanto possa essere dolce e affettuoso, c’è rimasto male. Non puoi semplicemente pretendere che rimanga il tuo migliore amico, così. Non è così che funziona. Tornerà a parlarti, di questo ne sono sicura. Potrà farlo da amico, ma potrà anche trattarti male, non saresti la prima. Tante prima di te gli hanno fatto quelli che secondo lui erano torti. L’hanno pagata. Mi dispiace, questo sì”
“quindi.. secondo te è tutto perduto?” La biblioteca fa male alla mia Rose.
“No, tranquilla. Lui sa farla pagare alla gente, ma sa anche perdonare. Sono sicurissima che ti verrà in mente qualcosa” sorrise Rose, abbracciando l’amica. Basta indagare, su questi tomi non troverò niente. Torniamo alla bella vita!

 

**


Si trovava in una stanza scura, illuminata da un focolare acceso al centro della parete a destra. Girò lo sguardo e notò delle cornici con delle foto su degli scaffali disposti lungo i lati. Ne prese una e l’avvicinò al fuoco, per osservarla meglio. A destra c’era un albero su un prato verde con delle foglie ingiallite, che cadevano scontrandosi con il pavimento. Poi notò un’altalena, attaccata a un ramo a sinistra e sull’altalena azzurra un bambino rideva mentre dondolava su e giù. Sfiorò la cornice con una mano. Lui sentiva di conoscerlo quel bambino. Solo.. dove? Guardò bene, poi un rumore spezzò il silenzio di quella stanza, e l’uomo fece cadere la cornice, rompendola in mille pezzi. Si girò lentamente, e se lo trovò davanti, lo stava aspettando.
bene bene, Alessandro, ti piace la mia foto?
Il signor Marchi raccolse i pezzi di vetro rotti e li appoggiò sul tavolo, prima di mormorare un reparo.
sapevo di aver già visto quel bambino, Fabio
Bene, bene. Allora, come procede?”
Beh, da quando il Signore Oscuro è decaduto, Hogwarts è molto più protetta. Ma potrei aver scoperto un modo per entrare, signore
Ah, davvero. Mi dica, come?
Il signor Marchi sorrise. Si allontanò di qualche passo fino ad arrivare alla porta chiusa. La aprì. Essa portava a un corridoio. L’uomo ne uscì, e tornò dentro trascinandosi dietro un corpo. Fabio sorrise.
Non è quel barista di quel locale?
Sì, signore, ha indovinato. Aberforth Silente, in persona. O meglio, in corpo. Forse l’ho ucciso, non lo so” Alessandro scoppiò in una profonda risata.
Si spieghi, lo sa che non mi piace spargere morti
Beh, vede signore.. durante la guerra, Potter e i suoi amici avevano bisogno di entrare e uscire dal castello. Da quel che ho capito, il signor Paciock l’ha.. diciamo.. scoperto” Vedendo lo sguardo impaziente del suo padrone, non si dilungò in approfondimenti e andò dritto al punto. “C’è un passaggio segreto alla Testa di Porco. Porta alla Stanza delle Necessità al settimo piano
Marchi, lo sa che è bruciata quella stanza? Ero presente a quella battaglia
Sì, ma ho fatto le mie ricerche. La Stanza delle Necessità è stata rinvenuta un paio di anni fa, all’insaputa degli studenti. Certo, potrebbero venirne a conoscenza, ma ormai nessuno ci pensa più
L’uomo che stava di fronte a lui ghignò soddisfatto.
Giorno dopo giorno mi convinci sempre di più sul fatto che io abbia fatto bene ad assumerti
Sì, signore, grazie, non la deluderò

 

**


Scorpius Malfoy voleva Rose Weasley. Se n’era reso conto soprattutto in quella settimana senza di lei. La voleva e l’avrebbe avuta. Chi poteva dire di no a Scorpius Malfoy? E poi, ne era sicuro: loro due insieme facevano scintille. Di quelle brillanti, che ti rimangono impresse. Da mezza Hogwarts erano già considerati una coppia, quindi perché non diventarlo davvero? Scorpius continuò a camminare con un largo sorriso in volto, quando si imbatté in Albus. O forse non era lui. Si avvicinò al ragazzo appoggiato con la testa contro al muro, per assicurarsi fosse lui. Quando riconobbe i capelli (già) provò a toccarlo sulla spalla, ottenendo come risposta uno scrollamento e un grugnito.
“Ally? Ally, ci sei? Ally, Ally!” iniziò a canticchiare Scorpius. il moro vicino finalmente si girò. “Non. Chiamarmi. Così.” Disse con uno sguardo da incenerimento.
“ohohoh, parecchio incazzati, vedo”
“Oh, se lo sono. Me la pagherà, quella figlia di Umbridge”
“ok, stiamo ancora parlando di cibo? Fai parecchio paura”
“Emma, non cibo”
“che è successo?” chiese il biondo preoccupato. Quei due gli piacevano!
“Mi ha lasciato, troppo impegnata con la scuola e i miei interessi, e bla bla bla, le solite scuse” la cantilenò Albus con una voce da ochetta.
“Sono sicuro che si risolverà” idea idea “Invece, che ne diresti di aiutare me?”
“Certo, con cosa?”
“Beh, naturalmente voglio la mia zucca!”
“Rose? Vuoi mia cugina? Certo! Hai tutto il mio appoggio e il mio aiuto!” ad Albus si illuminarono gli occhi. Ah, l’amore, che potere aveva sul piccolo Potter.

 

Ehmm, ciao! Vabbeh, capitoli del tutto inutili e insulsi, lo so. E' che se non aggiungo queste cose verrebbe più o meno una storia di due pagine ç_ç Ringrazio tuuuutti quanti, davvero, è molto importante per me sapere che qualcuno legge, qualcuno segue, qualcuno recensisce, qualcuno ce l'ha tra le preferite e che qualcuno l'ha pure messa nelle ricordate *-* anche perchè io sono solo una piccola scrittrice che scrive perchè le piace, pur sapendo di essere completamente negata. Quindi, sapere che qualcuno mi segue è davvero bellissimo, quindi grazie.
RAB

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Capitolo 4
*** NON SEMPRE QUELLO CHE IL MONDO CONSIGLIA E’ QUELLO CHE DOVRESTI FARE ***


4 - NON SEMPRE QUELLO CHE IL MONDO CONSIGLIA E’ QUELLO CHE DOVRESTI FARE
 

“io ti perdono”
La ragazza sputò il suo succo di zucca del pranzo. Era un mercoledì, e i due giorni precedenti li aveva passati fra scherzi per ripicca e discussioni con quello che una volta era il suo ragazzo. Non poteva di certo dire che le acque si fossero calmate in quei pochi minuti, e non riuscì, in un primo momento, a capire il meccanismo dei neuroni che possedeva il cugino della sua migliore amica, il fratello di “quello bravo a Quidditch”, con il quale aveva parlato pochissimo, insomma.. di Albus.
“bene, sono contenta che tu lo faccia”
“No, sono serio: io ti perdono” il ragazzo le toccò la spalla e si sedette a cavalcioni sulla panchina, con uno sguardo serio, gli occhi verdi più verdi del solito.
“Quindi, intendi.. amici come prima?”
“Certo! Sicuro!” Albus sorrise e, ottenuto ciò che voleva, si alzò e si allontanò. Albus era davvero bello, magro, e l’uniforme gli conferiva un aspetto.. regale, elegante. Lui la portava meravigliosamente, e non tutti ne erano capaci (diciamo pure che i tre quarti e mezzo della scuola, in uniforme sembrava una mandria di imbecilli). Emma lo guardò uscire dalla Sala Grande con la borsa in spalla. Perché se lo era lasciato scappare?

**

 Scorpius Hyperion Malfoy era pronto a ottenere ciò che voleva. Sapeva parlare cinque lingue, imparate in quelle scuole babbane che suo padre gli aveva obbligato a frequentare prima di Hogwarts, sì dai, per imparare a non odiare i babbani. Da che pulpito. Se aveva imparato cinque lingue, non sarebbe stato difficile conquistare una ragazza, no? Nemmeno se la ragazza in questione era Rose, giusto? Almeno, questo era quello che Al gli aveva detto. Il ragazzo s’incamminò alla volta dell’entrata della Sala Comune di Serpeverde. Odiava quel posto, era verde e freddo, ma Al non voleva rischiare di incontrare qualche partente. Non era la prima volta che ci andava, ma ogni volta gli dava la stessa brutta sensazione. Nell’attesa dell’amico, il biondo si mise a contare i mattoni del muro. 1..2..3….56..78..112
“Scorp, che stai facendo?”
“Al! Sei in ritardo, si può sapere dov’eri?” Il moro fece spallucce, e si avvicinò alla porta. Pronunciò la parola d’ordine e la porta si aprì, rivelando la Sala Comune vuota (erano tutti a pranzo) con un fuoco acceso e dei divani verdi al centro. Il ragazzo fece cenno al Grifondoro di entrare, e si sedettero l’uno di fronte all’altro sui rispettivi divani.
“Allora, Al, dov’eri?”
“beh, io..”
“Al. Hai rinunciato a farla pagare a Emma, vero?” Scorpius lo guardò severo. Dopotutto la vendetta portava solo guai, tra ex.
“C – certo. Sì, ovvio, per chi mi hai preso?”
“Al. Fai schifo a mentire” il biondo scoppiò a ridere, e così fece anche Al.
“Beh, sai com’è. Comunque, noi siamo qui per te, non per me, giusto?”
“Giusto”
“Allora, secondo me tu piaci a Rose, quindi non c’è davvero bisogno di un piano”
“Tu dici?”
“Ne sono più che sicuro. Vai e stendila!” Albus sorrise tutto compiaciuto di sé, e Scorpius si alzò di scatto, carico, pronto, perché così gli stavano consigliando, la fiducia era la base della sua vita!
Uscì sorridente dalla Sala Serpeverde e percorse i corridoi, prima avrebbe un po’ parlato con Rose, poi le avrebbe confessato i suoi sentimenti, lei avrebbe sorriso e poi avrebbero vissuto per sempre insieme, si sarebbero sposati e avrebbero avuto due figli: Aichlinn e Bethany. Arrivò alla Sala Comune di Grifondoro ed entrò tra i risolini della Signora Grassa. Ed eccola lì, con una coda alta che teneva i capelli ricci rossi legati insieme. Stava sorridendo a due ragazzi e aveva il viso sporco di colore blu. Il biondo si avvicinò piano piano.
“Troll!” Rose sorrise e gli andò incontro.
Ma fleur, dov’eri in tutto questo tempo?”
“Eh, ricerche su richerche, ma sono contenta di essere tornata”
“Mi sei mancata!”
“certo, me la pagherai per i compiti, ma non vale, io sono comunque la migliore”
“L’importante è crederci!”
“Infatti io ci credo” Sorride, mi guarda, è venuta da me, ha lasciato quei due ragazzi, le piaccio, è il momento. Il mondo mi sta dando tutti i segnali. Scorpius si sentì ad un tratto molto nervoso, ma prese un respiro profondo e si sistemò i capelli. Sorrise come solo lui sapeva fare e iniziò a parlare.
“Ehmm, Rosie, posso dirti una cosa?”
“Certo, dimmi!”
“Beh, tu.. insomma, penso ti sarai accorta del fatto che tu mi-mi piaci molto, e mi chiedevo se.. se potevamo stare insieme” Che tentativo patetico. La rossa perse il sorriso e lo guardò un po’ stranita. L’unica cosa che le uscì dalla bocca dopo vari minuti fu un “Oh”. Un semplice e inutile Oh. Scorpius si riscosse subito dopo. Perché aveva dato retta al mondo?
“No, scusa, ho bevuto un po’, fai finta che non ti abbia detto niente, ok mio piccolo vaso?
“uhmm, va bene!” Sorrise lei. “In ogni caso ora devo andare, ci si vede in giro, no?”
“Certo, a dopo!  Mi mancherai!” Stupido, stupido, stupido, stupido.

Rose si allontanò con mille pensieri per la testa. Prima il tatuaggio, poi Emma e Albus, adesso ci mancava solo Scorpius! Albus.. a lui doveva raccontare del suo piccolo ombrellino impresso sulla gamba. Stupida, stupida, stupida, stupida.
Così fece retro marcia e s’incamminò per andare nei sotterranei. Arrivata bussò tre volte e aspetto. Nessuno rispose. Bussò cinque volte. Ancora niente. Iniziò a fracassare la porta con pugni e calci finché finalmente qualcuno si degnò di aprirle. Era Nott.
“Hey, Tom! Dimmi, hai per caso visto Al?”
“Hey adorabile Rose! Com’è che diventi sempre più sexy?”
“Ehmm, grazie. Dov’è Albus?”
“Si sta facendo una doccia. Vuoi aspettarlo qui?”
“Si grazie, è piuttosto importante”
“Bene, entra. Vado a dirgli di muoversi, non si fanno aspettare le signore”
“Grazie, mangia tutti i biscotti che ti ha fatto la Jones!”
“B-Biscotti? Jones? Di che stai parlando?”
“Vedrai!”
Nott si allontanò con dei grugniti. Ah, le donne.
Rose si accomodò sul divanetto della Sala Comune, e mangiucchiò delle Piperille che erano appoggiate sul tavolino di fronte a lei. dopo pochi minuti le si avvicinò correndo e agitato il cugino con i capelli bagnati e i vestiti messi addosso malamente.
“Oh, Rose, cos’è successo? DIMMI, TI HANNO FATTO DEL MALE?”
“Ma che dici, stupidino. No, no, sto benissimo”
“E quale sarebbe la cosa importante?” fece lui seccato accomodandosi di fianco alla rossa.
“Beh.. è una cosa successa che.. in realtà non so cosa sia, perché non ne ho la minima idea, è che è successa e non so cosa fare! Mi sta facendo diventare pazza, ci penso giorno e notte, e pure durante il pranzo! Inoltre –”
“Rosie, calma, respira. Insipira.. ed espira. Spiegati”
“Beh, l’altro giorno mi è quasi scoppiata la gamba” Al sbiancò
“C – cosa?”
“Beh, non lo so.. prima però devo farti vedere una cosa”
“Va.. va bene”
La ragazza si alzò un po’ la gonna.
“R – Rose, che stai facendo?” il ragazzo diventò tutto rosso “Siamo cugini!” aggiunse.
“Ohh, stai zitto a guarda!”
Albus deglutì, ma continuò a fissare la gamba. Rose le mostro l’interno coscia. Non lo notò subito, ma non appena vide il tatuaggio, Albus si alzò da divano.
“Cosa diavolo è quello? Lo sa zia Hermione?”
“In effetti potrei aver dimenticato di dirle qual cosina, però ti assicuro che James lo sa!”
“Oh, bene, un idiota che aiuta un’altra idiota a fare qualcosa di assolutamente idiota! È roba stupida, non capisco perché alcuni di voi devono seguire le orme di quei babbani che si inchiostrano la pelle!”
“Ti assicuro che era un negozio magico! E da quando hai dei pregiudizi?”
“Non ho pregiudizi per i babbani, ma per quei tatuaggi!” Albus sospirò. “Beh, ormai il danno è fatto. Aspetta, hai detto un negozio magico?”
Lei annuì convinta, e il cugino sembrò molto sorpreso.
“Impossibile. I maghi sono contro queste cose, non esistono negozi magici per cose simili”
“Mi hanno fatto bere una pozione per non sentire nulla, ed era una pozione complicata e disgustosa, anche”
“Magari era un anti-dolofirico” allo sguardo stranito della cugina, lui aggiunse “E’ roba babbana” Rose non disse nulla. Pensò per due minuti buoni, poi rispose di botto “No, era una pozione, sentivo che era magica” tutti e due scesero in un silenzio teso e serio. E così rimasero per una mezz’oretta, poi Albus spezzò il silenzio “devi raccontarmi.. il.. quella cosa importante, insomma” nel frattempo la Sala Comune si era riempita, e mancavano pochi minuti per la lezione babbana. “Sì, ok, adesso ti racconto” Rose si picchiettò la testa e raccontò per filo e per segno quel che era successo, del tatuaggio, del dolore alla gamba, del professor Marchi.. gli raccontò tutto e alla fine Albus concluse “Rose, questa non è una cosa da lasciar perdere”

**

Poco dopo tutti si ritrovarono in Sala Grande. I pochi ragazzi del settimo anno che fino ad allora si erano uniti al progetto, avevano deciso di lasciar perdere perché i loro studi si facevano più intensi, così quella stanza enorme era stata divisa in due parti, e i ragazzi dedussero che aspettava loro una divisione in gruppi. Come al solito misero le bacchette nel cestino e si sedettero in attesa del professor Marchi. Rose, Emma e Oscar avevano occupato l’angolo a destra insieme a Martha Lisen, una simpatica Tassorosso un po’ paffutella ma dai lineamenti dolci e dai grandi occhi azzurri che si era ritrovata sola perché tutte le sue amiche avevano deciso di occuparsi degli ammalati in infermeria (nessuno capirà mai le Tassorosso) e lei non se la sentiva. Scorpius e Albus si trovavano invece sul lato opposto e sembravano immersi in  una conversazione piuttosto fitta. Altri gruppetti se ne stavano sparpagliati per la sala a scambiarsi opinioni o a sparlare di altra gente (come nel caso delle splendide Corvonero, intelligenti e giudiziose). Allo scoccare delle tre e mezza in punto, la grande porta si spalancò ed entrò il professor Marchi con il suo solito sorriso bianchissimo.
“Buongiorno, ragazzi, oggi sarà una giornata un po’ diversa. Per prima cosa, vi divideremo in due gruppi, nei quali si faranno dei lavori molto liberi. Si potrà uscire dalla stanza, i due gruppi dovranno andare in due luoghi diversi. Io direi da là – e indicò Rose – fino a là – indicò Scorpius – andrete nella saletta a destra, il resto rimane qui”
Rose guardò Scorpius e gli sorrise; Scorpius e Martha era gli unici amici con cui passava un po’ di tempo di quando in quando in quel gruppo. D’altro canto Scorpius era solo, perché Albus era andato nell’altro gruppo, così fu più che felice di unirsi a Rose e alla Tassorosso.

Albus si aggiunse invece a Emma e a Oscar, dopotutto, lui ed Emma erano tornati amici, no?
“Hey, amici”
“Ciao Al” sorrise entusiasta Oscar. “Come mai non sei con i Serpeverde?”
“Sono scappati senza dirmi nulla”
“Oh, capisco. Insomma..” Oscar comprese la tensione del momento, mentre Emma cercava di mantenere basso lo sguardo e Albus la fissava costantemente. “..come stai?” tentò sorridendo. “Benissimo” rispose il moro. “Mi sono messo insieme a Rachel, ma non dirlo a nessuno, non è ancora ufficiale”.
Al si premurò che Emma sentisse bene. Doveva fargliela pagare. Non si aspettava che lei rispondesse. “Oh, ti sei messo con Rachel, eh?”
“Sì, proprio con lei” i loro visi si avvicinarono, poi velocemente Emma lo baciò. Lui rimase spiazzato, ma quando dopo il bacio Emma girò la testa verso sinistra, Albus capì. Rachel era in piedi e fissava sbigottita i due ragazzi. “Sì, Rachel, era solo per farla ingelosire. Avete vinto!” Potter si allontanò con un’alzata di mani e non lo si rivide più per l’ora che susseguì.  

La lezione iniziò. Rose si era trovata fra Scorpius e un ragazzo enorme di Corvonero, così enorme che per starci aveva praticamente una gamba su Scorpius, il quale cercava di non andare troppo addosso a Martha. Da loro c’era il professor Marchi.
“Benissimo, come vi ho detto oggi girerete la scuola e andrete in un luogo. Ognuno di voi, del vostro gruppo, dovrà andare in un posto che ama. Da solo. Questo è quanto”
I ragazzi si alzarono prendendo le borse e si allontanarono. Rose aveva proprio voglia di andare alla Torre di Astronomia a dipingere qualcosa, così si staccò dai suoi due amici e s’incamminò. Fece le rampe di scale e si mise a pitturare canticchiando Elvis Presley.

**

Il professor Marchi si allontanò. Il suo dovere da professore l’aveva fatto, ora mancava l’altro dovere. Prese fuori lo specchio e si rinchiuse in uno sgabuzzino.
Fabio. Tutto bene, i ragazzi si sono appena divisi”
“E sei più che certo della destinazione della Weasley?”
“Sissignore la Torre di Astronomia è il suo luogo.”
“Bene, mando l’aiutante. Sa già cosa deve fare non serve che tu abbia contatti con lui”
La porta si aprì quindi di colpo, rivelando il professor Keats.
“Professor Marchi, che ci fa qui?” disse con un sorriso amabile.
“Cercavo..” si guardò attorno “una scopa, ecco, cercavo una scopa” prese la prima scopa che si trovò in mano e si allontanò.

**

L’ora era quasi finita e Scorpius, non avendo un posto amato, aveva iniziato a girovagare. Non sapendo cosa fare, decise di andare a disturbare la sua Rosie. S’incamminò per la Torre di Astronomia. Quando arrivò una scena orribile gli si presentò davanti: un lupo mannaro stava per aggredire Rose, che era rimasta pietrificata dalla paura e si riparava dietro un tavolo. Ma certo, oggi è Luna Piena. Non appena il lupo fece per muoversi, Scorpius urlò “Stupeficium!” Il lupo mannaro si accorse di lui e gli andò addosso. Sentì un: “SCORPIUS, NO!”, sentì una fitta lancinante al ventre, e poi non sentì più niente. Rose aveva urlato tanto che il lupo mannaro aveva deciso che forse era meglio rinunciare perché presto sarebbero arrivati i professori, e corse via. La ragazza si inginocchiò in lacrime da Scorpius e lo chiamò, lo chiamò e lo chiamò, ma non ottenne risposta. 












Lo so, sono imperdonabile! Scusate, ma ho avuto un sacco di impegni e.. ç_ç
Beh, questo è quanto. Grazie a tutti
<3
RAB

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Capitolo 5
*** AVVISO (?) ***


scusate, mi sono lanciata troppo presto in qualcosa più grande di me che non sono in grado di mantenere in piedi. chiedo scusa a tutti quelli che la seguivano e a chi la leggeva, ma non credo che continuerò questa Fanfiction per un po' di tempo. Lavorerò a cose minori, poi magari più avanti ci tornerò su :)
Grazie per le recensioni e per tutto. Davvero, scusate tanto
RAB

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