"Non avrei mai voluto
dirti addio"
autrice : Iamthelizardqueen
Titolo originale : Never wanted to say goodbye
Tradotto da Erika
per il sito "Erika's
Fanfiction Page"
Nota dell'autrice (datata 29 gennaio 2001)
"Salve, non sapevo in che fascia di età
mettere questa fanfic perciò sono andata sul sicuro (intende la R,
restricted, messa accanto alla fic, cioè 'fascia ristretta', non
adatto ai bambini, in pratica). Non possiedo Sailor Moon. Non possiedo la
canzone "Never is a long time", è di Roxette. E non so
perchè ho messo dentro una canzone di Roxette - la mia mente mi
gioca strani scherzi talvolta (la maggior parte delle volte; tutte le
volte) Non sono mai stata soddisfatta con gli episodi della 'rottura' fra
Bunny e Marzio perciò ho cercato di tirarne fuori una mia versione
ed eccola qui. Per favore leggete e recensite. Buon divertimento!"
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“Non voglio più stare con te Bunny. Perchè le nostre
vite passate dovrebbero dettarci cosa fare in questa vita? Non voglio
fingere solo per la salvaguardia di alcuni ricordi". disse Marzio in
modo conciso, senza incontrare gli occhi di Bunny perchè sapeva che
erano pieni di lacrime. In più se lei avesse incontrato il suo
sguardo avrebbe saputo che stava mentendo, che l'amava più di
quanto avesse mai fatto prima, e che questo era solo un piano per tenerla
al sicuro. Parte di lui voleva che lei capisse che era un bluff così
che lui potesse confessare che faceva sogni che gli profetizzavano
qualcosa di terribile se continuavano a stare insieme, ma scosse con
decisione la testa, in fondo sapeva che doveva andare così. Qualunque
cosa perchè lei stesse bene.
In verità gli occhi di Bunny erano pieni di lacrime. Erano un
sintomo del suo schock, della sua incredulità, della sua tristezza,
e anche della sua rabbia. Come era potuto cambiare così rapidamente
e dirglielo in modo così freddo? Nessuna spiegazione?
'Mi dispiace Bunny ma tu non mi piaci più e preferirei non vederti
mai più'. Come avrebbe dovuto reagire?
I suoi occhi si guardarono intorno come se sperasse di vedere la risposta
scritta sui muri del corridoio. I muri del corridoio di Marzio - quasi
come quelli che aveva intorno alla sua anima, quei muri che non era mai
riuscita davvero a superare. Muri che non avrebbe mai più visto -
non era più la benvenuta. I suoi occhi si soffermarono su un paio
di piccole scarpe rosa e bianche. Allora Chibiusa era qui? Allora Marzio
stava allontanando solo lei ... Qualunque cosa fosse andata storta aveva a
che fare solo con lei. Il suo mento si abbassò e una singola
lacrima le cadde da un occhio, e all'improvviso sentì il bisogno di
uscire a da lì.
Cercò con le mani la porta, i suoi occhi erano troppo annebbiati per
aiutarla. Sentì le braccia di Marzio sfiorarla e passare oltre per
aprire la porta e rabbia e vergogna la scossero. Non c'era alcun dubbio
che Marzio non stesse avendo alcun problema a pensare chiaramente. Appena
la porta si aprì cominciò a correre. Era già sulla
cima delle scale quando lui la chiamò. Lei si girò, la
speranza che risollevava un poco il suo spirito.
“Faresti meglio a prendere l'ascensore. Dieci piani mentre sei
distratta .. " Marzio si fermò. Le speranze di Bunny si
ruppero in mille pezzi. Una tale condiscendenza; poteva quasi ringraziare
Marzio per averle dato una scusa per sfogare la sua rabbia.
“Va al diavolo, Marzio”, disse con la voce bassa e tremolante.
“Non sei più tu a dirmi cosa fare”.
Bunny sbattè la porta della tromba delle scale e corse giù
a massima velocità. Che importava se cadeva adesso? Stava già
provando il più tremendo dolore della sua vita.
“Ha rotto… con te e basta?” chiese Ami più tardi.
Le guerriere Sailor si erano radunate per un incontro. Il piano era quello
di discutere dei nuovi nemici che inseguivano Chibiusa ma uno sguardo alla
faccia di Bunny e anche Luna e Artemis sentirono il bisogno di abbandonare
gli affari delle guerriere per un po'.
“Devi aver fatto qualcosa”, disse Rea incerta. Ma cosa poteva aver fatto Bunny che
poteva far desiderare a qualcuno di
sbarazzarsi di lei? Certo, la maggior parte del tempo era scocciante, ma
riusciva ad avvicinare anche la più ostile delle persone. "O
no?"
"Non che io sappia. Andava tutto bene qualche settimana fa e poi mi
è sembrato piuttosto distratto e in un qualche modo distante e poi, bam,
'Non voglio più stare con te'."
“Wow, che modi bruschi. E se intendeva dire proprio così…”
disse Morea.
“Non è possibile che lo intendesse davvero. Non è
logico.”, disse Ami. “Forse era controllato dal nemico. Non
sarebbe poi così sorprendente dal momento che è già
successo prima.”
“Ma certo! Non posso credere che non ci abbiamo pensato prima. Deve
essere così. Il vero amore non muore mai. Ha parlato la guerriera
dell'amore!” disse Marta, alzandosi all'improvviso, le dita contorte
in una V.
“Bene, questo significa che non dovrò picchiarlo. E potrei
... se fosse buio ... cogliendolo di sorpresa." disse Morea,
formulando un piano nel caso che qualcosa andasse storto.
Le quattro guerriere erano così eccitate dalle loro teorie che
non avevano notato come Bunny non fosse riuscita ad unirsi alla loro
allegria. Bunny poteva non conoscere i libri, ma conosceva le persone. E
Marzio le aveva detto quelle parole di sua spontanea volontà. Le
sue amiche erano gentili ma non capivano davvero, comprese Bunny. Non
capivano il dolore che provava ora che aveva rotto con Marzio. Non era un
qualunque fidanzato - era la sua anima gemella. Senza di lui lei era solo
una metà. E le sue amiche non avrebbero mai capito cosa si provava
fino a che non avessero trovato l'amore e l'avessero perso. Fu
all'improvviso colta da una tale solitudine che cominciò a tremare
visibilmente. Non volendo che le sue amiche si preoccupassero
ulteriormente strisciò fuori dalla stanza nel tempio di Rei.
Sedendosi con le braccia avvolte intorno alle ginocchia fissò la
luna, desiderando di poter tornare lì. Sulla luna avrebbe avuto una scusa
meno dolorosa per poter stare da sola.
You build it up and tear it down ( Tu lo costruisci e lo distruggi)
There’s no reason to follow you (Non c'è alcuna ragione
per seguirti)
You left the song without a sound (Lasci la canzone
senza un suono)
You left the story I made for you (Lasci la storia che ho costruito
per te)
Un grido spezzò la serata illuminata dalla luna. Bunny fu subito
in piedi, la mano sulla sua spilla per la trasformazione. Aveva
riconosciuto il grido di Chibiusa. Nonostante l'eccitazione della
trasformazione, Bunny era ancora lontana dallo stare bene mentre gridava
alle guerriere che c'era bisogno di loro. Infatti quando vide Milord
correrle accanto, il cuore le saltò in gola così velocemente
che poteva appena muoversi..
“Sbrigati, Chibiusa è in pericolo”, disse rapido
Marzio. Per Bunny era troppo, troppo presto. Vederlo così vicino
sapendo cosa provava per lei. Si sentiva impotente.
“Fuoco”, la luce scintillante del fuoco fece luce nei
territori del tempio e colpì il mostro. Il mostro si ritrasse
all'indietro e le attaccò nuovamente. Le guerriere schivarono e
Bunny avanzò per attaccare. Aveva quasi finito di caricarsi per
sparare il colpo quando Chibiusa si mise sul suo cammino. Intuendo il
pericolo, Bunny ritrasse l'energia. Mentre tornava come un flusso dentro
di lei, le bruciò le dita e la palma delle mani, bruciacchiando la
pelle fino alle spalle. Il dolore le fece venire le vertigini per un
attimo, esponendola agli attacchi proprio mentre il mostro la inquadrava.
Prima che potesse essere colpita, fu sollevata dalle braccia di Milord.
Per il breve attimo in cui fu là, lo fissò negli occhi
cercando un qualche segno di calore e affetto. Rimasero di ghiaccio. Era
umiliante. Era stato costretto a salvarla perché era un
incompetente.
La lasciò cadere senza troppe cerimonie in un punto in cui il
mostro non poteva vederla e sparì.
“Dannazione”, urlò Morea mentre veniva colpita. La sua
attenzione si era focalizzata sul salvataggio di Bunny e si era scordata
del pericolo per se stessa. Fu sollevata per aria e buttata contro Ami. Le
due caddero.
“Fascio di Luce”, gridò Marta, ferendo il mostro quel
che bastava per farlo fermare un attimo. Bunny si caricò nuovamente
e uccise il nemico.
Chibiusa corse fuori dal suo nascondiglio e si strinse alle gambe di
Marzio.
“La porto a casa”, disse lui brevemente, prendendo in braccio
la bimba dai capelli rosa. Un colpo di mantello e se ne erano andati.
“Bella mossa, Testolina Buffa. Grazie a te Morea ed Ami sono state
messe fuori combattimento”, disse Rea, togliendo la trasformazione.
"Lo so, mi dispiace ragazze”, disse Bunny.
“Nessun danno. Ho la testa dura”, disse Morea e poi sorrise, “e
Ami ha un corpo soffice.”
“No, Ami ha un corpo ferito. Devi stare più attenta”,
disse Rea.
“Sto bene Rea, davvero e Bunny ha avuto una brutta giornata”,
si intromise Ami.
“No, Rea ha ragione. Non ci sono scuse per un tale comportamento.
Il suo allenamento dovrebbe compensare lo stress emotivo.” disse
Luna, avvicinandosi al gruppo.
Bunny accettò il tutto duramente. Era vero, ma al contrario di
altre
volte in cui era stata rimproverata, questa volta contava per lei. Non
poteva permettersi di perdere nessun altro. Ovviamente c'era qualcosa che
non andava con lei per aver perso Marzio, doveva capire cos'era prima che
perdesse anche le sue amiche.
“Hai ragione Luna. Ho fatto un errore. Mi dispiace, a tutti quanti”.
“Va bene. Ti perdoniamo. Dopotutto errare è umano.
'Perdonare ti fa guadagnare punti col tempo.'”, disse Marta
seria. Tutti risero mentre Marta sbagliava per l'ennesima volta. Poi si
separarono, Bunny tornò a casa, e si bagnò le braccia con
acqua fresca fino a che il dolore non svanì. Si sistemò
sul letto stancamente, stando attenta a non disturbare ne' Luna ne'
Chibiusa. Anche quando cominciò a piangere - gli eventi della
giornata che le tornavano in mente - cercò di singhiozzare in
silenzio.
Softly angels bow and cry (Gli angeli si inginocchiano dolcemente e
piangono)
In the stillness of the night (Nel silenzio della notte)
Chibiusa si svegliò e dopo averci pensato molto su, diede a Bunny
la rosa che Milord le aveva dato per farla smettere di piangere. Bunny
riconobbe il sacrificio che Chibiusa aveva fatto ma l'ironia del gesto era
troppo crudele.
“Grazie Chibiusa, ma perchè non la tieni?” cercò
di dire.
“Ma tu stai piangendo.”
“Sì, ma smetterò presto e la rosa significa molto per
te”, e non significa più niente per me. Infatti credo di
odiare le rose, pensò. “ Ora dormi.”, disse Bunny, e
rimboccò le coperte alla bambina. Per una qualche ignota ragione
Bunny si sentiva meglio quando aveva Chibiusa accanto. Non si addormentò
quella notte, ma i suoi occhi rimasero chiusi per bloccare le lacrime.
Dall'altra parte della città in un appartamento scuro, Marzio si
muoveva e si rigirava nel suo letto. Non a causa degli incubi ma perché
non stava facendo incubi. Senza quella premonizione giornaliera
era più dura mantenere le distanze da Bunny. Proprio quella notte
l'aveva stretta fra le braccia, aveva sentito il suo respiro sulla pelle.
Il legame che condivideva con lei lo allertava ancora del pericolo ed era
impossibile da evitare. Per questo era grato - significava che poteva
stringerla, proteggerla, stare con lei, anche solo per quei brevi momenti
quando combatteva il nemico. Sperava che fosse abbastanza per tenerla
fuori dalla sua testa.
Ma quella notte era torturato dai ricordi. Della volta in cui era venuta
nel suo appartamento e gli aveva detto che lui sarebbe sempre stato una
parte della sua famiglia. Si ricordava della volta che lei aveva scoperto
che lui soffriva il solletico e l'aveva rincorso per ore. Quando si erano
presi cura del bambino, quando aveva preparato il curry per lui, quando
lui l'aveva aiutata con i suoi compiti e lei lo aveva baciato - così
contenta quando era riuscita ad azzeccare la risposta giusta. C'era stata
una volta in cui lui giaceva proprio su quel letto, un brutto raffreddore
che l'aveva reso miserabile, e lei aveva badato a lui. Gli aveva cantato
la prima vera ninna-nanna di cui poteva ricordarsi. Schiacciare pisolini
insieme era stato il culmine delle loro attività a letto - avevano
sempre pensato che ci sarebbe stato tempo dopo per il resto. Chi poteva
sapere che il tempo sarebbe sfuggito loro di mano?
Sometimes you laugh, sometimes you cry (Talvolta ridi, talvolta
piangi)
And yes, I’ve cried over you (E sì, ho pianto per te)
You’ve left me blind in paradise (Tu mi hai lasciato cieco in
paradiso)
You’ve left me hungering for the touch of you (Tu mi hai
lasciato desideroso di toccarti)
Marzio chiuse gli occhi, sentendosi come se avesse ingoiato un pallone
che stava ancora dentro di lui perché faceva fatica a respirare.
Immaginò di potere ancora sentire il profumo nell'aria, il suo
odore sul tessuto del suo letto. La sua essenza permeava ogni angolo
dell'appartamento e ogni aspetto della sua vita. Come avrebbe vissuto
senza di lei? Ne valeva la pena? Sì, dannazione, doveva credere che
ne valesse la pena. Avrebbe resistito se significava salvare la sua vita.
Softly angels bow and cry (Gli angeli si inginocchiano dolcemente e
piangono)
In the stillness of the night (Nel silenzio della notte)
Bunny era sveglia a guardare l'alba il mattino seguente, non essendo
riuscita a dormire per niente. Stava stringendo il cristallo, o meglio,
stava sospeso a due centimetri sopra le sue mani. Il cristallo era pieno
di emozioni; in molti modi era solo un altro aspetto di lei. Come tale, si
preoccupava che le estreme emozioni degli ultimi giorni potessero averlo
influenzato negativamente. Il cristallo d'argento pulsava con una debole
luce - sembrava triste, pensò Bunny. Rimase lì a fare
pratica con quello ancora per un po', facendolo rispondere ai suoi
comandi. Stava progettando di fare qualcosa e c'era bisogno che fosse
fatto nel modo giusto e per intero fin dal primo tentativo.
Il legame. Nella sua testa era un pezzo di metallo ossidato che stava
fra lei e Marzio. Il legame sembrava più debole di quanto si
ricordasse. A causa di questo legame, Milord sarebbe sempre venuto in
aiuto di Sailor Moon che lui lo volesse o no. Non era giusto, Bunny lo
sapeva. Era anche così umiliante essere salvati da qualcuno che non
poteva nemmeno guardarti negli occhi. E se fosse rimasto ferito o ucciso
per salvarla? Ucciso per adempiere ad un compito, non per qualcosa in cui
credeva. Non sarebbe stata la sua palla al piede, la sua croce da
sopportare. Se lui non l'amava allora lei non lo voleva. Non sarebbe stata
protetta per obbligazione. Non aveva mai voluto che fosse così.
Never is a long time – goodbye (Mai è un lungo periodo -
addio)
No answers for the asking (Nessuna risposta alle domande)
It’s a long time – goodbye (E' molto tempo - addio)
No mercy for the aching (Nessuna pietà per il dolore)
Il suo unico scrupolo era il fatto che se lo liberava completamente
dalla loro relazione, allora le guerriere sarebbero state maggiormente in pericolo. Milord spesso le aiutava a sconfiggere il nemico o lo distraeva
così che le guerriere potessero attaccarlo più
efficacemente. Senza di lui le sue amiche avrebbero maggiormente corso il
rischio di venire ferite.
Se è vero, allora devo solo assicurarmi di prendermi cura di
me stessa e diventare più forte. Ce la farò cosicché
non avremmo più bisogno di lui, pensò Bunny. D'altronde
avrebbe avuto bisogno di qualcosa per tenere la sua mente lontana dal
pensiero di Marzio. Allenarsi sembrava meglio che mettersi a studiare.
Tutti quei pensieri le fecero capire che le era rimasta una sola cosa da
fare. Concentrandosi sul cristallo cominciò a fornirgli l'energia
necessaria. Nella sua mente formò un'immagine del loro legame e
piazzò l'energia del cristallo sopra di esso.
Nella sua stanza Marzio si svegliò, con una sensazione simile a
quella che provava quando Bunny si trasformava in Sailor Moon, che gli
scorreva nelle vene. Si mise una mano sul cuore e lo sentì battere
rapidamente. Che stava succedendo?
Bunny sentì il suo battito accelerare e un manto di sudore
formarlese sulla fronte mentre si concentrava - gli occhi fissi
sull'abbagliante luce del cristallo.
Marzio sentì calore, poi una sensazione di bruciore.
Bunny sentì un colpo, un'ultima disperata preghiera.
Marzio si affaccendò a cercare di stringersi a qualcosa…
qualcosa d'importante.
Bunny chiuse gli occhi e il legame… si ruppe.
Marzio gemette mentre il riflesso delle azioni di Bunny si ripercuoteva
su di lui. All'improvviso si sentì come alla deriva, perduto nel
suo stesso appartamento. Si sentiva vuoto, morto, e cieco dentro. C'era
qualcosa che non andava, qualcosa stava andando terribilmente per il verso
sbagliato e lui tirò un pugno contro il muro perché non
sapeva cosa fosse. Tutto quello che sapeva era che non aveva mai sentito
un tale dolore. Si sforzò di mettersi in piedi ma fu sopraffatto
dalla disperazione. Non gli importava più di niente. Si accasciò
al suolo e fissò il muro. Non si sentiva più in salvo,
sicuro o amato, come se non lo fosse mai stato.
It’s a long time – goodbye (E' un lungo periodo - addio)
I see no light for the forsaken (Non vedo la luce sull'abbandono)
Never is a long time – goodbye (Mai è un lungo periodo -
addio)
We’ll spend the night when this dream has come to an end
(Trascorreremo la notte insieme quando questo sogno sarà finito)
Bunny urlò mentre il legame ingarbugliato si spaccava in mille
pezzi. La luce attorno a lei svanì, e il cristallo minacciò
di spezzarsi quando Bunny diede sfogo all'orribile sensazione di essere
staccata dalla sua ancora di salvezza. Mezza morta e mezza viva, riuscì
in un qualche modo a trascinare quel vuoto contenitore che era il suo
corpo in bagno. Sotto il caldo spruzzo dell'acqua pianse, il suono della
sua angoscia mascherato dal fruscio dell'acqua, le tracce delle sue
lacrime che venivano cancellato non appena si formavano. Dopo (minuti,
giorni, ore?) uscì dalla doccia, si vestì e svegliò
Luna scuotendola.
“Luna?” Gli occhi di Luna si spalancarono allarmati. Non era
nemmeno mezzogiorno. “ Luna, vorrei allenarmi di più. Voglio
essere una combattente migliore”. Luna fece l'unica cosa che poteva
fare in questa situazione; svenne.
Dopo che Luna tornò in vita e dopo che si convinse che Bunny non
stava scherzando, che non le avevano dato un colpo in testa, che non era
un sogno, una malattia, che non era su di giri, un alieno, un impostore,
che non era stata corrotta - cominciò l'allenamento di Bunny. Era
questo che Bunny faceva maggiormente quando non andava a scuola, si
allenava. Bunny si allenava persino da sola anche quando Luna le aveva
detto che poteva smettere per quel giorno, e diventava sempre più
in sintonia con il cristallo d'argento che aveva compreso il dolore che
stava vivendo.
La mattina Bunny era in orario per la scuola per l'unica ragione che
temeva di incontrare Marzio. Faceva i compiti con trascuratezza ma sempre
in tempo perchè temeva di dover rimanere in classe dopo le lezioni.
Aveva ancora paura che qualcuno attaccasse mentre lei non era preparata.
Era diventata un'ossessione proteggere le persone che le erano rimaste.
Marzio vagava nella sala giochi due settimane dopo quello che lui aveva
definito l' 'incidente'. Non sapeva come altro chiamare quell'attimo di
prima mattina quando la sua anima si era spezzata in due. Per i primi
giorni dopo che era successo era rimasto rinchiuso nel suo appartamento.
Gradualmente, la necessità lo aveva costretto ad uscire. Ora si
sentiva tutto sommato abbastanza bene, abbastanza almeno per andare da
Moran a bere un caffè. D'altronde doveva far sembrare come se
stesse prendendo bene la rottura fra lui e Bunny, perché a tutti
doveva sembrare che era qualcosa che lui aveva voluto.
“Gli occhi mi ingannano oppure è il mio vecchio amico Marzio
che sta entrando nella sala giochi? E' passato così tanto tempo che
per poco non ti riconosco.”
“Sono solo un paio di settimane”, disse Marzio, lanciando
un'occhiata sospetta ai dintorni. Se Bunny fosse stata lì, lui se
ne sarebbe andato. Beh, in verità l'avrebbe fissata, memorizzato
cosa stava indossando, l'avrebbe 'accidentalmente' sfiorata, si sarebbe
assicurato che stesse bene, e poi se ne sarebbe andato. Ma non c'era, il
buco dentro di lui si aprì ancora un poco di più. Aveva
bisogno di vederla almeno una volta - due settimane erano un periodo
troppo lungo.
“Sai, dovrei davvero cominciare a chiedere un indennizzo ogni volta
che tu e Bunny rompete. Voglio dire, il consumo di cibo di Bunny è
talvolta l'unica cosa che tiene i profitti di questo posto in nero”.
Marzio non stava quasi seguendo la conversazione, ancora volendo vedere
un piccolo scorcio del suo angelo nella sala giochi. Comunque il
riferimento al nome di Bunny fu abbastanza per attirare la sua attenzione.
“Bunny non è stata qui di recente?”
“No. Quasi due settimane. Mi sarei preoccupato che stesse soffrendo
di una crisi d'astinenza da frullato se non vedessi regolarmente le sue
amiche.”
“E loro dicono che sta bene?” Marzio non cercò nemmeno
di nascondere la preoccupazione nella sua voce; doveva sapere. Gli
mancava? Pensava a lui? Stava bene, stava ancora soffrendo?
Sometimes you laugh, sometimes you cry (Talvolta ridi, talvolta
piangi)
And yes, I’ve cried over you (E sì, ho pianto per te)
You’ve left me blind in paradise (Mi hai lasciata cieco in
paradiso)
You’ve left me hungry for the touch of you (Mi hai lasciato
desiderando di toccarti)
“E' affranta Marzio ed un po' avvilita ma le ragazze dicono che
l'ha presa piuttosto bene tutto sommato. Sembra che abbia messo tutta la
sue energia in un qualche progetto.”
Progetto? Questa non sembra la Bunny che conosco io. Ma dimentico che non ho più il diritto di dirle cosa fare, pensò Marzio.
A Moran disse, "Beh, è un bene credo."
Moran fece un grosso respiro e mise giù il bicchiere che stava
lavando. Appoggiando i gomiti sul tavolo guardò Marzio negli occhi,
“Perchè l'hai fatto?”
Marzio guardò di nuovo il suo amico e pensò a come
rispondere. Anche se gli aveva confessato di essere Milord, dubitava che
avrebbe potuto farlo capire a Moran. Persino lui aveva dei problemi a
ricordare le ragioni concrete della sua decisione. Le premonizioni si
erano completamente fermate dopo la mattina dell' 'incidente'.
“Magari lo sapessi”, disse Marzio onestamente e tristemente.
Moran annuì brevemente per fargli capire che gli dispiaceva per
Marzio anche se non capiva. Marzio si alzò per andarsene poco dopo
- non c'era ragione di rimanere. Lei non sarebbe venuta.
Snow white angels run and hide (Angeli bianchi come la neve corrono
a nascondersi)
In the blackness of the night (Nell'oscurità della notte)
Never is a long time (Mai è un lungo periodo)
“Ah, e un piccolo consiglio, Marzio?” disse Moran,
mezzo-ridendo, mezzo-serio. Marzio acconsentì. "Morea ha un
sacco di piani che comprendono tutti il picchiarti alla fine e Rea sta
pensando a quale delle sue maledizioni funzionerebbe meglio su di te.”
Marzio rise quasi, felice che Bunny avesse il supporto delle sue amiche.
“Che cosa, Marta ed Ami non se la sentono di scendere al mio
livello?”
“Chi lo sa, magari sono solo più brave ad occultare le loro
idee?”
“Sai davvero come far sentire la gente a proprio agio, Moran"
disse Marzio sarcastico.
“E' per questo che sono qui”, disse Moran allegro salutandolo
con la mano.
Non così lontano, al tempio di Rea, Sailor Moon stava seriamente
considerando l'idea di distruggere le sue 'cosidette' amiche. Le quattro
guerriere erano schierate contro la loro leader - un piano studiato per
aumentare la resistenza e per imparare ad evitare le distrazioni come
un viso familiare. Prima le guerriere avevano concordato che le loro
abilità non sarebbero aumentate imitando il comportamento sciocco,
benchè effettivo, di Bunny. Ora comunque era necessario che
unissero le forze se volevano avere una qualche possibilità di
batterla. Quel giorno però Bunny era al massimo e gli sforzi delle
guerriere furono vani. Bunny riuscì a separare e a debilitare la
sua intera squadra da sola.
“Basta così testolina-buffa. Abbiamo capito – tu vai
bene, noi male”, urlò Rea dal punto in cui era stata legata ad
un albero. Le mani legate dal suo stesso arco - che umiliazione. E non era
nemmeno necessario. Avevano tutte cartellini colorati e lo scopo del gioco
era quello di prendere il cartellino di un'altra guerriera - significava
vincere la 'battaglia'. Non avrebbero mai usato i loro poteri l'una
sull'altra. Morea si avvicinò e slegò Rea.
“Già, ed è gioco sporco alzare la corda del bucato in
modo che colpisca solo me!” disse Morea dalla sua nuova posizione su
un tronco rovesciato, anche lei col suo cartellino preso.
“Ancora non capisco come sono stata presa. Non ero vicina al punto
di battaglia", mormorò Ami, facendo delle simulazioni al
computer. Poi capì di aver ammesso di aver lasciato da sole le sue
compagne e arrossì.
“Mi spiace ragazze, mi c’è voluto un po' per prendere
Venus. Chi sapeva che poteva saltare sugli alberi così velocemente?”
disse Bunny, emergendo fra gli alberi, mentre teneva in mano il cartellina
arancione di Marta trionfante.
“Ben fatto ragazze. penso che vi siate allenate abbastanza per oggi”,
disse Luna. Le ragazze tolsero la trasformazione ed andarono nella stanza
di Rea per mangiare gli spuntini che Morea aveva portato prima. Bunny era
affamata ma dopo un morso si accorse che non aveva fame di cibo. Davvero
una brutta cosa dal momento che Morea aveva preparato i loro preferiti.
Bunny lanciò un'occhiata ad una pallina piena di cioccolato e seppe
chi l'avrebbe apprezzato di più.
“Non ci sono stati troppi mostri di recente. Solo due nelle passate
settimane. Pensate che stiano pianificando qualcosa?” chiese Ami.
"Sì, stanno solo aspettando che facciamo un esame o qualcosa
del genere. Saltano sempre fuori nei momenti peggiori.”
Come poi accadde, Bunny non dovette aspettare a lungo prima che potesse
vedere quanto erano migliorate le sua abilità combattive. Poco dopo
i mostri avevano fatto apparizioni notturne, che erano estenuanti per
tutti, soprattutto per Bunny. Il suo allenamento col cristallo d'argento
la stava rendendo più in sintonia col potere in generale. Di solito
riusciva a sentire quando un mostro stava per attaccare. Sempre più
spesso capitò che lei fosse la prima ad arrivare e, col passare dei
giorni, era diventata l'unica guerriera di cui ci fosse bisogno. Bunny
ricordava ancora la prima volta che aveva distrutto un mostro tutta da
sola. Stava ormai tornando a casa quando Rea ed Ami si erano imbattute in
lei mentre si dirigevano sul luogo della battaglia che era ormai finita.
Luna era entusiasta con i progressi di Sailor Moon ma non
particolarmente impressionata con quelli di Bunny. Benché odiasse
ammetterlo, a Luna mancava lo svegliarsi con in grido 'Sono in ritardo!'.
Bunny rideva ancora quando era con le sue amiche ma non durava mai a lungo
e l'allegria non raggiungeva mai il suo cuore. Era educata e gentile con
la sua famiglia e con Chibiusa in pratica perché non poteva più essere costretta a fare più di quello che già
faceva. Sebbene ci fossero alcuni momenti di pura gioia - come quando
Chibiusa tornava a casa da scuola, con un sorriso lungo un miglio sul
viso, coi capelli arruffati, che blaterava quasi incomprensibilmente su
quello che le era successo durante la giornata. Questo faceva Bunny felice
perché le ricordava tanto se stessa - o meglio della sua vecchia se
stessa. Bunny era confusa sul fatto che Marzio volesse ancora passare del
tempo con Chibiusa dal momento che le somiglianze fra lei e Chibiusa erano
così evidenti ma poi lasciava correre. Forse erano meno simili di
quello che pensava.
“Allora qual'è il problema Ami? E' una grande opportunità
- non è mica un anno, per il quale che capiamo che non sei pronta,
ma è un mese per vedere la scuola e la vista della Germania. In più
tutte le spese sono pagate!" disse Marta eccitata.
“Ma, e le guerriere? Ho la responsabilità di rimanere qui.",
disse Ami preoccupata. Rimasero in silenzio un attimo riflettendo sulle
sue parole.
“Beh, per come la vedo io”, iniziò Luna, “abbiamo
esitato a ‘risvegliarvi’ questa volta, dopo Beriglia, perché
volevano che aveste vite normali. Alla fine abbiamo dovuto farlo lo stesso
perché…”
“Perché non riuscivo a farcela da sola. Ma ti prometto che
continuerò ad allenarmi duramente così che non succeda nulla
mentre sarai via. Per favore, afferra questa opportunità di essere
una persona normale dal momento che te l'ho rovinata la scorsa volta.”
“Oh, non dire così Bunny. Io non la penso affatto in questo
modo. Mi piace essere una guerriera Sailor ma hai ragione. Mi fido di te per
badare alla squadra. Allora non c'è davvero niente che mi
trattenga. E'ì una grande opportunità ed è solo per
un mese”, disse Ami, cercando di convincere se stessa, “Credo
che ci andrò.”
“Già, bene così. Non preoccuparti per noi. Abbiamo
sempre Luna attorno quando abbiamo bisogno di qualcuno con un po' di
cervello!”, disse Morea.
“Che offesa!” urlarono Marta e Rea e cominciarono a colpirla
coi cuscini. Questo fece iniziare una lotta senza esclusione di colpi che
coinvolse tutti tranne Bunny che afferrò l'opportunità di
sgattaiolare fuori. Luna comunque la vide e la seguì.
“Bunny, stai bene?”
“Sì. Luna, posso chiederti una cosa?”
“Certo.”
“Beh, credo di capire che Ami si sente ancora colpevole per
lasciarci e si preoccupa molto dei suoi doveri di guerriera…”
“Sì, dove vuoi arrivare?”
“Che penseresti se le togliessi ancora una volta i suoi ricordi?
Voglio dire, so come farlo col cristallo e non sarebbe per sempre.”
“Sei sicura di voler fare quest'offerta? E' una delle tue migliori
amiche.”
“E' per questo che voglio farlo. E' egoistico da parte mia volere
che mi aiuti solo perché io non voglio impegnarmi a fondo. Pensi
che sia abbastanza brava da combattere senza di lei?”
Luna pensava di conoscere Bunny abbastanza da non poterne mai essere
sorpresa. E tuttavia eccola qui che fissava questa donna bionda di fronte
a lei come se fosse appena piovuta dal cielo. Cosa non avrebbe fatto
questa bimba lunare per le sue amiche. Secondo lei, un mese prima Luna
avrebbe detto di no di sicuro ma Bunny era cresciuta moltissimo da allora.
Luna si fidava completamente di lei.
“Hai provato di essere capace a fare molte cose Bunny. Sei tu che
devi prendere questa decisione.”
Bunny annuì e dopo un momento di esitazione sottopose la
questione ad Ami. Dapprima Ami rifiutò decisa ma gradualmente
comprese quello che le veniva offerto.
“Puoi fare in modo che non dimentichi tutto? Come se potessi tenere
il ricordo di essere Sailor Mercury intatto ma rimuovere tutti i miei
desideri e pressioni relativo ad esso?”
“Penso di farcela”, disse Bunny, sorridendo coraggiosamente.
“Allora, sì, se ti fa piacere.”
Bunny sollevò il cristallo dal suo involucro e focalizzò la sua
energia. Visualizzò una linea blu dal cristallo ad Ami e cominciò
a separare i fili che tenevano intatta la connessione, rompendo quello che
giaceva sotto le motivazioni di Sailor Mercury. Quando tutto finì,
tutti fissarono Ami chiedendosi se avesse funzionato.
“Come ti senti?” chiese Rea esitante.
“Bene. Perché?”
“Non…”
“Penso che vi lascerò al resto del vostro incontro, ragazze.
Devo andare a casa a fare le valigie. Ci vediamo domani all'aeroporto?"
chiese Ami, dimostrando che sapeva che erano guerriere ma che non sentiva
che ci fosse bisogno di lei lì.
“Certo Ami. Ci vediamo domani ”, disse Morea e la guardarono
andarsene.
“E' così strano pensare che non la vedremo nelle battaglie.”
“Già. Stai bene Bunny?” chiese Rea, preoccupata.
“Ah hah. Solo che il cristallo mi stanca parecchio. Ma non
preoccupatevi per Ami. Se lo vuole davvero può andare oltre a
quello che ho fatto ed essere di nuovo Sailor Mercury. Se non vi spiace
però, penso che ora andrò a dormire", disse
sbadigliando. “Buonanotte ragazze.”
Bunny se ne andò con Luna sulle spalle. Mentre si avvicinava alla
sua casa sentì una goccia d'acqua. Nell'attimo in cui fu dentro
casa, erano cominciati i tuoni e i fulmini. Bunny fece un balzo ma
sorprendentemente non era poi così spaventata. C'era qualcosa da
dire sul cuore spezzato dopotutto, aiutava a non sentire più
niente.
“Oh, bene Bunny, sei a casa. Brutto tempo. E Chibiusa è a
casa di Marzio. Le ho detto che poteva stare fino alle otto ma con questo
tempo…” iniziò sua madre. Chibiusa aveva usato Luna-P per
convincere i genitori di Bunny che era normale che passasse del tempo con
Marzio.
“Vuoi che vada da lui a prenderla?”
“Lo faresti? E' solo che se aspettiamo ancora un po' di più
ci sarà il buio oltre la pioggia.”
“Certo Mamma. Posso prendere un ombrello?”
Bunny camminò come se fosse ad una marcia funebre, ogni passo più
riluttante del precedente. I fulmini non le davano minimamente fastidio. E
neanche il fatto che era fradicia nonostante l'ombrello e stava gelando
nel suo sottile cardigan bianco e i suoi jeans. Non voleva vedere Marzio
sapendo cosa provava per lei. Riusciva sempre a vedere il suo contegno
andare a farsi benedire ogni volta che qualcuno faceva il suo nome - come
avrebbe reagito quando lo avrebbe visto in faccia? Sarebbe caduta sulle
sue ginocchia pregandolo di tornare insieme? O peggio, avrebbe fatto una
figuraccia e avrebbe visto quel suo sorriso di pietà? O qualche dio
senza nome le avrebbe sorriso e le avrebbe permesso di non umiliarsi,
lasciando che lo affrontasse con tutta la freddezza che lui aveva usato
con lei?
Incredibilmente, fu l'ultima.
Marzio era sdraiato a pancia in giù per terra, e osservava Chibiusa mentre
faceva un disegno, con la piccola lingua che saltava fuori da un lato
della bocca per la concentrazione. C'era un certa qualità di
Chibiusa a cui non sapeva dare un nome che attirava la sua attenzione.
Aveva cercato di analizzarla ma non ne aveva mai ricavato niente. Forse
era perché era così lontana dai suoi genitori che gli
ricordava di come era cresciuto lui. O forse era solo perché
rimaneva pur sempre un collegamento con Bunny.
“Allora, come ve la state intendendo tu e Bunny in questi giorni?
Non ti sei lamentata molto di lei in questi ultimi tempi.” chiese Marzio,
fingendo scarso interesse. Era davvero alla disperata ricerca di qualche
informazione concreta su Bunny. Non aveva avuto quasi nessuna notizia durante quel periodo - come se lei avesse spento il suo radar.
“Bene! E' stata molto gentile con me. Mi ha promesso di portarmi a
fare shopping nel weekend.”
“Sembra un'idea divertente.” disse Marzio, benché una
parte di lui si augurava ancora che Chibiusa e Bunny stessero litigando.
Riceveva molte più informazione quando Chibiusa si lamentava e lui
non doveva spillargliele col contagocce.
“Allora sarete allegre se state andando d'accordo.”, disse
Marzio cautamente.
“Uh uh”, disse Chibiusa scuotendo la testa e osservando
pensierosa i suoi pastelli prima si scegliere il verde chiaro.
“Che vuoi dire?”
“Bunny è triste – piange sempre. Non come quando cade o
cose del genere, ma di notte quando pensa che sto dormendo, piange in modo
tranquillo”.
Marzio ci mise un attimo a digerire questa notizia. Immaginarla con le
lacrime sul viso ... quasi più di quello che poteva sopportare. Il
bussare alla porta fece alzare Marzio. Confuso, si chiese chi potesse
essere venuto a trovarlo. Aprì la porta e fissò il paio di
occhi più bello e triste che avesse mai visto. Una delle ciocche
dorate di Bunny stava davanti ai suoi occhi e lui istintivamente alzò
la mano per spostarlo prima di ricordarsi che non avrebbe dovuto farlo.
Abbassò lo sguardo dai suoi occhi, cogliendo la vista del semplice
completo che indossava e il fatto che stava tremando - probabilmente a
causa dei suoi jeans bagnati. E tuttavia era così bella, com'era
ingiusto tutto questo? Concentrandosi finalmente sui suoi stessi piedi,
disse burberamente,
“Che stai facendo qui?”
“Mi dispiace di averti disturbato. Mia madre voleva che qualcuno
portasse a casa Chibiusa a causa della pioggia prima che facesse buio",
disse freddamente Bunny. Marzio avrebbe potuto darsi uno schiaffo. Ma
certo che era lì per Chibiusa, che si aspettava? Pensava che fosse
venuta per pregarlo di fargli cambiare la sua decisione? Affronta la
realtà Marzio, rimproverò se stesso.
“Oh già, mi dispiace ”, disse, girandosi per prendere
Chibiusa. Lasciò la porta aperta ma non la invitò ad
entrare. Quasi simbolico, pensò lei. Bunny fu lasciata in
piedi nel corridoio come un qualunque estraneo e respirò il profumo
del dopobarba di Marzio che era rimasto nell'aria. Glielo aveva dato lei, capì,
con un groppo alla gola. Dio, perché ogni piccola cosa doveva
ricordarle di quanto era bello quando stavano insieme? Magari avesse
potuto cancellare ogni singola cosa che le ricordasse di ciò che
era stato ... faceva troppo male. Si asciugò rapidamente una
lacrima quando Marzio tornò, con Chibiusa appresso.
“Bunny”, disse Chibiusa, saltando in braccio a Bunny.
“Hei, piccolina, pronta ad andare?”
“Ma ho il permesso di rimanere fino alle otto. La Mamma ha detto
così”, disse Chibiusa, indecisa se restare il che voleva dire
una voleva dire una camminata solitaria verso casa o l'andare via presto.
“Beh…” iniziò Bunny.
“L'accompagnerò io a casa entro le otto. Va bene così?”
chiese Marzio.
“Se non è un problema.”
“No, non mi da fastidio”, disse Marzio. “Va bene piccola?
Ti porterò a casa dopo che avrai finito il tuo disegno.”
“Sì!” disse Chibiusa, correndo di nuovo dentro. Bunny
capì di aver fatto tutto per niente e sospirò.
“Ecco”, disse lei, allungando a Marzio gli stivali di gomma e
l'impermeabile giallo di Chibiusa, “Assicurati che li metta, anche se
non vuole”.
Bunny si girò e camminò indietro per il corridoio. Stava
ancora tremando - non le sarebbe venuto alcun calore da Marzio. Parte di
lei rabbrividì all'idea che poteva fidarsi di se stessa stando in
sua compagnia e un'altra parte morì quando la realtà del
fatto che doveva cercare di dimenticarlo la colpì.
Ci fu l'incredibile scoppio di un tuono, che fece saltare le luci del
corridoio per un attimo; Marzio saltò un poco per la sorpresa
mentre fissava ancora Bunny. A pensarci bene, la Bunny che conosceva lui
non andava in mezzo ai temporali a meno che non fosse questione di vita o
di morte. E tuttavia in quel momento sembrava incurante della tempesta.
“Vuoi aspettare qui e andare a casa con me e Chibiusa? So che non
ti piacciono le tempeste”, le disse Marzio. Per favore dì
di sì, non ti vedo quasi più, voglio proteggerti dalle tue
paure, come facevo un tempo, aggiunse a se stesso.
Bunny si girò, “Grazie, no. La tempesta non mi farà
male”, disse lei, prima di aggiungere silenziosamente a se stessa,
al contrario di quanto me ne farebbe andare a casa con te. Prese
ancora le scale, non volendo rimanere bloccata in ascensore in caso di
mancanza di corrente. Ascensori, pensò maliziosamente, ecco
un'altra cosa, di cui avrei potuto fare a meno, che mi ricorda della
nostra relazione.
Marzio chiuse la porta del suo appartamento, cercando disperatamente di
riguadagnare il suo contegno. Si chiedeva se lei sapesse quanto gli faceva
male sentirle dire che non aveva bisogno di lui.
“Andiamo, Chibiusa, è ora di portarti a casa”, le disse
Marzio più tardi. Chibiusa indossò il suo impermeabile e
Marzio si infilò la giacca verde e prese l'ombrello. I tuoni fuori
avevano smesso di cadere ma la pioggia cadeva fitta. Chibiusa si stava
divertendo un mondo a correre e a saltare su tutte le pozzanghere che
incontrava. Stavano attraversando il parco quando un fascio di luce prese
la loro attenzione.
Un mostro apparve e cominciò a urlare e a distruggere. Scorse
Chibiusa e rivolse la sua attenzione su di lei. Marzio si nascose dietro
un albero e si trasformò in Milord. Buttò una raffica di
rose contro il mostro. Distrasse il mostro abbastanza per dare tempo a
Chibiusa di scappare ma purtroppo scivolò sull'erba bagnata di
pioggia, lanciando un grido mentre atterrava dolorosamente. Il rumore
avvertì il mostro e quello riprese il suo attacco, sparandole una
scarica di energia contro. Marzio sussultò per la paura, sapendo
che non avrebbe fatto in tempo, a meno che Chibiusa non fosse fuggita.
Proprio nel momento in cui l'energia stava per colpirla, brillò una
luce dorata sul suolo, sollevò la bimba piangente e si allontanò
dal pericolo.
“Sailor Moon, mi hai salvata!” disse grata Chibiusa.
“Certo, ma non è ancora finita. Voglio che tu ti nasconda in
quei cespugli mentre io vado a distruggere il mostro, va bene? Bunny mise
giù Chibiusa e tornò rapidamente alla battaglia. Una
Chibiusa spaventata attivò la sua sempre presente Luna-P per
alleviare le sue paure.
Marzio lanciò un altro mazzo di rose al mostro mentre questo
sparava un'altra scarica di energia.
“Hei tu, io sono la paladina della giustizia, Sailor Moon, e ti
punirò in nome della Luna”, disse Bunny, facendo una breve
pausa, prima di sfoderare la sua arma (NdA: Oh, pensate a quella che
preferite, io sono troppo stanca). Evitò tutti gli attacchi del
mostro, facendogli sprecare la sua energia prima di tirargli un calcio da
dietro che lo mise a terra per il tempo che le occorreva per distruggerlo.
Bunny non si era infastidita a chiamare le altre guerriere perciò
era da sola quando era andata a cercare Chibiusa.
“Ma non posso ancora tornare a casa? Mamma e Papà mi mancano”,
disse Chibiusa a Luna-P.
“No, cara, hai ancora del lavoro da fare. Ma fatti coraggio piccola
lady, ricordarti la tua discendenza. Molte principesse della luna prima di
te hanno dovuto superare grandi ostacoli come il tuo e hanno sempre avuto
successo.”
“Hai ragione. Troverò la mia mamma e il suo cristallo
d'argento, vedrai”, disse Chibiusa, spegnendo il trasmettitore. Bunny
stava a qualche metro di distanza completamente assorta. Chibiusa era una
principessa della luna? E sua madre esisteva in questo tempo e aveva il
cristallo d'argento? Cristo, stava osservando la propria figlia. Dal
futuro ma sempre sua figlia ... lei? Una madre? Non c'era da sorprendersi se sentiva
un legame particolare con Chibiusa – e questo spiegava certamente
perché si assomigliavano e si comportavano in modo pressoché
uguale. Bunny sapeva che era meglio non dirlo a Chibiusa fino a che non ne
fosse stata sicura al 100%.
“Chibiusa? E' tutto finito. Faremo meglio a non stare sotto la
pioggia.”
Chibiusa guardò Sailor Moon felice.
“Oh no, dov'è Marzio? Mi stava portando a casa”, disse
Chibiusa.
“Sono qui, piccola. Cavolo, sono contento che tu stia bene”,
disse Marzio. Abbracciò Chibiusa ma oltre la sua testa osservava
Sailor Moon. Il suo sguardo era così intenso e penetrante che lei
non seppe cosa dire e decise di scappare via. D'altronde aveva bisogno di
tornare a casa prima di Chibiusa per tenere segreta la sua identità.
La mente di Marzio era in subbuglio, una domanda che lo tormentava in
continuazione. Perché non ho sentito niente quando si è
trasformata? Perché non ho sentito niente quando stava combattendo?
Non aveva mai dubitato del loro legame prima, era semplicemente sempre
stato lì. Ma ora ... non riusciva a capire se era stata ferita o se
fosse arrivata a casa sana e salva. Non aveva senso.
La mattina dopo si alzò presto e andò in libreria. Diede
un'occhiata ai giornali del mese appena passato e quello che ci vide lo
spaventò. Piccoli articoli che descrivevano le gesta di Sailor Moon
- tutti eventi di cui non sapeva niente fino a quel momento. Marzio chiuse
l'ultimo giornale con la mano che gli tremava. Si sentiva strano e
disorientato. Dovette chiudere gli occhi e sforzarsi di fare grosse
respiri. Il legame è sparito. E' questo quello che ho sentito
quella mattina, la separazione. Come avrebbe potuto proteggerla se non
la sentiva? Come avrebbe potuto vivere sapendo che doveva affrontare la
vita da solo?
Marzio si mise in piedi e lasciò la libreria. Alcune persone
alzarono lo sguardo mentre se ne andava - sentendo dispiacere per quel
ragazzo che era ovviamente addolorato e ancora chiedendosi come alcuni
articoli su Sailor Moon potessero far piangere un uomo adulto.
You build it up and tear it down (Tu lo costruisci e lo distruggi)
No hope of getting over you (Non c'è speranza di
dimenticarti)
You left the song without a sound (Hai lasciato la canzone priva di
suoni)
You left the story I made for you (Hai lasciato la storia che avevo
costruito per te)
Bunny prese a guardare Chibiusa più attentamente dopo la
rivelazione dell'altro giorno e quello che vide la disturbò. Perché
mentre amava davvero la bambina, vedeva anche dei momenti in cui Chibiusa
sembrava svanire - come se non esistesse più.
Stava anche diventando più difficile per Bunny alzarsi la mattina
perché non riusciva semplicemente a trovare una ragione per la
quale dovesse importarle di farlo. Per un po' si era mantenuta in vita con
sogni ad occhi aperti di lei e Marzio che stavano ancora insieme ma di
notte le illusioni non arrivavano più, e le lacrime cadevano fino a che non ne
rimaneva alcuna. Tutto quanto sembrava privo di colore per lei ora - quasi
come se vagasse in un set cinematografico in cui tutto era surreale e
privo di significato. La felicità la evitava, la soddisfazione se
ne era andata, i sogni erano solo incubi ora, e il dolore la sua sola
emozione.
Softly angels bow and cry (Gli angeli si inchinano e piangono
dolcemente)
In the stillness of the night (Nella tranquillità della
notte)
“Marzio, odio vedere questo succedere agli studenti, specialmente a
quelli che hanno cominciato così bene. Ma corri davvero il rischio
di fallire questo trimestre e l'università in generale. C'è
qualcosa che non va a casa? Ci sono pressioni esterne su di te di cui la
facoltà dovrebbe sapere?” Il consigliere della facoltà
aveva chiesto un appuntamento a Marzio – uno studente eccezionale con
un ottimo curriculum presso la loro prestigiosa università –
che ora doveva sforzarsi anche per andare alle lezioni.
Marzio sapeva che doveva cominciare a riprendersi e piuttosto presto o
tutti i suoi sogni sarebbero andati perduti. I suoi sogni, già, era
così che era iniziato tutto. Un sogno gli aveva detto di stare
lontano da Bunny e così lui aveva fatto - e ora tutta la sua vita
stava cadendo a pezzi. Stava per mandare a monte la sua carriera
scolastica e tutto quello a cui riusciva a pensare era una certa testolina
buffa che si addormentava ogni notte piangendo. A causa sua. E il suo
sogno di diventare un dottore? Aveva scoperto che era meno importante del
suo sogno di avere una famiglia. L'aveva perso quando Bunny era uscita
dalla sua vita e ora ... Ora quando si svegliava si chiedeva perché
si sforzava, ogni lezione a cui andava, sapeva che non importava, con ogni
compito a cui non adempiva sentiva solo vuoto. Aveva bisogno di Bunny,
perché le aveva detto addio?
“Mi dispiace, signore. Non ho dormito bene negli ultimi tempi”,
disse Marzio in modo poco convincente. Oh, e sono anche Milord, e il
Principe Endymion. Sono stato innamorato della stessa ragazza per un
migliaio di anni ma non posso più amarla a causa di un sogno, che
ora sembra essere cessato. E il legame che avevo con lei, quello che
garantiva che fossi sempre presente per proteggerla, è sparito
perciò praticamente il sogno è diventato realtà
nonostante il mio sacrificio. Amareggiato? Sì, sono un po'
amareggiato.
“Di solito non lo consiglio, specialmente ad un medico. Hai mai
pensato a lasciar perdere questo trimestre? Ci vorrebbe un considerevole
sforzo per riportare a livelli accettabili questi voti - faresti meglio a
ricominciare da capo il prossimo anno.”
Marzio ci pensò su, vedendo la logica del ragionamento.
Naturalmente significava che avrebbe dovuto ripetere il lavoro degli
ultimi mesi. "Come influenzerebbe il mio curriculum?”
“No lo farà. Metterò una nota dicendo che è
stato una mia raccomandazione.”
“Facciamolo.”, disse Marzio. Nella sua mente si chiedeva se
sarebbe mai tornato all'università.
Marzio lasciò il campo universitario da uomo libero. (NdA: Oh
come vorrei essere io. Mi dispiace di avervi interrotto, posso solo dire
che gli esami fanno schifo?) Il titolo di un giornale attirò la sua
attenzione. Sulla copertina c'era una foto a colori di Sailor Moon, il suo
viso aveva un'espressione che era in parte sorridente in parte sofferente.
Marzio la riconobbe come la sua tipica espressione ‘mi hai scocciato
troppo, preparati a morire’. Comprò il giornale e si sedette
su una panchina per leggere della battaglia dal momento che ancora una
volta non c'era stato.
Infine sola?
La battaglia senza esclusione di colpi della scorsa notte fra un mostro
di sabbia, presentatosi come al servizio della Luna Nera, e Sailor Moon,
la famosa eroina di Tokyo, è stata un altro episodio della serie di
combattimenti dove Sailor Moon ha combattuto senza l'aiuto della sua
squadra di guerriere Sailor. Le abbiamo chiesto un commento su questo
fatto e benché fosse riluttante a parlare con la stampa ci ha
chiesto di riportare questo messaggio : "Mentre è vero che io ho lavorato da sola negli ultimi tempi, sappiate che è un
fatto di pura convenienza. Confido pienamente che se avvenisse qualcosa che io non fossi in grado di affrontare,
le mie compagne verrebbero in
mio aiuto. Non c'è alcun pericolo per gli abitanti di Tokyo’.
Quando le si è chiesto particolari su Milord, il presunto compagno
di Sailor Moon, ha risposto, ‘no comment’. Per chiarire le cose
abbiamo chiesto se anche lui sarebbe ritornato agli affari da supereroi in
caso dovesse sorgere un nuovo pericolo, e lei ha risposto ‘lui
se ne è andato a tempo indeterminato’. Quando le si sono
chieste ulteriori delucidazioni Sailor Moon ha terminato l'intervista e ha
lasciato la scena lasciando questo giornalista a domandarsi su cosa
esattamente ci sia sotto la sua facciata da supereroina? Sailor Moon è
apparsa l'anno scorso e ha continuato ad essere avvistata in connessione
ai numerosi avvistamenti di 'mostri'. Per il resto dell'articolo andate a
pagina 9.
Non è vero Bunny. Non me ne sono andato. Ho solo avuto
problemi a ricevere i miei messaggi per una qualche misteriosa ragione. Ma
sono pronto a risolvere il tutto, pensò Marzio.
Never is a long time… (Mai è un lungo periodo ...)
Nota dell'autrice :
Ack! Perchè quello che scrivo non ha mai una lunghezza
ragionevole? Oh, beh. La seconda parte sarà presto online perchè
ho molte cose da studiare. E faccio sempre la maggior parte del lavoro
scritto quando dovrei fare qualcos'altro! Per favore recensite,
specialmente se volete la seconda parte!
Nota della traduttrice (30/07/2001):
Anche se il messaggio dell'autrice è stato scritto rivolto ai
lettori inglesi quando è uscito il primo capitolo della storia
(infatti il secondo capitolo già esiste ed è nelle mie
mani), non sarebbe certo un male se recensiste questa storia per farle lo
stesso sapere che ne pensate, le fa sempre molto piacere! (Tanto i
commenti li traduco io in inglese per lei^^)
Fine prima parte |