The Horizons Between Sea & Sky

di Cynthia_Zizi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 ***
Capitolo 8: *** Cap. 8 ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 ***
Capitolo 11: *** Cap. 11 ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***



 





Dal finestrino tutto sembrava un miscuglio di colori.

Il verde si confondeva con il giallo e l’azzurro del mare,mentre il grigio di qualche scoglio si mescolava al color terra di Siena della sabbia.

Da quella schermata di vetro,Josh guardava a intermittenza il suo viso riflesso nel finestrino e il miscuglio di colori al di fuori.

Erano quasi arrivati.

Tra poco avrebbe varcato la porta di una splendida casa.

Splendida sì,ma lontano in tutto e per tutto dal luogo precedente.

Josh aveva sedici anni,alto abbastanza per la sua età,con capelli castano chiaro,dritti e col caratteristico ciuffo.Aveva occhi azzurri color oceano e sedeva sul sedile posteriore con molta malinconia.

Alla sua destra appariva una minuta figurina con un abitino rosa e un fiocco sui capelli che erano intrecciati a mo’ di coroncina.Aveva dei morbidi capelli biondi e un visino ben delineato,con dei grossi occhioni azzurro chiaro.

Rideva e scherzava con una bambola mentre Josh la guardava con la fronte corrugata.Fece una smorfia.

Dal basso dei suoi sei anni,non poteva certo capire il perché di quel trasferimento e nemmeno starci male.Tanto non gli sarebbe importato granchè,non rendendosene neanche conto.E invece a Josh interessava.Aveva dovuto lasciare tutti i suoi amici,per non parlare di quelli con cui insieme ascoltava musica.

Certo,avrebbe sempre potuto sentirli su Facebook,ma per lui non era la stessa cosa.

L’auto arrivò su un vialetto di ghiaino mentre un considerevole giardino ricopriva la villetta color crema davanti a loro.

“Eccoci” annunciò suo padre,il signor Brocken,imprenditore di una fabbrica di cellulari.

Josh aprì la porta con molta lentezza,mentre i suoi genitori erano già fuori.

“Apri la porta a tua sorella Chantal,noi cominciamo a portare i bagagli in casa”disse sua madre Sue,mentre camminava sul retro della macchina tutta sorridente.

Dopo aver fatto un’altra smorfia,Josh scese prendendo dal sedile il suo zainetto.

Poi aprì la porta a Chantal che con un balzetto saltò fuori.

“Mercì,signor Brocken”disse in tono da tipica “snob”.

Josh alzò gli occhi al cielo.Ma che aveva in testa?

Si avviò poi all’interno dell’abitazione,indugiando un po’ sull’uscio.

Fece un profondo respiro,si guardò indietro guardando i genitori indaffarati con le valigie, e poi entrò.

Trattene il fiato per un momento.

Un salone mozzafiato col pavimento in marmo si estendeva per una decina di metri davanti a lui.

Una serie di scale a mo’ di chiocciola erano state erette al centro esatto del grande salone.

Sulla rampa,c’era sua sorella che con la mano lo riportò alla realtà.

“Josh!Muoviti o la camera più grande l’acchiapperò io!”

Il ragazzo,dopo essersi ricomposto,si mise in spalla il suo zaino e corse su per le scale,mentre Chantal sparì nel grande corridoio.

Si fermò e cominciò a camminare tranquillamente alla ricerca della sua camera.

Aprì l’ultima porta che vide sul lungo corridoio.

pensò facendo un cenno di approvazione con la testa.

C’era un letto,in stile moderno,con una pratica ringhiera in ferro grigio e sopra di esso un copriletto di cotone blu,ricamato.

Josh mise lo zaino sul letto e ne estrasse I-pod e auricolari incorporati,ma non prima di essersi recato fuori nel terrazzo per ammirare il gran bel paesaggio.

Una grande distesa di acqua salata si estendeva di fronte al ragazzo.

L’orizzonte si vedeva appena ed era solcato da qualche barca a vela o qualche peschereccio.La leggera brezza marittima lo investì all’improvviso scompigliandoli il ciuffo perfetto.

“O porca miseria!” esclamò coprendosi con una mano i capelli.

Poi se ne tornò dentro e si distese sul letto con la musica a tutto volume.

ANGOLO AUTRICE
Ciao!
Per prima cosa volevo ringraziare tutti quelli che sono entrati per vedere il mio primo capitolo! :D
So che dal primo pezzo di storia non si può capire granchè ma se andrete avanti vi prego di commentare o anche di criticare il mio racconto. :)
In alternativa, vi consiglio anche il mio secondo libro, più serio e ricco di riflessioni, Last Dream.
Grazie ancora, un bacione, Cinzia. :)

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Quanto era passato?

Una,due ore?

Fatto sta che quando Josh si risvegliò la musica andava ancora a tutto volume.

Si alzò dal letto e scese barcollando un po’,poi si diresse fuori dalla stanza e percorse nuovamente le scale fino al piano di sotto.

Sua sorella lo investì.

“Josh! Muoviti! E’ ora di cena!”le disse trotterellandogli intorno.

“Porca miseria Chantal,piantala di girarmi attorno così!”

“Josh! Non voglio queste espressioni davanti a tua sorella!” lo rimproverò sua madre appena giunta.

Il ragazzo fece una smorfia,avviandosi in cucina.

Si sedette con gli auricolari e la musica a tutto volume.

“Josh,per cortesia,niente musica a tavola”le disse nuovamente la madre.

Ma non sentì niente,quello che riusciva a distinguere era solo un sottofondo di voci indistinte.

Poi la voce di suo padre.

Gli aveva tolto un auricolare dall’orecchio.

“Josh,come te le dobbiamo dire? Niente musica a tavola!”

“E che cos’è questa robaccia?”chiese sua madre.

“Metal”rispose tranquillamente il ragazzo con gli occhi fissi sul piatto.

“Me..cosa?” domandò nuovamente.

“Comunque sia,vi piace la nuova casa?”chiese suo padre mentre addentava del cibo.

“Molto bella papi!Nella mia cameretta ci sono le pareti rosa,e ho intenzione di mettere una bella casa per le bambole!”esclamò Chantal sorridendo.

“Molto interessante tesoro”ridacchiò sua madre sedendosi a tavola.

“E tu Josh?”chiese spostando lo sguardo dalla bimba al ragazzo.

Alzò le spalle fissando il piatto.

“Non lo so,penso il mio computer e la mia chitarra”rispose senza alzare lo sguardo.

I genitori si guardarono.

“Josh”riprese “Domani dovrai ricominciare con la scuola”disse.

“Evviva.” rispose con aria indifferente.

“Senti.Capisco che ti dispiaccia aver cambiato casa,ma fai lo sforzo di capire che qui tuo padre ha trovato un lavoro che gli offre migliori possibilità”disse la madre guardandolo.

Josh alzò le spalle.”Sono molto contento per te”

“Scusa,ma sta non ho fame.Ci vediamo doma”concluse prendendo gli auricolari dove gli posò suo padre.

“Cosa sarebbe questo gergo?!”esclamò di nuovo sua madre.

Il ragazzo alzò di nuovo le spalle,sparendo dietro l’angolo.

“Scusa,stasera non ho fame.Ci vediamo domani”tradusse suo padre addentando dell’altro cibo.

La moglie lo fulminò,mentre il marito alzò le mani in segno di resa.

“Scusa cara” rispose infine,mentre Chantal rideva.


 

“Sì,la casa è bella ma non so come farò a sopravvivere.Qui non c’è nessuno che conosca por….”Josh aprì la porta. Deserto.

“Porca miseria!” concluse infine quando si accertò che né sua madre né Chantal si aggirassero per il corridoio.

“Ok,ci sentiamo.Ciau a doma”rispose infine.

Posò il suo cellulare sulla scrivania e finì di sistemare il computer attaccando qualche filo di qua e di là.

“Ora dovrebbe funzionare”disse infine accendendo il monitor.

La schermata blu iniziale lasciò spazio ad uno sfondo con un cellulare virtuale nel mezzo.

Dopo un’ulteriore segno d’approvazione,Josh installò la sua posta elettronica e Facebook.

pensò aprendo la finestra.

1 messaggio.

Ciao! Cm t trovi? Qui si sta bn ma c manki mlt…..

Nigel

Dopo aver risposto,guardò fuori dal terrazzo,il mare era calmo e sulla spiaggia non c’era nessuno.

Josh spense il pc e guardò l’ora:21.36

Chantal doveva essere a letto già da mezz’ora.

Scese le scale in punta di piedi,controllando se effettivamente sua sorella stava dormendo.

La sua intuizione era esatta e raggiunse il salotto con camminando senza far rumore.

I suoi genitori erano impegnati con un film.

Via libera.
 

Decise di prendere la porta di servizio che dava su un piccolo sentiero di ghiaino abbastanza scuro.A metà il vialetto si interruppe per lasciare posto alla sabbia e a qualche pianta marittima.

Josh camminò più lentamente,guardandosi intorno di tanto in tanto.

Constatò che sulla spiaggia non c’era veramente anima viva.Attraversò poi,una lunga fila di ombrelloni e arrivò fino alla riva,dove si tolse il paio di Vans e immerse i piedi,guardandosi di nuovo intorno.

Questa volta,però vide arrivare dalla parte opposta,una figura abbastanza minuta,non si distingueva altro,tranne i capelli dritti, al vento e un vestito di lino bianco.

pensò alzando i piedi e riprendendo le scarpe da terra.

Intanto essa si stava avvicinando.Ora si riusciva a capire.

Era una ragazza,circa della stessa sua età,che camminava sul bagnasciuga a piedi scalzi mentre teneva in mano delle ciabattine di paglia intrecciate.

Si fermò a qualche metro da Josh.

Il ragazzo si girò subito verso il mare,facendo finta di guardare l’orizzonte e il crepuscolo ormai inoltrato.

pensò stringendo i denti.

Fece un bel respiro e si girò.

Ma non vide altro che un lunga distesa di sabbia dorata.

Si guardò intorno con una balzo.

Ma della strana ragazza neppure l’ombra.

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Driiinnnnn

Una mano sbucò fuori dal lenzuolo di cotone e con una manata spense la sveglia.

“Dannato aggeggio infernale!” esclamò con uno sbadiglio.

Con i piedi spinse la coperta in fondo al letto e si alzò barcollando.

Mise una maglietta a maniche corte e indossò un paio di bermuda,poi si avviò verso il bagno per darsi una sciacquata al viso e per mettersi in ordine il ciuffo.

Infine scese in cucina.

Salutò i genitori e Chantal e prese un biscotto.Poi se ne andò a scuola con lo zaino in spalla.

Percorse qualche tratto della lunga strada costiera che affiancava il mare.

Vide attraversare la strada alcuni ragazzi che ridevano fra sé e decise di seguirli.

concluse camminando dietro di loro con aria indifferente.

Indossò gli auricolari e cominciò ad ascoltare musica ad alto volume mentre percorse un altro tratto e sbucò in una grande strada dove si ergeva un palazzo alto e lungo.

Tanti gruppi di teenagers come lui stavano chiaccherando tranquillamente mentre ridevano.

Josh alzò le spalle e si diresse all’interno della scuola con aria indifferente e fissando il suolo.

Scansò la porta dove gli si aprì un lungo e largo corridoio affiancato ai lati da due file di armadietti altrettanto lunghe.Non v’era nessuno studente in vista.

Si diresse con passo tranquillo,girando lo sguardo di qua e di là e raggiunse una portineria dove sedeva un bidello.

“Buongiorno,cosa desideri?” chiese quest’ultimo.

“Ehm … sono nuovo,avrei bisogno di sapere in che classe sono”rispose a testa bassa.

“Sì … tu sei …”

“Josh Brocken”

“1.E” concluse il bidello dopo aver controllato una lista.

Il ragazzo ringraziò e mentre se ne stava andando la campanella suonò.

Si girò appena in tempo per vedere le porte spalancate e un’orda di studenti fare capolino all’interno.

Si trascinò ai lati degli armadietti,aspettando che i ragazzi defluissero,poi si rimise in carreggiata.

si chiese.Decise di andare di nuovo a chiedere al bidello ulteriori informazioni.

La prima E,la prima ora sarebbe stata nell’aula video.

pensò.La classe sarebbe stata oscurata e lui non si sarebbe fatto vedere.

Camminò in direzione dell’aula,bussando alla porta di legno.

“Avanti”disse una voce dall’interno.

Josh prese un bel respiro.

Poi l’aprì.

“Oh,tu devi essere il nuovo compagno”disse l’insegnante.

Il ragazzo annuì.

“Ehm,buongiorno,mi chiamo Josh”rispose passandosi una mano tra i capelli.

Sfortunatamente,il video doveva ancora iniziare e l’intera classe lo fissò per un minuto che a Josh parve un’eternità.

Poi prese posto,un posto molto nell’angolo,giusto per non farsi passare inosservato.Buttò a terra lo zaino e si stravaccò sulla sedia,in attesa che l’ora passasse.

 

“Spero che il video vi sia piaciuto ragazzi,la storia è molto avvincente se non solo studiata sui libri”concluse la professoressa.

Josh balzò dalla sedia.Si era appisolato a metà del noioso documentario di storia.

Si strofinò gli occhi e riprese lo zaino da terra seguendo fuori dall’aula la nuova classe.

“Josh”chiamò l’insegnante.Il ragazzo si girò.

“Il tuo armadietto è il numero trenta”concluse infine.

Josh annuì ringraziandola e poi corse fuori dalla classe alla ricerca dell’armadietto.Lo vide ad una distanza chilometrica e si avviò verso di esso deciso.Compose la combinazione mentre al suo fianco un altro studente trafficava con i libri.Aveva lo sportello aperto e non riusciva a distinguere il viso.

Ma sembrava una ragazza.

Dopo aver riposto i due libri di matematica,Josh armeggiò un altro po’ con l’armadietto,poi lo richiuse con una manata.

Si voltò e un flash lo colpì in pieno viso.

La ragazza era quella che aveva visto l’altra sera,in spiaggia.

Ora indossava un paio di jeans che si stringevano alle caviglie e una maglietta grigia.Sopra portava una camicia a maniche corte bianca mentre ai piedi un paio di all star bianche.

Aveva i capelli dritti,probabilmente stirati,di un grazioso color castano e teneva un ciuffetto all’insù racchiuso da una forcina mentre due sottili ciuffetti gli ricadevano ai lati della testa.

La ragazza si girò e quando si accorse che Josh la stava guardando corrugò la fronte.

“Ehm … ci conosciamo??”fu la domanda secca.

Il ragazzo sussultò.

“Ehm … No … cioè,sì.”rispose vagamente.

“Non credo …”proseguì la ragazza imperterrita.

“Si!Ci siamo visti ieri sera in spiaggia,avevi un vestito bianco e delle ciabatte in mano,stavi venendo verso di me e poi …. sei sparita!”disse Josh tutto d’un fiato.

La ragazza lo guardò ancora più stranamente di prima e poi scoppiò in una risata.

“Tu … sei fumato bello!Io ieri sera non sono mai stata in spiaggia! Ero a casa a finire di ripassare!O mamma!”rispose.

“Ma ti ho vista!”continuò sicuro.

“Fidati,io non c’ero”concluse infine posandoli una mano sulla spalla più divertita che seria.

Poi se ne andò lasciando Josh di stucco.

 


 

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


“Ti giuro Nigel! Quella lì mi ha preso per pazzo!Ma non me la dà a bere!So quello che ho visto ieri sera in spiaggia e ti giuro che era lei!” si lamentò al telefono,mentre Chantal le apparve davanti.

“Che fai fratellone?”chiese la sorellina con una bambola in mano.

Josh spostò lo sguardo dalla terrazza a Chantal,poi coprì il telefono con una mano.

“Niente,dannazione!Che vuoi?Sbrigati che ho da fare”

“Vuoi giocare un po’ con me?Papà stamattina è andato a comprarmi una casa per le bambole e vorrei provarla con te”rispose la sorella dondolandosi avanti e indietro sulla punta dei piedi.

“Chantal,no!Perché non vai a chiamare qualche nuova amichetta,visto che sembri così tanto felice qui?”rispose Josh.Non era in vena di giochetti al momento.

La sorella alzò le spalle e girò i tacchi,lasciandolo solo.

“Scusa Nigel,ora vado … sì,se riesco a scoprire qualcosa ci sentiamo.Ciau”


 

Quel pomeriggio,Josh fece i compiti e poi prese auricolari e I-pod e andò fuori.

“Mamma vado”disse sulla porta di casa.

“Per le sette ritorna”le rispose la madre dalla cucina.

Il grande marciapiede sul lungomare era bellissimo.

Si vedeva la spiaggia con un’immensità di ombrelloni,disposti in fila.Passavano dal giallo al rosso e fino al verde e poi al blu.Impossibile inquadrarne uno soltanto.Josh distolse lo sguardo per cambiare musica,poi si avviò di nuovo camminando a testa bassa.Raggiunse il centro giovanile del paese,dove all’interno c’erano un bar,tavolini da ping-pong,calcetto e altro ancora.Fuori invece,c’era una pista da basket,tennis e delle panchine.

La costruzione era gremita di ragazzi che ridevano, scherzavano e si bagnavano coi gavettoni.

Josh spense la musica.Ecco la ragazza di questa mattina e di ieri sera.Attraversò la strada raggiunse velocemente il centro.A stento riuscì a passare tra grumi di ragazzi per raggiungerla,ma ce la fece ugualmente.

“Ehi!” esclamò.

La ragazza stava ridendo in compagnia di altri amici e in mano teneva una lattina di coca cola.

Poi si girò smettendo di colpo di parlare e sghignazzare.

“Che vuoi?”chiese scocciata.

Ora tutti i suoi amici lo stavano guardando con un’espressione da punto di domanda.

“Ehm … no niente,volevo solo dire …”

Cominciò a battere terra un piede, impaziente.

“Allora?!Si può sapere cosa cavolo vuoi da me? Non hai altri amici con cui stare? Ah … e un’altra cosa:Io ieri non c’ero in spiaggia,capito!?”

Sbuffò,alzando teatralmente gli occhi al cielo.

“Come ti chiami?”disse impassibile Josh.

La ragazza si girò,alzando un sopracciglio.

“Samantha,tu?”

“Josh,e a proposito non sono venuto qua per romperti le scatole!”rispose.

Samantha,si guardò intorno;era abbastanza allarmata,nessuno le aveva mai parlato così.

“Ok …” rispose con la voce sottile.

Poi lo guardò.

“Ma … non sei quello nuovo? Sei capitato in 1E stamattina?”chiese.

“Si,esatto,sono contento che te lo ricordi!”rispose sarcasticamente.

“Beh,bello,se è così che la metti … cortesemente gira i tacchi,non ho bisogno di persone come te!”gli urlò in faccia.

Josh,si guardò intorno,quasi intimorito da quella strana ragazza che era sicuro di aver già visto al mare.

Tutti lo stavano fissando e immancabilmente c’era qualcuno che si stava trattenendo dalle risate.

Si rigirò a studiarla un ultimo momento:capelli al vento,sguardo corrucciato e un’espressione seccata che diceva tutto.

Prese un’auricolare e se lo rimise all’orecchio,poi si girò e se ne andò,sotto lo sguardo di tutti gli altri ragazzi silenziosi.

Si mise a correre sulla strada costiera,Josh immaginava tutti i ragazzi del centro giovanile sghignazzare di lui,e poteva benissimo immaginare Samantha intenta a sparare cattiverie,mentre gli altri amici ridevano a crepapelle.Con questo orribile incubo in testa accelerò la corsa,era accaldato e sentiva l’acido lattico riversarsi sulle sue gambe.

Ma non si fermò,voleva scappare il più lontano possibile da quel covo di cattiverie.

Purtroppo non c’era scampo,non sentiva altro che voci … una voce …

“Aspetta!”

No,non poteva fermarsi,era quasi arrivato a casa.

“Josh,aspetta! Fermati un attimo,non voglio prenderti in giro!!!”

Una folata di vento carico di sale lo investì in piena faccia.Si arrestò di colpo,e poi si girò.

Un ragazzo in bermuda con i capelli castani e una cresta tutta ingellata,gli stava venendo in contro.

“O madonna!Ma quanto cavolo corri!”gli chiese col fiatone.

Josh lo guardò interrogativo.

“Che vuoi?”gli chiese indietreggiando.

Il ragazzo alzò le mani.

“No,niente,non voglio farti niente,santo cielo!Anzi,mi dispiace per quello che ti è successo”rispose.

Josh sciolse i muscoli tesi e finalmente si rilassò.

Il ragazzo lo guardò paonazzo in viso.

“Senti,possiamo fermarci in un bar così ti spiego tutto?”gli chiese.

Josh annuì e lo seguì lungo la strada.Svoltarono un paio di curve ed infine arrivarono davanti un piccolo locale dove erano posti dei piccoli tavolini e alcune sedie.Dopo aver ordinato due coca cole,finalmente si sedettero.

“Innanzitutto mi chiamo Drew, e poi Samantha è la ragazza più popolare della Gold High School. Amico,so che anche tu gli muori dietro,come tutti i ragazzi di questa scuola,ma mi sa che dovrai lasciar perdere.Lei ti ha già inquadrato ed etichettato come ‘perdente’ e poi …”

Josh lo fermò con una gesto della mano.

“Cavolate! A me questa Samantha non piace proprio per niente!La storia è un’altra.L’ho fermata anche questa mattina a scuola perché l’avevo già vista ieri sera alla spiaggia ed era come sparita all’improvviso,ma lei mi ha dato del pazzo fumato e se ne è andata!”esclamò prendendo il bicchiere ricolmo e sorseggiandolo.

Drew lo fissò per un momento.

“Mm … sei sicuro di quello che dici …” sussurrò guardando il suo recipiente di vetro.

“Certo che lo sono!”esclamò a sua volta Josh.

“Aspetta sta sera,magari si rifarà viva”consigliò il ragazzo guardandolo.

Josh annuì,sarebbe stato sicuramente una cosa che avrebbe fatto.

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Capitolo 5
*** Cap. 5 ***


“Caro dovresti giocare di più con tua sorella!”esclamò la madre quando furono a tavola.

“Scusa mamma se non ho più cinque anni”rispose il ragazzo con aria indifferente.

“Io ne ho sei,fratellone!”urlò Chantal con la sua vocina sottile.

“Piuttosto Josh,come va qui nella nuova città?”chiese il padre.

Il ragazzo alzò gli occhi dal piatto.

“Bene”rispose.

“Hai trovato nuovi amici?”

“Sì,un tipo simpatico che si chiama Drew”

Sua madre sorrise incoraggiante poggiandoli la mano sulla sua.

“Oh Josh,sono molto contenta!”esclamò.

Il ragazzo ritrasse la mano velocemente ,borbottando.

“Era anche per questo che prima ho sottolineato che non avevo più cinque anni!Notte!”

Si alzò e andò via,salendo velocemente le scale.Aprì la porta della camera e prese dall’armadio un paio di pantaloncini corti e una maglietta bianca a maniche corte.

Guardò l’ora 20:39.Alle 21.30 scattava l’ora X,e Josh questa volta,non voleva farsi scappare l’occasione.

Per passare il tempo accese il computer e trovò un messaggio di Nigel.

“Ciao Josh!Va tutto bene li?Ho trovato il profilo Facebook di questa Samantha,Fa di cognome Butler.Cercala e magari smanetta un po’ sulla sua pagina.Ci sentiamo presto,ciao!”

Nigel.

Josh compose velocemente una risposta con i ringraziamenti e poi aprì la sua pagina Facebook.

penso.

Apparve sullo schermo il suo profilo,con la foto della ragazza in posa con altre amiche.

Aprì velocemente la sua pagina fotografica.Dentro c’erano molto cartelle con i più svariati nomi possibili.

Da ‘Best Friends’ a ‘Vacanza con gli amici’.

Chiuse velocemente la pagina e tornò sul profilo.

Niente di niente.Soltanto link condivisi e forum creati da lei dove si parlava di make-up e altre cose del genere.

.

Poi tornò sulla home e disconnesse tutto a gran velocità.

Mancavano ancora una ventina di minuti che decise di impiegare mettendo in ordine la sua camera e cambiando la password del suo computer.

pensò voltandosi in direzione della porta.

Guardò il mare.Quella sera una leggera brezza lo investiva dolcemente sul viso e tutto gli sembrava così sovrannaturale e … deserto.

pensò infine.

Questa volta per uscire di casa indossò un paio di ciabatte infradito(le uniche) che aveva custodito nell’armadio insieme alle altre scarpe. Vans ovviamente.

Aprì la porta della stanza lentamente,mettendo prima il viso fuori per vedere se qualcuno dei suoi stava passando per di lì effettivamente.Poi passò per la stanza di Chantal.

Perfetto.Dormiva già come un ghiro con la sua lampadina colorata vicino.

Fece dietro front per riattraversare nuovamente il corridoio,scendere le scale e uscire dalla porta di sevizio che si trovava in cucina e che dava sulla spiaggia.

Ma non prima di essere passato davanti all’ingresso del salotto.

constatò.

Passò in punta di piedi e poi si chiuse alla spalle la porta.

Libero.Ora poteva incamminarsi tranquillamente lungo il piccolo sentiero di ghiaino che portava direttamente al cuore della spiaggia.

I piedi affondavano nella sabbia fresca della sera e la luna illuminava il mare scuro.Le onde si infrangevano con meno forza del giorno sul bagnasciuga e si sentiva il dolce rumore della spuma sugli scogli.

Josh chiuse gli occhi dopo aver ammirato quella meraviglia.Si lasciò trasportare della brezza marina carica di una strana ma bella sensazione di pace.

pensò.

Poi gli riaprì.Si era completamente dimenticato che da un momento all’altro potesse arrivare la misteriosa ragazza.

Si guardò intorno.

Eccola;riusciva a scorgerla in lontananza mentre si avvicinava,come se stesse sfiorando la sabbia.

Questa volta non doveva staccarle lo sguardo di dosso.

Ora si faceva ancora più vicina.Il suo viso così famigliare.Quella era proprio Samantha.

Samantha.Ora quel nome non gli faceva più paura.Risuonava leggero nell’aria della sera.Sembrava quasi un nome angelico e lei lo era ancora di più.

Non sembrava affatto la ragazza scocciata e sempre arrabbiata.Era semplicemente …

“Bellissima … “sussurrò Josh.

E lei all’improvviso gli sorrise.Le labbra si incresparono mentre gli passava di fianco.Quasi impercettibilmente gli sfiorò il braccio e Josh si sciolse sotto quel tocco.

Lei si girò e si fermò ad un passo da lui.Era sempre vestita con quello stupendo vestito bianco e i capelli scuri ondeggiavano al vento.

“Io … io …”Josh deglutì.

Samantha sorrise amabilmente.

“Ciao”ripose con la sua voce vellutata,così lontana da quella a cui di solito era abituato a sentire.

“Sei … Samantha?”

La ragazza abbassò lo sguardo.Poi annuì impercettibilmente.

“Ma … perché? Perché ora sei così e poi … non me lo so spiegare”cominciò per poi lasciare in sospeso la frase.

Samantha alzò gli occhi.Qualche lacrima gli stava rigando il viso.

“Per favore … io vorrei solo che tu ora mi veda così e che ti possa godere questo”gli ripose indicando il mare calmo.

Josh si girò e guardò a sua volta il mare.Non gli importava niente della logica o non logica di questi fatti.A lui ora interessava stare con lei,qui.

Le sorrise.E lei lo fece a sua volta.

“Sono Josh” disse.

“Sono contenta che tu ora possa vedermi così.Vuoi sederti?”gli chiese.

Il ragazzo annuì e si sedettero sulla spiaggia umida.

Josh la guardò stupefatto

Samantha si girò a guardarlo,arrossendo lievemente.

“Sei … così diversa ora”disse a bassa voce così vicino a lei che poteva sentire il suo respiro sulla guancia.

“Lo so” rispose guardandolo negli occhi.

“Perché questa mattina mi hai detto che ero un pazzo?”le chiese tranquillamente.

“Non lo so oppure … non posso ancora dirtelo”gli rispose avvicinandosi.

“E perché non posso ancora saperlo?”

“Semplicemente perché non sei ancora pronto”

Ora fu Josh ad avvicinarsi e si trovarono quasi a sfiorarsi il viso e così fu.

Josh le sfiorò le labbra delicatamente e lei fece lo stesso.

Tutti e due chiusero gli occhi per un tempo che a loro parve interminabile.

Poi si svegliò.

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***


“Mamma! Oggi non ho voglia di andare a scuola!”urlò la sorellina dal corridoio.Era ancora in pigiama e nella mano teneva una bambolina di pezza.

“Chantal,per favore,vestiti e vieni giù a fare colazione,senza lamentarti!Bene o male a scuola ci dovrai andare ancora per un bel po’!”le rispose la madre spingendola delicatamente dentro il bagno.

Chantal si era imbronciata e teneva le braccia conserte.

Josh aprì la porta di camera sua e si stiracchiò.Senza badare agli inutili lamenti di sua sorella,prese lo zaino e si precipitò giù.

Se quello che era successo l’altra sera era vero,doveva sbrigarsi a raggiungere le scuola e a chiedere spiegazioni a Samantha.

Prese al volo del pane tostato sul piatto e bevve un sorso di succo d’arancia dalla bottiglia.Per fortuna sua madre era di sopra e suo padre era andato a lavoro presto quella mattina.Nessuno avrebbe potuto vederlo.

O almeno così sperava.

Lanciò un sonoro ‘ciao’ e si richiuse la porta principale alle spalle per poi raggiungere la strada costiera affollata di ragazzi con zaini e cartelle.

“Allora?”gli chiese una voce,affiancandolo.

Josh si girò.

“Oh,ciao Drew.Beh … non so se quello che è successo sia realtà,oppure l’abbia soltanto sognato”rispose un po’ incerto.

L’amico lo guardò di sottecchi.

“Ehm … che diamine vuol dire?! Senti, mi potresti raccontare quello che è successo per favore? E poi constaterò se può essere vero”disse.

Josh lo guardò con espressione incerta.Poi tirò un bel respiro.

“Sembrava tutto surreale e Samantha … non era quella che tu conosci.Sembrava l’altra sua parte.Quella dolce e naturale.Non so come spiegarmi.Poi era enigmatica.Alla domanda sul perché mi avesse chiamato pazzo sapendo che quello che dicevo era vero,lei mi rispondeva che non ero ancora pronto per saperlo …”

Drew lo seguì annuendo.

“Da quello che mi dici sembra tutta un’altra persona.Me l’ha immagino:voce diversa,fare diverso,addirittura abbigliamento diverso!”esclamò agitando le mani.

“Esatto …”rispose guardando per terra.

“E poi come è andata a finire?”chiese.

“ … ci siamo …”

“Vi siete baciati?!Nooo! Che scoop! Sai quanti ragazzi lo sognano amico?!”esclamò Drew in preda all’entusiasmo.

“Ma non è così che è andata Drew!Ci siamo solamente sfiorati!Niente di più! E poi mi sono svegliato la mattina dopo!!”gli rispose con un tono di accesa arrabbiatura.

“Okay,ti credo …”disse alzando le mani.”Che pensi di fare ora?”chiese.

“Gli parlerò.Non può essersi dimenticata”rispose guardando un punto indefinito davanti a sé.

“Non ne sarei così sicuro”disse Drew.

Poi insieme raggiunsero la scuola ed entrarono.

“Classe?”chiese l’amico.

“1E,tu?”rispose Josh.

“Ottimo,siamo insieme allora”.

La classe,la prima ora, si sarebbe trovata nel laboratorio di chimica.Gli ultimi alunni si stavano avviando frettolosamente verso l’aula e così fecero anche Josh e Drew.

Quando il ragazzo si affacciò al laboratorio la prima cosa che vide furono una serie di banchi uniti per due,disposti in due file:Sopra i tavoli si trovano degli occhiali a fascia e alcune fialette di varie dimensioni.

La seconda cosa che vide fu Samantha.

Non si accorse che lo stavo fissando e quando i loro sguardi si incrociarono tutto,anche se per un momento soltanto,tornò come prima.

La ragazza,appena realizzò,increspò le labbra in una smorfia e corrugò la fronte in un’espressione seccata.

Poi si mise a sghignazzare con la sua compagna di banco mentre con un dito lo indicava.

A Josh parve di cadere in un abisso di sconforto.Non poteva essere possibile che si fosse dimenticata come niente di quello che era successo l’altra sera.

Oppure aveva solamente sognato.Ma non era deciso a lasciar perdere tutto.Ci voleva almeno provare a parlare per vedere quello che aveva da dire in merito.

Ma quel dito puntato contro e quell’improvviso cambiamento repentino l’avevano fatto proprio restare male …

“Josh?Vai dentro l’aula o vuoi rimanertene qua fuori?Un’ora è lunga amico”lo richiamò alla realtà Drew.

Il ragazzo sussultò annuendo.Poi si diressero su un banco vuoto.

“Allora?”gli chiese appena accomodati.

“Sembra la stessa dell’altro pomeriggio”rispose fissando il tavolo a braccia conserte.

“Forse è vero che te lo sei solamente sognato”ipotizzò Drew a quel punto.

Josh annuì suo malgrado.

pensò mentre fece capolino dalla porta la professoressa di chimica.


 

Josh aprì una lattina di gazzosa e ne bevve un sorso nel cortile della scuola,mentre Drew addentava un pezzo del suo panino al burro d’arachidi.

Poi indicò Samantha dalla parte opposta mentre giocherellava con la cannuccia del suo bricco e parlava con aria civettuola a due ragazzi che gli si erano avvicinati.

“Allora?Sei pronto?”chiese Drew.

Josh lo guardò.

“Devo provarci almeno”rispose passandosi nervosamente la lattina da una mano all’altra.

Tirò un bello e profondo respiro e diede la gazzosa a Drew,mentre lo vedeva prendere il passo verso quella ragazza tanto impossibile quanto enigmatica.

Le toccò il braccio con un dito per richiamarla alla sua attenzione.

“Senti … “cominciò passandosi una mano tra i capelli.”Posso parlarti in privato?”chiese guardando i due ragazzi in piedi davanti a lui.

Samantha mandò via con un gesto della mano ed un sorriso i due e poi squadrò dalla testa ai piedi Josh,proprio davanti a lei.

“Cosa vuoi?”chiese con le mani sui fianchi.

“Solamente che tu mi dica cosa hai fatto ieri sera alle nove e mezza”ripose pacifico e senza un briciolo di timore nella voce.

Samantha si guardò prima a destra e poi a sinistra molto nervosamente e poi tornò a squadrare il ragazzo.

“Senti mocciosetto”disse poggiandoli un dito sulla spalla.”Cosa diamine ti fa pensare che io debba per forza stare in spiaggia,camminare vestita di bianco e poi sparire?!”esclamò con rabbia.

“Forse perché è vero!Ieri sera non eri così!Eri pacifica,tranquilla,dolce … la tua voce era così dolce e tu eri bellissima!!!”urlò in mezzo al cortile sotto gli occhi di tutti gli alunni increduli.

Josh si bloccò.Non avrebbe dovuto urlare una cosa del genere.

Ora sarebbe successo l’inevitabile perché si sentì arrivare sulla guancia un sonoro schiaffo che gli procurò un’impronta rosso vivo.

Ancora quelle immagini sfuocate intorno a lui.Ancora e soprattutto,tutti quei ragazzi che ora gli ridevano in faccia come se lui fosse un clown da circo.

Non poteva competere con lei,e soprattutto non poteva pensare di concludere niente.Doveva per forza andare in fondo a questa storia ed il modo migliore per farlo era quello di interpellare l’altra parte di lei.

Quello di cui lui,era pazzamente perso.


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Capitolo 7
*** Cap. 7 ***


“Josh,come ti sei procurato quel livido rosso sulla guancia?”chiese sua madre mentre bagnava una pezza di acqua fresca.

“Sono caduto dal marciapiede e sono sbattuto di faccia.Stavo ascoltando della musica”rispose il ragazzo seduto su una sedia,a braccia conserte.

La madre le mise la pezza sulla guancia,ma Josh gliela strappò di mano.

“So fare da solo,grazie!Non mi confondere con Chantal”rispose.

La madre increspò le labbra in segno di disapprovazione,poi si girò.

“Comunque grazie mille Drew!”esclamò sorridendo al ragazzo in piedi davanti a lei.

“Di niente,signora Brocken,stavamo camminando tranquillamente e Josh non ha visto lo scalino del marciapiede”.

Il ragazzo gli lanciò un’occhiata di ringraziamento.

“Beh,ragazzi”cominciò la madre strofinandosi le mani”Io vado a preparare la cena.Drew,vuoi restare?”

Il ragazzo annuì allegramente.”Molto volentieri”rispose infine.

Poi gli lasciò soli.Josh fece segno all’amico di fare silenzio.Avrebbero parlato in camera con più tranquillità e senza essere disturbati.

“Amico,che camera!Con vista sul mare perfino!”esclamò Drew,uscendo in terrazza e ammirando la spiaggia di Gold Coast abbastanza affollata.

“Si esatto.Comunque volevo ringraziarti per avermi coperto.L’ultima cosa che vorrei è che mia madre … “Josh si girò”Aspetta un secondo”.

Camminando delicatamente e sfiorando il pavimento si avvicinò alla porta e l’aprì con una manata.

“Buh!”urlò alla sorellina che intanto era caduta.

“Non ti hanno insegnato a non origliare nelle stanze altrui!?”esclamò.

La bambina si rialzò e lo colpì con la sua bambolina,poi se ne andò.

“Wow,le hai prese due volte in un giorno da due ragazze!”disse Drew mentre rideva.

Josh fece una smorfia,poi ricominciò”Senti,l’ultima cosa che vorrei in assoluto è che mia madre sappia che le ho prese da una ragazza!E poi non voglio neanche che venga a sapere che scendo in spiaggia alla sera per incontrare la parte più bella e misteriosa della ragazza più popolare della scuola!”esclamò agitando le mani e camminando nervosamente per tutta la stanza.

“Ma perché scusa?”chiese Drew sedendosi sul letto.

Josh sgranò gli occhi.”Come perché?!”esclamò.

Poi fece un bel respiro.

“Okay … semplicemente perché la mia situazione sentimentale non riguarda e non riguarderà mai mia madre!”rispose infine accennando un finto sorriso.

L’amico si alzò di scatto.

“Ah-ah!Allora lo vedi che sei perso per Samantha!”disse facendosi forza sullo scivolone di discorso di Josh.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.

“Drew,lo vuoi capire che a me non interessa Samantha?”chiese.

“No,infatti.Io mi riferivo al suo ipotetico lato di angelo,e non provare a negarlo.Ogni volta che ne parli i tuoi occhi si trasformano in due cuoricini palpitanti!”rispose imitando l’immagine con le mani.

Josh trattenne una risata a stento.

“Ti picchierei volentieri qui!”disse indicando il pavimento delle camera.

Drew alzò le mani in segno di resa. Josh raggiunse l’estremità del letto e ci si accomodò sopra.

“Voglio assolutamente andare in fondo a questa storia.Devo ritornare per forza”disse fissandolo.

L’amico alzò le spalle.

“D’accordo ma almeno cerca di concludere qualcosa”rispose.

Josh annuì,serio.

“E magari evita di passare la serata a baciarti con lei!”esclamò saltando su,mentre Josh cercava di acchiapparlo.

Poi si fermò di colpo.

“Wow! Amico che chitarra!”esclamò prendendo lo strumento tra le mani.

Josh si avvicinò,rabbuiandosi di colpo.

“Questa è mia.Me l’hanno regalata mentre ero ricoverato in ospedale”rispose delineando col dito il contorno della chitarra.

Drew si girò di scatto.

“Che ti era successo?”chiese.

“Stavo annegando.In pratica è successo tutto nel giro di pochi minuti.Stavamo facendo una gita sulla barca a vela di un amico di mio padre.E’ stato proprio qui,sulla costa di Santa Monica.Eravamo al largo,io ero uscito dalla cabina per andare sulla poppa.I miei erano dentro con l’amico di mio padre e Chantal era ancora troppo piccola per capire.Avevo una decina d’anni.Mi sono sporto e sono caduto.All’inizio nessuno se ne era accorto ed io non sapevo nuotare.Continuavo ad annaspare e poi … mi sono lasciato andare,pensavo di essere morto perché vedevo soltanto acqua intorno a me,ero praticamente sprofondato e poi …”si interruppe indugiando un po’.

“Josh?E poi?”chiese Drew poggiandoli una mano sulla spalla.

Il ragazzo lo guardò.

“E’ la prima volta che racconto quello che sto per dire.E anche se tu non mi crederai,non devi dirlo a nessuno per nessun motivo!”esclamò l’amico fissandolo negli occhi.

“Josh,puoi fidarti ciecamente”rispose Drew.

Il ragazzo fece un profondo respiro prima di continuare.

“Ora non sarei qui … se non fosse stato per … quella strana creatura che mi ha spinto in superficie,in modo che i miei famigliari riuscissero a vedermi.Avevo perso i sensi,e poi ho visto qualcosa che mi passava di fianco.Era una persona come noi(da quello che mi ricordo),non riuscivo a distinguere il viso però,ero completamente perso e ti giuro che ci mancava poco prima che mi ritrovassi all’altro mondo.Fatto sta che sono sbucato fuori dall’acqua e mi hanno visto.Mia madre era disperata e continuava ad urlare,poi mio padre ed il suo amico si sono buttati per riportarmi alla barca,io facevo fatica a distinguerli e ho chiuso gli occhi per poi riaprirli in un’ambulanza.Gli infermieri che erano intorno a me continuavano a dirmi di stare calmo ma io imprecavo e urlavo che volevo ritornare al … al …”Josh assunse un’espressione interrogativa.

Drew lo guardò per sotto.

“Non mi ricordo cosa ho detto infine …”rispose incrociando le braccia.

Guardò verso il mare che si vedeva dalla terrazza.

“Ma mi ricordo benissimo che riguardava quella distesa azzurra e infinita”concluse indicandolo con un dito.


 

“Grazie per essere stato con noi Drew!Ce l’ha fai a tornare a casa?”chiese la madre di Josh.

Il ragazzo annuì cortesemente.

“Certo,signora Brocken,grazie lo stesso.Arrivederci signor Brocken.Ciao Chantal!”concluse infine avviandosi sul vialetto della porta d’ingresso.

La bimba lo salutò allegramente mentre Josh lo congedava con un gesto della mano.

Poi annunciò la buonanotte a tutti e se ne andò in camera.

Si richiuse la porta alle spalle e si avviò ad accendere il computer come consuetudine.

Si bloccò appena vide la chitarra appoggiata al pavimento,vicino alla scrivania.

Camminò verso di essa, lentamente e si sedette all’estremità del letto poggiandola sulla ginocchia.

Guardò l’ora:20:53.C’era ancora del tempo.

Passò le dita sulle corde tese dello strumento e accordò qualche nota.

pensò.

Era un po’ arrugginito e non ricordava bene alcune note.

Take your sweet,sweet time … I will be here,when you change your mind”*

Josh ricordava bene quella canzone,era una delle sue preferite,ma non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a nessuno.

Era troppo sdolcinata come canzone,per lui che ascoltava metal.

E mentre il ragazzo si perdeva nelle note e negli accordi della chitarra,arrivarono le 21.30.

“Porca miseria!Meglio sbrigarsi”disse alzandosi dal letto e infilando le ciabatte infradito.

Corse giù per le scale a tutta velocità,ma si ricordò ben presto che i suoi genitori se ne potevano accorgere.

Rallentò il passo e si fermò del tutto davanti all’entrata del soggiorno.

I suoi come sempre,stavano seguendo un documentario.Con una smorfia di disgusto avanzò pian piano e fece la solita strada per raggiungere la spiaggia.Attraversò gli ombrelloni con il chiaro di luna proprio sopra di lui e arrivò fino al bagnasciuga dove posò la chitarra che si era portato dietro.

Si sedette e prese di nuovo lo strumento.

I won’t over stand in your way … Where ever your heart may lead you /I will love you the same and I will be your comfort everyday … Do you hear the words I say …”

“Certo che le sento”disse una voce alle spalle di Josh.

Il ragazzo si girò di scatto lasciando in sospeso l’accordo e poggiando subito a terra la chitarra.

“Ehm … ciao!Oddio ….comunque non lo stavo chiedendo a te!”rispose visibilmente imbarazzato.

Samantha si mise a ridere mentre si sedeva.

“Non fa niente”disse cingendosi le gambe con le mani.

Josh alzò le spalle.

“Comunque la canzone è molto bella,l’hai scritta tu?”chiese sorridendo.

Josh si sciolse.

“Ehm … No!Era che l’avevo già sentita e poi a me non piace!L’ho cantata solamente perché mi riescono bene gli accordi!”esclamò.

La ragazza rise ancora portandosi una mano alla bocca.

“Josh,Josh …”rispose guardandolo.

“Che c’è?”domandò alzando le spalle.

“Beh … sei molto timido quando vuoi!”rispose Samantha energicamente.

“Lo so … “rispose abbassando lo sguardo.

“Ma è proprio per questo che mi piaci … “gli disse volgendo lo sguardo al mare.

Josh alzò la testa di scatto esclamando:”Veramente?!”

Samantha si girò alquanto divertita.

“Ben svegliato bell’addormentato!”gli ripose ridendo.

Anche Josh si mise a ridere di gusto.Non aveva mai provato così tanta felicità con una persona.Si sentiva esattamente se stesso ed era completamente a proprio agio in sua compagnia.

“Me la risuoni? E’ così bella”chiese Samantha.

Josh guardò lo strumento.

“Mm … Mi … vergogno”disse.

“Ci sono solamente io qua”rispose a sua volta la ragazza sorridendo dolcemente.
“Okay”

Cominciò a suonare e a cantare la canzone.Si sentivano solamente le onde del mare infrangersi sulla riva e la spuma che si riversava sugli scogli.

La melodia risuonava dolce nell’aria andando ad accostarsi con il suono delle onde.

Josh cantava guardando a intermittenza la chitarra e Samantha a cui sorrideva ogni volta,ricambiato.

L’ultima nota fu liberata e Josh bloccò le vibrazioni dello strumento.

“Fatto.Com’era?”chiese.

“Stupenda.A chi è dedicata?”domandò la ragazza.

“Non … lo so”rispose il ragazzo con molta incertezza.

“Capisco”concluse Samantha sorridendo.

Era proprio timido.

“Ehi!Fai un bagno?”chiese Josh indicando il mare.

“No!”esclamò la ragazza alzando una mano.

Il ragazzo assunse un’espressione interrogativa.

“Non … me la sento” rispose.

“Ti è successo qualcosa? Hai avuto qualche brutta esperienza?”chiese Josh preoccupato mentre si avvicinava.

Samantha abbassò lo sguardo facendo di “no” con la testa.Si strinse alle gambe.

“Perché non saresti l’unica.Io stavo per affogare.Proprio al largo di Gold Coast.E’ stato un miracolo ed ogni volta ringrazio quella persona o creatura che mi ha sollevato in superficie …”raccontò a bassa voce,con una mano posata sulla spalla di Samantha.

La ragazza alzò lo sguardo,confusa.

“Ma come … io … no,non può essere.Io … scusa devo andare!”disse alzandosi e scappando dalla parte opposta.

“Aspetta!”esclamò Josh.Non aveva senso rincorrerla.Era già tardi e doveva andare a casa.

Raccolse la chitarra da terra e si accorse che sotto di esso c’era una collana a forma di conchiglia e all’interno un piccolo acquario di colore blu.

“Ma cos’è?Mi ricorda vagamente … No. Sarà di Samantha.Era molto strana stasera”concluse raccogliendo il ciondolo a avviandosi verso casa.

*”Take your sweet time”.Testo e melodia di Jesse McCartney.

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Capitolo 8
*** Cap. 8 ***


Una filo di luce attraversò la tenda di lino blu della camera di Josh.

Il ragazzo aprì un occhio e senza voltarsi cercò la sveglia sul comodino,ma la sua mano afferrò qualcos’altro.

ricordò Josh girandoselo tra le mani.

Dopo essersi vestito,prese la solita fetta di pane tostato e lo zaino e si avviò a scuola percorrendo la strada costiera.

Drew lo stava aspettando seduto sul muretto di mattoni color salmone che costeggiava la costa.Josh lo raggiunse con le mani in tasca e gli auricolari.

“Allora amico?Come è andata?”chiese mentre scendeva dal muretto incamminandosi di fianco a Josh.

Il ragazzo alzò le spalle:”E’ scappata”rispose fissando il solito punto indefinito coi suoi occhi color dell’oceano.

Drew strabuzzò gli occhi:”Ma sei fumato?!”esclamò.

Josh si girò a guardarlo,poi riprese:”Certo che no!E poi ha lasciato questo”disse sventolandogli davanti il ciondolo.

L’amico lo prese in mano.

“Wow! Ne ho visto uno uguale proprio al negozio di oggetti usati”rispose ridandoglielo.

“Veramente?Allora facciamo un salto,sono proprio curioso.Ha un aspetto famigliare a dire il vero”concluse studiandolo.

Alzarono le spalle e svoltarono fino alla scuola.

“Ragazzi,oggi pomeriggio faremo una piccola ricerca sulla costa di Gold Cost. Verrete divisi in coppie e dovrete ricercare un campione di qualche conchiglia.Niente di impegnativo.Ci metteremo bene o male una o due ore al massimo,quindi niente di così difficile.Tutto chiaro?”disse la professoressa di chimica guardando tutta la classe.

Gli studenti si guardarono a vicenda con aria alquanto incerta.

Quali sarebbero state le coppie,si sarebbe potuto scegliere il compagno con cui stare?

“Per facilitare anche la socializzazione tra di voi,ho deciso di sorteggiare le coppie,va bene?”

Un forte e sonoro ‘no’ si alzò dalla classe ed entrò nell’orecchio dell’insegnante per poi uscire dall’altra parte e congedare l’esclamazione con un’espressione severa.

“Oh ragazzi,per favore,non è niente di così umiliante.Vi conoscete tutti abbastanza,bene o male,quindi non vedo dove sia il problema”rispose incrociando le braccia.

Josh si girò per scrutare meglio la classe e Samantha,che vide tamburellare con nervosismo le dita sul banco.

Il ragazzo poi guardò il ciondolo sul palmo della mano,avrebbe deciso di darglielo oggi.

“Bene,sbrighiamo un po’ la cosa.Ho già preparato i bigliettini coi vostri nomi.Allora … abbiamo Drew McGregory e … Linda Griffin”disse la professoressa estraendo i due bigliettini e mettendoli sulla cattedra.

L’ora passò in questo modo,estraendo e leggendo il contenuto di ogni pezzo di carta.

Josh fu uno degli ultimi e non fu difficile sapere con chi fosse stato in coppia.



 

“Linda Griffin?Oro per me amico!E’ la secchiona della classe e non sarà troppo complicato trovare il campione!”esclamò Drew alle stelle.

Josh guardò il ciondolo che teneva sempre in tasca,studiandolo con maggiore interesse ogni volta.

“Uff … mi ricorda sempre di più qualcosa ma non so cosa … “rispose in un sussurro.

“Josh!Sto parlando con te!Comunque tu che mi dici?Sembra proprio destino questo!”

Josh lo guardò come risvegliato.

“Si,esatto … spero di poterglielo dare oggi”rispose sventolandoglielo ancora davanti agli occhi.

Drew alzò gli occhi al cielo.Chissà cosa ci trovava in quel ciondolo.

“Ma che t’imp …”comiciò a dire ma Josh lo bloccò all’istante.

“Aspetta.Cos’è questa voce di sottofondo?Sembra che qualcuno stia discutendo ad alta voce.”ipotizzò.

L’amico indicò la porta d’entrata della scuola.

“Viene da lì”disse a bassa voce.

Josh annuì e si incamminò piano.La porta dell’aula di chimica era socchiusa e dentro c’erano la professoressa e Samantha che discutevano vivacemente.

“Samantha,basta!Non una parola di più!Si tratta di un solo pomeriggio e penso che tu possa resistere!”esclamò l’insegnante con la mani sui fianchi.

“Ma professoressa!Quanto le costa cambiarmi di coppia!”

“Oh,ora basta!”esclamò di nuovo.

Drew e Josh si guardarono stupefatti.Poi l’amico gli battè una mano sulla spalla.

“Sicuro che poi alla sera si trasformi in un piccolo fiorellino?”chiese in tono sarcastico.

Josh alzò gli occhi al cielo.

“Muoviti ,andiamo”disse.

Furono di nuovo fuori la scuola e pochi minuti dopo ne uscì Samantha,rossa in viso.

“Che carina,non trovi?”chiese Drew voltandosi.

Josh gli diede una pacca sul petto.

“Senti,ci vediamo oggi pomeriggio,okay?”chiese il ragazzo guardandolo.

L’amico annuì.”Non combinare casini,d’accordo?”

Josh annuì sua volta,poi lo salutò con un gesto della mano mentre si avviava verso casa.



“Ciao,caro?Come è andata?”chiese sua madre appena ebbe chiuso la porta.

“Bene,oggi devo andare alla spiaggia per un compito”disse poggiando lo zaino a terra.

Sue si drizzò all’improvviso.

“Josh?Sei sicuro che vuoi andare?”chiese vagamente preoccupata.

Il ragazzo si girò interrogativo.

“Si,perché non dovrei?”chiese andando in cucina.

“Beh … starete in barca?”domandò seguendolo.

“Mamma?No,andremo in giro sul bagnasciuga, okay?Ma che ti prende?”esclamò.

“Niente!E’ solo che non voglio che succeda qualcosa …”rispose abbassando lo sguardo.Josh si rese conto di quello che stava pensando.

“Se ti preoccupa che io possa affogare … non succederà … insomma avevo dieci anni,è successo sei anni fa!Ora ne ho sedici e penso di saper badare a me stesso.”rispose prendendo dalla tasca il ciondolo e girandoselo tra le mani.

“Dove l’hai preso!?”esclamò la madre strappandoglielo.

“Dammelo subito!”urlò a sua volta Josh riprendendolo e rimettendolo subito dentro in tasca.

“Chi te l’ha dato?”chiese.

“L’ho trovato … ma che ti prende?Insomma mamma!Dimmi che diamine sta succedendo porca miseria!”esclamò il ragazzo alquanto arrabbiato.

“Mamma?”chiamò Chantal dall’uscio della cucina.Aveva una manina appoggiata allo stipite della porta.

“Cosa succede?”chiese.

Josh si alzò e uscì velocemente per poi chiudersi nella sua stanza.

Mise gli auricolari ad alto volume e si appoggiò coi gomiti alla terrazza che guardava sul mare.

Ma perché?Cosa stava succedendo che sua madre gli nascondeva.Capiva benissimo il fatto della preoccupazione dovuta a quel episodio …

Ma il ciondolo?

Cosa gliene importava a sua madre di quel oggetto?

Lo riprese nuovamente in mano e lo guardò con più attenzione.

Poi fece scendere il liquido blu dalla boccietta e scorse che sotto c’era un velo azzurro che scintillava.

Sembrava il mare,l’orizzonte ed il cielo.

Era un ciondolo stupendo,ma benchè si sforzasse di sapere perché aveva un’aria così famigliare non ci riusciva.

Guardò il mare,quello vero,un’immensa distesa di acqua cristallina e poi il cielo,con le sue nuvole bianche e quel colore azzurro difficile da descrivere.

Fissò per una manciata interminabile di minuti il firmamento,quanto avrebbe voluto stare lì,in quel momento.

Stare a mezz’aria tra l’orizzonte e il mare.

Eppure per Josh non sembrava così impossibile,era come se un giorno,non troppo lontano,lui avrebbe potuto riuscirci.

Spense la musica ed entrò raccogliendo da terra una piuma bianca che era comparsa all’improvviso e ponendola sulla sua scrivania.

Non si sapeva mai.

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Capitolo 9
*** Cap. 9 ***


“Bene ragazzi.E’ tutto pronto.L’unica raccomandazione è la prudenza.State attenti e non allontanatevi troppo,intesi?”annunciò la professoressa mentre ventisei occhi la fissavano.

Josh si avviò un po’ titubante da Samantha,che lo squadrò da capo a piedi.

“Ciao …”disse a bassa voce.

La ragazza non rispose ma disse:”Tu cerchi e io non faccio niente,intesi?”

Josh annuì abbassando lo sguardo,si girò un ultimo momento a guardare Drew che gli sorrise,poi si incamminò.

Dopo un paio di passi,gli venne in mente un’idea assolutamente geniale che doveva mettere subito in atto.

Portarla sul luogo dove di solito si incontravano ogni sera.

Allungò il passo deciso.

Doveva buttarsi o non avrebbe mai saputo come sarebbe andata a finire.

Dopo una dozzina di minuti si fermò.

Ecco il posto,proprio davanti a casa sua.

Samantha si guardò intorno stranita.

“Allora?E’ qui che dobbiamo cercare?”disse velocemente.

Josh la fissò:”Veramente non sai che posto è questo?”chiese sicuro di sé.

Samantha si toccò nervosamente una ciocca di capelli sbattendo il piede per terra.

“Dimmi cosa vuoi”chiese con voce ferma.

“Soltanto che tu mi spieghi perché ieri sera sei scappata dalla spiaggia”rispose Josh guardandola dritto negli occhi.

Samantha sbuffò ancora più nervosamente.

“Ancora con questa storia?!Lo vuoi capire che io in spiaggia alla sera non ci sono?!”esclamò.

Il ragazzo estrasse dalla tasca il ciondolo.

“Allora dimmi se questo è tuo”disse mentre glielo pendeva davanti.

Samantha strabuzzò gli occhi,mentre si girò a braccia conserte.

“Dove l’hai preso!?Me l‘ero dimenticata in spiaggia!”chiese avventandosi sull’oggetto,ma Josh lo ritrasse subito.

“Allora lo vedi che ti stai fregando da sola!”esclamò il ragazzo,poi continuò:”Perché fai così?Spiegamelo una buona volta!”urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

Samantha abbassò lo sguardo,per poi rialzarlo con il viso meno tirato ed un’espressione più tranquilla in volto.

“Senti Josh … è un po’ complicato,io … non posso spiegartelo ma …”cominciò per poi essere interrotta.

“Ma cosa?!”chiese il ragazzo:”Per quale motivo nessuno mi spiega cosa diavolo sta accadendo?!”esclamò mentre due lacrimoni gli rigavano il viso.Josh le asciugò prontamente,assumendo un’espressione di sfida in volto.

Samantha continuava a non parlare ed agitare la testa mimando un ‘no’.

“Lo rivuoi il tuo ciondolo?”domandò puntando l’oggetto al mare.

“Non lo faresti …”sussurrò la ragazza.

“Ah si?Beh,certo che lo farei!Non hai fatto altro che prendermi in giro da quando sono venuto qua.Hai sempre avuto due personalità totalmente diverse,ti chiedo di parlare e spiegarmi cosa succede almeno una volta nella tua vita e non lo fai nemmeno … e io dovrei pure stare ai tuoi comandi che neanche capisco?”domandò risoluto.

Samantha abbassò di nuovo la testa:”Josh,ora basta.” Disse.

Il ragazzo increspò le labbra in un finto sorriso e con un lancio da professionista scaraventò il ciondolo in mezzo al mare.

“No!!!”esclamò la ragazza andando verso il bagnasciuga.

Josh lasciò la spiaggia in lacrime,mentre Samantha si inginocchiò guardando il suo ciondolo sparire per sempre.

Perché le persone commettono gesti tanto sciocchi alle volte?

La risposta è già qui,posta sotto gli occhi di tutti.

La disperazione detta il tutto.Il diritto di voler capire o anche meno,sentire,almeno un piccolo accenno di quello che non si riesce a capire.

E se anche questo viene negato,si cerca di lottare,ma alle volte lottare significa anche sacrificare la cosa più importante,che appartiene alla persona a cui più si ama.

Josh correva,correva superando ogni pezzo di spiaggia,ogni tratto di mare,guardando prima l’orizzonte e poi il cielo,che tanto amava.

pensava Josh.

Poi un crampo alla schiena.

Il respiro irregolare.

I polmoni sfiniti.

E poi lui.

A terra.

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Capitolo 10
*** Cap. 10 ***


Un ammasso di soffici nuvole bianche si muovevano intorno a Josh,si sentiva in pace,tranquillo e non aveva bisogno di nient’altro.

Poi un sacco di piume,bianche,candide piovevano leggere verso il basso,una distesa di acqua azzurra purissima,e una bellissima ragazza che gli sorrideva radiosa dal basso.

A Josh si spense il sorriso,sarebbe caduto da un momento all’altro,sapendo che era impossibile resistere a mezz’aria.

Si girò,mosse le gambe velocemente.

Cos’erano quelle due ali,bianche e soffici che c’erano sulla schiena?

Il ragazzo guardò nuovamente giù,in preda al panico più assoluto.

Vide il mare,Samantha e il suo riflesso sull’acqua.

Un angelo.




“Si,signora,vostro figlio si rimetterà presto,non si preoccupi.Il caldo di questi ultimi giorni e la lunga corsa devono averlo distrutto.”

Un dottore in camice stava parlando sommessamente alla madre di Josh.

Accanto c’erano la professoressa ed il padre.

Chantal stava aspettando su una sedia,fuori la stanza,mentre giocava con Drew.

Josh non capiva.

Lui stava benone.Certo,non ricordava quello che era successo poche ore prima,ma che cosa gli importava?

Dopo aver sbattuto un paio di volte gli occhi,il ragazzo cercò di alzarsi,ma inutilmente.Era come se un peso lo calamitasse proprio sul letto,impedendoli così ogni movimento.

Il dottore se ne accorse e prontamente accorse da Josh.

“Tranquillo”disse mentre lo aiutava a distendersi.

“Oh,la smetta!Che diamine succede qui?”chiese nervosamente.

“Un colpo di calore”cominciò pacifico il medico:”Un crampo alla schiena può succedere Josh,non c’è nulla di cui preoccuparsi.Tra poco tempo arriveranno anche le lastre della tua schiena e potremo vedere se si è rotto o anche meno,slogato qualche nervo”disse.

“Tesoro,come ti senti?”chiese la madre avvicinandosi al letto.

Josh alzò gli occhi al cielo.

“Voglio andarmene!Io sto benissimo!”rispose.

“Non riesci neanche ad alzarti Josh”rispose il padre.

“Senti,ora ti lasciamo solo,va bene?Così potrai riposarti”annunciò il dottore spingendo fuori tutti.

“Aspetti.Voglio vedere Drew prima”disse con tono fermo.

Il medico annuì,poi fece cenno al ragazzo di entrare.

Chiuse prontamente la porta dietro di sé e si avvicinò al letto.

“Come va?”chiese.

“Io sto da Dio,ma quel babbeo non lo capisce,porca miseria!”esclamò rosso in viso.

“Amico calmati!”rispose Drew agitando le mani.

Josh fece un bel respiro.


“Voglio sapere cosa è successo”disse fissandolo.

“Beh,stavo passando di lì con Linda e ti ho trovato riverso a terra.Abbiamo subito chiamato la prof. e poi l’ambulanza. I tuoi sono arrivati subito …”cominciò Drew per poi essere interrotto.

“Samantha?”chiese Josh all’improvviso.

Il ragazzo divenne tutto a un tratto pensieroso.Si mordicchiò un labbro,poi riprese.

“Non c’era.Non l’abbiamo più vista da quando siete andati via per la ricerca”rispose.

“Posso sapere cosa è successo?”chiese poi a braccia conserte.

Josh abbassò la testa poggiando i gomiti sulle ginocchia:”Un casino”sussurrò.

Drew gli si avvicinò:”Avete litigato … di nuovo?”

Il ragazzo lo guardò.

“Sono scappato io questa volta.Ero stufo di tutto.Non voleva ammettere niente di quello che stava succedendo,parlava a monosillabi e io in preda alla rabbia … “sospese.Non sapeva come andare avanti.

Drew corrugò la fronte,guardandolo di sbieco.

Josh respirò profondamente:”Ho buttato in acqua il suo … ciondolo”concluse guardando l’amico da sotto,mentre quest’ultimo strabuzzava gli occhi.

“Ma sei fumato?!”esclamò”Oh mamma,ti credo che poi non l’abbiamo più vista.Senti,ci penso io a parlarle,tu riposati,ma prima spiegami un’ultima cosa”disse incrociando le braccia.

Josh annuì.

“Perché sei svenuto?Cioè … è vero quello che ha detto il dottore?”domandò indicando la porta.

“Colpo di sole?”rispose l’amico mentre Drew annuiva”Naaa … è una cretinata!Praticamente mi sentivo strano,volevo volare a tutti i costi ma non so il perché di questo pensiero e poi mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto.Non sentivo più le gambe e sono svenuto”concluse alzando le spalle.

“Lo sapevo che il tipo non la diceva giusta”disse il ragazzo.

Josh fece un mezzo sorriso.

“Allora vado.Ci vediamo stasera,ciao!”concluse con una schiacciata di mano.

Poi aprì la porta ma l’amico lo fermò.

“Drew,aspetta.Un’altra cosa” disse. ”Ricordi che dovevamo andare in quel negozio d’oggetti usati?”chiese.

Il ragazzo annuì.

“Beh …”cominciò Josh abbassando lo sguardo.

“Tranquillo,farò un salto anche là”concluse sorridendo e salutandolo un’ ultima volta.

Josh appoggiò nuovamente la testa sul cuscino con le braccia dietro la testa e chiuse gli occhi.


Oggi il banco era vuoto,Josh doveva rimettersi e per un paio di giorni non sarebbe potuto venire a scuola.

Samantha era quella di sempre.Antipatica con chi non gli andava a genio;simpatica e civettuola con i ragazzi più belli e famosi della scuola.

In classe non dava a vedere il suo sconforto per la perdita del ciondolo e … di Josh,ma ogni volta una piccola sbirciatina al suo banca la dava.

Dopo un paio di ‘no’secchi e una dose di buona volontà,Drew riuscì finalmente a tirarla in disparte per parlarle.

“Premetto che non voglio notorietà o qualunque cosa ci si possa aspettare parlando con te”cominciò il ragazzo,mentre Samantha sbatteva un piede a terra e borbottava a bassa voce.

“Dove sei andata,ieri pomeriggio?”chiese in tono fermo,come gli aveva insegnato Josh.

“Non mi hai vista per caso?Ero con quel ragazzino …”fece finta di sforzarsi a ricordare il nome.”Beh,comunque stavo facendo quella stupida ricerca!”disse.

“Ah certo!E quindi vuoi dire che dopo non sei sparita nel nulla e non hai visto Josh svenuto a terra,giusto?”domandò a sua volta Drew in tono sarcastico.

Samantha cominciò a guardarsi intorno nervosamente,sbattendo il piede a terra con più velocità e guardandolo a intermittenza.

“No …”rispose con la voce incrinata.

Drew la guardò di sbieco.Non aveva mai visto la ragazza più popolare della scuola tanto in difficoltà.Era sorprendente come le persone che il più delle volte appaiono sicure di sé,in momenti come questi non sanno neppure dove andare a rifugiarsi … dalla verità.

Drew non si lasciò scoraggiare o impietosire da quel suo comportamento così fragile.

“No?Beh,allora faresti meglio a fare un salto in ospedale,visto che ora il tuo caro nemico rompiscatole si trova là”concluse girando i tacchi e lasciando così la ragazza a bocca aperta.

Samantha zero.Drew uno.


 

La prima ‘commissione’ era stata eseguita brillantemente.

Ora Drew doveva recarsi al negozio d’oggetti usati per informarsi del ciondolo che proprio lì aveva visto.

Percorse,quello stesso pomeriggio,la lunga strada costiera che fiancheggiava il mare.Era mosso,i gabbiani avevano smesso già da un pezzo di sorvolarlo e ora il cielo era diventato grigio e nuvoloso.Segno che tra poco sarebbe arrivato un temporale.

Ma questo non scoraggiò Drew.

Era da tempo che avevano pensato di andare al negozio,e anche se ora Josh non c’era, niente e nessuno gli avrebbe impedito di tornare all’ospedale per metterlo al corrente.

Neanche un temporale.

Però era alquanto strano.C’erano sempre state belle e soleggiate giornate e proprio ora che il suo amico era in ospedale e Samantha non si presentava più in spiaggia,il cielo si era ingrigito e il mare si muoveva pericolosamente.

Casi della vita. Forse.

Drew raggiunse in tutta fretta la porta di vetro del piccolo botteghino.

L’aprì.Dentro era caldo e profumava d‘incenso. L’aria non mancava e c’erano oggetti di tutti i tipi.Da collane a porcellane.Si passava da un macinino di caffè antico ad uno skateboard della Poison nuovo di stecca.

Il ragazzo si guardò intorno mentre si avvicinava al bancone.

“Posso aiutarti?”chiese una voce roca e abbastanza grossa uscendo da una stanza.

Drew si girò.

Un anziano signore in giacca e cravatta,con una appena visibile barbetta bianca e una lente da vista incorniciata d’oro,gli ricadeva a metà tra stomaco e torace.

Il ragazzo si avvicinò al bancone.

“Ehm,si grazie.Volevo chiederle un’informazione riguardo un ciondolo”disse.

Il signore annuì,mentre Drew tirò fuori il suo cellulare dalla tasca e gli mostrò la foto dell’oggetto che aveva scattato in precedenza.

L’anziano allungò la lente da vista sul telefono,poi si ritrasse subito.

“Uhm … l’ho venduto un po’ di tempo fa ad una ragazza mi sembra di ricordare”rispose visibilmente pensieroso.

“Era da molto tempo che era qui in negozio”continuò.

Drew lo interruppe:”Per caso si ricorda anche chi glielo aveva venduto?”domandò impaziente.

Il vecchio mise una mano sul mento.

“O buon Dio,beh ….come dicevo era da molto tempo che ce l’avevo qui in negozio ma … ricordo che era stata una coppia che aveva venduto il ciondolo. Rammento anche che mi appariva molto frettolosa di sbarazzarsene,volevano addirittura regalarmelo e poi se ne sono andati”rispose.

Drew lo guardò con sguardo interrogativo.

“Erano giovani? Me li potreste descrivere per favore?Ovviamente sempre se lo può ricordare”chiese cordialmente.

L’anziano gli sorrise.

“Beh … non era molto giovane.Avranno avuto circa quarant’ anni.Ma una cosa che ricordo bene era il nome.L’uomo era abbastanza famoso perché dirigeva un’agiata imprenditoria di telefoni cellulari.Proprio come il tuo, giovanotto”disse indicando l’apparecchio nella mano del ragazzo.

A Drew gli si drizzarono i peli.

“Un certo signor Brocken,mi pare di rammentare …”


ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!!! :)
Grazie per chi perde del tempo per leggere la mia storia :S xD
Che vi posso dire?!
Grazie intanto per averla letta e poi non dovrete aspettare molto per l'altro capitolo dato che questo libro l'ho già finito :)
Grazie ancora un bacio a tutti! <3
Cinzia :)

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Capitolo 11
*** Cap. 11 ***


Drew si fece accompagnare in tutta fretta da sua madre all’ospedale.

Fuori pioveva a catinelle,e dal finestrino non si vedevano altro che fiotti di acqua piovana riversarsi sull’asfalto ancora caldo.

La macchina viaggiava a velocità ridotta,nonostante le insistenti imprecazioni del figlio.

“Mamma più veloce!”esclamò.

“Drew,calmati,siamo quasi arrivati!”rispose con una mano sul volante e l’altra sul cambio.

“Perché tutta questa urgenza?”chiese.

Drew scrollò le spalle.

“Non ho tempo ora per spiegartelo.Tu guida intanto!”

La madre alzò gli occhi al cielo mentre svoltava un’ultima curva,prima di arrivare al gigantesco stabile.

Scese dicendo al figlio di prendere l’ombrello ma quest’ultimo stava già correndo sotto la pioggia entrando a tutta birra dentro l’ospedale.

La madre lo seguì.

Il ragazzo corse al primo ascensore libero che trovò.

Entrò guardando se sua madre stava arrivando.

Nessuna traccia.Il ragazzo non aveva tempo e quindi schiacciò il pulsante che lo portò al quinto piano.

Percorse il lungo corridoio,dove infermieri dottori e ragazzi ricoverati stavano camminando.

Infine,superati due medici,entrò nella stanza di Josh e si bloccò subito.

I genitori del ragazzo erano seduti vicino al letto,mentre Josh teneva le braccia conserte e lo sguardo basso.

“Oh Drew,finalmente!”sbottò la madre del ragazzo appena arrivata con il fiato corto.

Sue,si girò alzandosi dalla sedia e andò incontro a madre e figlio.

“Rose,Drew! Che piacere vedervi qui!”esclamò.

Josh alzò lo sguardo di scatto illuminandosi appena vide l’amico.

Drew si avvicinò sussurrandogli nell’orecchio:”Devo parlarti amico … però da soli”.

Josh annuì poi disse:”Papà,mamma,per favore uscite adesso!”esclamò.

I suoi genitori si girarono,poi con un sorriso Sue uscì parlando con Rose e il signor Brocken mentre teneva in braccio la piccola Chantal.

“Dimmi pure ora”disse Josh mettendosi a sedere sul letto.

“Beh … ho parlato con Samantha … ma ora non mi sembra abbastanza importante quanto questo”rispose abbassando lo sguardo.

Josh lo incoraggiò con un gesto della mano mentre Drew si mise a torturare la cerniera della giacca bagnata.

“Ho scoperto chi ha venduto il ciondolo al negozio di oggetti usati”disse.

Il ragazzo corrugò la fronte:”Chi?”chiese.

“Beh … I tuoi genitori”rispose con la voce incrinata.

Josh si drizzò all’improvviso mentre un grosso tuono invase il cielo.


 

Andare o restare?

Prendere o lasciare?

Mille punti di domanda affollavano insistentemente la testa di Samantha,mentre guardava dalla finestra di casa sua la pioggia che cadeva per terra.

Se fosse andata in ospedale,sicuramente i genitori di Josh l’avrebbero vista e si sarebbero chiesti il perché di quella visita,e perché ancora non la conoscevano.

Troppo rischioso.

Poteva fare un salto la mattina presto?

Opzione scartata,gli infermieri giravano per l’osservazione a quell’ora.

La notte.

Certo,la notte!

Al buio nessuno l’avrebbe vista.

Perfetto,ma come sarebbe riuscita ad entrare dentro se alle dieci della sera chiudeva l’orario-visite?

Nessun problema … se la pioggia non smetteva di cadere.

Sotto la pioggia tutto sembrava così surreale,per chi fosse stato un creatura umana,abituata alla monotonia della vita.

Ma non per lei,che si confondeva con le gocce della pioggia che scendevano dal cielo.

Cielo.

Era da lì,che sentiva che qualcuno la pensava.

Qualcuno che non voleva accettare la sua natura,o che ancora non sapeva quello di cui era capace.

Lui.

Le luci delle stanze dell’ospedale si spegnevano una ad una,come tante candele che al soffio del respiro si spengono.

Tutto taceva,ma non le voci nella mente di Josh.

Perché tenergli nascosta questa cosa?

Quando Drew se era andato,il ragazzo non aveva voluto vedere più nessuno,nella speranza di riuscire a riflettere.

Ma non ci riusciva.

Si girò,la finestra mostrava la cittadina e le sue mille luci.La pioggia non voleva cessare e alcune gocce ricadevano leggere all’interno a causa della finestra socchiusa.

Era solo in stanza,quindi si alzò molto lentamente.Era debole,ma ce la fece.

Toccò il profilo della finestra e si bagnò le mani di quelle strane gocce di pioggia,così leggere,pure.

Avvicinò leggermente il viso alle dita.

Sapevano di un profumo così famigliare … il profumo di …

“Samantha”sussurrò distogliendo il viso,mentre una luce lo travolgeva.

Si coprì gli occhi con un palmo della mano,mentre davanti a lui si formava il profilo della ragazza.

“Samantha!”esclamò.

La ragazza si poggiò un dito alle labbra.

“Shh.Lo so,ora ti spiegherò tutto”rispose.

Poi si accomodò sul letto,seguita dallo sguardo incredulo di Josh.

Gli sorrise e il ragazzo si ricompose ricambiandola a sua volta.

“Non sapevo … fossi finito in ospedale”disse abbassando lo sguardo.

Josh gli si accomodò vicino.

“Non preoccuparti,piuttosto mi dispiace di aver scaraventato nel mare,la cosa più preziosa che avevi …”rispose.

Samantha lo guardò e ribattè:”No,Josh,ti prego non deprimerti … devo ammettere che fino a un giorno fa pensavo veramente che fosse la cosa a cui tenevo di più …”

Fu interrotta:”Non so cosa mi sia preso … la rabbia,il voler sapere cosa stava succedendo …”

“Ti posso spiegare.So che tutto questo può sembrare strano e quando saprai cosa sono veramente,forse non vorrai più vedermi … ma te lo devo dire”disse guardandolo negli occhi.

Le sorrise.

“Non sono come te,non sono come Drew,come la tua famiglia.Non sono umana.”

Josh strabuzzò gli occhi.

“Io … appartengo al mare.Non alla terra”concluse.

Josh voltò lo sguardo.Fece un profondo respiro e poi girò il viso per guardarla.

“Cosa significa questo?”chiese fermo.

“Che … non posso toccare l’acqua del mare la notte … rischierei … anzi non potrei più tornare sulla terra ferma”rispose.

Josh annuì lentamente con lo sguardo basso.

“Era per questo che non volevi toccare l’acqua quella sera in cui sei scappata?”

Samantha annuì.

Ci fu qualche minuto di silenzio.Josh fissava la pioggia scendere a catinelle.

“Josh?”chiese.

Lui si girò.Fece un profondo respiro.

“Scusa.Vorrei restare solo.Vorrei riflettere”

La ragazza annuì.

Si alzò lentamente,mentre Josh la seguiva con lo sguardo.

Un momento prima di confondersi con la pioggia si girò dicendogli:”Josh,mi dispiace non avertelo detto prima.Ti giuro che se ci fosse qualcosa che potrei fare per cambiare la mia natura lo farei … solo per te”

Poi mentre una lacrima gli rigava il viso,scomparve in un sottile fascio di luce.

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Capitolo 12
*** Cap. 12 ***


“Josh?Josh?”

Una voce lo richiamò alla realtà.

Il ragazzo vide il dottore in piedi davanti a lui con una busta gialla in mano.

Contenevano le lastre della sua schiena.

“Possiamo vederle.Ma prima sarà meglio aspettare i tuoi genitori.”disse poggiandole sul tavolino di fianco al letto mentre si dirigeva al di fuori della stanza.

“Dottore?Non voglio aspettarli.Le vedrò da solo”rispose fermo.

Il medico annuì mentre faceva entrare nella stanza Drew,appena arrivato.

“Beh,Josh,la tua schiena è perfetta.E’ tutto apposto.Ci sono solo due leggeri ematomi alle sinistra e destra della schiena,sicuramente per la caduta.”disse.

Il ragazzo annuì.

“Vi lascio soli ragazzi.Mi raccomando”

Quando se ne fu andato,Josh fece accomodare velocemente l’amico sul letto.

“Allora?”chiese.

Josh lo guardò annuendo.Non voleva ancora dirglielo.Prima doveva riflettere da solo.

Sfilò le due lastre che ritraevamo la sua schiena.

L’amico indicò subito le due piccole macchioline ai lati della schiena.Poi lo guardò interrogativo.

“Il dottore ha detto che sono due piccoli ematomi dovuti alla caduta.”rispose guardando i referti.

“Amico! Sembra chi ci stiano a pennello due alette! Devi aver preso una brutta botta!”esclamò.

“Già!”rispose mentre risero insieme.

“Non è che da un momento all’altro ti spuntano le ali?“chiese Drew mentre sghignazzava.

Josh gli diede una cuscinata:”Che fumato!”gli rispose mentre continuavamo a ridere.

Il dottore entrò di corsa:”Ragazzi!Per cortesia!”sbottò per le eccessive risate.

Da quanto non rideva?Da sempre.

Ma ora era una cosa che aveva imparato.



Il pomeriggio i suoi genitori lo vennero a prendere.

Josh si preparò in silenzio,mentre continuava a riflettere.

Non riusciva a capire.

Lui era pazzamente perso per lei.Per Samantha.

E allora perché non riusciva ad accettare quello che era?Forse ci voleva del tempo.

Ma quanto?

Tante domande affollavano la mente di Josh,ma non c’era l’ombra di una risposta.

“Tesoro?”chiamò sua madre alle spalle del figlio.

Il ragazzo si girò.

C’erano sua padre con Chantal e sua madre,tutta sorridente.Un sorriso tirato.

Non prometteva nulla di buono.

Indifferente preparò lo zaino, prese la giacca e superò i genitori senza degnarli di uno sguardo.

Per tutto il tragitto dall’ospedale fino a casa Josh non pensò a niente, voleva solamente riposare la mente dal troppo pensare.

Chantal stranamente non parlava; se ne stava seduta sul suo lato dell’auto, pettinando i capelli della sua inseparabile bambola.

Fuori dal finestrino non si riusciva a distinguere granchè. Solamente il mare, una lunga distesa di mare, qualche gabbiano solitario e il … cielo.

Josh restò con lo sguardo all’ insù per scrutarlo fino a quando non arrivarono a casa, poi scese, aprì la porta di casa velocemente e si chiuse in camera.

I suoi genitori si guardarono interrogativi. Non sarebbe stato così facile dirglielo.

Era da mezz’ora che Josh se ne stava seduto a fissare il soffitto della sua camera, disteso sul letto. Non riusciva più a pensare in modo logico. Anche se c’era ben poco di logico in tutto questo.

L’unica cosa che riusciva a fare era starsene lì, disteso sul letto a non pensare.

Non pensare ai suoi genitori; non pensare al ciondolo.

Non pensare a Samantha. Faceva troppo male. Si era chiesto quanto tempo ci sarebbe voluto perché riuscisse a capirla e ad accettarla.

Non sapeva più come si sentiva. O forse c’era ancora una cosa di cui era sicuro.

Era sempre più innamorato di lei.

Sentì bussare alla porta ed entrarono i suoi genitori. Josh diede loro uno sguardo veloce e poi rimise un auricolare nell’orecchio.

Si guadarono. Sue era molto preoccupata e gli si avvicinarono.

“Josh, c’è qualcosa che non va? Ti abbiamo visto molto silenzioso” cominciò sua madre parlando a bassa voce.

Il ragazzo fece segno di ‘no’. Erano le ultime persone con cui voleva parlare ora.

“Dobbiamo dirti una cosa caro. Non ce la possiamo più tenere per noi. Per arrivare fino a questo punto ne abbiamo parlato tra noi due , poi con uno psicologo e col dottore dell’ospedale” continuò suo padre.

Josh si alzò a sedere, togliendosi gli auricolari. Era sicuro al cento per cento che si trattasse della questione del ciondolo. Finalmente avevano capito che raccontargli cos’era veramente successo quel giorno era la cosa più giusta da fare.

“Sappi che solo che ti vogliamo troppo bene … “ ammise sua madre guardandolo negli occhi.

“Cosa aspettate a dirmelo? Avanti” gli incoraggiò il ragazzo.

I suoi genitori si guardarono un ultima volta.

“Josh. Ti abbiamo adottato.”


La notte la passò non sognando niente. Dormiva e basta, sospeso in un’atmosfera densa, pastosa e cullante in cui tutto era sbiadito.

Ma era piacevole. Era piacevole poiché non lo faceva pensare a quella notizia che gli aveva sconvolto la vita. Era la cosa più brutta che gli fosse mai successa. Sentirselo dire, anche con la più delicatezza possibile era sempre un grosso macigno da buttare giù. A primo impatto con la notizia si era irrigidito e aveva cominciato a guardare i genitori (che non lo erano più) pensando che da un momento all’altro gli dicessero che era tutto uno scherzo. Che tutto questo era solo un brutto e stupido scherzo. Poi aveva abbassato lo sguardo con amarezza. Non glielo avevano detto prima perché, secondo loro, sarebbe stato meglio garantirgli un’infanzia felice. Ma Josh non riusciva a realizzare e lo trovava la cose peggiore che avessero potuto fare. Troppe cose in un momento erano successe e in un sussurro disse loro: “Andatevene. Non voglio più vedervi.”

L’indomani si svegliò e senza dire una parola di più, si vestì e scese le scale.

Non aveva mangiato niente da ieri, ma andava bene così, non ne sentiva il bisogno. Sua madre lo fermò quando fu sul punto di uscire.

“Dovresti mangiare qualcosa” gli disse mentre sedeva a tavola con una tazza di caffè caldo in mano.

Josh la scrutò con uno sguardo indecifrabile: “ Non ne ho voglia” rispose.

“Devi, o non ti rimetterai mai tesoro”

“Chiama Chantal ‘tesoro’ non me … Sue” e si chiuse la porta alle spalle mentre lasciò sua madre a bocca aperta.

Sulla strada costiera le lacrime raggiunsero velocemente gli occhi azzurri di Josh ma non fece niente per fermarle.

Era consapevole di quello che aveva detto, ma loro non le erano stati altrettanto nascondendogli questo simile segreto e per di più quando avevano venduto senza neanche pensarci quel ciondolo che per lui significava tutto.

Era anche consapevole che prima o dopo avrebbe dovuto affrontare questa cosa, solo che … gli mancava la forza e il coraggio di farlo.

“Josh?” si sentì chiamare alle spalle.

Si girò e per poco non fece cadere a terra Drew, che lo aveva appena raggiunto.

“Amico! Sei sicuro di stare bene? Sembri un … cadavere”

“Sto … sto bene Drew” rispose infilandosi un’auricolare e percorrendo l’ultimo tratto di strada che gli separava dalla scuola.

“Prendi questo Josh, si vede lontano un chilometro e mezzo che non hai mangiato niente” e gli mise in mano uno snack.

Josh sorrise ringraziandolo con lo sguardo. Ma non aveva proprio voglia di mangiare niente, per ora, quindi se lo mise in tasca.

Arrivarono alle porte della scuola giusto in tempo quando la campanella suonò e raggiunsero la classe di storia in dieci secondi.

La lezione stava per cominciare. Josh guardò tutta la classe. Non c’era la più pallida ombra di Samantha.

La piccola fiamma speranzosa si spense a poco a poco.

Le ore di scuola passarono molto lentamente, ma non se ne accorse. Non si accorse di quello che succedeva all’interno della scuola. Era caduto in una specie di limbo di riflessione. Un mondo tutto suo.

Tornò a casa lasciando Drew a metà strada, che non capiva che gli stava succedendo.

In salotto trovò i suoi genitori ad aspettarlo.

Sua madre si alzò di scatto appena lo vide: “Caro, ti stavamo aspettando! Mi dispiace molto di averti disturbato questa mattina, me ne accorgo solo ora. So perfettamente che non stai vivendo un periodo facile della tua vita.Devi ancora realizzare il tutto e la convalescenza delle volte può essere molto dura …”

“La convalescenza?! Avrei dovuto immaginarlo che non avresti capito” rispose Josh alzando gli occhi al cielo.

“Senti campione, dobbiamo dirti e soprattutto chiederti una cosa e non abbiamo trovato un altro momento adatto per riferirtelo”

Il ragazzo abbassò lo sguardo. Non si sentiva affatto un campione ora. Solo una persona terribilmente confusa sui propri sentimenti.

“Caro, quando siamo partiti da Seattle, non capivamo e soprattutto non davamo molto peso ai tuoi commenti o alle tue richieste di ritornare lì. Pensavamo fosse solamente una cosa temporanea; che qui ti saresti presto ambientato e che avresti sentito anche S.Monica, un po’ come casa tua” disse sua madre, cercando di essere più delicata possibile.

“Evidentemente vi eravate sbagliati fin dall’inizio” rispose Josh impassibile: “E con questo cosa vorreste farmi capire? Che devo farmene una ragione? Che deve riprendermi innanzitutto da questa diavolo di notizia di adottamento e dalla convalescenza? Che dovrei andare da uno psicologo?!”

“Josh … ritorniamo a casa” concluse suo padre.

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Capitolo 13
*** Cap. 13 ***


Ritornare a Seattle?

Perché non glielo avevano chiesto il giorno stesso in cui aveva messo piedi in questo posto?

Oh, giusto. Non lo avevano capito. Non avevano capito come si sentisse Josh quel maledetto giorno, quando scese dalla macchina, mentre i suoi genitori e Chantal parevano così felici che lui non avrebbe avuto il coraggio di interromperli.

La troppa bontà non viene mai ripagata con la medesima moneta. L’aveva capito finalmente.

E quando, con tutta la forze che gli rimanevano in corpo, trattenne di nuovo le lacrime, si sedette al portatile per fare un giro su Facebook.

Era scomparso, il profilo era stato sconnesso e cancellato. Ne rimanevano solo il nome e il cognome. Nient’altro.

Il panico lo assalì. Non la vedeva da due giorni,L’ultima volta si erano incontrati in ospedale. A scuola oggi non si era presentata e il profilo era stato cancellato.

Si alzò di scatto scaraventando la sedia girevole. La testa cominciò a girarli vorticosamente. Con una mano sulla fronte si accasciò al letto e negli ultimi sprazzi di lucidità riuscì a prendere lo snack che gli aveva dato Drew e ad addentarne un morso. Mancanza di zuccheri. Sicuramente. E non voleva dare delle altre grane ai suoi.

Gli era ritornata un po’ di lucidità alla mente. Il sangue aveva ricominciato a circolare correttamente e tutto era tornato visibile e non più così appannato e fioco.

Si addormentò sul letto. Se da una parte aveva ricominciato a ragionare, dall’altro era ancora frastornato e incosciente, ma soprattutto aveva capito che non poteva perderla.

A bussare fu suo padre. Si svegliò all’improvviso, frastornato e ancora assonnato mentre lo vide avvicinarsi con sua madre.

“Che volete ancora?” chiese fermo.

“Pensavamo fosse quello che volessi ritornare a Seattle, Josh. Non abbiamo mai voluto nasconderti niente ma siamo stati costretti …”

“Ah no?! Mai?! Provate a pensare a quando siete venuti fin quaggiù per vendere il ciondolo che mi avete tolto?!” urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

“Come fai a saperlo …” chiese suo padre, mentre guardava contemporaneamente la madre.

“No Josh! Quando ti hanno tirato su a bordo parlavi a vanvera, non eri in te e inconsapevolmente ti sei aggrappato a quella collana pensando fosse un qualche appiglio, ma non ragionavi, il tuo cervello stava andando completamente in tilt, credimi!” esclamò.

“No, ho finito di credervi, basta!” urlò a sua volta, mentre Chantal, che fino a poco fa stava guardando i cartoni animati in tv, entrò in camera.

“Mamma … “ sussurrò: “Il telefono” le disse porgendole l’apparecchio che trillava.

Uscirono tutte e due, lasciandogli da soli.

“Josh, come facevi a sapere di quel ciondolo?” gli chiese.

“So che non mi avete raccontato tutta la verità”

“Caro … io … non c’è nient’altro da raccontare”

“E io non nient’altro da dire”

Sue rientrò velocemente in camera del ragazzo mentre suo padre con un sospiro, la lasciò.

“Ti lascio solo. Cerca di riflettere” e volse uno sguardo di apparente speranza alla moglie.

“Josh, mi ha telefonato la mamma di una tua compagna di classe. E’ molto preoccupata. Oggi non è ritornata da scuola e non è neanche sicura che ci sia andata. L’hai vista per caso?” chiese.

“Ma di chi diamine stai parlando? Non so neanche come si chiama” chiese visibilmente annoiato.

Guardò fuori dal suo terrazzo. Si era alzata la luna e il cielo era punteggiato di stelle. Doveva aver dormito parecchio da questo pomeriggio. Sua madre intanto chiese alcune informazioni al telefono.

“Si grazie, ora riferisco” rispose mentre accostò il telefono alla spalla.

“Samantha” disse rivolta al figlio.

Josh si girò di scatto: “Cosa scusa?”

“Samantha, sua figlia” disse indicando l’apparecchio: “L’hai vista?” chiese.

Il ragazzo agitò la testa. Non l’aveva vista. Ma cominciò a sudare e a sentire un forte caldo arrivargli fino alla gola e al viso.

“Grazie Josh” concluse sua madre, mentre dava il responso negativo alla madre di Samantha e se andava fuori dalla stanza.

Il ragazzo prese velocemente il telefono e compose il numero di Drew.

“Dai cazzo rispondi!”

“Oh finalmente ti degni di chiamarmi almeno, dopo che mi hai lasciato a metà strada da casa oggi!” sbottò l’amico dall’altro capo.

“Merda Drew! E’ sparita Samantha! Ti prego, aiutami o potrebbe fare qualche cazzata di qui a poco” guardò il cielo scuro e il mare: “Drew ti spiegherò ma devi aiutarmi! Oggi a scuola non c’era, sua madre ha chiamato preoccupata perché non è ancora tornata e il suo profilo Facebook l’ha disattivato!” esclamò in preda al panico più assoluto.

“Okay Josh calmati! Sarò li da te in dieci minuti, tu intanto fatti venire in mente dove cavolo potrebbe essere! Ma … oh merda, questa me la dovrai spiegare!” disse riattaccando.

Il ragazzo si alzò dal letto, camminando da una parte all’altra della stanza col cuore che gli martellava in petto.

Poi si soffermò sulla chitarra: Take your sweet time

Un flashback lo colpì in faccia. Ecco dove avrebbe potuto trovarla.

Più veloce di un fulmine raggiunse la porta di servizio e corse per il vialetto dove incontrò la spiaggia e affondandoci i piedi cercò di raggiungere, tra le file di ombrelloni, la riva del mare.

Si guardò intorno, col fiato corto e la paura che lo soffocava. Cominciò a correre da un tratto di spiaggia all’altro, cercando di riuscire a distinguerla come la prima volta.

“Samantha!” urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

“Josh eccoti cavolo!” esclamò Drew accostandolo.

Il ragazzo però non gli rispose. Cominciò a camminare e man mano a prendere velocità finche non raggiunse un pontile poco distante.

Drew assunse un’ espressione interrogativa. Non riusciva a capire.

Almeno avesse risposto!

Josh sentiva i legamenti della schiena più deboli e una sorta di leggera fitta invase i piccoli due ematomi che non erano ancora del tutto spariti.

Raggiunse, come ipnotizzato l’inizio del pontile, poi si fermò.

Samantha ci era seduta alla fine, con un leggero vestitino bianco e i capelli mossi dalla brezza marittima.

Josh sorrise.

“Samantha!” esclamò.

La ragazza si girò e si alzò lentamente mentre lui si avvicinava.

“Josh … “ disse: “Mi dispiace”

Il ragazzo non capiva, ma tutto gli tornò alla mente, come se fosse successo un momento fa; e ricordò,

quando Samantha avvicinò un piede alla fine del pontile, che non poteva toccare e immergersi in acqua la notte, altrimenti non sarebbe più potuta tornare sulla terraferma.

Josh cominciò a muovere la testa per simulare un ‘no’: “Ti prego Samantha. Non farlo” disse mentre le ultime parole gli morivano sulle labbra.

“Non c’è più nulla che possa trattenermi. Avrei dovuto spiegartelo prima ma sono stata stupida e irresponsabile. Non sei pronto ad accettarmi e ti capisco”

“Diamine Samantha, non capisci, io … “

Avvicinò anche l’altro piede alla sponda del pontile e fu come sul punto di cadere.

“No! Samantha no!” urlò mentre cominciò a correre verso di lei, per tentare di trattenerla almeno per l’ultima volta. Era frastornato, sbattuto e calpestato dalla paura, soffocato dall’angoscia e una grossa fitta, la più dolorosa fra tutte, si irradiò sulla sua schiena e lo mise in ginocchio sul pontile.

Con le mani poggiate sullo strato ligneo, cominciò a lamentarsi dal dolore, ma questo non gli impedì di supplicare col solo sguardo Samantha. Lei era lì, incapace di giungere al passo decisivo, pietrificata nello sguardo mentre assisteva alla cosa più incredibile e disperata tra tutte quelle di cui era stata testimone.

Drew fece per corrergli incontro ma si fermò di colpo. Non poteva crederci.

I due piccoli ematomi sulla schiena di Josh cominciarono a sanguinare violentemente e il ragazzo era paonazzo in viso, gli occhi azzurri quasi non gli uscivano dalle orbite, mentre continuava ad urlare dal dolore.

Con uno sforzo sovraumano due forme bianche si delinearono sulla schiena.

Due bianche e candide ali.

Drew era scioccato. Poteva aspettarsi di tutto, ma non questo.

Josh, con l’ultimo e disperato sforzo si alzò in piedi, mentre lacrime di dolore rigavano il suo viso e cominciò a camminare di nuovo verso Samantha, zoppicando da una gamba e con un braccio tremante.

“Ecco quello che sono.” sussurrò vinto dal dolore fisico.

“Dio Josh, sei in condizioni disperate” rispose Samantha guardandolo.

Aveva la schiena e le ali macchiate di sangue. Era sporco di sabbia sulle gambe, di cui una faticava a rimanere in piedi e un braccio tremante. Aveva il viso deformato dal dolore e i vestiti mezzi strappati.

Josh gli scostò una ciocca di capelli dal viso.

Where ever your heart may lead you … I will love you the same and I will be you comfort everyday … “ cantò in sussurro con la voce incrinata.

Mentre una lacrima le rigava il viso, Samantha disse: “ Forse … posso fare una cosa”

Si avvicinò e sfiorandolo gli diede un bacio, mentre una calda luce bianca incorniciò Josh e fece scomparire le ferite che gli avevano percosso la pelle.

Si guardò le ali. Non aveva più neanche un solo un taglio. Si girò verso Samantha e le disse: “Ti fidi di me?” le chiese.

Lei annuì e prendendola in braccio spiccò il volo e si ritrovò sopra il mare in mezzo al cielo stellato.

“Ti prometto che faremo presto, ma basta che ti fidi di me e … tieniti stretta” disse guardando prima Samantha e poi spostando lo sguardo verso il basso.

“Stai scherzando, vero Josh?” gli chiese intimorita.

Lui fece una smorfia e le sorrise incoraggiante, poi prese un bel respiro e volò in picchiata verso il basso.

Con un tuffo spettacolare ci sparì dentro.

pensò Drew, sempre più preoccupato dopo che, passati un paio di minuti non lo vedeva riemergere.

Ma la sua preoccupazione si tramutò in stupore quando vide formarsi all’interno della distesa azzurra una grossa macchia blu elettrico. Vide riapparire e ritornare dal mare con un volo spettacolare Josh con Samantha in braccio mentre la macchia blu, stupenda perché sembrava quasi acqua cristallizzata, lasciava il posto alla più pura luce bianca, che quasi non accecò Drew.

Invase tutto il cielo e per un momento la notte lasciò il posto al dì, non si vedeva niente ma si riuscì a distinguere benissimo Josh che volava mentre guardava Samantha che teneva in mano il suo ciondolo.

Appena il ragazzo ebbe poggiato le sue gambe sulla riva del mare, Samantha gli buttò le braccia al collo, raggiante mentre tentava a stento di trattenersi dall’emozione.

“Mi dispiace Samantha, mi dispiace molto. Sapevo che era la cosa a cui tenevi di più …” cominciò Josh guardando il ciondolo.

“No, ti sbagli. La cosa a cui tengo di più … sei tu” rispose lei, mentre si avvicinavano di nuovo l’uno all’altra.

“Ehm … scusate se vi interrompo” disse Drew, che fino a quel momento se ne era stato da una parte a contemplare quella specie di film fantastico.

“Ehm … Josh? Come pensi di spiegare … quelle?” domandò indicando le due ali bianche sulla schiena dell’amico.

Il ragazzo si girò, poi alzò le spalle.

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Capitolo 14
*** Cap. 14 ***


“Penso di doverti raccontare alcune cose” disse Samantha mentre si incamminavano insieme sulla spiaggia. Drew aveva coperto Josh dicendogli che per riflettere e calmarsi l’amico era andato a dormire a casa sua e che Samantha, la compagna “scomparsa” era anche lei a casa sua per studiare in vista di un compito, così Sue potè ricontattare sua madre e tranquillizzarla sullo stato della figlia. Erano le dieci quando Drew se ne andò a casa, lasciando soli e in incognito i due innamorati

Mano nella mano, Samantha e Josh passeggiarono lungo la spiaggia e si sedettero in riva al mare, come sempre con le stelle e la luna a fare da sfondo e una leggera brezza marittima che attraversava i capelli e gli faceva ondeggiare dolcemente.

“Perché Josh? Perché sei venuto a salvarmi all’ultimo minuto?” chiese mentre posò la testa sulla spalla del ragazzo.

“Perché senza di te, io ora non starei vivendo, se così si può dire” rispose indicando le grandi ali morbide.

Samantha assunse uno sguardo interrogativo mentre lo scrutava guardando quelle due pozze azzurro intenso.

“Che vuoi dire?” le chiese.

Josh prese il ciondolo che stringeva nelle sue mani e lo fece scivolare sulle sue.

“Questo ciondolo mi ricordava qualcosa. Infatti tu sei andata a comprarlo in quel negozio di oggetti usati. Samantha, io tenevo quel ciondolo in mano quando mi … hanno tirato su, a bordo, sei anni fa”

“Oddio Josh … eri tu … quel bambino che stava per annegare?”

“Ed eri tu quella che mi ha fatto riemergere dall’acqua, ne sono sicuro ora. Samantha, mi hai salvato la vita quel maledetto giorno” disse.

Lei abbassò lo sguardo, ma lui le alzò il mento delicatamente e le tenne sollevato il viso tra le mani.

Samantha sorrise. Non sapeva che dire.

“Lo sapevi già che eri un angelo?”

“L’ho scoperto prima anche io, non ne sapevo niente. Quel giorno che mi sono sentito male e sono svenuto, mi hanno portato in ospedale e dalle lastre erano visibili due piccoli ematomi ai lati della schiena. Drew ci aveva visto giusto evidentemente” rispose sorridendo.

Samantha abbassò lo sguardo: “E io da stupida sono scappata via mentre tu stavi svenendo”

Josh rise: “Non potevi saperlo. Ma spiegami una cosa. Ora che siamo pari, nel senso che non siamo creature … umane, potresti dirmi … cosa saresti esattamente? Una sirena?” domandò cercando le parole più adatte.

Samantha trattenne a stento una risata: “Oh no! So che l’avresti pensato però. E’ complesso da spiegare. Vivo nell’acqua e riesco ad adattarmi ad ogni tipo di flora e fauna presenti i qualsiasi zona del mondo. So che potrebbe sembrare una scemenza … “

“E un angelo no scusa? Dio Samantha, sto ancora cercando di farmene una ragione. Magari ora mi vedi tranquillo ma non sai che dentro di me sto morendo dalla paura perché non so più chi sono e per quello che so … sono rimasto solo”

“Solo? No Josh, assolutamente, hai me, i tuoi genitori … “

Il ragazzo la fermò.

“Togligli dalla lista”

“Perché? Aspetta, sei rimasto solo? Oddio Josh, sei stato adottato …”

Il ragazzo voltò lo sguardo al mare e una lacrima trasparente scese lungo una guancia.

Samantha si accoccolò ancora più a lui.

“Allora siamo in due” sussurrò mentre guardava la luna riflessa sul quello specchio di acqua salata.

Josh si voltò a guardarla e lei sorrise.

“Ti pare potessi essere figlia di un persona normale, visto quella che sono? Nessuna somiglianza fisica e nemmeno caratterialmente. Aspettavo solo che me lo dicessero ‘noi, piccola mia, ti abbiamo accolto anche se non sei nostra figlia biologica ma rimarrai sempre la nostra piccola ‘. Si erano stupiti che non avessi avuto alcuna reazione ma pensavano fosse un modo per cercare di capire e accettare questa cosa. E poi lo sapevo da sempre, erano molto distaccati con me, alcune volte era come se non esistessi. Sempre indaffarati col lavoro e non penso gliene importi così tanto di me. E poi ero stata legata all’acqua fin da piccola. Non si può capire se non provi quello che provo io appena mi avvicino al mare.”

Josh la guardava senza dire nessuna parola, mentre Samantha raccontava guardando il profilo della luna.

“Io ti capisco” sussurrò il ragazzo sull’orecchio di Samantha.

Sorrise. Certo che la poteva capire. Più di ogni altra persona.

“Sai, prima di tutto questo, anche io mi sentivo legato al cielo.”le disse Josh prendendole una mano “Non riuscivo a spiegarmi come mai guardassi sempre in alto sperando di riuscire a scorgere l’infinito. Mi sentivo uno stupido e l’unica spiegazione che potevo darmi era che avrei dovuto smettere di fantasticare come un bimbo di cinque anni.”

“Non dovresti mai pentirti di quello che pensi se mentre lo pensi ti sentivi in pace con te stesso.”

Josh annuì con la testa: “Hai ragione. Non sai quanto.”

Poi si guardarono negli occhi avvicinandosi fino a sentire i loro respiri confondersi. In quel momento un primo raggio di sole colpì i loro profili.

Si girarono sorpresi. Il momento prima dell’alba era un raro e bellissimo spettacolo da vedere in ogni momento della vita.

“Penso che dovremo andare prima che si accorgano che effettivamente a casa di Drew non ci siamo.” disse Samantha alzandosi e ripulendosi dalla sabbia.

“Lo penso anche io.” rispose Josh ridacchiando. Le ali si erano richiuse su se stesse ed erano tornati i due piccoli ematomi scuri che non se ne sarebbero andati mai più.


Sgattaiolarono insieme tra le file di ombrelloni e poi si incamminarono velocemente per la strada costiera, in quel momento deserta.

Josh aveva mandato un sms a Drew che dalla finestra della sua camera gli vide e gli fece entrare dalla porta di servizio.

Appena chiusero la porta della sua camera Drew gli si parò davanti.

“Sapete vero, che ho patito le pene dell’inferno per coprirvi?!” sbottò l’amico con le braccia incrociate.

Josh e Samantha si guardarono con uno sguardo divertito.

“Drew ascoltami … amico.” Non era abituato a parlare come lui ma forse gli sarebbe servito per accattivarselo un po’. “ Ti devo degli immensi favori e ti giuro che mi sdebiterò ma devi promettermi un’ultima cosa”

L’amico lo guardò interrogativo. Fissò prima Samantha e infine Josh ma alla fine si rilassò.

“Okay Josh. Non preoccuparti, in fin dei conti sei sempre stato un buon amico!” esclamò e si abbracciarono schiacciando un cinque.

Si accomodarono sul letto mentre Josh e Samantha gli raccontavano tutto quello che era successo. Dalla trasformazione di Josh; al comportamento cinico di Samantha e la sua vera natura. E infine sull’adozione di Josh.

Drew ascoltò tutto con molta attenzione, sotto lo sguardo speranzoso di Josh.

“Oddio, io … cavolo, pensavo che questa roba esistesse solo nei film, nei libri … ma mai nella realtà”

Josh sorrise posandoli una mano sulla spalla.

“Drew, tu sei stato, sei e rimarrai l’unico testimone di tutto questo ma devi promettermi che non dirai mai a nessuno, neanche al tuo migliore amico, di tutto questo” disse l’amico.

Drew lo fissò strano: “Tu sei il mio migliore amico e tu sai tutto di questo”

Il ragazzo abbassò lo sguardo: “Drew … io … non sono sicuro di restare qui”

Drew restò a bocca aperta. Non poteva essere. No, non poteva crederci.

Ma fu Samantha la più devastata. Si sentì mancare la terra sotto i piedi e il vuoto prese il posto del suo cuore.

Si alzò all’improvviso.

“Josh … non puoi lasciarmi” disse mentre una lacrima gli rigava il viso.

II ragazzo si alzò ad abbracciarla. “Non è questo che intendo” poi guardò l’amico che teneva lo sguardo basso mentre fissava il pavimento.

Josh si sedette accanto a lui posandoli un braccio attorno alle spalle.

“Drew, sai anche tu che è impossibile che io resti qui. Potrebbe essere pericoloso. Se pensi che io mi senta tranquillo nel dirti tutto questo ti sbagli. Sono disperato e devo ancora realizzare quello che adesso sono. Ma non appartengo a tutto questo. Appartengo a quello” concluse indicando con il dito verso l’alto.

Drew teneva sempre lo sguardo basso, senza avere nè la forza nè la voglia per rialzarlo.

Josh guardò Samantha sconfortato. Era più dura con lui che coi suoi genitori.

Se avesse saputo che sarebbe stata così ardua avrebbe impedito qualsiasi cosa pur di non far accadere tutto questo.

“Josh?” disse Drew. L’amico si girò di scatto a guardarlo.

“Non dimenticarmi mai” gli disse con le lacrime agli occhi.

“Ehi Drew! Non pensavo ti fossi così affezionato a me”

“Josh, sei stato, sei e rimarrai un fratello per me, ricordatelo sempre!” esclamò l’amico asciugandosi le lacrime dagli occhi.

Infine si abbracciarono.


 

Quella mattina, invece di andare a scuola come promesso. Josh, Drew è Samantha raggiunsero la baia della cittadina costiera più nascosta e priva di persone che passeggiavano lì.

Josh respirò l’aria della prima mattina che veniva direttamente dal mare. Odiava con tutto se stesso gli addii ma non poteva restare qui, oltre che pericoloso lui sentiva una forte appartenenza verso il cielo. Sapeva che lassù avrebbe potuto fare grandi e spettacolari cose e non vedeva l’ora.

Gli moriva il cuore solamente a sapere che Drew, il suo amico più fidato di tutti, dovesse rimanere qui e la cosa più orribile in assoluto è che riusciva a percepire la sua sofferenza in questo momento.

Gli stava letteralmente morendo il cuore.

“Drew” sussurrò Samantha: “Voglio affidarti questo” disse porgendoli il ciondolo dove all’interno c’era dell’acqua dal colore così intenso e azzurro e sopra di essa un cielo finemente decorato.

Il ragazzo la prese in mano, studiandolo a bocca aperta.

“Gr … grazie Samantha, è stupendo. Mi dispiace per quello che ci siamo detti a scuola, dopotutto lo facevo solamente per passare inosservata … ma diciamo che era così! Ma ottenevi l’effetto inverso!”

Gli strizzò un occhio. Samantha ridacchiò. Aveva capito.

Josh sorrise, ma il suo sorriso si spense subito quando percepì che era il momento di andare.

“Drew” disse.

L’amico annuì.

Questa volta la schiusura delle ali non fu traumatica come quella sera e si aprirono dolcemente, grandi e imponenti.

Era sempre una meraviglia vederle. E questo lo dimostrava il fatto che Drew rimase a bocca aperta insieme a Samantha per l’ennesima volta.

Josh guardava l’orizzonte che si estendeva lungo tutto il confine col mare vedibile da quella distanza.

Si voltò sorridendo verso Drew e Samantha poi porse la sua mano versa di lei e Samantha si avvicinò prendendola.

Ormai era tempo di andare, si voltarono un’ultima volta in direzione di Drew che con le lacrime agli occhi stringeva nella mano il ciondolo.

A Josh moriva letteralmente il cuore, e si avvicinò di nuovo a lui.

“Sarò il tuo angelo custode Drew, semmai avessi timore di qualcosa o di qualcuno pensa sempre a me, affidati a me, e io sarò sempre lì, proprio di fianco a te” disse indicando la spalla dell’amico.

“L’ho sempre pensato che eri diverso dagli altri. Dio, non posso credere di aver avuto accanto a me un angelo, sia letteralmente che simbolicamente. I tuoi genitori non sanno che hanno perso … “

“A proposito di loro … “ Josh si mordicchiò il labbro. Perché non gli era ancora venuto in mente?

“Proverò a parlare con loro Josh” disse Drew.

“Grazie amico, ma mi sembra strano che in tutti questi anni non si siano mai accorti di niente” disse più parlando per sé che parlando con Drew.

Il ragazzo guardò Samantha, aveva bisogno dell’acqua, ne era sicuro.

“Vai Josh” disse Drew guardandola: “Ha bisogno dell’acqua e di te”. La indicò e Samantha abbozzò un timido sorriso.

Josh sorrise. Drew era un po’ più sollevato e prendendola di nuovo in mano si alzò in volo, leggero con Samantha in braccio.

L’ultima cosa che Drew sentì pronunciare dalla sua bocca fu: “Ci sarò sempre, anche quando tu penserai che non ci sono e quando forse ti scorderai di me” gli disse sorridendoli.

Drew annuì e mentre si girava per tornarsene a scuola sussurrò: “No Josh, non mi scorderò mai di te”.

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Capitolo 15
*** Cap. 15 ***


La mattina era come se tutto si fosse fermato, mentre Drew andava a scuola. Il tempo si era fermato, soprattutto.

Da quando Josh aveva spiccato il suo ultimo volo da qui,niente per Drew era più andato avanti.

Chissà dov’era ora?

Finita la scuola si precipitò a casa dei Brocken. Bussò alla porta e Sue venne ad aprire con un sorriso stampato in faccia. Probabilmente pensava fosse Josh perché il sorriso si spense subito, per poi riaccendersi un attimo dopo. Dopotutto era il suo migliore amico.

“Entra Drew. Josh non vuole ancora tornare?” gli chiese facendolo accomodare in salotto dov’era presente suo padre, che lo salutò.

“Beh … veramente. Io … devo dirvi una cosa” sussurrò con lo sguardo basso.

La madre si accasciò sul divano guardando il marito seria e con un pizzico di panico nel viso.

“Lui … io non pensò tornerà”

“Lo sapevo. Lo sapevo che l’avrebbe scoperto prima o poi” introdusse il padre alzando lo sguardo.

“Cosa? Cosa avrebbe scoperto?” chiese Drew sperando di essere entrato nella giusta strada.

“Lo sapevamo fin dall’inizio che non era come noi. Un angelo. Può essere incredibile lo so” la madre tentò di fermarlo pensando che Drew non lo sapesse ma il ragazzo la fermò: “So tutto non si preoccupi. Josh sapeva già  quello che doveva fare.”

Sue si accasciò nuovamente sul divano e con le mani si coprì il viso mentre due grosse lacrime le rigavano le guance.

A Drew gli si chiuse lo stomaco. Era brutto tutto quello che stava accadendo.

“Non è neanche venuto da noi prima” disse Sue tra un singhiozzo e l’altro. Il marito le si mise accanto cercando di consolarla.

Drew guardò il ciondolo. Era troppo per lui. A lui bastava solo il pensiero che Josh gli era sempre accanto e quindi porse il ciondolo ai sui genitori.

“Tenetelo voi questo”disse.

Sue lo prese in mano sorridendo. Il ciondolo che Josh teneva in mano quando lo tirarono su a bordo.

“Grazie Drew” disse il padre.

“Di niente ma … cercate di non venderlo più però” concluse con una punta di amarezza nella voce.

I genitori annuirono fermi e Drew se ne andò.

chiese mentre si incamminava a casa.

Ovviamente non gli rispose nessuno, ma Drew sentì una delicata carezza sulla spalla.

.

“E’ bellissimo” sussurrò Samantha godendosi il panorama che si vedeva da quell’altezza spettacolare. Era ancora più sorprendente poiché non rientrava nei canoni della realtà vera.

Si trovava in braccio ad un bellissimo angelo e stava stupendamente bene.

Josh sorrise: “Lo penso anche io, è la prima volta che riesco a vedere un panorama meraviglioso”

“Dove stiamo andando?”

“In un posto” rispose il ragazzo aprendo e chiudendo le ali.

Samantha immaginava già che posto era. Non aveva coraggio né di dirlo, né di pensarlo. L’unica cosa che aveva fatto da quando era nata era stata unicamente quello di fantasticarci sopra.

Josh la guardò: “Sei bellissima”.

Samantha arrossì e distolse velocemente lo sguardo sorridendo, poi lo guardò di nuovo dicendogli: “Perché non mi sono rilegata al mare quella sera che abbiamo recuperato il ciondolo?” chiese.

“Non lo so, l’ho fatto perché ero sicuro di una cosa: siamo fatti per stare insieme e dovunque ci troviamo, andremo e ritorneremo insieme. Sulla base di questo mi sono tuffato”

Samantha le diede un colpetto divertito sulla nuca, con una finta espressione stupita.

“Josh! Ti rendi conto che non avresti più potuto vedermi?”

“Ma ora siamo insieme quindi penso che la mia teoria sia stata esatta” rispose.

Il ragazzo tirò un sospiro e chiuse per un’ attimo gli occhi, ma quello gli bastò per vedere camminare verso casa sua Drew e vederlo parlare con lui.

Era andato a parlare coi suoi genitori e risultava che loro sapessero già tutto.

Sorrise, tranquillo.

Poi sentì Drew rivolgergli una domanda:”Sono andato bene Josh?”

Il ragazzo sorrise e gli battè un colpetto sulla spalla, come se fosse proprio di fianco a lui.

Aprì gli occhi e vide la ragazza guardare fisso nel vuoto.

“Che c’è Samantha?” le chiese.

“Non sono sicura di voler venire. In fondo io appartengo al mare come tu appartieni al cielo”

Josh sorrise suo malgrado. Quello che diceva Samantha era vero.

“Sì, ma c’è un posto dove noi due ci apparteniamo di conseguenza perché non è la terra di nessuno”

“Qual è Josh?” chiese in un sussurro.

Lui si chinò e le baciò delicatamente le labbra. Lei ricambiò più che volentieri, era sempre una sensazione sorprendente e allo stesso tempo così dolce vivere alla luce del sole senza più nascondersi dietro false maschere. Ed era ancora più unico poter finalmente rincorrere il tempo e farlo scorrere insieme a quello di Josh.

“L’orizzonte” sussurrò.

 

ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Così si conclude il viaggio di Josh,ha scoperto chi è veramente e ha incontrato due persone veramente speciali che spero almeno una volta nella vita succeda anche a voi :) Voglio ringraziare tutti quelli che sono entrati anche solo per dare un'occhiata e tutti quelli che hanno speso un po' di tempo per leggerla :D
Grazie di cuore a tutti!!!
Alla fine ... Josh è riuscito a raggiungere il cielo ... non credete? ;)

Cinzia <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


cIAOCIA

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