Stalked di Jenny_Malfoy (/viewuser.php?uid=2555)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue - Flowers and coffee ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 - Acid and explosive ***
Capitolo 3: *** Chapter 2 - Questions and...Mexico ***
Capitolo 4: *** Chapter 3 - Answers and more explosive ***
Capitolo 5: *** Chapter 4 - Fights and regrets ***
Capitolo 6: *** Chapter 5 - Abby's help and little truths ***
Capitolo 7: *** Chapter 6 - Bullets and scaring tactics ***
Capitolo 8: *** Epilogue - Hospital and happy endings? ***
Capitolo 1 *** Prologue - Flowers and coffee ***
Nuova pagina 1
Title:
“Stalked”
Author:
JM
Rating:
PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!
Genre:
azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi
capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)
Pairing:
Gibbs/Tony
Warnings:
violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.
Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo
alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità
della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove
minacce.
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PROLOGUE - Flowers and coffee
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-Di sicuro questa volta il karma non potrà aver niente da
dire.- dichiarò sicuro di sé Tony, entrando in ascensore. -Le ho anche lasciato
la mancia!- esclamò con un ghigno.
-Le hai lasciato il tuo numero di telefono.- obiettò Kate.
-Appunto.- DiNozzo le sorrise e scese dall’ascensore non
appena le porte si aprirono.
-Sai, non so perché ma ho come l’impressione che avrebbe
gradito molto più un paio di dollari piuttosto che il tuo numero.- puntualizzò
la ragazza.
-Ehi, il mio numero vale molto più di due dollari!- la
contraddisse Tony offeso.
-DiNozzo!- la voce di Gibbs non prometteva niente di buono.
-Si può sapere dove diavolo eri finito?- chiese irritato, scrutandolo
attentamente.
-Scusa capo, ero a prendere qualcosa da mangiare…ti ho
portato questo.- rispose cauto il giovane, porgendogli un caffè.
L’uomo lo prese e si diresse alla sua scrivania, senza dire
una parola, ma scoccando un’ultima occhiata ai due appena arrivati. Si sedette e
aprì un fascicolo, sorseggiando lentamente dal bicchiere caldo.
McGee raggiunse Kate e DiNozzo ancora immobili dove Gibbs
li aveva lasciati.
-Il capo è davvero furioso con te, Tony, ma stavolta
non ho idea del perché se la sia presa tanto.- commentò perplesso l’agente. -E
nemmeno perché adesso ti stia ignorando.-
-Ti piacerebbe pivello, Gibbs non mi ignora. Mai.-
obiettò fiero DiNozzo, scrutando il capo da lontano. -Ho semplicemente usato una
tattica segreta per…come dire…calmarlo.- aggiunse con fare cospiratore e un
sorrisetto stampato in viso.
-Gli ha portato un caffé.- spiegò Kate scuotendo il capo
all’espressione incredula di McGee.
-Come sapevi che sarebbe stato furioso con te?- chiese Tim
confuso.
-Non lo sapeva.- rispose la ragazza per lui. -Ma non è
difficile da prevedere.- ghignò beccandosi un’occhiataccia da Tony.
-DiNozzo!- chiamò irritato Gibbs ad alta voce senza alzare
lo sguardo dal fascicolo.
-Che ho fatto stavolta?- si chiese cupo sottovoce. -Sì,
capo?- domandò all’uomo.
-Hai intenzione di rimanere lì in piedi tutto il giorno o
hai in mente anche di lavorare?- ribatté spazientito continuando a non
guardare nella sua direzione.
-Devi averla combinata grossa se è così arrabbiato anche
dopo il caffè…- ridacchiò Kate incamminandosi con lui verso le loro scrivanie.
-Perché con te non se la prende mai?- brontolò il ragazzo,
improvvisamente di malumore.
Lei alzò le spalle e sorrise divertita.
-E dì alla tua ragazza di non azzardarsi mai più a mandarti
dei fiori in ufficio o sei licenziato.- minacciò seccato Gibbs, alzando per la
prima volta gli occhi e fulminando con lo sguardo il suo sottoposto.
Tony lo guardò confuso, poi vide un grosso mazzo di fiori
sulla sua scrivania e si avvicinò sorpreso.
Il bigliettino era stato aperto ed era appoggiato accanto
al vaso che li conteneva, anch’esso arrivato con la consegna evidentemente.
-Hai letto il biglietto!- esclamò incredulo voltandosi
verso il capo.
-La cosa ti crea qualche problema?- chiese indifferente
Jethro, riprendendo a leggere il fascicolo.
DiNozzo lo fissò ancora più sorpreso.
-Beh, forse!- rispose aprendo la busta.
-Peggio per te.- mormorò Gibbs, rispondendo al telefono.
Tony si concentrò sul biglietto e lesse “Hai sentito la
mia mancanza? CJ”
-E questa chi diavolo è?- si chiese curioso.
Kate gli si avvicinò curiosa. -Non la conosci?-
DiNozzo alzò le spalle smarrito, mettendo in tasca il
biglietto.
Gibbs riagganciò il telefono e si alzò velocemente, tenendo
in mano il suo caffè.
-Abbiamo un caso.- annunciò andando verso l’ascensore senza
aspettare risposta. Kate, Tony e McGee lo seguirono a ruota.
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Capitolo 2 *** Chapter 1 - Acid and explosive ***
Nuova pagina 2
Title:
“Stalked”
Author:
JM
Rating:
PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!
Genre:
azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi
capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)
Pairing:
Gibbs/Tony
Warnings:
violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.
Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo
alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità
della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove
minacce.
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CHAPTER 1 - Acid and explosive
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La polizia circondava la piccola villetta tenendo lontani i
passanti e cercando di impedire ai giornalisti di impicciarsi. Gibbs parcheggiò
e velocemente scese dalla macchina, subito seguito dai suoi tre sottoposti. Il
detective che era accorso dopo la chiamata al 911 li aspettava all’ingresso
della casa.
-Davis, piacere di rivederti.- salutò con un piccolo
sorriso Jethro in direzione del detective, stupendo i ragazzi.
-Ciao Gibbs!- esclamò l’altro ricambiando il sorriso. Era
un uomo sulla quarantina, capelli neri a spazzola e lineamenti vagamente
orientali. -Appena ho saputo che le vittime erano due Marines ti ho chiamato.-
aggiunse riprendendo un’espressione seria.
In quel momento un furgone dei vigili del fuoco e uno per
il trasporto di rifiuti tossici raggiunsero l’edificio.
-Che ci fanno qui?- chiese sospettoso Jethro.
-Lo vedrai.- rispose solamente il detective. -Grant e
Lucille Donovan, marito e moglie. Lei ha lasciato i Marines quando hanno avuto
la figlia, sei anni fa, lui era in congedo temporaneo per un intervento.- spiegò
avviandosi attraverso la casa, verso la cucina.
-Che tipo di intervento?- domandò Tony.
-Trapianto di fegato, doveva donare una parte del suo al
cugino.- rispose Davis. -Il congedo sarebbe stato temporaneo o, in caso di
complicanze dopo l’intervento, permanente.- aggiunse calmo.
-Che gli è successo?- chiese curiosa Kate.
Il detective non rispose e uscì dalla porta sul retro,
facendo loro cenno di seguirli. Davanti a loro videro una piscina di medie
dimensioni e a terra accanto il corpo di Grant Donovan. O quello che ne restava.
-Non vi avvicinate alla piscina.- disse Gibbs ai suoi.
-Perché?- domandò perplesso Tony.
Il capo non rispose e si limitò a scoccargli
un’occhiataccia.
-E’ piena di acido.- rispose per lui Davis.
DiNozzo lo guardò incredulo e spaventato, poi fece un passo
nella direzione opposta.
Raggiunsero il corpo e lo osservarono. La pelle era
interamente scomparsa, e in alcune parti l’acido aveva consumato persino i
muscoli. Accanto a lui vi era un rastrello corroso, probabilmente anch’esso
dall’acido della piscina.
-Dov’è la moglie?- chiese Kate guardandosi intorno.
-L’hanno portata via in ambulanza, è grave ma potrebbe
cavarsela.- rispose Davis. -Non si è tuffata, ha solo immerso le braccia.-
spiegò serio.
Gibbs si abbassò per osservare il cadavere e poi spostò il
viso sull’acqua nella piscina lì accanto.
-Dev’essere stato a mollo parecchio perché l’acido
riuscisse a scioglierlo così.- commentò pensieroso, infilandosi i guanti, senza
però toccare il corpo.
-La concentrazione dell’acido non può essere molto alta,
non con un volume così grande.- concordò McGee.
-Scusate il ritardo, c’era parecchio traffico.- esordì
Ducky raggiungendoli con la sua attrezzatura, seguito da Gerald.
-Ciao Ducky.- salutò Gibbs senza alzare lo sguardo dalla
vittima. -Voi tre, iniziate a dare un’occhiata in giro. Kate, tu controlla la
casa, McGee il giardino e tu, DiNozzo, il bordo della piscina.- ordinò
alzandosi.
Tony deglutì a vuoto ma non protestò. -Ok capo…- mormorò
avviandosi.
Kate e McGee si diressero verso i loro incarichi e
sghignazzarono.
-E DiNozzo..- lo richiamò deciso. Il ragazzo si fermò e si
voltò perplesso. -Fa’ attenzione a non caderci.- aggiunse serio, guardandolo in
viso.
Tony abbozzò un sorriso e annuì, riprendendo verso la sua
meta.
-La figlia dov’è?- chiese Gibbs soffermandosi per un paio
di secondi a guardare il ragazzo e poi voltandosi verso il detective.
-E’ in casa con la vicina. Era da lei quando è successo.-
rispose Davis.
-Vado a parlarci.- annunciò l’uomo avviandosi in casa.
La bambina era seduta sul divano, un orsacchiotto in mano e
gli occhi rossi di lacrime fissi davanti a sé.
-Lei è la vicina dei Donovan?- chiese Gibbs alla donna
accanto alla piccola. Tony e Kate lo raggiunsero in quel momento.
-Sì, sono Susan Torn.- rispose lei tenendo stretta a sé la
bambina.
Jethro si abbassò verso di lei e le abbozzò un sorriso. -Tu
invece devi essere Patricia, vero?- chiese gentilmente.
La bambina lo guardò e annuì, tirando su col naso. -Tu chi
sei?- chiese timidamente.
-Mi chiamo Jethro.- rispose con un sorriso l’uomo. -Posso
parlare un pochino con la tua amica Susan?- domandò cauto, senza perdere
l’espressione dolce. DiNozzo e Kate lo avevano già visto parlare con i bambini
coinvolti nei loro casi, ma ogni volta era incredibile vedere la sua
trasformazione. -Intanto questa signorina ti farà compagnia, puoi farle vedere
la tua cameretta.- propose indicando Kate.
La bambina osservò l’agente per un po’, poi annuì,
scendendo dal divano e avvicinandosi alla ragazza.
-Ci sa fare con i bambini.- commentò Susan quando Kate e la
bimba si furono allontanate.
-E questo non è niente.- rispose Tony con un sorrisetto.
Gibbs lo fulminò con lo sguardo.
-Scusa capo.- mormorò il ragazzo riprendendo un’espressione
seria.
-Può raccontarci cosa è successo?- chiese Jethro
riconcentrandosi sulla donna.
-Io e Patricia eravamo in cucina, le stavo preparando uno
spuntino, quando ho sentito qualcuno urlare. Mi sono spaventata e sono uscita in
giardino. Quando ho visto cos’era successo sono tornata dentro, ho detto a
Patricia di rimanere in cucina qualsiasi cosa fosse successa e ho chiamato il
911.- raccontò la donna scuotendo poi il capo lentamente. -Si sa qualcosa di
Lucille?- chiese preoccupata.
-Non sappiamo ancora, signora, è in gravi condizioni.-
rispose calmo Gibbs. -Ha notato qualcosa di strano negli ultimi giorni? Dei
vagabondi, qualcuno che spiava o teneva d’occhio le case?- domandò serio.
-Niente del genere. Questo è sempre stato un quartiere
tranquillo…- rispose lei scuotendo di nuovo il capo. -Mio Dio, avrebbe potuto
esserci Patricia nella piscina…- mormorò passandosi una mano sul viso.
-Lei sa quando è stata fatta l’ultima manutenzione?- chiese
Jethro.
-La settimana scorsa, ricordo che il filtro non funzionava
bene e avevano chiamato il tecnico.- informò lei, pensierosa.
-L’hanno usata altre volte prima di oggi, dopo la
manutenzione?- continuò Gibbs.
-Non credo, sono stati una settimana a San Diego dai
genitori di Lucille, sono tornati ieri sera.- replicò la donna.
-Sembra essere molto in confidenza con loro.- commentò
Jethro.
-Io e Lucille siamo andate al liceo insieme, siamo sempre
state molto amiche.- rispose lei con un sorriso triste.
-Per ora è tutto Susan, ma rimanga a nostra disposizione. E
se le viene in mente qualcosa ce lo faccia sapere immediatamente.- disse
l’agente alzandosi e facendo cenno a Tony di avvicinarsi. -Hai preso un campione
dalla piscina?- chiese serio.
-Sì, capo. Ho anche detto alla squadra di smaltimento di
conservare filtri e non gettare nulla, oltre all’acqua, ovviamente.- rispose
subito il ragazzo.
-Ottimo.- commentò semplicemente Gibbs avviandosi di nuovo
verso il giardino. -Recupera Kate.- aggiunse dalla soglia.
-Ciao Abby! Hai avuto i campioni?- domandò Jethro entrando
nel laboratorio.
-Ciao Gibbs!- salutò lei seduta al suo pc. -Tony me li ha
portati poco fa. Ho sentito che avete un tizio sciolto nell’acido. E’ una cosa
disgustosa!- aggiunse con una smorfia.
-Lo è, credimi!- commentò Kate entrando dopo il capo.
-Per quando avrai i risultati?- chiese Gibbs dando
un’occhiata allo schermo.
-Ci vorrà qualche ora, sono piena di reperti!- esclamò lei
inarcando le sopraciglia.
-Massima priorità a questo caso. La moglie è ancora viva,
dobbiamo trovare il colpevole prima che ci riprovi.- replicò l’uomo uscendo
velocemente.
-Ehi Kate!- chiamò Abby per fermare la ragazza. -McGee mi
ha detto che oggi Gibbs era furioso con Tony per dei fiori, o una cosa così…Tony
non mi ha voluto dire niente…- aggiunse abbassando leggermente il tono di voce.
-Guarda che ti sento lo stesso!- intervenne DiNozzo
dall’altro ingresso del laboratorio.
-Coraggio Tony, non c’è niente di male a dirle cosa è
successo…- ghignò Kate.
Il ragazzo si limitò a guardarla male.
-Gli sono arrivati dei fiori da una delle sue ‘amiche’, e
Gibbs non ha gradito che siano arrivati in ufficio.- spiegò l’agente Todd
ignorando lo sguardo del collega.
-E chi è questa ragazza?- domandò divertita la specialista
di laboratorio.
-Abby, quale parte di ‘non sono affari tuoi’ ti è
sfuggita?- ribatté Tony sbuffando.
-Non sa chi è, non si ricorda!- sghignazzò Kate ignorando
nuovamente le occhiatacce di DiNozzo.
-Mi sarei aspettata di tutto da te Tony, ma di non
ricordarti di una ragazza con cui sei uscito proprio no!- Abby scoppiò a ridere
e il ragazzo sbuffò nuovamente, alzandogli occhi al cielo.
-Vado in Autopsie da Gibbs.- brontolò uscendo da dove era
arrivato.
Kate e Abby lo osservarono uscire e si scambiarono
un’occhiata divertita.
-Cosa ci dici del corpo, Ducky?- chiese Gibbs affiancando
il medico.
-Non molto finché non avrò il risultato del test
tossicologico.- rispose spiacente il collega. -E’ probabile che a causa
dell’acido il test sia sfasato, ma in linea di massima potremo avere dei
risultati approssimativamente esatti.- aggiunse alzando lo sguardo sull’amico.
Tony entrò nella sala autopsie e entrambi si voltarono a
guardarlo.
-Approssimativamente esatti?- ribatté perplesso Jethro
risposando la sua attenzione al medico.
Ducky alzò le spalle. -Mi spiace, con un corpo in queste
condizioni prima dell’autopsia non posso dirti nulla di certo.- spiegò indicando
i muscoli corrosi. -Certo, la causa della morte è quasi sicuramente l’acido. Sai
già come ci è finito nella piscina?- domandò curioso.
-No, non ancora.- negò Gibbs.
-Kate sta cercando di risalire a chi è stato a fare la
manutenzione.- informò Tony. Gibbs annuì senza rispondere.
-Quanto dev’essere rimasto nella piscina per essersi
deteriorato così?- domandò poi al medico.
-Dipende dalla concentrazione. Ad una concentrazione molto
alta possono bastare anche dieci secondi, ma questo è da escludere.- rispose
Ducky sistemandosi gli occhiali.
-E come mai?- chiese Jethro impaziente.
-Da un esame preliminare sul tessuto ho scoperto che si
tratta di acido cloridrico.- replicò il medico tranquillo.
-E…- lo incoraggiò Gibbs.
-E l’acido cloridrico, se è ad una concentrazione superiore
al 37% rilascia una notevole quantità di calore oltre che di vapori, la tua
vittima se ne sarebbe accorta. E’ già strano che non abbia avvertito l’odore, ma
credo sia di nuovo a causa della concentrazione.- spiegò con calma Ducky. -La
concentrazione doveva essere attorno al 25% e quindi approssimativamente posso
dirti che il corpo è stato in acqua parecchi minuti.- concluse con un sospiro.
-Parecchi quanti?- domandò Gibbs inarcando un sopraciglio.
-Una decina almeno, ma te lo saprò dire con più precisione
quando saprò l’esatta concentrazione.- replicò il medico. -Sai, mi ricordo che
tempo fa a Salt Lake City ho indagato su un caso in cui il corpo era stato
completamente sciolto, però l’assassino, quell’idiota, aveva dimenticato
che…- iniziò a raccontare guardando i due presenti.
-Ducky!- lo bloccò Gibbs spazientito. -Ci serve questa
autopsia.- aggiunse calmo.
-Oh, giusto! Certo Jethro, mi metto subito al lavoro.-
esclamò il medico come se si fosse appena ricordato che sul tavolo di fronte a
sé c’era un cadavere. Gerald entrò in quel momento, e Gibbs e DiNozzo si
avviarono all’uscita.
-Chiamaci quando hai qualcosa.- disse il capo.
-Certamente! Oh, bene Gerald, eccoti qui…sai, stavo per
raccontare a Jethro e a Tony di quando ho affrontato quel caso in cui…- la voce
del medico sfumò fino a scomparire quando i due agenti entrarono in ascensore.
Gibbs socchiuse gli occhi mentre le porte si richiudevano, e un sorriso sincero
fece capolino sulle sue labbra.
Tony lo guardò decisamente sorpreso, era raro vedere un
sorriso sul viso dell’uomo, e solo pochi riuscivano ad apprezzare l’opportunità
di vederlo.
-Come mai sorridi capo?- domandò con candida curiosità il
ragazzo.
Le porte dell’ascensore si riaprirono mentre il sorriso di
Jethro svaniva. -Non sono affari tuoi, DiNozzo.- rispose voltandosi a guardarlo.
-Almeno finché non sistemi la storia dei fiori.- aggiunse incamminandosi fuori
dall’ascensore e lasciando di stucco il giovane.
-Ma io non so nemmeno chi sia! Non conosco nessuna CJ!-
esclamò Tony. -Ma perché te la prendi tanto??- domandò rassegnato.
Gibbs non gli rispose e si diresse alla sua scrivania.
-Kate, Tony, ora che la piscina è vuota tornate ad
esaminarla. McGee, vai a ritirare i reperti dalla squadra di smaltimento e
portali immediatamente a Abby.- ordinò il capo alzandosi dalla propria sedia.
-Tu dove vai capo?- chiese DiNozzo.
-A parlare con la vicina, c’è qualcosa che non mi torna.-
rispose l’uomo incamminandosi verso l’ascensore.
-Hai già avuto i risultai da Ducky?- domandò Kate sorpresa.
-Me li ha appena consegnati.- replicò Gibbs prima di
scomparire dalla vista.
McGee prese la propria giacca e si diresse nella stessa
direzione.
-Ci vediamo dopo, ragazzi.- salutò i due.
-Faremmo meglio a sbrigarci anche noi.- commentò Kate
alzandosi.
Una donna giunse nella loro direzione reggendo un pacchetto
in mano.
-Agente speciale Anthony DiNozzo?- chiese giungendo davanti
alla scrivania del ragazzo.
-Sì, sono io.- rispose lui perplesso, alzandosi.
-E’ arrivato questo per lei, deve firmare qui.- informò la
donna gentilmente, porgendogli il pacchetto e un foglio. Tony firmò e la donna
si allontanò tranquilla.
-Adesso ti spedisce anche i regali in ufficio?- domandò
Kate sorpresa. -Ringrazia che Gibbs non sia qui!- aggiunse con un ghigno.
DiNozzo le rivolse un sorrisetto sarcastico e agitò piano
il pacchetto, curioso.
-Coraggio playboy, lo apri quando torniamo.- sorrise la
Todd andando verso l’uscita.
Tony lo lasciò cadere sulla scrivania e prese la giacca,
seguendola immediatamente.
-Susan, ho ancora qualche domanda da farle se non le
dispiace.- esordì Gibbs accomodandosi in salotto. -Dov’è Patricia?- chiese
guardandosi intorno.
-E’ di sopra, sta dormendo. Poveretta, è ancora sotto
shock.- rispose la donna apprensiva. Jethro la osservò attentamente, sulla
quarantina, capelli biondi raccolti in una lunga coda, e occhi verdi leggermente
arrossati. -Di che domande parlava?- domandò preoccupata.
-Vorrei che mi ripetesse cosa è successo esattamente questa
mattina.- replicò l’agente, guardandola attentamente.
-Ero in cucina con Patricia, stavamo chiacchierando mentre
le preparavo uno spuntino. Mi stava raccontando della casa dei nonni di San
Diego quando abbiamo sentito Lucille urlare. Sono uscita in giardino e ho visto
Grant nella piscina e Lucille che mi chiamava. Sono tornata dentro, ho detto a
Patricia di non muoversi e sono andata nel loro giardino.- raccontò la donna con
la voce tremante. -Ho raggiunto Lucille e ho visto che Grant non si muoveva.-
aggiunse chiudendo gli occhi.
-Ha tirato lei fuori il corpo di Grant dalla piscina?-
domandò Gibbs.
-L’ho già detto durante la deposizione, ho usato uno dei
rastrelli per attirarlo vicino al bordo e poi Lucille ha immerso le braccia per
tirarlo fuori mentre io chiamavo il 911. Il rastrello e le braccia di Lucille li
avete visti…- rispose guardando in viso Jethro.
-Quanto è rimasto in acqua il corpo di Grant?- chiese
l’uomo curioso.
-Non più di cinque minuti.- rispose sicura la donna.
-Bene, era tutto quello che dovevo sapere. La ringrazio
Susan.- replicò con un piccolo sorriso Jethro, avviandosi all’uscita.
-Si sa nulla di Lucille?- domandò lei preoccupata.
-E’ in terapia intensiva, le sue condizioni sono piuttosto
gravi ma stabili.- rispose Gibbs. -Sono riusciti a salvare entrambe le braccia.-
aggiunse sulla soglia.
-Speriamo si riprenda, per Patricia sarebbe dura perdere
due genitori in una volta sola…- commentò abbattuta Susan.
-Arrivederci.- salutò Gibbs annuendo.
Appena giunse in macchina prese il proprio cellulare.
-McGee, hai portato i reperti a Abby? Bene. Disponi un
agente di guardia nella casa di Susan Torn, dille che temiamo per l’incolumità
della bambina.- ordinò richiudendo poi lo sportellino del telefono. Guardò la
casa e sospirò, pensieroso.
-Temiamo per l’incolumità della bambina?- chiese perplessa
Kate quando salì in ascensore con Tony e Gibbs.
-Quella donna potrebbe non essere una testimone ma una
sospettata. L’assistente sociale ha affidato a lei la bambina, se gliela
facessimo togliere capirebbe che la sospettiamo, ma d’altro canto non possiamo
lasciarla sola con lei finché non scopriamo di più…giusto capo?- rispose DiNozzo
guardando Gibbs.
L’uomo inarcò un sopraciglio e si lasciò sfuggire un
piccolo sorriso.
-Bravo Tony.- commentò uscendo dall’ascensore. Il ragazzo
lo seguì a ruota con un sorriso stampato in volto e Kate scosse leggermente la
testa. -Che avete scoperto dalla piscina?- chiese poi il capo raggiungendo la
sua scrivania.
-Non molto, non vi erano tracce di impronte, l’acqua le ha
eliminate dalla scatola di manutenzione. Stavamo andando da Abby per capirne di
più.- rispose Kate raggiungendolo.
Tony si fermò alla sua scrivania e prese in mano il
pacchetto, sul retro vi erano scritte due lettere, “CJ”. Si avvicinò alla
scrivania di Gibbs reggendolo e fece per aprirlo.
-Bene, andiamo allora.- ordinò Jethro appoggiando il
fascicolo. -E’ la stessa dei fiori?- domandò seccato guardando il pacchetto
nelle mani del ragazzo. DiNozzo annuì.
-Allora lo apri dopo.- decretò prendendolo dalle sue mani e
lanciandolo sulla scrivania del suo sottoposto.
-Ehi, ma potrebbe essere…-
Tony non finì la frase perché il
pacchetto esplose non appena atterrò sulla superficie, facendo cadere il
computer a terra e distruggendo la scrivania. I tre caddero a terra e si
portarono le mani sopra la testa.
-…fragile.- concluse il ragazzo esterrefatto dopo alcuni
istanti di silenzio.
L’esplosione era stata relativamente contenuta, ma aveva
ridotto a pezzi la scrivania dell’agente e tutto ciò che era nelle strette
vicinanze.
-State tutti bene?- domandò Gibbs rialzandosi. Aiutò Kate
ad alzarsi e fece lo stesso con Tony.
-Sei ancora convinto che sia la mia ragazza?- domandò
DiNozzo seccato, guardando il suo capo e tossendo violentemente subito dopo.
-Non me ne stupirei…- borbottò la Todd tossendo a sua volta
e ricevendo un sorrisetto sarcastico dall’amico.
Jethro guardò il ragazzo e non disse nulla, spostando
invece lo sguardo sulle macerie della scrivania.
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Capitolo 3 *** Chapter 2 - Questions and...Mexico ***
-- CHAPTER 2
Title:
“Stalked”
Author:
JM
Rating:
PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!
Genre:
azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi
capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)
Pairing:
Gibbs/Tony
Warnings:
violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.
Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo
alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità
della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove
minacce.
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CHAPTER 2: Questions and...Mexico
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-Va’ a casa a riposarti.- chiese Gibbs avvicinandosi a
Tony.
-Ho solamente un graffio sul braccio, capo, sto benissimo.-
obiettò il ragazzo.
Una squadra della scientifica stava raccogliendo i
frammenti della bomba dall’ufficio e Tony era appoggiato alla scrivania di
Gibbs, osservandoli lavorare.
-Va’ a casa.- insistette il capo.
-Gibbs, sto bene!- esclamò DiNozzo determinato.
-Raggiungiamo Kate, voglio continuare a lavorare sul caso.- aggiunse sicuro.
Jethro lo osservò per un attimo e poi annuì,
incamminandosi.
-Fate avere i reperti immediatamente ad Abby Sciuto, in
laboratorio.- ordinò alla scientifica, uscendo seguito da DiNozzo.
Per tutto il tragitto il capo non parlò e il giovane non
osò domandare nulla né aprir bocca.
-Ehi Tony, ho saputo cosa è successo, stai bene?- chiese
Abby preoccupata quando lui e Gibbs entrarono.
-Ehi, solo perché il pacco era indirizzato a me non vuol
dire che debba essere in punto di morte per forza…a volte ho fortuna anch’io!-
esclamò con un sorrisetto il ragazzo.
-Hanno cercato di ucciderti.- constatò McGee perplesso.
-Non la chiamerei semplice fortuna.- aggiunse con un piccolo sorriso.
-Abby, hai i risultati sui reperti?- domandò Gibbs
ignorando la discussione.
-Certo capo.- rispose lei ricevendo una strana occhiata
incuriosita dall’uomo. -Questo tipo di piscine sono molto costose per parecchi
motivi, hanno il sistema di riscaldamento dell’acqua automatizzato, un
compartimento per il cloro liquido a rilascio graduale e due filtri di
espulsione per le foglie e altri corpi estranei di piccole dimensioni. Ma
questa piscina era stata manomessa, il filtro era attivo, ma era l’unica
cosa a funzionare come si deve.- aggiunse la ragazza digitando qualcosa sul pc e
spostando poi lo sguardo sullo schermo.
-Spiegati meglio.- disse Jethro guardando nella stessa
direzione e facendo un paio di passi in avanti.
-Il sistema di riscaldamento dell’acqua automatizzato era
fuori uso, i fili erano scollegati. E il compartimento del cloro non era stato
riempito di cloro.- spiegò Abby. -Era pieno di acido cloridrico.- concluse
porgendogli dei fogli.
-Quindi è stato il manutentore a mettercelo.- commentò
Kate.
-Non necessariamente.- obiettò Tony. -Non è complicato
aprire il pannello di quella piscina, e chiunque avrebbe potuto scollegare i
fili, e se non sbaglio l’acido muriatico è acido cloridrico, e si compra
normalmente al supermercato. Il manutentore è solo uno dei sospetti.- continuò
voltandosi verso la brunetta. -Abby, perché la piscina non si è corrosa a causa
dell’acido?- domandò poi curioso.
-Per lo stesso motivo per cui il vostro manutentore non può
essere il colpevole. A meno che non sia tornato dopo la manutenzione per
manomettere la piscina.- replicò lei facendo comparire sullo schermo le foto
fatte da Kate alla piscina vuota. -La piscina è ricoperta di una resina di vetro
che protegge le mattonelle di rivestimento dall’azione corrosiva a lungo termine
del cloro. Non è resistente come il vetro che usiamo in laboratorio per le
analisi degli acidi, ma ha fatto il suo lavoro.- spiegò avvicinandosi allo
schermo. -La concentrazione è del 24%, quindi l’acido non può essere stato in
circolo nella piscina da più di ventiquattro ore, altrimenti la resina sarebbe
stata del tutto consumata. Secondo il mio modestissimo parere, a giudicare dai
danni provocati l’acido è stato messo in circolo la notte prima del grande
tuffo.- continuò lei indicando nella foto una parte della piscina corrosa.
-Quello che so per certo è che Tony si sbaglia, questo non è acido muriatico.-
proseguì voltandosi verso di loro. -Se fossero la stessa cosa non avrebbero nomi
diversi. L’acido muriatico è acido cloridrico al 10 %, ma contiene
ioni di ferro ed è di colorazione gialla, se ne sarebbero accorti prima di
tuffarsi. Questo è relativamente puro, niente ioni e concentrazione più alta, è
incolore. Proviene quasi certamente da un magazzino industriale.- concluse
incrociando la braccia.
-Che tipo di magazzino industriale?- domandò Kate seria.
-Stabilimenti per la produzione di carta, vetro, saponi,
nonché tutte le industrie chimiche del paese. E’ una sostanza piuttosto comune.-
rispose Abby.
-Kate, McGee, andate a parlare con il manutentore, vedete
se quando lui ha lasciato quella casa era tutto in ordine, e scoprite dov’era
ieri notte.- ordinò Gibbs deciso.
-Sappiamo dov’è, capo.- rispose la donna. -E’ partito tre
giorni fa per GuadalajaraGuadalajaraGuadalajara
Guadalajara Guadalajara Guadalajara, Messico.-
-E’ andato in Messico?- chiese esterrefatto Jethro. -E cosa
aspettavate a dirmelo?- aggiunse irritato.
-Il momento giusto.- si giustificò la Todd. -E’ laggiù a
trovare la famiglia, dovrebbe tornare mercoledì.-
-Vai a parlarci, immediatamente. Non abbiamo fino a
mercoledì per aspettare i comodi di un manutentore messicano.- ordinò seccato il
capo.
-Andiamo in Messico?- chiese contento Tony.
-Posso andarci da sola.- precisò lei sicura.
-Portati Tony.- disse rivolto a Kate, che ricevette un
sorrisetto sarcastico dal ragazzo.
-McGee, tu vieni con me in ospedale da Lucille Donovan.-
commentò Gibbs avviandosi verso l’uscita. -Ben fatto, Abby. Tienimi aggiornato.-
proseguì rivolto alla Sciuto prima di uscire dalla porta. -Su entrambi i casi.-
aggiunse dal corridoio.
-Entrambi i casi?- chiese McGee perplesso.
-Credo che abbia preso a cuore chi ha tentato di ucciderti,
Tony.- osservò Kate.
-Non so se esserne lusingato o terrificato.- mormorò
DiNozzo uscendo nella stessa direzione del capo.
Gli altri tre sorrisero divertiti a quella frase.
Kate e Tony scesero dall’aereo e vennero investiti
dall’ondata di calore che gravava sulla città messicana. Quello era il periodo
peggiore per una passeggiata sotto il sole, e loro non avevano un trasporto. Il
direttore era stato già abbastanza seccato che avessero dovuto volare fino in
Messico solo per interrogare un testimone, se così poteva essere definito.
-Non credi che Gibbs abbia un po’ esagerato nel mandarci
qui?- domandò Tony perplesso.
-Non ne eri felice?- ribatté Kate con un sorrisetto.
-Certo che ne sono felice, solo che avremmo potuto chiamare
la polizia locale e chiedere loro di parlare con Velaquez.- rispose con
un’alzata di spalle. -Farci venire fino qui solo per chiedere a questo tizio se
sa fare il suo lavoro mi sembra eccessivo.- aggiunse inarcando un sopraciglio e
sistemandosi meglio gli occhiali da sole.
-La prudenza non è mai troppa.- commentò semplicemente
Kate, con un sorrisetto. -E comunque ho la mia teoria sul perché abbia mandato
anche te e non solo la sottoscritta.- precisò guardando il collega mentre il
sorriso si allargava.
-E cioè?- chiese curioso Tony.
-Beh sai, non sono io quella a cui qualcuno ha cercato di
incenerire la faccia con un affettuoso pacchetto regalo.- replicò Kate.
-Credi che Gibbs abbia voluto proteggermi mandandomi in
Messico?- domandò DiNozzo a metà tra il divertito e l’esterrefatto.
-Potrebbe essere. Non ti metterebbe mai sotto protezione
ufficialmente. Per più di un motivo; però in questo modo sei relativamente al
sicuro, almeno per un po’.- spiegò la ragazza. Vide lo sguardo perplesso di Tony
e aggiunse ghignando: -Ehi, questa è solo la mia teoria! Magari in realtà è lui
che sta cercando di ucciderti.-
-Questa opzione è già più plausibile!- esclamò Tony
ridendo.
Giunsero all’abitazione del loro uomo nell’estrema
periferia dopo diversi minuti di cammino. Una famiglia composta da una ventina
di persone, era radunata nel giardino. Una piccola folla di gente allegra e
unita, com’era tradizione che fosse la famiglia messicana. I due si avvicinarono
all’uomo che corrispondeva alla descrizione che avevano ricevuto.
-Jorge Velaquez?- domandò Kate gentilmente.
-Sì, señorita, sono io.- rispose l’uomo con un sorriso. La
famiglia non fece caso all’interruzione e proseguì nel suo dialogo collettivo
fatto di grida convinte e risate.
-Siamo dell’NCIS, veniamo da Washington. Potremmo parlarle
per alcuni minuti? E’ una questione di massima urgenza.- chiese Tony indicando
uno spiazzo poco più in là.
-Seguro, ma facciamo in fretta por favor, es el compleanno
del mi niño.- rispose Jorge seguendoli poco distante dal giardino. La musica
tipica messicana arrivava fin lì dalle radio che la trasmettevano a tutto
volume, e le risate della famiglia Velaquez sembravano farne parte.
-Lei ha fatto la manutenzione ai Donovan la settimana
scorsa, giusto?- chiese Kate.
-Sì, mi hanno chiamato por un guasto con el sistema de
calefacción.- rispose tranquillo Velaquez. Alle facce perplesse dei due sorrise
apertamente. -El sistema de riscaldamento del agua.- spiegò capendo che i due
non erano esattamente a loro agio con la sua lingua.
-Ha sistemato il guasto?- domandò Kate scrivendo sul block
notes.
-Seguro. Cuando soy andato via todo era perfecto, come
nuevo.- rispose Jorge con un’alzata di spalle. Un bambino di cinque anni gli
corse incontro.
-Papà! Papà! Mira qué tía Dolores me ha dado!- esclamò
contento mostrando al padre un giornaletto di fumetti in spagnolo. - ¿Puedes
leerlo a mí?- domandò contento.
-Seguro José, pero ahora el tu padre está hablando con esta
gente. Vas con tu madre!- rispose l’uomo al figlio, sorridendo imbarazzato ai
due quando il ragazzino corse dalla madre.
-Scusate. Qué stavamo diciendo?-
-Stavamo per chiederle se ha notato qualcosa di strano
mentre era a casa dei Donovan, qualcuno che curiosava sul suo lavoro, qualcuno
che si aggirava con fare sospetto.- chiese Tony lanciando un’occhiata al piccolo
José.
-Sì, me recuerdo che la vecina, la señora Susan, era mucho
interesada en mi lavoro.- rispose Jorge dopo averci pensato su.
-Ha solamente riparato il sistema di riscaldamento
dell’acqua?- domandò Kate.
-No, ho recargado el cloro porque era finito.- replicò
Velaquez.
-Il guasto al sistema di riscaldamento, di che tipo era?-
chiese Tony scambiando un’occhiata consapevole con la Todd.
-Era mucho strano. Como si qualcuno avesse tagliato los
hilos…i fili.- rispose Jorge senza ormai il suo sorriso gioviale. -¿E’ sucedido
qualcosa al señor y a la señora? ¿Como estas la señorita Patricia?- domandò
improvvisamente preoccupato.
-Il signor Donovan è stato ucciso questa mattina purtroppo,
la signora Donovan è in ospedale ma si rimetterà. Patricia sta bene.- rispose
Kate apprensiva.
-¡Madre del Dios!- mormorò incredulo. -¿Chi puede aver
fatto una cosa como esa a loro? Son buena gente, siempre gentili!- aggiunse
scuotendo la testa.
-Li conosce da molto tempo?-
-Yo soy anche su jardinero…il loro giardiniere. Trabajo
en su casa en los fines de semana…nei fine settimana. - l’uomo continuava a
parlare spagnolo e correggersi, era piuttosto sconvolto dalla notizia. -No puedo
credere que el señor Donovan es muerto!- mormorò tristemente.
-Siamo spiacenti di averle dato questa brutta notizia, e la
ringraziamo per averci dedicato il suo tempo.- gli rispose Kate, mettendogli una
mano sulla spalla.
-Por favor, dite a la señora que soy muy addolorato!- si
raccomandò l’uomo congedandosi e tornando verso la propria famiglia festante.
La Todd e DiNozzo si avviarono verso il centro della città.
-Non è stato del tutto inutile essere venuti fino qui,
infondo.- commentò Tony.
-Di certo quell’uomo non è coinvolto, era quasi più
sconvolto della vicina.- osservò Kate. -E visto cosa abbiamo scoperto non c’è da
meravigliarsi.- aggiunse scuotendo il capo.
-Che ne dici di bere qualcosa di fresco e poi trovarci un
passaggio per l’aeroporto? Non voglio camminare di nuovo sotto questo sole!-
propose il ragazzo.
-Ottima idea, intanto avvisa Gibbs e informalo di cosa
abbiamo scoperto.- replicò sicura Kate, con un sorriso rivolto al collega.
-Signora Donovan, io sono l’agente speciale Jethro Gibbs e
lui è l’agente speciale Timothy McGee, siamo dell’NCIS. Come si sente?- domandò
Gibbs cauto quando lui e McGee arrivarono di fronte al letto della donna.
-Mi hanno detto che Grant è morto, è la verità?- ribatté
lei con voce tremante. Era seduta nel letto di ospedale, con le braccia
fasciate.
-Temo di sì, signora.- rispose McGee piano.
-Dovremmo farle qualche domanda, se la sente?- chiese
Jethro un paio di secondi dopo.
Lei annuì semplicemente, chiudendo gli occhi.
-Lei, suo marito e sua figlia siete tornati ieri sera da
San Diego?- domandò serio l’uomo.
-Sì, eravamo andati a trovare i miei genitori e avevamo
deciso di andarci in macchina.- rispose Lucille piano.
-Come mai?- chiese perplesso Tim.
-Patricia aveva visto uno di quei film on the road e
voleva che anche noi tre facessimo un lungo viaggio in macchina come quello.-
spiegò con un sorriso triste. -Grant ne era entusiasta, amava guidare; e
soprattutto amava Patricia, non le avrebbe mai detto di no.- aggiunse mentre una
lacrima gli sfuggiva da gli occhi chiusi.
-Di Susan Torn cosa può dirci?- domandò Gibbs calmo.
-Susan? E’ la mia migliore amica, lo è sempre stata fin dai
tempi del liceo. E’ stata lei a trovarci quella casa sei anni fa quando
cercavamo un posto tranquillo dove trasferirci una volta nata la bambina.-
rispose aprendo gli occhi. -Ma perché me lo chiedete, le è successo qualcosa?
Sta bene?- chiese preoccupata.
-Stia tranquilla, Susan sta bene, si sta occupando di
Patricia.- la rassicurò McGee.
-Come mai non ci ha domandato di Patricia?- domandò Jethro
osservandola attentamente.
La donna fece un cenno col capo ed indicò il telefono.
-L’assistente sociale mi ha fatto parlare con lei appena mi sono svegliata.-
spiegò calma.
-E non le avevano detto che l’avrebbero affidata a Susan?-
chiese Tim.
-No, mi ha detto che dovevano prendere delle decisioni ma
che non poteva dirmi nulla, per la privacy o una cosa simile.- rispose lei con
un piccolo sospiro.
-I rapporti tra suo marito e Susan com’erano?- domandò
Gibbs.
-Sono sempre andati abbastanza d’accordo.- replicò con una
piccola alzata di spalle.
-Abbastanza?- chiese McGee.
-Susan è vegetariana e animalista convinta, Grant ha…aveva
la passione per la caccia. Potevano discuterne anche per un pomeriggio intero,
ma questa era l’unica cosa su cui li abbia mai visti litigare.- rispose Lucille
socchiudendo di nuovo gli occhi. -Ma come mai queste domande? Non starete
sospettando di Susan!?- chiese scioccata.
-Stiamo solamente facendo il nostro lavoro. Non dobbiamo
tralasciare nulla.- rispose cortesemente Tim.
-Ieri sera a che ora siete arrivati?- domandò Jethro.
-Mezzanotte circa. Grant aveva guidato tutto il giorno e
quindi è andato immediatamente a dormire, io ho disfatto immediatamente i
bagagli e poi l’ho raggiunto a letto. Patricia si era addormentata in auto,
Grant l’ha messa a letto appena arrivati.- replicò pensierosa. -Avete idea di
cosa sia successo? Di chi sia stato?- chiese preoccupata.
-Ci stiamo lavorando.- rispose Gibbs calmo, osservandola
attentamente. -A che ora esattamente è andata a dormire?- aggiunse curioso.
-Credo fossero le due, o le due e mezza.- ribatté Lucille.
-Ha sentito dei rumori in giardino, o notato qualcosa di
strano?- domandò l’uomo.
-No, nulla di insolito.- negò lei con un piccolo sospiro.
-Un’ultima domanda, questa mattina, quanto tempo è rimasto
in acqua il corpo di suo marito?- chiese Jethro cauto.
-Cinque minuti, forse anche meno.- rispose la donna dopo
averci pensato un paio di secondi.
-E le sue braccia?- domandò McGee
-Nemmeno dieci secondi, il tempo di tirare fuori il corpo
dall’acqua. Susan le ha sciacquate con la canna dell’acqua dopo aver chiamato il
911 e i paramedici li hanno subito medicati. Le ustioni sono minime, con dei
piccoli ritocchi non si vedranno nemmeno più le cicatrici.- spiegò lei con un
piccolo sorriso triste.
-Siamo felici che la sua situazione sia meno grave di
quanto sembrasse.- commentò con un piccolo sorriso Tim.
-Per ora è tutto, signora Donovan. Nel caso le venga in
mente qualcosa ci faccia chiamare.- disse Gibbs avviandosi verso la porta.
McGee lo raggiunse poco prima che salisse in ascensore e
sospirò.
-Non perdere obbiettività solo perché provi pena per quella
poveretta, è una possibile sospettata.- lo rimproverò Gibbs.
-Ha immerso le braccia nella piscina, non lo avrebbe fatto
se avesse saputo che c’era dell’acido.- obiettò Tim.
-Ha visto come era ridotto il corpo del marito, sapeva che
c’era dell’acido e ha immerso comunque le braccia.- spiegò Jethro. -Se non lo
avesse saputo si sarebbe tuffata per recuperarlo, non lo avrebbe riportato verso
il bordo e poi tirato fuori.- continuò calmo. -Sapeva che non avrebbe subito
danni se non qualche lieve cicatrice facilmente eliminabile. Questo tipo di
chirurgia non costa un granché e scommetto che il marito aveva un’assicurazione
sulla vita.- concluse deciso.
-Ma è stata la vicina ad attirarlo vicino con il rastrello,
non lei.- precisò McGee.
-E’ per questo che sono entrambe sulla lista dei sospetti.
Hanno mentito entrambe riguardo al tempo in cui è stato in acqua il corpo, e
sicuramente non solo su quello.- commentò Jethro. In quel momento il suo
cellulare squillò.
-Gibbs.- rispose senza guardare il numero.
Ascoltò attentamente e annuì silenziosamente.
-Perfetto, sbrigatevi a tornare. Ci vediamo in ufficio tra
un paio d’ore.- replicò alla voce che McGee riconobbe come quella di Tony.
Chiuse lo sportello e si voltò verso il collega.
-Stanno tornando, hanno scoperto che la vicina era
piuttosto interessata nel lavoro del manutentore.- spiegò riponendo il
cellulare. -Andiamo a farci due chiacchiere.- commentò uscendo dall’ascensore e
osservando il cielo prossimo al tramonto.
-Di nuovo qui Gibbs?- chiese Susan con un piccolo sorriso
mentre si accomodavano in salotto. -La ringrazio per l’agente, tenere sotto
protezione Patricia è gentile da parte vostra.- aggiunse riconoscente.
-Dovere signora. Finché non avremo il colpevole, la
famiglia Donovan è in pericolo, non sappiamo chi fosse il bersaglio.- rispose
Gibbs con un piccolo sorriso. Quella donna non gli piaceva, sapeva che i suoi
modi, le sue parole erano falsi, ma non aveva alcuna prova tangibile di ciò.
-Mi dica, che altro ha bisogno?- chiese lei gentilmente.
-Lei ci ha detto che una settimana fa il manutentore è
venuto a controllare la piscina dei Donovan per un problema con il filtro, non è
così?- domandò calmo l’agente.
-Sì, credo di sì. Non so se fosse il filtro o cos’altro,
non me ne intendo molto.- replicò lei perplessa.
-Ricorda chi è venuto a fare manutenzione?- chiese Gibbs.
-Sì, Jorge Velaquez. E’ anche il giardiniere di Lucille e
Grant. Pensate che possa essere stato lui?- domandò scioccata.
-Stiamo cercando di fare chiarezza signora, per ora non
possiamo dirle nulla.- rispose McGee spiacente.
-Abbiamo parlato con lui, dice che era piuttosto
interessata nel suo lavoro sul sistema di riscaldamento e sulla riserva del
cloro.- informò Gibbs osservando a reazione della donna.
Lei fece una piccola alzata di spalle. -E’ vero, l’ho
osservato lavorare. Mio marito era un meccanico, mi è sempre piaciuto osservarlo
lavorare, anche se non ci capivo nulla. Perché mi fate questa domanda?- ribatté
perplessa.
-La piscina dei Donovan era manomessa. Il sistema di
riscaldamento dell’acqua era disattivato e il contenitore del cloro era stato
riempito di acido. E’ una strana coincidenza, non le pare?- domandò Gibbs
osservandola.
-Cosa!? Pensate che sia stata io?- chiese esterrefatta.
-Non farei mai nulla del genere, conosco Lucille da una vita! Io e Grant eravamo
amici!- insorse indignata.
-Spiacente signora, le circostanze sono sospette, non
possiamo escluderla dalle indagini.- ripose calmo Gibbs.
-E quando lo avrei fatto?- domandò lei con sfida.
-Questa notte.- rispose Tim cauto.
-Allora potete anche escludermi.- replicò lei decisa. -Sono
stata a Quantico per tre giorni per il matrimonio di mia sorella, sono tornata
questa mattina alle sette e trenta.- aggiunse lievemente seccata. -Controllate
se non mi credete, ho viaggiato in autobus.- concluse guardando male Gibbs.
-Lo faremo.- confermò impassibile Jethro. -Per ora abbiamo
finito, resti a nostra disposizione.- aggiunse avviandosi verso la porta seguito
da McGee.
--
Hcn: i tuoi commenti non mi stanno
stufando affatto!! ^____^ Anzi, approfitto per ringraziarti qui per quelli che
hai scritto anche per le altre fanfiction, li apprezzo davvero!! ^___^ E poi
sono felicissima di scoprire che non sono la sola Gibbs/Tony su questo sito!!^^
Riguardo a DiNozzo...beh, sì, non è per niente male!! Però te lo cedo
volentieri, io sono persa per Gibbs! Lo adoro alla follia! XDDDD
Ti ringrazio per i complimenti e spero che la storia ti
piaccia!^^
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Capitolo 4 *** Chapter 3 - Answers and more explosive ***
-- CHAPTER 3
Title:
“Stalked”
Author:
JM
Rating:
PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!
Genre:
azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi
capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)
Pairing:
Gibbs/Tony
Warnings:
violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.
Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo
alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità
della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove
minacce.
--
--
CHAPTER 3 - Answers and more explosive
--
-Questo viaggio è stato troppo stressante, perché il nostro
uomo non poteva essere a Honolulu?- domandò Tony salendo in ascensore.
-A te non va mai bene nulla, vero?- chiese Kate divertita.
Lui le sorrise sarcastico.
-Cosa intendevi prima quando hai detto che Gibbs non mi
metterebbe sotto protezione ufficialmente per più di un motivo? Quali sarebbero
questi motivi?- domandò incuriosito.
-Primo non ha ancora sospetti su chi e perché cerchi di
ucciderti, sarebbe eccessivo. Secondo tu sei troppo orgoglioso per
permetterglielo e terzo non si mostrerebbe così palesemente preoccupato nei tuoi
confronti, non è da lui.- rispose la Todd tranquilla, guardando in viso l’amico.
-Quindi credi che sia preoccupato?- chiese perplesso Tony.
-Cioè, ha preso davvero sul serio questa faccenda?- aggiunse serio.
-Certo che l’ha presa sul serio! Se tu avessi aperto quel
pacchetto adesso saresti steso su un tavolo nell’obitorio di Ducky! L’abbiamo
presa tutti sul serio, soprattutto Gibbs.- rispose stupita Kate. -Ha chiesto al
direttore di potersene occupare personalmente.- continuò guardandolo in viso.
Lui non disse nulla, semplicemente guardò di fronte a sé
con un’espressione indecifrabile.
-Abby, novità?- chiese Gibbs entrando in laboratorio in
fretta.
-Sul caso Donovan ancora nulla, sto finendo i test, avrai i
risultati domattina.- rispose la ragazza alzando lo sguardo dal microscopio.
-E sul caso DiNozzo?- domandò il capo.
-Lo hanno affidato a te?- chiese lei perplessa. L’occhiata
di Jethro bastò per farle capire di non fare più domande del genere.
-Ho iniziato a rimettere insieme la bomba, per ora posso
dirti che ha passato il metal detector perché era composta interamente di
plastica e materiali sintetici privi di metalli rilevabili dai sensori.- spiegò
mostrando sullo schermo ciò che stava guardando nel microscopio. -Sei sicuro che
non vuoi aspettare Tony? Sarà qui a minuti.- chiese perplessa.
-Va avanti, Abby.- rispose seccato.
-Non è per niente roba sofisticata, si impara a farle su
internet ormai. Ma c’è una buona notizia, è un dinamitardo esperto, o una
dinamitarda esperta.- replicò lei con un sorriso.
-E questa è una buona notizia?- domandò Gibbs perplesso.
-Sì, da un certo punto di vista. L’FBI potrebbe aver già
indagato su questa persona e avere delle informazioni che potrebbero esserci
utili.- ribatté Abby. -Ho fatto una piccola ricerca tramite un amico che si
intende di pazzi dinamitardi, e ho scoperto che tempo fa a Baltimora c’erano
state quattro bombe identiche a questa in quattro centrali di polizia.- aggiunse
indicando i frammenti visualizzati sullo schermo.
-Baltimora? Quanto tempo fa?- chiese preoccupato il capo.
La ragazza andò al computer e visualizzò i rapporti.
-Tre anni fa.- rispose indicando la data a Jethro.
-Che ne è stato del colpevole?- domandò avvicinandosi e
cercando di leggere.
-Dunque, hanno arrestato Trent Shelton e lui ha confessato
di aver assemblato e spedito le bombe. Oh no…- la ragazza di bloccò tornando
improvvisamente seria.
-Che c’è?- chiese Gibbs.
-Vuoi prima la notizia pessima o la notizia molto brutta?-
domandò lei cupa.
-Abby…- la incoraggiò spazientito il capo.
-Trent Shelton è morto di infarto mentre era in prigione.
Tre settimane fa. Non è lui il nostro uomo.- annunciò la ragazza. -Quella era la
notizia pessima, quella molto brutta è che i verbali di arresto e delle indagini
sono dell’agente Anthony DiNozzo.- aggiunse guardando l’uomo accanto a sé.
Gibbs non disse nulla ma fissò lo schermo del pc,
pensieroso.
La porta del laboratorio si aprì in quel momento e Kate e
Tony entrarono.
-Novità capo?- domandò DiNozzo. Quando il suo sguardo si
spostò sullo schermo e capì che quelli erano i pezzi della bomba del pacchetto,
il suo viso si tese.
-Forse abbiamo una traccia.- rispose Abby per lui.
-Il nome Trent Shelton ti dice nulla?- chiese Gibbs.
-Sì, è un caso a cui ho lavorato a Baltimora, aveva ucciso
dieci agenti di polizia e ne aveva feriti altri sette. Era un…- si bloccò quando
realizzò cosa significava. -Era un dinamitardo.- concluse fissando lo schermo.
-Pensi che possa essere lui?- domandò serio.
-E’ morto in prigione tre settimane fa.- replicò Jethro
fissando il giovane.
-Morto?- chiese sorpreso Tony.
-Infarto durante una rissa.- informò Abby apprensiva.
-Ora ricordo, aveva chiesto di poter avere gli arresti
domiciliari ma non li ha ottenuti.- rispose DiNozzo pensieroso.
-Ha dei parenti stretti?- domandò Gibbs alla brunetta
seduta al computer.
-Una figlia.- rispose per lei Tony. -Era una ragazzina
problematica, dopo che ho arrestato Shelton è stata mandata in affidamento.
Adesso dovrebbe avere circa diciotto anni.- aggiunse abbassando lo sguardo.
-Caroline Janice, CJ.- mormorò consapevole. Mise una mano in tasca ed estrasse
il biglietto della ragazza. -Questo era coi fiori.- disse mesto porgendolo alla
Sciuto.
Gibbs lo osservò serio e preoccupato per alcuni secondi.
-Abby, fa una ricerca sulla figlia di Shelton. Voglio
sapere dove vive, dove va a scuola, chi frequenta, cosa mangia, e quanti respiri
fa al minuto.- ordinò deciso, andando verso l’uscita. -Tony, con me.- aggiunse
senza guardarsi indietro.
Il ragazzo lo seguì velocemente fino all’ascensore, e salì
poco prima che le porte si chiudessero. Quando parti Gibbs schiacciò il tasto
per bloccarlo e si voltò verso il giovane.
-C’è stato qualcosa tra te e la figlia di Shelton?- domandò
a brucia pelo, cercando il suo sguardo.
-Gibbs, aveva solo quindici anni!- insorse Tony incredulo.
-Non è una risposta.- rispose irremovibile Jethro.
Il capo non accennò a muoversi e DiNozzo si sentì
improvvisamente furioso per quella domanda. Con che diritto si permetteva di
trattarlo come se non avesse un minimo senso del giudizio? Una quindicenne,
dannazione!! Con tutto quello che il padre di quella ragazza gli aveva fatto
passare... Gibbs non poteva saperlo, ma al ragazzo non importava, riusciva solo
ad ascoltare la propria rabbia.
-D’accordo, vuoi sapere se c’è stato qualcosa tra me e la
figlia quindicenne e disturbata di un pazzo dinamitardo che ha ucciso dieci dei
miei colleghi? Vuoi sapere se sono andato a letto con la figlia del bastardo che
ha ucciso la persona che
amavo?- domandò fuori di sé. -No, non c’è stato un accidente tra me e quella
ragazza!- concluse a voce piuttosto alta, premendo il pulsante per far ripartire
l’ascensore.
Gibbs non disse nulla, colpito dalle parole e dal tono del
suo sottoposto; per una volta era rimasto senza parole. Prima che potesse
mettere insieme qualcosa da dire le porte si aprirono e Tony si diresse verso la
propria scrivania.
Prese le chiavi della propria auto mentre Gibbs raggiungeva
la propria postazione, e senza dire nulla si diresse nuovamente all’ascensore.
Pochi secondi dopo Jethro si decise e si mosse nella stessa
direzione, non gli serviva un agente ostile, doveva chiarire la situazione,
anche se l’idea non gli piaceva. Prese l’ascensore successivo e arrivò nella
hall del palazzo, constatando che all’esterno aveva iniziato a piovere a
dirotto. Senza farci caso si diresse all’uscita, e subito dopo verso il
parcheggio.
Non fece in tempo a fare che pochi passi nel grande spazio
per le auto prima un forte boato lo sbalzasse a terra, facendolo atterrare di
schiena. Ci mise una decina di secondi a realizzare che quello che vedeva pochi
metri di fronte a sé era fumo, e che proveniva da un auto carbonizzata.
-Tony!- gridò alzandosi in piedi il più velocemente
possibile sotto la pioggia scrosciante. -Tony!!- chiamò ancora più forte,
avvicinandosi di corsa.
Con orrore realizzò che l’auto in fiamme era quella del
ragazzo, e di lui non vi era traccia. Sentì il cuore sprofondargli sotto i
talloni e gli occhi gli bruciarono improvvisamente; sapeva che non era per il
fumo, e in quel momento non era in condizioni di mentire a se stesso riguardo a
ciò.
-Tony!- chiamò ancora una volta, senza sapere cosa si
aspettasse in realtà.
Sentì in lontananza le sirene dei vigili del fuoco e si
allontanò di un passo.
-Capo…- mormorò debolmente una voce lì vicino.
Gibbs avvertì il cuore balzargli in gola e si riavvicinò,
guardandosi attorno nel fumo crescente.
-Tony! Dove sei?- domandò con urgenza.
Avvertì un lamento poco distante da sé e lo seguì. Il
ragazzo era steso a terra, girato sul fianco sinistro, i vestiti completamente
bagnati e la faccia sofferente. Avvicinandosi vide che aveva una scheggia di
metallo nella spalla destra e aveva i la camicia inzuppata di sangue.
-Grazie a Dio, Tony…- mormorò Jethro inginocchiandosi
accanto a lui. -Non muoverti, l’ambulanza sarà qui a momenti.- aggiunse cercando
di rassicurarlo.
Lo sentì tremare e senza pensarci si tolse la giacca e
cercò di tenerlo il più possibile al riparo dalla pioggia. Il ragazzo lo vide e
gli sorrise debolmente, per poi perdere i sensi.
La tensione nel corridoio era scandita dal rumore dei passi
nervosi di Gibbs. Erano arrivati all’ospedale venti minuti prima, i medici
avevano portato Tony in sala operatoria di urgenza e poi nessuno si era
preoccupato di venirgli a dire qualcosa. Indossava ancora i vestiti inzuppati di
pioggia.
Kate e McGee arrivarono in quel momento, raggiungendolo
velocemente.
-Cosa ti hanno detto?- chiese la ragazza preoccupata.
-Nulla.- rispose il capo cercando di mantenere la calma.
-Non c’è bisogno di stare qui tutti quanti. Tornate in ufficio, abbiamo
un’indagine da portare a termine.- ordinò deciso, con un tono che non ammetteva
repliche.
I due si guardarono perplessi e tornarono sui propri passi,
ancora preoccupati per il proprio collega. Una volta scomparsi dalla vista,
Gibbs si sedette su una sedia lì accanto e si prese il capo tra le mani. Una
miriade di pensieri confusi gli si agitava nella mente, e gli occhi ripresero
nuovamente a bruciare.
Doveva riuscire a focalizzarsi sul caso Donovan, ma non ci
riusciva. Avevano i sospetti, avevano la scena del delitto e avevano un
cadavere. Perché non riusciva a collegarli? Perché continuava a sentire quella
sensazione di vuoto che aveva provato quando per un paio di minuti aveva pensato
che Tony fosse…
-Del caffè?- domandò una voce gentile di fronte a lui.
Alzò il capo e vide un’infermiera porgergli una tazza
fumante di caffè nero. Era bionda, occhi verdi e un sorriso gentile. Eppure
qualcosa di lei non convinceva l’uomo.
-Ha l’aria molto stanca e preoccupata, i vestiti bagnati. Un po’ di caffè le
farà bene.- disse la ragazza.
-La ringrazio...Cecile.- rispose Jethro prendendo la tazza
e leggendo il nome dalla targhetta.
-Faccia attenzione, scotta.- si raccomandò prima di
allontanarsi con lo stesso sorriso gentile.
Gibbs soffiò sul liquido scuro, perplesso. Da quando le
infermiere negli ospedali si preoccupavano di offrire caffè nelle sale d’attesa?
Il suo palmare squillò e lui lo prese dalla tasca,
continuando a soffiare sulla tazza.
Era un messaggio di Abby. “Ecco la figlia di Shelton,
Caroline Janice Shelton, diciotto anni compiuti il mese scorso, si è appena
iscritta alla facoltà di chimica dell’università della città di Washington.”
Allegata vi era la foto dell’infermiera che poco prima aveva portato il caffè a
Gibbs.
Svelto si alzò e reggendo in mano la tazza si diresse
velocemente verso il banco delle infermiere.
-Dov’è andata l’infermiera che era qui poco fa?- chiese con
urgenza. -Una biondina di nome Cecile, mi ha portato il caffè.- spiegò alla
donna dietro il banco.
-Sono spiacente, signore, Cecile non è in servizio, è a
casa in maternità.- rispose la donna apprensiva. -Si sente bene?- domandò
perplessa.
-Sono un agente dell’NCIS.- si qualificò Jethro mostrandole
il distintivo. -Tenga questa e non la faccia bere a nessuno, probabilmente è
avvelenata.- le ordinò appoggiando la tazza su bancone e rimettendosi in tasca
il distintivo. Estrasse la pistola e si avviò verso le scale di servizio. Fece
una rampa e trovò il camice usato dalla ragazza. Diversi piani più sotto il
parcheggio brulicava di persone.
Sospirò pesantemente e mise via la pistola, prendendo il
cellulare.
-McGee, tornate immediatamente qui.- ordinò tornando
all’interno.
Andò dall’infermiera e riprese la tazza.
-L’ha toccata?- domandò serio. La donna fece un cenno
negativo e Gibbs annuì. -Controlli se manca qualche medicinale che non
dovrebbe.- ordinò preoccupato. -Ma se trova qualcosa fuori posto non tocchi
niente.- si raccomandò guardandosi intorno.
La donna scomparve per qualche istante e quando tornò aveva
un’espressione allarmata.
-C’è una confezione vuota di colchicina a terra.- informò
preoccupata.
McGee e Kate li raggiunsero in quel momento.
-Imbusta la tazza e il suo contenuto.- ordinò calmo al
ragazzo, prendendo un paio di guanti. -Io prendo la confezione del medicinale.-
disse rivolto all’infermiera.
-Certo, da questa parte.- rispose la donna immediatamente.
Pochi secondi dopo tornarono e il capo la porse a McGee.
-Hanno cercato di avvelenarti?- domandò Kate stupita.
Gibbs si allontanò dal bancone. -La dose di colchicina
tossica per un uomo adulto è intorno ai 10 mg.- disse leggendo l’etichetta della
confezione. -In quel caffè ne hanno versati 125.- aggiunse con tono sarcastico.
-Credi che abbiano cercato di avvelenarmi?-
Lei annuì e sospirò piano, riponendo le prove.
-E’ stata CJ Shelton a portarmi quel caffè, è stata qui.-
spiegò cercando di mantenere la calma. -Fate stampare e emanare in tutto lo
stato la sua foto, quella ragazza è pericolosa.- aggiunse scuotendo il capo.
I due esitarono per un attimo, poi si voltarono e andarono
nuovamente verso gli ascensori.
Gibbs andò alla macchinetta, ora aveva davvero bisogno di
un caffè. Inserì la moneta e attese che la bevanda fosse pronta. La prese
lentamente e iniziò a sorseggiarla, risiedendosi davanti alla sala operatoria da
cui Tony non era ancora uscito.
-Li analizzerò non appena avrò il tempo. Come sta Tony?-
domandò Abby quando Kate e McGee le lasciarono i reperti presi all’ospedale.
-E’ ancora sotto i ferri, Gibbs è rimasto con lui.- rispose
Kate con un sospiro. -Coraggio, dobbiamo ancora trovare il nostro piccolo
chimico.- disse cercando di concentrarsi sul lavoro.
-In realtà ‘piccola chimica’.- la corresse Abby. -Ho
trovato questo frammento di unghia incastrato nello sportello della cassetta di
manutenzione della piscina. L’acqua lì non ci arriva, e quindi nemmeno l’acido.-
spiegò mostrando loro la prova. -E, udite udite…la nostra cara Susan Torn lavora
in un’azienda che produce carta per stampe fotografiche. Questo fa di lei la
sospettata numero uno, o sbaglio?- chiese porgendo loro un foglio.
-Temo di no, il suo alibi è confermato dai parenti e
dall’autista del pullman, è arrivata in città la mattina del delitto, circa un
paio d’ore prima della chiamata al 911.- smentì McGee scoraggiato.
-Quest’unghia ha dello smalto.- commentò Kate osservandola.
-Esatto, è verde smeraldo n°16, di una marca molto
costosa.- rispose la ragazza.
-Ne ho visto una boccetta nell’armadietto del bagno di
Lucille Donovan.- replicò la Todd perplessa.
-E questo fa di lei la nostra sospettata numero uno.-
commentò McGee.
-Andiamo a farci due chiacchiere.- replicò Kate andando
verso la porta.
-L’orario di visita è finito da un pezzo.- precisò Abby
perplessa.
-Non se si ha un mandato per interrogarla.- obiettò la Todd
prendendo il telefono.
-Gibbs è nello stesso ospedale, lo chiamo.- annunciò Tim.
-Signora Donovan, sappiamo che è stata lei a manomettere la
sua piscina.- commentò Jethro sicuro.
-Mio marito è morto, e voi avete il coraggio di venire qui
ad accusarmi di averlo ucciso!- esclamò indignata.
-Abbiamo trovato questo frammento di una sua unghia nello
sportello della cassetta di manutenzione, lo smalto su di esso corrisponde
perfettamente al suo.- replicò calma Kate. Non avevano ancora fatto i test, ma
un buon bluff forse poteva aiutarli a guadagnare tempo.
La donna non rispose e li fissò, il suo avvocato
altrettanto silenzioso accanto a lei.
-Abbiamo controllato e suo marito aveva una cospicua
assicurazione sulla vita di cui lei era beneficiaria. Sapeva che se avesse
tenuto le braccia per pochi secondi e le avesse sciacquate immediatamente non
sarebbe stata esposta sufficientemente a lungo per un danno permanente. E
comunque avrebbe avuto abbastanza soldi per far scomparire le cicatrici con una
piccola serie di interventi. Un prezzo accettabile per liberarsi di suo marito.-
spiegò Gibbs mostrandole una copia dell’assicurazione di Grant Donovan.
-Perché avrei dovuto farlo?- domandò la donna decisa.
-Questo è lei a dovercelo dire. Forse perché Grant aveva deciso di cambiare il beneficiario
dell’assicurazione, voleva che andasse tutto a Patricia. Ce lo ha detto il suo
assicuratore.- rispose McGee serio.
Lucille abbassò lo sguardo e sospirò pesantemente.
-Possiamo offrirle un accordo in cambio della confessione
spontanea. Renderà il processo molto meno duro per lei e per sua figlia.-
propose Jethro.
-Non accetti, possiamo affrontare il processo, la giuria…-
tentò di convincerla l’avvocato, ma la donna lo zittì.
-Cosa offrite?- chiese piano, guardandoli negli occhi.
-Quindici anni in un carcere di minima sicurezza, con la
possibilità di ricevere visite da sua figlia.- rispose Kate determinata. -In
cambio ci da la sua confessione. E ci dice come Susan ha avuto accesso all’acido
nella sua azienda.-
-Lasciate fuori Susan da questa storia, lei non c'entra
niente.- insorse la donna,
fulminandoli con lo sguardo.
-L’alternativa è il processo, e rischia l’ergastolo, se la
giuria sarà clemente.- replicò Gibbs deciso. La donna non accennò a rispondere.
-Lei e Susan avete organizzato questa farsa. Voi sareste stati fuori, Susan
sarebbe stata al matrimonio della sorella, il manutentore era la persona
perfetta da incolpare. Ma non avete tenuto da conto il fatto che lui stava per
partire, avrebbe avuto un alibi di ferro.- spiegò l’uomo calmo. -Lei ha
procurato l’acido e ha osservato come utilizzarlo. Le ha spiegato cosa fare per
fare in modo che il sistema di riscaldamento fosse fuori uso e che il calore
emanato dall’acido non fosse notato. E poi avete ideato la scenetta delle
braccia, per farla sembrare innocente.- continuò fissando serio la donna.
-Quando suo marito si è addormentato esausto lei ha avuto
l’occasione giusta per mettere in atto il piano così come lo avevate pensato.-
proseguì per lui Kate.
-Perché?- domandò semplicemente Gibbs incrociando il suo
sguardo.
-Non è stato per i soldi, ero d'accordo che li avesse
Patricia. Volevamo solamente stare insieme, smettere di nasconderci.
E’ per questo che ho lasciato i Marines.- rispose Lucille mentre una lacrima le
scendeva sulla guancia.
-Non poteva semplicemente chiedere il divorzio?- domandò
Kate seria.
-Grant non me lo avrebbe concesso, non se avesse saputo la
vera ragione.- replicò Lucille. -Lui era fiero della propria reputazione nei
Marines, non avrebbe mai permesso che si venisse a sapere.- concluse chiudendo
gli occhi. -Mi avrebbe tolto la mia bambina, mi avrebbe tolto tutto.- mormorò
disperata. -Firmerò la confessione, firmerò ciò che volete, ma fate in modo che
Patricia stia bene.- aggiunse guardando gli agenti.
-Avrebbe dovuto pensare a sua figlia prima di ucciderle il
padre.- rispose Gibbs duramente, voltandosi. -Fatevi dare un mandato d’arresto
anche per Susan Torn e chiamate gli assistenti sociali, quella povera bambina
avrà bisogno di un posto dove stare.- ordinò dalla soglia.
-Torni da Tony?- domandò Kate.
Il capo annuì lentamente. -E’ ancora in sala operatoria.-
informò uscendo un paio di secondi dopo.
Di nuovo l’unico suono nel corridoio erano i passi di
Gibbs. Erano passate tre ore da quando Tony era entrato nella sala operatoria in
condizioni critiche e nessuno aveva ancora dato notizie all’uomo.
La foto di CJ Shelton era appesa al banco delle infermiere
con una scritta di attenzione sotto; sapeva che era così in tutto l’ospedale,
eppure non riusciva a smettere di preoccuparsi che da un momento all’altro la
ragazza potesse rispuntare e cercare di uccidere nuovamente lui o Tony.
Lucille Donovan aveva ucciso il suo stesso marito per amore
di una donna che non poteva avere se non di nascosto. Era così terribile vivere
nascosti dalla maschera della società? Era così terribile accontentarsi di amare
una persona in segreto?
No, non lo era.
Lucille Donovan non aveva quasi perso Susan Torn, non
sapeva che poter stare con lei, anche solo di nascosto, anche solo per poche
ore, era qualcosa che la rendeva assai fortunata.
Perché quei pensieri gli tornavano in mente? Perché non
riusciva a scacciarli come tutte le altre volte in cui i suoi reali sentimenti
venivano a galla? Perché era così tanto legato a Tony, anche se sapeva di non
avere alcuna possibilità di poter dire al ragazzo ciò che provava per lui?
Le frecciatine, gli schiaffetti sulla nuca, gli sguardi
eloquenti e i mezzi sorrisi, tutti i segni del suo legame verso il ragazzo, per
Tony non erano che segni di amicizia, forse di affetto.
No, Tony ce l’avrebbe fatta, sarebbe sopravvissuto. E lui
non avrebbe permesso a quella pazza di ucciderlo, di portargli via l’unica
persona a cui Gibbs tenesse ancora, l’unica persona che amasse davvero. Le cose
non sarebbero cambiate una volta catturata CJ Shelton, questo lo sapeva, ma
almeno avrebbe avuto ancora intorno Tony, non lo avrebbe perso.
Sì, decisamente poteva convivere con quello.
Un medico uscì dalla sala operatoria e si tolse la
mascherina, cercando con lo sguardo Gibbs, che gli fu subito di fronte. Quando
il chirurgo gli rivolse un piccolo sorriso, l’uomo sentì il cuore perdere un
battito.
-Ha perso molto sangue, ma abbiamo fermato l’emorragia e lo
abbiamo stabilizzato. Presto starà bene.- annunciò calmo, togliendosi la
cuffietta. -Ha una commozione cerebrale e diverse contusioni, la ferita peggiore
è quella alla spalla, è stato molto fortunato.- aggiunse mettendo una mano sulla
spalla a Jethro.
-La ringrazio, dottore.- disse semplicemente l’uomo,
incapace di dire altro.
-Ho fatto il mio dovere.- rispose sorridente il giovane
medico. -Potrà vederlo tra una ventina di minuti, quando sarà trasferito nella
sua stanza.- informò allontanandosi di un passo. -Mi scusi, devo andare ora.-
con ciò si allontanò, prendendo il proprio cercapersone.
Gibbs si risedette sulle sedie, lasciando andare il respiro
e chiudendo gli occhi. Un piccolo sorriso fece capolino sul suo volto mentre
prendeva il telefono per avvisare Abby e la squadra.
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Capitolo 5 *** Chapter 4 - Fights and regrets ***
Jethro era seduto sulla sedia ac
Title:
“Stalked”
Author:
JM
Rating:
PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!
Genre:
azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi
capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)
Pairing:
Gibbs/Tony
Warnings:
violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.
Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo
alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità
della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove
minacce.
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CHAPTER 4 - Fights and regrets
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Jethro era seduto sulla sedia accanto al letto di DiNozzo.
Erano quasi le quattro del mattino e il capo si era assopito con in mano una
copia del giornale del giorno ormai concluso.
-Ehi capo…- mormorò debolmente Tony dal letto.
Gli occhi di Gibbs si aprirono di scatto e vide il giovane
sorridere debolmente.
-Sei qui…- commentò con voce roca il ragazzo.
Jethro ricambiò il sorriso e annuì, senza dire nulla.
-Grazie.- sussurrò Tony prima di appoggiare la testa e
addormentarsi di nuovo.
Il capo lo osservò per alcuni istanti, poi si protese e gli
accarezzò il capo lentamente. Quando si riposizionò sulla sedia un piccolo
sorriso malinconico gli inclinava le labbra. La tensione finalmente era
scivolata via dal suo corpo ma non dalla sua mente. Nonostante Tony fosse al
sicuro, non se la sentiva di lasciarlo, non quella prima notte, non dopo quella
giornata terribile. Si mise nella posizione più comoda che trovò e prese a
rileggere il giornale.
-Posso cavarmela da solo.- protestò Tony cercando di
mettersi a sedere da solo.
Kate sbuffò spazientita e lo lasciò fare. Al terzo
tentativo il giovane riuscì a mettersi in una posizione decente senza essere
aiutato. Erano passati due giorni e da quella prima notte Jethro non si era più
visto.
-Dov’è Gibbs?- chiese avvicinandosi il vassoio con il
proprio pasto.
-In ufficio a cercare il modo di prendere quella pazza che
ha cercato di uccidervi.- rispose la ragazza controllando il proprio
cercapersone.
-Ucciderci? Che c’entra lui adesso?- domandò
confuso Tony.
-Mentre eri in sala operatoria CJ Shelton ha cercato di
avvelenare Gibbs con un caffé. Se n'è accorto appena in tempo.- spiegò Kate come
se la cosa fosse risaputa. -Non te l’ha detto?- chiese poi perplessa.
-Dopo quella notte non l'ho ancora visto.- rispose DiNozzo
con tono indecifrabile.
-Si farà vivo vedrai...è solo molto preoccupato.- commentò
la ragazza, con un piccolo sorriso incerto.
-Beh, digli che sono ancora vivo.- disse semplicemente
Tony, concentrandosi sul proprio pranzo.
La Todd lo guardò spiacente e poi uscì, lasciando i due
agenti di guardia fuori dalla porta.
Diamine, se Gibbs era tanto preoccupato poteva anche
degnarsi di farsi vedere!
Ricordava che era stato accanto a lui in ambulanza, dopo
l'esplosione. Ricordava che era stato con lui quella notte. Ricordava il gran
mal di testa e il sorriso sincero dell'uomo quando lo aveva sorpreso a dormire
sulla sedia accanto al suo letto. E poi più nulla, per due giorni. E ricordava
di aver perso il controllo in ascensore, quando Gibbs lo aveva accusato di aver
avuto una relazione con CJ Shelton. Ok, accusato non era la parola adatta, Gibbs
aveva domandato. Ma quel suo tono saccente e irritato gli aveva fatto perdere il
controllo, e ancora adesso ce l'aveva con il capo per quella domanda. Per chi
l'aveva preso?
Mangiò ancora qualche boccone poi si arrese, risdraiandosi
e facendo attenzione alla spalla ferita. Nel giro di pochi minuti si addormentò,
rimuginando nuovamente sulla lite con il capo.
-Novità Abby?- chiese Gibbs entrando in laboratorio.
-Nessuna capo.- rispose lei spiacente. -Ho ricostruito le
due bombe e sappiamo dove ha comprato i materiali. Non c'è molto che possiamo
fare da qui, dobbiamo trovarla.- aggiunse sospirando.
-A quest'ora potrebbe aver già lasciato lo stato.- commentò
Kate scoraggiata.
-No, ci tiene troppo per arrendersi così. Tornerà, forse tra mesi ma tornerà.- replicò sicuro Jethro. -Tienimi aggiornato comunque.-
ordinò alla ragazza uscendo.
Kate lo seguì immediatamente e salì con lui in ascensore.
-Sai capo, credo che Tony sarebbe felice se tu andassi a
trovarlo. Tra non molto sarà dimesso.- commentò con tono casuale la Todd.
-Se sarà dimesso lo vedrò comunque.- osservò Gibbs
guardando dritto di fronte a sé.
-Ci tiene davvero.- disse semplicemente Kate, uscendo
dall'ascensore quando le porte si aprirono e lasciandosi dietro l'uomo.
Non sarebbe dovuto essere in quel corridoio, sarebbe dovuto
essere a casa a riposarsi, a costruire la sua barca, a guardare il notiziario. E
invece era fuori dalla camera d'ospedale di Tony, ed era lì da diversi minuti
ormai. Non voleva affrontare Tony, non mentre lui era in un letto d'ospedale,
non mentre lo spavento per averlo quasi perso era ancora così vivo nella sua
mente. Temeva ciò che avrebbe potuto sfuggirgli, temeva che il ragazzo intuisse
qualcosa.
Prese un profondo respiro e si decise ad entrare, ormai era
lì, non aveva senso tornare indietro.
Aprì la porta lentamente, sperando in cuor suo che il
giovane fosse addormentato. La sua speranza svanì quando lo vide seduto nel
letto, con la spalla destra medicata e il relativo braccio tenuto sospeso da una
fascia legata al collo. Fatta esclusione per un livido sullo zigomo sinistro la
sua carnagione era tornata al colorito normale, segno che il suo corpo aveva
recuperato dopo la grave emorragia di due giorni prima; Tony aveva sempre avuto
un'ottima costituzione. Con la mano libera reggeva un libro e la sua espressione
era leggermente corrucciata mentre gli occhi scorrevano sulle parole. Quando
sentì il rumore della porta aprirsi alzò lo sguardo perplesso, l'orario delle
visite era finito da un pezzo, era sera inoltrata.
Nel vedere che si trattava del capo rimase fortemente
sorpreso, ma si riprese subito, assumendo un'aria critica.
-Non dovrebbero lasciar passare a quest'ora, è un po' tardi
per le visite, Gibbs.- commentò senza particolare intonazione.
-So essere convincente.- replicò calmo il capo,
richiudendosi la porta alle spalle.
-Speravi che dormissi?- chiese con un pizzico di amarezza
Tony.
Jethro rimase sorpreso da quel tono e inarcò un
sopraciglio, senza avvicinarsi.
-Sì, a dire la verità lo speravo.- ammise l'uomo
guardandolo in viso.
-Beh, sono sveglio. Apprezzo il gesto, se non vuoi stare
qui puoi andartene.- rispose deciso DiNozzo abbassando lo sguardo sul libro,
nonostante non fosse più di alcun interesse.
Di nuovo il capo rimase senza parole, Tony non gli aveva
mai parlato così. A cosa doveva tutto quel risentimento?
-Che ti succede?- domandò avvicinandosi lentamente di un
paio di passi.
DiNozzo rialzò lo sguardo e lo squadrò per alcuni secondi,
per poi socchiudere il libro tenendo il segno con l'indice.
-Pensavo che mi conoscessi abbastanza bene per non dover
fare certe domande.- rispose piano il giovane. -Evidentemente mi sbagliavo.-
aggiunse guardando negli occhi il capo.
Gibbs ricambiò lo sguardo scrutando gli occhi del ragazzo,
cercando di capire se si riferisse alla lite precedente all'esplosione o alla
domanda appena fatta. Decise di affrontarla nell'unico modo che riusciva a
pensare, attaccando.
-Sarebbe stato meglio se mi fossi fatto un'idea
dell'accaduto senza chiederti niente?- domandò con pacata sfida continuando a
sostenere il suo sguardo. -Se avessi presunto che tra te e quella ragazza ci
fosse stato qualcosa senza consultarti?- continuò deciso, avvicinandosi ancora.
-Pensavo fossi abbastanza maturo per capire che il nostro lavoro ci obbliga a
fare domande anche quando pensiamo o speriamo di conoscere già la risposta.-
concluse con tono duro, di rimprovero, che dentro di sé rimpianse di aver usato,
senza però darlo minimamente a vedere.
DiNozzo sostenne il suo sguardo per alcuni secondi, poi lo
abbassò sul libro ormai totalmente chiuso, appoggiato sul suo grembo.
-E' per farmi altre domande per l'indagine che sei qui?-
chiese rialzando immediatamente gli occhi e immergendoli di nuovo in quelli
decisi del capo.
Gibbs esitò nel rispondere. Perchè era lì? Non di certo per
lavoro, non c'era molto che si potesse fare, se non aspettare la mossa
successiva di quella pazza. No, non era il lavoro ad averlo spinto lì. Tony
lesse quell'incertezza nei suoi occhi prima che l'uomo potesse nasconderla e ne
rimase sorpreso.
-Ero preoccupato per te.- rispose infine Jethro,
sorprendendo anche se stesso. Era esattamente quella la ragione per cui non
sarebbe dovuto entrare in quella dannata stanza.
-Beh, ora hai visto che sto bene.- commentò atono il
giovane.
-No che non stai bene, dannazione!- esclamò Gibbs perdendo
la pazienza. -Non è da te parlare in questo modo! Perchè devi essere così
ottusamente ostile?- domandò avvicinandosi e arrivando accanto al letto. -Ce
l'hai con me per quella dannata domanda? O perchè in questi due giorni ero a
dare la caccia alla pazza che cerca di ucciderti invece che essere qui a tenerti
compagnia?-
continuò senza nemmeno cercare di trattenere il risentimento dalla sua voce.
-Credi che sia facile lavorarci? Credi che non mi importi di quello che ti è
successo? Che sia un caso come ogni altro?- concluse senza però mai alzare la
voce, né distogliere lo sguardo da quello dell'altro.
-Hai detto che hai dovuto fare quella domanda perchè stavi
solo facendo il tuo lavoro, quindi sì, credo che per te sia un caso come un
altro.- rispose con rabbia Tony, senza realmente pensare a ciò che diceva.
Gibbs si sentì ferito da quelle parole e nonostante appena
furono pronunciate vide negli occhi del ragazzo il pentimento, non riuscì a
trattenersi.
-Se è quello che pensi allora sei tu quello che non mi
conosce abbastanza bene per non dare certe risposte.- replicò pacato Jethro,
avviandosi alla porta.
-Gibbs, aspetta.- lo richiamò Tony. L'uomo si fermò ma non
si voltò. -Mi dispiace...- mormorò piano. Jethro si voltò e lo osservò. -Mi
dispiace.- ripeté un pochino più forte. -Non lo penso davvero, so che per te non
è un caso come un altro.- aggiunse realmente spiacente. -Mi hai trovato in quel
parcheggio, mi hai accompagnato qui in ambulanza, sei stato qui durante tutto il
tempo dell'intervento e tutta la notte. Non ti comporti così con le altre
vittime.- commentò consapevole DiNozzo.
Gibbs gli si avvicinò fino a giungergli accanto e gli diede
una lieve sberletta sulla nuca, come al suo solito. -Non te lo dimenticare
più.- si raccomandò guardandolo in viso.
Tony si lasciò scappare un sorrisetto a quel gesto e scosse
leggermente la testa. -Ehi, ho una commozione cerebrale io!- esclamò fintamente
preoccupato. Il suo sorriso scomparve dopo pochi secondi, mentre l'uomo prendeva
posto sulla sedia lì accanto. -Perchè non mi hai detto del caffé con la
colchicina?- domandò serio.
Gibbs alzò le spalle. -Non hai bisogno di altre
preoccupazioni.- osservò con semplicità.
-Avrei preferito saperlo subito, non da Kate due giorni
dopo.- si lamentò il ragazzo. -CJ Shelton è molto pericolosa. Non abbiamo mai
potuto provarlo, ma eravamo convinti che lei avesse aiutato il padre a costruire
le bombe.- continuò guardando in viso il suo capo. -Direi che quello che sta
succedendo è la prova che avevamo ragione.- concluse inarcando le sopraciglia.
-Nei rapporti non ne fai parola.- osservò perplesso Gibbs.
-Il rapporto è ufficiale, non c'era alcun tipo di prova che
potesse sostenere quell'ipotesi e quindi il mio capitano mi vietò di
scrivercelo.- spiegò il giovane.
-Abbiamo diramato la sua foto negli stati limitrofi,
abbiamo tutti gli agenti allertati, possiamo solo aspettare.- comunicò Jethro.
Tony si limitò ad annuire, rigirandosi il libro nella mano
libera, osservandone la copertina.
Passarono alcuni minuti senza che nessuno dei due dicesse
nulla, semplicemente la muta compagnia che i due si stavano scambiando stava
pian piano smussando gli angoli della lite appena avuta. Gibbs sentiva che
rimanere in quella stanza era pericoloso, ma allo stesso tempo sentiva che non
poteva lasciarla. Dal canto suo DiNozzo iniziava a trovare confortante la
presenza dell'uomo, per due giorni si era chiesto dove fosse finito, forse era
davvero solo il desiderio di prendere la Shelton che lo aveva tenuto lontano.
No, non era solo quello e il ragazzo lo sapeva, altrimenti avrebbe trovato il
tempo esattamente come Kate, McGee, Ducky, Abby e persino Gerald. Poi un ricordo
gli tornò in mente.
-Perché sorridevi?- chiese improvvisamente all'uomo.
Gibbs rimase perplesso dalla domanda e lo guardò con fare
interrogativo.
-Dopo che siamo andati da Ducky per l'esame preliminare sul
corpo di Grant Donovan, quando eravamo in ascensore. Hai sorriso e non mi hai
voluto dire perchè.- spiegò DiNozzo nel vedere l'espressione confusa del capo.
-Hai detto che non erano affari miei almeno finché non sistemavo la storia dei
fiori.- proseguì con un ghignetto, osservando l'uomo. -Perchè sorridevi?-
domandò nuovamente.
-Non lo ricordo.- mentì Gibbs. Lo ricordava eccome, ma
rientrava nella categoria 'pensieri riguardanti Tony che Tony non deve
conoscere'. Era stato un motivo sciocco a farlo sorridere, era stata
l'espressione semi-esasperata del suo sottoposto quando avevano lasciato
l'obitorio con la voce di Ducky ancora nelle orecchie. Capitava che dei piccoli
particolari di Tony, quasi insignificanti, lo facessero sorridere, ma ovviamente
non lo avrebbe mai ammesso.
-Peccato.- replicò semplicemente il ragazzo.
-Ora è meglio che vada, domani qualcuno deve andarci
a lavorare.- commentò Gibbs alzandosi lentamente.
Tony annuì solamente, senza dire nulla.
-La prenderemo, vedrai.- gli assicurò il capo dalla soglia.
-Lo so. Mi fido di te, capo.- rispose con un piccolo sorriso Tony,
osservando poi la porta richiudersi silenziosamente.
Sospirò pesantemente appoggiando il capo sui cuscini e
gettando il libro sul comodino lì accanto. Ora che Gibbs era uscito dalla stanza
era come se mancasse qualcosa, sentiva un vuoto che prima del suo arrivo non
sapeva di avvertire. Si diede dell'idiota per quei pensieri e spense la luce,
cercando di concentrarsi sul sonno.
Quasi un'ora dopo finalmente riuscì ad addormentarsi, tanto
che non sentì neppure l'infermiera che venne a controllare che tutto fosse a
posto. Dopo che uscì la donna passarono cinque minuti prima che un'altra figura
entrasse nella stanza. Lentamente raggiunse la sedia vuota e vi si sedette, alla
sola luce dei lampioni che filtrava dalla finestra.
Fu solo alle prime luci del giorno che Gibbs lasciò la
stanza, con il ragazzo ancora addormentato come lo aveva trovato.
Altri giorni passarono e Jethro riprese a non farsi vedere
all'ospedale. Kate continuava a osservare quello che era da qualche tempo
diventato il suo migliore amico migliorare di giorno in giorno, notando però
anche quanto le mancate visite del capo lo facessero star male, nonostante Tony
facesse di tutto per celarlo.
-Non è un tipo molto emotivo, lo sai. Non esprime i suoi
sentimenti molto facilmente.- la ragazza cercò di consolare l'amico.
-Sto bene, Kate. Non ho bisogno che lui sia qui a tenermi
la mano per guarire.- commentò seccato DiNozzo. -E in qualsiasi caso, perchè
senti sempre il bisogno di difendere Gibbs?- chiese infastidito.
-Tu che faresti al mio posto?- domandò lei con un
sorrisetto.
-Touché.- si arrese Tony con un sospiro, alzandosi dal
letto. -E comunque sto bene.- precisò fissando l'amica.
Lei alzò le mani in segno di resa e lo aiutò con il
borsone. Erano passati dieci giorni ormai dall'incidente, ciò significava otto
giorni dall'ultima visita del capo. Nel frattempo la squadra aveva affrontato un
paio di casi, mentre Tony era rimasto nel suo letto d'ospedale sotto
sorveglianza di due agenti. Finalmente quel giorno gli sarebbe stata restituita
la sua libertà. La commozione cerebrale era passata senza complicazioni, le
contusioni alleviate e la ferita alla spalla si stava rimarginando molto
velocemente.
-Hai tutto?- domandò la Todd avvicinandosi alla porta.
-Andiamo.- confermò DiNozzo. -Non ne posso più di questo
posto!- esclamò varcando la soglia con un mezzo sospiro di sollievo. Mentre si
incamminavano videro i due agenti seguirli da vicino.
Salirono in ascensore, sempre seguiti dalle loro due nuove
ombre, e poi nel parcheggio.
-Guido io!- dichiarò sorridendo il ragazzo prima ancora che
sorgesse l'argomento. Avrebbe dovuto tenere la spalla a riposo con la fascia, ma
una piccola eccezione poteva anche farla.
Kate sorrise e gli lanciò le chiavi, prendendo posto dal
lato passeggeri. Quando vide che la portiera non si apriva scese, guardando
l'amico incuriosita.
Tony era in piedi accanto all'auto, con le chiavi in mano e
lo sguardo fisso sulla portiera, il sorriso totalmente scomparso dal suo volto. Quando si
rese conto che la Todd lo stava osservando preoccupata alzò lo sguardo e lo
fissò in quello della ragazza.
-Lei era nel parcheggio.- mormorò piano. -L'ho vista al
limite del parcheggio e mi
sono allontanato dall'auto appena in tempo.- aggiunse scuotendo piano il capo. -Avrei dovuto avvertire
immediatamente Gibbs, era circondata da agenti, l'avrebbero presa di certo.-
quel rimpianto gli tornò addosso di nuovo, come era accaduto altre volte in quei
dieci giorni.
-Non è stata colpa tua Tony. Eri ferito, hai perso
conoscenza, come potevi avvisarlo?- domandò pacatamente Kate.
Lui la fissò senza rispondere, poi aprì lo sportello.
Quella pazza aveva cercato di uccidere Gibbs meno di un'ora dopo. Se fosse stata
braccata dagli agenti forse non ci avrebbe provato, sarebbe fuggita subito.
Quando anche Kate salì, il giovane accese il motore e si
mise in marcia.
-Si può sapere che hai nella testa? Che diamine fai qui?- domandò arrabbiato Gibbs quando Tony
arrivò in ufficio accompagnato da Kate. -E tu perché ce l'hai portato?- chiese
alla ragazza.
DiNozzo rimase perplesso, ferito da quell'accoglienza
rabbiosa e accennò ad un sorriso sarcastico ed amareggiato in direzione del
capo. -Volevo semplicemente passare a salutare e a farti sapere che sto bene,
dato che a quanto pare l'unico modo è che io venga qui.- precisò il
giovane con un tono calmo che stupì anche se stesso. Dopo aver detto ciò in direzione
di Gibbs si voltò e si avviò mestamente verso l'ascensore.
L'uomo non rispose, né diede a vedere che quelle parole lo
colpirono come una pallottola nel petto. La Todd gli lanciò uno sguardo
incredulo e arrabbiato e poi seguì l'amico, McGee assistette perplesso alla
scena.
Dopo alcuni secondi Jethro si decise ad andare nella stessa
direzione dei suoi due sottoposti. Li raggiunse mentre attendevano l'ascensore e
stavano discutendo della scena appena avvenuta; appena Kate lo scorse, tacque.
-Dobbiamo parlare.- dichiarò deciso, guardando la spalla
del ragazzo che era tornata ad essere sospesa al collo tramite la fascia. -Kate,
va alla tua scrivania e inizia a lavorare.- ordinò poi alla ragazza. Lei guardò
apprensiva l'amico che le annuì calmo.
La Todd si allontanò lentamente e quando le porte
dell'ascensore si aprirono, vi salirono entrambi velocemente. Tony sperò che
qualcun'altro dovesse salire in quel momento, così che il loro confronto sarebbe
stato rimandato di qualche minuto. Sentiva ancora una rabbia e una delusione
cocenti per come il capo lo aveva trattato un paio di minuti prima; neppure le
parole di Kate lo avevano aiutato a calmarsi, stavolta.
Le porte si richiusero e nel giro di pochi secondi Gibbs
premette il tasto per bloccare l'ascensore. Per alcuni istanti regnò il
silenzio, e Tony si ostinò a non volgere lo sguardo all'uomo accanto a sé.
-Perchè sei qui?- chiese piano Jethro. La domanda irritò
ancora di più Tony.
-Mi sembra di avertelo detto poco fa.- rispose stizzito.
-Avresti potuto fare un colpo di telefono.- osservò il capo
tranquillo.
-Beh, non volevo farti un colpo di telefono, ok?- sbottò
DiNozzo voltandosi finalmente verso di lui e fronteggiandolo. -Volevo rivedere
questo posto, parlare di persona, ringraziarti di persona!- continuò
furioso, fissandolo negli occhi.
Gibbs in quel momento poté ammettere a se stesso senza
problemi di essere un vero figlio di puttana. Dannazione!
Ignaro dei sentimenti presenti in quel momento nel capo,
Tony continuò. -Scusa tanto se ho chiesto a Kate di poter passare di qui prima
di andare a casa, scusa tanto se ti ho disturbato sul lavoro. Che idiota che
sono, eppure so bene che il lavoro sta sopra a tutto per te.- esclamò ferito ,
troppo amareggiato per riuscire a contenersi. Voleva scalfire quella superficie
calma e controllata, voleva suscitare nel capo un qualche tipo di manifestazione
dei suoi pensieri o di ciò che provava in quel momento. Sapeva che l'uomo
solitamente reagiva agli attacchi verbali con altrettanta veemenza con la quale
gli venivano scagliati; non gli importava di essere indisciplinato o troppo
schietto, voleva una dannata reazione e l'avrebbe avuta. Solamente, non fu
quella che si aspettava.
-Mi dispiace.- disse calmo Jethro, fissandolo negli occhi.
DiNozzo rimase senza parole, Gibbs si stava scusando? Non
lo stava attaccando? Non stava ribattendo?
-Ora dovresti essere a casa al sicuro, con due agenti di
guardia, non in giro alla mercè di quella pazza.- osservò il capo senza
abbassare lo sguardo. -Qui, o all'aperto, sei esposto.- aggiunse come
spiegazione.
Tony lo fissò per alcuni secondi senza rispondere, sorpreso
da ciò che aveva letto per un attimo negli occhi dell'uomo. Gibbs sembrava
essere rimasto colpito realmente dalle sue parole, sembrava ferito.
Dopo alcuni secondi scosse la testa e distolse lo sguardo.
-Non sei mai stato un granché con le buone maniere.-
constatò DiNozzo, senza però mostrare alcun segno di divertimento. Sapeva che la
rabbia gli sarebbe sbollita nel giro di qualche minuto.
-E' vero.- ammise con un abbozzo di sorriso. Gibbs
considerò per un attimo un'idea che gli era passata per la mente, forse avrebbe
potuto evitare il peggio anche stavolta. -Coraggio,
fallo.- esortò in direzione di Tony. -Stavolta me lo merito.- aggiunse deciso.
Il ragazzo lo guardò confuso, senza capire cosa dovesse
fare. Il capo gli indicò la propria nuca e attese.
No, non poteva essere.
La parte di Tony che aveva smaltito la rabbia ghignò
maleficamente, e la parte ancora arrabbiata ghignò egualmente, scacciando
velocemente l'ira. Con non poca soddisfazione Tony alzò la mano libera e diede
uno schiaffetto sulla nuca a Gibbs, proprio nel punto in cui di solito il capo
glieli piazzava.
Senza dire nulla Jethro riattivò l'ascensore e attese che
arrivasse a destinazione. Quando le porte iniziarono ad aprirsi guardò il
sottoposto con la coda dell'occhio e lo vide ghignare.
-Che non esca da questo ascensore, o sei un uomo morto.-
minacciò avviandosi verso il laboratorio di Abby e nascondendo il sollievo per
aver di nuovo sistemato, più o meno, le cose con DiNozzo.
-Certo capo.- rispose immediatamente Tony. Si lasciò
scappare un sorriso e scosse leggermente la testa; perchè diavolo Gibbs
riusciva sempre a farsi perdonare tutto e nei modi più assurdi? Forse non era
Gibbs, forse era lui che inconsciamente non voleva rischiare di allontanare
definitivamente da sé l'uomo.
Lasciando perdere la psico-analisi si avviò per lo stesso
corridoio, deciso a salutare Abby prima di farsi accompagnare a casa dai suoi
due agenti di guardia.
--
Innanzitutto scusate se nel capitolo scorso non ho
risposto alle recensioni, ma ho postato molto di fretta. Dato che apprezzo
davvero tanto che qualcuno si prenda la briga di commentare la mia storia, mi
sembra giusto rispondergli, ance solo due righe...quindi lo faccio qui! ^_-
Hcn [Capitolo 2]: Allora è deciso, tieni Tony e
io tengo Jethro...che bello, non ho concorrenza! XD Non riesci a pubblicarla per
problemi con l'HTML o per altro? Sono curiosa di leggerla!**
Nike87 [Prologo]: Addirittura ad adorarla?
Accidenti! ^^'' (concordo, sono troppo corte...ci vorrebbero in durata film!**)
Bene bene, quindi non devo litigarmelo neppure con te Gibbs! Che pacchia!! XD
(Su House e Wilson concordo...però rilancio aggiungendoci pure Chase**) Grazie
per i complimenti! Spero continui a piacerti! ^_-
Yui91 [Capitolo 2]: In effetti in italiano non
credo ce ne siano molte...in inglese ce ne sono un sacco molto belle, però
giustamente bisogna anche avere la passione per la lingua!^^ Sono contenta che
ti piaccia, spero vada avanti così!^^
Nike87 [Capitolo 3]: Certo che è un bene che
continui a battere! Oo' L'importante è quello, la velocità poi si aggiusta da
sé! XDDD Tony minacciato nel tf...ohdei, non ho ancora visto tutte tutte
le puntate, però qualcosa di similare c'è...non voglio dare spoiler, però
aspetta e vedrai che succede (nel tf intendo**)! Grazie mille!^^
Fae [Prologo]: Bene bene cara! Eccomi qui che
rispondo con tutta calma alle tue recensioni!^^ Allora...innanzitutto sono
felicissima di averti fatto leggere/apprezzare una Harm/Gibbs!** E' qualcosa che
ricorderò per sempre con orgoglio! XD (Ti ho mai detto che mentre la scrivevo
avevo 38.2 di febbre? XD Mi sa di no!)
I titoli...beh, dai non facciamo finta che io sia
modesta, cosa che non sono. Adoro dare i titoli. XD E' forse la parte che
preferisco di una storia...finirla e poi dover trovare qualcosa che ne riassuma
il contenuto in una o due parole...** Sono contenta che il mio sforzo sia ben
riuscito!^____^
I personaggi...beh, spero di essere stata IC, è sempre
la cosa che mi spaventa di più! ** Soprattutto per le slash, dato che si cambia
un tratto fondamentale dei personaggi come l'orientamento sessuale, però come mi
piace pensare 'fiction' vuol pur sempre dire 'funzione'...se dovessi rispettare
il canon al 100% vorrebbe dire che lavorerei per Bellisario XDDD (E ci farei la
firma**)
Sì, Gibbs si incazzerebbe di certo per una cosa simile!
XD Si è incazzato nel tf quando una delle 'spasimanti' di Tony continuava a
telefonargli e lo ha minacciato di licenziarlo se lei non smetteva. XD
CJ di Baywatch/Tony DiNozzo...che dici, faccio un
crossover? XD Sarebbe alquanto esilarante! XD
Hcn [Capitolo3]: Lo so, lo so, sono molto sadica con lui, ma che
ci posso fare? Mi diverto!! XD E tranquilla che ancora non è finita! XD
Fae [Capitolo 1]: Ok, come hai detto tu, entriamo
nel vivo.
Il caso Donovan. Inizialmente avevo pensato di
introdurlo e poi lasciarlo in sospeso a favore del 'caso DiNozzo'. Poi ho
pensato che 'sto poveretto l'ho sciolto nell'acido, merita un po' di giustizia!
In quanto alle sul telefilm, spero siano buone. Più che altro dopo oltre due
anni a guardare crime shows spero di aver imparato qualcosa! XD Per le
conoscenze scientifico-criminologhe...ho fatto ricerca! XD Cioè, l'acido lo
conosco ahimé dalle ore di laboratorio, ma ho approfondito con la fidata
enciclopedia scientifica...** Ma la cosa più probabile è che abbia imbastito le
frasi abbastanza bene da far sembrare che sapessi di cosa stavo parlando! XD
L'idea dell'acido...sai che non so come mi sia uscita?
XD Mi serviva qualcosa di particolare...e mi sono trovata a sfogliare il libro
di chimica! XD
Non vorrei fare spoiler, per cui non dico molto, però
c'è un motivo per cui Gibbs è sempre dolce con i bambini... *__* E' una delle
sue caratteristiche che più mi hanno colpito fin da subito. Sembra sempre
distaccato quando parla con sospetti/testimoni, ma coi bambini è totalmente
diverso. ^^
Perchè sorride? Ora lo sai! ^^ E' un piccolo
particolare, però è abbastanza significativo. ^^
Sì, decisamente era in brodo di giuggiole! XD Penso se
lo sia annotato nel diario personale, lo abbia segnato sul calendario e abbia
fatto un appunto sul telefono! XD E di nuovo, sì, è sport prendere in giro Tony,
tranne che per McGee, essendo lui l'ultimo arrivato! XD (Il pivellissimo! XD)
Primo capitolo e Tony rischia...ma non è ancora nulla!
XD
Fae [Capitolo 2]: Il nostro Tony sta un po'
tirando fuori il carattere. Tiene al suo lavoro, tiene alla stima di Gibbs, e sa
che nonostante tutto se accettasse di andare a casa infondo deluderebbe il capo.
Il fatto che lo butti sul ridere è tipico di Tony, è un
tipo che tende a sdrammatizzare per evitare di pensare troppo alle situazioni
più spinose, ma non per questo non è sensibile. Le affronta a modo suo,
alleggerendole per poterle sopportare meglio. Non fugge, semplicemente cerca
delle soluzioni meno pericolose.
Kate in effetti la sto penalizzando un po', nonostante
la adori come pg...però c'è da tenere da conto che Tony lavora all'NCIS da due
anni, lei è in squadra da pochi mesi. Per quanta esperienza possa avere come
agente segreto, come agente NCIS è ancora un po' acerba.^^
Io amo il Messico! XD Dovevo inserircelo in qualche
modo, dovevo! ** Velaquez è stata un po' una sfida. Non avendo mai studiato
spagnolo sono dovuta andare a tentoni con il vocabolario...c'è di buono che era
una lingua mista per cui nel dubbio usavo l'italiano! XD Comunque grazie ancora
per le correzioni! ^___-
Sospetti di Lucille? E Susan non ti convince? Pensi che
Lynette nasc...ah, no, Lynette non c'è qui! XD Scusa, faccio la persona seria
ora!^^ Diciamo che Lucille e Susan sono in effetti le due sospettate, visto che
il nostro messicano è stato escluso...quindi...mah! XD Non dico nulla!
Conosco questo mio brutto vizio purtroppo! ç_ç Solo che
è più forte di me. Quando imbastisco un dialogo mi viene automatico specificare
chi dice cosa, con o senza la specificazione del tono o altro. Scrivendo in
inglese mi viene molto più semplice eliminarli, ma in italiano è qualcosa su cui
devo lavorare parecchio!** Grazie del consiglio comunque! Almeno so che non è
solo una fisima mia! XD
Tony e le disgrazie? Ma mica son disgrazie! XD E' tutto progettato da me!
Mhwahahahahaha!
Fae [Capitolo 3]: Ebbene sì, il caso Donovan è
chiuso. ^^ E' nato come background per la parte iniziale per non introdurre
troppo brutalmente e dal nulla la storia di Tony. Però come ho detto prima,
dovevo al povero Grant Donovan un po' di giustizia. E poi si è rivelato utile
per le analogie con la situazione Gibbs-Tony. E poi sono un accanita
sostenitrice del movimento " 'Don't ask, don't tell' ?...oh, hell,
stop bugging me!', in pratica sono contraria! XD
Tony e una quindicenne direi proprio di no. Gibbs in
effetti ha passato un pochino il segno, ma ha dovuto fare quella domanda, anche
se avrebbe potuto metterla giù un po' più delicatamente. Ma si sa, è Gibbs! ^^ (sìsì,
la quindicenne per Vukovic va benissimo! Tanto lui è sedicenne! XD Magari lo fa
pure fuori! **) Qualcuno che riduca al silenzio Gibbs...ci vorrebbe Harm, almeno
si prende la rivincita! (ok, adesso sono io che divago! XD)
Eh, Tony si è fatto scappare una frase di troppo. Ok che è quasi stato ucciso, è
sotto stress per il lavoro, è teso perchè da un momento all'altro potrebbe
scoppiargli un petardo nella scarpa (Oo'?), però è un pollo! ** Potrebbe essere
una delle ragazze, magari una con cui si era deciso a mettere su famiglia o a
costruire una relazione seria e stabile...oppure no!** Chissà! **
Eheh, niente tregua per il nostro Tony. E poi mi
sembrava appropriato far litigare lui e Gibbs e poi fare questa scena, tanto per
vedere Gibbs alle prese coi sensi di colpa per come lo aveva trattato mentre
aspettava di sapere se ce l'avrebbe fatta.** Sì, sono sadica anche con Gibbs.**
Ero tentata di non farglielo trovare, di fargli credere
che fosse morto e poi fargli ricevere la notizia...però l'immagine di lui che lo
ripara dalla pioggia e di Tony mezzo morto a terra è stata troppo forte per
poterle resistere...**
Eh, finalmente con la fine della (virtuale) prima parte
della ff, si entra nel vivo della faccenda Tony/bombe-e-vari-attentati e
Gibbs/Tony.
Abby...Abby la adoro! XD Dovevo darle un ruolo positivo
in questa ff, e poi il suo rapporto quasi padre-figlia con Gibbs tornerà utile
anche più avanti. Ci vuole qualcuno che metta pulci nelle orecchie! XD
I sentimenti di Tony...non ci sarà qualcosa di così chiaro, ma quasi...leggere
per capire! XD
EyeOfRa [Capitolo 3]: Sono contenta che la storia
ti piaccia!^^ Spero continui così, anche se per Tony non prevedo dei giorni
tranquilli!**
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Capitolo 6 *** Chapter 5 - Abby's help and little truths ***
Title
Title:
“Stalked”
Author:
JM
Rating:
PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!
Genre:
azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi
capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)
Pairing:
Gibbs/Tony
Warnings:
violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.
Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo
alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità
della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove
minacce.
--
--
CHAPTER 5 - Abby's help and little truths
--
-Ehi Tony!- lo salutò allegra la Sciuto, alzando gli occhi
dal microscopio. Gibbs era lì accanto in attesa di un reperto e osservava una
delle opere d'arte della ragazza.
-Ciao Abby.- ricambiò il saluto DiNozzo, avvicinandosi e
osservando a cosa stava lavorando. Il sorriso che aveva in volto si attenuò di
parecchio quando vide gli evidenti resti della bomba nella sua macchina. La
giovane se ne accorse e cercò di trovare un argomento che lo tenesse allegro.
-Finalmente ti sei rimesso!- esclamò contenta. -Almeno
Gibbs ha sacrificato due notti di sonno per qualcosa.- aggiunse con un ghignetto
in direzione del capo, che si voltò e le rivolse uno sguardo di rimprovero.
-Due?- chiese confuso Tony.
La ragazza di sorrise e si voltò
verso Jethro. Il capo la precedette e prese il foglio che attendeva dalla stampante, dirigendosi velocemente alla porta.
-Va' a casa a riposarti.- ordinò a Tony ormai dal
corridoio.
DiNozzo guardò l'amica assottigliando gli occhi.
-Di cosa parlavi?- chiese perplesso e curioso.
-Quando è venuto a trovarti, una settimana fa circa, è
rimasto lì da te tutta la notte.- spiegò la ragazza con un piccolo ghignetto.
-E' impossibile, ricordo di averlo visto uscire dalla mia
stanza e mi sono addormentato quasi un'ora dopo.- obiettò deciso DiNozzo.
-E' esattamente quello che mi ha detto Aaron.- replicò
sicura lei. -E' uscito, e sceso al bar dell'ospedale e dopo che l'infermiera gli
aveva confermato che stavi dormendo è tornato. E' uscito quando albeggiava.-
aggiunse contenta della reazione di sorpresa che aveva suscitato in Tony.
Il ragazzo la fissò ripensando alle sue parole, incredulo. -Chi
è Aaron?- chiese poi confuso.
-Uno dei due agenti che hai di guardia. Ma non sai neppure
i solo nomi?- domandò lei ridendo.
-So i loro cognomi, quindi qual'è dei due, Kerrington o
Green?- ribatté curioso DiNozzo.
-Quello carino.- rispose con un sorrisetto Abby. -Green.-
rispose infine.
-E com'è che ti ha detto tutte queste cose?- indagò Tony
scrutandola.
-E' il terzo grado?- domandò lei sbuffando divertita. -Ci
sono uscita un paio di volte in passato e siamo rimasti amici.- spiegò paziente,
avvicinandosi ad uno dei suoi strumenti che si era messo a suonare in quel
momento. -E comunque non è importante come l'ho saputo.- precisò decisa
estraendo una provetta con del liquido blu al suo interno da quella che
somigliava ad una centrifuga.
Il ragazzo non rispose, si limitò a sorriderle
affettuosamente.
-Non pensi che Gibbs volesse che non lo sapessi?- chiese
dopo un po', osservando mentre l'amica sistemava parte del liquido su un
vetrino, preparandolo per il microscopio.
-Mi ha perdonato tante altre cose, mi perdonerà anche
questa.- ghignò Abby facendo l'occhiolino al giovane. Mise il vetrino sul piano
di appoggio dello strumento e si avvicinò all'oculare. -E poi è tempo che voi
due vi facciate una bella chiacchierata.- aggiunse determinata.
-Riguardo a cosa?- domandò confuso DiNozzo.
Lei alzò per un attimo il viso e il sorrisetto che
sfoggiava in quel momento non era per niente rassicurante.
-Spiacente Tony, devo lavorare.- lo congedò la Sciuto
evitando di proposito di rispondere a quella domanda. -Però mi ha fatto piacere
rivederti qui, torna presto!- aggiunse rimettendosi a lavorare con il sorrisetto
sempre stampato sul volto.
L'agente sospirò e scuotendo piano il capo si avviò verso
l'uscita, salutando l'amica. Avrebbe preferito che Abby chiarisse quella sua
ultima affermazione su lui e Gibbs, ma sapeva che quando la ragazza non voleva
fare qualcosa non c'era verso di convincerla. Evidentemente essere così criptica
la divertiva.
-A presto ragazzi!- salutò Tony passando davanti alle loro
scrivanie e fermandosi davanti a quella di McGee. -Mi raccomando pivello, non
fare danni mentre non ci sono.- si raccomandò con fare superiore.
-Sì, certo certo.- lo assecondò divertito Tim.
DiNozzo si voltò verso la scrivania di Gibbs e vide che lo
stava osservando pensieroso. Lentamente si avvicinò.
-A presto, capo. Se hai bisogno di qualcosa sai dove
trovarmi.- salutò con un sorriso.
Jethro semplicemente annuì, continuando ad osservarlo attentamente.
-Ti accompagno all'ascensore.- propose Kate quando lui si
diresse verso il corridoio.
Con ultima occhiata all'ufficio Tony si avviò con la
ragazza, camminando lentamente.
-Vedo che hai sistemato le cose con Gibbs.- osservò lei
sollevata.
Invece di rispondere DiNozzo gli rivolse un sorriso
sincero.
-Sapevi che Abby usciva con uno dei miei due agenti di
guardia?- domandò poi curioso mentre salivano in ascensore.
-Sì, Aaron, quello carino.- rispose con naturalezza Kate.
Tony la osservò perplesso mentre le porte si chiudevano di fronte a loro.
La casa era esattamente come l'aveva lasciata, solo con
molta più polvere. Non avrebbe dovuto licenziare la donna di servizio, almeno in
quei dieci giorni avrebbe tenuto la casa pulita. Sbuffando leggermente si chiuse
la porta alle spalle, con due giri di chiave. I due agenti si sarebbero
stabiliti nell'appartamento di fronte al suo, che si era recentemente liberato,
e sarebbero accorsi senza difficoltà in caso di emergenza.
Camminando lentamente Tony accese le luci del salotto, e
subito dopo quelle della cucina. Era bello essere finalmente a casa!
Sbadigliò pigramente aprendo il frigorifero e constatando
che avrebbe dovuto andare ben presto a fare rifornimento. Prese una bottiglia di
cola, l'alcool gli era stato vietato dal suo medico per almeno un'altra
settimana; aprì una delle antine sopra il lavello e prese un pacchetto di pop
corn. Sempre senza fretta raggiunse il salotto e si sedette comodamente sul
divano. Appoggiò la bottiglietta fresca sul tavolino accanto al bracciolo e le
patatine accanto a sé, e prese il telecomando.
Quando accese la tv notò con piacere che il recorder, come
da programma, aveva registrato gli incontri di baseball di quei dieci giorni.
Con un sospiro di stanchezza fece partire la registrazione, recuperando pop corn
e cola e alzando il volume.
In fondo un po' di relax non poteva che fargli bene, no?
Gibbs entrò nel laboratorio di Abby con in mano un caffé
bollente. Era sera ormai, lui e la squadra avevano chiuso un caso, ma la ragazza
avrebbe dovuto lavorare ancora per diverse ore per portarsi in pari con il
lavoro che si era accumulato. Sebbene potesse farlo, come sempre non aveva
nemmeno pensato di dire di no a Jethro quando lui le aveva praticamente imposto
la priorità sul proprio caso, ma ciò le aveva causato di dover essere ancora al
lavoro a quell'ora.
La vide intenta a leggere qualcosa sullo schermo del pc,
mentre la musica le teneva compagnia ad un volume stranamente tollerabile.
-Un piccolo omaggio.- disse con un sorriso, porgendo il
caffé alla giovane.
Lei alzò lo sguardo e ricambiò il sorriso, prendendo il
bicchiere che le veniva offerto. -Grazie mille Gibbs, ne ho proprio bisogno.-
commentò bevendone subito un sorso.
-Ti manca molto?- chiese Jethro guardandosi intorno e
vedendo alcuni reperti disposti accanto al microscopio.
-Non più di un paio d'ore, sopravviverò!- rispose lei
allegra, alzandosi. -Allora, hai parlato con Tony?- domandò curiosa,
avvicinandosi al microscopio.
-Avrei dovuto?- ribatté Gibbs calmo.
-Coraggio, non è ora che la smettiate di giocare?- chiese
divertita la Sciuto. L'uomo la guardò sorpreso e non rispose, cercando di capire
a cosa alludesse la sua giovane amica. -Eddai, Gibbs, non sono stupida!-
continuò appoggiandosi al piano di lavoro e guardando in viso il capo. -Mi viene
in mente un solo motivo per cui tu possa essere sgattaiolato nella stanza di
Tony in ospedale.- concluse sicura, incrociando le braccia. Era decisa a
pressare Gibbs finché le era possibile.
-Non sono 'sgattaiolato'!- obiettò lui deciso. -E non vedo
perchè tu abbia sentito l'urgenza di dirlo a DiNozzo.- aggiunse infastidito.
-Se sei andato lì solamente per fargli da guardia allora
perchè ti secca tanto?- domandò Abby con il sorriso stampato sul volto.
-Perchè non vedo l'utilità di farglielo sapere, tutto qui.-
rispose Jethro deciso.
-Guarda che non ci sarebbe niente di male se tu ammettessi
di tenere a Tony.- osservò lei determinata, guardandolo in viso.
-Abby...- esordì Gibbs, ma decise di non dire nulla.
Avrebbe finito per negare e mentire, o per ammettere che c'era andata fin troppo
vicino. Semplicemente ricambiò testardamente lo sguardo della ragazza.
-Cosa? Stavi per dire che non tieni a lui?- domandò lei
perfettamente seria, senza sorridere.
-Sai che non è quello che stavo per dire.- obiettò
immediatamente Jethro.
-E allora cosa, Gibbs?- insisté la Sciuto, decisa a far
andare quella conversazione esattamente dove la voleva. Il capo poteva essere
anche il migliore di tutta l'agenzia ad interrogare i sospetti, ma quando si
trattava della sua di vita privata, lei era l'unica in grado di farlo parlare.
-Sii sincero con te stesso. E per una volta sii sincero anche con Tony, se lo
merita.- aggiunse addolcendo il tono e lo sguardo.
L'uomo non rispose, non tentò neppure di protestare,
semplicemente si lasciò scrutare dagli occhi svegli e attenti di quella ragazza
che lui considerava una figlia. Forse per una volta avrebbe dovuto ascoltarla.
Forse.
-Ora devo andare, ti lascio al tuo lavoro.- disse calmo,
voltandosi verso la porta.
Lei lo osservò allontanarsi e si lasciò sfuggire un piccolo
sorriso.
-Non è terribile come sembra, sai?- commentò Abby quando il
capo fu sulla soglia.
Gibbs si voltò e la guardò perplesso.
-Cosa non è terribile?- domandò genuinamente curioso.
-Lasciarsi andare.- rispose la Sciuto con un sorriso
affettuoso. -A domani, Gibbs.- salutò poi voltandosi verso il bancone a cui era
rimasta fino ad allora appoggiata.
Non sapeva quando di preciso si era addormentato, ricordava
vagamente di aver finito la cola, e che gli Yankees stavano perdendo con i Red
Sox per cinque a tre. Quando riaprì gli occhi il match era finito e il recorder
era passato a quello successivo, Cubs-Dodgers. Erano già al sesto inning. Pigramente si rimise a sedere in
una posizione decente e mosse lentamente la spalla indolenzita.
-Non dovresti dormire sul divano...- commentò calma una
voce alle sue spalle. Tony la riconobbe e si voltò lentamente.
-Che ci fai qui?- domandò sinceramente sorpreso.
-Ho pensato di passare a controllare che tutto fosse ok.-
rispose semplicemente Gibbs, facendo un paio di passi verso il salotto. -I Sox
hanno vinto per sei a tre, comunque.- aggiunse indicando la tv.
DiNozzo sorrise e si alzò piano, facendo cenno al capo di
accomodarsi. -Vuoi una birra?- domandò andando verso la cucina.
Jethro accettò l'invito e si sedette sulla poltrona accanto
al divano, annuendo in direzione del giovane. -Immagino che tu abbia licenziato
la donna delle pulizie.- commentò guardandosi intorno e inarcando un
sopraciglio.
Tony riapparve sulla soglia della cucina con la birra
fresca per Gibbs e un'altra cola per sé.
-Stavo giusto pensando di riassumerla...- rispose DiNozzo
con un sorrisetto, sedendosi sul divano e porgendo al capo la bottiglia. -Hai
parlato con Green e Kerrington?- domandò curioso, bevendo un sorso.
Gibbs annuì bevendo a sua volta un sorso. -Sarebbe più
sicuro se stessero in questo appartamento invece che in quello accanto.-
commentò osservando distrattamente il salotto.
-Preferirei non avere estranei per casa. E poi sono a un
metro e mezzo dalla mia porta, se dovesse succedere qualcosa sarebbero qui in
dieci secondi.- rispose Tony con un'alzata di spalle. La ferita gli diede una
fitta e lui socchiuse per un attimo gli occhi.
-Non saresti dovuto uscire così presto dall'ospedale, la
ferita non è ancora del tutto rimarginata.- osservò serio Jethro.
DiNozzo non rispose immediatamente, ma abbozzò un piccolo
sorriso. -Non ti preoccupare per me, capo. Sono al sicuro.- rispose guardandolo
in viso.
Gibbs annuì lentamente e bevve un altro sorso dalla propria
bottiglia. Per alcuni minuti nessuno dei due disse nulla, l'unico rumore nella
stanza era il volume della tv, abbassato al minimo.
L'uomo dentro di sé ripensò al discorso fatto con Abby, lui
teneva a Tony, e forse ammetterlo non era così pericoloso come pensava. C'era
qualcosa però che lo turbava, fin dal giorno dell'esplosione nel parcheggio.
-Parlami di lei.- disse piano, voltandosi verso il ragazzo.
DiNozzo lo guardò confuso. -Di CJ Shelton?- domandò
perplesso.
-No.- negò Gibbs pacatamente. -Hai detto che suo padre ha
ucciso la persona che amavi. Parlami di lei.- aggiunse calmo, osservando la
reazione del ragazzo.
Tony lo fissò per alcuni istanti incerto, mordendosi
inconsapevolmente il labbro inferiore. -No.- rispose infine. -Non capiresti.-
aggiunse distogliendo lo sguardo e fingendo di focalizzare la sua attenzione
sulla tv.
-Non dicevi di fidarti di me?- chiese Jethro continuando ad
osservarlo. Avrebbe giurato di aver letto una sorta di paura negli occhi del
giovane.
-Non è questione di fiducia.- obiettò Tony piano, tornando
a guardare il suo capo.
-A me sembra che lo sia.- rispose deciso Gibbs. -Non ho
intenzione di giudicarti, se è questo che ti preoccupa.- aggiunse piano, e fu
lui questa volta a spostare lo sguardo sulla tv.
DiNozzo esitò, osservando sorpreso l'uomo per alcuni
secondi. -Non era una lei.- disse infine. L'uomo temette di aver capito male, ma
si ravvide immediatamente, aveva sentito benissimo.
Il ragazzo vide il capo voltarsi di nuovo verso di lui.
-Bene. Parlami di lui, allora.- rispose con calma.
-La cosa non ti crea problemi?- domandò sorpreso. -Sì,
insomma, eri un Marine, le regole dicono...- continuò un po' confuso.
-C'è sempre qualche regola che non approviamo ma che
rispettiamo.- commentò con un'alzata di spalle Jethro. Non voleva esporsi
troppo, non sapeva nemmeno perchè aveva detto quella frase. Era come se la sua
voce stesse agendo per conto proprio.
Tony si lasciò scappare un piccolo sorriso sollevato, ma
subito scomparve quando gli tornò in mente la domanda del capo.
-Era un agente nel mio stesso distretto, un ottimo agente.-
iniziò piano. Non sapeva perché ne stesse parlando a Gibbs, in effetti l'intera
situazione gli appariva alquanto singolare, ma non se ne curò. -Non è stata una
vittima casuale. Shelton sapeva, non so come, che stavamo insieme e ha
indirizzato di proposito a lui il pacco.- continuò abbassando lo sguardo e
fissandolo sulle proprie mani. -Ne ha gongolato quando l'ho arrestato, e sono
arrivato molto vicino ad ucciderlo a sangue freddo. Gli avevo puntato la pistola
alla tempia e lui non faceva che ripetere quanto si era divertito.- chiuse gli
occhi e cercò di scacciare i ricordi che stavano riaffiorando. Non affrontava
quei fantasmi da parecchio, era quasi riuscito a rimuoverli. -Dio solo sa quanto avrei
voluto sparagli e fargliela pagare, ma ho capito che di certo non avrebbe
portato indietro Paul. Avrebbe semplificato la situazione di Shelton, non la
mia.- proseguì riaprendo gli occhi e cercando di ricomporsi. -Ora la figlia ha
cercato di fare di nuovo ciò che ha fatto il padre, portarmi via la persona a
cui tengo.- mormorò senza rendersi del tutto conto delle proprie parole. Quando
si accorse di ciò che aveva detto si mosse imbarazzato sul divano, cercando una
posizione più comoda.
Gibbs rimase sorpreso da quell'ultima frase, ma cercò di
non darlo a vedere. Si concentrò sul resto della storia e guardò il ragazzo.
Prima che potesse dire nulla il telefono di Tony squillò e lui si alzò per
rispondere.
-Ciao Kate.- salutò con naturalezza. -Sì, qui è tutto ok,
tranquilla.- la rassicurò con un piccolo sorriso. -No, è che...esatto, proprio
così!- ammise con una piccola risatina. -Allora a domani mattina, ti aspetto.-
la salutò e riagganciò.
DiNozzo colse l'occasione per cambiare argomento.
-Prima che tu ti metta a urlarmi contro di nuovo, non ho
intenzione di venire in ufficio, vado semplicemente a fare colazione con lei al
bar all'angolo qui sotto.- spiegò alzando le mani e tornando a sedersi.
-Non avevo intenzione di urlarti contro.- sorrise Gibbs,
alzandosi. -Ma è comunque meglio che vada, domani sarà una giornata pesante.-
commentò camminando lentamente verso la cucina. Mise la bottiglia vuota nel
lavello e tornò in salotto.
-D'accordo.- rispose Tony osservandolo con un sorriso
abbozzato.
-E se proprio ne senti il bisogno, fa un salto a trovarci.-
disse Jethro aprendo la porta.
DiNozzo sorrise e scosse leggermente la testa. -Capo...-
chiamò prima che l'uomo uscisse. -Grazie, davvero.- disse quando si fu voltato.
Gibbs annuì e ricambiò il sorriso, richiudendosi la porta
alle spalle.
Per alcuni istanti Tony fissò il legno scuro, poi si
riscosse e si voltò, diretto di nuovo al divano.
La visita del suo capo era l'ultima cosa che si aspettava
succedesse quella sera. Forse il fatto che Abby gli aveva detto di quella notte
lo aveva fatto sentire in dovere di passare a trovarlo? Ma a che pro? Non
avevano neppure parlato di quella notte, e Gibbs non sembrava essere lì
controvoglia. Il comportamento dell'uomo lo aveva sorpreso, era stato gentile,
si era preoccupato per lui. Di più, si era apertamente interessato a lui
per la prima volta senza scuse, semplicemente mostrandosi preoccupato.
Non che quel comportamento gli fosse dispiaciuto, anzi, avrebbe volentieri visto
più spesso quel lato dell'uomo.
Sorrise apertamente quando gli venne in mente che
probabilmente Abby aveva a che fare qualcosa con tutto ciò. Non sapeva come, ma
non c'era possibilità che ne fosse fuori.
Sbadigliando spense la tv e si diresse verso la camera da
letto. Forse quello che gli era successo non era totalmente negativo, forse lo
avrebbe avvicinato di più a Gibbs.
Accese la luce nella propria camera ed entrò, guardandosi
distrattamente intorno, cercando con lo sguardo il proprio pigiama.
-Ciao Tony.- salutò una voce dietro di sé con tono
minaccioso, e questa volta non era di certo quella del suo capo.
--
Yui91: Beh, dai, sono contenta di contribuire
all'arricchimento del fandom italiano! XD
Quello schiaffetto è stato anche per me la realizzazione
di un sogno! XD Pagherei per vedere la scena in tv! XDDDD
Per me è il contrario...cioè, adoro l'inglese e mia
piace leggerle in quella lingua piuttosto che in italiano** Sarà che mi sono
talmente abituata ad avere solamente fandom americani per i tf che mi piacciono
che ormai frequento poco o nulla quelli italiani! XD
Nike87: Gibbs è Gibbs...è fatto così! XD O lo si
odia o lo si ama per quello che è! XDDD Io scelgo la seconda anche se è
snervante e masochista! XD
Gli sbalzi...beh, sono dovuti più che altro al fatto che
Tony è decisamente agitato e che Gibbs non è sempre il massimo della
sensibilità...**
Eheh, niente di fisico in ascensore...è ancora
prestino...ma ti assicuro che non sarà l'ultima scena in ascensore quella...è il
mio posto preferito in cui ambientare le discussioni XDD E non solo XD
So cosa intendi...io avevo il registratore
(fortunatamente ora cambiato) che non funzionava e la domenica sera non riuscivo
mai a vederlo ** Se l'ho visto devo ringraziare SKY **
erendil: eheh, immagino che la prima reazione sia
quella^^ però sono contenta che li abbia giudicati verosimili...slashare i pg
che solitamente sono visibilmente etero mi mette sempre un po' di preoccupazione
per il realismo...^^ E sono contenta di riuscire anche a rendere la tensione...è
una delle cose che preferisco nel telefilm ^^
Hcn: Ehi, però invitami al matrimonio!! XDDD Ok
ok, non invitarmi! XD In effetti nella mia testa è qualcosa che Gibbs farebbe
per Tony, indipendentemente dallo slash. Gli è molto legato anche se non lo darà
mai a vedere troppo apertamente (telefilm parlando)...nella ff, ci voleva una
cosa del genere...ma come si suol dire, 'nessuna buona azione resta impunita'!
XDDD E Abby ha fatto il suo dovere in proposito! XD
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Capitolo 7 *** Chapter 6 - Bullets and scaring tactics ***
Title
Title:
“Stalked”
Author:
JM
Rating:
PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!
Genre:
azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi
capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)
Pairing:
Gibbs/Tony
Warnings:
violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.
Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo
alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità
della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove
minacce.
--
--
CHAPTER 6 - Bullets and scaring tactics
--
Il ragazzo si voltò velocemente e portò la mano alla
fondina, accorgendosi con orrore che era vuota. Quando gli aveva tolto la
pistola?
-Stai cercando questa?- domandò CJ facendo un paio di passi
verso di lui e puntandogli l'arma addosso. -Dormivi così bene prima, non volevo
svegliarti.- spiegò continuando ad avanzare. -Poi è arrivato il tuo caro Gibbs.
Tipo furbo, devo ammetterlo, ma non può prevedere tutto.- continuò facendo cenno
a Tony di uscire dalla stanza.
-Come sei entrata?- domandò DiNozzo mantenendo la calma e
facendo come gli veniva detto.
-Sono qui da un paio d'ore prima che arrivaste.- spiegò con
tranquillità. -Forse avresti dovuto far perquisire la casa un po' più
accuratamente a quei due idioti nell'appartamento accanto.- aggiunse con un
finto sorriso allo stupore del giovane. Appena giunti nel soggiorno prese una sedia con la mano libera e
fece cenno a Tony si sedersi. Con ben poca delicatezza gli prese le braccia e le
portò dietro la schiena, ammanettandolo e provocandogli così una forte fitta di
dolore al braccio.
-Smettila di lamentarti, tra poco non sentirai male, te
l'assicuro. Non sentirai niente.- commentò la ragazza prendendo la corda
che aveva con sé e iniziando a passarla attorno al ragazzo, per poi
immobilizzargli le caviglie ciascuna contro le gambe anteriori della sedia.
-Questo non riporterà indietro tuo padre.- osservò Tony
socchiudendo gli occhi.
-Puoi anche risparmiarti il patetico tentativo, ho sentito
la commovente storiella che hai raccontato al tuo capo.- tagliò corto CJ,
rialzandosi e tenendo la pistola puntata contro il ragazzo. -Ci avrei fatto
volentieri una chiacchierata, ma sai come vanno queste cose, ha avuto talmente
tanta fretta in questi giorni che non ha nemmeno portato la macchina dal
meccanico.- commentò lei con noncuranza.
DiNozzo lo guardò allarmato.
-Oops!- esclamò lei con un ghigno. -Mi ero scordata di
dirtelo? Il tuo capo sta per avere una brutta sorpresa.- aggiunse girandogli
intorno per andare ad appoggiarsi al divano alle spalle del ragazzo e
guardandolo.
-Perché non puoi lasciarlo fuori da questa storia?- domandò
furioso Tony. -E' con me che ce l'hai, non con lui! Prenditela con me!- le gridò
contro, sperando che anche gli agenti sentissero la sua voce.
-Credimi, lo farò.- rispose lei altrettanto alterata,
puntandogli la pistola sulla nuca. -Lo farò presto.- aggiunse a pochi centimetri
dal suo orecchio. -Ma prima ho una faccenda da chiudere.- precisò facendogli
dondolare un piccolo telecomando davanti al viso. -Sai bene a cosa serve, vero?-
chiese maligna andando alla finestra e guardando giù velocemente. Quando tornò
lentamente verso di lui, Tony la vide ghignare. -Se fossi in te direi addio al
tuo capo.- lo schernì prima di premere con decisione il pulsante.
Le porte del piccolo ascensore si aprirono e Gibbs uscì nel
piccolo ingresso del palazzo. La porta era stata lasciata aperta e una brezza
serale stava velocemente raffreddando l'ambiente. Uscendo la chiuse dietro di
sé, e guardò in alto. Vide le luci nell'appartamento di Tony spegnersi e capì
che doveva essere andato a riposarsi. Per alcuni istanti stette immobile,
ripensando alla conversazione appena avuta con il ragazzo, non era andata così
male. Certo, se ora avesse avuto la minima di idea di come comportarsi con Tony
sarebbe stato grandioso, ma...
Le luci si riaccesero nell'appartamento, e la cosa attirò
l'attenzione di Gibbs, distogliendolo dai suoi pensieri.
Scosse la testa e si voltò verso la propria auto. Le parole
di Tony gli tornarono in mente "La figlia ha cercato di fare di nuovo ciò che
ha fatto il padre, portarmi via la persona a cui tengo.". Dannazione, la
verità era che avrebbe voluto tornare lassù e...e dire tutto a Tony. Forse si
era sbagliato, forse non gli bastava più averlo semplicemente intorno. Averlo
quasi perso gli aveva fatto capire quanto era importante per lui, e doveva
farglielo sapere. Ma non quella sera, infondo cosa avrebbe potuto dirgli, "Scusa,
mi sono scordato di dirti che ti amo"? A quel pensiero non poté trattenere
una piccola risata. Sì, sarebbe stato interessante vedere che faccia avrebbe
fatto DiNozzo ad una frase del genere. Detta da lui per di più. No, parlare con
Abby non aveva avuto un'ottima influenza, tutt'altro.
Di nuovo cercò di liberarsi dai propri pensieri e giunse
alla macchina, voltandosi un'ultima volta verso il palazzo e osservando che le
luci erano ancora accese. Salì e richiuse la portiera con un rumore secco,
prendendo le chiavi e inserendole nel quadro.
In quel momento Green apparve sulla soglia del palazzo con
una sigaretta in mano. Rimase sorpreso di vedere Gibbs.
-Lei non è con l'agente DiNozzo?- domandò improvvisamente
allarmato.
-No, sono uscito dall'appartamento dieci minuti fa.-
rispose Gibbs scendendo velocemente e andandogli incontro. -Che succede?- chiese
preoccupato.
-Lo abbiamo sentito discutere con qualcuno, pensavamo fosse
lei. Kerrington è andato a controllare.- informò realizzando improvvisamente che
il collega poteva essere in pericolo. Gettò a terra la sigaretta ancora spenta e
si affrettò ad estrarre la pistola, riaprendo la porta del palazzo. Gibbs
estrasse la propria arma, ma appena i due furono nell'ingresso sentirono il
boato di un'esplosione proprio dietro di loro e vennero sbalzati a terra. Si
rialzarono velocemente tra i frammenti del vetro della porta principale, e
salirono velocemente le scale.
-No!- gridò Tony subito prima di udire il boato e le
vibrazioni dovuti alla forte esplosione appena avvenuta. L'esplosione della
macchina di Gibbs.
In quel momento la porta si aprì e Kerrington entrò
puntando l'arma davanti a sé.
-Giù la pistola o lui è morto!- minacciò CJ puntando la
propria arma alla tempia di Tony. Kerrington esitò alcuni istanti e la ragazza
si preparò a sparare. -Giù la pistola!- scandì decisa la Shelton. L'agente
obbedì e fece un passo indietro. Senza farsi troppo scrupoli la ragazza puntò la
sua arma all'agente e sparò, colpendolo al petto.
DiNozzo osservò incredulo, cercando di liberarsi dalle
corse e dalle manette, ignorando il dolore alla spalla.
-Smettila di agitarti.- esclamò infastidita CJ.
-Fottiti.- ringhiò Tony fuori di sé.
La ragazza lo colpì con un pugno sulla spalla ferita, e lui
trattenne a stento un urlo ma continuò a cercare i liberarsi. La Shelton puntò
allora la pistola alla gamba del giovane e sparò. Questa volta Tony non
trattenne il grido di dolore, e smise di dimenarsi.
-Così forse stai buono.- commentò esasperata.
Gibbs e Green arrivarono al piano piuttosto velocemente.
Avevano udito uno sparo a pochi gradini dal pianerottolo .
-Io vado avanti, faccio da diversivo, lei cerchi di
sfruttare il fattore sorpresa, quella tizia la crede morto.- propose Green
preparandosi.
Gibbs annuì e in quel momento sentirono un secondo sparo e
l'urlo di dolore di Tony. L'uomo fece fatica a trattenersi dal correre lì dentro
e guardò l'agente procedere come stabilito.
-Metti giù quell'arma!- esclamò Green da dietro lo stipite
della porta ancora spalancata.
CJ alzò lo sguardo verso quella direzione, puntando
nuovamente la sua pistola alla tempia del suo prigioniero. -Credo proprio che
sarai tu a doverla mettere giù.- rispose sicura, preparandosi a sparare.
-Non lo fare, ti ucciderà non appena lo farai.- gli gridò
Tony con fatica. -Sparale, lascia perdere me!- aggiunse per poi gridare
nuovamente di dolore quando la ragazza lo colpi alla ferita alla gamba.
-Ma che coraggioso, sarebbe proprio da te morire in modo
così stupido, DiNozzo.- commentò la Shelton derisoria. -Metti giù la pistola e
vieni avanti!- ordinò nuovamente all'agente.
-Sparale!- ripeté il prigioniero.
Green, nascosto dal muro, si voltò verso Gibbs. Lo vide
annuire e preparare la propria arma.
CJ intuì di essere stata meno convincente di Tony e gli
tappò la bocca con una mano, puntando la pistola alla porta. Non appena l'agente
apparve la ragazza sparò; Green si spostò di lato e la pallottola lo colpì alla
spalla. Irritata la Shelton gli sparò di nuovo, colpendolo in pieno petto.
Tolse la mano dalla bocca di DiNozzo ma lui non disse
nulla, si limitò a fissare i due corpi a terra davanti a sé.
-E' morto grazie al tuo suggerimento, ne sei soddisfatto?-
domandò la ragazza facendo il giro della sedia e ponendosi tra il prigioniero e
la porta.
-Lo avresti ucciso comunque.- rispose con rabbia Tony.
-E' inutile che cerchi di convincerti del contrario, queste
due persone sono morte a causa tua.- ribatté decisa CJ. -Oh, e non dimentichiamo
il tuo adorato capo. Credevi che l'avrei lasciato perdere quando sapevo
perfettamente cosa significava per te quell'uomo?- continuò puntandogli la
pistola alla testa e arretrando di un passo. -Gli è andata bene la prima volta,
ma non poteva essere così fortunato da scampare di nuovo.- concluse con un
soddisfazione, fermandosi e preparandosi a sparare. Quando si udì lo sparo Tony
ebbe appena il tempo di chiudere gli occhi prima che degli schizzi di sangue lo
colpissero in viso. Perplesso riaprì gli occhi e vide CJ a terra, con il foro
di uscita del proiettile nel centro della fronte.
-Io non ne sarei tanto convinto se fossi in te.- commentò
Jethro allontanando le armi dal cadavere per precauzione.
-Gibbs!- esclamò Tony. -Tu sei...sei vivo!- aggiunse
incredulo.
-Così pare.- rispose l'uomo con un sorrisetto. Vide la
ferita alla gamba e prese dalla cucina uno strofinaccio per tamponarla e cercare
di fermare il sangue. Si affrettò a slacciare le corde che tenevano saldamente
in trappola il ragazzo e recuperò le chiavi delle manette dalla tasca della
Shelton, liberando del tutto DiNozzo.
-Come ti senti?- domandò preoccupato, tornando ad occuparsi
della gamba.
-Fa male. E sto perdendo lucidità.- rispose Tony
socchiudendo gli occhi. I jeans erano completamente inzuppati di sangue e la
testa iniziava a girargli. Gibbs prese il cellulare dalla tasca e chiamò
il 911 e due ambulanze.
-Perchè due?- domandò perplesso il ragazzo cercando di
alzarsi.
-Sta' fermo!- esclamò Gibbs ignorando la sua risposta e
prendendolo appena in tempo quando perse l'equilibrio.
-Dobbiamo uscire di qui.- insisté lui cercando di andare
verso la porta. -Potrebbe aver messo un'altra bomba qui dentro.- aggiunse
socchiudendo gli occhi ad una fitta di dolore.
Jethro valutò per un attimo la cosa e annuì.
-Sta' qui fermo un attimo.- ordinò al ragazzo, facendolo
risedere. Andò verso Green e Kerrington e cercò di svegliarli. Quando si misero
a sedere Tony per poco non ebbe un colpo. -Fate evacuare l'edificio, chiamate
gli artificieri, dobbiamo assicurarci che non abbia messo altre bombe.- ordinò
ai due. Ancora un po' storditi si avviarono fuori dalla porta, recuperando le
proprie armi.
-Erano morti!- esclamò confuso DiNozzo.
-Possibile che tu veda morti ovunque Tony?- chiese Gibbs
con l'intenzione di prenderlo in giro. -Si chiamano giubbotti antiproiettile e
quando il criminale è abbastanza stupido da spararti al petto e non in testa ti
salvano la vita.- aggiunse aiutandolo ad alzarsi e mettendosi il braccio non
dolorante del ragazzo attorno alle spalle per sostenerlo.
Lentamente riuscirono a raggiungere l'ascensore, la gamba
di Tony continuava a sanguinare copiosamente, nonostante i tentativi di Gibbs di
fermare l'emorragia.
Quando le porte del piccolo abitacolo si chiusero DiNozzo
si appoggiò alla parete, cercando di non pesare sulle spalle del capo, ma poggiò
involontariamente il peso sulla gamba ferita e per poco non cadde. L'uomo lo
afferrò appena in tempo e lo attirò a sé, per evitare che cadesse proprio su
quella gamba.
L'ascensore si mise in moto e Tony sentì i sensi
abbandonarlo lentamente. Cercò di combattere lo svenimento, ma tutto quello che
riuscì a fare fu aggrapparsi alle spalle di Jethro e appoggiare il capo alla sua
spalla prima che le sue gambe cedessero del tutto.
Gibbs sostenne con un po' di fatica il ragazzo, facendolo
adagiare lentamente a terra, con la schiena poggiata alla parete e le gambe
distese. Aveva gli occhi ancora aperti ma non sembrava essere in piena
coscienza.
-Tony!- chiamò ad alta voce, sperando di farlo rinvenire
prima che svenisse del tutto. -Tony, svegliati! Coraggio, parlami!- continuò
dandogli dei piccoli schiaffetti sulla guancia. -Tony, di' qualcosa, parlami!-
proseguì avvicinandosi al suo viso e cercando di tenerlo sveglio.
L'ascensore si bloccò in quel momento. Green o Kerrington
dovevano aver fatto partire l'allarme antincendio e l'ascensore era stato
bloccato in automatico. Gibbs guardò il pannello, erano tra il terzo e il
secondo piano. Prese il telefono e chiamò Green, ordinandogli ben poco
gentilmente di far rimettere in modo l'ascensore e in fretta.
DiNozzo mosse leggermente la testa e guardò l'uomo con gli
occhi quasi chiusi. -Spaventami...- sussurrò piano.
-Cosa?- domandò confuso Gibbs.
-Se vuoi tenermi sveglio l'adrenalina deve entrare in
circolo in qualche modo...- continuò sempre più debolmente. Sbatté un paio di
volte le palpebre e cercò di sollevare il capo dalla parete.
Jethro cercò di pensare ad un modo per far spaventare Tony,
ma in quel momento ben poco ci sarebbe riuscito, dopo quello che aveva appena
passato. Gli venne un'idea, e cercò di dirsi che era semplicemente frutto del
suo senso pratico, e non di altro.
Si avvicinò al viso del ragazzo e posò le sue labbra su
quelle serrate di lui.
DiNozzo ci mise un paio di istanti per rendersi conto che
non era una sua fantasia, che Gibbs lo stava realmente baciando. La sua
lucidità sembrò non essere del tutto persa e schiuse le labbra, riaprendo
leggermente gli occhi. Gibbs rimase sorpreso da quella reazione, e tutto ciò che
la sua mente riuscì a fare fu dare l'ordine di approfondire quel bacio. Le sue
mani andarono automaticamente a coprire le guance del ragazzo, e sentì la mano
sinistra di Tony sul proprio avambraccio.
L'ascensore ripartì con uno scossone e i due si separarono
bruscamente per evitare che Jethro perdesse l'equilibrio e cadesse addosso al
ragazzo.
DiNozzo socchiuse nuovamente gli occhi e abbozzò un sorriso
in direzione del capo. -Non so l'adrenalina, ma il battito è aumentato di
certo.- commentò prima di chiudere gli occhi.
Le porte dell'ascensore si aprirono e i due paramedici che
stavano aspettando lì fuori spostarono Tony sulla barella con l'aiuto di Gibbs.
Quando caricarono il ragazzo sull'ambulanza l'uomo salì con
loro, osservando gli artificieri entrare nel palazzo per iniziare l'ispezione.
--
Hcn: Eh eh, lo scopo del pg è quello di farsi
odiare, principalmente... XD Ghgh, sono contenta che ti abbia presa, anche se
ciò significa che forse non sai contenta di sapere che manca pochissimo alla
fine** Bene bene, allora avviso Gibbs che si procuri un completo
decente!** E' strano che non ti riesca Oo...che sfortuna però!!
erendil: All'inizio ero un po' indecisa se
dovesse essere un lei o una lui, poi però essendo in una ff slash mi suonava
meglio così** eheh, lo so lo so che si è scoperto, ma il suo imbarazzo è
stato 'salvato' dalla tempestiva chiamata di Kate... (e dal fatto che Gibbs ha
deciso di sorvolare XD)
Yui91: Belle le puntate di domenica!!*___*
Soprattutto quella con la squadra 'parallela'! XDDDDD Faceva troppo ridere!!!
Anche se la bionda, Karen, l'avrei strangolata sul posto! ><'' Nessuno deve
mettere le zampe su Gibbs! ><''
Ok, lo sfogo è finito! XD Proseguiamo... sono felice di
non aver 'mandato' Gibbs OOC, mi sarebbe dispiaciuto, visto che è il personaggio
che 'conosco' un po' meglio...E anche per gli altri spero di fare un bel
lavoro... (anche se ammetto che non hanno un grande ruolo, soprattutto il
pivello! XD Povero McGee!)
Ghghgh, la pazzoide è davvero una pazzoide, ma
fortunatamente anche giovane e un po' inesperta (vedi storia dei giubbotti
antiproiettile)...**
Fae [Capitolo 4]: Hai davvero detto 'pucci' a
proposito di Gibbs!!!! XDDDD Non è esattamente il nomignolo più comune che gli
si da, però in questo caso si addice! XD
Per la nottata, credo sia qualcosa che Gibbs farebbe per
Tony, al di là dello slash. **
Visto che lo hai scoperto perchè sorrideva? XD
Hai saputo hai saputo...e si sa più anche di Tony...
Beh, gli andamenti di tensione sono dovuti alla
situazione in po' incerta e decisamente pericolosa. Tony non è uno che perde
facilmente il controllo, però giustamente è quasi stato ucciso due volte, sarà
un po' ...non mi viene in italiano...mi viene 'permaloso' ma la parola ideale è
'touchy'...** (slashali slashali...altrimenti slasha Gibbs con Harm! XDD Hey,
scherzavo! Giù le armi! Oo)
Penso che non fosse una minaccia infondata sai? XDDD Va
bene che Tony è Tony, però fino ad un certo punto XDDDD Scherzo ovviamente!! XD
PS: Zìììì, sono felice di averti ascoltato!! Grazie
grazie grazie grazie grazie!!! **
PPS: Zìzì, 38,5 in camera d'albergo al mare dopo aver rivisto IceQueen per la
dodicesima o tredicesima volta XDD E come ti ho già detto, *mai* pentirsi di
aver dato degli hint slash!!! XDDD And besides, grazie per il suddetto hint! ^_-
Fae [Capitolo 5]: Brava brava!!** Indovinato!!**
Ghgh, adesso mi verrebbe da dirti 'vediamo se indovini a chi mi sono ispirata
per il nome' ma è una domanda bastarda,considerato che non segui assiduamente il
tf da cui proviene **
Moooolte più vite!! Dillo che però per qualche istante
lo hai creduto spacciato, sapendo quanto sono sadica! XDD
Risposta maliziosa alla domanda maliziosa: è rimasto lì
ad aspettare che si svegliasse, infatti gli ha detto il risultato della partita
precedente**
In effetti è abbastanza pesante come affermazione, ma
considerato il suo stato psico fisico in quel momento è abbastanza probabile che
gli sia potuta sfuggire una frase di troppo...infondo è ancora un po' debole
perchè è appena uscito dall'ospedale e lì il cibo non è esattamente
ipercalorico, la spalla continua a fargli male, è stanco e sotto stress perchè
stanno cercando di trasformarlo in uno spiedino italo-americano (in realtà è
americano, ma suonava bene XD)...quindi non ha esattamente il massimo del
controllo.**
E poi Kate è stata provvidenziale! XD
Abby...Abby...hai ragione, la adoro!** E adoro il suo
rapporto con Gibbs. E' l'unica che possa fare una battutina su di lui senza
ricevere l'occhiata 'fra-trenta-secondi-sarai-ridotto-in-polvere-se-non-taci',
lo vede come un padre, una figura su cui può fare affidamento e che lo protegge
(una volta minaccia addirittura un ex di Abby che la sta assillando XD)...lui
invece la vede come una figlia, la tratta come una figlia e la protegge come una
figlia... (ehi, ma non è che per caso lo è? XD)
Per questo secondo me è l'unica che si permetterebbe di
dare questi consigli a Gibbs, e l'unica che potrebbe riuscire a convincerlo...o
almeno ad insinuargli il dubbio...**
E poi Abby è in assoluto la persona che fa sorridere di
più Gibbs** E per farlo sorridere di gusto ce ne vuole!**
Ghghgh, piaciuta CJ in questo capitolo? XDDDD
_Copilote_: Sono contenta che la ff ti piace, e
sono ancora più contenta che tu abbia deciso di guardare il tf!**
Terrò a mente di studiarmi sempre qualche strano caso
per distrarre l'attenzione dai pacchi bomba indirizzati a Tony!** Non che abbia
in mente di mandargliene altri eh! XD
Eheheh, purtroppo la fine del capitolo è dettata dalla
mia anima Lostiana (ma perchè *tutte* le puntate di Lost devono finire in modo
così snervante???><) che ogni tanto torna a farsi sentire condita di puro
sadismo! XD
Nike87: Solo un po'?? XD Devo peggiorarmi allora!
XD Sto perdendo la mano, una volta lo ero di più! XD
E' lo schermo è lo schermo!** (è la frase di copertura
per quando gli occhi sono lucidi XD ) Scherzi a parte, sono contenta di aver
reso bene la scena fino a quel punto!**
EyeOfRa: Dolori sì! Letteralmente! ç_ç Povero
cucciolo, son stata un po' cattiva XD (un po' tanto XD)!! Bene bene, allora non
ho perso la mano a tagliare nei momenti più sadicamente inopportuni! XD Ciò è
bene! XD E grazie mille per i complimenti!!^^
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Capitolo 8 *** Epilogue - Hospital and happy endings? ***
Title
Title:
“Stalked”
Author:
JM
Rating:
PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!
Genre:
azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi
capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)
Pairing:
Gibbs/Tony
Warnings:
violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.
Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo
alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità
della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove
minacce.
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EPILOGUE - Hospital and happy endings?
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-Non hai accettato nessun caffé dalle infermiere vero?-
domandò piano Tony, ancora debole.
Gibbs alzò lo sguardo velocemente, non si era accorto che
il ragazzo si era svegliato.
-No, niente caffé dalle infermiere.- confermò con un
sorriso, avvicinandosi al letto. -Come ti senti?- domandò osservando il viso del
giovane.
-Debole, ma ormai mi ci sto abituando.- rispose DiNozzo,
ricambiando il sorriso.
Il ricordo di ciò che era accaduto in ascensore gli tornò
in mente e sentì uno strano calore sulle guance. Gibbs notò l'arrossamento sul
viso di Tony e cercò di nascondere il proprio sorriso.
-Di solito non li spaventi in quel modo i sospettati.-
commentò un po' imbarazzato il ragazzo.
-Beh, è servito allo scopo, no?- chiese Jethro con un mezzo
sorriso.
Per alcuni istanti nessuno dei due parlò, ma diversamente
dal solito quel silenzio non era rilassato.
-Pensavo che avresti finto di non ricordare.-
commentò Gibbs calmo.
-Io ero convinto che mi avresti fatto credere di aver
sognato.- ribatté Tony con un sorrisetto.
-Non sono il tipo che spreca certe occasioni.- precisò
l'uomo guardandolo in viso.
-Non sei nemmeno il tipo a cui piace affrontare le
situazioni.- obiettò DiNozzo serio.
-Sono qui, è un inizio.- replicò con un piccolo sorriso
Jethro.
-Perchè?- chiese Tony confuso.
-Perchè alcune situazioni vale la pena affrontarle.-
rispose l'uomo calmo. -Pensi che avrei fatto una cosa del genere se in
quell'ascensore ci fossero stati McGee o Ducky?- domandò pacato.
-Ecco, queste due sono immagini che mi terrorizzano
davvero.- commentò il giovane fingendo di rabbrividire.
Il capo gli lanciò un'occhiata spazientita. -Ok, scusa.-
mormorò con un mezzo sorriso Tony. -Quindi come la affronteresti una situazione
così?- chiese quasi ansiosamente, guardando negli occhi Gibbs.
-Non lo so.- ammise Jethro.
-Io ho un suggerimento.- rispose DiNozzo serio. Fece cenno
al capo di avvicinarsi, mantenendo un'espressione decisa. -Spaventami di nuovo e
vediamo che succede.- propose con un sorriso.
L'uomo annullò quella poca distanza che era rimasta tra di
loro e lo baciò nuovamente, ricevendo questa volta una risposta più consapevole
da parte del ragazzo. Portò una mano alla guancia e con l'altra gli diede un
piccolo schiaffetto sulla nuca. Sentirono un rumore fuori dalla porta e si
separarono velocemente; quando il pericolo fu passato trassero un sospiro di
sollievo entrambi.
-E quello schiaffetto per cos'era?- domandò Tony
indispettito.
-Per la battuta su McGee e Ducky.- rispose calmo Gibbs.
-Ma ti ho chiesto scusa!- protestò il ragazzo.
-Scuse accettate.- replicò con un sorrisetto Jethro.
Qualcuno bussò alla porta e il capo fece un passo indietro
dal letto, prima che l'uscio si aprisse. Kate, Abby e McGee fecero il loro
ingresso; le due ragazze reggevano due mazzi di fiori e il novellino aveva in
mano una scatola di cioccolatini.
-Ehi, hai finito di farci spendere soldi per i fiori?-
chiese sorridendo la Todd. -Se non volevi venire a colazione con me bastava
dirlo!- aggiunse con uno sguardo affettuoso.
-Ciao anche a te!- rispose divertito Tony.
Il medico entrò in quel momento.
-Non più di due alla volta per favore, è ancora debole.- si
raccomandò dalla soglia, con un sorriso gentile.
Prima che Gibbs potesse dire nulla Kate prese McGee e lo
trascinò fuori con sé. -A voi il primo turno.- disse chiudendo la porta.
-Ho saputo che casa tua è esplosa come un petardo a
capodanno...- commentò spiacente la Sciuto. -Che farai ora?- domandò
osservandolo preoccupata.
-Troverò un posto dove stare...- rispose il ragazzo con un
piccolo sorriso. -Almeno sono abbastanza vivo per poterlo fare.- aggiunse per
sdrammatizzare.
-Che dice il dottore della ferita?- Abby indicò la gamba,
con aria un pochino più sollevata e un piccolo sorriso sulle labbra.
-Non sono ancora riuscito a parlarci, mi sono svegliato
poco fa.- rispose Tony.
-Il proiettile fortunatamente ha mancato l'arteria
femorale.- informò il capo al suo posto.
-Di quanto?- domandò la ragazza impressionata.
-Due centimetri.- disse semplicemente Gibbs appoggiandosi
al muro accanto alla porta.
-Lassù qualcuno ti ama, Tony.- commentò Abby con un
sorriso.
-Lassù?- domandò Jethro con un ghigno prima di aprire la
porta. -Vi mando Kate.- informò uscendo.
-Sapevo che mi avrebbe ascoltato!- esclamò contenta la
ragazza, avvicinandosi a Tony. -Voglio tutti i particolari.-
-Ci avrei scommesso una mano che c'entravi in qualche
modo!- rise DiNozzo.
-I particolari, Tony!- insisté lei ridendo.
-Scordatelo!- replicò deciso lui, continuando a sorridere.
Spostò lo sguardo sulla soglia e vide che Gibbs era lì in
attesa che Kate lo raggiungesse. Per un attimo temette che si sarebbe irritato,
ma lo vide sorridere e scuotere lentamente la testa mentre si allontanava.
Decisamente una situazione che valeva la pena di
affrontare.
~End
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Prima di rispondere voglio ringraziare tantissimo tutti
coloro che hanno letto questa storia e tutti coloro che hanno commentato!! ^__^
Mi ha fatto davvero piacere sapere che la storia è stata apprezzata, e vi dico
grazie di cuore!! ^__^
Un'altra cosa importante, che solitamente si mette
all'inizio, ma essendo la sottoscritta una bastian contraria non vedo perchè non
possa farlo qui... dedico questa ff alla carissima Fae, che mi ha convinto a
postarla quando stavo per chiuderla in un cassetto polveroso! Grazie mille, sono
contentissima di aver seguito il tuo consiglio!! ^_____^ (e ricorda che
non è così terribile che ti abbia quasi...*quasi*...trasformato in una slasher!
XD)
Ok, ora le recensioni!^^
Fae: Sì sì, è la terza recensione che inizia con
'ahhhh'! XDD Deduco che sia un buon segno! XDDD
Visto che alla fine si sono baciati?** Ce n'è voluta, ma
alla fine ci sono riusciti! *
Promemoria: far ubriacare Bellisario e offrirgli della
roba mooooolto efficace!! ** Magari poi viene fuori qualcosa di slasheggiante
davvero!! XD (peccato sia poco più che impossibile visti gli sviluppi
post-season tre!! XD) Scherzi a parte, missione compiuta!** E' una soddisfazione
enorme sapere di aver reso credibile la storia, visto che più o meno l'intento
era quello!**
Come ti ho accennato in msn, la scena non doveva
esserci, però poi mi sono trovata con loro due in ascensore e mi son detta, vuoi
vedere che quelle due volpi degli agenti fanno evacuare il palazzo con l'allarme
antincendio e l'ascensore si blocca? XD E allora è partito il filmino mentale
che poi è diventato scena XD
Sadica sì, ma Gibbs non potevo farlo far fuori!** Non
dopo tutto quello che ha passato Tony! quel ragazzo si impiccava poi! Oo
Non era del tutto lucida e poi aveva pur sempre
diciotto-diciannove anni, non era certo una killer di professione... anche se
con le bombe se la cavava**
Sono felice che anche la trama sia riuscita a tenersi ad
un buon livello, ho sempre paura di far calare la tensione e creare dei punti
morti indicibilmente noiosi**
Ci voleva un po' di sfottò! XD Anche se mezzo morto,
Tony è *sempre* da prendere in giro! XD (povero cucciolo!XD)
Beh, non succedono grandissimi colpi di scena, serviva
un chiarimento, una conclusione calma, una mini panoramica della situazione
(casa distrutta, pure questa, povero Tony XD)
La strada verso il titolo di slasher è lunga, ma sei già
a buon punto mi sa! XDDDD Soprattutto per le ideuzze slashose su Harm!! XD
Ghghghgh, mhwahahahah!!
Nike87: Ghghgh, no no, tranquilla, son bastarda
sì, ma fino ad un certo punto! XD Interrompere in ascensore avrebbe significato
la morte per me probabilmente e l'istinto di conservazione è troppo forte
ancora! XD
Beh, ma è Gibbs! ** Credo che il suo cellulare abbia
paura a non funzionare! XDDDD E chi non l'avrebbe! XD
Un'altra? Al momento non so dirti...sono in fase di
stallo, ma sto cercando di trovare qualcosa di decente...**
Yui91: Eheh, le sue tattiche segrete per
spaventare! XDDD (perchè non spaventa anche me? *çç*)
Tanto normale quella tizia non era! Oo Anche se non
particolarmente furba nello sparare....fortunatamente!**
E' una gara contro il tempo tra te e il tuo pc?? XDDDD
Hcn: Addirittura commossa?** wow che beddo!**
(non per le lacrime ovviamente, ma per l'effetto!**) Morta
morta...tranquilla, non sarà più tra i piedi!**
Ok, domani porto Gibbs a provare i completi, almeno non
rischiamo di fare tutto all'ultimo minuto! XD Ma devi farmi sapere la data! XD
Purtroppo ora è finita...e postare l'ultimo cap (non è
un vero e proprio cap, ma ci siamo capite **) mi ha messo una malinconia
assurda!**
erendil: De nada! ^_- Son qui per questo! ^^
Me contenta che ti sia piaciuta la scena del bacio, ho cercato l'idea più
assurdamente drastica che Gibbs avrebbe potuto usare! **
EyeOfRa: Meno male che la scena ha ripagato
l'attesa!** Sono contenta che ti sia piaciuta!^___^
Comunque sì, ho un debole per le scene in ascensore!XD I
due pg sono in trappola, devono fronteggiarsi per forza, è il posto ideale per
gli scontri/confronti ai quali non si può sfuggire** E poi Gibbs lo usa come suo
ufficio personale una volta sì e l'altra anche! XDDD
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