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di Momos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


-Ecco l'ordinazione del tavolo 8- urlai entrando in cucina
-io ho quella del tavolo 11- urlò Giorgia dopo di me, mi voltai sorridente
-hai avvistato qualcuno?- le chiesi curiosa
-magari, fino ad oggi non ho mai visto nessun bel ragazzo varcare quella porta, qui vengono solo persone mature e sposate- mi rispose sbuffando
-tornate al lavoro signorine- ci interruppe Sandra il capo sala.
-a dopo Giò- le dissi tornando in sala. Camminavo fra i tavoli per accertarmi che fosse tutto andasse bene o se qualcuno avesse bisogno di qualcosa. Due ragazzi mi chiamarono
-Salve, volete ordinare?- chiesi come da routine
-volevo chiederle una cosa, io sono vegetariano avete un menù speciale?-
mi chiese uno dei due ragazzi.
-si, le porto subito il menù- risposi cordiale. Mi allontanai per un attimo, presi il menù e tornai al tavolo.
-ecco a lei- dissi porgendogli il menù -lei invece?- chiesi all'altro ragazzo
-io vorrei qualcosa di italiano, poi consigliarmi qualcosa?- mi chiese
-a me piace la carbonara, sono spaghetti con guanciale e uova- risposi
-va bene, prendo quello- mi rispose -Bill tu che prendi?- chiese all'altro
-anche io volevo qualcosa di italiano, ma non sò cosa- rispose lui,
-se posso permettermi, io le consiglierei una pizza, più italiano di così!-
-Allora prendo questa grazie- mi disse mostrando il nome della pizza.
-grazie a voi, torno subito- mi voltai a iniziai a camminare verso la cucina.
Continuavo a pensare a quei due ragazzi, erano completamente diversi nell'abbigliamento ma si somigliavano in maniera impressionante. Lasciai la loro ordinazione in cucina e mi misi ad aspettare. Dopo poco i piatti erano pronti così tornai in sala.
-Ecco qui- dissi porgendogli i piatti, loro sorrisero. Stesso sorriso. -scusate se ve lo chiedo, non vorrei sembrare indiscreta ma...siete gemelli?- chiesi
-si purtroppo, è una tortura sopportarlo tutti i giorni. Io sono Tom- mi disse
-E io sono Bill- disse l'altro gemello
-piacere, Chiara- dissi, -posso portarvi altro?- gli chiesi
-per ora no, grazie- mi disse Bill io sorrisi e mi voltai.
Tornai in cucina sperando di trovare Giorgia. Fortunatamente quella sera non c'erano molti clienti quindi c'era la possibilità di fermarsi un attimo tra un ordinazione e un altra. Giorgia entrò in cucina io la fermai subito
-Giorgia! Bill e Tom, Gemelli, bellissimi, tavolo 4, sorrisi meravigliosi-
-Chiara, ti senti bene?- mi chiese lei confusa, io sorrisi felice
-ci sono due gemelli bellissimi, al tavolo 4, con dei sorrisi meravigliosi, si chiamano Bill e Tom- dissi ordinando la frase e ignorando la sua domanda
-cosa? Oddio, devo vederli- mi disse lei.
-non riesco a parlarci bene perchè il capo mi sta sempre a fissare- le dissi mentre lei cercava di vederli attraverso i fori delle porte della cucina.
-Tanto è arrivata Carlotta, lei è più gentile- mi disse Giorgia
-giusto, allora dobbiamo solo sperare che non se ne vadano presto- risposi.
-ti dico subito che io preferirei Bill- le disse, lei rise
-se mi dici qual'è magari!- mi rispose, io risi e lo indicai
-quello un pò più...come dire, simile a me- le dissi, lei annuì
-perfetto, io preferisco il tipo con le treccine e i muscoli scolpiti- mi disse.
-immaginavo, cioè è il tuo tipo, vabbè io torno da loro magari gli serve qualcosa- le dissi, lei mi sorrise
-e a noi serve un appuntamento, quindi datti da fare- disse lei ridendo.
Tornai in sala e mi avvicinai al loro tavolo,
-oh meno male che sei tornata, stavamo giusto parlando di te- disse Tom
-e come mai si parla di me?- gli chiesi guardandoli
-stavamo riflettendo sul fatto che è la prima volta che vediamo in un ristorante una cameriera così- disse Tom, io lo guardai confusa -insomma, non capita di vedere tutti i giorni una cameriera con un dilatatore così grande, con i capelli turchesi e tutto il resto- disse sempre lui, io risi piano
-stavo scommettendo su quanto grande fosse il dilatatore- disse Bill
-sono quasi tre centimetri- risposi soddisfatta
-Tom, non puoi competere, voi due non potreste mai frequentarvi, lui sarebbe geloso perchè hai i dilatatori più grandi dei suoi- disse Bill ridendo
-ho un amica che non ha dilatatori, ed è bellissima- risposi pensando a Giorgia, lei odiava i miei dilatatori, diceva che erano troppo grandi per una ragazza ma ormai si era abituata e non ci faceva più caso
-Hai una sua foto?- mi chiese Tom, io scossi la testa
-non serve, lavora qui. Si chiama Giorgia- risposi, loro si guardarono
-tra quanto finite il turno?- chiese Tom, -sono le 22:30- mi disse sempre lui
-tra mezz'ora perchè?- chiesi sperando in un appuntamento
-ti va di andare a fare un giro con noi?- mi chiese Bill
-e magari porti anche la tua amica senza dilatatori- disse Tom sorridendo
-Va bene, dove ci vediamo?- gli chiesi
-vi aspettiamo qui fuori- disse Bill,
-ci porti il conto per favore?- mi disse Tom, io annuii e mi allontanai.
Passai accanto a Giorgia e gli feci cenno di seguirmi, lei rise e mi seguì in cucina.
-appena finisce il turno ci aspettano qui fuori- le dissi mentre scrivevo il conto del loro tavolo
-ci sei riuscita? Complimenti- mi disse lei battendomi il cinque.
Uscii dalla cucina e gli portai il conto,
-ecco a voi- gli dissi lasciando il foglio sul loro tavolo
-ci vediamo dopo allora- mi disse Bill alzandosi dal tavolo appogiando i soldi sopra il foglio, io sorrisi. Si allontanarono dal tavolo e uscirono.
Mancava solo mezz'ora alla fine del servizio ma sembrava non passare mai, i clienti cominciavano ad uscire, il ristorante era quasi vuoto così Carlotta ci lasciò andare via prima. Ci affrettamo ad uscire dal retro, avevamo un appartamento proprio accanto al ristorante così di corsa ci andammo a cambiare.
-cosa ci mettiamo?- chiesi a Giorgia mentre salivamo le scale
-non ne ho idea, io penso il vestitino nuovo nero e le decoltè, tu invece?- mi chiese entrando in camera, io sbuffai e aprii l'armadio
-come sei decisa, starai una favola! Io mi metto, pantaccolant nere quelle con le cuciture strane, la canottiera dei Nirvana e le vans, che ne dici?-
-sei tu! starai una favola- mi disse.
Dopo pochi minuti eravamo pronte, vestite e truccate ci guardammo e con un gesto di consenso iniziammo a scendere le scale di corsa. Tornammo davanti al ristorante, i gemelli ci stavano aspettando appoggiati alla macchina con in mano una sigaretta quasi finita.
-Siete arrivate, ciao!- disse Bill venendomi vicino per darmi un bacio sulla guancia, io sorrisi
-Bill lei Giorgia- dissi presentandoli, si salutarono, poi mi voltai verso Tom
-Ciao ragazze- disse lui salutandoci, -tu sei Giorgia giusto?- le chiese
-Sono io, e tu sei?- rispose lei per niente imbarazzata
-Piacere, Tom- le rispose lui, poi mi guardò -avevi ragione, è bellissima-
-cosa?- disse Giorgia guardandomi, io risi
-no, non preoccuparti, non è niente- risposi facendo la vaga -dove andiamo?- chiesi cambiando discorso,
-un giro al centro?- propose Bill, tutti annuirono così ci incamminammo.
Arrivammo in un parco, molto illuminato
-ci sediamo un attimo per favore? È tutto giorno che sto in piedi- chiesi
-va bene, ma dove?- chiese Tom, io risi
-proprio qui, è estate l'erba è asciutta- risposi sedendomi a terra, Giorgia si mise accanto a me e di fronte a noi i gemelli
-allora, raccontateci un pò di voi- disse Bill, io guardai Giorgia e sorrisi
-che volete sapere?- gli chiesi,
-quanti anni avete?- chiese subito Bill
-io 20, lei 21- risposi io
-dove vi siete conosciute?- ci chiese Tom subito dopo
-a scuola, alle superiori eravamo nella stessa classe- rispose Giorgia
-ma...se tu hai un anno in più di lei?- chiese Tom confuso
-sono stata bocciata, da una parte è stato un bene, altrimenti non avrei conosciuto lei- rispose Giorgi, io le sorrisi  e la abbracciai
-siete fidanzate? Avete entrambe la fedina!- notò Bill,
-la fedina è nostra, cioè in amicizia- risposi sorridente,
-ah, ho capito- rispose lui, più che domande di conoscenza sembrava un interrogatorio stile in stile americano
-di dove siete originarie?- chiese Tom -non siete tedesche-
-Siamo italiane- rispose Giorgia,
-e il tedesco lo avete imparato a scuola?- chiese sempre lui, noi annuimmo
-si sente che non siete di qui, però avete una bella pronuncia- disse Bill
-la nostra professoressa era tedesca, ci ha insegnato molto- risposi io                                                                
-e come mai lavorate in un ristorante?- chiese sempre Bill
-ci siamo trasferite da poco ed è l'unico lavoro che abbiamo trovato qui, per ora ci accontentiamo- risposi io, loro annuirono.
-in realtà voi avete studiato per cosa? Cioè, che indirizzo?- chiese Tom
-Turismo- rispose Giorgia -il mio sogno è fare l'interprete- disse lei
-tu invece? Qual'è il tuo sogno?- mi chiese Bill
-Ne ho tanti, forse troppi ma mi piacerebbe diventare manager- risposi
-ambizioso come sogno- disse Tom, io risi
-Forse, ma l'ho sempre desiderato- risposi guardando Giorgi
-è vero, è da quando la conosco che ha questo sogno, in realtà non è quella la sua più grande ambizione, lei suona e la musica è davvero tutto per lei. Nessuno però ha mai creduto nel suo potenziale e quindi il suo sogno si è affievolito- disse seria Giorgia, io alzai il viso verso il cielo per cercare di far rientrare le lacrime ma alcuno scivolarono fredde sulle guancie.
-No, non piangere- disse Bill venendomi vicino, io mi asciugai le lacrime
-scusatemi, è solo che...Giò lo sai che odio piangere davanti a tutti, perchè lo hai detto!- le dissi ridendo, lei mi asciugò una lacrima
-ti hanno chiesto il tuo sogno, e se piangi ogni volta che dico questa cosa, cavolo, se non è un sogno questo dimmi tu cos'è!- mi disse lei.
Continuammo a chiacchierare per tutta la notte, i posti si erano scambiati, dopo il mio piccolo pianto Bill era rimasto accanto a me e Tom si era avvicinato a Giorgia.
-voi non sapete chi siamo noi vero?- chiese ad un tratto Tom,
-Tom e Bill- rispose Giorgia con tono ovvio, io risi piano
-tu dovresti saperlo, cioè se sei così appassionata di musica- disse Tom
-Chià, tu lo sai? Oddio, non è che siete due malviventi no?- disse ridendo Giorgia, io iniziai a parlare in italiano, -hai presente che in Italia hanno molti pregiudizi sui maschi che si truccano? E, se ti ricordi bene, c'era una band che tantissma gente prende in giro. In questa band ci sono due gemelli, con due look opposti- le dissi cercando di fargli capire chi fossero, lei sbarrò gli occhi. I gemelli ci guardavano confusi.
-non mi dire che sono...i kaulitz- sussurrò talmente tanto piano il cognome che mi dovetti avvicinare per sentirla, io annuii -sono proprio belli, cioè in foto sono carucci ma cavolo, guardali!- disse lei indicandoli, io li guardai e scoppiai in una grossa risata vedendo le loro faccie confuse e perplesse.
-Non abbiamo capito nulla di quello che avete detto- ci disse Bill, io risi
-ma almeno avete capito chi siamo?- chiese Tom,
-certo che sappiamo chi siete! Ma sarebbe cambiato qualcosa se non lo avessimo saputo?- chiese Giorgia guardando Tom
-assolutamente no- rispose Bill, io sorrisi e mi alzai in piedi
-dove vai?- mi chiese Giò, io indicai delle altalene lì vicine, i gemelli ci guardarono, Giorgia mi fece l'occhiolino così io presi Bill per mano e lo portai fin davanti alle altalene e mi misi seduta.
-che vuoi fare?- mi chiese Bill confuso, io sorrisi
-sono strane queste altalene, in Italia sono molto più piccole, qui ci si può sedere in due persone- risposi io,
-bisogna sedersi uno di fronte all'altro- disse lui
-vieni, siediti allora- gli dissi indicandogli il posto davanti al mio. Lui sorrise e si mise seduto.
-ma Tom e Giorgia?- mi chiese iniziando a dondolare.
-Non lo so, saranno rimasti seduti sul prato- risposi io. Mentivo, Giorgia mi aveva fatto l'occhiolino, era un gesto che ci facevamo quando volevamo rimanere da sole con un ragazzo. Conoscevo bene Giorgia e conoscevo lo sguardo con cui guardava Tom.
Mi voltai a guardarlo, era troppo perfetto per essere reale.
-Bill- lo chiamai, lui mi guardò -sei molto bello sai?!- gli dissi quasi senza accorgermene, arrossimmo entrambi. Distolsi lo sguardo da quei due occhi color nocciola, erano troppo penetranti. Lo sentii ridere piano,
-in tanti me lo hanno detto, ma grazie- mi disse lui
-allora il mio sarà un altro da aggiungere alla lunghissima lista- gli risposi
-Chi lo sà. Forse sarà più importante, forse meno, forse uguale- mi disse lui accarezzandomi il viso. Abbassai lo sguardo intimidita,
-spero più importante- sussurrai. Bill si avvicinava sempre di più, lentamente, con gesti quasi impercettibili. Non ero mai stata brava a mantenere l'autocontrollo, e quella dististanza che piano piano diventava sempre di meno non mi aiutava. Non sarei più riuscita a tirarmi indietro. Baciare uno sconosciuto non era da me, anche se in fondo proprio sconosciuto non era. Smisi di pensare nel momento in cui sentii le sue labbra morbide posarsi sulle mie. Mi percorse un brivido sulla schiena. Mi avvicinai un altro po con il corpo e appoggiai le braccio intorno al suo collo.
-e bravo il mio fratellino- sentii Tom dire. Mi staccai subito da Bill nascondendomi dietro al suo petto. Bill rideva e mi accarezzava la schiena.
-e brava la mia piccola Chiara- disse Giorgia ridendo. Mi sentivo le guancie bruciare, non so bene il motivo. Presi coraggio e mi tirai un pò su.
-che ne dici di andare? Si è fatta una certa ora, domani dobbiamo lavorare ti ricordo- mi disse Giorgia allegra. Mi alzai dall'altalena e annuii. Giorgia si voltò verso Tom per salutarlo e approfittai della sua distrazione per rubare un altro piccolo bacio a Bill.
-Ma non vale se mi rubi i baci- mi disse lui abbracciandomi, io risi
-anche tu lo hai fatto- risposi con la voce da bimba, lui rise
-ci rivedremo?- mi chiese guardandomi negli occhi, frugai nella borsa in cerca di un pennarello, avevo di tutto li dentro, non poteva mancarmi qualcosa per scrivere. Afferrai un pennarello e presi la sua mano
-ti lascio il mio numero- dissi scrivendoglielo sulla mano. Gli diedi un bacio sulla guancia e me ne andai, salutai Tom e presi sotto braccio Giorgi.
Camminammo in silenzio per un pò finchè Giorgia iniziò a ridere
-che hai da ridere tanto?- le chiesi confusa, lei mi guardò
-Sono felice, e tu devi raccontarmi tutto- mi disse allegramente
-si ma prima tu, in fondo voi due avete visto un pò quello che è successo, io per niente- le dissi aprendo la porta di casa. Lei rimase in silenzio finchè non si sdraiò sul divano. Mi misi seduta accanto a lei
-Tom è meraviglioso! Siamo così simili, abbiamo tante cose in comune, poi è bellissimo, è divertente, è quello giusto, sisi è quello giusto- disse,
-ecco, Giorgia è partita!- risi io. Poi la guardai bene, era da molto che non vedevo quegli occhi così sognanti, ero felice finalmente di vederla così.
-tu invece? Ho visto come guardavi Bill, fate tutti e due i santarellini ma poi, eheh- disse lei, io scoppiai a ridere -allora? Racconta!- mi disse
-abbiamo chiacchierato, ci siamo dati un bacino e gli ho lasciato il mio numero, cioè, lui mi ha chiesto quando di saremmo rivisti e io gli ho lasciato il numero- le risposi euforica, -tu e Tom?- chiesi
-Abbiamo chiacchierato, riso, giocato, ma niente bacio- mi disse lei
-cosa? È impossibile, c'è io si e te no?! Non ci credo- le dissi sconvolta
-infatti fai bene, c'è stato eccome il bacio- mi disse ridendo, io scossi la testa e sbadigliai. -dai, andiamo a dormire! Chi si sveglia se nò domani-
-va bene, notte Giò- le dissi andando in camera mia, lei sorrise e si voltò.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


-Giò, svegliati- dicevo mentre spalancavo le finestre e aprivo le tende
-oddio, sono stanca, altri cinque minuti- mi rispose lei,
-no, forse non ti è chiaro che devi muoverti!?- dissi iniziando a saltare sul suo letto, lei sbuffò
-non saltare- mi disse, io continuai, lo odiava -non saltare Chià- disse ancora. Doveva svegliarsi a tutti i costi, -oh che palle!- disse alla fine alzandosi dal letto sbuffando e sbattendo tutto.
-buongiorno Giorgi, dormito bene?- le chiesi ridendo
-ti odio sai?!- mi disse lei prendendo i panni dall'armadio
-grazie, anche io ti voglio bene!- le risposi ridendo.
Si vestì in fretta e furia. Quando uscì dal bagno era più tranquilla
-si è fatto sentire Bill?- mi chiese, io sbuffai e controllare per l’ennesima volta il cellulare
-no, ancora no- risposi a mezza bocca. Avevo dormito con il cellulare attaccato al cuscino in attesa di un suo sms o di una sua chiamata ma ancora niente. Scendemmo le scale, uscimmo dal palazzo e entrammo nel ristorante. L'odore di cucinato di prima mattina mi fece venire il volta stomaco.
Giorgia iniziò ad apparecchiare così la seguii.
-Secondo te perché non si è fatto sentire?!- le chiesi, lei si fermò
-forse è questione di tempo, abbi un pochino di pazienza- mi rispose –sono pur sempre le cinque del mattino. Loro, staranno dormendo.- disse quasi invidiandoli.
-hai ragione, aspetterò- risposi posando una forchetta.
-Chiara e Giorgia potete venire un attimo?!- urlarono dalla cucina
-che c'è?- chiesi svogliatamente, Gus il cuoco indicava la porta, così mi voltai. Strinsi forte la mano di Giorgia a quella visione.
C'erano due mazzi di rose appoggiati a terra. Vidi gli occhi di Giorgi brillare. Ci avvicinammo incredule. C'era un biglietto su entrambi i mazzi di rose rosse che profumavano tutta la cucina. Afferrai il biglietto con su scrittoPer Chiara lo aprii, mi tremavano le mani e iniziai a leggere.
Ei, forse non è proprio un metodo giovanile mandare un mazzo di rose ma sarà che sono un uomo di altri tempi! Ci tenevo a dirti che sono stato veramente bene ieri sera e se vuoi ti aspetto anche oggi, alla fine del turno alla stessa altalena.
Bill
 
Finii di leggere il bigliettino tirando un respiro profondo. Poi guardai Giorgia. Ci afferrammo i bigliettini a vicenda.    
Per Giorgia
Giorgi, te lo saresti mai aspettato un mazzo di rose da me?! No, io no.
Però ieri sera mi hai detto che ami le rose e soprattutto ti piace quando qualcuno te le manda così ho fatto uno sforzo, solo per te ;)
Se ti va, possiamo vederci questa sera alla fine del turno. Ti aspetto fuori dal ristorante.
Tom
 
-Oddio Giò, altro che sms guarda qua!- urlai saltellando di gioia
-ci andiamo vero?!- mi chiese tirando su le rose,
-ma mi pare ovvio, avevi forse intenzione di rinunciare?- le dissi inspirando il profumo delle rose che avevamo tra le braccia. La giornata non sarebbe potuta andare male, ero pronta a tutto. Quelle rose e quel bigliettino mi avevano fatto spuntare un sorriso enorme sul viso.
Guardavo l'orologio ogni due minuti, speravo che il tempo quel giorno potesse passare più velocemente.
Finito il turno io e Giorgia passammo di corsa a casa, giusto il tempo di metterci due vestiti carini e darci una ripassatina al trucco.
-Giò, sono agitata- le dissi mentre tornavamo davanti al ristorante
-tu sei sempre agitata, poi perché dovresti esserlo?! Stai tranquilla- mi rassicurò lei un attimo prima di correre verso Tom e stringerlo in un forte abbraccio.
-Ciao- mi disse –lui ti sta aspettando all’altalena- disse mentre mi guardavo intorno.
-Ciao Tom- dissi dandogli un bacio. –Bene, io vado allora. Dove ci vediamo?- gli chiesi.
-Bill sa tutto- mi rispose. Sorrisi e li salutai entrambi con la mano.
A passo sostenuto mi incamminai verso il parco lasciandomi accarezzare dal vento fresco notturno. Mi fermai dietro un albero e sbirciai. Bill era seduto sull’altalena e dondolava avanti e indietro. Indossava dei Jeans grigi molto aderenti e in contrasto una maglietta molto larga blu. Dannatamente bello. Mi avvicinai a lui.
-Ciao- mi disse alzandosi in piedi appena mi vide. Era un di quei momenti di imbarazzo più totale. Nessuno dei due sembrava volersi sbilanciare così il saluto fu un semplice bacio sulla guancia.
-Ciao- risposi io sorridendo e mi misi seduta a terra. Iniziai a strappare qualche ciuffetto d’erba rimanendo in silenzio. Bill stese una felpa a terra e ci si mise seduto sopra.
-Allora..come è andata oggi al lavoro?- mi chiese.
-Stancante, come al solito ma..il tempo passa più velocemente quando aspetti qualcosa di bello no?- risposi alzando lo sguardo e incrociando i suoi occhi.
-Giusto- mi rispose lui sorridendo.
-Tu? Cosa hai fatto?- gli chiesi curiosa di sapere cosa facesse una star.
-Bé ora ci stiamo riposando un po’, ma tra poco ricominceremo a scrivere e comporre per il nuovo album- mi rispose lui.
-Capito- mi limitai a rispondere. Ero felice, ma non riuscivo a darlo a vedere. Sentivo i suoi occhi puntati addosso così senza pensarci due volte gli sfilai il lungo capello che aveva in testa e lo indossai. –Mi piace- dissi sistemandolo.
-Ti sta bene- rise lui –posso riaverlo? Ho dei capelli davvero inguardabili oggi- aggiunse subito. Risi e mi alzai.
-Se riuscirai a prenderlo- dissi allontanandomi. Lo sentii ridere e venirmi dietro. Mi voltai e camminai all’indietro attenta a dove mettevo i piedi. Bill non muoveva neanche un muscolo, camminava verso di me facendomi arretrare. Sentii qualcosa fermarmi. Mi aveva fatta camminare inavvertitamente fino ad un albero così da impedirmi di muovermi oltre. La sua figura era sempre più vicina. Era decisamente più alto di me di almeno 15 centimetri.
-Posso riavere il mio capello?- mi chiese così vicino da poter sentire il suo respiro sulla mia pelle. Respirai a pieni polmoni e nascosi il cappello dietro la schiena. Gli sorrisi mentre sentivo le sue mani avvolgermi fin dove tenevo il cappello. I nostri volti erano a distanza di un respiro quando sentii il capello sfuggirmi dalle mani. Bill si allontanò repentinamente e rise
-L’ho preso- disse allegramente e si infilò il capello. Ero rimasta pietrificata, non riuscivo a muovere neanche un muscolo. Mi veniva solo da ridere, mi aveva ingannata.
-Ah è così che funziona? Per prendere il cappello usi questi subdoli giochetti?- dissi cercando di essere il più seria possibile. Bill corrugò la fronte e si avvicinò.
-Cosa vuoi dire? Credevo che..- non riuscì a finire perché venne interrotto dalla mia risata. Non ero più riuscita a contenermi.
-Questo significa che anche io mi prenderò una cosa. Quando meno te lo aspetti- risposi incrociando le braccia. Lui rise e lasciò che tutta l’aria che, per lo spavento aveva trattenuto, si liberasse.
-Mi hai spaventato!- disse ridendo –Bé, voglio proprio vedere cosa visto che non arrivi neanche alla mia spalla- disse facendomi una pernacchia.
-Vedremo- dissi alzando un sopracciglio. Lui rise e mi abbracciò.
-Vieni qui piccolina- mi strinse forte tra le sue braccia e io mi abbandonai completamente a lui. Restammo così per il resto della serata, impotente di fronte a tanta perfezione. Quando sentii il telefono suonare sbuffai e risposi.
-Io sono a casa tu?- mi chiese Giorgia
-Torno tra un po’ Giò. Ma tu che hai?- le chiesi. Aveva una voce strana.
-Niente- mi rispose lei. Era strana. Perché chiamarmi per dire che era a casa?
-Va bene, a dopo- risposi io attaccando. Riposi il cellulare nella tasca e rimasi seduta a terra. Bill era sdraiato sull’erbetta del parco con il braccio pronto a riaccogliermi dopo quell’interruzione.
-Che hai?- mi chiese vedendomi ancora seduta
-Giorgia. Devo tornare a casa, non mi piaceva la voce che aveva. Se tuo fratello le ha fatto qualcosa, stanno certo che nessuno dirà più che siete gemelli- dissi io seria pensando al peggio. Bill rise per un attimo, quando si accorse di essere l’unico smise e si alzò per avvicinarsi a me.
-Io vado a casa- dissi alzandomi
-Posso accompagnarti?- mi chiese alzandosi e raccogliendo la sua felpa
-Certo- gli risposi. Mi incamminai seguita da lui che si era acceso una sigaretta. Appena usciti dal parco mi prese per mano. Alzai lo sguardo e gli sorrisi. Voleva dimostrarmi che mi era vicino. Strinsi forte la sua mano.
Il tragitto era breve così appena arrivata sotto al porto lasciai la presa.
-Grazie Bill- gli dissi sorridendo.
-Per così poco- mi rispose lui rimanendo fermo davanti a me.
-Bé, allora ciao- dissi poi avvicinandomi alla sua guancia. Con un movimento repentino lui si voltò e le mie labbra si andarono a posare sulle sue. Risi.
-Ladro di baci- gli dissi abbracciandolo. Mi sentii stringere forte.
-Ci sentiamo- mi disse voltandosi e iniziando a camminare
-Bill- dissi correndogli dietro –Mi manchi già- gli sussurrai e sfiorai di nuovo le sue labbra morbide. Lo guardai negli occhi e tornai dentro. Non mi ero dimenticata affatto di Giorgia quindi salii di corsa le scale e spalancai la porta.
-Giò che hai fatto?- urlai entrando. La trovai avvinghiata a Tom sul divano. Sbarrai gli occhi. Che figuraccia.
-Oh ma andiamo! Bill non ti ha detto niente?!- si lamentò Tom sbuffando
-Ah quindi tutto questo era programmato?!- disse Giorgia alzando un sopracciglio. Tom rise.
-No, però gli avevo detto che se sarebbe successo non lo avrei chiamato. Insomma le…- venne interrotto dal suono del citofono. Immaginavo chi fosse così aprii senza chiedere. In un batter d’occhio Bill era alla porta. Tom lo guardò e scosse la testa.
-Mi pare che le indicazioni fossero chiare no, scemo di un gemello!? Ti ho detto se non ti chiamo non disturbare. Era sottointeso che tu dovessi rimanere con Chiara perché io ero con Giorgia - disse scandendo le parole.
-Io avevo capito che se non mi chiamavi era perché non era successo nulla e ci vedevamo davanti al ristorante- rispose Bill martoriandosi un labbro.
Bé la prossima volta ti scriverò un sms con le indicazioni così te ne ricorderai- sbuffò Tom. Bill rise e li guardò malizioso
-Cosa stavate facendo eh?!- chiese. Vidi Giorgia diventare rossa
-Credo non siano affari tuoi- rispose Tom. –Bé, andiamo. Ormai hai rovinato tutto- disse alzandosi dal divano. Giorgia rise e si alzò. Tom non era arrabbiato, solo sconvolto dalla minuscola intelligenza del gemello. Giorgia e Tom si salutarono con un dolcissimo bacio, poi Tom si avvicinò a me.
-la prossima volta tieni Bill più tempo possibile, lo dico a te perché non posso contare su di lui- mi sussurrò dandomi un bacio sulla guancia. Bill mi salutò con la mano e entrambi scesero per le scale continuando a borbottare tra di loro e spingersi proprio come due bambini di cinque anni.
Rimasi a guardare Giorgia con un sorriso compiaciuto.
-Che guardi?- rise lei tirandomi un cuscino, scossi la testa e andai a dormire.





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Angolo dell'autore
Salve a tutti! Scusate tanto il ritardo ma per colpa della scuola e poi delle vacanze in un posto in cui non esisteva internet non ho più aggiornato! Prometto che mi farò perdonare ;)
Sty;
 
 
 
 

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