Il libro del principe mezzosangue.

di lovesbook
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Magie nei campi dorati. ***
Capitolo 3: *** Le spighe di grano sono sempre pronte ad accogliermi. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



"Ho avuto un'infanzia difficile. La mia vita è sempre stata complicata, ma lo divenne ancora di più quando persi la donna che continuo ad amare.
Non voglio che questo libro venga letto. Non voglio far pena o compassione, non lo sopporterei"
pag.1 de Il libro del principe mezzosangue.

Anno 1999, il libro fu ritrovato da una famosa scrittrice appassionata di magia, a Godric's Hollow.
Come abbia fatto lei a sapere dell'esistenza di quell'ammasso di fogli?
"Al giorno d'oggi sono molte le biblioteche che espongono libri riguardanti maghi e streghe dell'epoca" ci racconta Thara Carter.
"Ho letto con la massima attenzione Il calderone magico che mette in evidenza tutti i maghi più famosi e più potenti. Sotto ad un paragrafo, vi era l'immagine di Godric's Hollow: decisi di visitare personalmente questo posto e di farne un'indagine per l'ispettore Grant.
Mi recai lì portando con me soltanto una macchina fotografica e un blocknotes, il minimo indispensabile.
Per prima cosa decisi di visitare il cimitero, in modo tale da poter scoprire se esistevano altri maghi ignoti al mondo dei comuni mortali.
Trovai la tomba dei Tre fratelli Peverell.
Mi avvicinai con molta cautela senza far rumore, e scrissi sul mio blocchetto la data di nascita e di morte. Mi sedetti sull'erba in modo tale da poter scrivere tutto quello che c'era sulla lapide, ma ad un tratto fui interrotta da dei bambini che si divertivano a nascondere oggetti sotto terra.
Gridai loro di andarsene, perché non potevano giocare in un cimitero. Ma non prestavano ascolto.
Ad un certo punto un bambino emise un urlo di gioia e disse"Ho scavato una buca profondissima, venite a vedere".
Non riuscendo a finire il mio lavoro, mandai via quei ragazzini e continuai la mia ricerca.
Quando mi avvicinai alla lapide di Lily Evans e di James Potter, notai che qualcosa fuoriusciva dalla buca scavata dal bambino.
Mi avvicinai e presi un lungo ramoscello che risiedeva affianco alla tomba.
Continuai a scavare in modo tale da poter capire cos'era quell'oggetto.
Era un libro.
Sfogliai le pagine delicatamente e ritornai alla prima: "...Non voglio che questo libro venga letto. Non voglio far pena o compassione. Non lo sopporterei"
Presi il libro e lo misi nella mia borsetta. Dopo di che riempii quella buca con dell'altra terra e andai via."
"Ma lei lo ha letto questo libro?" chiesi.
"Vorrei che lo leggessi tu" mi rispose.
"Perché proprio io?"
"Sono impegnata nella mia ricerca per un altro ispettore".
"Lo ha qui il libro?"
"Ecco" disse dandomelo. "Adesso se non le dispiace, vorrei continuare a lavorare"
"Certo. Arrivederla e grazie" risposi.

Presi il libro e ritornai a casa.
Ero curiosa di sapere cosa ci fosse scritto; quali segreti e avventure avrebbe svelato.
Mi sedetti su una poltrona difronte al camino, mi coprii con una coperta e iniziai a leggere Il libro del principe mezzosangue.

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Capitolo 2
*** Magie nei campi dorati. ***


Prima di iniziare a leggere, mi soffermai per qualche minuto a guardare la copertina. Era rovinata e ruvida, di colore rosso scarlatto.
Ripensai anche all’intervista di quella mattina con Thara Carter.
“Perché voleva che leggessi questo libro?”
“Stamattina mi ha detto una bugia. Lei lavora soltanto per un ispettore, e quello è proprio Grant” continuavo a ripetermi.
Volevo capire chi era e da dove veniva questo “principe mezzosangue”. Decisi di approfondire l’argomento, ma per farlo, avrei dovuto prima leggere il libro.
Mi sistemai sulla poltrona e la mia lettura ebbe inizio:


"Dal Principe Mezzosangue.

Ho avuto un'infanzia difficile. La mia vita è sempre stata complicata, ma lo divenne ancora di più quando persi la donna che continuo ad amare. Non voglio che questo libro venga letto. Non voglio far pena o compassione, non lo sopporterei.
Quando ero piccolo, io, Severus Piton, ho sempre guardato con occhio diverso quei bambini che avevano la fortuna di passare il loro tempo coi propri genitori. I miei, preferivano lasciarmi a casa tra libri e bacchette. Solo.
Un giorno decisi di abbandonare la mia dimora e andare a rifugiarmi tra i campi. Mentre ammiravo il tramonto con grande stupore, udii delle voci provenienti da dietro un albero.
«Lily! Smettila di far levitare quel fiore!»
Era una voce stridula e acuta. Preso dalla curiosità, andai a vedere chi fosse. Mi nascosi dietro l'albero e non dissi nemmeno una parola. Ascoltai la loro discussione molto attentamente.
«Guarda Petunia, guarda come levita!»
Allungai il collo per vedere il loro aspetto, e notai che una aveva i capelli neri; era alta,snella; l'altra invece era più bassa e coi capelli rossi. Lunghi capelli rossi. Ricordo ancora il suo sguardo come se fosse ieri; la sua maglia color lavanda e la margherita che aveva tra le candide mani.
«Lily, sei un mostro! Lo dirò alla mamma!» strillò la bambina più alta.
La voglia di intervenire era molta. Non tolleravo che la parola "mostro" venisse usata per definire quelli dotati di poteri magici.
Quelli come me. Tutto ciò mi provocò tanta rabbia. Vedere il volto di Lily rigato dalle lacrime, mi imbestialì e iniziai ad agire di impulso.
Lanciai un incantesimo alla bambina più grande. Iniziò a levitare lentamente e le sue grida si facevano man mano più acute.
(In quei tempi, non c'era nessuna Legge che vietava di fare incantesimi al di fuori di Scuole o luoghi simili).
La bambina dai capelli rossi, Lily, mi implorò di smetterla e io obbedii. Non me lo feci ripetere due volte.
Quando Petunia appoggiò i piedi per terra, mi attaccò dicendo:"TU! Tu sei tale e quale a lei! Siete dei mostri, io me ne vado!". E iniziò a correre a gambe elevate.
Fu seguita da sua sorella, che mi lanciò un'occhiataccia e mi disse: "Non so chi tu sia, ma sei una persona cattiva. Molto cattiva", e corse via.
Rimasi lì, fermo, per un paio di secondi. Il sorriso che avevo sul volto si distrusse appena prunciò quelle parole.
"Ero davvero così cattivo?" "

Questo primo capitolo mi lasciò assai perplessa.
Chi era Lily?
Sarà che quella Lily Potter di cui mi parlava Thara, è davvero la Lily di cui parla anche il principe mezzosangue?
Furono molte le domande che mi posi dopo aver letto le prime pagine.
Ma riuscii a trovare la risposta.

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Capitolo 3
*** Le spighe di grano sono sempre pronte ad accogliermi. ***


Il mio sguardo si spostò verso la finestra: fui attratta dal picchiettare delle gocce sopra il davanzale.
Per un attimo, decisi di chiudere il libro e di iniziare ad approfondire l'argomento.
Accesi il mio pc portatile e incominciai a navigare sul web.
"Severus Piton", scrissi.
Cliccai sul primo sito e mi ritrovai la sua foto come sfondo: pelle bianca e capelli color nero corvino. Rimasi con gli occhi fissi sul suo volto per una decina di secondi. Il suo sguardo mi era molto familiare, come se lo avessi già visto da qualche altra parte, il problema è che non riuscivo a ricordare dove.
Provai ad andare indietro nel tempo, ma niente mi riportava a lui.
Col mouse, arrivai fino in fondo alla pagina e vi era una scritta molto piccola, quasi indecifrabile. Misi lo zoom al massimo e lessi: "Severus Piton è stato ucciso da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.."
"Chi!?" pensai.
"..alias Lord Voldemort".

Ad un tratto sentii un rumore e, a dir la verità, mi spaventai come non mai. Ero presa da quelle foto, da quella storia, e sembrava che fossi entrata in un mondo magico a cui non avevo mai dato tanta importanza.
Leggendo quelle notizie, una cosa era pur certa: nella mia testa si formularano migliaia di domande e se continuavo a leggere ciò che era scritto sul web, esse si sarebbero triplicate.
Per questo spensi il mio pc e ripresi il libro.


"Le spighe di grano sono sempre pronte ad accogliermi"

..Ero davvero così cattivo?
Perché avevo lanciato quell'incantesimo!? Cosa mi era preso!?

La situazione mi era sfuggita di mano, ma quando me ne resi conto era troppo tardi.
Non sapevo se l'avrei più rivista; se avrei più ammirato quei capelli rossi, quel suo bel viso.
Mi allontanai dall'albero e mi sedetti per terra, tra le spighe di grano.
Per tutto il tempo non feci altro che riflettere su ciò che avevo combinato. I miei pensieri furono accompagnati dal fruscio del vento che rendeva l'atmosfera ancora più malinconica.
Quando il sole sparì tra le colline e il cielo era di color blu cobalto, capii che dovevo ritornare a casa.
"Probabilmente i miei genitori mi stanno aspettando" pensai.
Ma mi sbagliavo.
Quando feci ritorno nella mia dimora, notai un bigliettino attaccato davanti alla porta: "Severus, figliolo, siamo molto occupati e non potremo tornare a casa per cena. So che te la caverai, sei un bambino molto intelligente". La scrittura era quella di mia madre, ma non rimasi affatto stupito. Non era la prima volta che restavo da solo.
La porta era già aperta; entrai e mi misi a letto.
Non avevo fame, né sete; volevo soltanto infilarmi sotto le coperte e immergermi in un sonno profondo. "Almeno non pensavo all'accaduto".
Quando mi risvegliai, erano le sette del mattino.
Volevo ritornare al campo per vedere se Lily sarebbe venuta assieme a sua sorella.
Il mio obiettivo era quello di chiederle scusa.
Per questo mi alzai dal letto e una volta lavato e vestito, mi diressi al campo dorato.
Mentre uscivo di casa, mia madre mi chiese dove stessi andando, ma non la risposi.
Una volta arrivato, mi sedetti e aspettai le due bambine. Il tempo scorreva lentamente e i raggi del sole si facevano mano mano più "violenti".
Erano le dieci passate, quando iniziai a sentire alcune voci. Mi alzai di scatto e portando una mano sopra gli occhi, cercai di vedere chi ci fosse.
Le voci diventavano sempre più vicine e quando mi girai scorsi una bambina dai capelli rossi.
La felicità si impadronì del mio corpo quando capii che era lei. Le andai incontro e quando mi vide fece due passi indietro.
«Non aver paura, voglio soltanto chiederti scusa per come mi sono comportato ieri» dissi con voce tremante.
Lily si voltò per guardare Petunia. Non sapeva se perdonarmi o no.
«Non so ancora cosa ci faccio qui, con due esseri anormali. Vado a raccogliere le spighe di grano e poi le porterò alla mamma!» disse con tono altezzoso, Petunia.
Mentre vedeva sua sorella andar via, Lily mi guardò e mi disse con occhi lucidi: "Io ti perdono".
Al suono di queste parole, il mio cuore si riempì di gioia.
«Vieni, ti faccio vedere un panorama spettacolare» risposi.
La portai dall'altra parte del campo, e assieme ci stendemmo per terra ad ammirare le colline soleggiate.
«Come ti chiami?» mi domandò.
«Severus, Severus Piton. E tu?»
«Lily Evans» rispose.
«Sai, secondo me tua sorella è invidiosa»
«Non è vero, Severus»
«Lei non è una maga. E' una babbana!»
«Mia sorella ha sempre detestato coloro dotati di poteri magici. Come ben hai potuto sentire, ci considera dei mostri. Ma non importa!»
Decisi di cambiare discorso. Non volevo provocare altri danni.
«Ti piace il panorama?» chiesi.
«Molto!» disse, sorridendo. «Potresti dirmi che ore sono? Mia madre non vuole che faccia tardi» continuò.
«Non ho un orologio. Però basta guardare la posizione del sole! Ad esempio adesso è mezzogiorno!» le spiegai.
«Mezzogiorno? Come vola il tempo,Severus»
«Sai, mio nonno mi ripeteva sempre che il tempo scorre molto velocemente quando sei con le persone che ami.»

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