Le due Organizzazioni nere

di Sherry Jane Myers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una decisione presa d'istinto ***
Capitolo 2: *** L'ombra del mago ***
Capitolo 3: *** La scelta giusta e la scelta migliore. ***
Capitolo 4: *** Tra pillole e pallottole ***
Capitolo 5: *** Il cespuglio di rose bianche ***
Capitolo 6: *** Il lieto fine ***



Capitolo 1
*** Una decisione presa d'istinto ***


Detective Conan: Le due organizzazioni nere.













-  Sono qui, Kid. –

L’ennesima fuga dopo l’ennesimo colpo di Kaito Kid.
Ma questa volta Conan era lì. Questa volta non l’avrebbe fatto scappare. Avrebbe pagato per i suoi crimini.
Sguardi sicuri e rivaleggianti saettavano tra di loro, con tanta forza che nessuno dei due si sarebbe stupito se fossero iniziate a sprizzare scintille fra loro.

- Ebbene, sei di nuovo qui, pronto a catturarmi. – disse kid, con il mantello che si muoveva al vento e il suo solito sorriso beffardo stampato sulle labbra.

- Puoi giurarci kid. – ribatté lui. Quella, come ogni volta, si era ripromesso di catturarlo. E ogni volta lo faceva con nuova determinazione e sicurezza. Sì, quel giorno sarebbe finito in prigione una volta per tutte.

La battaglia era iniziata. Carte e palloni da calcio volarono.
Per ogni volta che un pallone arrivava vicino a colpire Kid, una carta sfiorava Conan.
I due sembravano equivalersi, sia nel colpire che nell’evitare.

Una schivata sfortunata fece rimanere Conan aggrappato al bordo del palazzo. Era lì che kid voleva farlo finire.Il mago aveva capito che Conan si era portato dietro il suo zainetto paracadute, e voleva spingerlo ad usarlo per scappare.

Ovviamente il detective aveva capito le sue intenzioni, e stava lottando per restare aggrappato.

Kid gli si portò sopra, pronto a far partire il colpo che ancora una volta per lui avrebbe significato la libertà.
E forse, un passo in più per riavvicinarsi agli assassini del padre.

In quel breve secondo molte cose accaddero.

Il mantello di kid era così sottile che Conan notò una luce che vi passava attraverso. Una piccola luce rossa.

Sull’alto del palazzo di fronte, due cecchini erano appostati. Due? Nessun cecchino poteva essere così preciso da sovrapporre esattamente il mirino nello stesso punto, ne c’è ne sarebbe stato bisogno.
Ma dov’era puntato l’altro colpo? Uno era alla schiena di kid e l’altro? Nel cercarlo alzò lo sguardo e per poco non rimase accecato.

Era puntato su di lui. Alla sua testa per la precisione

- Attento! – gridò Conan per avvertire il ladro.

Kid si girò di scatto, evitando la sua pallottola, ma venne comunque colpito alla spalla da quella destinata a Conan. Cadde all’indietro, precipitando dall’edificio. Forse per il dolore alla spalla, forse per altro, non riuscì ad aprire il deltaplano.

Conan saltò giù anche lui dall’edificio, afferrò la mano di kid ed aprì il paracadute.

Il cappello del mago era volato via.

Il guanto del ladro, forse per via del sangue che l’aveva sporcato, era scivoloso. In più, nel corpo di un bambino di sette anni, il peso del ladro era troppo per essere sostenuto a lungo.

«Dannazione, resisti!» si rimproverò mentalmente Conan, senza ottenere però grandi risultati, visto che la mano del ladro gli scivolò.

Kid riprese a cadere, atterrando sul tetto del palazzo di fianco, mentre Conan finì fuori rotta, atterrando su un balcone dello stesso edificio.
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Che cosa stava succedendo? Era forse questa la fine del grande ladro, kid? Non sentiva altro che il dolore alla spalla, che si stava estendendo a tutta la zona circostante.
Restò immobile sul pavimento, come incapace di muoversi.

- È kid! L’abbiamo preso!- disse una voce. Doveva essere Nakamori. Chissà come sarebbe stata contenta Aoko, prima che gli venisse tolta la maschera, che quel giorno aveva messo in ricordo di suo padre, nell’anniversario della sua morte. Come si sarebbe comportata quando avrebbe scoperto la sua identità?
All'improvviso, il vociare festoso dei poliziotti fu sovrastato da un altra voce, più acuta, da bambino.

- Sta perdendo sangue, dovete fasciarlo! – Dunque il piccolo detective li aveva raggiunti.

«E figurati se si perdeva il mio arresto» pensò ironicamente il ladro.


Kid fu bendato, ammanettato e sollevato di peso da due agenti, che lo costrinsero a camminare lentamente verso l’auto della polizia.
Fu una decisione presa d’impulso. Se glielo avessero detto pochi istanti prima, il piccolo detective non ci avrebbe creduto.

Conan corse da kid, e gli dicendo: - Tieni! Ecco il tuo cappello. –
Nakamori fece segno all’agente che lo teneva di lasciargli libero un braccio per permettergli di prendere il cappello. Lui se lo rimise, con un attimo di esitazione.

Sulla tesa del cappello c’era scritto: Preparati a scappare.

Il tempo di uno sguardo confuso, ricambiato da un sorrisetto serio ma complice ed un ago soporifero partì in direzione di uno dei due agenti e kid spintonò l’altro.
Poi, svanì in una nuvola di fumo.
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By Sherry Myano

La prima parte del mio finale, a metà fra Conan e Kaito... spero vivamente che vi sia piaciuta, fin ora ho pubblicato le mie storie in un forum, e sono un po' emozionata nel pubblicarle su un sito grande come questo!!
Grazie a tutti quelli che vorranno lasciarmi un commento, ci terrei molto, anche solo per sapere se c'è qualcosa che dovrei correggere o aggiustare :D
Ciao a tutti quelli che leggono la mia storia!!

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Capitolo 2
*** L'ombra del mago ***








Detective Conan: Le due organizzazioni nere.



Appoggiato al lato di un edificio, kid respirava affannosamente.

La spalla gli doleva e con le mani bloccate dietro la schiena non riusciva a tenersi premuta la ferita provocatagli dal proiettile, da cui, nonostante il bendaggio, il sangue continuava a uscire.

Non aveva la più pallida idea di dove potersi nascondere, la sua mente era completamente svuotata.
Le sirene della polizia si udirono in lontananza, riscuotendo Kaito. Ferita o no, doveva trovare un posto dove rifugiarsi, o sarebbe stato catturato.

«Di nuovo» pensò amaramente.

-         Seguimi. –

Conan l’aveva raggiunto.

«Accidenti, ma è dappertutto?» pensò seccato. Quel ragazzino era abile e svelto quasi quanto lui.

Non riusciva a comprendere le sue intenzioni: l’aveva fatto scappare, ma erano rivali, nemici giurati, ladro e detective. Eppure… che l’avesse fatto solo per prendersi il merito? No, non era così meschino, anzi… ma allora…

-         E perché dovrei? – disse, cercando di mostrarsi il più spavaldo possibile, nonostante la situazione in cui si trovava non glielo permettesse granché.

-         Non mi sembra che tu abbia molte possibilità. – disse calmo lui.

Le sirene della polizia si udirono sempre più vicine. No, non aveva scelta. Kid annuì e Conan lo guidò dentro un casolare abbandonato. Da lì, spostando alcune casse, entrò in una piccola stanzetta segreta.

-         A che gioco stai giocando? – domandò il ladro – prima mi fai scappare poi mi nascondi e… -

CLICK.

Il detective aveva sganciato le manette. Lentamente kid si portò la mano alla spalla e si sedette su una cassa.

-         Che strano. – disse – credevo che catturarmi fosse la tua più grande aspirazione. E invece….
-         Nessuno merita di essere catturato perché salva la vita a un altro. –
-         Cosa? – Esclamò Kid, preso alla sprovvista. Non si aspettava che l’avesse notato. Ma era pur sempre Shinichi Kudo quello di cui stava parlando.
-         Non prendiamoci in giro. Non ti sei girato in modo naturale prima, ma hai fatto perno su un piede per bloccare la pallottola diretta a me, non è vero?-
-         Bravo, Shinichi. È per questo che mi hai aiutato a scappare? –
-         Forse. Spero di non essermi sbagliato facendoti fuggire. – disse Conan con aria pensierosa – Come a New York. Forse, se non avessi lasciato fuggire Vermouth quel giorno, ora non sarei ridotto così. – Parlava a voce alta, anche se non si stava rivolgendo direttamente a Kaito. Tanto, lui conosceva già il suo segreto, poteva parlare liberamente.

Poi si sfilò gli occhiali e glieli porse. – Conosci quell’uomo? – la telecamera recentemente inserita dal dottor Agasa negli occhiali aveva registrato tutto. Nell'istante in cui aveva notato i due cecchini, prima che kid gli coprisse la visuale, si distinguevano chiaramente Chianti e…qualcun altro.

-         Snake. Quello è Snake. Credevo se la cavasse meglio con le pistole che con i fucili. Che cosa centri tu con lui?-
-         Personalmente nulla – disse voltandosi. – Ma ragiona. Ognuno di noi due conosce uno dei due cecchini, che miravano rispettivamente a me e a te e sono entrambi vestiti di nero. Troppe coincidenze, non ti pare? –
-         Vedo che ti sei informato sul mio passato. - Commentò sarcastico Kid. – Ma c’è qualcos’altro che volevi dirmi, oltre a comunicarmi le tue deduzioni, non è così? Parla.

Shinichi esitò un attimo poi disse: - Dopo questa sera, lascia morire Kaito kid. Puoi indagare insieme a me sull’organizzazione, senza più essere un criminale. Stai tenendo in vita tuo padre attraverso Kid. Smetti di essere Kid, smetti di essere tuo padre, torna ad essere solo Kaito Kuroba.

Il ragazzo sorrise rassegnato, si levò la maschera e disse:

- E così hai scoperto la mia identità. Immagino che se non smetterò di rubare, tu la rivelerai alla polizia. –
- No. Dopotutto, tu non hai rivelato a nessuno la mia, anche se avresti potuto farmi un ricatto come quello che hai appena proposto. – disse andandosene.

Più tardi, Kaito Kuroba fu ricoverato in ospedale, come un semplice diciassettenne che era stato aggredito in un vicolo. Fu operato, e due settimane dopo tornò a casa in convalescenza. Ma le parole del giovane detective gli rimbombavano nella mente, un eco fastidioso, come un lavandino che perde.

Stava davvero tenendo in vita suo padre attraverso Kid? No, si ripeteva, stava cercando i suoi assassini usando il suo costume. Ma era davvero così?

Il giorno dopo alla centrale di polizia e a Shinichi arrivò un biglietto:

Kid è scomparso e di lui resta solo l’ombra del mago stagliata contro la luna .
A decidere del mio destino sarà colei che ha in mano il mio cuore.
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By Sherry Myano

Ecco a voi il secondo pezzo della mia storia! Spero sinceramente che vi piaccia!
Grazie a tutti coloro che hanno la mia storia fra le seguite, ovvero _Flami_ , Yume98 e HikaruUzumaki!!

Lasciatemi un commentino per sapere se vi è piacuta ;)

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Capitolo 3
*** La scelta giusta e la scelta migliore. ***


Detective Conan: Le due organizzazioni nere.







-         Ciao Kaito! – disse Aoko.

Kaito era stato dimesso dall’ospedale, ma i medici gli avevano detto di stare a riposo. Aoko veniva a trovarlo tutti i giorni da una settimana, ormai. Aveva mandato quel biglietto alla polizia e a Shinichi, forse il più chiaro che avesse mai mandato…

-         Aoko, aspetta. – Doveva farlo. Doveva dirle tutto. Ma come poteva, come poteva cancellare il sorriso della ragazza dicendogli “ehi, ciao sono io kid!”.
Ma c’era anche un'altra cosa che doveva dirgli.

-         Che c’è? – disse lei voltandosi. Un sospiro.
-         Devo dirti una cosa. –
-         Non puoi dirmela domani? Si è fatto molto tardi. – chiese lei, che evidentemente aveva fretta.
-         No, è importante. – rispose lui, senza guardarla negli occhi. Accidenti. Dov’era finita in quel momento la spavalderia di kid, quella che aveva fatto cascare ai suoi piedi tante ragazze? Ma l’unica che non l’aveva fatto era lei, ed era proprio di lei che era innamorato… Accidenti.

-         Si…. Ecco…. È che tu… si insomma, tu… tu mi piaci. – quanto aveva balbettato prima di dire questa frase? Non era certo la dichiarazione che si era immaginato di farle….
-         D-davvero? – anche lei aveva balbettato. Forse non se l’aspettava così all’improvviso. – anche tu mi piaci…. – rivelò. Si spinse in avanti, forse per abbracciarlo, ma lui la fermò.

-         Devo dirti anche un'altra cosa. – Ecco. Se dire la prima parte era stato difficile, figuriamoci questa.
-         Dimmi – sembrava al settimo cielo. Chissà come sarebbe cambiata la sua espressione di lì a poco.
-         Devi sapere che io sono… io ero Kaito Kid. – L’aveva detto. Era fatta.

Non ebbe il coraggio di guardarla negli occhi, ma se l’avesse fatto vi avrebbe visto il terrore, avrebbe visto Aoko che lo guardava come un cane rabbioso da cui ti allontani molto lentamente.

Ma lei restò ferma. Stava pensando ovviamente al suo ultimo biglietto. Essendo la figlia di Nakamori, ovviamente ne sapeva il contenuto. Dopo averla letta aveva esclamato: “mi piacerebbe che kid fosse innamorato di me, lo sbatterei in galera in quattro e quattr’otto!” ma mai si sarebbe immaginata che Kid fosse il suo migliore amico. Ora… ora che sapeva la verità era così difficile!

Lui teneva gli occhi chiusi, puntati verso il terreno, in attesa del verdetto.

-         Sei in arresto, Kid. –

Riaprì gli occhi e fisso per terra. Già, probabilmente sapeva che sarebbe andata così, ma forse quel romanticone di Shinichi lo aveva contagiato, lo aveva fatto sperare. Lui, però, poteva essere così sicuro dell’amore della sua ragazza, mentre lui, lui era a metà fra amore e odio.

Il grande illusionista aveva illuso se stesso. Come aveva potuto sperare in un lieto fine? Anche nelle fiabe il ladro non ha mai un finale felice, figuriamoci nella realtà. Perfino Robin Hood in alcune versioni della storia moriva, e lui era il ladro “buono”…

-         Ora dirai a mio padre quello che hai detto a me. – disse, porgendogli il telefono, pur con le mani che le tremavano. Mentre Aoko pronunciava queste parole, i suoi occhi si velavano di lacrime, che lei tentava di respingere. Si maledisse mentalmente. Lui era un criminale. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Era un essere spregevole, che si divertiva a umiliare suo padre.

Ma fu solo quando Kaito eseguì quello che lei aveva detto, che capì quanto si era sbagliata.

-         Kid. – disse – perché sei diventato un ladro?  Perché ti diverti a umiliare mio padre? – ora voleva saperlo. Forse la sua risposta, le avrebbe fatto credere di aver fatto la cosa giusta.

«Kid» pensò Kaito prima di rispondere. Quel nome, pronunciato dalla ragazza e, per la prima volta, direttamente indirizzato a lui, gli sembrò ripugnante, lo colpì tanto forte da farglielo odiare.


Ma fu ancora peggio. Dopo che lui ebbe raccontato la sua storia, lei si sentì ancora più in colpa e scoppiò a piangere.

-         Perché hai scelto me? – chiese tra i singhiozzi. – perché hai voluto che fossi io a giudicarti? –
-         Perché – rispose lui – tu mi ami e mi odi. Eri l’unica che avrebbe potuto decidere la cosa migliore. –
-         Mi dispiace… - disse lei – invece ho sbagliato... – e scoppiò a piangere più forte di prima.

Le sirene della polizia in lontananza.

-         Probabilmente hai fatto la cosa giusta. Forse, devo pagare per i miei crimini e così sarà. – disse lui. – E comunque, è troppo tardi per tornare indietro.

-         Sì. – disse Aoko – ho fatto la scelta giusta. Ma dubito fortemente di aver fatto quella migliore.

Poi fu portato in centrale, e dopo in prigione. Rassegnato, si sdraiò sul suo nuovo letto e attese. Cosa, però, non lo sapeva neanche lui.
 

Sei mesi dopo.

 
-         Hai visite. – disse la guardia di turno. Aoko, come al solito, era venuto a trovarlo. Sebbene suo padre disapprovasse, lei lo veniva a trovare quasi tutti i giorni.

-         Ciao Kaito! - lui rimase disteso sul letto e gli rimandò un saluto.

In qualche modo, riusciva sempre a sembrare più libero di lei. Come se la sua mente vagasse fuori da quell’edificio. Lei invece era il contrario. Era come se il suo cuore fosse rimasto con lui, in quella cella.

Kaito si mise a sedere. Aoko lo raggiunse e disse:

-         Devi scappare da qui. Tra poco sarai maggiorenne, e ti porteranno in un carcere di massima sicurezza… non so se potremo vederci così spesso lì–
-         La risposta è la solita, Aoko. Conoscono la mia identità. Non voglio essere libero e vivere come se non lo fossi. E poi mi riacciufferebbero in un lampo. Chiunque mi vedrà telefonerà alla polizia. –
-         Ma questa volta ho la soluzione… ti ricordi del tuo amico, Conan? Mi ha dato questo. – disse porgendogli un foglio di giornale ripiegato molte volte. Poi, sottovoce aggiunse: - è tornato ad essere Shinichi Kudo –.

Lui sgranò gli occhi, aprì il giornale e lesse. A cavallo delle due pagine di giornale che stava fissando, troneggiava un enorme titolo:

Sgominata la più grande banda criminale del Giappone: tutti i dettegli sull’organizzazione nera.
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By Sherry Myano

Fan di Kaito, please, don't kill me!!!
Ok, sapendo di avere già i fan del grande mago alle costole, cerco di scusarmi, e prometto che ci sarà un lieto fine anche per il ladro in questa favola!
Purtroppo, a giudicare dalle recensioni che avete lasciato, molti saranno delusi, perchè si aspettavano di vedere Conan e Kid combattere insieme... vi posso dire solo che kaito avrà ancora un ruolo nella vicenda, anche se nel post organizzazione!
Passando ai ringraziamenti:
Grazie ad Aya_Brea, HikaruUzumaki, JKEdogawa, Yume98 e _Flami_ che hanno la storia tra le seguite!
Grazie inoltre a Corvina300, Yume98, Aya_Brea e _Flami_ che hanno recensito la mia storia.
E grazie a tutti coloro che hanno fatto arrivare la quota di visite della mia storia sopra i 100!!


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Capitolo 4
*** Tra pillole e pallottole ***


Detective Conan: Le due Organizzazioni nere.




-         C’è l’ha fatta dottor Agasa? Davvero? – esclamò Conan. Da mesi attendeva quel momento.
-         Sì. Finalmente ci sono riuscito –

Nell immagine che Conan aveva mostrato a Kid mesi prima, si vedeva un'altra persona, Gin, che parlava al telefono. Dopo mesi di tentativi, favori richiesti a Takagi e ancora tentativi falliti di ingrandire quei fotogrammi, erano riusciti a capire, leggendo le labbra, cosa aveva detto Gin e chi aveva chiamato. Aveva telefonato al loro capo, e loro avevano scoperto qual era la parola d’ ordine usata per accertarsi che chi chiamava fosse un membro dell'organizzazione.

-         Siamo pronti? –Chiese Conan. – Il piano inizia ora.-

Ai e Agasa annuirono in silenzio.

Tuuu tuuuu tuuu
«Avanti. Rispondi.»
  Pensava ossessivamente Conan, tenendo il farfallino cambia voce in mano, regolato su una voce completamente anonima.

L’altro prese la linea.

-         Noi possiamo essere sia il bene che il male – disse la voce dall’altro capo del telefono.

Ecco il significato della frase che vermouth aveva rivelato all’ingegnere che l’organizzazione aveva ricattato tempo prima.

-         Poiché il nostro obbiettivo è risollevare i defunti contro l’inesorabile scorrere del tempo. –
-         Identificati. – disse l’altra voce. Perché gli era così familiare?
-         Io sono il vostro più grande errore. E il vostro più grande successo –

Niente da dire. Conan ci sapeva proprio fare con le parole. Proseguì.

-          Kudo Shinichi ti attende nella zona dove avete ucciso Akemi Myano, domani alle 17.00 . Porta l’APTX4869. Solo così raggiungerete il vostro obbiettivo.
-         E perché dovrei crederti? –

Conan si gelò sul posto. Quella voce glaciale… nessun dubbio, poteva essere solo lui.

Gin.

Spinto da questa convinzione, e da una deduzione che aveva generato in passato, rispose:- Perché tu stesso mi hai somministrato un potente veleno, ma io ti sto parlando, e perché per me il tempo ha cambiato il suo flusso. –

Gin restò zitto.  Poi disse: - Vediamoci lì. – e riattaccò.

Conan si girò verso i suoi amici e con un sospiro disse: - Andata. – poi aggiunse:

-         Inizia la seconda parte del piano. Sei pronta, Shiho? Tra poco sarai nuovamente una scienziata al lavoro.
-         Non vedo l’ora. –
 
Scuola elementare Teitan. ore 16.00

-         Torniamo a casa insieme? – domandò Ayumi.
-         Come al solito no? – disse Genta.
-         Ehm… ragazzi…. – disse Conan. – noi dobbiamo dirvi una cosa. –

Il cuore di Ayumi prese a battere all’impazzata. Quella mattina si era svegliata con un brutto presentimento.

-         Io e Haibara torniamo a casa nostra. – la notizia provocò lo sconcerto nel gruppo.
-         Come? Ma… non potete…. I giovani Detective… - continuavano a balbettare gli altri.

Non era bello mentirgli, ma che il piano funzionasse o no, loro non si sarebbero più rivisti. Altrimenti avrebbero detto di aver fatto uno scherzo o qualcos'altro.

-         Mi dispiace, ragazzi, ma è così, ci mancherete, ma ora dobbiamo andare. – Conan e Ai imboccarono un vicolo, che costituiva una scorciatoia per il luogo dell’appuntamento. Ma la corsa disperata di Ayumi li costrinse a fermarsi.

-         Che c’è, Ayumi? – chiese Conan.
-         Tu non sei chi dici di essere. Non è così?

Conan sorrise.

-         Sei sulla buona strada per diventare una grande detective, te lo auguro. Forse, ci rivedremo un giorno. –

E s'incamminarono nuovamente lasciando Ayumi con gli occhi lucidi, che guardava il suo amore andarsene.

-         A volte sei crudele quanto me, Kudo. –
-         Non è colpa mia. Come facevo a dirle che si era innamorata di un diciassettenne? –
-         Sarà, Kudo, sarà. –

Ma qualcuno aveva visto la scena.

-         Perché Conan ha salutato così i suoi amici? Non è normale. Sarà meglio tenerlo d’occhio. -
 
Magazzini abbandonati. Ore 17.00
Il pallone rotolò via. Poteva sembrare un errore, ma ovviamente era tutto calcolato. Il ragazzino fece finta di inseguire il pallone.

-         Che ci fai qui ragazzino? – disse Gin spuntando all’improvviso, senza un apparente provenienza.
-         Mi accertavo sul numero dei tuoi sgherri che potrebbero impallinarmi al momento. –
-         Cosa? Tu saresti…. –

Conan poggiò un piede sul pallone e disse: - Shinichi Kudo. Detective liceale. –

-         Non scherzavi, quando hai detto che il tempo aveva invertito il suo flusso per te. Dunque, cosa vuoi? –
-         Non avere fretta, Lion. –

Gin sgranò gli occhi. – Come… -

-         Il leone. – disse Conan. – il re di tutti gli animali. Non ti bastava avere un ruolo di spicco in un'organizzazione criminale, no, ne hai fondata un'altra. Anelavi all’immortalità… Non eri interessato a far resuscitare i morti, tu preferisci dimenticarli. Eppure… come sei arrivato ad essere il capo dell’ organizzazione? –
-         Sei informato, vedo. Semplicemente, facendo quello che so fare meglio… ho ucciso il vecchio capo. –
-         Bene. Ora so abbastanza. – Gin tentò di estrarre la sua pistola, ma nulla… una pallonata lo colpì sulla testa.

Bene. Ora andiamo. Pensò Shinichi.

Ore 17.15 magazzini abbandonati.

Eccolo. L’aveva trovato.

Quei magazzini erano sempre stati degli ottimi nascondigli. Ora, tutto andava per il meglio. Il piano sarebbe stato un successo.

Sherry sarebbe tornata.

Ore 17.30 magazzini abbandonati

Posò di nuovo il pallone per terra, di fianco a Gin, che restava ancora steso a terra. Accidenti, ma dov’era? Se non riusciva ad eliminare lui tutto sarebbe andato a rotoli.

«Se non stendo anche il suo compare, probabilmente lui rivelerà tutto agli altri. Nessuno deve sapere.»

-         Sorpresa. – alle sue spalle comparve lui. Vodka. – non te l’aspettavi, eh? –
-         No. In effetti no. –
-         E immagino non ti aspettassi nemmeno questo. – Gin aveva parlato. Si rialzò e puntò la pistola verso Conan. Anche Vodka lo fece.

Il detective si sentì perduto. Non l’aveva calcolato.

-         È la fine. – disse gin.
-         Così pare. –

E nuovamente, tutto accadde in una frazione di secondo.

Conan tirò il suo pallone verso gin, che cadde a terra. Gin però aveva già sparato un proiettile, che Conan evitò, girando su se stesso. Il proiettile di Gin trafisse in pieno petto Vodka.

Ma anche Vodka aveva sparato.

Il proiettile colpì in pieno stomaco il giovane detective, che cadde a terra in un rantolo.

Colpito esattamente come Akemi.

Esattamente nello stesso luogo di Akemi.

Esattamente nello stesso punto in cui era morta lei.

Ore 17.32 laboratorio d’emergenza.

Eccola. C’era riuscita. Avendo l’APTX fra le mani era così facile…

Forse avrebbe dovuto provarla su di sè. Dopotutto, Shinichi aveva già fatto molto per lei.

E se ne avesse avuto bisogno? Meglio darlo a lui. Avrebbero deciso insieme.

Per l’ultima volta.
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By Sherry Myano

Ehilà! Contro ogni aspettativa sono sopravvissuta ai fan di Kid e ho pubblicato, seppur con larghissimo ritardo, questo capitolo. Scusate, scusate, scusate, ma ho avuto una settimana d'inferno, una festa in maschera (in cui mi sono travestita proprio da kaito XD) e il mio compleanno.
questo capitolo è molto agitato, soprattutto nel finale. doveva essere insieme al pezzo dopo, ma ho deciso di essere cattiva e lasciarvi con il fiato sospeso (sono crudele, vero? XD) il prossimo... beh, ci sarà moltissimo zucchero e miele. (Mi è partita la vena poetica...)

Ai ringraziamenti:
grazie a: Aya_Brea, HikaruUzumaki, Igniflia, JKEdogawa, Yume98 e _Flami_ che hanno la storia fra le seguite.
grazie inoltre a tutti quelli che leggono la mia storia!!

Al prossimo capitolo :D

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Capitolo 5
*** Il cespuglio di rose bianche ***


Detective Conan: Le due organizzazioni nere.



Ore: 17.33 magazzino abbandonato

-         Conan! – urlò qualcuno. Era Ran. Corse verso il ragazzino.

Debolmente, Conan alzò la testa e chiese: - Che ci fai qui Ran? – lei lo fece appoggiare alle sue gambe.

-         Ho sentito quello che hai detto ai tuoi amici e mi sono insospettita. Ti ho seguito. –
-         R-Ran, io… - voleva dirle tutto ma era troppo debole… non riusciva più a parlare.
-         Conan! – Sherry… ora c’erano proprio tutti.
-         Che è successo?! – urlò Ai.
-         Non lo so! – Ran stava piangendo. Perché si era scordata il cellulare? Avrebbe potuto chiamare l’ambulanza… probabilmente sarebbe stato comunque troppo tardi.
-         Prendi questa Conan! – disse Ai, che intanto si era chinata sul ragazzo, porgendogli l'antidoto all'APTX. Lui lo ingoiò, dopodiché svenne.
-         Che gli hai dato? – domandò Ran.
-         Non c’è tempo. Mettigli questi.
-         Cosa sono? –
-         I vestiti di un ricercatore del laboratorio. Sbrigati. –

Ran ubbidì ed infilò quelli sopra gli abiti del ragazzo, che iniziò a contorcersi e tremare.

-         Che succede? – chiese, quasi urlando Ran.
-         Ora lo vedrai. –

Ed infatti lo vide

Due giorni dopo.

Ah… che mal di testa… no, ora andava un po’ meglio, anzi, era scomparso.

Riaprì gli occhi e si mise a sedere.

Ma… si guardò le mani. Era tornato ad essere Shinichi! Si toccò lo stomaco, ma non trovò neanche una cicatrice. Com’era possibile?

-         Ipopotosi – disse una voce… Ai… anzi, no Shiho!
-         Cosa? –
-         Il contrario dell’apopotosi causa del restringimento. Nella riproduzione delle cellule che erano state distrutte si sono rigenerate anche quelle squarciate dal colpo di pistola. –

Si fissarono per qualche attimo poi Shiho disse: - I tuoi vestiti sono lì… ti stanno aspettando in sala da pranzo. – dopodiché uscì.

Shinichi si cambiò e scese in sala da pranzo, come aveva detto Shiho.

Lei, Heiji, Kazuha, Agasa, Yusaku e Yukiko erano lì.

-         Guardate chi c’è! –
-         Come ti senti? –
-         È tutto a posto? –

Lui non rispose ma domandò a sua volta: - Dov’è Ran? –

-         Sì, sta bene. – concluse Heiji, ricevendo poi una gomitata da Kahzua che disse: - Ti sta aspettando.

Corse fuori, col cuore che gli batteva a mille.

Ran lo aspettava, vicino alla pianta di rose che un tempo avevano piantato insieme.

-         Ran, io…. Credo di doverti molte spiegazioni… -
-         Me le ha già date tutte Ai, Shiho, Sherry o come diavolo si chiama. Ha continuato a giustificarti tutto il tempo.
-         Ran mi… - uno schiaffo e Shinichi arretrò di un passo.
-         Cosa? Ti dispiace? Hai idea di quanto sia dispiaciuto a me? Ti costava tanto farti sentire, visto che stavi a casa mia? Telefonare? Quello ogni tanto lo facevi… per chiedermi di non essere citato nei casi che risolvevi…. – disse fra i singhiozzi.
-         Temevo che risentendo la mia voce ti saresti sentita ancora peggio… temevo che… -
-         Non puoi immaginare quanto ho pianto per te, nemmeno lontanamente… mentre tu eri lì, nella stanza accanto. Non lo puoi immaginare. – ancora lacrime. Ancora dolore.

Lo aveva rivoluto con lei così a lungo e ora….

-         Invece posso, perché ho versato con te ogni singola lacrima.

Quelle parole costrinsero Ran ad alzare lo sguardo e a fissare i suoi occhi.

Così sicuri, come a Londra.

Così calmi, come a New York.

Così belli, come, come… come sempre.

-         C’erano notti in cui i tuoi pianti superavano il russare di Goro. Come credi che mi sia sentito io, sapendo che piangevi per me ed io non ti potevo consolare? Credi che sia stato facile per me, vivere con te e vederti provare tutto questo? –

Ran appoggiò una mano sulla guancia del detective.

-         Scusa, Shinichi. – disse – Mi dispiace. –
-         Non devi dispiacerti, in fondo me le meritavo. –
-         Forse ne meriterei una anch'io. –

Risero. Non era particolarmente divertente, ma loro scoppiarono a ridere lo stesso.

Quelle risate scacciarono via ogni lacrima, come fa un arcobaleno che spunta dopo un temporale.

Ran e Shinichi, finalmente insieme, si baciarono, mentre il tramonto tingeva dei suoi colori il loro cespuglio di rose bianche.
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By Sherry Myano

Ve l'avevo promessa la scena romantica, giusto? Eccovela! Temo di essere stata esageratamente sdolcinata... ma mi piaceva così.
Questo pezzo è quasi tutto dialogo... spero che vi piaccia!!
il prossimo pezzo sarà il promesso lieto fine kaito x Aoko!! con una sorpresa che non immaginereste mai, credo, perchè anche io ho stentato a crederci nell'inventarlo.


Ai ringraziamenti:
grazie a: Aya_Brea, HikaruUzumaki, Igniflia, JKEdogawa, Yume98 e _Flami_ che hanno la storia fra le seguite.
grazie inoltre a tutti quelli che leggono la mia storia!!


Al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 6
*** Il lieto fine ***


Le due organizzazioni nere












Kaito finì di leggere il giornale, che non diceva molto in realtà, e fissò aoko. Quello che voleva sapere lì non c’era. 

-    Gira pagina. – disse aoko, capendo la domanda silenziosa.

C’era una grossa foto del tizio biondo che quella notte di sei mesi prima Shinichi gli aveva detto chiamarsi Gin.

Arrestato capo della banda criminale.”  Lo sguardo cascò solamente su un pezzo del lunghissimo articolo:

Il criminale racconta di non ricordare volti e nomi di coloro che uccide, ma fra i nomi delle vittime sono stati riconosciuti più di cento nomi, fra cui quello del famoso illusionista Toichi Kuroba, che si credeva essere deceduto durante un numero di magia….


Il suo cuore ebbe un balzo al petto e sorrise all’amica.

-    Shinichi ha mantenuto la sua promessa alla fine. Ha sconfitto entrambe le organizzazioni. E ha scoperto chi ha ucciso mio padre. –

Il suo sorriso sembrava non poter finire mai.

-    Ho chiesto un favore a Shinichi….  –

-    Cosa? – chiese attento il ragazzo

Le parole della ragazza arrivarono flebili come un sussurro.

-    Che???? Perché scusa? – domandò lui, intuendo in parte le intenzioni dell’amica.

Lo guardò dritto negli occhi. – potremmo scappare. Insieme. Non potrebbero mai immaginare che kid...

- No.- la interruppe lui. - Io non ho nulla da perdere ma tu hai una famiglia, degli amici… non puoi farlo solo per scappare con me. –

- Invece sì. Ti prego, il resto non mi interessa. Mi sento terribilmente in colpa per averti fatto finire qui….

La fissò. Non era convinto. – Perché Shinichi mi aiuterebbe? È un maniaco della giustizia ed io sono stato processato e condannato. –

-    Gliel’ha chiesto pure la sua amica, Ran. Ma lui ha risposto: “Il fatto che pensi che ogni criminale debba pagare, non vuol dire che io sia sempre e comunque d’accordo con il tribunale sulla pena.” –

-    E sia. Scapperò di qui. Aspettami domani sera a casa di Shinichi. Per piacere, chiedi a Jii di darti i miei vestiti di quando ero piccolo. Credo che ne avrò bisogno.– disse con un sorriso.

Aoko lo salutò e corse fuori. Sì. La sera dopo sarebbe stato libero.


Una figura nera con la mantella correva nel quartiere Beika. Era stato proprio un bel piano di fuga… ma non aveva resistito. Aveva lasciato un messaggio in bella vista nella sua ex cella, inciso a chiare lettere sul muro… il ladro perde il pelo ma non il vizio, pensò

Giunse a casa di Shinichi.

-    Sei tu, Kaito? –

-    Sì.

Shinichi aprì la porta.

-    Kaito!! – esclamò aoko, correndogli incontro.

-    Zitta! Vuoi farmi scoprire? - La rimproverò lui

-    Scusa… - disse lei.

-    Siete sicuri della vostra scelta? – chiese Kudo.

-    Sono appena scappato da prigione, credo di essere abbastanza sicuro. – ribatté Kaito.

I due ragazzi si guardarono negli occhi, vedendosi finalmente nelle loro vere identità e contemplando uno il volto dell'altro. Alla fine SHinichi scrollò le spalle e rivolse lo sguardo altrove.

Ran consegnò loro le pillole e gli indicò delle stanze dove cambiarsi. Dopo qualche minuto e molti urla, uscirono dalle due stanze un bambino e una bambina.

In quel momento, qualcuno bussò alla porta. Ran aprì.

-    Buongiorno, ispettore Nakamori. –

Kaito sobbalzò. Era già sulle sue tracce? Per fortuna aveva finito di rimpicciolirsi.

-    No. Kid non è passato di qua. Siamo sicuri. –

-    Possiamo dare un'occhiata?

-    Certamente, comunque noi siamo stati qui tutto il tempo, perciò non può essersi nascosto in una delle stanze visibili da qui.

-    Grazie, questo farà procedere le ricerche più speditamente.

Che babbeo, pensò Kaito.

-    E voi due chi sareste? – chiese guardando i bambini.

-    Kail. – rispose subito il ragazzo. – e tu sei quello che si è fatto scappare kid. –

-    Impertinente. – il suo sguardo si rivolse alla ragazza. – tu mi ricordi proprio mia figlia, come ti chiami? –

-    Akari. E tu mi stai antipatico. – dichiarò lei.

-    Dite un po’, dove li avete pescati questi due marmocchi? – domandò l’ispettore.

-    Sono due Kudo, cugini da parte di mio padre.

-    Ah. Capisco. –

L’ispettore terminò la visita e i suoi uomini uscirono dalla casa.
Tutti scoppiarono a ridere.

Tre giorni dopo.


-    Che pizza! – esclamò Genta. – da quando Conan se n'è andato ci hanno chiesto solo di ritrovare una matita… -

-    Senza di lui tutto è più noioso! – esclamò Mitzuiko. Ayumi sospirò. Le mancava moltissimo la sua amica Ai, e ovviamente Conan. Non aveva detto a nessuno delle misteriose parole che gli aveva rivolto prima di scomparire.

-    Lui e Ai mi mancano…. –

-    Ciao! Voi siete Ayumi, Genta e Mitzuiko, vero? – Kail e Akari si erano avvicinati ai tre.

-    Oh, voi siete quelli nuovi, vero? Avete un caso da proporci? – domandò Ayumi. Una volta era sempre stata la prima ad accogliere i nuovi compagni… ma dopo la scomparsa dei suoi amici, non voleva avere altre delusioni.

-    Veramente, volevamo entrare nel vostro gruppo…. – disse Akari. – c’è ne ha parlato Conan. –

-    Conan?!! – esclamarono i tre, interessandosi improvvisamente ai ragazzi. – siete suoi amici? – domandò Ayumi.

-    Lontani cugini… - disse Kail con un gesto della mano.

-    Beh, allora certo che potete entrare nel gruppo, benvenuti!!! –

I giovani detective si ripresero immediatamente con l’arrivo dei nuovi ragazzi. E di nuovo, l’armadietto di Genta si riempì di lettere.

Epilogo.


Completati gli studi, Shinichi si mise in proprio. Heiji si trasferì a casa Kudo con Kahzua, e misero in piedi un agenzia investigativa.

Ran diventò un’infermiera, Kahzua una maestra delle elementari, Agasa ebbe successo inventando videogames, e Shiho entrò nella scientifica, decidendo di restare nel seminterrato dei Kudo. Grazie a lei, Heiji e Shinichi misero le mani su casi molto complessi.

Goro tornò insieme ad Eri e rientrò nel corpo di polizia.

Kail si divertì un mondo a fare spettacoli di magia ai suoi nuovi amici. La prima volta che ne fece uno, i bambini commentarono:

-    Mi ricorda quel mago… come si chiamava? –

-    Kaito kid! – aveva esclamato Mitzuiko.

-    Già quello che si vestiva sempre di bianco … poi è stato catturato no?-

-    Sì, ma perché si è dichiarato alla sua ragazza – aveva detto Ayumi.

-    Che modo stupido di finire in prigione… - commentò Genta.

-    Non è vero! – esclamò Ayumi – secondo me è molto gentile e cavalleresco…- disse, ripensando al suo incontro con lui, quella notte…

-    Ahiaaa!!!- aveva esclamato Kail – ma che ti piglia??-

-    Levati quel sorrisetto idiota dalla faccia! – disse Akari, che era salita sul palco e sferrato un pugno sulla testa di Kail.

I due litigavano sempre, ma tutti sapevano che si volevano bene.

E questa era la vita nella grande Casa Kudo, non più disabitata e vuota, ma sempre vivace e indaffarata. Ma le storie da raccontare non finiranno mai, così come i casi da risolvere ogni giorno, e le confessioni da fare all’ombra del cespuglio di rose, tinto ogni giorno da un diverso tramonto che segna la fine di un’avventura e l’inizio di un'altra, ancora tutta da narrare.

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By Sherry Myano

Eccoci giunti alla fine! Che ne dite, vi piace?

Un enorme grazie a tutti quelli che mi hanno seguito! Fatemi sapere se vi è piaciuto!


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