Nothing happens by chance

di heyitsgeorgia13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the accident ***
Capitolo 2: *** what happened? ***
Capitolo 3: *** I miss him ***
Capitolo 4: *** it's not just a dream ***
Capitolo 5: *** my ideas ***
Capitolo 6: *** the first day of school ***
Capitolo 7: *** first day on set ***



Capitolo 1
*** the accident ***


Buonaseeeera! allora ho un sacco di cose da dire e lo farò nelle note a fine capitolo.
Spero solo che vi piaccia ;)



 

Era un sabato mattina di metà gennaio e Blaine Anderson era già in piedi alle otto di mattina, perché quello era un sabato speciale. Suo padre era fuori città per lavoro e lui aveva tutto il weekend a suo disposizione, per fare praticamente quello che voleva e, soprattutto, passarlo con le persone che voleva.
Scese dal letto, pimpante e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, conscio del fatto che per quel giorno, e anche quello successivo, avrebbe trascorso ogni minimo istante con la persona che più amava al mondo.
Immediatamente corse in bagno a farsi una doccia veloce. Quando ne uscì, indossò un paio di jeans scuri, una camicia, un cardigan e uno dei suoi amati papillon colorati. Poi scese in cucina, dove la madre gli aveva preparato un’abbondante colazione, si sedette a tavola e lei lo scrutò attentamente.
Nell’ultimo anno era cambiato tantissimo, era maturato e ora era un vero e proprio uomo.
Inoltre era cambiato anche fisicamente. Era cresciuto, anche se solo di qualche centimetro, ed era diventato davvero un bellissimo ragazzo.
Ogni giorno che passava assomigliava, anche se solo fisicamente, sempre di più a suo padre. I capelli neri, gli occhioni color miele e quel sorriso stupendo stampato in faccia. Tutte qualità, eccetto il sorriso forse, che l’avevano fatta innamorare di suo marito.
- Tesoro che hai intenzione di fare oggi? – gli chiese la donna mentre lui sorseggiava la sua spremuta d’arancia – Lo sai, aspetto solo che mi chiami e corro da lui – rispose in tono piatto il ragazzo.
La madre sospirò rumorosamente per poi annuire.
Non che non tollerasse quello che il figlio aveva deciso della sua vita, o almeno non quanto il marito, ma non riusciva ancora ad accettare totalmente l’omosessualità del suo piccolo.
I suoi pensieri, per fortuna (o per sfortuna) furono interrotti dalla suoneria del cellulare del figlio, che gli si avventò letteralmente sopra.
- Kurt – rispose sorridendo – Ciao Blaine – fece il controtenore dall’altra parte della cornetta – Mio padre e Carole sono appena andati al lavorare e Finn è uscito con Rachel. Quindi se..vuoi venire puoi farlo senza problemi – aggiunse poi.
Blaine non ci pensò su neanche per un secondo – Certo, dammi venti minuti e sono da te – esclamò, incominciando a salire, come sempre di corsa, in camera sua – Okay, a tra poco – disse Kurt e il giovane giurò di averlo sentito sorridere, o era solo una sua impressione – A tra poco Kurt – disse riagganciando.
Una volta in stanza prese le chiavi della macchina e il portafoglio e ritornò in cucina. Addentò l’ultimo pezzo di toast – Bene, mamma vado – disse ed uscì di casa senza neanche aspettare la risposta della madre, ormai sapeva quello che voleva dire ed era stufo di farselo ripetere.
Mise in moto la macchina e partì alla volta di casa Hummel.

Perché il telefono doveva sempre suonare così presto?
Darren si girò e rigirò nel letto prima di decidersi a rispondere.
- Darren Everett Criss, è la decima volta che ti chiamo – una voce dell’altra parte, leggermente (e dico leggermente) acuta, gli trapanò il timpano.
Staccò il cellulare dall’orecchio, ne andava della sua vita, e sbuffò – Grazie di avermi svegliato – si lamentò tornando a premere il proprio viso contro il cuscino.
Era sabato mattina e le riprese, la sera precedente, erano terminate alle due di notte. Guardò di sfuggita la sveglia sul suo comodino.
7:55, ecco quello che c’era scritto. Questo voleva dire che aveva dormito si e no quattro ore. L’unica cosa che aveva voluto fare, quando era tornato a casa, era sdraiarsi nel letto e dormire per le prossime dodici ore.
Ma ovviamente qualcuno gliel’aveva impedito.
- Io ti.. – ma Darren decise che era meglio darci un taglio – Ti rendi conto di che ore sono? Le otto! Chris, ci sentiamo più tardi okay? – gli disse sbuffando. Sentì un singhiozzo provenire dall’altra parte della cornetta – Chris che succede? – gli chiese improvvisamente preoccupato.
Il giovane non rispose e singhiozzò ancora una volta. Stava piangendo, o forse aveva appena finito.
Fatto stava che lo starkid non poteva vedere, e tantomeno sentire, il proprio migliore amico piangere e star male. Gli spezzava il cuore vedere come una persona così forte potesse ridursi uno straccio per colpa di un uomo senza palle e per di più ignorante come una scarpa.
Perché quella non era la prima volta che Chris lo chiamava piangendo, perché quell’essere che lui chiamava fidanzato gli aveva urlato dietro o lo aveva insultato e chiamato incapace.
Chris si meritava di stare con qualcuno che lo amasse davvero e che lo trattasse come l’unica persona sulla faccia della terra.
E quel qualcuno poteva proprio essere lui. Perché, si, Darren era innamorato di quel bellissimo ragazzo dagli occhi color cielo, ma la paura di essere rifiutato, o preso per deficiente (visto che andava in giro dicendo che era etero), lo bloccavano.
Okay forse quello non era il momento adatto per pensare al quel genere di cose, decisamente no.
Il controtenore tirò su con il naso – Io..l’ho lasciato Darren, non ce la facevo più a vivere così – gli confessò.
Il cuore del riccio perse un battito.
No, non poteva essere felice mentre il suo amico era nuovamente scoppiato a piangere.
Sospirò – Chris dammi mezz’ora e sono da te – disse e si alzò dal letto.
Il ragazzo sbuffò, come per eliminare i singhiozzi – Grazie Darren – disse con un filo di voce – Per te questo e altro – rispose l’altro prima di riagganciare.
Si lavò il viso in fretta e furia, indossò le prime cose che trovò nell’armadio e uscì di casa.
Mise in moto la macchina e partì alla volta di casa Colfer.

Blaine percorreva le vie di Lima con la voce della sua amata Katy Perry in sottofondo.
Si fermò al semaforo che era diventato prima giallo, poi rosso.
Allungò la mano per cambiare stazione della radio, visto che la canzone che stavano trasmettendo era ormai finita.
Poi riportò gli occhi sulla strada e, vedendo che il semaforo era verde, attraversò l’incrocio. Tutto successe in pochi secondi.

Darren aveva già trasgredito almeno tre o quattro regole del codice della strada.
Alla fine, però, decise di fermarsi quando il semaforo si fece rosso. Cominciò a tamburellare sul volante mentre continuava a pensare a Chris e a quello che prova per lui.
Il clacson della macchina che lo seguiva lo ridestò.
Vide che il semaforo era diventato verde e, senza esitare, attraversò l’incrocio. Tutto accadde senza che nessuno potesse evitarlo.

Due macchine, a chilometri e chilometri di distanza, attraversarono l’incrocio con il semaforo rosso e colpirono in pieno una macchina color nero, e un’altra color verde bottiglia, che aveva rispettato il codice della strada.
Sia la macchina di Blaine che quella di Darren subirono gravi danni, ma a loro, per fortuna, non successe granchè.
Entrambi però, forse per la botta o per lo spavento, persero conoscenza e, aiutati da coloro che avevano causato l’incidente, vennero estratti dall’abitacolo e portati immediatamente al pronto soccorso.
L’unico problema fu qualche livido qua e la, e Darren riportò una lieve slogatura al polso.
- Blaine ti prego svegliati, non mi lasciare – esclamò Kurt in tono tragico.
Si trovava accanto al letto del fidanzato da più di un’ora e, mentre piangeva sommessamente, gli stringeva leggermente la mano.
Il giovane cercò più volte di aprire gli occhi e, dopo diversi tentavi, ci riuscì.
Sbatté le palpebre e se lo ritrovò davanti, con gli occhi arrossati dal pianto e le guance bagnate dalle lacrime. Poi guardò le loro dita intrecciate e il suo cuore sussultò.
Deglutì rumorosamente – Chris che ci fai qui, che è successo? – disse il riccio leggermente preoccupato.
Kurt lo guardò stranito – Blaine che stai dicendo? Oddio che ti è successo? Hai sbattuto la testa, hai perso conoscenza. Oddio ti fa male, stai bene? – il panico stava prendendo il sopravvento su di lui.
L’altro sembrava leggermente confuso – Come mi hai chiamato? Chris io sto benissimo, quello che ha qualche problema sei tu qui – disse cercando di alzarsi ma dovette riappoggiarsi al cuscino, visto che la testa aveva cominciato a girare.
- Chris? Chi è Chris? Io.. – ma il controtenore venne interrotto dall’arrivo del dottore.
Scostò del tutto la tenda – Oh bene, vedo che ti sei svegliato – disse avvicinandosi al letto – Allora signor Anderson, io direi che tra un paio d’ore può benissimo tornare a casa. Ti ricorda quello che è successo? – gli chiese dolcemente.
Il ragazzo annuì quasi impercettibilmente – Io..si. stavo andando a casa di.. – indicò in giovane acconto a se – Stavo oltrepassando l’incrocio quando una macchina mi è venuta addosso. Poi..non ricordo più nulla, mi dispiace – spiegò, leggermente agitato.
Il dottore gli sorrise – Non ti preoccupare figliolo, è normale. Hai sbattuto la testa e hai perso conoscenza per alcuni minuti. Ma andrà tutto bene, non ti preoccupare. Inoltre, hai svariati lividi, per colpa delle cinture di sicurezza, quindi ti ho dato degli antibiotici per alleviare in dolore. Ma sei giovane, vedrai che si rimetterai nel giro di due giorni. I tuoi genitori stanno per arrivare, entro stasera potrai tornare a casa  – gli spiegò in tono serio ma allo stesso tempo rassicurante.
Il ragazzo si limitò ad annuire e Kurt prese la parola – Dottore è sicuro che vada tutto bene? Ha sbattuto la testa, potrebbe aver perso più memoria di quanto sembra? – gli chiese e l’uomo scosse la testa – Gli abbiamo fatto la radiografia, ed è tutto a posto. Il suo..amico, si amico, è sano come un pesce – gli rispose – E ora se volete scusarmi – disse per poi uscire dalla stanza.
Il riccio guardò il giovane davanti a se con sguardo confuso – Chris ma perché.. – ma l’altro lo interruppe subito – Hai finito di chiamarmi Chris, Blaine? – quasi urlò.
A quel punto il ragazzo si mise a sedere – Ti ricordo che io non sono Blaine, sono Darren – disse in tono esasperato – E io non sono Chris, sono Kurt – lo avvertì l’altro.
I due si guardarono terrorizzati.

- Finalmente ti sei svegliato bello addormentato – disse Chris seduto sulla poltrona.
Il giovane si tirò su lentamente, appoggiandosi sui gomiti, poi una fitta al petto lo fece ricadere in posizione orizzontale.
L’amico scattò in piedi, vedendo la faccia dell’altro contorcersi in un’espressione di dolore – Stai sdraiato, ti sei appena svegliato dopo aver battuto la testa. Inoltre ai un po’ di lividi a causa delle cinture di sicurezza, e il tuo polso si è lievemente slogato. Ecco perché te l’hanno fasciato – gli disse mentre il riccio lo guardava confuso – Una macchina ti è venuta addosso e hai perso conoscenza per un po’, non ricordi nulla? – gli chiese – Solo qualcosina – rispose l’altro con un filo di voce.
Poi sospirò e chiuse gli occhi – Fa tanto male? – gli chiese a quel punto il controtenore.
Il riccio riaprì gli occhi – A-abbastanza amore – disse e l’altro scoppiò a ridere – Altro che leggermente, la testa l’ha sbattuta di brutto Darren – disse scuotendo la testa e ridacchiando sommessamente..
Il giovane lo guardò con un’espressione tra il terrorizzato e il confuso – Darren? Amore io..sono Blaine – disse mentre cominciava a tremare – Si va bene Darren e io sono Kurt – disse l’altro continuando a ridere.
Il moro annuì – Appunto sei Kurt – lo guardò dritto negli occhi – Non ci sto capendo più nulla – disse poi più a se stesso che al ragazzo davanti a lui che continuava a ridere.
- Sei sicuro che la tua testa sta bene? Forse è meglio se chiamo il dottore e gli chiedo farti rifare una tac – gli disse tenendosi il fianco che gli doleva per il troppo ridere. Il ragazzo, sdraiato sul letto, si coprì il volto con le mani. L’unica cosa che voleva fare era urlare per la frustrazione. Perché Kurt lo stava prendendo in giro, oltretutto in un momento come quello.
Aveva il petto che gli faceva un male cane, non poteva muoversi senza avvertire una fitta lancinante e il suo ragazzo si prendeva gioco di lui.
Sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime. Non poteva piangere, non ora.
Sbuffò rumorosamente e allontanò le mani dal suo viso.
- Finiscila di ridere – sbottò alla fine. Il controtenore si bloccò subito – Scusa – mormorò e tra i due cadde il silenzio.
Dopo svariati minuti il biondiccio riprese a parlare – Comunque il dottore è passato poco prima che ti svegliassi. Ha detto che in serata potrai tornare a casa. Non ho avvisato i tuoi perché li avrei solo fatti preoccupare. Ci penserai tu quando ti avrò portato a casa – gli spiegò e lui si limitò ad annuire.
- Grazie Kurt – disse poi con un filo di voce – Oh ricominciamo – sbottò l’altro – Darren ti ricordo che il mio nome è Chris – disse esasperato.
Il riccio scosse la testa – Kurt smettila subito. Non è il momento di scherzare, okay? E piantala di chiamarmi Darren, non so neanche chi sia sto tizio. Blaine, sono Blaine – disse sull’orlo di una crisi di nervi.
L’amico rimase in silenzio, poi un’idea gli balenò in mente. Non non poteva essere vero, non era reale.
- No, non è possibile – mormorò.



Nota dell’autrice:
 
Vi starete chiedendo: ma tu non hai un’altra ff da mandare avanti? Ebbene si, ma..ho un blocco. Non riesco a scrivere più nulla, anche se ho tante idee, non riesco a metterle giù.
Questa ff è nata quest’estate da un sogno che ho fatto, e mi è stato detto che è anche una puntata di Supernatural, che io non guardo. Ma dovevo scriverla, ed eccola qua. Ho davvero tante idee e quello che voglio fare e avere un po’ più di tempo per pensare all’altra e intanto scrivere tante cavolate in questa!
Prima di tutto, le cose si svolgono in mesi diversi e presto capirete perché. Una cosa che voglio specificare è che..la specifico presto ahahah
No sono seria ci capirete forse poco ma nella mia testa tutto ha un senso.
Comunque io l’ho messa nella sezione “telefilm” perché cercherò di sviluppare soprattutto i personaggi di Blaine e Kurt, ma ovviamente mi serviranno Darren e Chris per farlo e per questo anche loro hanno un ruolo importante e..si vedrete!
Spero che come inizio vi piaccia, fatemi sapere.
A prestissimo,
 
-Georgia



 

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Capitolo 2
*** what happened? ***


- Aspetta, aspetta. Ripetimi tutto da capo, ti prego, perché, sinceramente, non ho capito nulla – Blaine si passò una mano tra i capelli liberi dal gel, asasperato.
 Il ragazzo, seduto sulla poltroncina accanto al suo letto d’ospedale, sbuffò rumorosamente – Ti hanno mai detto che sei abbastanza lento nel capire le cose? – l’altro lo fulminò con lo sguardo – Okay ho capito, ripeto dall’inizio – sospirò – Io..mi chiamo Chris Colfer e sono un attore. Interpreto Kurt Hummel nel telefilm Glee, ed è per questo che noi due siamo praticamente identici. Perché io..sono Kurt – gli spiegò come se stessa parlando con un bambino.
Il riccio però scosse la testa – Non è possibile – decretò.
A quel punto Chris sbottò – Stammi bene a sentire Darren -  - Blaine – lo corresse il ragazzo – Si Blaine, appunto..Blaine so che la tua testa è talmento impregnata di gel e quindi ti è difficile farci entrare altre cose, ma purtroppo è così e non ci possiamo fare nulla, okay? Molto probabilmente, anzi diciamo sicuramente, tu e Darren, l’attore che interpreta te stesso nel telefilm, vi siete momentaneamente scambiati i corpi – gli spiegò.
Blaine rimase a guardarlo e poi magicamente annuì – Okay, ho capito. Ma la cosa mi spaventa e anche tanto – ammise scuotendo poi la testa – Anche a me Blaine, anche a me – lo informò il controtenore posandogli la mano sopra la sua, appoggiata al letto.
- Quindi noi siamo a Los Angeles? – gli chiese e il controtenore si limitò ad annuire – E Kurt e..Darren sono a Lima? – domandò ancora.
A quella domanda Chris però non sapeva rispondere. Più che altro era sicuro che si trovassero lì, ma che allo stesso tempo fossero in un altro mondo.
Sospirò – D-Blaine io più che altro credo che si trovino in un’altra dimensione – gli rispose con titubanza.
Il riccio abbassò e si lasciò scappare un singhiozzo. Il controtenore spaventato da quella reazione si alzò e gli passò una mano intorno alle spalle, stingendolo leggermente a se – Blaine troveremo il modo di farti tornare da Kurt e riportare qui Darren. Sono sicuro che ovunque loro siano, staranno pensando la stessa cosa. E non ti preoccupare, Kurt insieme a Darren è al sicuro – lo confortò.
Almeno di quello era sicuro. Pensava di conoscere abbastanza bene Kurt ed era sicuro che in quel momento era nel pieno di una crisi isterica e che Darren avrebbe fatto di tutto per calmarlo.
 
- Oh mio dio, non è possibile okay? Tu non puoi essere chi hai detto di essere veramente e Blaine trovarsi dall’altra parte degli Stati Uniti, con me stesso anche se lui non è me. Hai capito? – era più di mezz’ora che Kurt andava avanti così e Darren cominciava ad avere un mal di testa lancinante.
Sospirò profondamente – Kurt ti chiedo per favore, potresti sederti e calmarti per cinque minuti? – gli chiese dolcemente.
Il ragazzo dagli occhi chiari lo fissò mordendosi il labbro – Okay va bene – acconsentì lasciandosi cadere sulla sedia accanto al letto.
Il riccio annuì compiaciuto, non era poi così difficile avere a che fare con Kurt Hummel – Okay ora stammi a sentire. Per quanto tutto questo sembri strano ed elettrizzante.. - -  E terrificante – aggiunse l’altro – Va bene..dobbiamo trovare un modo per tornare alla normalità – gli spiegò e il controtenore continuò ad annuire.
A guardarlo comportarsi così gli venne solo da ridere. E così fece: gli scoppiò letteralmente a ridere in faccia – E ora perché ridi? Non ti aspetti che sia io a trovare un’idea per farvi tornare indietro, vero? – gli chiese scandalizzato e allo stesso tempo infastidito.
Darren scosse la testa – Vuoi rivedere o no Blaine – a quelle parole Kurt tornò a tremare – Ti sembra una cosa da dire? Certo che voglio riaverlo qui – sbottò mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Il riccio lo guardò terrorizzato – Okay..non intendevo farti preoccupare così tanto. Ti prego respira – disse visto che il giovane stava per avere una crisi di panico – Kurt, ti scongiuro, calmati – insistette – Vieni qua – gli disse poi facendogli spazio accanto a se.
Il giovane lo guardò mordendosi il labbro inferiore e, senza pensarci due volte, si accoccolo contro il suo petto – Kurt ti prometto che andrà tutto bene, okay? Troveremo un modo per far tornare tutto alla normalità. E così faranno anche Blaine e Chris. E se c’è una cosa di cui non ti devi proprio preoccupare è che Blaine si trovi da solo, perché ti posso giurare che Chris gli starà sempre accanto – lo consolò mentre l’altro si limitò ad annuire e abbozzare un mezzo sorriso.
Rimasero così, in silenzio, per qualche minuto poi Kurt tornò a parlare – Quindi non potremo neanche metterci in contatto con loro? – gli chiese e Darren scosse la testa – Non lo so, ma troveremo un modo anche per quello – gli rispose più convinto che mai.
 
- Per prima cosa direi di cambiare i vestiti, visto che il dottore ti ha dato il permesso – Chris gli passò i vestiti di Darren e lo spinse leggermente verso il bagno.
Il riccio, un po’ riluttante dati i vestiti che gli aveva messo in mano, entrò nel bagno. Vi rimase dentro per più di dieci minuti, e quando vi uscì sembrava alquanto spaesato.
Il controtenore rise – Che c’è? – gli chiese divertito e Blaine fece una smorfia – Io..questi vestiti sono strani. E anche un po’ troppo, troppo.. – gli confessò – E i capelli non stanno apposto..posso avere un po’ di gel? – chiese timidamente.
A quelle parole Colfer scoppiò in una risata – Blaine..Darren non mette mai il gel nei capelli, tranne quando è sul set, e solo perché deve interpretare te – gli spiegò – E sinceramente non capisco perché tu lo faccia..ti stanno bene quei ricci ribelli – aggiunse.
Le guarce del moro presero immediatamente colore – Me lo dice sempre anche Kurt – ammise – Ho inziato ad ingellarli il primo giorno alla Dalton. Volevo fare buona impressione e lasciarmi dietro il “vecchio” Blaine. E poi, sinceramente, detesto i miei ricci – gli spiegò.
Chris gli sorrise – Non deve essere stato facile passare tutto quello che hai passato – il riccio scosse la testa mordendosi il labbro – Non ti preoccupare, ti capisco – gli disse l’altro offrendogli un altro sorriso.
Blaine lo guardò confuso – Anche tu.. – ma il controtenore scosse la testa – Abbiamo tutta la serata per conoscerci meglio. Ora credo che dovresti chiamare tua madre..volevo dire la mamma di Darren. Non penso che voglia venire a conoscenza dell’incidente del proprio dalla tv o da internet – gli confessò.
Il moro annuì debolmente e mise le mani in tasca alla ricerca del cellulare. Proprio in quel momento però Teenage Dream di Katy Perry invase la piccola stanza d’ospedale.
Entrambi si girarono verso il tavolino accanto al letto – Kurt.. – mormorò il riccio mentre Chris lo guardava teneramente.
Sapeva quello che quel povero ragazzo. Anche se non lo dava a vedere tutta questa situazione stava colpendo anche lui.
- Vai a vedere chi è – lo incitò e timidamente l’altro si avvicinò al comodino. Prese in mano e lesse il nome del destinatario della chiamata – Mia – ripetè ad alta voce, rivolgendo poi al’altro ragazzo uno sguardo confuso.
Al suono di quel nome Chris scosse la testa – È la ragazza di Darren. Ti conviene risponderle prima che scoppi la terza guerra mondiale. Poi ti spiego – lo informò.
Blaine annuì e titubante rispose al cellulare – P-pronto? - - Darren Everett Criss finalmente ti sei deciso a rispondere a questo benedetto telefono – la ragazza strillò dall’altra parte della cornetta.
Istintivamente il moro allontanò l’iphone dall’orecchio – Io..scusa stavo..sono in ospedale e..ero in bagno..e hai capito no? – balbettò – In ospedale? Che ti è successo? – continuò a strillare l’altra.
Lui sospirò – Ero in macchina, stavo attraversando l’incroce e un’altra macchina, che è passata con il rosso, mi ha tamponato. Non è niente, ho solo qualche livido qua e la – gli spiegò e la sentì sbuffare – Hai bisogno che venga lì? – gli chiese abbassando decisamente il tono di voce – Uhm..non ti preoccupare Mia. C’è qui Chris, mi riporta lui a casa – gli rispose.
A quelle parole la ragazza scoppiò a ridere istericamente – Dovevo immaginarlo – disse in tono sarcastico – Comunque ti ho chiamato per avvisarti che, visto che tra noi è ormai finita, domani mattina passo a prendere la mia roba. Ci vediamo Darren – aggiunse prima di riagganciare senza dargli il tempo di ribattere.
- È pazza – mormorò posando il cellulare sul tavolino. Chris, dietro di lui, rise divertito – Lo dice anche Darren, ogni tanto, ma si amano – disse in tono quasi sconsolato.
Blaine alzò lo sguardo, incontrando i suoi occhi chiari -  Quindi Darren è etero? – gli chiese e il controtenore annuì – O almeno, così dice lui. Anche se le fan..lascia perdere – precisò – E interpreta un ragazzo gay? – l’altro annuì ancora una volta.
Il riccio andò a risedersi sul letto – E tu sei..gay? – domandò ancora – Si, cento per cento gay – confermò – Beh, Mia e Darren si solo lasciati – lo informò il moro prima che il dottore rientrasse nella stanza.
Christopher rimase spiazzato da quella notizia.
 
Darren e Kurt erano ancora accoccolati sul letto d’ospedale, quando una donna sulla quarantina e un’uomo sulla cinquantina entrarono nella stanza.
- Piccolo mio – quasi urlò la donna vacendo spaventare i due ragazzi.
Kurt con uno scatto scese dal letto e si allontanò da esso, lasciando spazio alla signora Anderson – Che cosa ti è successo? – gli chiese preoccupata, prima di abbracciarlo – Ahia – si lamentò il riccio visto che la signora lo stava stringendo un po’ troppo.
Il ragazzo riuscì ad incontrare gli occhi del controtenore per quanche secondo e lui gli mimò un “mamma e papà” prima di andare a sedersi sulla sedia lontano dal letto.
- Ma..mamma mi stai facendo male – la informò e la donna si staccò immediatamente da lui – Allora Blaine, vuoi dirci come sei finito qua dentro? – gli chiese il signor Anderson.
Darren cercò di fare mente locale – Stavo andando da..Kurt e mentre attraversavo l’incrocio una macchina, passata con il rosso credo, mi è venutra addosso – spiegò, sperando che quella fosse la vera versione dei fatti.
- E hai chiamato prima lui? – insistette Edward. Il riccio guardò il controtenore e poi fulminò l’uomo con lo sguardo.
Allora era vero che il padre di Blaine non accettava l’omosessualità del figlio. E molto probabilmente non accetava neanche che lui fosse innamorato di un ragazzo stupendo.
A rispondere fu proprio Kurt – No signore, mi ha chiamato il suo dottore. Penso che abbia controllato le sue ultime chiamata e l’ultimissima era la mia – gli spiegò facendogli un sorrisetto.
Il moro trattenne una risata alla vista della faccia che aveva appena fatto Kurt.
L’uomo sospirò e si trattenne dal rispondere male – Okay Elena, credo sia meglio andare a parlare con il dottore e vedere se possiamo portarlo a casa – disse rivolgendosi alla moglie che annuì, abbassandosi per dare un bacio sulla fronte del figlio – Blaine, tu comincia a cambiarti – si rivolse poi a Darren che annuì a sua volta.
Lasciati soli e due ragazzi si guardarono negli occhi e quello dagli occhi chiari sbuffò rumorosamente – Mi dispiace – disse il riccio mortificato e l’altro scosse la testa – Ci saremo visti tre volte, si e no, e ogni volta mi ha trattato così. Non ti preoccupare è tutto a posto. L’unica cosa che mi interessa è Blaine, e se per stare con lui devo avere a che fare con suo padre qualche volta..la cosa non mi da fastidio – gli spiegò e i due si sorrisero, prima che Darren si alzasse e andasse in bagno per cambiarsi.
-Il mio amato papillon – esclamò uscendo, un paio di minuti dopo, dal bagno – Anche se devo dire che quello fuxia rimarrà sempre il mio preferito – aggiunse poi ridacchiando.
Kurt annuì – Si, gli stanno da dio - disse – Beh se devo essere sincero io ho sempre preferito indossare la divisa, è più comoda. Mi mancano i ragazzi – ammise l’altro beccandosi una delle solite occhiatacce di Kurt.
Il moro sospirò –Parlando di cose serie, non avrai mica intenzione di lasciarmi in casa da solo con quei due? – disse preoccupato e il controtenore rise – Non ti preoccupare. Ora torno a casa e chiedo a mio padre se puoi passare la notte a casa mia – lo informò.
Darren storse il naso – Conoscendo Burt, ti ci vorranno anni prima che ti dica di si – esclamò rasseganto. L’altro scosse la testa – Non se tu dormirai in camera di Finn, visto che lui sta da Puck stasera – gli spiegò e sul volto del riccio si dipinse un sorriso.



Nota dell’autrice:
 
Sono tornata prima di quando pensassi.
Ci starete capendo poco o niente ahah ma non vi preoccupate, pian piano spiegherò tutto.
Una cosa che riguarda gli aggiornamenti: dato che riesco a scrivere molto in fretta, per ora vorrei provare ad aggiornare ogni lunedì e giovedì, così da avere anche tempo per continuare “You’re perfect” chi non l’ha letta vada a leggerla!
Grazie a quelle persone che hanno letto.
Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere.
A martedì.
 
-Georgia


 

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Capitolo 3
*** I miss him ***


 - Bene Signor Criss. Metta un firma qua, e qua – l’infermiera indicò i due spazi bianchi sul foglio che gli stava porgendo – E può andare – lo informò sorridendo.
Blaine timidamente ricambiò il sorriso e firmò dove gli era stato detto di fare, cercando di imitare la firma di Darren che pochi minuti prima Chris gli aveva fatto vedere. Poi riconsegnò il foglio alla donna – Mi raccomando prenda un altro antidolorifico prima di andare a dormire e un altro domani mattina. Nel giro di due giorni tornerà come nuovo – gli spiegò e il ragazzo si limitò ad annuire.
L’inefrmiera gli sorrise ancora, per poi allungare una mano – È stato un piacera conoscerla Signor Criss – lui le strinse la mano – Grazie mille – gli rispose sempre con quel tono timido.
Poi dalla sua destra arrivò una flebile rista – Grazie – disse Chris – Non mi deve ringraziare Signor Colfer, è stato un piacere – disse la donna dolcemente, per poi voltarsi e uscire dalla stanza.
I due ragazzi rimasero a guardarsi in silenzio per svariati attimi, senza sapere che fare – Che ne dici se andiamo? Ti riaccompagno a casa così potrai farti una doccia e poi puoi chiamare la madre di Darren – gli suggerì e Blaine lo guardò terrorizzato.
Quando il controtenore si accorse del modo in cui lo guardava il moro si preoccupò – Che succede Blaine? – gli chiese.
Il ricciò chiuse gli occhi e sospirò – Hai..hai intenzione di lasciarmi da solo? – mormorò e l’altro fu davanti a lui in un secondo – Blaine io non ti lascio da solo okay? Ora ti accompagno a casa di Darren perché è più vicina all’ospedale. Rimarrò con te finchè non risolveremo tutto questo..casino – gli spiegò – Beh ovviamente mentre tu ti farai una doccia andrò a prendere un paio di vestiti a casa mia. E lunedì dovremo andare al lavoro..ma di questo ne parleremo più tardi okay? – aggiunse e il ragazzo annuì – Ora andiamo, odio gli ospedali – disse poi ridendo e facendo ridere anche il suo nuovo amico.
Senza dire altro presero le loro cose e uscirono da quel postaccio.
 
Nell’attensa che i cognugi Anderson facessero ritorno nella satnza del figlio, Darren e Kurt parlarono del più e del meno.
- Posso farti una domanda? – chiese ad un tratto il controtenore – Certo, puoi.. – ma il riccio fu interrotto dal rumore della porta, dietro di lui, che sbatteva.
Sull’uscio stava un uomo sulla cinquantina, visibilmente preoccupato – Oddio figliolo stai bene? – chiese immediatamente, avvicinandosi all letto d’ospedale – Appena ho sentito il messaggio che Kurt mi ha lasciato in officina mi sono precipitato qui. Stai bene? – richiese agitato.
Darren lo guardò e gli sorrise – Si, sto bene M-Signor Hummel – rispose per poi ritrovarsi intrappolato in una abbraccio spacca ossa – Oddio non così papà, gli fai male – lo avvertì il figlio e lui lo lasciò andare guardandolo di nuovo preoccupato.
Il moro rise sommessamente – Ho solo qualche livido che andrà via nel giro di un paio di giorni . Non si preoccupi Signor Hummel – lo tranquillizzò.
L’uomo sospirò sollevato – E da quando siamo tornati al Signor Hummel? Ti devo ricordare che sono Burt? – disse scherzando e le guance del riccio si tinsero di rosso – Mi scusi Signor Hummel, Burt, signore – disse a sua volta facendo ridacchiare l’uomo.
- Papà – Kurt si intromise nel discorso – Visto che sei qua..volevo chiederti una cosa – Burt, con un cenno del capo, lo incitò ad andare avanti – Ehm mi stavo chiedendo se..Blaine potesse rimanere a casa da noi per questi due giorni. Suo padre deve ripartire per lavoro e..non voglio che rimanga da solo – gli spiegò.
Okay tutto quello che aveva appena detto non aveva senso, ma il concetto c’era.
Suo padre fece scorrere lo sguardo tra i due e rise divertito – Kurt bastava che mi dicessi che volevi stare con Blaine – lo prese in giro – Comunque se i suoi vogliono, per me va benissimo. Lo sai che è sempre il benvenuto – gli rispose.
Il controtenore storne il naso – È questo il problema, non credo che glielo permettino. Non dopo quello che è successo oggi – gli spiegò – Credo che pensino sia colpa di Kurt – aggiunse Darren prima di tapparsi la bocca con la mano.
Burt non fece caso a quello che il ragazzo disse e si alzò – Okay ci penso io, datemi due minuti – disse prima di uscire dalla stanza.
Kurt, al contrario, lo fulminò con lo sguardo – Scusa non volevo – si affrettò a dire il moro alzando le mani. Il controtenore scosse la testa e sul suo volto comparve un piccolo sorriso.
Il padre rientro in camera pochi minuti dopo con un sorrise a trentadue denti stampato in faccia – Tuo padre è stato difficile da convincere ma alla fine ha ceduto – disse ridacchiando - Hanno appena firmato le carte, ora puoi tornare a casa. Tuo padre ti portarterà le tue cose a casa nostra, mentre torna a Columbus. Io vado a prendere la macchina. Tu Kurt aiuta Blaine a mettere il cappotto e a scendere. Ci vediamo tra cinque minuti all’ingresso – spiegò per poi scomparire ancora una volta fuori dalla porta.
Darren arrancò giù dal letto e Kurt fu subito accanto a lui – Grazie – mormorò il moro e l’altro gli offrì un sorriso raggiante.
 
- Okay ti lascio qui la felpa e i pantaloni – Chris appoggiò gli indumenti sul marmo del lavandino – Ora fatti una doccia calda e prenditi tutto il tempo che ti serve. Io vedo se c’è qualcosa per cambiarmi, tra i vestiti di Darren, e poi ordino la pizza – gli spiegò – A proposito, come la vuoi? – gli chiese poi sorridento.
Blaine ricambiò il sorriso timidamente – Di solito Kurt la ordina vegetariana. Dice che le altre fanno ingrassare e non sono salutari – rispose mordendosi il labbro inferiore.
Chris ridacchiò – Okay scelgo io – disse prima di uscire da bagno e lasciare l’altro da solo.
Lentamente si liberò dei vestiti e entrò nell doccia, lasciando che il getto caldo lavasse via la preoccupazione e sciogliesse la tensione che aveva addosso. Erano successe troppe cose in una sola giornata: l’incidente, lo scambio dei corpi. E non era ancora finita.
Una mezz’ora dopo uscì dal bagno, trovando il controtenore seduto sul grande letto matrimoniale, con un cartone di pizza davanti a lui e il pc acceso, accanto.
Il ragazzo alzò gli occhioni azzurri per incontrare quelli color miele dell’altro – Che fai li in piedi? Siediti – li invitò e lui ubbidì. Poi Chris gli offrì una fetta di pizza e i due mangiarono in silenzio.
Dopo aver cenato si ritrovarono entrabi sdraiati sul grande letto, a fissare il soffitto, mentre l’imbarazzo si era fatto largo tra di loro.
Finchè Blaine sospirò profondamente – Posso sapere che c’è, in quella tua testolina, che ti tormenta così tanto? – gli chiese l’attore, voltandosi per guardarlo in faccia. Il moro si morse il labbro – Oltre che sono terrorizzato? – chiese e l’altro  annuì – Non posso ancora credere a quello che è successo, e come tu possa essere Kurt. Nel mio “mondo” non esiste nessun telefilm intitolato Glee, non esiste nessun Chris Colfer e tantomeno Darren Criss. Non capisco – spiegò passandosi una mano sul volto.
Il controtenore lo ascoltò, tormentandosi il labbrò inferiore con i denti. Poi un’idea balenò nella sua mente.
- Okay seduto – gli ordinò e l’altro ubbidì senza fare storie. Immendiatamente raccolse da terra il portatile e lo posizionò davanti ad entrambi – Ora dimmi, la canzone più bella che hai cantato a Kurt qual è stata? – gli chiese aprendo poi youtube.
Forse non era il caso di fargli vedere tutto un episodio, ma probabilmente un’esibizione avrebbe aiutato.
- Credo la prima, Teenage Dream – rispose il riccio dopo pochi attimi. Chris gli sorrise divertito “lui e la sua fissa per Katy Perry” pensò, prima di cercare il video e farlo partire.
“I stick out like a sore thumbBlaine sorrise guardando il suo ragazzo sullo schermo“Next time don’t forget your jacket, new kid. You’ll fit right in.” a quelle parole il moro scoppiò a ridere – Era una pessima spia – mormorò.
“Now if you'll excuse me”il Blaine nello schermo disse e il sorriso di quello che stava davanti allo schermo si ampliò ancora di più. Poi la musica partì e i Warblers cominciarono a cantare.
Il ricciò guardò l’esibizione scuotendo la testa. Una volta che il video fu terminato, nascose il volto nelle mani – Oddio non si può vedere, ero imbarazzante – esclamò mentre Chris scoppiò a ridere – Non dire così, eri..sei bravissimo – gli confessò e l’altro lo ringraziò con un sorriso.
Rimasero in silenzio per qualche istante – Posso farti una domanda..un po’ personale? – chiese poi il controtenore e Blaine annuì - Che cosa hai pensato la prima volta che hai visto Kurt su quelle scale? – domandò.
Il moro sospirò poi aprì e chiuse più molte la bocca senza emettere nessun suono – Io..ho pensato che fosse il ragazzo più bello che avessi mai visto – ammise, mentre le sue guance si tingevano di rosso – E perché ci hai messo così tanto..a esternare i tuoi sentimenti? – chiese ancora il controtenore – Perché avevo paura, e non che mi respingesse perché ero sicuro che lui provasse lo stesso per me. Ma all’inizio Kurt aveva bisogno di un amico, qualcuno su cui contare in uno dei momenti più difficili della sua vita, e per stargli accanto ho deciso di essere io quell’amico, quel mentore. Poi sono subentrati i sentimenti, ma non potevo rovinare la nostra amicizia. E successivamente è arrivato Jeremiah – sospirò – Non sono mai stato innamorato di lui, lo ammetto. L’ho usato, in un certo senso, per cercare di andare avanti, superare quello che provavo per Kurt. Ma quando lui mi ha confessato, in un certo, che aveva sentimenti per me, il mio castello è crollato. Quello che è successo con Rachel è stato stupido, sono ancora immaturo sotto certi aspetti, e ho rischiato davvero di rovinare tutto. Quando l’ho sentito cantare Blackbird, è stato in quel momento che ho capito che non dovevo e non potevo più tenermi dentro e quindi ci ho provato ed è andata come speravo – spiegò mentre una lacrima gli rigò il viso.
- Mi manca – mormorò poi e Chris, senza pensarci due volte, se lo strinse forte a se – Lo so Blaine, lo so. Troveremo un modo per farvi tornare indietro – gli sussurrò all’orecchio, accarezzandogli i ricci.
 
Appena arrivato a casa Hummel, Darren fu accoltò da un’agitatissima Carole, che immediatamente gli chiese cosa fosse sucesso e come si sentiva.
Lui le spiegò tutto, per poi sedersi, leggermente imbarazzato, sul divano insieme a Burt, mentre sua moglie e Kurt preparavano la cena.
Dopo aver mangiato il controtenore intento una litigata con il padre – Papà, lo sai che non faremmo niente che tu non approvi. Voglio solo stare con lui, dopo quello che è successo oggi – continuava a ripetere, mentre il signor Hummel negava ogni sua richiesta. Alla fine, però, la determinazione di Kurt vinse e l’uomo cedette – Va bene, ma la porta rimane aperte, chiaro? – acconsentì.
Il figlio scattò in piedi – Grazie mille papà – disse prima di prendere Darren per una mano, afferrare la brosa che Edward Anderson aveva precedentemente portato, e i due salirono in camera.
- Porta aperta – arrivò alle loro orecchie la voce chiara e, in un certo senso, intimidatoria di Burt.
I due ragazzi entrarono in camera e si sedetterò sul letto sorridendo, leggermente imbarazzati – Come hai fatto a convincerlo? Pensavo che da un momento all’altro mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani – disse Darren leggermente preoccupato.
Kurt scoppiò a ridere divertito – Mio padre adora Blaine. E poi nessuno può dire no ai miei occhi da cucciolo – confessò, mentre il moro deglutiva rumorosamente.
- Dai vatti a cambiare, così possiamo andare a letto – disse poi il contortenore sorridendo ed alzandosi per andare a prendere il proprio pigiama. Il riccio scatto a sua volta in piedi e, prese le proprie cose, si diresse nel bagno degli ospiti, per farsi una doccia veloce e lavarsi i denti.
Quando tornò in camera, trovo il ragazzo seduto davanti allo specchio, intento a fare la sua cura del viso serale. Scosse la testa e si sedette sul bordo del letto – Quanto ti ci vuole? – chiese curioso. L’altro passò un po’ di crema sulla fronte – Finito – disse poi buttando poi le salviettine rinfrescanti nel cestino.
Entrambi si coricarono su letto, a debita distanza l’uno dall’altro – Vuoi..vuoi vedere un film? – chiese timidamente Kurt spezzando il silenzio imbarazzante che si era creato tra loro – Io..credevo che volessi parlare – confessò l’altro abbozzando un timido sorriso.
Il ragazzo dagli occhi chiari annuì – Va bene, io ho una domanda – confessò – Come faccio a sapere che tu sei veramente Darren e non Blaine? Qui non esiste nessun telefilm chiamato Glee, e nessun Darren Criss – chiese confuso.
- Va bene, fammi pensare – disse l’altro. Doveva trovare qualcosa, magari di compromettente, che, probabilmente, Kurt non aveva mai confessato a Blaine.
Se solo..ecco aveva trovato – Blaine sa che hai fatto parte delle cheerleader e che come tua prima esibizione hai cantato 4 Minutes insieme a Mercedes? O che con loro hai vinto le Nazionali cantando Celine Dion in francese? – chiese – O che da qualche parte, nascosto chissà dove, hai un video di te, Brittany e Tina che ballate Single Ladies? O che hai fatto parte, anche se per poco, della squadra di football come kiker? E che prima di calciare quella palla, far vincere alla squadra la partita, hai proprio ballato quella canzone per caricarti? – chiese ancora mentre le guance di Kurt prendevano, pian piano, colore.
- Okay hai vinto, ti credo – disse allora, ributtandosi a pesa morto sul letto.
Sul suo viso, dal momento in cui avevano entrambi capito quello che era successo, era dipinta un’espressione triste e malinconica, cosa che stava distruggendo pian piano Darren. Non riusciva a vederlo star male così, doveva fare qualcosa, e subito.
Il ragazzo si avvicinò lentamente a lui – Kurt – lo chiamò e l’altro voltò lo sguardo – Ti manca? – chiese all’amico.
Era una domanda stupida, lo sapeva, ma non sapeva realmente come fare per farlo star bene.
Intanto quegli occhioni color cielo si erano riempiti di lacrime – Molto – disse e due secondi dopo si ritrovò avvolto in un forte abbraccio – Ti prometto che troveremo un modo per far tornare tutto alla normalità – lo rassicurò, prima di sdraiarsi e far appoggiare al controtenore la testa sul suo petto.
- Posso dormire così stanotte? – chiese il giovane con un filo di voce – Certo, tutte le notti che vuoi – rispose il moro continuando ad accarezzargli la schiena.
Quando non riuscì più a tenere gli occhi aperti mormorò un – Buonanotte – e da Kurt arrivò come risposta un verso non ben identificato.
Allora gli lasciò un bacio tra i capelli e finalmente si fecero trasportare dal sonno.



 Nota dell’autrice:
 
lo so, sono tornata con una settimana di ritardo, ma ho avuto un po’ di problemi con il pc e ho fatto prima che potevo.
Ora so che ci state capendo poco o niente, ma vi prometto che man mano che andrà avanti le cose saranno sempre più chiare. Ma se avete domande, risponderò a tutti.
Altra cosa. Le parti scritte in corsivo sono quelle che vengono dette nel video che Chris fa vedere a Blaine.
Parlando di cose serie: c’ho l’ansia per la 3x14 gente, non fatemi sentire da sola ahah
Vabbè questo capitolo non mi convince molto, ma..fatemi sapere che ne pensate.
Come ho detto: aggiornerò ogni lunedì e giovedì.
Quindi a giovedì signò,
 
-Georgia


 

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Capitolo 4
*** it's not just a dream ***


Ho tante cose da dire e lo farò alla fine


Quella notte i sogni di Darren e Blaine furono molto agitati. Soprattutto quelli di quest’ultimo.
Si addormentò tranquillamente con la testa appoggiata alla spalla di Chris, mentre la coperta arrivava a coprirgli il naso. Si sentiva al sicuro tra le braccia dell’altro ragazzo, proprio come se fosse tra le braccia del suo fidanzato, mentre sul suo volto era dipinto un flebile sorriso.
Ormai nel profondo del suo sonno, cominciò a sognare.
Si trovava, forse, in una stanza e il buoio lo circondava completamente. Non riusciva a vedere nulla, solo nero intorno a sé. Poi una figura molto famigliare iniziò a materializzarsi proprio di fronte a sé stesso. Una volta che la figura si trovò a pochi passi da lui, capì di chi si trattava.
Capelli ricci di colore scuro, occhi color del miele. Erano praticamente identici, solo che l’altro sembrava di qualche anno più vecchio. (*) E poteva essere solo una persona: Darren.
Blaine aprì e richiuse più volte la bocca, senza riuscire ad emettere nessun suono. Così rimasero per qualche minuti ad osservarsi, a studiarsi e cercare ogni minima particolarità finica che non avevano in comune.
Poi finalmente Darren parlò – Blaine..sei tu? – chiese e il giovane annuì – È un sogno vero? – chiese poi a suo volta, incredulo.
Nessuno dei due sapeva in realtà di che cosa si trattasse. L’unica cosa che sapevano era che dovevano approfittare del fatto che si trovassero uno alla presenza dell’altro, per capire che cosa era successo veramente quella mattina.
Darren alzò le spalle e non disse nulla – Come sta Kurt? – gli chiese allora l’altro, preoccupato. A quella domanda l’attore sorrise dolcemente – Kurt è..Kurt. Agitato, preoccupato, ma sta bene. Gli manchi – rispose a l’altro sospirò – Anche a me, molto – ribattè tristemente.
Poi tra i due calò un silenzio quasi imbarazzante, dove il giovane fissava il vuoto, mentre l’altro si passava una mano tra i ricci ribelli.
- E..Chris come sta? – domandò poi, mentre le sue guance prendevano lentamente colore – Chris? – chiese l’altro ridacchiando mentre Darren lo guardava preoccupato – Chris sta bene – continuò – O almeno credo. Se è preoccupato non lo da a vedere, anche se sono sicuro che lo sia anche lui. È un ragazzo forte e mi sta aiutando molto, soprattutto nei momenti in cui do un po’ di matto, e in mezza giornata è già successo tre volte – spiegò ed entrambi abbozzarono un sorriso divertito.
- Posso farti una domanda? – chiese l’attore timidamente e Blaine annuì – Come..cosa stavi facendo prima che ci scambiassimo i corpi? Perché è quello che è successo vero? – disse tutto ad un fiato.
Il giovane annì ancora una volta – Ehm credo di si, o almeno è questa è la conclusione alla quale è arrivato Chris – lo informò – Comunque prima che succedesse tutto questo – fece un gesto quasi esasperato– Stavo andando da Kurt, per passare con lui la giornata. Ero fermo al semaforo e, quando è scattato il verde, ho attraversato l’incorocio e un’auto mi è venuta addosso. Dopo di quello non ricordo più niente, fino a quando non mi sono svegliato – gli spiegò.
Darren lo guardò incredulo – Chè c’è? – gli chiese allora l’altro, in tono quasi preoccupato – Io..mi è successa la stessa identica cosa – esclamò e tutti e due si guardarono in silenzio.
- Darren questo vuol dire qualcosa, ma..è tutto così complicato. Non so..non capisco – disse Blaine confuso – Facciamo così. Tu parlane con Chris, lui sa sempre tutto essendo praticamente un genio, e vediamo che cosa dice. Sono sicuro che trovarà un modo per far tornare tutto a posto. Io intanto faccio qualche ricerca con Kurt, anche se dubito che troveremo qualcosa. Nel vostro mondo non esiste praticamente..nulla – fece Darren esasperato e il più giovane si lasciò scappare una risatina divertita, beccandosi un’occhiataccia.
Poi qualcosa di strano accadde. Blaine vide la figura di Darren cominciare a schiarisi sempre più, mentre l’attore continuava a sentire qualcuno che lo chiamava – Kurt – mormorò quando capì di chi era quella voce.
Il più giovane lo guardò allarmato – Ce sta succedendo? Kurt sta bene? – gli chiese e l’altro annuì – Si, sta bene. Credo che stia cercando di svegliarmi – gli rispose, mentre la sua immagine continuava a dissiparsi pian piano.
A quelle parole Blaine sbiancò – N..no non puoi abbandonarmi. Non puoi andartene, io voglio tornare a casa. Darren ti prego, non mi lasciare qui da solo – era nel panico più totale – E poi come facciamo a sapere che tutto questo non è solo uno stupidissimo sogno? – chiese preoccupato.
Darren gli si avvicinò e, posandogli una mano sulla spalla, gli sorrise – Blaine calmati e respira profondamente – il giovane ubbidì – Andrà tutto bene. A Kurt ci penso io e troveremo un modo per far tornare tutto com’era prima – lo rassicurò – E per quanto riguarda tutto questo – gesticolò stizzito – Credo sia proprio un sogno, ma, per verificare che sia tutto vero, che sia accaduto davvero, devi fare una cosa per me quando ti sveglierai. Vai nel cassetto dove tengo i calzini..non ridere! Dicevo..apri il cassetto e, sul fondo, coperto appunto dai calzini, troverai un vecchio quaderno. Aprilo e nelle ultime pagine troverai una nuova canzone che ho scritto un paio di giorni fa, si intitola With You – gli spiegò e l’altro annuì pensieroso.
Poi tra i due cadde per qualche secondo il silenzio, mentre il più piccolo pensava – Io..non credo che tu abbia con te tutte le tue cose. Cioè sei a casa mia o da Kurt? – chiese – Da Kurt, Burt mi ha dato il permesso di rimanere da loro – rispose e Blaine annuì ancora una volta – Allora credo che tu debba cercare una vecchia agenda. Si trova sulla scrivania di Kurt, di solito è accanto al portatile. Come segnalibro, sul giorno 15 di marzo, ho messo la prima foto che io e lui ci siamo fatti dopo esserci messi insieme – gli spiegò e Darren gli sorrise dolcemente.
- Bene, ora mi tocca svegliarmi – il panico tornò negli occhi del giovane - Mi dispiace doverti lasciare, ma ti prometto che troveremo un modo per rimanere in contatto – gli assicurò – Okay, ti prego salutami Kurt e digli che lo amo – lo supplicò Blaine e Darren annuì – Lo faro, promesso. E tu salutami Chris e digli che lo..che mi manca e che tornerò presto a rompergli le scatole – ridacchiò prima che il giovane potesse vederlo scoprarire del tutto davanti ai suoi occhi.
Era di nuovo da solo e terrorizzato più che mai.  
 
- Buongiorno, è più di dieci minuti che cerco di svegliarti – esclamò Kurt, appena Darren aprì gli occhi.
Il moro li richiuse immediatamente, nascondendo poi la testa sotto il cuscino – Non è possibile che tu sia così pimpante di prima mattina – farfugliò ancora assonnato. L’altro ridacchiò – Ci sono tante cose che non conosci di me, cose che solo Blaine sa. E questa è una di quelle – lo prese in giro divertito.
Ma la mente del ragazzo si era fermata al nome che il controtenore aveva pronunciato. Scattò a sedersi sul letto – Blaine – esclamò e con un altro scatto scese dal letto, dirigendosi verso la scrivania di Kurt.
Proprio come il giovane gli aveva spiegato, su di essa, accanto al computer, c’era una vecchia agenda di colore nero, con qualche disegnino color rosa acceso.
Tentò di prenderla ma il controtenore gli diede uno schiaffo, neanche tanto leggera, sulla mano – Darren lascia stare le mie cose – disse leggermente alterato – E poi che c’entra Blaine? Spiega, ora! – disse alzando poi leggermente la voce.
Il riccio lo guardò spaventato – Io..devo controllare una cosa nella agenda, poi ti spiegherò tutto quello che vuoi – si giustificò.
A quelle parole Kurt annuì come per dirgli di procedere, ma lo tenne sott’occhio.
Darren riprese l’agenda tra le mani,  e l’aprì con cautela. Fece scorrere piano le pagine finchè non arrivò al fatidico 15 marzo e, proprio lì, in mezzo a quei due fogli di carta che indicavano due date ben distinte, c’era una foto.
La prese, per poi riappoggiare l’agenda sulla scrivania, e le guardò attentamente. La foto ritraeva Blaine e Kurt  seduti vicini, abbracciati, che sorridevano teneramente alla camera.
- D-Darren che cosa ci fa quella foto li dentro? Pensavo di averla persa – disse con voce leggermente tremante –  L’ha messa lì Blaine – gli rispose semplicemente l’altro, prima di rigirarsela tra le mani e vedere, sul retro, una frase dolcissima, scritto con una calligrafia quasi perfetta.
“I’ll stand by your side until you let me”,  recitava.  Darren sorrise nel farla vedere all’altro, che si lasciò scappare una lacrima e un sospiro tremolante.
Il moro lasciò la foto sul banco e, prendendo Kurt per mano, lo condusse sul letto, facendolo sedere.
Con una mano gli asciugò la lacrima che gli rigava il volto candido – Posso spiegarti tutto, ma ti prego non far domande perché neanche io so come spiegarmi il perché di tutto questo – confessò e l’altro annuì.
Gli racconto tutto il sogno per filo e per segno, gli spiegò quello che era successo e ogni minima parola che lui e Blaine si erano detti, e anche di quella foto. Gli disse tutto e alla fine, mentre l’altro piangeva silenziosamente, avvolse le braccia attorno al suo corpo tremolante e lo strinse forte a se – Mi ha detto di dirti che gli manchi e che ti ama tantissimo – gli sussurrò dolcemente all’orecchio.
Kurt annuì mentre emetteva un leggero singhiozzo – Andrà tutto bene – gli disse poi, allontanandosi per baciargli la guancia bagnata dalle lacrime.
Il controtenore sorrise debolmente, non sicuro se voleva riprendere a piangere per quel gesto tanto dolce o essergli grato per il modo così affettuoso e confortevole con cui lo trattava.
Quel momento però fu interrotto dalla porta che si spalancò – Non vorrei interrompere questo momento di amore e arcobaleno, ma Kurt, Blaine, è pronta la colazione – disse un ragazzo dai capelli biondi, gli occhi azzurri e due labbroni enormi.
Entrambi si voltarono e gli sorrisero – Grazie Cho-Sam, arriviamo subito – rispose il moro e il biondo, ciondolando li lasciò di nuovo da soli.
Darren guardò Kurt in modo confuso– Da quando in qua Sam abita qui? – gli chiese poi – Okay probabilmente dovrei cominciare a leggere tutto il copione e non solo le mie parti e quelle di Chris – disse immediatamente, senza aspettare la risposta dell’altro.
Poi senza dire altro prese il controtenore per una mano, e dopo avergli dato una bacio sulla tempia, lo tirò fuori dalla camera – Andiamo, muoio di fame – esclamò impaziente – Stranamente direi – aggiunse Kurt ridacchiando.
 
Un paio di ore più tardi Blaine si sveglio per trovare il letto, accanto a sé, vuoto. Si girò, adagiandosi sulla schiena e, portando le braccia dietro la testa, fissò il soffitto.
E poi cominciò a pensare, a tutto e a niente.
- Finalmente ti sei svegliato – diversi minuti più tardi una voce, proveniente dalla porta, lo ridestò dai suoi pensieri.
Il giovane si sedette, appoggiando la schiena alla spaliera del letto e guandando l’altro che gli sorrideva – Ho incontrato Darren – gli confessò immediatamente.
Chris sgranò gli occhi – Come hai incontrato Darren?! – esclamò visibilmente confuso. Allora Blaine lo invitò a sedersi accanto a se e l’altro ubbidì senza fare tante storie.
Rimasero a fissarsi per qualche minuto, nel quale il moro cercava di trovare le parole con le quali raccontare tutto al controtenore.
E poi lo fece, cercando di non tralasciare nessun particolare – E, quoto, mi ha detto di dirti che gli manchi e che tornerà presto a romperti le scatole – spiegò sorridendo – Sempre se troveremo il modo di farlo – aggiuse poi incupendosi.
L’attore gli sorrise debolmente – Ho alcune idee, devo solo..verificarle – lo informò mentre vedeva il volto dell’altro cominciare ad illuminarsi.
Poi lo vide scattare in piedi – Blaine..? – disse leggermente confuso – Io..devo fare una cosa, tu..potresti cominciare a verificarle no? O magari..la colazione.. – disse voltandosi e andando verso il cassettone.
Aprì quello da cui la sera prima aveva preso un paio di calzini, e, spostandoli tutti, trovò un quaderno color verde bottiglia. Lo prese e, dopo aver richiuso il cassetto, andò a sedersi sul angolo del letto.
Aprendo il quaderno, andò direttamente alle ultime pagine e trovo la canzone di cui Darren gli aveva parlato. Iniziò a leggerla, anche se la scrittura era leggermente illeggibile, mentre un tenero sorriso si apriva sul suo volto.
- Cosa stai leggendo? – la voce che proveniva da dietro le sue spalle lo fece sussultare. Si voltò pre incontrare lo sguardo inquisitore di Chris – Huh nulla, è una canzone che Darren ha scritto un paio di giorni fa. È il modo di verificare che quel sogno è accaduto veramente – spiegò, ritornando poi a leggere la strofa successiva.
Il controtenore si appoggiò a lui e, allungando il collo, cercò di leggere quello che c’era scritto – With You – mormorò – Quando hai finito posso leggerla anche io? – chiese incuriosito ma Blaine non gli rispose, troppo preso da quello che stava leggendo.
Your beautiful glasz (**) eyes and you white skin” recitava una strofa. Il giovane chiuse immediatamente il quaderno, arrossendo violentemente.
Chris lo guardò quasi eccitato – Allora posso leggere? – chiese saltellando sul posto. Blaine scosse la testa e cercò di trattenere una risata – Non credo. Sono cose private e Darren non mi ha detto che potevi leggerla – disse alzandosi e riposando il quaderno al suo posto.
- Okay andiamo a fare colazione – disse, cercando di cambiare argomento e cominciando a dirigersi verso la porta ma l’attore lo fermò – No, torna qui – gli ordinò e l’altro ubbidì – Tieni questo – aggiunse poi porgendogli l’iphone di Darren.
Blaine lo prese scettico, lanciandogli successivamente uno sguardo confuso – E cosa ci dovrei fare? – chiese e Chris sospirò – Chiama il numero del cellulare così possiamo verificare un paio delle mie idea – rispose con ovvietà.





Nota dell’autrice:
 
Okay vi do il permesso di bastonarmi e linciarmi, ma ho qualcosa con cui giustificarmi  per aver tardato..tre settimane? L’università. Ho ricominciato due settimane fa e ho cambiato tutti gli orari e quindi ho dovuto adattarmi. In più sono stata poco bene e quindi non ce l’ho fatta a scrivere prima.
Questo capitolo in realtà è pronto già dalla scorsa settimana ma, essendo davvero misero, ho deciso di allungarlo un po’, anche se continua ad essere decisamente breve.
Altra cosa: i giorni in cui posterò saranno diversi; ovvero il martedì e il venerdì cosicchè avrò il tempo materiale di scriverli come si deve e di postare come e quando voglio.
Per quanto riguarda le note: (*) secondo me un po' di differenza da Darren normale e Darren quando interpreta Blaine ci sono, minime ma ci sono. come se fosse leggermente più giovane. (**) glasz:  è il colore degli occhi di Chris: quel misto tra verde, azzurro, grigio e addirittura giallino che cambia con il cambiare della luce.
Ultimimissima cosa: voglio dedicare il capitolo ad una delle persone più importanti della mia vita  livelikegangsta. So che probabilmente non è il massimo che io possa fare, ma voglio che tu sappia che ci sarò sempre per te e che ti voglio un bene immenso <3
E per quanto riguarda la ff You are perfect to me, arriverà prestissimo il nuovo capitolo, lo prometto!
Quindi a venerdì e spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere.
Un bacio,
 
-Georgia

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Capitolo 5
*** my ideas ***


- Kurt ti prego vieni ad aiutarmi, non so neanche da che parte iniziare – Darren e quest’ultimo avevano appena finito un’imbarazzantissima colazione, in compagnia di Sam e Finn, ed ora erano tornati al piano superiore dove il moro si era seduto davanti allo specchio e aveva cominciato ad armeggiare con gel e pettine.
L’impresa, però, era più ardua del previsto – Kurt aiutami – si lamentò ancora una volte e a quel punto il controtenore, sbuffando, tirò fuori la testa dall’armadio e lo fulminò con lo sguardo – Non ci penso neanche, sei capace a farlo da solo – ribattè stizzito.
Il moro sbuffò a sua volta – In verità non ho mai imparato. Di solito ci pensano le parrucchiere – confessò guardando male i due oggetti che aveva tra le mani. Kurt si alzò da terra e, dopo essersi tolto la polevere immaginaria dai pantaloni, gli si avvicinò – E allora questa è la buona volta che impari – lo prese in giro sorridendo – E comunque, puoi anche non metterlo, tanto rimarremo in casa tutto il giorno e poi andremo in piscina. Non è una cosa che Blaine farebbe, ma gli altri capirebbero dopo quello che è successo ieri – concluse poi sparendo in bagno.
Darren fissò il suo riflesso nello specchio e alzò le spalle rassegnato. Si alzò e si andò a stendere sul letto (era appena stato sistemato e Kurt l’avrebbe ucciso, lo sapeva)  fissando il soffitto.
Qualche secondo più tardi il controtenore tornò in camera e lo guardò fumante, ma prima che potesse cominciare a strillargli contro la porta della stanza si aprì e sulla sogli apparvero Finn e Sam.
Il biondo rise divertito all’espressione che l’amico aveva sul volto – Abbiamo interrotto qualcosa? – chiese e Kurt scosse la testa – No, non vi preoccupato. Avete solo salvato Blaine da morte certa – rispose in tono sarcastico.
Il moro scattò a sedere e si passò una mano tra i ricci ribelli – Io non..volevo? – balbettò preoccupato per la sua incolumità.
- Comunque il tuo telefono sta squillando da un po’ – lo informò il quarterback porgendoglielo – L’avevi lasciato in cucina prima – aggiunse mentre il fratellastro glielo prendeva di mano per passarlo al suo “ragazzo”.
Fissò il numero e scosse la testa – Non conosco questo numero – disse scambiando con Darren uno sguardo confuso che a sua volta gli lanciò uno sguardo interrogativo - 323-382-0509, lo conosci?–gli chiese.
Appena sentì quel numero il moro sbiancò visibilmente – No, non..non credo – disse con voce tremante. Kurt lo guardò preoccupato ma non disse nulla.
- Okay noi andiamo a prepararci. Ci vediamo tra mezz’ora in macchina – disse Sam prendendo l’amico per la maglia e trascinandolo via dalla camera.
Rimasti da soli i due ragazzi si guardarono – Kurt dammi il cellulare – disse, dopo diversi minuti di silenzio, Darren.
Il giovane sembrava sempre più preoccupato ma glielo porse senza obbiettare – Non è possibile – lo sentì mormorare poco prima che il cellulare tornasse a vibrare. Allora si decise di riprovare – Darren conosci quel numero? – gli chiese ancora una volta – È il numero di casa mia – rispose prima di accettare la chiamata.
Fece un  respiro profondo – Pronto? – disse debolmente – Darren? Sei tu? – dall’altra parte della cornetta arrivò una voce identica alla sua – Si..Blaine? – rispose e sentì l’altro ridere – Chris ha funzionato. Sei un genio – urlò poi mentre un’altra risata si univa alla sua: quella di Chris.
Voltò poi lo sguardo verso di Kurt e vide che i suoi occhi chiari riempirsi ancora una volta di lacrime. Non ci pensò due volte e, staccato l’iphone dall’orecchio, mise in vivavoce.
La risata di Blaine riempì la stanza e Kurt si lasciò scappare un sighiozzo.
Il silenzio regnò – Kurt.. – disse Blaine dall’altro capo della cornetta. Immediatamente si era fatto triste e lo si poteva sentire benissimo dalla sua voce.
- Kurt – tentò ancora una volta – Amore andrà tutto bene – gli disse – Chris ha capito che cosa è successo e stiamo trovando un modo per tornare indietro. Andrà tutto bene devi solo tenere duro per me, lo puoi fare? – il controtenore annuì come se il suo ragazzo lo potesse vedere – Si.. – mormorò poi – Mi manchi – aggiunse mentre Darren, ancora una volta, lo stringeva a se.
Blaine sospirò profondamemte – Anche tu mi manchi. Ma finirà tutto presto e ti predo non piangere – gli disse mentre anche la sua voce cominciava ad incrinarsi.
Kurt si asciugò velocemente le lacrime – Ti amo Blaine – esclamò cercando di sorridere – Ti amo anche io – gli risposse l’altro e il volto del giovane si illuminò subito.
- Darren – una vocina intimorita arrivò alla voce dei due ragazzi.
Le parole morirono nella gola del moro – Chris? – domando allora Kurt – Ciao – ribattè l’altro e lo potè sentire sorridere – Ciao – dissero poi all’unisono.
- Oddio è troppo bello sentirti, sapere che sei vero – esclamò il controtenore ad un tratto eccitato, ma Darren lo interruppe subito – Ti prego Chris dicci che cosa avete scoperto, potete chiaccherare dopo – disse mentre Blaine e Chris scoppiavano a ridere e Kurt gli tirava una gomitata – Ahia – si lamentò facendo aumentare le risate alle quali si aggiunse anche il giovane.
- Ragazzi – esclamò fintamente offeso – Okay Darren calmati – lo bloccò il suo collega cercando di tranquillizzarsi – Io ho scoperto delle cose e io e Blaine pensiamo che siano vere – cominciò.
- Dai, dai – lo incitò il moro e lui sbuffò – Kurt.. – disse solamente e partì un’altra gomitata – Dicevo queste cose..potrebbero essere vere, come potrebbero essere solo supposizioni. Comunque, quando Blaine si è svegliato stamattina mi ha raccontato il vostro sogno e quello che vi siete detti. So che poco prima che i vostri corpi si scambiassero avete entrambi avuto un’incidente e, quindi, pensavo che fosse proprio quello il motivo. Avete perso tutti e due conoscenza e questo vuol dire che c’è stato un trauma. Non ne capisco molto di medicina, e cose del genere, e continuo a pensare che tutto questo sia surreale ma sono più che sicuro che il trauma, avvenuto per entrambi nello stesso istante, ha fatto si che i vostri corpi venissero scambiati. Non so se avete capito – spiegò.
Dopo quella spiegazione rimasero tutti in silenzio – Quindi per far si che tutto torni come prima devono avere un altro incidente? – chiese infine il controtenore preoccupato. Dall’altra parte della cornetta arrivò un sospiro – Abbiamo avuto un trauma, come dice Chris, quindi, da quello che ho capito, dovremmo perdere conoscenza nello stesso istante e così torneremà tutto a posto – precisò Blaine.
A quelle parole Darren scattò – Facciamolo – esclamò immediatamente e Kurt scosse la testa – Per quanto io voglia che tutto questo finisca non mi sembra il caso – constatò – Dobbiamo decidere un giorno e soprattutto un modo per farlo. Soprattutto dobbiamo fare le cose per bene perché nulla vada storto. Non dovete morire – aggiunse mentre si lasciava scappare un sospiro.
- Kurt, Blaine muovetevi che siamo in ritardo – la voce di Finn, che proveniva dal piano inferiore, arrivò forte e chiaro alle loro orecchie – Oddio la piscina – brontolò il più giovane – Non ho voglia di andarci, rimaniamo qua – si lamentò.
Blaine rise divertito – Kurt andate o la sorpresa alla Pillsbury non riuscirete mai a farla. Ci possiamo sentire più tardi e insieme inventeremo un piano – gli disse dolcemente.
Il volto del controtenore si incupì ma decise che non avrebbe pianto ancora una volta – Va bene, a stasera Blaine. Ti amo – mormorò – A stasera amore, ti amo anche io – rispose sempre in tono dolce.
- A stasera Colfer – disse poi Darren ridacchiando – Vattene Criss – lo prese in giro l’altro prima di riattaccare il telefono.
I due ragazzi si alzarono dal letto e andarono a prepararsi, sperando che il tempo passasse in fretta e che fosse presto sera così da poter risentire le persone che amavano.
 
Quel pomeriggio Chris e Blaine rimasero chiusi in casa, sul divano, a ripassare il copione della puntata successivo e, soprattutto, ad imparare i nomi dei ragazzi del cast.
- Allora Lea è Rachel, Cory è Finn, Naya è Santana e Chord è Sam – ricominciò per l’ennesima volta il moro – Poi c’è Amber che è Mercedes, Kevin è Artie e Grant è Sebastian – conitinuò poi guardò male l’attore – Ti prego dimmi che sono completamente diversi caratterialmente, perché è decisamente… – Chris lo bloccò subito – Completamente diverso, lo prometto. Ora ricomincia – gli ordinò.
E così fece, solo che stavolta fu interrotto dal campanello e da una voce squillante provenire dall’altra parte della porta – Darren Everett Criss, muoviti – urlò qualcuno.
Chris sbiancò – Blaine è Mia – gli disse alzandosi – Falla entrare e dalle quello che Darren ha preparato l’altro giorno. Io vado in bagno, è meglio che non mi veda qui – disse prima di sparire.
Blaine lentamente si alzò e si diresse alla porta. L’aprì e si ritrovò davanti una ragazza davvero bella, alta, magra, coi capelli lunghi e castani e gli occhi scuri ma luminosi.
Si guardarono per qualche secondo poi lei parlo – Posso..posso entrare? – tutta la sua sicurezza era sparita per dare spazio alla timidezza e, soprattutto, alla tristezza.
Darren, penso Blaine, doveva davvero averla fatta soffrire.
- Certo – le disse sorridendo, per poi farle strada dentro casa – Io..non credo che tu voglia sederti o cose del genere – disse poi mentre lei si voltava verso di lui. La vide scuotere debolmente la testa – Voglio solo prendere le mie cose ed andarmene – lo informò.
Il ragazzo annuì e corse a prenderle in camera.
Una volta ritornato in salotto, gliele porse e lei gli sorrise debolmente – Mia..mi dispiace davvero tanto – le disse. Anche se lui non centrava nulla con tutta quella storia, si sentiva in debito di dovergli almeno delle scuse.
Mia scosse ancora una volta la testa – Anche a me Darren, tanto. Ma spero che così le cose vadano meglio. Ultimamente non facevamo che litigare e la cosa ci stava facendo stare male. Spero che ora tu stia meglio e, soprattutto, che lui ti renda felice – gli spiegò.
Blaine annuì impercettibilmente e poi accedde una cosa inaspettata: la ragazza gli si avvicinò e gli lasciò un leggero bacio sulla guancia – Ci si vede Darren – gli disse per poi uscire di casa. Lui rimase imbambolato a fissare il vuoto – Blaine è tutto a posto? – la voce di Chris lo ridestò.
Il ragazzo sobbalzò – Certo è tutto a posto, solo che mi dispiace un po’ per quella ragazza – confessò – Ma sono sicuro che Darren ha fatto la scelta giusta, per tutti – disse sorridendo, per poi tornare a sedersi sul divano a ripassare il copione.
Quelle parole colpirono Chris. Che cosa intendeva Blaine con la parola tutti? 



Nota dell’autrice:
 
Ragazzi ce l’ho fatta, ho rispettato la mia scadenza e sono fiera di me u.u
Parlando del capitolo: spero che abbiate capito come le cose sono avvenute e sorattutto quello che hanno detto Blaine e Chris. Se c’è qualcosa che non avete capito ditemelo che ve lo ripiego per bene.
Un’altra cosa: Mia. In tutte le ff che ho letto la dipingono come quella stronza, che tratta male Darren etc..io non ce l’ho proprio fatta. Si all’inizio sembrava così, ma io penso che sia un po’ una forma di difesa.Ammetto che a me non piace molto come ragazza. La trovo bellissima, Darren è innamorato di lei e tutto e a me sta bene così.
In realta, nella mia di ff, è ferita ma allo stesso tempo non voglio far passare Darren per lo stronzo. Hanno solo preso la decisione giusta per entrambi, cosicchè nessuno dei due soffra.
Vabbè la smetto di dire baggianate ahah spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere!
A martedì, un bacio
 
 -Georgia

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Capitolo 6
*** the first day of school ***


Il lunedì mattina successivo Darren fu svegliato dal rumore dell’acqua, che scorreva, proveniente dal bagno accanto alla camera da letto.
Sbuffando, cacciò la testa sotto il cuscino e cercò di rimettersi a dormire. Presto però, ci rinunciò, mettendosi a sedere sul letto e aspettando che Kurt finisse di lavarsi.
Qualche minuto più tardi il ragazzo riemerse dal bagno, avvolto dal suo accappatoio e con in testa una salvietta bianca. Appena si accorse dello stato in cui era messo e del fatto che Darren lo stava fissando, diventò bordeaux.
- Ti prego smettila di..di fissarmi e..vatti a dare una lavata – balbettò, coprendosi il volto con la stessa salvietta. Il moro scoppiò a ridere divertito, ma dopo che l’altro gli ebbe lanciato un’occhiataccia, scattò in piedi e ubbidì.
Entrò in bagno, si fece una doccia veloce e si vestì, per poi tornare in stanza e trovare Kurt già perfettamente pronto per uscire.
Il controtenore lo fissò, con le mani sui fianchi e un sopracciglio alzato – Non manca qualcosa? – gli chiese con ovvietà. Darren guardò la sua immagine riflessa nel grande specchio appeso all’armadio: pantaloni alla caviglia, polo, cravattino, cardigan, scarpe. Era a posto, o almeno credeva.
Poi Kurt gli posò una mano sui ricci scompigliati e lui sorrise – Mi aiuti però – e l’altro, sospirando rassegnato, accettò.
Dieci minuti più tardi erano tutti in cucina a fare colazione – Finn muoviti che siamo in ritardo, e non parlare con la bocca piena – continuavano a lamentarsi Sam e il controtenore, mentre il moro si godeva la scena divertito. Si era sempre chiesto cosa passasse nella mente di Ryan Murphy e compagnia, come la vita in casa Hummel potesse essere al di fuori delle telecamere e nella loro testolina a volte bacata. E ora che ci era dentro, era la cosa più bella che gli fosse mai potuta capitare.
- Finalmente – la voce di Kurt lo ridestò dai suoi pensieri – Possiamo andare – disse prendendolo per mano e trascinandolo fuori di casa.
Il viaggio verso la scuola avvenne in righoglioso silenzio, un silenzio che però fu tutt’altro che imbarazzante. Una volta arrivati all’entrata del McKinley, Darren andò nel panico.
Erano anni che non metteva piede in una scuola superiore e, sapendo che quella non era una delle migliori dell’Ohio, era leggermente terrorizzato.
Kurt percepì immediatamente la sua paura e gli strinse velocemente la mano – Darren – sussurrò – Andrà tutto bene, te lo prometto. Ci sarò io al tuo fianco e poi oggi avremo il pomeriggio libero quindi la giornata finirà in fretta – gli disse dolcemente.
Il moro gli sorrise debolmente – Va bane, ce la posso fare – disse più a se stesso che all’altro, poi entrambi varcarono la soglia dell’edificio.
Immediatamente furono accolti da Rachel che cominciò a ricordargli l’orario dell’esibizione per la Pillsbury e gli ordinò di non arrivare in ritardo o gli avrebbe, parole sue, tagliato le gambe.
Il controtenore si abbandonò contro l’armadiatto acconto a quello di Blaine e sbuffò – Rachel ti prego siamo appena arrivati. Potresti almeno lasciarci il tempo di respirare prima di assalirci? E per ripeterci le stesse cose che hai ripetuto venti volte solo ieri pomeriggio, oltretutto. Penso che se sentisse Santana, ti insulterebbe all’istante – brontolò, mentre Darren rideva. La ragazza lo guardò malissimo – Blaine tu dovresti essere dalla mia parte. Noi ci capiamo alla perfezione e so che tu vuoi che la nostra stupenda esibizione venga alla perfezione. Visto anche il gioco di parole? Blaine piantala di ridere – quasi strillò.
Il moro si bloccò immediatamente – Scus..scusa Rachel – balbettò spaventato dalla furia della giovane – Ma non ti preoccupare andrà tutto bene. E poi io nemmeno devo cant.. – cercò di tranquillizzarla ma Santana lo interruppe – Nasona lascia stare Porcellana e l’hobbit e finiscila di stressare tutti con sta cosa dell’esibizione. Saremo perfetti, Miss P l’adorerà e Schuester procreerà entro la fine della giornata – disse e le due ragazze si fulminarono con lo sguardo.
- E ora se ci volete scusare, nanerottolo avremmo bisogno di te in matematica. Devi farci copiare il test – aggiunse mentre prendeva Darren per la mano – Andiamo piccolo delfino. Manda un bacino al tuo unicorno e digli che le cosacce le farete dopo – aggiunse Brittany, spuntata dal nulla, dopo averlo preso sotto braccio e le due ragazze se lo trascinarono in classe.
Il ragazzo, girandosi un’ultima volta prima di sparire dietro l’angolo, riuscì a scorgere lo sguardò dispiaciuto di Kurt. Il controtenore lo salutò con la mano, prima di prendere la migliore amica sotto braccio e lasciarsi accompagnare in classe.
Poi ripensò alle parole dell’ispanica. Test di matematica? Era fottuto.
 
Le prime due ore andarono bene. Il test di matematica si era rivelato più facile del previsto. Le lezioni successive furono spagnolo e letteratura inglese, ancora più facili della precedente. Durante storia, ricevette un messaggio “Buon primo giorno di scuola. – Blaine e Chris”. Lo lesse e il suo volto si illuminò mentre ridacchiava silenziosamente. Poi decise di risposndere “Grazie mille. Buon primo giorno sul set. – Darren”, digitò prima di premere invio e riporre il cellulare nella tracolla appena alla sedia.
A fine lezione lo riprese e decise di mandare un altro messaggio “E ovviamente anche da parte di Kurt, che avrebbe aggiunto ti amo, se solo fosse stato con me” inviò con il sorriso sulle labbra, prima di raggiungere il ragazzo in questione e il resto delle New Directions.
Appena mise piede in mensa alcuni occhi si piantarono su di lui. Normale, pensò, sono un ragazzo gay in una scuola piena di omofobi, non posso pretendere che la gente non mi guardi male. Ma sarà sempre così?
Cercò di mantenere sul volto un finto sorriso e si diresse verso il bancone del cibo. Dopo aver pagato si diresse verso il tavolo dei Glee Club e si sedette tra Kurt e Artie.
- Amico allora sei sicuro di riuscire a farcela? Ieri ti ho visto un po’ in difficoltà – gli chiese dopo un po’ il più giovane e lui, dopo aver deglutitò, annuì – Si sto molto meglio oggi. Credo di potercela fare e, se non ce la farò, mi fermerò. L’ho promesso a Rachel e, soprattutto, a Kurt – gli rispose sorridendogli gentilmente. In sincerità avrebbe voluto far smettere tutti di chiedergli come si sentiva, anche perché era dal promeriggio precedente che glielo chiedevano.
Kurt gli posò una mano sul braccio e lui sussultò – Promettilo ancora una volta? – domandò  e il moro scosse la testa – Te lo prometto – esclamò sorridendo e l’altro gli sorrise di rimando – Lo so che sono pesante ma preferisco che tu non ti faccia ulteriormente male, sai com’è? – disse e Darren gli sorrise ancora più ampiamente – Kurt non ti devi preoccupare. Io sto bene e se ci sarà qualcosa che non va te lo farò sapere immediatamente, va bene? – gli promise per l’ennesima volta – Grazie – mormorò l’altro per poi far cozzare le loro spalle. Quel gesto fece scappare ad entrambi una dolce risata.
- Prendetevi una camera – esclamò all’improvviso Puck facendoli sobbalzare – Amico finiscila di dire ste cose ogni volta, è del mio fratellino che stai parlando – ribattè Finn indignato – Finn.. – cercò di dire Kurt ma Santana lo interruppe immediatamente – Non ti preoccupare Puckerman, appena Anderson si sarà rimesso, torneranno a darci dentro – disse ridacchiando.
Darren era completamente rosso in viso mentre il controtenore nascondeva il volto tra le mani, imbarazzato – Ripeto, è del mio fratellino che state parlando e non voglio sapere che fanno lui e Blaine quando sono da soli – si lamentò ancora una volta Hudson.
Finalmente, o sfortunatamente (dipende da come volete vederla voi), Rachel prese la parola – Non che io non voglia stare qua a sapere ogni minimo dettaglio della vita sessuale dei miei migliori amici, ma sono quasi le due e dobbiamo andare a prepararci per la proposta – ordinò, facendo alzare tutti dal loro posto.
- Grazie – le disse Darren quando le passò davanti mano nella mano con Kurt e lei gli fece l’occhiolino.
Più o meno un quarto d’ora più tardi tutti erano pronti, vestiti con i loro costumini, e si trovavano ai piedi della piscina.
Darren si avvicinò ad un ancora frustrato Kurt. Ce l’aveva con tutti i suoi compagni, nessuno escluso. Non era la prima volta che facevano scherzetti e battutine di questo genere e, anche se aveva superato, ovviamente, le sue paure sul sesso, questo non voleva dire che era pronto a parlarne con loro.
- Hey tutto a posto? – gli chiese preoccupato – Si tutto a posto – mentì e l’altro lo fisso con un sopracciglio alzato – Okay forse sono un po’ arrabbiato. Capiscimi, è stato davvero imbarazzante – confessò e lui annuì – Abbastanza imbarazzante – confermò – Ma non ti preoccupare, non hanno detto nulla che io non sapessi già – disse prima ancora di rendersi conto di quello che era uscito dalla sua bocca.
Kurt lo guardò con occhi sgranati – Cosa? – soffiò e l’altro indietreggiò, molto impaurito dall’espressione del giovane – Io..non volevo, scusa. È che..abbiamo girato la scena in cui tu e Bliane avete..uhm..perso la verginità? – gli confessò balbettando intimorito. Il controtenore arrossì fino alla punta delle orecchie – Tu mi stai dicendo che tutto il mondo sa che io.. – lasciò cadere la frase perché incapace di terminarla. Darren ridacchio divertito – Kurt non ti preoccupare, non si è visto nulla davvero. E poi è il mio mondo che lo sa, non il tuo quindi non c’è da preoccuparsi - lo rassicurò, posandogli poi le mani sui fianchi e avvicinandolo un po’ a se – E devi smetterla di farti tutti questi problemi. Tu sai quello che c’è tra te e Blaine è importante ed è questo quello che conta – gli spiegò – E soprattutto lascia perdere quello che dice Finn, anche perché tra lui e Rachel c’è la stessa identica cosa – aggiunse facendogli l’occhiolino.
Kurt appoggiò la testa sulla sua spalla e scoppiò a ridere – Oddio ora ho l’immagine di mio fratello e la mia migliore amica che fanno certe cose, che schifo – esclamò mentre entrambi continuavano a ridere.
Appena riuscirono a calmarsi il controtenore strinse il moro a se – Grazie – gli sussurrò all’orecchio – E di cosa? – chiese l’altro confuso. Kurt gli diede un lieve bacio sul collo – Per essere qua accanto a me, per tutto quello che stai facendo e per non avermi abbandonato. È un momento brutto per tutti, soprattutto per te, e stai affrontando tutti con il sorriso sulle labbra. E riesci a farmi superare i momenti di crisi, cosa che solo mio padre e Blaine sanno fare, quindi grazie – gli spiegò e Darren lo stinse ancora più forte a se –Non devi ringraziarmi. Sono qui e non vado da nessuna parte – gli sussurrò dolcemente – Ovvimanete finchè Blaine non tornerà nel suo corpo e io nel mio – aggiunse facendolo ridere.
- Piccioncini finitela di amoreggiare e venite che è ora – urlò loro Mercedes e i due si staccarono. Poi corsero verso i suoi amici, e pochi secondi dopo la musica inizio mentre Emma e Will entravano nella palestra mano nella mano.
 
Finita l’esibizione, e una volta che Emma accettò la proposta di matrimonio fattagli da Will, tutti i ragazzi decisero di rimanere ancora un po’ a mollo nell’acqua a scherzare e divertirsi. Un paio di ore più tardi tutti uscirono dalla piscina e corsero negli spogliatoi a cambiarsi.
Darren aprì il proprio e, tirando fuori il cellulare, vide che c’era un nuovo messaggio: “Probabilmente Chris ha un’idea su come svoglere il tutto. Ci sentiamo stasera per le otto e mezza. Cerca di far si che ci sia anche Kurt, ho bisogno di sentirlo. – Blaine”.
Lesse e rilesse più volte il messaggio, poi rispose “Mi devo preoccupare? A stasera. – Darren” scrisse prima di premere invio. Poi si voltò verso il controtenore – Kurt – lo chiamò e il ragazzo si girò verso di lui – Credi che Burt ti lasci venire a cena a casa Anderson? – glichiese e l’altro lo guardò preoccupato.
Dopo quasi un anno che lui e Blaine stavano assieme, non era mai stato ufficialmente a cena a casa Anderson. 



Nota dell’autrice:
 
Buonasera a tutti! Eccomi qui, puntuale come sempre (scherzo ovviamente) ahah
Allora so che questo capitolo non è un granchè ma meglio di nulla.
Ovviamente come avete capito questo è incentrato su Darren-Kurt e il primo giorno di scuola del primo e il prossimo sarà incentrato su Chris-Blaine e il suo primo giorno sul set.
Lo so, c’è un po’ troppo fluff tra Darren e Kurt, ma io ce li vedo. In questo momento sono entrambi molto spaventati da tutto quello che sta succedendo e per quanto Kurt sia forte, ha bisogno di Darren per affrontare questa situazione, e viceversa. In più Kurt vede darren come un secondo Blaine e si aggrappa a lui, cercando di sentirlo vicino, visto che non può avere il suo ragazzo accanto. La stessa cosa vale per Darren, che vede Kurt come Chris.
Bon spero di essermi spiegata, se no amen ahah
Cià vabbè me ne vado.Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, a venerdì.
Ah per quelli che leggono You Are Perfect To Me, domani non riuscirò ad aggiornarla. In questi giorni sono a casa di mia nonna, perché da me stanno imbiancando, quindi non ho proprio tempo per mettermi qui a scrivere. Ovviamente tornerò come promesso mercoledì prossimo.
Ora me ne vado, adios. Un bacio,
 
-Georgia

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Capitolo 7
*** first day on set ***


Il telefono, appoggiato sul comodino, stava suonando già da un paio di minuti, ma né Blaine, né Chris avevano intenzione di aprire gli occhi e degnarsi di rispondere.
- Blaine ti prego – si lamentò alla fine il controtenore, cacciando la testa sotto il cuscino,  e il giovane sbuffò. Riluttante si mise a sedere sul letto e, senza neanche guardare chi stesse chiamando, rispose –Pronto – disse con la voce ancora impastata dal sonno.
Ma la voce che arrivò dall’altra parte della cornetta lo risvegliò immediatamente – Darren Everett Criss tu mi vuoi morta, vero? – strillò una donna. Il ragazzo aprì e chiuse più volte la bocca senza emettere suono, spaventato dal tono che lei aveva usato – Oddio figliolo mio, scusami tanto – si affrettò a dire dopo – Ti ho svegliato? – aggiunse preoccupata.
Blaine ridacchiò – Non..non ti preoccupare..mamma – tentò – Dovevo comunque alzarmi, devo andare al lavoro – la informò e la sentì sospirare – Ciucciolo mio non sai quanto mi hai fatto preoccupare. Quando ho saputo da Mia che hai avuto un incidente sabato mi sono sentita male. Ho provato a chiamarti più volte ieri ma non mi hai mai risposto e a casa partiva direttamente la segreteria. Penso di aver passato il giorno più lungo della mia vita, io, tuo padre e Chuck ci siamo preoccupati moltissimo – gli spiegò con voce strozzata dalle lacrime.
Il giovane sorrise debolmente, non aveva mai sentito i suoi genitori, Edwadr e Elena, così preoccupati e sentire Cerina così preoccupata gli fece tenerezza. Subito cercò di tranquillizzarla – Mamma respira, va tutto bene. Mi dispiace se non ti ho chiamato subito, ma tu sei lontana e io..non volevo farti preoccupare, forse ho fatto male - - Hai fatto male – lo corresse e i due risero – Comunque poi ho spento il cellulare porchè non volevo essere disturbato, ero troppo stanco e ho dormito tutto il giorno – le spiegò, in parte mentendo.
Cerina sospirò ancora una volta, sollevata – L’importante è che stai bene – gli disse e lui confermò – Chuck è già andato al lavoro, ma se vuoi c’è tuo padre che vuole parlarti – il ragazzo accettò e sentì la donna chiamare il marito dall’altra parte della cornetta.
Nel frattempo Chris si era completamente svegliato e si era seduto, a gambe incrociate, sul letto, a fissarlo. Blaine si voltò e lui gli mimò un “tutto bene?” al quale l’altro rispose con un cenno del capo e un “mamma e papà”.
- Darren – la voce di Bill lo ridestò da quello scambio, silenzioso, di battute – Tutto bene figliolo? – gli chiese in tono preoccupato – Si papà, non ti preoccupare. Ho solo qualche livido che andrà via presto – gli spiegò e l’uomo emise un “mmh” per poi sbuffare – Tua madre continua a ripetermi di lasciarti andare al lavoro, quindi mi tocca riattaccare. Prenditi cura di te, va bene? - - Certo papà – assicurò – Okay, ci vediamo tra una settimana figliolo. Ti voglio bene – disse e lo potè sentire sorridere – Va bene, ti voglio..bene anche io – disse a sua volta, per poi mettere giù.
- Hey tutto a posto? – si apprestò a chiedere Chris, preoccupato anche lui per l’amico. Lui annuì, anche se incerto, prima di alzarsi dal letto – Andiamo o faremo tardi al lavoro – disse prima di uscire dalla camera.
Da quel momento, fino al loro arrivo sul set, rimase in silenzio o rispose alle domande del controtenore a monosillabe.
Era spevantato e malinconico allo stesso tempo.
Spaventato perché non sapeva che cosa aspettarsi dai ragazzi che avrebbe incontrato sul set. Chris gli aveva raccontato tante cose su di loro, come fossero tutti davvero affezionati a Darren. La cosa che gli faceva più paura era, appunto, quella di non piacere ai ragazzi perché lui si vedeva così diverso da Darren. Il controtenore gli aveva più volte ripetuto di essere solo se stesso e di fare le cose che gli venivano più naturali, come cantare ininterrottamente per esempio, e nessuno avrebbe notato la loro non somiglianza, ma era comunque terrorizzato da quello che stava per succedere.
In più aveva paura di sbagliare qualcosa, qualche passo o qualche battuta, e buttare all’aria più un anno di lavoro che Darren aveva costruito.
Inoltre la telefonata, avuta qualche minuto prima di uscire, con i genitori di Darren, l’aveva scombussolato. In un certo senso gli mancava tutto quello che aveva nel suo mondo: i suoi amici, che per quanto spesso lo criticassero tenevano a lui, e Kurt, che era praticamente la sua vita ora.
E poi c’era la sua famiglia. Cooper, il suo bellissimo e famoso fratello maggiore, di cui preferiva non parlare, e i suoi genitori che lo trattavano come se fosse invisibile. All’inizio tutta quasta situazione l’aveva abbattuto, l’aveva fatto stare davvero male, ma con il passare del tempo aveva imparato a farne tesoro, per diventare forte e affrontare, loro e il mondo che lo circondava, a testa alta. Ma, dopo quella telefonata di pochi minuti, in cui Bill aveva pronunciato quel semplice “ti voglio bene”, era rimasto letteralmente con un buco allo stomaco.
Gli mancavano quei momenti, quando aveva sei anni o giù di li, e sua madre lo metteva a letto daldogli il bacio della buonanotte, dicendogli che era il bambino più bello che avesse mai visto e che le voleva bene.
Gli mancavano i giorni in cui si sedeva su divano, tra il padre e il fratello, e guardavano tutti e tre le partite di football, o quando l’uomo lo portava fuori e gli insegnava ad andare in bicicletta.
E, doveva ammetterlo, anche se erano più i momenti in cui litigavano e si prendevano a botte che quelli che potevano stare nella stessa stanza senza uccidersi, gli mancava Cooper e la sua protezione.
- Blaine è tutto a posto? – la voce dolce di Chris lo risvegliò dai suoi pensieri. Il ragazzo scosse tristemente la testa e non disse nulla, continuando a guardare Los Angeles che scorreva fuori dal finestrino.
L’attore allungò una mano e la posò sul suo ginocchio, stringendolo debolmente – Lo sai, vero, che se hai bisogno di sfogarti io sono qua? – gli ricordò – E non ti preoccupare oggi andrà tutto bene, ci sarò io ad aiutarti – lo rassicurò. A quelle parole il moro staccò gli occhi dalla strada per incontrare quelli color cielo di Chris e gli sorrise debolmente.
Poi rimasero in silenzio finchè non arrivarono sul set.
 
- Daaaaaarren – strillò Lea, saltandogli sulle spalle. Blaine emise un lamento, cercando di rimanere in equilibrio e non far cadere entrambi a terra.
Dianna, guardò la scena divertita, per poi ordinare all’amica di scendere dalle sue spalle – Sei sempre la solita! – la prese in giro ridacchiando – Lea Michele sei impazzita o cosa? – la voce di Chris arrivò chiara e forte alle loro orecchie.
La ragazza si voltò verso l’amico e lo guardò spaventata – Che ho fatto? O di nuovo dimenticato qualcosa sul pavimento del tuo camerino? – le chise preoccupata e lui scosse la testa esasperato – Anche, ma Darren.. – il giovane fu interrotto dall’arrivo di Harry e Kevin, che misero entrambi un braccio intorno alle spalle del moro.
- Hey amico tutto bene? – gli chiese l’asiatico, vedendolo leggermente sperso – S..si tutto bene. Mi fanno male un po’ le costole, colpa dell’incidente di sabato. Poi R..Lea mi è saltata addosso e.. – - Quello che stavo per dirvi – precisò il controtenore ma la mora e la bionda non gli diedero retta – Quale incidente? Stai bene? – cominciarono a chiedergli interrottamente, e alle due si aggiunsero anche Amber e Naya.
Chris guardava la scena divertiti, vedendo come, in così pochissimo tempo, Blaine fosse riuscito ad adattarsi al gruppo.
Per pranzo i due si ritrovarono a mangiare nel camerino del controtenore, con lui seduto sul divanetto intento a cercare qualcosa sull’ipad e Blaine a mangiare e ripassare, mentalmente, seduto per terra, i passi del pezzo che avrebbero girato di li a pochi minuti.
Il silenzio tra i due era confortevole, interrotto ogni tanto da qualche imprecazione di Chris o da qualche mormorio del moro.
Ad un tratto, però, l’attore appoggiò l’oggetto sul tavolo e si sedette a terra accanto all’amico – Come sta andando fin’ora? – gli chiese sorridendo  e l’altro lo guardò con il sorriso sulle labbra – Bene, credo. Sono tutti così gentili con me e poi mi piace stare in loro compagnia. Si alcuni sono diversi da come li conosco io, ma mi piacciono lo stesso – rispose – Oggi sarà una giornata leggera, finiremo relativamente presto, ma domani sarà intensissima visto che iniziamo con Michael. Da quello che so Darren ha già registrato le sue canzoni, ma manca la parte ballata, e quella recitata – gli spiegò, per poi alzarsi e porgergli una mano – Pausa finita. Ora andiamo a finire sta cosa in piscina e poi ci tocca la palestra per provare Wanna Be Starin’ Something – disse aiutandolo ad alzarsi.
 
Erano già due ore che si trovavano a mollo nella piscina e Blaine stava letteralmente sbattendo i denti. Amava andarci quando voleva trovare refrigerio alle estati calde dell’Ohio, o voleva divertirsi insieme ai suoi amici, ma starci a mollo per ore intere e, per di più, doverci pure ballare dentro, non era il massimo.
Almeno era riuscito a divertirsi, soprattutto insieme a Lea e Dianna. Quest’ultima l’aveva trattato per tutto il tempo come un cucciolo, abbracciandolo e coccolandolo.
Avevano pure fatto una foto insieme che aveva fatto impazzire metà Twitter e Tumblr.
Okay Darren Criss aveva un account twitter, così aveva detto Chris, sul quale non entrava mai ma quel giorno Blaine, in compagnia di Chord, Mark e Kevin si era divertito a vedere le fan impazzire per quella foto.
- Un’ultima volta – urlò Brad e molti dei ragazzi del cast sospirarono sollevati.
La musica ripartì per l’ennesima volta, mentre Naya e Lea cominciavano a cantare.
Seduto su quella piattaforma trasparente, sospesa sull’acqua, era ancora peggio che stare dentro l’acqua stessa. Faceva un freddo assurdo e l’unica cosa a cui riusciva pensare era quella di uscire per potersi asciugare e bere qualcosa di caldo, magari un bel caffè forte.
Si appoggiò leggermente alla schiena di Chris, seduto dietro di lui – Ti prego fa che sia finita in fretta, non ce la faccio più – mormorò facendo ridere l’amico.
Ma ovviamente Brad decise di ripetere la scena altre cinque volte.
Alla fine erano tutti distrutti, ma contenti che fossero finite, per quel giorno, le riprese.
- Okay ragazzi, asciugatevi che fra mezz’ora Zach vi aspetta in palestra per provare le nuove canzoni – disse il produttore, lasciandoli andare.
Chris e Blaine corsero nei loro camerini a fare una doccia veloce prima di tornare sul set e dirigersi in palestra.
Furono due dei primi a presentarsi e decisero di sedersi, appartati, e cercarono di fare stretching.
Dopo un paio di minuti l’attore parlò – Prima ero sotto la doccia e stavo pensando ad una cosa – confessò, Blaine divenne bordeaux e cominciò a boccheggiare – Blaine Anderson lo sapevo che eri un pervertito – lo prese immediatamente in giro l’altro ridendo.
L’aveva beccato. Ma era così uguale a Kurt, non poteva farci nulla, era un uomo dopotutto.
Alle sue risate subito dopo si aggiunse lui, cercando di sciogliere la tensione che aveva creato da solo – Io..dimmi – lo incitò – Pensavo che..no non te lo dico – cambiò subito idea – Ora mandi un messaggio a Darren e gli dici di farsi trovare libero stasera, direi per le otto e mezza. Penso di aver trovato un modo per risolvere le cose – sussurrò, prima di alzarsi, proprio mentre Zach faceva il suo ingresso in palestra.
Blaine guardò l’amico allontanarsi e sorrise. Senza pensarci due volte estrasse l’iphone dalla borsa e scrisse il messaggio “Probabilmente Chris ha un’idea su come svoglere il tutto. Ci sentiamo stasera per le otto e mezza. Cerca di far si che ci sia anche Kurt, ho bisogno di sentirlo. – Blaine” poi premette invio.
Aveva bisogno di Kurt o sarebbe impazzito. 




Nota dell’autrice:
 
Buonasera a tutti!
Chiedo umilmente scusa per il ritardo ma queste sono state settimane infernali. Prima è venuta Demi Lovato a Milano, cosa che mi ha scombussolato l’esistenza (va bene così ahah) poi ovviamente mi sono ammalata e non ce l’ho proprio fatta a scrivere. Mi scuso davvero tanto e vi do il permesso di linciarmi.
Comunque parliamo del capitolo: lo so è leggermente corto, ma meglio di niente no?
Per quanto riguarda le coincidenze di tempo: io ho deciso che la scena che è andata in onda prenderà luogo esattamente mezz’ora dopo l’inizio della ripresa della scena. Vi spiego meglio: l’esibizione di We Found Love è stata registrata a Dicembre, però a Lima avviene in Gennaio quindi nel mondo di Chris è Dibembre mentre in quello di Kurt è Gennaio. La scena che abbiamo visto nello scorso capitolo è avvenuta mezz’ora dopo l’inizio delle riprese che sono avvenute in questo capitolo. Lo so che non sono capace a spiegarmi ma se non avete capito ditelo. (tanto so che Katia non avrà capito una mazza ahahah)
Altra cosa: Cooper. Ho deciso di non dire quasi nulla di lui perché non si sa nulla di lui, se non che è suo fratello, è famoso e che arriva nella 3x15. Ma vi posso assicurare che ci sarà, non appena saprò com’è il loro vero rapporto, anche se si può capire che non è dei migliori. Comunque quel bellissimo uomo apparirà anche qui, anche se in un modo diverso da come lo vediamo in Glee.
Okay ho finito le mie spiegazioni ahahah io mi eclisso e aspetto con andia “Big Brother” perché devo vedere l’uomo della mia vita numero tre, Matt Bomer, insieme agli uomini della mia vita uno e due, Darren Criss e Chris Colfer
Basta la finisco, buona puntata per chi la vedrà stanotte come me e per chi la vedrà domani in streaming o su sky!
Lo prometto, tornerò venerdì! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere. Un bacio,
 
-Georgia

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