Sono Solo Un Mostro.

di giogy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***
Capitolo 8: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Introduzione [Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.

Sono un mostro.]

Lo ripete sempre. Sempre.
Nella sua testa ci sono solo queste parole.
Lei è un mostro.

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Capitolo 2
*** 1 ***


1 L'inizio di tutto Hermione era una ragazza come tante. Studiosa, sempre allegra, spensierata e con molti amici. L'amore ancora non sapeva cosa fosse, ma non se ne curava, a 16 anni non bisognava per forza averlo già trovato.
Hermione aveva comunque avuto qualche ragazzo, ma nessuno che l'avesse presa più di tanto o comunque che le avesse fatto provare le tanto decantate "farfalle nello stomaco".
Hermione aveva due migliori amici: Harry Potter e Ronald Weasley.
Ma Hermione aveva anche molte amiche, la più cara delle quali era Ginevra Weasley, sorella del già nominato Ron.
Hermione era una strega e frequentava la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Hermione era felice prima di quell'estate che le tolse tutto.


Era con i suoi genitori a casa, ma qualcosa non andava. L'atmosfera era pesante, come se da un momento all'altro dovesse accadere qualcosa. E all'improvviso qualcosa accadde.
Un rumore sinistro ed una sirena che suona.
Gl'incantesimi di difesa che il padre di Ron aveva messo per proteggere la casa erano stati infranti.
Non sapeva cosa fare, troppo piccola per imparare la smaterializzazione non aveva modo di mettere in salvo i suoi.
Prima di poter fare qualsiasi altra cosa erano comparsi Mangiamorte ovunque. Il padre cercò di farla nascondere di sopra ma si oppose. Si battè. Per quel poco che potette cercò di proteggere la sua famiglia. Venne, però, subito disarmata e impotente la costrinsero a guardare...
Torturarono la madre davanti ad i suoi occhi...le sue urla non le potrà mai scordare...venne presto anche il momento di suo padre. Cercava di essere forte ma fu tutto inutile. Chiuse gli occhi quando capì che era giunto l'atto finale ma glieli fecero riaprire. Le dissero che doveva guardare, i suoi ultimi ricordi da sporca Mezzosangue sarebbero dovuti essere quelli della morte di quei fetidi Babbani.
Poi era arrivato il suo turno.
 Crucio. Ripetuto ed urlato da quegli uomini spietati.
Non seppe mai per quanto subì tutto ciò. L'agonia venne infine interrotta dall'arrivo dell'Ordine che subito aveva cominciato a duellare con i Mangiamorte.
Lei nel frattempo si era rannicchiata sotto il tavolo scossa dai singhiozzi.

Dei Giorni seguenti ricordava ben poco.
Solo il funerale era stampato a fuoco. 
Tutti gli amici, i parenti... non pensava che una persona potesse provare tanto dolore. Quel giorno dovette rivalutare la sua soglia di sopportazione.
Con lei Ginny, Ron ed Harry a sostenerla per quanto possibile.

Ma il giorno dopo fu quello più duro in assoluto. Era come se si aspettasse che da un momento all'altro sua madre venire a rimproverarla per il caos nella sua stanza o suo padre cercare di coinvolgerla nei suoi lavoretti.

Non mangiava, non dormiva, non parlava. Stava sul letto, al buio, rivivendo quel giorno. Loro erano morti a causa sua. Se lei non fosse stata una strega non sarebbe mai accaduto niente. Era estate ma non per lei, fu ricoverata in un ospedale Babbano. I medici dissero che era come se il suo corpo e la sua mente avessero smesso di vivere: il corpo rifiutava il cibo e la mente non mandava impulsi di sopravvivenza.
Era morta con i suoi genitori.


Era passato circa un anno e lei diciassettenne era tornata a scuola. Ma non era più come prima. 
Hermione ora odia la scuola e le regole.
Hermione ora nell'amore non ci crede più, vuole solo divertirsi.
Hermione non ce la fa più a stare in mezzo alla gente, sopporta a malapena solo i suoi amici.
Hermione suo malgrado è diventata popolare, ma è anche fredda verso il mondo.
Hermione ora ha lo sguardo spento, di chi dalla vita non vuole più niente, solo la fine.
Hermione è morta dentro ma trova comunque i modi per uccidere il suo corpo.
Hermione continua a non mangiare, solo lo stretto indispensabile quando costretta, ma in compenso ha cominciato a bere e fumare.
Hermione molto spesso non si presenta a lezione ma non mancherebbe mai alle feste, siano esse organizzate da Corvonero, Grifondoro o Serpeverde.
Ma Hermione soffre ancora da impazzire e nemmeno i suoi amici sanno quanto. 
Hermione è sola. Hermione è un mostro.


[Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.]

Lo ripete sempre. Sempre

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Capitolo 3
*** 2 ***


2

Passeggia per i corridoi a testa alta, ma senza guardare nessuno in realtà. Cammina e basta. Cammina sola.

La sera ci sarebbe stata l'ennesima festa, la tensione tra gli studenti è palpabile. Ascolta scorci di conversazione -io mi metterò il vestitino viola- oppure -questa sera mi devo proprio fare quella figa della Chang-. Scuote la testa infastidita, possibile che il quoziente intellettivo di tutta la sua generazione si sia abbassato al livello di quello di una larva di moscerino?

Persa nelle sue considerazioni va a sbattere contro qualcuno. Non si gira nemmeno, prosegue dritta, ma viene bloccata per il polso. Mossa davvero idiota per quel qualcuno. Nessuno la tocca. Nessuno ne ha il diritto. Nessuno ne ha l'onore ormai.

-Granger impara a guardare dove vai e soprattutto a non infettarmi- l'odio nelle sue parole è palpabile ed Hermione legge disgusto nei suoi occhi quando fa per spolverarsi la spalla con cui si è scontrata.

-Malfoy come al solito di quel che dici non me ne frega un cazzo. Sparisci.- la voce è bassa, quasi un sussurro, un avvertimento forse. Non le importa di quel ragazzino tanto insignificante, della vita quello non ha ancora capito niente. L'ombra del padre è ancora il suo rifugio.

Come se non ci fosse gli passa di fronte, pronta a perdersi nuovamente nel suo mondo. Il guaio è che lo sente.

-Sporca Mezzosangue.- l'odio è ancora quello, ma quelle parole... le sembra tutto così simile a quel giorno. Lo stesso odio di quegli assassini...le stesse parole...

Ed è un attimo. Si gira lentamente e gli sorride vacua: -Questo non dovevi dirlo- con un rapido gesto alza la bacchetta -Stupeficium-.

Il biondino viene gettato contro il muro da un lampo di luce rossa, gli scagnozzi che si porta dietro lo accorrono subito. Prima di andarsene lo guarda un ultima volta.

Nessuno può chiamarla a quel modo.



Le lezioni sono iniziate già da un pò ma lei non ha nessuna intenzione di seguirle. L'incontro con Malfoy l'ha alquanto indispettita e l'unico posto che le può dare un pò di tranquillità è la Foresta Nera.

Nevica.

E' strano come dell'acqua ghiacciata possa far sembrare anche un posto pericoloso come quello, quasi sereno. Tutto sembra più calmo, ammantato, puro... e lei che non lo è più si sente a disagio. Potrebbe contaminarlo.

Allungata sulla neve non sente il gelo che le entra nelle ossa, fissa il cielo ,che mano a mano si fa più scuro, immobile.

Si trova di nuovo nel suo mondo. Niente la può scalfire, niente la può ferire. Non pensa niente, non sente niente. E' una bolla che l'avvolge. Le giornate le passa lì.

Quando si decide a tornare al castello si è ormai fatto buio. Il freddo comincia a raggiungerla: le calze di lana che aveva indossato sotto la gonna sono bagnate fradicie, come del resto tutti i suoi vestiti, compreso il grande felpone che aveva rubato a Ron. Trema silenziosamente e quasi le manca il fiato quando, oltrepassato il portone, viene invasa dal calore della scuola.

Si dirige verso la sala comune, incurante degli sguardi che la seguono alla ricerca di un nuovo scoop.

Loro non sanno, nessuno sa. Solo i professori e gli amici più cari. Non sarebbe riuscita a sopportare che il suo dolore diventasse il pettegolezzo del giorno.

Davanti al fuoco ci sono Harry e Ron. Subito le corrono incontro per poi fermarsi ad un passo di distanza, sanno quanto sia restia al contatto fisico.

-Mione dove sei stata? Ci siamo preoccupati da morire!-

Guarda il rosso abbozzando un sorriso: -scusa, avevo voglia di stare un pò da sola-

Stanno per rispondere ma evita altre domande rifugiandosi in dormitorio.

Si butta sotto l'acqua bollente della doccia e comincia a sfregarsi a sangue la pelle. Ma sa già che lo sporco che si sente addosso non se ne andrà mai. Avvolta nell'accappatoio passa davanti allo specchio voltando la testa per non guardarsi perchè non ancora riesce a reggere il suo sguardo. Lo sguardo che le fa più paura.

Mette solo una maglia larga, i capelli li lascia bagnati, per poi sedersi sul davanzale e guardare la notte. Il silenzio è opprimente, interrotto solo dal leggero rumore della sigaretta che brucia.


All'una esce e si dirige verso la Stanza delle Necessità. La festa è già nel pieno, tutti si voltano a guardarla. Vestita solo con una maglia che le copre a malapena il sedere e dei leggins di pelle tutti strappati, il trucco è pesante ed i tacchi altissimi.

E' una dea, una dea dannata.

Distogliere lo sguardo dalla sua figura è impossibile.

Ma lei non sa che un paio di occhi la guardano diversamente, non la stanno divorando con lussuria, sono solo curiosi ed interessati.

Ma lei questo non lo sa.

La serata va come al solito. Entro la prima ora è già ubriaca seduta in un tavolino isolato, alla seconda ha già mandato in bianco metà della fauna maschile, alla terza si è ripresa e balla disperata, alla quarta ricomincia a bere e poi la solita conclusione: Harry e Ron che la fanno levitare fino in dormitorio. L'unica volta in cui avevano provato a portarla in braccio si era svegliata ed aveva avuto una crisi isteria.

Ogni volta è così. Sempre così. E anche nel sonno mormora quelle parole.


[Sono un mostro.

Sono un mostro.

Sono un mostro

Sono un mostro

Sono un mostro]


Se lo ripete sempre...e tanto basta...





Angolo di UN IDIOTA A CASO

Ci tengo a precisare che questo capitolo non è il massimo, ma è stato indispensabile. Spero che dal prossimo la storia possa prendere la piega che mi ero riproposta all'inizio :)

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Capitolo 4
*** 3 ***


3

Il mattino dopo si presenta a lezione  con un paio di grandi occhiali da sole, le occhiaie sono troppo profonde per nasconderle. Si ripromette che la prossima volta non avrebbe neanche provato a dormire, un paio d'ore costellate da incubi sono più deleterie di una notte insonne.
Entra in classe in ritardo, con una sigaretta in bocca. La divisa non sapendo dove fosse finita l'ha sostituita con una maxi maglia nera ed un paio di leggins neri, ai piedi degli stivali al ginocchio, stranamente senza tacco. Sarà l'aria stanca o l'abbigliamento, ma per la prima volta tutti sembrano rendersi conto, o per lo meno ammettere ad alta voce, che la sua magrezza sta arrivando a livelli patologici. Un idiota fa partire una raffica di vento per vedere se sarebbe volata via.
Si dirige al suo banco scuotendo la testa infastidita, indifferente alla McGranitt che la fulmina.
-Alla buon ora signorina Granger-
-Meglio tardi che mai, no?- ribatte sprezzante.
-Forse una punizione potrebbe farle ricordare di guardare l'orologio-
-Certo, potrebbe. Dicono che la speranza sia l'ultima a morire-
La classe trattiene il respiro. La Granger sta apertamente sfidando "LA" professoressa.
-Forse un richiamo...- comincia irata, non considerando la reazione della ragazza che ancora in piedi si volta e le si avvicina lentamente arrestandosi a soli dieci centimetri dal suo viso. Le sputa il fumo in faccia e a bassa voce, per far sentire solo a lei, le chiede rabbiosa -a chi verrebbe mandato questo richiamo?-
Non piange, le lacrime le si sono cristallizzate. Si permette questo lusso solo quando è sola. 
La donna la guarda scossa, non sapendo come rispondere.
-Mi ha rotto, manderò qualcuno a chiedere il giorno e l'ora della "punizione"- 
Prosegue verso la porta e se la sbatte dietro nel silenzio più assoluto.

Si dirige sulla Torre d'Astronomia a fumarsi una canna. Seduta proprio sul parapetto guarda di sotto.
Sarebbe così semplice. Una spinta e tutto sarebbe finito. 
Basta così poco. Si convince da sola. Chi sentirebbe mai la mancanza di un mostro?
Ma non ci riesce. Passa il pomeriggio così...
in bilico. Ed un sorriso amaro le sfigura il viso.


A cena non sa che un paio di occhi la cercano impazienti, non sa che quella stessa persona che la sta aspettando, la difende anche dalle malelingue della scuola così da far desistere anche le più pettegole. Non sa che a quegli occhi, che da mesi non provano altro che rancore, rabbia ed un pò di timore ha donato un guizzo di curiosità e forse anche un paio di aspettative. Questo non sfugge a chi gli sta intorno che per un attimo prova speranza.

Strano come una singola ragazza possa sconvolgere la vita di così tante persone, strano come senza accorgersene persone che non ha mai considerato possano legarsi indissolubilmente a lei. Ma come già detto, lei non lo sa. 

A mezzanotte decide di fare una passeggiata in riva al lago. Il freddo le spezza il respiro, annebbiandole i sensi e facendola sbandare. Si siede sotto il suo salice preferito e si accende una sigaretta. Nevica ancora, per un momento tira fuori la lingua aspettando paziente che un fiocca vi cada sopra.
Lo faceva sempre da piccola insieme a sua madre. Avevano i loro rituali con quei fiocchi ghiacciati: alla prima nevicata uscivano di casa facendo giravolte ed esprimendo un desiderio, alla seconda ne raccoglievano due bicchieri e ci mettevano dello sciroppo alla giliegia e alla terza si dedicavano ai pupazzi e agli angeli.
Scuote la testa a quei ricordi, sono tempi che non torneranno 
mai più. Ma vi era così persa da non rendersi conto di qualcuno che le si è seduto a fianco.
Draco Malfoy la fissa in silenzio e lei ricambia. Nessuno dei due sembra aver voglia di rovinare quell'atmosfera con delle sciocche parole.
Lui le porge una canna che accetta sempre immersa nel mutismo.
Non sa cosa pensare di questa situazione. Lui non può starle vicino. E' il figlio di un Mangiamorte...e in un lampo le viene un dubbio: si sarà già unito a loro?
Prima di poterci anche solo pensare lancia un incantesimo al suo braccio sinistro facendo cadere in pezzi la manica della camicia.
Draco appena capisce il perchè del suo gesto si alza di scatto.
-Vuoi controllare più da vicino?- le urla
Lei alza lentamente lo sguardo -Voglio solo sapere chi ho di fronte.A quando il lieto evento?- il suo tono è totalmente indifferente, come se stessero parlando del tempo.
-Non parlare di cose che non conosci, Mezzosangue- sputa velenoso.
-Ti ho già detto che non devi permetterti- e con la bacchetta che stringe ancora in mano lo schianta contro l'albero. Perde conoscienza per qualche secondo e aprendo gli occhi  ritrova il viso a pochi centrimentri dal suo. 
-Ringrazia la tua buona stella, se il tuo braccio non fosse ancora incontaminato a domani non ci saresti arrivato-
-Tu puoi ringraziare il mio buon cuore per non averti ancora reso i colpi- dice riferendosi anche a quello del giorno prima.
Rimane un attimo spiazzata perchè effettivamente lui non ha mai neanche fatto la mossa di difendersi o comunque non ha provato a vendicarsi.
-Ed ora io torno dentro, ti consiglio di fare lo stesso- 
Senza aspettare una risposta si volta e va via sorridendo, consapevole che la ragazza lo sta fissando.

Hermione quella notte riprova a dormire ma quando prende finalmente sonno, i soliti incubi le tornano a far visita.
Sua madre urlante, il viso del padre deformato dal dolore. Si risveglia urlando e con le lacrime agli occhi.
Non sarà mai in pace, e questo lo sa bene, può solo annebbiarsi con delle pozioni.
Aspetta sul davanzale che facciano effetto, ripetendosi di essere un mostro come sempre. 
Lei è un mostro. Lei deve stare sola. Chi la circonda soffre.



Lei è un mostro.
[Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.]


Se lo ripete sempre. Sempre.




Angolo di UN IDIOTA A CASO
scusate gli eventuali errori ma non ho avuto il tempo neanche di rileggerlo, non oso proprio immaginare cosa posso aver scritto XD
grazie mille a chi ha recensito e a chi mi ha messo tra i preferiti/da ricordare/seguite! Siete troppo carini :)
Spero di aggiornare presto e con un capitolo migliore :)
Un bacio

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Capitolo 5
*** 4 ***


4

Si sveglia un po' tardi quella mattina, la pozione l'aveva messa k.o. Ancora intontita si rigira sotto le coperte e per caso lancia uno sguardo sul comodino.
Un toast ed un grappolo d'uva fanno bella mostra di sé.
Si alza di scatto e guarda meglio: c'è un biglietto.

Mangia


La calligrafia, elegante e curata non la riconosce, non ci sono firme né altro.

Passa cinque minuti buoni ad fissare il pezzo di carta come se fosse un mostro pronto ad attaccarla.

Chi sarà mai?

Con mani incerte afferra l'uva. Dopo 5 acini è già piena.





-Hai fatto come ti ho detto?-

-Si, Signor Malfoy, Signore.-

-Ed ha mangiato?-

-Poco Signore. Poca uva Signore- s'inchina impaurito.

-Meglio di niente...- mormora prima di allontanarsi.



L'incontro della sera prima l'aveva turbato e la rabbia torna prepotente al solo ricordo.

Chi è quella stupida ragazzina per permettersi di giudicarlo? Non lo conosce, non sa cosa sta passando... NON SA NULLA!

-Ehi Drà, che faccia da funerale! Cos'è successo?-

-Niente Blaise, normale routine-

Il moro lo guarda scettico. La "normale routine" è apatia, è tristezza, è dolore, è frustrazione... Quella rabbia da dove viene?

-Sai. ho notato che da un paio di giorni sei strano. Come se fossi finalmente interessato a qualcosa o a qualcuno... qualcuno che stando alle volte che t'incanti a fissare il tavolo dei Grifoni appartiene a quella casa...- si blocca per delle eventuali proteste dell'amico ma quello fa finta d'ignorarlo. -Forse questo qualcuno quest'anno ha subito un grandissimo cambiamento...-

Questa volta il biondo borbotta qualcosa d'incomprensibile.

- Forse è una ragazza riccia, questo qualcuno, ed ha dei bellissimi occhi dorati e due gambe da capogiro... per non parlare di un culo...-

-Ho capito Zabini- lo interrompe irato.

-Ma forse la nostra Grifoncina è la stessa che ripetutamente ti ho ritrovato a fissare e che corteggi, a mio parere da schifo, dal secondo anno- conclude fiero di sé.

-Tra qualche settimana è il tuo compleanno, vero?-

-Si- risponde senza capire dove voglia arrivare.

-E ci vuoi arrivare? Perché continua così e penso proprio che festeggerai da sotto terra.-

-Andiamo! Sono solo curioso!-

Ma lui fa finta di non sentirlo.


-Allora si è sbottonato?- chiede Daphne curiosa.

-No, oggi pomeriggio me lo lavorerò meglio.-

-Vorrei ricordarvi che sono presente- interviene Draco accigliato ma viene comunque ignorato.

-Ok, io ci provo questa sera.-

A questo punto pure lui non li sta più a sentire.

E' entrata

-L'abbiamo perso- sospirano i due venendo subito fulminati.

-Zabini il tuo compleanno- lo minaccia.



Subito lancia uno sguardo verso il tavolo Verde-Argento. I loro occhi s'incontrano per un momento, poi lei distoglie lo sguardo.

Quel grigio, sebbene ci siano molti metri tra loro, sembra bruciarla.





Le lezioni passano lente, troppo, o almeno quelle in cui lei non è con lui.

L'ora di pranzo finalmente arriva.

E' tra i suoi amici che cercano di renderla partecipe ma si vede lontano un miglio che vorrebbe scappare.

Ad un tratto un gufo della scuola le plana davanti, afferra il biglietto che le porge e lo legge confusa. Subito comincia a guardarsi intorno.

Draco fa finta di essere coinvolto nei discorsi di Daphne e Pansy che, malauguratamente, sono immerse in una discussione sui colori che saranno più di tendenza in inverno.

Dopo qualche minuto sbircia al tavolo Rosso-Oro. Nel piatto di Hermione ora c'è un pomodoro, sembra immersa in una lotta all'ultimo sangue ma alla fine vince e lo finisce.


Le lezioni come per la mattina passano lente ma un sorriso che mai ha sfoggiato in pubblico è sul suo volto. Ha ancora in mente il suo viso che si sforza di finire quel misero ortaggio. Come una Grifondoro che si rispetti ce l'ha fatta.



Aspetta con impazienza la sera. La vuole rivedere, questa volta è il suo turno di parlare.

Con un ansia che mai gli è appartenuta si dirige al lago.

Sospira di sollievo vedendola nello stesso posto della sera prima. Le si siede a fianco in silenzio.

-Sta diventando un'abitudine? Non hai niente di più interessante da fare?-

-La prima volta in cui mi sono accorto di quanto mio padre fosse un pazzo avevo 5 anni.- comincia a parlare come se stesse disquisendo sul tempo con una vecchia amica. - Non ti starò a spiegare la mia vita, non siamo amici e dubito che potresti sul serio capire...ad ogni modo l'ho capito a 5 anni che nei suoi grandi ragionamenti c'erano troppe falle. Ma ho sempre fatto ciò che mi ha chiesto. Era mio padre e a lui e mia madre, nonostante tutto, gli ho sempre voluto bene perchè per quanto tu possa considerarci dei mostri schifosi, eravamo una famiglia. Ma ad un certo punto ho capito che dovevo prendere in mano la mia vita e battermi per decidere su di essa.

Non sono un Mangiamorte, non sono neanche più un Malfoy.-

Rimasero in silenzio per alcuni minuti.

-E chi sei?-

-Draco. Solo Draco.-



Angolo di UN IDIOTA A CASO

Scusateeeeeee!! Ok, lo so, è passato un sacco di tempo...ma a mia discolpa posso dire che tra la scuola e le litigate a casa e con il mio ragazzo non ci sono stata molto con la testa XD

Spero vi sia piaciuto :)

Un bacio.

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Capitolo 6
*** 5 ***


5

   

Hermione era scappata subito da "solo Draco". La terrorizzava anche solo la sua vicinanza, non perché ne avesse paura ovviamente, ma perché ormai non sapeva più come comportarsi. Malfoy sapeva bene come trattarlo, Draco no.

Per questo nei giorni a venire si era impegnata strenuamente ad evitarlo e nel complesso ci era riuscita pure bene.

Certo, il suo sguardo non la abbandonava mai, se lo sentiva addosso come una seconda pelle. Ma ciò che la sconvolgeva e irritava maggiormente era la sensazione che le lasciava... tranquillità, leggerezza...era...era...carezzevole ma mai invadente.

Col tempo poi aveva iniziato ad osare di più, come quel giorno in cui le si era seduto di fronte in biblioteca. Vedere Draco in quel luogo era già di per sé bizzarro ma ritrovarselo al suo stesso tavolo e per di più seduto davanti lei era stato troppo.

Quegli occhi non la lasciavano neanche per un secondo, anzi, la fissavano in attesa, come se aspettassero. Lei essendo notevolmente orgogliosa aveva passato tre ore ostinatamente chinata sul libro di storia della magia.


Ora è di nuovo sotto il suo salice, ma questa volta in attesa lo è lei.

Lo sente, sa che si sta avvicinando. Si gira e lui è lì, seduto a fianco a lei come l'ultima volta. Stavolta è la Grifoncina a passargli la bomba che lui accetta in silenzio.

-La prima volta che ne ho fatto un tiro sono stata malissimo, non avevo mai fumato una sigaretta, due tiri di questa roba mi hanno devastata. Ero convinta di essere una farfalla.-

Sgrana gli occhi dandosi della deficiente, non capendo come le sia saltato in mente di dirgli certe cose.

-Il mio primo tiro è stato ad undici anni, ho vomitato anche l'anima-

Un mezzo sorriso le nasce spontaneo ma subito lo manda via.

Non può di certo permetterselo.

Deve solo scusarsi e poi andare via. Il piano è semplice, niente distrazioni e poi via, di corsa nel dormitorio.

Prende un ultimo respiro e poi parla.

-Ti chiedo scusa per l'altra sera, sai per averti accusato di essere un Mangiamorte e tutto il resto. Non avevo nessun diritto di attaccarti né di controllare personalmente.-

-Apprezzo il gesto- il suo tono è sarcastico -ma non voglio delle scuse date tanto per essere fatte. Non sei pentita, anzi, scommetto lo faresti di nuovo al minimo sospetto... non posso neanche darti torto. Però preferisco la sincerità Hermione, nelle menzogne ci sono cresciuto, le riconoscerei prima ancora che tu possa pensarle.-

Ti fa strano sentire il tuo nome uscire dalle sue labbra e nel frattempo che ti riprendi lui rimane un attimo in silenzio. -Si, hai ragione. Lo rifarei anche ora se avessi il minimo dubbio.-

Lui butta il mozzicone sul lago ghiacciato e poi si volta pienamente verso lei.

-Perché?- chiedi, ma alla sua espressione confusa ti alteri -Per quale cazzo di motivo sei diventato la mia ombra?-

-Nessun motivo. Ti seguo perché voglio guardarti, ti guardo perché mi va, perché m'incuriosisci, perché c'è qualcosa nei tuoi occhi che non può non essere ammirata e quel qualcosa è come una calamita, ma nasconde tanto dolore e disperazione.-

-Ma tu cosa ne sai, eh?- ora è in piedi e la rabbia è a mille, ma lui resta seduto in silenzio, nella più totale tranquillità.

-Io ovviamente non ne so niente, ma neanche ti chiederò qualcosa. Non me lo diresti e non ho voglia di sprecare tempo. Me lo dirai un giorno, ora vieni- le porge la mano -il cielo è paradisiaco questa sera.-

Hermione sgrana gli occhi. Perfino il suo cervello non riesce ad elaborare una risposta. Decide di non avere niente da perdere quindi, pur rifiutando la mano, si siede.

Passano le ore con una lentezza esasperante nel silenzio. La ragazza non riesce più a tenere gli occhi aperti e nella dormiveglia si appoggia a Draco.

Neanche nel sonno c'era riuscita con i suoi amici e questo il giorno dopo la spaventerà a morte.

Domani però, perché con gli occhi ancora chiusi ed i sensi non più in allerta, il calore del corpo del ragazzo ed il suo dolce dondolare mentre la porta in braccio al dormitorio, le danno una sicurezza ed un non so ché di accogliente.

Non si accorgerà del suo sguardo perso mentre la vede così in pace, né della dolcezza con cui le sposterà una ciocca di capelli dal viso e neppure di quando s'incanterà qualche secondo respirando il suo profumo dolce ed un po' speziato. Ma gli darà la parola d'ordine per accedere sia nella Sala Comune sia nella sua stanza privata.

Con un incantesimo Draco le cambia i vestiti per poi le rimboccarle le coperte.

Come in trans passa la notte a fissarla, a prenderle la mano quando troppo agitata finisce per scoprirsi ed a sussurrarle dolcemente che tutto sarebbe andato bene quando tremando di paura urla di essere un mostro.

Asciugava lacrime, che seppur frutto di un incubo, gli spezzavano il cuore.


Prima di tornare nel suo dormitorio, non dopo essersi accertato che dorma bene, le sfiora la guancia quasi con devozione e le lascia una margherita vicino il cuscino, il suo fiore preferito.

Ed è sulla porta che realizza di essere fregato, che si è spinto troppo oltre.

Ma quel piccolo foglietto resta lì, facendolo uscire col sorriso.




Sei stupenda anche quando dormi.

Sognami se puoi, io lo farò.


Draco.







Angolo di UN IDIOTA A CASO

ok, ok... sono pronta per il linciaggio XD

E' passata una vita ed alla fine me ne esco con un capitolo inutile come questo.. sono pessima! Posso solo fare mea culpa e giustificarmi dicendo che all'inizio mi ero proprio bloccata per questo capitolo poi la storia è un po', un po' tanto, passata in secondo piano! Ad ogni modo mi rendo conto che sta roba che ho scritto ora fa abbastanza schifo ma dovevo uscire dallo stallo in cui mi ero auto-messa...

Ad ogni modo ancora scusate per il ritardo, soprattutto tu chihuahua!

Che dire ancora? Spero un minimo vi sia piaciuto :)

Un bacio.

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Capitolo 7
*** 6 ***


6

Nel pieno del trip.

Gira tutto. La musica è assordante. Non ti ricordi neanche chi sei.

Sono un mostro

-Cazzo è vero- mormori a te stessa ma neanche tu riesci a sentirti. Gli accordi malinconici dei Nirvana cancellano ogni tuo tentativo di pensare. Ed è fottutamente piacevole.

L'acido ha fatto il suo effetto a meraviglia. Colori nuovi ti accerchiano e la tua testa sembra volteggiare alta nel cielo sbattendo contro i pini della foresta.


In the pines, in the pines 
Where the sun don't ever shine 
I would shiver the whole night through 

T
i chiedi se i pini siano gli stessi a cui stava pensando il cantante. E' quella voce a farti rabbrividire, non il freddo. Avete un po' la stessa rabbia, la stessa voglia di spaccare tutto.

L'equilibrio scarseggia così ti ritrovi a cadere contro un albero ferendoti il braccio.

Il sangue che cola ti fa ridere isterica. Vedendolo scorrere copioso cominci a muovere l'arto formando una scritta.


I MORTI CAMMINANO


Il tuo iPod manda a palla quella stessa canzone all'infinito. Prima la mormori solo, poi cominci ad urlarla frustrata, fregandotene degli altri studenti che potrebbero sentirti, cosa impossibile dato che ti sei addentrata molto nel bosco.

Il sangue continua ad uscire ed ora ha formato una grande chiazza rossa.

Non è rosso... è sangue... è così forte...così acceso...è vita...

Ti ritrovi ad odiare quello stesso sangue che ti costringe a rimanere su questa terra.

Sarebbe interessante vedere quanto ne possiedi, no? Che effetto farebbe guardarlo tutto su questa maledetta neve candida?

Ma rinunci al progetto. Come al solito.

Ti distendi di nuovo e guardi il cielo grigio.

Grigio.

Un flash di un grigio diverso ti assale la mente. Un grigio più magnetico, gelido ma a volte caldo.

E poi un sorriso. Non più un ghigno. Un vero e proprio sorriso.

Scuoti la testa nervosa.

Acidi del cazzo

Eppure quell'inquietudine che dal mattino ti aveva assalita non si decide ad andarsene. E' sempre lì e ti blocca il respiro. Neanche la vodka di prima è riuscita a mandarla via.

Alzi ancora di più il volume decisa a scacciare via tutto quanto.

Ma sei consapevole del fatto che mentre leggevi quel biglietto i tuoi occhi brillavano.

fanculo! esclami prima di riabbandonarti al tuo torpore.




-Mione ma è possibile che sparisci sempre? noi ci preoccupiamo!-

-Scusami Ron, ero a fare un giro-

-Dai ora andiamo che ho una fame da lupi!-

Un tempo avrebbe riso, non sarebbe sembrata una col mal di denti.


Alla tavolata il buon umore regna sovrano. Hermione se ne discosta quasi schifata. L'occhio le cade più in là, verso una tavolata dai colori verde ed argento.

Argento come gli occhi che ora ricambiano il suo sguardo. Come se fossero risucchiati non si accorgono degli amici che parlano né del frastuono che li circonda finché una scossa non la riporta alla realtà.

-Herm che hai? Ti vedo strana. Stai bene?-

-Si Harry, tutto bene- mormora più a se stessa.

Non capisce cosa diavolo le stia accadendo. E' tutto così strano da farla sentire smarrita.

Si alza di scatto. Deve fuggire da tutto questo.

Ma quegli occhi non la abbandonano mentre quasi di corsa lascia la sala.



-Dray ci sei?-

-Si Blaise, ci sono-

-Come va con la Grifoncina? Sembravate un attimo persi-

Non gli risponde ancora troppo immerso nei suoi pensieri.

Oggettivamente sa che quella storia sta andando troppo oltre, se continua così non riuscirà più a staccarsene. Ed è il pensiero che non vuole farlo a ghiacciarli il sangue nelle vene.

E' già troppo tardi.



Nel bagno delle ragazze si possono sentire dei conati. Qualcuno sta buttando fuori anche l'anima nell'ultimo cubicolo.

Sono solo succhi gastrici, da quanto non si sarà fatta un pasto decente? E perché quelle gocce di sangue sono lì?

Tira lo scarico e si alza come se nulla fosse per poi rialzarsi e sciacquarsi il viso, guardando con strafottenza il suo riflesso allo specchio. Era da una vita che non lo affrontava con così tanta leggerezza.

Il viso si è assottigliato, le ossa sono più evidenti e le occhiaie marcate. Ma sono gli occhi ad immobilizzarla per qualche secondo. Spenti. Vuoti.





La musica suona lontana mentre lei balla abbracciata a qualcuno. Non riesce a vederne il viso, è tutto troppo buio, ma è circondata dal suo calore.

le mormora la voce roca all'orecchio.

Il ragazzo avvicina il viso al suo collo odorandole i capelli.

Le fa fare una giravolta e proprio mentre si stanno per ricongiungere mostra la sua faccia.


Hermione si risveglia di scatto e si alza in piedi, girando come una folle ai piedi del letto.

-CAZZO!- urla.




Un ragazzo, nel frattempo, alza il viso sorridendo. Tutto prosegue secondo i piani.







Angolo di UN IDIOTA A CASO

ooooooooooooook molto ritardo! Ma ho avuto gli esami di stato, tra l'altro un 82 regalato XD, e le sbronze post esame di stato...ahahah

Comunque che ve ne pare? Metà capitolo era stato scritto a giugno ma non ho potuto finirlo -.-

Spero di aggiornare presto!

Un bacio.

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Capitolo 8
*** Avviso ***


df

No, non è un capitolo   XD

Toglierò presto questo avviso, anche perchè li odio!  

Volevo solo dire ufficialmente che questa storia per il momento è sospesa.

Mi dispiace da morire, ma proprio non riesco a scrivere il prossimo capitolo... sono estremamente bloccata!

Spero l'ispirazione torni presto.

Un Bacio.

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