Sono Solo Un Mostro. di giogy (/viewuser.php?uid=66601)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***
Capitolo 8: *** Avviso ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
Introduzione
[Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.]
Lo ripete sempre. Sempre.
Nella sua testa ci sono solo queste parole.
Lei è un mostro.
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Capitolo 2 *** 1 ***
1 L'inizio di tutto
Hermione
era una ragazza come tante. Studiosa, sempre allegra, spensierata e con
molti amici. L'amore ancora non sapeva cosa fosse, ma non se ne curava,
a 16 anni non bisognava per forza averlo già trovato.
Hermione aveva comunque avuto qualche ragazzo, ma nessuno che l'avesse
presa più di tanto o comunque che le avesse fatto provare le
tanto decantate "farfalle nello stomaco".
Hermione aveva due migliori amici: Harry Potter e Ronald Weasley.
Ma Hermione aveva anche molte amiche, la più cara delle quali era Ginevra Weasley, sorella del già nominato Ron.
Hermione era una strega e frequentava la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Hermione era felice prima di quell'estate che le tolse tutto.
Era con i suoi genitori a casa, ma qualcosa non andava. L'atmosfera
era pesante, come se da un momento all'altro dovesse accadere qualcosa.
E all'improvviso qualcosa accadde.
Un rumore sinistro ed una sirena che suona.
Gl'incantesimi di difesa che il padre di Ron aveva messo per proteggere la casa erano stati infranti.
Non sapeva cosa fare, troppo piccola per imparare la smaterializzazione non aveva modo di mettere in salvo i suoi.
Prima di poter fare qualsiasi altra cosa erano comparsi Mangiamorte
ovunque. Il padre cercò di farla nascondere di sopra ma si
oppose. Si battè. Per quel poco che potette cercò di
proteggere la sua famiglia. Venne, però, subito disarmata e
impotente la costrinsero a guardare...
Torturarono la madre davanti ad i suoi occhi...le sue urla non le
potrà mai scordare...venne presto anche il momento di suo padre.
Cercava di essere forte ma fu tutto inutile. Chiuse gli occhi quando
capì che era giunto l'atto finale ma glieli fecero riaprire. Le
dissero che doveva guardare, i suoi ultimi ricordi da sporca
Mezzosangue sarebbero dovuti essere quelli della morte di quei fetidi
Babbani.
Poi era arrivato il suo turno. Crucio. Ripetuto ed urlato da quegli uomini spietati.
Non seppe mai per quanto subì tutto ciò. L'agonia venne
infine interrotta dall'arrivo dell'Ordine che subito aveva cominciato a
duellare con i Mangiamorte.
Lei nel frattempo si era rannicchiata sotto il tavolo scossa dai singhiozzi.
Dei Giorni seguenti ricordava ben poco.
Solo il funerale era stampato a fuoco.
Tutti gli amici, i parenti... non pensava che una persona potesse
provare tanto dolore. Quel giorno dovette rivalutare la sua soglia di
sopportazione.
Con lei Ginny, Ron ed Harry a sostenerla per quanto possibile.
Ma il giorno dopo fu quello più duro in assoluto. Era come se si
aspettasse che da un momento all'altro sua madre venire a rimproverarla
per il caos nella sua stanza o suo padre cercare di coinvolgerla nei
suoi lavoretti.
Non mangiava, non dormiva, non parlava. Stava sul letto, al buio,
rivivendo quel giorno. Loro erano morti a causa sua. Se lei non fosse
stata una strega non sarebbe mai accaduto niente. Era estate ma non per
lei, fu ricoverata in un ospedale Babbano. I medici dissero che era
come se il suo corpo e la sua mente avessero smesso di vivere: il corpo
rifiutava il cibo e la mente non mandava impulsi di sopravvivenza.
Era morta con i suoi genitori.
Era passato circa un anno e lei diciassettenne era tornata a scuola. Ma non era più come prima.
Hermione ora odia la scuola e le regole.
Hermione ora nell'amore non ci crede più, vuole solo divertirsi.
Hermione non ce la fa più a stare in mezzo alla gente, sopporta a malapena solo i suoi amici.
Hermione suo malgrado è diventata popolare, ma è anche fredda verso il mondo.
Hermione ora ha lo sguardo spento, di chi dalla vita non vuole più niente, solo la fine.
Hermione è morta dentro ma trova comunque i modi per uccidere il suo corpo.
Hermione continua a non mangiare, solo lo stretto indispensabile quando costretta, ma in compenso ha cominciato a bere e fumare.
Hermione molto spesso non si presenta a lezione ma non mancherebbe mai
alle feste, siano esse organizzate da Corvonero, Grifondoro o
Serpeverde.
Ma Hermione soffre ancora da impazzire e nemmeno i suoi amici sanno quanto.
Hermione è sola. Hermione è un mostro.
[Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro.]
Lo ripete sempre. Sempre
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Capitolo 3 *** 2 ***
2
Passeggia per i corridoi a testa alta,
ma senza guardare nessuno in realtà. Cammina e basta. Cammina sola.
La sera ci sarebbe stata l'ennesima
festa, la tensione tra gli studenti è palpabile. Ascolta scorci di
conversazione -io mi metterò il vestitino viola- oppure -questa sera
mi devo proprio fare quella figa della Chang-. Scuote la testa
infastidita, possibile che il quoziente intellettivo di tutta la sua
generazione si sia abbassato al livello di quello di una larva di
moscerino?
Persa nelle sue considerazioni va a
sbattere contro qualcuno. Non si gira nemmeno, prosegue dritta, ma
viene bloccata per il polso. Mossa davvero idiota per quel qualcuno.
Nessuno la tocca. Nessuno ne ha il diritto. Nessuno ne ha l'onore
ormai.
-Granger impara a guardare dove vai e
soprattutto a non infettarmi- l'odio nelle sue parole è palpabile ed
Hermione legge disgusto nei suoi occhi quando fa per spolverarsi la
spalla con cui si è scontrata.
-Malfoy come al solito di quel che dici
non me ne frega un cazzo. Sparisci.- la voce è bassa, quasi un
sussurro, un avvertimento forse. Non le importa di quel ragazzino
tanto insignificante, della vita quello non ha ancora capito niente.
L'ombra del padre è ancora il suo rifugio.
Come se non ci fosse gli passa di
fronte, pronta a perdersi nuovamente nel suo mondo. Il guaio è che
lo sente.
-Sporca Mezzosangue.- l'odio è
ancora quello, ma quelle parole... le sembra tutto così simile a
quel giorno. Lo stesso odio di quegli assassini...le stesse parole...
Ed è un attimo. Si gira lentamente e
gli sorride vacua: -Questo non dovevi dirlo- con un rapido gesto alza
la bacchetta -Stupeficium-.
Il biondino viene gettato contro il
muro da un lampo di luce rossa, gli scagnozzi che si porta dietro lo
accorrono subito. Prima di andarsene lo guarda un ultima volta.
Nessuno può chiamarla a quel modo.
Le lezioni sono iniziate già da un pò
ma lei non ha nessuna intenzione di seguirle. L'incontro con Malfoy
l'ha alquanto indispettita e l'unico posto che le può dare un pò di
tranquillità è la Foresta Nera.
Nevica.
E' strano come dell'acqua ghiacciata
possa far sembrare anche un posto pericoloso come quello, quasi
sereno. Tutto sembra più calmo, ammantato, puro... e lei che non lo
è più si sente a disagio. Potrebbe contaminarlo.
Allungata sulla neve non sente il gelo
che le entra nelle ossa, fissa il cielo ,che mano a mano si fa più
scuro, immobile.
Si trova di nuovo nel suo mondo. Niente
la può scalfire, niente la può ferire. Non pensa niente, non sente
niente. E' una bolla che l'avvolge. Le giornate le passa lì.
Quando si decide a tornare al castello
si è ormai fatto buio. Il freddo comincia a raggiungerla: le calze
di lana che aveva indossato sotto la gonna sono bagnate fradicie,
come del resto tutti i suoi vestiti, compreso il grande felpone che
aveva rubato a Ron. Trema silenziosamente e quasi le manca il fiato
quando, oltrepassato il portone, viene invasa dal calore della
scuola.
Si dirige verso la sala comune,
incurante degli sguardi che la seguono alla ricerca di un nuovo
scoop.
Loro non sanno, nessuno sa. Solo i
professori e gli amici più cari. Non sarebbe riuscita a sopportare
che il suo dolore diventasse il pettegolezzo del giorno.
Davanti al fuoco ci sono Harry e Ron.
Subito le corrono incontro per poi fermarsi ad un passo di distanza,
sanno quanto sia restia al contatto fisico.
-Mione dove sei stata? Ci siamo
preoccupati da morire!-
Guarda il rosso abbozzando un sorriso:
-scusa, avevo voglia di stare un pò da sola-
Stanno per rispondere ma evita altre
domande rifugiandosi in dormitorio.
Si butta sotto l'acqua bollente della
doccia e comincia a sfregarsi a sangue la pelle. Ma sa già che lo
sporco che si sente addosso non se ne andrà mai. Avvolta
nell'accappatoio passa davanti allo specchio voltando la testa per
non guardarsi perchè non ancora riesce a reggere il suo sguardo. Lo
sguardo che le fa più paura.
Mette solo una maglia larga, i capelli
li lascia bagnati, per poi sedersi sul davanzale e guardare la notte.
Il silenzio è opprimente, interrotto solo dal leggero rumore della
sigaretta che brucia.
All'una esce e si dirige verso la
Stanza delle Necessità. La festa è già nel pieno, tutti si voltano
a guardarla. Vestita solo con una maglia che le copre a malapena il
sedere e dei leggins di pelle tutti strappati, il trucco è pesante
ed i tacchi altissimi.
E' una dea, una dea dannata.
Distogliere lo sguardo dalla sua figura
è impossibile.
Ma lei non sa che un paio di occhi la
guardano diversamente, non la stanno divorando con lussuria, sono
solo curiosi ed interessati.
Ma lei questo non lo sa.
La serata va come al solito. Entro la
prima ora è già ubriaca seduta in un tavolino isolato, alla seconda
ha già mandato in bianco metà della fauna maschile, alla terza si è
ripresa e balla disperata, alla quarta ricomincia a bere e poi la
solita conclusione: Harry e Ron che la fanno levitare fino in
dormitorio. L'unica volta in cui avevano provato a portarla in
braccio si era svegliata ed aveva avuto una crisi isteria.
Ogni volta è così. Sempre così. E
anche nel sonno mormora quelle parole.
[Sono un mostro.
Sono un mostro.
Sono un mostro
Sono un mostro
Sono un mostro]
Se lo ripete sempre...e tanto
basta...
Angolo
di UN IDIOTA A CASO
Ci
tengo a precisare che questo capitolo non è il massimo, ma è stato
indispensabile. Spero che dal prossimo la storia possa prendere la
piega che mi ero riproposta all'inizio :)
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Capitolo 4 *** 3 ***
3
Il
mattino dopo si presenta a lezione con un paio di grandi
occhiali da sole, le occhiaie sono troppo profonde per nasconderle.
Si ripromette che la prossima volta non avrebbe neanche provato a
dormire, un paio d'ore costellate da incubi sono più deleterie di
una notte insonne.
Entra in classe in ritardo, con una sigaretta
in bocca. La divisa non sapendo dove fosse finita l'ha sostituita con
una maxi maglia nera ed un paio di leggins neri, ai piedi degli
stivali al ginocchio, stranamente senza tacco. Sarà l'aria stanca o
l'abbigliamento, ma per la prima volta tutti sembrano rendersi conto,
o per lo meno ammettere ad alta voce, che la sua magrezza sta
arrivando a livelli patologici. Un idiota fa partire una raffica di
vento per vedere se sarebbe volata via.
Si dirige al suo banco
scuotendo la testa infastidita, indifferente alla McGranitt che
la fulmina.
-Alla buon ora signorina Granger-
-Meglio tardi che
mai, no?- ribatte sprezzante.
-Forse una punizione potrebbe farle
ricordare di guardare l'orologio-
-Certo, potrebbe. Dicono che la
speranza sia l'ultima a morire-
La classe trattiene il respiro. La
Granger sta apertamente sfidando "LA" professoressa.
-Forse
un richiamo...- comincia irata, non considerando la reazione della
ragazza che ancora in piedi si volta e le si avvicina lentamente
arrestandosi a soli dieci centimetri dal suo viso. Le sputa il fumo
in faccia e a bassa voce, per far sentire solo a lei, le chiede
rabbiosa -a chi verrebbe mandato questo richiamo?-
Non piange, le
lacrime le si sono cristallizzate. Si permette questo lusso solo
quando è sola.
La donna la guarda scossa, non sapendo come
rispondere.
-Mi ha rotto, manderò qualcuno a chiedere il giorno e
l'ora della "punizione"-
Prosegue verso la porta e
se la sbatte dietro nel silenzio più assoluto.
Si dirige
sulla Torre d'Astronomia a fumarsi una canna. Seduta proprio sul
parapetto guarda di sotto.
Sarebbe così semplice. Una spinta e
tutto sarebbe finito.
Basta
così poco.
Si convince da sola. Chi
sentirebbe mai la mancanza di un mostro?
Ma
non ci riesce. Passa il pomeriggio così...in
bilico.
Ed un sorriso amaro le sfigura il viso.
A cena non sa che
un paio di occhi la cercano impazienti, non sa che quella stessa
persona che la sta aspettando, la difende anche dalle malelingue
della scuola così da far desistere anche le più pettegole. Non sa
che a quegli occhi, che da mesi non provano altro che rancore, rabbia
ed un pò di timore ha donato un guizzo di curiosità e forse anche
un paio di aspettative. Questo non sfugge a chi gli sta intorno che
per un attimo prova speranza.
Strano come una singola ragazza
possa sconvolgere la vita di così tante persone, strano come senza
accorgersene persone che non ha mai considerato possano legarsi
indissolubilmente a lei. Ma come già detto, lei non lo sa.
A
mezzanotte decide di fare una passeggiata in riva al lago. Il freddo
le spezza il respiro, annebbiandole i sensi e facendola sbandare. Si
siede sotto il suo salice preferito e si accende una sigaretta.
Nevica ancora, per un momento tira fuori la lingua aspettando
paziente che un fiocca vi cada sopra.
Lo faceva sempre da piccola
insieme a sua madre. Avevano i loro rituali con quei fiocchi
ghiacciati: alla prima nevicata uscivano di casa facendo giravolte ed
esprimendo un desiderio, alla seconda ne raccoglievano due bicchieri
e ci mettevano dello sciroppo alla giliegia e alla terza si
dedicavano ai pupazzi e agli angeli.
Scuote la testa a quei
ricordi, sono tempi che non torneranno mai più.
Ma vi era così persa da non rendersi conto di qualcuno che le si è
seduto a fianco.
Draco Malfoy la fissa in silenzio e lei ricambia.
Nessuno dei due sembra aver voglia di rovinare quell'atmosfera con
delle sciocche parole.
Lui le porge una canna che accetta sempre
immersa nel mutismo.
Non sa cosa pensare di questa situazione. Lui
non può starle vicino. E' il figlio di un Mangiamorte...e in un
lampo le viene un dubbio: si sarà già unito a loro?
Prima di
poterci anche solo pensare lancia un incantesimo al suo braccio
sinistro facendo cadere in pezzi la manica della camicia.
Draco
appena capisce il perchè del suo gesto si alza di scatto.
-Vuoi
controllare più da vicino?- le urla
Lei alza lentamente lo
sguardo -Voglio solo sapere chi ho di fronte.A quando il lieto
evento?- il suo tono è totalmente indifferente, come se stessero
parlando del tempo.
-Non parlare di cose che non conosci,
Mezzosangue- sputa velenoso.
-Ti ho già detto che non devi
permetterti- e con la bacchetta che stringe ancora in mano lo
schianta contro l'albero. Perde conoscienza per qualche secondo e
aprendo gli occhi ritrova il viso a pochi centrimentri dal
suo.
-Ringrazia la tua buona stella, se il tuo braccio non
fosse ancora incontaminato a domani non ci saresti arrivato-
-Tu
puoi ringraziare il mio buon cuore per non averti ancora reso i
colpi- dice riferendosi anche a quello del giorno prima.
Rimane un
attimo spiazzata perchè effettivamente lui non ha mai neanche fatto
la mossa di difendersi o comunque non ha provato a vendicarsi.
-Ed
ora io torno dentro, ti consiglio di fare lo stesso-
Senza
aspettare una risposta si volta e va via sorridendo, consapevole che
la ragazza lo sta fissando.
Hermione quella notte riprova a
dormire ma quando prende finalmente sonno, i soliti incubi le tornano
a far visita.
Sua madre urlante, il viso del padre deformato dal
dolore. Si risveglia urlando e con le lacrime agli occhi.
Non sarà
mai in pace, e questo lo sa bene, può solo annebbiarsi con delle
pozioni.
Aspetta sul davanzale che facciano effetto, ripetendosi
di essere un mostro come sempre.
Lei è un mostro. Lei deve
stare sola. Chi la circonda soffre.
Lei
è un mostro.
[Sono
un mostro.
Sono
un mostro.
Sono
un mostro.
Sono
un mostro.
Sono
un mostro.]
Se
lo ripete sempre. Sempre.
Angolo
di UN IDIOTA A CASO
scusate
gli eventuali errori ma non ho avuto il tempo neanche di rileggerlo,
non oso proprio immaginare cosa posso aver scritto XD
grazie
mille a chi ha recensito e a chi mi ha messo tra i preferiti/da
ricordare/seguite! Siete troppo carini :)
Spero
di aggiornare presto e con un capitolo migliore :)
Un
bacio
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Capitolo 5 *** 4 ***
4
Si sveglia un po' tardi
quella mattina, la pozione l'aveva messa k.o. Ancora intontita si
rigira sotto le coperte e per caso lancia uno sguardo sul
comodino.
Un toast ed un grappolo d'uva fanno bella mostra di
sé.
Si alza di scatto e guarda meglio: c'è un biglietto.
Mangia
La
calligrafia, elegante e curata non la riconosce, non ci sono firme né
altro.
Passa
cinque minuti buoni ad fissare il pezzo di carta come se fosse un
mostro pronto ad attaccarla.
Chi
sarà mai?
Con
mani incerte afferra l'uva. Dopo 5 acini è già piena.
-Hai
fatto come ti ho detto?-
-Si,
Signor Malfoy, Signore.-
-Ed
ha mangiato?-
-Poco
Signore. Poca uva Signore- s'inchina impaurito.
-Meglio
di niente...- mormora prima di allontanarsi.
L'incontro
della sera prima l'aveva turbato e la rabbia torna prepotente al solo
ricordo.
Chi
è quella stupida ragazzina per permettersi di giudicarlo? Non lo
conosce, non sa cosa sta passando... NON SA NULLA!
-Ehi
Drà, che faccia da funerale! Cos'è successo?-
-Niente
Blaise, normale routine-
Il
moro lo guarda scettico. La "normale routine" è apatia, è
tristezza, è dolore, è frustrazione... Quella rabbia da dove viene?
-Sai.
ho notato che da un paio di giorni sei strano. Come se fossi
finalmente interessato a qualcosa o a qualcuno... qualcuno che stando
alle volte che t'incanti a fissare il tavolo dei Grifoni appartiene a
quella casa...- si blocca per delle eventuali proteste dell'amico ma
quello fa finta d'ignorarlo. -Forse questo qualcuno quest'anno ha
subito un grandissimo cambiamento...-
Questa
volta il biondo borbotta qualcosa d'incomprensibile.
-
Forse è una ragazza riccia, questo qualcuno, ed ha dei bellissimi
occhi dorati e due gambe da capogiro... per non parlare di un
culo...-
-Ho
capito Zabini- lo interrompe irato.
-Ma
forse la nostra Grifoncina è la stessa che ripetutamente ti ho
ritrovato a fissare e che corteggi, a mio parere da schifo, dal
secondo anno- conclude fiero di sé.
-Tra
qualche settimana è il tuo compleanno, vero?-
-Si-
risponde senza capire dove voglia arrivare.
-E
ci vuoi arrivare? Perché continua così e penso proprio che
festeggerai da sotto terra.-
-Andiamo!
Sono solo curioso!-
Ma
lui fa finta di non sentirlo.
-Allora
si è sbottonato?- chiede Daphne curiosa.
-No,
oggi pomeriggio me lo lavorerò meglio.-
-Vorrei
ricordarvi che sono presente- interviene Draco accigliato ma viene
comunque ignorato.
-Ok,
io ci provo questa sera.-
A
questo punto pure lui non li sta più a sentire.
E'
entrata
-L'abbiamo
perso- sospirano i due venendo subito fulminati.
-Zabini
il tuo compleanno- lo minaccia.
Subito
lancia uno sguardo verso il tavolo Verde-Argento. I loro occhi
s'incontrano per un momento, poi lei distoglie lo sguardo.
Quel
grigio, sebbene ci siano molti metri tra loro, sembra bruciarla.
Le
lezioni passano lente, troppo, o almeno quelle in cui lei non è con
lui.
L'ora
di pranzo finalmente arriva.
E'
tra i suoi amici che cercano di renderla partecipe ma si vede lontano
un miglio che vorrebbe scappare.
Ad
un tratto un gufo della scuola le plana davanti, afferra il biglietto
che le porge e lo legge confusa. Subito comincia a guardarsi intorno.
Draco
fa finta di essere coinvolto nei discorsi di Daphne e Pansy che,
malauguratamente, sono immerse in una discussione sui colori che
saranno più di tendenza in inverno.
Dopo
qualche minuto sbircia al tavolo Rosso-Oro. Nel piatto di Hermione
ora c'è un pomodoro, sembra immersa in una lotta all'ultimo sangue
ma alla fine vince e lo finisce.
Le
lezioni come per la mattina passano lente ma un sorriso che mai ha
sfoggiato in pubblico è sul suo volto. Ha ancora in mente il suo
viso che si sforza di finire quel misero ortaggio. Come una
Grifondoro che si rispetti ce l'ha fatta.
Aspetta
con impazienza la sera. La vuole rivedere, questa volta è il suo
turno di parlare.
Con
un ansia che mai gli è appartenuta si dirige al lago.
Sospira
di sollievo vedendola nello stesso posto della sera prima. Le si
siede a fianco in silenzio.
-Sta
diventando un'abitudine? Non hai niente di più interessante da
fare?-
-La
prima volta in cui mi sono accorto di quanto mio padre fosse un pazzo
avevo 5 anni.- comincia a parlare come se stesse disquisendo sul
tempo con una vecchia amica. - Non ti starò a spiegare la mia vita,
non siamo amici e dubito che potresti sul serio capire...ad ogni modo
l'ho capito a 5 anni che nei suoi grandi ragionamenti c'erano troppe
falle. Ma ho sempre fatto ciò che mi ha chiesto. Era mio
padre e a lui e mia madre, nonostante tutto, gli ho sempre voluto
bene perchè per quanto tu possa considerarci dei mostri schifosi,
eravamo una famiglia. Ma ad un certo punto ho capito che
dovevo prendere in mano la mia vita e battermi per decidere su di
essa.
Non
sono un Mangiamorte, non sono neanche più un Malfoy.-
Rimasero
in silenzio per alcuni minuti.
-E
chi sei?-
-Draco.
Solo Draco.-
Angolo
di UN IDIOTA A CASO
Scusateeeeeee!!
Ok, lo so, è passato un sacco di tempo...ma a mia discolpa posso
dire che tra la scuola e le litigate a casa e con il mio ragazzo non
ci sono stata molto con la testa XD
Spero
vi sia piaciuto :)
Un
bacio.
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Capitolo 6 *** 5 ***
5
Hermione
era scappata subito da "solo
Draco".
La terrorizzava anche solo la sua vicinanza, non perché ne avesse
paura ovviamente, ma perché ormai non sapeva più come comportarsi.
Malfoy
sapeva bene come trattarlo, Draco
no.
Per
questo nei giorni a venire si era impegnata strenuamente ad evitarlo
e nel complesso ci era riuscita pure bene.
Certo,
il suo sguardo non la abbandonava mai, se lo sentiva addosso come una
seconda pelle. Ma ciò che la sconvolgeva e irritava maggiormente era
la sensazione che le lasciava... tranquillità,
leggerezza...era...era...carezzevole ma mai invadente.
Col
tempo poi aveva iniziato ad osare di più, come quel giorno in cui le
si era seduto di fronte in biblioteca. Vedere Draco in quel luogo era
già di per sé bizzarro ma ritrovarselo al suo stesso tavolo e per
di più seduto davanti lei era stato troppo.
Quegli
occhi non la lasciavano neanche per un secondo, anzi, la fissavano in
attesa, come se aspettassero. Lei essendo notevolmente orgogliosa
aveva passato tre ore ostinatamente chinata sul libro di storia della
magia.
Ora
è di nuovo sotto il suo salice, ma questa volta in attesa lo è lei.
Lo
sente,
sa che si sta avvicinando. Si gira e lui è lì, seduto a fianco a
lei come l'ultima volta. Stavolta è la Grifoncina a passargli la
bomba che lui accetta in silenzio.
-La
prima volta che ne ho fatto un tiro sono stata malissimo, non avevo
mai fumato una sigaretta, due tiri di questa roba mi hanno devastata.
Ero convinta di essere una farfalla.-
Sgrana
gli occhi dandosi della deficiente, non capendo come le sia saltato
in mente di dirgli certe cose.
-Il
mio primo tiro è stato ad undici anni, ho vomitato anche l'anima-
Un
mezzo sorriso le nasce spontaneo ma subito lo manda via.
Non
può di certo permetterselo.
Deve
solo scusarsi e poi andare via. Il piano è semplice, niente
distrazioni e poi via, di corsa nel dormitorio.
Prende
un ultimo respiro e poi parla.
-Ti
chiedo scusa per l'altra sera, sai per averti accusato di essere un
Mangiamorte e tutto il resto. Non avevo nessun diritto di attaccarti
né di controllare personalmente.-
-Apprezzo
il gesto- il suo tono è sarcastico -ma non voglio delle scuse date
tanto per essere fatte. Non sei pentita, anzi, scommetto lo faresti
di nuovo al minimo sospetto... non posso neanche darti torto. Però
preferisco la sincerità Hermione, nelle menzogne ci sono cresciuto,
le riconoscerei prima ancora che tu possa pensarle.-
Ti
fa strano sentire il tuo nome uscire dalle sue labbra e nel frattempo
che ti riprendi lui rimane un attimo in silenzio. -Si, hai ragione.
Lo rifarei anche ora se avessi il minimo dubbio.-
Lui
butta il mozzicone sul lago ghiacciato e poi si volta pienamente
verso lei.
-Perché?-
chiedi, ma alla sua espressione confusa ti alteri -Per quale cazzo di
motivo sei diventato la mia ombra?-
-Nessun
motivo. Ti seguo perché voglio guardarti, ti guardo perché mi va,
perché m'incuriosisci, perché c'è qualcosa nei tuoi occhi che non
può non essere ammirata e quel qualcosa è come una calamita, ma
nasconde tanto dolore e disperazione.-
-Ma
tu cosa ne sai, eh?- ora è in piedi e la rabbia è a mille, ma lui
resta seduto in silenzio, nella più totale tranquillità.
-Io
ovviamente non ne so niente, ma neanche ti chiederò qualcosa. Non me
lo diresti e non ho voglia di sprecare tempo. Me lo dirai un giorno,
ora vieni- le porge la mano -il cielo è paradisiaco questa sera.-
Hermione
sgrana gli occhi. Perfino il suo cervello non riesce ad elaborare una
risposta. Decide di non avere niente da perdere quindi, pur
rifiutando la mano, si siede.
Passano
le ore con una lentezza esasperante nel silenzio. La ragazza non
riesce più a tenere gli occhi aperti e nella dormiveglia si appoggia
a Draco.
Neanche
nel sonno c'era riuscita con i suoi amici e questo il giorno dopo la
spaventerà a morte.
Domani
però, perché con gli occhi ancora chiusi ed i sensi non più in
allerta, il calore del corpo del ragazzo ed il suo dolce dondolare
mentre la porta in braccio al dormitorio, le danno una sicurezza ed
un non so ché di accogliente.
Non
si accorgerà del suo sguardo perso mentre la vede così in pace, né
della dolcezza con cui le sposterà una ciocca di capelli dal viso e
neppure di quando s'incanterà qualche secondo respirando il suo
profumo dolce ed un po' speziato. Ma gli darà la parola d'ordine per
accedere sia nella Sala Comune sia nella sua stanza privata.
Con
un incantesimo Draco le cambia i vestiti per poi le rimboccarle le
coperte.
Come
in trans passa la notte a fissarla, a prenderle la mano quando troppo
agitata finisce per scoprirsi ed a sussurrarle dolcemente che tutto
sarebbe andato bene quando tremando di paura urla di essere un
mostro.
Asciugava
lacrime, che seppur frutto di un incubo, gli spezzavano il cuore.
Prima
di tornare nel suo dormitorio, non dopo essersi accertato che dorma
bene, le sfiora la guancia quasi con devozione e le lascia una
margherita vicino il cuscino, il suo fiore preferito.
Ed
è sulla porta che realizza di essere fregato, che si è spinto
troppo oltre.
Ma
quel piccolo foglietto resta lì, facendolo uscire col sorriso.
Sei
stupenda anche quando dormi.
Sognami
se puoi, io lo farò.
Draco.
Angolo
di UN IDIOTA A CASO
ok,
ok... sono pronta per il linciaggio XD
E'
passata una vita ed alla fine me ne esco con un capitolo inutile come
questo.. sono pessima! Posso solo fare mea culpa e giustificarmi
dicendo che all'inizio mi ero proprio bloccata per questo capitolo
poi la storia è un po', un po' tanto, passata in secondo piano! Ad
ogni modo mi rendo conto che sta roba che ho scritto ora fa
abbastanza schifo ma dovevo uscire dallo stallo in cui mi ero
auto-messa...
Ad
ogni modo ancora scusate per il ritardo, soprattutto tu chihuahua!
Che
dire ancora? Spero un minimo vi sia piaciuto :)
Un
bacio.
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Capitolo 7 *** 6 ***
6
Nel
pieno del trip.
Gira
tutto. La musica è assordante. Non ti ricordi neanche chi sei.
Sono
un mostro
-Cazzo
è vero- mormori a te stessa ma neanche tu riesci a sentirti. Gli
accordi malinconici dei Nirvana cancellano ogni tuo tentativo di
pensare. Ed è fottutamente piacevole.
L'acido
ha fatto il suo effetto a meraviglia. Colori nuovi ti accerchiano e
la tua testa sembra volteggiare alta nel cielo sbattendo contro i
pini della foresta.
In
the pines, in the pines
Where the sun don't ever shine
I
would shiver the whole night through
Ti
chiedi se i pini siano gli stessi a cui stava pensando il cantante.
E' quella voce a farti rabbrividire, non il freddo. Avete un po' la
stessa rabbia, la stessa voglia di spaccare tutto.
L'equilibrio
scarseggia così ti ritrovi a cadere contro un albero ferendoti il
braccio.
Il
sangue che cola ti fa ridere isterica. Vedendolo scorrere copioso
cominci a muovere l'arto formando una scritta.
I
MORTI CAMMINANO
Il
tuo iPod manda a palla quella stessa canzone all'infinito. Prima la
mormori solo, poi cominci ad urlarla frustrata, fregandotene degli
altri studenti che potrebbero sentirti, cosa impossibile dato che ti
sei addentrata molto nel bosco.
Il
sangue continua ad uscire ed ora ha formato una grande chiazza rossa.
Non
è rosso... è sangue... è così forte...così acceso...è vita...
Ti
ritrovi ad odiare quello stesso sangue che ti costringe a rimanere su
questa terra.
Sarebbe
interessante vedere quanto ne possiedi, no? Che effetto farebbe
guardarlo tutto su questa maledetta neve candida?
Ma
rinunci al progetto. Come al solito.
Ti
distendi di nuovo e guardi il cielo grigio.
Grigio.
Un
flash di un grigio diverso ti assale la mente. Un grigio più
magnetico, gelido ma a volte caldo.
E
poi un sorriso. Non più un ghigno. Un vero e proprio sorriso.
Scuoti
la testa nervosa.
Acidi
del cazzo
Eppure
quell'inquietudine che dal mattino ti aveva assalita non si decide ad
andarsene. E' sempre lì e ti blocca il respiro. Neanche la vodka di
prima è riuscita a mandarla via.
Alzi
ancora di più il volume decisa a scacciare via tutto quanto.
Ma
sei consapevole del fatto che mentre leggevi quel biglietto i tuoi
occhi brillavano.
fanculo!
esclami
prima di riabbandonarti al tuo torpore.
-Mione
ma è possibile che sparisci sempre? noi ci preoccupiamo!-
-Scusami
Ron, ero a fare un giro-
-Dai
ora andiamo che ho una fame da lupi!-
Un
tempo avrebbe riso, non sarebbe sembrata una col mal di denti.
Alla
tavolata il buon umore regna sovrano. Hermione se ne discosta quasi
schifata. L'occhio le cade più in là, verso una tavolata dai colori
verde ed argento.
Argento
come gli occhi che ora ricambiano il suo sguardo. Come se fossero
risucchiati non si accorgono degli amici che parlano né del
frastuono che li circonda finché una scossa non la riporta alla
realtà.
-Herm
che hai? Ti vedo strana. Stai bene?-
-Si
Harry, tutto bene- mormora più a se stessa.
Non
capisce cosa diavolo le stia accadendo. E' tutto così strano da
farla sentire smarrita.
Si
alza di scatto. Deve fuggire da tutto questo.
Ma
quegli occhi non la abbandonano mentre quasi di corsa lascia la sala.
-Dray
ci sei?-
-Si
Blaise, ci sono-
-Come
va con la Grifoncina? Sembravate un attimo persi-
Non
gli risponde ancora troppo immerso nei suoi pensieri.
Oggettivamente
sa che quella storia sta andando troppo oltre, se continua così non
riuscirà più a staccarsene. Ed è il pensiero che non vuole farlo a
ghiacciarli il sangue nelle vene.
E'
già troppo tardi.
Nel
bagno delle ragazze si possono sentire dei conati. Qualcuno sta
buttando fuori anche l'anima nell'ultimo cubicolo.
Sono
solo succhi gastrici, da quanto non si sarà fatta un pasto decente?
E perché quelle gocce
di
sangue sono lì?
Tira
lo scarico e si alza come se nulla fosse per poi rialzarsi e
sciacquarsi il viso, guardando con strafottenza il suo riflesso allo
specchio. Era da una vita che non lo affrontava con così tanta
leggerezza.
Il
viso si è assottigliato, le ossa sono più evidenti e le occhiaie
marcate. Ma sono gli occhi ad immobilizzarla per qualche secondo.
Spenti. Vuoti.
La
musica suona lontana mentre lei balla abbracciata a qualcuno. Non
riesce a vederne il viso, è tutto troppo buio, ma è circondata dal
suo calore.
le mormora la voce roca all'orecchio.
Il
ragazzo avvicina il viso al suo collo odorandole i capelli.
Le
fa fare una giravolta e proprio mentre si stanno per ricongiungere
mostra la sua faccia.
Hermione
si risveglia di scatto e si alza in piedi, girando come una folle ai
piedi del letto.
-CAZZO!-
urla.
Un
ragazzo, nel frattempo, alza il viso sorridendo. Tutto prosegue
secondo i piani.
Angolo
di UN IDIOTA A CASO
ooooooooooooook
molto ritardo! Ma ho avuto gli esami di stato, tra l'altro un 82
regalato XD, e le sbronze post esame di stato...ahahah
Comunque
che ve ne pare? Metà capitolo era stato scritto a giugno ma non ho
potuto finirlo -.-
Spero
di aggiornare presto!
Un
bacio.
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Capitolo 8 *** Avviso ***
df
No, non è un capitolo XD
Toglierò presto questo avviso, anche perchè li odio!
Volevo solo dire ufficialmente che questa storia per il momento è sospesa.
Mi dispiace da morire, ma proprio non riesco a scrivere il prossimo capitolo... sono estremamente bloccata!
Spero l'ispirazione torni presto.
Un Bacio.
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