E
così fu...
“Uomo
in mare!”, “Uomo in mare!” , qualcuno
gridava e la gente si
accalcava sulla riva per vedere cosa stava succedendo. Tra questi,
una ragazza che si apprestava a tuffarsi. Buttatasi, nuotava
velocemente verso la macchiolina nera che si dimenava nell'acqua
salata. Ormai si vedeva solo la mano emergere dall'acqua scura, lei
era quasi arrivata, quando anche la mano scomparve nei flutti.
Lì
vicino galleggiava una tavola da surf nera, che si confondeva con
l'acqua; lei si immerse e afferrò il braccio che si
dimenava,
tirandolo verso l'alto con molta fatica. Appena a galla notò
che era
un ragazzo e che stava sicuramente per soffocare così
cominciò a
nuotare verso la riva gremita di gente. Appena sulla spiaggia un
sacco di mani cominciarono a tirarla tanto che perse di vista colui
che aveva salvato. Tra gli urli e gli strepiti le era parso di
sentire un: “E' vivo!”, che l'aveva rincuorata
oltre ogni dire.
Circa cinque minuti dopo, essendosi ripresa dalla fatica, si mise
alla ricerca del misterioso surfista, mentre qualcuno recuperava la
nera tavola. Mise presto fine alla ricerca, perché si
imbatté in
lui, che, a sua volta, la cercava. Era abbastanza alto aveva una
corporatura robusta, i muscoli scolpiti e l'abbronzatura, di lui si
notavano subito i suoi occhi neri come la pece. All'inizio quello
sguardo carico di mistero le fece un po' paura, poi quando lui
parlò,
la paura svanì. Aveva una voce bellissima, profonda e
sensuale che
ti faceva sprofondare nel mondo dei sogni.
“Hey!...
Ci sei!? Sei tu quella che mi ha salvato vero?... Mi
rispondi?!”
Ma
stava parlando con me?... Oddio si! “Ehm... Si... Ciao! Come
va?”
“Bene...
Grazie dell'aiuto... Ciao!”
“Scusa
prima avevo la testa fra le nuvole... Comunque prego... Hey! No!
Aspetta!...”
“Che
vuoi?”
“Volevo
solo chiederti come ti chiami... Scusa se ho offeso il tuo 'reale
orologio'!”
“Su
dai non metterti sulla difensiva... Mi dispiace!... Comunque mi
chiamo Jake... Piacere di conoscerti!”
“Il
piacere è tutto tuo... e io non sto sulla difensiva!
Addio!!”
“Ok...
perdonami non volevo offenderti... non te ne andare, non so ancora il
tuo nome!!”
“C-I-A-O”
Uffa! Ma perché lo avevo salvato, sarebbe stato un
rompiscatole in
meno sulla terra... Però che gran figo! Forse non avevo
fatto tanto
male...
Intanto
era arrivata alla sua stanza, la numero 369, era appena entrata e
stava per chiudere la porta, quando si sentì afferrare per
un
braccio. Era lui. La spinse dentro la stanza e chiuse in fretta la
porta, lei cercò di divincolarsi ma lui la strinse
più forte e la
attirò verso il suo corpo caldo.
“Hey
piccola ti avevo detto di non scappare!”
Sentivo
il suo fiato sul collo, cercai di allontanarmi per non cadere nella
sua trappola, ma lui mi stringeva sempre di più verso il suo
corpo;
speravo insistentemente di non cedere, ma sapevo che non ce
l’avrei
fatta. “Lasciami dai! Non ti ho fatto nulla, me ne sono solo
andata, perché avevo da fare!”
“Si…
Certo… E io sono stupido, che non capisco che ti sei
offesa…
Comunque, se vuoi, saprei come farmi perdonare…”
O
cavolo e ora che faccio! Sono in trappola!
“No...
Guarda... Ti sbagli... Non è successo nulla, ora ti prego
vattene!”
Sempre più vicina, sono totalmente sotto la sua influenza.
“Dai
piccola non ti faccio nulla!”
“HO
DETTO ESCI DA QUESTA STANZA!!SUBITO!!”
“Ok...
Ok... Me ne vado, ma tu calmati!” Lui uscì dalla
stanza e lei si
stese esausta sul candido letto a baldacchino, pensando che non
sarebbe andata a cena, quella sera.
Qualcuno
bussò alla porta...
“Chi
è?”
“Sono
io Anne” Dalla porta provenne una voce vivace.
“Ciao!!”Disse
aprendo la porta.
Che
bello vederla, arriva sempre al momento giusto: “Sono
contenta che
tu sia arrivata! E' andato bene il viaggio?”
“Mah,
si, è stato noioso. Anche se ho incontrato uno sull'aereo
che non
era per niente male! E pensa mi ha pure rivolto la parola!! Comunque
a te come va, Keira?”
“Mmm...
Normale” Le racconterò dopo tutto ora non mi va
proprio.
“Beh,
che fai? Non mi dici cosa è successo?? Dai su
racconta!!”
“Ne
possiamo parlare dopo a cena?” Ok, mi tocca andare a cena e
vederlo
ancora. Aspetta ma magari non sta in questo albergo! Speriamo...
“Va
bene ma non pensare di sfuggirmi ancora per molto, la cena e tra 30
minuti e ti devi ancora vestire... Anzi ci penso io a prepararti che
tu non ne sei capace!”
Povera
me, mi sarebbe toccato come minimo uno di quei vestitini da sera
scomodissimi!! “No! Ti prego! Non ho fatto nulla di male,
risparmiami la tortura”
Ma
l'altra ragazza non la ascoltò affatto e si diresse con
passo
deciso verso l'armadio della stanzetta. Dopo una rapida, anzi
rapidissima, occhiata al contenuto di esso fece una faccia delusa e
andò verso il suo valigione arancione acceso, che poteva
fare
invidia ad una modella per la quantità di vestiti che vi
erano
dentro. Dopo una lunga frugata estrasse un vestito color ciliegia
senza maniche, con lo scollo a V e una grossa spaccatura sexy sulla
schiena; dietro al vestito uscirono dalla valigia delle scarpe nere
con il tacco 10 e ed uno scialle dello stesso colore. Per completare
il tutto c'erano degli orecchini con le ciliegie ed una borsetta
nera.
“NON
PENSERAI CHE IO MI METTA QUELLA ROBA VERO???!!!”
“
Oh
si ciccia, fatti subito una doccia che ti devo anche sistemare i
capelli e il viso! Sono sicura che sta sera faremo nuove
conoscenze...”
“E
sia! Ma è l'ultima volta che te la do vinta!!” E
intanto pensava a
lui, anche se non ne era consapevole del tutto. Mentre la sua amica
Anne pensava al ragazzo dell'aereo, sperando che alloggiasse in
quell'hotel.
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