Mente e cuore

di Medy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Ben tornata a casa ***
Capitolo 2: *** 2. Qualcosa è cambiato!?.... O no!? ***
Capitolo 3: *** 3. Il tentativo di Malfoy ***
Capitolo 4: *** 4. Convinzioni che cambiano ***
Capitolo 5: *** 5. Perdersi tra le fiamme ***
Capitolo 6: *** 6. Frammenti di cuore, dispersi qua e là..... ***
Capitolo 7: *** 7. Baciami ancora... ***
Capitolo 8: *** 8. Paura di amare ***
Capitolo 9: *** 9. Tutto alla luce del sole ***
Capitolo 10: *** 10. Differenti tradizioni...Differenti Mondi..Differenti io e te.... ***
Capitolo 11: *** 11. Amare verità ***
Capitolo 12: *** 12.Dimenticare ciò che sei stato...ricordare chi c'è sempre stato... ***
Capitolo 13: *** 13. Spezza le catene, e renditi libero... ***
Capitolo 14: *** 14. Dover dire Addio.... ***
Capitolo 15: *** 15.Dividersi.... ***
Capitolo 16: *** 16. Il tempo che passa... L'amore che resta ***



Capitolo 1
*** 1. Ben tornata a casa ***


Un caldo sole entrò dalla finestra, riuscendo a illuminare la stanza che era circondata dal silenzio mattutino. Quel piccolo raggio di sole, che racchiudeva in  se una gran forza, destò dal sonno la giovane Grifondoro che beatamente dormiva nel suo letto a baldacchino. Lei aprì gli occhi e mise ben a fuoco la stanza che la circondava. Un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto. Era a casa, finalmente. Era ritornata nel suo regno, nella sua dimora, nel luogo dove davvero poteva sentirsi se stessa: Hogwarts. Li dove tutto era iniziato, e dove, purtroppo, quello sarebbe stato l ‘ultimo suo anno, prima di abbandonarla e intraprendere la via che per sette anni le avevano indirizzato. Il suo ultimo anno era giunto, ed Hermione era decisa a non lasciare quel posto uscendo di scena in punta di piedi, ma avrebbe voluto far parlare di sé per altri secoli, anche se in parte ci era riuscita. Sarebbe stata ricordata non solo come l’amica so-tutto-io del bambino sopravvissuto ma anche come la miglior alunna che Hogwartz non vedeva dai tempi di Colui-che-non-può-essere-nominato. In fondo, la sua gloria l’aveva raggiunta, il suo mito si stava già plasmando. Ma lei era decisa  a fare di più.
Si stiracchiò per bene, e con un balzo pigro, sgusciò fuori dal letto. Le sue coinquiline, Lavanda e Calì dormivano ancora, e non davano segno di volersi svegliare. Con loro aveva solo condiviso il dormitorio per sette anni , ma nulla era nato , nemmeno una scintilla era scattata e aveva fatto nascere un’amcizia, nulla ma ad Hermione non le era mai importato sul serio,perché lei era legata solo a tre persone, i suoi adorati amici, che non avrebbe diviso con nessuno: Harry James Potter, o meglio, colui che è sopravvissuto, Ronald Bilius  Weasley, conosciuto semplicemente come Ron, e Ginevra Molly Weasley, cioè Ginny, l unica vera amica che aveva  e con la quale condivideva ogni cosa. La sera precedente avevano assistito con entusiasmo all smistamento dei nuovi alunni, e come sempre avevano parlato fino tarda notte nella sala comune , al solito posto accanto al camino. Era tutto tornato come prima, o meglio, era tornato tutto perfettamente come prima . Nessuna minaccia incombeva nel mondo magico,e loro erano felici alunni in attesa di iniziare il nuovo anno con entusiasmo.

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Capitolo 2
*** 2. Qualcosa è cambiato!?.... O no!? ***


“ Ti prego Herm, lasciami dare un’occhiatina… “ . Ron , il solito Ron. Non erano nemmeno iniziate le lezioni che già chiedeva aiuto piagnucolando. Hermione si voltò bruscamente, e cercando di essere più dura possibile, si rifiutò per la trentesima volta. 
“ Ronald Weasley hai avuto un ‘ intera estate. Quindi sono problemi tuoi”. 
“ Anche Harry, ma comunque sta copiando, cosa ti costa,  dai.. ti cedo la mia crostata. Ti prego, ti prego” .  “noooo… punto… non voglio nulla, e poi Harry non ha potuto, lo sai gli zii come sono” . Harry e Ron si guardarono e strozzarono una risata , Hermione li squadrò e socchiudendo gli occhi si rivolse ad Harry, che era ritornato chino sulla sua pergamena
“ Potter, dove ha trascorso le vacanze estive?”, aveva assunto il tono della professoressa Mcgranith, e Harry, senza alzare lo sguardo le rispose : “ io!?.... a casa degli zii… un vero inferno!” . Le bugie non erano il suo forte , e Hermione lo sapeva, infatti notò il tono incerto. Si alzò dalla panca , e si mise alle spalle di Harry, intanto Ron soghignava divertito. “Non ti hanno insegnato a non dire bugie!?” “ No, sono orfano… “ rispose lui guardando Ron  rivolgendogli un sorriso beffardo. Ad Harry piaceva scherzare su questo particolare,  non lo faceva pesare agli amici, perché non né faceva un arma di compianto. Con lui si poteva parlare liberamente di tutto e si poteva scherzare su tutto. “HARRY!!! “ Hermione gli sfilò le sue pergamene e in un attimo le rotolò e le mise nella borsa. “ Siete degli stronzi! “ 
“Dai Hermy…. Ci siamo allenati tutta l ‘estate . E non abbiamo avuto tempo per i compiti! Potresti metterti nei nostri panni! “ Harry continuava a sorridere beffardo e Ron lo seguiva a ruota. Hermione li squadrò ad entrambi e il suo viso mutò. Non riusciva a tenergli il muso, li voleva troppo bene, e come ogni “donna innamorata” cedette ai due suoi uomini. Riprese le pergamene  e gliela tese . “Questa volta chiuderò un occhio, ma da domani… si studia” . “ Si signor si, certamente!!” . Ron era raggiante di gioia e strappandole letteralmente le pergamene tra le mani, iniziò a scarabocchiare la sua. 
 
 
 
 
Le lezioni iniziarono, e per i Grifondoro non iniziarono nel miglior dei modi. La prima lezione che si sarebbe tenuta quella giornata sarebbe stata “Difese contro le arti Oscure “. Piton, l’acerrimo nemico di Harry ,e tanto per non peggiorare la cosa, l’aula sarebbe stata divisa con i Serpeverde. Il che voleva dire , frecciatine , insulti e sottrazione dei punti per tutte le due ore. Hermione già si preparava agli insulti che sarebbero volati verso la sua direzione e già era pronta a non farci caso. Il trio e gli altri Grifoni arrivarono all’ aula prima di tutti, proprio per evitare qualche replica da parte del Professor Piton. La campanella suonò e non si vedeva ombra né dei serpeverde né del professore. 
“Ragazzi sicuri che la lezione si svolge qui!?” domandò un Nevil nervoso, aveva il terrore di Piton, e lo aveva dimostrato non solo al terzo anno, ma lo dimostrava ogni volta che doveva confrontarsi con lui. 
“ Si tonto! Forse Piton è malato e i Serpeverde lo sapevano che la lezione era saltata” Sperò Ron, già intento a sostituire l’umido dei sotterranei con il sole di settembre che riscaldava il cortile della scuola . Hermione invece aveva un brutto presentimento che si rivelò non essere solo un presentimento. Si avvicinò all' enorme porta di legno e l’aprì rivelando cioè che aveva presagito. I serpeverde erano accomodati beatamente sui loro sgabelli e Piton era intento a spiegare la lezione. Non appena la porta si  spalancò un ghigno si dipinse sul volto del professore e con la sua voce viscida si rivolse alla classe 
“ I Grifondoro hanno deciso che la mia lezione era troppo antiquata e hanno decisa di non seguirla…. Bravi, dieci punti in meno a testa, per la vostra mancanza di rispetto” . I Serpeverde risero di gusto di fronte a quella scena, mentre i Grifoni rimasero imbambolati , e senza dire altro si accomodarono silenziosamente nei posti vuoti. Ron borbottò qualcosa che Hermione non ascoltò nemmeno, perché notò qualcosa che le parve più strano del gesto di Piton. Draco Malfoy sedeva scocciato in uno dei posti un po’ più in là rispetto a quello occupato dal trio delle meraviglie, e non aveva partecipato alla presa in giro dei Grifoni, anzi era rimasto impassibile. Hermione lo scrutò allungo e solo quando lo stesso Malfoy si voltò e le rivolse uno sguardo di disprezzo, il solito, Hermione si ricredette su ciò che aveva pensato per quell’ attimo.  Un cambiamento di quella serpe, ma ciò non poteva essere, era sempre Draco Malfoy, e lui certo non sarebbe mai cambiato . 

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Capitolo 3
*** 3. Il tentativo di Malfoy ***


La prima settimana ad Hogwarts procedette tranquillamente, nessun evento aveva rivoluzionato le vicende del trio o di qualunque altro alunno. Erano iniziati finalmente gli allenamenti di Quiddicht, e Hermione poteva dedicarsi pienamente al suo studio senza essere interrotta dai continui piagnistei di Ron, più occupato a lamentarsi con Harry che costringeva la squadra a duri allenamenti, perché deciso a vincere il campionato, così avrebbe lasciato la scuola con gloria. “ Se non ti decidi rimpiangerai per sempre di non averlo fatto. Ti piace e si nota, perché non confessarglielo”. Venerdi pomeriggio, ed Hermione e Ginny sedevano sugli spalti, perché quest’ultima l’aveva trascinata con se ad assistere agli allenamenti . Da sempre la piccola di casa Weasley aveva una cotta tremenda per Harry Potter, e mai aveva avuto il coraggio di confessarglielo. “Hermione… non posso, per svariati motivi. È il miglior amico di Ron, e ho paura di intaccare la loro amicizia, è sempre circondato da gallinacce che gli fanno la corte e non credo che può considerarmi come lo considero io.”. Ginny in parte aveva ragione, da sempre Harry era circondato dalle ragazze più in vista della scuola, e questo, insieme alla gelosia del fratello Ron, portava Ginny a essere insicura e a non farsi avanti. Hermione sapeva inoltre che entrambi nutrivano quel sentimento, ma entrambi non si facevano avanti per gli stesso motivi ed Hermione non poteva certo mettersi tra i due, perché sapeva che prima o poi uno dei due avrebbe ceduto e si sarebbero ritrovati. Se il destino li aveva scelti, era questione di poco. “Se pensi queste cose io non posso aggiungere altro, ma ti dico che le gallinacce ad Harry non interessano, e per quanto riguarda Ron, dovrà farsene una ragione, anche tu hai un cuore e anche tu un giorno dovrai fidanzarti, non necessariamente con Harry, ma prima o poi troverai qualcuno e quando accadrà Ron dovrà solo essere felice per te”, Hermione voleva bene a Ron ma a volte ammetteva che il suo carattere era odioso, e non voleva vedere l’amica soffrire in quel modo, d’altronde quando si poteva anche evitare qulla sofferenza. “ Sai sempre come farmi star bene, grazie!” Ginny l’abracciò forte, nonostante fosse una ragazza che come unico obbiettivo aveva solo lo studio, quando si trattava di dar consigli era sempre la migliore, infatti lei ascoltava solo Hermione perché era sicura che tutto ciò che ella diceva lo diceva perché davvero lo pensava e non per assecondare le persone. “Io però devo andare, già ho perso troppo tempo. Devo ancora finire il compito per la Mcgranitt. Ci vediamo in sala grande” E scoccando un bacio veloce all’amica si incamminò verso la scuola. Aveva una gran voglia di rinchiudersi nel silenzio della biblioteca, il compito per la Mcgranith non le avrebbe occupato gran tempo, quindi non appena entrò nel suo tempio , si sedette al suo solito banco accanto alla finestra, e prese una guida di Pozioni, aveva voglia di leggere qualcosa, anche se tutti i libri che c’erano già erano stati letti da lei, ma nonostante questo amava rileggerli nuovamente, perché era come se li leggesse per la prima volta, l’entusiasmo e la curiosità per la lettura erano sempre gli stessi, attivi e vivaci. Era Venerdi pomeriggio e non c’era quasi nessuno, oltre ad un paio di ragazzini del primo anno, alle prese con le prime difficoltà. Hermione si perse completamente nella lettura, tanto da non accorgersi della figura che si sedette accanto a lei. Ci volle un po’ prima che la Grifondoro alzasse lo sguardo per incrociare colui che non avrebbe mai creduto di poter incontrare, Malfoy. Anche lui era intento a leggere un libro. Hermione lo scrutò per un po’. Doveva ammettere che nel tempo il Serpeverde era mutato. Non era più il bambino conosciuto sette anni prima, ora al suo posto c’era un uomo, alto, snello, il viso era fiero, gli occhi di un color tempesta avevano un alone di mistero che incuriosivano molte ragazze della scuola, anzi, tutte. Nessuna era mai riuscita a non cedere al rampollo di casa Malfoy, tutte erano cadute nella sua ragnatela. I capelli , una volta di un biondo platino, erano diventati color cenere, e non portati più all’indietro, pomatati, ma ribelli, come anche lui. Hermione doveva ammettere che anche Malfoy poteva essere classificato tra i più belli della scuola, anzi, forse era tra i primi. Ma comunque restava il fatto che lui era troppo bastardo e la bellezza non bastava a non farglielo ricordare. “ Mezzosangue,smettila di guardarmi che puoi consumarmi”. La voce di Malfoy la fece ritornare in sé. Nonostante non avesse alzato lo sguardo dal libro , aveva sentito su di sé lo sguardo della grifondoro. Hermione arrossì . “ è strano che ti sia seduto accanto a me. Cos’è , vuoi mischiarti tra la plebe!?” , nonostante la brutta figura, Hermione non voleva farsi zittire da lui, non ci era mai riuscito e nemmeno adesso lo avrebbe fatto. Malfoy ghignò beffardo, e distogliendo la sua attenzione dal libro, si rivolse Ad Hermione “ Non credo che potrebbe accadere. Dovresti essere onorata invece di lamentarti. Un privilegio del genere non lo concedo nemmeno alle mie amanti”. Sembrava divertito e non infastidito o arrabbiato, e questo insospettì molto Hermione. Da quando Draco Malfoy sedeva dove sedeva lei? Da quando Draco Malfoy le rivolgeva la parola senza sputare veleno? Da quando Draco Malfoy le parlava con voce calda e la guardava come la stava guardando in quel momento? O era una sua impressione o Draco Malfoy stava adottando le sue carte da seduttore bastardo. “Lo terrò a mente. Grazie per l’informazione”. Hermione diede una risposta secca, non voleva dar agio a quella serpe di aggiungere altro e metterla maggiormente in imbarazzo. Si concentrò di nuovo sulla sua lettura e cercò di non dar conto che Malfoy sedeva di fronte a lei, e per di più sembrava molto divertito. Passarono qualche minuto in silenzio, ma Hermione sentiva una tensione, e quindi decise di parlare chiaro. “Ascolta Malfoy, non so perché tu ti trovi qui, ma non credo che sia qualcosa di buono” “Non credo che siano affari tuoi” le rispose Malfoy. “Invece si, perché si da il caso che tu, fin dal primo giorno che ci siamo incontrati, non hai mai voluto aver a che fare con me che sono una Mezzosangue, e adesso, ti siedi di fronte a me, e mi rivolgi la parola!?” “Io non ti rivolgo la parola , anzi sei tu che lo stai facendo, e per di più non vedo il motivo per cui io devo rinunciare a sedermi dove voglio. Se ti sembra tanto strano alzati e va a sederti da qualche altra parte”. Hermione stava per innervosirsi davvero, quelle risposte le davano sui nervi. Malfoy la stava invitando ad andarsene , a rinunciare al suo posto. Hermione era decisa a vincere e a non dover rinunciare a nulla. “ Non sarà certo io a rinunciare al mio posto, vai tu a cercarti un altro posto”. Malfoy le rivolse lo sguardo e scoppiò a ridere. “ Cazzo Granger, sei dura eh tu? Il problema lo stai creando. Continua a leggere e non rompermi le palle”. Hermione rimase senza parole, gli rivolse l’ultimo sguardo infuriato e senza aggiungere altro iniziò il suo compito per la Mcgranitt e lasciò perdere quel lungo battibecco che se anche fosse continuato non avrebbe avuto fine. Rimasero allungo ad ignorarsi, ognuno affaccendato nelle sue cose, poi a rompere il silenzio fu Malfoy. “ Mezzosangue, ma ami stare da sola in questa biblioteca ammuffita?” . Hermione alzò lo sguardo incredula. “Da quando ti interessa cosa amo e cosa non amo?” Chiese lei, in parte anche divertita. Malfoy chele chiedeva qualcosa. Qualcosa di diverso allora c’era, e quella volta nella sala di Difese Contro le Arti Oscure non era stata solo una sua impressione. “Da quando vedo che stai sempre da sola, e non esci con nessuno, vorresti mica restare zitella tutta la vita?” “Questi sono affari miei, e poi io non esco con il primo che capita, deve avere qualcosa che gli altri non hanno, qualcosa di diverso. Qualcosa che devo ancora trovare in questa scuola”. Rispose lei, anche se non vedeva la necessità di dare tutte queste spiegazioni ad uno che per anni l’aveva solo disprezzata e martorizzata. “Uno come Krum insomma” Aggiunse lui con stampato in volto quel suo ghigno malefico, perché sapeva di aver toccato un punto sensibile. Hermione rimase scioccata. Cosa sapeva lui di Viktor. La loro era stata una relazione breve , ma nonostante ciò aveva lasciato in Hermione qualcosa. Lui che le aveva chiesto di andare a finire gli studi a Durmestrang , e lei che aveva rifiutato. Lui che continuava a mandarle lettere dicendo che non l’aveva mai dimenticata e lei che continuava a voler rimanere amici, perché nonostante provasse qualcosa di veramente profondo per quel ragazzo, aveva paura che quel qualcosa avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di più e avrebbe potuto intaccare il suo futuro. “Non sono affari tuoi Malfoy. Piuttosto , perché tu, invece di andare da un letto all’altro, non trovi qualcuna che ti accetti per quel mostro che sei e insieme non dividete il bel gruzzoletto che il tuo papino ti ha lasciato?”. Hermione si stava davvero infuriando, e questo a Malfoy piaceva. “ Perché qui non c’è nessuna degna. Tutte frivole, interessate solo al mio cognome piuttosto che al mostro che sono…quindi io le prometto un mondo, in cambio di una notte…. Lo vuoi il mondo Granger?” . Quella proposta improvvisa immobilizzò Hermione dall’imbarazzo, d'altronde Malfoy si era avvicinata a lei rompendo la barriera che da anni si era creata tra di loro. “ Mostra la tua vera natura. Non nasconderti dietro i vestiti della Vergine intoccabile. Io posso catapultarti in un mondo tanto dolce da non poter più farne a meno…”. La sua voce era calda, e tremendamente sensuale. Le accarezzò il viso e le passò le mani tra i ricci ribelli. Hermione rimaneva immobile, un po’ per l’imbarazzo e un po’ perché non sapeva cosa pensare. Cosa aveva in mente Malfoy? Perché si comportava così. Ma poi la vecchia Granger, quella che non si fa abbindolare dalle parole , soprattutto pronunciate da un Malfoy, prese il sopravvento e con uno scatto si alzò, vincolandosi dalla morsa di quel serpente velenoso. “ La proposta non mi interessa. Mi farei ammazzare piuttosto che trascorrere un solo minuto in tua compagnia. Ci credo che non trovi nessuno che ti ami. Non hai un cuore e sei solo un bastardo e cosi vivrai, solo e morirai solo.” . E con queste ultime parole decise che rimanere lì avrebbe peggiorato solo la situazione. Prese le sue cose, e senza aggiungere altro uscì di scena, inconsapevole che aveva creato una reazione a catena che si sarebbe interrotta sola quando Malfoy lo avrebbe deciso.

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Capitolo 4
*** 4. Convinzioni che cambiano ***


“Malfoy… Malfoy….MALFOY” la voce di Blaise Zabini raggiunse Malfoy, che fu destato dal suo dolce sonno. Aprì gli occhi e si ritrovò il viso del compagno di stanza a pochi centimetri dal suo. “Cazzo Zabini, hai intenzione di baciarmi” Disse il rampollo gettando una mano sul viso dell’amico facendolo scostare. “Non sei il mio tipo… quindi non hai speranze con me” Rispose il moro sorridendo. Blaise Zabini ormai era abituato al caratteraccio dell’amico, lo accettava, perché i migliori amici fanno così, accettano i difetti piuttosto che i pregi. “Si… Cazzo … che ore sono!?”. Malfoy si alzò a sedere nel suo bel letto a baldacchino, aveva un gran mal di testa, causa della notte prima, passata a bere wisky incendiario con l’intera squadra di Quidditch. “ È quasi ora di pranzo. Ho detto a Piton di trovarti una scusa per giustificarti con gli altri Professori. “ Malfoy scrutò l’amico , poi senza dir altro si alzò dal letto e corse al bagno, una bella doccia lo avrebbe aiutato. “Non so che intenzioni hai Malfoy, ma Piton pensa che potresti giocarti l’anno se continui cosi. è iniziata da poco l’anno e già ti stai cacciando in guai seri. Rischi di rovinarti la media, di giocarti il ruolo di capitano e prefetto” . L e parole di Blaise arrivarono alle orecchie di Malfoy, ma non furono prese in considerazione. Quell’anno era iniziato come sempre, ma il serpeverde non aveva buone intenzioni. La sua fama di Rampollo sarebbe rimasta intoccabile, come la sua fama di amante perfetto e dannato, ma questo non avrebbe aiutato né i suoi voti e né i suoi ruoli di prefetto e capitano. Ma questo non importava a Malfoy che sembrava più impegnato a mettersi nei guai piuttosto che tirarsene fuori, l’amico di stanza ogni giorno gli ricordava che ormai le cazzate dovevano lasciarle ai novellini, e loro, invece , dovevano essere esempi per l’intera scuola, e non visti come bulli o teppisti, ma Malfoy amava essere ribelle, cosa che mandava su tutte le furie il padre, cosa che rendeva la situazione più allettante . Uscì dalla doccia poco dopo, e senza rispondere alle parole dell’amico si avviarono entrambi nella sala grande, pronti a consumare il pranzo. Non appena fecero il loro ingresso, il professor Piton lo raggiunse e lo prese da parte. “Malfoy, cosa hai in mente? Se continui così rischi…” ma non terminò il suo rimprovero perché il giovane Malfoy lo fulminò con lo sguardo “ La morale già me l’ha fatta il signor Zabini, può anche evitarlo. Risparmi il fiato per mio padre.. avrà voglia di ascoltare il suo cagnolino fedele. Ora se può scusarmi ho fame, e vorrei sedermi al tavolo con i miei amici” e senza aggiungere altro si divincolò dalla stretta del Professore che non seppe replicare, o meglio non volle farlo per non peggiorare la cosa. Il serpeverde si allontanò e si accomodò accanto ai suoi amici di sempre che intanto stavano consumando un pranzo sostanzioso. Zabini lo guardava di tanto in tanto. Era preoccupato per l’amico che non faceva capire i perché dei suoi comportamenti. Pensy lo guardava ammirata, da sempre innamorata di lui e da sempre, usata da Malfoy come passatempo nei momenti di noia, come ad esempio la sera precedente. Lei sperava che avrebbe accennato alla notte di sesso per lui, e amore per lei, trascorsa dopo la grande festa che l’intera squadra di Quidditch aveva partecipato, ma lui non le rivolse un solo sguardo, in parte anche perché non ricordava nulla, tanto meno con chi aveva dormito la sera prima. Il mal di testa e il gran senso di vomito, causati dalla sbornia, non gli fecero toccare cibo. Giocherellava con il suo timballo, senza proferire parola. Poi alzò lo sguardo e lo rivolse verso il tavolo dei Grifondoro, puntando il punto dove sedevano il solito trio. La Mezzosangue stava facendo la ramanzina a Lenticchia. E sfreggiato ridacchiava con la piccola Weasley. Il giorno prima ci aveva provato con la mezzosangue, solo per il gusto di farlo, e non per altro. L’aveva incontrata in biblioteca per caso, e aveva trovato divertente provocarla. Sorrise all’idea di loro due. Avrebbe causato scalpore in tutta Hogwarts e avrebbe fatto adirare il padre. L’unico erede di casa Malfoy con una mezzosangue? Avrebbe preferito altro ma non questo, avrebbe cambiato il testamento, esiliandolo per sempre da Malfoy Manor. Ma lui non era interessato a quella ragazzina, sempre china sui libri, senza nessun interesse verso le bellezze della vita. Sempre in disordine e mai curata bene. Con il fisico smilzo, senza le curve al posto giusto. Non solo era Mezzosangue, ma non ricopriva i canoni del Rampollo. Eppure rimase a fissarla per troppo tempo, tanto da far notare all’amico Zabini qualcosa che non andava. “ Non dirmi che sei innamorato della Mezzosangue!?” gli domandò lui divertito. In fondo era una domanda retorica, perché sapeva che Malfoy non solo non si sarebbe mai innamorato, ma per di più di una mezzosangue. “ Cosa impossibile. Però ieri ci ho provato” Rispose lui con nochalance, come se la cosa potesse essere vista come qualcosa di quotidiano. Blaise guardò l’amico stupito, e scoppiò in una fragorosa risata. “No, aspetta… spiegati meglio. Ci hai provato con la Granger?.... sei impazzito Malfoy. Qualcosa ti sta mangiando il cervello”. Aveva le lacrime agli occhi, non poteva pensare che il suo amico, che odiava non solo i Grifondoro solo perché appartenevano a quella casa, ma odiava soprattutto i Mezzosangue , visti come impostori, aveva tentato di sedurre una di loro, per di più la migliore amica del suo acerrimo nemico San Potter. Malfoy sorrise beffardo. “ Ogni tanto cambiare può farmi bene” rispose lui divertito. “Ok…. Ridammi il mio amico. Malfoy ritorna in te! È una mezzosangue e per di più Grifondoro! Se vuoi cambiare hai un’intera scuola che ti cade ai piedi” Zabini iniziava a preoccuparsi sul serio. Quando Malfoy si metteva in testa una cosa, era difficile che cambiasse idea. “ Le solite gallinacce interessate ai miei galeoni, piuttosto che…” si fermò, ricordando quello che aveva detto il giorno prima alla stessa Hermione. Da quando gli interessava piacere a qualcuna? Lui amava essere così, superficiale, bastardo e senza cuore. Lui un cuore non lo aveva e gli andava bene così. Poi rivolse nuovamente lo sguardo verso il tavolo dei Grifondoro e per un attimo non era poi tanto sicuro delle sue idee.

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Capitolo 5
*** 5. Perdersi tra le fiamme ***


Settembre lasciò spazio ad Ottobre e con esso arrivò il freddo autunnale. Gli allenamenti di Quidditch arrivarono a stremare i giocatori, che si stavano preparando per il campionato che avrebbe avuto inizio la seconda domenica del mese : Tassorosso contro Serpeverde. I Grifondoro avrebbero dovuto aspettare prima di confrontarsi con i Corvonero, che come loro, si stavano preparando al meglio. “ Spero che in finale incontriamo quelle serpi Bastarde” Ringhiò Jimmy Peaches , il battitore della squadra , riunita all’interno della sala grande. Avrebbero assistito alla partita che si sarebbe tenuta da li a qualche minuto, e con loro, anche Hermione e Ginny si erano rfugiati nel calore della sala prima di uscire nel freddo Autunnale. “ Non pensiamo alla finale, pensiamo alla partita che dovremmo affrontare contro i corvonero. Non dobbiamo sottovalutarli. Il nuovo portiere è davvero in gamba, quindi occhi ben aperti e concentrazione al massimo!” Harry era portato nel ruolo del leader, dava conforto ai suoi giocatori e voleva il meglio da loro. Hermione assisteva a quell’entusiasmo annoiata, non riusciva a capire cosa c’era di tanto entusiasmante in un gioco tanto violento. Ma si trovava lì per Ginny che trovava ogni scusa per stare accanto a Harry. “ Andiamo Herm, Ginny” Harry si rivolse alle amiche che , seguite a loro volta dal resto della squadra , si avviarono verso il campo che già era stracolmo. L’intera scuola era in fermento per quella prima partita. A commentarla c’era il piccolo Colin Canon, autorizzato anche nel fotografare ogni azione . Ginny, Harry, Ron ed Hermione si stiparono in una delle tribune più vicine al campo, nonostante fosse il capitano, Harry preferiva assistere alla partita con gli amici più che con la squadra. “Brr… Ho troppo freddo” Ginny tremava, nonostante fosse ben coperta. Harry la prese tra le braccia “Va meglio adesso?” chiese lui guardandola amorevolmente. La rossa arrossì, e gettò il viso, approfittandone di quella situazione , nel caldo pool di Harry. “ Grazie Harry…adesso va molto meglio” rispose lei, che sarebbe stata più che contenta se quel momento fosse stato eterno. Gettò un breve sguardo ad Hermione che assisteva la scena ridendo sotto i baffi. Intanto Ron sembra va non accorgersene, sembrava più attento ad assistere alla partita piuttosto che a quel momento d’amore che tardava a svelarsi. “ Se Harry e Ginny si mettessero insieme.. tu come reagiresti?”. Hermione vide lecito fare una domanda del genere all’amico, che si voltò di scatto e senza mutare sguardo, come era solito fare quando qualcosa non gli andava rispose a quella domanda mantenendo molto la calma, cosa che insospettì molto l’amica: “ Non credere che non me ne sia accorto che quei due si piacciono. Harry è il mio migliore amico, ma non credere che lo terrò a mente se farà soffrire mia sorella. Quindi se è intenzionato a trattarla come Ginny si merita, lo accetto. Ma se non è così. È meglio che Harry inizi a prepararsi la tomba, perché se non è stato capace Tu –sai-chi- a fargli la festa, ci penso io”. Allora entrambi, sia Ron che Harry, sapevano la cotta secolare di Ginny, e quindi Hermione aveva ragione a pensare che Harry provava quello che provava la piccola Weasley. Un enorme sorriso si dipinse sul viso della ragazza, e senza aggiungere altro prese le mani di Ron e le strinse alle sue. La partita era iniziata , e un gran boato di applausi e grida circondò il campo. Il cielo fu occupato da quattordici giocatori che cavalcavano manici di scopa, con divise scintillanti. I serpeverde con i colori verde e argento attraversarono il cielo con grande velocità, e tra di loro, Malfoy spiccò notevolmente con le sue acrobazie che suscitarono grandi approvazioni da parte del pubblico femminile. I tassorosso, invece , con i colori autunnali, dell’arancio e rosso, si limitarono solo di mettersi alle loro posizioni , in attesa di poter dare via alla partita. Malfoy prima di iniziare fece l’ultimo giro del campo, e scoccò uno sguardo in direzione di Hermione che ricambiò lo sguardo, pieno di disprezzo. Lui sorrise e ripartì, ora che aveva smesso di pavoneggiarsi la partita poteva iniziare. “Cosa avrà da guardare quel furetto?” chiese Ron con disprezzo. Hermione si limitò a fare spallucce, non aveva detto a nessuno dei tre dell’incontro con Malfoy nella biblioteca. Non vedeva il motivo per cui doveva informarli di una cosa capitata un mese prima e per di più senza significato. La partita stava proseguendo a vantaggio dei Serpeverde. Avevano una squadra non solo veloce ma anche molto sleale, qualità che caratterizzava molto il Quidditch e penalizzava i giocatori che giocavano pulito. Malfoy volava in attesa di cogliere il boccino, e intanto dava ordini ai suoi giocatori. Hermione lo scrutò a fondo, e lui ricambiava i suoi sguardi. Ma cosa stava prendendo ad entrambi? Non potevano provare interesse. Per sette anni si erano odiati , e adesso, si scambiavano sguardi ammiccanti, o almeno così lei stava interpretando gli sguardi che di tanto in tanto Malfoy le lanciava. La partita finì, con la vittoria delle serpi, non solo per i punti segnati ma anche per la presa spettacolare del boccino di Malfoy dell’ultimo minuto. “ Sono Forti le serpi” Dichiarò amareggiato Ron a fine partita. “Quel Malfoy è migliorato… dobbiamo stare attenti” Commentò Harry con una gran eccitazione. Lui amava le sfide e quella con Malfoy era una sfida continua. Ginny camminava al suo fianco ed Hermione ascoltava gli amici commentare ogni azione della partita appena terminata. Entrarono nella scuola , e si diressero verso la sala comune, quella domenica l’avrebbero passata a non far nulla. Sicuramente Harry e Ron avrebbero giocato a scacchi, e Ginny sarebbe rimasta lì ad assistere . “Ragazzi vi raggiungo dopo….” Disse Hermione frenandosi sulle scale. Non aveva voglia di chiudersi all’interno della sala comune ad ascoltare i soliti discorsi. Li voleva bene, ma a volte doveva ammettere che erano noiosi. “ Dove vai?” domandò Ron “Non so…credo in biblioteca” Disse Hermione, esitando sulla risposta. Ginny la guardò sospettosa, ma non aggiunse nulla. “Va bene…a dopo” disse Harry e insieme ai due Weasley , si incamminò verso la sala comune lasciando Hermione alle sue faccende. ***** “Wouhhhhhh! Malfoy sei sempre il migliore! Le tue azioni…wuaho! Incredibili” Zabini aveva raggiunto l’amico negli spogliatoi della squadra . Gli era balzato addosso e festeggiarono la vittoria cantando e schernendo gli avversari. “ Sono Grandioso lo so… ! ecco perché mi amo” rispose Lui ridendo a crepapelle insieme agli altri componenti della squadra. “ Stasera si festeggia per bene… giusto Draco” Mountuge gli diede una pacca sulla spalla, felice alla sola idea di partecipare ad uno dei festini che Malfoy amava organizzare, con alcolici e ragazze disposte a tutto. “ Certo bestione… stasera festeggeremo tutta la notte! E vi prometto che vi farò divertire”. Urlò lui ottenendo l’adulazione dall’ intera squadra. Dopo una doccia calda, Malfoy insieme all’amico inseparabile si diresse verso il castello. Pronto a dar vita ad una mega festa, che avrebbe fatto parlare la scuola per giorni. “ Per gli alcolici, parlerò io con Gazza. E per le ragazze…” “Zabini, invita tutte quelle che vogliono divertirsi, non m’interessano i nomi, tanto non li ricorderemo domani” Esclamò il Biondo ridendo maliziosamente. “ Allora vado… ci vediamo dopo” E in un attimo Blaise scomparve nei sotterranei. Malfoy rimase lì per qualche secondo, poi senza pensare si incamminò verso la parte opposta. Si addentrò in uno dei corridoi del terzo piano, e non sapendo dove andare, si ritrovò in un corridoio deserto, senza porte, ma solo con enormi finestre che affacciavano verso la foresta proibita. Malfoy si sedette su uno dei davanzali e si accese la sua pipa di mogano pregiato, e ammirando il paesaggio scuro, tormentato dal vento, fumò la sua erbetta magica. Se lo avessero sorpreso sarebbe stato rimandato a casa senza nessuna esitazione. Ma a lui non importava, lui poteva tutto, e anche se lo avrebbero cacciato, la sua famiglia era troppo importante, quindi sarebbero bastati qualche galeone e qualche raccomandazione e in batter d’occhio sarebbe ritornato sulla scena. Improvvisamente Malfoy sentì il rumore di passi che provenivano dalla parte opposta del corridoio, e si dirigevano nella sua direzione. Rimase fermo lì, continuando a fumare, senza preoccuparsi chi fosse . Un gran sorriso di soddisfazione apparve sul suo viso quando i suoi occhi color tempesta incontrarono quelli della Mezzosangue, che non appena lo vide si fermò di botto, e irrigidi lo sguardo che fino a poco era rilassato e pensieroso. “ Mezzosangue, è pericoloso incamminarsi in luoghi isolati, potresti fare brutti incontri” disse lui, aspirando fumo dalla pipa, e gettandolo in direzione della ragazza. “ Furetto, questo vale anche per te.. potresti cacciarti in guai seri. Dove sono i tuoi cagnolini fedeli?” rispose lei a tono. “Li ho lasciati un po’ liberi.. Sicuramente staranno scorrazzando in giro. E il tuo quadretto? Ti hanno lasciata sola?” Chiese lui rivolgendo lo sguardo verso il paesaggio che ora era diventato più scuro. La foresta non si vedeva quasi più, e tra un po’ sarebbe arrivata una tempesta. C’era un forte vento, e il cielo era coperto da nuvole nere. “ I miei amici vanno dove voglio, anche senza di me, non ho bisogno di nascondermi alle loro spalle. Posso affrontare tutto da sola” Rispose lei avvicinandosi al serpeverde e accomodandosi di fronte . Lui la guardò con aria accigliata. “ Non ti ho detto mica di sederti accanto a me” disse lui infastidito “Io non ti ho chiesto mica il permesso” Hermione sorrise all’idea di infastidirlo come lui l’aveva infastidita in biblioteca. “ Dì la verità, hai una gran voglia di quel bacio che non hai avuto in biblioteca e quindi sei venuta a cercarmi… ti ho vista come mi guardavi alla partita” . Lo sguardo che Malfoy le rivolse non faceva presagire nulla di buono. Anzi, era il solito sguardo d’attacco che Malfoy adottava quando aveva in mente qualcosa. Hermione scoppiò a ridere, non sapendo se fosse una risata nervosa, perché quella situazione non le piaceva affatto o solo una risata perché ciò che Malfoy stava blaterando era una vera e proprio stronzata. “ Malfoy, non conoscevo questo tuo lato… sei un vero burlone” . Esclamò la mora mostrando il suo sorriso, che Malfoy considerò piacevole. Diede un ultimo tiro alla sua pipa, e spegnendola la smaterializzò. “Andiamo da un altra parte, questo posto mi annoia” Disse lui facendole accenno di seguirla. Hermione rimase per un attimo immobile lì, seduta, poi non pensandoci troppo seguì quella serpe, inconsapevole di dove l’avrebbe condotta. Ma in quel momento non le importava, era annoiata e quella era una situazione nuova. Malfoy la guardò, e per un attimo non seppe cosa stesse facendo. Si trovava in un corridoio deserto accanto ad una delle persone che odiava di più, una sporca mezzosangue Grifondoro. Ma come aveva detto a Blaise quel giorno in mensa qualche cambiamento poteva fargli bene. Camminarono allungo senza proferire parola, salirono lunghe scale. Hermione lanciava ogni tanto occhiatine al rampollo accanto a lei. Poi lui ruppe quel silenzio fu interrotto proprio da lui che si fermò d’avanti ad un enorme porta posta sull’ultimo scalino dell’enorme rampa di scale. “ Dove siamo?” domandò Hermione più incuriosita che impaurita “Sta zitta ed entra” rispose lui con la sua solita gentilezza che lo caratterizzava. Hermione gli scoccò un occhiataccia e senza dire nulla aprì la porta ed entrò in quella stanza, seguito da Malfoy. La stanza era illuminata da sfere di cristallo che al contatto con una luce che , Hermione non individuò la fonte, crevano dei giochi di luce davvero belli. Un enorme finestra fece scoprire alla grifondoro che si trovavano su una delle torri più alte di Hogwarts, e il cielo, che fino a poco fa era coperto da nuvoloni, da quell’altezza , era limpido mostrando le stelle che lo ricoprivano tutto, dando l’impressione di essere nello spazio. Hermione rimase a bocca aperta,non conosceva quel posto, non aveva mai avuto la fortuna di imbattersi in quella stanza. “ Malfoy ma è… meraviglioso” esclamò lei sorridendo. Non poteva immaginare che uno come Draco Malfoy era entrato in possesso di una stanza tanto bella come quella, e per di più non poteva certo immaginare che l’avrebbe condiviso quella bellezza con lei, dopo tutto ciò che era capitato tra di loro. “ Si?... mhhh” disse lui accomodandosi su una delle poltrone di velluto sparse per la stanza. Forse ci era stato tante di quelle volte che l’emozione non lo pervadeva più, anzi, aveva uno sguardo scocciato. Hermione si voltò verso di lui e incrociando le braccia assunse la sua solita aria sospetta. “Perché?” chiese “Perché cosa?” ripetè lui serioù “perché mi hai portato qui?” “ Bha… Non so, per noia, per altro. Ma da un po’ non mi capisco nemmeno io! Faccio cose così senza pensarci” Rispose lui, rimanendo con la sua aria scocciata. “ Lo avevo notato” Disse lei, voltandosi nuovamente verso lo spettacolo stellare. Malfoy rimase a fissare Hermione per qualche minuto. Mille cose gli frullavano per la testa. Forse l’erba che aveva fumato, forse l’euforia della partita , o forse qualcos’altro, ma ciò che fece, non rientrava nei piani del serpeverde, anzi non aveva mai pensato di fare ciò che stava per fare , ma senza sapere perché , si alzò e raggiunse la ragazza, la prese per i fianchi avvicinandola a sé e la baciò. La baciò con tanta, forse troppa passione , le prese i capelli tra le mani e fece aderire il corpo della ragazza alla parete in modo che i loro corpi potessero aderire maggiormente. Hermione rimase immobile, ma poi rispose a quel bacio, rispose ad un bacio che non avrebbe mai immagginato di ricevere e né di dare, con una delle persone più improbabili della scuola, anzi del mondo . Chiuse gli occhi e si fece trascinare dalle labbra morbide e calde del Rampollo, che continuava a stringerla, e continuava a insistere con quel bacio , che nonostante l’impeto non faceva del male. Lei aveva un dolce profumo, e lui forte deciso. Ghiaccio e fuoco si unirono, si intrecciarono. Tutto quello che stava accadendo in quel momento sembrava surreale. Non poteva essere vero. Poi tutto fu rotto. Hermione si staccò, guardò quegli occhi infernali, che adesso la guardavano con troppa dolcezza. Si toccò le labbra, ancora calde, poi senza dire nulla si divincolò dalla presa della serpe e corse via. Malfoy rimase a guardare il muro rimasto vuoto. Si passò le mani tra i capelli sorridendo. Non era lui . Stava davvero impazzendo. Qualcosa davvero non andava. Perché quel gesto, perché? Non c’era un perché. Aveva avuto solo voglia di provare quelle labbra, di accarezzare quei capelli ribelli,e di perdersi in quegli occhi color ambra che per anni l’avevano guardato con disprezzo e disgusto. Si incamminò per ritornare nella sala comune dei Serpeverde, dove Zabini era intento, insieme ad alcuni ragazzetti del quarto anno, a preparare le cose per quella sera. “Ohi, Malfoy.. Tutto procede alla meglio” disse l’amico appena lo vide entrare “Ho baciato la Granger”disse lui, e lasciando l’amico a bocca aperta si diresse verso le camere dove una doccia calda avrebbe riportato Malfoy alla realtà.

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Capitolo 6
*** 6. Frammenti di cuore, dispersi qua e là..... ***


Hermione entrò nella sala comune dei Grifondoro e ignorando gli amici che sedevano alla solita poltrona accanto al camino, si diresse in camera. Le compagne di camera non c’erano, e questo fu un sollievo. Si sedette sul suo letto, e prendendo Grattastinchi tra le braccia si perse nei pensieri. Non aveva voglia di parlare con gli amici, che sicuramente si sarebbero accorti del suo strano comportamento. Non voleva dare spiegazioni a nessuno. Tantomeno raccontare ciò che era successo poco prima. Malfoy l’aveva baciata, e lei aveva risposto a quel bacio. Era stata coinvolta in qualcosa che sicuramente non avrebbe portato nulla di buono. Cosa le aveva preso? Era forse impazzita? Aveva forse perso di vista il suo obiettivo? Voleva farsi distrarre da uno stupido Rampollo, arrogante e pieno di sé? Aveva lasciato perdere Krum , che le aveva promesso il mondo. Che le aveva promesso di renderla felice, e lei per orgoglio aveva mandato tutto a puttane e adesso, era saltato tutto a causa di Malfoy, Draco Malfoy. Grattastinchi si divincolò dalla sua presa e sgusciò fuori dalla finestra in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Era un gatto davvero strano, da quando lo aveva acquistato sapeva che non era il solito gatto, ma aveva uno spirito libero. Non era legato a nessuno, tanto meno a lei.Ogni notte scappava in cerca di avventure nuove e ogni notte ritornava dalla sua padrona per farsi forza prima di ripartire. Hermione invidiava molto il suo gatto. Sorrise, ritenendosi una stupida , invidiare un gatto… Non era da lei. Ma in quel momento avrebbe preferito fuggire, perché ciò che si stava plasmando nella sua mente non le piaceva. Quello che aveva provato in quella stanza non le andava. Aveva provato qualcosa per qualcuno che non aveva cuore, qualcuno che non avrebbe ricambiato quel che provava lei, che l’avrebbe fatta soffrire . Si sentiva una stupida e lacrime amare le salirono fino a sgorgare come un fiume in piena. Stava piangendo per Malfoy, e questo non le piaceva. Si fiondò con la testa nel cuscino, appena in tempo. Entrò Ginny. Aveva notato quel cambiamento di Hermione non appena era entrata nella sala comune. “Ehi, Herm ma cos’hai?” le chiese l’amica avvicinandosi al letto e sedendosi accanto a lei. “ nulla…sono stanca” mentì Hermione con la voce rotta dal pianto. “ Ma stai piangendo?... perché?” Ginny iniziava a preoccuparsi . Cosa o chi aveva fatto piangere l’amica, e inoltre come avevano potuto! “ Oh, Ginny… sono una stupida!” Esclamò lei, non poteva tenersi tutto dentro, non avrebbe retto. Si voltò verso l’amica e con gli occhi gonfi di lacrime si gettò per abracciarla. Ginny la lasciò piangere senza dire una sola parola. Avrebbe aspettato lei per iniziare a chiederle il motivo del suo umore. Hermione smise di piangere, si asciugò gli occhi e guardò l’amica. “ Racconta…” esclamò la rossa con pasienza . Hermione non sapeva se raccontarle ciò che era successo sarebbe stata la miglior delle cose. Ma forse, se le avrebbe fatto presente la sua confusione lei avrebbe capito, e le avrebbe consigliato bene. Si morse il labbro, era nervosa. “ Sono confusa…” disse lei, Ginny si sistemò per bene sul letto e senza dire nulla continuò ad ascoltare l’amica turbata.
“ Ho fatto una cosa che … non avrei mai voluto fare. Ho sempre pensato che se non potevo stare con Viktor allora non avrei voluto stare con nessuno. Insomma, lui continua a mandarmi lettere dove mi prega di stare con lui, di andare da lui e io continua a rifiutare solo per paura di legarmi ad una persona e buttare il mio futuro… ma stasera…  ho fatto cadere queste mie convinzioni…. Ma con la persona sbagliata” . “ Herm… chi è questa persona e cosa hai fatto?” Ginny stava sul serio iniziando a preoccuparsi. Viktor Krum era il miglior ragazzo che poteva capitarle e lei si ostinava a voler rimanere amici, cosa che mandava Ginny su tutte le furie. Era un ragazzo con tante qualità, con gran successo, interessato a lei come nessuno mai poteva interessarsi e lei, lo aveva mandato via. “ Ginny ti prego non farne parola con nessuno… soprattutto con Harry e Ron… non me lo perdonerebbero mai” Hermione era davvero spaventata e Ginny continuava  a preoccuparsi. “ C’è stato solo un bacio” esclamò Hermione , e Ginny a questa notizia sembrò rilassarsi, ma non appena seppe con chi, cambiò la sua opinione.
 
 
L’indomani Hermione  si svegliò con gli occhi gonfi, e accanto a lei trovò Ginny, che ancora con gli abiti del giorno prima le dormiva accanto. La notte prima avevano parlato di quello che era accaduto tra lei e Malfoy, e Ginny le aveva promesso che non ne avrebbe fatto parola con i due amici.  Non le sarebbe mai stata grata abbastanza. Guardò il sole che filtrava dalla finestra e notò che i letti erano occupati dalle due compagne di stanza. Doveva essere mattina presto , ma lei ormai era già sveglia. Si alzò dal letto cercando di non svegliare la piccola Ginny. Si diresse al bagno e si gettò sotto il getto d’acqua che sgorgava dalla doccia. Quando uscì, Ginny si era svegliata e con un gran sorriso le augurò il buon giorno. Dopo che anche lei fu lavata e aver indossato la divisa si diressero nella sala comune.
“ Harry e Ron dormono ancora, tra un po’ inizia la colazione!” Disse Hermione notando l’assenza degli amici
“Se vuoi, possiamo andare di sopra a svegliarli” propose Ginny. Hermione le sorrise. Ogni scusa era buona per andare dal suo Harry. In quel momento sentì la necessità di ricambiare il favore all’amica della notte prima. Come Ginny aveva aiutato lei, ora sentiva che lei avrebbe aiutato la sua amica.
“ Ginny, devo darti una bella notizia” Disse Hermione , sicura che informandola su ciò che sapeva l’avrebbe resa più che felice.
“ Spero che sia bella, dopo le cose che mi hai detto ieri… ci vuole” Esclamò lei.
“ Ieri , durante la partita ho parlato con tuo fratello Ron, e sono convinta più che mai che devi farti avanti con Harry…”. Ginny la guardò con l’aria di non capire.
“Piaci ad Harry tanto quanto piace a te! Siete destinati a stare insieme! E Ron sarà più che felice!” Esclamò Hermione. Ci volle un po’ prima che Ginny si rendesse conto delle parole dell’amica. La guardò sgranando gli occhi . “Non…cosa…oh…. Ma…. Hermione cosa ne sai?” Era rimasta senza parole, non sapeva cosa dirle o cosa fare. Sicuramente avrebbe guardato Harry con occhi diversi adesso che sapeva che il sentimento era reciproco. Non sapeva se ciò avrebbe dato coraggio alla ragazza o l’avrebbe bloccata maggiormente. “ Ho parlato con Ron, adesso non hai scuse…. Ginny non perdere questa occasione, lo rimpiangerai!” Hermione voleva che l’amica fosse felice,  e sapeva che Harry avrebbe assicurato questa sua felicità. Rimasero a fissarsi per qualche minuto prima di essere interrotte dall’arrivo degli amici, che ancora con il viso gonfio  , scesero le scale a chiocciola e raggiunsero le due ragazze.
 
 
 
 
 
 
 
                                                                        ****
La sala grande pululava di studenti, tutti assonnati e stanchi. Era Lunedì e questo era un dramma, soprattutto per color che avevano trascorso la notte a fare baldoria. Come era accaduto nella sala comune delle serpi. Come promesso Malfoy, o meglio, Zabini, aveva dato via ad una gran festa in onore della vittoria del giorno prima. Avevano bevuto a volontà, grazie all’aiuto del custode erano riusciti ad importare da Hogsmeda il miglior Wisky incendiario. Erba a volontà, e ragazze pronte a divertirsi. Era stata una gran bella festa, tanto da suscitare ancora eccitazione al solo pensarci. Malfoy come sempre sedeva accanto all’amico Zabini, in silenzio, a causa del gran mal di testa che , come ormai da copione, lo accompagnava quasi ogni mattina. Anche lui aveva dato tutto sé stesso in quella festa, anche se non ricordava gran che. Oltre il piccolo particolare che l’aveva preceduta. “ Malfoy sei un vero stronzo!” Una Pensy Parkinson infuriata raggiunse la postazione del rampollo , che ancora frastornato la guardò accigliato. “Buon Giorno a te Pensy” disse lui, sapendo già cosa l’aveva resa cosi furiosa. “ Portarti a letto una delle mie migliori amiche… è meschino anche per te! SERPE BASTARDA CHE NON SEI ALTRO” urlava troppo secondo i gusti di Malfoy, che odiava le scenate del genere, soprattutto da una come quella. La guardò gelandola con il solo sguardo. “ Cazzo vuoi puttanella!? Se fosse stata una tua amica non avrebbe ceduto cosi facilmente !e poi non mi risulta che siano cazzi tuoi con chi voglio scopare o no! “ Pansy rimase ferma lì. Aveva esagerato con le parole , ma non era affar suo, lui così la pensava e aveva voglia di farglielo sapere- Si perché lui , Draco Malfoy, faceva tutto ciò che gli passava per la testa, senza seguire il suo cuore o quello degli altri, senza pensare che ogni sua parola o gesto poteva causare danni ad altri. Lui poteva e voleva tutto, e si prendeva tutto. Gli occhi di Pansy si riempirono di lacrime e senza dire altro scappò via. Malfoy ritornò sulla sua colazione, e rivolgendosi agli amici che avevano assistito alla scena divertiti chiese. “ Con chi sono stato ieri notte?” . Tutti scoppiarono a ridere. Era incredibile che non ricordasse con chi aveva fatto del sesso. Zabini scosse la testa, e mantenendo un sorriso beffardo gli svelò la fortunata della settimana. Era una certa Funny Parker, una del sesto anno, amica di Pansy, della  quale non aveva mai sentito parlare, anche se era da dieci, Malfoy non l’aveva mai notata fino a quella sera. “Dov’è? Voglio vederla” disse lui , sperando che quel dieci valeva davvero un dieci. Zabini indicò una ragazza che sedeva in fondo alla tavola, intenta a parlare con le amiche, sicuramente della notte fortunata che aveva trascorso. Era bella, davvero bella. Lunghi capelli neri circondavano un viso d’angelo, occhi verdi incontrarono quelli tempestosi di Malfoy. Non appena lei si alzò potè notare le gambe lunghe che sorreggevano un corpo da favola. E Malfoy si maledì di aver bevuto troppo, e di non ricordare nulla della notte che avevano trascorso insieme. “ Mi stupisco ogni giorno sempre di più… “ disse lui tra i denti ,mentre ammiraca la ragazza   che con passo sensuale si avvicinò al gruppo. “Ciao” disse non appena li raggiunse “ Ciao” rispose lui alzandosi e prendendole la mano. Sapeva come rimediare , bastava solo utilizzare le sue migliori armi da seduttore. “Spero che ti ricordi di me…” disse la ragazza, inconsapevole della verità. “ Certo, e come potrei dimenticarmi di te… Funny…” Rispose lui baciandole elegantemente la mano e benedendo l'amico . Lei sorrise, mostrando ancora di più la sua bellezza. Come aveva fatto a non accorgersi di lei? Come aveva potuto sfuggirgli? . “ Draco, magari dopo le lezioni, potremmo… riprendere il discorso interrotto ieri…” Disse lei mostrando la sua natura selvaggia. Malfoy mostrò il suo sorriso da gentiluomo e con voce pacata e calda accettò quell’invito goloso. Un ultima occhiatina e poi la pantera si allontanò. Zabini e gli altri rimasero a fissare l’ennesima preda dell’amico. “Cioè sei un mito… “ Mountague guardò l’amico rapito, aduladolo quasi fosse un Dio. Zabini scosse la testa divertito. Ormai era abituato nel vedere Malfoy alle prese con belle ragazze, adottava con tutte la stessa tattica, e tutte ci cascavano. Ormai lui aveva abbandonato il ruolo di cacciatore, lasciando campo libero all’amico. Se ne capitava qualcuna tra le mani, era ok, altrimenti lasciava perdere.
I pensieri di Zabini furono interrotti dall’entrata del gruppo che stava aspettando da tutta la mattina. Quello di San Potter e company. L’amico gli aveva raccontato la vicenda accaduta prima dell' inizio della festa, ed ora era curioso di come si sarebbero comportati entrambi. Aveva il sospetto che l’amico non gli avesse detto in fondo tutta la verità , perché in fondo nemmeno lui la sapeva. La Granger camminava accanto a lenticchia, e come ogni mattina tenevano un battibecco, sicuramente per una cazzata fatta dal Rosso o semplicemente perché La Mezzosangue era troppo pignola. Zabini guardò l’amico, che aveva lo sguardo fisso su di lei. Forse aspettava che come Funny si sarebbe avvicinata al tavolo e si sarebbe congratulata della “Buona prestazione” del biondo, ma non fu così. Anzi, non  rivolse un solo sguardo verso la direzione delle serpi, cosa che, infastidì molto Malfoy. Rimase con lo sguardo fisso al tavolo dei Grifoni. Poi come rassegnato continuò a concentrarsi sul suo succo di zucca. “Ehi amico, non dirmi che …” “ zitto Zabini… non dire nulla” disse lui, e senza aggiungere altro si alzò dal tavolo ed uscì .
 
 
 
 
 
                         
 
 Hermione e Malfoy si incontrarono poco dopo  per la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, ma si ignorarono del tutto. Questo in parte fu un sollievo, ma in parte fu anche una tortura per la Granger, che ogni minuto che trascorreva in quell’aula ripensava a quel bacio e a quanto fosse stato bello e crudele allo stesso modo. Harry notò la sua tensione
“ Herm, va tutto bene?” chiese Harry in un sussurrò. “Certo…” Gli rispose Hermione simulando il miglior dei sorrisi  . “Ti vedo strana , da ieri sera che…” ma non potè continuare , il professor Piton era ritto dinanzi al loro banco. Hermione alzò lo sguardo per incontrare quello del professore ed Harry chiuse gli occhi e imprecò sotto voce. “ Come al solito la mia lezione vi annoia… venti punti in meno, a testa… e un voto in meno alla sua media Signorina Granger, così forse potrà scendere da quel piedistallo che da sola si è inalzata” . Hermione si alzò di scatto e senza pensare alle conseguenze iniziò ad urlare “ No professore, lei non può…” “Invece posso, e se non stai al tuo posto, posso far risultare la tua media identica a quella di Weasley, cosa che non credo che lei voglia” Ringhiò ferocemente il Professore. Hermione si sedette nuovamente e una gran rabbia seguita da delusione e sconforto  presero il sopravvento. La colpa era  tutta di Malfoy, sapeva a cosa andava incontro e quello era un primo segnale.
Solo quell’avvenimento scombussolò Hermione, per il resto, la giornata proseguì bene. Durante le altre lezioni Hermione fece spiccare le sue doti di ottima studentessa,e questo in parte la rassicurò. Terminate le lezioni, come sempre si divise dal suo gruppo, per incamminarsi verso il suo tempio silenzioso, fatto di carta e inchiostro. Ma come se qualcosa ruotasse a suo sfavore, Hermione dovette fare i conti con l’incubo, che ormai non le dava pace. Malfoy proveniva dalla parte opposta, diretto chi sa dove. Hermione avrebbe potuto evitarlo, se le gambe non si fossero paralizzate e il cuore non avrebbe iniziato a palpitare . Malfoy sembrò non accorgersi di lei, ma non appena furono uno di fronte all’altro anche lui si paralizzò. E come se il tempo si fosse fermato rimasero a fissarsi per qualche minuto, intorno a loro il corridoio era stracolmo di studenti che sembrava non accorgersi di loro. Poi Hermione prese la parola, maledicendosi. “ Ciao” disse lei in un filo di voce, Malfoy non rispose ma continuò a fissarla. Hermione non sapeva che dire, si perse nuovamente in quello sguardo magnetico che odiava  e adorava in egual modo, Maledetto Malfoy. maledetto quel bacio e maledetta lei che lo aveva permesso. Aprì  bocca per dire qualcosa ma fu interrotta . “ Non voglio parlare di quello che è successo. Perché per me non è successo niente. Non è mai accaduto e se ti stai tormentando sul perché la risposta è semplice…mi annoiavo e volevo provare qualcosa di diverso… Qualcosa di più diverso di una Mezzosangue non c’è in questa scuola. Non sei niente , non sei mai stata niente e non sarai mai niente. “ Parole forti, crudeli, che fecero impallidire la grifondoro, che non trovò la forza di replicare. Malfoy riprese a camminare, e lasciò Hermione da sola , lì tra la gente, che sembrava non accorgersi di lei. Una lacrima le rigò il viso e in quel momento sentì il cuore infrangersi.

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Capitolo 7
*** 7. Baciami ancora... ***


Dopo quell’incontro che le aveva spezzato il cuore, Hermione ritornò ad essere quella di sempre. Non aveva nessuna intenzione di abbattersi a causa di quel lurido Serpeverde. Per anni lo aveva ignorato, quindi non sarebbe stato difficile farlo anche ora. Anche se la cosa si presentò più complicata di quanto potesse pensare. Purtroppo lo incontrava ovunque, durante le lezioni, durante la colazione, il pranzo e la cena, e anche durante le sue ore libere. Ovunque si girasse  quegli occhi tempestosi incontravano i suoi ed ogni volta lei doveva fingere indifferenza. Ormai si era munita di una maschera di finzione che poteva ingannare gli altri, ma non i suoi amici. Harry aveva notato qualcosa, e con lui anche Ron. Più volte le avevano chiesto cosa c’era che non andava e più volte lei aveva rimandato ogni spiegazione con un sorriso e un semplice “Niente” come risposta. Ma San Potter e Lenticchia non si rassegnavano. Volevano capire e per farlo sarebbero andati fino in fondo. Intanto Ginny fingeva di non saper nulla anche se , avrebbe tanto desiderato spiegare tutto ai due, forse loro avrebbero potuto darle una mano a consolare l’amica, che soffriva molto, ma la sua sofferenza veniva tamponata dal suo grande orgoglio non solo di donna, ma di vera Grifondoro.
Arrivò Halloween, e gli studenti erano pronti a festeggiare con il solito banchetto annuale. Leccornie di ogni genere avrebbero bandito i quattro tavoli delle case. Per i pivelli del primo anno era una vera e propria novità, mentre per gli studenti anziani sarebbe stata l’ennesima festa di Halloween, che ormai da anni procedeva in egual modo. Hermione quella sera non aveva una gran voglia, le lezioni quella giornata erano terminate prima, in modo che gli studenti avrebbero potuto prepararsi per quella sera, e per lei questo era una vera e propria scocciatura. Le lezioni ormai erano diventate l’unica sua distrazione, anche gli amici non bastavano più, anche perché Harry e Ron stavano diventando insistenti sul domandarle cosa c’era che non andava. Cosa che la mandava su tutte le furie. Per tutto il giorno si era rintanata nella sua stanza. Aveva letto qualche libro di troppo e solo quando Calì e Lavanda entrarono , Hermione notò che era arrivata l’ora del banchetto.
“ Non dirmi che metterai la divisa scolastica?” Lavanda squadrò  Hermione con aria di rimprovero, notando con disapprovazione  che la compagna di stanza era rimasta in  divisa. “In verità , non scendo in sala grande” disse lei senza guardarla, rimase con gli occhi incollati al suo libro. Ormai aveva deciso. Non sarebbe andata a quello stupido banchetto. Ormai già sapeva come procedeva, e inoltre, voleva evitare un qualsiasi contatto con quel viso che ormai non la faceva vivere più bene.
“ va bene… fai come vuoi! “ disse Lavanda senza badarci troppo, ritornando a concentrarsi su se stessa. Hermione alzò per un attimo lo sguardo per notare come le due compagne si stavano conciando. Trucco troppo pesante ricopriva il viso delle due giovani Grifondoro, che fino a qualche ora fa era  pallido e dal quale si poteva notare la stanchezza tipica che caratterizzava ogni studente. I capelli, sempre portati legati in elastici anonimi, adesso erano lucidi e scintillanti, e i profumi che si spruzzarono la fecero starnutire. Indossarono i loro mini abiti che marcarono le loro forme . Hermione continuò a guardarle. Questo era quello che piaceva a Malfoy, il trucco pesante, i corpi scolpiti e le gambe scoperte. E lei? Lei non impersonava quello stile. A lei non piaceva mettere in mostra solo la sua fisicità. Lei amava mostrare il suo talento nelle cose, lei metteva passione no nella sua estetica ma in altro. La sua passione la trasmetteva nello studio, nei libri e con gli amici. E forse Malfoy non l’avrebbe mai potuta capire, perché a lui queste cose non importavano. Ecco perché per anni non lo aveva mai considerato, ed ecco perché doveva continuare a farlo. Il suo destino non era lui. E quel bacio doveva dimenticarlo, per lei e per la sua dignità.
La portà si spalancò e una Ginny, preparata al meglio fece il suo ingresso. Hermione l’accolse con un gran sorriso, mentre le altre due, la guardarono con invidia, forse perché lei, con meno di ciò che loro avevano utilizzato le aveva superate e anche di molto.
“No, no, no…ora tu ti prepari e scendi insieme a me , Harry e Ron” Esclamò la rossa prendendo l’amica per le braccia per scollarla dal letto. “No Ginny.. non ho voglia. È il solito banchetto che partecipiamo ogni giorno, solo con dolci e qualche pipistrello che ci vola intorno”. “ Dai Herm… Goditi ogni minima cosa, che è il tuo ultimo anno… l’anno prossimo non farai più queste cose” Ginny era decisa a non arrendersi. Avrebbe trascinato Hermione giù in sala anche con la forza se sarebbe stato necessario. Hermione rimase a fissare l’amica con aria divertita, poi, lasciandosi convincere dai grandi occhi smeraldini della Rossa si alzò dal letto.
“ Però… credo che dovrai aiutarmi…non so che mettere”. Questo era vero e non una scusa per marinare il banchetto. Aveva solo abiti pratici. Ginny aprì il baule stipato ai piedi del letto e cacciò tutto ciò che c’era al suo interno. Oltre i mille libri Ginny riuscì a cacciare solo qualche maglioncino e jeans. Lavanda e Calì assistevano alla scena soghignando divertite. La so tutto io Granger non aveva nessun abito da mettere quella sera, quindi sarebbe dovuta rimanere in camera tutta sola. “ Ok, siamo streghe, quindi nulla è impossibile… ora , vieni con me…sperando che la magia basti”. Ginny prese Hermione per mano e la trascinò nella sua stanza, sperando che con un pizzico di magia, e fortuna, avrebbero rimediato a quel disastro che Hermione aveva creato da sé.
 
 
 
 
 
 
 
“ Ogni anno è sempre la solita stronzata. Questo banchetto è inutile e sciocco” Zabini era ritto d’avanti allo specchio , e ammirava la sua immagine riflessa. Come lui anche Malfoy e Theodor Nott si stavano preparando per la cena di quella sera. Malfoy gironzolava per la stanza ancora in mutande, stava preparando la sua solita pipa. “ non so il perché ti sei rifiutato di dare un’altra festa… avrebbe risvegliato gli animi” Esclamò Tehodore che era alle prese con il suo papillion, lo smoking per gli studenti anziani era d’obbligo, dava un senso di autorità ed eleganza. Dopo Tutto Halloween poteva essere considerato una delle feste più importanti per i maghi e gli altri esseri appartenenti al mondo della magia, e Silente ci teneva molto a sottolineare questa sua importanza. “ Non dobbiamo esagerare, potrebbero beccarci… e poi ricorda che Silente non è un tonto, quel vecchio bastardo ci lascia campo libero, finchè non esageriamo, ma se diamo una festa per ogni minima cazzata…allora si che si incazza” Esclamò Malfoy, che finalmente aveva acceso la sua pipa, e sdraiandosi sul suo bel letto a baldacchino, iniziò ad aspirare la sua buona erba magica, che ogni volta che voleva, si faceva portare direttamente dal suo elfo domestico di fiducia.
“ Passane un po’ qua” disse Zabini, allungando una mano. Anche lui ne aspirò un po’, prima di passarla a Theodore che dopo aver partecipato anche lui la ripassò di nuovo a Malfoy. Poi notando che l’amico tardava a vestirsi il moro si voltò di scatto. “ CAZZO Draco, Muoviti”. “ Dieci minuti e sono tutto tuo” esclamò Malfoy sorridendo, e senza finire la sua pipa si diresse in bagno dove dopo più di dieci minuti uscì con indosso il suo smoking. Si piazzò d’avanti allo specchio e come aveva fatto pochi minuti prima l’amico Blaise, ammirò la sua figura allo specchio. Si passò una mano tra i capelli rendendoli ancora di più ribelli. Ormai aveva lasciato quel suo stile da signorotto che per anni la madre gli aveva costretto a far portare. Era davvero bello, lo doveva ammettere. Mostrò a se stesso il suo sorriso migliore e in un attimo , seguito dai due amici, furono pronti a raggiungere la sala grande, dove avrebbe dato il meglio di sé.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La sala quella sera era davvero stata ornata per bene. Piccoli pipistrelli volteggiavano per la sala, ragnatele finte ornavano ogni angolo della sala,e il cielo era cupo, con qualche stella in cielo che gli donava un po’ di luce. Harry e Ron , insieme a Samues Finnaghan Dean Thomas e Neville Paciok erano rimasti in piedi d’avanti al portone della sala grande, in attesa delle amiche che tardavano ad arrivare. “ Cosa staranno facendo!” esclamò Ron, con lo stomaco che brontolava. In quell’occasione anche lui aveva dovuto indossare uno stupido smokingh, di seconda mano, che non si addiceva proprio al suo stile. “ Sono donne, ricordalo. È Tipico di loro farsi attendere” Puntualizzò Neville, che quella sera aveva davvero uno stile impeccabile. “ Non sono Donne. Sono mia sorella ed Hermione, e loro non tardano mai” Esclamò il rosso, che adesso stava perdendo le staffe, la fame stava diventando violenta e lui odiava non poterla placare. Ma Ron cambiò espressione non appena vide avvicinarsi il gruppo dei serpeverde capeggiato dal furetto, che come al solito, al braccio portava la sua ennesima conquista. Questa volta però aveva deciso di portare una delle conquiste ripescate. Funny Parker stringeva il braccio di Malfoy con un sorriso raggiante. Il suo corpo perfetto era coperto da un abito leggero, e morbido, non adatto per quel mese, ma adatto alla serata. Zabini invece era accompagnato da una Pansy Parkinson adirata, anche lei con un abito altrettanto bello e provocante. “ Ma guardate un po’… San Potter e gli sfigati” Esclamò Theodore Nott non appena furono arrivati al portone d’ingresso. Harry fulminò il serpeverde con lo sguardo, ma non gli diede alcuna soddisfazione , non rispose a quell’insulto pronunciato da un troglodita che non valeva nemmeno la metà di quello che valeva lui. Malfoy guardò il gruppetto notando l’assenza della Granger, cosa che lo preoccupò. Notare l’assenza di una persona insignificante quando accanto a lui c’era una bellezza senza tempo come Funny. Ron lo guardava disgustato. Odiava quel ragazzo più di quanto fosse possibile odiare una persona. Avrebbe voluto schiantarlo lì, d’avanti a tutti. Ma purtroppo non gli fu possibile.
“ Vi siete proposti come camerieri per la serata?” li schernì Funny, sorridendo al suo cavaliere, con la speranza di ricevere un cenno di soddisfazione o compiacimento da quest’ultimo che non arrivò, perché distratto. “ Malfoy, ti vedo spaesato… cosa c’è? Non trovi la tua tana?” Ron era infuriato dalla sola presenza di quell’essere viscido. Lui non lo aveva provocato con le parole, ma solo con la sue presenza Ron diventava irascibile. Malfoy gli rivolse lo sguardo e stava per contrabbattere ma fu distratto da un gesto Di Harry verso Ron. Lo aveva spintonato e gli aveva indicato un punto alle spalle di Malfoy e quest’ultimo, seguito dal resto dei serpeverde si voltò per assistere allo spettacolo che si presentò d’avanti . Una Granger completamente diversa da quella che ogni giorno si era soliti vedere nel castello. I ricci ribelli erano stati raccolti in uno chignon elegantemente ornato da qualche nastro argento. L’abito che indossava le conferiva la bellezza delle donne della grecia antica, e il trucco leggero illuminava il suo viso.Malfoy rimase sbalordito da quella bellezza che non era abituato a vedere. I grifondoro lasciarono il gruppo dei serpeverde e si avvicinarono alle due amiche che avanzavano verso di loro. “ Herm, sei stupenda” Esclamò Neville . “ Grazie, tutto merito di Ginny” disse lei sorridendo all’amica che l’affiancava . Fece un piccolo inchino al publico “ Mi congratulo con me stessa” esclamò lei sorridendo agli amici, ma rivolgendo maggior attenzione ad Harry, che la guardava ammirata. Hermione si mise sotto braccio con Ron e si avviarono insieme all’interno della sala Grande. La presenza di Malfoy, e soprattutto della sua accompagnatrice non le erano passati inosservati. Anzi li aveva notati molto prima di arrivare all’ingresso, e se non fosse stato per Ginny sarebbe scappata di nuovo per rintanarsi nei dormitori. Ma la piccola Weasley le aveva fatto notare che non poteva farsi fermare da un Malfoy, e l’indifferenza lo avrebbe portato su tutte le furie. Non tanto perché provasse qualcosa per lei, ma perché Malfoy non era abituato ad essere ignorato. Era un bamboccio che da sempre, fin da quando era venuto alla luce, era stato al centro della scena. Ma questa volta doveva fare i conti con Hermione, che calcava la scena meglio di lui. Malfoy continuò ad ammirarla, poi senza dir nulla, ne a lei e ne ad altri imitarono il gruppo dei grifoni. Entrò nella sala grande accompagnato dalla sua scorta.
La grande cena ebbe inizio, e i tavoli furono riempiti delle migliori pietanze che gli elfi che lavoravano nelle cucine erano disposti a riservare agli studenti e agli insegnanti che occupavano i tavoli. Ron si fiondò su ogni genere di cibo che potè raccimolare. Hermione, seguita da Neville, Dean e Samues, guardavano la scena disgustati, mentre Ginny ed Harry si preoccupavano d’altro. “Ron, devi sempre fare l’esagerato” Rimproverò Hermione , che con un colpo di bacchetta ripulì la camicia di Ron dalla macchia di mirtillo che si era causato. “ Cusa Herm…” , non era in grado di parlare, la bocca era stracolma di cibo e con essa anche le mani. Neville scosse la testa divertito. “Ogni giorno è sempre la stessa storia con te! Cresci” . Hermione gli strappò i piatti dalle mani e li passò a Dean che li fece sparire in un batter d’occhio, lasciando Ron a bocca asciutta. “Hermione… passa un po’ qui quel vassoio” “ No Ron, mangia questo che hai d’avanti. Pensa un po’ anche gli altri”. “ No penso a me e al mio stomaco! Non essere sempre pignola” Piagnucolò Weasley, e dopo aver litigato abbastanza allungo con l’amica, quest’ultima cedette e gli passò tutto ciò che sarebbe stato in grado di divorare.
 
 
 
 
 
 
 
“Assaggia questa torta Draco, è squisita” Cinguettò Funny cercando di imboccare l’accompagnatore che scostò il viso disgustato. “ Smettila un po’…so mangiare da solo” Ringhiò lui, ritornando a fissare il tavolo dei Grifoni. Zabini lo guardava con circospezione, voleva capire quel cambio di umore a cosa era dovuto anche se qualcosa già sospettava.  “Draco non è tipo di farsi imboccare da una come te” Pansy era pronta a litigare per riprendersi il suo adorato Malfoy. “ Tu cosa sai di Malfoy, solo perché ci sei stata a letto qualche volta, non vuol dire che lo conosci bene” Rispose a tono Funny , ormai tra le due non correva buon sangue. Avevano gettato la loro amicizia per un ragazzo, anche se lui non era un ragazzo qualsiasi era pur sempre Draco Malfoy. “Ah, perché tu conosci bene Malfoy? Non dimenticarlo cara che prima di scopare con te lui lo faceva con me!” “Appunto, a quanto pare non lo hai soddisfatto abbastanza”. Malfoy odiava quelle voci che pronunciavano  il suo nome. Odiava quelle due oche senza cervello che credevano di conoscerlo solo per qualche notte che avevano condiviso lo stesso letto solo per qualche ora. Era stanco di tutte quelle ragazze che  speravano di poter conquistare il suo cuore, o credevano che lui le avrebbe considerate diverse. Per lui erano tutte uguali, erano tutte per una sola notte e non per la vita.
“Signore vi prego, non adiratevi. Godiamoci questa cena con tranquillità” Zabini cercò di mettere pace tra le due, ma senza successo. Iniziarono a piovere insulti e insinuazioni che attirarono l’attenzione dell’intera scuola, cosa che infastidì ancora di più Malfoy. “Ma volete un po’ tapparvi quel buco di bocca? Voi non siete altro che due puttanelle utili  solo per i miei momenti di sfogo! Non sopporto la vostra voce, il vostro viso , quello che riesco a sopportare è solo il vostro corpo ma solo per compiacere il mio…” Malfoy si era alzato e urlava ad entrambe. Un silenzio calò nella sala. Hogwarts stava assistendo a quella sceneggiata, tutti erano in attesa del prossimo atto. Malfoy alzò lo sguardo e incontrò quello di Hermione che gli fece tremare il cuore. Lo guardava con lo stesso sguardo di quel lunedì , con lo stesso sguardo che per anni lo aveva tormentato: di  Odio e delusione.
“Vaffanculo…” disse in un sussurro e senza aggiungere altro, uscì di scena con una gran rabbia che gli ribolliva dentro.
 
Silente riportò tutto alla normalità, con un lieve colpo di tosse. Non poteva certo punire Malfoy. Ricordava bene com’era essere giovani. Ricordava le difficoltà che ogni giorno si è costretto ad affrontare, come qualunque cosa può sembrare impossibile, ma non appena si scopre la soluzione ci si sente sciocchi a non averla trovata prima. Ricordava quella sensazione, e non avrebbe impedito a nessuno dei suoi adorati alunni di viverla.
“Quel Malfoy è davvero un bastardo” 
“Ha l’animo nero..insultare due ragazze in quel modo, dovrebbe pagarla”, la sala si riempì di frasi velenose verso Malfoy, ed Hermione rimase ad ascoltarle . Poi senza sapere il motivo, o almeno credendo di non saperlo , si alzò e non voltandosi al richiamo degli amici uscì anche essa dalla sala grande sperando di trovare Malfoy , ma non fu così. La sala d’ingresso era vuota, ma lei sapeva dove doveva andare.
 
 
 
 
 
 
 
      Il cielo immutabile, pieno di stelle. Era bello guardarlo senza che nessuno potesse impedirtelo. Il vento fresco che accarezzava il viso era piacevole. Quella stanza , scoperta per caso, gli aveva sempre dato conforto   e tornava lì, ogni volta che ne aveva bisogno.Quando voleva scappare da tutto e tutti. Anche lui, qualche volta aveva bisogno di mettere in pausa la sua vita.
La porta si aprì, ed Hermione apparve all’ingresso. Anche lei sapeva di quel posto, e sapeva che Malfoy si sarebbe rifugiato lì dopo la sfuriata appena conclusa.
“ Mezzosangue, cazzo vuoi?” Ringhiò lui, ritornando a guardare le stelle che percorrevano il cielo.
“Non solo l’unica alla quale riservi parole velenose” disse lei, chiudendosi la porta alle spalle e facendo qualche passo verso di lui. “Non credo che siano affari tuoi. Io parlo come voglio con chi voglio”. “Invece no, perché non è tanto gentile… anche tu , credo , vuoi del rispetto. Allora inizialo a dare. E smettila di comportarti come se fossi il padrone del mondo!” . Hermione tremava di rabbia. Era davvero arrabbiato con quel bamboccio che non portava rispetto per nessuno, che credeva davvero che tutto gli era dovuto. Malfoy si voltò e riservò ad Hermione uno sguardo da far accapponare la pelle. I suoi occhi erano glaciali. “Io posso tutto, sono un Malfoy. Discendo da una delle famiglie magiche più potenti in assoluto. E non sarai certo tu, sporca e lurida mezzosangue a darmi ordini !” . “ è inutile parlare con te Malfoy…sei solo un bamboccio viziato!” Gli urlò contro la grifondoro. “ continui a giudicare me? Tu? Che non riesci nemmeno a guardarmi negli occhi per un misero bacio che ci siamo dati, che non è significato  nulla?tu, che non riesci ad affrontarmi per dirmi quello che provi?  Io ti faccio paura , tu mi temi… e vieni a farmi la predica, la morale”. Ora la sua espressione era cambiata, ghignava divertito, stava deridendo i suoi sentimenti e per di più insinuava che Hermione lo temeva. “ IO? Io non ti temo mio caro Malfoy, io ti ignoro! Si , hai trovato qualcuna che ti ignora, che non ti considera un adone! Sei insignificante per me Malfoy! E questo a te non va giù” Adesso ad urlare era lei. E questo divertiva di più Malfoy, che continuava a ghignare divertito. Poi senza preavviso e senza un perché, si avvicinò alla Grifondoro, la prese tra le braccia e la baciò. La baciò di nuovo con la stessa passione che lo travolse mesi prima. Ma lei questa volta si divincolò dalla sua presa molto prima di rispondere e uno schiaffo volò in direzione del viso del slythering. Lo schiaffo fu risposto da un altro bacio da parte di lui, e di nuovo da uno schiaffo da parte di lei. Continuarono finche Malfoy la prese per i polsi e la fece appoggiare al muro. “Malfoy smettila…”disse lei con un filo di voce “Shhh… “ Fu l’unica risposta alle preghiere di Hermione e la baciò nuovamente, questa volta però lei si arrese. Si arrese alla morsa del serpente. Si lasciò accarezzare dal Rampollo, lasciò che le sciogliesse i capelli, che le slacciasse l’abito e che la sdraiasse sul pavimento freddo della sala. Lui , senza lasciarla , iniziò a spogliarsi e in un attimo si ritrovarono entrambi senza indumenti, senza nulla che dividesse i due corpi.Entrambi sentivano il calore della pelle, entrambi sentivano il desiderio di volersi. Ed entrambi iniziarono una danza di anime e corpo. In quel momento lui le insegnava a fare l’amore e lei gli insegnava ad amare.

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Capitolo 8
*** 8. Paura di amare ***


Malfoy aprì gli occhi e l’immagine che gli si presentò  gli fece tremare il cuore:  La piccola Mezzosangue dormiva beatamente accanto a lui, i capelli le cadevano morbidamente sul viso . La guardò per un tempo indecifrabile , si  mise ad osservare ogni linea del suo viso e del suo corpo e ne percepì solo la perfezione. Era stupenda alle prime luci del sole come lo era stata la notte prima,  quando la luna aveva illuminato il suo corpo nudo, che tremante, gli aveva donato. Le accarezzò il viso, e scostò un piccolo riccio che le copriva gli occhi . Sarebbe rimasto lì, a fissarla in eterno, ma come se qualcuno gli avesse urlato contro si destò da quel sogno e con un balzo si mise in piedi. Cosa ci faceva lì? Aveva dormito con una donna, ma non una qualsiasi , con la Granger la migliore amica del suo acerrimo nemico, una sporca mezzosangue che per anni aveva odiato e disprezzato. Si passò le mani tra i capelli e rimase in piedi in mezzo alla stanza non sapendo  cosa fare. La guardò ancora per un po’. E ripensò alla notte passata insieme, e a quanto fosse stato bello. Si vestì velocemente e si chinò verso di lei.
“ Hermione…” Poggiò una mano sulla piccola spalla e piano cercò di destarla da quel sonno, che pareva eterno. Il cuore iniziò a battere velocemente. Aveva pronunciato il suo nome, trovandolo bellissimo. La richiamò con la stessa dolcezza e non appena lei aprì i grandi occhi ambrati Malfoy si sentì perso.
Hermione rimase a fissarlo e solo quando mise a fuoco il suo viso abbassò lo sguardo imbarazzata. Prese la coperta che la notte prima Malfoy aveva materializzato per lei e cercò di coprirsi. Non sapeva cosa dirgli. Anzi avrebbe preferito non proferire parola.
Malfoy percepì quel suo imbarazzo e senza aggiungere altro si allontanò da lei. “muoviti , che faremo tardi per le lezioni” Aveva mutato tono, adesso era duro. Hermione alzò lo sguardo e guardò Malfoy . Gli avrebbe voluto dire tanto, ma non sapeva da dove iniziare. Gli avrebbe voluto chiedere di rimanere lì con lei,di fregarsi  delle lezioni, e di baciarla di nuovo, di abbracciarla come aveva fatto per tutta la notte e di prenderla ancora e ancora  e ancora. Ma il suo corpo rimase immobile lì per l’imbarazzo, e le parole si bloccarono in gola.  “ Mezzosangue, vestiti.. Non intendo aspettarti” Malfoy stava ritornando quello di sempre, Ed Hermione non poteva far altro che rassegnarsi. “ Non ti ho chiesto di aspettarmi. Se vuoi andare vai. Non ho bisogno di te!” Ringhiò lei, cercando di riacquistare la dignità che aveva perso quella notte gettandosi tra le braccia del malefico Malfoy. Lui assottigliò lo sguardo e senza aggiungere altro uscì dalla stanza , la porta si chiuse con un tonfo che fece sobbalzare la Grifondoro.
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Non hai dormito nella tua stanza stanotte .. dove sei stata?” . Harry prese posto accanto all’amica, e prima che la lezione avrebbe preso inizio aveva intenzione di farsi spiegare ogni cosa . Hermione, che aveva saltato la colazione per dirigersi direttamente al dormitorio, per cambiarsi velocemente, aveva sperato di non dover parlare con nessuno dei suoi amici, ma purtroppo per lei, i suoi amici erano perspicaci e nulla passava inosservato . Hermione gli rivolse un sorriso dolce. Non si sentiva pronta a dover affrontare Harry. Sicuramente l’avrebbe compresa, ma le avrebbe anche spiaccicato la verità in faccia.  Le avrebbe fatto capire che si stava avventurando in un gioco pericoloso. Lei tutto questo lo sapeva, ma non voleva ammetterlo. “ Sono stata in giro per il castello… “ Mentì lei, sapendo che Harry non ci sarebbe cascato.
“ Hermione ti conosco da tanto, e so che non mi mentiresti mai… ma adesso lo stai facendo” Harry aveva un tono da rimprovero e questo mise Hermione in agitazione. La Mcgranitt tardava a venire, cosa mai successa, ed Harry era pronto a metterla alle strette.
“ Harry…nulla davvero” .Perché continuava a guardarla così? La stava mettendo con le spalle al muro. Avrebbe dovuto confessare anche se non avrebbe voluto.
“ Hermione, sei strana da un po’..ed io e Ron siamo davvero preoccupati. “
“ Harry, ti sto dicendo che và tutto bene… Ora per favore non chiedermi altro”. Harry la guardò con sospetto, poi rassegnandosi, si voltò verso la professoressa che entrò in quel momento. Hermione sospirò. Aveva passato quel Round, per quel momento non aveva dovuto dare spiegazione. Ma non avrebbe potuto reggere per sempre quel gioco. Si sarebbe giocata non solo la sua salute mentale, ma anche i suoi due amici.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nei giorni seguenti Harry non lasciò Hermione per un solo attimo. Le stava sempre alle calcagne a monitorarne ogni minimo spostamento. Durante gli allenamenti di Quidditch trovava chi poteva sostituirlo. Cosa che mandò Hermione su tutte le furie. Ovunque andava si ritrovava alle calcagne Harry e Ron , che con una scusa o un'altra si avvinghiavano a lei e non la lasciavano andare fin quando non si rintanava nel dormitorio.
“Ragazzi Buona notte… io vado “ Nonostante non fosse molto tardi, Hermione decise di ritirarsi nelle sue stanze. Forse lì avrebbe avuto la possibilità di perdersi nei suoi pensieri senza destare sospetti strani. Harry gli riservò il suo solito sguardo, quello che ormai la seguiva da mesi.
“Cos’hai Herry? Non posso andare a dormire?” chiese lei sarcastica.
“ Certo..anche se è molto presto. Di solito ti dedichi ad altro” Rispose lui.
“ è vero Hermione… di solito rimani con noi a giocare fino a tarda notte” ripetè Ron indicando la scacchiera pronta sul tavolino. Ginny intanto osservava la scena divertita. Sapeva che l’amica odiava essere pedinata, e quella era una scusa per scappare dal suo amico paranoico.
“Ha solo sonno ragazzi… Cosa può esserci di tanto strano?” commentò la rossa , diventando sua complice.
“ Bhe , ultimamente, Hermione è strana …. Quindi… tutto può apparire strano” Esclamò Harry, che ancora sperava di far confessare qualcosa ad Hermione. L’amica si avvicinò, gli scoccò un piccolo bacio sulla fronte e senza aggiungere altro si diresse verso le scale a chiocciola per raggiungere la sua stanza. Non trovò le due compagne di stanza, si sdraiò sul suo letto e iniziò a perdersi nei pensieri.
Da quando avevano fatto l’amore Malfoy ed Hermione avevano alzato un muro tra di loro, cosa che faceva  molto soffrire la Grifondoro. Quello scambio di anime e corpi era stato significante solo per lei, solo lei aveva provato non solo piacere, ma un qualcosa di più. Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe concessa con uno come Malfoy, o con Malfoy stesso.  Ogni giorno , per tutto il giorno lui era un pensiero fisso. Lei lo bramava come lo bramavano le sue labbra e il suo corpo. Voleva di nuovo le mani di Malfoy lungo il suo corpo, voleva di nuovo le sue labbra, voleva di nuovo assaporare il suo profumo e voleva di nuovo perdersi nei suoi occhi , in quegli occhi che ormai la perseguitavano. Ignorarsi non era facile, entrambi lo dovevano fare. Lui per non rovinare  la sua reputazione di principe delle serpi e lei per non  perdere i suoi amici. Una lacrima le scivolò lungo la guancia. Aveva bisogno di lui . Aveva un maledetto bisogno di quel ragazzo, che con un semplice bacio aveva scombussolato la sua vita. Ormai aveva rotto la barriera di cristallo che Hermione aveva creato per tener a freno i sentimenti. Chiuse gli occhi con la speranza di non scoppiare in un pianto senza fine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Malfoy guardava le fiamme danzanti del camino che illuminava la sala comune . Nelle mani stringeva un bicchiere di Wisky incendiario che poco prima gli era stato offerto da Zabini, che sedeva accanto a lui , in silenzio. Non sapeva cosa stesse pensando l’amico, ma non voleva disturbarlo.
“Zabini… cosa faresti se fossi  coinvolto in una storia che non ti piace?”. Quella domanda improvvisa colse Zabini alla sprovvista. Non sapeva a cosa si riferisse e per di più non sapeva come rispondergli.
“Bha…non so, dipende da  che storia si tratta…” Zabini era titubante. Voleva conoscere i pensieri dell’amico, avrebbe voluto aiutarlo, ma non sapeva da dove iniziare anche perché lui non glielo permetteva.
“Draco, se ti spieghi meglio forse… potrei aiutarti” aggiunse lui , sperando di non adirare l’amico.
Il volto di Draco si aprì in un sorriso , un sorriso senza allegria. Era un sorriso sarcastico, colmo di rabbia.
“Non sono in grado di aiutarmi da solo, come potresti farlo tu” disse lui, sorseggiando il suo Drink , che gli portò bruciore alla gola. Era davvero forte, ma in quel momento era la miglior cosa . Era confuso. E il suo pensiero fisso era la Mezzosangue. Cosa che lo rendeva nervoso e deluso da se stesso. Aveva trascorso la notte con lei, e dall’ora non l’aveva dimenticata. In verità, confessandosi con sé stesso, sapeva che dal bacio non aveva smesso di pensarla, ma condividere con lei anche quella notte aveva provocato un maggior danno. Ogni notte pensava a lei e al suo profumo. Ogni giorno sperava di non incontrare il suo sguardo che gli provocava una forte fitta al petto, nel punto del cuore. Lei gli aveva mostrato che anche lui aveva un cuore. Lo aveva colpito, con una violenza che gli provocava dolore. Lui che non aveva sentimenti li aveva trovati con lei. Una mezzosangue. Vederla alle lezioni, durante i pasti. Vederla con Potter. Gli provocava rabbia. Lui avrebbe voluto accompagnarla alle lezioni, lui le avrebbe voluto augurare la buona notte e lui  avrebbe voluto consolarla  nei momenti di sconforto. Era diventato un bamboccio preso per le palle da una donna. E questa situazione non gli andava a genio.
“Qualunque cosa sia…Draco io posso solo sostenerti. Qualunque cosa…” La voce di Zabini lo raggiunse, e ritornò in sé, lasciando i pensieri altrove. Guardò l’amico. Sapeva che Blaise lo avrebbe sempre sostenuto. Fin dal primo anno si era dimostrato un vero amico, e lo dimostrava ogni giorno. Non doveva temere , perché era sicuro che avrebbe avuto alle spalle un grande amico.
 
 
 
 
 
 
Quella mattina Malfoy si svegliò con uno spirito diverso. Rimase a fissare il soffitto prima di decidersi ad agire. Si vestì con grande velocità e senza dare spiegazioni a nessuno uscì dalla sala di ritrovo.
 
Si fermò d’avanti al quadro della signora Grassa. Ora che era lì, cosa poteva fare? Non conosceva nemmeno la parola d’ordine. Poi, come se gli astri giravano a suo favore il quadrò si spalancò e ne uscì Neville Paciok. Malfoy lo prese per il gravattino e puntandogli la bacchetto in mezzo agli occhi gli ordinò di fare uscire Hermione , da sola.
“Non so se mi seguirà” disse lui tremante
“ E tu fa in modo che lo faccia… o ti ritroverai con qualcosa in meno” minacciò il serpeverde spostando la bacchetta verso la parte bassa.
“Ok ok… vado” esclamò Paciok e si spinse di nuovo nel punto di ritrovo dei Grifondoro. Malfoy rimase ad aspettare , marcò il pavimento , e sperando che le parole potessero aiutarlo cercò di trovare cosa dire ad Hermione. Dopo aver camminato allungo d’avanti al ritratto, questo si spalancò e di nuovo Paciok uscì ,questa volta seguito da Hermione, che appena vide Malfoy spalancò gli occhi in un espressione mista tra paura e sorpresa. Neville guardò prima Malfoy, aspettandosi forse un ringraziamento che non arrivò, e poi guardò Hermione preoccupato. Poi senza dire altro si incamminò lontano da quella situazione che non presagiva nulla di buono. Malfoy prese la Grifondoro per un braccio, e senza permetterle di dire nulla la trascinò in uno dei corridoi li vicini. Non appena trovò un aula vuota la fece entrare e seguendola chiuse la porta alle sue spalle.
“Cosa vuoi Malfoy” Chiese lei, dandogli le spalle. Non aveva voglia di guardarlo. Temeva di essere tradita dal suo stesso sguardo.
“ voglio che te ne vada”. Hermione si voltò e lo guardò accigliata.
“dove? …dalla scuola?” Chiese lei sorridendo amaramente.
“ No…da qui e da qui” disse lui puntando la testa e il petto con la bacchetta. I suoi occhi erano tristi e la sua voce tremava.
Hermione rimase allibita. Non capiva cosa volesse da lei.
“ Granger, non faccio che pensarti. Penso a te sempre. In ogni istante..ed è frustante! Odio averti nella mia testa,  odio te! Non so cosa mi hai fatto! Quale maleficio!” . Diede un calcio ad un banco che si trovava nella sua traiettoria e gettò un urlo di rabbia. Hermione assisteva a quella scena impallidita.
“Mi sento una cosa che mi stringe al petto, ogni volta che ti vedo in compagnia di Potter o Weasley.  Sento ancora il tuo profumo. E tutto questo non mi piace. Non è parte di me! Non sono io! “ . si gettò le mani tra i capelli e sul viso c’era ancora rabbia . Hermione non sapeva cosa dire, o meglio cosa fare. Malfoy le stava aprendo il suo cuore, ma questo lo mandava in crisi.
“Draco… io” Era la prima volta che lei pronunciava il suo nome, e a Malfoy bastò questo. Attraversò la stanza e la raggiunse. Si fermò a pochi centimetri da lei. Questa volta non avrebbe sbagliato. Le prese la mano e l’appoggiò sul petto. “ Senti cosa batte qui… ho un cuore. E questo lo hai creato tu! Hermione, non voglio sbagliare con te”. Hermione rimase a fissare quel ragazzo che fino al giorno prima aveva dimostrato di essere vuoto, senza sentimenti. E adesso le stava mostrando che aveva un cuore che batteva, e batteva grazie a lei. La  mano dal petto passò al viso.
“ Ho paura….” Confessò lei.
“Io di più…” aggiunse lui, facendo cadere ogni difesa. Non trovava una motivazione, ma sapeva , anzi era sicuro che con lei non avrebbe dovuto sbagliare. Lei che con poco gli aveva fatto scoprire un qualcosa che non aveva mai creduto potesse esistere. Lei che con i suoi occhi gli aveva aperto un mondo nuovo. Avrebbero dovuto affrontare tanto, ma se lo avrebbero fatto insieme, nulla sarebbe stato impossibile, anzi , tutto sarebbe diventato possibilità.

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Capitolo 9
*** 9. Tutto alla luce del sole ***


La notizia della nascita di quella  nuova e insospettabile  coppia , attraversò Hogwarts con tale velocità, che Hermione si chiese da chi fosse partita. I due ragazzi prima di lasciare l’aula avevano deciso di far rimanere la cosa segreta. Non era facile spiegare ai rispettivi amici quello che era accaduto, perché in fondo, anche loro non sapevano dare una spiegazione concreta.
Passarono quasi due settimane ad incontrarsi  clandestinamente, cosa abbastanza difficile, dato che Harry era sempre in agguato.
“Quel Potter Ficcanaso… Finirò per schiantarlo se continua a starci tra le scatole”. Il loro nido d’amore ormai era diventato la stanza misteriosa da dove era iniziato tutto. Dove quel bacio aveva dato inizio a quella storia tormentata . Hermione abbracciò il suo serpeverde . Amava quel viso quando si corrugava per la rabbia, e amava quella voce forte e decisa. Amava quel bastardo che solo in sua compagna era capace di mutare aspetto  che da serpe diventata agnello.
“Draco, non pensarci… è anche normale. Mi vedono sempre sgagliattolare via! Cosa che non è da me” disse lei, baciando quelle labbra tanto amari. Lui le rivolse il suo ghigno malefico e affondò le mani nei ricci che amava tanto tenere tra le mani. “Mi eccita quando mi chiami per nome” le sussurrò lui all’orecchio, passando le sue mani dai capelli alla camicetta della divisa, e sbottonando i primi bottoni.
“Siamo venuti per studiare, non per…”. Draco la zittì con un bacio  prima che potesse rifiutarsi, e senza pensare ai mille libri e pergamene sparse per la stanza, si spogliarono e si coprirono solo del loro amore.
 
 
 
Dopo  due settimane passate a nascondersi, per Hermione in parte fu un solievo essere rivelata al mondo. Perché non ne poteva più di nascondere tutto agli amici. Anche perché avrebbe gridato al mondo quanto le piacesse stare con Malfoy.
Entrò nella sala comune, dopo aver trascorso un altro pomeriggio con Malfoy nella loro stanza segreta, e ad accoglierla ci fu Harry e Ron . Hermione li salutò allegramente ,ma vedendo i loro sguardi, capì che qualcosa non andava . “Ragazzi… è successo qualcosa?” Chiese lei, sperando che davvero fosse successo qualcosa, perché in cuor suo, sapeva che loro sapevano.
“Non lo sappiamo Hermione, forse è successo davvero qualcosa, che tu desideri dirci?” l’approccio di Harry fu un tantino più dolce di quello di Ron che non aspettò la risposta di Hermione per tuonare in un urlo che paralizzò Hermione. “SAPPIAMO TUTTO, E NON PROVARE A DIRE STRONZATE” . Harry guardò prima l’amico con aria di rimprovero , e poi passò quello sguardo su di lei che abbassò gli occhi. Consapevole di aver sbagliato.
“Ragazzi ve lo avrei detto…ma… non sapevo come l’avreste presa”. Cercò di spiegare lei. Ma ormai i due amici erano furiosi.
“Certamente meglio di così… Anche Ginny è rimasta male. Si sarebbe aspettata che almeno con noi ne avresti parlato, invece di inventare mille scuse. Perché forse noi, tra tutti, saremo stati gli unici a non giudicarti! Anche se …. MALFOY….. l’unica persona insospettabile” Harry aveva assunto un tono di rimprovero paterno. Hermione si sentì davvero in colpa, perché in cuor suo sapeva che gli amici non l’avrebbero mai giudicata male. Poi Ginny, Ginny, l’unica sua vera amica. Come aveva potuto nasconderlo anche a lei.
“Non credevamo che stessi scrivendo a Krum…anzi ci speravamo. Ma quando abbiamo saputo di Malfoy , io non credevo alle mie orecchie” Esclamò Ron, rosso in viso, per la sfuriata di pochi secondi prima. Hermione rimase allibita. Krum? Cosa volevano da Krum. Ormai non si scrivevano dall’inizio della scuola. E lei, non aveva certo pensato a mandargli sue notizie.
“Ragazzi… non so cosa dirvi…io…. Mi dispiace! Non volevo tradire la vostra fiducia e non volevo farvi ricredere sul mio bene.!Non vi ho detto nulla solo perché avevo paura!” Hermione era sincera, come lo era sempre stato. Ma i due amici erano restii a crederci. Negli occhi di Harry lei riuscì a leggere solo delusione. E in quelli di Ron , rabbia.
“Buona notte Hermione, io non ho più voglia di parlare” . Harry concluse la discussione senza ascoltare le parole di Hermione, lei cercò di fermarli, ma fu inutile. I due la lasciarono lì,  a riflettere delle sue azioni.
 
 
 
 
 
 
 
Draco entrò nella sala di ritrovo dei serpeverde con ancora il sapore di Hermione sulle labbra. Il suo viso era illuminato da una luce che non aveva mia avuto, e gli occhi non caddero sul gruppo di ragazze che passarono di lì, che gli rivolsero le solite occhiate maliziose. Non appena fece il suo ingresso, Theodore Notte lo raggiunse.
“Dimmi che non è vero che te la fai con una mezzosangue”. Aveva il tono duro e il viso era contratto in una smorfia . Rimase in silenzio ad aspettare la risposta dell’amico sperando non smentire le voci che stavano circolando nel castello. Malfoy lo guardò , poi spostò lo sguardo verso gli altri membri della casa, che stavano aspettando anche loro la risposta dal loro principe. Tra di loro sbucò Zabini, l’unico a non guardarlo con disgusto. Anzi il suo sguardo gli trasmise fiducia, e ritornando a guardare il compagno di stanza, con il suo solito sguardo da ribelle gli rispose.
“Cazzo ti frega? Me la spasso con chi mi pare. Non devo certo chiedere il permesso a te”. Lo sguardo di Theodore si deformò in uno sguardo di delusione e disgusto.
“Sei la vergogna dei Serpeverde! La tua è una nobile famiglia di Maghi, e tu ci sputi sopra , la infanghi per una mezzosangue!” Nott stava urlando. Malfoy strinse la bacchetta e in un attimo si fiondò su di lui . Lo prese per il collo, e gli puntò la bacchetta dritta alla gola.
“Non azzardarti a chiamarla in quel modo! “ Era furiosa. Nessuno la poteva insultare. Tantomeno uno come Theodore. Montogue puntò a Malfoy per soccorrere l’amico, ma Zabini lo prese per le spalle e gettandolo contro il muro,lo disarmò e gli puntò la bacchetta al petto.
“Cazzo Malfoy, attacchi un amico per una schifosa Mezzosangue” Esclamò Theodore cercando di disarcionarsi dalla presa. Intanto gli altri serpeverde assistevano alla scena, non sapendo cosa fare.
“Allora non hai capito…CHE NON DEVI CHIAMARLA IN QUEL MODO”gli urlò contro, incidendo di più sulla presa al collo. Era diventato paonazzo. Ma a Malfoy non importava, lo avrebbe anche ucciso se fosse stato necessario.
“ok…ok…però lasciami” pregò Theodore che non riusciva ad arrivare alla bacchetta. Malfoy gli diede l’ultima strattonata e poi lo lasciò libero. Lo stesso fece Zabini.
“Ora , a chi non va a genio la mia storia con la Granger , si facesse anche avanti. Io sono qui per affrontarvi uno ad uno. Altrimenti, io vi ordino di trattarla come trattate me! … Soprattutto Theodore, sarai la sua guida. L’accompagnerai ovunque lei voglia quando io non ci sono, e qualunque sua richiesta dovrà essere soddisfatta…siamo intesi?” Malfoy era pronto , non solo a dare ordini e tener sotto controllo i suoi compagni di casa, ma anche di far sentire Hermione ben accettata , anche se non sarebbe stata una cosa facile . I presenti in sala annuirono e nessuno parve contrario alle richieste del Principe delle Serpi, che senza aggiungere altro si ritirò nelle sue stanze, seguito da Zabini , che voleva essere spiegato le cose nei minimi dettagli.
 
 
 
 
 
 
 La notizia provocò due reazioni. La prima, fu l’esclusione totale di Hermione da parte degli amici, che ormai , avevano deciso di ignorarla del tutto. La seconda fu che Hermione attirò l’attenzione su di sé, non solo da parte delle serpi, soprattutto ragazze, che iniziarono a considerarla come una poco di buono, perché sicuramente aveva fatto uso di qualche incantesimo, perché non riuscivano a spiegare quel cambiamento improvviso di Malfoy, ma l’attenzione gli fu rivolta dall’intera scuola. Non riuscivano a capire la nascita di quella coppia. Dopo anni di scontri e battibecchi, i due si erano ritrovati a condividere ogni cosa.
“Forse è vero che hai fatto uso di qualche incantesimo”. Malfoy adorava stuzzicarla. E per di più adorava camminare con lei per i corridoi della scuola, e baciarla alla luce del sole.
“Smettila Draco… non è divertente. A volte penso che tu stia solo facendo finta. Non  è che tu e i tuoi amichetti state escogitando qualcosa?!” Chiese lei sospettosa. In verità quel timore c’era. A volte rimaneva sveglia la notte, incredula di ciò che le stava capitando. Malfoy scoppiò a ridere.
“sei la mia sciocca mezzosangue preferita lo sai?”.
“Ma davvero…e quante ne hai?” chiese lei sarcastica.
“Una…ma ne vale tutte …comprese le purosangue”. Quella dolcezza non era da lui. Ma ad Hermione piaceva, soprattutto perché era esclusivamente riservata a lei. Anche il comportamento che riservava agli amici era diverso. Era scontroso, e a volte velenoso. Solo a Blaise era riservato un trattamento diverso.
 
 
 
 
 
 
Gli allenamenti di Quidditch iniziarono ad intensificarsi. La prossima partita sarebbe stata tra Grifondoro e Corvonero, e nonostante i serpeverde erano in perfetta forma, Malfoy vide necessario intensificare gli allenamenti.
Hermione ne approfittava per studiare, dato che il tempo che trascorreva con Malfoy, lo sprecava in altro.
Come sempre si rinchiuse nella sua adorata Biblioteca, pronta ad uscire solo quando avrebbe terminato tutto.
Le distrazioni erano poche, e questo in parte le fece male al cuore. Le mancavano i suoi amici. Le mancavano i battibecchi con Ron, i consigli di Ginny e gli abracci di Harry. Sapeva che se avrebbe trovato Malfoy avrebbe dovuto rinunciare a loro. Ma era difficile abituarsi alla loro assenza.
“Ciao” Una voce familiare la raggiunse alle spalle. Quando incontrò il viso lentigginoso di Ginny, non potè evitare di accoglierla con un sorriso.
“Ciao” Le rispose Hermione , ritornando sul suo libro di Incantesimi. Ginny, senza aspettare  di essere invitata a sedersi, si accomodò di fronte all’amica e le strinse le mani tra le sue.
“Herm…. Io ti voglio bene…ma…mi hai ferita tenendomi nascosta una cosa così…bella, in fondo”. Ginny aveva le lacrime agli occhi. Hermione la fissò e senza perdere tempo l’abbracciò.
“Lo so e mi dispiace! Volevo dirtelo…ma avevo paura” Esclamò lei, felice di quella situazione. L’amica aveva intenzione di perdonarla. E questo la rendeva più che felice. Madama Prince le rimproverò per il troppo chiasso che stavano facendo. I libri avevano bisogno di tranquillità e loro stavano interrompendo quella tranquillità che assicurava la prevenzione dei libri.
Le due amiche risero silenziosamente. Ginny guardò l’amica negli occhi e con un sorriso le disse
“Adesso per farti perdonare devi raccontarmi ogni cosa!”.
 
 
 
 
 
 
 
Dicembre arrivò portando con sé l’aria natalizia che già, nelle prime settimane del mese, si sentiva nel castello. Le cose tra Hermione e Draco proseguivano bene, ma tra Hermione, Harry e Ron, no.Ginny aveva deciso di acquistare lo status neutro. Non era ne dalla parte dell’amica, ne da quella del ragazzo che amava e ne tantomeno dalla parte del fratello. Non avrebbe rinunciato a nessuno di loro. Ma non avrebbe parlato né di Hermione davanti a Harry e Ron, né di Ron ed Harry davanti ad Hermione. Sarebbe rimasta inflessibile su questa linea.
“Dove trascorrerai il natale?” Chiese Ginny ad Hermione, durante un loro incontro in biblioteca.
“Non so…. Di solito venivo alla tana..ma non credo che mi sarà possibile” disse lei amareggiata. Ginny aggrottò la fronte.
“Scusa… e perché?” Chiese lei. Sapeva la risposta, ma non intendeva tenerla a casa da sola , il giorno di Natale. Avrebbe fatto la guerra con San Potter e il suo seguace fedele, se sarebbe stato necessario, ma Hermione avrebbe trascorso le vacanze di Natale nella dimora dei Weasley, come ormai capitava da anni.
“Su Ginny… sai il perché” rispose Hermione.
“Non credo…verrai alla tana come sempre , sarai mia ospite. Se non ti vogliono a casa, allora rimarranno loro al castello , ma tu vieni con me!” . Hermione era molto grata all’amica. Lei amava trascorrere il natale alla tana. Il pranzo regale che la signora Weasley preparava tanto amorevolmente, i racconti divertenti del Signor Weasley di ciò che accadeva all’interno del Ministero della Magia. I gemelli Weasley che , nonostante fossero due imprenditori ben affermati, adoravano ancora fare scherzi . L’intero Ordine della Fenice presente, che continuavano a svolgere il loro ruolo di difensori . Tutto questo rendeva il Natale il suo Natale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Hai pensato cose regalare alla Granger per Natale?”. Zabini, come gia predetto, aveva colto l’amico di sorpresa. Malfoy non aveva idea di cosa aveva bisogno Hermione o cosa le sarebbe piaciuto ricevere per Natale. In fondo non ci aveva pensato, e per di più non aveva mai fatto un regalo in vita sua. Zabini Guardò l’amico, seduto alla solita poltrona, con il solito Wisky Incendiario stretto tra le mani, mutare espressione. Era tra il confuso e il frustrato. Scoppiò a ridere . Aveva le lacrime agli occhi. Era divertente vedere l’amico in quello stato. Almeno avrebbe potuto tenerlo sotto tiro.
“Ma che cazzo ti ridi? È un vero problema” Esclamò Malfoy, accompagnando l’amico con le risa. Era davvero una situazione difficile, non sapeva da dove iniziare a cercare. In queste poche settimane che Malfoy ed Hermione avevano trascorso insieme, lui cosa aveva realmente capito di lei? Le piaceva leggere e studiare, e questo era ovvio fin da sempre. Non le piaceva mettersi in mostra, anzi, era un tipo anonimo e riservato. Amava gli animali, soprattutto quel gattaccio che lui odiava . Amava i suoi amici, un'altra cosa che lui odiava. Non amava il Quiddicth, e amava leggere libri Babbani sull’amore e i tormenti che l’accompagnavano. Bene, era fregato non sapeva cosa farle per Natale.”Blaise, è davvero un fottuto guaio….” Disse lui, ritornando alla realtà.
“Se questo è un guaio , pensa a quando lo dovrai dire a tuo padre” Aggiunse lui, e quelle parole fecero  gelare il sangue al principe delle serpi.

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Capitolo 10
*** 10. Differenti tradizioni...Differenti Mondi..Differenti io e te.... ***


Hermione Benvenuta! È sempre bello vederti!”. Appena mise piede all’ingresso di casa Weasley, Hermione fu travolta dall’abbraccio della dolce Molly, che come sempre riservava un gran benvenuto a tutti.  Lei insieme ad Harry, Ron e Ginny Erano partito da Hogwarts quella mattina stessa. Prima di farlo Malfoy l’aveva raggiunta per salutarla, e inevitabilmente, aveva avuto un feroce scontro con Harry e Ron. Hermione aveva cercato di mettere pace tra i tre, fallendo miserabilmente.
“Se non hai voglia di andare, possiamo rimanere io e te qui.. lasciali andare a quei bambocci dei tuoi amici” Le aveva detto Malfoy, ricevendo un dolce rifiuto dalla sua Grifondoro, e a malincuore era stato costretto a lascarla andare andare con i suoi amici. Durante tutto il viaggio , Ron ed Harry la ignorarono del tutto. Non le rivolsero né uno sguardo né una parola. Ginny , non si pentì di averla invitata, ma comunque il gelo che alegiava tra gli amici metteva molto a disagio la piccola Weasley . Solo quando giunsero a destinazione, Hermione potè gettare un sospiro di sollievo.  Non appena ebbe salutato l’intera famiglia Weasley che l’accolsero con allegrai, lei e Ginny salirono le scale e iniziarono a sistemare le loro cose nella stanza di quest’ultima.
“Non credo che dovresti prendertela per Harry e Ron”. Ginny aveva notato come, quella situazione, faceva molto male ad Hermione, anche se lei aveva preferito non parlargliene, per non metterla in difficoltà.
“e cosa dovrei fare?”. le chiese Hermione, anche se la risposta era ovvia. Aveva deciso di proseguire verso una strada che già sapeva non sarebbe stata condivisa dagli amici, e quindi avrebbe dovuto caricarsi di tutte le responsabilità ed accettare le conseguenze. Ginny non sapeva cosa dire , in fondo non sapeva nemmeno lei come si sarebbe dovuta comportare l’amica.
“ignorali”. Unica risposta ovvia. Hermione sorrise amareggiata. Sapeva che sarebbe stato molto difficile ignorarli, soprattutto perché avrebbe trascorso più di 2settimane in loro compagnia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Draco… Ben tornato”. Una bella donna, con abiti lussuosi e profumo dolce accolse il principe delle serpi abbracciandolo amorevolmente. Malfoy ricambiò l’abbraccio della madre. Dopo aver lasciato Hermione , Malfoy era stato raggiunto dalla carrozza di famiglia , che lo aveva condotto a Malfoy Manor, e giungere lì, per Malfoy, non era entusiasmante.Avrebbe preferito trascorrere le vacanze nella scuola, così almeno non avrebbe dovuto sottostare alle rigide regole di casa.
“Madre, mi sono permesso di invitare anche Blaise Zabini”. Disse Malfoy, facendo notare la presenza dell’amico che entrò salutando  molto educatamente la signora Malfoy, che lo accolse con un sorriso raggiante.
“è sempre un onore averti a casa,  Blaise. Spero che anche i tuoi genitori ci delizieranno con la loro presenza”
“Saranno entusiasti del vostro invito” Rispose Blaise , sfoderando tutta la sua buon’educazione impartitagli dai genitori. Malfoy , infastidito da tutti quelle buone maniere, senza aggiungere altro si diresse verso la sua stanza, con la speranza di non incontrare il padre.
Ma purtroppo, una voce fredda, l’unica capace di far impallidire il giovane Malfoy, provenne da una delle stanze in fondo all’enorme corridoio del primo piano. Lucius Malfoy stava richiamando al suo cospetto il suo unico erede che lo raggiunse.
“Ben tornato a casa figliolo” Gli disse, cercando di mostrare la sua felicità , ma purtroppo il viso gelido non lasciava spazio ai buoni sentimenti.
“Grazie padre” Rispose Draco , rimanendo impassibile di fronte a quella figura che per anni era stata accompagnata da timore .
“Come proseguono gli studi ad Hogwarts?”. Il suo interesse era unicamente legato all’andamento scolastico. Non gli  importava della condotta del figlio , purchè portasse a casa ottimi risultati. Cosa che Malfoy aveva sempre utilizzato a suo vantaggio.  Risultati ottimi copriva le misfatte che compiva all’interno della scuola. Ma da quando aveva iniziato la storia con Hermione, il lato ribelle di Malfoy era catapultato in un sonno profondo.
“Ottimamente padre” Malfoy non aveva nulla da dire, voleva uscire da quella fredda stanza  , e voleva che Lucius lo percepisse nel suo tono.
Lucius lo squadrò con lo sguardo, come se volesse leggerlo dentro. Ma dopo averlo guardato per qualche minuto, lo congedò. Malfoy uscì dallo studio e raggiunse la sua stanza.
I bagagli erano stati sistemati dagli Elfi che popolavano Malfoy Manor, quindi Draco non perse tempo nel disfarli. Blaise era stato sistemato in una delle stanze degli ospiti.
“Il signorino Malfoy desidera qualcosa…signore?”. Un piccolo elfo fece il suo ingresso. Il naso era a pochi centimetri dal pavimento , e il tono era servile. Draco guardò il piccolo servetto e sorrise allegramente, pensando a cosa avrebbe potuto dire Hermione nel vedere una cosa del genere.  Erano così tremendamente diversi. Nulla li accumunava , eppure, lui sentiva che tra i due c’era un filo indissolubile, che li legava e che li permetteva di stare insieme. Non facevano altro che litigare, ogni giorno, ma ogni giorno ritornavano a tornavano a far pace  e ritornavano a non fare a meno dell’altro. Era una continua battaglia che si concludeva con un semplice bacio. E ogni volta assumeva un sapore più dolce di quello precedente. Congedò l’elfo, e decise che una doccia gli avrebbe fatto più che bene.
 
Ogni giorno che trascorreva a casa Weasley ,Hermione rimpiangeva Hogwarts e Draco. Ogni giorno si scrivevano per informarsi delle loro rispettive giornate. Anche se Hermione tralasciava il particolare di Harry e Ron, anche per non far adirare ulteriormente Malfoy, che sicuramente al rientro a scuola, avrebbe trovato il modo di fargliela pagare.
Oltre allo scambio di lettere, il passatempo di Hermione, era quello di aiutare la signora Weasley nelle faccende di casa, cosa che non la entusiasmava molto, ma almeno l’avrebbe tenuta occupata.
“Quest’anno i tuoi genitori ci raggiungeranno?” le domandò la signora Weasley una mattina, mentre cercavano di cacciare i maledetti gnomi , che da sempre popolavano il loro giardino.
“Certo! Vostro marito si è offerto di accompagnarli fin qui!”Rispose Hermione, che pochi giorni prima aveva mandato la lettera ai genitori, per ricordargli dell’annuale festa di Natale dei Weasley, e loro come ogni anno, avevano accettato più che volentieri di farne parte, e come ogni anno , Arthur Weasley si era offerto di prelevarli lui stesso.
 
 
 
“Harry, credo che adesso sia il momento di perdonare Hermione”. Harry  e Ginny passeggivano tra la neve. Mancavano pochi giorni a Natale, e sia Ron che Harry , non avevano nessuna intenzione di perdonare il comportamento dell’amica.
“Non credo che sarà possibile. Frequenta Malfoy, e questo è un motivo più che sufficiente per non rivolgerle la parola” . Harry non sopportava di vederli insieme. Non era certo geloso di loro, anche perché per Hermione nutriva solo un profondo bene, ma Malfoy ne aveva fatte tante, a lui e soprattutto a lei, e vederli insieme non gli andava a genio.
“Non puoi giudicarla, solo perché è innamorata della persona sbagliata, anzi.. dovremmo starle vicina, per farle capire che nonostante le sue scelte sbagliate noi le staremo sempre accanto” . Ginny voleva far capire ad Harry che non era giusto punirla. Erano amici da tanto tempo, e dovevano stare insieme, nonostante tutto.
“Non riesco a capire come sia potuto accadere….Krum era il suo destino…Lei doveva stare con Krum!” Harry aveva sperato, come d’altronde anche Ginny e Ron, che Hermione, avrebbe seguito Krum in capo al mondo. Ma lei aveva delusi tutti rimanendo ad Hogwarts, e ancora di più, quando avevano saputo della storia con DRaco.
“Rassegnati Harry… Non si scrivono nemmeno più…lui ha smesso di starle dietro…. Quando una persona non si accorge di te, non c’è motivo per cui rimanerle accanto” Ginny guardò il giovane Potter camminarle accanto. Quelle parole , forse valevano anche per lei. Hermione le aveva assicurato che Harry ricambiava i suoi sentimenti. Eppure, più volte erano rimasti da soli, e lui continuava a trattarla come sempre. E Lei continuava a non voler far nessun passo verso di lui. Forse sarebbero rimasti amici per sempre, forse Hermione si sbagliava su di loro. Mentre Ginny si tormentava la testa con questi pensieri, ad Harry ne vennero altri, completamente diversi e un tantino malvagi.
 
 Mancavano solo tre giorni a Natale e i preparativi per l’attesa festa erano in corso. A casa Weasley non si fece altro che preparare cibo, addobbare la casa e sistemare le stanze per gli ospiti, anche se di stanze ne erano poche riuscirono comunque ad ospitare tutti. I genitori di Hermione arrivarono la mattina della vigilia, e con loro anche Billy e Charly con le rispettivi mogli. Fred e George raggiunsero la famiglia nel pomeriggio, e con l’arrivo di Hagrid, Lupin, Tonks e Sirius, la famiglia potè definirsi davvero completa.
 
 
 
A Malfoy Manor le cose proseguivano diversamente. Gli Elfi si preoccuparono di addobbare la suntuosa villa per la festa, circondando la casa di addobbi regali e scintillanti. Lucius Malfoy era sempre rinchiuso nel suo studio, mentre la signora Malfoy, era sempre ad oziare beatamente con le amiche e a preparare gli eleganti inviti per la festa natalizia, di cui tutte le famiglie magiche sarebbero stati i partecipanti. Draco e Blaise perdevano tempo con gli allenamenti di Quidditch, di cui Blaise, non era tanto appassionato, oppure si rinchiudevano nella stanza di Draco a consumare la pipa di mogano di Quest’ultimo.
“Mi sto rincretinendo…” Malfoy era poggiato ai piedi del letto e guardava il soffitto con aria sognante.
“Perché mai?” domandò Blaise passando la pipa a Draco che la prese per farne un tiro .
“Mi manca la mezzosangue” Disse lui , ripassando l’oggetto all’amico.
“Normale… ne sei completamente innamorato” Esclamò Zabini Ridendo animatamente. Malfoy lo guardò disgustato.
“solo stronzate sai dire?”. Malfoy si strofinò gli occhi e ritornò a guardare il soffitto. Rifiutava quella parola,per lui l’amore non esisteva. Era solo una favola che le ragazzine sciocche si raccontavano per giustificare le loro azioni da vere stronze. Lui non amava, aveva solo il piacere di stare con Hermione. Stava bene con lei, adorava il suo profumo, il suo corpo, la sua voce, i suoi capelli…Ma no amava tutto questo.
“Io non amo….” Disse lui, trasformando i suoi pensieri in parole.
“No?... non posso mica crederci tanto” Zabini stava stuzzicando l’amico per fargli ammettere una cosa ovvia come era ovvia la loro esistenza.
“Se ci credi è bene..se non ci credi, Fottiti” . i due amici si guardarono e in un attimo scoppiarono a ridere. Perdere il tempo in quel modo era stupefacente.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Auguro un buon Natale a tutti!” Il signor Weasley alzò il calice di finto vetro, e rivolgendo ai presenti un enorme sorriso, diede un augurio generale e di conseguenza diede il via libero ad abbuffarsi con le migliori pietanza preparate dalla signora Weasley. Hermione sedeva tra Fred e George , che cominciarono a prenderla sotto tiro. Avevano saputo della sua storia con Malfoy tramite Ron.
“Quindi possiamo definirti una purosangue? Non sei più la Sporca Mezzosangue Granger” George iniziò a tormentarla non appena lei iniziò a mangiare.
“Parla come si deve George, adesso abbiamo una di sangue reale” Aggiunse Fred, e insieme, scoppiarono a ridere, raggiunti dalle risa di Hermione e Ginny. A lei le faceva piacere che almeno loro ci scherzassero su questa faccenda, non come Harry e Ron , che furono gli unici ad accogliere la notizia in mal modo. I due gemelli, approfittarono anche di questa situazione, per mettere i tre ex amici in difficoltà.
“Harry, perché non passi l’insalata ad Hermione… o hai paura che possa tagliarti una mano?”
“Ron , perché non accompagni Hermione a fare un giro sulla nuova scopa che ti abbiamo regalato. Collaudi un po’ le prestazioni”. Solo lei era divertita da quell’atteggiamento dei gemelli, mentre gli amici, si infastidivano ogni volta che sentivano pronunciare il suo nome. Non appena la cena fu terminata , ognuno si rifugiò nelle proprie stanze, ormai stanchi dal troppo cibo e dall’atmosfera rigida che si era creata. Hermione si chiuse in camera con Ginny, e non appena lei si fu addormentata, lei iniziò a scrivere una lunga lettera a Malfoy. Gli mancava tanto. Aveva voglia di stringerlo a  sé. Aveva voglia dei suoi baci e del suo profumo. Quello che scrisse nella lettera preferì non leggerlo perché se lo avrebbe fatto, non l’avrebbe mandata. Lì racchiuse tutto ciò che sentiva. Tutti i suoi sentimenti, e incurante delle conseguenze, legò la  pergamena al piccolo Leo e lasciò che il messaggio arrivasse a destinazione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Musica leggera , abiti scintillanti, bicchieri di cristallo, componevano il tipico natale a casa Malfoy.  Lucius, accompagnato dalla moglie Narcissa e dal figlio Draco, salutarono uno ad uno i presenti quella sera. Personaggi illustri parteciparono a quella serata, cosa che annoiò molto Draco. Rivedere sempre gli stessi visi ogni anno ormai era diventata una vera e propria scocciatura. Fingersi interessato ai discorsi di politica che il padre intratteneva con i membri del Ministero della Magia, rendeva Malfoy ancora più nervoso e la voglia di ribellarsi cresceva sempre di più.
“Se  non riesco a bere per i prossimi 5 minuti , inizio a fracassare qualcosa o qualcuno” aveva sussurrato Draco a Zabini, che in un angolo dell’enorme sala addobbata per quella sera, assisteva divertito, alla commedia che l’amico era costretto a recitare.
“Non credo che a tuo padre faccia piacere vederti con un bicchiere di Wisky incendiario o con altro” disse lui mantenendo un sorriso cordiale, riservato ai passanti.
“Fanculo anche lui” . Draco era davvero stufo di stare lì, di stare con quelle persone alla quale importava solo il tuo titolo. Voleva andare via. Voleva stare ovunque tranne che lì. Avrebbe tanto voluto andare da Hermione.
“Io vado via” Disse Draco d’un tratto. Avrebbe preso la carrozza del padre e sarebbe andato da lei. Non gli importava del padre e soprattutto di tutti quei bambocci ben vestiti. Ora l’unica cosa che voleva era incontrare gli occhi della Granger e gettarsi con lei nella passione dei loro corpi.
“Oh Draco, dove cazzo vai? “ Blaise gli si parò d’avanti.
“Vado via … non posso restare un solo minuto tra questi stronzi! Mi fanno solo schifo. Voglio andare tra persone vere, no tra questi bambocci che si fregano tra di loro! “ Malfoy era deciso ad abbandonare la sala, e Zabini era più deciso di lui a non farlo andare via.
“Non farlo… “ Zabini sperava che quella scena non stesse attirando l’attenzione dei presenti,  e per sua fortuna, non fu così. Era sempre pronto a difendere il suo amico e a non lasciarlo sbagliare , e quindi non poteva permettergli di lasciare la sala.
Improvvisamente i due ragazzi furono raggiunti da Lucius Malfoy, accompagnato da un uomo, alto e pelato , e da una ragazza, dai lunghi capelli rosso fuoco e gli occhi verde smeraldo.
“Cassius, voglio presentarti mio figlio Draco” Il viso di Lucius si illuminò di gioia non appena vide il figlio. Cosa che parve strana al giovane Malfoy.
“Molto lieto figliolo ! Lucius davvero complimenti, hai un figlio meraviglioso” esclamò l’uomo di nome Cassius non appena lo vide. Malfoy guardò l’uomo con sguardo torvo. Poi si voltò verso la ragazza che gli rivolgeva uno sguardo ammiccante.
“ Lei è mia Figlia, Leonide. “ Presentò Cassius. Malfoy le baciò elegantemente la mano, e in quel momento dimenticò ogni cosa. La sala non gli fu tanto restia , le persone non gli furono tanto male, e quella ragazza apparve più interessante di quanto potesse sembrare.
“ Laciamo i giovani soli…noi occupiamoci d’altro” Lucius prese l’amico sottobraccio e si allontanarono per lasciare soli i tre. “ Allora tu sei il famoso Draco Malfoy” disse la ragazza con voce soave. Zabini dovette ammettere che era davvero bella, ma questo non giustificava il comportamento dell’amico, che sembrò non ricordare più che avesse una fidanzata e che pochi minuti prima aveva cercato di scappare da li, per raggiungerla.

“In persona…” Rispose lui , ritornando il Malfoy di tre mesi prima. Il Malfoy incurante dei sentimenti altrui. Zabini cercò più volte di tirarlo fuori dalla trappola di quella ragazza, ma lui,  cacciò l’amico, che rassegnatosi si allontanò. Li guardò sparire tra la folla, e una gran delusione si impadronì di lui. Sapeva che l’amico non sarebbe mai cambiato. Anche l’amore non avrebbe cambiato mai Draco Malfoy
 

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Capitolo 11
*** 11. Amare verità ***


“Ho fatto una cazzata Blaise…. Davvero un enorme cazzata”. Le vacanze di Natale erano terminate, e Malfoy, insieme a Blaise  erano pronti a rientrare ad Hogwarts. Anche se Malfoy, avrebbe evitato volentieri quel rientro, come avrebbe volentieri evitato incontrare Hermione.
Aveva sbagliato, era caduto nella rete della ragazza dai capelli di fuoco. Aveva trascorso la notte con lei, dimenticandosi completamente della sua Grifondoro. Anche se, un piccolo gufo, trovato il giorno dopo appollaiato al davanzale della sua camera , gli aveva fatto ritornare tutto alla mente, e , dopo aver letto la lunga lettera nel quale Hermione aveva riposto il cuore, un gran senso di colpa si era impadronito di lui. Il vecchio Malfoy se ne sarebbe  fregato, ma come solo lei poteva fare, le parole di Hermione avevano fatto risorgere nuovamente il nuovo Malfoy, dimenticato la notte prima.
“Non dirle nulla e tutto si risolve” . Blaise era consapevole dell’enorme sbaglio commesso dall’amico, ma se Hermione non avrebbe mai saputo la verità, le cose non avrebbero preso nessuna piega sbagliata. La carrozza ferma nel viale di Malfoy Manor era stata caricata ed era pronta a riportarli ad Hogwarts, ma prma di partire, Malfoy prese la lettera che ancora portava con sé, e la lanciò all’amico .“Dimmi tu come faccio a tenermi tutto dentro! Lei non lo merita… Non merita queste cose”. Aveva la rabbia che gli percuoteva l’animo. Odiava se stesso per aver fatto uno sbaglio tanto stupido. Perché aveva ceduto al piacere del corpo, e non aveva messo in primo piano quello che provava per lei. Perché si era fatto trascinare in quel turbine pericoloso, e non era rimasto tra le braccia del suo angelo? In fondo la risposta era semplice,  ma lui continuava a tormentarsi.
Blaise guardò l’amico, poi spostò lo sguardo sulla pergamena:
Caro Draco,
Ho preso piuma e pergamena, e ho deciso di mettere giù qualche parola per te.
Ho trascorso il Natale più brutto della mia vita, non solo perché i miei due migliori amici non mi parlano, ma anche perché sono stata lontana da te. In questi giorni mi sei mancato come l’aria. Mi sono sentita persa senza i tuoi baci, i tuoi occhi e senza il suono della tua voce.
L’unica cosa che mi rende felice è il rientro ormai prossimo a Hogwarts, finalmente ti rivedrò, e finalmente potrò sentirmi di nuovo viva. Ho una gran voglia di trascorrere altri mille giorni con te , nella nostra stanza , dove lì è nato tutto, dove ho scoperto il vero Draco Malfoy, e dove hai rubato il mio cuore. La lontananza , fa riflettere molto, e io ho potuto riflettere su di noi, e sulla nostra storia. Forse potrai considerarmi una pazza sciocca, una stupida. Ma credo che scriverlo sia la cosa migliore, perché il coraggio  di dirti ciò che sto per scrivere  non né ho…
Io mi sento parte di te, ti sento parte di me. Credo di Amarti, e credo che questo non cambierà.
  Buona notte, e buon giorno se riceverai questa lettera quando ti sveglierai.
                                                                                                                      Tua, sempre e per sempre
                                                                                                                                                                Hermione. “
“Si Draco, hai fatto un’enorme cazzata!”. Zabini confermò l’accusa di Draco, che poggiando la testa sul retro della carrozza iniziò a maledirsi e a maledire quella maledetta ragazza, che dopo quella notte non aveva , per sua fortuna, più rivisto. Da dove era sbucata? Perché aveva puntato , tra tante persone in sala, lui? Chi era?  .
Gettò l’ultimo sguardo alla sua dimora, e armandosi di coraggio , entrò in carrozza, che partì verso la meta.
 
 
 
Hermione scese dal treno assaporando l’aria muschiata che circondava Hogwarts. Finalmente era ritornata , e finalmente avrebbe rivisto il suo Malfoy. Anche se  un gran sconforto si impadronì di lei non appena ripensò la lettera che gli aveva mandato. Aveva pensato che scrivere ciò che provava forse avrebbe dato una svolta migliore alla loro storia. Ma , purtroppo non aveva dato svolti positivi. Infatti, dopo quella lettera Malfoy non le aveva né risposta , e non aveva né mandato sue notizie. Forse lo aveva spaventato, ma lei era pronta a camminare con i piedi di piombo se lui glielo avesse chiesto.
“Ehi… sveglia bella addormentata, sta per nevicare, è fa troppo freddo!” Ginny la spinse da dietro, e aiutandosi a trascinare i bagagli raggiunsero il castello.
Molti studenti stavano rientrando, tutti pronti a trascorrere l’ultimo dell’anno nella loro adorata scuola, anche perché, molti studenti, festeggiavano l’ultimo dell’anno a modo loro senza essere intralciati dalla presenza dei genitori.
Hermione salutò molti studenti appartenenti della sua casa, ma senza molta attenzione su chi fossero o su cosa dicessero. L’unico pensiero fisso era Malfoy, che purtroppo non scorse tra la folla di studenti, e amareggiata si trascinò verso la sala di ritrovo.
“Forse è ancora in viaggio… vedrai che non appena arriverà verrà a cercarti” . la rassicurò l’amica notando lo sguardo affranto di Hermione.
“Ho paura di averlo spaventato, scrivendogli quella lettera. Forse non dovevo”. Hermione aveva informato l’amica della sua azione .
“ Se te la sei sentita , non devi sentirti in colpa. Hai seguito il tuo cuore, e non è mai sbagliato!”  . Ginny non aveva nulla in contrario sull’azione dell’amica, anzi, l’apprezzava molto, perché era capace di fare ciò che lei non era capace di fare. Aveva buttato giù il muro delle apparenze e si era gettata in una storia , fregandosene delle conseguenze, cosa che lei non avrebbe mai fatto.
“Grazie Ginny…” Hermione le era davvero grata,  lei le era vicina in quel momento difficile. Il mondo le aveva girato le spalle ma lei continuava a starle accanto e a comportarsi come una vera amica.
“ Lo sai che sono sempre dalla tua parte… Mio fratello ed Harry esagerano! E quindi…conta sempre sulla mia spalla forte!” . Hermione si rassicurò abbastanza da non notare l’ingresso di Malfoy, che non appena la vide incamminarsi verso le scale, gettò un sospiro di sollievo. Non era ancora pronto ad affrontarla.
 
 
 
 
Hermione dovette attendere un giorno, prima di rincontrare Malfoy. Dopo averla evitata per tutto il giorno, le aveva spedito un messaggio dove le diceva di volerla incontrare nel solito posto.Hermione aveva letto il messaggio con il cuore alla gola,  e non appena raggiunse la stanza, esitò prima di entrare.
Draco era seduto sulla poltrona di velluto, e non appena sentì la porta aprirsi alzò lo sguardo verso Hermione. Il cuore iniziò a battergli forte, e il senso di colpa iniziò a farsi nuovamente sentire.
“Che accoglienza… aspettavo una reazione diversa” Esclamò Hermione , senza               lasciar che la delusione e lo sconforto gli attraversasse il viso.
“ Granger, ti devo parlare” Il suo tono era freddo, e chiamarla non per nome, fece capire ad Hermione che qualunque cosa avesse da dirle, non ne sarebbe stata contenta.
“Adesso siamo ripassati ai cognomi? Cosa hai da dirmi…MALFOY?”. Draco mise la testa tra le mani. Odiava quella situazione, odiava essere un bastardo e odiava vedere la sua Hermione così. Non lo meritava, non meritava tutto quello. Era pronto a terminare quella faccenda in pochi minuti, non si sarebbe perso in giri di parole, non avrebbe cercato di scusarti. Ma le avrebbe schiacciato la sporca verità in faccia. Non perché non tenesse a lei, ma solo perché non meritava di essere mentita.  Meritava solo sincerità.
“Sono stato con un'altra” . Fu come essere colpita da un pugno direttamente allo stomaco. La testa iniziò a girarle , e un senso di vuoto le prese al petto. Rimase a fissare gli occhi di Malfoy, che la guardava con durezza. Riconobbe quello sguardo, riconobbe lo sguardo di quel Malfoy che aveva sempre odiato, che aveva sempre detestato.
“ Perché?” L’unica cosa che le venne da chiedere, era il perché. Il perché di quella azione, il perché glielo avesse detto così sfacciatamente. Non sapeva cosa chiedergli , e cosa che mandò su tutte le furie Malfoy, fu che non c’era rabbia nei suoi occhi, ,ma solo delusione.
“CAZZO GRANGER! TI HO TRADITA… TI HO TRADITA… SONO STATO CON UN'ALTRA! HO SCOPATO CON UN'ALTRA RAGAZZA! NON DOVRESTI CHIEDERMI IL perché, MA DOVRESTI ODIARMI!” Malfoy si era alzato dalla poltrona, e si era avvicinato a lei, urlandole la verità dritta in faccia. Hermione non sapeva cosa fare, le tremavano le mani, gli occhi si riempirono di lacrime amare,  ma rimase paralizzata lì. Le gambe le tremavano e il cuore batteva a mille.
“Perché?” Continuava a chiedergli, con voce tremante. Malfoy le si parò d’avanti , la gettò contro il muro.  La guardò dritta negli occhi, in quegli occhi che lo avevano cambiato, quegli occhi che aveva sognato, che gli avevano fatto battere il cuore. Stava gettando tutto , stava rinunciando alla cosa più bella che si fosse presentato sulla sua strada.
“Granger, io non posso cambiare ciò che sono… Io sono Draco Malfoy. Non amo… Non amo te, quanto tu ami me… Non voglio amarti e non posso amarti!” . Quelle parole erano in netto contrasto con la sua voce, che tremava, e dai suoi gesti. Le mani di Malfoy accarezzarono il viso della ragazza, come se stesso dando addio a qualcosa che gli sarebbe mancato più di qualunque altra cosa al mondo. Le toccò le labbra, sapendo che non le avrebbe potuto baciare più,sapendo che labbra come quelle non le avrebbe più trovate. Gettò il viso nei suoi capelli assaporando per l’ultima volta quell’odore così dolce.
“Non meriti un bastardo come me, Hermione… meriti molto meglio”. Quel sussurrò peggiorò la situazione. Hermione scoppiò a piangere fragorosamente. E si aggrappò al pool del serpeverde.
“Malfoy… io ti amo”. Non era quello che Malfoy avrebbe voluto sentire. Anzi, avrebbe preferito insulti e schiaffi. Li avrebbe retto meglio, ma quelle parole, lo distrussero. Si staccò da lei .
“No… Non puoi… “ Draco non sapeva cosa dirle.  Non sapeva come fare per fermare quelle lacrime, non sapeva come fare per cancellare quello sbaglio. Non voleva perderla. Ma purtroppo si era fregato da solo.
“Draco… “ Hermione si avvicinò a lui, ma DRaco la fermò in tempo. La guardò per l’ultima volta, e senza aggiungere altro uscì dalla stanza lasciando Hermione  a strugersi per lui.

 Dopo quell’evento, Hermione era decisa più che mai a non farsi vedere in giro con il viso distrutto dal dolore. Si armò di tutto l’orgoglio che possedeva, e decise che Malfoy l’avrebbe solo rimpianta. Anche se ogni giorno si chiedeva dove avesse sbagliato, ogni giorno si chiedeva chi fosse la ragazza con la quale Malfoy l’aveva rimpiazzata, ogni giorno era pronta a mostrare il suo sorriso migliore, ogni giorno era pronta a mettere in mostra il suo talento, con la speranza di tormentare Malfoy.  Intanto le cose con Harry e Ron non migliorarono nemmeno quando la notizia della loro rottura li raggiunse. Ginny non appena ebbe finito di consolare l’amica , si era catapultata dai due, che , nonostante ebbero una reazione molto violenta, rimasero a tenere il muso. Hermione ormai non voleva badarci più di tanto , ormai nulla aveva importanza. Voleva solo che quell’anno giungesse a termine, e poi avrebbe gettato tutto alle spalle.

Intanto per i ragazzi dell’ultimo anno , erano pronti le prove di metà anno. Ed Hermione era pronta a spiccare tra i migliori, cosa che non si presentò molto difficile.
“Smettila di tormentarti sui libri… Non è finita la tua vita . Vieni con me a vedere la partita di Harry. Ti Prego” . Era giunta finalmente la partita che Harry aspettava con ansia. La prima partita che i Grifondoro avrebbero affrontato contro i Corvonero. La sua squadra si era molto impegnta, e quindi era decisa a vincere. Ginny era già pronta, armata di bandierine e sciarpa, ora doveva solo convincere l’amica ad accompagnarla. Hermione era seduta alla sua solita postazione in biblioteca, sommersa dai numerosi manuali di incantesimo, trasfigurazione e pozione. Stava gettando la sua disperazione nei libri.
“Ginny ho da fare… passa dopo” le rispose lei, non staccando lo sguardo dalla sua pergamena. Ginny non avrebbe lasciato l’amica a distruggersi con lo studio, era determinata a trascinarla con se, anche  con la violenza se fosse stato necessario.
“Hermione Granger, pretendo che tu mi segua a vedere questa maledetta partita! Non posso pensare di lasciarti da sola qui, in questa biblioteca polverosa.. Per chi poi? Per Draco Malfoy? Lui non merita il tuo dolore, e tu non meriti di stare così! “ , Hermione guardò l’amica con aria stanca. Non voleva sentire pronunciare il nome di Malfoy, e non voleva che Ginny tardasse alla partita. Non fece ulteriori storie, e quindi la seguì verso il campo.
 
 
 
La scuola, come da copione, era riunita sugli spalti. Tutti in attesa dell’inizio della partita. I serpeverde speravano che i loro acerrimi avversari vincessero la partita , in modo da poterli incontrare nel prossimo incontro.
Ginny ed Hermione si accomodarono al loro solito posto, dove incontrarono i loro compagni di casa, Neville , Samues e Dean, anche loro ornati da cappellini e sciarpe che riportavano il logo e i colori della squadra.
Non appena fu dato il segnale di inizio della partita, in cielo si liberarono i 14 giocatori che si sarebbero affrontati onorevolmente. Dagli spalti occupati dai Grifondoro, si poteva udire l’inno a Ron, che i serpeverde, avevano fornito qualche anno prima, come canto di scherno. Ma i compagni di casa lo avevano trasformato in lode per Ron. Ginny non appena vide entrare il suo adorato Harry hettò un urlo di Gioia, decisa a sostenere fino alla fine il suo eroe.
Anche Hermione, nonostante tutto, sosteneva gli amici con la stessa passione di sempre. E quando i giocatori si furono sistemati ai loro posti, la partita potè iniziare.
Intanto, su qualche spalto più in basso, qualche altro spettatore non si interessava della partita in corso. Malfoy non poteva evitare di non guardarla. Non poteva distogliere lo sguardo da quella bellezza, che ormai lo aveva lasciato. Malfoy era completamente cambiato dopo la loro separazione. Non era più quello di prima. L’unica sua consolazione era la sua adorata pipa, e il suo wisky incendiario, visti come unici rimedi per superare quella situazione. Vederla ogni giorno non aiutava, soprattutto vedere il suo sorriso non aiutava. Non aiutava vederla alle lezioni, e vedere quanto stesse bene senza di lui.
“Non credo che ti faccia bene startene qui a guardarla, senza fare nulla. Dovresti cercare di parlarle.” Suggerì Blaise, che come sempre aveva notato quel che non andava , e come sempre era pronto a dare consigli. Malfoy fece finta di non ascoltare le sue parole, e senza dir nulla ritornò a concentrarsi alla partita. Anche se il consiglio dell’amico lo aveva afferrato.
 
 
 
 
La partita si concluse con la Vittoria, gia predetta , dei Gifondoro. Harry era stato magnifico, e Ron non era stato da meno. Per concludere con i fiocchi la partita, Harry aveva dedicato la vittoria a Ginny regalandole il boccino della vittoria, cosa che rese  la giovane Weasley  raggiante. Gli studenti uscirono dal campo per dirigersi al castello , mentre Ginny e Hermione, rimasero ad aspettare i due amici, che si intrattennero negli spogliatoi per dedicarsi una doccia. Mentre attendevano, Hermione scorse Malfoy, e con una fitta al cuore, si accorse che si stava dirigendo verso di lei.
“Ginny, io vado via…” Disse lei in un sussurro. Non aveva voglia di scontrarsi con il principe delle serpi, non aveva nessuna voglia di incontrare il suo viso, e di sentire la sua voce. Ginny non riuscendo a capire il motivo di quella decisione improvvisa, cercò di trattenerla, credendo che fosse causata dal fatto che non volesse incrociare gli amici, per non subire la loro indifferenza.
“Ginny non posso rimanere…devo andare” continuava a dire lei, sperando di essere capita, e sperando in un cambio di direzione di Malfoy. Poi tutto accadde come un flasch. Malfoy che giunto da lei , cerca di prenderla da parte per parlargli, Ron che li raggiunge in una velocità inaudita. Ron che prende Malfoy per la camicia e gli punta la bacchetta alla gola, Malfoy che si libera con velocità e scaraventa Ron per aria ed Hermione che raggiunge Ron che ansimante si agita per terra.
“Ron …Ron…mi senti…Guardami Ron” Hermione urlava il nome dell’amico, sperando di calmarlo. Malfoy guardava la scena inorridito. Non voleva far del male a Weasley, ma doveva pur difendersi. Harry , che aveva appena raggiunto gli amici , si rivolse verso Malfoy.
“Con quanto coraggio cerchi ancora di parlare con lei? Non è stato abbastanza quello che le hai fatto? Vuoi continuarla a tormentarla?” Harry era furioso, e si avvicinò a Malfoy con fare minaccioso,ma fu bloccato in tempo dagli amici di quest’ultimo che gli si pararono d’avanti, in modo da impedirgli il contatto con il principe delle serpi.
“Potter stanne fuori” Gli urlò Malfoy, pronto ad attaccare anche lui, se fosse stato necessario.
“No che non voglio starci fuori.. Hai ferito la mia amica, e adesso continui a volerle far del male! Non posso permettertelo…avvicinati a lei, e dovrai fare i conti con me” . Hermione rivolse l’attenzione verso la scena che stava attirando attenzione da parte di tutti gli studenti che passavano da lì. Non sapeva cosa fare. Era felice che Harry la stesse difendendo, questo voleva dire che le voleva ancora bene, ma comunque desiderava ardentemente che Malfoy la prendesse e le chiedesse di ritornare insieme, perché nonostante tutto, lei lo amava ancora, e da stupida ragazza, quale lei era, era anche pronta a perdonarlo.
Poi improvvisamente furono raggiunti dalla Mcgranit e Piton, che erano stati anche loro attirati da tutto quel franbusto. La Mcgranit corse ad assistere  Ron, mentre Piton prese Malfoy per un braccio e lo allontanò da quella situazione, che sarebbe risultata sconveniente .
“Ora la portiamo in infermeria Signor Weasley, si calmi,è tutto finito” la voce della professoressa cercò di rassicurare Ron, il corpo era mosso da percosse. Hermione aveva le lacrime agli occhi.Era colpa sua. Sia lei, che Harry, presero Ron, e aiutandosi a vicenda, con l’aiuto della Mcgranit , trascinarono il corpo di Ron, all’interno del castello, dritti in infermeria. L’infermiera, non appena li vide, subito si mise all’opera, e ordinò ai presenti di aspettare fuori. Ginny piangeva tra le braccia di Harry, ed Hermione, si tormentava le mani.
“Grazie… per avermi difesa”. Disse Hermione, rivolgendo ad Harry uno sguardo colmo di lacrime. Harry le prese la mano.
“Non ti lascio sola Herm….” Disse lui, sorridendole come aveva sempre fatto. Quel sorriso trasmise ad Hermione una grande gioia. Finalmente aveva ritrovato i suoi amici.
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** 12.Dimenticare ciò che sei stato...ricordare chi c'è sempre stato... ***


Piton trascinò Malfoy nel suo studio, era furioso con lui. Non poteva mettersi in situazioni del genere, aveva una reputazione da mandare avanti, e sapeva che toccava a lui farglielo capire.
“Siediti screanzato!”Gli ordinò il Professore chiudendosi  la porta alle sue spalle. Draco lo guardò torvo. Non sapendo cosa volesse da lui.
“ Cosa ho combinato Professore” Malfoy assunse il suo solito tono irruente. Non aveva nessuna voglia della morale di Piton. L’ultima cosa che voleva in quel momento era essere detto come doveva comportarsi .
“Non usare quel tono con me, giovanotto! Spera solo che questa notizia non arrivi a tuo padre!” Piton aveva alzato la voce. Era preoccupato per il suo miglior studente.
Malfoy, che aveva preso posto su una delle poltrone , che si trovavano nell’ufficio del professore, si accese la sua solita pipa, fregandosende di ciò che avrebbe pensato Piton e suo padre.
“Io spero di si” , disse lui , aspirando una gran quantità di fumo, per poi ricacciarlo dritto al viso di Piton. Se un altro studente si fosse trovato in quella situazione, l’espulsione sarebbe stata immediata. Ma , come era sempre stato, Malfoy aveva sempre avuto le spalle coperte da Piton, e anche lui non aveva intenzione di toccarlo in nessun modo.
“ascoltami Draco, capisco che situazioni del genere portano sconforto…Ma non puoi gettare tutto per una ragazza….” Il tono paterno che Piton assunse, mandò Malfoy su tutte le furie. Cosa ne sapeva lui di come si sentiva? E cosa ne sapeva lui della sua storia con Hermione. Forse le voci erano giunte fino ai professori, ma della loro rottura ne sapevano pochi.
“Lei cosa ne sa? Cosa cazzo sa di me e di Hermione” . Malfoy si era alzato violentemente, e stava sbraitando contro il professore, che  continuava a guardarlo con comprensione.
“Conosco abbastanza da poterti dire che non ne vale la pena. Sai che tuo padre non accetterà mai” . Malfoy rimase in piedi a guardare quell’uomo che per anni aveva ricoperto un ruolo molto importante nella sua vita. Da sempre lo aveva affiancato , trasmettendogli tutto ciò che conosceva, sostituendo la figura di quel padre che per lui non c’era mai stato. Ma in quel momento odiava quell’uomo che stava cercando di spiegargli che Hermione non era per lui, che il padre non avrebbe approvato quella storia. Ma a lui non importava, perché a lui importava stare con lei.
“ A me di cosa potrebbe pensare mio Padre non mi frega un cazzo! “ Gli urlò contro , e senza aggiungere altro lasciò la stanza , lasciando Piton perplesso e preoccupato. Non sapeva come agire. Forse aggiornare il padre su ciò che stava accadendo sarebbe stata la cosa più giusta.
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo l’evento dopo la partita, l’intera scuola aveva iniziato a chiedersi cose era accaduto tra i due. Nessuno sapeva della “scappetella” natalizia di Malfoy,  ma gran parte delle ragazze con la quale erano state con lui presero in considerazione questa possibilità.
Intanto Hermione si era rafforzata, avendo accanto i suoi migliori amici. Non aveva intenzione di mostrare il suo lato debole all’intera scuola, e tantomeno a Malfoy, che già aveva già scoperto quel suo lato debole e fragile. Ormai si era denudata di tutto, lui era riuscito a gettare giù quel muro che da anni Hermione aveva cercato di rendere impenetrabile, ma lui c’era riuscito con poco. Ma lei comunque era decisa a ricostruirlo, e a rafforzarlo ancora di più.
Intanto Harry, aveva ancora in mente di portare avanti un suo piccolo piano, che aveva lasciato da parte, ma comunque non aveva cancellato. Ginny era all’oscuro di tutto, a differenza di Ron che sosteneva l’amico più che mai. Rivederla felice avrebbe reso entrambi gli amici felici, e l’unico modo era quello che Harry aveva confabulato grazie ad una Ginny inconsapevole.
“Ron, smettila di perdere tempo e getta la testa nei libri”. Le giornate erano ritornate quelle di sempre. Come ormai accadeva da sette anni, i tre amici erano rinchiusi in biblioteca , al solito tavolo accanto alla finestra. E come sempre Hermione trastrullava i compagni, che come sempre , perdevano tempo in chiacchiere, invece di dedicarsi allo studio.
“Hermione , rilassati un po’….eri più piacevole quando….” . Ron si fermò di botto, arrossì violentemente, e senza aggiungere altro, si concentrò sul suo saggio di Trasfigurazione. Hermione si gelò, ma come si era ripromessa a se stessa, non diede alcun segno di tristezza nel suo sguardo, cosa che non ingannò Harry, che ormai conosceva l’amica fin troppo bene, e sapeva cosa provava.
 
 
 
 
 
Intanto Malfoy, ritornò ad essere quello di sempre. Non aveva cerato più di avvicinare Hermione, anche perché le volte che ci aveva provato, aveva fallito miserabilmente. Era sempre affiancata dai suoi odiosi amici, e quella volta che l’aveva ritrovata da sola , lo sguardo che gli aveva rivolto era stato capace di gelargli il sangue. Ormai era consapevole che forse la doveva lasciar perdere. Lui voleva essere perdonato, perché si odiava , ma lei , aveva cancellato del tutto quella parola. E lui poteva scorgerlo dal suo sguardo, dal modo in cui lo guardava ogni volta che i loro sguardi si incontravano. Non vedeva più la sua dolce Hermione, ma solo l’Hermione che per anni aveva ignorato.
 
Il tempo iniziò a volare, i giorni erano tutti uguali e in un attimo giunse Febbraio e con esso i giorno che Hermione da sempre aveva odiato, e che in quel momento odiava di più. San Valentino rese l’atmosfera di Hogwarts insopportabile. Mille cuori aleggiavano per il castello, ragazzi innamorati si scambiavano effusioni romantiche, ed Hermione non aveva nessuna voglia di guardare tutto quell’amore , che mancava nella sua vita in quel momento
“ Non capisco il perché siano state annullate le lezioni. Oggi è un giorno normale…. “ Hermione si aggirava per i corridoi di Hogarts affiancata dalla sua fedele Ginny, che divertita, assisteva ad un Hermione cinica.
“ Oggi è San Valentino… il giorno di tutti gli innamorati” Esclamò Ginny, sorridendo raggiante. In fondo anche lei odiava quel giorno, perché priva di un “Valentino” d’amare, ma comunque amava l’atmosfera che si respirava. Vedere tutte quelle coppie innamorate, che attendevano quel giorno, per dare una dimostrazione in più a ciò che provavano gli uni per gli altri. Che aspettavano San Valentino per scambiarsi parole romantiche senza sentirsi idioti.
“Si.. wuohoo! Che felicità! “ Esclamò sarcasticamente Hermione, sorridendo divertita all’amica.
Improvvisamente le due ragazze furono raggiunte da Ron, che raggiante le salutò.
“ Questa felicità a cosa è dovuta?” Gli domandò Hermione, vederlo raggiante in quel modo era strano anche per quel giorno. Ron non rispose, si limitò ad un’alzata di spalle e ad un sorriso ancora più raggiante.
“Fratellona… cosa hai in mente?” . Anche Ginny era sospettosa.
“Niente ragazze…. Venite con me al lago?” Ron prese le due sotto braccio, e senza aspettare la loro risposta a quell’invito, le trascinò con se.
 
 
 
 
 
 
Malfoy era sdraiato sul suo comodo letto con nessuna intenzione di uscire da quella stanza. Era stato sommerso da regali sdolcinati di ragazzine ebeti che gli confessavano il loro amore sconfinato . Pochi minuti prima aveva dovuto fare i conti con Funny, che aveva tentato di sedurlo facendosi trovare in tenuta sexy sul suo letto, che aveva ricoperto di petali di rose e varie leccornie di San Valentino, non sapendo che per lui erano veleno. Odiava la cioccolata come  odiava quel giorno. Aveva cacciato la giovane pantera, che aveva lasciato la stanza in lacrime.
Improvvisamente la porta si riaprì nuovamente e Malfoy rimase sorpreso nel vedere chi fosse entrato.
Pansy rimase sulla porta, in attesa di essere invitata ad entrare.
“Entra, cosa fai lì alla porta” disse Malfoy alzandosi a sedere e facendole cenno di accomodarsi accanto a lui. In fondo, i due , erano sempre stati amici, e anche se tra i due era nata un’attrazione fisica, lei era l’unica a godere ancora di un trattamento di amicizia, cosa che non avevano le altre che dopo aver soddisfatto le voglie del Serpeverde, ritornavano ad essere semplici studentesse anonime ,senza un nome.
Pansy entrò titubante nella stanza, tra le mani non reggeva nulla, cosa che tranquillizzò Draco, timoroso che anche lei , si sarebbe fiondata su di lui per donargli non solo il suo corpo , ma anche qualche gingillo romantico.
“Non imparano mai vero? Sempre a regalarti questa cioccolata”. Esclamò la Serpeverde notando le varie scatolette che erano state lasciate per la stanza senza essere nemmeno aperte. Malfoy gignò divertito.
“Si… nessuno impara mai” sussurrò lui, rivolgendo lo sguardo verso la ragazza che continuava a guardarlo con aria sognante.
“Draco..ascolta, non so se sia il caso, ma…. Dovresti venire a vedere una cosa”. Pansy assunse un aria preoccupata. La voce le tremava , aveva un certo timore nel dire ciò che stava pronunciando. Non sapeva se ciò che stava per mostrargli avrebbe reso Draco furioso, o se il serpeverde avrebbe visto la cosa con aria indifferente. Non avrebbe reagito o se lo avrebbe fatto, come lo avrebbe fatto . Ma Pansy si sentiva in dovere di mostrarglielo, doveva vedere ciò che stava per accadere, e doveva prendere una reazione. Perché Pansy era stanca di vederlo in quello stato, era stanca di scorgere negli occhi tempestosi solo tristezza e durezza. Lui nascondeva il suo dolore nel suo solito modo di fare, ma lei sapeva che tutto ciò era solo una maschera per coprire il suo vero stato.
Il giovane Malfoy guardò l’amica non sapendo cosa volesse da lui. Cosa gli volesse mostrare.
“cosa è successo Pansy?” Chiese lui preoccupato per l’amica. Pansy lo prese per mano, e senza dirgli altro, lo trascinò fuori da quella stanza. Doveva vedere come quella sporca Mezzosangue lo stava prendendo in giro.
 
 
 
 
Hermione, accompagnata dai due Weasley, raggiunse il lago nero, ricoperto da uno strato di Ghiaccio e neve, e ciò che vide sembrò essere un miraggio. Harry era in piedi accanto al salice imbiancato di neve, e accanto a lui c’era Victor Krum. Erano persi in una animata e divertente discussione, forse risalente a quando insieme affrontarono il Torneo Tremaghi  tre anni prima. Ma quello scambio di ricordi si interruppe non appena lui si voltò e vedendo la sua Hermione, lasciò Harry , e si incamminò verso di lei . Nonostante non si fossero sentiti per quasi sei mesi, rivederla per lui era sempre una gioia. Non era cambiata per nulla, era sempre straordinaria. Hermione non sapeva se corrergli contro, o rimanere li, ad aspettare che fosse lui a raggiungerla. Victor era mutato . Il viso da studente aveva lasciato il posto ad un viso di uomo ormai affermato nel mondo reale. La sua carriera di giocatore non era terminata, ma comunque lui aveva deciso di dedicarsi anche ad altro oltre allo sport. In germania era riconosciuto non solo per le sue doti di formidabile giocatore, ma anche perché ormai era divenuto uno degli AUROR più importanti del paese.
Harry rivolse a Ron e Ginny un gesto di trionfo. Ron ricambiò quel gesto , mentre Ginny era rimasta imbambolata. Non poteva crederci che Harry aveva fatto in modo che i due si sarebbero incontrati. Lei sapeva che , anche se Hermione sarebbe stata più che contenta di incontrare di nuovo il suo vecchio e caro amico di penna, questo non avrebbe potuto colmare il vuoto che aveva lasciato Malfoy. Anzi, sapeva che avrebbe gettato Hermione in un turbine di indecisioni e sensi di colpa. Lei ne era certa, a differenza degli amici , convinti di aver fatto del bene.
Hermione fece un passo avanti, ma aspettò che Victor la raggiungesse,  e non appena furono abbastanza vicini, lui la prese tra le braccia e la strinse forte a se. Hermione ricambiò quell’abbraccio, anche se continuava ad essere confusa. Non sapeva cosa dirgli, non sapeva cosa fare.  In quel momento vide solo opportuna ricambiare quell’abbraccio.
 
 
 
Intanto, distante a pochi metri, Malfoy affiancato da Pansy, assisteva a quella scena, provando per quella ragazza, che non solo gli aveva preso il cuore, ma che cercava anche di fregarlo e di prenderlo in giro, un gran odio. Senza aspettare altro si allontanò senza dire una sola parola ma con un'unica convinzione: Il caro e vecchio Malfoy era tornato.

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Capitolo 13
*** 13. Spezza le catene, e renditi libero... ***


L’arrivo di Victor Krum causò scompiglio non solo all’interno della scuola, tutti inconsapevoli di cosa stesse accadendo e curiosi di saperne di più, ma anche nella vita di Hermione. Lui non le aveva detto quanto tempo sarebbe rimasta, ma le aveva assicurata che il Preside Silente gli aveva dato piena disponibilità, e se avrebbe voluto, avrebbe anche potuto rimanere fino alla fine dell’anno, cosa che non rientrava nei suoi progetti. Hermione non vedeva l’utilità della sua permanenza all’interno della scuola. Ma a lui bastava trascorrere quel poco tempo con la giovane Grifondoro, e come se il tempo avesse fatto un salto indietro, Hermione si ritrovò a passare le stesse giornate di tre anni prima, quando lui amava guardarla studiare,senza rivolgerle la parola, preferendo solo guardare il suo viso concentrato . Hermione si sentiva alquanto imbarazzata .
“ Hai fastidio se ti guardo?” . Victor non aveva mai imparato del tutto l’inglese, e l’accento tedesco era molto marcato, cosa che aveva sempre divertito Hermione. Lei ricambiò lo sguardo a quel ragazzo che , nonostante tutto, continuava a rivolgerle quell’aria sognante . Hermione scosse il capo, sorridendo. In fondo, le piaceva che qualcuno l’ammirasse nel suo quotidiano, e ammirasse il suo amore per lo studio. Victor lo aveva sempre fatto e continuava a farlo. Forse quello era il  suo destino. Guardando quel ragazzo vide che era del tutto diverso da Malfoy. Era sicura che lui non le avrebbe mai fatto del male come aveva fatto Malfoy, ma continuava a pensare a quel serpeverde e considerara Krum un semplice amico. Non riusciva ad immagginarsi con lui, non riusciva ad immaginarsi insieme . Quello che aveva provato per Malfoy forse non sarebbe ritornato più per nessuno, e questo le provocò tanta paura. L’amore si incontra solo una volta nella vita, e lei lo aveva incontrato e aveva vissuto quel sentimento tanto forte con la persona sbagliata. L’amore vero è differente da quello giusto. E se Krum fosse l’amore giusto, e non quello vero? Cosa avrebbe dovuto fare lei. Accettare l’amore giusto, quello che non le avrebbe causato nessun male, o accettare il vero amore, che sicuramente le avrebbe causato dolore, sofferenza, ma avrebbe appagato il suo cuore, che ancora bramava quel tremore che solo Draco poteva dargli. Krum continuava a guardarla, senza dire nulla, continuava a disegnare con lo sguardo le linee del suo viso, e adorava farlo. Per lui era perfetta, e quando aveva ricevuto la lettera di Harry, dove gli aveva raccontato tutto , dove gli aveva raccontato la sbandata che Hermione aveva preso per quel presuntuoso di Draco Malfoy, conosciuto anche lui tre anni prima, il giovane Auror si era precipitato speranzoso di ritrovare la sua vecchia Hermione, speranzoso che quella sua “sbandata” potesse essere cancellata del tutto. E per sua fortuna era stato così. Ora non era più tra le braccia di quel bamboccio viziato che solo male le poteva dare. Ora era sua, e lui non le avrebbe fatto mancare nulla. Né una carezza, né una parola dolce. Le avrebbe dato tutto ciò che lei aveva bisogno e tutto ciò che lei meritava.
Le accarezzò il viso, desiderioso di baciare quelle labbra, ma Hermione si scostò, un po’ imbarazzata e un po’ infastidita. Per un attimo nella sua mente le passò l’immagine di Draco, e si sentì incolpa, non poteva toccarla in quel modo, solo lui poteva.
“Victor… scusa” Disse lei, rendendosi conto che quel gesto aveva lasciato Krum un po’ perplesso. Perché non voleva farsi toccare da lui?
“Non sono pronta per….” Si interruppe. A cosa non era pronta? Non era pronta ad amare, non era pronta ad amare lui, perché lei amava ancora quel maledetto Malfoy, che non voleva andarsene dalla sua testa e soprattutto dal suo cuore.
“Capisco” sussurrò lui abbassando lo sguardo. Hermione ritornò ai suoi libri, e rimasero in silenzio fino a quando, Ginny, li raggiunse con in mano stretto la “Gazzette dei Maghi e delle Streghe” e sul viso era dipinto uno sguardo di amarezza e delusione. Quello che avrebbe mostrato all’amica non avrebbe giovato la situazione che stava vivendo.
Malfoy non poteva credere a quello che stava leggendo, non poteva credere a quello che la gazzetta stava mostrando non solo a lui, ma a tutti coloro che avrebbero letto quell’articolo. Alzò lo sguardo e un ‘intera scolaresca lo guardava increduli. Le ragazze sussurravano tra di loro, e i ragazzi sorridevano al suo passaggio. Subito fu raggiunto dai compagni di casa increduli. Anche loro stringevano nella mani quella copia che aveva raggiunto gli studenti quella mattina stessa.
“Malfoy, è una notizia…” Mountugue non terminò la frase perché non sapeva cosa dirgli. Non era certo una bella notizia. Anzi, per un ragazzo di soli 18 anni era un disastro.
Malfoy ritornò ad osservare l’articolo e lo rilesse per l’ennesima volta, ancora incredulo di ciò che stava accadendo:
“Questa mattina l’accordo tra l’ereditiere americano Cassius Mcrayan e il nobile mago Lucius Malfoy è giunto a termine. Tra i due pilastri dell’economia magica c’era un accordo di oltre miliardi di Galeoni, e finalmente dopo duri mesi di trattativa, il gentiluomo Cassius ha deciso di cedere una parte della sua miniera d’oro e diamanti magici  al capofamiglia della discendenza Malfoy. Oltre la conclusione di trattative economiche i due hanno deciso di unire le famiglie per dar vita ad un’unica cerchia potente. E ciò è potuto accadere con il fidanzamento ufficiale tra i rispettivi primi geniti di entrambi le famiglie. I due Giovani si fidanzeranno non appena entrambi termineranno gli studi nelle loro rispettive accademie Magiche…”
Malfoy alzò gli occhi dall’articolo, e stringendo il giornale tra le mani e con una gran rabbia che gli pulsava nelle vene , decise che era il momento di affrontare il padre. Fin da sempre aveva voluto gestire la sua vita, trattandolo come un vero burattino, plasmandolo a sua immagina e somiglianza. Era quasi giunto al suo scopo, ma lui si era svegliato in tempo, aveva acquistato coscienza di se , e non aveva intenzione di farsi usare solo per concludere qualche affare. Lui non aveva intenzione di vivere per sempre con una persona verso la quale non provava nulla, con la quale  se l’era spassata rimettendoci anche l’unica persona a cui aveva tenuto davvero. Avrebbe dovuto risolvere quella situazione, prima avrebbe dovuto affrontare il padre e poi finalmente avrebbe affrontato Hermione, incurante di cose gli avrebbe detto, perché lui aveva intenzione di riportarla tra le sue braccia. Non gli importava se c’era Krum, non gli importava se gli amici non avrebbero accettato, lui voleva stare con lei, e sapeva che la cosa era reciproca. 
“Mountogue vai alla guferia e manda un messaggio a mia madre dicendole che mi serve al più presto la carrozza..devo ritornare a casa”. Ordinò Malfoy furioso
“Ma Draco , non hai il permesso…” Mountogue cercò di farlo raggionare, non poteva uscire dalle mura del castello senza il consenso del Preside
“ Fai come ti dico, per il resto ci penso io” . e senza aggiungere altro già era diretto verso l’ufficio di Piton, deciso a farsi aiutare per raggiungere il padre e mettere in chiaro alcune cose.
 
 
 
 
Lucius Malfoy era comodamente seduto nel suo ufficio, e tra le mani reggeva una copia di quel giornale , che aveva riportato la magnifica notizia . Avrebbe ingrandito non solo il suo patrimonio, ma la famiglia Malfoy sarebbe diventata ancora più potente. Aveva insegnato al figlio come doveva gestire ogni situazione affinchè ne fornisse profitto. E ora era sicuro, che avrebbe portato alto il nome dei Malfoy. Ma quando dalla porta lo vide entrare ogni sua convinzione cadde.
“Draco, ma cosa ci fai qui?” Domandò Lucius, guardando il figlio che in quel momento non riconobbe. Il suo sguardo non era timoroso come lo era sempre stato, era arrogante. Narcissa era dietro di lui, e aveva le lacrime agli occhi, forse qualche minuto prima avevano avuto una forte discussione.
“ Spiegami cos’è questa cazzata” Esclamò lui, cercando di mantenere un tono calmo e pacato , cosa che gli risultava molto difficile, data la rabbia che aveva dentro. Scaraventò il giornale avanti al padre, che non prese tra le mani, già consapevole a cosa si riferisse. Gli occhi di Lucius si intrecciarono a quelli del figlio. Entrambi gliaciali, entrambi colmi di rabbia gli uni verso gli altri.
“Credo che Rita Skeeter abbia già fornito abbastanza , basta che leggi per capire “. Rispose lui, non mostrando nessun segno di timore o debolezza. Ma solo arroganza. Era arrogante in tutto quello che faceva, qualità che aveva trasferito al figlio. Forse le loro somiglianze erano tante da causare tanti conflitti.
“ Io non intendo sposare una ragazza che non conosco”. Scandì piano le parole, per rendere meglio la sua intenzione.
“ Non sembrava così, la notte di Natale”. Sibillò Malfoy senior, non nascondendo un aria divertita.  Draco socchiuse gli occhi, ora tutto tornava chiaro. Non era stato un caso quell’incontro tra Malfoy e Leonide, non era un caso che il padre si era tanto preoccupato di presentare i due giovani. Conosceva le debolezze del Figlio, e sapeva che sarebbe cascato come un allocco.
“ Tu…Tu hai architettato tutto”.
“ Non ho architettato nulla… Sei tu troppo debole alla carne… conosco come ami amare le donne, e non è bastato tanto. Hai agito di tua spontanea volontà”. Continuava a guardare il figlio con aria soddisfatta. Era soddisfatto di se, soddisfatto di tutto ciò che aveva fatto. Draco  aveva la rabbia che pulsava a mille. Non poteva pensare a quanto si era dimostrato debole, e come questo si era ritorto contro di lui.
“ non credere che ti avrei lascati sporcare il nome dei Malfoy con una Mezzosangue” Aggiunse Lucius, sostiutendo il suo sguardo soddisfatto con uno di disgusto. Quindi sapeva tutto ancor prima che Piton glielo riferisse, sapeva della sua storia con Hermione.
“ anche Piton è rimasto sorpreso quando ha saputo che io già ero informato. Ricorda Draco, io sono sempre ad un passo avanti al tuo. Sono tuo padre, e non credere di tenermi nascoste le cose”. Lucius parlava senza interruzione, non aveva intenzione di ascoltare le parole del figlio, lui decideva della sua vita, così era sempre stato e così doveva essere per sempre. Draco non poteva permetterglielo. Non poteva farsi manovrare come un burattino. Lui era Draco Malfoy, e neppure il padre gli avrebbe detto cosa fare, come comportarsi e per di più chi amare.
“ Non credo, caro padre. Non ho intenzione di essere manovrato da te, non ho intenzione di sposare una sconosciuta e soprattutto non ho intenzione di perdere Hermione. Accetta questa cosa, o dovrai accettare di aver perso un figlio ! Non sei il mio padrone, io non ho padroni, io sono libero di decidere…. “ Stava affrontando il padre , e una gran sensazione di libertà lo pervadeva. Si stava ribellando a quell’uomo che per lui era sempre stato uno sconosciuto, che per lui era stato sempre un timore, una persona da temere più che amare, e si sentiva bene, ed era deciso a non tornare indietro. Avrebbe rinunciato a tutto, avrebbe rinunciato alle sue ricchezze, ma non avrebbe rinunciato a quel senso di libertà, che anche Hermione gli aveva insegnato. Con Hermione aveva scoperto le cose che da sempre aveva perso, che aveva lasciato perdere per dedicarsi a rendere la sua anima ancora più nera. Ma adesso ne era stufo, voleva abbandonare quella vita, voleva lasciarsi alle spalle il vecchio Malfoy, il marcio che lo aveva sempre pervaso. E aveva intenzione di abbandonare quella casa, quell’uomo e quella vita.
“ COSA STAI DICENDO? TU SEI MIO FIGLIO, E IO DECIDO COSA è GIUSTO PER TE” Lucius era furioso, non aveva intenzione di perdere il figlio solo per un capriccio. Ora era Draco a divertirsi, era divertito nel vedere suo padre fuori di se. Non aveva voglia di rimanere lì, qualcosa di più importante lo attendeva ad Hogwarts.
“ Non credo che sia più possibile…addio padre”. Girò su i tacchi ed uscì da quell’ufficio tanto odiato. Narcissa cercò di fermarlo. Piangeva e gli pregava di ritornare in sé. Lui non ascoltava, e non vedeva quelle lacrime. Aveva solo in mente una cosa,e stava ritornando deciso a riprendersela.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** 14. Dover dire Addio.... ***


Hermione non riusciva a staccare gli occhi dall’articolo stampato sul giornale. Continuava a leggere e rileggere quella notizia che l’aveva colpita come un pugno dritto allo stomaco.  Non poteva credere a ciò che i suoi occhi le mostravano. Quelle parole erano come macigni . Ginny la guardava con aria preoccupata, temendo una qualsiasi reazione, e Victor , non sapendo cosa stesse accadendo, spostava lo sguardo da Hermione a Ginny, aspettando una risposta .
“Hermione, non so se ho fatto bene a mostrartelo…” Ginny non sapeva se quel suo gesto era stato giusto, o aveva solo peggiorato la situazione nella quale già lei era coinvolta. La zittì con un’alzata di mano, non avev intenzione di discutere con lei e con nessun’altro, voleva solo cercare Malfoy. Voleva che lui le spiegasse tutta la situazione, voleva una spiegazione da lui e non da altri. Ginny si zittì di colpo. E rivolse a Krum uno sguardo d’aiuto. Ma lui continuava a non capire. Hermione era rimasta paralizzata con tra le mani quel maledetto giornale. Krum, stufo di non ricevere notizie, glielo strappò dalle mani, e con difficoltà riuscì a leggere e capire il comportamento di Hermione.
“Hefrmione, Guafrda me, Non meriti questo…  “. Victor le prese le mani e le strinse alle sue cercando con quel gesto di  trasmetterle tutto l’amore che aveva sempre provato per lei e che continuava a provare. mione lo guardò, e Victor scorse una  luce diversa attraversarle lo sguardo, era come se in quel momento non vedeva nulla, ma l’unica cosa che poteva vedere era come far soffrire quel lurido serpeverde che continuava  a farle del male, che continuava a non smettere di tormentare il suo cuore . Lei non né poteva più di soffrire in quel modo, odiava sentirsi vuota, spenta , debole. Non era da lei, quella non era lei.
“Hefrmione io ti posso renderti felice, lui saprà renderti solo triste… Non ti ama quafnto io amo te”. Era una confessione a cuore aperto. Ginny era rimasta imbambolata lì, non sapeva se andare via e lasciarli soli o continuare a rimanere . Si sentiva il terzo incomodo. Si sentiva di intralcio, ma in fondo,i era curiosa di vedere la reazione dell’amica.
“Fvieni via con me…”. Hermione continuava a stringere quelle mani , che non appartenevano a colui che amava. Guardava quegli occhi , ma non erano  i suoi. Lui non era Malfoy, ma le stava dando quello che Malfoy non le avrebbe mai dato. La sicurezza , l’amore. Tutto questo Hermione lo avrebbe trovato in Victor, ma lei non voleva Victor, lei voleva Malfoy. C’era differenza tra l’amore vero e l’amore giusto. Malfoy era quello vero, lui era stato l’unico ad abbattere il muro che lei aveva creato e nel quale si era rifugiata. Lui era riuscito a farle tremare il cuore, a farle versare lacrime. Lui l’aveva attraversata come un raggio di sole, portando calore nella sua vita, ma facendole male allo stesso tempo. Malfoy era indispensabile per lei, il dolore che le provocava era sopportabile, quello che non riusciva a sopportare era la sua assenza, non averlo accanto. Victor invece, era l’amore giusto. Tutto quello che una ragazza cerca, protezione, amore e sincerità. Victor non le avrebbe mai fatto del male, non avrebbe mai permesso che una sola lacrima sgorgasse dai suoi occhi,non le avrebbe fatto mancare un solo sorriso, e non l’avrebbe negata di una sola carezza. Hermione era in netto contrasto tra la sua mente e il suo cuore.
 
 
 
 
 
 
Ginny aveva lasciato la biblioteca. Non se la sentiva di rimanere lì, tra di loro, che avrebbero dovuto chiarire alcune cose. L’amica avrebbe dovuto fare una scelta abbastanza difficile, perché in entrambi  i casi avrebbero sofferto un po’ tutti.
Si diresse verso il lago nero, che quel pomeriggio era illuminati da un debole sole di Marzo. Mille pensieri invasero la sua mente, e guardando il paesaggio che si apriva d’avanti a lei, un senso di malinconia le attraversò l’anima. Non sapeva come agire, avrebbe tanti voluto aiutare l’amica, avrebbe tanto voluto aiutarla nel scegliere la via giusta. Ma non sapeva come fare. Temeva che qualunque suo intervento, avrebbe fatto pentire la stessa Hermione e di conseguenza si sarebbe sentita responsabile di un infelicità dell’amica. Quante storie come questa aveva dovuto vivere Hogwarts? Quanti amori erano nati tra le mura del castello, quanti cuori erano stati spezzati? Quante amicizie erano rimaste eterne?. Sorrise ricordando a quante ne aveva passate insieme. Quante avventure avevano vissuto. E a quanto le sarebbero  mancati tutti quei momenti, tutte quelle giornate trascorse al caldo della sala grande a non far nulla, a parlare di nulla, ma comunque piacevoli.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di Harry che senza dire una sola parola affiancò la piccola Ginny. Anche lui aveva uno sguardo strano. Era serio, fin troppo serio. Forse,  o quasi sicuramente, aveva letto quell’articolo che stava portando scompiglio nelle vite di molte persone coinvolte.
“ Hai saputo?”. Chiese Ginny, senza staccare lo sguardo dal lago, mosso dalla brezza leggera e fresca.
“Si…Hermione come sta?”. Harry, come Ginny, era preoccupato per l’amica. 
“Secondo te?... Inoltre a peggiorare la situazione c’è stata anche la proposta di Victor… Vuole portarla via” Ginny distolse lo sguardo dal lago per rivolgerlo all’amico. Era uno sguardo duro, di rimprovero. Doveva ringraziare lui e il fratello se adesso a soffrire non sarebbero state più solo due persone, ma anche una terza sarebbe stata vittima di quella tormenta, che solo vittime era pronta a fare. Harry si voltò di scatto, incredulo di ciò che le sue orecchie stavano udendo.
“Ed Hermione?”. Domandò lui, con un tremore nella voce. Ginny scosse il capo, non sapeva della decisione che avrebbe preso l’amica, e in cuor suo sperava che avrebbe rifiutato e sarebbe rimasta lì, a combattere, non arrendendosi . Non poteva permettere che una storia andata male, la potesse spingere a scappare via, non era da Hermione, ma lei continuava a temere, purtroppo una parte dell’Hermione combattiva era stata strappata via.
“ Tu e Ron avete fatto una grande stupidaggine… Non so da dove è venuta la magnifica idea di contattare  Krum….” Ginny aveva intenzione di far comprendere ad Harry l’enorme sbaglio che sia lui che  il fratello avevano fatto. Non riusciva a pensare da dove fosse nata quell’idea così stupida .
“Credevamo che incontrando Krum, forse avrebbe dimenticato Malfoy, e sarebbe ritornata in sé”. Harry cercò di giustificare quell’azione che non aveva senso. Ginny non poteva non sorridere a quell’incoscienza dell’amico.
“Non hai capito che Hermione è davvero innamorata di Malfoy, e la presenza di Victor non ha portato ad alcun risultato…Forse ha rafforzato il sentimento che Hermione prova per quella serpe” . Ad Harry piaceva quando Ginny cercava di fargli capire le cose, adorava guardare il sorriso di quella ragazza lentigginosa e adorava stare in sua compagnia. Per anni aveva nascosto il sentimento che provava per lei, per anni aveva cercato di distrarsi con altre ragazze , fallendo miserabilmente. Era la sorella del suo migliore amico, e non poteva nascere nulla. Ma come se la situazione che si stava creando per Malfoy ed Harmione, gli fece scattare una molla nella sua testa, decise che era il momento di non attendere altro, di non farsi scappare quella ragazza verso la quale provava un sentimento profondo. La prese la mano.
“Ginny, smettiamola di nasconderlo”. Le sussurrò piano e senza aspettare una qualunque reazione della ragazza , la prese tra le braccia e la baciò non pentendosi di ciò che stava facendo. Le occasioni andavano colte, e lui non era intenzionato a farla scappare via.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Hermione  percorse l’intera scuola invano, non riuscì a trovare da nessuna parte Malfoy. Aveva pensato di nascondersi bene. Non aveva il coraggio di affrontarla. Poche ore prima aveva lasciato Krum senza dargli una risposta definitiva. Anche lei non sapeva cosa fare. Victor le aveva chiesto di andare via con lui, di continuare gli studi a Durmestrang per poi continuare la sua carriera in Germania, affiancata da lui. In quel momento le aveva solo chiesto di aspettare, perché abbandonare tutta la sua vita non era una decisione che poteva prendere dall’oggi al domani, ma cosa davvero la tratteneva ad Hogwarts? Cosa in verità le impediva di lasciare tutto e volare via?. Gli amici le sarebbero mancati, certo, ma non sarebbe mancata occasione di vedersi. E allora cosa poteva essere? In fondo al suo cuore la risposta la conosceva più che bene, ma non voleva ammetterlo a se stessa , perché si sentiva solo una stupida.
Hermione si fermò di scatto, Zabini le veniva incontro e appena si accorse della sua presenza , si fermò anche egli. Si guardarono in silenzio.
“Zabini dov’è Malfoy?” Hermione fu la prima a prendere la parola mostrandosi dura e fredda.
“è partito qualche ora fa, era diretto a Malfoy Manor”. Blaise si sentì in dovere di informarla, in fondo aveva avuto una notizia abbastanza dura da sopporatre e renderle le cose ancora più difficili negandole di sapere dove si fosse diretto Malfoy in quel momento, sarebbe stato troppo meschino, anche  per un serpeverde .
Sicuramente aveva da organizzare i preparativi, pensò Hermione, e un'altra fitta colpì il cuore. Non sapeva cosa chiedere a quel serpeverde che continuava a guardarla con lo sguardo di chi cerca di compiatire il tuo dolore, ma non sapendo cosa davvero si sente.
“Quando avrai occasione di vederlo, per favore gli vuoi dire che gli devo parlare, e di avvertirmi del suo arrivo … “. Non voleva abbandonare l’idea di gettargli in faccia tutto il dolore e l’odio che stava provando in quel momento.
“Va bene Granger. Riferirò…. “ E senza aggiungere altro i due ragazzi presero direzioni diverse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Malfoy  raggiunse Hogwarts quella sera stessa, un senso di libertà e soddisfazione lo aveva accompagnato per tutto il tragitto, e non appena mise piede all’interno della scuola,  andò in cerca di Hermione, sperando di trovarla e di poter spiegarle tutto. La cena era terminata, e solo alcuni studenti gironzolavano per la scuola. Ma di lei nessuna traccia.
Ma continuò a non arrendersi , non aveva nessuna intenzione. Si diresse verso i piani alti , diretta alla sala comune dei Grifondoro, avrebbe sicuramente trovato il modo di farla uscire, se mai si fosse trovata lì. Già era riuscito una volta, non sarebbe stato diversamente.
Si fermò d’vanti al quadro della signora Grassa, che lo guardava con aria circospetta.
“Tu non sei della mia casa”. Disse il quadro. Malfoy le rivolse un’occhiataccia. Non  aveva nessuna intenzione di parlare con uno stupido quadro . Non si vide nessun Grifondoro  e Malfoy rimase ad aspettare lì.
“Malfoy cosa ci fai qui?”. Ginny si fermò di botto appena vide il serpeverde che appoggiato alla parete attendeva. “Weasley, dov’è Hermione?” Chiese lui.

“Cosa vuoi Malfoy?” Ginny assunse uno sguardo cupo, e non aveva intenzione di svelare subito a quella serpe dove si trovasse l’amica.
“Voglio Hermione. E tu devi dirmi dov’è”. Malfoy non sarebbe mai cambiato  e  non avrebbe mai abolito il suo carattere autoritario.
“ Non ho intenzione di dirti un bel niente. Non è giusto che Hermione soffra così. Prenditi le tue responsabilità, e accetta di averla persa per sempre”. Ginny rimaneva sulle difensive, e non volendo portare quel discorso avanti cercò di svincolarsi ed entrare nella sala comune, ma Malfoy la fermò prendendola per un braccio . L’allontanò da quadro .
“Non ho intenzione di perdere tempo, dimmi dov’è Hermione”. Malfoy era furiosa, quella stupida ragazzina gli stava rubando del tempo prezioso, tempo che avrebbe dedicato più che volentieri alla sua Grifondoro. Ginny aveva paura di una qualsiasi reazione della serpe, che continuava a stringerle forte il braccio, le stava facendo male.
“ Cosa vuoi da Hermione?” Chiese Ginny.
“Non sono cazzi tuoi… voglio sapere dov’è Hermione”. Aveva lo sguardo colmo di rabbia,e Ginny si stava facendo molto male al braccio. Come poteva Hermione amare un essere tanto violento.Come poteva soffrire per quel mostro?
“ è andata nello studio del Preside, qualche minuto fa, credo che la troverai per i corridoi”. Ginny doveva arrendersi, perché Malfoy non aveva intenzione di lasciarla andare senza sapere dove fosse finita Hermione. Il serpeverde allentò la presa e senza aggiungere altro , corse verso il corridoio che portava all’ufficio del preside.  E non appena incontrò Hermione , il tempo sembrò fermarsi. I due rimasero a guardarsi per un tempo indeterminato. Lei aveva gli occhi lucidi, aveva appena smesso di piangere, e lui aveva il respiro affannato, aveva corso troppo, affinchè potesse raggiungerla. Hermione strinse i pugni e prima di ascoltare qualsiasi cosa Malfoy avesse da dirle, iniziò a colpirlo con le sue deboli mani. Era scoppiata in un pianto senza fine. Grosse lacrime le attraversavano il viso, e Malfoy non sapeva come fermare quel pianto impetuoso.
“Sei solo un bastardo!  È lei la ragazza con la quale hai passato la notte? È lei quella che ti ha fatto dimenticare di noi, di me? È lei? Mi hai preso solo in giro!” Hermione stava urlando, Draco la prese per mano e la trascinò via di lì, prima che l sue urla potessero attirare l’attenzione dei Professori.
“Lasciami! LASCIAMI”. Hermione cercò di divincolarsi dalla sua presa. Gli graffiò le mani con la speranza che la lasciasse andare, ma lui non demordeva.  Continuò a trascinarla,anche se con molta fatica , e non appena riuscì a trovare un corridoio vuoto, lasciò la presa e si voltò a guardarla. Aveva gli occhi gonfi , i capelli arruffati e uno sguardo di odio era dipinto sul suo viso, ma nonostante questo,Malfoy la trovò ancora più bella.
“Hermione voglio spiegarti tutto…lasciami parlare!” Malfoy assunse un tono dolce, pacato e amorevole, cosa che mandò Hermione su tutte le furie. Continuava a mentirle, continuava a farle credere che anche lui, come lei, aveva bisogno di starle accanto, aveva bisogno di nuovo di quei piccoli momenti d’amore che avevano trascorso mesi prima.
“NO! Ascoltami tu, brutto stronzo!... Non voglio saperne più di te, voglio dimenticare tutto, voglio dimenticare te! Devi solo sparire dalla mia vita!” Hermione era furiosa, e cercò di andare via da lì, non riusciva a guardare Draco senza provare un gran desiderio di gettarsi tra le sue braccia e farsi coccolare , di baciarlo e di lasciarsi andare. Draco la fermò in tempo e avvicinò il suo viso a quello di lei. Potevano sentire i loro cuori, che battevano all’usino, insieme formavano un unico battito. Insieme aveva atteso di rincontrarsi . Hermione si perse in quegli occhi e lui fece lo stesso.
“Senti il mio cuore Hermione? Solo quando sei accanto a me batte in questo modo.. Non posso lasciarti andare , ho bisogno di te… ho maledettamente bisogno di te, per potermi sentire vero” Sussurrava piano, come se avesse paura di rompere un incantesimo che i due avevano creato involontariamente.
“Lasciami Malfoy… Tu hai voluto che tutto questo finisse… Tu hai deciso di gettare tutto al vento . Io con te stavo bene!” Hermione tremava di rabbia. Voleva andare via da lì, voleva lasciarsi tutto alle spalle, ricominciare una vita senza di lui.
“ E possiamo continuare a stare bene… Torna con me Hermione, ti prometto che sarà diverso. Io voglio stare con te” Malfoy non aveva intenzione di lasciarla andare via. Sarebbero rimasti lì anche in eterno se fosse stato necessario .
“Io voglio che tu stia fuori dalla mia vita!  Lasciami andare”. Hermione non ne poteva più. Le lacrime gli bruciavano il viso, la gola le faceva male, si sentiva debole. Voleva che tutto questo finisse .
“No, Hermione io…”. Malfoy stava per aprire il suo cuore, le stava per dire ciò che avrebbe dovuto dirle mesi prima, doveva confessarle tutto ciò che provava per lei, ma Hermione non né voleva sapere. Non voleva che pronunciasse quelle parole, sarebbe stato più difficile allontanarlo.
“Zitto… Non dire niente…. Non ho bisogno di stupidi parola. Ora lasciami andare…. Non ho più nulla da dirti”. Hermione era determinata a non volerlo perdonare, non voleva che tornasse a farle del male.
“Smettila di dire queste stronzate! Anche tu desideri stare con me! …. “
“Io voglio stare con qualcuno di sincero, qualcuno che può rendermi felice…..” . Malfoy continuava a stringerla a sé e lei sapeva che quella era la sua vera felicità, ma non gli avrebbe dato soddisfazione facendogli percepire quello che provava, facendogli capire che desiderava da mesi trovarsi così, tra le sue braccia.
“Solo io posso renderti felice Hermione, solo io posso darti quello che meriti....” Entrambi sapevano che quello che Draco stava dicendo era la pura e semplice verità. Hermione lo guardò negli occhi, e pronta a fargli del male, rivelò le sue intenzioni.
“Merito stare lontano da te…e andrò via, sparirò…. Non avrai più notizia di me! Non intralcerò i piani che tuo padre a delineato per te… Potrai sposare chi vuoi”. Il viso era colmo di cattiveria , voleva procuragli dolore, lo stesso dolore che lei provava ogni volta che con la mente correva a mesi prima, quando contavano solo loro due e nient’altro.
“Dove vai? Dove cazzo vai?” Draco stava perdendo la pazienza.  Non sapeva a cosa lei si riferisse. Era all’oscuro di qualcosa che non gli sarebbe piaciuto conoscere?
“Vado via con Krum…. Mi ha chiesto di andare a concludere gli studi a Durmestrang, e io ho accettato”. A Malfiy ci si gelò il sangue nelle vene. Non poteva crederci. Avrebbe abbandonato la scuola per andare via con Victor Krum. Adesso si spiegava il motivo della sua visita, era venuto per portargliela via. Non poteva permetterglielo. Lui non poteva perdere Hermione, non poteva perderla per sempre lasciandola nelle mani di Krum.
“Tu non vai da nessuna parte! Tu resti qui con me…. Io voglio te! Hermione lui non può amarti come ti amo io! Hermione io TI AMO”. Le difese erano cadute del tutto, aveva rivelato i suoi sentimenti, aveva svelato il suo lato migliore, quello capace di amare, quello capace di chiedere perdono. Non voleva che lei prendesse quella decisione e che si allontanasse così. Amava quella ragazza come non aveva mai amato nessuna,  e non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via. Hermione rimase paralizzata sentendosi dire quelle parole. Non avrebbe mai voluto ascoltare quelle parole così dolci, ma pronunciate da lui , apparivano così fredde e dure, facevano ancora più male. Faceva ancora più male sapere, che nonostante l’amasse, non aveva perso tempo a dimenticarla per una notte. Hermione non aveva voglia di continuare a stare lì, a farsi del male, e a far del male a Malfoy. Abbassò  Il capo, non reggeva quello sguardo.
“ Lasciami Malfoy. Non siamo destinati a stare insieme…. “. La voce era bassa, e la stanchezza era sempre più evidente. Non né poteva più, i nervi stavano cedendo.
“Io sono il tuo destino…No Krum… Hermione, basta parlare, torna con me!”. Malfoy non sapeva più cosa dirle, aveva sprecato tutte le possibilità. Ora doveva solo sperare che quelle parole avevano attraversato il cuore della ragazza e le avevano fatto ritornare la ragione. Ma per suo malgrado non fu così. Si divincolò dalla presa. E continuando a non guardare quel viso, che adesso era colmo di rimorso e rimpianto , lo spinse di lato. Malfoy si scostò controvoglia, ma non poteva più insistere . lei non aveva nessun intenzione di perdonarlo, avrebbe potuto sprecare mille parole, avrebbe potuto parlare all’infinito, ma lei era determinata a cancellarlo per sempre dalla sua vita.
“Basta parlare Malfoy, la mia decisione è stata presa…. Non cambio idea. E questo è ciò che hai voluto tu!”. Il tono era basso, in fondo anche lei non avrebbe voluto concludere in quel modo. Ma le cose erano andate per il verso sbagliato, e forse il destino aveva voluto giocare con i cuori dei due giovani, che avrebbero portato la cicatrice del loro amore per sempre.
 
 
 
 

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Capitolo 15
*** 15.Dividersi.... ***


Abbandonare tutto e tutti, questa era stata la decisione definitiva presa da Hermione, che gettando l’ultimo sguardo alla sua incantevole e tanto amata scuola, la salutò , prima di salire sulla carrozza regale di Vicktor trainata da cavalli magnificenti . Aveva deciso di seguire la via della codarda. Non avrebbe potuto sopportare di vedere il viso di Malfoy, senza non pensare a tutto ciò che era successo. Era sicura che Krum fosse la scelta giusta, e lui l’avrebbe resa felice. Durmestrang non sarebbe stata mai paragonabile ad Hogwarts, ma era comunque un ottima scuola, e lei si sarebbe ambientata più che bene. Ginny, Harry e Ron avevano cercato in tutti i modi di convincerla a restare, ma avevano fallito miserabilmente, e per di più Ginny, aveva accusato i due come unici responsabili di tutto, perché loro avevano fatto ritornare Vicktor, e per colpa loro Hermione stava  per lasciare Hogwarts  e i suoi cari amici.
“Ti prego Herm, non andare via…. Ti aiuterò io a dimenticare quell ‘odioso…. Ma non andare via”. Ginny era in lacrime, mentre l’amica qualche ora prima di partire, si era ritirata nelle sue stanze per mettere in valigia le sue ultime cose. Hermione chiuse di scatto il suo baule, e senza dirle una sola parola, lo gettò a terra. Non aveva voglia di discutere. Voleva solo andare via da li , nemmeno le lacrime dell’amica le avrebbero fatto cambiare idea
Forse era stata fin troppo dura con lei,  in fondo non era colpa sua , non aveva nulla a che vedere con questa storia, eppure lei continuava a sentirsi in guerra con il mondo . Anche trovarsi lì, seduta accanto a Vicktor, non la faceva star bene, continuava a sentirsi fuori luogo, continuava a non sentirsi parte di quella realtà.
“Hefrmione pavfrtiamo?”. Vicktor volle l’autorizzazione della Grifondoro, e quando lei diede il via, la carrozza si mosse e li trascinò lontani. Hermione stava lasciando la sua vecchia vita per aprirsene una nuova, forse migliore o forse no, ma a lei bastava mettere abbastanza distanza tra lei e Malfoy.
 
 
 
 
 
 
 
I mesi trascorsero con  molta velocità, e la vita ad Hogwarts proseguì come se nulla fosse mutato. Le lezioni iniziarono ad intensificarsi, soprattutto per gli studenti del quarto e del settimo anno. Gli allenamenti di Quiddicht  furono raddoppiati, per preparare i giocatori ad essere pronti per qualunque sfida. E l’assenza di Hermione sembrò colpire solo alcuni studenti. Ron e Harry trascorrevano gran parte del loro tempo libero ad allenarsi, anche senza la squadra, la loro guida ormai non c’era , e loro di studiare non ne avevano voglia. Ginny , nei momenti in cui Harry aveva da fare, si chiudeva in biblioteca a studiare , accompagnata da Luna, che  le faceva compagnia. Intanto la storia tra Harry e Ginny proseguiva molto bene, e Ron aveva accettato quella situazione. Un po’ perché conosceva Harry, ed era più che felice che la sorella avesse trovato lui, invece che qualcun altro di meno affidabile, e un po’ per pigrizia. Non aveva voglia di discutere sulla sorella. Ormai era grande e sapeva cavarsela anche senza di lui.
“Harry , non puoi abbandonarmi nel bel mezzo di una partita”. Ron guardò Harry perdere , delicatamente quota, e abbandonarsi al terreno del campo.  Era un bel pomeriggio,e  dopo l’ennesima partita, Harry aveva sentito la necessità di dedicare del tempo alla sua ragazza, che sicuramente era rintanata a studiare.
“Non posso trascorrere tutto il pomeriggio con te, tua sorella mi ucciderà” Esclamò Potter lasciandosi alle spalle l’amico, che continuava a fluttuare nell’aria . Aveva il viso paonazzo, e un gran fiatone. Avevano giocato per quasi due ore, e lui voleva ancora perdere qualche oretta in quel campo.
“Pff… Mia sorella…. Avevo dimenticato” Esclamò il rosso sorridendo amaramente . Planò verso terra, e senza dir altro raggiunse l’amico diretto verso gli spogliatoi.
 
 
 
 
 
 
Il sole riscaldava i prati di Hogwarts, e quel pomeriggio molti studenti avevano deciso di godersi quel sole, non rimanendo un solo minuto in più all’interno del castello.
Un gruppo di Serpeverde si trovava nei pressi del lago, e si divertivano , come loro abitudine, a prendere sotto tiro gli altri studenti delle altre case. Tra di loro, spiccava la figura di Malfoy, che , con la sua solita aria beffarda , stringeva tra le labbra la sua pregiata pipa. Rideva di gusto, guardando Mountogue prendere di mira un ragazzo del settimo anno appartenente a Tassorosso, che per sua grande sfortuna , era capitato nella morsa delle serpi.
“Ti ho detto di fare un inchino al principe delle serpi”. Continuava a dire il grosso Serpeverde, puntando la bacchetta tra gli occhi del malcapitato e costringendolo a inchinarsi di fronte a Malfoy, che continuava a ridere senza far nulla. Ormai nemmeno una goccia di bontà gli era rimasto nel corpo. Era diventato più spietato che mai, con la partenza di Hermione, era partita anche quel poco d’amore che aveva scoperto di possedere.
“Vi prego lasciatemi… “. Piagnucolò il tassorosso, cercando in tutti i modi di andar via, e sfuggire a quelle beffe maligne.  Mountogue lo prese per il collo e lo gettò a carponi.
“Ho detto che devi inchinarti”. Urlò il serpeverde, era un gioco che non aveva senso, e forse per questo che i Serpeverde si divertivano tanto.
“Lascialo stare… è un povero idiota”. Malfoy aspirò altro “Buon” fumo,  rise di scherno, e senza aggiungere altro convinse Mountogue a lasciare il povero ragazzo che scappò via, timoroso di ricevere un'altra lezione come quella.
“Non credo che si rifarà vedere quel pivello” Esclamò divertito Mountogue, rimettendo la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni, e accomodandosi accanto agli amici , riuniti a godersi quella giornata.
“Sbagli molto a comportarti in questo modo…” Zabini parlò a bassa voce,in modo che solo Malfoy potesse sentirlo. Lui non si voltò verso l’amico, ma lo sentì benissimo.
“Non credo che mi stia comportando diversamente da come ho sempre fatto” Rispose lui, utilizzando lo stesso tono basso, in modo che quella conversazione non fosse ascoltata da altri.
“ Usi la violenza per affogare il tuo dolore?”. Zabini era l’unico a poter riportare alla memoria di Malfoy il ricordo di Hermione. Lui sorrise piano. L’amico era sempre fin troppo onesto e incisivo.
“No Blaise. Io uso la violenza per puro divertimento, il dolore lo allievo con questo”. Indicò la pipa,  e un sorriso sarcastico si dipinse sul suo volto. Dopo la partenza di Hermione, la vita che si svolgeva ad Hogwarts era diventata monotona e lui, con l’aiuto delle sue erbe, riusciva a dare qualche tocco in più. Gli amici erano troppo impegnati a far del male, e inoltre non aveva nessuna voglia di parlare con loro del suo dolore, soprattutto perché loro lo consideravano il loro leader, e le sue debolezze non potevano venire alla luce.
Zabini sorrise, e senza aggiungere altre considerazioni, ritornò a godersi quel caldo sole che preannunciava l’inizio delle vacanze estive, e la fine di …. TUTTO.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** 16. Il tempo che passa... L'amore che resta ***


Un debole sole entrò nella piccola stanza illuminando il pavimento polveroso. Un ragazzo dai capelli biondo cenere era seduto su un piccolo divano vellutato, e tra le labbra stringeva una pipa. La pipa che da sempre aveva portato con se, e che , a distanza di anni, continuava a servirlo fieramente.
Tra le mani stringeva documenti ingialliti, e sul viso qualche segno di maturità poteva scorgersi.
Ormai erano passati quattro anni dal conseguimento della scuola, e Malfoy, dopo aver rotto i rapporti con la famiglia, era riuscito, con il suo talento ad emergere tra Gli auror più in gamba ed eccellenti sui cui il mondo magico poteva contare.  Viveva a Londra da quando aveva terminato gli studi, e da allora non aveva avuto più notizie dei genitori, e non aveva alcuna intenzione di farlo. Voleva contare solo su se stesso, l’unico di cui poteva fidarsi sul serio.
Improvvisamente un Gufo regale beccò contro la finestra , Malfoy si alzò e lo fece entrare. E dopo aver rilasciato la lettera volò nuovamente via, senza attendere nessun compenso. La lettera era di Blaise Zabini, un componente della sua squadra. Erano rimasti amici come allora. Non era cambiato nulla, oltre , un po’ di buon senso che l’amico gli aveva inculcato.
Vieni al Paiolo Magico, ti aspetto lì.
                                                           Blaise”
Sul piccolo rotolo di pergamena era trascritto quel breve messaggio, e senza aspettare altro, Malfoy indossò il suo Tranch , e sempre con la sua aria regale, che non lo aveva abbandonato, si diresse al luogo dell’appuntamento. Quella mattina forse avrebbe dovuto adempiere a qualche compito interessante, o forse l’amico aveva solo voglia di vederlo.
In quei quattro anni Malfoy non era cambiato molto, rimaneva sempre il bello e affascinante rampollo , ma sul suo volto si poteva notare la maturità che aveva preso posto all’adolescenza. I suoi occhi, sempre ammalianti e ipnotici, racchiudevano qualcosa di misterioso, racchiudeva tutta la durezza che aveva dentro e che aveva maturato con l’esperienza. Il viso, era duro, serio, e non lasciava percepire ciò che stesse provando in quel momento. Cosa che lo aveva aiutato molto nel suo lavoro. Il fisico era atletico come lo era sempre stato. E il carattere, non era mutato. Sempre beffardo, sempre pronto a mettersi nei guai e sempre pronto a mettersi al centro di tutto, al centro di uno scandalo, o di una vittoria. Non era cambiato per nulla, e non aveva intenzione di mutare il suo aspetto.
Arrivò a destinazione, e senza preoccuparsi se qualche passante potesse notarlo, entrò nell’edificio abbandonato ed entrò nel locale di ritrovo di qualsiasi mago che avesse voglia di distaccarsi dal mondo dei Babbani, o che semplicemente aveva voglia di concedersi un bicchierino in compagnia. Vide Zabini seduto ad un tavolo in fondo alla sala. Anche lui non era mutato nel tempo, forse qualcosa di diverso lo aveva. Un piccolo cerchietto sull’anulare che brillava allegramente. Aveva sposato , un anno fa, una ex Corvonero , incontrata per caso, dopo i M.A.G.O al ministero della Magia, durante la prova che ogni Auror doveva conseguire. Era stato un tipico colpo di fulmine, diventato in seguito amore vero e conclusosi con il matrimonio. Era stato un bel matrimonio, e lì aveva visto i suoi genitori, ma con la quale non aveva proferito parola.
Si accomodò di fronte all’amico che lo accolse con un sorriso.  Ordinarono due Wiski incendiari, e Zabini ritornò a rivolgersi a Malfoy, che come suo solito aveva la sua amata pipa.
“Eh smettila di fumare quella schifezza”. Disse Zabini divertito. La sua voglia di prenderlo in giro non era cambiata. Malfoy lo guardò torvo.
“Perché siamo qui?” Domandò lui. Zabini attese l’arrivo dei Wisky prima di prendere parola. Ciò che stava per dirgli avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di qualcosa di forte, di molto forte.
“Devo dirti una cosa alquanto importante”. Malfoy non diede peso al tono che utilizzò Zabini, era perso a guardare nel vuoto,quella mattina non prestava attenzione quasi a nulla.
“Hermione è tornata”. Draco alzò la testa di scatto. Hermione era ritornata in Inghilterra dopo tutto quel tempo trascorso in Germania. Dopo la sua partenza Malfoy aveva scelto di lasciarla andare senza combattere, senza costringerla a rimaner. Perché in fondo, se lei avrebbe voluto, non sarebbe mai partita, e forse la sua partenza era stata benevole per entrambi.
“E dove? “ .Malfoy sorseggiò il suo wisky, la gola in fiamme non era paragonabile alle fiamme che sentiva dentro. Il suo voltò mutò espressione, ma lui cercò di mantenere il suo solito sguardo.
“Ieri, a Diagon Alley. In compagnia di Ginny Weasley”. Malfoy sorrise piano. Non era cambiato nulla. Sempre alle calcagne della giovane Weasley.  E forse con loro sicuramente c’erano anche Potter e Lenticchia. Quanti ricordi affiorarono nella sua mente. Quanti litigi e quanti scontri c’erano stati con quei quattro. E quanto amore c’era stato con lei. Quanto dolore.
“Credo che dovresti andare da lei….”. Zabini non perdeva tempo. Non voleva che l’amico perdesse tempo li, in chiacchiere. Sapeva come la partenza di Hermione lo aveva fatto soffrire e sapeva che nonostante fossero passati quattro anni, lui continuava a pensare a lei, e sperare nel suo ritorno, e adesso che quel suo desiderio si era esaudito , non poteva rimanere imballato li, a temporeggiare sul dafarsi.
“Io credo di no…” Ed ecco emergere l ‘orgoglio di Malfoy. Zabini sbuffò.
“Draco sono passati quattro anni, non credo che se vi incontrate…”
“Sono passati quattro anni e non abbiamo nulla da dirci. Punto. Ora se ti dispiace vado in ufficio, ho qualche lavoretto arretrato”. Buttò giù l’ultimo sorso di Wisky e senza dire altro uscì dal quel baretto. Zabini scosse piano la testa. Doveva aspettarsela una reazione del genere. Lui aveva avuto la possibilità di andare da lei molte volte , di riportarla indietro , eppure non lo aveva fatto. Aveva preferito trascorrere tutto quel tempo lontano dall’amore della sua vita. Aveva gettato tutto per puro orgoglio e anche adesso, a distanza di anni, continuava a mettere in primis cose poco importanti e lasciare ciò che davvero aveva bisogno.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Questo colore ti dona”. Hermione accostò un velo color Glicine al volto dell’amica, sorridendo al forte contrasto tra i capelli e il velo.
“No Herm, Viola no”. Si scostò divertita. Le due amiche avevano deciso di dedicare un’intera settimana a loro due, che non si vedevano da ben quattro anni. Hermione era ritornata in Inghilterra, non sapendo se rimanerci o ritornare in Germania , dove aveva creato una nuova vita. Gli ultimi mesi passati a Durmestrang le avevano permesso di crescere molto, e di imparare molto . Era un’auror affermatissimo, soprattutto in Germania, dove dirigeva un intera squadra, nonostante la sua giovane età. Ginny invece, lavorava al San Mungo, era un curatore molto ingamba. E la storia con Harry, proseguiva più che bene, erano pronti ad un passo importante: Il matrimonio. Ed Hermione aveva approfittato di quell’evento per far visita all’amica, che non voleva sprecare un solo minuto. Si sarebbe goduta l’amica fino in fondo.
“Non è viola, è glicine” La corresse Hermione sorridendo.
“Oh mi scusi” Esclamò Ginny sarcastica. Le due amiche furono improvvisamente interrotte da un piccolo *bip* proveniente dalla bacchetta ben custodita nella tasca interna del Trench di Ginny. Era una chiamata d’emergenza, doveva smaterializzarsi all’ospedale.
“Oh Hermione, scusa ma devo scappare. Ci vediamo alla tana stasera alle otto. Rimani per cena vero?”
“Certo… Vai non perdere tempo, hanno bisogno di te”. Le due amiche si baciarono affettuosamente sulle guance e in un attimo Ginny sparì , lasciando Hermione , che ancora stringeva quel velo tanto delicato tra le mani. Non volle rimanere lì troppo allungo, e in un attimo si mischiò tra i vari maghi che si aggiravano per le stradine di Diagon Alley. Essere lì la rendeva più che felice, era stata lontana per troppo tempo, per troppo tempo era stata lontana dalla sua adorata Londra, dalla sua adorata Diagon Alley e dai suoi adorati amici. Non appena era giunta alla tana, l’accoglienza era stata più che calorosa, e il tempo non aveva cambiato nulla. Forse i capelli di Ginny erano cresciuti un po’ di più, forse la signora e il signor Weasley avevano qualche ruga in più a coprire il viso, forse il nuovo Look di Ron, diventato ormai un imprenditore più che affermato, ma per il resto nulla era cambiato. Nulla era sconosciuto ai suoi occhi. Tutto era esattamente come lo aveva lasciato quattro anni prima.
Camminava piano per le stradine strette e affollate, ammirava le vetrine dei negozzietti ,  e ricordò quando aveva camminato per la prima volta quelle strade, e come era stato imbarazzante quando i genitori, non abituati a tutto quello, fotografavano all’impazzata ogni minima cosa. Ricordò quando al secondo anno, con i Weasley erano andati alla ricerca di Harry , perso per Nocturn Alley. Sorrise. Quanti bei ricordi . Acquistò una mela caramellata , e come una bambina in un parco giochi, la mangiò con gusto , mentre ammirava ogni cosa che si presentasse avanti ai suoi occhi.
Poi improvvisamente, come se il tempo si fosse riavvolto, intravide tra la folla Lui. Stava camminando a passo lento, era perso tra i pensieri e forse non aveva notato la sua presenza. Ma si sbagliò. Entrambi erano fermi in mezzo alla stradina. Lei ancora con la mela tra le mani, e lui fermo , con le mani nelle tasche.
Hermione si rivede quattro anni prima, nei corridoi ad Hogwarts, quando quel giorno  aveva incontrato per caso Malfoy, e come sempre per caso, era nato qualcosa tra di loro. Riportò alla mente quelle giornate trascorse tra lo studio, i sorrisi, i segreti e momenti d’amore. Quando la notte fuggivano fuori per rifugiarsi nella loro stanza ad ammirare le stelle. E poi come tutto era andato in frantumi, solo per le sue debolezze da Uomo. Guardò quel Malfoy, sempre bello come lo ricordava, eppure con qualcosa di diverso negli occhi. Non sapeva se corrergli incontro, abbracciarlo, o schaffeggiarlo, come aveva fatto l’ultima volta.
 Malfoy guardava con attenzione la giovane donna che si presentava dinanzi a lui. Hermione era sempre bella, era come ricordava che fosse. Anche se aveva cambiato qualcosa, forse i capelli, o forse qualcos’altro, ma a lui non importava. Importava solo che lei era li, ferma a guardarlo, ad avvolgerlo con il suo sguardo. Aveva deciso di andare a Diagon Alley all’insaputa di Zabini, con la speranza di Incontrarla. Non aveva voluto dare soddisfazione all’amico, ma non appena aveva saputo , aveva desiderato che il suo passaggio li non sarebbe stato invano.
Si guardarono ancora per un po’. Poi lui, senza mosse false, si avvicinò piano e le sorrise.
“Ciao”. Solo quello gli venne da dirle, anche se in mente aveva altro. Aveva voglia di dirle altre cose. Aveva voglia di dirle ciò che pensava in quel momento. Ma solo “ ciao” gli uscì dalle labbra.
“Ciao”. Rispose lei, ricambiando quel sorriso che aveva amato, e che aveva sperato di incontrare di nuovo.
“Quando sei tornata?”. Aveva la voce bassa, e lo sguardo era opaco. C’era disagio tra i due.
“Qualche …qualche giorno fa….”. Continuava a stringere la mela , e continuava a sentire un gran disagio. Aveva paura che Malfoy notasse quel disagio, notasse quanto il suo cuore batteva e quanto aveva voglia di abbracciarlo forte.
“ Dove stavi andando?”. Che domanda sciocca, Malfoy sorrise  più a se stesso che ad Hermione. Si sentiva un vero stupido. Aveva desiderato tanto quell’incontro, e adesso, l’unica cosa che gli veniva da dire, era una domanda stupida, e per di più , che poteva prevedere una risposta sgarbata e deludente.
“  Stavo passeggiando…. Ho un po’ di tempon libero”. Hermione sorrise divertita. Voleva sapere dove fosse diretta. Cosa che la rallegrò. Malfoy si passò una mano tra i capelli, lasciati sempre ribelli.  Aveva intenzione di invitarla da qualche parte, aveva voglia di parlare con lei. Solo parlare, voleva solo sentire qualcosa su di lei, voleva conoscere i quattro anni passati via, lontano da lui.
“Ti va di…..”. Non terminò la frase, non sapeva se fosse stato l’ideale.
“Si!” Hermione non gli fece terminare la frase, ma accettò senza indugi. Accettò quell’invito , e non se ne pentì.
 
 
 
 
 
 
“No, Potter si sposa!”. Era quasi pomeriggio , e Malfoy ed Hermione sedevano comodamente fuori alla gelateria Fortebraccio. Avevano finito da un pezzo i gelati ordinati, ma nonostante ciò sedevano ancora lì. Come se nulla fosse accaduto tra di loro, come se stesse per ricominciare qualcosa, o come se stessero per riprendere qualcosa che non era mai finito veramente.
“Si davvero. E Ron è sempre in viaggio per affari…Incrdeibile”. Hermione stava raccontando cose che a Malfoy importava poco, ma che , pur di sentire la sua voce e guardare il suo sorriso, ascoltava con gusto.
“ E tu sei ritornata per prendere parte al matrimonio”. I due si guardarono. Forse lui sperava la confutazione di quella sua insinuazione, ma non fu così.
“Si, partirò dopo il matrimonio. Ritornerò in Germania. La mia squadra mi aspetta”. Distolse lo sguardo da Hermione e guardò le sue scarpe. Si sentiva in colpa , non avendone motivo. Ma si sentì come se stesse compiendo qualcosa di sbagliato. Draco la osservò per un po’. Forse quell’incontro doveva solo servire a mettere in chiaro la relazione tra di loro, forse serviva solo per far capire ad entrambi che dimenticare sarebbe stata la cosa migliore. O forse… per far capire ad entrambi che il loro destino era quello di stare insieme. Malfoy non sapeva cosa fare. Non sapeva se fermarla. Se chiederle di rimanere con lui, cosa che non aveva fatto quattro anni prima.
“E …Vicktor?”. Quella era l’unica domanda che gli ronzava per la testa, era l’unica cosa che gli poteva interessare. Dopo la partenza tra i due cosa era nato? Tutto quel tempo trascorso insieme cosa aveva provocato?. Hermione arrossì, iniziò a tormentarsi le mani. Alzò lo sguardo verso di lui.
“ Vicktor è sposato…. Abbiamo deciso che rimanere amici era la miglior cosa”. Draco sorrise soddisfatto, non voleva nascondere il suo compiacimento a quella notizia.
“Cosa ti ridi?”. Hermione ricambiò quel sorriso.
“Rimani sempre la Vergine di Ghiaccio, questo titolo non te lo toglierà nessuno”. Malfoy riacquistò quel viso beffardo e il suo tono era lo stesso che utilizzava ad Hogwarts per far cadere tra le braccia le povere studentesse. In fondo non era cambiato molto, e questo sollevò molto Hermione.
“E tu sei sempre il solito bamboccio viziato” Disse lei divertita.
Parlarono della loro vita , parlarono di quanto fosse bello il loro lavoro. Notarono i differenti tipi di organizzazione, i differenti metodi. Litigarono su quale fosse il migliore o non. E solo quando fu buio, decisero che era meglio andare via.
“ Spero di rivederti in giro” Hermione raggiunse il muro che portava al retro del paiolo magico. Doveva recarsi alla tana, e per farlo doveva ritornare a Londra. Draco avrebbe dovuto fare la stessa strada, ma preferì recarsi prima al Ministero. Quel giorno aveva saltato il lavoro, cosa che sarebbe passata inosservata, ma comunque aveva bisogno di alcuni documenti rimasti in ufficio.
“lo spero anche io” Rispose lui. Rimasero in piedi li, uno di fronte all’altro, incerti su cosa fare, incerti di andar via. Poi Malfoy decise di dar voce ai suoi pensieri.
“Mi sei mancata Hermione. Mi manchi ogni giorno. Mi sei mancata in tutti questi quattro anni, e non riesco a non pensare come sarebbe andata se io mi fossi comportato da vero uomo. Penso ad ogni attimo vissuto insieme. E penso a quanto Ti amo. Voglio stare con te. Voglio amarti ogni giorno. E voglio che tu rimani qui.”. Hermione ascoltò quelle parole , guardò quegli occhi che continuavano a guardarla . Guardava quel ragazzo che per quattro anni era rimasto nel suo cuore e nella sua mente. Guardò le mani, che stringevano le sue, e guardò quelle labbra, morbidi e calde. Aveva bisogno di lui. Aveva un disperato bisogno di quell’amore. Del suo amore. Le sue parole erano sincere, le sue parole erano vere, e lo leggeva dai suoi occhi.
Hermione sorrise con le lacrime agli occhi. Piangeva, ma non era dolore. Forse o quasi sicuramente era amore. Draco non aspettò che lei parlasse, non aspettò che lei potesse esprimere ciò che provava , perché lo sapeva. Sapeva che le parole che lui aveva pronunciato, rispecchiavano anche quello che lei sentiva. Avvicinò il suo viso a quello della sua adorata ex Grifondoro.
“Siamo destinati a stare insieme Hermione. “. Quel sussurrò fu dolce, tanto dolce che Hermione si allungò verso di lui e lo baciò.
Era tornato tutto al suo posto. Tutto era ritornato perfettamente dove doveva essere. Loro due al centro di tutto. Loro due , insieme, no divisi, come lo erano stati per tutto quel tempo, che aveva cercato di dividerli, ma fallendo miserabilmente. Il tempo che aveva diviso solo i due corpi ma non i due cuori, che in quell’istante battevano all’unisono.  
Ho postato questo ultimo capitolo della mia fanfiction. Ci ho messo un bel pò... Comunque spero che vi abbia appassionato, o almeno vi sia stata gradevole. Ho intenzione di scrivere altre fanfiction, e quindi vi invito a seguirmi. I vostri consigli e commenti mi sono stati molto utili. Ringrazio tutti colore che hanno letto questa storia, che hanno seguito passo per passo ogni capitolo, e ringrazio tutti coloro che la leggeranno in futuro. Questo è il frutto delle mie notti insonne. Grazie ancora!! Baci a tutti!!

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