L'ombra del padawan

di Christine_Heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno dell’uccisore ***
Capitolo 2: *** Lontano dal pianeta silenzioso ***
Capitolo 3: *** L’antico portale ***
Capitolo 4: *** Desiderio primario ***
Capitolo 5: *** Due amici! ***
Capitolo 6: *** L’altro passato. ***



Capitolo 1
*** Il ritorno dell’uccisore ***


1° capitolo
Il ritorno dell’uccisore


1)
Era trascorso il terzo periodo notturno.
Le stelle brillavano silenziose nel cielo tranquillo della luna boscosa di Doren, la luna dove si tenevano i corsi di sopravvivenza degli allievi padawan.
Paa-soy respingendo un brivido, si coprì meglio col mantello e si appoggiò al costone di roccia che sovrastava un’ampia vallata ai margini della foresta,dove si era fermato per riposare.
Era per così dire a caccia di trioch, il drago di Doren che popolava le foreste della piccola luna.
Non aveva intenzione di uccidere nessun animale ma per prudenza aveva tarato i sensori di movimento.
Sapeva che dei padawan sprovveduti erano stati colti di sorpresa dai trioch in un paio di casi, ed erano stati immobilizzati dalla saliva ricca di neuro tossine. Paa-soy era discendente di una razza guerriera e catturare un animale così pericoloso lo stimolava, anche se dopo la cattura il trioch sarebbe stato sicuramente liberato.
Come insegnante d’empatia presso l’accademia di Koosay, insegnava ai giovani padawan a non ricorrere alla violenza gratuita, soprattutto per il profondo rispetto per la vita d’ogni essere vivente, cosa che lo aveva portato al voto di non aggressione che gli era costato una fulgida carriera militare sul suo pianeta natio.
Guardando le stelle e pensando al suo pianeta la sua attenzione fu attratta da un movimento tanto impercettibile da non poter essere notato che grazie alla forza. Non era di sicuro un trioch, date le dimensioni più ridotte ed aveva un che di metallico, che indusse Paa-soy ad impugnare saldamente la spada laser pur senza attivarla. Espanse i suoi sensi grazie alla forza, ma quando il minuscolo dardo sibilò nella notte andandosi a conficcare nel suo collo paralizzandolo all’istante, non riuscì a credere alle proprie percezioni…sentiva la vita scorrere fuori dal suo corpo, ma lo sgomento era annullato dalla sorpresa…riuscì solo a pronunciare poche parole prima che il buio silenzioso coprisse i suoi occhi:
“Ro-u-qa…l’uccisore…”
Le stelle continuavano il loro silenzioso viaggio nel cielo di Doren…

2)
Yoda aveva sentito!
Aveva sentito l’incredulità del suo amico, lo aveva sentito spegnersi, aveva sentito la sua essenza unirsi alla forza ma soprattutto, aveva sentito pronunciare quel nome…e fino all’ alba cercò traccia della presenza di Paa-soy senza trovarla.
Il mattino seguente,quasi ancora all’alba,Yoda fu raggiunto da Mace Windu che si era svegliato di colpo in preda ad un’ indicibile angoscia, che lo portò a raggiungere il suo maestro. In confronto a Yoda, Windu che già normalmente aveva una figura imponente, sembrava un gigante, ma la sua enorme figura ebbe un sussulto nel vedere il piccolo Yoda così sgomento.
Lo conosceva da tutta una vita, era stato suo allievo, suo discepolo,suo amico ma non lo aveva mai visto così turbato!
“Maestro Yoda…”
“Scomparso da tempo egli era! Morto noi lo credevamo, ma non così è! Ancora egli vive ed ancora egli uccide!Paa-soy più non è.”
“Paa-soy?” domandò Windu incredulo nel momento stesso in cui faceva il suo ingresso la sua giovane allieva Æon Than.
“Cos’è successo a maestro Soy?” chiese a sua volta.
“Scoprirlo tu dovrai, giovane allieva! Nella notte definito abbiamo le direttive per una tua missione di ricerca…”
“Maestro Yoda, Æon è poco più che una bambina!” esclamò Windu aggiungendo
“Non vorrai davvero affidarle questa come sua prima missione!”
Æon cominciava ad intuire cosa era successo e n’era spaventata,ma non lasciava trasparire alcun’emozione.
Maestro Yoda in persona le stava affidando un incarico…un grandissimo onore per un padawan specialmente giovane come lei.
“Temere non devi maestro Windu” e rivolgendosi ad Æon:
“ Paa-soy, non più vive. Scoprire dovrai dove Ro-u-qa il traditore, nascosto si è. Prepararti dovrai per il viaggio su Doren.Ordini ho dato affinché una nave tu abbia ed un aiutante”
“So che Doren è una piccola luna disabitata, maestro Yoda! Non sarà difficile trovare qualcuno lassù!”
“Sottovalutare la sua astuzia non devi, giovane padawan , Paa-soy preparato era ma ciò non ha impedito la sua fine!vai ora e che la forza ti guidi!”
“La forza sia con noi maestro Yoda!”
“Presta attenzione Than…guai se ti succedesse qualcosa!”
“Starò attenta maestro Windu!la forza mi guiderà” rispose Æon e così dicendo uscì, accompagnata dallo sguardo di Windu!
“Una buon’allieva essa è, maestro Windu. Temere non devi. Porterà a termine ciò che ha iniziato…lo sento”
“Non potrei affrontare la furia di un vecchio amico se le succedesse qualcosa, maestro Yoda!”
“Suo padre i rischi conosce della vita Jedi, maestro Windu. Un gran soldato egli è!”
“Ma è pur sempre sua figlia…ed anche io ho visto nascere lei e sua sorella!”
“Un grande alleato, la forza è. Dimenticarlo non devi!”

3)
Dopo un viaggio monotono Æon era quasi giunta su Doren, nel sistema di Draconis II. Lasciando i comandi della navetta al droide D8, aveva avuto il tempo di studiare un profilo di Ro-u-qa, l’uccisore. Era nato su Chugat, e fin da piccolo aveva dimostrato grandi capacità nella costruzione d’apparati, tanto da essere stato discepolo di Maestro Oxoi, il creatore di diverse armi in dotazioni ai cavalieri Jedi. Ro-u-qa aveva costruito strumenti che durante le prove avevano dato ottimi risultati ed aveva dotato le spade laser di un sistema di bilanciamento inverso che ne aveva migliorato il rendimento, con gran soddisfazione di maestro Oxoi. -Æon pensò che forse anche il dardo che aveva ucciso maestro Paa-soy doveva essere frutto del lavoro di Ro-u-qa.- Dopo essere stato ammesso all’accademia di Coruscant, avendo superato in maniera eccellente le prove d’ammissione, si distinse tra gli alti cadetti per il suo stato di servizio esemplare e per la sua capacità intellettiva. Purtroppo entrò in competizione con un altro allievo, per l’ amore di Luxwanna una delle bibliotecarie dell’immenso archivio di Coruscant. -Æon osservò un’ologramma della donna, davvero bellissima con occhi verdi e capelli ramati, che era allegato al fascicolo.- Continuò la lettura e scoprì che la competizione sfociò in lotta tanto da costringere il consiglio ad allontanare Ro-u-qa ed il suo antagonista Diaz Korio per un periodo di riflessione. -Come aveva fatto poco prima Æon,osservo l’ologramma di Diaz Korio, certamente un bel ragazzo con occhi verdi e capelli neri. Notò che nel file, non c’erano ologrammi di Ro-u-qa, ma considerò che qualcuno ne avesse cancellato le immagini dopo che era stato bollato come assassino, e quindi indegno di diventare uno Jedi- Fu poco prima di partire per Seger che sfidò Diaz Korio ad una gara di lotta ma, forse per un errore di calcolo, la situazione gli sfuggì di mano tanto da causarne la morte. Fu così imprigionato e condannato ad un periodo di riabilitazione nel penitenziario di Braz, la luna gemella di Doren. Ro-u-qa sviluppò un’indole ribelle ed insofferente che lo portò ad inimicarsi i compagni e le guardie. Tentò più volte la fuga disperata quanto inutile fino a quando un giorno si impadronì di una navetta che al suo comando impattò al suolo provocando la morte di diversi detenuti e guardiani. Da allora si guadagnò il soprannome di “uccisore” Infine un giorno,inspiegabilmente scomparve senza lasciare traccia. Le lunghe ricerche non diedero risultati e tempo dopo fu dichiarato morto. Æon scoprì che Luxwanna era la figlia di Paa-soy…
“Stiamo per entrare nell’orbita di Doren” avvertì il droide mentre la navetta sfrecciava accanto a Braz.

4)
Un’insopportabile vampata di calore investì Æon all’uscita dal portello della navetta. Una sconfinata distesa desertica ed un cielo latteo erano il paesaggio di Braz, il pianeta prigione. Era volutamente atterrata lontano dalle installazioni per non interferire con l’attività dei detenuti condannati all’estrazione dei cristalli di cetnamys, e poi non avrebbe voluto peggiorare la sua situazione. Già prevedeva la difficoltà di spiegare a maestro Yoda e a maestro Windu perché all’improvviso,quando era già in vista di Doren,avesse virato per Braz. La curiosità aveva avuto il sopravvento e questo era illogico per un padawan,specie per un discepolo di Yoda, ma infondo pensava che un’occhiata alla prigione l’avrebbe aiutata a creare un profilo psicologico di Ro-u-qa. Mosse alcuni passi sulla sabbia arroventata dal calore dei due soli che illuminavano Braz e pensò a come in passato quella sabbia fosse stata qualche alta montagna ricoperta di vegetazione lussureggiante, prima che Braz fosse colpita da un asteroide vagante che la privò della sua atmosfera e di una grossa porzione di pianeta. Era stato un grosso progetto della civiltà Kramned quello di ripristinare un’atmosfera prima e condizioni di vita favorevoli poi su Braz, ma gli alti costi non consentirono di ultimare il progetto che rimase un puro quanto dispendioso progetto accademico incompiuto, il cui unico risultato era stato quello di dare un’atmosfera respirabile ad un deserto. Un grosso blocco iridescente di cetnamys attrasse la sua attenzione. La sua purezza e la perfezione delle sue forme potevano essere un indice di quella bellezza che i detenuti non avrebbero mai apprezzato, costretti ad una vita in quell’inferno dove stare in piedi era faticoso come respirare e tenere gli occhi aperti. “Tutto questo è troppo duro per un semplice innamorato” esclamò Æon rientrando nella navetta. Poteva capire il perché del risentimento di Ro-u-qa. Doren era un paradiso in confronto a Braz, pensò Æon mentre la sorvolava alla ricerca di una radura per l’atterraggio vicino al luogo dell’assassinio di Paa-soy. Inferno e paradiso erano una dualità che affascinava Æon. Le dualità l’avevano sempre incuriosita e attratta: inferno e paradiso, buono e cattivo, bello e brutto, positivo e negativo…era giunta alla conclusione che in tutto ciò che è buono c’è una parte di cattivo, e in tutto ciò che è cattivo c’è una parte di buono,e questa teoria era applicabile ad ogni dualità. Discuteva di questo con una sua compagna di scuola quando maestro Yoda la udì e ne fece la sua allieva. Era rimasto impressionato dalle grandi capacità che dimostrava per la sua età. Æon Than era figlia di un umano e di una Meti, tanto severo l’uno quanto comprensiva l’altra. Il padre era terrestre, un militare specialista in sistemi d’energia che aveva combattuto a fianco di Mace Windu in diverse imprese congiunte tra Cavalieri Jedi e militari della Repubblica. Era un uomo pratico ed insofferente alla ripetitività ed alle perdite di tempo, era un brillante tecnico ed un ottimo comandante…la madre, di una bellezza diafana era portata all’arte, alla bellezza ed alla pazienza. Si erano conosciuti su Elittos, il pianeta di sua madre, durante una crisi che si risolse con un intervento armato dell’esercito della Repubblica, contro le armate del Bando Gora. S’innamorarono e decisero di sposarsi nonostante fossero così diversi, ed Æon era stato il risultato di questa singolare dualità: aveva ereditato dal padre la tenacia e la combattività e dalla madre la calma e la serenità. Aveva anche una sorella più piccola, Nefer che le somigliava molto tranne per i capelli; serici i suoi, ricci quelli di Nefer, una dualità nella dualità… “Prepararsi all’ atterraggio! Siamo giunti a destinazione.” La voce metallica del droide echeggiò nella cabina: era su Doren. Un’aria fresca, frizzante e profumata accolse Æon all’apertura del portello. Ripensò a suo padre che accoglieva come una benedizione tutte quelle piccole cose piacevoli e gratificanti, come poteva essere una boccata d’aria fresca dopo un lungo viaggio, anche se a volte di un’ inconsistenza tangibile. Se c’era un lato positivo in qualsiasi cosa, era in grado di trovarlo ed era capace di affezionarsi a delle piccolezze in maniera stridente con la sua logica…aveva un posto in casa pieno d’abiti vecchi, oggetti rotti, apparati inutilizzabili, libri, disegni ,oloproiezioni e giocattoli suoi e delle figlie…erano la sua memoria, diceva ed ogni tanto amava starci a contatto, cosa che irritava il senso estetico di sua madre che avrebbe voluto disfarsi di …quelle brutture! Æon rise e guardò il paesaggio. Tutte le tonalità del verde e dell’ azzurro erano presenti. Bosco, fiori, ruscelli, un cielo terso e alte nuvole uno spettacolo che avrebbe incantato l’ animo di sua madre, una Meti di seconda casta, maestra d’ arte su Elittos. Anche Æon e Nefer erano state su Elittos ed erano anch’esse considerate di seconda casta, anche se figlie di un terrestre, dai benevoli meti, i quali facevano a gara per insegnare loro, musica, poesia, le scienze naturali, sopportando benevolmente gli insegnamenti considerati violenti del padre, praticante di un’ antichissima disciplina che portava alla difesa personale secondo una filosofia interiore. Sentì di essere osservata, ma, non percependo ostilità, decise di non preoccuparsi più del necessario. Era una coscienza pensante, quindi non poteva essere un animale, era incuriosito più che preoccupato, non era ostile e….
“….E vengo in pace, ÆON THAN! Ti stavo aspettando ma non arrivavi mai. Anche maestro Yoda era preoccupato, dopo la mia ultima comunicazione!”
“Hai avvisato maestro Yoda del mio ritardo?”
“Certo, eri in ritardo di un t’ uun (circa mezza ora).”
“ Bravo, davvero un bel lavoro” affermò Æon visibilmente seccata."
“Il viaggio da Coruscant è lungo e pieno di insidie…” cercò di giustificarsi!
“Già…ma tu chi saresti?” chiese Æon mettendo da parte l’atteggiamento ostile.
“Sono la tua …. per così dire…. guardia del corpo in questa missione!”
Æon osservò che le sue parole, erano in contrasto col suo aspetto. Aveva il fisico del lanciatore di coriandoli, avrebbe detto suo padre, e si sorprese a sorridere.
“Cos’ ho detto di allegro?”
" Non credo che avremo avventure qui caro….”
“Ybsor Nash da Nori, nel sistema Ailat”
“Nori? Il pianeta dei….”
“Transmuti, esattamente!” aggiunse Ybsor.
Æon lo squadrò con attenzione.
Se su Nori avevano quella come forma di base, era davvero una razza portentosa, ma deludente. Era basso di statura, allampanato, un po’ingobbito, calvo e le gambe storte. “Una creatura singolare” pensò Æon.
“Ho pensato di assumere la forma del cancelliere Zorzol …. Sapevo che eri un meti, ma, sei molto più alta di un meti.”
Zorzol Goof era stato uno più famosi politici di Ellittos e non era davvero un atleta….
“Mio padre è un terrestre “ affermò Æon “E non tutti i meti sono così emanciati.”
“Capisco! Terrestre! Grossa struttura muscolare e poche facoltà sensoriali” chiosò Ybsor, e sbagliò!
Æon era fiera di essere per metà terrestre e fiera di avere appreso l’ antica arte di combattimento senza armi che praticava suo padre. E quello, suonava alle sue orecchie come un insulto.
“Dicevi…poche facoltà sensoriali.Che cosa intendevi? Ybsor Nash da Nori…nel sistema Ailat!”
Æon non aveva pronunciato quelle parole…le aveva sibilate con un tono minaccioso.
“Temo di essere partito col piede sbagliato…mi dispiace, scusami, non intendevo offenderti!” Æon si pentì di avere assunto quell’ atteggiamento ostile che non giovava certo alla reputazione dei terrestri, dei meti e soprattutto dell’ ordine Jedi.
“Non è nulla, sono solo un po’ stanca del viaggio, scusami!” si giustificò.
“Mi metterò subito in contatto con Coruscant per comunicare del mio arrivo a Maestro Windu”
“Non riuscirai a comunicare con nessuno Æon. Il primo trasmettitore utile è piuttosto lontano da raggiungere dalla tua navetta”
“E tu come hai comunicato del mio ritardo?”
“Connessione mentale!”
“Sei anche telépate oltre che transmuta?”
“E sono anche un cyborg!” esclamò con aria trionfale Ybsor
“Una macchina vivente, telepatica e mutaforme! Hai altre sorprese per me, che so, sai cucinare?”
“So fare praticamente tutto e quello che non so fare lo imparo in pochissimo tempo. Mi basta collegarmi con Struttura, il mio programma di manutenzione e caricare ciò che mi interessa: armi, azioni, linguaggi, perfino gli abiti che ho indosso li ho prelevati dal database.”
“Davvero puoi fare tutto quanto è raccolto nel tuo programma?” chiese Æon voltandogli le spalle ed avviandosi alla foresta”
Dopo pochi istanti ebbe una risposta
“Difficile non è, giovane padawan! Tutto in struttura è raccolto!”
Si voltò e si trovò davanti Yoda che la fissava con occhi bonari. Si avvicinò timorosa osservandolo: non una ruga, non un particolare era fuori posto…era Maestro Yoda in tutto e per tutto…o no? Lo colpì con forza sotto l’orecchio destro con un pugno circolare, tanto da farlo stramazzare al suolo, e si preparava ad attaccarlo con un calcio frontale non appena si fosse rialzato. Serrò tanto forte i pugni da sbiancare le nocche delle dita, assumendo la posizione di guardia, quando Ybsor assunse la forma di un torquen, lanciandosi all’ attacco. Æon schivò facilmente la carica scomposta del grosso animale, mandandolo a sbattere contro un albero. Gli fù addosso con un balzo, colpendolo con forza ad un fianco. Il grosso torquen si rialzò dolorante ma riuscì ad agguantare Æon che lo proiettò agevolmente in terra bloccandolo con una chiave ad uno dei quattro arti superiori. Urlò di dolore Ybsor. L’arto era quasi sul punto di spezzarsi quando Æon lo lasciò, mantenendo la posizione di guardia e si allontanò da lui…
“Tutto bene Ybsor?” gli chiese.
Questi prese una forma umanoide rialzandosi.Massaggiandosi la spalla dolorante la guardò incredulo:
“Hai colpito il tuo maestro…è incredibile…è scorrettissimo!!!”
“Non sarei nemmeno riuscita ad avvicinarmi al vero Maestro Yoda…” rispose Æon laconica, ed aggiunse:
“Il tuo programma non pare molto informato su Yoda:”
“Il mio programma non conosce nemmeno quella tua forma di combattimento. Mi hai atterrato senza alcuna arma. Come hai fatto?”
“Non troverai notizie su questa forma di difesa personale…è una antichissima arte di combattimento terrestre che ormai si tramanda di padre in figlio…non ci sono notizie e nulla di scritto. Nemmeno tutti i terrestri la conoscono e la praticano.”
“Come si chiama?”
“Ju-Jitsu.”
Seguì qualche istante di silenzio poi Ybsor disse:
“E’ vero nessuna notizia nel database.E’ molto strano credevo di sapere tutto di tutto…”
“Credevi di essere Dio?”
“No, credevo di essere perfetto!”
“Non c’è la perfezione senza una piccola macchia. C’è una parte di perfezione nell’imperfezione e una parte di imperfezione nella perfezione!”
“Ying e Yang, il Tao! so a cosa ti riferisci è una filosofia terrestre!”
“Bravo, hai un buon programma!”
“So anche pensare col mio cervello, non dipendo esclusivamente da Struttura”
“Non volevo offenderti…ma ora mettiamoci al lavoro!stai bene?”
“Sono integro. Non ho bisogno di nulla grazie”
“Di qualcosa hai bisogno!”
“No,davvero sto bene!”
“Ybsor…”
“Sì?”
“Vèstiti, sei nudo!” ridacchiò Æon voltandosi, ed aggiunse “e se puoi assumi un fisico più giovanile, sembri il console Justio della colonia Prassede”
“Infatti è l’ultimo terrestre che avevo in memoria…cercherò di migliorare!”
“Bravo Ybsor, poi ti do un biscottino…”
“Ti ringrazio ma non ho fame ed inoltre non ho bisogno di nutrimento:”
E sarei io ad avere poche facoltà mentali… si ritrovò a pensare Æeon.


Nda
Ci sono riuscita! Primo capitolo postato! =D
Questa è una storia un po' vecchiotta, scritta su per giù, in prima superiore!
Beh, essendo di poche parole, dico solo: Spero che vi piaccia, e spero che apprezzerete con un piccolo commentino! ^^
Un ringraziamento a chiunque leggesse questa storia!!!
Bacio.
Chris.

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Capitolo 2
*** Lontano dal pianeta silenzioso ***


2°capitolo
Lontano dal pianeta silenzioso


1)
Ryddell non riusciva a dormire per il caldo opprimente.
Aveva accettato quel lavoro periodico presso il radiofaro di Moddor, dopo che la fabbrica di materiale da costruzione dove era impiegato, su Romula, era stata chiusa per i debiti contratti dal padrone nella speranza di tenerla a galla ed evitare il licenziamento dei suoi operai.
Era una brava persona il vecchio Tibboh, ma le commesse diminuivano sempre più dopo la venuta dei Fladnag i quali offrendo materiale e mano d’opera a prezzi inferiori , avevano messo in crisi molte piccole fabbriche come la sua. Voleva bene ai suoi operai e pur di non lasciarli sulla strada con le famiglie, si era dannato a trovar loro un nuovo lavoro ed era riuscito a sistemarli tutti prima di partire per il suo pianeta natale, come aveva detto a tutti. Trovarono il suo corpo tra i rottami della navetta schiantatasi sul fianco del monte Soru, e tutti pensarono ad un’avaria…tutti, tranne Ryddell.
Conosceva quella navetta alla perfezione e sapeva con quanta cura fosse fatta la manutenzione.
Tibboh aveva scelto di andarsene lasciando un buon ricordo di sé e Ryddell nè aveva pianto…in fondo Tibboh era stato come un padre per lui. Stava ancora cercando di addormentarsi pensando al caldo opprimente, quando la sua attenzione fu attratta da un rumore proveniente dalla piazzola d’atterraggio laterale al radiofaro.
Si avvicinò con cautela all’oblò che dava sulla piazzola e vide nella penombra la figura di Tibboh che guardava nella sua direzione…
“Non può essere! Il vecchio Tibboh è morto da tempo!” esclamò Ryddell sorpreso.
Scosso com’era, non stava riflettendo sul fatto che Tibboh stesse lì, senza alcuna tuta o scafandro di protezione.
Non c’era atmosfera fuori del radiofaro, e se anche ci fosse stata, il freddo siderale avrebbe ucciso chiunque in pochissimi istanti, ma lui pareva non curarsene e restava lì a guardarlo e a sorridergli bonariamente.
Ryddel si riprese ed attivò tutti i visori della rampa verso Tibboh, che continuava a sorridergli, mentre indossava la sua tuta protettiva. Depressurizzò la camera d’uscita e quando il portello si aprì, con sua grande sorpresa vide Tibboh venirgli incontro…
“Hai trovato un buon posto Ryddell!”
“Tibboh…non capisco…qui fuori…ma come…”
“Mi ha fatto piacere rivederti Ryddell, sono contento che tu stia bene, ma ora devo andare…scusami!”
E così dicendo si allontanò verso il cratere di fronte alla stazione, lasciando un incredulo Ryddell a guardarlo allontanarsi nel nulla.

2)
Il sopralluogo non aveva dato un esito incoraggiante, ed Æon era piuttosto delusa di non avere trovato nulla d’importante per la sua ricerca. Aveva percorso il sentiero battuto da Paa-soy, aveva trovato i sensori ancora tarati sui trioch, aveva visto il luogo dove si era accasciato privo di vita, ma nemmeno una traccia, non un filo d’erba calpestato, non una radiazione residua…assolutamente niente!
La presenza di Paa-soy era tangibile, si notavano le tracce del suo passaggio, ma Ro-u-qa non aveva lasciato nulla che lasciasse presagire la sua presenza…
Se non fosse stato ritrovato il minuscolo dardo conficcato nel collo di Paa-soy, Æon avrebbe concluso che questi fosse morto per cause naturali e che per la prima volta Maestro Yoda e Maestro Windu avessero avuto una percezione sbagliata.
Ybsor era molto efficiente e stava analizzando alcune zolle di terreno, quando si rizzò in piedi assumendo un’espressione attenta.
Æon lo notò e impugnando la sua arma,si voltò nella direzione dello sguardo di Ybsor, ma non riuscì a vedere nulla nell’ampia vallata. Concentrandosi acuì le sue percezioni grazie alla forza, ma non sentì nulla nuovamente.
“Non c’è nulla da vedere Æon!” esclamò Ybsor ed aggiunse:
“Ho captato una comunicazione dal radiofaro di Moddor diretta al comando della IV flotta…pare che il guardiano abbia bisogno d’aiuto…e noi siamo attualmente i soli vicini a Moddor. Non possiamo ignorare la richiesta di soccorso!”
“Ybsor…abbiamo una missione da svolgere! Siamo a caccia…a caccia di fantasmi! Hai ragione. Torniamo alle nostre navette e andiamo su Moddor. Se è il caso aiutiamo il guardiano ma poi si torna qui ad indagare. Puoi comunicare che ci stiamo movendo?”
“Già fatto! Maestro Yoda approva”
Uno strano essere quest’androide, ma eccezionalmente efficiente.
Una macchina straordinaria pensò Æon dirigendosi alla navetta, seguita dal transmuta.
“Ybsor, perché non vai alla tua navetta?”
“Non ho una navetta! Struttura mi ha trasportato fin qui in forma molecolare. Mi ha scomposto su Nori e mi ha inviato qui sotto forma di segnale, poi ha ricomposto la mia struttura con atomi locali!”
“Capisco…beh la mia nave ha quattro posti…andiamo!”
“Non sembri molto convinta. Ti metto a disagio Æon?”
“Si,un po’ si! Sei quello che mio padre chiama …”
“Un congegno infernale” esclamò trionfale Ybsor
“Già, proprio così”
“Che significa quel termine? Quello cui hai pensato adesso?”
“Un insulto, Ybsor! Mi mette a disagio che percepisca i miei pensieri.”
“Posso non farlo se vuoi.”
“Si, per favore, fallo, dannata macchina infernale!”
“E’ forte il terrestre sai?!”
“Dai, andiamo…”

3)
Il radiofaro di Moddor era sullo stesso asse planetario di Doren e Braz e non ci volle molto a raggiungere l’installazione.
“La rampa d’atterraggio è di un tipo vecchio. Temo che non ci sia spazio sufficiente per questa navetta!” esclamò Ybsor.
“Cercheremo di posarci in quella piazzola di fianco, poi percorreremo il breve tratto fino all’ingresso a piedi.
Dai indossiamo la tuta.”
“Æon, dimentichi che non ne ho bisogno. Posso variare la struttura molecolare…”
“Tu invece dimentichi che il guardiano ha visto un fantasma che se ne stava tranquillamente all’aperto senza tuta, e tu intendi confermargli che è impazzito, presentandoti alla stessa maniera?”
“Uhm, già! Dove sono le tute?”
“Seguimi”
“Prepararsi all’atterraggio”
Ryddel li aspettava nella camera di decompressione.
Sembrava tranquillo anche se continuamente controllava lo schermo che mostrava la piazzola esterna.
“Ybsor, questa persona è spaventata a morte. Per favore, fare nulla che sia da umano, non trasmettere, non ricevere, e soprattutto non trasformarti, d’accordo?” esclamò Æon voltandosi verso l’androide.
Rimase per un’ istante immobilizzata nel trovarsi di fronte la replica del Primo Conestabile Than, suo padre.
“Quindi è tardi per cambiarmi…d’abito?” seguì un lungo attimo di silenzio
“Ybsor Nash da Nori, sei…sei…sei spregevole…io…io ti…”
“Æon, questa persona è spaventata a morte. Non fare atti inconsulti…” le sussurrò e si rivolse a Ryddell tendendogli la mano:
“Sono il Primo Conestabile Than, dell’armata federale. Abbiamo captato una richiesta di soccorso proveniente da questa luna.”
“La navetta ha le insegne dell’ordine Jedi. Cosa c’entra con i militari ?”
“Il mio attendente Æon che è anche il mio pilota, presta servizio presso l’accademia di Coruscant!”
“E allora?” Ybsor si fece avanti.
Il fisico del Conestabile Than sovrastava di molto Ryddell e quando lo afferrò per i risvolti della tuta da lavoro, lo sollevò di peso fissandolo con uno sguardo minaccioso.
“Capiamoci subito…hai richiesto aiuto, hai ottenuto una risposta e ora collabori, esercito, ordine Jedi o minatori che siano! Devo essere più esplicito?”
Ryddell scosse il capo
“Si…va bene”
“Si va bene, Signore!”
“Sì signore”
Æon era ammutolita in un angolo e osservava la scena.
Se non avesse saputo che quello era Ybsor, avrebbe giurato che quel gigante in uniforme era proprio suo padre.
Tutto corrispondeva, la voce, l’andatura e la sua famosa diplomazia spicciola.
Si aspettava che da un momento all’altro Ryddell volasse per la stazione, secondo le regole di quello che scherzosamente il Conestabile Than chiamava Combattivo Negoziato.
Presso i padawan quel modo di dire era molto usato ed era la preferita del suo amico Anakin, anche se maestro Yoda era contrariato da quest’espressione e maestro Windu la sopportava bonariamente.
Naturalmente avere tra loro la figlia del conestabile Than, suscitava tra i padawan una specie d’ammirazione e quell’espressione accompagnava quasi tutti i discorsi che erano intavolati con lei.
Ybsor lasciò il guardiano del faro, ed assunse un’espressione bonaria
“Ha un aspetto invitante…posso averne una coppa, per favore?” disse indicando la bevanda che Ryddell aveva appoggiato su di un monitor di controllo.
“Sì…certamente…da questa parte, signore.” rispose facendo strada.
Era ritornato il bonario Conestabile Than, suo padre, pensò Æon.
“Figlio di cosa?” chiese Ybsor fissandola
“Non spiare i miei pensieri, mostro!”
“E’ stato un caso Æon. Mi ha incuriosito quella forte emozione che hai provato. Cos’è una put…”
“Non è il momento…”
“Capisco, non è un complimento terrestre!”
“Decisamente no. Andiamo”
La bevanda era calda e gustosa, di un bel colore ambrato, molto rilassante.
Æon fissava Ybsor che sembrava gustarne appieno l’aroma, chiedendosi se una macchina potesse provare i sapori.
“Ci dica Ryddell…” esordì lei
“Quando è successo il fatto?”
“Circa otto enti (ore) fa, era appena tramontata la luna di Braz! Stavo cercando di addormentarmi quando ho sentito quel rumore…” “Sentito?” chiese Ybsor
“Sissignore, non l’ho udito, ma l’ho percepito…non so come spiegare…una sensazione!”
“Capisco…e poi?”
“Guardate” rispose Ryddell attivando il visore tridimensionale.
Æon e Ybsor osservarono le immagini con attenzione…
“Tutto qui Ryddell?” esclamò Ybsor
“E le sembra poco, signore? Il vecchio Tibboh è morto da tempo, e me lo sono trovato davanti così come voi in questo momento…e fuori di qui, dove la vita è impossibile!”
Ybsor lo fissò con aria comprensiva e poi disse “Ryddell, sulla luna prigione di Braz, stavamo sperimentando un dispositivo…un trasmettitore empatico. Le condizioni di vita sono proibitive lassù, e stiamo studiando un modo per aiutare i detenuti a recuperare una dignità, gratificandoli con ricostruzioni olografiche dei loro cari o di persone che essi abbiano stimato. E’ chiaro che qualche onda ha permeato questa stazione grazie all’allineamento con Braz nel momento del suo tramonto. Evidentemente, nel suo subconscio questo Tibboh aveva un’importanza primaria e la sua coscienza condizionata dal nostro congegno, lo ha ricreato per lei…”
“Le frasi che Tibboh ha pronunciato, sono le classiche frasi inserite nel database del programma” affermò Æon guardando Ybsor.
“Ha avuto una…allucinazione, provocata da noi involontariamente!” concluse lei
“Siete stati voi?”
“Forse abbiamo calibrato male l’emissione di onde dal trasmettitore, o la particolare posizione delle due lune hanno provocato questo…”ribadì Æon.
“Anche alcuni allievi su Doren, hanno accusato lo stesso inconveniente!”continuò Ybsor
“I nostri tecnici stanno già apportando delle modifiche a Struttura…il nostro programma, che purtroppo non è…perfetto!”
Æon sorrise maliziosamente guardando Ybsor mentre parlava.
Seguì un lungo silenzio rotto alla fine da Ryddell
“Ora capisco cosa c’entrano l’esercito e i cavalieri Jedi…questo quadrante è troppo lontano da tutto per giustificare la vostra presenza qui. Certo che quel vostro aggeggio…è convincente, ma per favore, aggiustatelo. Ho creduto di morire dalla paura…”
“Se è per questo abbiamo già dato disposizioni affinché lei sia trasferito e la stazione sia messa in automatico…abbiamo a bordo un droide che la sostituirà immediatamente.” continuò Ybsor.
“Potrà tornare su Romula, dalla sua famiglia e prendere servizio al magazzino di spedizione centrale…e, naturalmente, non dovrà far parola con nessuno di quanto è accaduto!” concluse.
Æon lo fissava come si guarda un pazzo, ma lui incurante accompagnò Ryddell verso l’alloggio…
“Potrà partire subito Ryddell. Credo proprio che saranno contenti di vederla tornare a casa così presto!”
“Grazie signore…davvero posso?” Ybsor si voltò verso Æon, rispondendo:
“Mentre venivamo quI, mi sono messo in contatto con l’elaboratore della compagnia, impartendo gli ordini necessari al suo trasferimento ed alla sua sostituzione col droide. E’ tutto a posto!”
Un sorrisetto diabolico apparve sul volto del transmuta.
In circa un t’uun, Ryddell era partito lasciando Æon e Ybsor da soli sul radiofaro.
“Ascoltami bene Ybsor…” esordì Æon appena la navetta di Ryddell lasciò l’orbita di Moddor
“Ascolta tu invece…ho percepito una presenza, di cui ho avuto sentore anche su Doren, ma che è scomparsa poco prima del tuo arrivo. Ho comunicato il mio piano a maestro Yoda, nel momento stesso in cui davo disposizioni per il trasferimento di Ryddell. Ora possiamo controllare la stazione da cima a fondo, indisturbati e senza pericolo per i civili!”
“Quale presenza…Ro-u-qa?”
“Forse…o forse no. Non posso essere più preciso fino a quando non avremo altri elementi.”
E così dicendo si diresse verso la camera pressurizzata che portava all’esterno.
“E come la mettiamo se arriva qualche altro equipaggio in missione di soccorso? Altri avranno captato il messaggio…”
“La richiesta di soccorso non avrebbe potuto arrivare che fino a Braz vista la scarsa potenza del trasmettitore…ma mentre lo ricevevo l’ho ritrasmesso come una sequenza di impulsi come se si trattasse di una prova apparati…del resto in questo quadrante, questa luna è conosciuta come il pianeta silenzioso…e credo sia meglio per ora che rimanga tale”
“A cosa ti riferivi riguardo a quella presenza?”
“Non lo so. Ho sentito una…energia che si va pian piano affievolendo. Guarda!” disse Ybsor avvicinandosi ad alcuni strumenti
“Non ci sono variazioni del campo magnetico, né della struttura molecolare…non ci sono incrementi delle radiazioni ma osserva questi picchi di energia che vanno affievolendosi…probabilmente il massimo è stato raggiunto quando è apparso il fantasma di Tibboh!”
“Una variazione del campo magnetico ?”
“Probabilmente si, ma non è segnalato dagli strumenti, né dai rilevatori di antimateria”
“Un gas o meglio del plasma!”
“Si è possibile, ma apparso da dove e per quanto tempo?”
Æon si sforzava di trovare una spiegazione, ma non riusciva a darsene una convincente, tanto da esclamare: “Allora vediamo. Abbiamo del plasma fantasma che su Doren ha ucciso, mentre qui va a far visita al guardiano del radiofaro tanto da spaventarlo e poi…”
“Avevamo del plasma fantasma! Gli strumenti non lo rilevano più, e nemmeno io”
“Diamo un’occhiata all’esterno?”
“Sai che non troveremmo niente…credo sia meglio tornare su Doren e continuare le nostre ricerche…”
Poco dopo erano in volo verso Doren.
Æon continuava a fissare la piccola luna che si allontanava.
Si sentiva a disagio, ma non capiva perché…
...voleva solo stare lontano dal pianeta silenzioso. .

Nda
Capitolo due! Che ne dite?
Scusate, ma ho poco tempo, qui nevica, e la bimba dentro di me, vuole correre a giocare!
Bacio.
Chris.

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Capitolo 3
*** L’antico portale ***


3° capitolo
L’antico portale


1)
Era giunta la sera ed Æon e Ybsor erano nella sala controllo della navetta.
Avevano cercato con scarsi risultati fino a quando i due soli non erano tramontati, ma col buio era difficile anche orientarsi nella foresta così erano tornati indietro.
Æon stava pensando di mangiare qualcosa, quando gli ritornò in mente Ybsor che sorseggiava la bevanda del guardiano su Moddor. 
“Ybsor, hai bisogno di nutrirti, di assumere energia in qualche modo?”
“Non proprio…ho una cellula energetica che va molto oltre la comune…vita di voi umani!”
“Ti ho visto bere con gusto su Moddor e mi è sembrato che ti piacesse il sapore…”
“Struttura mi fornisce tutte le informazioni del caso. A tuo padre sarebbe piaciuta quella bevanda e fino a che manterrò questa forma proverò gratificazione da alcune cose e fastidio da altre.”
“Cioè hai provato il gusto di…”
“Il gusto, il calore, la consistenza…in questo momento sono umano, come te, provo le stesse sensazioni che provi tu, sono anche stanco oltre che affamato, ma sono tutti stimoli che posso non considerare e… vivere ugualmente!”
Vivere?
Qual è il senso di quest’affermazione, si trovò a pensare Æon fissando Ybsor che continuava a parlarle.
Si tratta di un’imitazione della vita, perfetta in ogni suo aspetto tranne che per quello fondamentale…è una vita priva di senso.
Non ha bisogno di migliorare, di crescere, di evolversi, non ha necessità d’avere legami, né fisici né affettivi ed ha molto tempo davanti a sé…non può avere una concezione giusta del tempo che passa…è troppo diverso da…
“…E poi quando assumo del cibo di qualsiasi tipo, riesco in ogni caso ad accumulare l’energia prodotta dalla, diciamo così, digestione ed utilizzarla quando ce ne è bisogno…magari per trasmettere, o utilizzarla come arma…ma Æon, non mi ascoltavi?”
“Ybsor, qual è per te il senso della vita?”
“Io non ho una vita! Frequentando i viventi, ho elaborato che manco di qualcosa, ma non so spiegarmi cosa! Ho cercato in Struttura, ma i miei creatori non hanno inserito queste informazioni.”
“Parlami di come sei stato creato…mi incuriosisce molto la tua…”
“Vita-non-vita?” le suggerì
“Si, diciamo così!”
“Non c’è molto da dire…sono stato attivato ed ero come adesso…non avevo un passato, sapevo già comunicare, muovermi, cambiare forma…tutto insomma, a volte mi piacerebbe saperne di più, ma ci hanno creato, attivato e mandato nello spazio per studi…”
“…ci hanno creato? Che vuoi dire…non sei unico nel tuo genere?”
“Ora sì, ma io sono,come dire il…modello incompleto! L’altra creazione poco tempo dopo la fine dei test è scomparsa e non si sono più avute notizie…”
“Non ti seguo, eravate in due?”
“Certo, io sono la seconda parte di un progetto più ambizioso che prevedeva la creazione di due vettori da inviare in battaglia, sai sono nato come progetto militare…io sarei stato il…negoziatore.:La mia controparte era essenzialmente un’arma perfetta e indistruttibile, sia pure dotata di alcune capacità comuni anche a me. Avrebbe dovuto affrontare il nemico e poi sarei intervenuto io. Questo è il motivo per cui ho queste enormi doti di comunicazione. L’altra invece era essenzialmente, un’arma…”
“e poi?” chiese Æon interessata
“…Dopo alcuni test superati brillantemente, si effettuò un test di bilocazione. Venimmo inviati in due punti differenti per poi convergere su un unico pianeta in seguito…qualcosa andò male. Struttura perse il contatto con arma primaria e fu sospeso il progetto. Mi hanno inviato più volte alla ricerca di arma primaria, ma niente…scomparso!”
“Arma primaria e Ybsor Nash” era sarcastica Æon
“Ybsor Nash è il nome con cui sono stato registrato, dopo essere stato ceduto dalla corporazione militare. Non avevo un nome prima, solo una denominazione tecnica…”
“Cioè?”
“Arma primaria, te l’ho detto. Operavamo in simbiosi, e da solo non servivo più allo scopo primario della realizzazione.”
“E così ti hanno ceduto!”
“…Sempre a scopo di ricerca! Raccolgo dati sulle concentrazioni batteriche di alcuni pianeti. La dottoressa Niobe Sy che è a capo dello staff medico per cui opero ha l’abitudine di assegnare un nome proprio, a tutto ciò che la circonda…non ne ho mai capito l’utilità ma infondo…”
Æon si alzò di scatto.
“Conosci Niobe?”
“Lavoro per Niobe, raccolgo dati…ma non mi ascolti?”
“Ma Niobe, è come se fosse della famiglia.Spesso è stata a casa mia, è terrestre, ed ha studiato al polytecno assieme a mio padre…” “Chi credi che le abbia suggerito il nome Ybsor Nash?”
Æon lo guardava con gli occhi sbarrati e lui continuò:
“Ybsor Nash è l’anagramma di Shyb Arson…”
“La cantante preferita di…papà!” aggiunse Æon
“…e della dottoressa Niobe Sy!” concluse Ybsor

2)
Avevano parlato ancora a lungo, fino a quando Æon si rese conto di essere stanchissima e volle andare a riposare, lasciando Ybsor a fare alcuni controlli.
Ybsor era stato richiesto a Niobe, proprio da suo padre, qualche tempo prima della battaglia conclusiva contro le armate del Bando Gora su Elittos.
Era stato infiltrato nel Bando Gora, ed aveva comunicato alcuni piani difensivi di questi al corpo di spedizione congiunto di Militari e Cavalieri Jedi. Quindi, aveva conosciuto suo padre il conestabile Cisco Than, sua madre Tannhia ed anche maestro Yoda e maestro Windu.
Proprio perché ne conosceva l’esistenza e conosceva le sue capacità, quando maestro Yoda ebbe avuto la percezione della fine di Paa-soy, prese contatto suo padre per chiederli di avere Ybsor per questa missione…ma poi pensò di affiancarlo alla sua allieva Æon le cui doti intuitive l’avevano molte volte sorpreso.
Si era così già delineata la linea guida della missione e al mattino dopo era già tutto pronto. Aveva appreso anche che diversi particolari della creazione di Ybsor erano stati curati da maestro Oxoi e da alcuni suoi allievi.
Quando si svegliò, Ybsor era già uscito e lei chiamò col comunicatore.
“Dormivi ancora quando albeggiava, quindi con la prima luce ho deciso di avvantaggiarmi sulle ricerche…”le disse Ybsor
“E come faccio a raggiungerti ora, il segnale è disturbato dalle riflessioni degli alberi.”
“Sono quasi sulla cima del costone roccioso che sovrasta il punto dov’è morto Paa-soy! Se vuoi possiamo incontrarci lì. Cercherò di creare uno spazio per l’atterraggio della navetta…fai pure colazione con comodo, ci vediamo poi!”
Æon si preparò, fece un’abbondante colazione ed uscì nel fresco mattutino.
La rugiada le bagnava gli stivali ed i lembi del mantello che indossava sopra l’uniforme da esterno.
Non le piaceva particolarmente quell’uniforme verde e sabbia, preferiva di gran lunga quella da città con una comodissima gonna-pantalone blu scuro ed un corpetto color avorio, fermato in vita da un’alta cintura in stoffa, sui quali si indossava una casacca con ampie maniche di una tonalità leggermente più scura, oppure quella da allenamento, di taglio prettamente maschile di un grigio molto scuro, ma la sua preferita era senza dubbio quella da cerimonia, bianchissima con l’ampio mantello tenuto da un prezioso fermaglio di Attelius, sul quale era applicato un distintivo colorato in base all’anzianità. Il suo era arancione e stava per passare al verde,…molto lontana dal distintivo nero con nove strisce rosse di maestro Yoda… Aveva una predilezione per la grande uniforme di suo padre, con la magnifica giacca rossa su pantaloni color sabbia e l’ampio cinturone, sul quale era solito portare un’ antichissimo spadino in acciaio con l’impugnatura in avorio, risalente a molti anni prima della grande glaciazione del 23° secolo.
In realtà l’uniforme prevedeva un folgoratore, ma per il conestabile Than, era un’inutile ostentazione di forza esibire un’ arma di quel tipo…e sebbene i suoi superiori non fossero troppo d’accordo, non avrebbero mai avuto il coraggio di riprenderlo per questo. Il conestabile Than era un ottimo soldato, benvoluto dai suoi collaboratori e idolatrato dalle truppe. Avesse avuto un carattere più accomodante, sarebbe sicuramente stato ai vertici dell’esercito, ma la burocrazia lo indisponeva ed egli la evitava accuratamente.
Era proprio quell’ uniforme che Ybsor aveva indossato da quando aveva preso le sembianze di suo padre, ed Æon riusciva agevolmente a vedere quel punto rosso che si arrampicava sul costone.
Lo seguì per qualche istante poi rientrò nella navetta e si mise ai comandi, decollando lentamente.

3)
Ybsor, avrebbe potuto agevolmente arrivare in cima al costone in pochi istanti, ma credette bene di seguire il percorso di Paa-soy, il quale non era certamente arrivato alla base del costone volando.
Non era affaticato, ma aggirare gli enormi tronchi lo rallentava parecchio, e in più anche l’incontro con alcuni trioch ancora parzialmente addormentati, lo costrinsero a cambiare strada.
Stava per issarsi sull’ultima sporgenza prima della cima, quando toccò una parte di suolo non coperto da vegetazione né da terreno.
Era una porzione semicircolare che scendeva perpendicolare alla linea di costa…ed era fatta di un metallo opaco, del colore delle rocce antistanti. Sebbene mostrasse i segni del tempo trascorso, pareva ancora piuttosto solido. Ybsor cercò di spostarlo, senza ottenere risultato, poi tentò di sondarlo e scoprì che dietro si trovava un’ ampio spazio vuoto…
“Æon, ho trovato qualcosa quassù…sembra un portale, ben conservato ma sicuramente molto vecchio a giudicare dal suo stato!”
“Un antico portale, su un costone di roccia, in una foresta impenetrabile su una luna disabitata?”
“Sei sempre così drammatica quando si tratta di aggettivi?”
“Sarò lì tra poco…poi ne riparliamo!”
Æon non impiegò molto tempo a raggiungere la sommità del costone.
Questo si presentava come un pianoro con pochi alberi, per cui fu semplice per il droide D8 atterrarvi.
Uscì guardandosi intorno alla ricerca di Ybsor, ma stranamente non vi era traccia del trasmuta.
“Dove sei Ybsor ?” gridò, ma non ottenne risposta.
Chiamò di nuovo ma ancora senza risultato, allora si avvicinò al bordo del costone di roccia e si affacciò cautamente verso il basso.
Era uno spettacolo affascinante, si dominava tutta la vallata e si vedevano meglio anche le montagne sullo sfondo, ma la giacca rossa che indossava Ybsor non era visibile in nessun punto della scarpata.
“Strano…ci siamo sentiti da poco e tutto andava bene. Non credo che sia stato attaccato da un trioch e comunque avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di più grande…" pensò.
“Ybsor se ti sei trasformato in un albero o una roccia dissimulati subito…non c’è tempo per giocare!”
Ma Ybsor, continuava a non comparire.
Æon tornò alla navetta decisa a tornare a valle e rifare il percorso del trasmuta, ma all’improvviso una percezione la fece sussultare. Non era ancora ben abituata alla potenza della Forza, e ogni sua variazione la metteva ancora un po’ a disagio, ma non si preoccupava più come quando entrò in accademia.
Allora le perturbazioni la spaventavano, e questo divertiva molto il suo compagno di banco, Anakin Skywalker, che aveva il potere di provocare piccoli sussulti nella Forza.
Maestro Tupac, il loro insegnante prima che Æon passasse alle dipendenze di Maestro Yoda,era convinto che ciò fosse dovuto al fatto che Anakin era entrato in accademia quando era già grande e quindi non era stato istruito bene sulle proprie capacità, ma assistette ad un incontro tra maestro Yoda e maestro Obi Wan Kenobi , che era l’istruttore di Anakin.
Il suo insegnante ribadiva a maestro Yoda che Anakin aveva dei poteri straordinari e che anche maestro Qui Gon Jinn era sicurissimo che egli fosse l’eletto, ma Yoda insisteva nel affermare che era troppo irruento,ma poi smisero di parlare quando lei entrò nella stanza. Questo che provava però era diverso, era come un brivido, o meglio una vibrazione…
“Ma questa roccia si muove!” esclamò Æon rendendosi conto che la vibrazione veniva da sotto i suoi piedi.
Non era un movimento percettibile, e forse non si trattava neanche di un movimento, quanto di una lentissima oscillazione, una specie di…respiro, e naturalmente Æon non aveva notizie di rocce che respirassero.
Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi al meglio e provò a cercare la fonte del movimento, ma ricevette solo una sensazione di vuoto e di solitudine che proveniva da un’ampio spazio sotto ai suoi piedi.
C’era qualcosa lì sotto e per qualche motivo che sfuggiva alla sua percezione sentiva che non era un pericolo, o almeno non era un pericolo immediato.
Cercò meglio ma ottenne solo una vaga immagine di uno spazio enorme, buio e freddo e di qualcosa che si muoveva sicuro in quello spazio.
Ebbe la percezione di doversi muovere in una determinata direzione, e si avviò ancora con gli occhi chiusi verso il bordo del costone di roccia.
Si sentì alzare come se non avesse peso, e fluttuando nell’aria ebbe la cognizione di trovarsi ad entrare in uno spazio scuro e fresco.
Non aveva ancora riaperto gli occhi quando la voce di Ybsor, risuonò nella sua mente.
§ Non ci crederai ma sei appena entrata volando in un’enorme sala sotterranea da dove io sono passato poco fa con gran fatica§                
“Volando? Che significa volando?”
§ Hai presente gli uccelli, le navette o meglio i palloncini…§
“Papà smettila di prendermi in giro!”
§ Papà? §
Æon si rese conto che la voce che sentiva era quella di suo padre, non una voce che le somigliasse come quella di Ybsor,
ma era proprio quella che aveva ascoltato fin dalla nascita….



  Nda
Ecco a voi il capitolo tre!
Qui il tutto inizia a farsi un po’ più interessante.
Si scopre il passato di Ybsor, e della misteriosa arma primaria. o__O
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Grazie mille alle due birbe che mi seguono. ;)
Un bacio. ^3^
Chris.
 




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Capitolo 4
*** Desiderio primario ***


4° capitolo      
Desiderio primario


1) 
Non era ancora spuntato il sole su Coruscant, quando planando silenziosamente, un trasporto militare si poggiò su una delle baie d’attracco dell’accademia Jedi.
Mace Windu si avvicinò alla navetta, nel momento stesso in cui si apriva il portellone posteriore da cui uscì un ufficiale pilota:
“Chiediamo il permesso di attracco, Signore!” disse in tono formale rivolgendosi a Windu:
“Permesso accordato…benvenuti su Coruscant!”
“Grazie Signore!”
Due allievi, scesero sulla piattaforma e si schierarono ai lati della passerella mentre l’ufficiale, si spostava da un lato per permettere il passaggio ad un uomo alto e massiccio che avanzava verso Windu.
“Bentornato a Coruscant, Cisco amico mio!”
Il Primo Conestabile Than avanzò tendendo la mano.
“Dov’é la scorta d’onore?”
Windu, conosceva fin troppo bene Cisco Than per non capire che durante il viaggio si era divertito a punzecchiare le due reclute, con qualche discorso sulla forma e il cerimoniale, e che come un attore consumato fingeva irritazione per non aver trovato gli onori che gli erano dovuti.
“Ti chiedo di perdonarci. Noi Jedi, come saprai, non siamo molto pratici in fatto d’onori!”
I due allievi guardavano di sottecchi il Primo Conestabile, come si guarda un vulcano sul punto di eruttare, mentre il pilota, che evidentemente conosceva bene l’indole del superiore nascondeva a stento un sorriso.
“Qualcuno si pentirà per questo…”
Windu percepiva che Than si stava divertendo come un bambino e non si offese quando rivolgendosi agli allievi disse:
“State qui e non fate avvicinare nessuno alla navetta…o sarete in guai grossi al mio ritorno! Vado a fare un discorsetto al capo di questi… cavalieri! Øye venga con me e tu muoviti…maestro. T’insegno io chi è il Primo Conestabile Cisco Than!”
E così dicendo si avviò alla rampa d’accesso seguito da Windu e dal pilota, proprio mentre la navetta era attorniata dai tecnici della manutenzione, lasciando i due allievi nel panico più assoluto a supplicare di non avvicinarsi o il Conestabile se la sarebbe presa con loro. Appena chiusa la porta dell’hangar, Than esplose in una fragorosa risata, seguito da Windu e dal pilota e risero ancora di più guardando le reclute affannarsi a cercare di fermare i droidi di manutenzione.
Cisco Than era alto come Windu, con spalle enormi e braccia possenti. Il suo fisico robusto denotava l’origine terrestre. I capelli piuttosto corti, erano neri e lucenti con qualche tratto di bianco, così come il pizzetto che Windu non aveva mai visto.
Amava la buona tavola e si vedeva, del resto la sua stirpe secoli prima viveva in una parte del pianeta Terra che prima dell’unificazione degli stati era chiamato Italia, famosa per le bellezze naturali ma soprattutto per la cucina, ma non era eccessivamente grasso e anzi la sua corporatura massiccia con quel portamento eretto ispirava fiducia.
“Ciao Mace, vecchio mio. Ti vedo in forma!” esclamò stringendo la mano di Windu mentre si asciugava gli occhi arrossati per il gran ridere. “Cisco, quei due ragazzi la fuori sono terrorizzati …non ti sembra di avere esagerato?”
“Sono due bambocci pronti a dire sempre sissignore, nella speranza di fare bella figura…bah, sono la copia esatta dei loro padri, smidollati come loro e ruffiani alla stessa maniera.”
“Non sei cambiato per niente, a parte quella peluria che hai sul mento: ”
“Questo?” chiese Than accarezzandosi il pizzetto.
“Serve a nascondere una cicatrice!”
“Una ferita in battaglia?”
“No… mi sono tagliato radendomi, ma a parte te, Tannhia, Niobe che mi ha ricucito e il mio amico Erland, nessuno sa la verità. A proposito ti presento Erland Øye, il mio compagno di scorrerie …Erland questi è mio fratello, Maestro Windu”
“Sono onorato Maest…fratello?”
Naturalmente il Conestabile Than e Maestro Windu non erano fratelli, ma un legame d’amicizia talmente forte li univa, da sentirsi come fratelli e come tali avevano l’abitudine di presentarsi.
“Il fatto che lui sia più abbronzato e abbia meno capelli non ti deve trarre in inganno, Erland!”
“…Abbronzato?”
Scoppiarono di nuovo a ridere i due giganti e nonostante si somigliassero come il giorno e la notte, Øye pensò che dovevano essere proprio come fratelli…e si unì alle risate ricevendo grandi pacche sulle spalle, e ancora ridendo i tre si avviarono verso un elevatore.

Fuori i due allievi erano in preda ad una crisi di nervi

2)
Elif, era così stanca da non riuscire a addormentarsi.
Non poteva fare altro che continuare a rigirarsi nel giaciglio della sua cella, sbuffando per il caldo soffocante.
Era da poco passata alla zona di stoccaggio del cetnamys, da quando aveva accusato dei forti disturbi dovuti al calore della superficie di Braz.
Era reclusa da poco tempo ma le sembrava di essere in quell’inferno da un’eternità, con tutti i giorni uguali gli uni agli altri. Non era riuscita a dimostrare di non aver fatto parte della banda che rapinava i convogli diretti nelle colonie, e dopo un rapido processo, era stata condannata alla detenzione su Braz.
La cosa che l’angosciava di più, era sapere che sua figlia era stata affidata ad una famiglia adottiva, poiché la sua anziana madre, non era in grado di badare alla piccola.
Ogni mattina si risvegliava piangendo per averla sognata.
La sognava ogni notte, ed ogni notte la sentiva che la chiamava.
Ma quella sera non riusciva ad addormentarsi e lo strazio del carcere, era ingigantito dalla mancanza di quei pochi momenti in cui, sia pure in sogno, la rivedeva. Il tempo sembrava non voler passare ed Elif continuava a rigirarsi nella calura soffocante.
D’un tratto si sentì osservata…nell’angolo più in ombra della cella, sembrava che qualcuno la stesse guardando.
Cercò di vedere meglio nella penombra e a stento riuscì a soffocare un urlo.
Atissa, sua figlia, le veniva incontro con le manine protese verso di lei con l’andatura incerta dei bambini che cominciano a camminare.
Elif le volò letteralmente incontro piangendo, abbracciò la piccola e la strinse guardandola e mai sazia di baciarla e carezzarle il viso.
Non riusciva a parlare per l’emozione e Atissa, le si accoccolò in grembo sorridendo e fissandola con i grandi occhi neri.
“Quanto mi sei mancata piccola mia!” riuscì a sussurrare tra i singhiozzi, stringendola forte a sé.
“Presenza non autorizzata nella zona di detenzione!”
La voce metallica del droide di sorveglianza, svegliò di soprassalto il piantone alle celle, lo fece saltare giù dalla branda e correre verso il generatore d’immagini a ridosso della parete.
“Chi è?”
“Sconosciuto…origine organica…forma umanoide…livello di minaccia nullo…”
Nel momento stesso in cui il piantone cercò di vedere meglio, Elif e la figlia si smaterializzarono davanti ai suoi occhi.
“Evasione…evasione...evasione…attivata procedura d’allarme”…ripeteva con la sua voce monotonale, ma il guardiano non riusciva a sentirlo…continuava a fissare la cella vuota davanti a sé.

3)
Æon osservava l’enorme corridoio che le si parava dinanzi.
Era uno spazio immenso una specie di grotta altissima e oblunga, nella quale avrebbe trovato posto agevolmente, un trasporto federale. Sicuramente costruito e non dovuto a cause naturali, il corridoio avanzava fino a perdersi nella penombra in quella che sembrava una gigantesca sala.
“Chi ha costruito questo, doveva essere molto alto o molto presuntuoso!” si ritrovò ad esclamare a voce alta.
Nella sua mente una voce le rispose:
“Di sicuro doveva avere un buon motivo, per giustificare questo spreco di spazio!”
“Ybsor!”
“Vieni avanti, non c’è pericolo!”
“Dove sei?”
“Nella sala davanti a te…sto guardando una sfera metallica che ha qualcosa di familiare.”
Æon s’incamminò sul lungo corridoio e in breve fù vicino ad una specie di enorme portone.
Le bastò sfiorarlo perché silenziosamente si aprisse da un lato, mentre un’evanescenza rossiccia riempì la sala aumentando d’intensità fino ad uguagliare la luce esterna.
Varcò la soglia facendo molta attenzione a cosa le stava intorno.
Non percepiva pericoli, ma in ogni caso aveva impugnato il folgoratore ed avanzava con cautela, puntandolo avanti a sé.
Non era tarato su livelli letali, ma pensò che se un eventuale aggressore avesse avuto le dimensioni del posto, anche al massimo livello il folgoratore non sarebbe stato di grande aiuto.
Da un lato, attorniata da un’evanescenza violetta c’era una sfera, dalle dimensioni adeguate al luogo ed accanto si trovava Ybsor che le faceva segno di avvicinarsi.
La sfera sembrava metallica e risplendeva lievemente illuminata da quell’evanescenza che ad Æon ricordava la spada laser di Maestro Windu.
Æon impiegò diverso tempo per avvicinarsi, tanto era vasta la caverna, che ad un’attenta osservazione dava l’impressione di essere un’hangar, e quando raggiunse Ybsor, rimase colpito dall’espressione che aveva assunto tanto da domandargli:
“Ybsor...và tutto bene?”
L’automa era assorto nell’osservare la sfera, e non le rispose per altre due volte fin quando Æon non lo toccò ad un braccio scotendolo leggermente.
Non aveva mai toccato il trasmuta, fatta eccezione quando si era trasformato in Yoda e lo aveva attaccato e rimase colpita dalla consistenza del materiale di cui Ybsor era composto.
Non sembrava metallico, anzi il suo braccio le ricordava un arto umano.
Æon si sentì a disagio poichè ricordava che la sua apparenza era caricata di volta in volta da un programma.
“Ybsor...” Ripeté lei...”va tutto bene?”
“...Si...sì certo. Tutto...tutto bene.”
“Cos’hai? Sembri strano...” “E’ questa sfera...”
“Cos’ha di strano? Sembri...o meglio fai sembrare mio padre disorientato.”
“...Tuo?...cosa...”
“Non c’è nessuno qui dentro?” esclamò Æon battendo lievemente il pugno chiuso sulla testa dell’automa.
Finalmente Ybsor si scosse e guardò la ragazza negli occhi, si toccò il petto e sorridendole rispose:
“Qui dentro...c’è una moltitudine...credimi!”
“Finalmente...che ti era successo?”
“Non so come spiegarlo...ma questa sfera è arma primaria!”
“...La tua controparte?”
“La sua composizione molecolare è diversa, la forma è variata ma lo sento...questo è arma primaria. E’ incredibile, da non credere, ma a quanto pare ho realizzato il mio desiderio primario...”
Æon, osservò la sfera e poi fissò l’automa che era tornato a guardare la sfera.



Nda

Chiedo umilmente scusa!!! 
Lo so, sono in forte ritardo, e me ne scuso dal profondo del mio cuore.
Ma ho avuto la testa altrove, e qualche problemino con la tecnologia!!!
Sì, un giorno di questo faremo pace, lo sento!
Beh, a parte questo...finalmente vi presento il nuovo capitolo.
Questo è il mio capitolo preferito.
L'adoro davvero!!! ^^
E' divertente, comico e  ha quel colpo di scena, che neanch'io mi sarei mai aspettata!! 
Spero che il capitolo sia privo d'errori, ma spero soprattutto che possa piacere!
Un grazie a chi legge  la storia in grand segreto.
Un grazie speciale e infinito a BeaLovesOscarinobello & a  vale1991!
Bacio ^3^
Chris.
 


 

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Capitolo 5
*** Due amici! ***


Capitolo 5°
Due amici!


1)
“Non è possibile...hai controllato bene?”
“Ho controllato ogni punto della cella.E’ scomparsa...sotto i miei occhi...”
“Non farne parola con nessuno e continua a cercare. Voglio sapere dov’è finita!” Llacer Otua, il sorvegliante capo del penitenziario di Braz, chiuse sgarbatamente la comunicazione, senza attendere risposta, e si diresse verso la consolle dei parametri d’ogni detenuto.
Tutto era normale, tranne per il fatto che Elif non figurava.
Su tutto il perimetro del penitenziario, erano installati dei sensori, che davano una continua scansione dei parametri vitali di ogni detenuto presente. Non c’erano sensori al di fuori della zona d’estrazione, poiché nessun essere vivente sarebbe potuto sopravvivere a lungo all’aperto e per questo, aveva inviato delle sonde all’esplorazione del perimetro esterno, ma nessuna sonda aveva dato risultati. Llacer aveva pensato di riprogrammare uno dei piccoli satelliti di sorveglianza per una scansione completa del suolo lunare e proprio in quel momento stava giungendo una comunicazione del droide di sorveglianza che era interfacciato col satellite:
“Rapporto scansione superficie esterna negativo. Rapporto scansione presenze vitali negativo. Rapporto scansione presenza navette in orbita negativo. Tutti i valori sono entro la soglia d’allarme.”
Otua continuava a guardare la figura di Elif che si smaterializzava sotto i suoi occhi, ma continuava a non voler credere a ciò che vedeva. Mancava poco alla trasmissione del rapporto giornaliero sull’andamento del penitenziario, e Llacer non voleva assolutamente che si venisse a sapere che aveva perso una detenuta.
Qualche tempo prima era successa già una cosa simile, quando improvvisamente scomparve un certo Ro-u-qa, conosciuto come “l’uccisore”, un padawan cacciato con disonore dall’ordine Jedi.
Allora, Llacer Otua aveva pensato di non avvisare nessuno, ma poco tempo dopo inspiegabilmente si venne a sapere dell’accaduto, e ci mancò poco che da dirigente, Otua si ritrovasse prigioniero.
Si era salvato solo grazie al fatto che l’uccisore fosse in odio al capo della commissione inquirente, che era il padre di una delle sue vittime, il quale bloccò ogni iniziativa della commissione, nascondendo quindi l’accaduto.
Stavolta, se si fosse saputo, Llacer non avrebbe potuto giustificarsi anche per quella mancanza.
Gli era rimasto poco tempo e si affannava alla ricerca della detenuta scomparsa.
Era molto bella e Llacer l’ aveva notata già al suo arrivo. Aveva sempre tentato l’approccio, ma era stato sempre duramente respinto.
Fù allora che la destinò all’estrazione del Cetamnys sulla superficie, fino a quando non rimase quasi uccisa dal calore esterno. Allora impaurito la fece trasferire allo stoccaggio...ma anche allora Elif, lo respingeva ogni volta che la avvicinava.
Era questo che temeva si scoprisse.
Llacer Otua era un debole che aveva ricevuto un grande potere che esercitava su esseri inermi, dirigeva la prigione secondo i suoi capricci e intimamente era convinto che Elif si fosse nascosta per fargli un dispetto, sperando che un’inchiesta lo smascherasse.
“Maledetta Stylusiana!” urlò all’improvviso lanciando una coppa verso la parete.
Llacer Otua aveva paura...

2)
Thannia stava cercando di plasmare una riproduzione di sua figlia Nefer, ma non riusciva a concentrarsi sulla materia che le era davanti. Era distratta. Dal sorgere del sole che aveva illuminato il nuovo giorno su Ellittos, non riusciva a percepire più sua figlia Æon. Non riusciva a percepire la sua presenza e questo la distoglieva da tutte le sue attività.
I Meti, avevano sviluppato dei fortissimi poteri mentali, tanto da riuscire ad unire le loro menti in una connessione totale di tutti gli individui del pianeta.
Questa in ogni caso, non era la sola singolarità degli abitanti di Elittos.
Date le loro capacità erano riusciti a rinunciare alla parola, comunicando telepaticamente con i loro interlocutori, sebbene riuscissero egregiamente a produrre dei vocalizzi molto melodiosi e musicali.
Il Primo Conestabile Than, suo marito e padre di Æon e Nefer, era solito prendere bonariamente in giro i Meti definendoli come una razza di “ canarini sviluppati ” cosa che a volte irritava Thannia, preoccupata per l’educazione delle figlie, che comunque ben sapeva non essere un insulto.
Proprio la mancanza di una lingua parlata era un altro pensiero che occupava la mente di Thannia, che cercava un modo per comunicare col marito e trasmettergli la propria inquietudine.
Sapeva che si era recato su Coruscant, ma la gran distanza non le permetteva di mettersi in contatto mentalmente. Inoltre non poteva raggiungerlo, non avendo sviluppato i Meti una tecnologia nel campo dei viaggi spaziali.
C’era su Ellittos una delegazione militare dell’Armata Federale, lasciata a guardia della popolazione dopo il conflitto col Bando Gora, ma era in ogni modo lontana e così Thannia aveva rinunciato in partenza a recarvisi.
Fu mentre passeggiava nervosamente per il grande giardino, che si trovò a passare davanti al locale dove Cisco Than, conservava un’infinità di oggetti che le erano sempre sembrati inutili, compresi vecchi abiti, giocattoli rotti e antichissime armi terrestri.
Entrò e si guardò intorno.
“Il disordine, indica una mente attiva! Per favore...non toccare niente!”
Le era apparso un’ologramma del marito, che aveva programmato il vecchio oloproiettore ad attivarsi ogni volta che qualcuno avesse varcato la soglia, e lei sorrise guardando la figura che le sorrideva.
Era l’immagine di un Cisco Than poco più che ragazzo, risalente al periodo in cui si erano conosciuti, piaciuti ed amati nonostante le loro differenze. Tutto era tenuto secondo una logica tutta terrestre, disposto in scaffali, mensole e vetrine, tutto rigorosamente pulito e lucente, ma secondo la logica Meti, quel luogo era una sorta di museo degli orrori.
Thannia, si avvicinò ad un vecchissimo trasmettitore d’immagini, e vincendo la ripugnanza per le cose vecchie, dovuta al forte senso estetico dei Meti, iniziò a studiarlo, cercando il sistema per prendere contatto con il marito.
Aveva davanti, un vecchio apparato per la visualizzazione tridimensionale delle mappe geografiche, che era stato smontato dalla plancia di un navigatore militare, che Cisco aveva riparato e tarato sulle frequenze di trasmissione del suo droide navigatore, e che utilizzava come archivio delle mappe stellari d’emergenza quando pilotava la sua navetta. In pochi istanti decise come avrebbe preso contatto col marito. Mace Windu, stava versando dell’essenza di Yila al suo amico Cisco, quando sulla porta dell’alloggio si presentò un giovane padawan “Chiedo scusa Venerabile Yoda, maestro!”
Tutti si voltarono verso il ragazzo.
“Uno degli allievi dell’Ambasciatore Than ci ha comunicato che sulla loro nave, stanno captando uno strano segnale proveniente da Elittos, maestro e chiedono rispettosamente di poter incontrare il loro Comandante!” Yoda, congedò l’allievo con un gesto, nel momento stesso in cui si concentrò e disse:
“Sento preoccupazione.L’anima della giovane Maestra Thannia, grandi sussulti ha!”
“Scusateci Maestri...” disse il Conestabile alzandosi da tavola.
“Venerabile Yoda, ti chiediamo il permesso di raggiungere la nave per verificare ciò che accade!”
“Non v’è ragione di chiedere permesso.Grati noi siamo al tempo concessoci, ma come per gli Jedi, il soldato, padrone non è del proprio tempo. La Forza ti accompagni amico terrestre”
“La Forza sia al nostro fianco e ci guidi, Venerabile Yoda! Maestri, purtroppo dobbiamo andare. Spero che ci s’incontri presto. Øye, mi accompagni!”
Tutti i presenti si alzarono in cenno di saluto nel momento stesso in cui il Conestabile Than seguito dal suo pilota uscì dalla porta dell’alloggio.
“Maestro Windu!”
“Maestro Yoda!”
“Accompagna ti prego i nostri amici.Ci sono avvenimenti che la Forza disturbano, e un aiuto credo che giovare possa loro!”
“Pensi maestro alla giovane Than?”
“Difficile da sapere questo è. Notizie non ho dal sorgere dell’astro!”
“Andrò con loro, se è questo che desideri, Maestro!”
“Con tuo fratello andresti, anche se io non volessi, maestro Windu. Ciò è irritante ma onore ti fa. La Forza sia con te!”
“La forza sia nostra alleata, Mastro!”
Quando il portello d’accesso della navetta si aprì, uno dei due giovani allievi, si diresse verso il Conestabile ed il suo pilota, con un’aria di preoccupazione, esclamando:
“Comandante...finalmente!”
“Che succede?”
“C’è una trasmissione su bassissima frequenza da Elittos! Non capisco come sia possibile, ma è un codice che si ripete. Non può essere casuale...eccolo che ricomincia!”
Una sequenza ripetitiva di impulsi fu convogliata dai diffusori.
“E’ vero, questo è un codice! Øye, possiamo passarlo all’analizzatore d’immagini?”
“Lo stavo già facendo, ma ho visualizzato solo una successione di tre lampi seguiti da altri tre d’intensità inferiore e di nuovo tre come i primi!”
“Tre forti, tre deboli e tre forti hai detto?”
“Esatto tre forti tre d...” Il volto di Erland Øye s’illuminò d’improvviso:
”Il codice Morse!” esclamò! “S-O-S, tre linee, tre punti, tre linee!” esclamò Than mentre si avvicinava al comunicatore.
Aveva un ricevitore in casa ed effettuò la connessione.
Quasi istantaneamente gli apparve il bel volto di Thannia, che era seduta all’altro terminale.
Aveva tra le mani un busto appena modellato della loro figlia maggiore, che sapeva in missione per conto di Maestro Yoda.
Thannia era in attesa ed appena comprese che il marito la stava guardando all’altro apparecchio, con un rapido gesto gettò in terra il busto, rimanendo a fissarne i frammenti, poi con gli occhi lucidi di pianto guardò il marito.
“Mace...”disse con voce ferma il Primo Conestabile Than, voltandosi verso il suo vecchio amico e fissandolo negli occhi:
“Mace...dov’è Æon?”
“Non riesco a capirti. Com’è possibile che questa sfera, nascosta in una grotta disabitata e lontanissima da Nori, possa essere la parte di voi che si è persa?”
“Vorrei poter avere una spiegazione Æon, ma purtroppo non ne riesco a trovare. E’ tutto così complicato. So che si tratta di arma primaria, ma non trovo un modo per spiegarlo!”
“Struttura ha qualche informazione?”
“Da quando sono entrato nella grotta non ho più la connessione con Struttura, né con l’esterno. Per fortuna sei riuscita a raggiungermi da sola.”
“Credevo che fossi stato tu a portarmi qui dentro, dopo avermi chiamata!”
“No, non avevo contatti con te!”
Si guardarono profondamente negli occhi per qualche istante, poi si voltarono insieme verso la sfera:
“Ybsor...penso che sia ora di uscire da qui!”
“Io invece credo che sia ora di entrare...guarda!”
Su di un lato della sfera, si stava aprendo un passaggio.

3)
“Braz in vista...prepararsi a trasmettere i codici di riconoscimento”
“Siamo arrivati Cisco. Ora inserirò i codici di riconoscimento per l’atterraggio guidato sulla piattaforma d’atterraggio!”
“Bene!”
Il Primo Conestabile Than non aveva mai smesso di fissare il visore di mappe stellari da quando erano decollati da Coruscant.
Aveva ordinato ai due allievi di scendere dalla nave, liquidandoli senza spiegazioni e solo la stima che nutriva nei confronti di Mace Windu, gli aveva consentito di prenderlo a bordo nel viaggio verso Doren.
Windu gli aveva spiegato che Æon aveva deviato verso Braz poco prima dell’atterraggio sulla luna boscosa alla ricerca d’indizi sulla fine di Paa-Soy.
Gli aveva anche detto del controllo su Moddor e del fatto che Ybsor Nash fosse con lei e che comunicasse tutti i loro movimenti.
Cisco Than si fidava del droide, era stato un ottimo alleato, conosceva a fondo le sue capacità e confidava nel buon senso e nella preparazione della figlia, ma quella strana scappatella su Braz, non riusciva a convincerlo del tutto.
Temeva che un detenuto, senza essere visto, fosse salito a bordo della navetta di Æon e che in seguito avesse potuto impadronirsi della nave disattivando Ybsor per tornare a prendere qualche compagno di prigionia su Braz. Sapeva di pianeti su cui gli abitanti erano in grado di influenzare le menti, come quel perfido Watto, il Toydariano alleato degli Hutt, oppure di specie in grado di rendersi invisibili o attraversare la materia.
Su Braz affluivano detenuti da ogni parte della galassia, ed ognuno avrebbe potuto cercare di fuggire grazie a quell’improvvisa navetta atterrata senza essere notata.
“Controllo, richiediamo rotta d’avvicinamento per attracco alla rampa. Qui unità isolata squadriglia EEL in ricognizione autorizzata dal Comando Militare della Federazione.”
“Che succede Erland? Perché contatti vocalmente la stazione?”
“La comunicazione tramite il droide di comando non ha avuto risposta. Non c’è stata risposta su nessun canale di chiamata.”
“Questo è molto stano!” aggiunse Windu rivolto al pilota, e ancora disse:
“Non c’é un protocollo standard di comunicazione per gli avamposti presidiati? Su quel canale dovrebbero rispondere!”
“E’ vero Maestro, ma sempre che non ci sia un guasto agli apparati, sembra che sia stato ignorato.”
Il conestabile Than, rompendo il silenzio disse:
“Non mi convince Erland. Portami giù e appena sarò sbarcato tornate in orbita e attendete un mio contatto. Se non avrete mie notizie entro un periodo, chiama rinforzi e quando saranno arrivati occupate la luna. Voglio qui quattro squadre, un gruppo tecnico ed un trasporto completo di caccia. Prendi contatto con la base di Styx, non è molto lontana... e fatti mandare delle unità mediche. Mace, tu ti metterai in contatto col consiglio. Chiederai la mediazione del cancelliere Valorum. Non credo che sia il caso di scatenare un conflitto in questa zona. Già il sistema di Oghen ha poca simpatia per noi, figurarsi che provocherebbe un intervento militare in massa!” “Cisco, io vengo con te!” “Mace, non cercare di condizionarmi coi tuoi poteri!”
“Non ho intenzione di condizionarti. Vengo con te.”
Seguì un lungo silenzio.
Poi il Conestabile Than si rivolse al pilota:
“Portaci giù Erland e poi, prendi un’arma...di quelle cattive!”
“Benone...una festa!”
I due umani risero, ma Windu avvertiva qualcosa.

4)
Llacer Otua non riusciva a restare tranquillo.
Mancava ancora del tempo alla trasmissione del rapporto ed i militari erano già arrivati.
Un’intera navetta che poteva ospitare almeno una quarantina d’incursori allenati e ben armati.
E per giunta la navetta aveva le insegne della legazione Mandaloriana, e Otua conosceva bene l’aggressività e l’ostinazione dei mandaloriani, primo fra tutti Montross, il cacciatore di taglie che spesso era stato su Braz a consegnare qualche detenuto.
Preso da un attacco di panico, aveva colpito il comunicatore ed ora si rammaricava d’averlo fatto.
Avrebbe potuto mentire alla navetta e sostenere che la luna era in quarantena per una qualche epidemia, avendo così a disposizione, tutto il tempo per cercare la Stylusiana fuggita.
Ma adesso non poteva fare nulla mentre la nave Mandaloriana si poggiava delicatamente sulla piazzola d’atterraggio.
Ne scesero tre figure.
“Maledizione, un Cavaliere Jedi” esclamò Otua vedendo Mace Windu che avanzava verso di lui accompagnato da quelli che sembravano umani:
“Meeko, torna di sotto, nascondi tutto e rimani nascosto anche tu...e disattiva le comunicazioni, presto!”
Meeko Ghintee corse all’ingresso di un tunnel e scomparve al suo interno.
Era anche lui un detenuto, ma le sue capacità avevano convinto il corrotto Llacer Otua, a lasciarlo libero di andare e tornare da Braz quando volesse, permettendogli di contrabbandare i cristalli di cetamnys che non erano consegnati.
In cambio divideva con Otua i guadagni delle scommesse clandestine dei combattimenti tra animali, le essenze, le droghe e tutto ciò su cui riusciva a posare le mani.
Era stato lui ad incastrare la bella Elif, facendo ricadere su di lei e un’altra commerciante, che aveva ucciso, la responsabilità per gli attacchi ai convogli per le colonie.
L’aveva conosciuta ad una stazione intermedia, dove Elif gestiva un chiosco di ristorazione.
Aveva cercato di conquistarla, ma era stato respinto in malo modo dalla bella Elif e dalla sua amica Ti’lk.
In seguito, aveva ucciso quest’ultima e aveva nascosto parte della refurtiva dell’ultima spedizione, nel chiosco di Elif, facendo in modo che fosse ritrovato dalle guardie che stavano per catturarlo, sviando così le indagini e riuscendo a fuggire. Llacer cercò di non apparire teso e si avviò a passi incerti verso i tre visitatori.
“C’è un Rodiano che ci viene incontro comandante!” esclamò Erland Øye rivolto al Conestabile.
Erano molto amici, ma quando erano alla presenza di estranei, mantenevano dei rapporti molto formali tra loro sopratutto per la grande differenza di grado, cosa che impressionava molto chi ascoltava.
“Sembra nervoso...che ne pensi Mace?”
“Ha paura, lo sento, ma non riesco a percepire pericoli...stiamo a vedere!”
“Benvenuti...non vi aspettavamo...tutto bene?cosa vi occorre...avete problemi con la nave vero?certo si capisce da Mandalor è un lungo viaggio vero?credo che stavate andando a qualche riunione di voi militari e avete avuto dei problemi, ma sapete questa è una luna prigione...non abbiamo ricambi...”
”Grazie...anche noi siamo contenti di vedervi.”
Il primo Conestabile Than, osservava il Rodiano come si guarda un insetto fastidioso, dall’alto in basso, cosa non difficile giacché la possente corporatura dell’uomo, gli permetteva di torreggiare su Llacer Otua.
“Scusate sono stato scortese...non vi aspettavamo...noi...noi...”
“Coraggio...un bel respiro!” lo incoraggio Than con un amabile sorriso:
“Ho paura dei Mandaloriani!”
Cisco Than, volutamente viaggiava con una navetta d’origine mandaloriana.
Dovunque erano noti la fierezza e la combattività dei mandaloriani e l’aspetto fisico era molto simile all’aspetto terrestre.
Non si stupì quindi che il Rodiano fosse terrorizzato all’idea di avere a che fare con tipi pericolosi, e naturalmente tenne per sé il vantaggio non qualificandosi e anzi, rincarò la dose:
“Non siamo ostili ...del resto il nostro accompagnatore, è qui per sincerarsi delle nostre buone intenzioni...vi presento il famoso Paa-soy...una figura di spicco, nell’Ordine Jedi!”
Than con un ampio ed esagerato gesto, accennò a Mace Windu, ma senza staccare gli occhi di dosso ad Otua.
Voleva capire se il Rodiano fosse preoccupato per un motivo preciso, o fosse realmente terrorizzato dai mandaloriani.
Non a caso aveva pronunciato il nome di Paa-soy osservando le reazioni del carceriere, ma parve non avere effetto.
“Grazie...grazie della vostra presenza cavaliere!”
“Sei offensivo Rodiano!” tuonò Erland Øye, che era rimasto in disparte, muovendosi verso Llacer Otua con aria minacciosa.
“Signore...” urlò il Rodiano, nascondendosi dietro l’ampio mantello di Windu.
Mace Windu era impressionato del tempismo con cui i due terrestri avevano agito.
Cisco aveva minacciato velatamente il carceriere, con parole dal doppio senso, alimentando i suoi dubbi, Øye poi lo stava minacciando fisicamente permettendo a Cisco di studiare le reazioni del Rodiano.
Nello stesso tempo stavano presentando Mace, come il difensore dei deboli, qualcuno di cui potersi fidare.
Non dovette ricorrere ai suoi poteri per fermare il finto attacco di Øye.
Gli bastò alzare una mano per vedere Erland immobilizzarsi mimando una smorfia di dolore.
La situazione richiedeva una frase ad effetto e Mace,cercando di trattenersi dal ridere intimò:
“Basta così! Nessuno tocchi il guardiano.”
“Stai attento...Jedi!” sibilò Than intervenendo.
Øye smise di fingere dolore, e Mace Windu rivolgendosi a Llacer Otua disse.
“Non ci saranno problemi. Vorremmo solo il permesso di fare provviste alimentari. Siamo partiti senza preavviso e la cambusa non è stata rifornita...se non porta disturbo alla vostra comunità!”
“Certo...certo! da questa parte signore!” rispose Otua facendo strada.
Guardando le ombre dei due terrestri che lo seguivano dietro Otua, Mace si accorse che stavano... battendo il cinque.
 "Che razza di tipi" pensò.
Cercò di non mettersi a ridere.


Nda

 Lo confesso…è un capitolo un po’ oscuro e confusionario.
Ma ha di positivo che qui, presento l’intera famiglia di Æon. ;)
Sua madre, una Meti, è una creatura affascinante, mi piace da morire.
Finalmente mi ricordo dell’ordine Jedi, e lascio ricomparire i due maestri.
Quasi ci dimentichiamo della protagonista, ma volutamente lascio più spazio al Primo Conestabile e al Maestro Windu.
Il codice morse…mi è sembrata un’idea simpatica.
Grazie a tutti i lettori!
Bacio ^3^
Chris
 
P.s . Auguroni alla mia piccola cuginetta che oggi compie due anni. :3

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Capitolo 6
*** L’altro passato. ***


6° capitolo
L’altro passato


1)
La luce continuava a cambiare d’intensità da quando erano entrati nella sfera.
Æon aveva quasi l’impressione di muoversi tra le stelle rapidamente, molto più che alla velocità wort, la velocità che si raggiungeva per il salto nell’iper-spazio, e la cosa la metteva a disagio.
Sapeva che i grandi incrociatori militari che raggiungevano queste velocità, erano dotati di scudi protettivi d’enorme potenza e in ogni caso a quella velocità anche una minima interferenza poteva causare una catastrofe.
Ricordò di aver sentito di una nave da guerra che, per un guasto al navigatore, all’uscita dall’iper-spazio si era scontrata con una luna, distruggendosi prima di riuscire a comunicare la propria posizione, rendendo impossibile l’invio di soccorsi.
Quando all’accademia, durante una lezione di princîpi di navigazione, fu visionato il giornale di bordo, l’unica trasmissione rimasta anche se molto disturbata, tutta la classe rimase turbata, persino Anakin, tanto che Maestro Staa-cor, dovette sospendere la lezione per illustrare le caratteristiche e la sicurezza dei navigatori d’ultimissima generazione, che faceva impallidire le caratteristiche del primitivo navigatore che aveva causato l’incidente.
Æon si augurò allora di non doversi trovare in quella situazione.
Era sicura di poter far fronte logicamente alla situazione, ma era preoccupata dalle eventuali reazioni di altri, magari terrorizzati.
La parte Meti di sé le infondeva sicurezza interiore, una sicurezza datale dalla capacità di analizzare logicamente gli eventi, ma non tutti avevano queste capacità.
Ricordava, infatti, di avere conosciuto un piccolo Canopiano in vacanza su Ellittos, il quale era terrorizzato dagli insetti, dal buio, dai rumori improvvisi. Forte di quell’esperienza aveva intuito che più persone impaurite, avrebbero potuto fare cose assurde guidate dal panico. Mentre pensava quelle cose, osservava Ybsor, che invece, era perfettamente rilassato.
Se non avesse saputo che quell’organismo era una macchina, si sarebbe detta che si stava godendo il viaggio.
“Viaggio?!”disse ad alta voce Æon
“Cosa?” rispose Ybsor
“Siamo qui dentro da qualche tempo e pare che non succeda niente, ma se invece questa sfera si stia movendo e ci stia portando da qualche parte?”
“...Allora spero che accettino crediti della repubblica come pagamento del biglietto!”
Ybsor aveva ancora le sembianze di Cisco Than, e quella era la risposta che Æon avrebbe ricevuto da suo padre.
“Sai Æon, forse hai ragione. Anche se quasi impercettibile, avverto come una spinta, come se la sfera si muovesse! Credo che sia realmente un mezzo di trasporto, anche se non riesco a spiegarmi come sia possibile che arma primaria, non solo abbia cambiato forma, ma addirittura abbia cambiato funzione.”
“ Da quando mi hai fatto entrare in quella caverna, sono tantissime le cose che non riesco a spiegarmi!”
“Come ti ho detto non ti ho fatto entrare io. Sei arrivata volando e molto più in fretta di me. Sapevo che i maestri Jedi riescono a controllare le cadute quasi al punto di rallentarle, ma addirittura vincere la gravità è un portento che ignoravo.”
Æon non rispose.
Sapeva di non avere simili poteri, e apprendere che Ybsor non era stato il mezzo che l’aveva introdotta nella caverna l’angosciava molto. Eppure aveva sentito distintamente la voce nella sua mente ed era quella di suo padre...
“Già era la sua, non la tua...”
“Cosa?”
Æon fissò il trasmuta senza parlare...comprese che non era in grado di captare i suoi pensieri.
E se quello non fosse stato Ybsor?
Lentamente un lato della sfera si stava aprendo...

2)
Nonostante si trovassero molto all’interno della collina, il calore della superficie continuava a farsi sentire.
Llacer Otua faceva strada, seguito da Mace Windu. Immediatamente dopo c’era il Conestabile Than, mentre Erland Øye poco distante, seguiva il terzetto guardando spesso alle loro spalle.
Aveva ricevuto ordine di controllare che non ci fossero sorprese e di coprire un’eventuale fuga di Mace Windu.
Than sapeva che in caso di pericolo, sarebbe stato meglio non coinvolgere l’ordine Jedi e inoltre Mace avrebbe saputo portare soccorso ad Æon. Arrivarono infine in una stanzetta disadorna, fatta eccezione per un tavolo, un classificatore e un comunicatore, rotto.
Era stato rotto da poco, e si capiva dal fatto che alcuni frammenti erano ancora sul pavimento che era stato ripulito in fretta.
Sopra il muro dietro il comunicatore c’era una macchia, forse provocata dalla rottura di un contenitore con del liquido, ed al centro della macchia, una scalfittura dell’intonaco dimostrava che l’urto era stato violento.
Dietro di quella che sembrava una porta, s’intravedeva una specie di letto in disordine, ai piedi del quale si notava il caricatore di un bacta. Ai due uomini non erano sfuggiti tutti questi particolari, ed Øye si era disposto in modo da controllare la porta, lasciando a Than la libertà di gestire la situazione all’interno dell’alloggio. Il rodiano guardava con aria preoccupata verso la porta sorvegliata da Øye.
Non gli era sfuggita la manovra dei due e temeva che il Jedi fosse un’ostaggio dei due che credeva mandaloriani, o addirittura che fosse un traditore, come Komari Vosa, la malvagia allieva del temibile Darth Tyranus.
Per questo aveva ordinato a Meeko Ghintee di uccidere i tre appena possibile e di distruggere la navetta dopo.
“Pare che dietro quella porta ti diverta molto vero rodiano?”
La voce di Than, risuonò come un tuono nell’alloggio facendo sobbalzare Otua.
“Non...cosa?non capisco!” “avanti! Non vorrai farmi credere che qualche detenuta compiacente, non venga a trovarti ogni tanto nel tuo alloggio.”
“Non sono consentite queste cose”
“Nessuno dice che siano consentite, ma non per questo non è impossibile...o sbaglio?”
Than aveva capito di avere colpito nel segno, ed aveva pronunciato le ultime parole avvicinandosi alla porta dov’era il letto.
Llacer Otua, improvvisamente sembrò rilassato, tanto da abbozzare un sorriso:
“Qualche volta...la solitudine è dura!”
“ E dimmi...sono tutte consenzienti?” Than si sforzava di sembrare calmo.
Quella rivelazione lo preoccupava.
Æon era una bella ragazza ed il rodiano era poco più che un’animale agli occhi dell’uomo, e l’idea che avesse potuto far del male alla figlia lo turbava molto.
Serrò tanto forte i pugni da far sbiancare le nocche guardando con malcelata ostilità Llacer.
Due rapide esplosioni echeggiarono nella stanza...
Windu attivò la spada laser nel momento stesso in cui si voltava di scatto nella direzione da cui erano giunti i colpi. Vedendo Meeko Ghintee puntare nuovamente l’arma, si mosse in direzione dell’ingresso da dove i colpi erano arrivati, ma un improvviso scintillio lo fermò. Con un movimento rapidissimo Than aveva sguainato un’antichissima spada terrestre risalente a migliaia d’anni prima della sua stessa nascita che nascondeva sotto l’ampio mantello, silenziosa e micidiale, ed aveva colpito.
Meeko Ghintee, sentì come un bruciore al ventre, ma non capì di stare morendo fin quando non si guardò ai piedi, dove una pozza di sangue si era formata. Si afflosciò senza un rumore...
Llacer Otua indietreggiava terrorizzato. Aveva notato Meeko che puntava il blaster e si era sentito superiore ai mandaloriani per astuzia, ma non si sarebbe mai aspettata una reazione così rapida.
Non aveva mai visto una spada e non immaginava che qualcuno fosse armato.
Tutti i rilevatori della base, erano programmati per riconoscere un’arma ad energia o un esplosivo, quindi non era scattato nessun’ allarme. Than lo sapeva, e per questo aveva scelto l’antichissima katana risalente al periodo feudale giapponese terrestre. Cisco Than si voltò con una lentezza studiata verso il rodiano avanzando lentamente.
Questo era arrivato alla parete, e non avendo altra via di fuga, continuava a fissare inebetito la sua espressione riflessa dalle pareti circostanti.
Aveva gli occhi sbarrati per il terrore ed il colorito azzurrognolo del viso, si era molto sbiadito.
Il sangue di Meeko era schizzato sul suo volto, e tutti questi elementi davano a Llacer Otua, un’ espressione tra il grottesco e lo spaventoso. “Stai guardando il tuo viso da morto rodiano!” tuonò Than, nel momento stesso in cui gli poggiava la lama al collo facendo una leggera pressione. Otua si sentiva svenire ma il terrore gli impediva di fare qualsiasi movimento.
“Cisco...per favore, lascialo...questo sarebbe un’assassinio!” Mace Windu percepiva le forti emozioni dell’uomo e sentiva che era sul punto di uccidere il rodiano.
Than senza distogliere lo sguardo dal carceriere, e senza allontanare la lama dal suo collo, disse:
“E’ morto quando ha deciso di eliminarci...il fatto che sia ancora in piedi è solo un dettaglio!”
“Cisco, comunque non otterresti nulla in cambio. Lascialo vivere perchè sia giudicato per i suoi crimini e condannato.”
La determinazione del Conestabile si affievolì di poco, ma bastò per fargli abbassare la lama.
Øye intervenne immobilizzando il rodiano con le braccia dietro la schiena.
“Perchè tutto questo?” gli chiese Windu.
Llacer Otua guardava tutti con occhi inespressivi.
Era come inebetito dalla paura, ma comunque riuscì a parlare:
“Ve lo mostro...seguitemi.”
Condusse i tre attraverso un lungo corridoio che scendeva nel sottosuolo.
Esitò fermandosi davanti ad una porta, ed una volta lasciato da Øye, battè velocemente il codice d’accesso.
Øye, stando di fianco al rodiano, aveva notato che aveva serrato gli occhi nel momento stesso in cui batteva l’ultima combinazione del codice...
“Al riparo!” urlò con quanto fiato aveva in corpo lanciandosi contemporaneamente addosso a Llacer Otua.
Un bagliore, illuminò il sotterraneo ed una forte esplosione investì Windu e Than facendoli cadere.

3)
Sembrava un laboratorio, quello che si rivelò all' apertura della sfera...un lungo stanzone con bassi scaffali ed un grosso schermo dai colori cangianti che illuminavano intorno.

4)
Era tutto buio intorno, ed un fastidioso sibilo, dovuto alla reazione delle orecchie all'esplosione, risuonava nella testa di Cisco.
Il sapore del terriccio in bocca era mischiato a quello del sangue.
Cisco conosceva quel sapore, il sapore della battaglia. Impugnando saldamente la katana con una mano e procedendo a tentoni, arrivò alla parete mentre gli occhi pian piano si abituavano all'oscurità, che grazie ad alcune lampade rimaste accese in lontananza nella galleria e col posarsi della polvere, era diventata una forte penombra. Il sibilo dei suoi timpani si stava attenuando e gli parve di sentire un rantolo ai suoi piedi. Øye era disteso sul ventre, coperto di detriti e con una profonda ferita alla base della testa, ma respirava regolarmente ed anche il polso sembrava costante. Windu era già in piedi e si stava ripulendo dal terriccio a poca distanza da Llacer Otua che non sembrava aver subito danni.
"Tutto bene Mace?"
"Si, certo! Come sta Øye?"
Cisco, rinfoderando l'antica spada, si chinò nuovamente sull'amico, scuotendolo piano:
"Erland?"
"Stò bene...la porta...è scappato?"
"No, è lì per terra... "
Cisco si alzò di scatto, si avvicinò al rodiano e dopo averlo afferrato per le spalle, lo scagliò con forza contro l'apertura dove poco prima si trovava la porta.
Otua piombò pesantemente a terra ma subito si ritrovò per aria, come un fuscello in balia dell'uragano.
Cisco Than era infuriato... e lo stava dimostrando!
Colpì due, tre, dieci volte, prima di calmarsi di poco.
Mace Windu aveva cercato coi suoi poteri di fermarlo, ma vista la potente determinazione dell'uomo, forse era solo riuscito ad impedirgli di uccidere il rodiano.
D'improvviso Than smise di accanirsi contro Otua avviandosi a passi incerti verso il fondo della grotta.
Windu si chinò a soccorrere Øye, quando avvertì un tremito nella forza provenire dal fondo della grotta.
Assicuratosi che il pilota stesse bene e che Otua fosse ancora vivo, si avvicinò all'amico che poteva intravedere in piedi al centro di una rientranza.
Quando lo raggiunse lo spettacolo ai suoi occhi aveva dell' incredibile...
Visi scavati, mani protese, occhi infossati di esseri ancora viventi fissavano Cisco che con gli occhi pieni di lacrime delicatamente cullava un fagottino...quello che rimaneva di una bambina piccolissima e denutrita.
Mace si avvicinò e prese a sua volta la piccola che ancora respirava.
Øye spingendo davanti a sè Llacer Otua, si avvicinò barcollando, guardandosi intorno.
Cisco Than si voltò lentissimamente... il suo viso non aveva niente di umano.
Gli occhi inespressivi individuarono Llacer Otua ed il suo odio esplose.
Ad Øye, sembrò di vedere una scena al rallentatore...Than che estraeva la katana mentre si avvicinava e che colpiva prima al ventre con un fendente da un lato all' altro, poi con un'altro di sbieco dall' alto verso il basso ed infine girando su se stesso colpì al collo staccando la testa ad Otua che cadde di lato, senza un suono.
Than, rimasto immobile con la spada tra le mani alzò la testa verso la volta della grotta-prigione ed urlò la sua rabbia e la sua disperazione con quanto fiato aveva nei polmoni.
Dietro di Cisco, Mace Windu ancora con il braccio proteso verso l'amico in un disperato ma tardivo tentativo di fermarlo, guardava la scena sconvolto...si sarebbe comportato diversamente al suo posto?

5)
La squadra di soccorso, stava occupandosi dei prigionieri.
I piccoli, quelli più bisognosi di cure, dopo essere stati visitati dall' unità medica, venivano immediatamente imbarcati sulle navette e trasportati sulla nave ospedale che orbitava attorno a Braz. Praticamente, nessuno di questi era mai stato visitato, e non avevano mai abbandonato la prigione, se non per essere venduti come schiavi da Otua, ad una organizzazione criminale...
Erano figli dei detenuti, e cosa sarebbe stato di loro era ignoto.
Il consiglio aveva dato ordine di chiudere immediatamente la prigione e spostare altrove i detenuti, e per questo, era giunta una legazione del dipartimento legislativo, con una scorta militare, comandata dal pretore Soser, uno dei primi allievi di Than.
Questi però aveva ricevuto anche un 'altro ordine...
Cisco Than si trovava dentro l'alloggio che era stato di Otua.
L'antichissima katana, ripulita dal sangue, era stata riposta con cura nel sageo di antichissimo legno laccato di nero, sul quale era dipinto con rara maestria un' animale fantastico...quello che per gli antichi possessori dell' arma, era un dragone, e Than lo osservava, rapito. "Comandante Than...Signore!" seguì un lungo momento di silenzio, durante il quale il Primo Conestabile, osservò attentamente il giovane che gli era davanti "...Soser...vero?" esclamo lentamente Than, quando fù sicuro di conoscerlo "Sono felice che sia scampato all' attentato, comandante..." Than chiuse gli occhi, inspirando profondamente. "E' qui per me,... vero Soser?"
"Sono profondamente mortificato...davvero... Comandante Than!"
Soser, aveva una protesi oculare che gli aveva restituito la vista, dopo che era stato colpito durante un'imboscata.
Era stato proprio Than che lo aveva soccorso e portato in salvo, caricandoselo sulle spalle e nello stesso tempo, combattendo come un forsennato.
"Nessuno resta indietro" era l'urlo di guerra della sua compagnia, e urlando quel motto, Than lo aveva soccorso quando si accorse che era stato colpito, lo aveva sollevato di peso e portato verso la salvezza. ...Poteva ancora sentire la sua voce che lo incitava a non mollare, quel senso di fiducia che gli trasmetteva il sapere di essere già in salvo col suo comandante...quello che per i soldati era un mito, quel massiccio terrestre, lo stava salvando.
Ricordava questo Soser, ed avrebbe pianto se avesse avuto ancora gli occhi.
Than si alzò, avvicinandosi al giovane ufficiale, e tendendo il possente braccio col quale teneva la spada dinanzi al suo volto, gli porse la katana disse semplicemente:
"Dopo di lei!" Soser, prese l'arma con visibile imbarazzo...cercava le parole adatte, ma Than gli sorrise...
"Andiamo!"
Uscendo dall' alloggio, si voltò verso Windu che era rimasto in disparte nell' alloggio.
"Mace...trova Æon!"
Ed uscì.



Nda
 Eccoci qui…siamo giunti alla “Fine”!
Lo so è quasi da carogna, lasciarvi così, proprio sul più bello!
Lasciarvi nel momento dell’azione, della suspense totale…
…ma non c’è altro.
Purtroppo non va più avanti di così.
E confesso che un po’ mi dispiace. :(
Beh, mi rimane un ultima cosa da dire…
Grazie infinitamente per chi mi ha seguito fino all’ultimo.
Bacio ^3^
Chris




 

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